I Blues

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Gruppo Teatrale il Canovaccio H E W L E T T - P A C K A R D

I blues Di Tenneessee williams Donne ossessionate dalla fuga del tempo, che nutrono nostalgia per il passato ed una paralizzante paura per il futuro. Sui loro volti, nei loro stessi sguardi, sono disegnati i solchi indelebili della frantumazione di sogni e speranze, dei drammi dell’emarginazione, del forte scontro con l’ingratitudine. La follia umana nelle anti-eroine di Williams si deforma in perversione fino a rasentare la schizofrenìa; nelle sue pagine e nel suo teatro si muovono persone che una società vuota ed ignorante ha imprigionato in una ragnatela puritana e bigotta con l’unico fine dell’ autodistruzione, fatta di indigenza e sofferenza.


Personaggi e interpreti LA CAMERA BUIA Personaggi Interpreti L'assistente Sociale Anna Moro La signora Pocciotti Graziella Ciampa RITRATTO DI MADONNA La signorina Lucrezia Collins Anna-Rita Di Muro Il portiere Gianluca Meis Il ragazzo dell’Ascensore Francesco Bosco Il dottore Antonello Pagotto L’infermiera Alberta Fontana Il signor Abrams Siro Fassina LA LUNGA PERMANENZA INTERROTTA ovvero UNA CENA POCO SOFFISFACENTE Archie Lee Gianluca Meis Baby Doll Graziella Ciampa Zia Rosa Anna Moro Regia e adattamento: ANTONELLO PAGOTTO Tecnico luci e audio: Mario Fabbroni


T e n n e s s e e

W i l l i a m s

Tennessee Williams è, con Arthur Miller, una delle due figure più eminenti del teatro americano contemporaneo. Danno il cambio entrambi a Eugene O'Neil e fanno da ponte tra la generazione degli anni '30 (Clifford Odets, Maxwell Anderson, Elmer Rice, Thornton Wilder) e quella del dopoguerra. Tutti e due hanno un repertorio che continua a essere rappresentato sulle scene americane. E in passato hanno ricevuto una consacrazione internazionale grazie alla riduzione cinematografica delle loro opere, beneficiando del talento di un regista come Elia Kazan. Ma si associano i loro nomi soprattutto per meglio opporli. Di fronte a Miller il marxista, accusatore e vittima del maccartismo, l'uomo del presente e dell'azione militante, Tennessee Williams è presentato come l’intellettuale freudiano, l'uomo della nostalgia e del sogno, che si rivolge all’immaginario collettivo tramite le immagini e i miti. Si contrappongono anche l'uomo del Nord all'uomo del Sud, arrivando addirittura a definire l’uno lo Scandinavo e l’altro il Mediterraneo. Se l’intenzione è l’indicazione di una polarità, c'è comunque una semplificazione eccessiva. Forse Tennessee Williams merita il titolo di “mediterraneo” a causa della sua predilezione per l'Italia, un'Italia dei grandi miti, ma anche un'Italia sensuale, eccitante, così come può rappresentarsela un americano educato nel puritanesimo. E comunque le polarità, le opposizioni, le troviamo dentro la stessa personalità di Williams, e della sua fama. Com’è possibile, in particolare, che continui ad esercitare, ancora oggi, un così un forte fascino, visto che ha praticato una forma di teatro che si può ritenere superato, o convenzionale, rispetto alle sperimentazioni newyorkesi degli anni '60? Non si potrebbe sospettare in fondo che quest'uomo di teatro ha dovuto in parte la sua fortuna a tutti quei meravigliosi interpreti del cinema che hanno saputo dare una presenza, uno spessore, una forza poetica ad un universo che avrebbe potuto, altrimenti, sembrare artificiale o ingenuo, o troppo pesantemente caricato di simboli?




I personaggi e, ancora più spesso, le protagoniste di Tennesee Williams, sono individui costretti a "compensare alle crudeli deficienze della realtà con l'esercizio di un po' di immaginazione". La necessità di un'illusione, cioè la follia, nasce negli insoddisfatti, nei delusi, in coloro che la vita ha privato di un unico bene e, travolgendo l'equilibrio morale, stabilisce una nuova tensione di desiderio, istintivo, animale, febbrile. La poetica di Williams si propone di riprodurre e, quando si può, rivelare la verità misteriosa, resuscitandola con cechoviana minuzia allusiva di particolari e contrappunti di musiche. La sua atmosfera teatrale carica di rumori, suoni, echi lontani, è già in sé un tentativo di fare concerto, di far rimbalzare ogni parola contro un muro sonoro.

N o t e

d i

r e g i a

La prima percezione che si ha leggendo le opere qui proposte è il senso di cupa oppressione che preme sulle menti dei personaggi e più precisamente su quelle delle sue protagoniste. Figure schiave di una condizione claustrofobica che ne condiziona e determina il destino: donne ossessionate dalla fuga del tempo, che nutrono nostalgia per il passato ed una paralizzante paura per il futuro. Sui loro volti, nei loro stessi sguardi, sono disegnati i solchi indelebili della frantumazione di sogni e speranze, dei drammi dell’emarginazione, del forte scontro con l’ingratitudine. La follia umana nelle anti-eroine di T.Williams si deforma in perversione fino a rasentare la schizofrenìa; nelle sue pagine e nel suo teatro si muovono persone che una società vuota ed ignorante ha imprigionato in una ragnatela puritana e bigotta con l’unico fine dell’ autodistruzione, fatta di indigenza e sofferenza. Esseri umani a cui non rimane che l’ illusione febbrile di una impossibile normalità. Lo sforzo registico è quello di dare vita ad un’ atmosfera teatrale che fonde lo spazio scenico, semplice ed essenziale, con l’interpretazione degli attori, restituendo l’ immagine di un’unica “stanza della tortura” all’ interno



INFO E PRENOTAZIONI 340.5063725


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