I viaggi curiosi di Nico e Mina

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Zaino in spalla, cammina cammina, arrivano in luoghi

Ermanno Detti

Nico e Mina sono due ragazzini svegli e infaticabili viaggiatori.

incredibili: si ritrovano nella città del cinema, precipitano nelle grinfie dei manolesta, finiscono nel paese del futuro…

Ermanno Detti

I viaggi curiosi di Nico e Mina

vivono mille avventure strambe, che raccontano con nonsense, disegni di Marco Lorenzetti

giochi di parole e descrizioni fantasiose.

fanno ricorso all’amicizia, alla curiosità inesauribile e… a Internet. Come se il mondo virtuale fosse più vero di quello reale.

I viaggi curiosi di Nico e Mina

Per orientarsi in questo mondo sghembo i due ragazzi


Ermanno Detti (Manciano, 1939) ha lavorato per tutta la vita nella scuola e nei giornali per insegnanti. È anche autore di decine di libri per l’infanzia e animatore della rivista “Il pepe verde” dedicata alle letterature per ragazzi. Con Gallucci ha già pubblicato Favole di campagna, illustrato dall’amico Roberto Innocenti. Marco Lorenzetti (Senigallia, 1970) vive e lavora ad Ancona. Ha dipinto murales e scenografie negli Stati Uniti, si è occupato di moda in Giappone e ha realizzato mille disegni su commissione prima di riuscire a trovare una sua personale strada artistica. Per Gallucci ha illustrato gli albi Il topo e la montagna e Ventimila Leghe (in fondo al mare).

“Due ragazzi simpatici Nico e Mina. Peccato che vadano sempre di fretta. Una volta li incontrai. Passarono dalla mia città, ma avevano così poco tempo che non trovai nemmeno il modo di domandargli quanti anni avessero e se gli piacesse di più la pizza o la ginnastica aerobica, il pistacchio o i cavalli selvaggi, il cinema o le scarpe senza lacci. Notai soltanto che discutevano spesso in modo strano, quando uno faceva una domanda, l’altro rispondeva: ‘Va’ su Internet e studia’. Si punzecchiavano così e non ho mai capito perché se la prendessero tanto con Internet. Mi lasciarono solo i loro appunti di viaggio in una chiavetta per il computer, chiedendomi se avevo voglia di ordinarli e di pubblicarli. Risposi di sì, ed eccoli a voi”.


Baby UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni


Ermanno Detti I viaggi curiosi di Nico e Mina disegni di Marco Lorenzetti

ISBN 978-88-9348-083-3 Prima edizione dicembre 2016 ristampa 10 9 8 6 5 4 3 2 1 0 anno 2020 2019 2018 2017 2016 © 2016 Carlo Gallucci editore srl - Roma

galluccieditore.com Il marchio FSC® garantisce che la carta di questo volume contiene cellulosa proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council®) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su www.fsc.org e www.fsc-italia.it Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.


Ermanno Detti

I viaggi curiosi di Nico e Mina

disegni di Marco Lorenzetti



Premessa

Nico e Mina sono due grandi viaggiatori, hanno viaggiato dal Polo Nord al Polo Sud e hanno fatto cinque volte il giro dell’equatore. Hanno cercato le capre con il navigatore per non perdersi in montagna, e hanno visto i funghi senza cappello, e dunque anche senza pennacchi sul cappello, i ciclamini innamorati delle violette e le violette che, anzichÊ essere timide, ridono in faccia ai ciclamini.


I viaggi curiosi di Nico e Mina

Due ragazzi simpatici Nico e Mina. Peccato che vadano sempre di fretta. Una volta li incontrai. Passarono dalla mia città, ma avevano così poco tempo che non trovai nemmeno il modo di domandargli quanti anni avessero e se gli piacesse di più la pizza o la ginnastica aerobica, il pistacchio o i cavalli selvaggi, il cinema o le scarpe senza lacci. Notai soltanto che discutevano spesso in modo strano, quando uno faceva una domanda, l’altro rispondeva: «Va’ su Internet e studia». Si punzecchiavano così e non ho mai capito perché se la prendessero tanto con Internet. Mi lasciarono solo i loro appunti di viaggio in una chiavetta per il computer, chiedendomi se avevo voglia di ordinarli e di pubblicarli. Risposi di sì, ed eccoli a voi.

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Il paese Senzasenso Dal diario di Nico Cammina cammina, io e Mina arrivammo nel paese Senzasenso. Sulla porta della città c’era un cartello che diceva: “Se siete viaggiatori intelligenti è meglio che torniate subito indietro, magari a casa vostra vi aspettano mamma e papà con la minestrina pronta”. Io e Mina siamo viaggiatori normali, forse siamo anche intelligenti, ma dico “forse” perché ci hanno insegnato che non sta bene lodare se stessi. Perciò ci siamo fermati di fronte al cartello: io mi sentivo insicuro, Mina si stava rosicchiando le unghie. «Tu sei intelligente?» ho domandato a Mina. Non ha risposto, però mi ha lanciato una di quelle occhiatacce con la quale voleva dirmi che intanto io sono scemo e potevo andare avanti tranquillo. Infine lei ha oltrepassato il cartello senza parlare, io l’ho seguita.


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Ancora un pezzetto di strada, ecco un altro cartello che diceva: “Benvenuti”. “Un paese davvero strano” ho pensato. “Prima quasi ti invita a tornare indietro, poi ti dà il benvenuto”. Ma non ho detto niente, sennò rischiavo che Mina, col carattere che ha, mi dicesse che quello era proprio un paese adatto a me. Abbiamo girato per la città. Siamo viaggiatori curiosi, ci piace conoscere e vedere cose nuove ma lì non vedevamo niente di nuovo, gente che andava e veniva e Mina che sbuffava perché si stava annoiando.


Il paese Senzasenso

Percorremmo il Corso dei semafori sempre verdi, attraversammo il Vicolo delle lanterne sempre spente ed era ormai notte quando sbucammo nella Piazza delle barzellette scadute. Ci sedemmo per terra. Eravamo stanchi, io più di Mina, perché lei spesso mi chiede di portare il suo zaino. E siccome sono gentile non le so dire di no. Di fronte a noi c’era una strada e sulla strada un facchino con un pacco in mano che stava bussando alla porta di una casetta. Da una larga finestra aperta sulla strada vedevamo l’interno della casa bene illuminata. Comparve un signore, venne vicino alla porta, cercò di aprirla, non ci riuscì e gridò con aria seccata: «Chi è?» «Sono il facchino e…» «Ma lo sa che ora è?» «Non sono mica qui per dirle l’ora! Piuttosto, faccia presto che non vorrei prendere freddo!» «Non sarà mica qui per dirmi il tempo che fa!» «Sono qui per consegnarle una giacca!» «Giacca? È sicuro che sia per me?» «Sicuro!» «Mi dica la taglia!» 9


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«Perché dovrei tagliarla? Le giacche lei le porta tagliate? E poi non ho le forbici!» «La taglia ho detto, la misura! Per vedere se la giacca è mia!» «Ma come fa a vederla se non mi apre la porta?» «Ma come faccio ad aprire la porta se la porta non si apre?» «Vuole che provi io ad aprirla?» «Provi pu… Oh ma come ha fatto ad aprirla?» «L’ho spinta e si è aperta, anzi era già aperta» «Perché a me non si apriva? Anche io la spingevo…» «Doveva tirarla, è logico!» «Lasciamo perdere, non ho tempo per la logica! Devo partire e stavo facendo le valigie!» «Davvero? Ne fa una anche per me di valigia? La vorrei con le ruote!» In un primo momento abbiamo pensato che quella piazza fosse una specie di teatro e si recitassero scenette bene organizzate. Sbagliato. Ci alzammo in piedi, gironzolammo di qua e di là e ci accorgemmo che lì non c’era niente di organizzato. C’era tanta confusione e ognuno faceva cose diverse. Un signore strilla10


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va che vendeva cuccioli di cane a buon prezzo, a venti euro l’uno, e stava contrattando con un altro signore che aveva solo dieci euro. Ma il padrone dei cuccioli era irremovibile, diceva no, mezzo cucciolo non lo voleva vendere. Un ragazzo aveva una vecchia bicicletta e la voleva vendere ma non voleva soldi, in cambio voleva due biciclette. Ci spostammo sull’altro lato della piazza. Lì c’erano tante bancarelle che vendevano oggetti diversi. E c’era un signore con i capelli brizzolati che vendeva alberi secchi stecchiti: li teneva tutti allineati, appoggiati al muro di un palazzo e ogni tanto, con un innaffiatoio, li annaffiava con cura. Poi li accarezzava e verificava che avessero abbastanza terra attorno alle radici. «Ma a me sembrano secchi…» dissi a mezza voce. «Certo, sono alberi di fico» rispose quello con aria sicura.


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«Ma sono secchi o no?» «Certo! Secchi da almeno un anno, quindi anche ben stagionati». Lì per lì non sapevo che dire, quello parlava con tanta sicurezza che mi lasciava senza parole. Ma alla fine trovai il coraggio di chiedergli: «Scusi sa, ma chi li compra questi alberi se sono secchi?» «Quelli a cui piacciono i fichi secchi». Mi allontanai un po’ confuso, anche perché proprio lì accanto c’era una bancarella con un signore più giovane che vendeva navigatori: “GPS per la casa” era scritto su un cartello appoggiato a un navigatore con lo schermo acceso. Questa volta fu Mina a chiedere a cosa servisse un navigatore per la casa. Quello ne prese uno in mano, lo rigirò e lo accarezzò come se fosse un peluche e ci spiegò che era molto utile alle persone disordinate. E aggiunse: «Vi assicuro che ne vendiamo moltissimi. Con questo GPS si possono trovare subito gli oggetti che


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sono in casa, dalle chiavi al telefonino. Si può trovare perfino un libro messo fuori posto nella libreria, la cravatta a fiori blu e le forbici per le unghie. Tutte cose che non si trovano mai». Tra le bancarelle di quel mercatino c’era un reparto di oggetti di seconda mano. Ma non si vendeva niente, sui tavoli c’erano solo cartelli. Su uno c’era scritto che la vendita dei fiammiferi usati era vietata perché era troppo facile capire che sarebbe stata una fregatura, su un altro che era vietata anche la vendita dei bicchieri rotti e delle pentole sfondate, altre fregature. Era stata vietata anche la vendita dei pantaloni jeans bucati e strappati, ma ora che erano tornati di moda occorreva rivolgersi altrove. Però non si diceva dove. Bighellonammo ancora un po’ per la piazza e ci trovammo di fronte all’ospedale. C’era un po’ di gente in fila per entrare al Pronto soccorso. Un cartello avvertiva che il Pronto soccorso funzionava solo se era pronto. Incuriositi, entrammo in una saletta dove trovammo una vecchietta e un dottore. «Mi dica» le chiese il dottore. 13


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«Dottore, questa gamba mi fa un male terribile!» disse la vecchietta. «E quando l’ha avvertito per la prima volta questo dolore?» «La settimana scorsa. Ma non l’ho avvertito io, è venuto da solo!» Il dottore scosse la testa, visitò la gamba e poi domandò: «Mi dica, in questi ultimi giorni le è salita la febbre?» «È salita, è salita! Difatti ho saputo che è arrivata anche all’inquilino del piano di sopra!» Il dottore si strinse nelle spalle e disse con sicurezza: «Signora mia, bisogna avere pazienza: è l’età!» «Ma allora l’altra gamba, che ha la stessa età, perché non mi duole?» «Può essere che l’altra abbia camminato di meno!» disse il dottore. Poi, forse preso da un dubbio, soggiunse: «Per caso l’altra gamba le si addormenta ogni tanto?» «Oh dottore, lei è proprio bravo! È vero, qualche volta l’altra gamba si addormenta, ma io per svegliarla ho un telefonino con la sveglia che suona ogni die14


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ci minuti. Purtroppo il telefonino è vecchio, la batteria si scarica subito e io sono pensionata e povera…» «Eh, bisogna accontentarsi di quello che si ha» replicò il dottore con tono che avrebbe voluto essere consolatorio. «Ma dottore» protestò la vecchietta «se l’è dimenticato che io ho un male terribile a una gamba?» La scena fu interrotta dall’arrivo di un’ambulanza.


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«È un’emergenza?» chiese il dottore abbandonando la vecchietta e rivolgendosi al conducente dal camice bianco. «Beh sì, è un microbo che si è buscato gli antibiotici» «E come ha fatto?» «Tutta colpa di una signora che prende antibiotici a tutte l’ore: con uno starnuto guarisce anche il marito, ma tocca poi portare al pronto soccorso qualche microbo morente» «Portatelo subito nel reparto rianimazione microbi, ma non vi sbagliate con il reparto di rianimazione immunologica!» Avrei voluto chiedere a Mina cos’era questo reparto di “rianimazione immunologica”, ma avevo paura che lei mi rispondesse di guardare su Internet e io mi offendo quando lei dice così e si rifiuta di rispondere alle mie domande. Ce ne andammo proprio nel momento in cui il dottore prescriveva a una cicciona una nuova dieta: uno specchio a parete, dove lei potesse specchiarsi tre volte al giorno, mezz’ora prima dei pasti e anche dopo i pasti se non soffriva di sensi di colpa. 16


Il paese Senzasenso

Anche all’ufficio postale andava tutto bene, cioè andava… come va nel paese Senzasenso. All’apparenza lì sembrava tutto normale. C’erano file, come in tutti gli uffici postali: c’era la fila per comprare i francobolli che commemoravano i francobolli commemorativi; la fila di quelli che volevano comprare decine di francobolli, perché dicevano che i francobolli ogni giorno aumentano di prezzo; la fila creata da un vecchietto di fronte alla buca delle lettere: aveva imbucato una busta e aspettava la risposta perché, spiegava, a suo figlio spesso rispondevano subito alle e-mail. Entrammo dentro l’ufficio postale e vedemmo un tizio che metteva timbri senza fermarsi mai. Mina, curiosa com’è, gli si avvicinò e gli chiese: «Lei fa questo lavoro tutti i giorni?» «Sicuro!» «E non si annoia?»


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«Non faccio mica sempre lo stesso lavoro, ogni giorno cambio: oggi metto i timbri del 12 dicembre, domani quelli del 13, dopodomani quello del 14 e così via! E poi ogni tanto cambio anche il colore dell’inchiostro, oggi uso il rosso mattone, domani il verde e dopodomani…» L’ultima tappa la facemmo di fronte a uno specchio gigantesco. Un cartello diceva: “Specchio della scienza. Qui si fanno riflessioni profonde”. Ci specchiammo e io domandai a Mina: «Beh, dimmi una tua riflessione profonda» «In effetti…» fece lei «sto riflettendo sull’origine degli esseri umani» «Oh, pensieri profondi davvero!» «Beh, tutti dicono che l’uomo discende dalla scimmia…» «Può essere!» «Ma non capisco quando, come e perché ci sia salito!» «Bisognerebbe chiederlo agli scienziati!»


Il paese Senzasenso

«Eh già» concluse Mina «mi piacerebbe davvero parlare con gli scienziati. Vorrei anche sapere come hanno fatto gli astronomi a conoscere i nomi di tutti i pianeti. Chi glieli avrà detti?» «Smettila di dire scempiaggini, vai su Internet e studia!» Mina fece il muso, anche lei si offende quando le dico così. Ce ne andammo in fretta: avevo paura che se fossimo rimasti lì il senso lo avremmo perso anche noi.

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Indice

Premessa

5

Il paese Senzasenso

7

Nella giungla nera

20

Offerte speciali

26

La citta del cinema

34

Andiamo all’inferno

46

Nel Paese del Futuro

53

Il paese dei manolesta

64

Nonna Sgrunt

77


Nella collana Baby UAO: Alex T. Smith Pablo va in città Carlo Collodi I racconti delle fate Alex T. Smith Pablo in vacanza Cattaneo, Olivieri Il Generale e i Fratellini d’Italia Giuseppe Lisciani La filastrocca non si tocca! Alex T. Smith Pablo al circo Giuseppe Lisciani Le notevoli avventure di un Pinguino… Pierre Riches Pietro

(seconda edizione)

(seconda edizione)

Edoardo Erba Una Topolino alla Mille Miglia (seconda edizione) Bruno Tognolini Rime del fare e non fare Bruno Tognolini Rime di fiaba e realtà Cecco Mariniello Il cane Lancillotto Christoper Morgan Pirati in autobus (seconda edizione) Massimo Carlotto Il mistero dei bisonti scomparsi

(terza edizione)

Bruno Tognolini Le filastrocche della Melevisione

(seconda edizione)

Marcello Argilli 23 novelle moderne di Marcello Argilli Cecco Mariniello Le storie del gatto Medardo Filiberto Scarpelli Il gatto Felics e le sue sette vite Ermanno Detti I viaggi curiosi di Nico e Mina


Dello stesso autore:

Ermanno Detti

FAVOLE DI CAMPAGNA disegni di Roberto Innocenti 64 pagg. a colori ISBN 978-88-6145-904-5 euro 10,00

“Vibra il c’era una volta innestato nell’oggi con penna leggera e incuriosente, in queste storie mensili per i piccini con il controcanto degli splenditi acquarelli di Roberto Innocenti” Ferdinando Albertazzi, TTL - La Stampa

“Favole brevi, garbate, dal finale sorprendente in cui trionfano l’arguzia, l’intelligenza, la generosità, la simpatia e l’ironia” Rossana Sisti, Popotus - Avvenire


Nella stessa collana:

Cecco Mariniello

Filiberto Scarpelli

LE STORIE DEL GATTO MEDARDO

IL GATTO FELICS E LE SUE SETTE VITE

disegni dell’autore 64 pagg. a colori ISBN 978-88-6145-927-7 euro 9,90

disegni di Furio e Giacomo Scarpelli 96 pagg. ISBN 978-88-9348-012-3 euro 9,90

“Un volumetto popolato di animali esotici, polari, terrestri, acquatici e volatili, che i bambini possono scoprire nei disegni di Mariniello, fantastici e realistici nello stesso tempo” Gianna Marrone, Il pepe verde

“Un buon modo per avvicinare i bambini alla lettura da soli” Cristina Nadotti, la Repubblica


Marcello Argilli

23 NOVELLE MODERNE disegni di Sophie Fatus 80 pagg. a colori ISBN 978-88-6145-933-5 euro 11,70

L’inventore di frasi gentili rimasto disoccupato, la torre Eiffel in vacanza a Roma, un frigorifero innamorato di una stufa a gas… sono solo alcuni dei protagonisti di queste novelle contemporanee: 23 storie piene di fantasia e humour per sorridere, pensare, riflettere.

“Con le sue fiabe Marcello Argilli ha ricostruito il patrimonio fiabesco” Ermanno Detti a Fahrenheit-Radio Tre


Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Print on Web a Isola del Liri (Fr) nel mese di novembre 2016


Ermanno Detti (Manciano, 1939) ha lavorato per tutta la vita nella scuola e nei giornali per insegnanti. È anche autore di decine di libri per l’infanzia e animatore della rivista “Il pepe verde” dedicata alle letterature per ragazzi. Con Gallucci ha già pubblicato Favole di campagna, illustrato dall’amico Roberto Innocenti. Marco Lorenzetti (Senigallia, 1970) vive e lavora ad Ancona. Ha dipinto murales e scenografie negli Stati Uniti, si è occupato di moda in Giappone e ha realizzato mille disegni su commissione prima di riuscire a trovare una sua personale strada artistica. Per Gallucci ha illustrato gli albi Il topo e la montagna e Ventimila Leghe (in fondo al mare).

“Due ragazzi simpatici Nico e Mina. Peccato che vadano sempre di fretta. Una volta li incontrai. Passarono dalla mia città, ma avevano così poco tempo che non trovai nemmeno il modo di domandargli quanti anni avessero e se gli piacesse di più la pizza o la ginnastica aerobica, il pistacchio o i cavalli selvaggi, il cinema o le scarpe senza lacci. Notai soltanto che discutevano spesso in modo strano, quando uno faceva una domanda, l’altro rispondeva: ‘Va’ su Internet e studia’. Si punzecchiavano così e non ho mai capito perché se la prendessero tanto con Internet. Mi lasciarono solo i loro appunti di viaggio in una chiavetta per il computer, chiedendomi se avevo voglia di ordinarli e di pubblicarli. Risposi di sì, ed eccoli a voi”.


Zaino in spalla, cammina cammina, arrivano in luoghi

Ermanno Detti

Nico e Mina sono due ragazzini svegli e infaticabili viaggiatori.

incredibili: si ritrovano nella città del cinema, precipitano nelle grinfie dei manolesta, finiscono nel paese del futuro…

Ermanno Detti

I viaggi curiosi di Nico e Mina

vivono mille avventure strambe, che raccontano con nonsense, disegni di Marco Lorenzetti

giochi di parole e descrizioni fantasiose.

fanno ricorso all’amicizia, alla curiosità inesauribile e… a Internet. Come se il mondo virtuale fosse più vero di quello reale.

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