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Casa Sartori 1898

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Non molto distante dalla sponda veronese del Lago di Garda, il fiero e generoso entroterra che si spinge fino al confine con la città di Verona, dà ampio spazio a distese di vitigni autoctoni come il Corvina e il Rondinella che insieme hanno fatto dell’Amarone un vino prestigioso, icona della produzione veneta e italiana nel mondo, ma anche vitigni internazionali come il Cabernet Sauvignon, il Merlot e lo Chardonnay.

Il Veneto è una delle regioni più importanti d’Italia per la produzione vitivinicola, con una tradizione che risale a migliaia di anni fa e in questo territorio sorgono alcune eccellenti cantine che da generazioni si tramandano passione e meticolosa cura nella produzione di vini. Qui incontriamo Andrea Sartori, presidente della “Sartori di Verona”, una rinomata azienda vinicola italiana fondata nel 1898.

Andrea ha ereditato la passione per il vino dalla sua famiglia ed è stato coinvolto nell’azienda fin da giovane. Tre generazioni prima di lui hanno saputo fare grande la “Sartori di Verona”, che sotto la guida di Andrea ha continuato ad espandersi, ampliando la produzione di vini con una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e alla responsabilità sociale. Vini che nascono dalla tradizione di 4 generazioni, dalla tutela del territorio e dei vitigni autoctoni, noncuranti delle mode e fedeli a quello stile sobrio, elegante e senza tempo che più di ogni altra cosa li rappresenta: la “Sartori di Verona” è un’azienda che veicola nel mondo l’ “Italian Lifestyle”.

Not far from the Veronese shore of Lake Garda, the proud and generous inland area which extends to the border of the city of Verona provides ample space for vast expanses of native vineyards such as Corvina and Rondinella. These grapes have made Amaroneaprestigiouswine,aniconofVeneto and Italian production throughout the world. InternationalgrapevarietiessuchasCabernet Sauvignon, Merlot, and Chardonnay are also cultivatedintheVenetoregionisoneofItaly’s most important wine-producing regions, with a tradition that dates back thousands of years. It is home to several excellent wineries that have been passing on their passion and meticulous care in winemaking for generations. One such winery is “Casa Sartori 1898,” a renowned Italian winery founded in 1898,ledbyitspresident,AndreaSartori.

Andrea has been involved in the company since he was a young boy, inheriting his family’s passion for wine. Three generations before him have contributed to the success of “SartoridiVerona”.UnderAndrea’sleadership, the winery has continued to expand, focusing on sustainable environmental practices and socialresponsibility.

The wines produced by Casa Sartori 1898 embody the tradition of four generations, with a focus on preserving the territory and nativegrapevarieties.Theyarenotinfluenced by trends, but remain faithful to a timeless and elegant style that represents the “Italian lifestyle”throughouttheworld.

Il Veneto vanta una storia vitivinicola importante; quali sono i suoi punti di forza e quelli invece critici per la coltivazione di uve e la produzione di vini?

Il Veneto oggi è la regione italiana con la maggiore produzione vinicola, superando di gran lunga Sicilia, Toscana e Piemonte. Ha avuto un grande successo perché ha saputo proporre al mercato vini con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Credo, inoltre, che una parte del successo sia dovuta al fatto che il Veneto è sempre stato una destinazione molto popolare fra i turisti esteri. È stato quindi spontaneo da parte degli operatori turistici del territorio proporre il binomio vincente di bellezze paesaggistiche e prodotti enogastronomici. Se vogliamo parlare di criticità, direi che questa politica del binomio ha portato alcuni produttori a prediligere il volume alla qualità. Ad esempio, quando parliamo di una denominazione famosissima a livello mondiale come il Prosecco, che l’anno scorso ha venduto più di 6.000mln di bottiglie, è chiaro che con questi numeri è difficile parlare di “HighLuxury”.

Diciamo che è diventata un po’ una “commodity”. E questo purtroppo è successo anche col Pinot Grigio... Da un lato il binomio territorio-vino è stato una grande risorsa, perché ha portato il nostro prodotto in tutto il mondo con volumi di

TheVenetoregionhasasignificantviticultural history.Whatareitsstrengthsandchallenges inviticultureandwinemaking?

Veneto is today the Italian region with the largest wine production, far ahead of Sicily, Today, Veneto is the largest wine-producing region in Italy, well ahead of Sicily, Tuscany and Piedmont. It has achieved great success by offering wines with excellent value for money. I believe that part of its success is due to the fact that Veneto has always been a popular destination for foreign tourists. As well as the famous city of Venice, tourists have access to LakeGarda,VeronaandtheVenetianDolomites. It was natural for the region’s tourism operators to combine the winning combination of scenic beauty and gastronomic products. In terms of challenges, I would say that this approach has led some producers to prioritise volume over quality.Thisiscertainlysomethingthatneedsto beaddressedandresolved.It’sadouble-edged sword.

For example, when we talk about a worldfamous denomination like Prosecco, which sold millions of bottles last year, it’s clear that with these numbers it’s difficult to talk about “high luxury”. It has become something of a commodity. Unfortunately, the same thing has happenedtoPinotGrigio.Ontheonehand,the produzione importanti, nello stesso tempo non si può negare che sia difficile esprimere concetti di “high premium quality” con volumi così alti. Quello che è stato un vantaggio per certi aspetti, è stata una limitazione per altri. combination of territory and wine has been a great asset, spreading our products throughout the world with significant production volumes. At the same time, it is a challenge to express concepts of “high premium quality” with such high volumes. What has been advantageous in somerespectshasbeenlimitinginothers.

Che percezione hanno all’estero dei vini italiani, nello specifico di quelli veneti?

Nel nostro contesto personale noi siamo identificati come una azienda storica di Valpolicella e quindi, dal nostro punto di vista, è considerata una produzione di alta qualità anche con delle punte di eccellenza. Diciamo che per noi è un po più semplice perché, secondo la percezione dei vini DOC, il Valpolicella nell’immaginario del consumatore si posiziona a livelli più alti rispetto ad un Prosecco o ad un Pinot Grigio. Poi niente è facile in realtà, basti pensare che in Valpolicella ad oggi ci sono 330 aziende che operano sul mercato internazionale quindi c’è una concorrenza feroce.

È da 125 anni che la “Sartori di Verona” opera nel settore. Si può affermare che conosciate bene le vostre uve, oppure ogni vendemmia, ogni annata, vi regala qualche sorpresa?

Abbiamo celebrato i 100 anni con 4 vini creati appositamente per questo anniversario tra l’altro. L’aspetto affascinante del vino è che ogni vendemmia è una storia nuova, per le condizioni climatiche che stanno diventando sempre più estreme... quindi ogni vendemmia va affrontata con grande attenzione, perché nonostante il nostro know how e la nostra esperienza le condizioni climatiche ci mettono in difficoltà. I vigneti non dovrebbero essere irrigati da disciplinare, perché non si può irrigare a scopo di forzare la produzione. A meno che non sia necessario perchè vanno in stress idrico e ormai da alcuni anni dobbiamo farlo e temo che diventerà una normalità in futuro. Anche il carattere del vino è cambiato, le estati siccitose ne hanno modificato la struttura, aumentando di parecchio la gradazione alcolica. Il risultato è spesso piacevole, ma il livello alcolico è molto alto.

What is the perception of Italian wines, especiallyVenetianwines,abroad?

In our personal context, we are identified as a historical company in Valpolicella and therefore, from our point of view, Valpolicellais considered ahighqualityproduction,evenwithsomepoints of excellence. We can say that it is easier for us because, according to the perception of DOC wines, Valpolicella is positioned at a higher level in the consumer’s imagination than Prosecco or Pinot Grigio. In reality nothing is easy, just considerthattherearecurrently330companies activeintheinternationalmarketforValpolicella, socompetitionisfierce.

“Casa Sartori 1898” has been in business for 125 years. Can it be said that you know your grapes well, or does every harvest, every vintage,bringafewsurprises?

One of the ways we celebrated the 100th anniversary was with 4 wines specially created for the occasion. The fascinating thing about wineisthateveryharvestisanewstorybecause of the increasingly extreme climatic conditions. So every harvest has to be approached with great care, because despite our know-how and experience, the climatic conditions pose challenges. The vineyards shouldn’t be watered indiscriminately to force production unless it’s necessary due to water stress, which we’ve had to do for a number of years now and I’m afraid will become the norm in the future.

Non esiste praticamente più il così detto “vino beverino” che si beve piacevolmente anche fuori pasto. I vini di adesso sono impegnativi... Amaroni di 16-17 gradi in passato non se ne vedevano. Questo cambiamento climatico ha cambiato profondamente il carattere dei nostri vini e per questo non c’è una grande soluzione.

Il Lago di Garda funziona come elemento mitigante anche per la coltivazione di viti e magari aiuta in queste situazioni particolarmente difficili?

Teoricamente si, dovrebbe essere un fattore di moderazione termica il bacino del Lago di Garda, ma di fatto ora non lo è più, perchè quando ci sono 38 gradi per lungo tempo, l’effetto del lago è praticamente annullato. Forse l’effetto del lago è maggiormente benefico in inverno, come moderatore climatico. La Valpolicella è una zona fortunata perchè ha comunque una protezione naturale dai monti Lessini e tutta la zona pedemontana, poi l’influenza termica del lago…

Tra i vostri nuovi progetti c’è anche la sfida del Biologico…

Si, parte tutto dal fatto che noi cerchiamo di seguire anche i desideri del consumatore che ha una grande attenzione nei confronti dell’aspetto salutistico e ambientale, cosa che non c’era fino a una decina di anni fa. Quindi stiamo incrementando la produzione di vino Biologico certificato, che è un filone specifico, che si differenzia dai “vini naturali”, che seguono filosofie a mio avviso un poco fiabesche, mentre in realtà il vino biologico è l’unica produzione che ha una certificazione: noi siamo controllati

Even the character of the wine has changed; the dry summers have altered its structure and significantly increased the alcohol content. The result is often pleasant, but the alcohol contentisveryhigh.Whatweusedtocall“easydrinking wines”, which can be enjoyed outside of meals, are practically non-existent. Today’s wines are demanding. It used to be rare to see an Amarone with an alcohol content of 16-17 degrees. This climatic change has profoundly altered the character of our wines and there is nogreatsolution.

Is Lake Garda a mitigating factor for wine growing? Can it help in this particularly difficult situation?

Theoretically, yes, the Garda basin should act as a thermal moderator, but in fact it no longer does, because when the temperature is 38 degrees for a long time, the effect of the lake is practically nullified.Perhaps the effect of the lake as a climatic moderator is more beneficial inwinter.Valpolicellaisafortunateareabecause itisnaturallyshelteredbytheLessiniMountains and the entire foothills, and by the thermal influence of the lake.

Among your new projects is the challenge of organicproduction...

It all starts with the fact that we are trying to meet the demands of consumers who are very concerned about health and the environment, which was not the case ten years ago. So we are increasing the production of certified organic wines, which is a specific sector that distinguishes itself from “natural wines”, which follow a somewhat whimsical philosophy, while da Enti Certificatori perché tutto il processo produttivo sia mappato e rispetti quelli che sono i canoni della produzione biologica.

Lei è stato presidente dell’Unione italiana vini tra il 2004 e il 2010 e successivamente presidente del “Consorzio Tutela Vini Valpolicella” dal 2017 al 2020, lavorando anche per promuovere la cultura del vino e dell’enogastronomia in Italia e nel mondo. Da questo punto di vista, come si pone l’Italia rispetto al resto del mondo e come sono percepiti i nostri prodotti all’estero?

Noi siamo molto attenti perchè, ahimè, come per tutte le cose che funzionano, c’è sempre qualcuno che fa imitazioni, sounding - la pratica di imitare prodotti agroalimentari italiani a fini di commercializzazionefraudolentamediantel’utilizzo di nomi, immagini, combinazioni cromatiche (come il tricolore) che evocano inequivocabilmente l’orizzonte italiano, nel tentativo di sfruttare l’appeal dell’agroalimentare di casa nostra... chiamare un vino Amore Mio riportando l’immaginario all’Amarone. Si riportano continuamente queste forme di usurpazione, con casi anche eclatanti di produttori esteri ma anche italiani. Frodi di questo tipo vengono poi affrontate legalmente, per dimostrare effettivamente il plagio e la cosa a volte è molto semplice perchè oltre al nome anche l’etichetta e la bottiglia hanno magari un look molto simile a quello di un Valpolicella DOC.

Un consiglio per i tanti turisti e gli stranieri che cercano prodotti tipici di questo territorio: come è possibile riconoscerli?

Bisogna affidarsi ai bollini del consorzio, riconoscibili sulle bottiglie che servono per organic wine is the only production that has certification. We are monitored by certification bodies to ensure that the entire production process is mapped out and complies with the canonsoforganicproduction.

You were President of the Italian Wine Union from 2004 to 2010 and then President of the Consorzio Tutela Vini Valpolicella from 2017 to 2020, which also works to promote wine and food culture in Italy and around the world. From this point of view, how does Italy compare with the rest of the world and how areourproductsperceivedabroad?

We are very cautious because, unfortunately, as with all things that work well, there are always people who make imitations that sound good - the practice of imitating Italian agrifood products for fraudulent marketing, using names, images, colour combinations (such as the tricolour) that clearly evoke the Italian horizon, trying to exploit the appeal of our agrifoodsector.Callingawine“AmoreMio”toevoke Amarone. These forms of usurpation, including blatant cases involving foreign and even Italian producers, are constantly being reported. This type of fraud is then legally prosecuted in order to effectively prove plagiarism, and sometimes it is easy to do so because, in addition to the name, the label and the bottle may look very similartothoseofaValpolicellaDOC.

A word of advice for the many tourists and foreigners looking for typical products from thisarea:howcantheyrecognisethem?

TheycanrelyontheConsortium’slabels,which canbeseenonthebottlesandareusedtocertify certificare il vino. Tutti i vini a denominazione di origine controllata hanno anche un numero seriale sulla fascetta e attraverso un’app è possibile, usando questo codice, risalire a tutta la storia di quel vino.

Qual è la genesi di un nuovo vino di “Sartori di Verona”? Come nasce un nuovo vino?

Non è facile. Noi siamo un’azienda abbastanza tradizionalista e non ci piace seguire le mode nella nostra produzione. Quando partiamo con un progetto nuovo, lo strutturiamo a monte, magari per la celebrazione di un evento particolare, oppure legato ad un progetto di comunicazione.

Adesso abbiamo fatto 3 vini nuovi, un rosso, un bianco e un rosato, che si chiamano Fira e che prendono ispirazione dal nome della sorella di mio bisnonno che si chiamava Zeffira, ma veniva chiamata in famiglia “Fira”. Era una donna molto indipendente per quegli anni, stiamo parlando del 1920, una donna che lavorava, guidava, non voleva dipendere dalla famiglia. Leggendo un diario di mio nonno abbiamo scoperto che lei era un po’ un’ispirazione per lui... quindi le abbiamo dedicato questi vini. Parte dei ricavati dalla vendita di questi vini sono devoluti ad una associazione che tutela le donne che hanno subito violenze.

Poi abbiamo fatto dei vini per l’Arena di Verona, noi siamo sponsor da tantissimi anni dell’ente lirico, abbiamo fatto un vino che si chiama Arnea, che è l’anagramma di Arena, un Soave spumantizzato che viene venduto in teatro durante gli spettacoli.

Come si è evoluta la produzione di vino negli ultimi cent’anni e com’è cambiato, se è the wine. All wines with the Denomination of Controlled Origin also have a serial number on the label, and an application makes it possible totracetheentirehistoryofthewine. cambiato, il gusto dei consumatori? E rispetto al passato, ci sono dei nuovi mercati emergenti interessati alla produzione italiana? altri danni ai beni, Furto e Rapina, Responsabilità Civile verso terzi

How does a new wine by “Sartori di Verona” come about? How is a new wine created?

Itisnoteasy.Weareafairlytraditionalcompany and we do not like to follow trends in our production.Whenweembarkonanewproject, westructureitbeforehand,perhapstocelebrate aparticulareventoraspartofacommunication project. We have now created three new wines, a red, a white and a rosé, called Fira, inspired by the name of my great-grandfather’s sister, who wascalledZaffirabutwasknowninthefamilyas “Fira”. She was a very independent woman for those times, we are talking about the 1920s, a woman who worked, drove and did not want to dependonthefamily.

Reading my grandfather’s diary, we discovered that she was a bit of an inspiration to him. So we dedicated these wines to her. Part of the proceedsfromthesaleofthesewineswillgoto an association that protects women who have suffered violence. Then we made wines for the Arena of Verona; we have been sponsors of the opera company for many years. We created a wine called Arnea, which is an anagram of Arena, a sparkling Soave that is sold in the theatreduringperformances.

How has wine production evolved over the last hundred years, and how have consumer tastes changed? And compared to the past, are there new emerging markets interested in Italianproduction?

In Europa e nel Nord America abbiamo delle quote di mercato importanti. Dove invece facciamo fatica ad entrare sono i mercati asiatici, dove le nostre quote di mercato sono molto basse. Sono prevalentemente interessati alla produzione di vini francofona. Anche noi abbiamo intenzione di lavorarci su, perchè sono mercati emergenti con ottima disponibilità economica. Cercano prevalentemente vini rotondi e di gradazione importante e l’Amarone risulta essere un vino particolarmente interessante per loro. Ma siamo ancora lontani dal riuscire a trasmettere la cultura del vino italiano a quei mercati.

Qual è lo scenario attuale della produzione di vini a livello mondiale? I paesi del “Nuovo Mondo”, hanno prodotti interessanti, che possono competere con la produzione italiana?

C’è stato un momento agli inizi del 2000 in cui i vini del nuovo mondo avevano preso delle belle quote in alcuni paesi, come gli Stati Uniti, l’Inghilterra, meno in Germania, ma è stata un po’ una moda del momento, l’attrazione per l’esotico... Però sì, oggi ci sono dei vini straordinari anche al di fuori della Francia e dell’Italia: hanno fatto passi da gigante nella produzione di vino Australia, Nuova Zelanda, America, principalmente California, Cile, l’Argentina e Sud Africa… Oggi non si può più dire che l’Italia combatte con la produzione vitivinicola francese, perchè in realtà combattiamo con tutto il mondo!

We have significant market shares in Europe and North America. However, we are struggling to penetrate the Asian markets, where our market shares are very low. They are mainly interested in French-speaking wine production. We also want to work in these markets because they are emerging markets with excellent economic availability. They are mainly looking for full-bodied, highalcohol wines, and Amarone is proving to be a particularly interesting wine for them. But we are still far from being able to transmit the Italian wine culture to these markets.

What is the current scenario of wine production worldwide? Do the ‘New World’ countries have interesting products that can competewithItalianproduction?

There was a moment in the early 2000s when NewWorldwineshadgainedsignificantmarket shares in some countries, such as the United States and England, although less in Germany. But it was a bit of a passing trend, an attraction for the exotic...

But yes, today there are exceptional wines outside of France and Italy as well: Australia, New Zealand, the United States (especially California), Chile, Argentina, and South Africa have made great strides in wine production... We can no longer say that Italy competes only withFrenchwineproductionbecause,inreality, wearecompetingwiththewholeworld!

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