PleinAir n° 504-505

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Luglio/Agosto 2014

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Club del PleinAir MENSILE N. 504/505 LUGLIO/AGOSTO 2014 € 4,50 Poste italiane spa spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, DCB • Roma

T U R I S M O S E C O N D O N AT U R A , C A M P E R , C A R AVA N , T E N DA , E S C U R S I O N I

Grecia • Cefalonia, Itaca e le Cicladi Sardegna • Coast to coast

zioni Cover Conven

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Club delPleinAir

www.pleinair.it

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ITALIA VAL D’OSSOLA • SCILIAR E ALPE DI SIUSI • ALTIPIANI CIMBRI • MAJELLA • FESTE D’ESTATE • EUROPA GRECIA: CEFALONIA E ITACA, ISOLE CICLADI, PELOPONNESO

L’estate è un’isola

gosto 2014 5 di PleinAir • Luglio/A al numero 504/50 Inserto redazionale

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sosta, agriturismi Campeggi, aree di i mia • Fiere ed Event Terme • Enogastrono Edizioni Plein Air

Un mondo di vantaggi

Sentieri d’Italia

In allegato la guida alle Val d’Ossola • Sciliar e Alpe di convenzioni del Club del PleinAir Siusi • Altipiani Cimbri • Majella Edizioni Plein Air

Agosto in piazza Feste d’estate tra Marche, Puglia, Basilicata e Sardegna


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Abruzzo ❰

❰ 74 Piemonte ❰

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sommario Italia

Europa

Piemonte Val d’Ossola

Grecia Cefalonia e Itaca

Silenzio, c’è il parco

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Tra storia e leggenda

di Furio Chiaretta

di Federica Botta e Alessandro De Rossi

Trentino Alto Adige Altopiano dello Sciliar

Santorini e Naxos 60

Le Cicladi secondo noi

Un’estate sull’altopiano

di Luigi Alberto Pucci

di Stefano Ardito

Peloponneso Occidentale

Altipiani Cimbri

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98 64 ❰ Grecia

Pleinair di trincea

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Mare e mito di Gianluca Ricci

di Alberto Campanile e Anna Brianese

Abruzzo Parco Nazionale della Majella 98

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❰ Sardegna

La via dei parchi di Marco Sances

Sardegna Dall’Ogliastra al Campidano 106

Sardegna coast to coast di Marco Giovenco

Speciale Feste d’estate 114 In copertina Il Golfo di Orosei Foto di Mario Verin

Scendiamo in piazza di Emilio Dati, Luigi Alberto Pucci e Ivana Ricci

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Basilicata L’utopia sul palco Marche Un mare di musica Sardegna Dall’altare alla polvere Puglia Tra barocco e taranta PleinAir 504/505 • 5


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20 ❰ Diari

46 ❰ Iniziative

136 ❰ Club del Pleinair

128 ❰ Info

134 ❰ Mangiare secondo natura

122 ❰ Reception

Rubriche 11 Editoriale 14 Vivavoce Lettere al direttore, opinioni, commenti L’opinione Sono uno come tanti • Mancata accoglienza L’educazione non è un optional Equipaggi a sei zampe Bau, ci sono anch’io

20 Diari Itinerari e consigli di viaggio da lettore a lettore Grecia Di là dal mare e tra gli alberi

26 Cronache Personaggi, esperienze, storie di abitar viaggiando Giordania Dai da bere agli assetati • Ferrandina (MT) Come i cantastorie di un tempo

32 Agenda Appuntamenti, mete, idee per il weekend Rispescia (GR) Ecologia maremmana • Molise Bisaccia, borraccia e... • Laterina (AR) C’era un cavaliere • Valgrisenche (AO) Natura su misura • Molina di Fiemme (TN) La maggiore età • Fano (PU) Con l’acquolina alla gola Tuoro sul Trasimeno (PG) Annibale docet Fabriano (AN) Splendore medioevale

42 Insieme Raduni, notizie e proposte dai club Viterbo Sollevate e fermi! • Turchia Incontro di civiltà • Romania Partenze solidali 6 • PleinAir 504/505

46 Iniziative Eventi Senese in festa Bandiere Arancioni Paesi da scoprire

122 Reception Soste, campeggi, agriturismi e alloggi pleinair Corigliano Calabro (CS) L’onda anomala • Latina La Riviera di Ulisse • Borno (BS) Vacanze quattrostagioni • Alto Adige Passo dopo passo Marina d’Ugento (LE) L’arte della vacanza Calliano (AT) Nel paese degli asinelli Marinella di Sarzana (SP) Ligure sosta apuana

128 Info Proposte, risorse e letture per la vacanza pleinair Camper e animali Viaggiatori come noi Viaggiando s’impara La forma dell’aria Dizionari Bau, bau, boh? • Pleinair.it Passa l’estate con noi!

132 Sapori & territorio Prodotti tipici, cantine, tappe del gusto Sauris (UD) Nel sale e nel fumo

134 Mangiare secondo natura Alimentazione, salute e rispetto per l’ambiente I benefici del sole Un’amica per la pelle

136 Club del PleinAir Attività, iniziative e convenzioni Assicurazioni Geniale, vero? • Vacanze con gli animali In spiaggia con Fido


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e uropa

Se a Itaca sono ben poche le tracce tangibili delle mitiche gesta di Ulisse, a Cefalonia è ancora impresso il ricordo di una dolorosa pagina della storia italiana. Ma è certo che le due isole del Mar Ionio rappresentano insieme una splendida meta per una vacanza a tutto pleinair. Testo di Federica Botta Foto di Alessandro De Rossi Pagaiata e snorkeling nelle acque trasparenti di Zola, posta sul versante settentrionale di Cefalonia. Negli altri inserti la passeggiata verso il faro di Fiskardo, il traghetto che collega Cefalonia a Itaca e un momento di sosta libera sulla spiaggia di Filiatro, nel versante orientale dell’isola di Odisseo. Nel dettaglio qui accanto, il manifesto del film Il mandolino del capitano Corelli, tratto dall’omonimo romanzo.

A

rriviamo ad Argostoli in uno dei rari giorni di pioggia di fine estate, a pochi giorni dalle celebrazioni ufficiali per i 70 anni dai tragici eventi passati alla storia come l’eccidio di Cefalonia. Nel 1943 migliaia di soldati italiani stanziati nelle isole ioniche, in gran numero appartenenti alla Divisione Acqui, dopo l’Armistizio dell’8 settembre rifiutarono di arrendersi alle truppe tedesche e andarono incontro al massacro. A Cefalonia cinquemila uomini furono fucilati a tradimento e più di duemila vennero spediti ai campi di concentramento; la stessa sorte


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Tra storia e

toccò alle piccole guarnigioni di Itaca, Lefkada e Corfù. Si salvarono solo poche centinaia di persone, fuggite sui monti o pietosamente recuperate dalle fosse comuni dalla popolazione dell’isola. A questo episodio sono ispirati il romanzo Il mandolino del capitano Corelli di Louis de Bernières (1994) e l’omonimo film diretto da John Madden (2001): e noi prima di dedicarci alle incantevoli spiagge dell’isola – come la famosa Myrtos Beach, non a caso scelta come set principale per le riprese – complice il maltempo decidiamo di fare visita

al monumento commemorativo eretto nel capoluogo a Cima Telegrafo. Le sedie in plastica sono ancora in fila e i fiori freschi deposti a terra si scompongono sotto il temporale. Accanto al nostro camper è parcheggiata un’automobile italiana, al cui interno una ragazza e un anziano signore aspettano pazienti che spiova. Noi invece ci spostiamo in fretta a Sami per un aperitivo a base di meze (i classici antipasti) e odoroso vino Retsina al Captain Corelli’s Bar, che a dispetto del nome non ha niente a che vedere con le atmosfere da kafeneion (ovvero da bar del villaggio) evoca-


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Le Cicladi secondo noi Due isole, un viaggiatore solitario in scooter e tenda, la ricerca dei luoghi meno battuti: la Grecia d’estate che non ti aspetti. Testo e foto di Luigi Alberto Pucci

L’

impiegata non distoglie gli occhi dal computer. «Per Naxos il garage è al completo» mi dice. «Ma se sono con uno scooter!» provo a ribattere». «Qui leggo così – insiste, senza sfiorarmi con uno sguardo – se vuole c’è posto sul traghetto per Santorini». Perfettamente inutile discutere, penso. E proprio non ho voglia di passare una notte in un posto come il Pireo. «Vada per Santorini», un’isola costituita dall’orlo di un enorme cratere. L’eruzione cui diede luogo il relativo vulcano pare sia stata la più grande che si ricordi. Quando il ferry attracca è già buio, e tutte le luci del porticciolo sono spente. Non resta che fare strada. A tornanti salgo fino a un pianoro dove c’è un bivio: a sinistra è

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indicata Fira, il capoluogo dell’isola, a destra si scende verso la costa orientale. Di fronte, una stazione di servizio; è chiusa, e sono a corto di carburante. Tiro fuori il sacco a pelo e mi accingo a trascorrere quella che, a tutt’oggi, è l’ultima notte sotto le stelle dei miei viaggi su due ruote. Al mattino scendo al mare. Come previsto, a Perissa trovo un campeggio: oltre la strada c’è già la spiaggia. Costituirà la base per la visita all’isola. Sorge subito un problema: il vento. Lo conosco bene, dalle precedenti esperienze sulle isole dell’Egeo. In questa stagione il Meltemi soffia incessantemente da nord a raffiche improvvise e violente, che mantengono il mare sempre mosso (a volte burrascoso), in campeggio fanno volar via tutto e creano problemi di equilibrio a ciclisti e motociclisti. Santorini non ne è immune. Con il suo grappolo di case imbiancate a calce che fanno da contrasto alle nera parete di lava su cui sono abbarbicate, Fira sarebbe una graziosa cittadina, non fosse che la strada principale – che la attraversa – è intasata da turisti, tavolini di ristoranti, espositori di souvenir. Per scendere al vecchio porto c’è una ripida strada a tornanti che si può percorrere a dorso d’asino, altrimenti poco più avanti si va a prendere una teleferica. Per dare un’idea di quanto


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Le bianche case del capoluogo di Santorini sono abbarbicate alla parete scoscesa del vulcano: per raggiungere l’imbarco si deve scegliere tra una moderna, veloce e fredda teleferica e una gita a dorso di mulo. Qui sopra, una frequentata viuzza di Fira e una tranquilla salita di Pyrgos. A destra, la spiaggia di Perissa e l’affaccio dall’abitato di Oia. Nell’inserto, un momento solitario di relax all’ombra.

poco sia vivibile il posto, non riesco a trovare dove sedermi per una birra perché tutti i tavolini sono già apparecchiati per la cena... benché non si sia che a metà pomeriggio. Per fortuna sulla via del ritorno al campeggio, al centro di Emporio, trovo un bar qualificato da anziani avventori del luogo, perciò frequentabile senza problemi. Situata all’estremità settentrionale dell’isola, Oia è la copia in formato ridotto del capoluogo. Tanta gente, a mezzogiorno, per le strade: ma non dovrebbero essere tutti al mare? C’è comunque un modo per visitare senza noie un tipico nucleo abitato: basta andare nell’interno, a Pyrgos, una cascata di case bianche, vicoli scalinati che si intrecciano, una chiesa. E nessuno a disturbare la tranquillità e il silenzio del sito. Da qui si può salire al monastero del Profitis Ilias, situato nel punto più alto dell’isola, ove si gode un immaginabile panorama a 360 gradi. Infine decido di raggiungere all’estremo sud di Santorini la zona archeologica di Akrotiri, una città ritrovata pressoché intatta, sepolta come fu dall’eruzione del XVII secolo avanti Cristo. Durante lo spostamento scopro le indicazioni per la Red Beach, una spiaggia senza vento il cui nome deriva dal colore acceso delle rocce che la circondano.

Mare pulito, acqua subito profonda, due ristorantini, poca gente (i nativi ci vengono con l’autobus!): non è lontana dal campeggio, sarebbe da continuare qui il soggiorno... ma purtroppo, per non ritrovarmi di nuovo bloccato sulle banchine di un porto, ho già prenotato il passaggio per Naxos, la mia meta primaria. E domattina ci s’imbarca. Da Santorini a Naxos Stavolta lo sbarco avviene direttamente sui moli del capoluogo dell’isola. Dribblato l’assalto degli affittacamere e seminato il tizio che vuole condurmi a un campeggio (so già dov’è), mi incammino facendo per una volta un uso proficuo della guida. Uscendo dalla città verso sud mi imbatto nella famosa spiaggia di Aghios Georgios: l’acqua è talmente bassa da illudersi di poter guadare fino all’isoletta di fronte. Mi basta leggere sulla guida che l’affollamento provoca “l’incontrollabile desiderio di far solo questo” per proseguire senza fermarmi e poco più avanti, in faccia al camping Maragas (che sarà la base dell’intera permanenza sull’isola), trovo con la spiaggia di Aghios Nikolaos il mare che fa per me: grandi spazi liberi a fianco degli ombrelloni, acqua limpida e subito profonda. PleinAir 504/505 • 61


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ilo, ovvero la speranza. Fu lì che, a detta di Omero, Telemaco approdò per cercare di avere notizie sulla sorte del padre Ulisse, da quasi vent’anni lontano da casa, prima impegnato a scardinare le difese dei Troiani e poi a superare i veti degli dei che lo trattenevano in viaggio nel Mediterraneo. E nella splendida reggia in cui secondo la tradizione epica era già tornato da qualche tempo lo accolse Nestore “dalle dolci parole”, che con Ulisse aveva combattuto fianco a fianco. Ad Heinrich Schliemann diedero del pazzo quando, fidandosi delle indicazioni omeriche, assestò i primi colpi di piccone dapprima in Turchia sulla collina di Hissarlik per cercare i resti della rocca di Ilio, poi nei pressi di Micene a caccia del tesoro di Agamennone. Eppure i risultati furono straordinari. Per cui nessuno si stupì quando nel villaggio di Epano Englianos, qualche chilometro all’interno, vennero alla luce le tracce di quello che si rivelò un palazzo simile per struttura e antichità a quelli rinvenuti a Micene e Tirinto, dunque più che compatibile con le indicazioni della tradizione. Negli ultimi anni la scuola archeologica greca ha compiuto considerevoli lavori di ristrutturazione e consolidamento e il sito non riaprirà al pubblico prima della prossima estate. Se dunque fino ad allora non sarà possibile ammirare la famosa sala del trono, il vero gioiello del complesso, ci si potrà consolare con la straordinaria tomba a tholos collocata qualche decina di metri al di fuori del perimetro degli scavi, e soprattutto con il poco distante museo di Chora, dove sono esposte le testimonianze più preziose di quello che viene comunemente definito il palazzo di Nestore.

L’antica capitale della regione Sulla costa sottostante le acque del Mar Jonio lambiscono la baia di Navarino, sulla quale è stata costruita la Pilo moderna: un semicerchio quasi perfetto chiuso dall’isola di Sfacteria, che protegge la costa dalle bizze delle correnti e la rende adattissima a escursioni in kayak o canoa. La città è dominata dalla poderosa fortezza realizzata nel XVI secolo dai Turchi sulle pendici del monte San Nicola. All’interno della

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e uropa Una sosta di autentico pleinair sulla splendida spiaggia di Lampes. Negli inserti da sinistra la fortezza turca di Pilos e le rovine del castello franco di Paleokastro.


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Mare e mito

Dalle poderose fortezze di Pilo all’antico stadio di Olimpia, dai tesori di Ithomi alle spiagge di Killini. Una vacanza nel Peloponneso occidentale alterna il costume da bagno a una vera e propria full immersion nei siti archeologici dell’antica Grecia: e converrà mettere in conto qualche puntata verso i villaggi e le gole dell’entroterra. Testo e foto di Gianluca Ricci

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Un tratto aereo e panoramico del sentiero attrezzato verso la forcella dei Denti di Terrarossa, a 2.600 metri d’altitudine.

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Un’estate sull’altopiano Una fitta rete di sentieri richiama ogni estate nell’Alpe di Siusi e ai piedi dello Sciliar migliaia di escursionisti provenienti da ogni parte d’Europa. Fortunatamente l’antica civiltà dei montanari altoatesini è riuscita a sopravvivere all’arrivo del turismo, integrandosi con esso. Benvenuti sul più grande altopiano delle Dolomiti, straordinario balcone sulle Alpi. Testo e foto di Stefano Ardito

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Mario Verin

Fra l’Ogliastra e il Campidano ci sono poco più di un centinaio di chilometri in linea d’aria, quasi il doppio sulle ruote del v.r.: emozioni racchiuse fra il mare turchese e un entroterra selvaggio e ricco di cultura.

Sardegna coast ’ to coast L avventura comincia ancor prima di toccare terra, perché il lento avvicinamento in traghetto al porto di Arbatax permette di ammirare il palcoscenico naturale della provincia ogliastrina: in primo piano spiagge da favola, subito dietro le quinte del Gennargentu con gli inconfondibili tacchi, strapiombi calcareo-dolomitici che coronano montagne da cartolina. La prima meta è già un incanto: a nord di Arbatax, superata l’oasi faunistica dello stagno di Tortolì lungo la SS125, si estendono le spiagge del territorio di Lotzorai con i lidi più rinomati di Pollu, Iscrixedda, Girasole e Tancau, dove non mancano punti sosta e campeggi. Una manciata di chilometri, da percorrere con il v.r. o in bicicletta, separa dal grazioso borgo marinaro di Santa Maria Navarrese, frazione di Baunei. Da qui d’estate mollano quotidianamente gli ormeggi i barconi che conducono a visitare i circa 40 chilometri di costa del Golfo di Orosei, scrigno di paradisi come le cale Goloritzè, Mariolu, Sisine, Luna e il monumento naturale di Perda Longa, pinnacolo di 128 metri sul mare che, fin dall’antichità, ha rappresenta106 • PleinAir

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i talia to un punto di riferimento per i naviganti. Luoghi immersi in una natura aspra e selvaggia, attraversati anche da sentieri trekking di vario grado da percorrere preferibilmente in compagnia di una guida esperta (vedi il riquadro Wilderness vista mare a pag. 108).

Dall’alto: le terme romane di Fordongianus, il nuraghe Losa di Ghilarza e Capo San Marco, nella Penisola del Sinis (nel tondo i fenicotteri rosa che popolano la riserva marina). A fronte la spettacolare costa del Golfo di Orosei vista da uno dei sentieri del trekking Selvaggio Blu e dal mare.

Mare, nuraghe e maschere Ma in Ogliastra le emozioni corrono anche sui binari, suggestiva via alternativa alla SS198. Ogni giorno il Trenino Verde collega Arbatax e Tortolì con Mandas, nel Cagliaritano, attraversando i valloni e le distese del Parco Nazionale del Gennargentu (si veda anche il servizio sul Trenino Verde da Bosa a Macomer pubblicato nel n. 502 di PleinAir). L’ora di viaggio o poco più che separa dalle stazioni di Arzana e Villagrande passa in un baleno, rapiti come siamo dal paesaggio straordinario che scorre ai finestrini veloce come un film. E di film western si tratta: la zona è dominata dalla curiosa Perda ‘e liana, la pietra sola, un tacco calcareo di età giurassica che ha ispirato i paesaggi del fumetto Tex Willer concepito dalle matite di Galep e Gianluigi Bonelli. Su questi rilievi natura, storia e cultura sono tutt’uno: gli attivissimi soci della Pro Loco di Arzana conoscono il Gennargentu palmo a palmo e sono un riferimento sicuro per partire alla scoperta del parco e delle sue meraviglie. Come Ruinas, a 1.205 metri sul livello del mare, il più alto complesso nuragico al mondo che conserva due torrioni centrali e circa duecento capanne. Può sembrare incredibile, ma una piccola tribù di superstiti nuragici ha vissuto qui fino a sei secoli fa, costretta poi all’abbandono da una pestilenza. La zona fra Tortolì e il Gennargentu arzanese offre anche un suggestivo percorso tra i complessi archeologici di S’Ortali ‘e Su Monte al Lido di Orrì a Tortolì, Scerì a Ilbono e S’Arcu ‘e is Forros a Villagrande Strisàili, che offrono uno spaccato della vita quotidiana, dei riti e delle attività produttive delle popolazioni neolitiche e nuragiche. Il viaggio verso l’altra costa prosegue lungo la SS389 in direzione Nuoro: basta mezz’ora per tuffarsi nel cuore della Barbagia di Ollolai, culla della balentia – i valori dell’onore e dell’ordine secondo il codice barbaricino – e del Carnevale sardo che qui, nel triangolo fra Ottana, Orotelli e Mamoiada, vede la ricca e pregiata lavorazione artigianale di Sas Caratzas e Sas Visera, le maschere. Su boe (il bue), su cherbu (il cervo), su molente (l’asino), su porcu, fino al mamuthone, l’uomo-bestia che scaccia sciagure e malocchi: sono i temi principali di questi piccoli capolavori che trasudano leggende, superstizioni e credenze popolari. «Nel legno delle maschere viene scritta la nostra storia. Intagliarle significa tramandare cultura, tradizioni, rispetto. Insomma, un mondo migliore» confida Franco Martino, maestro artigiano di Ottana che, con le sue maschere, dona volto e anima alle tradizionali celebrazioni di metà gennaio. È d’obbligo anche una visita al Museo delle maschere mediterranee di Mamoiada che, accanto a rari pezzi artigianali, offre un percorso multimediale dedicato alla tradizione del Carnevale sardo. (continua a pagina 110)

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Scendiamo in piazza

Cultura, musica, tradizioni: tra luglio e agosto tanti appuntamenti per scoprire aspetti più e meno noti dello Stivale.

L’utopia sul palco Basilicata Testo e foto di Emilio Dati

N

on si arriva per caso a Campomaggiore, bisogna proprio scegliere di andare in questa cittadina della provincia di Potenza. Da qualunque parte si giunga, la 407 Basentana è la via più comoda da percorrere. Dallo svincolo, e per i successivi otto chilometri, una serie di curve e tornanti conducono fino agli 800 metri del paese, i cui tetti sono sovrastati dalle pale eoliche. Per sfuggire alla calura estiva gli anziani si rifugiano negli ombrosi giardini comunali, abbelliti da una serie di sculture in pietra, opere di artisti internazionali. Al corso principale si affiancano in pa-

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rallelo diverse stradine che seguono il profilo collinare salendo leggermente di quota. In questa parte più interna hanno sede il Palazzo del Comune e la Chiesa Madre, dedicata alla Madonna del Carmelo. Il paese è tutto qui e la modernità delle abitazioni spiega solo in parte il motivo per cui viene chiamato Campomaggiore Nuovo: un interrogativo che trova presto risposta. Agli inizi dell’anno Mille, su un versante collinare lungo la Valle del Basento, un piccolo insediamento occupava l’area già nota come Campus Maiorem, uno dei più grandi accampamenti militari romani della zona. Le alterne vicende belliche che seguirono costrinsero buona parte degli abitanti ad abbandonare queste terre, che rimasero popolate solo da un centinaio di persone. Bisogna giungere al 1673 per ritrovare un discendente di quei coloni, il facoltoso commerciante di frumento Gerardo Antonio Rendina, al quale


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Speciale Feste d’estate

Questa è la storia di Campomaggiore Vecchio: ma tra i ruderi del palazzo baronale, della chiesa e di quel che rimane delle antiche abitazioni contadine, la città ogni estate torna a rivivere con lo spettacolo della Città dell’Utopia.

info

Alcuni momenti dello spettacolo La Città dell’Utopia a Campomaggiore Vecchio, sullo sfondo del diruto palazzo baronale. Sopra, i ruderi della chiesa del Carmelo illuminati per l’occasione da un gioco di luci.

▼ Prima di partire è consigliabile informarsi presso il Comune (Via Regina Margherita 62, tel. 0971 982261, comunecampo maggiore@rete.basilicata.it) circa la percorribilità della strada, poiché in caso di lavori in corso sarà necessario raggiungere la città passando da Albano di Lucania. A Campomaggiore Nuovo i camper possono parcheggiare liberamente all’inizio del paese. Per la sosta notturna e gratuita si può inoltre raggiungere il vicinissimo bar ristorante Fattoria del Conte (Contrada Sant’Antonio, tel. 0971 1932902, 347 9115608, www.lucaniaweb.net), anche per degustare gli imperdibili ravioli alla ricotta con peperoni cruschi. La Città dell’Utopia di Campomaggiore avrà luogo tutti i weekend di agosto con inizio dello spettacolo alle 21, l’ingresso è a pagamento: 13 euro, bambini da 6 a 10 anni 9 euro (informazioni e prenotazioni al 349 7884635, www.cittadellutopia.it).

fu conferito il titolo di conte con il compito di ripopolare il feudo di Campomaggiore. A tale attività si dedicò suo nipote, il conte Teodoro: con la collaborazione dell’architetto Giovanni Patturelli, allievo del Vanvitelli, dette vita a un borgo con ampie strade ortogonali e case tutte uguali disposte a scacchiera intorno a Piazza dei Voti, delimitata dal poderoso palazzo baronale e dalla chiesa del Carmelo. Chiunque vi si fosse trasferito avrebbe potuto costruire la sua dimora trovando gratuitamente a disposizione i materiali per farlo. Le agevolazioni previste da Teodoro Rendina diventarono una grande attrattiva, tanto che intorno al 1830 si contavano circa 1.500 presenze. Il sogno utopistico del conte sarebbe naufragato nel 1885, poiché l’abitato fu completamente distrutto da una frana. I sopravvissuti decisero di abbandonare per sempre quelle terre instabili e di ricostruire la nuova città più in alto, a quattro chilometri di distanza. PleinAir 504/505 • 115

Speranza di rinascita La rappresentazione ha come prologo la gara pomeridiana dei carretti che si svolge lungo il corso principale della città nuova. Approfittando della pendenza del nastro d’asfalto, audaci piloti su artigianali tavole in legno con ruote a cuscinetti si cimentano in una gara aperta a grandi e piccoli, da completare nel tempo più breve per aggiudicarsi le coppe in palio. Bisognerà attendere l’oscurità affinché l’antica Piazza dei Voti possa accogliere gli spettatori che occuperanno la gradinata di fronte al palcoscenico, il cui fondale è costituito dall’ampia facciata diruta del palazzo baronale. Un’abile regia tecnica con luci, suoni e videoproiezioni fa rivivere le antiche mura intorno alle quali si svolge l’azione teatrale, mentre un gruppo di ballerini si esibisce sul palco e in spettacolari acrobazie aeree. Scritta a quattro mani dal regista Giampiero Francese e dall’attore Nino D’Agata, la pièce – ambientata all’indomani degli eventi catastrofici – narra in uno stile sognante e fantasioso la storia del ritorno di un reduce nel paese natale alla ricerca della sua sposa. Ma come gli rivelerà il vecchio parroco, la sua amata, l’unica persona rimasta a vigilare su quel che resta della città, si è lasciata morire; addolorato e incredulo, il soldato si abbandona a un sonno agitato da incubi. Ed ecco apparire gli immaginari personaggi di Orbis, figlio della Terra, che insieme alla Sibilla e alla Luna cercano di aiutarlo a ritrovare la stessa capacità di sognare che aveva avuto il conte Rendina. Un sogno che sembra nuovamente avverarsi quando il giovane soldato rivede finalmente l’amata mentre un gruppo di fanciulli sboccia letteralmente da una grande e luminosa bolla di plastica, invadendo la scena: una simbolica certezza del ripopolamento di quelle terre da parte delle nuove generazioni. La serata può concludersi tornando nel centro cittadino, dove fino a mezzanotte saranno aperti gli stand gastronomici, intrattenuti da ulteriori balli e canti. ●

E ancora... Tra le kermesse estive in Basilicata, al castello di Lagopesole vi attende il Mondo di Federico II, una realizzazione costituita da un museo narrante e da una multivisione serale. Il primo, allestito nel salone dell’imperatore e nel quarto della regina, è visitabile tutto l’anno e illustra la vita del re svevo. La multivisione ha luogo dall’ultima settimana di luglio alla prima di settembre alle 21 e si tiene all’esterno del cortile maggiore. Il biglietto cumulativo costa di 10 euro, il museo 6 euro e lo spettacolo 9. Per maggiori informazioni rivolgersi alla Pro Loco (Piazza Federico II 22, tel. 0971 86251, www.prolocolagopesole.it). Segnaliamo inoltre il Cinespettacolo La Storia Bandita nel Parco della Grancia, a Brindisi di Montagna. Dal 5 luglio al 15 settembre una rappresentazione animata da oltre quattrocento figuranti in costume mette in scena le vicende delle rivolte contadine in Basilicata. Fanno da colonna sonora le voci di attori quali Michele Placido, Orso Maria Guerrini, Paolo Ferrari, Lina Sastri e di musicisti italiani come Antonello Venditti (ingresso a pagamento; tel. 380 1762330, www.parcograncia.it).


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nfo Proposte, risorse e letture per la vacanza pleinair

CAMPER E ANIMALI

Uno di famiglia

Viaggiatori come noi

Secondo l’ultimo Rapporto Assalco-Zoomark sull’alimentazione e la cura dell’animale da compagnia gli amici a quattro zampe trasmettono gioia, buonumore e serenità, e nove proprietari su dieci non ne potrebbero fare a meno dentro e fuori le mura domestiche, in vacanza o nei momenti di svago. Per il 91% degli intervistati la compagnia di un animale allevia le preoccupazioni e tira su il morale. L’animale da compagnia è insomma un vero e proprio membro della famiglia e nonostante la crisi, pur di farlo star bene, l’89% dichiara di non badare a spese: il 52,1% spende in media meno di 30 euro al mese, il 10,9% fino a 100 euro al mese.

Consigli, accorgimenti e normative per organizzare al meglio la vacanza con amici a quattro zampe al seguito

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iete finalmente arrivati alla vigilia della partenza. È tutto pronto: nel gavone del camper avete stivato l’occorrente per esplorare i fondali marini o camminare lungo la cresta di una montagna, insieme alle ciotole e a una consistente scorta di cibo per Fido. Ma siete proprio sicuri di non aver tralasciato qualcosa? A volte una dimenticanza apparentemente piccola può causare grattacapi e perdite di tempo che possono compromettere la riuscita della vacanza. Non bisogna sottovalutare i documenti del nostro amico a quattro zampe, indispensabili per viaggiare in Italia o all’estero: il microchip sottopelle contenente tutte le informazioni sul cane o sul gatto e i dati del proprietario, il libretto sanitario e il passaporto. Per evitare spiacevoli sorprese è bene informarsi sulle normative del paese che si è scelto di visitare. Per entrare in Gran Bretagna, Svezia, Irlanda e Malta, ad esempio, la procedura da seguire è lunga e costosa: bisogna preparare ciò che serve oltre sei mesi 128 • PleinAir

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prima dell’ingresso. Subito dopo l’applicazione del microchip va fatta la vaccinazione antirabbica e, dopo trenta giorni, il veterinario esegue un test che certifica l’avvenuta reazione degli anticorpi. Il prelievo deve essere effettuato sei mesi prima dell’entrata in Gran Bretagna, Irlanda e Malta, e 120 giorni dopo la vaccinazione per la Svezia. In più, chi è diretto nel Regno Unito ha l’obbligo di sottoporre l’animale al trattamento per la tenia del cane, mentre chi ha scelto i paesi scandinavi deve sottoporlo a quello per l’echinococco. Per maggiori informazioni conviene contattare l’ente turistico della nostra meta; di utile consultazione il sito del Ministero della Salute, www.salute.gov. it: la sezione Temi e professioni ha un approfondimento dedicato agli animali. È ricco di informazioni e aggiornamenti anche il sito dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, www.izsvenezie.it). Cosa fare se la vacanza include la trasferta via mare? Alcune compagnie di navigazione effettuano il servizio di

camping on board, offrendo la possibilità di imbarcare gli animali senza costi aggiuntivi trasportandoli a bordo del veicolo durante il tragitto. Sui traghetti che non offrono l’open deck i cani possono viaggiare insieme al padrone – pagando un biglietto – in apposite cabine doppie o quadruple con pavimento di linoleum, oppure usufruire delle gabbiette collocate in un’area dedicata: alcune compagnie non consentono di portare gli animali in cabina se superano i dieci chili di peso. In entrambi i casi, il consiglio è di mettere in valigia guinzaglio e museruola, indispensabili se gli amici pelosi vi seguiranno sul ponte. Per quanto riguarda il soggiorno, è indubbio che la


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lub del PleinAir Attività, iniziative, convenzioni Via Aurelia 58 s 00165 Roma s Tel. 06 6632628 s Fax 06 6637266 www.clubdelpleinair.it Daniele Cirillo

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esiderate maggiori informazioni su attività e iniziative del Club del PleinAir? La segreteria è a vostra disposizione al numero 06 6632628 (dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13 e dalle 14 alle 17). Se desiderate inviare un fax, il numero è 06 6637266. L’elenco degli esercizi convenzionati che riconoscono sconti agli iscritti è disponibile su www.pleinair.it. COME ISCRIVERSI Per iscriversi al Club del PleinAir sono a disposizione tre opzioni. • Andare sullo shop online di www.pleinair.it. • Compilare e inviare il modulo riportato nell’ultima pagina della rivista. • Effettuare la procedura presso le agenzie Allianz nel momento in cui si sottoscrive la polizza assicurativa Pronto Camper. Il costo dell’adesione al Club o del rinnovo è di 20 euro per dodici mesi, a partire da qualsiasi momento dell’anno. Entro 40 giorni riceverete a domicilio la vostra tessera del Club del PleinAir. I vantaggi riservati al titolare sono estesi a tutti i componenti del suo nucleo familiare. Per rinnovare l’adesione al Club del Plein Air è possibile procedere come sopra. Entro 40 giorni riceverete a domicilio il bollino adesivo che attesta il rinnovo, da apporre sulla tessera nell’apposito spazio. In caso di rinnovo presso le sedi Allianz, il bollino viene fornito dalle agenzie stesse.

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Garanzia responsabilità civile camper È la garanzia obbligatoria per legge che copre i danni che il camper può provocare a terzi ed è prestata nei limiti del massimale indicato in polizza. La garanzia di R.C. è operante anche nelle aree private (ad eccezione degli aeroporti civili e militari). È importante sottolineare che questa garanzia comprende gratuitamente l’Assistenza Stradale attiva 24 ore su 24 in Italia e all’estero (vedi riquadro As-

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