L’AMICO DEL RE Vol.2 - Francesco degli Azzoni Avogadro

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RILEGGIAMO LA GRANDE GUERRA 7


Quaderni di Fontebruna n° 12

Comune di Martignacco

Associazione culturale CLIO

Copyright Š 2011 Gaspari editore via Vittorio Veneto 49 - 33100 Udine tel. (39) 0432 512 567 tel/fax (39) 0432 505 907 www.gasparieditore.it e-mail: info@gasparieditore.it ISBN 88-7541-234 - 0


FRANCESCO DEGLI AZZONI AVOGADRO

L’AMICO DEL RE Il diario di guerra inedito dell’aiutante di campo di Vittorio Emanuele III Vol. 2° (1916)

Prefazione di Gherardo degli Azzoni Avogadro Malvasia


COMUNE DI MARTIGNACCO

Un ulteriore atto si concretizza nel ricco programma di iniziative che hanno fatto conoscere e valorizzare la permanenza dell’allora Capo dello Stato Re Vittorio Emanuele III, nel periodo del primo conflitto mondiale, sul territorio comunale di Martignacco. Il primo volume Una Guerra da Re, il volume con la prima parte del diario L’amico del Re, la mostra Una guerra da Re che diventata anche strumento didattico per le scuole del territorio, la “Settimana della cultura” quest’anno dedicata appunto a questo argomento, le numerose altre manifestazioni, relazioni, analisi dello scenario e le letture che hanno preceduto le pubblicazioni, stanno creando una degna e cospicua anteprima all’appuntamento col centesimo anniversario di questo straordinario ancorché tragico incontro con la storia. In particolare l’uscita di questa opera inserita nella nostra ormai famosa collana dei “Quaderni di Fontebruna” compone su questo argomento una trilogia utile alla comprensione ed all’approfondimento di altri aspetti riguardanti un conflitto che provoc radicali cambiamenti dal punto di vista politico, sociale ed economico. In questa parte del diario, raccontato con arguzia e lucidit descrittiva dal conte Francesco Avogadro degli Azzoni, non vi sono solo gli incontri del sovrano con generali, uomini politici importanti provenienti da tutta l’Europa, re, principi ed ambasciator, vi anche la presenza di quella gente di Martignacco, di semplici soldati, contadini, donne e giovani che porteranno gelosamente il ricordo, le testimonianze o qualche oggetto che racconti un episodio o un incontro con il re o la regina, magari uscendo dalla messa domenicale. Il saggio conclusivo di Federica Nassig e Giacomo Viola propone un quadro di riferimento storico e socio economico riguardo il territorio di Martignacco affidabile ed attento, e grazie anche alla consultazione dei preziosi documenti dell’Archivio storico comunale quest’opera assume anche sensibile valore cronistorico per la nostra comunit . Un ringraziamento, inoltre, alla famiglia Zanuttini che sempre ha dimostrato, calore, garbo e delicato senso di ospitalit offrendo Villa Italia quale cornice ideale agli eventi proposti dall’amministrazione comunale e dalle associazioni del nostro territorio.

Gianni Nocent Assessore alla Cultura

Marco Zanor Sindaco



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Indice

Prefazione di Gherardo degli Azzoni Avogadro Malvasia

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L’Amico del Re (3 aprile-31 dicembre 1916)

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Martignacco e il Re

di Federica Nassig e Giacomo Viola

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Indice dei nomi

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PREFAZIONE

Il secondo volume dei diari di Francesco degli Azzoni Avogadro aiutante di campo del Re Vittorio Emanuele III riguarda l’intero anno 1916. I suoi appunti, scritti a matita alla sera tornando dal fronte, non sono mai stati pensati per essere pubblicati ed infatti conservano, oltre ad annotazioni oggettive dei fatti, anche delle osservazioni personali che, attraverso il disappunto, l’ironia, il compiacimento, ci mostrano la storia da un punto di vista pi umano. Si possono cos leggere i suoi giudizi sull’operato dei comandi dell’esercito, soprattutto in relazione alle operazioni militari spesso condotte con superficialit e scarsa preparazione militare, e sul pessimo comportamento di alcuni ufficiali spesso titubanti e paurosi dei bombardamenti. L’ironia spesso presente nei commenti di Fancesco come quando descrive l’esercito serbo che spara in aria in segno di allegria “un punto di contatto con le caratteristiche fantasie della popolazione di colore dell’Africa ed anche degli arabi”, o quando descrive le notizie riportate dal maggiore Tua, capo di stato maggiore, che racconta come l’esercito austriaco prima degli attacchi e dei controattacchi veniva fatto ubriacare dalle autorit militari austriache e di come gli italiani avessero catturato, dopo un contrattacco, un centinaio di soldati talmente ubriachi e intontiti che poterono essere interrogati solo il giorno dopo. Ai primi di maggio il principe Edoardo d’Inghilterra, futuro Re Edoardo VIII, and in visita al fronte e Francesco lo descrisse come di “intelligenza normale e che pur avendo 22 anni fisicamente e moralmente ne dimostra 16”. La descrizione si conclude quasi con un presagio: “in complesso non sar un grande re, ma un ottimo sovrano, indubbiamente simpatico a tutti”. Sono molto interessanti le diverse pagine nelle quali Francesco descrive la vita privata della famiglia reale dove spicca la grande umanit ed il ruolo della regina nei confronti dei figli e del re. La famiglia reale ritratta come


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“Una famiglia d’oro di persone buone e semplici, per indole e per convenzione; peccato che gli italiani non possano curiosare per il buco di una serratura questo ambiente sano ed onesto!”. A queste note positive si uniscono quelle negative sulla crudelt della guerra: l’uso dei gas asfissianti da parte dell’esercito austriaco e l’utilizzo delle mazze di tipo medievale munite di una palla in ferro con punte per finire i soldati tramortiti con il gas. Oltre a queste barbarie Francesco con onest riporta anche i comportamenti rispettosi e degni del nemico, che seppelliva i caduti italiani con il nome, una croce ed una piccola corona di fronde di pino e dei sassi a circondare il tumulo. La descrizione del campo di battaglia in agosto fa riflettere oltre che per la violenza dei combattimenti, anche per l’attenzione e la comprensione di Francesco nei confronti dei sacrifici e del valore dei nostri soldati ai quali non manca mai di riconoscerne il valore. L’umanit di Francesco si rivela ancora una volta dall’incontro con un soldato di origini contadine di cui ammira il coraggio e la dedizione “soldati come lui arrischiano e rimettono anche la loro vita senza sapere forse il perché, ma tutto ci che costituisce una forza, una grande forza che si rivela nella massa della nostra gente quella del sentimento del dovere.” La casualit nella vita di Francesco riveste sempre aspetti importanti come quando il ministro Sonnino, giocando con una bomba inesplosa, mette a rischio la sua vita e quella del re, che Francesco allontana immediatamente dall’imprudente ministro. Toccanti sono le osservazioni di Francesco sul bosco Cappuccio “non pi un bosco ma un grande cimitero di piante morte e stroncate, non una foglia, non una fronda inverno siberiano a perdita d’occhio. Non esiste pi una pianta né grande né piccola che sia ancora viva, tutto morto; la guerra, nel passarvi sopra si indugiata”. La stima per il valore del nemico si evince spesso durante la letteura del diario ed in particolare in particolare nei racconti di due episodi al fronte dove emerge il rispetto per i soldati austriaci e la consapevolezza che quello che scrive la stampa non sempre vero; quasi profeticamente infatti dice “ L’orso ferito, ma la belva ha la pelle dura, e prima di dividercela bisogner che se ne vada al mondo di l . Se ne potr parlare nel 1917, per ora troppo presto”. All’entusiasmo in seguito alla visita dei magazzini e officine dove venivano ripuliti e riparati i materiali ricuperati sul campo di battaglia subentra la delusione nei confronti di chi al vertice del comando dicendo infatti: “credo fermamente che non esiste in tutto l’esercito un quartier generale cos poco amalgamato come il nostro e quindi non c’ da stupirsi se fa difetto quella sana allegria che scaturisce dal reciproco sentimento di cameratismo”.


La guerra disastrosa ma l’indignazione verso la mancanza di umanit raggiunge l’apice nel commentare l’abbandono in una grotta di soldati austriaci feriti che solo casualmente i nostri soldati hanno salvato portandoli ai nostri ospedali. Lo stesso senso della dignit traspare nel descrivere la morte dell’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe. Ad un primo commento poco lusinghiero: “Che il diavolo se lo porti e non parliamone pi ” subentra per subito un pensiero da vero ufficiale di cavalleria “Spero che in Italia non si trascenda ora a manifestazioni piazzaiole e carnevalesche. Il morto era un nostro nemico vero, ma morto, lo si lasci in pace.” Rispetto al primo diario del 1915 traspare una crescente preoccupazione per l’andamento della guerra e soprattutto per la capacit dei comandi militari, quasi un triste presagio di quello che poi sarebbe accaduto nel 1917. Penso che dai commenti e dai giudizi annotati nei diari affiori la figura di Francesco in tutta la sua umanit e nel fermo rispetto di molti valori che, anche se appartenenti ad un tempo lontano, possono essere considerati ancora oggi validi e attuali. Treviso, 4 novembre 2011

dott. arch. Gherardo degli Azzoni Avogadro Malvasia


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L’AMICO DEL RE II parte (3 aprile-31 dicembre 1916)

3 APRILE = Stamane giunto a Udine alle 9.30 il primo ministro inglese Asquith, che fu ricevuto qui alle 10 e trattenuto a colazione col suo seguito composto di Sir J. Rennel Rood, ambasciatore d’Inghilterra a Roma, Mr. Maurice Bonham Carter (Segretario e Capo Gabinetto di Asquith). il generale Radcliffe Capo della Missione Militare, Mr. O’ Beirne del Ministero degli Esteri inglese, il generale Elia sottosegretario nostro alla Guerra e un colonnello inglese di artiglieria di marina. ASQUITH = una persona sana e robusta che simpatizza subito e che nel trattato, nella forma e nel discorso mette in evidenza le caratteristiche dell’intelligenza e del gran Signore! Bisogna dire che il seguito mostra le stesse caratteristiche e forma perci un complesso assai simpatico col quale resta assai facilitato l’affiatamento. I confronti sono sempre antipatici ma facendone uno, una volta tanto, bisogna dire che fra il gruppo francese di Briand e questo di Asquith la differenza sensibile e va tutto a beneficio degli inglesi. Alle 12 si parte in quattro automobili col seguente itinerario: PAGNACCO = TRICESIMO = VENZONE = Stazione per la Carnia = CHIUSAFORTE = VAL RACCOLANA e viceversa. STAZIONE PER LA CARNIA = Si visita il magazzino avanzato delle truppe di Carnia. Fu ideato, impiantato ed eretto dal tenente colonnello del Commissariato Rosatelli che ne giustificatamene fiero, come di una propria creatura. Questo magazzino formato da diversi baraccamenti piantati


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sul greto di un torrentello, deviato con appositi sbarramenti, una vera meraviglia di ordine e di pulizia. Gli inglesi ne sono rimasti sbalorditi perché non si attendevano una cosa simile e su quel luogo. Dalla racchetta e dalla slitta di montagna, alle scarpe, alle pellicole, alle calze, agli alpenstok, alle vacche, ai vitellini, ai forni che gettano 125.000 razioni al giorno, l si trova tutto in abbondanza e in ordine. Per avere un’idea dell’importanza di questo magazzino, basta pensare che agli ordini di questo mago di tenente colonnello dipendono circa 100 ufficiali con 3.000 uomini di truppa. Pieno di attivit e di risorse ha persino pensato a sfruttare le vacche da macello. Quelle in stato interessante ha voluto riunirle in apposite stalle-baracche tenute come scuderie di cavalli da corsa. La vaccheria conta ora una sessantina di vitellini e fornisce il latte a pi ospedaletti da campo. Le vacche e i buoi deperiti che esso ha raccolto cambiano aspetto in un mese con profitto dello Stato, perché dedotte le spese di custodia e di mantenimento, ogni bestia rappresenta un guadagno netto che va dalle 70 alle 90 lire, con vantaggio anche della truppa che finisce col mangiar carne migliore. Questo magazzino costituisce veramente un bellissimo ambiente da visitare e il Re se ne mostra contentissimo con evidente gioia del tenente colonnello che non sta pi nei panni. Le lodi sovrane se le proprie meritate! VAL RACCOLANA = A Chiusaforte si attraversa il Fella e si rimonta il Torrente Raccolana, percorrendo la magnifica nuova strada carrozzabile si passa per Pezzei, Tamorozz giungendo fino al gomito di Neves. Il panorama quanto mai alpestre e duro e la neve non manca. Nel ritorno ci si ferma al bivio di quota 1107 e si visita la batteria da 305 che vi appostata. Il ministro Asquith e gli altri rimangono sorpresi di trovare lass quei mastodonti, e quasi quasi, pi sorprendenti di esservi passati pi sorpresi di esservi passati prima vicini, circa 15 metri! Senza nemmeno sospettare la loro presenza. Vien fatto manovrare una di queste bocche da fuoco e il Ministro ne ammira la facilit . Al ritorno ci si separa a Tricesimo. Asquith lascia l’auto di S. M. Il Re e passa sulla seconda col generale Radcliffe filando subito su Udine, noi giriamo per Tavagnacco e si rientra a Villa Italia. 4 APRILE = Sono di servizio e accompagno alle 8.30 Sua Maest a Udine a prendere il Ministro Asquith al suo alloggio per ripartire in quattro automobili. Itinerario: UDINE = CIVIDALE = DOLEGNA = VENCÓ = DOBRA = MEDANA = SUBIDA = CORMONS = BRAZZANO = MONTE QUARIN = BRAZZANO = CORMONS = MARIANO = FRATTA = MEDEA = CHIOPRIS = VISCONE = PALMANOVA = S. MARIA LA LONGA = UDINE = dove si accompagna Asquith al suo alloggio, sono


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le 12 precise, alle 12.30 si fa colazione da noi a Villa Italia. MONTE QUARIN = La strada che si percorre desta della meraviglia agli inglesi perché vedono il reticolato di nuove strade che si fatto durante la guerra, non si tratta che di una piccola zona! Ma capiscono che si proceduto cos dappertutto! Questo significa che si sono oltrepassati di molto i 1.000 Km di nuove ottime strade. Un’altra cosa ha destato loro sorpresa e viva approvazione, con ridotte, piazzole per bocche da fuoco, linee a Decauville, collegamenti, ecc. Assistono anche fra Dobra e Medana a un combattimento aereo, come prima a Nebola e dopo e dopo Monte Quarin ad un cannoneggiamento di aerei nemici. Nel salire a piedi all’osservatorio di Monte Quarin, si osserva che la ripida strada macchiata qua e l di sangue, troppo perché possa provenire da una emmoragia nasale. Quando si passa accanto alla chiesetta e alle tre casette adiacenti si sa il perché delle tracce di sangue. Ieri nel pomeriggio e per la prima volta in questa campagna, gli austriaci hanno tirato in questo angolo pacifico del monte! E con grosse artiglierie! Hanno sfondato la casa di abitazione del capitano Venier, hanno rovinato in parte quella che le sta di fianco verso la sottoposta valle, e hanno asportato due metri di spigolo dell’altra sulla strada e nella quale stavano i cavalli del capitano. Hanno ferito non gravemente tre soldati e una bambina di dodici anni che abitava sopra le scuderie con la madre e un’altra sorellina. A monte Quarin si assiste al tiro di quella batteria D port contro un biplano austriaco che batte una quota di 4.200 metri! Gli ufficiali inglesi visitano minutamente le nostre nuove bocche da fuoco da campagna e restano giustamente meravigliati delle varie inclinazioni che il pezzo pu prendere. Tutta la gita stata interessante per loro e non cessano dal dirlo. Una buona impressione ha pur fatto loro nel vedere i baraccamenti per truppa a Viscone, a Meretto di Capitolo, a S. Maria la Longa ecc. con dei giardinetti e aiuole verdeggianti avanti e intorno e con le varie baracche per i bagni ecc. Per una volta tanto degli inglesi hanno potuto constatare che siamo un po’ meno straccioni e sporchi di quello che generalmente era credenza dei loro compatriotti. 6 APRILE = Questa sera fu trattenuto a pranzo il Principe Napoleone tenente generale dell’esercito russo. Come sempre, si mostr persona simpatica e molto discreta. Era accompagnato dal capitano Vicino che gli stato addetto fino dai primi giorni della Campagna.


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8 APRILE = Partenza 7.30 = PAGNACCO = TRICESIMO = CASTELLO DI PRAMPERO = ARTA = OSPEDALETTO = VENZONE = stazione per la Carnia = MOGGIO = GRANZANO in Val d’Aupa = GALLIZIZ = PLANAZ = Q. 1091 presso Aupa = MOGGIO = VENZONE = OSPEDALETTO = Visita alle posizioni preparate di Monte Cumieli e salita all’osservatorio 571 = GEMONA = ARTA = TRICESIMO = a Torreano alle ore 15. CASTELLO DI PRAMPERO. = Sorge sulla destra della strada che porta ad Arta e lo si vede ergere sopra un piccolo colle dopo Magnano in Riviera. Esso completamente in abbandono, ma abitato ancora da famiglie di coloni di Casa Prampero. I Prampero avevano anche il Castello di Ravistagno o Ravestein con diverse ville e la Signoria di Montenars. PLANAZ = Il lavoro di questa strada procede un po’ lentamente e da quanto ritiene un capitano del Genio, che fa parte della Direzione di questi lavori, tutta la strada non potr essere ultimata prima di luglio, in causa delle molte opere d’arte. Ci non ha impedito di trascinare in alto e mettere in posizione tre batterie! Una da 149, una da 85 e una da montagna. STAZIONE PER LA CARNIA = Nel ritorno si visita un magazzino avanzato di artiglieria. Niente di particolarmente notevole. tenuto bene in ordine e abbonda di munizioni di ogni calibro e di materiale da inverno: slitte, spazzaneve, ecc. MONTE CUMIELLI = Appena oltrepassato Ospedaletto sulla strada di Gemona, si gira a sinistra, prendendo la strada militare che porta agli appostamenti di Monte Cumieli. La strada, aperta a mezza costa nei fianchi rocciosi del Monte ottima e ottimamente costruita. Si giunge con l’auto fino a un centinaio di metri dalla quota dell’Osservatorio. Si attacca la salita piuttosto erta e senza sentieri, e dopo una mezz’ora di cammino si giunge lass . La vista magnifica e si domina tutta la valle del Tagliamento fino alla Stazione per la Carnia. Sono state gi preparate le piazzole per bocche da fuoco da 75 lass , a pochi passi dall’osservatorio e pi basso dove ci si arrestati con l’auto, verso oriente, alla quale conduce un ramo della strada militare. Sopra un cocuzzolo retrostante, a quota 353, sono state costruite quattro false cupole rappresentanti una batteria permanente che non esiste. Ci per tirare in inganno il nemico nel caso di una sua avanzata, perché gli aerei di scoperta indicherebbero questa innocua posizione come armata, e sulla quale il nemico finirebbe col concentrare il suo fuoco.


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9 APRILE = Questa mattina sono ricomparsi velivoli nemici sul nostro cielo. Dal 27 marzo in poi, da 14 giorni cio , non passa un giorno senza che il nostro cielo sia campo di combattimento aereo. Gli austriaci sono poco fortunati perché vi lasciano numerose penne. Il giorno 27 nel territorio del Veneto hanno perduto ben quattro apparecchi, e un quinto fu veduto precipitare in fiamme entro le loro linee, appena varcate! Ad Ancona l’altro giorno un’incursione di cinque idroplani fin male, perché ne vennero abbattuti ben tre. Il giorno 7 sono giunti qui sopra alle 4 del mattino, cio a notte alta, sette velivoli che non tardarono ad essere assaliti da due squadriglie nostre e dai tiri delle batterie! Il combattimento si estese da qui a S. Vito al Tagliamento, con esito sfortunato per gli austriaci che furono obbligati a ritirarsi, lasciando nelle nostre mani due apparecchi con tre ufficiali prigionieri. In questi 14 giorni perdettero dieci velivoli, lasciati in mano nostra, uno visto precipitare in fiamme dentro le loro linee, e non da escludersi che ora si tengono quote altissime – 4.000 metri e pi – ed io credo che da una simile altezza ben poco si possa vedere e molto problematica si renda l’esattezza del lancio di bombe. Qui attorno delle bombe ne hanno lanciate parecchie anche l’altra mattina, ma esse non hanno cagionato danno alcuno, e non potevano essere giocattoli perché una, caduta a 40 metri circa da una casa isolata fra il Passo di Plaino e Blanco, ha scavato nel terreno una buca profonda m. 3.50 circa con un diametro di quasi 10 m. Poco fa ho veduto passare sopra il giardino a quota molto alta 4 Caproni diretti su Udine e sento il cannone antiaereo di Udine e di Tricesimo. Sono uscito in giardino col mio eccellente binoccolo. Ho veduto le nuvolette degli schrapnels, ma non sono riuscito a scoprire uno solo dei velivoli austriaci, ragione per la quale mi sono deciso a rientrare e scrivere queste note. 10 APRILE = Ieri rimasto ucciso da una palla di fucile il tenente conte Luigi Revedin. Aveva accompagnato sulle trincee avanzate di S. Martino il generale Malingri di Bagnolo per fargli vedere quelle posizioni. Quando la visita era gi fatta e si disponevano a rientrare, una palla austriaca gli penetrata nell’addome passandolo da parte a parte in direzione obliqua dall’alto al basso. Penetrando in cavit for e frantum una costola traendosi dietro delle schegge ossee che gli ferirono e lacerarono il fegato, la milza e l’intestino. Il caduto fu trasportato all’ospedaletto da campo di Romans, diretto dal prof. capitano Giordano, ma le sue condizioni erano disperate. Egli stesso comprese il suo stato perché disse: “l’ finita! Ho avuto il mio conto!”


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Mostr dispiacere di abbandonare la moglie e prima di perdere i sensi disse anche: “ Sono contento di morire per il mio Paese e per il mio Re”. morto veramente da valoroso. Oggi hanno avuto luogo i funerali nel cimitero di Medea dove fu trasportato e dove era la sua residenza, perché addetto al Comando del XIV Corpo d’Armata, generale Cigliana. – Dopo i funerali fu trasportato ad Udine e fu collocato provvisoriamente in un colombaio di quel cimitero, per essere a suo tempo trasportato a Treviso. Ho scritto a Nino suo fratello. 11 APRILE = Sono stato ad Udine col ministro Mattioli per fare le condoglianze a Nino Revedin e ai conti Bruschi giunti da Roma. Nino e Luca li abbiamo trovati al cimitero in attesa del muratore che deve murare la nicchia dove stato collocato il feretro. Nino si mostrato molto riconoscente del telegramma di condoglianze inviatogli direttamente dal Re. La vedova e la madre erano gi partite per Treviso dove oggi stesso saranno raggiunte da Luca e Nino. Questo ultimo torner per riprendere il suo servizio col generale Cadorna. 12 APRILE = Partenza ore 7.30 = UDINE = PALMANOVA = CERVIGNANO = TERZO = MONASTERO = S. VALENTINO = ISOLA MOROSINI = PONTE DI COLUSSA = C. MESSENIO = MOLINO SDOBBA = BESTRIGNA = C. MESSENIO = S. CANZIANO = PONTE DI S. VALENTINO = PAPARIANO = VILLA VICENTINA = CERVIGNANO = PALMANOVA = UDINE = a Torreano alle ore 15. MONASTERO = Si visita l’ospedaletto n. 47 ben tenuto come di solito, con molti feriti ottimamente curati dal prof. Caccia. Fra questi vi sono alcuni ufficiali dei quali uno, il tenente Carrusi del 22°, merita un cenno. Egli era capitano di complemento al principio della campagna, e ha rinunciato al grado per passare tenente effettivo. Dal principio della campagna ha ricevuto ben quattro ferite, l’ultima per la quale degente all’ospedale, gli prodotta da una bomba a mano lanciatagli contro da un soldato austro ungarico e perci non una ferita sola, ma un complesso di ferite, delle quali le pi gravi sono alla mano destra con frattura del pollice e dell’indice e con frattura obliqua di tutte le ossa in corrispondenza del palmo. Egli un giovane bruno, simpatico e ha l’aria la pi allegra del mondo, tanto che tiene di buon umore altri tre ufficiali che sono a letto come lui nella stessa stanza, ma assai pi leggermente feriti. C. MESSENIO = Presso questa cascina si lascia l’automobile e si procede a piedi perché la strada impossibile. Il curioso che l’impraticabilit


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della strada per un tratto di una trentina di metri e che con un pochino di buona volont potrebbe essere riattata in un paio d’ore di lavoro. Dopo quei trenta metri diviene buona e quindi eccellente quanto un viale di un parco. MOLINO SDOBBA = Dopo un cammino di 7 od 800 metri si arriva a questo molino completamente abbandonato perché demolito in parte dal cannone austriaco. Sembra quasi impossibile che dei proiettili che hanno sfondato il fabbricato, nel cadervi sopra abbiano potuto mandare in pezzi delle macine di vino pesantissime e grossissime e spaccare degli alberi di acciaio di una robustezza incredibile. L dentro quello che pietra in frantumi e quello che metallo spezzato, divelto, contorto e lanciato da tutte le parti. Al momento del bombardamento l dentro vi doveva essere il finimondo. BESTRIGNA = Si procede a piedi per l’ottima strada fino a quel cumulo di rovine che una volta si chiamava Bestrigna. La prima casa del villaggio sparita completamente, non vi pi per indicarla nemmeno mezza met di muro né in lungo né in largo, né in alto, sembra sparita sotto terra, lasciando dove era un ammasso di calcinacci informi, come se fosse un mucchio di rottami di rifiuto trasportati l per colmare qualche buca. Nessuna casa in piedi. Il campanile demolito per met dall’alto in basso e lass vi rimasto una campana. L’altra o le altre devono essere state seppellite sotto i rottami. La chiesa demolita essa pure dall’alto in basso. Meno una nicchia, che corrisponde all’Altar Maggiore, rimasta quasi intatta con le sue colonnine di marmo rosso coi gradini del pavimento intatti e col dipinto che rappresenta il santo della chiesa, dipinto abbastanza buono, senza una graffiatura. Mentre siamo ad osservare questi resti di chiesa, scoppiano poco lontano dei proiettili austriaci; sono granate di grosso calibro inviate ad allietare il vicino villaggio di Staranzano con la Stazione di Villa Raspa. Di queste granate ne scoppiano ben otto con intervalli di 4 scoppi di schrapnels; perché mai gli austriaci fanno fuoco? Pioviggina e perci il cielo coperto e quindi impossibile che possano aver veduto qualche cosa; altre granate le sentiamo scoppiare sul vicino Monfalcone. La risposta non si fa attendere: partono davanti, di fianco e di dietro a noi una vera folata di cannonate di tutti i calibri e udiamo il fischio dei proiettili nostri da 75, da 149, da 152 e perfino da 260. Il carnevale dura dieci minuti, dopo silenzio assoluto d’ambo le parti; chi ha avuto ha avuto, e non se ne parla pi . Nell’andata avevo osservato in molti campi il granoturco ancora in piedi come abbandonato. Nel ritorno mi spingo in un campo prima e quindi in un altro e constato che vi sono ancora le pannocchie. Ne stacco degli esemplari e sono molto belle e di grano bianco. Mastico qualche grano e trovo


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che sono tutti perfettamente sani e secchi. Perché, mi domando allora, si deve abbandonare tanta grazia di Dio? Anche il Re resta un po’ sorpreso. Vi sono l intorno soldati che hanno poco o nulla da fare, perché non far raccogliere da loro questo raccolto? Anche dietro compenso, si capisce. In quel punto vi sono di sicuro parecchie centinaia di quintali di ottimo cereale abbandonato completamente. Scriver al generale Vanzo che ha la testa sulle spalle, una cosa che mi fa dispetto! 14 APRILE = Notizie attendibili accennano a forti concentramenti di truppa e di artiglierie nemiche sul fronte della nostra Ia Armata (generale Roberto Brusati) e specialmente in Valsugana spero che si romperanno il collo. Il Comando Supremo non stato con le mani in mano, ma ha gi inviato considerevoli rinforzi di truppe e di materiali alla Ia Armata. Dal principio della guerra le parti si sono invertite! Prima eravamo noi a fare lo sforzo di attaccare posizioni formidabili e dominanti, ora se gli austriaci hanno realmente l’intenzione di muovere ad un’offensiva contro di noi, toccher loro di assalirci in posizioni dominanti e gi disposte a difesa! Essi arrischiano di prendersi una buona strigliata! Bisogna per che il Comando non lesini i mezzi e che siano messe in valore anche le posizioni a noi retrostanti. Sul Monte Maggio so che alle trincee sono state aggiunte delle cannoniere in caverna! Sar assai duro per il nemico! 16 APRILE = Partenza 7.30 = UDINE = BUTTRIO = BRAZZANO =

La localizzazione di Martignacco rispetto a Udine e alla ferrovia Udine-Venezia


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STRADA NUOVA delle VALADE = MEDANA = DOBRA = S. MARTINO = GUNJACE – BALA = QUISCA = S. MARTINO = DOBRA = STRADA NUOVA DI VILPUZANO = SUBIDA = CORMONS = SPESSA = CAPRIVA = MOSSA = S. LORENZO = MORARO = CORMONS = BRAZZANO = BUTTRIO = UDINE = a Torreano alle ore 15. STRADA delle VALADE = una delle nuove rotabili costruite durante la guerra e si sviluppa con andamento parallelo a quello Venc -Dobra. ottima sotto ogni rapporto. QUISCA = Presso Gunjace-Bala si arresta l’auto contro un lato della strada, al coperto della vista degli austriaci che dominano la posizione del Sabotino, e procediamo a piedi in tre: Sua Maest , l’ammiraglio Cito e io.(il generale Brusati a Viareggio dove ha accompagnato la moglie che si era ammalata qui a Udine la settimana scorsa). La strada cos scoperta in certi tratti e noi siamo cos vicini e in vista del nemico, che se non ci tira addosso un paio di schrapnels proprio bont sua! Le case di Quisca portano tutte, chi pi chi meno, le impronte di granate austriache, molte sono completamente demolite, molte sono rese inabitabili, poche solo possono servire ancora ad abitazione, ma anche queste con sensibili lesioni. Si sale alla chiesetta alta fabbricata sopra un piccolo pianoro. Nella chiesettasi installato un osservatore di artiglieria. Vi troviamo il colonnello di artiglieria e un tenente colonnello di fanteria che comanda un battaglione del 140° [brigara Bari]di presidio in Quisca. (baracche e tende). Si rimane in osservazione sul piccolo piazzale della chiesa. Nello scendere si visita l’ospedaletto da campo n. 110 nel quale vi deve essere ricoverato il tenente conte Andrea Valmarana ferito ieri casualmente per lo scoppio di una spoletta che stava maneggiando. Fu trasportato in un ospedale di Cormons mentre eravamo all’osservatorio. ferito alla mano sinistra e al braccio, ma in modo leggero. Questo ospedale accoglie una ventina di feriti, dei quali alcuni feriti ieri. Uno solo ferito alla guancia, perché contrariamente alle disposizioni, volle assistere al cannoneggiamento di un aereo nemico che volava allo zenit e un bossolo di D port cadendo dall’alto gli sfior la guancia ferendolo; perder probabilmente l’occhio! SPESSA = Si visita il castello del barone [Leopold (Leo)] spos il 24 agosto 1916 la principessa Gugliemina Windisch Graetz] Economo di Trieste e si fa colazione in giardino all’ombra di un gruppo di conifere con evidente inquietudine del vice brigadiere dei RR. CC. che ha in consegna il castello perché la localit assai bersagliata. Anche ieri gli austriaci vi inviarono ben nove granate di medio calibro e i buchi nel terreno sono sparsi qua e l con danno soltanto di qualche pianta. Il castello nel passato ha avuto per il


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suo conto! Un proiettile da 305 ne ha demolito una parte e qua e l porta i segni di altri proiettili di calibro inferiore. L’interno rivela l’abitazione signorile di un ricco proprietario, ma non vi niente di distinto. La fabbrica di buona architettura, ma quasi nuova, si capisce che prima della guerra tutto era in ordine, tutto era lucido, tutto doveva avere l’impronta di una casa abitata da persone assai facoltose e amanti di ogni confort. Alle 17.30 Sua Maest riceve in udienza il generale Cadorna col quale si trattiene fino alle 18.45. Il generale parte pel fronte della 1a Armata. 20 APRILE = Partenza 7.30 = Si parte in mezzo alle cannonate e mentre fra Torreano e Udine si svolge un combattimento fra aeroplani nostri e austriaci a una quota superiore di certo ai 3.000 metri. Itinerario: UDINE = PALMANOVA = CERVIGNANO = VILLA VICENTINA = S. VALENTINO = (conferenza del generale Pecori pi sordo del solito, ma di buon umore) = ISOLA MOROSINI = PONTE DI COLUSSA = Visita alle batterie n. 97 da 152 della R. Marina che si trovano in posizione mascherata nella macchia, non lontano da Case Messenio = S. CANZIANO = TURIACCO = BEGLIANO = S. PIER DELL’ISONZO = TURRIACO = PONTE CASSEGLIANO = VILLESE = ROMANS = FRATTA = MARIANO = CORMONS = (conferenza con il tenente generale Laderchi. – BRAZZANO = BUTTRIO = UDINE = e a Torreano alle ore 15. BATTERIA 97 DELLA R. MARINA = Si va prima alla vecchia batteria dell’Isola Morosini per sapere dove si trova la 97. Tanto nell’andare che nel ritorno si passa davanti ad una batteria da 305 in posizione a breve distanza dalla strada. Essa dissimulata in mezzo alle boscaglie con enormi parapetti di sacchi a terra e traversoni coperti di rami sempreverdi! Con tutto ci stata individuata dal nemico che ha potuto aggiustare il suo tiro! Bisogna convenire che l’artiglieria nemica ha tirato molto bene. Dalle enormi buche scavate sul terreno dai suoi proiettili si vede come il suo tiro un po’ corto in principio, sia andato a poco a poco allungandosi fino al piede dei parapetti, dove le buche si moltiplicano in modo assai rimarchevole. BATTERIA 97 = Questa batteria da 152 ha le bocche da fuoco assai distinte l’una dall’altra ed perfettamente mascherata nel folto della macchia. Con tutto ci gli artiglieri austriaci hanno saputo dirigere assai bene il loro tiro. Ieri verso le 16 una grossa granata scoppiata contro un albero a pochi metri da uno dei nostri pezzi, lanciando un pezzo di tronco contro i tendoni di juta che proteggono i serventi dalle schegge, e un altro proiettile scoppiato interrandosi nel terreno acquitrinoso a cinque metri circa


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dallo stesso pezzo! La settimana scorsa un grosso proiettile scoppiato in batteria, di fianco ad un altro pezzo lontano oltre i 100 metri dal primo, naturalmente provocando alcune perdite e producendo delle avarie che sono gi state riparate. Questa batteria, che i marinai hanno battezzato col nome di Vittoriosa, riuscita a demolire, colpendola pi volte in pieno, una batteria nemica appostata ad 8.000 metri! BEGLIANO = Si giunge in auto fino alla seconda casa del paese, nel cui cortile aperto si nasconde la macchina e si procede quindi a piedi in direzione di Ronchi. Si raggiungono attraverso i campi le trincee occupate da fanterie. Pi avanti, due casette sono sfondate dall’artiglieria nemica. Un po’ pi avanti sorge il piccolo cimitero con parecchi tumuli recenti, con la solita croce i legno di pioppo e con la targhetta inchiodatavi sopra col nome e grado del seppellito. Il muro di cinta verso Begliano stato colpito lasciando una breccia di 5 metri circa di larghezza per la quale siamo penetrati. Si piega a destra i direzione di Dobbia, soffermandoci a puntare i binocoli nella zona di Selz e di Monte Cosich, senza veder alcuna cosa di interessante. Si ritorna indietro sempre fra campi perché la strada di Ronchi battuta, osservando qua e l buche prodotte dallo scoppio di proiettili di medio calibro, e ci dirigiamo alla chiesa del paese. Al principio del paese si presenta il tenente colonnello Avogadro di Quaregna comandante il gruppo da 149A piazzato in batteria in quei paraggi. Con la sua guida si visita il villaggio ancora abitato in parte da abitanti, ma con parecchie case demolite e altre lesionate dal bombardamento nemico. La chiesa porta i segni di quattro granate dalle quali stata colpita. Si visitano le rovine del palazzo appartenente al conte [Nicol ] de Fabris. Di esso non rimane in piedi che parte dei muri maestri e di quelli di divisione interna. Ma anche questi avanzi sono lesionati e sventrati in molti punti e lasciano solo immaginare la bella e signorile architettura che doveva avere il suo palazzo finché lo videro un ammasso di rovine. Da qualche tempo, verso le 17 lanciano nel villaggio 3 o 4 granate a casaccio e a chi tocca tocca, cos le case sfondate o comunque lesionate crescono di numero. S. PIETRO DELL’ISONZO = In vicinanza di S. Pietro, troviamo la strada piena di soldati, di lavoratori, di carri, di buoi, di salmiere, che si incrociano e che in qualche punto formano quasi calca. Rimango sbalordito di un simile spettacolo. mai possibile scusare una simile imprudenza? Sopra una strada scoperta dominata dall’alto dagli osservatori nemici e a tiro non solamente delle sue artiglierie pesanti ma anche di quelle da campagna? Se gli austriaci vi avessero gettato un’occhiata sola, in cinque minuti si avremmo dovuto lamentare un gran numero di morti e di feriti senza scopo alcuno. S.


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Martignacco, Udine e il fronte dell’Alto e Medio Isonzo: Caporetto-San Floriano del Collio


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Indice dei nomi

Adamoli, Giulio, 180 Alberto di Monaco, 87-89 Alfieri, Vittorio, 97, 186, 188 Amedeo d’Aosta, 153 Amendola, 64, 177, 179 Ancilotto, Carlo, 199 Arbutnoth, amm., 100 Arciduca Giuseppe d’Asburgo, 79 Arlotta, Enrico, 117 Asinari di Bernezzo, 170 Asinari di San Marzano, Enrico, 156, 169, 170, 190-192 Asquith, Herbert Henry, 11, 12 Avogadro di Collobiano, 207 Avogadro di Quaregna, 21 Badoglio, Pietro, 60 Balbo Bertone di Sambuy, Vittorio, 44 Barattieri di San Pietro, Warmondo, 108 Barbarich, Eugenio, 64 Barr s, 43 Barthou, Louis, 43 Barzini, Luigi, 92, 93 Battisti, Cesare, 97, 114, 123 Beatty, ammiraglio, 99 Bernel, 130 Bertolé, 203 Biancheri, 117, 118 Biscaretti di Ruffia, Guido, 70, 74, 126, 168, 191 Bissolati, Leonida, 66, 177-179 Bistolfi, Leonardo, 138 Bolla, 208 Bollati, Ambrogio, 208 Bonacci, sottoten., 64 Bonaldi, 151, 155 Bonali, 200 Bondi, Aurelio, 186 Bonham Carter, Maurice, 11 Bonin Longare, Lelio, 183 Bonomi, Ivanoe, 66

Borea d’Olmo, Giovan Battista, 130, 132, 191 Boroevic von Bojna, Svetozar, 79 Boselli, Paolo, 66, 97, 98, 151, 152 Bourée, Henry, 87, 89 Bozzi, magg. medico, 150, 165 Bratianu, 125 Briand, Aristide, 182 Bruce, ammiraglio, 99 Brusati, Roberto, 18, 59 Brusati, Ugo, 19, 42, 43, 59, 70, 73, 97, 118, 119, 155, 190, 203 Bruschi, fam., 16 Bugnano, marchese di, 64 Burgos. col., 168 Caccia, medico, 16 Cadorna, Luigi, 16, 20, 26, 37, 55, 59, 105, 129, 130, 151, 153, 171, 188, 201 Calabrini, E., 170, 190 Calligaris, ten., 31 Campello, Gugliemina, 43-45, 47 Campello, conte, 47, 48 Canepa, Giuseppe, 152 Canio, magg. medico, 199 Capello, Luigi, 49, 106, 109 Capomazza, Guglielmo, 190, 191 Caporiacco, di, fam., 209 Carcano, Paolo, 66 Carlo di Romania, 125 Carrusi, ten., 16 Castiglione, cap. medico, 165 Cavaciocchi, Luigi, 167, 182 Chingarew, Andrea, 64 Chinotto, Antonio Edoardo, 126 Chiopris, Arturo, 31, 146 Ciancio, Giuseppe, 150, 159, 165 Cigliana, Giorgio, 16, 104, 112, 116, 137, 138, 141, 144, 156, 165, 186, 188, 195 Cimitan, Guglielmo, 200 Cito Filomarino di Bitetto, Luigi, 19, 32, 35, 38, 43, 70, 160, 191 Coburgo-Gotha, fam., 147 Coletti, Silvio, 54 Colleoni, fam., 56


217 Colonna, Fabrizio, 179 Comandini, Ubaldo, 66 Comerio, 165, 167 Connaught, Arturo di, 55, 56 Conte di Torino, 108 Cordero di Montezemolo, Mario, 211 Corinaldi, famiglia, 141 Corsi, Camillo, 26, 66, 114 Cortese, ten. col., 44 Cristich, magg., 45 Dall’Olio, Alfredo, 95, 164, 180, 189 Debelak, Janko, 27 Deciani, Agostino, 211 Deciani, famiglia, 209 Deciani, Francesco, 211 De Cugis, Luigi, 59, 96 De Giers, ambasciatore, 64 De Goudecourt, addetto militare, 152, 179 Delser, Alfonso, 209 Delser, Carlo, 209 Delser, Guglielmo, 209 Delser, Silvio, 209 Del Torso, fam., 209 Demtchenko, Vsevold, 64 Dentice di Frasso, Alfredo, 32, 152, 206 Derville, 43 Desinano, Tobia, 214 Diotaiuti, Roberto, 107, 108 Dogliotti, ten. col., 54, 66, 70, 90, 130, 152, 161, 167, 190, 191, 194 Duca d’Aosta, 34, 77, 105, 126, 176, 179 Duca degli Abruzzi, 69, 99 Duca di Bergamo, 207 Duca di Genova, 69, 182 Economo, Leopold, 19 Edoardo d’Inghilterra Principe di Galles, 8, 32, 35-39, 56 Enckell, col., 64 Enver Pasci , 196 Elena di Savoia, 44, 45, 48, 67, 146, 147, 182, 184, 185

Elia, Vittorio, 11 Emanuele Filiberto, vedi Duca d’Aosta, Fabris, Nicol de, 21 Fantazzini, cap., 46, 55 Fassini, col., 185 Femon, cap., 31 Fera, Luigi, 103 Fragnito, duca di, 182 Francesco Giuseppe, imperatore, 9, 180 Francesetti di Mezzenile, Renato, 163, Frugoni, Pietro, 71 Gatti, Annibale, 52 Gemelli, magg. medico, Giardino, Gaetano, 106 Giolitti, Antonio, 212 Giorgio, re d’Inghilterra, 102 Giovanna di Savoia, 147 Gleichen, contessa, 147, 152 Gondrecourt de, colonnello, 207 Gourand, de, generale, 182 Giordano, cap., 15 Gwosdenovitch, 130 Gramantieri, Pietro, 36 Grandi, Domenico, 71 Gregori, Gregorio, 127 Gregoris, Luigi, 211 Greppi Cecilia, 158 Greppi, Edoardo, 158 Greppi, Paola, 158 Guerrieri, Edgardo, 43, 90, 162, 167, 190, 191 Guicciardini, Augusta, 146 Guicciardini, Paolo, 146

Hamilton, Claud, 35 Haus, ammiraglio, 27 Hindenburg, Paul von, 94, 198 Hohenlohe, fam., 115, 147 Hood, amm., 100 Jacini, cap., 179


218 Jellicoe, John, 100, 102 Joffre, Cesar Joseph Jacques, 182 Jolanda di Savoia, 43, 44, 48, 125, 146 Jos-Rejnach, 43 Jubert, Michele, 195 Kaledine, gen., 94 Kitchener, Horatio H., 61 Kobilinsky, cap. medico, 64 Kouropatine, gen., 94 Khroustcheff, Giovanni, 64 Kusbaseck, 27, 28

Labanov, Alessio, 64 La Chapelle, gen., 203 Lanfranchi, 120 Lawrence, magg., 56 Leman, 198 Lequio, Clemente, 134, 182 Letchnisky, gen., 94 Liman Sanders Pasci , 197 Linussa, Eugenio, 87, 210 Linussa, Famiglia, 209 Lombardo. 166 Lucharre, 43 Luzzatto, Carlo Vittorio, 144 Mackensen, Augusto von, 198 Mafalda di Savoia, 43-45, 47, 48, 68, Malingri di Bagnolo, Alessandro, 15, 44 Malladra, Giuseppe, 59 Mambretti, Ettore, 74 Manfredi, Giuseppe, 66 Marazzani, magg., 52 Marchesini, sindaco di Grado, 33, 152 Marciani, Francesco, 58 Marcora, 66 Marghieri, Gulielmo, 25 Matanovitch, 130 Mattioli Pasqualini, Alessandro, 43, 118, 130, 155, 190 Mayo, de, gen., 43 Meda, Filippo, 66, 114 Medici, col., 153

Merli Miglietti, Giulio, 42, 43, 106, 118, 152, 155, 168, 170, 171, 191 Merrone, Enrico, 54 Milani, ten. col., 46 Milioukov, Paolo, 64 Milocvich, magg., 31 Montanari, Umberto, 138 Montasini, col., 34 Moreno, Italo, 39, 90, 151, 152, 170. 176, 190 Morpurgo, Elio, 98 Morrone, Paolo, 26, 35, 66, 180 Morrone, ten., 35 Mossolin, Evaristo, 74 Murray, Malcom, 35 Napoleone, ten. gen. russo, 13 Negrisioli, col. medico, 164 Nicola del Montenegro, 130-132, 135, 182 Novaro, medico, 150 O’ Beirne, 11 Ojetti, Ugo, 43 Olsoufiew, Dimitri, 64 Orlando, Vittorio Emanuele, 141 Osnobichine, Alessio, 64 Ottelio, Clementina, 211 Ottelio, Vittorio, 211 Page, ambasciatore, 136 Paolo di Serbia, 146 Pavelich, cap., 31 Pecori Giraldi, Guglielmo, 29, 44, 48, 53, 59, Pélacot, de, gen., 87, 89 Pellegrini, Giovanni, 46, 50. 53 Persich, ten. di vasc., 31 Perticari, 125, 145, 146, 182 Petöffi, 105 Philippe, col., 207 Piacentini, Settimio, 71, 117, 193 Piatti, 25 Pichon, 43 Pina y Millet, ambasciatore, 153, 155, 156


219 Pizzoni, 164 Poma, cap., 203 Porro, Carlo, 25, 26, 98, 105 Prampero, di, famiglia, 14, 209 Principe di Piemonte, vedi Umberto di Savoia Protopopow, Alessandro, 64, 182 Quirico, tenente colonnello, 44, 47, 146, 190 Radcliffe, Charles, 11, 12, 35, 38, 39, 98, 141 Ravazza, Edoardo, 90, 91, 93 Revedin, Luca, 16 Revedin, Luigi, 15, 121 Revedin, Nino, 16 Rennel Rood, J., 11, 183 Robolini, col., 53 Rodkevitch, Alessandro, 64 Romeo, ten. col., 35, 38. 43, 83, 183, 189, 206 Roncaglia, col., 165 Roques,. 178 Rosatelli, ten. col., 11 Rossi, Anastasio, 98, 211 Rossi, Vincenzo, 70 Rostorsky, 64 Rovero, Rino di, 46 Sacchi, Ettore, 66 Salandra, Antonio, 37, 64, 66 Salvago Raggi, Giuseppe, 171 San Marzano, vedi Asinari Sant’Elia, Domenico, 118, 152, 155, 190 Sarrail, Paul, 130, 133, 136, 180 Schelenvors Pasci , 197 Schreiber, Herbert, 27 Scialoja, Vittorio, 155 Skadovsky, Sergio, 64 Sonnino, Sidney, 66, 117, 118, 120, 121 Tassoni, Giulio, 25, 182 Tisza, Stefan Istvan, 138 Tettoni, Adolfo, 59, 60, 76, 77, 84-86,

105, 149, 165, 199 Tittoni, Tommaso, 25, 26, 44, 201 Torretta, marchese della, 64 Tosini, cap., 34 Tua, Angelo, 8, 25 Umberto di Savoia, principe di Piemonte, 151-153, 155 Ward, John, 56 Windisch Graetz, Gugliemina, 19 Wolkonsky, Alessandro, 64 Valmarana, Andrea, 19 Vanzo, Augusto, 18, 78, 105, 126, 190 Vassilevo, Alessandro, 64 Venier, capitano, 13, 47 Vercellana, Giovanni, 46 Vicino, cap., 13 Vittorio Emanuele III, 209 Vouxsanovitch, 130 Zampini, magg., 49 Zanin, Giovanni, 199 Zoppi, Gaetano, 56, 58, 71 Zuppelli, Vittorio, 37, 92


AMICO RE 2°COPERT_Layout 1 20/06/12 11.35 Pagina 1

Francesco Azzoni Avogadro

Rileggiamo la Grande Guerra Collana diretta da Alberto Monticone e Paolo Scandaletti 1 - ESERCITO E POPOLAZIONI NELLA GRANDE GUERRA - AUTUNNO 1917 a cura di Alberto Monticone e Paolo Scandaletti 2 - LE CROCEROSSINE NELLA GRANDE GUERRA. ARISTOCRATICHE E BORGHESI NEI DIARI E NEGLI OSPEDALI MILITARI. UNA VIA PER L’EMANCIPAZIONE a cura di Paolo Scandaletti e Giuliana Variola 3 - LA MARINA NELLA GRANDE GUERRA. LE OPERAZIONI NAVALI, AEREE, SUBACQUEE E TERRESTRI IN ADRIATICO di Franco Favre

6 - SUI CAMPI DI BATTAGLIA PER CONOSCERE LA STORIA a cura di Alberto Monticone e Paolo Scandaletti

In copertina: Il sindaco di Grado Marchesini, il col. Avogadro, il comandante Bonaldi, il comandante Moreno, il Principe Umberto, il capitano di vascello Dentice di Frasso, comandante le difese di Grado

Il conte Francesco Azzoni Avogadro era stato nominato da Umberto I ufficiale d’ordinanza di suo figlio quando Vittorio Emanuele aveva raggiunto la maggiore età. Erano vissuti insieme durante il periodo passato a Napoli, in piena Belle Epoque, e poi, nel 1904, il Re l’aveva rivoluto vicino nominandolo Maestro delle Cerimonie a Corte, incarico che tenne fino alla morte. Lo aveva avuto vicino durante la guerra, il momento più tragico del suo regno. Il Diario di questo colonnello che visse accanto al re per tutta la vita apre un nuovo dibattito sulla biografia del Re più discusso della storia d’Italia e permette al lettore di penetrare nella vita di guerra degli alti comandi, con aneddoti e ritratti realistici di generali, principi e ministri europei.

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L’AMICO DEL RE

5 - L’AMICO DEL RE. IL DIARIO DI GUERRA INEDITO DELL’AIUTANTE DI CAMPO DEL RE VOL. I (1915) di Francesco degli Azzoni Avogadro a cura di Gherardo degli Azzoni Avogadro

vol. 2° (1916)

4 - ZAINO DI SANITÀ di Corrado Tumiati a cura di Paolo Gaspari

L’AMICO DEL RE IL DIARIO DI GUERRA INEDITO DI FRANCESCO AZZONI AVOGADRO, AIUTANTE DI CAMPO DEL RE a cura di Gherardo degli Azzoni Avogadro Malvasia VOLUME 2° (1916)

Lo schizzo di Framcesco Azzoni Avogadro della battaglia navale dello Jutland il 5 agosto 1916

Menu del pranzo con Gugliemo Marconi il 13 novembre 1910


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