Missione Terra
La bellezza e la fragilità del nostro pianeta viste dalla Stazione Spaziale Internazionale
Introduzione di Luca Parmitano
Traduzione di Luisa Doplicher
Straniero alla Terra
di Luca Parmitano
Scrivere la prefazione di un libro significa scrivere del suo autore, perché in fondo ogni opera d’arte è un autoritratto, e ogni scritto è un’autobiografia. In questo caso, oltre alle parole di Thomas, abbiamo accesso alle sue splendide foto – che corrispondono a una scelta, personalissima, tra decine di migliaia di istantanee da lui scattate in oltre un anno di presenza cumulativa in orbita: ci parlano di lui, della sua visione del pianeta Terra, del suo presente e del suo futuro. Attraverso ogni immagine, accompagnata da didascalie esplicative, Thomas ci accompagna nei suoi due viaggi in orbita, partendo dalla selezione per diventare astronauti, passando per il suo addestramento, le astronavi con le quali è partito e rientrato, la vita e il lavoro a bordo della ISS – in giro intorno al mondo. Leggendo il libro la prima volta mi è sembrato di viaggiare nel tempo: ho avuto il privilegio di vivere moltissimi dei momenti descritti da Thomas insieme a lui, condividendo fatica e sudore, speranze e delusioni, e tante – tantissime! – soddisfazioni. E rivivendo nel ricordo immortalato da queste foto le esperienze condivise, non riesco a vedere il famoso astronauta Pesquet, ammirato e amatissimo dal pubblico, in grado di far apparire semplice e raggiungibile anche il più complesso degli obiettivi. Vedo invece Thomas, lo stesso ragazzone sorridente che ho incontrato a Parigi tanti anni fa – era il 20 maggio del 2009 – che con aria scanzonata e allegra ci faceva ridere con le sue mille storie. Sebbene fosse il più giovane della nostra classe di astronauti (insieme a Samantha, Alex, Andy, Tim e me – e in seguito Matthias) aveva già vissuto parecchie vite: prima ingegnere del CNES (la NASA francese), in seguito pilota di aerolinea, ora astronauta. Sempre con l’inestinguibile desiderio di raggiungere obiettivi ancora più lontani, come dimostra questo libro che, dopo aver girato l’ultima pagina, mi lascia comunque con una domanda: quale sarà la prossima avventura del mio amico Thomas?
Da ragazzo mi piaceva molto guardare il mondo dall’alto. Quando costruivo casette sugli alberi o fantasticavo sulle carte geografiche (vere, o frutto della mia immaginazione) potevo osservare l’ambiente da un punto di vista sopraelevato e cercare di abbracciare con lo sguardo le distese più vaste possibili per studiarle e capirle. La geografia mi affascina da sempre, perché spiega sia i fenomeni naturali sia i rapporti tra gli esseri umani che occupano il pianeta. Così, questo desiderio di vedere il mondo a grandezza naturale mi ha spinto verso mestieri che si svolgono ad alta quota: pilota, poi astronauta. La mia prima missione spaziale mi ha insegnato a vivere e a lavorare nello Spazio, ma anche ad ammirare il mondo da nuove altezze; la finitezza e la fragilità della Terra mi hanno segnato nel profondo e non le dimenticherò mai. Durante la seconda missione ho cercato di diffondere le immagini magnifiche e a volte preoccupanti del nostro pianeta ma, soprattutto, di commentarle: che cosa ritrae quella foto dai colori tanto belli? Qual è il fenomeno naturale responsabile di quelle forme particolari? Dopo quasi quattrocento giorni nello Spazio, riesco subito a individuare le coste, le montagne, i deserti e le foreste del nostro pianeta: le conosco quasi a memoria. Il modo migliore di condividere questa passione per la Terra è raccontarla in un libro. Oggi si parla spesso di molti fenomeni legati al cambiamento climatico senza capirli del tutto: come fanno i ghiacciai a sciogliersi? Perché i megaincendi sono sempre più frequenti? Che conseguenze ha la deforestazione? Questi eventi sono già difficili da comprendere individualmente; quali sono i legami reciproci? Senza fermarmi al lato estetico, ho voluto sfruttare le immagini per fornire ai giovani lettori le chiavi per interpretare il nostro ambiente: è essenziale rendersi conto appieno di cosa sia il cambiamento climatico, per poterlo contrastare al meglio.
L’astronauta, un mestiere straordinario
La selezione degli astronauti
In più di sessant’anni di esplorazioni, circa cinquecento astronauti hanno viaggiato nel cosmo. In futuro si prevedono grandi progetti: una base lunare, una stazione orbitale attorno a Marte, o persino una spedizione con equipaggio; ci saranno molte più missioni cui partecipare.
Per diventare astronauta non esiste un corso di studi specifico. Bisogna essere selezionati dalle agenzie spaziali, come l’ESA in Europa, la NASA negli Stati Uniti, la Roscosmos in Russia o la JAXA in Giappone.
I criteri di selezione :
• Avere tra i 27 e i 50 anni e la cittadinanza di uno Stato membro dell’ESA.
• Aver conseguito un titolo pari o superiore a una laurea quinquennale in una disciplina scientifica (fisica, scienze della Terra, medicina, matematica, informatica, chimica ecc.) o essere ingegneri o piloti.
• Aver lavorato almeno tre anni.
• Parlare inglese con scioltezza e avere un’esperienza internazionale.
• Essere in ottima forma fisica e psicologica: mantenere la calma sotto pressione, saper collaborare con i colleghi di altri Paesi e, inoltre, saper gestire la lontananza dalla famiglia.
Che cos’è l’ESA?
L’ESA (European Space Agency o Agenzia Spaziale Europea) elabora e coordina i progetti spaziali portati avanti dai 22 Stati membri: Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Spagna, Svezia, Svizzera e Ungheria. È responsabile del Programma Ariane, delle missioni degli astronauti europei e di molti satelliti e sonde spaziali!
Le missioni nello Spazio
L’equipaggio della capsula Crew Dragon 2: Megan McArthur (NASA, Stati Uniti), Thomas Pesquet (ESA, Francia), Akihiko Hoshide (JAXA, Giappone) e Robert Shane Kimbrough (NASA, Stati Uniti).
A bordo della Stazione Spaziale Internazionale (l’acronimo è ISS, cioè International Space Station), gli astronauti devono svolgere numerose operazioni scientifiche e meccaniche. Compiono esperimenti, organizzano la vita quotidiana, gestiscono le riparazioni e la manutenzione dell’attrezzatura, svolgono uscite nello Spazio e inviano regolarmente rapporti alle squadre di controllo a terra. Devono essere capaci di risolvere problemi tecnici e di affrontare situazioni di emergenza. Tutte queste missioni hanno l’obiettivo di scoprire nuovi aspetti della Terra e del suo ambiente cosmico, del Sistema solare e dell’Universo. Gli astronauti mettono a punto tecnologie e servizi per i cittadini europei e per rispondere a necessità sulla Terra, ma anche per preparare future spedizioni sulla Luna o su Marte.
L’addestramento
Sembrerà forse strano, ma gli astronauti passano più tempo sulla Terra che in volo nello Spazio. La fase di preparazione può durare vari mesi con molti corsi e tantissime ore di sport e di pilotaggio.
L’addestramento è davvero faticoso (comprende immersioni subacquee, corsi di sopravvivenza nella natura selvaggia...); deve preparare gli astronauti alle attività extraveicolari e al volo in assenza di peso. A volte devono persino imparare in tutta fretta una nuova lingua per comunicare con i colleghi a bordo dell’International Space Station (ISS). Quando la missione è vicina si allenano a realizzare gli esperimenti scientifici previsti, come in laboratorio.
Il solo modo di prepararsi a un’uscita nello Spazio è immergersi in una piscina che contiene un modello dell’ISS a grandezza naturale.
L’acqua simula gli effetti dell’assenza di peso.
Gli astronauti ci trascorrono varie ore per esercitarsi a svolgere tutte le operazioni.
Dal decollo all’arrivo nell’ISS (International Space Station)
Ecco infine il gran giorno! Alcune settimane prima l’equipaggio ha raggiunto la base di lancio: Bajkonur in Kazakistan o Cape Canaveral in Florida, negli Stati Uniti. Come Kourou nella Guyana francese, queste basi spesso si trovano vicino all’equatore, dove la forza centrifuga della Terra è al massimo dell’intensità e facilita il lancio dei razzi. Gli astronauti sono portati sull’area di lancio, salgono in cima al razzo ed entrano nella capsula, pronti al decollo !
Le ultime ore prima del lancio
- 7 h
Sveglia dei membri dell’equipaggio e colazione.
- 4 h
Bollettino meteo. Deve essere favorevole e non prevedere venti né temporali.
Gli astronauti infilano le tute.
- 3 h
Gli astronauti escono dall’edificio dove si sono preparati e salutano le famiglie.
- 2 h 30min
Arrivo sull’area di lancio e ingresso nella capsula.
- 2 h
Collocazione dell’equipaggio e ultime verifiche: sistemi di comunicazione, rotazione dei sedili, tenuta stagna delle tute e chiusura della capsula.
- 45 min
Riempimento dei serbatoi con cherosene e ossigeno liquido prima dell’accensione dei motori.
- 10 s
Conto alla rovescia e decollo.
Tre, due, uno...
Il razzo si solleva, avvolto da nubi di fumo. Questi momenti sono davvero impegnativi.
C’è una marea di cose da seguire sugli schermi mentre si viene schiacciati sul sedile.
Nelle varie fasi in cui gli stadi del razzo si separano sembra di trovarsi a cavallo di un missile che vibra, accelera o frena bruscamente. Il sangue freddo è d’obbligo !
Hello Dragon !
Per arrivare o ripartire dall’ISS ci affidiamo sempre a lei: la capsula Crew Dragon. Mentre eravamo rinchiusi al suo interno, ci ha portati in orbita; ormai siamo soli nell’Universo. Tutto si ferma e diventa silenzioso; in assenza di peso, ogni cosa galleggia. È tutto un po’ ovattato, o come in un sogno, quando dobbiamo iniziare a preparare l’avvicinamento alla Stazione Spaziale.
L’ISS, la nostra navicella spaziale
L’ISS è impressionante: ha 8 pannelli solari ed è lunga quasi 40 m. È immensa, grande come un campo da calcio, e il suo volume abitabile è equivalente a quello di un aereo per voli a lungo raggio. Da oltre vent’anni è il veicolo più straordinario mai costruito per osservare il nostro pianeta e accogliere astronauti del mondo intero. È anche il laboratorio più strabiliante mai concepito dall’essere umano: con i suoi 1.000 m³ è una sorta di pianeta in miniatura, in cui l’assenza di peso cancella i concetti di alto e basso. Tutto è organizzato in maniera precisa e insieme complessa.
1 Pannelli solari
2 Camera d’equilibrio Quest per attività extraveicolari
3 Laboratorio giapponese Kibo
4 Laboratorio europeo Columbus
5 Braccio robotico
6 Cupola
7 Piattaforma esterna giapponese con braccio robotico
8 Capsula Soyuz
9 Modulo di servizio Zvezda
10 Navetta cargo Cygnus
11 Laboratorio statunitense Destiny
12 Navetta cargo Progress
13 Porta di attracco per la capsula Dragon
14 Modulo-magazzino Zarya
15 Modulo-magazzino Leonardo
16 Radiatori che regolano la temperatura dell’ISS
Gli esperimenti scientifici
L’ISS è un laboratorio all’avanguardia che sfrutta l’ambiente spaziale, in particolare l’assenza di peso, per effettuare ricerche e ottenere risultati fuori dalla portata dei laboratori sulla Terra. Ogni giorno i membri dell’equipaggio svolgono compiti tecnici cronometrati in dettaglio. Sono gli occhi e le orecchie delle squadre a terra e le cavie di esperimenti complessi e innovativi. Vaccini, cure mediche, nuove tecnologie: l’elenco è lungo. Le missioni di domani verso la Luna o Marte saranno possibili anche grazie agli studi eseguiti oggi a bordo dell’ISS.
Attrezzature all’avanguardia
Ogni modulo-laboratorio dell’ISS ha la propria specializzazione e ospita vari strumenti scientifici, raggruppati per tipo in veri e propri armadi installati alle pareti. Sul soffitto si vede il Fluid Science Laboratory, utilizzato per studiare il comportamento dei fluidi e delle schiume in assenza di peso.
Al lavoro
Due volte a settimana bisogna nutrire i tardigradi, creature microscopiche con una resistenza incredibile: sopravvivono ad ambienti estremi sulla Terra e persino nello Spazio.
Coltivazioni sull’ISS
Coltivare piante, frutta o verdura nello Spazio? È possibile, nonché utile per far progredire l’agricoltura sulla Terra o in previsione dei lunghissimi viaggi spaziali del futuro! Uno strato di terriccio è ricoperto da una pellicola di plastica e annaffiato con una siringa piena d’acqua. Grazie a un sistema di illuminazione automatico, che riproduce l’alternanza tra il giorno e la notte, in tre mesi abbiamo fatto crescere dei peperoncini. Tutto l’equipaggio ha un bellissimo ricordo del giorno della raccolta!
La manutenzione e la logistica
Le giornate degli astronauti sono scandite dall’arrivo e dalla partenza delle navette di rifornimento che portano carburante, acqua, ossigeno, biancheria, cibo, materiali e così via. All’equipaggio toccano anche le operazioni di manutenzione, indispensabili per garantire il buon funzionamento dell’ISS. L’obiettivo è rendere possibile la vita umana in un ambiente per nulla ospitale, tra il vuoto assoluto, le temperature estreme e le radiazioni, senza contare i 400 km di altitudine rispetto alla superficie del nostro pianeta.
I rifornimenti
Questa navetta automatica ci porta materiali, attrezzature e cibo. Ripartirà con svariati campioni prodotti nel corso dei nostri esperimenti scientifici.
Un compagno di strada
Cygnus NG-15 sta per ripartire con i nostri rifiuti. Lo afferriamo e lo lasciamo andare con il braccio robotico: una manovra delicata, se pensate che i due veicoli procedono a una velocità di 28mila km/h e a una distanza reciproca di 10 m.
La gestione dell’acqua a bordo
Sulla Terra l’acqua dolce è rara e preziosa; rappresenta appena il 3% delle risorse idriche totali del pianeta. Bisogna risparmiarla! Lo stesso vale anche sull’ISS, dove si ricicla quasi tutta l’acqua: che si tratti di vapore acqueo creato dalla respirazione, di sudore, urina o umidità dell’aria, tutto viene recuperato, purificato e reimmesso in un circuito chiuso.
La vita a bordo
La Cupola è un punto di osservazione incredibile! È il posto preferito degli astronauti. Se ci pensate, andare nello Spazio significa in primo luogo trovarsi davanti alla Terra: con una sorta di brivido, ci si rende conto di stare molto in alto, al di là della propria zona di comfort, ma poi, a poco a poco, ci si concentra sempre più sulla contemplazione di ciò che succede fuori.
Mangiare…
Ci nutriamo di alimenti conservati o disidratati: basta riscaldarli, oppure iniettare acqua nei sacchettini. A volte grandi chef sono così gentili da prepararci manicaretti che teniamo da parte per le occasioni speciali. Pancia mia fatti capanna!
Dormire…
Gli astronauti dormono galleggiando, infilati in un piumone con due buchi per le braccia. Il piumone è fissato al muro per evitare di andare a sbattere contro qualche ostacolo. Ammetto che ci si sta comodissimi, perché non si avverte il peso del corpo. Si dorme come sassi.
E fare sport!
In assenza di peso, ossa e muscoli perdono densità, perché non devono più sostenere il corpo. Bisogna tenersi in forma! Nell’ISS è installata una palestra e gli astronauti, ogni giorno, devono allenarsi per due ore e mezza.
Guarda il mondo dalla Stazione Spaziale Internazionale come un astronauta
Com’è piccola e indifesa la Terra: se la guardi dalla Cupola della Stazione Spaziale Internazionale, in un’orbita a 400 chilometri di altezza, puoi abbracciarla tutta con uno sguardo. Il blu degli oceani, il cratere del Vesuvio, la deforestazione in Amazzonia… Dài, sali anche tu a bordo per una missione indimenticabile!
Il tuo viaggio nello Spazio comincia da questo libro. Le fotografie mozzafiato e il racconto appassionato di chi le ha scattate ti guideranno alla scoperta di ogni angolo del nostro pianeta così bello, così fragile e che dobbiamo assolutamente proteggere.
traduzione di Luisa Doplicher