GABRIELE CARLO CHIOPRIS
Bosc dal Diaul Il Bosco del Diavolo Con uno scritto di Roberto Del Favero
Pubblicazione realizzata con il sostegno di
Comune di Ampezzo
www.legnoservizi.it
I sentieri che attraversano il bosco sono mantenuti efficienti grazie al volontariato locale con l’iniziativa “Adotta un sentiero” promossa dal Comune.
Impaginazione: Erika Milite Stampa: Poligrafiche San Marco, Cormòns, Gorizia
Copyright © 2018 Gaspari editore via Vittorio Veneto 49 - 33100 Udine tel. (39) 0432 512.567 - (39) 0432 505.907 www.gasparieditore.it e-mail: info@gasparieditore.it ISBN 978-88-7541-685-0
Indice
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PRESENTAZIONE di Michele Benedetti
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PRESENTAZIONE di Emilio Gottardo
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ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI BOSCHI VETUSTI di Roberto Del Favero
IL BOSCO DEL DIAVOLO
fotografie di Gabriele Carlo Chiopris
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FAGGIO ABETE BIANCO ABETE ROSSO FAGGIO LARICE FORESTA DEL CANSIGLIO BOSCO CECCONI BOSCO PEZZEIT BOSCO LIBERTAN
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Gli alberi. Parola presente da sempre nelle nostre vite, nel nostro quotidiano, forse fin dalla nostra prima infanzia. Li abbiamo disegnati, con quella chioma simile ad una nuvola e appoggiata su una sottile linea retta che fungeva da tronco. Li abbiamo abbracciati mentre, giocando a nascondino, ci siamo nascosti dietro i loro enormi tronchi, quasi accarezzati e protetti dalle loro frasche, dalle loro foglie. Li abbiamo osservati, miti, umili, silenziosi, eppure ancorati alle loro radici, solidi, legati stretti a quel terreno che aveva dato loro i natali, li aveva visti crescere e svilupparsi verso l’alto, verso quel cielo lontano e verso quelle nuvole che, a differenza delle loro radici, erano libere di scorrere lontane, partire. I nostri alberi sono, in fondo, quello che siamo noi carnici, quasi fossimo fatti della stessa linfa, di corteccia e non di carne. Come noi, recentemente, hanno dovuto combattere una battaglia che, stavolta, non li ha visti fieri vincitori in balìa del vento, ma pezzetti di domino il cui tonfo della caduta è riecheggiato nei nostri cuori. I nostri boschi, il verde patrimonio che avevamo imparato a conoscere e
di cui eravamo i più fieri spettatori e frequentatori, sono diventati un cimitero di vita. Un tappeto verde sopra il quale camminare piegando il capo, di fronte a quei vecchi saggi che, spesso da centinaia di anni, vegliavano ancor prima della nostra nascita, la nostra splendida vallata. Ma il loro sacrificio, la loro lotta impari contro una natura che si sta ribellando ogni giorno di più all’uomo, dimostrandosi infinita contro la sua finitezza, non è stato vano. Ci ha dimostrato che, ancora una volta, siamo in grado di rialzarci. Di contemplare la catastrofe, ma rimboccarci le maniche e riscaldarci i cuori raggelati con la collaborazione e la solidarietà che solo una Comunità unita può dimostrare. Che questo libro possa ricordarci, con le sue splendide fotografie, l’autentico valore della natura che ci circonda, il dono che gli alberi, con i loro colori, le loro radici, i loro rami, la loro pece, il loro profumo, ci fanno ogni giorno: l’ossigeno, la vita. Michele Benedetti Sindaco Comune di Ampezzo 7
Bosc dal Diaul Superficie totale Superficie boscata Bacino idrografico Quota m s.l.m. Esposizione prevalente Posizione Substrato litologico Tipologie forestali
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146,6 ha 137,2 ha T.te Novarza › T.te Lumiei › F.me Tagliamento Min. 880 - Max. 1.630 Ovest Alveo scavato in roccia - Medio versante Arenarie nel medio versante calcari nel fondovalle Faggeta primitiva di rupe Abieto-piceo-faggeto montano ed altimontano (con altimetria crescente) Pecceta altimontana e subalpina Lariceto
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Per il mondo romano la foresta è il luogo per definizione “fuori” (foris) della giurisdizione della legge e dello stato, d’altro canto alla selva appartengono i miti fondatori della civiltà. Questa ambivalenza perdura, anche se attenuata, ancor oggi. Da San Francesco, a Dostoevskji, sono in molti a pensare che la bellezza salverà il mondo. Per Dostoevskji il contrario di “bello” non era “brutto” ma utilitaristico. “Sicuramente non possiamo vivere senza pane, ma anche esistere senza bellezza è impossibile”, ripeteva. La bellezza della foresta deve essere considerata un valore come lo è il suo valore ecologico e quello economico. Le immagini che seguono cercano di “raccontare” la bellezza della foresta attraverso la fotografia e di spiegare perché la foresta è un luogo che è fuori e che, nel contempo, è dentro. 18
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Abete bianco Abete rosso Faggio 47
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Stampato per conto della Gaspari Editore nel mese di dicembre 2018 presso le Poligrafiche San Marco – Cormòns – Gorizia