ITINERARI SEGRETI DELLA GRANDE GUERRA NELLE DOLOMITI - Vol.6 - Ezio Anzanello

Page 1

Ezio Anzanello

Per la prima volta vengono tracciati itinerari accanto a trincee e gallerie in una delle montagne più affascinanti del gruppo Col di Lana-Sief-Marmolada. Sono oltre 200 le caverne inventariate da Ezio Anzanello in una decennale opera storica.

ITINERARI SEGRETI DELLA GRANDE GUERRA NELLE DOLOMITI Ezio Anzanello

MARMOLADA COL DI LANA-SIEF 1°

Il Col de la Roda

Dal Forte di Ruaz all’InfanteriestellungPanettone sul sentiero 21 e Teriol Ladin Volume sesto

I pezzi della targa Vonbank 1916 caduta durante l'inverno 2003-2004.

In copertina: P u n to d i o s se r va z io n e . In ter n o d i c a ve r n etta ita lia n a n e lla z o n a s o p ra S ie f ga lle ria P o p p e r ic h . Us c ita d e lla ga lle ria d i c o lle ga m e n to fr a i d u e te r r a z z a m e n ti s ul la to n o rd d el C o l d e la Ro d a . Ga lle r ia ita lia n a n el c o s to n e d i Livin è .

13,50

Marmolada Col di Lana-Sief 1°. Il col de la Roda

1915 - Bersaglieri e fanti del 52° a riposo.

Gaspari

Prelievo di rifornimenti per le linee settore Sief-Marmolada.

in collaborazione con Uff. Storico Esercito Italiano

Guide Gaspari

In primo piano le case di Ornella, poi la strada delle Dolomiti e la zona di Col de la Roda.


Marmolada-Col di Lana-Sief 1째 Il Col de la Roda


Ezio Anzanello

Itinerari segreti della Grande Guerra nelle Dolomiti Marmolada-Col di Lana-Sief 1°

IL COL DE LA RODA Dal Forte di Ruaz all’Infanteriestellung-Panettone sul sentiero 21 e Teriol Ladin Volume sesto

Guide Gaspari


Rileggiamo la Grande Guerra www.rileggiamolagrandeguerra.it

In collaborazIone con l’UffIcIo StorIco dell’eSercIto ItalIano

Copyright © 2010 Gaspari editore via Vittorio Veneto 49 - 33100 Udine tel. (39) 0432 512 567 tel/fax (39) 0432 505 907 www.gasparieditore.it e-mail: info@gasparieditore.it ISBN 88-7541-191-3


INDICE

Il racconto di un fronte immobile

7

La linea del fronte a Livinallongo

11

L’evacuazione di Corte

18

Le offensive del 1915 - primi assalti al Col de la Roda

20

Itinerario 1: Le opere di Lasta, il Forte di Corte e il Santuario della Madonna della Neve

45

Itinerario 2: Col de la Roda sul sentiero 21 e Infanteriestellung-Panettone sul Teriol Ladin

56

Variante all’itinerario n°2

69

I Bersaglieri sul Col de la Roda

75

Bibliografia e note

100


6

IL COL

DE LA

RODA


IL RACCONTO DI UN FRONTE IMMOBILE

7

Il Col de la Roda è molto vicino al Col di Lana, ma diversamente dal “Calvario del Cadore” non venne coinvolto negli assalti dell’estate 1915, non subì le devastazioni della guerra di mine e nel novembre 1917, quando le truppe italiane si ritirarono in conseguenza dei fatti di Caporetto, la linea del fronte era rimasta sostanzialmente la stessa dall’inizio del conflitto. La narrazione degli eventi bellici, per evidenti motivi di spazio, non può essere considerata esaustiva: abbiamo scelto di presentare gli avvenimenti del primo anno di guerra principalmente dal punto di vista italiano, ricavandoli dai Diari Storici dei Reggimenti conservati nell’Archivio dello Stato Maggiore dell’Esercito e integrandoli con memoriali e informazioni tratte dai testi più conosciuti. Il Col de la Roda è nel comune di Livinallongo del Col di Lana in provincia di Belluno. Sulla carta geografica1 troviamo il Col de la Roda a una distanza di circa due chilometri ad ovest del Col di Lana e Sief, con cui condivide la litologia essendo formato dalle stesse vulcanoclastiti. La sua sommità si presenta come un cocuzzolo tondeggiante, quasi completamente coperto dal bosco, che raggiunge la modesta altitudine di 1.971 m. Sulle pendici meridionali, al di sopra della strada delle Dolomiti, sorgono le frazioni di Sief (1.699 m.), Lasta (1.657 m.), Corte (1.601 m.)2 e, più in basso, Federa (1.523 m.), mentre a nord-ovest si trova l’abitato di Contrin (1.688 m.) che sovrasta la forra del torrente Ruaz, il corso d’acqua che delimita ad occidente la nostra zona d’interesse. Nella letteratura di guerra troviamo frequentemente “Col di Rode” oppure, più sbrigativamente, “Rode”: era il nome attribuito dagli austriaci3, mentre da parte italiana è facile imbattersi nel “Col di Roda”, oppure nella “montagna di Sief” ad indicare la dorsale che sovrasta l’omonima frazione. Viene spesso nominato anche il costone di Livinè, dove gli italiani avevano realizzato quella parte della “linea di resistenza” che si estendeva grossolanamente dalla strada delle Dolomiti fino alla sommità del costone.


8

IL COL

DE LA

RODA


IL COL

DE LA

RODA

9


10

IL COL

DE LA

RODA

Schieramento italiano e austriaco nel Cadore all’inizio delle ostilità .


IL COL

DE LA

RODA

11

La linea del fronte a Livinallongo Prima dell’inizio della guerra il confine fra il Tirolo austriaco e il Regno d’Italia si sviluppava, per quanto riguarda la valle di Livinallongo, lungo la cresta che dal monte Mesola conduce fino ai pressi del monte Laste passando per il monte Padon, poi coincideva con il corso del torrente Ru da Mont fino alla sua confluenza con il Cordevole che seguiva fino a sopra Caprile, da dove risaliva seguendo i confini del comune di Colle Santa Lucia4. Nell’imminenza del conflitto la linea di difesa austriaca venne stabilita, come in molte altre parti del fronte, lungo posizioni arretrate rispetto al confine politico, sfruttando la conformazione del territorio per ricavarne vantaggi tattici. Il progetto difensivo prevedeva in un primo tempo la formazione di una linea che dalle pendici nord-occidentali del Sasso di Stria proseguiva con la posizione Edelweiss, il crinale del Settsass, la selletta del Piccolo Settsass, la Sella del Sief e tutta la cresta che unisce il Monte Sief al Col di Lana, dove sulla cima si trovava una baracca per osservatori d’artiglieria e una trincea. L’accesso al

Accampamenti italiani in Val Cordevole.

Alleghe nel 1915, sullo sfondo il Col di Lana.


Vista della zona da sud, con evidenziati i siti più importanti.

Col di Lana venne in seguito protetto da tre capisaldi posti sui costoni di Castello, di Agai e di Salesei, mentre sul lato occidentale, sui terrazzi al di sopra dei “salti rocciosi”, si snodava una linea che, partendo dal Col de la Roda, attraverso sette avamposti si collegava con la posizione posta alla sommità del costone di Salesei. Dal Col de la Roda una serie di opere difensive (la linea “Lasta”) si sviluppava inoltre verso il basso in direzione dello


Vista da ovest verso Col de la Roda e Col di Lana, con le posizioni dei forti.

“sbarramento Buchenstein”, e oltre la forra del torrente Ruaz il fronte proseguiva dal Cherz verso le pendici del Sella e il passo Pordoi, lasciando così il fondovalle completamente sguarnito. In seguito - il 30 luglio 19155 - la linea venne accorciata e spostata più ad est, collegando direttamente il Sasso di Mezzodì con il Pizacˇ e la quota 1590 (ad est rispetto alla frazione di Varda) attraverso il fondovalle. Uniche opere difensive permanenti nella valle i

Il forte di Ruaz prima dei bombardamenti italiani.


14

Il forte di Corte prima dei bombardamenti italiani, visto da Col Toront.

Il forte di Ruaz come si presenta attualmente per chi arriva da

IL COL

DE LA

RODA

due forti che formavano lo “sbarramento Buchenstein”: il forte di Corte sorgeva presso l’omonima frazione e disponeva di artiglierie in cupola corazzata, mentre il forte di Ruaz (oppure: tagliata stradale di Ruaz) era stato costruito sulla strada delle Dolomiti, appena oltre il ponte sul torrente Ruaz, ed era armato unicamente di mitragliatrici. I due forti avrebbero dovuto difendere l’accesso ai Passi Pordoi e Campolongo ma la loro struttura in pietra,


realizzata verso la fine del secolo precedente, non gli consentiva di reggere l’urto delle artiglierie in uso nel 1915. Furono rapidamente resi inservibili, e alla fine di luglio le artiglierie del forte di Corte erano già state trasferite in posizioni più sicure.

In basso nella foto i ruderi del forte di Corte, seminascosti dalla vegetazione.

Forte La Corte preso da Mte Padon – Lasta – Casa del Comandante del forte. Le abitazioni ancora integre e l’indicazione “casa del Comandante del forte” fanno pensare ad una ripresa antecedente al conflitto.


16

IL COL

DE LA

RODA

Mappa schematica delle linee dopo la caduta del Col di Lana, compilata dalla sezione cartografica della IV Armata.

Mappa dettagliata delle linee, riferita al periodo posteriore al 21 aprile 1916. Le variazioni rispetto alla situazione iniziale riguardano solo l’area del Col di Lana – Monte Sief.


IL COL

DE LA

RODA

17

I resti di scavo in primo piano appartengono al 1° avamposto della linea “Rode”. Visibili i due salti rocciosi dove c’erano gli avamposti 3, 4, 5, 6 e 7 della linea Rode e, sullo sfondo, Monte Sief, cratere delle mine, Dente del Sief e Col di Lana. La sommità del Col de la Roda si trova fuori campo, sulla sinistra della foto.

Vista da Cherz verso Col de la Roda e Col di Lana. Sulla cresta che risale verso l’altipiano di Cherz (a sinistra, fuori campo) c’erano le artiglierie austro-tedesche che vengono spesso citate nel testo.


100

BIBLIOGRAFIA E NOTE

1 Cartografia: Lagiralpina 1:25.000 – Carta Escursionistica e Mountainbike n° 8 – Alta Badia, Selva di Gardena, Arabba, Alta Val di Fassa 2 Pare che il nome “Corte” (ladino: “La Cóurt”) derivi dalle “corti regie” dei Longobardi. Presente in ogni vallata, “La Corte” era il luogo dove si amministrava la giustizia, si riscuotevano i tributi e si organizzava la difesa. Tratto da: Livinallongo Fodom – aspetti storico-geografici – Franco Deltedesco – Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali – serie “quaderni” n. 24 – pag. 137 e 160. 3 Da parte austriaca vanno segnalate altre due denominazioni, usate più raramente: “caposaldo Schneider” oppure “posizione Dankl”. Sono entrambe riferite al campo per le riserve che si trovava sul lato settentrionale del costone che dal Sief scende verso il Col de la Roda; la prima è probabilmente derivante dal cognome di un ufficiale dei Pionieri tedeschi, mentre la seconda va riferita al generale di cavalleria Viktor Graf Dankl. 4 Col di Lana – Guerra di mine nelle Dolomiti, Robert Striffler, Panorama, pag. 15 5 Col di Lana 1915 / 1917 – Viktor Schemfil, Mursia, pag. 59. 6 Corte, L. Celestino Vallazza, Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali, serie “varie” n° 31, pag. 35-40. 7 Col di Lana – Guerra di mine nelle Dolomiti, op. cit., pag. 24-25. 8 L’epopea del Col di Lana (maggio 1915 – ottobre 1917) – Ernesto Galeazzi – Castelplanio Prem. Romagnoli, pag. 12. 9 Il Deutsche Alpenkorps sul fronte Dolomitico nel 1915, Holger Jaruschek, Quaderni della Società Storica per la Guerra Bianca n° 6 Gaspari, Udine, pag. 58 e 59. 10 Col di Lana – Guerra di mine nelle Dolomiti, op. cit., pag. 18. 11 Nel 1914 la frontiera con l’Italia era stata divisa in due settori principali: il settore del Tirolo (oppure: settore occidentale) e il settore di Graz (oppure: settore orientale). Il settore del Tirolo era a sua volta ripartito in cinque sotto-settori distinti con i numeri romani, successivamente denominati “settori”: il V settore si estendeva dal Passo Pordoi alla cresta carnica presso l’Hochspitz ed era diviso in due “settori di confine” (n° 9 e 10), a loro volta ripartiti in due “sotto-settori di confine” ciascuno, distinti dalle lettere “a” e “b”. Ogni sotto-settore di confine era infine diviso in diversi “settori di combattimento” che venivano distinti con nomi geografici. 12 La conquista del Col di Lana – Damiano Badini, U.S.S.M.R.E, Roma, 1925, pag. 10. 13 A.U.S.S.M.E. – Diario Storico 3° Reggimento Bersaglieri – 23 maggio 1915-31 luglio 1915 14 Dal piede alla cima del Col di Lana – Ottorino Mezzetti, U.S.S.M.R.E, pag. 68. 15 Nel corso dei combattimenti poteva succedere che alcune unità, a causa delle perdite subite, non avessero più un numero di soldati o di


BIBLIOGRAFIA E NOTE

101

ufficiali sufficiente per essere considerate operative. Riunire temporaneamente più unità era un modo per continuare ad impiegarle in attesa di poter rimpiazzare le perdite. La “fusione” di due unità in una sola si ripete, stavolta a livello di battaglione, nei giorni 8 e 9 novembre. 16 La conquista del Col di Lana, Damiano Badini, op. cit., 1925, pag. 15. 17 La conquista del Col di Lana, Damiano Badini, op. cit., 1925, pag. 17. 18 Col di Lana – Guerra di mine nelle Dolomiti di Robert Striffler, op. cit., pag. 85. 19 L’attacco a Cima Lana del 16 dicembre 1915 risulta l’unico episodio in cui furono impiegati in modo massiccio gli Alpini. Era infatti previsto l’impiego di 2 compagnie e mezza del battaglione Belluno con tre del 52° Fanteria direttamente contro la cima, mentre due plotoni alpini avrebbero dovuto tentare l’aggiramento della posizione. 20 Col di Lana 1915 / 1917, Viktor Schemfil, op. cit., pag. 68 (citazione da: Pengow- Die Kämpfe um den Col di Lana). 21 Mappe “A.U.S.S.M.E.” nella volta di copertina. 22 Col di Lana – Guerra di mine nelle Dolomiti, op. cit., pag. 260 23 Isidoro Vallazza, Livinallongo, memorie storiche e geografiche, Comune di Livinallongo del Col di Lana e Regione del Veneto, pag. 38. 24 Col di Lana 1915 / 1917, op. cit., pag. 76-77. 25 Corte, L. Celestino Vallazza, Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali, serie “varie” n° 31, pag. 36. 26 Il Cristo di Corte presso il Santuario della Madonna della Neve, Gruppo Alpini “Col di Lana”, sezione di Belluno. 27 La “posizione destra Sief” si raccordava al 5° avamposto della linea “Rode”, di poco sottostante. La situazione va riferita al periodo successivo alla caduta del Col di Lana e della Rothschanze, quando la difesa sul lato ovest del Sief venne stabilita lungo il costone che si affaccia sull’attuale “Plan de la Mina” e distinta in tre zone, di cui la “destra Sief” era la più occidentale. 28 Inaugurato ufficialmente il 10 settembre 2000, il Teriol Ladin è stato ideato e realizzato da Gilberto Salvatore, presidente del C.A.I. di Livinallongo, con l’aiuto dei boy-scout di vari gruppi. Consente di compiere il giro intorno al Col di Lana e Monte Sief senza grossi dislivelli, attraverso importanti zone di guerra. 29 Il sentiero C.A.I. n° 21 non è solo il tratto che collega il Col de la Roda alla cima del Sief, ma anche tutto il percorso Sella del Sief – Cima Sief – cratere delle mine – Dente del Sief – Col di Lana – Infanteriestellung – Plan de la Chiccia – Plan de la Lasta (vedi: cartografia1). 30 La Rothschanze verrà conquistata dagli italiani (II Battaglione del 60° Fanteria – Maggiore Marras) il 21 aprile 1916, pochi giorni dopo la caduta di Cima Lana. Per dovere di cronaca: secondo alcune fonti la Rothschanze sarebbe stata sgomberata volontariamente e poi occupata dagli italiani, più che conquistata “di forza”. Dopo la conquista italiana fu rinominata “Lanaschanze”, probabilmente perché non sembrava


102

BIBLIOGRAFIA E NOTE

opportuno associare una posizione perduta al nome di un alto ufficiale. 31 Come spesso accade, anche per il Panettone si trovano più nomi per indicare lo stesso posto: “Panettone” era la denominazione attribuita dai soldati italiani alla cupola tondeggiante che i combattenti di lingua tedesca chiamavano“Infanteriestellung” (posizione della fanteria) oppure: “Col di Lana-Infanteriestellung”, oppure, più raramente: “Stützpunkt Helferich” (punto d’appoggio Helferich, riferito al cognome d’un luogotenente bavarese), e infine “Ciadiniei” è il toponimo ladino. Il “villaggio (ex) austriaco” è invece l’avvallamento immediatamente retrostante il Panettone, dove erano stati costruiti una serie di ricoveri: fu scoperto dagli italiani solo dopo la conquista del “Cappello di Napoleone – Felsen(feld)wache”. 32 Il Deutsche Alpenkorps sul fronte Dolomitico nel 1915, Holger Jaruschek, Quaderni della Società Storica per la Guerra Bianca n° 6 op. cit., pag. 56 – citazione da: Heinz von Lichem – Spielhahnstoß und Edelweiss – Die Geschichte Der Kaiserschützen (Leopold – Stocker – Verlag), Graz 1977. 33 Il 6 agosto 1915 il 3° Reggimento Bersaglieri era stato trasferito alle dipendenze del Comando della Brigata Torino (17ª Divisione), in seguito all’ordine d’operazione N° 30 del Comando del IX Corpo d’Armata del 5 agosto 1915; il 14 dicembre, in seguito ad un nuovo ordine del Comando del Corpo di Armata, il Reggimento ritornò alle dipendenze della 18ª Divisione. 34 Il 3° Reggimento Bersaglieri era formato dai Battaglioni 18°, 20° e 25°. 35 Il 25 dicembre, mentre continuavano i lavori di trincea, il 18° Battaglione ebbe 2 feriti fra i Bersaglieri addetti al servizio di avamposti. 36 La ricognizione era stata ordinata dal Comando della 18ª Divisione con l’ordine di operazione n° 46 del 9 marzo, e conseguente ordine di operazione n° 3977 del Comando di Reggimento al Tenente Colonnello Silvio Romei, che aveva la responsabilità della zona di Livinè. 37 Col di Lana – Guerra di mine nelle Dolomiti, op. cit., pag. 102. 38 Col di Lana 1915 / 1917, op. cit., pag. 179. 39 A.U.S.S.M.E. – Diario Storico 59° Reggimento Fanteria. 40 Col di Lana 1915 / 1917, op. cit., pag. 188-189. 41 Si tratta dello stesso Ottorino Mezzetti che, con il grado di Capitano, guidò la quarta colonna nei primi assalti al “Fortilizio N° 10” sul Col de la Roda, durante le battaglie dell’ottobre 1915. 42 A.U.S.S.M.E. – Diario Storico 59° Reggimento Fanteria 43 La ridotta Calabria (oppure: “il Costoncino”) si sviluppava al di sopra del “montucolo italiano”, lungo il pendio ovest del Col di Lana. 44 Dal 17 dicembre 1915 al 24 maggio 1916 il 3° Reggimento Bersaglieri riportò le seguenti perdite: 5 morti, 9 feriti e un disperso fra gli Ufficiali, oltre a 43 morti, 334 feriti e 54 dispersi fra la Truppa. (dati approssimativi, tratti dal Diario Storico del 3° Reggimento Bersaglieri) 45 A.U.S.S.M.E. – Diario Storico 45° Reggimento Fanteria 46 Monte Sief 1916-1917, op. cit., pagg. 220-222.


Gaspari editore Via Vittorio Veneto 49 - 33100 Udine Tel. 0432 512.567 • Fax. 0432 505.907 www.gasparieditore.it e-mail: info@gasparieditore.it

ISBN 88-7541-111-5; 280 ill.

ISBN 88-7541-124-7; 220 ill. pp.180, € 13,50

ISBN 88-7541-166-2; 150 ill. pp.180, € 13,50

ISBN 88-7541-198-0; 170 ill. pp.168, € 13,50


ISBN 88-7541-109-3; 200 ill. pp.120, € 13,50

ISBN 88-7541-188-3; 300 ill. pp.168, € 13,50

www.gasparieditore.it

ISBN 88-7541-120-4; 160 ill. pp.144, € 13,50

ISBN 88-7541-130-1; 112 ill. pp.168, € 13,50


ISBN 88-7541-195-6; 200 ill. pp.168, € 13,50

ISBN 88-7541-115-8 pp.180; 200 foto, € 13,50

ISBN 88-7541-039-9; pp. 160, 150 ill, € 14,50

ISBN 88-7541-078-X;

ISBN 88-7541-106-9; 40 ill. pp.128, € 18,00

ISBN 88-7541-121-2; 60 ill., pp.176, € 14,80

ISBN 88-7541-127-1; 60 ill., pp.160, € 12,50

ISBN 88-7541-119-0; 40 ill. pp.128, € 14,80


Ezio Anzanello

Per la prima volta vengono tracciati itinerari accanto a trincee e gallerie in una delle montagne più affascinanti del gruppo Col di Lana-Sief-Marmolada. Sono oltre 200 le caverne inventariate da Ezio Anzanello in una decennale opera storica.

ITINERARI SEGRETI DELLA GRANDE GUERRA NELLE DOLOMITI Ezio Anzanello

MARMOLADA COL DI LANA-SIEF 1°

Il Col de la Roda

Dal Forte di Ruaz all’InfanteriestellungPanettone sul sentiero 21 e Teriol Ladin Volume sesto

I pezzi della targa Vonbank 1916 caduta durante l'inverno 2003-2004.

In copertina: P u n to d i o s se r va z io n e . In ter n o d i c a ve r n etta ita lia n a n e lla z o n a s o p ra S ie f ga lle ria P o p p e r ic h . Us c ita d e lla ga lle ria d i c o lle ga m e n to fr a i d u e te r r a z z a m e n ti s ul la to n o rd d el C o l d e la Ro d a . Ga lle r ia ita lia n a n el c o s to n e d i Livin è .

13,50

Marmolada Col di Lana-Sief 1°. Il col de la Roda

1915 - Bersaglieri e fanti del 52° a riposo.

Gaspari

Prelievo di rifornimenti per le linee settore Sief-Marmolada.

in collaborazione con Uff. Storico Esercito Italiano

Guide Gaspari

In primo piano le case di Ornella, poi la strada delle Dolomiti e la zona di Col de la Roda.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.