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2.6.5 Relazioni con le politiche nazionali ed europee
• governo di sistema, • assessment e risk analysis, • cloud computing.
Ovviamente si tratta di temi affrontati ad un livello di conoscenza di base, rispetto a quanto avviene nei percorsi universitari ma che permettono di affrontare “la sfida educativa” di far comprendere ai tecnici che non è sufficiente fornire la risposta al singolo problema ma che, tutte le volte che si vuole fare innovazione, c’è un tema che in passato si chiamava System Integration e che oggi potremmo definire System Integration 2.0. E’ necessario, in altri termini, formare figure professionali che riescano a fungere da acceleratori di conoscenze perché hanno una visione più ampia che permetterà loro di trovare nuove soluzioni per nuovi bisogni. Parallelamente c’è un tema legato al ciclo di vita delle tecnologie che è molto accelerato. Oggi si parla di nuove release a un mese o a 3 mesi su quelle nuove, su quelle più consolidate a 6 mesi-1 anno. Ciò presuppone la necessità di un sistema di education continuo in cui chi ha competenze di base solide riesce ad aggiornarsi facilmente e in modo ricorrente con brevi percorsi finalizzati (su tematiche tipo piattaforme, IOT, ecc.). Questo approccio può essere utile anche per riconvertire/ aggiornare figure come gli amministratori di reti che con l’avvento del cloud computing devono adattare le loro competenze ad un contesto in cui non c’è più fisicità ma i problemi di allineamento della rete al business permangono e anzi diventano più complessi e richiedono tempi di soluzione ancora più rapidi. Per quanto riguarda, invece, la formazione universitaria in ambito Big Data sono possibili vari percorsi, ad esempio per la creazione di team multifunzionali possono essere valutati dei Master, anche di primo livello, aperti a laureati provenienti da corsi di laurea diversi (informatica, ingegneria informatica, statistica, economia, architettura), con approccio necessariamente interdisciplinare. Anche i percorsi di Dottorato che intervengono sul tema Big Data, già sperimentati in Emilia-Romagna, sono importanti per offrire un contributo sulle tematiche più vicine al mondo della ricerca. Non può essere ignorata la forte presenza in regione di strutture di calcolo ad elevate prestazioni (HPC) di grande peso anche a livello infrastrutturale (CINECA, INFN, costituendo centro meteo ecc.) che impattano sulla crescita delle competenze legate al trattamento di grandi volumi di dati e che continuano, comunque, ad evolversi, anche su tematiche che incrociano altre priorità tecnologiche, tipo lo sviluppo di data center a basso consumo energetico. Per quanto riguarda in specifico il tema cybersecurity, va citata l’esperienza dell’Università di Bologna che ha avviato un laboratorio serale permanente sulla sicurezza rivolto agli studenti di ingegneria informatica e l’Università di Modena che attraverso camp estivi affronta questo tema. Queste esperienze testimoniano la necessità crescente di potenziare le competenze in questo ambito. Per completare il ragionamento sulle macro aree di competenza e sui percorsi formativi che devono accompagnare lo sviluppo degli obiettivi strategici definiti dal Clust-ER Innovazione nei Servizi, va sottolineata l’importanza strategica che il tema delle soft skills riveste in questo ambito. La capacità di sviluppare il pensiero laterale, l’attitudine all’innovazione ma anche un mindset imprenditoriale, inteso come capacità di generare progetti attraverso l’applicazione delle conoscenze, sono macro aree di competenza che vanno inserite in modo strutturale in tutti i percorsi formativi, specie di area tecnico-informatica. L’Università di Bologna sta già lavorando in questa direzione e alcune imprese più innovative hanno già inserito attività di formazione su competenze trasversali come la scrittura, l’approccio creativo alla soluzione di problemi, ecc. Se il tema delle soft skills sta assumendo, in generale, un peso crescente nel dibattito sulle competenze del futuro, si può affermare che per il CLUST-ER Innovazione nei servizi questo tema rappresenta un aspetto cruciale che integra, completandole, tutte le riflessioni sullo spostamento di focus dal sapere verticale ai saperi orizzontali governati tecnicamente. Questo interesse al tema soft skills comporta anche la necessità di approfondire la conoscenza delle metodologie per il loro accrescimento. Alcune metodologie già in uso come gli Open living lab o gli Innovation Lab, se applicati al mondo IT, vanno studiati bene per regolare il rapporto tra parte tecnica e parte non tecnica (creativa, umanistica, ecc.). Infine va ricordato che tutte le riflessioni in tema di competenze e formazione fin qui condotte si basano sul presupposto che a livello di sistema si lavori sulla alfabetizzazione informatica della popolazione e che il pensiero computazionale, che serve a dominare la complessità di un problema, si apprenda a scuola. La possibilità di spostare sempre più l’obiettivo formativo dalla conoscenza di una singola tecnologia alla competenza per analizzare problemi complessi, presuppone una cultura digitale solida, acquisita già a partire dalla scuola primaria, e un ecosistema di riferimento.
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2.6.5 Relazioni con le politiche nazionali ed europee
Il piano nazionale Industria 4.0 e Piano Nazionale Scuola Digitale
Concentrandosi solo sull’ultimo periodo temporale nell’ambito dell’Accordo di Partenariato 2014-2020, per il perseguimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea a livello nazionale, la Presidenza del Consiglio insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, all’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e all’Agenzia per la Coesione ha predisposto nel 2015 i piani nazionali Piano nazionale Banda Ultra Larga, Crescita Digitale20 e la Strategia sulle reti di prossima generazione (disponibile solo in inglese). A questi sono seguiti un’indagine conoscitiva sul tema della cosiddetta Industria 4.0 (I4.0)21 tesa ad individuare il modello da applicare al tessuto industriale italiano al fine di cogliere appieno i vantaggi di una produzione quasi integralmente basata su un utilizzo di macchine intelligenti, interconnesse e collegate ad internet. All’indagine è seguito un piano presentato a settembre 2016. Il piano italiano segue analoghe iniziative avviate negli Stati Uniti, in Germania e in Francia. Tra le direttrici strategiche d’intervento, quelle di incentivare gli investimenti privati su tecnologie e beni I4.0, aumentare la spesa privata in Ricerca, Sviluppo e Innovazione e rafforzare la finanza a supporto di I4.0, venture capital e start-up. Dal punto di vista delle competenze per le imprese il piano
20 Per entrambi i piani si veda http://www.agid.gov.it/agenda-digitale/agenda-digitale-italiana/crescita-digitale-banda-ultralarga 21Cfr. https://goo.gl/y7zUTv
si concentra sulle azioni pertinenti già inserite nel Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) relative ai Laboratori territoriali, all’aggiornamento dei Curricula e allo sviluppo del pensiero computazionale. Inoltre ribadisce l’importanza dell’alternanza Scuola Lavoro; di percorsi Universitari e Istituti Tecnici Superiori dedicati ad I4.0; il potenziamento dei Cluster tecnologici nazionali legati alla Fabbrica intelligente e all’Agrifood e di dottorati inerenti le tecnologie rilevanti. Indica la creazione di Competence Center nazionali a partire dai centri di ricerca eccellenti e di Digital Innovation Hub. Questi ultimi, similmente a quelli Europei creati dall’iniziativa I4MS, affrontano in modo sinergico il tema della formazione delle competenze e quello del supporto all’innovazione, anche attraverso la possibilità di sperimentare direttamente le tecnologie o la costruzione di partnership industriali e di ricerca a supporto dei percorsi di innovazione.
All’interno dei cluster tecnologici nazionali (CTN) il tema dell’Innovazione nei Servizi è presente nell’evoluzione da una cultura dei soli prodotti ad una che include anche i servizi (servitization) nelle aziende tradizionali, in particolare all’interno del comparto manifatturiero con il Cluster Fabbrica Intelligente. La focalizzazione sul Clust-ER riduce la complessità di trovare delle correlazioni e dagli ambiti presidiati dall’associazione emerge rapidamente che il CTN maggiormente interessato all’Innovazione nei Servizi è lo SmartCommunitiesTech dedicato alle “Tecnologie per le Smart Communities”, la rete nazionale di attori territoriali, industriali e di ricerca che collaborano allo sviluppo di progetti di innovazione rivolti alle Smart City and Communities. Questa intersezione si realizza sulle tecnologie di riferimento, inoltre le tipologie di imprese22 che ne fanno parte sono coerenti con quelle del Clust-ER.
La strategia nazionale contiene traiettorie di sviluppo/ innovazione focalizzate sugli ambiti produttivi, in modo del tutto simile alla strategia regionale. Cercando di focalizzare dove vi sia un impatto dell’Innovazione nei Servizi è possibile individuare, in modo del tutto qualitativo, un collegamento dell’Innovazione nei servizi con tutti gli ambiti che focalizzano cambiamenti dei processi produttivi e nei prodotti nella direzione dello sviluppo di nuovi servizi oppure dell’innovazione nella logistica.
Incrocio con il programma europeo H2020 2018-2020
Incrociare la programmazione europea con l’ambito “Innovazione nei Servizi” è complesso a causa dei confini non completamente definiti, anche per questo motivo ci limiteremo ad analizzare alcuni dati inerenti i temi ICT e quelli della logistica, secondo le Value Chain identificate dal Clust-ER.
22 Cfr. http://www.smartcommunitiestech.it/aderenti/ 23 http://ec.europa.eu/newsroom/dae/document.cfm?doc_id=48031 ICT Per quanto concerne i temi ICT la programmazione di Horizon 2020, l’attuale programma quadro, ha sempre dedicato molte iniziative a diffondere informazioni sui bandi disponibili nei diversi settori, in particolare in ambito tecnologie ICT sono disponibili documenti di sintesi come il “ A guide to ICT-related activities in WP2018-20”23 che forniscono una panoramica estremamente dettagliata dei fondi disponibili e dei temi associati. Come nei precedenti programmi di lavoro (2014-2015 e 2016-17), le azioni sostenute nell’ultima fase di Horizon 2020 copriranno l’intera catena dell’innovazione, dalla ricerca di base all’adozione di soluzioni del mercato. I temi del Clust-ER sono variamente presenti in tutti questi ambiti. In particolare nella sezione dedicata alla Leadership in Enabling and Industrial Technologies che vede un budget di più di un miliardo e mezzo di euro. I temi del Clust-ER rappresentano un sottoinsieme dell’ampio mondo ICT, le Value Chain infatti riflettono una selezione di tecnologie collegate allo sviluppo di servizi software da parte di imprese del settore. Non includono ambiti come la robotica o tutta la parte della programmazione relativa allo sviluppo delle telecomunicazioni che pure sono parte integrante della programmazione.
Logistica Per quanto concerne il settore logistico e in particolare il tema della logistica delle merci, in H2020 i temi di progettazione sono riconducibili ad una delle cosiddette sfide sociali: la “Smart, green and integrated transport challenge”. In questo ambito la selezione effettuata si è focalizzata sul criterio di individuare temi che avessero una valenza importante se non esclusiva rispetto al trasporto merci. Oppure rilevanti rispetto al cambiamento in corso nella modalità di gestione del trasporto.
Incrocio con le principali iniziative EU
Digital Single Market e la digitalizzazione dell’industria Europea Fin dai primi passi del percorso europeo si parla di Mercato Comune, nel 2010 l’obiettivo di un Mercato Unico Digitale o Digital Single Market (DSM), viene inserito fra le dieci priorità della strategia del decennio che ci porterà al 2020 e dà l’avvio alla iniziativa, cosiddetta flagship o bandiera, di un’agenda Digitale per l’Europa. Le iniziative che si sono susseguite, nell’ambito della programmazione dei fondi strutturali e delle azioni a supporto di ricerca e di innovazione nei due periodi di programmazione 2007-2013 e dal 2014 ad oggi, hanno finora in vario modo recepito questa priorità con indirizzi a azioni che, partendo dalle infrastrutture fisiche a supporto dell’accesso alla rete Internet, includono anche lo sviluppo di infrastrutture software, i temi della ricerca ed innovazione, le infrastrutture per il supercalcolo, le nuove imprese, la formazione delle competenze e gli interventi normativi necessari. In parallelo alle azioni più verticali nell’ambito delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione vi sono state iniziative indirizzate al supporto dell’applicazione di queste tecnologie agli ambiti industriali di maggiore rilevanza come l’iniziativa I4MS dedicata a portare l’innovazione digitale nelle PMI del settore manifatturiero. La priorità del mercato unico digitale sottende sia le potenzialità