NON TI SCORDAR DI ME
traduzione di Monica Manzella
traduzione di Eva Valvo
Young Adult
Gry Kappel Jensen
Rosenholm. Non ti scordar di me traduzione dal danese di Monica Manzella
della stessa serie:
Rosenholm. Rose & viole
ISBN 979-12-221-0458-4
Prima edizione italiana luglio 2024 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0
anno 2028 2027 2026 2025 2024 © 2024 Carlo Gallucci editore srl - Roma
Titolo dell’edizione originale danese:Forglem mig ej © 2020 Gry Kappel Jensen e Turbine
Pubblicato in accordo con Babel-Bridge Literary Agency
This work has been published with the financial assistance of SKF – Danish Arts Foundation
La citazione a p. 133 è tratta da Il canzoniere eddico, a cura di Piergiuseppe Scardigli, Garzanti, Milano 2004, strofa 28, p. 9.
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GRY KAPPEL JENSEN
NON TI SCORDAR DI ME
ROSENHOLM
traduzione dal danese di Monica Manzella
Prologo
Adoravo giocare con te quand’eravamo bambine. Nei miei ricordi è sempre estate, con i fiori nell’erba alta; tu mi spingevi sull’altalena e io ridevo rivolta al cielo, e tu ridevi mentre mi spingevi sempre più in alto, e andavamo avanti così fino al calare del sole.
Solo in seguito ho cominciato a odiarti. Ti odiavo così profondamente che alla fine non desideravo che la tua morte. Ma quando sei scomparsa, è peggiorato tutto. Tutto girava sempre intorno a te. E il fatto che fossi morta non migliorava affatto le cose.
Prima parte Estate
Rosa rossa: “Voglio amarti per sempre”.
Linguaggio dei fiori, originario dell’Europa medievale ma particolarmente diffuso negli ambienti borghesi tra il XVIII e il XIX secolo
27 LUGLIO ORE 8:15
Malou
Malou ripulì il lavandino e lo asciugò con un pezzo di carta igienica inumidito prima di sistemare gli oggetti sul bordo nell’ordine in cui li avrebbe usati. Lasciò assorbire un poco la crema per il viso, quindi applicò il primer; in questo modo, il fondotinta prima e la cipria poi aderivano con più efficacia alla pelle. Prese il pennello e accentuò con un’ombreggiatura discreta gli zigomi e i contorni del viso e del suo naso stretto, dopodiché passò agli occhi. Valutò se mettersi l’ombretto, ma si limitò ad aggiungere un po’ di illuminante lungo le arcate delle sopracciglia, e poi le ripassò. Optò quindi per l’eyeliner liquido, due strati di mascara e il blush rosa. Poteva almeno passare per una ventenne, così?
Raccolse i lisci capelli biondi in una stretta coda di cavallo, e infine indossò la camicia da uomo bianca. Per essere presa sul serio, doveva avere un aspetto serio. Magari aggiungere un velo di rossetto rosso?
Quando uscì dal bagno con il portatrucchi tra le braccia, sentì un rumore provenire dalla cucina. Sua madre si era accasciata sul tavolo.
«Va’ a dormire, mamma» disse Malou in tono scocciato. Doveva essersi alzata e aver ricominciato a bere. O magari a letto non ci era andata proprio per niente.
La donna drizzò la schiena e si voltò verso di lei, una mano ancora posata sul tavolo come per sorreggersi. Socchiuse gli occhi e la osservò per un istante.
«Sembri una poco di buono, con quel rossetto» mugugnò.
«Ma vaffanculo!» sbottò Malou. Girò sui tacchi, i trucchi ancora stretti in mano. Una volta in camera sua, sbatté la porta e la chiuse a chiave.
«Fanculo» ripeté di nuovo sottovoce. «Vaffanculo». Per un attimo rimase ferma in mezzo alla stanza. Poi poggiò sul copriletto il portatrucchi con il contenuto ben organizzato e si sfilò la camicia per non macchiarla. In passato non avrebbe saputo resistere all’impulso di aprire il cassetto della scrivania, dove ancora si trovava la lametta da barba. Ormai non le serviva più, ma prima la utilizzava in continuazione per farsi forza. Per ritrovare il controllo. Il potere. “Magia” significa “potere” nelle lingue più antiche, aveva detto agli studenti della scuola l’ex preside di Rosenholm, Birgit Lund. Questo, più di ogni altra cosa, aveva convinto Malou a voler diventare una maga.
Posò gli occhi sul braccio, sulla piega interna del gomito, dove la pelle era così sottile che le vene spiccavano come fiumi grigiazzurri su una cartina geografica. Il sangue è la tua fonte di potere . Oggi ne aveva bisogno. Malou intensificò lo sguardo, si concentrò. Pizzicava un po’, ma il dolore non le dava fastidio. Lentamente cominciò a comparire un lieve ematoma sottopelle che poi si fece più evidente, diventò rosso, e infine il sangue fuoriuscì attraverso la cute e si depositò come una piccola perla perfetta nell’incavo del gomi-
to. Chiuse gli occhi. Puoi farcela tranquillamente. È importante! Presto le vacanze estive sarebbero giunte al termine, e lei avrebbe potuto tornare a Rosenholm: il collegio di magia che ormai era diventato la sua casa, e di cui sentiva la mancanza nonostante tutto ciò che era successo. Nonostante ancora non avesse mantenuto la promessa fatta alla ragazza uccisa a scuola tanti anni prima e il cui omicidio non era mai stato risolto. Il suo spirito le aveva cercate e Malou le aveva assicurato che avrebbero trovato il suo assassino. Non preoccuparti, Trine. Non ci siamo dimenticate di te.
Riaprì gli occhi e studiò la piccola goccia di sangue, poi si portò il braccio al viso e la leccò via. Mancava un quarto d’ora alla partenza del treno, ma il suo appartamento era proprio di fronte all’ingresso posteriore della stazione, perciò avrebbe avuto tutto il tempo per farcela. Si concesse di chiudere gli occhi ancora un istante prima di assicurarsi che non fosse rimasta traccia di sangue da nessuna parte. Poi applicò un cerotto sulla ferita e si rimise la camicia. Si controllò allo specchio e annuì tra sé, quindi, dopo aver chiuso la porta della sua stanza, uscì di casa senza salutare.
L’ultimo tratto di strada prima di imboccare le scale dovette farlo di corsa per riuscire a prendere il treno per Copenaghen che in quel momento entrava in stazione. I posti erano tutti occupati, così anziché sedersi andò alla toilette. Lo specchio crepato restituiva un’immagine distorta del suo pallido viso. La bocca oltremodo rossa. Brutta. Nella borsa trovò un fazzoletto di carta, con cui prese a sfregare via il rossetto, finendo però per farlo sbavare oltre i contorni delle labbra. Merda! La calma che aveva provato fino a un attimo prima era svanita, senza contare che proprio allora qualcuno cercò di aprire la porta della toilette.
Malou fece un respiro profondo, si raddrizzò e si guardò negli occhi riflessi nello specchio. «Che vadano a farsi fottere» disse in un sussurro. Prese dalla borsa il correttore e ne applicò uno strato sottile nei punti in cui la pelle intorno alle labbra era arrossata per via delle sbavature e dell’eccessivo sfregamento. Subito dopo recuperò il rossetto e se lo mise di nuovo lentamente e con attenzione, ma i colpi alla porta non cessavano; anzi, si fecero ancora più insistenti.
Kamille, Kirstine, Victoria e Malou tornano a Rosenholm per frequentare il secondo anno di studi. Oltre alle lezioni di magia runica e mitologia nordica, però, hanno ben altro a cui pensare: una ragazza
è stata uccisa nella scuola tanti anni fa, e loro hanno promesso al suo spirito di trovare l’assassino. Non c’è molto tempo: il pericolo incombe anche sul presente, e ognuna delle quattro nasconde un segreto che potrebbe rivelarsi fatale.
Mantenete la vostra promessa entro la notte in cui andremo incontro all’estate.
Altrimenti lei dovrà uccidere, omorire.