Niki de Saint Phalle. L’artista del Giardino dei Tarocchi

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NIKI DE SAINT PHALLE

L’ARTISTA DEL GIARDINO DEI TAROCCHI

Monica Foggia
Valeria Quattrocchi

NIKI DE SAINT PHALLE

L’ARTISTA

DEL GIARDINO DEI TAROCCHI

Monica Foggia

Niki de Saint Phalle. L’artista del Giardino dei Tarocchi disegni di Valeria Quattrocchi a cura di Balthazar Pagani

ISBN 979-12-221-0577-2

Prima edizione italiana agosto 2024

ristampa 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2028 2028 2027 2026 2025 2024 © 2024 Carlo Gallucci editore srl - Roma

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NIKI DE SAINT PHALLE

L’ARTISTA

DEL GIARDINO DEI TAROCCHI

Monica Foggia

Valeria Quattrocchi

a cura di Balthazar Pagani

NIKI DE SAINT PHALLE: L’ARTE DI RIVENDICARE

Catherine Marie-Agnès Fal de Saint Phalle, detta Niki (Neuilly-sur-Seine, 1930 – San Diego, 2002) è stata una pittrice, scultrice e regista. Nasce in Francia da Jeanne Jacqueline Marguerite Harper, ereditiera statunitense, e André-Marie Fal de Saint Phalle, banchiere francese di origini aristocratiche, ed è lì che trascorre i primi tre anni di vita affidata alle cure dei nonni in seguito al tracollo finanziario del padre, per poi raggiungere il resto della famiglia a New York nel 1933. Grazie alla doppia nazionalità franco-statunitense, diventa presto poliglotta e acquisisce una mentalità cosmopolita.

Le sue prime inclinazioni artistiche iniziano a manifestarsi molto presto: si cimenta con la letteratura e con il teatro, ed esprime chiaramente la volontà di diventare attrice. Dopo il matrimonio con il poeta e musicista Harry Mathews e la nascita dei due figli, Laura e Philip, comincia a dipingere.

A seguito di un grave esaurimento nervoso e del ricovero in una clinica, riemerge in lei il ricordo dell’abuso paterno subito nell’estate del 1942 e tenuto nascosto per lungo tempo, fino a quando, nel 1994, riesce a trovare il coraggio di raccontarlo nel suo “libro-lettera”, Mon Secret. Durante la degenza, scopre che la pittura può essere un’efficace forma di terapia, e decide di dedicarvisi interamente.

Negli anni Sessanta consolida la sua fama grazie alla performance dei Tiri: perseguendo l’obiettivo di dare nuova e diversa vita all’oggetto, l’artista e il pubblico sparano con la carabina sacchetti di colore su rilievi di gesso creati da lei stessa. Attraverso l’atto apparentemente violento dello sparo e della distruzione dell’opera d’arte, Niki de Saint Phalle libera se stessa dai fantasmi ingombranti del proprio passato; l’opera e l’artista muoiono per rinascere, esplodono e si lacerano in una moltitudine di brandelli, per poi riassemblarsi in qualcosa – e qualcuno – di completamente nuovo e profondamente effimero e, pertanto, prettamente umano.

Qualche tempo dopo, fortemente attratta dall’idea di un nuovo mondo fondato sulla società matriarcale, inizia a lavorare sulla figura femminile e sulla sua potenza

generatrice. Nascono così le famose Nanas: eredi dirette della Dea, la Grande Madre, condensano in sé il principio di nascita-vita-rinascita, sono libere, emancipate e portatrici sane di gioia.

Nel frattempo si avvicina al movimento dei Nouveaux Réalistes e conosce Jasper Johns, Robert Rauschenberg e Jean Tinguely, del quale si innamora e che sposa dopo il divorzio da Harry Mathews. Tra Tinguely, autore di complicati meccanismi capaci di animare strutture gigantesche, e Niki de Saint Phalle si crea da subito un sodalizio artistico particolarmente fruttuoso che durerà fino alla morte dell’artista svizzero, nel 1991.

Nel 1966 dà vita all’installazione Hon/Elle, una gigantesca e prosperosa Nana che trova spazio nel Moderna Museet di Stoccolma. Questa scultura monumentale in poliestere, distesa in posizione supina, misura 28 metri in lunghezza, 6 metri in altezza e 9 metri in larghezza, e può accogliere nel proprio ventre le visitatrici e i visitatori di tutte le età, che escono poi da lei come in un parto. La Dea, generata dall’estro dell’artista, ospita nel proprio grembo un pezzetto di mondo – un milk-bar, un planetario, una Panchina degli innamorati, una scultura radiofonica, una sala cinematografica a dodici posti, una galleria di quadri rigorosamente falsi, un distributore di sandwich, un telefono a gettoni, un espositore di cartoline – allegorie del significato profondo dell’opera: la donna contiene l’origine del tutto. Per la costruzione della Hon, Niki de Saint Phalle si avvale della collaborazione non soltanto di Jean Tinguely, ma anche di altri artisti come Per Olof Ultvedt e Rico Weber.

Negli anni immediatamente successivi si scaglia con veemenza contro i progetti di edilizia popolare in quanto volani di bruttezza che impediscono alle classi sociali meno abbienti l’accesso al godimento della bellezza e della felicità, e sogna di costruire una Nana Town: un luogo da fiaba in cui sviluppare una nuova concezione di vita.

Dal 1980 al 1996, con l’apporto di Tinguely, Weber, Sepp Imhof e uno staff di collaboratori, realizza il suo Giardino dei Tarocchi in Italia, nei pressi di Grosseto, tra Garavicchio e Capalbio. Nella quiete della campagna toscana, Niki de Saint Phalle riesce a dare finalmente concretezza a un sogno che perseguiva da anni: un giardino di gioia e fantasia in cui la natura dialoga con l’arte e l’arte si armonizza con la natura. Il Giardino dei Tarocchi consta di ventidue sculture monumentali ispirate agli Arcani Maggiori. Le figure sono rivestite con mosaici di specchi, vetri di Murano, ceramiche e maioliche italiane. Anche nel caso del Giardino dei Tarocchi, l’artista continua a riflettere sull’idea della potenza del femminino. Tra le varie sculture monumentali spicca l’Imperatrice-Sfinge, nella quale abita per circa otto anni. L’interno è costituito da uno spazio senza angoli retti, curvo e tondeggiante quasi come un grembo materno; la stanza da letto e la cucina sono ricavate nelle mammelle di una vera e propria Grande Madre. Niki de Saint Phalle infatti detestava gli angoli retti, ne aveva terrore; per contro, amava le rotondità e l’ondulazione. È proprio questa la cifra distintiva del Giardino dei Tarocchi: curve e movimento, in un eterno fluire. La sinuosità della sua vasca e delle sculture è messa ancora più in evidenza dalla presenza delle maioliche e degli specchi, che rifrangono e al contempo scompongono la luce del sole.

In seguito al peggioramento delle sue condizioni di salute dovuto a una malattia polmonare cronica causata dall’esposizione alle vetroresine e ad altri materiali tossici, si trasferisce in California, dove continua a lavorare a opere private e commissioni pubbliche, tra cui la scultura Coming Together del 2001, posta all’ingresso del San Diego Convention Center. Con questa sua ultima opera monumentale cerca di reagire ai venti di guerra che soffiano prepotenti nel mondo occidentale e auspicano allo “scontro di civiltà”, realizzando un’icona capace di unire i generi femminile e maschile e incoraggiare il dialogo tra i popoli.

Niki de Saint Phalle è stata un’artista poliedrica e una donna consapevole, i cui incubi del passato e sogni di un mondo felice si sono mescolati costantemente nel proprio vissuto personale e artistico. Ha saputo muoversi in equilibrio sul filo delle diverse sfaccettature della propria personalità, attraversando e interpretando le contraddizioni della seconda metà del XX secolo, e ciò l’ha resa senza dubbio una delle massime artiste del Novecento.

Questa pubblicazione vuole renderle omaggio attraverso il racconto della sua vita privata e artistica, tra pittura e scultura, Nouveau Réalisme e simboli archetipici e mitologici, arte performativa e arte pubblica, femminismo, glamour, antirazzismo e questione sociale. Le scelte stilistiche e narrative operate per la realizzazione di questo graphic novel sono state dettate dalla necessità di mettere a fuoco le caratteristiche peculiari della sua visione estetica e interpretazione del mondo, attraverso la narrazione di alcuni dei momenti più significativi del suo vissuto e della genesi di una parte della sua produzione artistica.

TRISTEZZA E RIBELLIONE

La refrattarietà verso la vita borghese e le rigide norme dell’educazione cattolica impostale dalla famiglia, il suo primo matrimonio, l’esaurimento nervoso e l’effetto terapeutico della pittura.

CAPITOLO 1

N. SAINT PHALLE

QUESTA SERA ABBIAMO UN’OSPITE SPECIALE, NIKI DE SAINT PHALLE. BUONASERA.

BUONASERA E GRAZIE PER L’INVITO.

GRAZIE A LEI PER AVER ACCETTATO DI RACCONTARSI!

OH, SPERO CHE LA TRASMISSIONE DURI MOLTO!

PERCHÉ?

BE’, LE SEMBRO UNA CHE HA POCO DA RACCONTARE?

NIKI, LEI È PITTRICE, SCULTRICE, ARCHITETTA ED È STATA ANCHE REGISTA…

MI PIACE CIMENTARMI IN DIVERSE FORME D’ESPRESSIONE…

AHAH! ALLORA DOBBIAMO INIZIARE SUBITO!

…PER FAR EMERGERE LA PARTE PIÙ AUTENTICA DI ME…

…LA MIA INCOMPLETEZZA, LE MIE IMPERFEZIONI, INSOMMA, LA MIA FORZA!

SEMBRA UNA CONTRADDIZIONE!

QUALI CONTRADDIZIONI L’HANNO CONDOTTA SULLA STRADA DELL’ARTE?

NOI, L’ARTE, IL MONDO, SIAMO UN MOSAICO DI CONTRADDIZIONI.

QUANDO, CIOÈ, HA SCELTO DI DIVENTARE UN’ARTISTA?

L’ARTE È STATA AL CONTEMPO UNA SCELTA
E UN RIFUGIO, IL VENTRE FECONDO
CHE MI HA GUARITA DAI TRAUMI LONTANI…

…CHE HANNO AVUTO ORIGINE DA UN’EDUCAZIONE CORROSA DA CONSERVATORISMO E INTEGRALISMO CATTOLICO…

FATTO DI PAURA, VERGOGNA…
…ANGOSCIA. OPPURE…
OPPURE C’ERA ANCHE ALTRO?

IL PRIMO GRAPHIC NOVEL

BIOGRAFICO SU NIKI DE SAINT PHALLE, LA STORIA DI COME L’ARTISTA DEL BEAUBOURG

E DEL GIARDINO DEI TAROCCHI DI CAPALBIO SIA RIUSCITA

A RISCATTARE LA SUA TRAGICA GIOVINEZZA E DIVENTARE

UNA CELEBRITÀ MONDIALE, UNA MILITANTE RADICALE

DELL’EGUAGLIANZA DI GENERE E UNA PROTAGONISTA

DELLA LOTTA PER LA GIUSTIZIA SOCIALE.

Outsider sin da bambina, nel perbenismo della sua famiglia alto-borghese, e poi come pittrice e scultrice, autodidatta e donna nel mondo dell’arte dominato dagli uomini, Niki de Saint Phalle è stata una delle personalità più affascinanti del Novecento. Questo graphic novel racconta la sua vita oscillante tra privato e pubblico, intrecciando femminismo e Nouveau Réalisme, per catturare il suo sogno di persona e artista: quello di un mondo migliore, più equo e giusto, con un Giardino di gaiezza e fantasia in cui rifugiarsi.

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