Daniel Craig

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ISSUE 12

Daniel Craig

WITH ENGLISH TEXT

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STORIA DI COPERTINA

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SOCIAL INTELLIGENCE C O N N E S S I 2 4 O R E A L G I O R N O , S P I AT I 2 4 O R E A L G I O R N O S ocial I ntelligence

CO N N E C T E D 2 4 H O U R S A DAY , S P I E D 2 4 H O U R S A DAY

Vivendo freneticamente il tempo reale, senza memoria né futuro, il rischio di scoprirsi obsoleti in un amen si nasconde ovunque per chiunque. Poche situazioni ci garantiscono il metro per un paragone di costumi in veloce evoluzione e indubbiamente il mitico 007, in questo, è un fantastico percorso storico: modi d’essere, di parlare o di vestire, attrazione e avventura, tecnologia e fantasia oltre il possibile umano. Lui è sempre specchio del suo tempo. Creato negli anni ’50, quando la Guerra Fredda cominciava a gravare sul mondo, pur priva di contorni visibili, per diventare un cult cinematografico negli anni ’60 con Sean Connery, ci ha accompagnato per decenni senza mai perdere smalto. Intelligente e leggero, spietato e seduttore, sempre pungentemente ironico e divertente, si sente a casa nel mondo, parla le lingue, conosce arte e scienza, vini e cibi, sa come si vive e soprattutto come non si muore. Il suo mestiere è l’agente segreto, con licenza d’uccidere, dell’MI6, al servizio di Sua Maestà la Regina d’Inghilterra, l’unico interprete in grado di resistere, seppur soltanto come citazione, fin dall’inizio della saga! Il suo mestiere: salvare l’Inghilterra e il mondo, scoprendone gli intrighi sotterranei che potrebbero minacciarlo. Un compito virtuoso, con qualche vittima necessaria. Experiencing real time frantically, without memory or future, the risk of discovering oneself obsolete in an amen is hiding everywhere for anyone. Few situations guarantee us the meter for a comparison of fast-changing costumes and undoubtedly the legendary 007, in this, is a fantastic historical path: ways of being, talking or dressing, attraction and adventure, technology and imagination beyond the human being. He is always a mirror of his time. Created in the 1950s, when the Cold War began to weigh heavily on the world, though without boundaries visible, to become a film cult in the 60s with Sean Connery, he accompanied us to decades without ever losing enamel. Smart and light, ruthless and seductive, always bitingly ironic and funny, he feels at home in the world, he speaks languages, knows art and science, wines and foods, knows how to live and above all how not to dies. His job is the secret agent, with license to kill, of MI6, in the service of His Majesty the Queen of England, the only interpreter able to resist, even if only as a quotation, from the beginning of the saga! His job: to save England and the world, discovering the underground intrigues they could threaten him. A virtuous task, with some necessary victims. di/by FRANCESCO LA BELLA Direttore responsabile

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Un tempo era spionaggio, oggi preferiamo chiamarla intelligence e non c’è più, come sottofondo, la classica Guerra Fredda di James Bond, perché è mutato il suo intricato scenario. Oggi c’è molto di più, soprattutto se si parla di finanza e potere: nuovi attori, altre dinamiche con relativa tecnologia, com’era inevitabile che succedesse. Ci resta la classe e l’ironia di 007, secondo alcuni dinosauro da emarginare per lasciare spazio al mondo virtuale, ma non è cessato il bisogno di seguire le tracce, scoprire le trame, spiare le gesta e interferire nelle dinamiche altrui, che si parli di stati o multinazionali. Misteri e complotti, conflitti da scatenare, il solito megalomane che vorrebbe conquistare il mondo, sono tutte motivazioni che conservano attualità, pur con sembianze e protagonisti sempre diversi. La Storia non insegna mai abbastanza e quindi avremo sempre bisogno di 007, perché il mondo, oggi, si è allargato a dismisura e i pericoli sono in agguato dove non te lo aspetti. Il nemico potrebbe essere la riedizione della Spectre, la congrega segreta e tentacolare, come la follia di qualche hacker o il desiderio dominante di qualche monopolista del mercato, ma la natura dell’uomo ci fa capire che non si può abbassare la guardia, soprattutto se non esiste l’organo riconosciuto e competente ad equilibrare il mondo. Ci servirà molto tempo a capire il nostro tempo e, forse, non conosceremo mai veramente chi e come l’ha guidato, quindi non ci resta che la suggestione di 007 da un lato e la curiosità di voler capire le dinamiche attuali e reali dall’altro, come è nello stile di GENIUS People Magazine.

Once it was espionage, today we prefer to call it intelligence and there is no longer, as background, the classic James Bond Cold War, because its intricate scenario has changed. Today there is a lot of more, especially when it comes to finance and power: new actors, other dynamics with relative technology, as was inevitable to happen. There remains the class and irony of 007, according to some, a dinosaur to be marginalized to leave space for the virtual world, but the need to follow the traces, discover the plots, spy on the exploits and to interfere in the dynamics of others, whether countries or multinational companies, has not stopped. Mysteries and conspiracies, conflicts to unleash, the usual megalomaniac who would like to conquer the world, they are all motivations that maintain relevance, though with different appearances and protagonists. History never teaches enough and therefore we will always need 007, because the world, today, it has expanded dramatically and the dangers are in ambush where you don’t expect it yet. The enemy could be the reissue of the Specter, the secret and sprawling coven, like the madness of some hacker or the dominant desire of some monopolist of the market, but the nature of man makes us understand that we cannot let our guard down, especially if there is no recognized and competent body to balance the world. It will take us a long time to understand our time or, perhaps, we will never really know who he is and how he guided it, so we only have the suggestion of 007 on one side, or the curiosity of wanting to understand the current and real dynamics on the other, as it is in the style of GENIUS People Magazine.

Riccardo del Sabato Presidente CDA Genius Editore SRL

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EDITORIAL

PRESIDENT

FRANCESCO L A BELL A

RICCARDO DEL SABATO

FABIO DE VISINTINI

BOARD OF DIRECTORS

EDITOR-IN-CHIEF (direttore@genius-online.it)

EDITORIAL DIRECTOR

MATTEO MACUGLIA

RICCARDO DEL SABATO FRANCESCO L A BELL A ALESSANDRA POSTIR

CONTENT CONSULTANT

CONTRIBUTORS

ANNA MIYKOVA, MATTEO MACUGLIA, FEDERICO GRAZIANI, GALLERIA CONTINI, GLORIA NADIN, UGO GERINI, FEDERICO VOZZA, SILVIA PASUT

ADVERTISING AND MARKETING CONSULTANT

LEONARDO COMELLI BRAND MANAGER

PROJECT MANAGER ART

GIORGIA GINEVRA NARDINI (info@genius-online.it)

RICCARDA CONTINI - GALLERISTA STEFANO CONTINI - GALLERISTA PUBLIC RELATIONS TYPOGRAPHY

SINEGRAF DOO - VRBJE 80 3310 ŽALEC - SLOVENIA

GRAPHIC

PAOLO SECOLI

ANNAPAOL A FRISIERO PATRIZIA LORENZI BENEDETTA SANGIANI

VIDEO MAKER

RICCARDO SECOLI

TRANSLATION

DISTRIBUTOR OF HOTELS, VIP LOUNGES, AIRPORTS, TRAINS

COSTANTINO NERI, GIADA TURCHINO

JOHNSONS P PUBLISHING - JOHNSONS INFLIGHT

Genius Editore S. r. l. - Via di Torre Bianca n. 20, 34132 Trieste- Italy - www.genius-online.it - info@genius-online.it Registrazione Tribunale di Trieste n. 1233 reg. per. - 3151/2014

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FABIO DE VISINTINI

di/by FABIO DE VISINTINI

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U o mo Vs M AC C H I N A Anche Big data e Robot dovranno fare i conti con 007 e Diabolik

MAN VS MACHINE Also Big data and Robot will have to deal with 007 and Diabolik

FABIO DE VISINTINI, figura eclettica in un’epoca di transizione. Consulente e docente di Comunicazione, Marketing e Innovazione, in precedenza manager in ambito pubblico e privato, giornalista, fotografo e pittore, oggi si dedica, da imprenditore, ad un suo progetto d'innovazione che recupera la cultura degli inizi, quella di farmacista prima e aromatiere poi: creme di cioccolato emulsionato in acqua.

Molti giovani degli anni 2000, la cosiddetta Generazione Z o dei Centennials, hanno imparato bene il concetto di rottamazione, certi che la loro freschezza potrà finalmente scalzare la zavorra che inchioda il mondo attuale, per azzannare avidamente un futuro diverso. Probabilmente molte generazioni passate di venti-trentenni hanno pensato lo stesso, perché, in fondo, è il loro mestiere: immaginare e costruire il futuro su nuove idee, mandando in pensione la precedente. Noi tutti ci auguriamo che posseggano sufficienti competenze e ardente passione per gestire un mondo sempre più complesso ed espanso, tra infinite molteplicità di razze, lingue, religioni, interessi.

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FABIO DE VISINTINI, an eclectic figure in an age of transition. consultant and lecturer in communication, Marketing and Innovation, previously a manager in the public and private sectors, journalist, photographer and painter, today he is an entrepreneur dedicated to one of his innovation projects that recovers the culture of the beginning, that of pharmacist first and then aromas expert: chocolate creams emulsified in water.

Many young people of the 2000s, the so-called Generation Z or of the Centennials, have learned the concept of scrapping well, certain that their freshness can finally undermine the ballast that nails the current world, to greedily bite a different future. Probably many past generations of twenty-three year olds have thought the same, because, after all, it is their job: to imagine and build the future on new ideas, retiring the previous one. We all hope that they possess sufficient skills and burning passion to manage an increasingly complex and expanded world, among infinite multiplicity of races, languages, religions, interests. Q was and is, in the 007 saga, the expert on technologies and tricks of English counterespionage.


EDITORIALE

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Intelligenze artificiali

Q è stato ed è, nella saga di 007, l’esperto di tecnologie e trucchi del controspionaggio inglese. Dal vecchio scienziato un po’ brusco e in stile british dei 007 classici, circondato dalle sue magiche invenzioni (che spesso hanno anticipato prodotti di consumo), siamo alfine giunti al Q dell’era moderna, un ragazzetto, genio informatico con i brufoli, che considera 007 soltanto un inutile T-Rex. Di fronte all’evidente rivoluzione tecnologica, James Bond resta uguale a se stesso, tra inseguimenti avventurosi e scazzottature, facendo apparire ai più di coprire un ruolo inutile. Ovviamente non sarà così… Riportiamo una citazione dotta, cioè un breve e sagace dialogo, tratta da un recente film di 007: Q: L’età non è una garanzia di efficienza. Bond: E la giovinezza non garanzia di innovazione. Q: Posso dire che faccio molti più danni io con un mio portatile in pigiama seduto di fronte alla prima tazza di Earl Grey di quanto ne faccia tu in un anno sul campo. Bond: Oh, e che vi servo allora? Q: Ogni tanto un grilletto va premuto. Bond: O non premuto. È difficile scegliere se sei in pigiama, Q. Sintesi ironica del passaggio generazionale di cui sopra: sarà sufficiente essere degli esperti nel mondo dell’ICT (Information & Communication Technology) per tenere in equilibrio un mondo con 7 miliardi di persone?

From the bit brusque and old scientist, and with the british style of the 007 classics, surrounded by its magical inventions (which they often anticipated consumer products), we have finally reached Q of the modern era, a boy, a computer genius with pimples, who considers 007 only one useless T-Rex. Faced with the obvious technological revolution, James Bond remains the same as himself, amid adventurous pursuits and fistfights, making the majority appear to cover a useless role. Obviously it won’t be like this ... We report a learned quotation, that is a brief and shrewd dialogue, taken from a recent 007 film: Q: Age is not a guarantee of efficiency. Bond: And youth is no guarantee of innovation. Q: I can say that I do much more damage with my laptop in my pajamas sitting in front of Earl Gray’s first cup than you do in a year in the field. Bond: Oh, and what do you need then? Q: Every so often a trigger must be pressed. Bond: Or not pressed. It is difficult to choose if you are in pajamas, Q. Ironic synthesis of the generational passage of which above: will it be enough to be experts in the world of ICT (Information & Communication Technology) to balance a world with 7 billion people? Many young people also think they have the world between the fingers, or rather in the space between their fingers and the keyboard, but however, once interviewed, very few know how to answer the crucial question that concerns them very closely: do you know what Industry 4.0 is? Banally, Centenni-

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Molti giovani pensano anche di avere il mondo tra le dita, o meglio nella connessione tra dita e tastiera, tuttavia, una volta intervistati, ben pochi sanno rispondere alla domanda cruciale che li riguarda molto da vicino: sai cos’è Industria 4.0? Banalmente i Centennials sono nati e stanno crescendo nella Rete, molti sanno generare idee e crescita, tanto business a volte, ma non abbiamo certezza che molti abbiano voluto o saputo immaginare un futuro. Vivono al presente, come è stato loro insegnato. Internet regala al cittadino del mondo mille possibilità di conoscere, confrontarsi e magari comperare convenientemente. Tuttavia è impensabile che tutto ciò sia stato messo a disposizione gratuitamente solo ad uso personale, per farci stare comodi in poltrona, possedere cose e risparmiare. Ci sono livelli superiori, che spesso preferiamo ignorare o semplicemente non ne intuiamo l’esistenza, che utilizzano la tecnologia su scale diverse per condizionare persone, interessi, potere. E non necessariamente nell’interesse di tutti. I Big Data non sono una suggestione, anche se difficilmente ci troveremo tra le mani il segno evidente del loro utilizzo a scopi che non si riducano a un semplice acquisto su Amazon. Una nuvola ci sovrasta, zeppa di informazioni che noi tutti continuiamo ad afferire con la massima leggerezza. Ma l’uomo comune non ci sa salire, non la può toccare né controllarne le forme. Altri, invece, su quella nuvola stanno costruendo il futuro per le loro aziende, i loro paesi, in ogni caso i loro interessi. Forse nel prossimo futuro 007 sarà una donna e non si chiamerà James, ma di lui/lei ci sarà sempre bisogno, perché i novelli conquistatori del mondo continuano a nascere, sotto spoglie sempre diverse e gli intrighi internazionali non tramontano di certo. A noi non resta che fare tifo per i Paladini che cercano di eliminare i manigoldi, preferendo non sapere o rendendo accettabile che qualcuno, suo malgrado, debba premere il grilletto.

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als are born and are growing on the Net, many know how to generate ideas and growth, so much business sometimes, but we don’t have certainty that many have wanted or known how to imagine a future. They live in the present, as they have been taught. Internet gives the world citizen thousands of opportunities to learn, compare and even buy conveniently. However it is unthinkable that all of this has been made available free of charge for personal use only, to make us feel comfortable in an armchair, possess things and save money. There are higher levels, that often we prefer to ignore or simply we do not guess their existence, which use technology on different scales to condition people, interests, power. And not necessarily in everyone’s interest. Big Data is not a suggestion, though we will hardly find in our hands the clear sign of their use for purposes that are not limited to a simple purchase on Amazon. A cloud above us, full of information that we all continue to take lightly. The ordinary man does not know how to go up there, he cannot touch it or control its forms. Others, however, are building on that cloud the future for their companies, their countries, in any case their interests. Perhaps in the near future 007 will be a woman and she will not be called James, but he / she will always be in need of it, because the new conquerors of the world will continue to be born, always in different guises, and international intrigues certainly do not fade. All we have to do is cheer for Paladins who try to eliminate the villains, preferring not to know or making it acceptable that someone, in spite of himself, must pull the trigger.


EDITORIALE

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Rappresentazione dei social network. Visualizzazione di big data umani.

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ANDREA MARGELLETTI

L’importanza dell’Intelligence Why Intelligence matters

VALENTINO MAGLIARO

Il Mondo è piccolo. La rete no. The world is small. The web isn’t.

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ANDREA MARGELLETTI

di/by ANDREA MARGELLETTI

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L’ IM P O R TA NZA D EL L’ I n tellig ence

WHY INTELLIGENCE MATTERS

ANDREA MARGELLETTI, genovese, classe ’66, fonda il Centro Studi Internazionali (Ce.S.I) di cui è Presidente dal 2004. Già Consigliere Strategico del Ministro della Difesa dal 2012 al 2018, è stato inoltre membro del Comitato Consultivo della Commissione Internazionale sulla Non Proliferazione e il Disarmo Nucleare. Margelletti è docente presso la Facoltà di Scienze delle Investigazioni e della Sicurezza dell’Università di Perugia e Narni, la Scuola di Formazione della Presidenza del Consiglio, la Scuola Ufficiali e Sottufficiali dell’Arma dei Carabinieri, la Scuola Superiore della Polizia di Stato, l’Istituto Alti Studi per la Difesa, il Centro Studi Post-Conflict Operations dell’Esercito Italiano, la Scuola di Polizia Tributaria e il Centro Addestramento di Specializzazione della Guardia di Finanza, il Centro Interforze Intelligence. È commentatore per le emittenti RAI, Mediaset, CNN, Al Jazeera, SKY, MSNBC, TV2000 e Radio Rai e autore del libro “Un mondo in bilico”. Andrea Margelletti è il primo e unico membro onorario delle Forze Speciali Italiane.

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ANDREA MARGELLETTI, Genoese, born in ‘66, founded the centro Studi Internazionali (ce. SI) of which he has been president since 2004. Former Strategic Advisor to the Minister of Defense from 2012 to 2018, he was also a member of the Advisory committee of the International commission on Non proliferation and Nuclear Disarmament. Margelletti is a lecturer at the Faculty of Investigation and Security Sciences of the university of perugia and Narni, the council presidency Training School, the officers’ School and Ncos of the carabinieri, the High School of the State police, the Higher Studies Institute for Defense, the post-conflict Study center operations of the Italian Army, the School of Tax police and the Specialization Training center of the Guardia di Finanza, the Interforces Intelligence center. He is a commentator for the broadcasters rAI, Mediaset, cNN, Al Jazeera, SKY, MSNBc, TV2000 and radio rai and author of the book “un mondo in bilico”. Andrea Margelletti is the first and only honorary member of the Italian Special Forces.


EDITORIALE

L’acquisizione di informazioni di valore strategico è stato sempre fondamentale negli equilibri tra Stati e decisiva per decidere le sorti di conflitti caldi e freddi, diretti e per procura. La storia delle relazioni internazionali è piena di episodi in cui l’acquisizione di informazioni altamente sensibili è stata determinante per plasmare il mondo in cui viviamo. Basti pensare ai dati tecnici trafugati da Julius e Ethel Rosenberg negli Stati Uniti e trasmessi all’Unione Sovietica che così ha accelerato di decenni lo sviluppo del proprio arsenale nucleare, oppure ai piani dell’Operazione Barbarossa di cui la leggendaria spia sovietica Richard Sorge era venuto a conoscenza e che, se non fossero stati bollati da Stalin come falsi, avrebbero interrotto sul nascere l’effetto sorpresa del blitzkrieg tedesco sul fronte orientale, oppure ancora alla notizia del dispiegamento dei missili sovietici a Cuba trasmessa da Oleg Penkovsky al MI6 si sua Maestà britannica che ha consentito agli americani una risposta prontissima ed efficace. Altri tempi, si dirà, quelli della Guerra Fredda. Tempi in cui le informazioni, oltre ad essere sensibili, erano anche rare. L’Intelligence era l’arte dell’acquisizione ma anche della dissimulazione e della disseminazione di quella che a Ovest chiamano “nebbia di guerra” e ad Est “maskirovka”. Oggi, con Internet, la comunicazione globale ultraveloce in tempo reale ed h24, acquisire informazioni è diventato così facile da rendere l’Intelligence superflua, diranno gli esperti da bar. Gli stessi che al lunedì mattina sono commissari tecnici della Nazionale, al martedì Ministri dell’Economia e al sabato sera insegnanti di ballo e recitazione. Questo perché è vero esattamente il contrario, ossia che oggi più che mai, l’Intelligence non è superflua, bensì fondamentale. Il mondo è cambiato dai tempi del Muro di Berlino, epoca che consacrò il mito di James Bond. Oggi il pericolo corre in rete e la disinformazione è decisamente più aggressiva, generalista e ficcante di allora. Dunque, in questo nuovo mondo dove la “mascherata” continua e la “nebbia di guerra” non si dissipa, all’Intelligence spetta non solo il compito di raccogliere informazioni, ma di individuare quelle realmente sensibili e attendibili, quello di analizzare la mole di dati di ogni genere e metterli a sistema, quello di definire scenari e realizzare studi previsionali sempre più accurati e verosimili. In sintesi, all’Intelligence spetta il delicato ruolo, più forte che in passato, di supportare il processo decisionale ed aiutare la classe dirigente a compiere le scelte strategiche per il Paese nella maggiore consapevolezza e chia-

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The acquisition of information of strategic value has always been fundamental in the balance between States and decisive in deciding the fate of hot and cold, direct and proxy conflicts. The history of international relations is full of episodes in which the acquisition of highly sensitive information has been instrumental in shaping the world in which we live. Just think of the technical data stolen from Julius and Ethel Rosenberg in the United States and transmitted to the Soviet Union which has thus accelerated the development of its nuclear arsenal by decades, or to the plans of Operation Barbarossa of which the legendary Soviet spy Richard Sorge had come aware and that, if they had not been branded by Stalin as false, they would have interrupted in the bud the surprise effect of the German blitzkrieg on the eastern front, or even at the news of the deployment of Soviet missiles in Cuba transmitted by Oleg Penkovsky to MI6 his Majesty British that allowed the Americans a prompt and effective response. Other times, it will be said, those of the Cold War. Times in which information, besides being sensitive, was also rare. Intelligence was the art of acquisition but also of dissimulation and dissemination of what in the West they call “fog of war” and in the East “maskirovka”. Today, with the Internet, ultra-fast real-time and 24-hour global communication, acquiring information has become so easy to make intelligence superfluous, some know-it-all people might say. The same people who are national team commissioners on Monday mornings, Economy Ministers on Tuesday and dance and acting teachers on Saturday nights. This is because the opposite is true, namely that today more than ever, intelligence is not superfluous, but fundamental. The world has changed since the days of the Berlin Wall, an era that consecrated the myth of James Bond. Today the danger runs on the net and misinformation is decidedly more aggressive, generalist and insightful then. Therefore, in this new world where the “masquerade” continues and the “fog of war” does not dissipate, intelligence not only has the task of gathering information, but of identifying those that are really sensitive and reliable, that of analyzing the mass of data of all kinds and to put them into a system, that of defining scenarios and carrying out more and more accurate and plausible forecasting studies. In summary, Intelligence has the delicate role, stronger than in the past, of supporting the decision-making process and helping the ruling class to make strategic choices for the country in the greatest possible awareness and clarity.

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ANDREA MARGELLETTI

Foglio di carta con informazioni classificate

rezza possibile. L’Intelligence è cambiata perché sono cambiati i modi con cui gli Stati si confrontano nell’arena internazionale. Un tempo, la corsa all’informazione riguardava il numero e il dislocamento di carri armati, navi, sommergibili, aerei e missili nucleari del nemico. Oggi, questo non basta più per tanti motivi. Primo, il mondo non è più diviso in blocchi né tantomeno è simmetrico. Al di là delle etichette, le alleanze sono diventate fluide e con i nemici, divenuti semplici avversari, spesso bisogna farci affari. La globalizzazione vuol dire anche questo: gli Stati Uniti lanciano guerre commerciali all’Europa e la Cina, il Regno Unito vuole uscire dall’UE, Pechino e il Golfo offrono capitali imprescindibili per ossigenare i mercati e le imprese occidentali, la Russia rifornisce le capitali europee di gas e petrolio. Allo stesso tempo, Washington è il partner principale dell’Alleanza AtGenius People Magazine

Intelligence has changed because the ways in which states confront each other in the international arena have changed. At one time, the information race concerned the number and displacement of the enemy’s tanks, ships, submarines, planes and nuclear missiles. Today, this is no longer enough for many reasons. First, the world is no longer divided into blocks, nor is it symmetrical. Beyond the labels, alliances have become fluid and with enemies, who have become simple adversaries, we often have to do business with. Globalization also means this: The United States is launching trade wars in Europe and China, the United Kingdom wants to leave the EU, Beijing and the Gulf offer essential capital to oxygenate Western markets and businesses, Russia supplies the capitals European gas and oil markets. At the same time, Washington is the main partner of the Atlantic Alliance, …, Mos-


EDITORIALE

lantica, Mosca tenta di influenzare le elezioni nelle democrazie liberali europee e indirizzare l’opinione pubblica globale, il Drago Cinese detta l’agenda politica in Africa e Asia incurante del consenso di Paesi vicini e lontani. Quello che prima era uno specchio, oggi è un caleidoscopio. Quello che prima era simmetrico, oggi è asimmetrico, poliedrico, ombroso ed ingannevole. L’Ascesa del populismo e il preoccupante incremento nella fiducia in soluzioni facili o appetitose per meri fini elettorali rende i leader politici molto più vulnerabili ai pregiudizi, alla propaganda e alla velenosa seduzione delle fake news. In questo contesto ibrido, dove le divisioni geografiche ormai hanno poco senso e dove addirittura la frattura tra spazio fisico e spazio virtuale è stata sanata, generando un universo dove galleggiando entità indistinguibili nate dalla fusione di individui e dei loro avatar social, l’Intelligence è chiamata all’ardua impresa di cercare e trovare il bandolo della matassa, dare un senso ad una moltitudine apparentemente informe di notizie, fonti, dati e stimoli. Una funzione complicata ma irrinunciabile e, soprattutto, non più ad esclusivo monopolio degli attori statali. Dalla caduta del Muro, si sono moltiplicate le società che offrono servizi di Intelligence privata molte volte più efficace, efficiente e rapida di quelli di molti Stati, compresi quelli occidentali. In fondo, anche le strutture di Intelligence sono burocrazie e, in quanto tali, soggette alla presenza di individui di maggiore o minore talento, invidie, gelosie e sottili sotterfugi legati alle ambizioni di carriera. Fare Intelligence oggi vuol dire provare a muoversi in un labirinto più complesso di quello degli anni di Sorge e sicuramente più complicato di quello mostrato artisticamente sul grande schermo e nei romanzi da James Bond. Agenti, analisti e operatori del settore, oltre a dover trasformare il complicato in semplice e nascosto in manifesto, devono anche resistere alle provocazioni di un pubblico con poca educazione in materia e, magari, nata esclusivamente al cinema o scorrendo le pagine di un blog complottista. Un lavoro dannatamente difficile, ma anche straordinariamente stimolante e svolto da persone che, al di là di tutto, hanno fatto una scelta di vita non facile. Una scelta di vita lontana dai riflettori, lontana dalle cerimonie di pubblico elogio e dalle medaglie. Una scelta fatta per la salvaguardia dell’interesse nazionale e del benessere del popolo. In maniera professionale, umile e silenziosa. Senza bisogno di ordinare un Martini agitato, non mescolato. Senza essere James Bond.

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cow tries to influence elections in liberal European democracies and address global public opinion, the Chinese Dragon dictates the political agenda in Africa and Asia regardless of the consensus of neighboring countries and far away. What used to be a mirror today is a kaleidoscope. What used to be symmetrical today is asymmetrical, multifaceted, shady and deceptive. The rise of populism and the worrying increase in confidence in easy or appetizing solutions for mere electoral purposes makes political leaders much more vulnerable to prejudice, propaganda and the poisonous seduction of fake news. In this hybrid context, where geographical divisions now make little sense and where even the fracture between physical space and virtual space has been remedied, generating a universe where indistinguishable entities born of the fusion of individuals and their social avatars, intelligence is call to the arduous quest of seeking and finding the key to the problem, giving meaning to a seemingly unformed multitude of news, sources, data and stimuli. A complicated but essential function and, above all, no longer the exclusive monopoly of state actors. Since the fall of the Wall, societies that offer private intelligence services many times more effective, efficient and faster than those of many states, including Western ones, have multiplied. After all, even the structures of Intelligence are bureaucracies and, as such, subject to the presence of individuals of greater or lesser talent, envy, jealousy and subtle subterfuges linked to career ambitions. Doing Intelligence today means trying to move in a more complex labyrinth than that of the Sorge years, and certainly more complicated than that shown artistically on the big screen and in the James Bond novels. Agents, analysts and operators in the sector, in addition to having to transform the complicated into simple and the hidden into a poster, must also resist the provocations of a public with little education on the subject and, perhaps, born exclusively in the cinema or scrolling through the pages of a conspiracy blog. A damn difficult job, but also extraordinarily stimulating and carried out by people who, beyond everything, have made a choice of life that is not easy. A choice of life far from the spotlight, far from public praise ceremonies and medals. A choice made to safeguard the national interest and the well-being of the people. In a professional, humble and silent way. No need to order a well-heeled, unmixed Martini. Without being James Bond.

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VALENTINO MAGLIARO

di/by VALENTINO MAGLIARO

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I l M o n d o è p iccolo. L a r ete n o.

THE WORLD IS SMALL. THE WEB ISN’T.

VALENTINO MAGLIARO, classe ’92, nel 2019 è stato scelto da Forbes Italia tra i 100 leader italiani under 30 nella categoria imprenditori sociali. Nel 2017 Barack Obama premia il suo impegno nelle scuole e lo invita, tra i 300 Civic Leader nel mondo, al primo meeting della Obama Foundation a Chicago. Dopo l’esperienza come responsabile delle pubbliche relazioni del Gruppo Spaggiari Parma, leader nel mondo dell’educazione, fonda Humans to Humans (HtoH), società di Corporate Activism, che propone alle imprese progetti per la crescita del business ponendo al centro la sostenibilità della persona e del pianeta e accompagna le organizzazioni nel costruire il proprio patrimonio di reputazione con gli stakeholder.

Non siamo in Giamaica e non siamo su un set cinematografico. Scriviamo da un ufficio in città ed abbiamo con un clic il Mondo e le sue cose a portata di mouse: dal cibo alla televisione, dall’amore alla prenotazione di un viaggio. Possiamo fare tutto, possiamo dire tutto e possiamo “incontrare” tutti, ci manca solo Q che ci dia soluzioni istantanee, per tutto il resto non c’è più nemmeno solo Mastercard, ma abbiamo infinite nuove opportunità. Genius People Magazine

VALENTINO MAGLIARO, born in 1992, was chosen by Forbes Italia in 2019 as one of the 100 Italian leaders under 30 in the social entrepreneurs category. In 2017 Barack obama rewards his commitment in schools and invites him, among the 300 civic Leaders in the world, to the first meeting of the obama Foundation in chicago. After the experience as public relations manager of the Spaggiari parma Group, leader in the world of education, he founded Humans to Humans (HtoH), a company of corporate Activism, which proposes projects for business growth to companies focusing on the sustainability of person and the planet and accompanies organizations in building their reputation with stakeholders.

We are not in Jamaica and we are not on a movie set. We write from an office in the city and we have the World, and its things, just a mouse-click away: from food to television, from love to booking a trip. We can do everything, we can say everything and we can “meet” everyone, we only need Q to give us instant solutions, for everything else there is not even only MasterCard, but we have endless new opportunities. The world is small, the web isn’t.


EDITORIALE

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Valentino Magliaro (foto di Mauro Raimondi)

Il Mondo è piccolo, la Rete no. Ed è per questo che ci sentiamo sempre meno adatti a rappresentare l’epoca migliore che un essere umano abbia mai vissuto: - l’età media di vita si è alzata; - la ricerca scientifica non è mai stata così pro­lifica; - Il nostro limite non è più la Luna. La controindicazione del mondo iper-connesso è la facilità con la quale le persone umane anche incontrandosi non si ascoltano ed è questa la vera differenza tra l’essere James Bond nella vita reale e l’essere un qualsiasi essere umano online. Quali sono i nuovi role-model di una società che ha smesso di guardare al passato come fonte di ispirazione e mira solo al futuro come immaginazione di qualcosa di migliore? In che modo la tecnologia ci permette di migliorare il rapporto donna-uomo, donna-donna e uomo-uomo nella quotidianità? Veniamo allo scenario: “Buonanotte Mamma, notte Papà, notte Ciak (il cagnolino), buonanotte Google!” Quella che vi ho scritto sopra è una reale conversazione esistita in casa di Alex e suo figlio Zac, uno dei programmatori Google di San Francisco, inserito nel progetto di sviluppo delle skills di Google

And that’s why we feel increasingly less likely to represent in the best possible way the best time a human being has ever lived: - the average age of life has risen - scientific research has never been so prolific - Our limit is no longer the Moon. The counter-indication of the hyper-connected world is the ease with which human beings, even when they meet, do not listen to each other, and this is the real difference between being James Bond in real life and being any human being online. What are the new role models of a society that has stopped looking at the past as a source of inspiration and aims only at the future as the imagination of something better? How does technology allow us to improve the relationship between women, men, women, men and men in everyday life? Let’s get to the scenario: “Goodnight Mom, ‘night Daddy , ‘night Ciak - the little dog -, goodnight Google!” What I wrote above is a real conversation that existed in the home of Alex and his son Zac, one of the Google programmers of San Francisco, included in the Google Home skills development project, the virtual home assistant device developed by the American company.

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Home, il device assistente virtuale per la casa sviluppato dall’azienda americana. È un bene o un male? È reale. Un qualsiasi prodotto tecnologico per i nostri figli ed i figli dei nostri figli e a seguire, sarà sempre più un qualcosa di estremamente personale e vicino alla simbiosi umana, una condivisone di esperienze che va aldilà dell’utilità personale e l’immediata risoluzione di un problema, ma sarà parte integrante della vita quotidiana, il loro miglior amico, la cosa che non vorranno perdere mai. “I don’t know. Google it.” Perché la Rete conosce la mia lingua e quelle di tutto il Mondo. Ed è per questo che se siamo abituati a definire un non confine con la parola internazionale, la rete andrebbe definita con l’acronimo “N.M.A.”, nometrics-available. Ma l’antidoto esiste e non è di proprietà dei servizi segreti. L’incontro tra persone è sempre la base di una innovazione, è l’insieme della creatività e del valore, dell’unicità dei due insiemi. Se mi state leggendo è perché due persone prima di me si sono incontrate, si sono innamorate, mi hanno concepito e sono nato io. Se partiamo da questo pensiero tutto è alla base di un incontro, la nostra esistenza intera. Ogni incontro è un insieme di colori ed analizzando la scala dei 7 colori dell’arcobaleno ho provato ad associare ogni colore ad una azione, un insieme di azioni comuni a tutta l’umanità: VIOLA Il Viola è il colore associato alla parola mistero. Se pensiamo alle cinque persone più care che abbiamo, aldilà della nostra famiglia, sono persone che abbiamo imparato a conoscere, delle quali al primo incontro, non sapevamo assolutamente nulla. INDACO L’Indaco è un colore di mezzo, così fondamentale che è l’elemento che permette di affrontare il primo passo della conoscenza: il parlare delle Idee. Io non ti conosco, tu non conosci me, ma come diceva G.B. Shawn, se hai una mela ed io ho una mela e ce le scambiamo, entrambi abbiamo una mela, ma se tu hai una idea ed io ho una idea e ce le scambiamo, entrambi abbiamo due idee. BLU Le idee da sole non possono bastare, il contenuto è la Chiave di Volta per una buona relazione. Il Blu è il colore che rappresenta la Conoscenza. Io so che tu sai, tu sai che io so, ora abbiamo tutti gli elementi per continuare e cercare l’arcobaleno. Genius People Magazine

Is it good or bad? It’s real. Any technological product for our children and our children’s children and to follow, will increasingly be something extremely personal and close to human symbiosis, a sharing of experiences that goes beyond personal utility and the immediate resolution of a problem, but it will be an integral part of everyday life, their best friend, the thing they will never want to lose. “I don’t know. Google it.” Because the network knows my language, and those of the whole world. And this is why if we are used to defining a non-border with the international word, the network should be defined with the acronym “N.M.A.”, no-metricsavailable. But the antidote exists, and is not owned by the secret services. The meeting between people is always the basis of an innovation, it is the combination of creativity and value, the uniqueness of the two sets. If you’re reading me it’s because two people before me have met, they fell in love, conceived me and I was born. If we start from this thought everything is the basis of a meeting, our whole existence. Each meeting is a set of colors, and analyzing the scale of the 7 colors of the rainbow, I tried to associate each color with an action, a set of actions common to all humanity: PURPLE Purple is the color associated with the word mystery. If we think of the five dearest people we have, beyond our family, they are people we have learned to know, of whom we knew absolutely nothing about when we first met. INDIGO Indigo is a medium color, so fundamental that it is the element that allows us to face the first step of knowledge: talking about Ideas. I don’t know you, you don’t know me, but as G.B. Shawn said, if you have an apple and I have an apple and we exchange them, we both have an apple, but if you have an idea, and I have an idea, and we exchange them, we both have two ideas. BLUE Ideas alone are not enough, content is the key to a good relationship. Blue is the color that represents Knowledge. I know that you know, you know that I know, now we have all the elements to go on and look for the rainbow.


EDITORIALE

VERDE Il Mondo ha bisogno di sapere ed è per questo che si condivide sapere. Il Verde è Condivisione. È in questa fase che nasce il senso della consapevolezza, che l’incontro con una persona che non conoscevi, la quale ha generato idee sostenute da una conoscenza approfondita dell’argomento, è interessante. GIALLO Io mi fido di te. È la frase che sogniamo di sentirci dire da chiunque, che sia un amico o il nostro partner. Il Giallo è la Fiducia. ARANCIONE Siamo arrivati al punto di non ritorno. Qui dove le relazioni finiscono ed i progetti falliscono, perché l’Arancione indica Azione ed è compito nostro, che ci stiamo incontrando, scegliere come proseguire una relazione che ci porterà a qualcosa di meraviglioso, l’arcobaleno. ROSSO Se faccio da solo mi perdo, soltanto insieme sarà un Successo. Successo è la definizione del colore Rosso, l’ultimo della scala dei colori, il risultato finale di un viaggio meraviglioso che ha saputo superare diffi­ denza e conoscenza, che mi ha portato a dare fiducia e consapevolezza nel condividere le idee ed i pensieri. Questa è la Potenza dell’Incontro, una bellissima ricerca dell’arcobaleno tra le persone, qualcosa di immaginabile e per nulla artificiale. L’incontro come un arcobaleno, raro, bello e reale. E la tecnologia, l’innovazione e il mondo iperconnesso non potranno mai cambiare il nostro arcobaleno, così come le emozioni umane, sono percettibili, sono decifrabili, sono comprensibili ma mai prevedibili. Citando Francesco Marconi, responsabile R&D del Wall Street Journal, l’Uomo è il più potente di tutti gli algoritmi ed è vero; come Marconi prima di lui Steve Jobs aveva espresso un concetto simile: “il Mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te”. Possiamo vivere in qualsiasi paese del Mondo, organizzare ogni nostra giornata al meglio delle nostre possibilità, immaginare di raggiungere traguardi complessi, ma non possiamo mai smettere di pensare che ogni giorno non sia un gran giorno per un nuovo incontro, perché anche noi, in piccolissima parte ed in ogni parte del Mondo, possiamo essere per un istante Agente 007.

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GREEN The world needs to know and that is why we share knowledge. Green is Sharing. It is at this stage that a sense of awareness is born, that the encounter with a person you did not know, who generated ideas supported by a thorough knowledge of the subject, is interesting. YELLOW I trust you. It is the phrase that we dream of being told by anyone, whether he is a Friend or our partner. Yellow is Trust. ORANGE We have arrived at the point of no return. This is where relationships end and projects fail, because the Orange indicates Action, and it is our task to choose how to pursue a relationship that will lead us to something wonderful, the Rainbow. RED If I do it alone I get lost, only together it will be a success. Success is the definition of the Red color, the last color of the color scale, the end result of a wonderful journey, which has been able to overcome distrust and knowledge, which has led me to give confidence and awareness in sharing ideas and thoughts. This is the Power of the Meeting, a beautiful search for the rainbow among people, something imaginable and not at all artificial. The meeting as a rainbow, rare, beautiful and real. And technology, innovation and the hyperconnected world will never be able to change our rainbow, just as human emotions are perceptible, decipherable, understandable but never predictable. Quoting Francesco Marconi, the Wall Street Journal’s R&D manager, man is the most powerful of all the algorithms, and it is true, and like Marconi, before him Steve Jobs had expressed a similar concept: “everything around you that you call ‘life’ was made up by people who were no smarter than you”. We could live in any country in the world, organize our every day to the best of our abilities, imagine reaching complex goals, but we can never stop thinking that every day is not a great day for a new meeting, because even we, in very small part and all over the world, can be Agent 007 for a moment.

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So cial I ntellig ence Luca Gua ltieri

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Fe de ri co Vozza

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Fa bi o de V isintini

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Fe de ri co G raziani

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Ugo Ge ri n i

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INTERVISTA A LUCA GUALTIERI

di/by FABIO DE VISINTINI

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DAT I PR EZIOSI C O M E E P Iù DEL DENARO Avidi fino a diventare spie o ladri

PRECIOUS DATA AS MONEY AND MUCH MORE Greedy until they become spies or thieves

LUCA GUALTIERI, 38 anni, lavora da 12 anni a Milano Finanza dove si occupa di banche e mercati. Ha seguito alcune delle principali vicende finanziarie degli ultimi anni da Montepaschi alle Banche Venete fino alle recenti vicende di Carige. Lo incuriosisce l'innovazione tecnologica con cui banche e giornali dovranno presto avere a che fare. E sarà una passeggiata.

Lo spionaggio romantico, militare o aziendale che sia, resta un soggetto da film d’azione. Oggi gli strumenti sembrano molto diversi e gli ultimi Jack Ryan, dopo Caccia a ottobre Rosso (Alec Baldwin) o Al vertice della tensione (Ben Affleck), per capirsi, fanno sempre parte della CIA, ma ora sono esperti di finanza. Al di là della finzione e il suo audience, cosa c’è di verosimile e quali sono gli scenari internazionali? Restando in campo cinematografico si potrebbe citare anche il bellissimo Snowden di Oliver Stone che racconta cosa sia diventato oggi lo spionaggio attraverso la storia di Edward Snowden. Non a caso, a livello di grande pubblico, il caso Snowden ha cambiato la prospettiva su temi come la privacy e l’uso dei big data. Vengo alla domanda. Lo spionaggio era ed è rimasto il controllo e la manipolazione dell’informazione. Quello che è cambiato radicalmente rispetto al passato è che oggi l’informazione è diventata una miniera sterminata e in Genius People Magazine

LUCA GUALTIERI, 38, I have been working for 12 years in Milano Finanza where I deal with banks and markets. I followed some of the main financial events of the last few years from Montepaschi to the Venetian banks up to the recent events of Carige. I'm curious about the technological innovation with which banks and newspapers will soon have to deal with. And it should be a breeze.

Whether romantic, military or corporate, espionage remains a subject of action movies. Today the instruments seem very different and the latest Jack Ryan, after Hunt in October Red (Alec Baldwin) or At the summit of tension (Ben Affleck), to understand each other, are always part of the CIA, but now they are financial experts as well. Beyond fiction and its audience, what is likely and what are the international scenarios? Remaining in the field of movies, we could also mention the beautiful Snowden by Oliver Stone which tells what espionage has become today through the story of Edward Snowden. Not surprisingly, for the public, the Snowden case has changed the perspective on topics such as privacy and the use of big data. I come to the question. Espionage was and remains the control and manipulation of information. What has changed radically with respect to the past is that today information has be-


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gran parte inesplorata: ogni giorno su Internet sono generati circa 3 quintilioni di byte, un numero a 18 cifre. Un altro numero: ogni giorno vengono inviate quasi 200 miliardi di email, mentre ai tempi di Mata Hari nell’intero Impero Britannico circolavano appena 3 miliardi di lettere all’anno.

come a vast and endless mine: every day on the Internet about 3 quintillion bytes, an 18-digit number, are generated. Another number: almost 200 billion emails are sent every day, while at the time of Mata Hari, in the entire British Empire there were just 3 billion letters circulating per year.

Chi mette le mani su questi dati? Per larghissima parte ancora nessuno. L’idea che ogni nostra mail possa essere intercettata per secondi fini è pura fantasia: l’80% dei dati prodotti quotidianamente sulla rete non viene analizzata semplicemente perché manca la capacità tecnologica per poterlo fare. È vero però che aziende e Stati stanno investendo parecchio per colmare questo gap. Il governo cinese ad esempio ha annunciato un piano di investimenti da 15 miliardi di dollari.

Who put their hands on this data? No one yet for a very large part. The idea that all our emails can be intercepted for ulterior motives is pure fantasy: 80% of data produced daily on the network is not analyzed, simply because there is a lack of technological capacity to do so. It is true, however, that companies and states are investing a lot in filling this gap. For example, the Chinese government has announced a $ 15 billion investment plan.

Controllare i dati è un problema geopolitico? Assolutamente sì. Pechino sta facendo un uso sempre più massivo delle nuove tecnologie, da un lato per aumentare i controlli sui propri cittadini in una sorta di Grande Fratello orwelliano e dall’altro per allargare la propria sfera d’influenza in Asia e non solo. Si stima che in Cina ci siano oggi 300 milioni di telecamere, quattro volte più che negli Usa, senza contare i i sistemi di vigilanza su Internet, sui cellulari o sulle autovetture.

Is data monitoring a geopolitical problem? Absolutely yes. Beijing is making a wide use of new technologies, on one hand to increase controls on its citizens in a sort of Orwellian Big Brother, and on the other one to expand its sphere of influence in Asia and beyond. It is estimated that today there are 300 million cameras in China, four times more than in the USA, without counting the surveillance systems on the Internet, on mobile phones or on cars.

Noi godiamo della Rete, ma lasciamo dietro a noi scie di dati che ci profilano con sempre maggiore perfezione. Lei ci ha raccontato con una battuta che, per una banca, farsi sottrarre i dati bancari è lo stesso che farsi scassinare ogni giorno! Come possiamo interpretare la boutade nella pratica quotidiana? Il sistema finanziario è certamente quello più attento al mondo dei big data e anche quello più esposto a fenomeni di furto e hackeraggio. Le cronache anche in Italia ci parlano di violazioni sempre più frequenti ai danni della clientela. Vuole un numero? Negli ultimi 18 mesi il sistema finanziario internazionale ha subito 3,5 miliardi di attacchi ai propri dati sensibili, un numero che non era mai stato così alto. Il problema si risolve alzando gli standard di sicurezza, ma anche educando la clientela a un utilizzo più consapevole dei nuovi canali digitali.

We enjoy the Net, but we leave behind us trails of data that profile us with ever-increasing perfection. You told us a joke that, for a bank, getting your bank details stolen is the same as getting cashed every day! How can we interpret la boutade in everyday practice? The financial system is certainly the most attentive to the world of big data and also the one most exposed to theft and hacking. Also in Italy the chronicles talk about more frequent violations against customers. Do you want a number? In the last 18 months the international financial system has suffered 3.5 billion attacks on its sensitive data, a number that had never been so high. The problem is solved by raising safety standards, but also by educating customers on a more conscious use of the new digital channels.

Il Presidente e creatore di Amazon ha dichiarato di ambire al 70% del commercio mondiale! La politica liberista degli ultimi cinquant’anni sta forse producendo, in piena contraddizione con il

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The president and creator of Amazon has declared that it aim to reach 70% of world trade! The liberal policy of the last fifty years is perhaps creating, in full contradiction with its principle, real monopolists (see also the various Google, Facebook or Microsoft): what should we

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INTERVISTA A LUCA GUALTIERI

suo principio, dei veri monopolisti (vedi anche i vari Google, Facebook o Microsoft): cosa dovremmo fare, visto che i regimi non hanno mai portato il bene della società? Il tema è centrale. Nelle nuove tecnologie stiamo assistendo alla nascita di multinazionali con un enorme potere di mercato che, in alcuni casi, tende al monopolio. Pensiamo ad Amazon che ha ormai una posizione dominante non solo nell’ecommerce, ma anche nella logistica e sta entrando con decisione in altri settori, compreso quello finanziario. Una posizione spesso acquisita con il predatory pricing, una pratica che consiste nel fissare prezzi artificialmente bassi per espellere dal mercato la concorrenza. Credo che l’unica possibile via d’uscita sia un intervento antitrust analogo a quello che all’inizio del Novecento spezzò il monopolio della Standard Oil di Rockefeller. Il problema è se la politica oggi abbia la determinazione e la forza per farlo. Il mondo allargato è un’opportunità per i mercati, ma poi bisogna avere una coscienza comune per salvarci da guerre nucleari o inquinamenti ambientali, cioè eventi globali di cui fatichiamo a conoscere le conseguenze e trovare rimedi. Sappiamo tenere in equilibrio il mondo finanziario? Vedo due problemi aperti per i prossimi anni. Nazioni non democratiche stanno acquisendo una palese supremazia in molti campi tecnologici, a partire proprio dall’uso dei big data. Sarà una mossa prudente per noi cittadini europei condividere le nostre informazioni sensibili con queste nuove superpotenze? O dovremmo porre dei paletti per proteggerci? Al momento il tema non è nemmeno oggetto di dibattito. Il secondo problema aperto riguarda la sempre maggiore autoreferenzialità dei colossi digitali americani che danno l’impressione di voler diventare degli stati nello stato con una propria economia, un proprio sistema di pagamento e perfino una propria valuta. È una deriva auspicabile? Mi limito a osservare che già oggi molti regolatori non nascondono la propria preoccupazione. Oggi si parla molto di paradigmi e Lei ha fatto cenno a nuove economie. Sui Bitcoin e le cripto valute in genere, aleggia una sorta di mistero, del quale si fa fatica ad avere chiarezza. È davvero un’innovazione accessibile o siamo di fronte ad un’altra manovra occulta, degna ispirazione di nuovi film? Quando vado al bar e pago un caffè con un euro, il barista accetta il mio euro perché ha fiducia in Genius People Magazine

do, given that the regimes have never brought the good out of society? The theme is central. With new technologies we are witnessing the birth of multinationals with enormous market power, which, in some cases, tends to monopoly. Let’s think of Amazon, which now has a dominant position not only in e-commerce, but also in logistics, and is strongly entering in other sectors, including the financial one. A position often acquired with predatory pricing, a practice which consists in setting artificially low prices to expel competition from the market. I believe that the only possible way out is an antitrust intervention, similar to the one that at the beginning of the twentieth century broke the monopoly of Rockefeller’s Standard Oil. The problem is whether politics today has the determination and strength to do so. The enlarged world is an opportunity for the markets, but it is also necessary to have a common conscience to save us from nuclear wars or environmental pollution, that is global events which we struggle to know the consequences of and find remedies to. Do we know how to balance the financial world? I see two open problems for the coming years. Undemocratic nations are acquiring a clear supremacy in many technological fields, starting from the use of big data. Will it be a prudent move for us, European citizens, to share our sensitive information with these new superpowers? Or should we put stakes to protect ourselves? At the moment the topic is not even the subject of debate. The second open problem concerns the increasing self-referentiality of the American digital giants, who give the impression of wanting to become states within the state with their own economy, payment system and even their own currency. Is it a desirable drift? I will limit myself to observing that today many regulators do not hide their concern. Today there is a lot of talk about paradigms and you have mentioned new economies. Over Bitcoins and crypto currencies in general, it is hovering a kind of mystery, which is difficult to understand. Is it really an accessible innovation, or are we facing another hidden maneuver, worthy inspiration for new films? When I go to the bar and pay for a coffee with a euro, the bartender accepts my euro because he trusts that currency. And he trusts it not because that piece of metal in and of itself has value, but because those who issue it, usually a state or a un-


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EULITERONEPA COLINOECSUO DNDECPOLMKJ AHTYDVENLOQ WEADOKIHEDG YHJIUVSWLJHE ACOIEVJLOJHV XCSDRHLPESU UNWERKNBTVC HCIYTEDMLPIU FAXZMNYEOPR TRWHUMPOIUN VESGHULIDESN

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INTERVISTA A LUCA GUALTIERI

quella valuta. E ha fiducia non perché quel pezzo di metallo in sé e per sé abbia un valore, ma perché chi lo emette, solitamente uno Stato o un’Unione di Stati, ha una credibilità economica e politica. Io Le domando: il suo barista si farebbe pagare con un bitcoin? Se la risposta è no, allora il bitcoin non è una valuta oppure è una pessima valuta. La mia opinione è che tutte le cripto valute altro non siano che una opaca bolla finanziaria gonfiata dall’enorme mole di liquidità che c’è oggi sul mercato. Pochi anni fa, l’Italia, in bilico per crisi mai superate, ha subito un attacco dai mercati finanziari: il tentativo di eliminare uno stato sovrano va interpretato come un atto di guerra, anche se non si sparge sangue per le strade? Sappiamo identificare i veri protagonisti dell’attacco? O, forse, la speculazione selvaggia non ha scrupoli e richiede le sue vittime? Quello del mercato finanziario come entità autonoma e complottara è un mito che spesso proprio la stampa ha alimentato. Non esiste il mercato, ma esistono milioni di soggetti che ogni giorno comprano e vendono titoli sulla base di aspettative giuste o sbagliate. Sull’Italia le aspettative erano e purtroppo in parte restano di un certo tipo e il famigerato Spread le rispecchia. Il dibattito, a mio modo di vedere, dovrebbe essere sulla fondatezza di quelle aspettative e sugli strumenti per correggerle. Quindi siamo tutti figli di 007, spregiudicati e pronti a premere un tasto (al posto di un grilletto, per fortuna) e comunque buoni emuli dei protagonisti di Wall Street, quelli dalla ricchezza (apparentemente) facile? Si può intervenire creando regole di maggiore sostenibilità globale? Dietro ogni tasto o grilletto premuto c’è sempre una responsabilità individuale a cui, da cronista, cerco sempre di risalire. Purtroppo nel dibattito di questi anni le responsabilità individuali vengono spesso annacquate in sovrastrutture astratte e spesso strampalate come la casta, i mercati, i poteri forti. E questo, oltre a inquinare il dibattito, finisce per farci perdere di vista il ruolo delle persone. Anche nella finanza la storia è fatta da persone. Ad esempio in questi ultimi anni in Italia si sta cercando di incoraggiare il whistleblowing, cioè la segnalazione di illeciti da parte di dipendenti di banche e assicurazioni. Sono scelte coraggiose che spesso aiutano a smascherare frodi o condotte illegali, ma di cui si parla ancora troppo poco. È più facile raccontare favole ed incassarne il dividendo politico. Genius People Magazine

ion of states, have economic and political credibility. I ask you: would your bartender get paid with a bitcoin? If the answer is no, then bitcoin is either not a currency or a bad currency. My opinion is that all the crypto currencies are nothing but an opaque financial bubble inflated by the enormous amount of liquidity on the market today. A few years ago Italy, which was hanging in the balance due to never overcome crisis, has suffered an attack from the financial markets: should the attempt to eliminate a sovereign state be interpreted as an act of war, even if blood does not spread through the streets? Can we identify the real protagonists of the attack? Or, perhaps, wild speculation has no qualms and requires its victims? That of financial market as an autonomous and plotting entity, is a myth that the press has often fed. There is no market, but there are millions of people who buy and sell securities every day based on right or wrong expectations. Italy’s expectations were, and unfortunately in part remain, of a certain kind and the infamous spread reflects them. The debate, in my opinion, should be based on the validity of those expectations and on the tools to correct them. So we are all sons of 007, unprejudiced and ready to press a key (instead of a trigger, thankfully) and anyway good emulators of the Wall Street protagonists, those with (apparently) easy wealth? Can we intervene by creating rules of greater global sustainability? Behind every key or trigger that has been pressed, there is always an individual responsibility which, as a reporter, I always try to trace. Unfortunately, in the debate of these years individual responsibilities are often watered down in abstract superstructures which are often weird, like the caste, the markets, the strong powers. And this, in addition to polluting the debate, ends up making us lose sight of the role of people. Even in finance, history is made by people. For example, in recent years in Italy, efforts have been made to encourage whistleblowing, that is, the reporting of offenses by employees of banks and insurance companies. Those are courageous choices that often help to unmask fraud or illegal conduct, but still too little has been said about it. It is easier to tell fairy tales and collect the political dividend.


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FEDERICO VOZZA

di/by FEDERICO VOZZA

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L A FAR N ESINA E IL SUO O PER AT O A L SERV IZIO D EL P U B B LICO E DELLA S I C U R EZ Z A NAZIONALE FARNESINA AND ITS ACTIVITY TOWARDS THE PUBLIC AND NATIONAL SECURITY

FEDERICO VOZZA nasce nel 1998. Studia Scienze Internazionali e Diplomatiche e parla tre lingue fluentemente. Si interessa di politica internazionale e di comunicazione diplomatica. È un grande appassionato di geopolitica dell'Asia e specialmente della storia socio-economica della Repubblica Popolare Cinese.

Sin dall’epoca dei cacciatori-raccoglitori, la sicurezza per la propria integrità è da sempre una delle esigenze primarie degli individui e delle comunità in cui si riuniscono, tanto che continua ad influenzare drasticamente il loro modo di pensare, di vivere e di organizzarsi. Un tempo i protagonisti sarebbero state le tribù, i clan o gli imperi, oggi, invece, la Comunità Internazionale è caratterizzata principalmente da Stati; non è affatto mutato, però, il loro compito fondamentale, senza il quale verrebbe meno la loro ragion d’essere: la tutela dei propri cittadini. Non di meno, un aspetto cruciale di questo processo risiede nelle relazioni con gli altri attori internazionali: infatti, assicurarsi stabilità e buoni rapporti con i propri vicini, sia fisicamente, sia economicamente (e la globalizzazione ha portato tutti ad “abitare nello stesso quartiere”), significa garantire benessere ai propri protetti. Per questa ragione, ogni Stato è dotato di un ente apposito, Genius People Magazine

FEDERICO VOZZA is born in 1998. He studies International and Diplomatic Studies and speaks three languages fluently. He is interested in international politics and in diplomatic communication. He is an enthusiast of Asian geopolitics and especially of the socio-economic history of the people's republic of china.

Since the hunters gatherers era, safety and security of individuals and of the communities in which they gather have always been one of their primary necessities, so that they continue to influence dramatically their mindset, their lifestyle and their way of grouping. Once, tribes, clans and empires would have been the protagonists, nowadays, instead, the International Community is mainly characterised by States; still, their fundamental purpose, without which they would lack of their raison d’être, has not mutated: to safeguard their own citizens. Nevertheless, a crucial aspect of this process lies in the relationships with the other international players: in fact, maintaining stability and good relations with your own neighbours, both physically and economically (and globalisation brought everyone to “live in the same neighbourhood”), means to ensure wealth to your own protégés. Hence, in each State there is a proper body, and in Italy that is the Ministry of Foreign Affairs and International


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che in Italia si configura come il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – MAECI, la cui sede è il palazzo della Farnesina a Roma. Ad oggi, l’azione del MAECI si inserisce in un contesto particolarmente delicato: le diverse crisi nell’area del Medio Oriente e del Nord Africa e la minaccia terrorista globale, così come i cambiamenti climatici, le competizioni commerciali tra le grandi potenze e le migrazioni hanno delle serie ripercussioni sulla vita dei cittadini italiani. Per questi motivi, è aumentata la “domanda” di Farnesina, il cui approccio alle relazioni internazionali si articola su più direzioni, sia nei metodi, sia nei contenuti. Infatti, i due principali binari riguardano i rapporti con gli Stati e i cittadini stranieri, che si sviluppano in sede bilaterale e multilaterale e quelli con i propri cittadini, in Patria e all’estero. Per ciò che riguarda i rapporti esteri, il ruolo chiave è ricoperto dalla rete diplomatica, che promuove e tutela la cultura e gli interessi italiani aldilà dei confini nazionali, sulla base di un approccio generalmente bilaterale. Nello specifico, è grazie alle Ambasciate, ai Consolati, alle Rappresentanze Permanenti (presso le organizzazioni internazionali) e agli Istituti Italiani di Cultura che la Farnesina dispone di importanti informazioni sui Paesi e sulle organizzazioni di riferimento. Esse riguardano gli elementi di maggiore interesse della situazione politica, ma anche di quella economica e sociale, favorendo una migliore comprensione del contesto internazionale. Un chiaro esempio sono i report pubblici disponibili sul sito www.infomercatiesteri.it, dove, grazie ad una analisi di ogni Stato che ospita una missione diplomatica italiana, chiunque, specialmente gli imprenditori, può conoscere il contesto politico, i settori economici più convenienti e fruttuosi e i maggiori rischi che il Paese analizzato presenta. Inoltre, anche le sedi multilaterali sono fondamentali per l’azione estera; non ultima, lo scorso 5 aprile i ministri degli esteri dei Paesi del G7 hanno approvato una dichiarazione congiunta per condannare la guerra civile in Libia sostenendo l’operato delle Nazioni Unite. Ciò dimostra l’estrema importanza delle organizzazioni e dei forum internazionali, che rappresentano delle occasioni per approfondire i temi su cui è necessario intervenire e per formulare delle strategie di indirizzo e di intervento insieme ad altri Stati. Anche se solo una dichiarazione, di fatto il documento costitui-

Cooperation (MAECI), whose headquarter is in the Farnesina palace in Rome. Nowadays, MAECI’s action develops in an extremely delicate context: the different crisis in the Middle East – North Africa region and the global terroristic threat, as climate change, trade wars among commercial powers and migrations has severe repercussions upon Italian citizens’ life. For these reasons, the “demand” of Farnesina increased, and its approach towards international relations is structured on multiple directions, both in methods and in contents. In fact, the two main paths concern the connections with States and foreign citizens, that can be developed bilaterally and multilaterally, and those with its citizens, both in their homeland and abroad. For what concerns the foreign relations, diplomacy plays a key role, for it promotes and safeguards Italian culture and interests beyond national borders, basing on a generally bilateral approach. To be more specific, it is thanks to Embassies, to Consulates, to Permanent Representations (in international organisations) and to the Institutes of Italian Culture that Farnesina dispose of important information about the considered Countries and organisations. This refers to the most interesting facts and events regarding politics, economy and society. For instance, on www.infomercatiesteri.it public reports are available, in which, thanks to the analysis of each State that hosts an Italian diplomatic mission, everyone, especially businessmen, can acknowledge the political environment, the most convenient and profitable economic sectors and the major risks that the Country evaluated presents. Moreover, also multilateral offices are fundamental for the external action: not the least, on last 5th April the ministers of foreign affairs from the G7 Countries signed a joint declaration to condemn the civil war in Libya, sustaining UN’s work. This proves the huge importance of international organisations and forums, which are occasions to analyse topics for which there must be an action and to formulate direction and intervention strategies, together with other States. Even if it is just a declaration, actually this paper represents a decisive step for the resolution of a crisis that has significant consequences on Italy’s security as well. Finally, the International Cooperation, founded on the activity of the Italian Agency for Cooperation and Development (AICS), a model adopted by the main European Countries and by the USA, is an essential part of Italian foreign policy. In particular, AICS’ workers actively operate in the beneficiary

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sce un passo avanti decisivo per la risoluzione di una crisi che ha pesanti conseguenze anche sulla sicurezza dell’Italia. Infine, parte integrante e qualificante della politica estera italiana è rappresentata dalla Cooperazione Internazionale, basata sull’attività dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo – AICS, un modello presente in tutti i principali Paesi europei e negli USA. Nella fattispecie, i cooperanti dell’AICS intervengono attivamente negli Stati beneficiari per implementare lo sviluppo socioeconomico delle comunità in questione, ad esempio con progetti agro-industriali differenti a seconda del territorio e delle loro esigenze, per ridurre le disuguaglianze e per affermare dei diritti umani e della dignità degli individui. Prova ne è la spedizione umanitaria giunta al porto di Tripoli il 10 settembre scorso, composta da oltre 10 tonnellate di farmaci e materiale medico-sanitario di emergenza, destinata alla popolazione libica vittima della guerra civile in corso. L’impegno attivo della Farnesina, tuttavia, si rivolge alla tutela dei cittadini anche in modo diretto poiché esso si fonda su una comunicazione con il pubblico costante, facilitata dalla praticità dei Genius People Magazine

States to improve the socio-economic development of the considered communities, for example with agro-industrial projects which differ according to the land and to their needs, to reduce inequalities and to endorse individuals’ human rights and dignity. An evidence is given by the humanitarian shipping arrived in Tripoli on last 10th September, which consisted of more than 10 tons of medicines and emergency health materials, destined to the Libyan population victim of the current civil war. However, Farnesina’s active effort foster its citizens protection also directly, because it is based on a persistent communication with the public, enhanced by the convenience of social networks and of institutional platforms of the ministry. In fact, not only let these spaces to the ministerial and the diplomatic offices to advertise, beyond specific events or anniversaries, employment and study opportunities abroad and to offer juridical and administrative assistance. Actually, today MAECI invests specially on prevention, involving citizens as active part of their own safety. As a matter of fact, it is sufficient to have a smartphone or a computer and anyone who is or is going to travel out of Italy can access the services


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social network e delle piattaforme istituzionali del ministero. Infatti, questi spazi non solo permettono agli uffici ministeriali e diplomatici di condividere, oltre ad eventi particolari e ricorrenze, opportunità di studio e di lavoro all’estero e di offrire assistenza giuridico-amministrativa. Anzi, ad oggi il MAECI investe soprattutto sulla prevenzione, coinvolgendo il cittadino come parte attiva della sua sicurezza. Infatti, basta avere uno smartphone o un computer e qualsiasi persona che si trova o sta per viaggiare fuori dall’Italia può accedere ai servizi compresi nell’app ufficiale “Unità di Crisi”. In primo luogo, con “Viaggiare Sicuri” si è in grado di tenersi aggiornati sul Paese interessato, in maniera simile a come accade con i report già presentati, sulle sedi diplomatiche ivi dislocate e sui requisiti giuridici e sanitari per entrarvi (come i tipi di patente di guida validi o le vaccinazioni necessarie). In secondo luogo, sul portale “Dove siamo nel mondo” si può registrare (azione fortemente consigliata per ogni viaggio) la natura e i motivi della propria permanenza fuori dai confini nazionali, per tenere informato il ministero contro qualsiasi emergenza. Dunque, il lavoro della Farnesina per la sicurezza nazionale segue il binario di un approccio estensivo, superando il solo ambito della sicurezza fisicoterritoriale (garantita in ultima istanza dalle Forze Armate e dalle Forze dell’Ordine). In realtà, preservare i buoni rapporti e la stabilità con il proprio vicinato significa mirare a neutralizzare le potenziali minacce che possono emergere nelle diverse arene. Significa poter evitare l’applicazione di barriere doganali sui nostri commerci internazionali, oppure essere in grado di assicurare una fornitura energetica per il nostro Paese, o ancora avere la possibilità di tutelare gli usi e i costumi delle minoranze italiane all’estero. Concludendo, il modo di tessere e mantenere i rapporti e la loro natura, con i suoi interlocutori internazionali e domestici permette a tutto il personale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale non solo di esportare l’Italia nel mondo, sua principale missione, ma anche di avere una ingente influenza sulla vita quotidiana dei cittadini. È vero, però, che spesso nel dibattito pubblico nazionale prevale la cronaca politica interna. Ciònonostante, l’operato del ministero al servizio della nostra comunità-Stato e degli individui che ne fanno parte rimane assiduo e in continua evoluzione, preparandosi per le sfide del mondo di domani.

included in the official app “Unità di Crisi”. Firstly, with “Viaggiare Sicuri” it is possible to keep up to date with the Country evaluated, similarly as it happens with the reports already explained, with the diplomatic offices located there and with the juridical and sanitarian requirements to enter there (like the valid types of driving licence or the mandatory vaccinations). Secondly, on the portal “Dove siamo nel mondo” it is possible to register (highly recommended by the ministry) the features and the reasons of the stay outside the national boundaries, to keep informed the ministry against any urgency. Therefore, Farnesina’s work for national security follows the path of an extensive approach, overcoming the mere field of the physical and territorial safety (guaranteed eventually by the Armed Forces and by the Police). Actually, preserving good relations and stability with your own neighbourhood means aiming to neutralise the potential threats which can emerge in different areas of interests. It means having the chance to avoid the application of customs tariffs on our international trades, or being able to ensure an energy supply to our Country, or even having the opportunity to safeguard the traditions of Italian minorities abroad. Concluding, the way of establishing and maintaining ties, and their features, with its international and domestic interlocutors permit the department of the Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation not only to export Italy all over the world, its primary mission, but also to have a huge influence on citizens’ daily life. It is true, though, that often news of interior politics dominate the national public debate. Nonetheless, the ministry’s activity towards our community-State and the individuals who belong to it remains persistent and in stable evolutions, preparing for the tomorrow’s world challenges.

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di/by FABIO DE VISINTINI

INTERVISTA A VEIT HEINICHEN

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i n ter es si occulti e p o ter i paralleli

HIDDEN INTERESTS AND PARALLEL POWERS

VEIT HEINICHEN è nato in Germania, vicino ai confini con Francia e Svizzera. Ha raccolto esperienze plurime in quattro paesi europei. Laureato in economia, ha lavorato alla direzione generale della Mercedes prima di diventare editore a livello internazionale e poi scrittore. I suoi romanzi sono pubblicati in 11 lingue e in italiano dalla casa editrice Edizioni E/O, ricevendo numerosi premi internazionali. La tv tedesca ne ha prodotto una serie di fiction di successo. In febbraio 2020 uscirà il thriller Borderless.

Lei ha scritto una fortunata serie di romanzi noir d’invenzione, ma le è riconosciuta una grande e appassionata preparazione sugli argomenti di cui tratta. Quando parla di spionaggio internazionale, traffici illeciti, malavita organizzata, le sue fonti sono storiche, plurime ed è facile immaginare che esista una realtà ben poco dissimile da quella dei suoi racconti. Tuttavia, per ovvi motivi, resta un mondo occulto, di cui raramente e nel tempo si conoscono alcuni dettagli. Genius vuol provare a infrangere il tabù e approfondire il tema dell’intelligence: a che punto siamo? Oggi tutto è cambiato, lo sappiamo bene, dai tempi di 007, della Minox per i microfilm e dalla Guerra Fredda classica. Churchill sancì la Cortina di Ferro, da Stettino nel Baltico a Trieste sull’Adriati-

VEIT HEINICHEN was born in Germany, near the borders with France and Switzerland. He has collected multiple experiences in four European countries. He graduated in economics and worked in Mercedes general management, before becoming an international publisher and then a writer. His novels are published in 11 languages and in Italian by Edizioni E / o, and have received numerous international awards. German TV has produced a series of successful fictions. In February 2020 the thriller Borderless will be released.

You have written a successful series of noir novels of invention, but you are also known for having a great and passionate preparation on the subjects you are dealing with. When you talk about international espionage, illicit trafficking, organized crime, your sources are historical and plural, so it is easy to imagine that there is a reality dissimilar to that of your stories. However, for obvious reasons, it remains a hidden world, of which some details are known rarely and over time. Genius wants to try to break the taboo and deepen the theme of intelligence: where do we stand? Today everything has changed, we know it well, since 007, since Minox for microfilms and since the classic Cold War. Churchill sanctioned the Iron Curtain, from Szczecin in the Baltic to Trieste on the

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INTERVISTA A VEIT HEINICHEN

co e lo spionaggio dei due blocchi, capitalista e comunista, ruotava attorno a quel confine blindato.

Adriatic, and the espionage of the capitalist and communist blocs revolved around that armored border.

E infatti lei ha lasciato la Germania per stabilirsi a Trieste… A Trieste c’è sempre stato contrabbando di armi e soldi, poi il crimine organizzato come a Tangeri, Berlino, Vienna, Istanbul. Ci dovrebbero esser stati perfino 9 agenti della Stasi - DDR! E se è vero, saranno stati quasi sicuramente dei triestini. Per non dimenticare Stay-behind / Gladio e i forti contrasti tra titini e stalinisti. Oggi i blocchi non esistono più e il nuovo galateo delle intelligence insegna che tutti spiano tutti, anche all’interno delle organizzazioni: alleato o amico non è importante. Il Mossad di Netanyahu spia da anni le telefonate di Trump e i Servizi americani il governo tedesco? È possibile anche se sembra assurdo. Lo spionaggio è per lo più telematico e, di nuovo, tutti ascoltano tutto e tutti. Con il grande orecchio, Echelon, si ha la capacità di ascoltare nel buio più buio del mondo per carpire informazioni. Qualsiasi cittadino, senza essere cosciente dice cose che l’Occhio e l’Orecchio di chi spia connettono per vigilare. E grazie a software ipersviluppati non è difficile aggregare la moltitudine di info per trarne qualcosa di utile.

You have indeed left Germany to settle in Trieste ... In Trieste there has always been smuggling of weapons and money, then organized crime as in Tangier, Berlin, Vienna, Istanbul. There should even have been 9 Stasi agents - GDR! And if it is true, they were almost certainly from Trieste. Not to forget Stay-behind / Gladio and the strong contrasts between Tito’s and Stalinist supporters. Today, blocks no longer exist and the new intelligence etiquette teaches that everyone spies on everyone, even within organizations: ally or friend is not important. Has Netanyahu’s Mossad been spying on Trump’s phone calls and have the American services spied on the German government for years? It is possible even if it seems absurd. Espionage is mostly telematic and, again, everyone listens to everything and everyone. With the big ear, Echelon, you have the ability to listen in the darkest darkness of the world to steal information. Any citizen, without being aware, says things that the Eye and the Ear of whomever spies connect to watch. Thanks to overdeveloped softwares, it is not difficult to aggregate the multitude of info to get something useful out of it.

Lo spionaggio ci ha regalato decenni di film d’avventura, di eroi come 007, ma oggi come funziona? I governi tendono a delegare queste funzioni a organizzazioni parastatali che quindi dipendono da loro, ma godono di ampia autonomia. La cosa importante è lo spirito che anima queste organizzazioni, cioè la consapevolezza che resisteranno più a lungo del governo che vige in quel momento. Ho studiato, per il mio ultimo libro Borderless (in uscita a febbraio), il comportamento del Parlamento tedesco verso i propri Servizi Segreti, arrivando alla conclusione che stanno cercando di controllarne le attività, senza però riuscirci! Sono i Servizi a decidere quali segreti o attività verranno rese pubbliche, non l’Istituzione. Le organizzazioni si fanno scudo affermando con fierezza in Parlamento che proteggono preziosi segreti di Stato, quindi “tu Deputato cosa vuoi? sei pure di passaggio…” Finiscono sempre così le indagini del Parlamento, in Germania come altrove. Allora quanto vale ancora la Costituzione di uno stato democratico?

Espionage has given us decades of adventure films, of heroes like 007, but how does it work today? Governments tend to delegate these functions to parastatal organizations which therefore depend on them, but enjoy wide autonomy. The important thing is the spirit that animates these organizations, which is the awareness that they will last longer than the current government. I studied, for my last book Borderless (to be released in February), the behavior of the German Parliament towards its own secret services, and I came to the conclusion that they are trying to control its activities, without succeeding! It is the Services that decide which secrets or activities will go public, not the Institution. The organizations retreat by stating proudly in Parliament that they protect precious state secrets, so “what do you want Deputy? you are also just passing through ... “ Thus the investigations of the Parliament always end up like this, in Germany as elsewhere. So how much is the establishment of a democratic state still worth?

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Veit Heinichen (foto Massimo Goina)

Ci torna alla mente lo 007 Skyfall, quando M riferiva alla commissione parlamentare, subendo critiche di vetustà e inefficienza: M disse che “non sappiamo più chi sono i nostri nemici… Il nostro mondo non è più trasparente ora, è più opaco, è nelle ombre che dobbiamo combattere”. La scena successiva mostrò che aveva ragione… Cosa si spia, qual è l’interesse? Oggi si è indirizzati verso lo sviluppo tecnologico e finanziario. Il fattore economico ha superato quello militare di un tempo. Gli hacker statali possono perfino influenzare l’andamento di intere economie o delle borse, sono anche in grado di influenzare parzialmente le elezioni di altri stati.

The 007 Skyfall comes to mind, when M was referring to the parliamentary committee, suffering criticism of age and inefficiency: M said that “we no longer know who our enemies are ... Our world is no longer transparent now, it is more opaque, it is in the shadows that we have to fight “. The next scene showed he was right ... What is spying on us, what’s the interest? Today we are moving towards technological and financial development. The economic factor has exceeded the military one of the past. State hackers can even influence the performance of entire economies or stock exchanges; they are also able to partially influence the elections in other states.

Spionaggio e Business gestito da organizzazioni parastatali. Qual è il confine che separa l’intelligence dai traffici illeciti internazionali? Chi controlla il budget che hanno a disposizione? Se non è trasparente e controllato dal Parlamento si spalanca la possibilità di progettare affari loschi, a loro volta senza controllo. A quel punto si possono trattare droghe, persone, valute, armi o tecnologia. Il gioco è semilegittimo perché il mandante è un Governo, ma chi agisce non è controllabile.

Spying and Business managed by parastatal organizations. What is the border that separates intelligence from international illicit traffic? Who controls the budget they have at their disposal? If it is not transparent and controlled by Parliament, the possibility of designing shady deals opens up, without control. Then you can treat drugs, people, currencies, weapons or technology. The game is semi-legitimate, because the principal is a Government, but the one who acts is not controllable.

Sembra una funzione potenzialmente pericolosa… Con le informazioni distorte o dettate da interessi particolari si possono influenzare capi di governo

It seems a potentially dangerous function ... With twisted information or dictated by special interests, government leaders can be influenced and

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INTERVISTA A VEIT HEINICHEN

e gli esempi li abbiamo. Le info mirate, come nel caso dell’Iraq e la costruzione della bomba atomica, nota “bufala” artatamente costruita, hanno portato alle guerre del Golfo. Ma prima la Baia dei Porci a Cuba che inguaiò Kennedy o l’incidente del Golfo di Tonchino che mandò gli USA di Johnson in guerra con il Vietnam del Nord. Tutte info deviate che portarono a scelte di Stato sciagurate. Poi dobbiamo chiederci “chi” recluta “chi” per fare spionaggio. Nazionalisti o democratici, criminali, falchi o estremisti? È probabile che si selezionino e si eleggano tra di loro. Ho avuto modo di conoscerne alcuni. Hanno la possibilità di fare politica fuori dal Parlamento eletto in modo democratico. Ma allora i servizi segreti a cosa servono veramente? Questa è la vera domanda. Se abbiamo creato strumenti che non sappiamo controllare e gestire, a cosa ci servono? Nella realtà sono loro a decidere il motivo per cui abbiamo bisogno di loro. Perché creano la possibilità di esistere anche domani? Ho imparato già all’università che questo fa parte di ogni organizzazione che venga fondata per puntare a qualsiasi obiettivo. Quando questo viene raggiunto, l’organismo si crea un altro obiettivo per garantirsi il lavoro in futuro. Psicologia dell’organizzazione. Ancora una domanda che allarga un po’ il tema. Non ha l’impressione che il mondo si sia allargato troppo e gli umani, per DNA e cultura, non si sono evoluti abbastanza per saperlo gestire con le infinite complessità che restituisce? Il mondo è sempre quello e anche gli uomini sono sempre quelli. Se si studia l’antica Grecia, si trovano gli stessi comportamenti. La questione è l’Essere Umano con la sua coscienza e la sua conoscenza. Se diventi preda di qualsiasi notizia senza volerla approfondire, allora il mondo è troppo grande, ma lo sarebbe già solo con la cronaca locale. La notizia ha sostituito l’approfondimento. Oggi ci si appoggia troppo sul “sentito dire”. Tutti sono esperti in qualsiasi ambito, visto che ricevono notizie da Facebook, Twitter, dagli Amici di Maria o da Barbara D’Urso… Le chiacchiere prevalgono sul sapere, che richiede preparazione, discernimento e soprattutto il sacro dubbio.

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examples are given. The targeted info, as in the case of Iraq and the construction of the atomic bomb, known as an artificially constructed “hoax”, which led to the Gulf wars. But first the Bay of Pigs in Cuba, which crippled Kennedy or the Gulf of Tonkin incident, that sent Johnson’s US to war with North Vietnam. All diverted info that led to unfortunate state choices. Then we have to ask “who” recruits “who” to do espionage. Nationalists or Democrats, criminals, hawks or extremists? They are likely to be selected and elected among themselves. I got to know some of them. They have the possibility of doing politics outside the democratically elected Parliament. But then what are the secret services really for? This is the real question. If we have created tools that we cannot control and manage, what do we need them for? In reality it is them who decide why we need them. Why do they create the possibility of existing even tomorrow? I have already learned at the university that this is part of every organization that is founded to aim at any goal. When this is achieved, the body creates another goal to secure the job in the future. Organizational psychology. Another question that broadens the theme a bit. Don’t you have the impression that the world has expanded too much and humans, for DNA and culture, have not evolved enough to know how to manage it and its infinite complexities? The world is always the same and men are always the same. If you study ancient Greece, you will find the same behaviors. The question is the human Being with his conscience and his knowledge. If you become prey to any news without wanting to know more about it, then the world is too big, but that would already be the case with just local news. News replaced the further deepening. Today we lean too much on the “hearsay”. Everyone’s an expert in any field, since they receive news from Facebook, Twitter, from Amici of Maria or from Barbara D’Urso ... Small talk prevails over knowledge, which requires preparation, discernment and, above all, the sacred doubt.


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INTERVISTA A MARIO CALIGIURI

di/by FEDERICO GRAZIANI

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Lo 007 d el n u ovo m illennio è u n n er d THE 007 OF THE NEW MILLENNIUM IS A NERD

“Oso dire che faccio molti più danni io con il mio portatile in pigiama seduto davanti alla prima tazza di Earl Grey di quanti ne fai tu in un anno sul campo”. Citando una risposta tagliente del giovane Q al più famoso James Bond, in Skyfall, MARIO CALIGIURI descrive lo 007 del nuovo millennio. Un nerd? “Sì. Nonostante ogni tanto ci sia bisogno anche del Bond tradizionale, l’agente di cui non si può più fare a meno è proprio Q”. Caligiuri è il direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, primo esempio italiano di un corso di questo tipo e tra le sue pubblicazioni c’è anche Cyber Intelligence. Tra libertà e sicurezza.

La terza guerra mondiale si combatterà nel cyber spazio? Al giorno d’oggi l’intelligenza artificiale ha un ruolo determinante in molti campi. Le fabbriche sono sostituite dai robot. I bombardamenti si fanno con i droni. Sul web ci sono gli hacker. L’economia, la politica, l’educazione, tutti gli ambiti della nostra vita si sono ormai trasferiti nella dimensione cyber. La democrazia è un sistema dove tutto è virtuale e dove le persone sono destinate all’irrilevanza. L’Intelligence stessa si è spostata anche nel cyber, ma per ancorare le persone alla realtà. Genius People Magazine

"I dare to say that I do a lot more damage with my laptop in my pajamas sitting in front of the first Earl Gray cup, than you do in a year on the field." By quoting a sharp response from the young Q to the most famous James Bond, in Skyfall, MARIO CALIGIURI describes the 007 of the new millennium. A nerd? "Yup. Despite the fact that sometimes there is also a need for the traditional Bond, the agent of which you can no longer do without is precisely Q”. caligiuri is the director of the Master in Intelligence of the university of calabria, the first Italian example of a course of this type, and among his publications there is also Cyber Intelligence. Between freedom and security.

Will World War III be fought in cyber space? Nowadays artificial intelligence has a decisive role in many fields. Factories are replaced by robots. Bombing is done with drones. There are hackers on the web. Economy, politics, education: all these areas of our lives have now moved into the cyber dimension. Democracy is a system where everything is virtual and where people are destined for irrelevance. Intelligence itself has also shifted to cyber, but to anchor people to reality.


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Caligiuri è il direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, primo esempio italiano di un corso di questo tipo e tra le sue pubblicazioni c’è anche Cyber Intelligence. Tra libertà e sicurezza.

Caligiuri is the director of the Master in Intelligence of the University of Calabria, the first Italian example of a course of this type, and among his publications there is also Cyber Intelligence. Between freedom and security.

In che senso? L’intelligenza artificiale rischia di schiacciare l’uomo. L’Intelligence deve aiutarlo a rimettersi al centro dell’universo. La ricetta giusta è stata proposta dal Mossad, i Servizi israeliani, che stanno assumendo hacker per catturare le informazioni sul web e laureati in filosofia per interpretarle. In quella zona del mondo capire un’informazione prima o dopo fa la differenza tra la vita e la morte.

What do you mean? Artificial intelligence is likely to crush man. Intelligence must help him get back to the center of the universe. The right recipe was proposed by Mossad, the Israeli services, which are hiring hackers to capture information on the web and graduates in philosophy to interpret them. In that area of ​​the world, to understand an information before or after, it makes the difference between life and death.

Com’è cambiato lo spionaggio dopo la caduta del Muro di Berlino? Dal 1989 a oggi possiamo individuare tre fasi. La prima ha avuto la sua fine nel 2001. Era un’intelligence orientata sullo spionaggio economico. Durante la Guerra fredda, gli Stati Uniti e i suoi alleati crearono il sistema di intercettazioni satellitari Echelon, per controllare le comunicazioni oltre la Cortina. Caduto il muro, il sistema rimase in piedi e spostò i suoi occhi verso le grandi aziende, per carpirne i segreti e per proteggere quelle occidentali. Questa esperienza si scontrò contro le Torri Gemelle. L’11 settembre 2001 segnò il fallimento dell’Intelligence mondiale e aprì una seconda fase, caratterizzata dalla ricerca di informazioni non in senso predittivo ma confermativo. Non si cercava di anticipare i fenomeni, ma di confermare tesi e giustificare una politica, la politica dell’intervento militare in Medio Oriente. L’obiettivo era la costruzione di prove false, come ammesso qualche anno fa dall’ex premier britannico Tony Blair, per

How has espionage changed since the fall of the Berlin Wall? Since 1989 to the present time, we can identify three phases. The first came to an end in 2001. It was intelligence focused on economic espionage. During the Cold War, United States and its allies created the Echelon satellite tapping system, to control communications beyond the Curtain. When the wall fell, the system stayed standing and moved its eyes towards big companies, to snatch their secrets and to protect the western ones. This experience collides with the Twin Towers. September 11, 2001, marked the failure of world intelligence and opened a second phase, characterized by the search for information not in a predictive sense but in a confirmatory sense. No attempt was made to anticipate phenomena, but to confirm thesis and justify a policy, the policy of military intervention in the Middle East. The goal was the construction of false evidence, as admitted a few years ago by former British prime minister Tony Blair, to

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INTERVISTA A MARIO CALIGIURI

convincere l’opinione pubblica della necessità della guerra in Iraq.

convince public opinion of the need for the war in Iraq.

Quando si passa alla terza fase? Come con l’11 settembre, anche per l’avvio della terza fase c’è una data precisa. È il 7 gennaio 2015. Quel giorno un gruppo di uomini armati di mitra entrò nella redazione parigina della rivista satirica Charlie Hebdo e uccise dodici persone. Erano affiliati ad Al-Qaeda. La storia dell’Intelligence cambiò ancora e diventò lo strumento della democrazia per proteggerci dal terrorismo. E in effetti pare che abbia funzionato dato che negli ultimi tempi l’azione terrorista si è ridotta di molto. Non a caso escono spesso notizie relative ad attentati sventati.

When do we move to the third phase? As with September 11th, there is a precise date also for the start of the third phase. It is January 7, 2015. On that day, a group of gunmen entered the Parisian editorial office of the satirical magazine Charlie Hebdo and killed twelve people. They were affiliated with Al-Qaeda. The history of intelligence changed again and became the instrument of democracy to protect us from terrorism. Indeed, it seems to have worked, considering that in recent times the terrorist action has been greatly reduced. Not surprisingly, news about foiled attacks come out often.

E l’Isis come sfrutta l’Intelligence? Le organizzazioni terroristiche si muovono quasi esclusivamente sulla base di Intelligence, attraverso una rete di informazioni coperte. Stiamo parlando di un’organizzazione nata prima sul web e poi sul territorio. Anche oggi, mentre perde quota sul territorio, sta allo stesso tempo mantenendo, se non aumentando, la sua presenza sul web. In Europa c’è un’Intelligence comune? Di base ognuno fa per sé. Poi, certo, c’è uno scambio parziale di informazioni, principalmente legate alle cellule terroristiche. Però le notizie di Intelligence sono riservate a livello nazionale. Le informazioni sono l’asset più prezioso di cui uno Stato dispone. In Europa i Paesi sono alleati, ma restano tutti in competizione tra di loro. La Relazione sulla Politica dell’Informazione per la Sicurezza 2018 dice che tra il 2017 e il 2018 gli attacchi al settore pubblico in Italia sono quintu-

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And how does ISIS exploit intelligence? Terrorist organizations move almost exclusively on the basis of intelligence, through a network of covered information. We are talking about an organization born first on the web and then on the territory. Even today, while it is losing support in the territory, it is at the same time maintaining, if not increasing, its presence on the web. Is there common intelligence in Europe? Basically everyone does it for himself. Then, of course, there is a partial exchange of information, mainly related to terrorist cells. But intelligence news is reserved nationally. Information is the most valuable asset a state has. In Europe, countries are allies but they all remain in competition with each other. The 2018 Report on Information Security Policy says that the attacks on the public sector in Ita-


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plicati e che le minacce sono rappresentate il più delle volte da gruppi indirizzati e finanziati da apparati stranieri. Cosa significa? Significa che gli amici non sono sempre alleati e che gli alleati non sono sempre amici. Si tratta di attacchi per interposta persona. È chiaro che la sfida tra Paesi è sul piano economico e su quello culturale e che si fa attraverso il web. Ogni informazione acquisita ai rivali è oro. Forse un giorno il rating di uno Stato verrà valutato anche in base alla sicurezza informatica che può garantire ai suoi cittadini e alle sue amministrazioni. L’Intelligence può anche diventare la miccia di un caso politico. Lo abbiamo visto negli Stati Uniti, dove uno 007 americano ha rivelato informazioni riservate mettendo il suo presidente Trump a rischio impeachment. È giusto che, per senso etico o per vantaggio politico, le spie si scaglino contro i loro stessi governi? Bisogna inserire il fatto nel suo contesto. E il contesto di riferimento è la lotta senza quartiere per accaparrarsi la carica più importante del mondo, la presidenza degli Stati Uniti d’America. In questo ambito tutto è possibile. Poi ci stiamo riferendo al mondo statunitense, che vive di due aspetti. Da un lato la strategia dello scandalo portata avanti per sottrarre credibilità all’avversario. Dall’altro una fortissima componente paranoica che fa vedere complotti ovunque. Comunque non è detto che questo Ucrainagate sia così deleterio per Trump che probabilmente il voto dell’anno prossimo lo vincerà di nuovo. Gli indicatori in questo senso sono due: l’economia e l’occupazione. Entrambe stanno salendo trainando tutto il resto. Se si mantengono alte per altri dodici mesi Trump vince le elezioni. 007 o non 007.

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ly have quintupled between 2017 and 2018. And that the threats are most often represented by groups addressed and financed by foreign apparatus. What does it mean? It means that friends are not always allies and that allies are not always friends. These are third party attacks. It is clear that the challenge between countries is economic and cultural, and that it is done through the web. Any information acquired by rivals is gold. Perhaps one day the rating of a State will also be evaluated based on the information security it can guarantee to its citizens and its administrations. Intelligence can also become the fuse of a political case. We saw it in the United States, where an American 007 revealed confidential information that put president Trump at impeachment risk. Is it fair, by ethical sense or political advantage, that spies rail against their own governments? The fact must be contextualized. And the context of reference is the resolute struggle to grab the most important office in the world, the presidency of the United States of America. Everything is possible in this area. We are referring to the American world, which lives on two aspects. On one hand the strategy of scandal, carried out to steal credibility from the adversary. On the other hand, a very strong paranoid component, which shows conspiracies everywhere. However, this Ucrainegate might not be so deleterious to Trump, who will probably win the office again next year. There are two indicators in this regard: economy and employment. Both are going up, driving everything else. If they will stay high for another twelve months, Trump wins the elections. With or without 007.

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FEDERICO GRAZIANI

di/by FEDERICO GRAZIANI

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L O S P IO N AG G IO SM ART PHONE D O P O L E R IV ELAZIONI DI SNOWDEN SMARTPHONE ESPIONAGE AFTER SNOWDEN’S REVELATIONS

FEDERICO GRAZIANI nasce a Rimini nel 1994 e si trasferisce a Milano sette anni dopo, perdendo tristemente l'accento romagnolo. Si laurea in Lettere alla Statale del capoluogo lombardo, poi si addentra nel mondo dell'informazione attraverso il master in giornalismo Iulm. Dopo uno stage semestrale a Tgcom24, diventa giornalista professionista e continua a collaborare con alcune realtà della galassia Mediaset.

“Il mio telefono crede che io sia un appassionato di pesca d’altura”. Esordisce così un collega che non vedevo da tempo ma che ricordavo essere più poltronaro che sportivo, e tantomeno pescatore. “Ne è talmente convinto che da una settimana mi inonda di minispot e banner in cui mi propone ganci, esche e divergenti. Pare che questi ultimi siano molto utili per gettare in acqua più canne contemporaneamente ma fino a sette giorni fa non avevo la minima idea della loro esistenza. Né dell’esistenza della pesca d’altura. E sai cosa? Non ho neanche mai cercato su internet qualcosa di simile”. Inizialmente non ci faccio molto caso. Ma poi aggiunge: “Qualche giorno fa, però, un amico mi ha raccontato che da piccolo suo nonno lo portava in mare aperto a caccia di grossi tonni. La conversazione è stata subito rimossa dal mio cervello ma evidentemente non dal mio telefono”. Istintivamente gli Genius People Magazine

FEDERICO GRAZIANI was born in rimini in 1994 and moved to Milan seven years later, sadly losing his romagna accent. He graduated in Literature from the State university of the Lombard capital, then entered the world of information through the master's degree in journalism at Iulm. After a six-month internship at Tgcom24, he becomes a professional journalist and keeps on collaborating with some business realities in the Mediaset galaxy.

“My phone believes I am a deep-sea fishing enthusiast.” Thus begins a colleague whom I had not seen for some time, one who I remember being more lazy than sporty, and even less a fisherman. “He is so convinced that for a week I have been showered with ads and banners in which he offers me hooks, lures and divergents. It seems that the latter are very useful for throwing more rods into the water at the same time, but up until seven days ago I had no idea of their existence. Nor of the existence of deep-sea fishing. And you know what? I never even looked for something like this on the internet. “ Initially I don’t pay much attention to it. But then he adds: “A few days ago, however, a friend told me that when he was little his grandfather would take him out to hunt big tuna. The conversation was immediately removed from my brain, but evidently not from my phone. “ I instinctively


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rido in faccia. Sta dicendo che il suo telefono lo ascolta. Impossibile, penso. Poi mi vengono in mente due cose: un informatico statunitense e una serie dedicata a un gruppo di ladri spagnoli. Ma partiamo da un dato di fatto. Gli smartphone moderni sono dotati di assistente vocale, che interviene per esaudire (più o meno) tutte le nostre richieste non appena chiamati in causa. Sentono il comando predefinito e si attivano. La conseguenza immediata è che dovrebbero essere sempre in ascolto di ciò che diciamo, pronti ad accendersi sentendo le parole chiave. La conseguenza successiva è che, se collegati a una rete, gli smartphone potrebbero trasformarsi in cimici a costo zero per chi volesse violarli. Quindi ci ascoltano? Il sillogismo non è così immediato, anche perché quella del mio collega potrebbe essere semplice suggestione. Tuttavia, circa sette anni fa è stato aperto un vaso di pandora. Tale scoperchiamento ha portato alla luce un sistema di sorveglianza globale che ha dato il via a un percorso di maggiore consapevolezza sulla privacy. Nel 2013, dicevamo, entrò in gioco il citato informatico statunitense. Edward Snowden è un analista che lavorava per una società consulente della Nsa, l’agenzia che garantisce la sicurezza degli Stati Uniti. Collaborando con un giornalista del Guardian, Glenn Greenwald, pubblicò una serie di informazioni riservate sull’Intelligence del governo americano e di quello britannico. Tra queste c’era il programma di intercettazioni telefoniche e di sorveglianza chiamato Prism, attraverso il quale l’Nsa poteva catturare gran parte della comunicazione via internet a livello mondiale. Dalle mail alle chat, dalle chiamate in rete ai video inviati, il software era un gigantesco Grande Fratello top secret. Tutto questo è riportato nell’inchiesta di Greenwald che gli è valsa il premio Pulitzer. Il suo rapporto con l’analista è raccontato nel film Snowden del 2016, dove spicca l’evoluzione paranoica della psiche del protagonista, dalla scoperta dei programmi di spionaggio globale alla loro rivelazione. Il suo tic più evidente è la mania di attaccare un pezzo di scotch sulla videocamera frontale del suo computer. Tic diventato poi comune, tanto che persino Mark Zuckerberg, il capo di Facebook, e il direttore dell’Fbi fanno lo stesso con i loro portatili. Una mossa che è diventata anche lo spunto per la costruzione di una puntata de La Casa di Carta. Cercando di evitare spoiler, riporto il contesto e l’episodio. Una banda di ladri decide di assaltare la Zecca di Stato spagnola e di barricarsi al suo interno con un gruppo di ostaggi. A un certo punto la

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laugh at his face. He’s saying his phone listens to him. Impossible, I think. Then two things come to mind: an American computer scientist and a series dedicated to a group of Spanish thieves. But let’s start with a fact. Modern smartphones are equipped with a voice assistant, which intervenes to fulfill (more or less) all of our requests as soon as they are called upon. They hear the default command and are activated. The immediate consequence is that they should always be listening to what we say, ready to turn on when they hear the keywords. The next consequence is that, if connected to a network, smartphones could become bedbugs at zero cost for those who want to break them. So they listen to us? The syllogism is not so immediate, also because that of my colleague could be simple suggestion. However, a Pandora’s box was opened about seven years ago. This breakthrough has brought to light a global surveillance system which paved the way for a path of greater awareness about privacy. In 2013, as we were saying, the aforementioned US tech guy came into play. Edward Snowden is an analyst who worked for a consultant company of the NSA, the agency that guarantees the security of the United States. Working with a journalist of the Guardian, Glenn Greenwald, he published a series of confidential intelligence information from the US and UK governments. Among these, there was the telephone tapping and surveillance program called Prism, through which the NSA could capture much of the communication via the internet worldwide. From emails to chats, from network calls to videos sent, the software was a giant top secret Big Brother. All of this is reported in Greenwald’s investigation, which earned him the Pulitzer Prize. His relationship with the analyst is told in the 2016 movie Snowden, where the paranoid evolution of the psyche of the protagonist stands out, from the discovery of global espionage programs to their revelation. His most obvious tic is the mania of sticking a piece of tape on his computer’s front camera. A tic that became common, so much that even Mark Zuckerberg, the head of Facebook, and the director of the FBI do the same with their laptops. A move that has also inspired the content creation of an episode of Money Heist. Trying to avoid spoilers, I report the context and the episode. A gang of thieves decides to assault the Spanish Bureau of Engraving and to barricade itself inside with a group of hostages. At one point the police, deployed outside the building with assault- and intelligence teams, succeeded in violating a cell phone and seeing through

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polizia, schierata al di fuori dell’edificio con squadre d’assalto e team di Intelligence, riesce a violare un cellulare e a vedere attraverso la sua videocamera ciò che accade dentro alla Zecca. E ad ascoltare attraverso il microfono ciò che dicono i rapinatori. Ed ecco che lo smartphone si trasforma in una cimice a costo zero. Tornando a Snowden, lui ha dimostrato con documenti reali che non solo tali violazioni di telefoni personali da parte delle autorità sono possibili, ma sono anche accadute più e più volte. Il passo ulteriore è chiedersi non se possano farlo anche le società private, ma se lo facciano davvero. Ha ragione il mio collega? Il suo telefono lo ha ascoltato e poi lo ha profilato per somministrargli la pubblicità delle canne da pesca? La cosa più probabile è che, in realtà, inconsciamente o distrattamente abbia cercato lì per lì qualcosa sulla pesca d’altura e che se ne sia poi dimenticato. A quel punto, le cache del motore di ricerca rimangono salvate e lo rendono il target perfetto per gli spot su esche e divergenti. Da Snowden in poi, comunque, è stato avviato un intenso dibattito pubblico sulla privacy. Nel 2018 l’Unione Europea ha emanato il regolamento sulla gestione dei dati personali (Gdpr), molto più restrittivo rispetto al passato. Le stesse aziende della Silicon Valley hanno cambiato rotta e sono oggi molto più attente alla tutela dei dati dei loro utenti, tanto più dopo lo scandalo Cambridge Analytica, che ha scosso Facebook nello stesso anno del Gdpr. Insomma, altura o non altura, serve consapevolezza sul fatto che le nuove tecnologie sfruttano milioni di dati e li utilizzano per evolvere, fornendoci servizi sempre migliori. Siamo esposti, ma anche ricompensati. La domanda allora potrebbe essere la seguente: vale la pena rendere disponibile la nostra vita in cambio del progresso di assistenti onniscienti a portata di tasca che promettono di anticipare i nostri bisogni, conoscendoci addirittura meglio di noi stessi?

Edward Snowden è un analista che ha lavorato come consulente per l'Nsa, l'agenzia che garantisce la sicurezza degli Stati Uniti. Nel 2013 svelò l'esistenza di programmi di sorveglianza globale impiegati dagli Stati Uniti. Collaborando con un giornalista del Guardian, Glenn Greenwald, pubblicò una serie di informazioni riservate sull'intelligence del governo americano e di quello britannico. Portò così alla luce il Prism, attraverso il quale l'Nsa intercettava gran parte delle comunicazioni via internet che avvenivano non solo sul suolo americano, ma in tutto il mondo.

their video camera what is happening inside the Bureau. And to hear through the microphone what the robbers say. And here the smartphone turns into a bug at no cost. Returning to Snowden, he showed with real documents that not only are such violations of personal phones by the authorities possible, but they have also happened over and over again. The next step is not to ask yourself whether private companies can do it, but if they are really doing it. Is my colleague right? Did his phone listen to him and then profiled him to give him the advertisement for fishing rods? The most probable thing is that, in reality, he unconsciously or absent-mindedly tried to find something about deep-sea fishing there and then forgot it. At that point, the search engine caches remain saved and make him the perfect target for bait and divergent spots. From Snowden onwards, however, an intense public debate on privacy has been launched. In 2018 the European Union issued the regulation on the management of personal data (Gdpr), much more restrictive than in the past. The same companies in Silicon Valley have changed course and are now much more attentive to the protection of their users’ data, especially after the Cambridge Analytica scandal, which shook Facebook in the same year as the Gdpr. In short, deep-sea fishing or not, we need to be aware of the fact that new technologies exploit millions of data and use them to evolve, providing us with ever better services. We are exposed, but also rewarded. The question then could be the following: is it worthy to make our life available in exchange for the progress of omniscient assistants within pocket reach, who promise to anticipate our needs, knowing us even better than ourselves?

Edward Snowden is an analyst who worked as a consultant for the Nsa, the agency which guarantees the security of the united States by collecting data and information. In 2013 he unveiled the existance of some world-wide surveylance programmes. He collaborated with Glenn Greenwald, a Guardian journalist who published a series of confidential intelligence information of the uS and uK governments. They unveild the prism, through which the NSA intercepted most of the online communications that took place not only on American soil, but all over the world.

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M.T.

Milano-Cortina 2026: è tutto vero

Comune di Cortina d’Ampezzo


L u X u R Y

M u L T i B R A n D

C o R T i n A

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s T o R E

D o B B i A C o

D O b b I A c O V I A D O L O M I t I 4 6 , t 0 4 74 9 7 2 3 2 8 cORtINA cORs O ItALIA 76, t 0436 867 725 cORtINA cORs O ItALIA 107

FRANZ KRALER DONNA ALANUI

GOLDEN GOOSE

cORtINA cORs O ItALIA 92, t 0436 860224 c O R t I N A c O R s O I t A L I A 1 1 9 / 1 2 7, t 0 4 3 6 8 6 0 6 3 5

SAINT LAURENT

DSQUARED2

SALVATORE FERRAGAMO

STELLA MC CARTNEY

FAY

THOM BROWNE

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VALENTINO

SALVATORE FERRAGAMO

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HERNO

TOD'S

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ALEXANDER MCQUEEN BALENCIAGA

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GOLDEN GOOSE GUCCI

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HOGAN

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ALEXANDER MCQUEEN KIDS

MONCLER

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MONCLER - GENIUS

ALEXANDER MCQUEEN

MONCLER - GENIUS

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SAINT LAURENT

f r a n z k r a l e r . c o m Franz-Kraler

franzkraler

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BURBERRY KIDS FENDI KIDS

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di/by FEDERICO GRAZIANI

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L i b r a e le m onete tr ad iz ionali, c h i v i n c erà la sfida? Libra vs Euro e Dollaro, la valuta di Facebook all’attacco delle banche

Libra and conventional coins, who will meet the challenge? Libra against Euro and Dollar, Facebook currency threatens banks

Euro contro Libra. Dollaro contro Libra. Tutti contro Libra. Ultimamente, oltre alle banche centrali, ci si è messo anche il G20, contro Libra. In effetti la posta in gioco è alta. Non solo il sistema delle transazioni economiche, ma anche il nostro modo di pensare. Da un lato una criptovaluta, informatica e avveniristica, controllata da un consorzio privato, dall’altro lato la tradizione millenaria dei soldi fisici, legittimati dalle istituzioni. Eppure, ancora prima di nascere, la moneta virtuale di Facebook perde i pezzi: Visa e Mastercard, gli assi principali del progetto, si sono infatti defilati. Forse spaventati dal fuoco incrociato di chi difende i propri interessi e le proprie tradizioni. La sfida, comunque, non è solo valutaria, ma esistenziale: secondo molti, in gioco c’è qualcosa di più, qualcosa chiamato democrazia. Da sempre le monete scaturiscono dalle comunità in cui si diffondono, sono strumenti convenzionali per dare valore agli oggetti e poterli scambiare. Dai Sesterzi romani al Dollaro statunitense, la valuta sgorga dal sistema economico statale: una banca centrale e una strategia politica decidono se emettere più o meno valuta in modo da stabilirne il prezzo. L’Euro è stato uno dei più rivoluzionari tentativi di andare oltre questa concezione nazionale e di creare una moneta che potesse funzionare in più Paesi, all’interno di un’unica comunità che si voleva prima economica e poi politica. L’Unione Europea è dunque un sistema sovranazionale, costituito da singoli Stati che hanno ceduto una parte della loro sovranità, in particolare quella valutaria. La Banca Centrale Europea è l’istituzione responsabile della politica monetaria della

Euro against Libra. Dollar against Libra. All against Libra. Lately, in addition to the central banks, the G20 has also meddled in, against Libra. In fact, the stakes are high. Not only the system of economic transactions, but also our way of thinking. On one hand a cryptocurrency, computerised and futuristic, controlled by a private consortium, on the other hand the millenary tradition of physical money, legitimized by the institutions. And yet, even before birth, the virtual currency of Facebook loses the pieces: Visa and Mastercard, the main axes of the project, have indeed slipped away. Perhaps frightened by the crossfire of those who defend their own interests and traditions. The challenge, however, is not only about currency, but existential: according to many, there is something more at stake, something called democracy. Coins always spring from the communities in which they spread, they are conventional tools for giving value to objects and being able to exchange them. From the Roman Sestertius to the US dollar, the currency springs from the state economic system: a central bank and a political strategy decide whether to issue more or less currency in order to establish the price. Euro was one of the most revolutionary attempts to go beyond this national conception and to create a currency that could work in several countries, within a single community that wanted to be economic first , and political after. The European Union is therefore a supranational system, made up of individual states that have ceded part of their sovereignty, in particular their currency. The European Central Bank is the institution responsible for the monetary policy of the EU. In the

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UE. Nel sistema dei checks and balances europei, il presidente della BCE ha un grande potere, ma viene nominato e quindi legittimato dai governi democraticamente eletti dai 740 milioni di cittadini europei. Allo stesso modo, il Dollaro è garantito dalla Fed americana e dal governo degli Stati Uniti, la più grande potenza economica mondiale, che da sola produce un quinto del Pil del pianeta. Poi c’è Libra. La moneta voluta da Facebook è in rampa di lancio e si candida a diventare la prima valuta negli scambi digitali. Gli oltre due miliardi di utenti del social network potrebbero risolvere istantaneamente il principale problema delle altre criptovalute: la diffusione. Se al social più famoso aggiungiamo le altre piattaforme acquistate negli anni da Zuckerberg (Instagram e Whatsapp), arriviamo a numeri inconcepibili per qualunque altra moneta virtuale, a partire dal Bitcoin. Se il suo utilizzo venisse sdoganato e poi diffuso a tutta la sua platea potenziale, in poco tempo Libra scardinerebbe tutto il sistema monetario democratico sopra descritto. Miliardi di persone si troverebbero a gestire le proprie transazioni economiche senza dover passare da soggetti di controllo istituzionali. E lo farebbero scambiando una valuta in teoria stabile, ancorata a un gruppo di monete solide e poco volatili. O almeno così sembrava fino a metà ottobre 2019. Poi David Marcus, responsabile del progetto in Facebook, dice che no: “Invece di avere una valuta sintetica potremmo avere una serie di stablecoin che rappresentano le valute nazionali sotto forma di token”. Traducendo i tecnicismi, potrebbe non nascere una singola moneta virtuale diffusa in tutto il mondo, ma una per ogni Paese. Ipoteticamente potremmo quindi avere la libra dollaro, la libra euro, la libra yen, e così via. Insomma, nel momento in cui viene steso questo articolo il progetto è ancora abbastanza fumoso e potrebbe rimanere tale a lungo. Ciò non toglie la portata dell’innovazione. Sarebbe un cambio di paradigma notevole se Libra, in qualunque forma si presenti, diventasse la moneta principale di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Le banche non avrebbero più il predominio sul sistema economico globale e si realizzerebbe il sogno cyberpunk degli anni Ottanta. Allora, gruppi di hacker bramavano di sottrarre il denaro al monopolio bancario. Da questi principi di libertà prese le mosse Satoshi Nakamoto, misterioso individuo che quarantasette giorni dopo il crack della Lehman Brothers nel 2008 pubblicò l’atto di nascita del Bitcoin. Libra potrebbe riuscire in ciò che (finora) Bitcoin ha Genius People Magazine

system of European checks and balances, the president of the ECB has great power, but he is appointed and therefore legitimized by the democratically elected governments of the 740 million European citizens. Similarly, the dollar is guaranteed by the Federal Reserve and the US government, the world’s largest economic power, which alone produces one fifth of the planet’s GDP. Then there is Libra. The currency desired by Facebook is on the launching pad and is set to become the first currency in digital exchanges. More than two billion social network users, who could instantly solve the main problem of other cryptocurrencies: the spread. If we add the other platforms bought over the years by Zuckerberg (Instagram and Whatsapp) to the most famous social networks, we reach numbers which are unattainable by any other virtual currency, starting from Bitcoin. If its use were cleared through customs and then spread to all its potential audience, in a short time Libra would unhinge the entire democratic monetary system described above. Billions of people would find themselves managing their economic transactions without having to go through institutional control subjects. And they would do it by exchanging a currency in stable theory, anchored to a group of solid and not very volatile coins. Or so it seemed until mid-October 2019. Then David Marcus, project manager on Facebook, says no: “Instead of having a synthetic currency we could have a series of stablecoins that represent national currencies in the form of tokens.” Translating the technicalities, a single virtual currency could not be born, spread all over the world, but one for each country. Hypothetically we could therefore have the dollar libra, the euro libra, the yen libra, and so on. In short, when this article is written the project is still quite smoky, and could remain so for a long time. This does not detract from the scope of innovation. It would be a remarkable paradigm shift if Libra, in whatever form it occurs, would become the main currency of hundreds of millions of people around the world. Banks would no longer dominate the global economic system and the cyberpunk dream of the 1980s would be realized. Back then, hacker groups craved to steal money from the banking monopoly. These principles of freedom inspired Satoshi Nakamoto, a mysterious individual who, forty-seven days after the crack of Lehman Brothers in 2008, published the birth certificate of Bitcoin. Libra could succeed in what (so far) Bitcoin has failed: to make economic transactions peer2peer, that is directly from one person to another, without


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Mark Zuckerberg Facebook C.E.O.

fallito: rendere le transazioni economiche peer2peer, cioè direttamente da una persona a un’altra, senza passare da un terzo soggetto (la banca) che legittimi l’operazione. Peccato che Libra non sia Bitcoin e che le differenze tra le due valute comincino dal tipo di blockchain, il registro digitale distribuito tra tutti gli utenti su cui sono fondate le criptovalute e che impedisce qualunque forma di violazione. Mentre quella di Bitcoin è pubblica, indipendente, autoregolata e decentrata, la blockchain di Libra sarà probabilmente chiusa e regolata da un consorzio privato. La Libra Association è un’organizzazione capeggiata da Facebook che raccoglie decine di aziende, da Uber a Spotify fino a Vodafone e eBay. Il suo scopo? Semplificare la vita dei suoi utenti e creare servizi bancari per chi abita in zone del mondo dove tali servizi non arrivano, ma dove, paradossalmente, smartphone e internet arrivano in abbondanza. Tuttavia, il controllo privato di Libra esclude a priori l’idea della rivoluzione libertaria. Si tratterà, più verosimilmente, di uno degli ultimi passaggi verso la pervasività del virtuale. Dopo aver sostituito il sociale con il social, il rischio è di sostituire i soldi con i like.

going through a third party (the bank) that legitimizes the transaction. Too bad that Libra is not Bitcoin and that the differences between the two currencies begin with the type of blockchain, the digital register distributed among all the users on which the cryptocurrencies are founded and which prevents any form of violation. While the Bitcoin one is public, independent, self-regulated and decentralized, the Libra blockchain will probably be closed and regulated by a private consortium. The Libra Association is an organization led by Facebook that brings together dozens of companies, from Uber to Spotify, to Vodafone and eBay. Its purpose is to simplify the life of its users and create banking services for those who live in areas of the world where such services do not arrive, but where, paradoxically, smartphones and the internet come in abundance. However, the private control of Libra excludes a priori the idea of the libertarian revolution. More likely, it will be one of the last steps towards the pervasiveness of the virtual. After replacing the social with the social, the risk is to replace money with the likes.

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UGO GERINI

di/by UGO GERINI

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O C C H I N EL B UIO D EG L I AB ISSI

EYES INTO THE DARKNESS OF THE ABYSS

UGO GERINI, persona dai molteplici interessi. Un passato da atleta di livello nazionale nel canottaggio e di giornalista sportivo, oggi riesce a coniugare la professione di medico coltivando contemporaneamente la passione per la storia, in particolare per quella della Marina arma in cui ha prestato il servizio militare. È autore di numerose pubblicazioni in ambito medico-scientifico e di storia navale.

Guido Gay è un geniale giovane ottantenne di origini piemontesi con doppia nazionalità italiana e svizzera. Laurea in ingegneria elettronica al Politecnico di Milano, un inizio da insegnante che evidentemente non lo soddisfaceva troppo, è riuscito nella vita a raggiungere risultati straordinari costruendosi nel tempo i mezzi per conseguirli. Qui non si tratta solo di saper pensare, cosa che talvolta riesce già difficile. Si tratta anche di saper fare, altro elemento non proprio banale. Riuscire cioè ad abbinare brillantemente capacità teoriche a manualità per realizzare progetti. Riuscendo “ad ottenere tanto con poco”, come a Guido Gay piace ripetere quando si parla con lui di ciò che ha realizzato. Riuscendo dove altri hanno faticato, o addirittura fallito, utilizzando al massimo le, volutamente poche, risorse a disposizione. Limitate al necessario indispensabile. RazioGenius People Magazine

UGO GERINI, a person with multiple interests. A past as a national athlete in rowing and as sports journalist, today he is able to combine the profession of doctor while simultaneously cultivating a passion for history, in particular for that of the Navy, a force in which he served. He is the author of numerous publications in the medical-scientific and naval history fields.

Guido Gay is a eighty year old genius of Piedmontese origin with dual nationality, Italian and Swiss. Graduated in electronic engineering at the Politecnico di Milano, he started out as a teacher, a job that evidently did not satisfy him too much, he was able to accomplish extraordinary results in life by building over time the means to achieve them. Here it is not just a matter of knowing how to think, which sometimes is already difficult. It is also a question of knowing how to do, another element that is not exactly trivial. In other words, being able to brilliantly combine theoretical skills with manual skills to carry out projects. Being able to “get so much with little”, as Guido Gay likes to repeat when he talks to him about what he has achieved. Succeeding where others have struggled, or even failed, making maximum use of the deliberately few resources available. Limited to the necessary essentials. Maximum rationalization


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Guido Gay

Gay con il Comandante in Capo della Flotta della Marina Militare Italiana (foto Marina Militare)

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INTERVISTA A GUIDO GAY

nalizzazione massima con qualità infinita. In poche parole persona dal talento sconfinato.

with infinite quality. In a nutshell, a person of boundless talent.

IL DAEDALUS Carattere schivo, tendenzialmente solitario, Guido Gay è l’emblema dell’amore per il mare. Una sorta di Capitano Nemo capace di progettare e costruire fin da giovane il suo Nautilus. Non parliamo di un sottomarino, come nel libro di Giulio Verne, ma di un magnifico catamarano, il Daedalus, che è l’espressione completa, il concentrato assoluto, possiamo definirlo, della sua vita. Il Daedalus, che evoca il mito greco del grande architetto, scultore ed inventore, famoso edificatore del labirinto di Creta, rappresenta al meglio il suo ideatore e costruttore. Un concentrato di tecnologia, armonica distribuzione degli spazi, il Daedalus è natante con straordinarie qualità nautiche, rispettoso dell’ambiente (naviga principalmente a vela ottenendo energia da pannelli solari opportunamente predisposti) che ha segnato le fasi più importanti della sua vita. Lo ha accompagnato attraverso tutti i mari del mondo, è la base operativa della sua ricerca scientifica. Le caratteristiche tecnologiche del catamarano sono incredibili. È dotato di un sonar a scansione laterale di lunga portata che durante la navigazione, alla velocità di 5 o 6 nodi, permette di disegnare la mappa di una striscia di fondale larga circa un chilometro fino alla profondità di oltre 1000 metri e di rilevare la presenza di oggetti come per esempio un relitto di una ventina di metri. A bordo c’è inoltre un sistema automatico di posizionamento dinamico per poter mantenere il natante fermo in mezzo al mare senza ancorarsi e sono presenti due mini sottomarini telecomandati di nuova generazione, capaci di scendere fino a 2000 m. Queste dotazioni rendono il Daedalus capace di esplorare con il sonar più di 200 km quadrati al giorno e di identificare per mezzo dei ROV in dotazione più di 10 contatti al giorno a 500m di profondità.

THE DAEDALUS A shy, basically solitary character, Guido Gay is the emblem of love for the sea. A sort of Captain Nemo, able to design and build his Nautilus from an early age. We are not talking about a submarine, as in the book by Jules Verne, but of a magnificent catamaran, the Daedalus, which we could say is the complete expression and the absolute concentration of his life. The Daedalus, which evokes the Greek myth of the great architect, sculptor and inventor, famous builder of the labyrinth of Crete, best represents its inventor and creator. A concentrate of technology, harmonious distribution of space, the Daedalus is a vessel with extraordinary nautical qualities, respectful of the environment (it sails mainly by obtaining energy from appropriately prepared solar panels) which has marked the most important phases of his life. It has accompanied him through all the seas of the world, and it is the operational base of his scientific research. The technological features of the catamaran are incredible. It is equipped with a long-range side-scan sonar that during navigation, at a speed of 5 or 6 knots, allows you to draw a map of a strip of seabed about one kilometer wide to a depth of over 1000 meters, and to detect the presence of objects such as a wreck of about twenty meters. On board there is also an automatic dynamic positioning system to keep the vessel still in the middle of the sea without anchoring, and there are two new-generation remote-controlled mini submarines, capable of descending to 2000 m. These features make the Daedalus capable of exploring with sonar more than 200 square kilometers a day and identifying more than 10 contacts a day at a depth of 500m using the ROVs supplied.

L’ESPLORAZIONE SUBACQUEA, I ROV PLUTO Il Daedalus è insomma non solo il piacere della libertà, della navigazione in solitario, del contatto con la natura. Il catamarano è anche l’effettore, la punta di diamante della sperimentazione. È la piattaforma da cui Guido Gay fa scivolare in mare i gioielli che inventa e produce per l’esplorazione subacquea abissale. Perchè è questo il suo lavoro. Quello di pensare e realizzare veicoli suGenius People Magazine

UNDERWATER EXPLORATION, THE PLUTO ROVs In short, the Daedalus is not only the pleasure of freedom, solitary navigation, contact with nature. The catamaran is also the effector, the spearhead of experimentation. It is the platform from which Guido Gay makes the jewels he invents and produces for the abysmal underwater exploration slip into the sea. Because this is his job. Thinking and creating underwater vehicles (ROV) of exceptional power and value. They are able to carry out the most difficult and complex underwater operations at downright spooky sea depths with ease.


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bacquei (ROV) di eccezionale potenza e valenza. Capaci di svolgere con semplicità le più difficili ed articolate operazioni subacquee a profondità marine tali che solo a pensarle mettono i brividi. La Marina Militare di diversi paesi e i più importanti Enti di ricerca nell’ambito della biologia ed archeologia marina sono dotati dei suoi ROV della linea Pluto. Anche in questo caso il richiamo al mito greco è evidente. Pluto, divinità legata alla ricchezza del sottosuolo (in questo caso inteso come sottomarino), in grado di esplorare aree altrimenti irraggiungibili. Il Pluto Palla è un nuovo “remote operated vehicle” (ROV), un veicolo da osservazione e da intervento leggero (pesa solo 60 kg), capace di scendere fino a 4000 metri di profondità. Il sistema ideato è talmente piccolo, leggero e maneggevole da poter esplorare quasi tutti i fondali del Mediterraneo utilizzando come base operativa un semplice gommone. Ciò significa che l’intero sistema è trasportabile in una normale automobile, può essere imbarcato a mano su qualsiasi nave, non richiede installazione a bordo e diventa immediatamente operativo senza neppure bisogno di alimentazione, se non quella necessaria per ricaricare le batterie, fornendo prestazioni davvero incredibili. Pluto Palla, che ha permesso a Gay eccezionali scoperte, è stato il punto di partenza per ulteriori evoluzioni dei ROV come ad esempio il Multipluto ed il Pluto Gabbia veicoli in grado di fornire elevatissime performance sia in termini di riprese subacquee (immagini di controcampo) che di fine operatività meccanica.

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The Navy of several countries and the most important research institutions in the field of marine biology and archeology, are equipped with ROVs from the Pluto line. Also in this case, the reference to the Greek myth is evident. Pluto, divinity linked to the richness of the subsoil (in this case intended as a submarine), is able to explore areas otherwise unreachable. Pluto Palla is a new “remote operated vehicle” (ROV), a light observation and intervention vehicle (weighing only 60 kg), capable of going down to 4000 meters in depth. The system designed is so small, light and manageable that you can explore almost all of the Mediterranean seabed using a simple dinghy as your operating base. This means that the entire system is transportable in a normal car, it can be hand-loaded on any ship, does not require installation on board and becomes immediately operational without even needing power, if not the one needed to recharge the batteries, providing really incredible performances. Pluto Palla, which has led Gay to great discoveries, was the starting point for further evolutions of the ROVs such as the Multipluto and the Pluto Gabbia, vehicles able to provide very high performances both in terms of underwater shooting (counter-images) and of fine mechanical operation.

Pluto Palla, il ROV che ha scoperto il relitto della Corazzata Roma e protagonista dei principali ritrovamenti di relitti dell'Ing. Guido Gay a profondità abissale.

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GAZ WILLIAMS

Illustrazioni di

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Mat t e o M acugl ia

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Glori a N adin

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DANIEL CRAIG

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NO TIME TO DIE 2020

Nel 2020 uscirà “No time to die”, l’ultimo capitolo della saga della superspia britannica con Daniel Craig come attore protagonista. Il suo esordio nella serie è stato contraddistinto da grandissime critiche ma, alla prova dei fatti, il nuovo James Bond biondo, occhi azzurri e fisico palestrato si è dimostrato all’altezza della sfida, come dimostrano i 5 film all’attivo come spia al servizio di Sua Maestà.

In 2020, “No time to die” will be released, the last chapter of the British superspy saga with Daniel craig as leading actor. His debut in the series was marked by very great criticism but, as a matter of fact, the new James Bond, blond, blue-eyed and physically fit, proved to be up to the challenge, as demonstrated by the 5 movies in which he is at the service of Her Majesty.

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MATTEO MACUGLIA

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007: LICENZA DI UCCIDERE CAMBIARE 007: LICENCE TO KILL CHANGE di/by MATTEO MACUGLIA

MATTEO MACUGLIA, tenace, riflessivo, rompipalle. Matteo Macuglia, classe 1993, è uno dei “veterani” di Genius. Tutto nasce grazie a un incontro fortuito fuori da un bar nel 2013. Oggi, dopo essere diventato giornalista professionista, lavora presso i programmi di infotainment di Rete4, Mediaset. MATTEO MACUGLIA, tenacious, thoughtful, pain in the neck. Matteo Macuglia, born in 1993, is one of the “veterans” of Genius. It all started thanks to a chance meeting outside a bar in 2013. Today, after becoming a professional journalist, he works at infotainment programs of rete 4, Mediaset.

Craignotbond.com è il perfetto esempio di come l’ingresso di Daniel Craig sia stato accolto nel mondo dello spionaggio di 007. Il nuovo interprete di James Bond è stato letteralmente sommerso di insulti e critiche, fin dall’annuncio che l’ha ufficializzato come il protagonista di “Casinò Royale” uscito nel 2006. Zero carisma, troppa prestanza fisica, totale abbandono dello stile british per una presenza scenica molto più americana… pure bassetto (178cm)! Daniel Craig è un cittadino britannico, nato a Chester, Regno Unito. Effettivamente il modo di porsi non è quello tipico dei sudditi di sua maestà, maestri di understatement e di umorismo taglien-

Craignotbond.com is the perfect example of how the entry of Daniel Craig was received in the world of 007 espionage. The new James Bond interpreter was literally overwhelmed with insults and criticism, right from the announcement that he was officially the protagonist of “Casinò Royale” released in 2006. Zero charisma, too much physical prowess, total abandonment of the British style for a stage presence much more American ... also shorty (178cm)! Daniel Craig is a British citizen, born in Chester, United Kingdom. Indeed, his attitude is not that typical of Her Majesty’s subjects, masters of understatement and sharp humor; our man looks like the

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Ph: Fonte 007.com Genius People Magazine

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te; il nostro uomo sembra il classico picchiatore da bar. Ma le contestazioni sono state spesso ingiuste con questo attore colpevole, principalmente, di arrivare dopo una serie di colleghi alti, filiformi e dal capello impomatato. Un phisique du role diverso, come la sua storia, rispetto a quella di tanti altri agenti con licenza di uccidere. Daniel ha sempre voluto fare l’attore, fin da quando aveva 6 anni ed è stato preso al National Youth Theatre Program, andando a vivere con una coppia gay che gli ha insegnato, secondo quanto lui stesso riporta, a credere in sé stesso. Non è stata facile, come non lo è mai per chi vuole fare questo lavoro e diventare qualcuno partendo da zero. Mentre provava a rendersi autonomo lavorando nel mondo dello spettacolo, è stato pure buttato fuori casa perché era rimasto indietro con le rate dell’affitto. Nei momenti più duri, quelli in cui non sapeva dove avrebbe dormito la sera seguente, né come avrebbe mangiato, il futuro James Bond è arrivato persino a rubare il cibo nei negozi. Negli anni ’90 per fortuna la carriera riprende in maniera più ordinata, con alcuni show televisivi per la BBC. Il decennio successivo lo vede invece cercare fortuna negli Stati Uniti, dove Craig trova diverse parti come protagonista o coprimario, anche se di non grandioso spessore cinematografico. Parliamo di Lara Croft: Tomb Raider, La trincea, The Mother. Nel 2004 l’occasione, di quelle che ti capitano una volta sola nella vita: Brosnan decide di appendere lo smoking al chiodo, aprendo la lotta per la successione. Oltre 200 attori si propongono per la parte ma Craig viene scelto senza nemmeno affrontare l’audizione. Accetta, ma solo dopo essersi letto la sceneggiatura, chiedendo di poter partecipare alle decisioni artistiche del film. Arriva la stretta di mano che lo fa entrare a pieno titolo nella storia di James Bond. Daniel sa che la serie sta per entrare in una nuova fase che non piacerà a tutti. Un cambiamento necessario per sopravvivere al deperimento dell’intero brand. Un passo più avanti rispetto a quanto fatto da Brosnan che aveva permesso di applicare i nuovi standard di spettacolarità e azione agli stilemi tipici della serie. Con Daniel Craig il mondo di intrighi e tradimenti di James Bond assume tinte più cupe, rinunciando a grandi ma improbabili gadget in favore di situazioni più sporche e concitate. I prodigi tecnologici di Q, il geniale inventore della serie, sono l’elemento più sacrificato nel “nuovo corso” che ha deciso di presentare situazioni più credibili, dalle Genius People Magazine

classic bar fighter. But the disputes have often been unfair with this actor who is guilty, mainly, for arriving after a series of tall, threadlike colleagues with slicked hair. A different phisique du role, like its history, compared to that of many other agents licensed to kill. Daniel has always wanted to be an actor, since he was 6 years old and was taken to the National Youth Theater Program, going to live with a gay couple who taught him, as he reported, to believe in himself. It was not easy, as it never was for those who want to do this job and become someone from scratch. While trying to make himself independent by working in the entertainment world, he was also thrown out of the house because he had been left behind with rent payments. In the hardest moments, those in which he did not know where he would sleep the following night, or how he would eat, the future James Bond even went so far as to steal food from shops. In the 1990s, fortunately, the career resumed in a more orderly fashion, with some television shows for the BBC. In the next decade he is instead looking for fortune in the United States, where Craig found different roles as protagonist or supporting actor, even if not of great cinematographic thickness. We are talking about: Lara Croft, Tomb Raider, The Trench, The Mother. In 2004 comes the opportunity, one of those that happen to you once in a lifetime: Brosnan decides to hang the tuxedo on the nail, opening the fight for the succession. Over 200 actors propose themselves for the part but Craig was chosen without even facing the audition. He accepts, but only after reading the script and asking to be able to participate in the artistic decisions of the film. Here comes the handshake that makes him enter fully into the history of James Bond. Daniel knows that the series is about to enter a new phase that not everyone might like. A necessary change to survive the deterioration of the entire brand. A step further from what was done by Brosna, which allowed the new standards of spectacle and action to be applied to the typical stylistic features of the series. With Daniel Craig, the world of James Bond’s intrigues and betrayals takes on darker hues, giving up big but unlikely gadgets in favor of more dirty and excited situations. The technological prodigies of Q, the brilliant inventor of the series, are the most sacrificed element in the “new course” that has decided to present more credible situations, from which you cannot go out with a jetpack or a pair of explosive glasses. Watches, briefcases and all


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quali non si può uscire con un jetpack o un paio di occhiali esplosivi. Via quindi orologi, valigette e ogni genere di diavoleria. L’intenzione è visibile fin dall’esordio con Casinò Royale, dove la mitica Aston Martin dell’agente segreto viene ridotta a brandelli durante un inseguimento che nei film precedenti sarebbe finito molto diversamente per i cattivi. Niente più automobili che vanno sott’acqua, niente più smoking perfettamente stirati dopo una scazzottata di 15 minuti, niente più “donnine”. Anche l’immagine femminile ha beneficiato molto del nuovo corso bondiano. Diventare una “Bond-girl” non è più il sogno di nessuno, figuriamoci delle giovani attrici oggi in prima fila nella battaglia del #Metoo. Il lato rosa di Hollywood mira a dimostrare quanto vale. Non basta più fare bella mostra di sé in un bikini, né abbandonarsi tra le braccia dell’agente segreto di turno. Ursula Andress che emerge dall’acqua in bikini nel 1962 (a colori!) resta un’icona intramontabile, ma appartiene a un’altra epoca. Un passato glorioso omaggiato in “La morte può attendere” da Halle Berry che ha ricreato la scena con un cammeo che però ha messo la parola fine alla figura dello sciupafemmine, in favore di un uomo diverso. Un agente che ha ancora a che fare con donne bellissime ma in una dimensione più paritaria, in cui le c.d. Bond Girl fanno da comprimari all’azione, non solo un piacevole elemento di scena. Un caso eclatante in questo senso è stata l’interpretazione di Eva Green, un’attrice di immenso talento, spalla credibile e intensa del nuovo protagonista di 007 al suo debutto in Casinò Royale. James Bond è sceso tra i comuni mortali, si sporca, suda, fa fatica, spesso rischia di morire, scoprendosi uomo tra gli uomini, fallibile, a volte stupidamente sconsiderato. Piace? Non piace? Skyfall, senza dubbio la pellicola più cupa dell’intera serie, è il campione di incassi assoluto, con oltre un miliardo di dollari di incassi si piazza davanti a Thunderball (1965) per circa 90 milioni di dollari. Gli spettatori hanno premiato l’introspezione, la scoperta del passato di personaggi iconici della serie, i fallimenti del protagonista che, nonostante tutto, ai avvicina al pubblico. Le glorie del passato vanno vissute e valutate alla luce del periodo in cui sono nate. I gusti cambiano, la cultura evolve, e quello che andava bene 30 anni fa non può funzionare anche oggi. Lo abbiamo visto con moltissimi mostri sacri che cercano di tornare. Spesso non soddisfando i vecchi fan, incancreniti dal ricordo del passato glorioso, né

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kinds of devilry are left behind. The intention is visible from the very beginning with Casinò Royale, where the legendary Aston Martin of the secret agent is torn to shreds during a chase that in previous films would have ended very differently for the villains. No more cars that go under water, no more perfectly ironed tuxedos after a fist fight of 15 minutes, no more “little women”. Even the female image has benefited a lot from the new Bondian course. Becoming a “bond-girl” is no longer anyone’s dream, let alone the young actresses today in the front row of the #Metoo battle. The pink side of Hollywood aims at showing what it’s worth. It is no longer enough to show off yourself in a bikini, nor to let yourself go in the arms of the secret agent on duty. Ursula Andress emerging from the water in a bikini in 1962 (in color!) remains a timeless icon, but belongs to another era. A glorious past honored in “Death can wait” by Halle Berry who recreated the scene with a cameo, but put an end to the figure of the womanizer in favor of a different man. An agent who still has to deal with beautiful women but in a more equal dimension, where the c.d. Bond Girl act as action players, not just a pleasant scene. A striking case in this sense was the interpretation of Eva Green, an actress of immense talent, credible and intense shoulder of the new protagonist of 007 at her debut in Casinò Royale. James Bond fell among the mere mortals, he gets dirty, he sweats, he struggles, he often risks dying, discovering himself a man among men, fallible, sometimes foolishly reckless. Do people like it? Do they not? Skyfall, undoubtedly the darkest film in the entire series, is the absolute highest-grossing champion, with over a billion dollars in revenue, ranking in front of Thunderball (1965) for around 90 million dollars. The spectators rewarded introspection, the discovery of the past of iconic characters of the series, the failures of the protagonist who, despite everything, approaches the public. The glories of the past must be lived and evaluated in the light of the period in which they were born. Tastes change, culture evolves, and what was good 30 years ago can’t work today. We have seen it with so many sacred monsters trying to return. Often not satisfying the old fans, filled with memories of the glorious past, nor the new ones, perplexed by references that they cannot grasp. The reboots can thus become big disappointments: it was like this for Star Wars, for Blade Runner 2, Trainspotting 2, Superman, many of the new Aliens or the new Robin Hood with Russel Crowe, not really the last amongst

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tantomeno quelli nuovi, perplessi da riferimenti che non possono cogliere. I reboot possono così diventare grandi delusioni: è stato così per Star Wars, per Blade Runner 2, Trainspotting 2, Superman, molti dei nuovi Alien o il nuovo Robin Hood con Russell Crowe, non proprio l’ultimo degli attori. Altri ci sono riusciti, con scelte coraggiose come nuovi cast e nuove idee: Star Trek e Batman (quello di Christopher Nolan) su tutti. Il Cavaliere oscuro è riuscito a rendere ancora più conosciuto un personaggio già iconico nel secolo scorso, permettendo una serie di spin off come quello su Harley Quinn o il recentissimo Joker. Un ottimo lavoro su questo fronte l’ha fatto la Marvel, ma anche altre case produttrici come visto in Mad Max: Fury Road o il nuovo “It”. Daniel Craig è stato parte di questo processo di rinnovamento. Se avesse fallito non avremmo più rivisto James Bond per una trentina d’anni. Se anche il suo 007 non fosse il migliore degli 007 possibili, bisogna ringraziare lui se le giovani generazioni hanno visto James Bond al cinema e non ne parlano solo come di un sentito dire, un’eco del passato. Grazie a Craig, ai suoi occhi troppo azzurri, al suo fisico troppo palestrato e ai suoi modi troppo da macho, qualcuno potrebbe essersi incuriosito, andando a riscoprire i mitici Goldfinger, Licenza di uccidere o Dalla Russia con amore. Fino a ricordare, forse, che il vodka Martini alle superspie piace agitato, non shakerato. Genius People Magazine

actors. Others have succeeded, with courageous choices such as new casts and new ideas: Star Trek and Batman (Christopher Nolan’s) above all. The Dark Knight managed to get an already iconic character even more famous in the last century, allowing a series of spin-offs like the one on Harley Quinn or the very recent Joker. Marvel did a great job on this front, but also other production companies, as can be seen in Mad Max: Fury Road or the new “It”. Daniel Craig was part of this renewal process. If he would have failed, we’d never see James Bond again for thirty years. Even if his 007 was not the best of the 007 possible, we must thank him if the young generations saw James Bond in the cinema and do not talk about it only as a hearsay, as an echo of the past. Thanks to Craig, to his eyes too blue, his body too heavy and his too macho ways, someone might have been intrigued, going to rediscover the legendary Goldfinger, License to kill or From Russia with love. Up to remember, perhaps, that superspies like their vodka Martini agitated, not shaken.


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007: FILMS COLLECTION Genius 12 dedica la copertina all’agente segreto più

Genius 12 dedicates its cover to the most popular secret

popolare al mondo. Il mio nome è Bond, James Bond

agent in the world. The name is Bond, James Bond

James Bond nasce dalla penna dello scrittore inglese Ian

James Bond was born from the pen of the English writer

Fleming, che pubblicò nel 1953 Casino Royale, il primo

Ian Fleming, who published Casino Royale in 1953, the

libro con protagonista l'agente segreto con licenza di

first book starring the secret agent who’s licensed to

uccidere.

cinematografica

kill. The first film adaptation takes place in 1962 with Dr.

avviene nel 1962 con Agente 007, licenza di uccidere

No with Sean Connery as James Bond, also played by

con Sean Connery a vestire i panni di James Bond,

George Lazenby, Roger Moore, Timothy Dalton, Pierce

interpretato anche da George Lazenby, Roger Moore,

Brosnan and Daniel Craig after the Scottish actor.

La

prima

trasposizione

Timothy Dalton, Pierce Brosnan e Daniel Craig dopo l'attore scozzese.

All 007 movies in chronological order:

Tutti i film di 007 in ordine cronologico:

Licenza di Uccidere

1962

Dr. No

Dalla Russia con amore

1963

From Russia with Love

Missione Goldfinger

1964

Goldfinger

Thunderball: operazione tuono

1965

Thunderball

Si vive solo due volte

1967

You Only Live Twice

Al servizio segreto di sua maestà

1969

On Her Majesty's Secret Service

Una cascata di diamanti

1971

Diamonds Are Forever

Vivi e lascia morire

1973

Live and Let Die

L'uomo dalla pistola d'oro

1974

The Man with the Golden Gun

La spia che mi amava

1977

The Spy Who Loved Me

Moonraker - operazione spazio

1979

Moonraker

Solo per i tuoi occhi

1981

For Your Eyes Only

Mai dire mai

1983

Octopussy

Octopussy - operazione piovra

1983

Never Say Never Again

Bersaglio mobile

1985

A View to a Kill

Zona Pericolo

1987

The Living Daylights

Vendetta Privata

1989

Licence to Kill

Goldeneye

1995

GoldenEye

Il domani non muore mai

1997

Tomorrow Never Dies

Il mondo non basta

1999

The World Is Not Enough

La morte può attendere

2002

Die Another Day

Casino Royale

2006

Casino Royale

Quantum of Solace

2008

Quantum of Solace

Skyfall

2012

Skyfall

Spectre

2015

Spectre

No Time to Die

2020

No Time to Die

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PERSHING 5X 62 70 74 8X

9X

108 140

PERSHING-YACHT.COM

A FERRETTI GROUP BRAND


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DANIEL CRAIG DISEGNA L’ASTON MARTIN DBS Superleggera parte della Neiman Marcus Fantasy Gifts

DANIEL CRAIG DESIGNS ASTON MARTIN DBS

Superleggera is part of Neiman Marcus Fantasy Gifts

Il grande negozio di lusso Neiman Marcus ha presentato la sua guida ai regali fantasy del 2019, la 93a edizione del libro di Natale. La guida di quest'anno includerà una Aston Martin DBS Superleggera disegnata da Daniel Craig. Disponibile in una serie di sette esemplari, ogni vettura in edizione limitata, è disponibile in blu inchiostro e presenta un potente motore V12 bicilindrico da 5,2 litri. Ogni cliente riceverà anche uno dei soli sette orologi Seamaster Diver 300M OMEGA in edizione limitata in platino- con un esclusivo fondello inciso a mano - oltre a biglietti per la prima mondiale di NO TIME TO DIE, la 25esima puntata di James Bond. Con l'acquisto di ogni 007 Fantasy Gift, verrà fatta una donazione per sostenere il lavoro della Opportunity Network - un'organizzazione che lavora con studenti di comunità storicamente e sistematicamente sottorappresentate, per sfruttare le loro abilità e passioni per raggiungere i loro obiettivi universitari e di carriera.

The large luxury store Neiman Marcus presented his guide to fantasy gifts of 2019, the 93rd edition of the Christmas book. This year’s guide will include an Aston Martin DBS Superleggera designed by Daniel Craig. Available in a series of seven pieces, each limited edition car is available in ink blue and features a powerful 5.2-liter V12 twin-cylinder engine. Each customer will also receive one of only seven OMEGA limited edition Seamaster Diver 300M watches in platinum with an exclusive hand-engraved case - as well as tickets for the NO TIME TO DIE world premiere, the 25th episode of the James Bond series. With the purchase of every 007 Fantasy Gift, a donation will be made to support the work of Opportunity Network - an organization that works with historically and systematically under-represented community students, in order to make good use of their skills and passions to achieve their university goals and career.

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di/by GLORIA NADIN

“IL MIo NoME È BoND, JAMES BoND” La Bond girl diventa icona “My NAME IS BoND, JAMES BoND” the Bond girl becomes an icon

GLORIA NADIN, nata a Pordenone nel 1992, si laurea in Scienze dell’amministrazione e prosegue gli studi con un Master in Diritto dell’Ambiente a Venezia. Molto riflessiva da sempre utilizza musica, lettura e scrittura per dar voce alle proprie emozioni.

GLORIA NADIN, born in pordenone in 1992, graduates in Administrative Sciences and continues her studies with a Master’s Degree in Environmental Law in Venice. Very reflective, she always uses music, reading and writing to give voice to her emotions.

“Sembra che le donne più belle scelgano sempre gli stronzi più tremendi, i fasulli più evidenti. Credi che io sia geloso o che abbia una visione delle cose un po’ distorta? Hai perfettamente ragione, amico. La donna va col fasullo perché lui sa mentire bene.” Charles Bukowski si esprimeva così in “Taccuino di un vecchio sporcaccione” ed è stato automatico il comparativismo al personaggio di 007. “It seems that the most beautiful women always choose the most terrible assholes, the most obvious fake ones. Do you think I’m jealous or have a slightly distorted view of things? You’re absolutely right, mate. The woman goes with the phony because he knows how to lie well.” Charles Bukowski thus expressed himself in “Notes of a dirty old man” and the comparison with the character of 007 was automatic.

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“Il mio nome è Bond, James Bond” esordiva l’agente segreto di Ian Fleming creato nel 1953 nel momento in cui gli venivano richieste informazioni sulla sua identità. La spia più famosa del mondo nasce nel 1924 da Andrew Bond di origine scozzese e Monique Delacroix, dal passaporto svizzero. Il padre era un rappresentante della ditta Vickers, divenuta famosa per aver costruito il primo aereo commerciale di linea ad entrare in servizio nel dopoguerra. Grazie al lavoro del padre, il piccolo James è stato costretto a spostarsi molto durante la sua infanzia diventando così ben presto un poliglotta. La sua idilliaca fanciullezza fu spezzata da un incidente avvenuto a Chamonix, dove i suoi genitori morirono. Fu questo forse, il momento che più segnò la costruzione della sua futura identità: la sorella del padre lo educò fino alla sua entrata al college dal quale venne espulso perché scoperto in atteggiamenti intimi con una cameriera. James era incline ai piaceri carnali ed al fascino della figura femminile strappatagli troppo presto dal destino e questo episodio fu il principio di una lunghissima serie di relazioni che questo personaggio instaurò nel corso della sua vita. Tuttavia il concetto di relazione non va inteso come legame amoroso tra due persone, bensì come manifestazione di potere e di superiorità nei confronti del gentil sesso. Non a caso l’incipit di questo elaborato corrisponde con una celebre frase di Bukowski il quale ha sottolineato come le donne più belle siano attratte dagli “stronzi più tremendi, dai fasulli più evidenti” esattamente com’era il personaggio di James Bond. Daniel Craig, durante un’intervista per il lancio di Spectre, definì il personaggio da egli stesso interpretato come “sessista, misogino e perdente” ed antecedente a lui nel 1995 Judi Dench, la quale riserva il primato di M. nella storia di 007, appellò James Bond come un “dinosauro sessista e misogino”. L’identità antifemminista della spia è sempre stata nota caratterizzante del suo stesso temperamento, anche se tuttavia si nota un’evoluzione del personaggio che diventa molto più vicino agli altri uomini, anch’egli affetto dall’amore e dai sentimenti. Questa lenta trasformazione dell’agente segreto più famoso al mondo, è andata di pari passo con quella che ha caratterizzato la figura femminile che, dagli anni ’50 ad oggi, ha subito una profondissima affermazione di genere nella società odierna: era il 1966 quando Marco De Poli, insieme a Claudia Beltramo Ceppi e Marco Sassano, pubblicarono nel periodico de “La zanzara”, un’inchiesta che riportava il titolo “Un dibattito sulla posizione della donna nella nostra società, cercando di esaminare i problemi del matrimonio, del lavoro femminile e del sesso” vicenda che portò al processo i propri redattori, ma che divenne il caso mediatico prodomo del cambiamento che sarebbe avvenuto in un futuro molto più prossimo del previsto. Così, nel fervore della società degli anni ’60, anche il sessista James Bond doveva evolversi adattandosi all’affermazione dell’indipendenza femminile dall’uomo che nella storia l’ha sempre tenuta legata ad ornamento dello stesso. Ecco che quindi le Bond Girls si distanziarono sempre di più dalla privazione d’identità che era

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“My name is Bond, James Bond” debuted the secret agent of Ian Fleming created in 1953 when he was asked for information about his identity. The most famous spy in the world was born in 1924 from Andrew Bond of Scottish origin and Monique Delacroix, from the Swiss passport. His father was a representative of the Vickers company, which became famous for having built the first commercial airliner to enter service after the war. Thanks to his father’s work, little James was forced to move around a lot during his childhood, soon becoming a polyglot. His idyllic childhood was broken by an accident in Chamonix, where his parents died. This was perhaps the moment that marked the most the construction of his future identity: his father’s sister educated him until he went to college, from which he was expelled because he was discovered in intimate attitudes with a maid. James was prone to carnal pleasures and to the charm of the female figure, which was torn from his destiny too soon, and this episode was the beginning of a very long series of relationships that this character has established in the course of his life. However the concept of relationship here should not be understood as a love bond between two people, but as a manifestation of power and superiority towards the fairer sex. No coincidence that the incipit of this paper corresponds with a famous phrase by Bukowski, who pointed out that the most beautiful women are attracted by the “most terrible assholes, by the most obvious fake” as was the character of James Bond. Daniel Craig, during an interview for the launch of Specter, defined the character he himself interpreted as “sexist, misogynist and a loser” and prior to him in 1995 Judi Dench, who reserves the primacy of M. in the story of 007, defined James Bond as a “sexist and misogynistic dinosaur”. The anti-feminist identity of the spy has always been a characteristic feature of his own temperament, even if, however, there is an evolution of the character, which is much closer to other men, also suffering from love and feelings. This slow transformation of the most famous secret agent in the world has gone hand in hand with that of the female figure who, from the 1950s to today, has undergone a profound gender affirmation in today’s society: it was 1966 when Marco De Poli, together with Claudia Beltramo Ceppi and Marco Sassano, published in the periodical “La zanzara”, an inquiry that reported the title “A debate on the position of women in our society, trying to examine the problems of marriage, of female work and of the sex”, story that brought to the trial its own editors, but that became the prodrome media case of the change that would have happened in a much nearer future than expected. Thus, in the fervor of society in the 1960s,

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stata attribuita da Fleming nei suoi primi romanzi, fino a diventare ad oggi lei stessa 007. Sembra infatti che a partire dalla prossima edizione del film, la protagonista sarà donna con la missione di combattere ed abbattere gli stereotipi di genere che hanno da sempre caratterizzato la storia della spia della Corona. Ognuno di noi pensando ad Ursula Andress in Licenza di Uccidere nel 1962, ricorderà il bikini bianco, divenuto simbolo di un’era ormai lontana: rappresentava infatti l’incarnazione dello stereotipo femminile che doveva accompagnare la figura di James Bond. Una donna bellissima, oggetto di passione e di desiderio che una volta adempiuti svanivano nell’inutilità della donna stessa per affermare invece, l’utilità di un corpo capace di soddisfare i piaceri carnali dell’uomo. Tuttavia ci sono state delle Bond Girls che hanno saputo sfruttare le fragilità di Bond, riuscendo a farlo innamorare: “È proprio una bellezza. Una bellezza, non scherzo. Ha i capelli neri, gli occhi azzurri e delle curve ubriacanti. Davanti e dietro” così veniva descritta Vesper lynd da Fleming in Casino Royale, la quale fu il primo grande amore dell’agente, ma anche la sua prima delusione in quanto ella si dimostrò essere una spia russa che mise a repentaglio la sua nomea di 007. Ecco che quindi si intravedono le prime fragilità dell’uomo misogino che si era dimostrato, Bond era anche capace di amare e si sa, davanti all’amore si diventa tutti più vulnerabili. La mutazione del protagonista venne sempre più affermandosi, quando divenne padre grazie a Kissy Suzuki che, in Si vive due volte, fu l’unica Bond Girl capace di allontanarlo momentaneamente dal suo fedele servizio alla Corona. Oltre alla metamorfosi umanizzante del protagonista, l’apice dell’affermazione della figura femminile è avvenuta nel 2015, con Spectre, film nel quale una radiosa Monica Bellucci interpreta la nuova figura di Bond Girl: matura, pudica, elegante, dimostrazione di una donna forte, indipendente da ogni tipo di stereotipo o di canone. Una donna sicura, non ostentatrice della propria femminilità, ma caparbia, capace di far cadere tutte le sicurezze di un uomo. La trasformazione di Bond è imprescindibile da quella delle Bond Girls: elle lo hanno reso umano, incline alle fragilità della vita, ai sentimenti, all’affermazione di uomo in quanto esiste la donna e non al netto della sua presenza. È una trasformazione che accompagna la società nella quale ci identifichiamo e che ormai ha ben chiara e precisa la direzione che sta prendendo: uomo e donna sono sempre più vicini, due mondi che si influenzano nello scambio di ruoli e di personalità imprescindibili l’uno dall’altra.

even the sexist James Bond had to evolve, adapting himself to the affirmation of female independence from the man who in history has always kept her tied to his adornment. Here then the Bond Girls distanced themselves more and more from the deprivation of identity, attributed by Fleming in his first novels, to become today 007 herself. In fact, it seems that starting from the next edition of the film, the protagonist will be a woman with the mission to fight and break down gender stereotypes that have always characterized the history of the Crown’s spy. Every one of us, when thinking of Ursula Andress in License to Kill in 1962, will remember the white bikini, which has become a symbol of an era long gone: it represented the embodiment of the female stereotype that was supposed to accompany the figure of James Bond. A beautiful woman, object of passion and desire that ,once fulfilled, vanished in the futility of the woman herself to affirm instead, the usefulness of a body capable of satisfying the carnal pleasures of man. However, there were Bond Girls who knew how to exploit the fragility of Bond, managing to make him fall in love: “It is really a beauty. A beauty, I’m not kidding. She has black hair, blue eyes and intoxicating curves. Front and back” was how Vesper Lynd was described by Fleming in Casino Royale, which was the agent’s first great love, but also his first disappointment as she proved to be a Russian spy who put his 007 reputation at risk. Thus the fragility of the misogynist man who had shown himself can be seen, as well as a Bond who was also capable of loving, and we all know that in the face of love we all become more vulnerable. The mutation of the protagonist was increasingly asserting itself, when he became a father thanks to Kissy Suzuki who, in You Only Live Twice, was the only Bond Girl able to remove him momentarily from his faithful service to the Crown. In addition to the humanizing metamorphosis of the protagonist, the climax of the affirmation of the female figure took place in 2015, with Specter, a film in which a radiant Monica Bellucci plays the new figure of Bond Girl: mature, demure, elegant, demonstration of a strong woman, independent of any type of stereotype or fee. A confident woman, not showing off her femininity, but stubborn, able to bring down all the confidence of a man. The transformation of Bond is unavoidable from that of the Bond Girls: they have made him human, prone to the fragility of life, to feelings, to the affirmation of man as a woman exists and not net of her presence. It is a transformation that accompanies the society in which we identify ourselves and that now knows clearly and precisely the direction it is taking: men and women are getting closer, two worlds that influence each other in the exchange of roles and personalities essential for one another.

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MATTEO MACUGLIA

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di/by Matteo Macuglia

No mr. Bond, mi aspetto che lei muoia A villain for every season

I

n una serie di lungo corso come quella di James Bond ci sono stati molti agenti al servizio di Sua Maestà, ma anche molti antagonisti. Tra di loro, alcuni sono stati dimenticati, altri invece sono diventati un simbolo nel mondo del cinema. A renderli ancora più memorabili dei riferimenti che riflettono le paure più profonde degli spettatori.

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In a long-running series like that of James Bond, there were many agents at Her Majesty’s service, but also many antagonists. Among them, some have been forgotten, while others have become a symbol in the world of cinema. To make them even more memorable references which reflect the deepest fears of the spectators.


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Donald Pleasence as Blofeld

James Bond, figura chiave dei film di 007, è un personaggio iconico ma multiforme. Ognuno di noi, quando ne parla, ha in mente un attore diverso. Ci sono 6 rappresentazioni che corrispondono a una sola icona, vista in 24 diverse pellicole che spaziano dal 1962 (Licenza di uccidere) fino al 2020 (il 25° titolo della serie, con No time to die). Se gli interpreti sono cambiati nel tempo, a rimanere immutabili nell’immaginario collettivo sono i cattivi, le nemesi dell’agente segreto. Più di semplici personaggi necessari per il divertimento degli spettatori: con i loro tratti esagerati e inverosimili, gli antagonisti di James Bond rappresentano le paure di più di mezzo secolo di storia contemporanea. Grazie al mondo dello spionaggio è stato possibile creare continui rimandi alle paure che l’Occidente stava vivendo, le paure portate dalla Guerra Fredda impersonate dai villain di 007. Nel primo film, Licenza di uccidere (1962), il piano del Dr. No è quello di sabotare i vettori spaziali statunitensi. Negli stessi anni, negli USA, erano in pieno fermento i programmi per il lancio di satelliti e i preparativi delle missioni Apollo (partiti nel

James Bond, a key figure in 007’s films, is an iconic but multifaceted character. Each of us, when he talks about it, has a different actor in mind. There are 6 representations that correspond to a single icon, seen in 24 different films ranging from 1962 (Dr. No) to 2020 (the 25th title of the series, with No time to die). If the interpreters have changed over time, the villains, the nemesis of the secret agent, remain unchanged in the collective imagination. They are more than just characters necessary for the spectators’ enjoyment: with their exaggerated and unlikely traits, the antagonists of James Bond represent the fears of more than half a century of contemporary history. Thanks to the world of espionage, it was possible to create continuous references to the fears that the West was experiencing, the fears brought by the Cold War and personified by the 007 villains. In the first film, Dr. No (1962), Dr. No’s plan is to sabotage US space carriers. In the same years, in the USA, the programs for the launching of satellites and preparations for the Apollo missions (started in 1961) were in full swing, resulting in the land-

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1961), sfociati nell’allunaggio il 20 luglio 1969. I cattivi di James Bond hanno sempre un piano: indurre due o più nazioni a farsi la guerra, sterminare intere popolazioni, distruggere economie... All’agente segreto il compito di sventare questi piani in un mondo che non lascia spazio a dubbi: da un lato i buoni, dall’altro i cattivi. Uno dei personaggi più emblematici in questo senso è Ernst Stavro Blofeld, interpretato da 6 attori tra il 1963 e il 1983 in 8 film diversi. Tra questi ultimi, Donald Pleasence, il suo volto sfregiato e il persiano bianco in braccio, restano il fermo immagine a cui tutti pensano quando si parla di questo maestro del controspionaggio nonché capo di Spectre. Blofeld è un personaggio intelligentissimo, come tutti i grandi cattivi di 007. Nel 1969 lo vediamo in Al servizio di Sua Maestà. Questa volta il piano è diffondere un morbo micidiale in tutto il mondo partendo da una malattia isolata in una piccola clinica in Svizzera. Anche qui il rimando a vicende storiche, a paure recenti. Appena un anno prima, negli Stati Uniti si era diffusa un’influenza pandemica con numeri impressionanti: 50 milioni di contagi, 33.000 vittime. In Dalla Russia con Amore (1963) al centro della vicenda il Lektor, un cifratore usato dai sovietici per proteggere le proprie comunicazioni. La missione di 007 è rubarlo per permettere agli Alleati di conoscere in anticipo le mosse del blocco orientale. Anche qui, ansie e strategie da Guerra Fredda. Appena un anno prima, nel 1962, il mondo aveva sfiorato la catastrofe con la crisi dei missili di Cuba. In Moonraker – operazione spazio (1979) l’umanità è minacciata da un potentissimo gas nervino. Hugo Drax vuole salvare solo una piccola élite di uomini e donne con i quali ripopolare il pianeta. Qui l’influenza è doppia. Da un lato il nascente dibattito sul futuro dell’umanità promosso da film come il dottor Stranamore (1964), dall’altro il sovrappopolamento già anticipato da libri come Il mondo nuovo di Huxley e diventato tema d’attualità nel 1969 quando venne raggiunto il picco del tasso di crescita mondiale: 2,1%, un record mai più eguagliato. In Moonraker appare per la prima volta Jaw, l’uomo dai denti d’acciaio in grado di uccidere anche uno squalo con i suoi morsi. Un chiaro rimando a Lo Squalo (Jaws in lingua originale), uscito nel 1975. Con Daniel Craig, i cattivi abbandonano la fisicità esagerata e iperbolica che li contraddistingueva in passato, diventando molto più cerebrali. Goldfinger in questo senso è stato un precursore tra i moGenius People Magazine

ing on July 20, 1969. The James Bond villains always have a plan: to induce two or more nations to go to war, exterminate entire populations, destroy economies ... The secret agent has the duty to foil these plans in a world that leaves no room for doubt: the good ones on one side, the bad ones on the other. One of the most emblematic characters in this sense is Ernst Stavro Blofeld, played by 6 actors between 1963 and 1983 in 8 different films. Amongst the latter, Donald Pleasence, with his scarred face and the white Persian in his arms, remain the still image that everyone thinks of when talking about this master of counterespionage and head of Specter. Blofeld is a very clever character, like all the great villains of 007. In 1969 we see him in “On Her Majesty’s Secret Service”. This time the plan is to spread a deadly disease all over the world, starting from an isolated disease in a small clinic in Switzerland. And again the reference to historical events, to recent fears. Just a year earlier, a pandemic flu had spread in the United States with impressive numbers: 50 million infections, 33,000 victims. In From russia with Love (1963) at the center of the story there is the Lektor, a cipher used by the Soviets to protect their communications. 007’s mission is to steal it in order to allow the Allies to know in advance the moves of the Eastern bloc. And again, Cold War anxieties and strategies. Just a year earlier, in 1962, the world got close to a catastrophe because of the Cuban missile crisis. In Moonraker (1979) humanity is threatened by a powerful nerve gas. Hugo Drax wants to save only a small elite of men and women to repopulate the planet with. Here there is a double influence. On one hand the rising debate on the future of humanity promoted by films like Dr. Strangelove (1964), on the other the overpopulation of the planet, already anticipated by books such as Huxley’s Brave New World; it then became a topical issue in 1969 when the world growth rate reached its peak: 2.1%, a record never equaled. In Moonraker, Jaw appears for the first time, a man with steel teeth, able to kill even a shark with his bites. A clear reference to Jaws, released in 1975. With Daniel Craig, the bad guys abandon the exaggerated and hyperbolic physicality that distinguished them in the past, gaining more brain power. In this sense, Goldfinger was a forerunner amongst modern villains in James Bond’s world. Around the figure rotates the whole movie, from the name to the continuous reference to the character’s


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derni villain del mondo di James Bond. Attorno alla sua figura ruota tutta la pellicola, dal nome fino al continuo rimando all’ossessione del personaggio per l’oro. Nei film più recenti, i nemici di 007, nascondono il “mostro” dentro di sé, manifestando la propria indole con le azioni più che con il corpo come accadeva nel passato della serie. Le Chiffre (Mads Mikkelsen) in Casinò Royale è un finanziatore del terrorismo internazionale implicato nell’11 settembre. In Quantum of Solance, Dominic Greene (Mathieu Amalric) cerca di ottenere il monopolio delle risorse idriche della Bolivia per poter controllare il Paese. Azioni terribili da veri villain che non hanno bisogno di trucchi e travestimenti per fare paura. In Skyfall, Raoul Silva, nei panni di Tiago Rodriguez, ha un piano per uccidere M, il capo dell’MI6. Grazie alle sue abilità come hacker, riesce a rubare le identità degli agenti dell’MI6 sotto copertura dislocati presso diversi gruppi terroristici in giro per il mondo. Il supercattivo del film, uscito nel 2012, ha i capelli lunghi, biondi tendenti al platino. Una capigliatura simile a quella di un altro personaggio molto conosciuto: Julian Assange, arrestato nel 2010 per le rivelazioni di segreti top secret sul sito Wikileaks. Del prossimo sfidante di 007 si sa poco, ma è certo ormai che sarà interpretato da Rami Malek. Il premio Oscar come migliore attore protagonista per Bohemian Rapsody sarà l’antagonista in No time to die. Sarà un super cattivo degno per chiudere l’era di Daniel Craig nei panni di James Bond?

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obsession with gold. In the most recent films, unlike the past movies, the enemies of 007 hide the “monster” within themselves, manifesting their nature with actions rather than with their bodies. Le chiffre (Mads Mikkelsen) in Casino Royale is a financial supporter of international terrorism and is involved in 9/11. In Quantum of Solance, Dominic Greene (Mathieu Amalric) tries to obtain the monopoly of Bolivia’s water resources in order to control the country. Terrible actions very villains-like, that don’t need tricks and disguises to be scary. In Skyfall, Raoul Silva, as Tiago Rodriguez, has a plan to kill M, the head of MI6. Thanks to his hacker skills, he manages to steal the identities of undercover MI6 agents located in various terrorist groups around the world. The super-villain of the film, released in 2012, has long, blond hair, almost platinum. Similar to that of another well-known character: Julian Assange, arrested in 2010 for disclosing top secret information on Wikileaks. Little is known about the next opponent of 007, but it is certain now that it will be played by Rami Malek. Academy Award for Best Actor in Bohemian rapsody, he will be the antagonist in No time to die. Will he be a super villain worthy enough to close Daniel Craig’s era as James Bond?

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DKŠAstorina srl

Giuseppe Palumbo


di/by MARIO GOMBOLI

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L’ombra d el la n o tte Shadow of the Night

Nella prima versione della saga di DK, a metà del secondo capitolo la Giudice dichiarava, rivolgendosi al suo misterioso avversario: “Abbiamo sempre creduto che dietro la leggenda metropolitana del RE DEL TERRORE… già, qualcuno ti ha chiamato così... ci fosse una persona vera” riprendendo nella frase il titolo del primo episodio di Diabolik e della definizione che, tradizionalmente, lo accompagna da sempre. Definizione che invece – e ce ne si è resi conto successivamente – non era il caso di associare a DK. Non solo per sottolineare la distanza tra il nuovo personaggio e quello che l’aveva ispirato ma anche perché, appunto, le due figure avevano un rapporto diverso con la società, con la polizia, con i media. Non era coerente che tutte le forze dell’ordine fossero alla sua caccia. Non era previsto che, prima dell’intervento dei Giustizieri, fosse al centro dell’attenzione dei giornalisti. Era chiaro che DK non voleva “seminare il terrore” perché, semplicemente, non voleva “esistere”. DK era pronto a uccidere senza esitazione purché la sua esistenza restasse, al più, una “leggenda metropolitana”, come appunto lo definiva la Giudice. Già, la Giudice. Così viene chiamata nelle storie, senza che mai le venga attribuito un nome e cognome. Lo stesso vale per l’Ispettore, a sua volta “altro” da Ginko. E, volendo essere pignoli, neppure DK è mai chiamato così. Non è mai detto né scritto – all’interno delle avventure a fumetti – che questo sia il suo “nome” o il suo pseudonimo, nessuno si riferisce a lui citando quelle due lettere. I lettori possono andare a controllare nel caso non se ne fossero accorti. E se non se ne sono accorti significa che gli autori hanno raggiunto il risultato che si erano prefissi: avvolgere il personaggio – e i comprimari – in un’aura di vago mistero, pur facendo attenzione a non evidenziare quella loro scelta narrativa. In questa logica la definizione di “Ombra della Notte” è sembrata impeccabilmente coerente.

In the first version of the DK saga, halfway through the second charter, the Judge declared to her mysterious enemy: “We have always thought that behind the urban myth of the King of Terror… yes, because somebody called you like this, there would be a real person” quoting the title of the first episode of Diabolik and the definition which traditionally drives him since the beginning. Definition which instead, and we noticed it later, was not the case of DK. It is not only to underline the difference between the new character and the one which inspired it but also because, in fact, the two figures had a different relationship with society, police and the media. It wasn’t coherent that all police forces were on his trails. It wasn’t supposed to be that before the Punishers intervention, he would be followed by journalists. It was clear that DK didn’t want to sow terror, because he simply didn’t want to “exists”. DK was ready to kill without hesitation in order to maintain his existence as a simple urban myth as the Judge defined him. Yes, the Judge. This is the name she is attributed in the stories, without any first or last name. The same goes for the inspector, who is called in other ways by Ginko. And if we want to be precise not even DK is called like this. No where in the adventures comic book it is said that this is his name or alias, no one refers to him quoting those two letters. The readers can go check it out in case they didn’t notice. And if they didn’t notice it means that the authors have reached the result they had in their mind: wrap the protagonist and other characters in an aura of vague mystery, but without underlining that narrative decision. In this logic the definition of “Shadow of the Night” is flawlessly coherent.

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prima stagione

numero 2 di 4

tti

Copertina di Matteo Buffagni

lik.

il ratto - la giudice - l’incontro


il ratto

Una nuova sfida.

Un nuovo nemico. Anzi, piu’ d’uno. Mi chiedo chi siano quei Giustizieri...

E, soprattutto, chi sia quella donna.

Nella nostra partita, tocca A ME la prossima mossa.

O forse no...

Il segnale di allarme. e’ in corso un’intrusione.

4/1


DENTRO! MUO VERSI!

4/2


Controllate dappertutto. E occhi ben aperti.

Al diavolo! Qui non c’e’ nessuno...

Aspetta a parlare!

Cosa?

4/3


Urgh!

AH!

4/4


In piedi! E attenti a quel maledetto affare!

La’ c’e’ qualcosa!

Che altro...

4/5


Ehi! Me l’ha fatta addosso!

AhhH!

NOO! e’ ACIDO!

Mal edizione!

4/6


che accidenti...

AhhH!

ArgH!

MALEDE TTO! DO VE SEI?!

ma...

4/7


... devo finire il lavoro di persona. Basta con i miei marchingegni...

TI AMMAZZO!

AhhH!

4/8


AhhH!

Dannazione!

4/9


DO VE SEI, bastardo?!


Non sono mai dove si aspettano...

4/11


Oh...

No, ti prego...

Non... non uccidermi.

Moriresti in ogni caso, fra atroci sofferenze.

4/12


E a me ne basta solo UNO vivo...

ah!

e’ chiaro chi e’ stato a mandarli. Il problema e’ come...

... COME hanno fatto ad arrivare fin qui?!

4/13


QUEL topo! Deve avermi seguito fin qui, portando dentro di se’ la cimice.

e’ colpa sua.

E adesso vorresti anche del cibo in premio?!

VIA! SPARISCI!

... e stai l ontano da m e! vattene!

4/14


Io... io non l’ho mai vista a volto scoperto. Non so chi sia.

A quelli del mio livello si mostra soltanto con quel cappuccio.

e’ lei a contattarci, quando ha bisogno di noi... direttamente o attraverso intermediari.

Immagino che lo fara’ presto, per sapere come e’ andata la missione.

E tu le darai qualcosa, da parte mia.

Posso andarmene, adesso?

Cosa?

DE VI andartene!

Questo.

4/15


Peccato, era un buon rifugio. Ma ormai e’ bruciato.

Posso prendere soltanto il minimo indispensabile.

Avevo messo in conto questa eventualita’.

sono pronto a una nuova sfida. ... pronto a vincerla.

E non mi guardo mai indietro. Non posso legarmi a nulla.

4/16


Nulla e nessuno.

4/17


Qui sopra si trova una zona abbandonata. Non c’e’ rischio che qualcuno abbia sentito il boato e lanciato l’allarme.

Meglio, comunque, che io sparisca al piu’ presto.

Ha fatto la sua mossa... io la mia. E adesso tocca di nuovo a lei.

4/18


Allora, che cosa c’e’ scritto?

Poche parole...

“Questo e’ quanto ti devo”... Un messaggio ambiIn effetti, guo... l’avete lasciato andare via dalla villa senza cercare di fermarlo. Avete rispettato il patto.

Ma gli ho fatto attaccare quella cimice... e gli ho anche mandato contro i miei uomini...

4/19


Mal edetto! Sta prendendosi gioco di me!

Signora, scusate...

e’ arrivata la persona che aspettavate.

Bene. Arrivo subito. Un momento...

Io ho bisogno di cure!

4/20


Occupatevi di lui.

Come volete.

NO! FERMI!

Era soltanto una pedina. E aveva fallito.

4/21


Lieta di vedervi, ispettore.

Buongiorno, giudice...

Allora, sentiamo, di cosa volete parlarmi? O forse sarebbe meglio dire di CHI...

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Lorenzo Terraneo | 116 Banca Generali | 122 Shannon Knapp | 124 Edi Orioli | 130 Valerio Braschi | 140 Lucio Gomiero | 161 MIKE SPONZA | 165

Inspiring stories and

lifestyle a cura di/by Francesco la bella


INTERVISTA A LORENZO TERRANEO

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Siamo partiti da una realtà familiare in mano alla mia famiglia ma dal 2018 facciamo parte del Gruppo Asahi Kasei (circa 36.000 dipendenti e un fatturato di 27 miliardi di dollari) che è quotata alla Borsa di Tokio.

di/by FRANCESCO LA BELLA

LORENZO TERRANEO Ricerca, innovazione, spirito imprenditoriale e tanta passione Research, innovation, entrepreneurial spirit and a lot of passion

L

orenzo Terraneo, 45 anni, attualmente amministratore delegato della Miko S.r.l, azienda di Gorizia che produce essenzialmente microfibre per il rivestimento d’interni nel settore automotive. Negli ultimi 10 anni, si è dedicato unicamente a Miko, dopo un trascorso nelle altre aziende del gruppo familiare create dal padre Leo, a loro volta nate per produrre materiali per interni nel settore moda e arredo. Una storia di innovazione made-in-Italy. Lorenzo Terraneo, 45, born in Gorizia, currently managing director of Miko S.r.l, a company based in Gorizia that produces mainly microfibers for interior cladding in the automotive sector. Over the past 10 years, he has dedicated himself solely to Miko, after spending time in the other companies of the family group created by his father Leo, which were created to produce interior materials in the fashion and furnishing sector. A history of Made-in-Italy innovation.

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REDAZIONALE

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Lorenzo Terraneo

Lei ci ha accennato ai tessuti per interni ma noi sappiamo che c’è molto di più da dire, soprattutto sull’origine dei materiali che utilizzate. Il settore specifico dell’automotive richiede innovazione e spirito imprenditoriale? In effetti è così. Miko nasce negli anni ‘90 da un’intuizione di mio padre che in uno dei suoi tanti viaggi è venuto a

contatto con una multinazionale giapponese chiamata Asahi Kasei, che aveva appena messo in commercio un prodotto nuovo ottenuto dalla plastica per il settore arredo e moda. Per i primi anni ha cercato solo di commercializzarlo ma dopo, visto che il business c’era e i clienti lo chiedevano sempre di più, ha deciso di aprire l’azienda a

You have mentioned interior fabrics, but we know that there is a lot to say, especially about the origin of the materials you use. Does the very automotive sector require innovation and entrepreneurial spirit? Indeed, it does. Miko was born in the 90s thanks to the intuition of my father, who came into contact with a Jap-

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anese multinational called Asahi Kasei, who had just started to commercialise a new product obtained from plastic for the furniture and fashion industry. For the first few years he was just trying to sell it but afterwards, as the business was running and customers always asked for more, he decided to open the company in Gorizia, where he

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INTERVISTA A LORENZO TERRANEO

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1.

Gorizia dove aveva già altre realtà industriali in loco. La Miko di fatto nasce nel 1997 e qui abbiamo avuto la svolta di questo materiale perché ci siamo subito posti l’obbiettivo di migliorarlo e potenziarlo. Da allora è stato un’escalation continua in vari settori, ma quello che ci ha portato ad essere chi siamo oggi è stato sicuramente quello dell’auto ed è qua che intervengo io. Perché l’idea di proporsi nel mondo dell’auto? Proprio per le caratteristiche che ha sempre avuto il nostro prodotto! Quello che faccia-

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mo sostanzialmente è un materiale che cerca di imitare la pelle scamosciata. In gergo si chiama microfibra. La vera pelle scamosciata si usa in altri settori (tipo l’abbigliamento, l’arredamento, ma non l’auto perché le caratteristiche tecniche non sono sufficienti per passare i test) quindi il nostro prodotto era un qualcosa di appetibile per l’aspetto ma soprattutto per la tecnologia con la quale veniva realizzato perché utilizziamo plastica riciclata. Quando abbiamo iniziato a promuovere Dinamica® (così si chiama la nostra microfi-

already had other industrial realities on the spot. Miko was in fact born in 1997 and from there this material had a breakthrough, because we had the goal to improve and enhance it immediately. Since then it has been an ongoing escalation in various sectors, but what has led us where we are today has definitely been the automotive one, and it is here that I intervene. Why choosing the car industry? Due to the characteristics that our product has always had! What we do is basically a

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product that tries to imitate suede. In jargon it is called microfiber. Real suede is used in other sectors (such as clothing, furniture, but not cars because of its technical characteristics which are not suitable enough to pass the tests), so our product was appealing for its appearance but above all for the technology with which it was produced, since it uses recycled plastic. When we started promoting Dinamica® (our microfiber is so called) in the car market in 2004, almost no car manufacturer was looking for “green” or “sustainable” products as


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1. Nuova porsche Taycan 2. Azienda Miko 3. prodotto Dinamica® 4. Benedetta Terraneo

3.

bra) nel mercato dell’auto del 2004, quasi nessuna casa automobilistica era alla ricerca di prodotti “green”, o “ecologici” come vengono chiamati adesso. Noi abbiamo sempre creduto che in futuro le cose sarebbero potute cambiare e che quindi prodotti come il nostro, fatto da poliestere riciclato, principalmente da bottiglie, T-Shirt e altri tipi di rifiuti industriali derivanti dalla plastica, con un processo produttivo tutto a base d’acqua, senza nessun tipo di solvente, avrebbero potuto fare la differenza. Mi rendo conto che nel 2004 eravamo

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pionieri, ma adesso, con 15 anni di esperienza alle spalle, ci troviamo in una posizione di leadership poiché nessuno nel nostro settore può proporre un prodotto simile da un punto di vista ecologico e tecnologico. La proposta di Miko è quella dell’utilizzo del Dinamica®, materiale che dichiara il proprio pregio dal riutilizzo di materiale plastico che, trattato con un processo esclusivo, lo trasforma in un elegante microfibra.. Dinamica® partecipa da protagonista al cambiamento

they are called now. We have always believed that in the future things could have changed, hence that products like ours, made from recycled polyester, mainly bottles, T-shirts and other types of industrial waste derived from plastic, with a production process all based on water without any kind of solvent, could have made the difference. I realize that in 2004 we were a bit pioneers, but now, with 15 years of experience behind us, we are definitely in leading position, because no one in our sector can offer a product similar to ours from an eco-

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logical and point of view.

technological

Miko’s proposal is the use of Dinamica®, a material that declares its value from the re-use of plastic material which, treated with an exclusive process, transforms it into an elegant microfiber... Dinamica® is always at the forefront of change towards environmental sustainability. It is now so acknowledged, that the idea of using leather for a premium market has been overcome. The value of Dinamica is to look like leather

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verso la sostenibilità ambientale. È oramai tanto riconosciuto da essere superato il pensiero dell’utilizzo della pelle per un mercato premium. Il valore di Dinamica è quello di assomigliare alla pelle ma di essere un materiale innovativo, sostenibile già dall’inizio della produzione. La ricerca di Miko e la resa finale del Dinamica® è quella di un materiale di pregio, che trova la propria collocazione in un mercato del tutto nuovo, che nei prossimi anni mostrerà il proprio potenziale. Il mercato automobilistico guarda all’elettrico, a breve il motore a combustione e il relativo inquinamento faranno parte del passato. Il nostro orgoglio è quello di produrre un materiale esclusivo, innovativo, già pronto per il mercato attuale e quello futuro, in cui Dinamica® non sia considerato un’alternativa alla pelle ma, prima scelta. A dimostrazione dell’esclusività della nostra microfibra ne dà traccia il lancio a livello mondiale della prima Porsche elettrica. È fatto di qualche settimana fa, durante la fiera automobilistica di Francoforte; la nuova Taycan sarà completamente rivestita con materiali sostenibili, tra cui il nostro. Sembra di discutere del futuro quando invece parliamo di un prodotto esistente. Forse perché il made-in-Italy è percepito soprattutto come fattore estetico e creativo. Con Dinamica® viene introdotto un livello di progettazione e di produzione tecnologica che vi permette di essere fornitori per marchi

automobilistici prestigiosi legati alla impressione comune di alta qualità meccanica. Senza dubbio il fascino italiano è un valore aggiunto. La nostra materia prima proviene dalla casa madre giapponese dalla quale ereditiamo il fattore tecnologico ma lo impreziosiamo con quella esclusività italiana riconosciuta a livello mondiale. La nostra bravura sta nell’innovazione. Ci presentiamo ai clienti con un prodotto con elevate caratteristiche tecniche e ineguagliabile bellezza. Ne rimangono abbagliati, le nostre presentazioni sono luminose ed emotive pur trattando di un materiale che deve rispondere ad altissimi requisiti tecnici. È questa l’innovazione di Miko, tecnologia e made-inItaly. Possiamo dire che siete un’azienda cresciuta “velocemente “ per molti aspetti? In Italia i bilanci sono pubblici quindi tutti posso guardare il fatturato di altre aziende. C’è un’attenzione particolare ovviamente per le aziende che crescono velocemente come la nostra che negli ultimi 8 anni ha registrato crescite a 2 cifre ogni anno. Siamo partiti da una realtà in mano alla mia famiglia ma dal 2018 facciamo parte del Gruppo Asahi Kasei (circa 36.000 dipendenti e un fatturato di 27 miliardi di dollari) che è quotata alla Borsa di Tokio. Ad un certo punto abbiamo capito che se avessimo voluto crescere ancora avremmo dovuto pensare in grande assieme all’azienda che ha ideato in primis Dinamica®. Però la famiglia è rimasta a condurre l’azienda

but to be an innovative material, sustainable right from the start of production. Miko’s research and the final rendering of Dinamica® is that of a valuable material, which finds its place in a completely new market that will show its potential in the coming years. The automotive market is moving towards electric cars, and the combustion engine and its pollution will soon be part of the past. Our pride is to produce an exclusive and innovative material ready for the current and future market, in which Dinamica® is not considered an alternative to leather but a first choice. To demonstrate the exclusivity of our microfiber, there is the worldwide launch of the first electric Porsche. Recent fact of just a few weeks ago, during the Frankfurt motor show. The new Taycan will be completely covered with sustainable materials, including ours. We seem to be discussing the future while we are talking about a real product instead. Perhaps because made-in-Italy is perceived above all as an aesthetic and creative factor. With Dinamica® a level of technological design and production is introduced, that allows you to be suppliers for prestigious automotive brands linked to the common impression of high mechanical quality. Without a doubt Italian charm is an added value. Our material comes from the Japanese parent company from where we import the technological factor and embellish it with that Italian exclusivity that is recognized worldwide. Our skill is in innovation, we pres-

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ent ourselves to customers with a product with high technical characteristics and unparalleled beauty. They remain dazzled, our presentations are bright and emotional while dealing with a material that must meet the highest technical requirements. This is precisely the innovation of Miko, technology and made-in-Italy. Can we say that the enterprise has grown “fast” in many respects? In Italy the budgets are public so all can look at the revenues of other companies. Particular attention, of course, is focused on companies that are growing as fast as ours, which in the last 8 years has recorded 2-digit growth every year. We started as a business reality in the hands of my family, but since 2018 we are part of the Asahi Kasei Group (about 36,000 employees and a turnover of 27 billion dollars) which is listed on the Tokyo Stock Exchange. At one point we realized that if we wanted to grow again, we’d have to think big, like the company that first created Dinamica®. But the family continues to lead the company despite the change in ownership, maintaining our uniqueness, our ability to do business as Italians, knowing how to sell and create design, which is our strenght. Let’s move on to lighter things, but that still shape a Genius people: you’ve managed to cross many of your passions in your work, cars for instance. As they often say “to work well you must put passion into what you do and not feel bothered by schedules, travelling


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anche se è cambiata la proprietà mantenendo, unicità, saper fare impresa, saper vendere e creare design che resta il punto di forza. Passiamo a cose più leggere ma che configurano sempre un “Genius People”: lei è riuscito ad incrociare molte delle sue passioni nel lavoro, tipo quella delle automobili. Come lo dicono tante volte ‘per lavorare bene devi metterci passione in quello che fai e non sentire il peso degli orari, delle trasferte e di tutto quello che ti può portare lontano dalla famiglia’. Ho voluto seguire un mercato, quello dell’automotive, che mi appassiona e affascina da sempre. Mi ricordo che fin da piccolo, quando mio papà doveva comprare una macchina nuova, volevo essere partecipe e lo aiutavo nella scelta valutando motore, optional e colore degli interni.

Lavorando poi in questo settore ho viaggiato molto entrando a contatto diretto con le figure chiave delle grandi case automobilistiche e ho visitato i saloni più importanti nel mondo (Ginevra, Detroit, Shanghai, Tokyo, Francoforte, e molti altri) toccando con mano le anteprime. Negli anni, con le conoscenze e la passione in ambito automobilistico, ho vissuto forti emozioni da spettatore durante gare e gran premi. Da diversi anni sponsorizziamo con il nostro brand Dinamica® un team italiano di corse automobilistiche e confesso che mi piacerebbe molto, magari un giorno, avvicinarmi al mondo della Formula1. Ho avuto la fortuna di seguire alcune gare da dietro le quinte, tra cui quello di Monza. Viverlo da vicino è stata un’esperienza affascinante, unica e irripetibile.

and all the things that keep you away from your family.” I wanted to follow a market, the automotive one, which has always inspired and fascinated me. I remember that as a child, when my dad had to buy a new car, I wanted to help him choosing one by evaluating engine, optional and interior color. Then, working in this sector, I traveled a lot, coming into direct contact with the key characters of big car manufacturers and I was able to visit the most important salons in the world (Geneva, Detroit, Shanghai, Tokyo, Frankfurt, and many others) getting to touch the previews with my own hands. Over the years, with the knowledge and passion in the automotive field, I came to experience the thrill of racing and grand prizes. For several years we have been sponsoring an Italian motor racing team with our Dinamica® brand, and I gotta confess

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that I would like, maybe one day, to approach the world of Formula1. I was lucky enough to follow some of them from behind the scenes, the last one being that of Monza. Living it up close was a fascinating, unique and unrepeatable experience.

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GIAN MARIA MOSSA

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BANCA GENERALI FOCUS

UNA CRESCITA ALL’INSEGNA DELLA SOSTENIBILITÀ GROWTH CHARACTERISED BY SUSTAINABILITY

N

on una moda passeggera o semplice retorica di marketing: la sostenibilità sta conquistando un ruolo sempre più centrale nella cultura finanziaria. In soli cinque anni le società dell’indice statunitense S&P500 che stilano il bilancio di sostenibilità sono passate dal 20% al 98%, dimostrando la diffusione delle logiche ESG (Environmental, Social, Governance) nelle aziende quotate e di riflesso nelle attenzioni degli investitori. Un trend, quello degli investimenti sostenibili, che non riguarda solo i grandi investitori istituzionali, ma anche il mondo del risparmio, dai giovani alle famiglie. Sempre più clienti chiedono infatti che i propri investimenti contribuiscano a creare valore nel tempo in termini ambientali, di sviluppo economico, di uguaglianza sociale, senza rinunciare all’obiettivo del rendimento finanziario. Molte le proposte lanciate da operatori finanziari orientate verso investimenti ESG, e anche nel panorama italiano alcune società si sono distinte con idee all’avanguardia in questa direzione. È il caso di Banca Generali che per prima in Italia ha creato, in collaborazione con MainStreet Partners, società londinese specializzata nell’advisory su investimenti sostenibili, una piattaforma su misura per avvicinare il risparmio delle famiglie ai criteri ESG e agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) fissati dalle Nazioni Unite per il 2030. “Siamo di fronte a un vero e proprio cambiamento culturale destinato a mutare in profondità le scelte degli investitori. La coscienza della responsabilità sociale, ambientale, e di governance sta aumentando tra le famiglie e siamo convinti che entro il prossimo triennio queste soluzioni potranno riguardare oltre il 10% del risparmio gestito” – spiega Gian Maria

GIAN MARIA MOSSA

Amministratore Delegato di Banca Generali

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Mossa, Amministratore Delegato di Banca Generali – “la sostenibilità è la sola strada per la crescita, è il motore capace di generare valore a lungo termine”. È in questa ottica che la banca private ha implementato la piattaforma proprietaria per la costruzione dei portafogli con un metodo quantitativo che misura i contributi sulle tematiche ESG. L’approccio parte dalla selezione delle migliori opportunità in ciascun ambito tematico relativo al rating di sostenibilità, al livello di raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Onu nella carta con le 17 sfide al 2030, alle analisi dei comportamenti delle imprese. Viene poi fatto uno screening del livello di sostenibilità di ciascun investimento e l’efficacia del team di gestione, completato dal lavoro del team di advisory di Banca Generali che monitora il profilo di rischio del cliente e la coerenza con gli obiettivi prefissati e con le sue preferenze. “Grazie a questo strumento innovativo, che rappresenta un passo avanti significativo per la consulenza, possiamo garantire la piena personalizzazione delle scelte in relazione ai target della Carta delle Nazioni Unite e su ciascun fondo di investimento riusciamo a fornire valutazioni non solo finanziarie ma anche ESG, creando un sistema trasparente di misurazione e traduzione dell’efficacia degli impegni verso la sostenibilità” – prosegue Mossa – “per noi la sfida verso la sostenibilità parte da lontano, affondando le radici nella cultura aziendale del nostro Gruppo e rappresenta la direzione che abbiamo scelto di tracciare per far toccare con mano l’opportunità e la responsabilità che sottendono alle nostre scelte. Crediamo nell’importanza di una crescita capace di creare valore per tutti gli stakeholder, basata sull’apertura e la propensione all’inclusione”.

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It is not a fa or a simple marketing rhetoric: sustainability is conquering a leading role in the financial culture. In just five years the companies on the American S&P500 index which draw up the balance sheets of sustainability have passed from 20% to 98%, showing the spread of the Esg logics in listed companies and consequentially followed by investors. Sustainable investments is a trend which not only regards big institutional investors, but also the ones of savers, the youth and families. There is a growing demand from clients which require that their investments will contribute to create value in environmental terms, economic development, equality, without giving up financial return. There are many possibilities proposed by financial operators aimed at Esg investments, and even in the Italian scenery some companies have proposed forefront ideas in this direction. This is the case of Banca Generali which is the first in Italy to have created by collaborating with MainStreet Partners, a London based company specialised in sustainable investments, a platform dedicated to families who want to save up on Esg criteria, and the Sustainable Development Goals created by the United Nations by 2030. “We are witnessing a true cultural change which his destined to deeply mutate the investors’ choices. The conscience of social responsibility, environmental, and of governance is increasing in families and we are sure that by the next three years these solutions will regard over 10% of the managed saving” - Gian Maria Mossa, CEO of Banca Generali - “Sustainability is the only way for growth, the powerhouse which can create long term value”. And with this perspective the private bank has implemented a platform for building a portfolio with a quantitative method which measures the contributions on Esg issues. The approach starts from selecting the best opportunities in each thematic relative to the sustainability rating, levelled by reaching objectives fixed by the UN in the paper of 17 challenges to 2030, to the behavioural analysis of companies. A screening is then made on sustainability level of each investment and the efficiency of the managing team, completed by the advisory team of Banca Generali which monitors the risk profile of the client and the coherence of the fixed objectives and his preferences. “Thanks to this innovative tool, which represent a significant improvement on consulting, we can grant full customisation on the choices relative to the paper by the United Nations, and on each investment fund we can give not only financial evaluations but also Esg, creating a transparent system of measurement and translation on efficiency of efforts towards sustainability.” - Mossa continues “For us the sustainability challenge starts from far away, with its roots being in the company’s culture of our Group and it represents the direction we have chosen to touch with our own hand the opportunities and responsibilities which underlie our decisions. We believe in the importance of a growth which can create value for all stakeholders, based on the openness and inclination towards inclusion”.

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INTERVISTA A SHANNON KNAPP

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Il mondo a volte sembra andare troppo veloce ma i servizi di lusso che offriamo come collezione hanno la capacità di fermare il tempo per gli ospiti. C’è sempre una parte dell’hotel che gli ospiti non vedono ed è qui che viene fatta la magia, dove efficienza ed esperienza incontrano efficacia e innovazione.

The world sometimes seems to go too fast but the luxury services we offer as a collection has the capability to stop time for the guests. There is always a part of the hotel that the guests do not see and that is where the magic is made, where efficiency and experience meet effectiveness and innovation.

Ms. Shannon Knapp President e CEO The Leading Hotels of the World

S

hannon Knapp è diventata il nuovo amministratore delegato di The Leading Hotels of the World, Ltd. il 22 ottobre 2019. Per più di cinque anni, Knapp è stata promotrice di innovazione e di cambiamento nell’azienda. Nell’agosto 2013, Knapp è stata nominata vice presidente senior e responsabile marketing della società. Risoluta e determinata, ha messo tutto il suo impegno nella creazione di un marchio esordiente e di una strategia di marketing guidata dai dati, nella trasformazione dell’esperienza del consumatore e nella fidelizzazione al marchio per un’azienda di più di 90 anni. Knapp ha ottenuto la laurea in Relazioni Internazionali alla Colgate University a Ginevra in Svizzera, dove ha studiato per un semestre.

Shannon Knapp became the new chief executive officer of The Leading Hotels of the World, Ltd. on October 22, 2019. For more than five years, Ms. Knapp has been a driver of innovation and change at the company. In August 2013, Ms. Knapp was appointed senior vice president and chief marketing officer of The Leading Hotels of the World, Ltd. Her commitment has been unwavering to create a breakthrough brand and data-driven marketing strategy, transform the customer experience, and accelerate brand loyalty for the more than 90-year- old company. Ms. Knapp received her Bachelor of Arts in international relations from Colgate University where she studied abroad for a semester in Geneva, Switzerland.

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Come sta cambiando il mondo degli hotel di lusso secondo lei? Una volta gli alberghi di lusso erano loro stessi il criterio per ciò che poteva essere definito “lusso”, ma negli ultimi anni abbiamo assistito ad uno scostamento. Il concetto è diventato molto più personale: ciò che è lussuoso per me potrebbe non esserlo per te. Anche la tecnologia ha avuto un ruolo. Mentre progredisce e diventa più pervasiva nella vita quotidiana degli utenti, le loro esigenze cambiano. Attraverso gli strumenti tecnologici, i consumatori forniscono volontariamente ai marchi informazioni e dati su se stessi e si aspettano che i brand, in particolare quelli di alta gamma, utilizzino queste informazioni per soddisfare al meglio le loro esigenze, creando servizi personalizzati. In questo senso, la tecnologia permette agli hotel di lusso di offrire esperienze ancora più su misura, fino alla possibilità di confezionarne una particolare per ogni singolo ospite. Abbiamo notato un trend negli ultimi anni: gli alberghi sono portati a organizzare esperienze sempre più significative all’interno delle proprie strutture in modo da attirare e coinvolgere maggiormente i clienti. Per questo motivo, abbiamo introdotto le Leaders Club “Insider Experiences”, che fanno vivere ai viaggiatori i luoghi di villeggiatura attraverso gli occhi di chi ci abita tutto l’anno. Per esempio, il Tivoli Palàcio de Seteais a Sintra, in Portogallo, offre ai membri del Leaders Club l’opportunità di esplorare il famoso Palazzo Pena dopo l’orario di apertura al pubblico in un tour privato. A seguire, gli ospiti possono scegliere se cenare in una stanza interamente decorata di affreschi dipinti a mano o vicino a una piscina con vista sulle montagne circostanti. Lusso e comfort sono valori immateriali: quanto spazio hanno nell’hotellerie moderna e quanto ne avranno in futuro? Quanto è utile la tecnologia nell’ospitalità e in che modo la si usa? Il lusso e il comfort sono le fondamenta dell’ospitalità. Il ruolo della tecnologia potrà solo aumentare nel nostro settore, come accade in tutti gli altri campi. Dalla possibilità di finalizzare il check-in della camera direttamente dal proprio cellulare alla capacità di offrire servizi sempre più personalizzati in base alle preferenze degli ospiti e ai loro soggiorni passati. La tecnologia rende il nostro un settore in continua evoluzione. I consumatori hanno aumentato le loro aspettative perché interagiscono con i marchi preferiti in maniera continuativa e il ritmo vertiginoso del progresso trasforma e rinnova la nostra vita costantemente. La nostra casa di moda preferita ci propone nuovi look ispirati al nostro stile personale, mentre il servizio di streaming preferito suggerisce i film in base alle attività precedenti. I consumatori si aspettano dunque un servizio simile anche dagli hotel: anticipazione, personalizzazione e rapidità.

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How is the world of luxury hotels changing according to you? Luxury hotels used to set the bar for what “luxury” is, but we have seen a shift in recent years. The concept of luxury has become much more personal, what is luxury for me may not be for you. Technology also plays a role. As technology advances and becomes more prevalent in consumers’ daily lives, their expectations have changed. Through the use of technology, consumers are willingly providing brands with information/data about themselves and expect brands, especially luxury brands, to use this information to better cater to their individual needs and create personalized interactions. Technology is enabling luxury hotels to deliver more bespoke experiences thus delivering on individual luxury experiences. We have also been seeing the trend for the past several years of hotels providing more meaningful experiences within their destination in order to attract and inspire more guests. For this reason, we introduced Leaders Clubs’ “Insider Experiences.” These exclusive offers created by the hoteliers allow guests to exclusively explore a destination through the eyes of a local. For example, Tivoli Palácio de Seteais in Sintra, Portugal provides Leaders Club members with the opportunity to explore the famous Pena Palace after hours with a private guided tour, followed by dinner in a private room with hand painted Frescos or by the pool with views of the surrounding mountains.

Luxury and comfort are intangible values: do they have and will they still have space in the future? How useful is technology in hospitality and in what use? Luxury and comfort is a staple of hospitality. Technology’s role will only increase in hospitality, as it does in every industry. From checking into a hotel room on your cell phone, to a hotel company being able to provide a guest with personalized travel suggestions based on their past stays and preferences, technology continues to transform our industry. Consumers have heightened expectations due to the variety of brands they interact with daily and the pace of innovation in technology we are all experiencing. Their favorite fashion company continuously serves them new looks inspired by their personal style, while their preferred streaming service delivers movie suggestions based on previous viewing activity. Consumers expect similar service from hotels – personalized, fast anticipation. For our guests in particular, they often chose our hotels based on their direct interactions with our hoteliers. Our hoteliers are empowered by technology, and leverage it to enhance guests’ experiences. They skilfully combine technology and human-touch to ensure they are delivering a warm, authentic and highly-personalized hospitality experience.

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INTERVISTA A SHANNON KNAPP

I nostri ospiti, in particolare, spesso scelgono i nostri alberghi in base alle loro interazioni dirette con gli albergatori. Grazie all’aiuto della tecnologia, questi riescono a rendere perfetta l’esperienza dei clienti. Innovazione e umanità vanno però a braccetto: l’una e l’altra vengono combinate per assicurare un’ospitalità cordiale, autentica e altamente personalizzata. Oggi parliamo spesso di turismo emotivo o esperienziale. È sufficiente offrire un’ospitalità eccellente o è anche necessario soddisfare il bisogno di attività e di svago? Ad esempio, come si avvicina LHW al campo della “luxury experience”? Il lusso è personale. Il significato che una persona dà al lusso può essere drasticamente diverso da quello che ne dà un suo amico. I nostri albergatori capiscono cosa è importante per ciascun ospite e sono orgogliosi di creare esperienze personalizzate per ognuno di loro. Essendo proprietà indipendenti, i nostri affiliati hanno la capacità unica di confezionare le esperienze in base ai desideri e agli interessi del singolo viaggiatore. Sono veri artigiani in questo. Inoltre, la diversità delle proprietà che fanno parte della collezione di Leading Hotels ci consente di personalizzare al massimo le nostre offerte, adeguandole di volta in volta alle preferenze del cliente. Ma parliamo anche di mobilità lenta o “slowness” in senso lato. Se, come dice il proverbio, il tempo è denaro voi siete ristoro e riposo o sostegno all’efficienza? O magari entrambi ... Leading Hotels può contare sui migliori albergatori, con strutture collegate non dalle somiglianze, ma dalle loro differenze. Abbiamo alberghi sia nelle grandi metropoli come il One Aldwych a Londra, situato a Covent Garden tra le boutique, i ristoranti vivaci e i famosi teatri del quartiere, sia in isole private come il Thanda Island in Tanzania, in una riserva marina circondata dalla sua barriera corallina. Un ospite può trovare ciò di cui ha bisogno: dallo yoga mattutino al Me Ibiza alla pesca d’altura al Nihi Sumba. Il mondo a volte sembra andare troppo veloce, ma la varietà di servizi che offriamo ha la capacità di fermare il tempo. C’è sempre una parte dell’hotel che gli ospiti non vedono ed è qui che nasce la magia, dove efficienza ed esperienza incontrano efficacia e innovazione. Quali sono le nuove tendenze dell’hotellerie di fascia alta, sia in termini di destinazioni sia di servizi richiesti dai clienti? Il benessere è un must. Gli ospiti non cercano solo una spa o una palestra all’interno di un hotel, ma cercano anche purificazione del corpo e dello spirito, disintossicazione digitale, anche durante i viaggi bleisure. Un esempio eccellente è il Brenners Park-Hotel & Spa che offre 15 suite e camere ideali per la disintossicazione tecnologica. Sono universi paralleli in cui ci si

Today we often talk about Emotional Tourism or Experiential Tourism. Is it enough to offer excellent hospitality or is it also necessary to satisfy the demand for activities or leisure that satisfies the client? For example how does LHW approach the new luxury experience field? Luxury is personal. What luxury means to one guest may be dramatically different from another. Our hoteliers understand what is important to each guest and take pride in creating individualized experiences for them. As independent properties, our members have the unique ability curate experiences based on the traveler’s individual desires and interests. They are true artisans in this respect. Additionally, the diversity in Leading Hotel properties around the world – locations, hoteliers, programs – allow our collection to deliver truly personalized experiences based on the traveler’s preferences. But we also speak of slow mobility or slowness. If time is money, says a dogma now set in stone, do you represent refreshment and rest or efficiency support? Or maybe both ... Leading Hotels represents the best hoteliers with hotels that are linked by their differences, not similarities. We have hotels both in big metropolis as One Aldwych in London, set in Covent Garden among boutiques, vibrant restaurants, and thrilling theaters, and in private islands as Thanda Island in Tanzania, set in a Marine reserve surrounded by its own coral reef. The same Hotel guest can find what they need through personalized experiences, like morning yoga at the Me Ibiza or deep-sea fishing at the Nihi Sumba. The world sometimes seems to go too fast but the luxury services we offer as a collection has the capability to stop time for the guests. There is always a part of the hotel that the guests do not see and that is where the magic is made, where efficiency and experience meet effectiveness and innovation. What are the new trends in high-end hotellerie, both in terms of destinations and services requested by customers? Wellness is a new must. Guests look for not only a spa or a gym within a hotel, but they’re also looking for body and spirit detox, digital detox, even for bleisure clients. An excellent example is at the Brenners Park-Hotel & Spa, Oetker Collection which provides 15 Digital Detox Suites & Rooms that give the option to disconnect the entire room from the power supply simply by pressing a button. The collective consciousness of the importance of preserving and protecting the environment has risen over the last several years. As a result, we have seen an increase in the efforts of hotels to incorporate sustainable practices into their operating principles. I believe these practices are an expectation of the luxury traveler at this point. They expect that the hotels with whom they stay are taking steps to ensure they are reducing their impact to

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può isolare dalla corrente elettrica semplicemente premendo un pulsante. La collettività ha sempre più consapevolezza dell’importanza di preservare e proteggere l’ambiente. Di conseguenza, i nostri hotel hanno sviluppato il concetto di sostenibilità applicandolo al monde dell’hotellerie. Credo che ormai queste pratiche rientrino nel ventaglio dei desideri dei viaggiatori che si aspettano, dagli alberghi che li ospitano, misure significative volte alla riduzione del loro impatto ambientale. E queste misure, nei Leading Hotels, sono molte: dai programmi di riciclo al risparmio energetico e idrico; dall’eliminazione delle cannucce di plastica all’utilizzo esclusivo di mobili e decorazioni sostenibili; dalla conservazione delle risorse naturali alla protezione degli habitat delle piante e degli ecosistemi che circondano le strutture. Tutti gli alberghi possono intraprendere azioni in tal senso: The Hay-Adams a Washington DC, ad esempio, offre un’auto elettrica e mette a disposizione degli ospiti biciclette per esplorare la città, mentre il Thanda Island, che sorge su un’isola privata in Tanzania, si impegna a proteggere la barriera corallina e le specie marine in via di estinzione che la circondano. Il Made in Italy, come l’arte o il design, è ancora un valore di attrazione e quindi proponibile? Lo sarà anche in futuro? Potremmo considerare il “Made in Italy” come un marchio stesso, riconosciuto a livello globale e con un enorme valore economico. I prodotti contrassegnati da questa label rimangono preziosi e richiesti come sempre, con un enorme potenziale di crescita ancora maggiore in futuro. Il “Made in Italy” comprende anche l’iconica industria alberghiera del Paese. Siamo orgogliosi di avere numerosi hotel in Italia che, da generazioni, sono a conduzione familiare. L’Italia ha il maggior numero di Leading Hotels di qualsiasi altro Paese in cui siamo presenti: sono oltre 60 e il numero è in crescita. La nostra collezione vanta proprietà in tutto lo Stivale: dal sofisticato La Perla nelle Dolomiti agli hotel iconici della Costiera Amalfitana, come il Santa Caterina o Le Sirenuse, fino all’Ashbee Hotel a Taormina, in Sicilia. Sono alberghi indipendenti a conduzione familiare da generazioni dove la cultura e l’artigianato si traducono in esperienze di lusso. I nostri ospiti viaggiano in Italia per la sua storia, la sua cultura, la moda e la celebre tradizione culinaria. Amano esplorare le diverse regioni, ciascuna delle quali offre qualcosa di nuovo da vivere. I nostri hotel sono radicati nelle rispettive località e la sofisticata esperienza dei nostri albergatori è stata coltivata da generazioni, tanto da tramutarsi, essi stessi, in esperti locali. Da qui deriva la loro capacità di offrire esperienze di viaggio senza eguali, sia per i neofiti del luogo, sia per chi ci torna per la quarta o quinta volta. E nonostante ogni cultura abbia la propria definizione di ospitalità – che è proprio ciò che rende viag-

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the local environment. For Leading Hotels, there is a wide spectrum of steps that our hotels have taken to incorporate sustainable practices into their operations: from comprehensive recycling programs to energy and water conservation; to eliminating plastic straws to using only sustainable furniture and décor, to conserving natural resources through use of electric cars and energy efficient lifts to protecting the natural habitats of the plants and animals that inhabit the land and sea surrounding the hotel. Whether its a city hotel such as The Hay-Adams in Washington D.C., who offers an electric house car and makes bicycles available to guests to explore the city, or Thanda Island inhabiting a private island in Tanzania who is committed to protecting the coral reef and endangered marine species that surrounds their island, all hotels can take meaningful actions to preserve and protect the environment. Is Made in Italy, like art or design, still a value of attraction and therefore expendable? Will it also be in the future? We could consider “Made in Italy” as a brand itself, globally recognized and with an enormous economic value. Made in Italy products remain as valuable and as demanded as ever, with enormous potential for even more growth in the future. “Made in Italy” also encompasses the iconic hospitality industry in the region. We are proud to have numerous hotels in Italy that have been owned and family-led for generations. Italy has the largest number of Leading Hotels out of any country in our portfolio, with more than 60 members and growing. Our collection boasts properties throughout the country like the sophisticated La Perla in the Dolomites and the iconic hotels in the Costiera Amalfitana like Santa Caterina or Le Sirenuse, to the magnificent Ashbee Hotel in Taormina in the heart of Sicily. They are independent and family run hotels where the culture and craftsmanship translate in a globally renowned exceptional and luxury product. Our guests travel to Italy for its history, culture, fashion and famous culinary tradition. They love to explore the different regions, each offering something new to experience. Our collection, is comprised of family-led, independent properties. Our hotels are rooted in their respective locales and our hoteliers’ sophisticated expertise in their destinations have been cultivated across generations, especially in Italy. Because of this, our hoteliers are able to serve as local experts for our guests and provide unmatched travel experiences whether it is a travelers first or fifth trip to the destination. And while each culture offers its own unique kind of hospitality and this is what makes traveling around the world such an incredible experience, I think we can agree Italian hoteliers offer a special kind of hospitality—warm, welcoming, comfortable.

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INTERVISTA A SHANNON KNAPP

giare in giro per il mondo un’esperienza così incredibile – quella italiana è speciale e perfettamente riconoscibile: calorosa, accogliente e confortevole. I programmi fedeltà sono ancora efficaci per un’azienda? Se si, perché? LHW ha recentemente lanciato il nuovo Leaders Club. Come viene percepito dai vostri clienti? I programmi di fidelizzazione svolgono un ruolo molto importante per le aziende e per i loro clienti. Per Leading Hotels, Leaders Club è un modo per coinvolgere e premiare i nostri clienti più fedeli. Abbiamo creato questo programma proprio in collaborazione con loro per essere certi di continuare a offrire i servizi che amano, introducendo funzionalità e vantaggi che hanno espressamente definito come fondamentali. Il programma è stato progettato come un club per due tipi di persone: da un lato i viaggiatori più curiosi che cercano esperienze straordinarie e autentiche, dall’altro gli albergatori che realizzano tutto questo. Leaders Club eleva questa relazione offrendo un ventaglio di esperienze e di benefit: upgrade di soggiorno prima dell’arrivo, la possibilità di guadagnare notti gratuite con punti Leaders Club, l’accesso esclusivo agli hotel appena entrati nella collezione, molte tariffe speciali, maggiore riguardo in fase di check-in, colazione gratuita e tanto altro. Il nuovo Leaders Club, lanciato nell’autunno del 2018, è un programma a più livelli, a pagamento. Questo ci consente di attirare ospiti che danno valore a ciò che offriamo. Il nostro programma non è incentrato sull’accumulo di punti o sul numero di membri. Al contrario, risponde alla volontà di creare esperienze individuali che i nostri ospiti, viaggiatori molto affezionati e fedeli, ricorderanno per sempre. In questo modo, si può costruire un rapporto solido che si fonda su profonda esperienza e personalizzazione.

Are Loyalty Programs still effective for a company? If yes, why? LHW has recently launched the new Leaders Club. How is it perceived from your clients? Loyalty programs play a very important role for companies and their customers. For Leading Hotels, Leaders Club is a way for us to engage and reward our most loyal customers. We co-created this program with our most loyal members to ensure we continue to offer the amenities they love while also introducing new features and benefits they expressed were most important to them. The program was designed as a club for curious travelers who seek remarkable, authentic experiences and the hoteliers who craft them. Leaders Club elevates this relationship and delivers truly differentiated on-property experiences and rewards, like confirmed pre-arrival upgrades, the chance to earn free nights with Leaders Club points, exclusive access to new member hotels, special rates, upgrade consideration at check-in, complimentary breakfast, and more. Additionally, it ensures that at any Leading Hotel a member visits, they are recognized for their membership and can unlock richer rewards with greater loyalty. The new Leaders Club that launched in fall 2018 is a tiered, feebased program. Having a fee-based membership program allows us to attract and invest in guests that value what the collection has to offer. Our program is not about amassing points or about the number of members. It is about creating individual experiences that our guests, who are very engaged and loyal travelers, will remember forever – creating a lifelong relationship with a depth of experience and personalization.

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INTERVISTA A EDI ORIOLI

EDI ORIOLI

“OLTRE AL LIMITE” “BEYOND LIMITS”

EDI ORIOLI, classe 1962, nato a Udine e cresciuto a Ceresetto, inizia a gareggiare con le moto da enduro nel 1978, dove si dimostra subito un ottimo pilota. Vince la Parigi Dakar nell’88 con la Honda, nel ’90 e ’94 di nuovo primo con Cagiva, nel ’96 con Yamaha. E ancora una vittoria al Rally dei Faraoni con la Nissan, molte Dakar e altri rally in auto fino al 2007, ma anche 5 successi alla dodici ore di Lignano e infine i rally solitari nei deserti: nel 2000 la traversata del Tènèrè con la Transalp, nel 2001 l’Atacama nel nord del Cile. Poi la Mongolia e infine la Transiberiana: da Bologna a Vladivostok con la ST4 Ducati, 14.000 km in tre settimane nel giugno del 2002. Per mettersi alla prova e tracciare una rotta. EDI ORIOLI, born in 1962 in udine and raised in ceresetto, began competing with Enduro bikes in 1978, where he immediately proved to be an excellent driver. He won the paris Dakar in 88 with Honda, 1990 and 1994 again first with cagiva, 1996 again with Yamaha. And yet another victory at the rally of the pharaohs with Nissan, many Dakars and other car rallies until 2007, but also 5 successes at the twelve hours of Lignano, and finally the solitary rallies in the deserts: in 2000 the crossing of Tènèrè with Transalp , in 2001 the Atacama in northern chile. Then Mongolia, and finally the Trans-Siberian: from Bologna to Vladivostok with the ST4 Ducati, 14,000 km in three weeks in June 2002. Just to test himself and trace a new route.

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REDAZIONALE

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INTERVISTA A EDI ORIOLI

Manetta, stile e intelligenza, attento e diplomatico. A soli 24 anni chiude la Parigi-Dakar sesto assoluto: fu il miglior debuttante, con la Honda monocilindrica. Non aveva mai visto l’Africa, ma era una gran manetta dell’enduro: quattro titoli nazionali e due mondiali, uno individuale e uno a squadre. Edi ad un certo punto decide che basta… dopo 19 partecipazioni alla Parigi Dakar e 30 anni di carriera ininterrotta, rientra in forze nell’azienda di famiglia di cui comunque ha sempre fatto parte e assieme al fratello Dino di 58 anni porta avanti una tradizione di azienda famigliare. Rientra in azienda con una ventata di aria nuova, portando l’esperienza di manager di se stesso maturata in tanti anni di gare di altissimo livello professionistico, in qualità di vice presidente. In particolar modo segue le strategie e lo stile di Pratic; assieme al fratello Dino prende decisioni di prodotto, di investimenti e di industrializzazione.

Full throttled, stylish and intelligent, attentive and diplomatic. At the age of only 24 he closes the paris-Dakar in sixth position: he was the best novice, with the single-cylinder Honda. He had never seen Africa, but he was a throttle at enduro: four national titles and two world titles, one individual and one in team. Edi, at one point, decides that it’s enough ... after 19 participations in the paris Dakar and 30 years of uninterrupted career, he goes back to the family business which he has always been a part of, together with his brother Dino, who has carried on the family business tradition for 58 years; he returns to the company with a freshness in his mind, carrying all his experience as selfmanager matured over many years of high-stakes competitions. As vice president in particular, he follows the styles of pratic together with his brother Dino who takes investments, product and industrialization decisions. CONTINUA ...

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INTERVISTA A EDI ORIOLI

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Quando dici Orioli, dici Parigi-Dakar. Perché nessun pilota italiano ha vinto così tanto nel rally più famoso e duro del mondo: quattro volte con la moto. Edi dice sempre che se non osi non puoi mai sapere, “siamo quello che facciamo”, quando decidi di lanciarti su un nuovo progetto, se la ricetta riesce bene si replica. È un po’ come quando ho capito come si faceva a vincere la Parigi Dakar: è un filo sottile difficile da spiegare, ma se riesci a coglierlo i vantaggi sono enormi.

When you say Orioli, you say Paris-Dakar. Because no Italian driver has won so much in the most famous and tough rally in the world four times with the bike. Edi always says that if you don't dare you can never know, "we are what we do", when you decide to launch a new project if the recipe succeeds, well it replicates, it's a bit like when I understood how to win Paris Dakar, it is a bit difficult to explain, but if you can catch it, the advantages are enormous.

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Tutti la conoscono per sue imprese alla Dakar, soprattutto in moto, ma ora parlano di lei per un’impresa di successo che gestisce assieme al fratello. Si dice “tende” ma è decisamente limitativo, i vostri prodotti sono un’avanguardia e operate internazionalmente. Si fa ricerca in ogni campo per competere? Si effettivamente sono conosciuto per il mio passato sportivo da pilota professionista ma da quando ho chiuso con le attività sportive sono rientrato in azienda cercando di trasmettere tutta la mia esperienza ed energia. Assieme a mio Fratello Dino abbiamo fatto grandi cose senza dimenticare l’insegnamento ricevuto da mio papà e dallo zio quali fondatori della Pratic Spa. Parlando dei nostri prodotti, diciamo che chiamarle “tende da sole” è limitativo; ora possiamo chiamarle “schermature solari”. I prodotti nati negli ultimi anni si sono evoluti tantissimo, sia per il modo di utilizzo che per i materiali e tecnologia. Faccio un esempio: la Pratic nata 60 anni fa deve il suo successo alla famosa Cappottina; il suo limite era fare ombra sulle finestre delle case e nelle vetrine dei negozi più Chic. Ora invece le nostre pergole, oltre a proteggere chi le utilizza, generano uno spazio all’esterno come vere proprie stanze; sono strutturali, hanno le lame orientabili e retraibili; le vetrate scorrevoli e illuminazione a LED, accessori e automatismi gestiti da telecomando. Questo fa capire che non facciamo solo tende ma abbiamo imparato a maneggiale il vetro, a fare gli elettricisti, ad utilizzare macchine a controllo numerico, ecc.ecc. Il mercato estero negli ultimi anni è in evoluzione ma stiamo investendo con cautela in funzione delle nostre possibilità e dei dealer che abbiamo già attivi in Europa con ottimi risultati e sempre in crescita. Il design diventa fondamentale se si cominciano a progettare ambienti, la cui copertura è parte integrante del progetto? La ricerca è determinante ma arriva ovviamente dopo aver individuato il prodotto giusto Il Design è sicuramente un elemento molto importante al quale è data grande attenzione, diciamo pure una bella sfida. Gli studi che facciamo con la ricerca ci portano sempre più ad un confronto con il mondo degli architetti e della progettazione, prodotti con un design decisamente Minimal costruiti su misura e collaudati uno ad uno, con la più vasta gamma di colori, senza fronzoli, semplici, efficienti, e riconoscibili; prodotti fatti per durare nel tempo; prodotti sicuramente adatti ad un pubblico medio alto offrendo una ampia gamma per ogni esigenza. Siete portatori orgogliosi del Made in Italy nel mondo? Il Made in Italy nel mondo ci è sempre stato riconosciuto, ma te lo devi conquistare, non basta più avere solo la bandiera Italiana ma devi dimostrare con i fatti, con la serietà con l’assistenza e con la storia perché poi ti venga riconosciuto. Diciamo che quando una persona dice: “ho comprato una Pratic” e non una pergola qualunque, a quel punto possiamo dire di essere soddisfatti in pieno.

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Everyone knows you for your successes at the Dakar, especially by motorcycle, but now they talk about the successful company that you run together with your brother. It is called “curtains” but it is definitely limiting, your products are avant-garde and you have worked internationally. Do you do research in every field to compete? Yes, I’m actually known for my sporting past as a professional pilot, but since I closed with sports I returned to the company trying to convey all my experience and energy, together with my Brother Dino we did great things without forgetting the teaching we received from my dad and uncle as founders of Pratic spa. Speaking of our products, we say that calling them “sun blinds” is limiting, now we can call them “solar shading”, products born in recent years which have evolved a lot both in terms of use and materials and technology. I give an example, the Pratic born 60 years ago, owes its success to the famous Cappottina, its limitation was to shade the windows of the houses and in the windows of the most chic shops, now instead our pergolas, besides protecting those who use them, generate an outdoor space like real rooms, they are structural, they have adjustable and retractable blades, sliding glass windows and LED lighting, accessories and automatisms managed by remote control. This makes you understand that we do not just make curtains, but we have learned to handle glass, to be electricians, to use numerical control machines, etc. The foreign market in recent years has been evolving but we are investing with caution according to our possibilities, and the Dealers that we already have in Europe with excellent results that are always growing. Does design become fundamental if you begin to design spaces of which the roof is an integral part of? The research is decisive but it obviously comes after having identified the right product. Design is certainly a very important element to which great attention has been given, let’s also say a good challenge. The studies we conduct with our research lead us more and more to a comparison with the world of architects and design, products with a decidedly minimal design tailored and tested one by one, with the widest range of colors, no frills, simple, efficient, and recognizable, products made to last, products definitely suitable for a medium-high audience, offering a wide range to meet every need. Are you proud bearers of Made in Italy in the world? The Made in Italy in the world has always been recognized, but you have to conquer it, it is no longer enough to have only the Italian flag, you have to prove it with facts, with seriousness, assistance and history, because only then you get rewarded for it. Let’s say that when a person says “I bought a Pratic” and not just any pergola, then we can say that we are completely satisfied. Forgive the banality of the question, but your sporting experience, in a practice so exhausting, as well as dangerous, has

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INTERVISTA A EDI ORIOLI

Perdoni la banalità, ma la sua esperienza sportiva, in una pratica così estenuante, oltre che pericolosa, le ha apportato un bagaglio di esperienza che risulta utile anche facendo impresa e in che modo? I percorsi sportivi indubbiamente mi hanno insegnato molto. Oltre a girare il mondo, quando diventi un pilota professionista inevitabilmente diventi imprenditore di te stesso e quindi la preparazione e la gestione di una corsa, difficile e articolata come la PARIGI DAKAR che ho corso per ben 19 volte, non è così semplice. Ci sono i contratti con gli sponsor, i rapporti con stampa e TV, i test da fare in Africa, i duri allenamenti, bisogna saper dosare tutte le forze nel momento giusto e nel posto giusto. Al primo posto metterei la concentrazione che fa da padrone. Da li parte tutto. Aggiungiamo anche la gestione della corsa e saper risparmiare il mezzo meccanico che ti deve portare fino a Dakar e vi posso assicurare che “la tua moto” in questo caso diventa parte di te; poi c’è la tattica di gara: quando attaccare, saper navigare nel deserto, la Dakar è una corsa “Spietata” non si ferma per nessuno, non aspetta nessuno, non dorme mai per 22 giorni, con una media di 660 km al giorno (sto parlando delle vere Dakar degli anni 90); le Dakar che si dormiva in tenda non in Camper con l’aria condizionata; di quando non esisteva

given you a wealth of experience that is useful even when doing business and how? My sporting paths have undoubtedly taught me a lot, in addition to traveling the world, when you become a professional pilot you inevitably become an entrepreneur of yourself and therefore the preparation and management of a difficult and articulated race like the PARIS DAKAR that I ran for as many as 19 sometimes it’s not so simple, there are the contracts with the sponsors, the press and TV reports, the tests to be done in Africa, the hard training, knowing how to dose all the strength you have at the right time and in the right place, in the first place I would put the concentration that is the core from where everything starts; add to that also the management of the race and know how to save the mechanical means that must take you to Dakar, and I can assure you that “your bike” in this case becomes a part of you, then there is the race tactic, when to attack, to know how to sail in the desert, the Dakar is a “Ruthless” race and does not stop for anyone, does not wait for anyone, never sleeps for 22 days, with an average of 660 km a day (I’m talking about the real Dakar of the 90s) the Dakar that you slept in a tent not in Camper with air conditioning, when there was neither GPS nor satellite phones, there was no internet to give the news and the assistance of your Team did the same route with a thousand complications.

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INTERVISTA A EDI ORIOLI

né il GPS né i telefoni satellitari; non c’era internet per dare le notizie e l’assistenza del tuo Team faceva il tuo stesso percorso con mille complicazioni. Su questo argomento potrei parlare per ore, ma veniamo alla vostra domanda: da queste incredibili esperienze ho affinato molte cose. Una di queste è sicuramente l’organizzazione e la determinazione, i rapporti con le persone. L’immagine di un Team vincente è come un’azienda che funziona: non si deve lasciare niente al caso. Questo sarebbe un grosso errore. Cosa consiglierebbe ad un giovane, spesso alla ricerca di avventura solo se offerta dal suo monitor? Spesso si parla delle nuove generazioni facendo dei confronti in negativo, credo, e ne sono convito, che in questi anni siano andati persi tanti valori, soprattutto di senso civico e di rispetto del prossimo. Non vedo stimoli a fare le cose e tutto questo è frutto del pessimo insegnamento che queste generazioni hanno ricevuto; in primis dalle proprie famiglie per non parlare della società politica che ci ha governato in questi ultimi 30 anni. C’è molto menefreghismo, l’importante è fare la velina o il calciatore tatuato e passare davanti agli altri; aggiungiamo un bel week end di festa… poi si vedrà. E chi va a lavorare ?...... Ma non facciamo di ogni erba un fascio. Ci sono tanti giovani con capacità e voglia di fare, ma che però dovrebbero mettersi in discussione sul campo con umiltà, accettando diverse proposte e dimostrare soprattutto la loro volontà. Dovrebbero imparare ad agire ed osare e chi lo farà, sicuramente farà strada. In fondo così è sempre stato. Per vincere qualsiasi gara devi correre, anche se non vinci non importa ma hai uno scopo, un punto di riferimento e puoi imparare tanto. Sappiamo che il monitor ci offre un miliardo di possibilità ma se male utilizzato rimane “il mezzo più veloce per chi ha tempo da perdere”. Intendo dire che non si possono passare le giornate a giocare a scrivere a chattare ad inviare post… Di sostanza rimane poco a parte qualche fortunato Blogger che è diventato famoso ma non si sa per quanto ancora…. La tecnologia ci ha circondati in ogni cosa che facciamo, siamo costretti a vivere a stretto contatto con un telefonino che ci assiste in tutto, ci da il buon giorno, ci compra un volo aereo, ci prenota un Hotel, ci mette in contatto con persone che non conosciamo. Tutto quello che ci offre di buono ben venga se a fin di bene, ma non a perdere tempo. Il tempo è denaro e non tutti possono pensare di fare la loro fortuna sul Web. Quindi cari ragazzi ci vuole animo, animo, bisogna agire, imparate l’inglese per rimanere in contatto con il mondo, muovetevi con fermezza, fate le cose, osate sempre e non fermatevi mai.

About this topic I could talk for hours, but let’s come to your question, from these incredible experiences I have refined many things, one of which is certainly the organization and determination, the relationships with people; the image of a winning Team is like that of a company that succeeds, nothing should be left to chance, it would be a big mistake. What would you recommend to a young person, often looking for adventure only if provided by his monitor? Often we talk about new generations making comparisons from a negative point of view, I believe, and I am convinced that in these years many values have been lost, the civic sense above all and the respect for others. I see no stimuli to do things, all this is the result of bad teaching these generations have received, first and foremost from their families, not to mention from our political society, that has governed us over the past 30 years; there is a lot of indifference, the important thing is to become a model or the tattooed footballer and win before the others, we add a nice holiday weekend ... then we’ll see. And who’s going to work? ...... We do not want to stereotype every youngster, there are also many young people with enormous abilities and a desire to create, but who, however, should work with humility by accepting different proposals and above all demonstrating their will, they should learn to act and dare, and who will do it, surely will go far, after all this has always been, to win any race you have to run, even if you don’t win it doesn’t matter but you have a purpose a point of reference and you can learn a lot. We know that the monitor offers us a billion possibilities, but if it is badly used, it remains “the fastest means for those with time to waste”, I mean that you can’t spend your days playing writing and chatting and posting... There is little which comes out of these activities apart from some lucky Blogger who has become famous but do not know for how long yet .... Technology has surrounded us in everything we do, we are forced to live in close contact with a mobile phone that assists us in everything, tells us good morning, buys us an airplane ticket, books us a Hotel, puts us in contact with people that we don’t know, and everything that it gives us is welcome, but not to waste time, time is money and not everyone can think of making their fortune on the Web. So dear kids, it takes soul, soul, you have to act, learn English to stay in touch with the world, move firmly, do things, always dare and never stop.

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INTERVISTA A VALERIO BRASCHI

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Valerio Braschi: Vincitore di Masterchef, ora apre il suo ristorante a Roma Valerio Braschi: The Winner of Masterchef is now opening his restaurant in Rome

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asterchef edizione 2017: Si sono presentati in migliaia alle selezioni, ma solo 150 concorrenti sono arrivati alla prima selezione. A risultare vincitore è lo studente diciottenne Valerio Braschi, di Santarcangelo di Romagna, che si è aggiudicato un assegno di 100.000 € e la possibilità di pubblicare un libro di ricette. Valerio è il vincitore più giovane delle sei edizioni. È anche noto per il suo lavoro, dopo Masterchef, in cucina presso l’ambasciata italiana a Nuova Delhi. Condivide le foto dei suoi diversi pasti su Instagram e per i suoi oltre 150.000 follower. Con noi ha deciso di confrontarsi su vari temi. Masterchef 2017 edition: They arrived in thousands to the selections, but only 150 competitors reached the first one. The winner is the eighteen year old student Valerio Braschi, from Santarcangelo di Romagna, who won a check for € 100,000 and the possibility to publish a recipe book. Valerio is the youngest winner of the six editions. He is also known for his work, after Masterchef, in the kitchen at the Italian embassy in New Delhi. He shares photos of his different meals on Instagram and over 150,000 followers. We have discussed various topics.

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Lei ci stupisce positivamente affermando con semplicità che “per correre bisogna saper camminare”, con ciò sottolineando che bisogna studiare i “classici” per poter crescere. Nel nostro tempo, con la cultura wiki, tutti sembrano sapere tutto e subito… va in controtendenza? Il tutto e subito è un difetto della gioventù secondo me. Io non posso fare un piatto elegante e raffinato e credere di essere in grado di gestire una cucina, perchè la vita in cucina è un’altra. Per arrivare ad essere cuochi bisogna fare tanti, ma tanti sacrifici, bisogna spezzarsi la schiena e bisogna studiare tanto. La passione per la cucina deve spingerci a studiare, ma studiare cosa? Studiare chi prima di noi ha espresso le sue conoscenze in cucina, i grandi maestri, i grandi padri della cucina, ma anche la chimica degli alimenti, i valori nutrizionali, i gusti delle materie prime, la loro stagionalità, la loro composizione chimica, in modo da poterli valorizzare al meglio. Molte persone purtoppo credono che saper fare un piatto elegante basti per essere in grado di gestire una cucina, ma così non è. Lei crede che la cultura alimentare sia cresciuta tra gli italiani? Mangiamo meglio? Secondo me ora siamo molto piu consapevoli di ció che mangiamo. Siamo curiosi, vogliamo sapere cosa mangiamo, da dove viene e come viene ottenuto il cibo. Ora tutti cercano di imparare a preparare anche una semplice pasta perchè reputiamo il cibo non solo una cosa per sopravvivere ma un vero e proprio piacere della vita. Molti di noi ora chiedono sempre la carne migliore, il pesce più fresco, la verdura più bella. Il lato negativo invece è che la stragrande maggioranza di noi (soprattutto della passata generazione) pensa che tutto ció che è italiano sia migliore; cosa assolutamente sbagliata. Noi italiani produciamo prodotti ottimi, invidiabili da chiunque ma non siamo i migliori in tutto. In termini di carne per esempio siamo molto indietro rispetto a nazioni come il Giappone, la Spagna, la Polonia e altre. E il pubblico giovane, segue i miti del tempo, tra hamburger e sushi recapitati a domicilio, o alimenterà, come sta facendo lei, il primato della cucina italiana? Molti giovani ora vogliono provare le cucine degli altri paesi e questa è una bellissima cosa secondo me perchè dimostrano grande apertura mentale. I giovani è giusto che conoscano la cucina italiana perchè è la loro cucina, ma allo stesso tempo è importante che conoscano anche le altre cucine perchè non esiste una cucina buona e una non buona. Tutte le cucine, se fatte bene, con cuore, sono BUONE ed è importante conoscerle e farsi una cultura sul cibo. Non si puó giudicare una cucina senza averla assaggiata, ma purtoppo molti della passata generazione lo fanno, sbeffeggiando e ritenendo inferiori cucine diverse dalla nostra; cosa assolutamente sbagliata.

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You positively surprise us by simply stating that “to run one must know how to walk”, thereby stressing that one must study the “classics” in order to grow. In our time, with wiki culture, everyone seems to know everything and immediately ... Is it going against the trend? All and now is a defect of youth in my opinion. I can’t cook an elegant and refined dish and assume I can handle a kitchen, because life in the kitchen is different. To become a cook you have to make many many sacrifices, you have to break your back and you have to study a lot. The passion for cooking must push us to study, but study what? To study those who, before us , have expressed their knowledge in the kitchen, the great masters, the fathers of cooking, but also the chemistry of food, the nutritional values, the taste of the raw materials, their seasonality, their chemical composition, so you can make the most of them. Many people unfortunately believe that knowing how to make an elegant dish is enough to be able to manage a kitchen, but it is not. Do you believe that food culture has grown amongst Italians? Do we eat better? I think we are now much more aware of what we eat. We are curious, we want to know what we eat, where it comes from and how it is obtained. Now everyone is trying to learn how to cook, even a simple pasta, because we consider food not just a thing to survive, but a real pleasure of life. Many of us now always ask for the best meat, the freshest fish, the most beautiful vegetables. The downside is that the vast majority of us (especially the past generations) think that everything Italian is always better, which is absolutely wrong. Italians produce excellent products, enviable to anyone, but we are not the best in everything. Regarding meat, for example, we are far behind other countries like Japan, Spain, Poland and others. And does the young public follow the trends of burgers and sushi deliveries or will it feed, as you are doing, the excellency of the Italian cuisine? Many young people now want to try cuisines of other countries and it is a wonderful thing according to me, because they show great openness of mind. Young people should get to know Italian cuisine because it is their cuisine, but at the same time it is important that they also know the other ones. A cuisine that is not good doesn’t exist. All the cuisines, if done well with a good heart are GOOD and it is important to know them and building a culture about food. You can’t judge a cuisine without having tasted it, but unfortunately many of the past generation do it, mocking and considering cuisines different from ours as inferior, which is absolutely wrong. Not everyone can afford to travel the world to discover other cuisines, which is the reason why I am always happy to find more ethnic restaurants in Italy that bring the culture of their

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INTERVISTA A VALERIO BRASCHI

Non tutti possono permettersi di girare il mondo per scoprire le altre cucine, ecco perchè sono felice di trovare sempre più ristoranti etnici in italia che portano avanti la cultura dei loro paesi d’origine. Poi giustamente è bello fondere le varie cucine, come nel caso del sushi brasiliano e molte altre. Tra intolleranze alimentari e mode del momento bisogna fare slalom tra gli ingredienti che ogni commensale vuole evitare. È una fatica spesso inutile o un’opportunità di crescita? La medicina sta avanzando e ora possiamo scoprire gli ingredienti che ci danno fastidio e sapere cosa possiamo o non possiamo mangiare. Parto dal presupposto che una persona intollerante non lo è per scelta o per moda, ma perchè lo è. Noi cuochi dobbiamo essere pronti a soddisfare le esigenze di ogni persona perchè a tutto è possibile dare un’alternativa. Diffidate da chi dice che senza glutine voglia dire senza gusto, oppure da chi pensa che l’intolleranza al lattosio o l’allergia al nichel sia solo un’invenzione del cliente.

Le intolleranze e le allergie esistono e sono reali e noi cuochi dobbiamo sempre farci trovare presenti e offrire ai nostri clienti alternative che tutti loro possano mangiare. Davide Paolini dice che alla spettacolarizzazione della cucina corrisponde una crisi della ristorazione. Dove pensa andremo? La spettacolarizzazione della cucina ha effetti negativi e positivi. In primis ha dato risalto e importanza ad un lavoro snobbato da tanti perché reputato troppo faticoso e pesante. Oggi la tv ha reso i cuochi delle star e questo fa riempire i ristoranti di quei cuochi che vanno in tv. Dall’altra parte oggi tutti pensano che basti saper fare un piatto impiattato bene per credersi degli chef. Oggi molti si concentrano solo sull’estetica, preferendola al gusto. Molti credono che il piatto se è bello allora è anche buono, ma difficilmente è cosi.

countries of origin forward, then of course it is nice to merge the various cuisines, as the example of the Brazilian sushi and many others. Between food intolerances and trends, it is important to curve the ingredients that diners might want to avoid. Is it an unnecessary effort or an opportunity for growth? Medicine is advancing and now we can find out which ingredients are bothering us and what we can and cannot eat. I assume that an intolerant person is not intolerant by choice, but because he simply is. As cooks we must be ready to meet the needs of each person, because it is possible to give everyone an alternative. Beware of those who say that without gluten there is no taste, or those who think that lactose intolerance or nickel allergy is only a customer’s claim. Intolerances and allergies exist and are real, and we always have to be present and offer our clients alternatives they can eat. Davide Paolini says that the entertaining factor of cooking corresponds to a restaurant crisis. Where do you think we’ll go? The entertaining factor of cooking has negative and positive effects. First and foremost, it gave prominence and importance to a job always snubbed by many, because it was considered too tiring and heavy. Today the TV has made cooks become stars and this allows their restaurants to always get filled up. On the other hand, today, everyone thinks that it is enough to know how to make one dish well served to believe you are a chef. Today many focus only on aesthetics, preferring it to taste. Many believe that if the dish is beautiful then it is also good, but it is hardly so. The cook’s job is not as easy as you can see on TV, it’s a very heavy life, which gives you a lot but takes away even a lot. If you really love cooking, it’s the best life in the world, and I thought exactly that. To be a cook you have to go into the kitchen, not just be able to serve only 2 decent dishes. Do traditional restaurants have a future or something has to change, even for those looking for haute cuisine? I think it is right to keep many different categories of restaurants. The restaurants of haute cuisine must exist and increase, but at the same time traditional ones must remain and still grow, because they are pass down our roots. You deservedly become a star, but you seem really passionate and competent. Is your future on TV or in the kitchen? My future is in the kitchen. I want to stay in the kitchen, I love the environment, the smells, the noises, the team play, being always under pressure charges me even more. TV is important though, because I want to continue to share my experiences and the things I learn with others. I don’t like the

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INSPIRING STORIES AND LIFESTYLE

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Il lavoro del cuoco non è tutto rose e fiori come si vede in tv; è una vita pesantissima che ti da tanto ma ti toglie anche tanto. Se davvero si ama la cucina, è la vita migliore del mondo, ed io la pensò esattamente così. Per essere cuochi bisogna entrare in cucina, non saper fare solo due piatti impiattati bene. Il Ristorante, come si intende tradizionalmente, ha un futuro o qualcosa deve cambiare, anche per chi cerca l’alta cucina? Io ritengo che sia giusto mantenere tante categorie diverse di ristoranti. I ristoranti di alta cucina devono esistere e devono aumentare, ma allo stesso tempo devono rimanere e crescere ancora i ristoranti di cucina tradizionale perchè tramandano a tutti le nostre radici. Lei è diventato meritatamente una star, ma sembra veramente appassionato e competente. Il suo futuro è in TV o… in cucina? Il mio futuro è in cucina. Io voglio stare in cucina. Adoro l’ambiente, gli odori, i rumori, il gioco di squadra; l’essere sempre sottopressione mi carica ancora di piu. La tv è importante, peró perchè voglio continuare a raccontare le mie esperienze e condividere con gli altri le cose che imparo. Non mi piacciono gli chef che dicono: “ricetta segreta”, perchè snaturano la vera essenza della cucina, cioè la CONDIVISIONE. Come ultima cosa: sappiamo che stai per aprire il tuo ristorante. Vuoi raccontarci qualcosa? A metà novembre aprirò a Roma. Sono prontissimo, carichissimo, ma allo stesso tempo tesissimo perchè mi gioco tutto. Voglio dare il massimo come ho sempre fatto e far godere i miei clienti, proponendo loro cibo buono, esplosivo in bocca e gradevole alla vista. Sarà un locale piccolo, 20 coperti al massimo. Non posso dire ancora l’indirizzo o il costo del menù, ma posso dire che faremo una cucina giovane, innovativa, ma con gusti chiari e forti.

chefs who say: Secret recipe. Because they distort the true essence of cooking, that is SHARING. Last but not least: we know you’re about to open your restaurant. Do you want to tell us something? In mid-November it will open in Rome. I am super-ready, very loaded but at the same time very tense because everything is at play. I want to do my best as I have always done in order to allow my customers to enjoy the good food, explosive in the mouth and pleasing to the eye. It will be a small room, maximum 20 seats. I can’t say yet the address or the cost of the menu, but I can say that it will be a fresh cuisine, innovative, but with clear and strong tastes.

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Annie Powers for Louis Vuitton

Photographer Fashion

Marie-Amélie Sauvé for Louis Vuitton

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LOUIS VUITTON MULTI POCHETTE ACCESSOIRES

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Chic e personalizzabile, la nuova Multi Pochette Accessoires segue i ritmi e asseconda i desideri della vita moderna. Louis Vuitton presenta la nuova Multi Pochette Accessoires, in arrivo nelle boutique ad ottobre 2019. Giocosa e versatile, si tratta di una reinterpretazione dell’iconica clutch della Maison, la Pochette Accessoires, riadattata attraverso sperimentazioni, sovrapposizioni e stile cross-body. Creata per la prima volta nel 1992, questa borsa elegante e sofisticata è subito diventata uno dei must-have di Louis Vuitton. Questa nuova versione è interamente personalizzabile e si abbina a due elementi che si possono staccare: una mini Pochette Accessoires (versione in miniatura della pochette) e un porta monete rotondo, con una zip.

La tracolla in tessuto jacquard dona un tocco sportivo, disponibile nei colori verde e rosa, perfetta compagna per i look da città, combinata ad una catena delicata per occasioni serali. La storica stampa Monogram si presta a questa versione giocosa, sia per la misura classica, sia per la versione mini. Disponibile a partire da ottobre in tutte le boutique Louis Vuitton nel mondo, la Multi Pochette Accessoires delinea una contemporanea femminilità in trasformazione, che è in costante movimento.

Chic and customisable for city life, the Multi Pochette Accessoires follows the rhythms and desires of modern living. What if modernity was the freedom to adapt? To situations, desires, the time of day or even different ways of dressing. In October 2019, Louis Vuitton is launching the Multi Pochette Accessoires. Playful and versatile, it is based on a more contemporary reinterpretation of the House’s iconic pouch, the Pochette Accessoires, and experiments with layering, cross-body style. First created in 1992, this sophisticated and elegant piece instantly became one of Louis Vuitton’s musthave styles. It is available this time in an entirely customisable version, combined with two detachable elements: a mini Pochette Accessoires (the miniature version of the pouch) and a round coin purse with a zip.

The two straps can be worn in two ways and make it possible to combine different elements of your choosing, depending on your mood: a jacquard sports handle (featuring the “ Louis Vuitton Malletier ” signature) available in two colours, green and pink, making it the perfect companion for city outings, and a delicate chain for evening fun. The historic Monogram also lends itself to this play on versions and variations in scale, featured in its classic size and in miniature on the back of the coin purse. Available from October onwards in Louis Vuitton stores worldwide, the Multi Pochette Accessoires outlines a contemporary, evolving, femininity that is in constant motion.








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TRAVEL LIFESTYLE

Il Viaggio Come Ispirazione:

Riconnettersi con il Pianeta Travel For Inspiration: Reconnect With The World

Montblanc introduce una selezione di accessori da viaggio pensati per rendere l’esperienza di viaggio più divertente ed elegante, ispirando i consumatori a diventare cittadini del mondo.

Montblanc introduces a new luxury travel assortment for business travellers who seek smart travel solutions and enhanced mobility so they can experience a different, more enriching kind of travel

"Montblanc crede profondamente nei benefici del viaggio. Il nostro marchio non esisterebbe senza questa consapevolezza, abbinata allo spirito esplorativo dei nostri fondatori. È nel nostro DNA. Quest'anno abbiamo creato una collezione da viaggio che si adatta perfettamente alla vita quotidiana dei nostri clienti: lusso, affari e lifestyle. Sono sempre in movimento, osservano il mondo che li circonda per trovare ispirazione e nuove idee. Questi accessori da viaggio sono compagni affidabili, funzionali ed eleganti, rendono ogni viaggio un'esperienza piacevole"; afferma Nicolas Baretzki, CEO di Montblanc.

“At Montblanc, we inherently believe in the lifelong benefits of travel. Our brand would not exist without this understanding coupled with the spirit of exploration by our founders. It’s in our DNA. This year we have created a travel line that perfectly fits the dayto-day life of our customers: luxury, business and lifestyle. They are always on the move, looking at the world around them for inspiration and finding new ideas. Our travel assortment makes perfect companions, reliable, functional and stylish, they contribute to making every journey an enjoyable experience”; says Nicolas Baretzki, Montblanc CEO.

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M RED

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Scrivi (RED), Elimina l’AIDS Write (RED), End AIDS

(RED) è stata fondata nel 2006 per coinvolgere le imprese e le persone nella lotta contro l’AIDS. (RED) collabora con i marchi più iconici del mondo che sostengono con i ricavi di beni e servizi a marchio (RED) al Fondo globale. I partner (RED) includono: AirAsia, Alessi, Amazon, Andaz, Apple, Bank of America, Beats by Dr. Dre, Belvedere, Calm, Claro, Durex, eos, Fatboy USA, Girl Skateboards, MCM, Montblanc, Mophie, quip, Salesforce, SAP, Starbucks, Telcel, Vespa, Vilebrequin e Wanderlust. Ad oggi, (RED) ha generato oltre 600 milioni di dollari a favore del Fondo globale per la lotta contro AIDS, tubercolosi e malaria, per sostenere le sovvenzioni per l’HIV / AIDS in Ghana, Kenya, Lesotho, Ruanda, Sudafrica, Swaziland, Tanzania e Zambia. Il Fondo globale garantisce che il supporto di (RED) ha avuto impatto su oltre 140 milioni di persone con servizi di prevenzione, trattamento, consulenza, test HIV e cure. Montblanc riconferma il suo impegno nella lotta contro l’AIDS attraverso l’estensione della collezione (MONTBLANC M)RED che, in contemporanea con la sesta edizione del Global Fund Replenishment di Lione, si arricchisce di nuovi prodotti .

(RED) was founded in 2006 to engage businesses and people in the fight against AIDS. (RED) partners with the world’s most iconic brands that contribute proceeds from (RED)-branded goods and services to the Global Fund. (RED) Partners include: AirAsia, Alessi, Amazon, Andaz, Apple, Bank of America, Beats by Dr. Dre, Belvedere, Calm, Claro, Durex, eos, Fatboy USA, Girl Skateboards, MCM, Montblanc, Mophie, quip, Salesforce, SAP, Starbucks, Telcel, Vespa, Vilebrequin and Wanderlust. To date, (RED) has generated more than $600 million for the Global Fund to fight AIDS, Tuberculosis and Malaria, to support HIV/AIDS grants in Ghana, Kenya, Lesotho, Rwanda, South Africa, Swaziland, Tanzania and Zambia. 100 percent of that money goes to work on the ground – no overhead is taken. Global Fund grants that (RED) supports have impacted over 140 million people with prevention, treatment, counseling, HIV testing and care services. Montblanc reaffirms its commitment to the fight against AIDS with the extension of its (MONTBLANC M)RED line in October with new pieces set to launch to coincide with the sixth Global Fund Replenishment conference in Lyon.

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La collezione (MONTBLANC M)RED lanciata nel 2018, si arricchisce di un nuovo trolley e una nuova linea di strumenti da scrittura lanciati ad ottobre, in concomitanza con la sesta edizione del Global Fund Replenishment a Lione, ospitata dal presidente Emmanuel Macron. L’evento riunisce governi, società, ONG e donatori privati per garantire un sostegno finanziario per la lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e la Malaria, con l’obiettivo di garantire 14 miliardi di dollari per salvare 16 milioni di vite nei prossimi tre anni. “Questa speciale partnership con (RED) è molto di più di una raccolta fondi per la prevenzione e le cure mediche, è una campagna di sensibilizzazione per insegnare che, come cittadini globali, possiamo unire le forze per essere più efficaci nella lotta a malattie come l’AIDS. La missione di Montblanc è quella di realizzare prodotti per coloro che vogliono lasciare il segno, concretizzando le proprie ambizioni o agendo per avere un impatto positivo sulle comunità.” spiega Nicolas Baretzki, CEO di Montblanc International.

Following the launch of the (MONTBLANC M)RED line in 2018, the collaboration is expanding with the introduction of a trolley and a new writing instrument line. The expanded (MONTBLANC M)RED line launches in October 2019, coinciding with the sixth Global Fund Replenishment conference in Lyon, France, hosted by President Emmanuel Macron. The event will bring together governments, corporations, NGOs and private donors to pledge financial support for the fight to end AIDS, Tuberculosis and Malaria, with the goal of securing USD $14 billion in order to save 16 million lives over the coming three years. “This special partnership with (RED) is more than just about raising funds for prevention and medication, it’s about educating others to understand that, as a community of global citizens, we can be more effective in ending epidemics like AIDS when we work together. Montblanc’s mission is to create products for individuals who seek to leave their mark, whether achieving their own ambitions, taking action for good or striving to make a positive impact on their communities and on the world.” explains Nicolas Baretzki, Montblanc CEO.

Per ogni strumento da scrittura, trolley o accessorio (MONTBLANC M)

For every (MONTBLANC M)RED writing instrument, trolley or accessory

RED acquistato, 5 euro vengono devoluti al Fondo globale a supporto dei

purchased, 5 euros will go to the Global Fund to support HIV/AIDS pro-

programmi di prevenzione all’HIV/AIDS, sufficiente a fornire più di 25

grammes; that’s enough to provide over 25 days of life-saving HIV medica-

giorni di farmaci salvavita per l’HIV. Per maggiori informazioni visita

tion. For more information, visit www.montblanc.com/MontblancxRED.

www.montblanc.com/MontblancxRED.

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Collezione (MONTBLANC M) RED

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REDAZIONALE

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Villa Manin di Passariano

T r aV e L Friuli Venezia Giulia

intervista a / interview with LUCIO GOMIERO Direttore di / Director of PromoTurismo FVG

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INTERVISTA A LUCIO GOMIERO

La trasformazione del mercato del Turismo degli ultimi lustri è strabiliante, se solo si pensa alla facilitazione offerta dai trasporti low cost, alla fascia attiva e benestante degli over 50 o le possibilità di conoscere/prenotare offerte da internet.

The transformation of the tourism market of the last decades is amazing, if only we think of the facilitation offered by low-cost transport, the active and affluent over 50 or the possibilities to know / book offers from the internet.

Il Friuli Venezia Giulia è diventato un riferimento per l’approccio di marketing che rende attrattivo il territorio per le esperienze che offre al turista. PromoTurismoFVG lavora in questa direzione da alcuni anni, quali sono le strade da percorrere ora? Sicuramente le strade da percorrere vanno in continuità con quanto fatto finora, portando avanti due strategie nuove: la prima riguarda la focalizzazione sui brand della regione, dalle singole località alle eccellenze enogastronomiche che offre il territorio, l’altra è quella di far sentire i turisti sempre più “cittadini temporanei” di questa regione, investendo in una maggiore conoscenza del turista per creare una segmentazione più precisa e tarare dunque l’offerta. Il Friuli Venezia Giulia deve crescere anche sfruttando alcuni trend, come l’estensione della stagione estiva con la possibilità di costruire nuovi percorsi turistici per tutto l’arco dell’anno, cornice in cui il mondo della bicicletta si inserisce perfettamente. Credo inoltre che, accanto alle tante altre azioni che stiamo svolgendo, il turismo congressuale, quello culturale (musei e grandi mostre) e quello storico, sulla traccia di quanto fatto con la Grande Guerra, possano rappresentare nuovi fronti da studiare e da programmare, ma dobbiamo aumentare la nostra capacità di fare sistema, creando grandi eventi legati ad esempio alla sostenibilità e al mondo del cinema, in una regione che ha ben nove manifestazioni - legate al cinema - di cui alcune internazionali.

Friuli Venezia Giulia has become a reference point for the marketing approach that makes the area attractive for the experiences it offers to tourists. PromoTurismoFVG has been working in this direction for some years, what are the roads to travel now? Certainly the roads to follow are in continuity with what has been done so far, pursuing two new strategies: the first concerns the focus on the brands of the region, from the single localities to the excellent food and wine that the area offers, the other is to make tourists feel more and more “temporary citizens” of this region, investing in a greater knowledge of the tourist to create a more precise segmentation and thus calibrate the offer. Friuli Venezia Giulia must also grow by exploiting some trends, such as the extension of the summer season with the possibility of building new tourist routes throughout the year, a setting in which the world of cycling fits perfectly. I also believe that, along with the many other actions we are carrying out, congress tourism, cultural tourism (museums and major exhibitions) and historical tourism, on the trail of what has been done with the Great War, can represent new fronts to be studied and planned, but we need to increase our capacity to create systems, creating major events linked for example to sustainability and the world of cinema, in a region that has nine events - related to cinema - of which some are international.

I friulgiuliani non erano normalmente predisposti e preparati all’accoglienza: come si fa a coinvolgere imprenditori, operatori e gente comune a sorridere al cliente, cioè al turista? Lo si fa costruendo una “cultura dell’accoglienza”, attraverso la formazione sul campo, ovvero portando a conoscenza degli operatori realtà che funzionano, le buone pratiche, incrementando le possibilità di contaminazione per maturare esperienze innovative. Oggi occorre che tutte le componenti del territorio lavorino assieme per costruire un’offerta turistica (del mare, della montagna, delle città e dei percorsi tematici) composita e aggregante; punti di partenza nella costruzione di questa cultura restano, sembrerà banale ma non lo è, un sorriso, la cortesia e la disponibilità a “offrirsi” all’ospite. In questo senso credo nella crescita di una classe imprenditoriale che veda giovani preparati sviluppare il settore turistico-culturale come una vera industria, in grado di promuovere nuove iniziative e nuovi progetti sul nostro territorio. Tutto questo è però possibile solo con l’ausilio di tutti gli attori della filiera che in questo percorso si devono sentire coinvolti: da PromoturismoFVG alle strutture dell’accoglienza, dal mondo dei servizi per il turista all’offerta commerciale ai consorzi, fino al cittadino di questo nostro Friuli Venezia Giulia. In fondo, un sorriso e un “buon giorno” al tu-

The Friulians were not normally prone and prepared for reception: how do you involve entrepreneurs, operators and ordinary people to smile at the customer, that is, at the tourist? This is done by building a “culture of hospitality”, through training in the field, or by bringing to the attention of the operators’ realities that work, good practices, increasing the possibilities of contamination to develop innovative experiences. Today all the components of the territory must work together to build a composite and aggregating tourist offer (of the sea, mountains, cities and thematic routes); starting points in the construction of this culture remain, it will seem trivial but it is not, a smile, courtesy and willingness to “offer” to the guest. In this sense I believe in the growth of an entrepreneurial class that sees young people prepared to develop the tourist-cultural sector as a real industry, able to promote new initiatives and new projects in our area. All this, however, is possible only with the help of all the players in the supply chain who in this process must feel involved: from PromoturismoFVG to reception facilities, from the world of tourist services to the commercial offer to consortia, to the citizen of this Friuli Venezia Giulia. After all, a smile and a “good morning” to the Italian or foreign tourist visiting our lands is the first, beautiful and welcome, “business card” or memory that favors their return.

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TRAVEL FVG

rista italiano o straniero in visita alle nostre terre rappresenta il primo, bellissimo e gradito, “biglietto da visita” o ricordo che ne favorisce il ritorno. Dal crollo del muro di Berlino e il relativo allargamento dell’UE, il Friuli Venezia Giulia è venuto a trovarsi esattamente al centro dell’Europa, dopo decenni di dimenticatoio e lateralità nell’Europa Occidentale. È una grande opportunità? Una grandissima opportunità: noi raffiguriamo l’Europa e il Friuli Venezia Giulia rappresenta il cuore. Questa è una terra che da un lato è ricca di testimonianze lontane, molto legate alle due guerre mondiali e alle precedenti dominazioni, dall’altro è un crogiuolo di luoghi in cui montagna, collina, pianura e mare si fondono con armonia. Una terra che vanta cinque siti Unesco, una delle regioni con la più alta densità di ricercatori e atleti olimpici, senza dimenticare le eccellenze dell’enogastronomia con la maggiore densità di presìdi Slow Food. È proprio vero che il Friuli Venezia Giulia è un compendio, ma con una visione allargata: ci sentiamo parte di una regione più ampia che si chiama Alpe Adria (che unisce Italia, Carinzia e Slovenia), di una costa unica che unisce Friuli Venezia Giulia e Veneto. Il Centro Europa (dalla Polonia all’Ungheria, dalla Repubblica Ceca alla Slovacchia) resta per PromoturismoFVG un target rilevante, ma dobbiamo porre attenzione a offrire a questi flussi turistici servizi adeguati alle loro esigenze e richieste, che via via negli anni stanno crescendo. Avendo la nostra Regione un’offerta quantitativa contenuta, non possiamo pensare di offrire una qualità medio/bassa, ma dobbiamo puntare ad elevarla per distinguerci. Il numero di Genius con 007 in copertina va a curiosare nei meandri dell’intelligence. Lo stesso James Bond fu spesso attore occulto sulla Cortina di Ferro, che separava il mondo occidentale da quello comunista, passando proprio da Trieste. La storia di quel confine ci ricorda la Grande Guerra, ma ci deve raccontare ancora molte storie di spionaggi, contrabbandi e manovre occulte degli ultimi settant’anni. I turisti ne sono attratti, proprio perché di questa terra di frontiera non si parlava mai? Di confini questa Regione ne sa, come ben insegna Paolo Rumiz in diversi dei suoi scritti. E anche di cinema,come abbiamo detto: il nuovo film di 007 a Matera, ha affermato il sindaco di quella città, ha “lasciato” in loco qualcosa come 12 milioni di euro per 18 minuti di pellicola... ma l’agente 007 è “passato” tanti anni fa anche in Friuli Venezia Giulia, con il film “Dalla Russia con amore” e Sean Connery in viaggio in Orient Express dalla Turchia verso Trieste. E ricordo, per seguire la traccia della sua domanda, che già ai primi anni 50, Tyron Power (la pellicola “Corriere diplomatico”) portò ancora Trieste alla ribalta nel film, anche in questo caso con una spy story ambientata in un treno da Salisburgo a Trieste. Ecco, credo che la fine del conflitto mondiale, la cortina di ferro, gli anni del secondo dopoguerra continuino ad essere spunti per un filone storico-turistico-

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Since the collapse of the Berlin Wall and the related enlargement of the EU, Friuli Venezia Giulia has come to find itself exactly in the center of Europe, after decades of oblivion and laterality in Western Europe. Is it a great opportunity? A great opportunity: we represent Europe and Friuli Venezia Giulia represents the heart. This is a land that on the one hand is rich in distant testimonies, very linked to the two world wars and to previous dominations, on the other it is a melting pot of places where mountain, hill, plain and sea blend harmoniously. A land that boasts five UNESCO sites, one of the regions with the highest density of Olympic researchers and athletes, without forgetting the excellence of food and wine with the highest density of Slow Food presidia. It is true that Friuli Venezia Giulia is a compendium, but with a broader vision: we feel part of a wider region called Alpe Adria (which unites Italy, Carinthia and Slovenia), of a unique coast that unites Friuli Venezia Giulia and Veneto. Central Europe (from Poland to Hungary, from the Czech Republic to Slovakia) remains a relevant target for PromoturismoFVG, but we must pay attention to offering these tourist flows services tailored to their needs and requests, which are growing over the years. Having our region, a contained quantitative offer, we cannot think of offering a medium / low quality, but we must aim to raise it to distinguish ourselves. The number of Genius with 007 on the cover is to look around the intricacies of intelligence. James Bond himself was often a hidden actor on the Iron Curtain, which separated the Western world from the Communist one, passing through Trieste. The history of that border reminds us of the Great War, but there must still tell us many stories of espionage, contraband, occult maneuvers of the last seventy years. Are tourists attracted to it, just because they never spoke of this frontier land? Borders know this region, as Paolo Rumiz teaches in several of his writings. And also of cinema, as we said: the new 007 film in Matera, said the mayor of that city, has “left” on the spot something like 12 million euros for 18 minutes of film ... but the 007 agent “passed” many years ago also in Friuli Venezia Giulia, with the film “From Russia with Love” and Sean Connery traveling in Orient Express from Turkey to Trieste. And I remember, to follow the trail of his question, that already in the early 50s, Tyron Power (the film “Diplomatic Corier”) still brought Trieste to the fore in the film, also in this case with a spy story set in a train from Salzburg in Trieste. Here, I believe that the end of the World War, the Iron Curtain, the years after World War II continue to be hints for a historical-tourist convention vein of great interest for all of Friuli Venezia Giulia. A common thread that could be enhanced and recounted from a tourist point of view perhaps starting from the great films set or “touched” in our region to get to today, with Trieste becoming more and more appreciated a movie set able to attract Hollywood stars, as demonstrated this year’s latest film, The Hitman’s Wife’s Bodyguard with Salma Hayek, Antonio Banderas, Ryan Reynolds and Samuel L. Jackson. The central

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INTERVISTA A LUCIO GOMIERO

convegnistico di grande interesse per tutto il Friuli Venezia Giulia. Un filo rosso che potrebbe essere valorizzato e raccontato in chiave turistica, magari partendo proprio dalle grandi pellicole ambientate o “toccate” in questa nostra regione, per arrivare a oggi, con Trieste che diventa sempre più apprezzato set cinematografico in grado di attirare le stelle di Hollywood, come ha dimostrato l’ultimo film di quest’anno, The Hitman’s Wife’s Bodyguard con Salma Hayek, Antonio Banderas, Ryan Reynolds e Samuel L. Jackson. Tema centrale sono le storie: noi abbiamo iniziato a raccontarle con l’esperienza dei cinquanta Ambassador, residenti che narrano con i loro occhi e la loro voce il territorio per incuriosire e richiamare visitatori. Proprio la narrazione diventa prodotto turistico, in grado di offrire, a differenza delle più classiche visite guidate, un’esperienza che tocca le corde dell’emozione e instaura un canale diretto di comunicazione con il turista. Restando al tema Intelligence, sappiamo che ora si possono tracciare i movimenti dei turisti, conoscerne la provenienza e le caratteristiche, fino a sbirciarne i commenti sui social… Questa è sicuramente la traiettoria da seguire. Nel tempo il nostro ente si è aperto anche ai canali più utilizzati, iniziando con il Web, nel 2006, proseguendo con YouTube, Facebook e Twitter nel 2011 e arrivando a Instagram nel 2014: l’ascolto della Rete rappresenta un elemento con il quale promuoviamo il territorio e pianifichiamo alcune nuove azioni. L’ultimo video su Trieste ha avuto quasi 200mila visualizzazioni in cinque giorni senza investimenti. Con l’ausilio dei social e la nostra presenza sulle piattaforme, siamo in grado di interagire in tempo reale con i turisti e come PromoturismoFVG ci stiamo già muovendo per costruire offerte, pacchetti, percorsi e abbiamo lanciato i concorsi per gli appassionati di fotografia con “Instagram Chellenge”. Dobbiamo investire di più nei sistemi che consentono di condurre indagini sul profilo del turista, stiamo sviluppando singole progettualità con le località con le quali collaboriamo e cerchiamo di essere sempre più “inside tourism”, senza sconfinare in una sorta di voyeurismo, ma con uno strumento in più come la tassa di soggiorno che ci permette di investire e conoscere in maniera più approfondita le esigenze e i movimenti del turista.

theme is the stories: we started to tell them with the experience of the fifty Ambassadors, residents who tell the territory with their eyes and their voice to intrigue and attract visitors. The narration becomes a tourist product, able to offer, unlike the more classic guided tours, an experience that touches the strings of emotion and establishes a direct channel of communication with the tourist. Keeping up with the intelligence theme, we know that it is now possible to track the movement of tourists, know where they come from and their characteristics, up to peeking into their comments on social media… This is certainly the trajectory we have to follow. Our institution has opened itself even to the most utilised channels, starting with the wide web in 2006, continuing with youtube, Facebook and Twitter in 2011 and landing on Instagram in 2014: paying attention to the web represents an element with which we promote our territory and plan some new actions. The latest video on Trieste has had almost 200k views in just five days without investments. With the aid of Social Media and our presence on platforms we can have live interactions with tourists and as PromoturismoFVG we are already moving towards building offers, packs, paths and we have launched contests to the ones lovers of photography with “Instagram Challenge” We need to invest more into systems which allow us to have surveys and investigations on the profile of the tourist, we are developing single projects on the different locations with which we collaborate and we try to be more inside tourism, without trespass into a sort of voyeurism, but with an asset such as tourist taxes we can invest and know better the needs and movements of tourists.

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MIKE SPONZA

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Il premiato chitarrista abbina alla musica un’attività multidisciplinare

THE AWArD WINNING GuITArIST coMBINES MuSIc AND MuLTIDIScIpLINArY AcTIVITY Ph. by Escapista, Diego Silvestrin

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l blues nel sangue e la multimedialità nel cervello, il cuore nel grande passato della musica e gli occhi verso il futuro e l’innovazione, che porta nel dna. Mike Sponza è il paradigma vivente di idee e culture. E come i protagonisti del moderno blues, fa convivere in sé, come nella sua musica, lo spirito dei padri del blues e degli innovatori che pescano a piene mani dalla miscellanea di idiomi, sapori e colori di tante culture e di genti di terre diverse, che in un unico fazzoletto di terra hanno costruito un mix pacifico e intellettualmente frizzante. Un miscuglio sapientemente amalgamato che gli ha permesso di conquistare un premio ambito come l’Italian Blues Award nel 2019. Il blues non è solo 12 battute, non è solo la musica del diavolo, non è solo la drammatica storia di un popolo. Partendo da quelle profonde radici è un linguaggio, anzi un modo di vivere e sentire la musica, la società, il mondo, travalicando epoche e scavalcando confini, geografici e mentali. E Sponza questo lo sa bene e restituisce questo concetto a chi decide di ascoltare la sua musica. “Raccontare il blues” – confessa Sponza, che esordiva nel 1997 con l’album “News for You” - “significa affrontare diversi argomenti, spesso in contrasto tra di loro, ma sempre considerando la nascita e lo sviluppo di una grande fetta della cultura e della musicalità di tutto il No-

The blues in the blood, the multimedia in the brain, the heart in the great past of music and the eyes gazing into the future - all of that is in his DNA. Mike Sponza is the living paradigm of ideas and cultures. Like the protagonists of modern blues, his music carries the spirit of the fathers of blues, the innovators who fished with both hands in the waters of idioms, flavours and colours of so many cultures and people of different lands, who built a peaceful and intellectually sparkling mix on a single patch of land. A cleverly amalgamated mixture that has allowed him to win coveted awards, like the Italian Blues Award in 2019. The blues is not just 12 bars, it’s not just “the devil’s music”, it’s not just the dramatic story of a person. Emerging from those deep roots, it became a language, or rather a way of living and feeling the music, the society, the world beyond eras and boundaries- geographical and mental ones. Sponza knows this well and returns the concept to those who decide to listen to his music. “Telling the blues,” confesses Sponza, who debuted in 1997 with the album News for You, “means facing different topics, often in conflict with each other, but always considering the birth and development of a large slice of culture and musicality throughout the twentieth century. The history of this extraordinary genre is not only the story of the soul

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MIKE SPONZA

vecento. La stessa aria che animava un suo fortunato progetto. Alcuni anni fa, precursore dei tempi, Sponza ha riunito alcuni tra i principali esponenti della scena blues/jazz del Centro Europa per offrire una vasta gamma di approcci stilistici. Contraddistinto da un suono maturo che fondeva perfettamente blues tradizionali arricchendoli con nuovi arrangiamenti, l’album che rappresentava la summa del progetto “Kakanic Blues” “Mike Sponza & Central Europe Blues Convention”, è stato definito uno dei migliori dischi blues italiani di sempre. Non si può non considerare tutto questo nel momento in cui si deve raccontare l’artista Sponza. Mike è infatti uno dei pochi musicisti che suona il blues guardando e sentendo profondamente quello che gli succede intorno, che respira i cambiamenti con l’innata capacità di saper guardare al di là delle convenzioni e

of the black American people, but also one of an epochal phenomenon that had crossed the ocean to become the beacon of cultural and social adventure that has involved every aspect of the modern musical evolution.” Past and present coexist in him as well as in his land. You can breathe the air of Mitteleuropa at every corner of the Habsburg (architecturally and culturally speaking) Borgo Teresiano, where his company is based. That same air animated one of his fortunate projects. A few years ago, a forerunner for his time, Sponza brought together some of the leading figures of the blues / jazz scene of Central Europe to offer a wide range of stylistic approaches. Distinguished by a mature sound that perfectly blended traditional blues with new arrangements, the album that represented the sum of the Kakanic Blues project, Mike Sponza & Central Europe Blues

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Il nuovo album MADE IN THE SIXTIES

degli schemi. Dopo averne assimilato la genesi, Mike si è proiettato ad abbracciare tutte le forme e le continue trasformazioni di questo genere musicale, coinvolgente, sanguigno, vero e profumato di storia. Chitarrista di talento e con anima, è riuscito a collezionare collaborazioni prestigiose in una carriera davvero fuori dal comune per un musicista italiano di blues. Nel suo portfolio, quella con Bob Margolin, leggendario membro della Muddy Waters Band, con il californiano Carl Verheyen e con Dana Gillespie, Maddalena in Jesus Christ Superstar e voce in Ziggy Stardust. O, negli ultimi anni Georgie Fame, Lucky Peterson e Louisiana Red. Le recensioni dei suoi dischi e dei suoi concerti poi sono delle rare perle di stima. Merce rara. Tra le frequentazioni abituali, oltre ai palcoscenici del Centro Europa e le classifiche (il suo “Made in the Sixties” è entrato nella Top 10 delle radio blues britanniche ed è stato classificato tra i migliori dischi blues del 2018 in Europa), ci sono nientemeno che gli studi di Abbey Road. Dove Sponza ha registrato l’ultimo album, scritto a 4 mani con Pete Brown, leggendario autore di grandi capolavori dei Cream.

Convention has been called one of the best Italian blues records ever. One cannot but consider all this when describing Sponza the artist. Mike is in fact one of the few musicians who plays the blues by watching and feeling deeply all that is happening around him, breathing the changes with the innate ability to look beyond conventions and patterns. After having assimilated the genesis, Mike was projected to embrace all the forms and the continuous transformations of this engaging, passionate, true and soaked-in-history musical genre. A talented and soulful guitarist, he managed to collect prestigious collaborations in a truly unusual career for an Italian blues musician. His portfolio includes a strong collaboration with Bob Margolin, the legendary member of the Muddy Waters Band, the Californian Carl Verheyen and with Dana Gillespie (Magdalena in Jesus Christ Superstar and vocals in Ziggy Stardust). In recent years he toured with Georgie Fame, Lucky Peterson and Louisiana Red. Reviews of his records and concerts are gems of esteem. Rare stuff. In addition to European stages and charts (his Made in the

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MIKE SPONZA

Ma Sponza ama stupirsi e stupire. E allora, quanto è analogica la sua attitudine artistica, altrettanto lo è, ma verso il digitale, quella lavorativa. Dopo una laurea in giurisprudenza e una breve esperienza nel settore legale, nel 1999, Mike, insieme ai suoi attuali soci, lancia M-CUBE, azienda che in pochi anni diventa leader italiano nel settore della digital experience per il mondo dei punti vendita. Anche al suo interno – e come potrebbe essere altrimenti? – Mike si occupa di musica come music designer e creatore di palinsesti musicali per i principali marchi della moda italiana. Ora M-CUBE è una multinazionale con sedi a Milano, Parigi, Londra, Shangai e Amsterdam e quella musica raggiunge milioni di ascoltatori al giorno. La ventennale esperienza maturata in questo settore lo porta a rivestire ruoli accademici presso alcune importanti università italiane (La Sapienza, Accademia di Brera, Università Cattolica) per condividere con studenti e professionisti quanto appreso sul campo. Moderno, visionario, sempre attento alle novità e alle opportunità del momento, Mike è per molti aspetti anche legato al passato: soprattutto nella scelta degli strumenti e nella passione per le automobili vintage. “C’è tutto un altro feeling nel guidare una vettura storica, anche nel traffico moderno: quasi una forma di “slow driving” fatto di gesti, fatiche, tempi ormai archiviati con l’utilizzo di auto moderne. Per quanto riguarda le chitarre, va riconosciuta la netta superiorità di quei modelli costruiti nella cosiddetta “golden age” della chitarra elettrica, dal 1955 al 1965. Sono strumenti incredibili, ognuno con la propria personalità e caratteristiche derivanti dall’uso nei decenni. Negli anni ho selezionato alcuni ottimi pezzi, ma senza diventare un collezionista. Lo scopo per cui sono state costruite è quello di fare musica. E questo faccio”. Appunto, Mike, fa musica. E molto, molto bene.

Sixties entered the Top 10 of British Blues radios and was ranked among the best blues records of 2018 in Europe), he frequently visits the renowned Abbey Road studios. Here Sponza recorded his last 2 albums, co-written with Pete Brown, legendary author of great masterpieces by Cream. But Sponza loves to be amazed and to amaze. And so, however analog his artistic approach, his business one is the mirror image, planted firmly in the digital world. After getting his law degree and a brief experience in the legal sector, he launched M-CUBE in 1999 with his current partners. In a few years, the company became the Italian leader in the digital experience sector in the world of retail outlets. It comes as no surprise that also at his work Mike deals with music as a music designer and creator of musical schedules for the major Italian fashion brands. Today, M-CUBE is a multinational company with offices in Milan, Paris, London, Shanghai and Amsterdam, with their music reaching millions of listeners daily. Twenty years of experience in this field has led him to hold academic roles at some important Italian universities (La Sapienza, Accademia di Brera, Università Cattolica), sharing with students and professionals his vast, true and road-tested experiences. Although contemporary, visionary, and always open to the news and opportunities of the moment, Mike is in many aspects rooted in the past; especially in his choice of instruments and his passion for vintage cars. “There is a whole new feeling in driving a vintage car, even in modern traffic: almost a form of “slow driving”, made of gestures, tasks, timings which have become obsolete with the use of modern cars. Same for the guitars: the clear superiority of those models built in the so-called “golden age” of the electric guitar, from 1955 to 1965, must be recognised. They are incredible instruments, each with its own personality and characteristics deriving from use over the decades. Over the years I have selected some excellent pieces without becoming a collector. The purpose for which they were built is to make music. And this is what I do”. Exactly, Mike, you make music. And you do that very, very well.

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Paolo Vegas

Stories of People and Things Galleria d’Arte Contini - Contini Art Gallery - Cortina d’Ampezzo

Andrea Valleri

Ermeneutica. La Vittoria del Classico Teatro Duni - Matera

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Paolo Vegas La stagione invernale 2019/2020 si apre con un nuovo e affascinante evento organizzato dalla Galleria d‘Arte Contini presso la propria sede di Cortina d’Ampezzo. L’esposizione dal titolo Stories of People and Things attraversa il percorso e la ricerca stilistica affrontata dall’artista Paolo Vegas (Biella, 1973). Un percorso fatto di studio, capacità tecniche e, soprattutto, di una forte dose di intuizione, che rende Vegas un artista schietto, vitale ed innovativo. Formatosi in campo pubblicitario attraverso importanti collaborazioni con i grandi nomi della fotografia – come Giovanni Gastel, Giac Casale e Joe Oppedisano – nelle sue opere Vegas prende spunto da questo mondo, sperimentando tuttavia un linguaggio inedito e personale. Ciò che rende peculiare l’opera di Vegas è la precisione con la quale l’artista compone l’immagine fotografica, partendo da un’idea che poi trasforma in un’istantanea carica di narrazione. Vegas costruisce le proprie opere proprio come viene progettato ad hoc un set pubblicitario; seleziona accuratamente location, cast, stile e sceneggiatura per catturare in un unico scatto una composizione minuziosa e ricca di dettagli. Una volta eseguiti gli scatti si passa ad un accurato lavoro di post-produzione nel quale Vegas monta, come fosse un cortometraggio, la sua narrazione, che prende vita attraverso cromatismi saturi, giochi di luci e ombre e un’estetica pop di forte impatto emotivo. L’opera di Vegas è caratterizzata da un tratto distintivo e immediatamente riconoscibile che si traduce nel termine “clonazione”. Il soggetto viene ritratto più volte simultaneamente nel medesimo ambiente, come se si stesse muovendo nella scena, raccontandoci una storia e trasmettendoci un ricordo, un’esperienza o un frammento di vita. È proprio questa impronta personale che rende

The 2019/2020 winter season will open with a new and captivating event organized by the Contini Art Gallery in their Cortina d’Ampezzo location. The exhibition, entitled Stories of people and Things traverses the formative stylistic studies that Paolo Vegas (Biella, 1973) has confronted. A process made of his studies, technical abilities and above all, a strong dose of intuition, which combined make Vegas an outspoken, vibrant and innovative artist. His initial formation began in the field of publicity through important alliances with noted photographers such as Giovanni Gastel, Giac Casale and Joe Oppedisano. In his works Vegas takes his inspiration from this world however, he experiments with a completely inedited and personal expression. What renders Vegas’ work so peculiar is the precision with which he composes the photographic image, beginning with one idea, which later transforms into an instantaneous moment full of narration. Vegas constructs his works precisely as if they were ad hoc settings for advertising projects; he accurately selects the location, the cast, style and screenplay to create - in one snapshot - a composition that is carefully laid-out and rich in details. Once he captures the images, he moves on to an accurate post-production work where he assembles the narration as if for a short film and brings it to life through saturated chromatics, a play on light and shadows and a strong, emotive pop art aesthetics. Vegas’ work is characterized by a distinctive and easily recognizable mark, for which we could use the term “clonation”. Photos of the subject taken in quick succession, simultaneously and in the same place as if he or she were moving around the set, narrate a story and transmit a memory, an experience or a fragment of his or her life. It is precisely this personal touch that gives Vegas’ work the abili-

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PAOLO VEGAS stories of people and things 5 dicembre 2019 - 13 aprile 2020 Galleria d’Arte Contini P.zza Silvestro Franceschi, 1-7 Cortina d’Ampezzo VENEZIA T. +39 041 5230357 venezia@continiarte.com

@continigallery @continiartgallery www.continiarte.com

CORTINA T. +39 0436 867400 cortina@continiarte.com



GALLERIA CONTINI – ARTE

l’opera di Vegas capace di emozionare e coinvolgere lo spettatore, invitato a contemplare e decifrare l’universo sociale e morale, estetico e creativo indagato dall’artista. L’opera Vintage series cloning. Cloning Paul McCartney, ad esempio, racchiude la complessa ricerca estetica e stilistica di Vegas, presentandoci una giovane donna che, ritratta in più azioni, ci racconta il proprio emisfero emotivo, sognante e malinconico, con in sottofondo la musica di Paul McCartney. Ed è proprio la musica a diventare tangibile, quasi udibile, grazie alla presenza del disco in vinile applicato direttamente sulla stampa fotografica. L’introduzione di un oggetto fisico, appartenente alla scena o inerente ad essa, è un ulteriore tratto distintivo nei lavori dell’artista, che rende l’opera unica e irripetibile e che crea una netta separazione tra la riproducibilità fotografica e l’ideazione di un’opera d’arte. È proprio l’aggiunta di questo elemento che permette la creazione di quelle che lui stesso definisce BioCloning; opere che, oltre a riprodurre il soggetto nello spazio, indagano l’intimo dei personaggi inserendo elementi biografici riguardanti esperienze, passioni e ricordi. Nel corso della mostra, la ricerca concettuale ed emotiva proprie di Vegas si concretizzano in un nuovo progetto innovativo: l’interazione immediata con il fruitore, il quale potrà diventare protagonista di un’opera d’arte. L’artista, attraverso la sua sapiente tecnica fotografica e l’innata capacità di indagare e rintracciare aspetti fondamentali della vita dello spettatore, creerà opere personali realizzate su misura, nelle quali il soggetto verrà “clonato”, manipolato, ricostruito ed infine immortalato in un ritratto fotografico assolutamente unico ed esclusivo.

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ty to create emotion and involve the spectator, invited to contemplate and decipher the social and moral influences of the universe, its aesthetics and creativity, which the artist analyzes. The work Vintage series cloning. cloning paul Mccartney for example marks the conclusion of a complex aesthetic and stylistic study by Vegas, presenting us with a young woman – photographed doing various activities – that precisely narrates a poignant hemisphere, dreamy and melancholic, with music by Paul McCartney in the background. The music becomes perceptible, almost audible thanks to the presence of an LP record applied directly on to the photographic image. The introduction of a physical object pertaining to the set-up or inherent to it, is one more distinctive trait used by the artist in his works which makes them unique and unrepeatable; it creates a clear separation between reproducible photography and the creation of an artwork. The addition of this element permits the creation of that which the artist defines Biocloning, meaning works, which in addition to reproducing the subject in a certain space, also investigate the intimacy of the persons by inserting biographical elements based on their experiences, passions and memories. During the exhibition, Vegas concretizes conceptual and emotive studies in a new innovative project: the immediate interaction with the customer who can become the protagonist of a work of art. The artist, through his skilled photographic technique and an inborn ability to research and trace the fundamental aspects of the life of the spectator, will create personalized works in which the subject will be “cloned”, manipulated, reconstructed and ultimately immortalized in an absolutely unique and exclusive photographic portrait.

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PAOLO VEGAS

Paolo Vegas, Cloning Fallen Angel, 2014, Collage su stampa lambda montato su leger 300 mm / Photographic collage on lambda print mounted on leger 300 mm, ed. 1/1, cm 80 x 80

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Paolo Vegas, Cloning Anna while peeing, 2011, Collage su stampa lambda montato su dibond / Photographic collage on lambda print mounted on dibond panel, ed. 1/1, cm 100 x 100

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Paolo Vegas, The Bride’s Bouquet, 2016, Collage su stampa lambda montato su dibond / Photographic collage on lambda print mounted on dibond panel, ed. 1/1, cm 100 x 200

Paolo Vegas, July 20, 1969, 2016, Collage su stampa lambda montato su dibond / Photographic collage on lambda print mounted on dibond panel, ed. 1/1, cm 170 x 170

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GALLERIA CONTINI – ARTE

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Paolo Vegas, Biocloning - Leonardo’s Style, 2018, Collage su stampa fotografica dietro vetro acrilico su pannello dibond / Collage on photographic paper mounted on dibond under acrylic glass, ed. 1/1, cm 80 x 102

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Paolo Vegas, Cloning series pin-up, Cloning Carol nine, 2013, Collage su stampa lambda montato su leger 40 mm / Photographic collage on lambda print mounted on leger 40 mm, ed. 1/1, cm 90 x 112

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Paolo Vegas, Vintage series Cloning, Cloning Paul McCartney, 2014, Collage su stampa lambda montato su dibond / Photographic collage on lambda print mounted on dibond panel, ed. 1/1, cm 100 x 124

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ANDREA VALLERI

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Andrea Valleri Dal 30 novembre 2019 fino al 6 gennaio 2020, le opere dell’artista Andrea Valleri, rappresentato in esclusiva dalla Galleria d’Arte Contini, saranno ospitate all’interno di quel gioiello progettato dall’architetto Ettore Stella che è il Teatro Duni di Matera, città dichiarata Patrimonio dell’umanità UNESCO e designata Capitale Europea della Cultura nel 2019. Nel foyer del teatro, lo spettatore avrà modo di esplorare l’universo artistico di Valleri, che si esprime attraverso forme arcaiche che dominano sia i dipinti acrilici che le sculture in legno, pietra e ferro. L’artista, veneziano di origine e greco di adozione, insegna filosofia e l’influenza dei suoi studi traspare in tutte le sue opere d’arte: è infatti un approccio totalmente filosofico quello che Valleri unisce alla propria esperienza creativa, manifestando una naturale tendenza alla ricerca intellettuale aperta tanto alla risposta della filosofia antica, quanto a quella della teologia giovannea o a quella della scuola ermeneutica. La cifra stilistica propria dell’artista si caratterizza per un continuo dialogo fra il passato e il presente, i quali, legati in maniera indelebile, formano un rapporto di continuità, un’unità intensa e drammatica; il passato, carico di miti e di immagini archetipiche, si integra con la cultura del presente, impregnata di tecnocrazia. Potrebbe trasparire nelle sue opere un’apparente bipolarità culturale tra il primitivo o pre-razionale ed il mondo industriale capitalista; in realtà non vi è alcuna frattura esistente, poiché l’uomo arcaico continua ad abitare in una dimensione dentro ogni essere umano contemporaneo. Questa unione della tradizione con la modernità è un’unione figurativa, che permette allo spettatore di cimentarsi in una rilettura ermeneutica, capace di ricollegarlo alla tradizione storica dalla quale proviene. Avvicinarsi all’arte di Valleri può costi-

From November 30, 2019 to January 6, 2020, the works of the artist Andrea Valleri, represented in exclusive by Galleria d’Arte Contini, are displayed inside the jewel projected by the architect Ettore Stella, Teatro Duni of Matera, city declared UNESCO Heritage and designated European Capital of Culture in 2019. In the foyer of the theatre, the spectator will get the chance to explore the artistic universe of Valleri, that expresses himself through archaic shapes that dominate both the acrylic paintings and the sculptures in wood, stone and iron. The artist, Venetian origin and Greek adoption, teaches philosophy and the influence of his studies can be seen in all his works of art: a completely philosophic approach that let Valleri unite his creative experience, showing a natural disposition toward the intellectual research opened to the answer of the ancient philosophy, as well as to the hermeneutic school. The stylistic number of the artist is characterised by a continuous dialogue between the past and the present time, which are tied in an indelible way, find an intense and dramatic thought unit; the past in fact, so loaded with myths and with archetypal images, integrates with the culture of the present time, soaked with technocracy. In his works you could see an appearing cultural bipolarity between the primitive or pre-rational and the capitalist industrial world; in fact there isn’t an existing fracture, since the archaic man keeps on living in a dimension in each contemporary human being. This union of tradition with modernity is a figurative union, which lets to a spectator test itself in a hermeneutic rereading, able to reconnect it with the historical tradition from which it comes. To approach the Valleri art can constitute an interesting spiritual adventure, but you need to get rid of prejudices and allow yourself to be guided in the

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GALLERIA CONTINI – ARTE

tuire un’interessante avventura spirituale, a patto di accostarla con animo sgombro da pregiudizi e con la disponibilità a lasciarsi guidare nei labirinti del pensiero, al fine di costruire poi, nella propria dimensione interiore, quegli spazi di ricerca ai quali è fine stesso dell’opera condurre le coscienze. La mostra Ermeneutica. La Vittoria del Classico permette allo spettatore di contemplare sia la produzione pittorica di Valleri che le sue originali sculture: se la pittura è d’ispirazione Pop Art, la scultura rimanda a forme più essenziali. Le opere scultoree infatti presentano una forma lineare e si caratterizzano per l’assemblaggio di legno, pietra e ferro, quasi a voler rimandare a materiali utilizzati fin dall’antichità, materiali atemporali, che non si sommano semplicemente, né si sovrappongono, ma si penetrano l’un l’altro creando una sintesi finale unitaria, sostenuta dall’armonia avvolgente di movimenti sinuosi o dallo slancio verticale di forme nette e puntute. La pittura di Valleri invece porta con sé istanze contrarie coesistenti: sono infatti presenti sulle sue tele sia rimandi alla dimensione del quotidiano - come pezzi di giornale, cartoni o CD - sia rimandi alla Storia, come le figure mitologiche. Ispirate visibilmente alla Pop Art, le opere pittoriche fanno dunque trasparire un linguaggio che si fonde con la forza evocativa e il simbolismo dei miti antichi, che si stagliano su scenari classicheggianti ma che racchiudono le angosce e le contraddizioni dell’uomo post-moderno, smarrito nell’era incalzante della tecnologia. Il racconto mitico evocato da ogni sua opera d’arte segna il punto di partenza verso una nuova visione del mondo, ma allo stesso tempo rimanda ad un sedimento stazionario nei profondi recessi della psiche umana. L’artista stesso afferma: «Tutti i miei temi sono basati sul mito. Tutte le mie opere sono fondate sulla storia e sulla tradizione. […] Sia l’arte Pop sia la mitologia parlano in maniera semplice all’uomo. Vogliono dire qualcosa di molto profondo, a partire dalla vita quotidiana». Questo rapporto continuo tra passato e presente, espresso dalle sue straordinarie opere d’arte dense di significati e archetipi, non poteva manifestarsi in un luogo migliore di Matera, città che, con i suoi secoli e secoli di storia, è più viva che mai.

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labyrinths of the thought, in order to build then, in the own inner dimension, those spaces of research which the work aims at leading consciences. The Hermeneutic exhibition. The Victory of the Classic lets the spectator admire the pictorial production by Valleri as well as his original sculptures: should painting be the of Pop Art inspiration, the sculpture leads you to more essential shapes. The sculptural works in fact present a linear shape and are characterised by the wooden assemblage, stone and iron, almost to want to send back to materials used from the antiquity, atemporal materials, which neither are added simply, are not even superimposed, but the one is penetrated other creating a unitary final synthesis supported by the wrapped harmony of movements or the vertical rush of clean and sharp shapes. The painting of Valleri instead has coexistent contrary instances: on his canvas you can find elements of everyday life - just like pieces of newspaper, cardboard or CD - or mythological figures. Visibly inspired by Pop Art, the pictorial works reveal a language that is combined with the evocative strength and the symbolism of the ancient myths, which stands above classic sceneries but contains the anguishes and the contradictions of the postmodern man, lost in the insistent era of the technology. The mythical story evoked by each his work of art marks the departure point towards a new vision of the world, but at the same time it sends back to a stationary sediment in the profound recesses of the human psyche. The artist says:“ All my subjects are based on the myth. All my works are founded on the history and on the tradition. […] Either the Pop art or the mythology talk in simple way to the man. They mean something very deep, starting from the daily life”. This continuous relationship between past and present time expressed by his extraordinary works of art rich in meanings and archetypes, could not be shown in a place better than Matera, a city that, with its centuries and centuries of history, is more alive than ever.

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ANDREA VALLERI

Andrea Valleri, “Ermeneutica del Classico (Nemea)”, 2018, acrilico tecnica mista su tavola / Acrylic and mixed media on wooden board, cm 100 x 100

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Andrea Valleri, “Ermeneutica della Storia”, 2018, tecnica mista su tavola / Mixed media on wooden board, cm 100x100

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Andrea Valleri, “Ermeneutica del Classico (Nemea)”, 2018, acrilico tecnica mista su tavola / Acrylic and mixed media on wooden board, cm 100 x 100

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Andrea Valleri, “Ermeneutica del Classico (Tempio di Zeus ad Atene)”, 2018, acrilico tecnica mista / Acrylic and mixed media on wooden board, cm 100 x 100

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Andrea Valleri, “La Sfinge�, 2014, legno dipinto e pietra / Painted wood and stone, cm 54 x 39,5 x 14,5

Andrea Valleri, Prometeo, 2014, legno dipinto e pietra / Painted wood and stone, cm 181 x 44 x 26

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