TAMTAM (GIORNALE) DELLE PASSIONI
febbraio 2016 n°00 - Che fine ha fatto la riflessione critica sulle attività culturali (in regione e non)?
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Il poeta apocalittico e la caccia riuscita all’autografo di Paolo Medeossi Chi si è mangiato la critica? di Angelo Floramo Prima che la musica diventi l’epitaffio di se stessa di Anna Dazzan
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Il passato è afflosciato, il presente è un mercato di Silvia Polo La trippa e i gatti di Giovanni Vragnaz TAMTAM della piccola posta di Allegra Castelli
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A testa china di Maria Aldrigo LA FOTO Federico Tavan di TAMTAM
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Tre quadri astratti per assenza di critica di Mauro Daltin La critica a (tele) comando di Paolo Patui Stordita di rugiada di Odette Pannetier
La lista delle cose da non dire ad un ragazzo per fargli detestare la cultura, i libri e la musica di Chiara Gazziero Magic Bus di Alessandro Venier A volte accade di Maria Ariis Odi e Tam T’amo del Pelide lettor l’ira funesta! di Manuela Malisano
www.tamtamfriuli.it TAMTAM delle passioni mensile di cultura del Friuli Venezia Giulia Pubblicazione mensile iscritta al Tribunale di Udine nel Registro delle Pubblicazioni con il n° 3/16 del 23 Febbraio 2016. Tutti i diritti sono riservati. Direttore responsabile: Paolo Medeossi Gaspari Editore
Lungo la via dell’Oxiana (Robert Byron)
Il mattino dei maghi
S
entite questo: “Appartenevo a una generazione-cerniera che aveva visto crollare un mondo, era staccata dal passato e dubitava dell’avvenire. Noi cerchiamo di solito il punto di appoggio nella storia e fra gli uomini, ma esso ci viene meno continuamente. Cerchiamolo allora in noi stessi. Facciamo in modo che gli avvenimenti contro cui nulla possiamo nulla possano contro di noi. In questo modo vedrete le cose antiche con occhi nuovi, e gli occhi saranno nuovi anche per vedere le cose nuove”. Interessante, no? E poi un altro esile esempio: “La coscienza umana è simile a un iceberg navigante nell’oceano. La parte più grande è immersa. Talvolta l’iceberg si rovescia lasciando apparire un’enorme massa che non conoscevamo, e noi diciamo: ecco un pazzo”. Sono, quelle appena riportate, citando a caso qui e là, frasi tratte da un libro che probabilmente pochi conoscono, eppure molto molto molto interessante. Uscì nel 1963 e si intitola “Il mattino dei maghi”, autori Louis Pauwels e Jacques Bergier, due che volevano proporre un diario di bordo a chi si pone in cammino (a qualsiasi età, in qualsiasi epoca) verso il pianeta del realismo fantastico cercando di scoprire tra le cose intorno a noi quanto sfugge alla percezione assopita e stremata, cose nelle quali il tempo e lo spazio abituali perdono ogni senso. Ma non è finita. Allungando la mano e l’occhio di qualche centimetro più in là, sempre scrutando l’orizzonte dei sentimenti curiosi, ecco un’altra frase da annotare: “Quel rapido svelarsi di un abisso nascosto nel cuore della grandezza fu una svolta nella mia adolescenza brancolante. Mi sentivo trascinare, come un ragazzo su una barca a vela, verso uno sterminato mare avvolto nelle tenebre... Fu un viaggio alla ricerca dell’artista come eroe, come enigma, come martire, come rivelazione, e infine come frammento dell’umanità”. Queste paroline invece appartengono all’adelphiano libro “Voci”, scritto da Frederic Prokosch, nome americano-austriaco in cui si imbatteva chi una ventina di anni fa si poneva sulla stessa lunghezza d’onda di Pier Vittorio Tondelli, l’inventore del week end post-moderno, un ragazzone emiliano che perlustrava lo zoo notturno della provincia. E grazie a lui abbiamo uno
Paolo Medeossi
straordinario ritratto d’una Udine immaginifica e musicale come nessuno ha mai fatto. Prokosch era diventato famosetto in quanto, senza muoversi da casa, quasi alla Salgari, a poco più di vent’anni, scrisse un bellissimo romanzo sull’Asia, intitolato appunto “Asiatici”, che raccontava più cose e intuizioni rispetto a chi aveva trascorso una vita intera in quel continente. Tutto questo per dire che il potere della fantasia (dunque anche della vostra fantasia) è illimitato, assoluto, stupefacente, sorprendente. Ma non va ingabbiato, bloccato, intimidito, condizionato, distratto, guidato e comandato da altri poteri, furbi e abili nel maneggiare le coscienze incaute, per ottenere così i loro vantaggi, quasi sempre di tipo economico o politico. Insomma non facciamoci imbrogliare “dagli avvenimenti contro cui nulla possiamo”. La cultura è uno dei terreni più scivolosi, insidiosi, anche infidi e perfidi. Eppure in teoria è l’ambito più democratico, libero, creativo, indipendente che esista, se ci si muove con acume, sincerità e sagacia. La cultura non costa, è a portata di mano. Ci sono infinite occasioni per verificarlo, cominciando dalle bellissime biblioteche a disposizione e dallo stesso web. Poi è una questione di incontri fortunati, di maestri ispirati ed efficaci, di spirito di conservazione nel senso che è necessario accumulare sempre frasi, citazioni, ritagli, riferimenti, documenti. Se possedete un libro, sottolineate (in matita) tutti i passaggi che vi incuriosiscono. Così costruite nel tempo un altro libro, il VOSTRO ROMANZO specifico, fatto di un collage sterminato dentro il quale gli occhi nuovi sanno cogliere e vedere... Il “Tam Tam delle passioni” nasce per questo, attraverso un’esplorazione sperimentale che mette insieme una ciurma di complici dalle più diverse provenienze, età, attitudini. Si comincia così da dilettanti (e per diletto), poi si vedrà cosa accadrà alla comitiva. Le passioni esibite devono essere evidenti, dichiarate, per far respirare i cuori e le menti. Per questo motivo i testi che leggete
qui recano spesso in alto, sopra il titolo, una citazione che riguarda un libro, una canzone, una poesia, un film... Così si infoltisce questo giardino un po’ strano, insolito, dove l’occhio e il parere di ciascuno è libero e decisivo. Alla fine si scoprirà forse di poter condividere un libro, un dipinto, un verso, un brano musicale, un viaggio, una gita, una scorribanda, un momento zen, solitario o di compagnia insieme. La cultura non costa mai, se è un attimo di crescita personale, autonomamente decisa e scelta... Chi vive in Friuli, tra Udine e dintorni, ha la benefica sorte di poter raggiungere in poco tempo luoghi di impatto fortissimo, di respirarne l’aria, l’atmosfera, cogliendone i vasti e intensi riferimenti. Chi abita, a qualsiasi età, tra i territori pasoliniani, confinanti con quelli nieviani, e città di frontiera come Gorizia e Trieste, dove grazie a quella complessa condizione di frontiera è nata una letteratura unica e originale, ha grandi chances emotive da inventare senza fatica potendo costruirsele da solo in un battibaleno. Il viaggio breve verso la sua Itaca di quel giorno diventa una piccola grande avventura per lo spirito. In più c’è la grandissima fortuna di avere come guida i libri di Claudio Magris, tutti, da leggere e rileggere, da portare con sé quando in treno si parte e a un certo punto appaiono all’orizzonte i bagliori dell’Adriatico, l’angolo di mare tra i castelli di Miramare e Duino sulle cui rive le onde spingono e fanno arenare tutti i disincanti. L’interesse per la cultura asburgica, mitteleuropea come si suol dire, è dovuto all’intensità con cui essa ha vissuto una caduta, una fine, che adesso è anche un po’ la nostra. Si è tornati all’uomo senza qualità, ai poeti sull’orlo della vita, all’irrealtà che ha investito il mondo di oggi, indecifrabile, minaccioso, incapace di dare risposte sicure. L’idea è allora detta. “Il cielo in me”, c’è scritto in un verso della poetessa Antonia Pozzi. Ma il cielo è in ciascuno e non costa nulla. Basta intercettare le passioni in onda sul TamTam e aggiungerne altre. Le passioni non sono premi letterari. Guizzano come pesciolini mai stanchi e si rinnovano ogni giorno. Salvandoci.
Lost Horizon
Lo scandalo della speranza Milio Bortolus
“Non rifiutarmi, non maledirmi: è impossibile vivere se nessuno ci ama” “E sopporta più di quanto noi ti sopportiamo, Signore: la terra è viva e amabile!” “Noi siamo obbligati a vivere e nessuno beve del nostro vino. Cosa, Signore, ci resta ancora per conquistare la tua morte?” David Maria Turoldo Il 2016 è un anno di infiniti anniversari. Tantissime vicende in qualche modo si annodano in questi mesi, tra storia, eventi sociali, cultura. E uno spazio particolare sarà dedicato anche a padre David Maria Turoldo, di cui in novembre ricorrerà il centenario della nascita. Ci sono in preparazione incontri, convegni, spettacoli, con il fondamentale apporto dell’ente regionale.
Nella natia Coderno di Sedegliano esistono ben due centri culturali dedicati a Turoldo, in due sedi che si guardano. Idea piccola e non costosa: aspettando gli eventi, e sperando nel meglio (traduzione: il meglio possibile con il minor spreco), è fondamentale leggere o rileggere Turoldo (nelle nostre biblioteche c’è di tutto e di più) come abbiamo proposto citando qui sopra alcuni suoi versi, di fortissimo impatto emotivo e umano. Tra i libri pubblicati su Turoldo uno dei più importanti uscì nel 1978 su iniziativa di Gianfranco Angelico Benvenuto. Si intitolava “Lo scandalo della speranza” e venne curato da un altro grande poeta friulano, Amedeo Giacomini, che scrisse un’introduzione illuminante sull’opera del frate servita. La raccolta era impreziosita da disegni
originali di Renato Guttuso. Dato di cronaca: dopo quasi 40 anni, questo libro è ancora un po’ clandestino a Udine e dintorni nel senso che allora nessuno accettò di ospitarne la presentazione, mai avvenuta neppure in seguito. Appunto: “Lo scandalo della speranza”.