Ragazzi, questo è il calcio!

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una guida a tutti i segreti del calcio. I ruoli: il portiere e l’attaccante, il mediano e la riserva,

Darwin Pastorin Darwin Pastorin

Dall’esperienza dei campioni,

l’arbitro e l’allenatore. I trucchi e le azioni più emozionanti: E la grandezza degli assi come Buffon e Totti, Maradona e Pelé.

Darwin Pastorin è nato a San Paolo del Brasile nel 1955, figlio di emigranti veneti. Il piccolo italiano è cresciuto in Rua Nossa Senhora de Lourdes, giocando a calcio in strada con coetanei di tutte le nazionalità. S’intendevano attraverso il pallone. A 12 anni, già rientrato a Torino, venne preso in considerazione come centravanti dagli osservatori della Juventus. Diventato giornalista e scrittore, si è sempre occupato di sport con passione e cultura. Con Gallucci ha pubblicato anche Crossa al centro!, I segreti dei mondiali, Il grande giorno della mia prima partita e, insieme al figlio Santiago, Io, il calcio e il mio papà.

Consigliato dai ai anni

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Ragazzi, questo è il calcio!

dribbling, rigore, parata impossibile.

Ragazzi, questo è il

CALCIO!

Manuale del pallone



UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni 21



Darwin Pastorin

Ragazzi, questo è il calcio! Manuale del pallone


Darwin Pastorin Ragazzi, questo è il calcio! disegni di Desiderio

dello stesso autore: Crossa al centro! Io, il calcio e il mio papà

ISBN 978-88-6145-063-9 Prima edizione ottobre 2008 © Carlo Gallucci editore srl Roma ristampa 5 4 3 2 1 0 anno 2013 2012 2011 2010 2009 2008 9

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galluccieditore.com

Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.


Introduzione

pagina 9

L’attaccante

13

Il fantasista

21

Il centrocampista

28

Il difensore

35

Il portiere

41

La riserva

52

L’allenatore

60

L’arbitro

69

Il calcio di rigore

77

Il tiro

87

La squadra

93

Stranieri

101

Il mercato

109

Il tifo

118

Tivù e stadi

126





Introduzione

R

agazzi che amate il calcio, eccovi il mio “manuale del pallone”: oltre trent’anni di giornalismo sportivo dedicati allo sport più bello (malgrado tutto) del mondo raccolti per voi. Non un manuale tradizionale, quello che si può trovare in qualsiasi libreria, scritto da questo o da quell’allenatore, da questo o da quel preparatore atletico. Questo è un libro sul “football” fatto di tecnica (certo), di tattica (ci mancherebbe), ma soprattutto di sentimenti, di aneddoti, di personaggi visti da vicino, dai grandi campioni all’oscuro straniero popolare per poche settimane, dalle partite disputate nei campetti di periferia alle indimenticabili sfide dei campionati mondiali. In queste pagine, scritte con amore, con il cuore, potrete trovare tutto quello che so del calcio, tutto quello che ho visto in tanti anni di mestiere e di passione. Vi parlerò di Ronaldinho e Gigi Riva, di Pietro Anastasi e Diego Armando Maradona, di Gigi Buffon e Gennaro Gattuso, di Kakà e Ronaldo, ma anche di José 9


Ragazzi, questo è il calcio!

Mourinho, di Claudio Ranieri e di Marcello Lippi, di Helenio Herrera e di Heriberto Herrera, di Nereo Rocco e di tanti altri protagonisti, più o meno conosciuti, di tutti i paesi e di tutte le epoche calcistiche. Questo, dicevo, è un manuale davvero speciale, che viene da lontano. Da più di cinquant’anni fa e dal cuore della patria del calcio, San Paolo del Brasile, dove sono nato, orgoglioso figlio di emigranti veronesi. Da bambino giocavo a pallone con una squadra indimenticabile. Miei coetanei che erano mulatti, musulmani, ebrei, giapponesi, coreani. Arrivato in Italia nel 1961, a Torino, sono diventato tifoso della Juventus, ma a dire la verità io mi considero un acceso sostenitore del bel calcio, delle squadre che fanno divertire il pubblico, dei giocatori


Introduzione

che, con una finta, un dribbling, un colpo di tacco, saltano l’avversario e lasciano me a bocca aperta. Scrivo di pallone e dintorni dai tempi del liceo, e non ho mai smesso. Anzi, negli ultimi dieci anni ho cominciato a narrarlo anche attraverso la televisione. Questo libro vi parlerà degli assi come sono davvero: sotto i riflettori, e fuori; metterò a disposizione di tutti voi, ed è la prima volta che lo faccio, il mio diario privato di cronista. Ho seguito migliaia di partite di campionato e di coppe, mondiali, europei, coppe America, coppe d’Africa, “mundialiti”, amichevoli di lusso o di preparazione estiva, ho raccolto le confidenze di decine di giocatori. I ricordi sono infiniti. Questo libro è semplicemente una testimonianza: l’atto d’amore di un cronista che non ha mai smesso


Ragazzi, questo è il calcio!

di essere tale. Spero di coinvolgervi, di farvi conoscere qualche aspetto nuovo, mi auguro divertente e per voi inedito, del calcio. Di farvi amare quei giocatori che già i vostri padri e i vostri nonni hanno amato e di farvi conoscere meglio i vostri idoli attuali. Vi parlerò dei ruoli in una squadra, di come sono cambiati. E i ruoli “spiegano” sempre gli uomini prima dei giocatori. Troverete i portieri di riserva di una volta: i personaggi, probabilmente, più romanzeschi. E i calciatori da una sola presenza in serie A: ma, anche per quello, proprio per quello, destinati a entrare nell’Olimpo della nostra nostalgia e della nostra immaginazione. Come Roberto Montorsi, ala destra, una partita disputata con la Juventus a Vicenza, stagione 197071: per me, ieri oggi domani, sempre un beniamino. Mi piacerebbe, una volta arrivati alla fine di questo libro, che potessimo esclamare insieme: «Sì, questo è il calcio!». In quel preciso istante avrò messo a segno la mia rete più spettacolare. E ora andiamo a cominciare, insieme allo scrittore uruguayano Eduardo Galeano che, nel suo libro Splendori e miserie del gioco del calcio, raccontò questo aneddoto, diventato il mio manifesto di vita: “Un giornalista chiese alla teologa tedesca Dorothee Soelle: «Come spiegherebbe a un bambino che cosa è la felicità?». «Non glielo spiegherei», rispose, «gli darei un pallone per farlo giocare»”. 12


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L’attaccante

R

agazzi, fatemi cominciare dal mio ruolo. Il ruolo più bello, più emozionante, quello che rappresenta il sogno di tanti giovani: l’attaccante. Anch’io, da giovane, desideravo diventare un bomber. Un bomber della Juventus. Il tutto durò poche ore. Un provino con gli allievi della squadra bianconera, una rete realizzata di ginocchio, poi la decisione degli allenatori Pedrale e Grosso: presero uno solo di noi, il figlio di Cinesinho, che era uno dei titolati della prima squadra! Malgrado la delusione, non ho mai smesso di essere un centravanti. Ho indossato la maglia numero 9 sia nella rappresentativa del mio liceo (il V° Scientifico di Torino, tre classifiche cannonieri vinte), che nella Nazionale scrittori “Osvaldo Soriano FC” (ricevendo i complimenti del ct Giancarlo Magrini che su di me ha detto: «Ottima tecnica, ma si lamenta troppo!»). Scelgo questo ruolo ancora adesso, quando gioco con i miei amici, con 13


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mio figlio Santiago, nei miei sogni. Sì, lo confesso: alcune volte mi addormento pensandomi sul prato verde, mentre sto per calciare un pallone al volo di destro… Poi, mi sveglio: e sorrido. Perché ripenso alla mia giovinezza, a quando tutto sembrava possibile, non c’erano limiti, confini. A quando giocare e segnare rappresentava la luna, il cielo, il mare, l’universo, il tutto, e ancora di più. E che felicità correre, su quei prati che erano ancora prati, con le braccia al cielo, nell’abbraccio festoso dei compagni, mentre il portiere battuto non aveva il coraggio di alzare gli occhi da terra. Che centravanti ero? Agile, veloce, come può essere, oggi, uno come Alberto Gilardino o come era, ieri, Paolo Rossi. Non ero forte di testa, ma sapevo trovarmi al posto giusto nel momento giusto. Avevo un istinto naturale per il gol. Mi piaceva segnare in acrobazia, in rovesciata, o con una mezza girata. Mi allenavo anche in casa, quando i miei genitori uscivano per andare a fare la spesa: mettevo mia sorellina Liana in porta e mi facevo marcare da mio fratello Fabrizio, che era un terzino tenace, ruvido. Anche lì, in corridoio, pensavo soltanto alla rete. Con il mio amico Giancarlo formavamo una coppia perfetta: lui, alto e implacabile in elevazione; io più piccolo e decisamente amante della finta, del tunnel, del colpo di tacco. Sì: sono stato 14


L’attaccante

un numero 9. E continuo ad esserlo, almeno nel mio cuore e nella mia nostalgia. Questo per dirvi, ragazzi, che dovevo cominciare questo racconto dal ruolo dell’attaccante. Il mio ruolo. Il ruolo che fu del mio idolo più vero: Pietro Anastasi. Già, l’attaccante. L’uomo deputato, sempre e comunque, più di qualsiasi compagno, a fare gol. È la sua missione. Il suo tema da svolgere. Un attaccante senza gol è come un mare senz’acqua, una montagna senza neve, una faccia senza naso. Chiunque può “non” segnare. È giustificato. L’attaccante, no. Immaginate un professore di geografia che non sappia dirvi quale sia la capitale dell’Australia o dell’Austria. O un professore di storia che non conosca le guerre puniche: da rimandare sui banchi, giusto? Un attaccante deve “saper” segnare. Per questo gli attaccanti vengono chiamati goleador, bomber, cannonieri. Un tempo, nemmeno molti anni fa, gli attaccanti si chiamavano: centravanti (era quello che nella formazione occupava il posto più avanzato, come un primo della classe), ala destra e ala sinistra. Le ali correvano lungo la 15


una guida a tutti i segreti del calcio. I ruoli: il portiere e l’attaccante, il mediano e la riserva,

Darwin Pastorin Darwin Pastorin

Dall’esperienza dei campioni,

l’arbitro e l’allenatore. I trucchi e le azioni più emozionanti: E la grandezza degli assi come Buffon e Totti, Maradona e Pelé.

Darwin Pastorin è nato a San Paolo del Brasile nel 1955, figlio di emigranti veneti. Il piccolo italiano è cresciuto in Rua Nossa Senhora de Lourdes, giocando a calcio in strada con coetanei di tutte le nazionalità. S’intendevano attraverso il pallone. A 12 anni, già rientrato a Torino, venne preso in considerazione come centravanti dagli osservatori della Juventus. Diventato giornalista e scrittore, si è sempre occupato di sport con passione e cultura. Con Gallucci ha pubblicato anche Crossa al centro!, I segreti dei mondiali, Il grande giorno della mia prima partita e, insieme al figlio Santiago, Io, il calcio e il mio papà.

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