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Di tutto e niente
Sono molto soddisfatto della mia nuova dottoressa e del primo colloquio avuto con lei. Gli stati generali della mia salute, racconto di vita e di corpo – nel dettaglio . Ero munito anche della mia serie storica di misurazioni mattutine, tutte alla stessa ora
“Intanto iniziamo con una pasticchetta, che così sguarnito non la posso lasciare. Le do la stessa che prende sua mamma, che così ce l’ha . In ogni caso avrei comunque iniziato con un sartano. Poi vediamo. Lei continua a prendere la misura al mattino e mi dice. Comunque ci vorrà qualche giorno… Appena ha le analisi me le spedisce”.
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La mattina ora anche io prendo il farmaco. Alle 8 – con un’oscillazione di cortesia di 15 minuti. E’ la prima volta che prendo un farmaco “cronicamente”. Vedremo se s’aumenterà dose e frequenza e cosa altro sarà necessario, farmacologicamente .
Quando sono andato a fare le analisi – che è molto che non le facevo- mi sono reso conto che comunque, alla fine, una delle più solide ragioni che mi hanno protetto dal contrarre dipendenza da droghe pesanti per via iniettiva è stato il fastidio dell’ago nella vena
Siccome era tanto che non le facevo ho atteso l’emersione del mio io biochimico con apprensione – raccontandomi in dettaglio e catastroficamente, con in un penoso atto di dolore, tutte le mie trascuratezze che mi hanno reso un sessantenne potenzialmente iperteso e sovrappeso . Se so come si fa, perché non l’ho fatto non lo so. Sottile il dubbio s’insinua: siamo certi che poi lo farò?
Mi sono accorto dopo tanto che nella parte posteriore del blister del farmaco che somministro da mesi a mamma, e da pochi giorni a me, ci sono scritti, in coincidenza di ciascuna compressa, i giorni della settimana .
Che per me – dovendo recuperare il senso e la sequenza cronologica- inizia ormai di venerdì. Credo non sia casuale questa sfasatura ulteriore – che fa combaciare biografia e biologia in una differente e artificiale coincidenza dettata da quanto scritto sul blister, verificata quotidianamente aprendolo alle 8. È il mio introibo.
Tre quarti d’ora dopo mi misuro la pressione e me l’appunto. Sui fogli riporto data completa –giorno, mese anno- la massima, la minima, i battiti. Sono annotazioni esili, simili a quelle che ho ancora da qualche parte quando smisi di fumare, credo una quindicina di anni fa, dove avevo iniziato a segnare i giorni per quantificare il tempo che trascorreva libero da tabacco, usando l’evidenza della consistenza dell’elenco che emergeva dal colpo d’occhio osservando i fogli come leva per liberarmi dalla dipendenza Ora che ci