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“Tutto può funzionare a breve termine, ma non necessariamente a lungo termine.”

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anni fa?”

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“Come clinici, uno dei criteri più importanti che valutiamo nei biomateriali è la predicibilità a lungo termine.”

Il ruolo dei biomateriali nel successo a lungo termine “Tutto può funzionare a breve termine, ma non necessariamente a lungo termine.”

Dr. Mario Roccuzzo | Italia Corso Tassoni Alessandro 14, 10143 Torino

Intervista a cura della Dr.ssa Marjan Gilani

Cosa rende un biomateriale di “alta qualità”? Abbiamo parlato con il Dr. Mario Roccuzzo, Italia, della progettazione, degli standard di produzione, dei risultati a lungo termine e della sua esperienza nell’uso dei biomateriali negli ultimi 30 anni.

Dr. Mario Roccuzzo, coordinatore scientifico della giornata di studio: “Successo a lungo termine. Come scegliere la migliore terapia per i pazienti?”. Torino, settembre 2017 Dr. Roccuzzo, lei ha trattato molti pazienti compromessi con difetti ossei. Qual è stato il primo biomateriale che ha usato?

Dr. Roccuzzo: Si trattava di Biocoral® , un materiale da innesto riassorbibile in carbonato di calcio corallino. In seguito, ho usato diversi altri sostituti ossei, fino a quando ho trovato prima Geistlich Bio-Oss®, e poi Geistlich Bio-Oss® Collagen, e continuo ad usarli.

Cosa è cambiato in questi anni?

Molto. Ma l’aspettativa del paziente è l'aspetto più importante. In passato, gli impianti erano una rarità e i pazienti erano sempre contenti pur di poter sostituire i denti persi. Al giorno d'oggi, la maggior parte dei pazienti ha aspettative molto alte. In particolare i miei pazienti, che si rivolgono a me proprio per la loro situazione complicata.

È possibile evitare complicanze ricorrenti?

Nel mondo reale, le complicanze si manifestano a prescindere.¹, ² Trattiamo pazienti con alti fattori di rischio di perimplantite e li seguiamo per oltre 20 anni. Non c'è modo di evitare completamente le complicanze, ma vi sono alcuni approcci che possiamo seguire e scelte che possiamo compiere per renderle meno ricorrenti. Ad esempio, la scelta dei biomateriali.², ³

In che modo la scelta del biomateriale contribuisce alla predicibilità?

Certamente ogni dispositivo medico dovrebbe essere testato in vitro e in clinica e avere le giuste proprietà fisiche e biologiche per essere conforme ai regolamenti sui dispositivi medici.³ Ma come clinici, uno dei criteri più importanti che valutiamo è la predicibilità a lungo termine. E quando dico a lungo termine, intendo almeno 10 anni. Se analizzo la letteratura scientifica, la maggior parte degli studi sono a breve termine. Sembra che tutti abbiano fretta di pubblicare.

Spesso dimenticano che tutto quello che facciamo può funzionare a breve termine,

“Vi sono alcune scelte che possiamo compiere per rendere le complicanze meno ricorrenti.”

ma non necessariamente a lungo termine.

Le è successo di credere nell’efficacia di un biomateriale o un concetto di trattamento che, poi, nel tempo si è rivelato fallimentare?

Vi è stato un tempo in cui ero convinto che i biomateriali sintetici sarebbero stati la scelta giusta, ma il loro comportamento a lungo termine non è stato quello che mi aspettavo, così ho smesso di usarli.

Cosa guida l’innovazione nella scienza dei biomateriali? Esigenze cliniche insoddisfatte?

La ricerca fa parte della natura umana. Vogliamo sempre di più: prodotti migliori, soluzioni migliori, procedure meno costose, meno rischi e offerta illimitata. Anche in presenza di risultati eccellenti, vogliamo sempre risultati migliori, e questo è un bene.

Lei è cauto quando si tratta di nuovi prodotti?

In generale, quando un’azienda che ha la reputazione di fare le cose bene lancia un nuovo prodotto, i clinici sono pronti a testarlo. Ciononostante, dobbiamo sempre essere cauti, soprattutto quando si usano nuovi prodotti in casi difficili. Non è molto diverso dal settore automobilistico: le auto vengono testate e introdotte sul mercato dopo centinaia di prove, ma una volta sul mercato possono avere un problema e devono essere richiamate. Non vogliamo che ciò accada ai nostri pazienti. Questo è il motivo per cui le aziende con prodotti di qualità superiore ribadiscono che i loro prodotti sono stati usati per decenni in milioni di pazienti e tanti studi clinici. È la prova definitiva che un prodotto funziona.

I suoi pazienti si interessano ai biomateriali utilizzati?

Abbiamo due diversi tipi di pazienti: quelli a cui non interessa il trattamento usato e quelli che vogliono sapere tutto, cosa usiamo e come lo usiamo. Questi pazienti controllano persino il sito web dell'azienda e leggono informazioni sui prodotti. Ma alla fine, se vogliamo promuovere l’odontoiatria di fascia alta, dobbiamo illustrare i prodotti ai nostri pazienti e dire loro perché li usiamo. Fa parte dell'educazione del paziente ed è un modo per migliorare la qualità delle cure. Più chiediamo ai pazienti di essere responsabili del rispetto delle regole e dell'igiene, più informazioni dobbiamo dare loro. E lo apprezzano.

Il Dr. Mario Roccuzzo in un workshop pratico sulla ricostruzione dei tessuti duri e molli per l’estetica, la funzionalità e la riduzione del rischio di complicanze. Verona, maggio 2021

Ha una wish list di biomateriali?

Vorrei un blocco osseo senza problemi per l'incremento osseo verticale che eviti il prelievo, i problemi di vascolarizzazione e altre complicanze. Vorrei inoltre un tessuto molle alternativo che sia valido come innesto di tessuto connettivo. Un innesto di tessuto connettivo spesso è ancora la mia prima scelta quando tratto la perimplantite, ma forse in futuro avremo un biomateriale sostitutivo ancora migliore.

Qual è la sua raccomandazione finale per la futura attività di ricerca e sviluppo?

Rimanere cauti nell'interpretare i risultati degli studi con follow-up a breve termine, e investire in studi a più lungo termine.

Riferimenti 1 Giovannoli JL et al.: Int Dent J 2019 ;69 Suppl 2:7-11. (consensus report)

2 Jepsen S, et al.: J Clin Periodontol. 2019;46 Suppl 21:277-286. (consensus report)

3 Sanz M, et al.: J Clin Periodontol. 2019;46 Suppl 21:82-91. (consensus report).

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