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Felci Yacht Design

Abbiamo il piacere di intervistare l’architetto Umberto Felci, fondatore di Felci Yachts, realtà del Lago di Garda che dal 1993 progetta con successo imbarcazioni a vela, in collaborazione con alcuni dei più importanti cantieri del mondo. Un visionario, dinamico e un appassionato velista. Al suo fianco dei professionisti specializzati in vari ambiti tra cui l’ingegneria e l’architettura navale, l’interior design, che condividono con lui la stessa passione per la vela.

La vita di Umberto è costellata da avventure degne di essere menzionate: originario di Milano, ha fatto parte come timoniere della squadra olimpica di 470, poi si è laureato in Architettura con una tesi dedicata all’applicazione dei materiali compositi nel settore nautico, sino a diventare membro tecnico del America’s Cup Challenge “il Moro di Venezia” finalista nel 1991…

Al Moro di Venezia, arrivo proprio grazie alla mia tesi di laurea, capostipite di quello che oggi è il corso di laurea in design navale e nautico, al Politecnico di Milano. Questa è stata un’esperienza molto interessante e importante; è da qui che è nato il desiderio di progettare e costruire le mie barche. Dal Moro di Venezia ad oggi sono passati parecchi anni e numerose sono le barche scese in acqua progettate

We have the pleasure of interviewing architect Umberto Felci, founder of Felci Yacht, a company based on Lake Garda that has been successfully designing sailboats since 1993 in collaboration withsomeoftheworld’smostimportantshipyards. He is a visionary, dynamic and passionate sailor, accompanied by professionals specialized in various fields such as naval engineering and architecture, interior design, who share the same passionforsailing.

Umberto’s life is marked by adventures worth mentioning: originally from Milan, he was a helmsman for the Olympic 470 team, then graduated in Architecture with a thesis dedicated to the application of composite materials in the nautical sector, until becoming a technical member of the America’s Cup Challenge “il Moro di Venezia” finalist in 1991...

At the Moro di Venezia, I arrived thanks to my thesis, which was the precursor to the current degree program in naval and nautical design at the Politecnico di Milano. This was a very interesting andimportantexperience;itwasfromherethatthe desiretodesignandbuildmyownboatswasborn. FromtheMorodiVeneziatotoday,manyyearshave passed and numerous boats have been launched

“Ourfilrougeisourapproachtodesign,whichcanleadtoverydifferentresults, alwayswiththecommonthreadofeffectiveandbeautifulproducts” da Felci Yacht Design, la società che ho fondato sul lago di Garda con l’Ing. Lorenzo Giovannozzi e con mia moglie Dott.ssa Elda Cortinovis. Il nostro team di progettazione è composto da ingegneri e architetti accomunati da una profonda cultura nautica e da una grande passione per questo particolare lavoro. In questi anni abbiamo sviluppato progetti di imbarcazioni a vela molto eterogenei tra loro: progetti custom, progetti per barche da regata, progetti per barche prodotte in serie. designed by Felci Yacht Design, the company I founded with Eng. Lorenzo Giovannozzi and my wife, Dr. Elda Cortinovis on Lake Garda. Our design teamconsistsofengineersandarchitectsunitedby a deep nautical culture and a great passion for this particular work. Over the years, we have developed very heterogeneous sailboat projects: custom projects, projects for racing boats, and projects for boatsproducedinseries.

E la scelta del Lago di Garda come località dove sviluppare la tua attività è motivata da qualcosa in particolare?

La prima barca che ho costruito era una barca in legno lamellare e l’ho realizzata a Bergamo; poi mi sono indirizzato verso barche un po’ più grandi e cercavo una zona più sinergica per questo tipo di progetti. Il lago di Garda è stato il mio primo pensiero, perché lo conoscevo molto bene, essendo stato il mio campo di allenamento e di regate in 470 per moltissimi anni. Sapevo che lì avrei trovato quella realtà fatta di piccoli cantieri, fornitori specializzati che mi occorreva per realizzare barche progettate da me.

Il lago era inoltre un centro vivace e attivo di velisti e di regate e quindi era il giusto luogo dove iniziare realmente la mia attività. La prima barca che ho progettato e costruito sul lago di Garda è stato un Mini Transat 650 “TèSalt”, con Marco Zancopè, che ha partecipato alla traversata oceanica in solitario. Dopo questa imbarcazione estrema, tutta in fibra di carbonio, ho iniziato a sviluppare progetti di barche per le regate specifiche del Lago di Garda. Con grande soddisfazione queste imbarcazioni hanno vinto più volte la famosa Centomiglia del Garda, nella loro categoria, tra queste il famoso “Bravissima” e il Libera “Clandesteam”, vincitore assoluto per parecchi anni di questa storica regata.

Le prime barche le ho progettate e costruite, poi il lavoro è diventato complesso, sono cresciute le richieste da parte di diversi cantieri e così ho scelto di concentrarmi solo sulla progettazione e in seguito ho fondato la Felci Yachts, che lavora a livello internazionale e ha sede a Padenghe sul Garda.

And was this choice motivated by something in particular?

The first boat I built was a laminated wood boat and I made it in Bergamo; then I moved towards slightly bigger boats and was looking for a more synergic area for these types of projects. Lake Garda was my first thought because I knew it very well, having beenmytrainingandracingfieldinthe470formany years.IknewthatthereIwouldfindthatrealitymade upofsmallshipyardsandspecializedsuppliersthatI neededtobuildboatsdesignedbyme.

Thelakewasalsoalivelyandactivecenterforsailors and regattas and so it was the right place to really startmybusiness.ThefirstboatthatIdesignedand builtonLakeGardawasaMiniTransat650“TèSalt”, with Marco Zancopè, who participated in the solo oceancrossing.

After this extreme, all-carbon fiber vessel, I began developing projects for boats specific to the Lake Garda regattas. With great satisfaction, these boats have won the famous Centomiglia del Garda severaltimesintheircategory,includingthefamous “Bravissima” and the Libera “Clandesteam”, which was the overall winner for several years of this historicregatta.

I designed and built the first boats myself, but then the work became complex and demands grew from different shipyards. So I chose to focus only on design and later founded Felci Yachts, which operates internationally and is based in Padenghe sul Garda.

Avete un approccio ben definito quando progettate una barca, un metodo particolare?

Il nostro approccio copre a 360° tutto il processo di progettazione, dalle linee d’acqua fino all’interior design, passando dal progetto strutturale e quello dei dettagli. Ci piace molto avere questa visione integrata di tutti gli aspetti, la funzionalità di una barca e le sue caratteristiche, l’architettura navale, gli aspetti idrodinamici, la nostra esperienza come velisti. Inoltre è diventata fondamentale tutta la parte relativa alla vivibilità sia esterna che interna dell’imbarcazione e il nostro obiettivo è quello di progettare barche sì preformanti, ma anche molto comode a bordo. Sono tutti aspetti che si aprono a tantissime considerazioni, rendendo il progetto sempre più complesso e interattivo nelle sue varie parti, il tutto miscelato anche da fattori estetici imprescindibili. Penso che una barca a vela sia proprio l’apoteosi di questa complessità. Alcuni dei nostri progetti hanno 2.500/3.000 ore di progettazione, durante le quali si entra veramente nel merito di tantissimi dettagli.

Avete mai partecipato come “risorsa esterna” all’interno di un progetto composto da più figure professionali?

Ci è capitato di fare anche barche con altri progettisti, occupandoci dell’architettura navale, studiando lo scafo, le appendici e il piano velico. Facendo esperienze come queste, seppur interessanti, ci siamo resi conto che ci è mancata moltissimo tutta la gestione complessiva del progetto, ovvero il fatto che la barca fosse stata interamente pensata da noi e che seguisse la

Do you have a well-defined approach when designingaboat,aparticularmethod?

Our approach covers 360° of the entire design process, from waterlines to interior design, through structural and detail design. We really like to have an integrated vision of all aspects, thefunctionalityofaboatanditscharacteristics, naval architecture, hydrodynamic aspects, and ourexperienceassailors.

In addition, the part related to the liveability of both the external and internal areas of the boat has become fundamental, and our goal is to design boats that are both high-performing and verycomfortableonboard.Theseareallaspects that open up to many considerations, making the project increasingly complex and interactive in its various parts, all mixed with indispensable aesthetic factors. I think a sailing boat is the apotheosis of this complexity. Some of our projects have 2,500/3,000 hours of design, duringwhichwereallydelveintomanydetails.

Have you ever participated as an “external resource” in a project composed of multiple professionalfigures?

We have worked on boats with other designers, focusing on naval architecture and studying the hull, appendages, and sail plan. However, through these experiences, we realized that we missed the overall management of the project, meaning that the boat was entirely designed by us and followed our design philosophy. Bringing together various skills such as structural, plant, stylistic, interior design, and naval architecture is not easy because all competencies must nostra filosofia di progettazione. Mettere insieme tante competenze come ad esempio quelle strutturali, quelle impiantistiche, quelle stilistiche, quelle legate all’interior design e all’architettura navale, non è affatto facile perché tutte le competenze devono continuamente dialogare in modo perfetto sotto tanti punti di vista, tra cui le tempistiche che è un aspetto critico di ogni progetto. Avere la gestione completa, ovvia a queste problematiche. Quando, ad esempio, ci è stata affidata l’intera progettazione di Dufour, l’impatto che si è ottenuto nel time to market è stato davvero molto forte.

Voi lavorate sia producendo barche custom che in collaborazione con cantieri, come Dufour, di cui mi hai parlato prima. Come cambia il vostro approccio?

Dufour è uno dei cantieri francesi più grandi e ora fa parte del gruppo Fountaine Pajot, Con Dufour collaboriamo dal 2002 e per loro abbiamo fatto circa 35 modelli; siamo gli unici progettisti che hanno avuto in questi anni e possiamo dire che facciamo parte della loro storia, della loro evoluzione. Per loro ci siamo specializzati in una produzione dedicata al più ampio target possibile: ogni barca viene prodotta in circa 500 esemplari e venduta a clienti che sono sparsi nel mondo, con visioni diverse, e quindi devono essere dei prodotti “aperti”. Quasi l’opposto di quando si fa un progetto custom su misura per un cliente specifico, dove si fa una cosa molto personalizzata. Sono due approcci completamente diversi. Questo è un aspetto molto interessante della progettazione, e tante volte il risultato finale delle due tipologie fa emergere parecchie assonanze.

Leggo dalla vostra storia che vi capita anche di avere idee un po’ troppo all’avanguardia rispetto ai tempi. Nella creazione di un progetto, è più l’istinto velista oppure è sempre una collaborazione di tutte le professionalità?

L’idea è che ogni progetto è l’unione di tutte le componenti fondamentali di cui parlavamo prima, ma anche quelli che vengono continuously communicate constantly and perfectly from many different perspectives, including timing, which is a critical aspect of any project. Having complete management addresses these issues. For example, when we were entrusted with the entire design of Dufour, the impact on the time-to-market was really significant.

It’s indeed very interesting the variety in your production. How does your approach to custom design differ from that of serial production?

Dufour is one of the largest French shipyards and is now part of the Fountaine Pajot group. We have been collaborating with Dufour since 2002, and we have designed about 35 models for them. We are the only designers who have beeninvolvedintheirproductioninrecentyears, and we can say that we are part of their history and evolution. For them, we have specialized in a production dedicated to the widest possible target audience: each boat is produced in about 500 units and sold to customers around the world with different visions, so they must be “open”products.

This is almost the opposite of when we do a custom project tailored to a specific client, where we create a highly personalized product. These are two completely different approaches. This is a very interesting aspect of design, and many times the final result of the two types shows several similarities.

I understand that from your history it’s been said that sometimes your ideas are too advanced for their time. When creating a project, is it more of an instinct - a gut feeling as sailors - that gives you the initial input, or is it always a collaboration of all the various professionals?

The idea is that every project is the union of all the fundamental components we mentioned before, but also those that come from experience, sensitivity, and intuition. It creates dall’esperienza, dalla sensibilità. Si creano dei loop sempre più approfonditi, che vanno a toccare tutti questi elementi, che sono tra loro molto legati. Per decidere la forma di una barca bisogna innanzitutto capire la forma della carena, delle sue linee d’acqua e quindi ipotizzare quanto peserà la barca. Per sapere il peso della barca bisogna sapere cosa ci andrà dentro: gli interni, gli impianti, le utenze. Bisogna sapere come sarà l’albero, la chiglia, l’attrezzatura. Già questo primo loop definisce molto di quello che sarà il progetto finale. ever-deeper loops that touch on all these elements, which are closely linked. To decide the shape of a boat, we first need to understand the shape of the hull, its water lines, and thenhypothesize how much theboatwillweigh.Toknowtheweightoftheboat, we need to know what will go inside it: the interiors, systems, and utilities. We need to know how the mast, keel, and equipment will be. This first loop already defines a lot of what the final project will be like.

Si procede in modo sempre più approfondito e dettagliato, passando dal progetto preliminare a quello esecutivo, dove tutti gli elementi interagiscono tra loro in modo sinergico. Questo processo nasce fondamentalmente dalle richieste di un cliente. È molto difficile creare un progetto senza avere delle direttive da seguire, perché abbiamo talmente tanta apertura su tutto quello che potremmo fare, che diventa difficile concretizzarle in un’unica imbarcazione. Creare senza committenza è un esercizio che magari facciamo come brainstorming e poi mettiamo da parte le idee per attingere a esse di volta in volta.

Guardando il vostro catalogo progetti si trovano modelli anche molto differenti l’uno dall’altro. Ma voi avete una firma?

Ci sono degli architetti che una volta creato un progetto vincente, creano un filone e lo portano avanti nel tempo e il loro stile diventa riconoscibile, diventa un po’ la loro firma, cosa sicuramente utile a livello di marketing. Personalmente trovo strano che si possa continuare a rifare la stessa cosa, anno dopo anno, senza sentire la necessità di cambiare; lo trovo un po’ contro natura.

Forse il filrouge delle nostre imbarcazioni è il nostro approccio alla loro progettazione, capace di produrre output finali molto diversi, ma trasversalmente uniti dal fatto di essere prodotti efficaci e belli. Lavorando per cantieri differenti siamo noi stessi che ci teniamo a diversificare i prodotti, a trovare le peculiarità di ciascun cantiere, i suoi punti forti e su questi sviluppare un progetto. Inoltre personalmente la voglia di crescere, di modificare, di diversificare c’è sempre e faccio davvero fatica a tirare tre volte la stessa riga.

Io percepisco molta passione dietro le vostre creazioni. C’è un progetto che vi ha appassionato più di altri nella sua realizzazione?

L’ultimo progetto è sempre quello che ci coinvolge di più, ma appena terminato, la nostra testa si sposta su quello successivo che ci coinvolge e ci appassiona di nuovo. Bisogna anche tener conto che tra la fase progettuale e quella realizzativa passa parecchio tempo e quando vediamo la barca in acqua è già superata da altri nuovi progetti che in quell’arco di tempo abbiamo avviato.

Inoltre, progettando anche con l’utilizzo della realtà virtuale che ci permette di visualizzare la barca sia all’interno che all’esterno per percepire gli spazi, l’ambiente e come sarà realmente alla fine, quando la vediamo dal vivo, notiamo immancabilmente qualche difetto.

We proceed in a more and more detailed and indepth way, from the preliminary project to the executive one, where all the elements interact with each other synergistically. This process fundamentally arises from the requests of a client. It’s very difficult to create a project without having directives to follow because we have so much openness to everything we could do, that it becomes difficult to materialize them in a single vessel.

Creatingwithoutaclient’scommissionisanexercise thatwemightdoasbrainstorming,andthenweput aside the ideas and draw from them as needed.

Looking through your project catalogue, you can find models that are very different from each other.Butdoyouhaveasignature?

There are some architects who, once they have createdawinningdesign,createatrendandcarryit onovertime,andtheirstylebecomesrecognisable, itbecomesabitoftheirsignature,whichiscertainly useful in terms of marketing. Personally, I find it strange that you can do the same thing year after year without feeling the need to change; I find it a bit unnatural.

Perhaps our fil rouge is our approach to design, which can lead to very different results, always with the common thread of effective and beautiful products.

Working for different shipyards, we ourselves are keen to diversify our products and shipyards strengths,anddevelopaprojectbasedonthem.On a personal level, the desire to grow, to change, to diversifyisalwaysthereandIreallystruggletodraw the same line three times.

Iperceivealotofpassionbehindyourcreations.Is thereaprojectthatyouhavebeenmorepassionate aboutthanothersduringitsrealization?

The latest project is always the one that excites us the most, but as soon as it is completed, our focus shifts to the next one that excites us anew. It’s important to keep in mind that a lot of time passes between the design and construction phases, and by the time we see the boat on the water, we’ve already moved on to other new projects that we’ve startedduringthattime. Furthermore, by using virtual reality in our design process, which allows us to visualize the boat both inside and outside, to perceive the spaces, the environment, and how it will really be in the end, whenweseeitinreallife,weinvariablynoticesome defects.

La realtà virtuale, che cosa interessante! Mi spiegheresti un po’ meglio come utilizzare questo “strumento” all’interno della progettazione di una barca?

La prima volta che abbiamo provato il casco virtuale ci siamo subito resi conto di quanto poteva esserci utile e sono ormai parecchi anni che lo abbiamo inserito nella progettazione delle nostre barche. Lo usiamo per fare la verifica delle funzioni, ma anche per la parte estetica, di percezione delle forme, del design. È uno strumento incredibile che dà anche la possibilità ai nostri clienti di vedere in anteprima la loro barca e capire se risponde al loro immaginario.

Su una barca a vela, come fate a trovare un equilibrio tra il comfort negli spazi e quelle che sono le necessità tecniche della barca per essere performante?

Il segreto è proprio quello della progettazione integrata. Questo consente di risolvere i vari problemi che si incontrano normalmente nel processo di progettazione, grazie a un continuo loop in cui tutti gli aspetti interagiscono costantemente. Nel progettare siamo soggetti a tante richieste che provengono dal cantiere o dal cliente stesso, non sempre sono realizzabili o congrue con il progetto che stiamo portando avanti, ma il nostro sforzo è quello di poterle accogliere tutte. Se si tratta di spunti interessanti diventano addirittura parte attiva del processo di progettazione. La nostra fortuna è che c’è un limite oltre il quale non si può andare nelle modifiche da apportare, perchè vanno sempre rispettati alcuni criteri imprescindibili alla navigazione.

Virtual reality, how interesting! Can you explain to me a little more about how to use this “tool” in boatdesign?

The first time we tried the virtual headset, we immediately realized how useful it could be and we have been using it in the design of our boats for many years now. We use it to verify the functions, but also for the aesthetic part, to perceive the shapes,thedesign.

It is an incredible tool that also gives our clients the opportunity to preview their boat and understand if itmeetstheirexpectations.

On a sailing yacht, how do you balance comfort in space with the boat’s technical performance requirements?

The secret lies precisely in integrated design. This allows you to solve the various problems that you normallyencounterinthedesignprocess,thanksto acontinuousloopinwhichallaspectsareconstantly interacting.

Whendesigning,wearesubjecttosomanyrequests that come from the site or from the client himself, which are not always feasible or congruent with the project we are working on, but we try to take them all into account. If they are interesting ideas, they evenbecomeanactivepartofthedesignprocess.

We are fortunate in that there is a limit beyond which we cannot make changes, as certain criteria essentialtonavigationmustalwaysberespected.

In una intervista parlavi di una richiesta fatta da un committente che non credevi avesse senso implementare, ma che alla fine è risultata vincente..un barbecue.

Questo per esempio è uno degli input arrivati dal cantiere, o meglio dall’amministratore del cantiere, non un marinaio per tradizione, ma un grande uomo di marketing. Ed è stato un successo pazzesco!

Non solo vela e acqua: ho visto sul vostro sito una sezione dedicata ad altri “progetti speciali”. Come nascono e qual è il loro comune denominatore?

Sono progetti che nascono un po’ per passione. Diciamo che ci obbligano a ragionare su delle cose nuove che magari alcune volte diventano utili in altri progetti. Ci tiene aperta la mente e ci permette di conoscere meglio i materiali. Si tratta di costruzioni fatte in laboratorio come sci, scarponi e surfski in carbonio, ma anche di realizzazioni urbanistiche come una “bolla” in composito per la Nike da installare in un negozio o sculture in composito molto grandi, per degli artisti.

Per un amante della vela, cosa offre di speciale il Lago di Garda?

Dal punto di vista naturalistico penso che il lago di Garda sia unico, così aperto a sud e così stretto e chiuso a nord. Ha una varietà di scenari che altri laghi italiano non hanno. Uscire in barca a vela qui nel basso lago, quando soffia il Peler, è una cosa particolare e farsi la tipica bolinata da Gargano a Torbole, è un vero spettacolo... si arriva a virare a 3 mt dalle rocce. Forse mancano le baie per ormeggiare nella notte se si vuol fare crociera, ma per la sosta diurna c’è l’Isola Borghese che è una meraviglia, piuttosto che l’incantevole punta San Vigilio sulla costa veronese.

In one of your interviews you talked about a request from a customer that you didn’t think made sense, but which turned out to be a winner: a barbecue.

That was one of the suggestions from the yard, or rathertheyardmanager,nottraditionallyasailor,but agreatmarketingman.Anditwasahugesuccess!

Not just sailing and water: I saw on your website a sectiondedicatedtoother“specialprojects”.How do they come about and what is their common denominator?

They are projects born out of passion. Let’s say they force us to think about new things that might sometimes be useful in other projects. It keeps our minds open and allows us to learn more about materials. There are workshop constructions such as carbon skis, boots and surf skis, but also urban projects such as a composite ‘bubble’ for Nike to be installed in a shop, or very large composite sculpturesforartists.

What is special about Lake Garda for a sailing enthusiast?

From a naturalistic point of view, I think Lake Garda is unique, so open to the south and so narrow and closed to the north. It has a variety of landscapes that other Italian lakes do not have. Sailing here in the lower lake when the Peler is blowing is something special, and doing the typical bolinata from Gargano to Torbole is a real spectacle... you can take 3 meters from the rocks. There may not be enough bays to moor in at night if you want to go cruising, but if you want to spend the day there is Isola Borghese, which is a marvel, rather than the enchanting Punta San Vigilio on the Veronese coast.

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