Storie di montagna

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Pier

Domenico Baccalario, Christian Hill, Valentina Federici, Loredana Lipperini, Marco Magnone, Davide Morosinotto, Giada Pavesi, Marco Ponti, Ale Q. Ferrari e tanti altri…

A quel tempo ogni cosa mi pareva intrecciata, in costante cammino e relazione, come i sentieri in montagna.

DELLA STESSA SERIE:

UAO

Universale d’Avventure e d’Osservazioni

Christian Antonini, Pier Domenico Baccalario, Giuditta Campello, Carolina D’Angelo, Valentina Federici, Alessandro Q. Ferrari, Dimitri Galli Rohl, Christian Hill, Destiny Igiewe, Gisella Laterza, Loredana Lipperini, Marco Magnone, Sara Mezzetti, Davide Morosinotto, Angelo Mozzillo, Andrea Pau, Giada Pavesi, Elena Peduzzi, Marco Ponti, Andrea Tullio Canobbio

Storie di montagna disegni di Lucia Carlini

Della stessa serie: Racconti sotto l’albero

Racconti sotto l’ombrellone

Storie da paura

Farfalle nello stomaco

ISBN 979-12-221-0801-8

Prima edizione novembre 2024 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0

anno 2028 2027 2026 2025 2024

© 2024 Carlo Gallucci editore srl - Roma

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Storie di montagna

di

Christian Antonini, Pier Domenico Baccalario, Giuditta Campello, Carolina D’Angelo, Valentina Federici, Alessandro Q. Ferrari, Dimitri Galli Rohl, Christian Hill, Destiny Igiewe, Gisella Laterza, Loredana Lipperini, Marco Magnone, Sara Mezzetti, Davide Morosinotto, Angelo Mozzillo, Andrea Pau, Giada Pavesi

Elena Peduzzi, Marco Ponti, Andrea Tullio Canobbio

disegni di Lucia Carlini

Introduzione

Da ragazzino ebbi la fortuna di leggere per errore

Il Monte Analogo di René Daumal, un autore che coltivava, tra le altre cose, una certa passione per l’esoterismo e per la magia. Discepolo di un maestro spirituale dalle origini incerte, chiamato Gurdjieff, condivideva con lui una visione del mondo dove c’era ancora grande spazio per la scoperta delle nostre reali potenzialità. Daumal fondò una rivista intitolata “Le Grand Jeu”, il grande gioco, ispirata al termine con cui gli inglesi nel 1800 avevano definito la partita a scacchi contro russi e cinesi per il controllo delle montagne dell’Himalaya. L’avevo scoperto leggendo Kim di Rudyard Kipling, il grande scrittore che mi aveva anche insegnato l’arte di camminare a piedi scalzi. Insomma, al tempo ogni cosa mi pareva intrecciata, in costante cammino e relazione, come i sentieri in montagna. Una buona camminata ha tre fasi: la preparazione,

con lo studio delle mappe e dei chilometri, e di cosa mettere nello zaino; la camminata in sé, dove ciò che si era immaginato si conferma o – più spesso – viene smentito dal paesaggio (come ci insegna Borges con il paradosso della “Mappa dell’Impero”); e poi c’è il ritorno, quando iniziano i racconti e l’esperienza del sentiero viene nuovamente tra-valicata. Ora: Il Monte Analogo raccontava di un’eccentrica spedizione alla conquista di un monte segreto, il più alto del mondo eppure sconosciuto, perché protetto da forze in grado di deviare la luce di chi prova a raggiungerlo. Era una versione più poetica dell’inaccessibile montagna africana su cui si spinge Allan Quatermain nel romanzo Le miniere di Re Salomone, un indispensabile libro di avventura di Henry Rider Haggard, e più letteraria di quanto racconta Leonard Clark in Alle sorgenti del fiume giallo, dove l’esploratore e agente segreto di Sua Maestà prova a sostenere che sarebbe invece l’Amne Machin la montagna più alta al mondo. Non l’Everest, quindi, il cui vero nome tra l’altro è Chomolungma, ovvero “dea madre del mondo”, poiché la montagna, per chi la conosce, è femminile. Così la pensava anche il grande George Mallory, partito sul finire degli Anni

Venti con l’amico Andrew Irvine per raggiungerne per primo la vetta e scomparire nella nebbia degli 8000. Prima di partire per la sua spedizione, dichiarò a un giornalista: “Non dite a mia moglie che ho scelto la montagna”.

E non fatelo nemmeno voi: non scegliete, ma imparate a conoscerla con lo stesso amore e rispetto con cui si frequenta una creatura unica, eternamente misteriosa, sorprendente, crudele, struggente, viva e perciò collegata alle altre montagne da una fitta rete di sentieri, che esistono solo e fino a quando li camminiamo, un po’ come le parole importanti che, se lo sono davvero, vanno pronunciate.

Le pagine che seguono sono frutto dell’appassionato lavoro di alcune delle più brave autrici e autori per ragazzi: ogni racconto è diverso e particolare, e vi conduce a un diverso paesaggio. Il mio, che ho lavorato al contrario, ovvero dopo aver ricevuto il disegno pensato dall’illustratrice, è ispirato al quarto capitolo di Paesaggio e memoria, di Simon Schama. Per gli altri, non mi resta che augurarvi buoni morsi di vipera, gemelli al lago, fuga di carcerati, montagne di pianura, streghe e ladri pentiti di stelle alpine.

Noi, magari, ci vediamo sul Sentiero Italia, il più bello del mondo, che corre da Trieste a Cagliari. O sotto quel certo albero in Val di Susa, dove da ormai quarant’anni vado a far riposare le storie, ricordandomi quelle che mi raccontò, là sotto, mio nonno. Che era stato un esploratore, un agente segreto, un alpino e un giocatore di scacchi.

O forse no.

E, per me, non fa alcuna differenza.

Le storie

Nel bosco di Diana di Loredana Lipperini

L’albero d’oro di Pier Domenico Baccalario

Versi di Andrea Pau

Ciò che nasce nel bosco deve restare nel bosco di Giada Pavesi

Seguite la guida di Christian Antonini

Agli squali piace il KitKat di Valentina Federici

Sopra le vette di Christian Hill

Vorrei che le mie ceneri di Giuditta Campello

Il cervo blu e tutte le risposte sbagliate

di Alessandro Q. Ferrari

Taglia, taglia! di Sara Mezzetti

La vetta più alta di Davide Morosinotto

Giacinto di Gisella Laterza

Gesù, femminile plurale di Angelo Mozzillo

Festa Bella di Carolina D’Angelo

Ladri di stelle e di formiche di Marco Ponti

Il figlio del bosco di Elena Peduzzi

Soli di Marco Magnone

Lucio e il Lupo di Destiny Igiewe

Il giorno della rana di Andrea Tullio Canobbio

La vipera di Dimitri Galli Rohl

Storie per avvicinarsi alla montagna con lo stesso amore e rispetto con cui si frequenta una creatura unica, eternamente misteriosa, sorprendente, crudele, struggente, viva. Cime e valli collegate le une alle altre da una fitta rete di sentieri, che esistono solo e fino a quando li camminiamo, un po’ come le parole importanti che, se lo sono davvero, vanno pronunciate.

«Non mi resta che augurarvi buoni morsi di vipera, gemelli al lago, fuga di carcerati, montagne di pianura, streghe e ladri pentiti di stelle alpine...»

Pier Domenico Baccalario

disegni di Lucia Carlini a cura di Pier Domenico Baccalario

Consigliato dai10ai 99 anni

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