Club di territorio
notiziario dei Volontari di Roma anno III – numero 3 - maggio/giugno 2018
Appia Day
Ancora un successo
Maggio/Giugno 2018, notiziario 3 u1
appiaday 2018
le foto
della giornata
2 unotiziario 3, Maggio/Giugno 2018
“Carissimi, anche quest’anno la “nostra” giornata dell’Appia Day si è svolta serenamente con una vasta e gradita partecipazione di pubblico. Più di 300 persone, nell’arco della giornata, hanno usufruito della possibilità di conoscere i segreti dell’Appia e di alcuni dei suoi monumenti più significativi, in visite guidate dai nostri volontari, coordinati dall’instancabile Massimo Marzano. Contemporaneamente, altri colleghi si dedicavano all’accoglienza di grandi e piccoli. Il tutto è stato reso possibile, come sempre, dalla dedizione personale e dalla passione di Anna Di Paolo. Con orgoglio e soddisfazione, vi mostriamo alcuni dei momenti più belli immortalati nelle foto dei nostri colleghi.
notiziario 3, Maggio/Giugno 2018 u3
forum appia
...ma l’appia
non è solo a roma Il 5 maggio scorso si è svolto a Caserta il FORUM APPIA al quale ha partecipato anche una nostra delegazione. Abbiamo il piacere di sottoporre alla vostra attenzione le interessanti considerazioni del Dr. Gianfranco Ciola, Direttore del “Parco Naturale Regionale da Torre Canne a Torre San Leonardo” e una sua scheda sul Parco stesso
del Dr. Agr. Gianfranco Ciola Direttore del Parco Naturale Regionale da Torre Canne a Torre San Leonardo
L’incontro dell’Appia day svoltosi a Caserta a cui partecipiamo da ormai tre anni è sicuramente un ottimo punto di partenza per creare delle connessioni dal basso
tra i vari comuni, enti e associazioni che a vario titolo operano sull’Appia. Esistono sicuramente realtà in Europa che hanno fatto tesoro di un paesaggio rimasto intatto per svariate ragioni fino ai giorni nostri, magari alcuni cammini o ciclovie sono diventate famose e molto frequentate poiché, oltre ad essere paesaggisticamente molto interessanti, risultano essere sicure per chi le percorre. Seppur un’esperienza lungo esse risulta molto piacevole 4 unotiziario 3, Maggio/Giugno 2018
resta priva di quel fascino e valore aggiunto che può avere un itinerario con forte connotazione storico-culturale quale la Via Appia. Ci troviamo dunque a dover gestire un capitale di inestimabile valore e a ragionare su come continuare a prelevare gli interessi in una maniera più rispettosa, senza mettere a dura prova la resilienza dei luoghi, ad applicare politiche mirate a salvaguardare le bellezze esistenti e a recuperare o riconnettere alcuni tratti interrotti da un’urbanizzazione che a forza ha coinvolto anche la “Regina Viarum”. Volendo usare le parole di Edoardo Salzano dobbiamo riconoscere che “storicamente la città è nata in opposizione al territorio. La città era il chiuso, il difeso, l’artificiale, il co-
Il Dr. Gianfranco Ciola. A sx, Alberto Fiorillo, Giovanna Barni e Franco Iseppi. In alto, la Sala Romanelli nella Reggia di Caserta
struito, il denso, il dinamico, mentre il territorio era il luogo aperto, dove si poteva venire attaccati, dove dominava esclusiva la natura, dove la presenza dell’uomo era rada e discontinua, dove le trasformazioni erano lente come i ritmi della natura.” Oggi invece questa opposizione non esiste più, c’è un territorio urbanizzato, in cui abbiamo iniziato a delocalizzare fabbriche, ospedali, centri di divertimento e al tempo stesso a connettere periferie, zone industriali e centri urbani con infrastrutture viarie sempre più veloci e pesanti, in grado di imporsi sulle antiche vie di collegamento. Con gli anni è nata l’esigenza di salvaguardare porzioni di territorio, delle piccole isole felici rimaste inattaccate! Sabato ho avuto il pia-
cere di raccontare gli obiettivi che stiamo perseguendo nel Parco delle Dune Costiere tra Fasano e Ostuni, una ex Stazione ferroviaria ed una ex Casa Cantoniera ANAS da essere state in passato a supporto della “mobilità pesante” sono oggi divenute strutture a servizio della “mobilità dolce”, rispettivamente sono state trasformate ne “La Casa del Parco” e in un Albergabici dove varie cooperative ed associazioni erogano servizi rivolti ad escursionisti, pedalatori e turisti di vario genere, sono stati installati pannelli letterari lungo la Traiana che riportano le citazione dei grandi viaggiatori che sin dall’epoca romana e fino ai secoli scorsi hanno attraversato l’antica via romana e descritto i paesaggi olivetati ancora esistenti tra il Parco e la vicina città messapica e romana notiziario 3, Maggio/Giugno 2018 u5
di Egnazia in agro di Fasano. Abbiamo promosso un percorso condiviso con gli agricoltori e le associazioni escursionistiche e cicloturistiche della zona per visitare masserie, frantoi ipogei, antichi insediamenti rupestri e un Dolmen del II millennio a.C, instaurando una rete di relazioni tra i vari operatori economici, operatori agricoli e turistici, proprietari di oliveti secolari e masserie siamo riusciti a certificare il Parco con la Carta Europea del Turismo Sostenibile CETS, creando così un esercito di collaboratori privati che hanno compreso che rispettare le regole, aver cura di un territorio e delle sue valenze ambientali e culturali genera un’economia diffusa e soprattutto migliora la qualità della vita e il benessere delle persone che in quel territorio ci vivono.
uu
forum appia
uu
Il Parco Regionale delle Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo Un Parco con l’antico tracciato della Traiana al centro delle sue politiche di sviluppo Il Parco Regionale delle Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo ricade nei territori di Fasano e Ostuni nella parte nord della Provincia di Brindisi. Istituito dalla Regione Puglia nel
2006 ha iniziato a mettere in atto le sue politiche sul territorio a partire dal 2010 con la nomina degli organi di gestione. Il Parco interessa 8 km di costa sabbiosa con un lungo cordone dunale ed estesi oliveti monumentali nella parte interna con piante datate da 2500 a 3000 anni. Questo paesaggio agrario antichissimo e ancora intatto fa da cornice ad un sistema d masserie storiche risalenti al 1600 e ad innumerevoli frantoi ipogei di epoca messapica, romana e medievale (solo nella piana olivetata del Parco ne sono stati rilevati 101). Sia le masserie, che i frantoi, sono ubicati ai lati della via Traiana che attraversa tutto il Parco fino a proseguire al porto di Brindisi. Qui esiste la più alta concentrazione di olivi monumentali o millenari nel Mediterraneo che la Regione Puglia ha censito singolarmente pianta per pianta rilevando le coordinate di ognuno e apponendovi delle targhette identificative. Solo nell’area del Parco sono stati censiti 250 mila olivi, che attraverso un’APP realizzata dalla Regione Puglia è possibile visionare con tutti i dati descrittivi di ogni singola pianta. Ciò ha reso
interessante il contesto territoriale per gli aspetti paesaggistici facendo crescere un turismo culturale legato al paesaggio ed un tipo di fruizione lenta che vede la via Traiana come un’asse principale dove si snoda la fruizione del territorio. Tale via è stata individuata come itinerario di lunga percorrenza della rete di Bicitalia (via Adriatica o Itinerario n. 6 che da Venezia giunge a Santa Maria di Leuca) percorso da numerosi cicloturisti nordeuropei che arrivano in Puglia attraverso forme di mobilità dolce. In questi anni il Parco ha allestito tale percorso per oltre 40 km attraverso: - la sistemazione di aree di sosta, con pannelli che illustrano l’itinerario della via Traiana, la realizzazione di nodi intermodali nelle stazioni ferroviarie per stimolare l’interscambio treno+bici, allestendo le sale di attesa della stazione di Ostuni; - la collocazione di pannelli letterari lungo la Traiana che riportano le citazioni dei grandi viaggiatori che sin dall’epoca romana (Virgilio, Strabone, Orazio, …) fino ai secoli scorsi (Pacicchelli, Leandro Alberti, …) hanno attraversato l’antica via romana e descritto i paesaggi olivetati ancora esistenti tra il Parco e la vicina città messapica e romana di Egnazia in agro di Fasano; - il recupero della Stazione Ferrovia6 unotiziario 3, Maggio/Giugno 2018
ria dismessa di Fontevecchia che le Rete Ferroviaria Italiana ha concesso in comodato al Parco per realizzarvi la Casa del Parco con un Centro di educazione ambientale e un piccolo museo gestito in maniera integrata con il Sistema Ambientale e Culturale dedicato alla via Traiana; - la realizzazione di percorsi condivisi con gli agricoltori e le associazioni escursionistiche e cicloturistiche della zona per visitare masserie, frantoi ipogei, antichi insediamenti rupestri e un Dolmen del II millennio a.C.; - il recupero di una Casa Cantoniera ex ANAS lungo la SS 16 che dista 300 metri dalla Traiana e che corre parallelamente ad essa. La Casa Cantoniera oggi ospita il Centro visite del Parco, una ciclofficina, un parco bici anche a pedalata assistita, 18 posti letto per cicloturisti che percorrono l’antico tracciato romano. L’Albergabici è affidato in gestione ad un insieme di cooperative composte da biologi, naturalisti, archeologi che erogano servizi di ciclotrekking, trekking, escursioni, attività di educazione ambientale per la conoscenza del territorio posto lungo la Traiana. L’integrazione tra le diverse tipologie di intervento sono uniche nel loro genere, dove una Casa Cantoniera ex ANAS ed una ex Stazione ferroviaria da essere state in passato a supporto
Ciclisti nel Parco
della “mobilità pesante” sono oggi divenute strutture a servizio della “mobilità dolce.” La rete di relazioni che il Parco ha instaurato in questi anni con tanti operatori agricoli e turistici, proprietari di oliveti secolari e masserie, e di altri beni culturali (Dolmen, insediamenti rupestri, frantoi ipogei, masserie storiche, …) gestori dei lidi, cooperative di giovani (in pochi anni queste condizioni favorevoli hanno consentito la costituzione di ben tre cooperative che erogano servizi per la fruizione dei beni ambientali e culturali), associazioni culturali e cittadini, ha generato una sorta di responsabilizzazione dell’intera comunità verso la cura del territorio visto come bene comune. Ognuno di loro si è preso cura di un pezzo di itinerario, di un’area di sosta lungo la Traiana, o della pulizia di un sentiero, oltre al recupero di chiese bizantine dell’anno 1000 d.C. (San Pietro in Ottava) poste lungo la Traiana, o dell’area del Dolmen, anche raccogliendo rifiuti abbandonati o sfalciando l’erba spontanea nelle aree di sosta. La sottoscrizione di questi impegni da parte di numerosi operatori privati ha consentito che il Parco si certificasse con la Carta Europea del Turismo
Attraversamento del fiume Piccolo
Sostenibile. Oltre 40 aziende hanno il Marchio del Parco, tra cui tante aziende agricole che fanno agricoltura e acquacoltura biologica (all’interno di antichi impianti di acquacoltura del 1500 posti lungo la costa). Alcuni operatori hanno compreso quanto sia importante la legalità e hanno convertito attività abusive da oltre 20 anni in attività con partita IVA e trovando strette forme di collaborazione con il Parco. Molte di queste aziende hanno ottenuto la certificazione con la Carta Europea del Turismo Sostenibile rendendo il Parco delle Dune Costiere da Torre Cane a Torre San Leonardo l’unico Parco in Italia insieme a quello dell’Adamello Brenta ad aver raggiunto tale livello di certificazione che coinvolge direttamente tante imprese private. Un esercito di collaboratori privati che hanno compreso che rispettare le regole, aver cura di un territorio e delle sue valenze ambientali e culturali genera un’economia diffusa e soprattutto migliora la qualità della vita e il benessere delle persone che in quel territorio ci vivono. Sono stati sottoscritti protocolli d’intesa e convenzioni, con operatori tu-
ristici come Federalberghi al fine di estendere la logica del turismo sostenibile che da turismo di nicchia possa diventare sostenibile con tutti gli operatori. Altre convezioni sono state stipulate con soggetti gestori dei beni culturali presenti a poca distanza dal Parco, lungo la Traiana come il vicino Parco archeologico e Museo civico di Ostuni, dove è presente la sepoltura di una donna morta 29.000 anni fa con il suo feto (unico esempio al modo di consanguinei così antico), un’altra convenzione è stata sottoscritta con il Polo Museale della Puglia e il vicino Museo e parco archeologico di Egnazia al fine di realizzare attività di promozione e organizzazione di eventi ed iniziative in comune e definire un biglietto unico per consentire la visita al Parco delle Dune Costiere e al Museo Nazionale di Egnazia, al Museo civico di Ostuni, agli insediamenti rupestri della vicina Lama d’Antico, nello spirito del Sistema Ambientale e Culturale avviato negli ultimi anni dalla Regione Puglia. Il Parco delle Dune ha sottoscritto un gemellaggio con il Parco Regionale dell’Appia Antica, in modo da porre le basi tra due Parchi che tutelano porzioni di territorio dove la via Appia nasce e giunge a destinazione (a pochi km da Brindisi). Vorremmo che i due Parchi regionali divenissero capofila di un accordo che coinvolga il sistema dei Parchi tra Lazio, Campania, Basilicata e Puglia, i cui territori sono attraversati dalla via Appia e dalla Traiana. Tutto ciò perché i Parchi già sperimentano modelli di gestione e fruizione sostenibile del territorio, e proprio per questo potranno svolgere un ruolo fondamentale nelle politiche di valorizzazione degli itinerari culturali che attraversano il nostro paese.
Il Forum Appia a Caserta mette in evidenza alcuni punti fondamentali: IL BISOGNO DI CREARE CONNESSIONI TRA COMUNI, ENTI E ASSOCIAZIONI CHE OPERANO SULL’APPIA E LA NECESSITA’ DI SALVAGUARDARE PORZIONI DI TERRITORIO. UN ESEMPIO: IL PARCO DELLE DUNE COSTIERE notiziario 3, Maggio/Giugno 2018 u7
misteriromani
Lo scorso 14 aprile, nell’ambito della manifestazione “Insieme per il bene comune”, due nostri colleghi, Gabriella Palombo e Massimo Marzano, hanno illustrato ai cittadini romani e agli ospiti stranieri gli antichi resti della Porta Magica e narrato delle leggende che ruotano intorno a loro. Anche se ne abbiamo già parlato in passato, approfittiamo per approfondire l’argomento La volontaria Gabriella Palombo di fronte alla Porta Magica
MISTERO, ALCHIMIA, MAGIA, SUPERSTIZIONE
a roma
“SI SEDES NON IS” ovvero “SI NON SEDES IS” “SE TI SIEDI NON VAI” ovvero “SE NON TI SIEDI VAI”. Forse questa è la pietra filosofale della Porta Magica: persevera per raggiungere i tuoi obiettivi 8 unotiziario 3, Maggio/Giugno 2018
di Massimo Marzano
Andiamo a visitare la Porta Magica a Piazza Vittorio. Che dici, esiste solo la Magica Roma? E no! La Porta Magi-
ca a Piazza Vittorio è il luogo “più occulto”, più misterioso e più indefinibile di Roma. Già così, riguardo al mistero, non è male. Si dice che sia una porta ed in effetti sembra una porta, ma ci sono incisi sopra simboli di tutti i tipi e scritte dal significato oscuro. E’ una porta...ma murata, non dà accesso a niente, non c’è nessuno spazio chiuso da raggiungere, non si passa da nessuna parte… attraverso questa porta. E’ il simbolo di qualcosa che prima c’era ed ora non c’è più. Forse è la risposta polemica a tutte le finestre e porte aperte del Colosseo? Certo,
sta lì da tempo, a stento si vede dai giardini di Piazza Vittorio, qualche volta qualcuno si trova a passare da quelle parti e perplesso si gira a guardare quell’angolo destro dei giardini verso la Basilica di S. Maria Maggiore, dove “si accatastano”, uno vicino all’altro, un ammasso di pietre, marmi, muri, cancellate metal-
liche ed un monumento in marmo, che quasi tutti ignorano: Ai Caduti del “Rione Esquilino-Viminale-Macao” nel corso della Prima Guerra Mondiale...questi sì che sono reali ... purtroppo! I resti del Ninfeo di Alessandro Severo, dove stavano i cosiddetti “Trofei di Mario” dell’età di Domiziano,
"TRIA SUNT MIRABILIA DEUS ET HOMO MATER ET VIRGO TRINUS ET UNUS ", un'esplicita dichiarazione di fede cristiana che significa
"Tre sono le meraviglie: Dio e Uomo, Madre e Vergine, Trino e Uno". All' interno di questo disc o si trova il Sigillo di Salomone, più noto come Stella di Davide, costituito da due triangolari equilateri incrociati: ne lle pratiche mag iche è considerato un potente talis mano di protezione, ma in alchimia, in quanto unione tra fuoco e acqua, simboleggia l'equilibr io cosmico. Sovrapposto al Sigillo vi è la croce dei 4 elementi, simbolo della Terra, sovrapposta ad un cerchio nel quale s i legge
"CENTRUM IN TRIGONO CENTRI",
fatti sistemare nel 1590 da papa Sisto V sulla cordonata del Campidoglio, occupano lo stesso angolo settentrionale di Piazza Vittorio Emanuele II nel Rione Esquilino. La Porta Magica o Porta Alchemica o Porta Ermetica o Porta dei Cieli, come dicevamo, già di per sé è misteriosa, se ne sta sola soletta in un angolo del giardino, dietro una cancellata metallica e quasi mimetizzata con le altre rocce e muri che le stanno intorno. Due statue gemelle marmoree con le sembianze grottesche del dio egizio Bes, provenienti dal Tempio di Serapide sul Quirinale, sono state poste ai suoi lati ed ampliano l’alone di mistero e di arcano che da sempre avvolge la Porta Magica.
ovvero "Il Centro è nel Triangolo del Centro"; all'interno si può notare un altro cerchio più picco lo con un punto al centro , ovvero l'oculus , il simbolo alchem ico del Sole e dell'oro.
Sull'architrave, sotto la scritta ebraica Ruah Elohim (lo Spirito di Dio), vi è la scritta " HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIUS CUSTODIT DRACO ET SINE ALCIDE
COLCHIDAS DELICIAS NON GUSTASSET IASON", ossia "Un drago custodisce l'ingresso del giardino magico delle Esperidi e, senza Ercole, Giasone non avrebbe gustato le delizie della Colchide". Giove-stagno:
Saturno-piombo:
"DIAMETER SFERAE THAU
"QUANDO IN TUA DOMO NIGRI CORVI PAR-
CIRCULI CRUX ORBIS NON
TURIENT ALBAS COLUMBAS TUNC VOCA-
ORBIS PROSUNT", "Il dia-
BERIS SAPIENS",
metro della sfera, il thau
"Quando nella
del circolo, la croce del
tua casa neri
globo non giovano ai cie-
corvi partoriranno bianche co-
chi"; in mezzo
lombe allora sa-
Venere-rame: "SI FE-
rai detto sag-
CERIS VOLARE TERRAM
gio"; in mezzo
SUPER CAPUT TUUM EIUS
Marte-ferro:
PENNIS AQUAS TORRENTUM
"QUI SCIT COMBURERE AQUA ET LAVARE IGNE
CONVERTES IN PETRAM",
FACIT DE TERRA COE-
"Se farai volare la terra
LUM ET DE COELO TERRAM PRETIOSAM",
sopra la tua testa, con le
"Chi sa bruciare
sue penne convertirai in
con l'acqua e la-
pietra le acque dei tor-
vare con il fuoco Sulla soglia vi è la scritta
cielo e del
"SI SEDES NON IS", ossia
Sole-Apollo-oro:
"Se siedi non vai", ma che si può legge-
"FILIUS NOSTER
cielo terra preziosa"; in basso Mercurio-mercurio:
renti"; in basso
fa della terra
"AZOT ET IGNIS DE-
ALBANDO LATONAM VENIET SINE VESTE DIANAM", "Quando l'azoto e il
fuoco imbiancheranno Latona, Diana verrà senza veste".
re anche da destra a sinistra "SI NON SEDES IS", "Se non siedi vai".
MORTUUS VIVIT
Sotto, ai lati di un segno complesso, "EST
REX AB IGNE REDIT
OPUS OCCULTUM VERI SOPHI APERIRE TERRAM UT GERMINET SALUTEM PRO POPULO",
ET CONIUGIO GAUDET OCCULTO", "Nostro
"È opera occulta del vero saggio aprire
figlio morto vive, torna re dal fuoco e
la terra affinché generi salvezza
gode dell'accoppiamento occulto".
per il popolo".
notiziario 3, Maggio/Giugno 2018 u9
La sua origine è strettamente legata alla presenza di alchimisti, maghi e scienziati che avrebbero frequentato la villa del Marchese di Pietraforte, Massimiliano Palombara (1614 -1680), appassionato d’esoterismo ed alchimia e frequentatore della corte di Cristina di Svezia, alla ricerca della “pietra filosofale” per la trasformazione dei metalli in oro. Non stava nemmeno dove oggi si vede, ma era una delle cinque porte della villa Palombara, che circa tra via Buonarroti e via Machiavelli era stata fatta edificare nella seconda metà del ’600 dal Marchese. Nella Roma di metà ‘600 un nutrito gruppo di studiosi, astronomi, matematici, alchimisti si aggiravano per la città tra ville, palazzi, biblioteche, laboratori, per trovare “la pietra filosofale”. Era un modo per esercitare
uu
misteriromani
uu
la propria curiosità scientifica e per entrare nei salotti e nelle corti più importanti. A Praga, nella zona del Castello, Rodolfo II per anni ospitò nelle casette del cosiddetto Vicolo d’oro alchimisti, scienziati …(forse truffatori?), che avevano l’incarico di trovare la formula per trasformare i metalli in oro. A Roma, a poco a poco, nascono una serie di leggende intorno a questa Porta. Una leggenda narra che l’alchimista Francesco Giuseppe Borri, amico del marchese, trascorse una notte nei giardini della villa alla ricerca di un’erba misteriosa, “il moli”, in grado di produrre oro. Al mattino fu visto sparire dalla servitù all’interno della porta, lasciando dietro di sé una scia di pagliuzze d’oro e pergamene contenenti complesse formule magiche e
Francesco Giuseppe Borri
simboli, che si pensò fossero custodi del segreto della pietra filosofale, in grado di conferire l’immortalità. Il marchese Palombara fece incidere, lungo il perimetro della porta e sulla soglia, le formule, ancora oggi visibili, nella speranza che un giorno qualcuno potesse decifrare quelle diciture e trovare la chiave di volta per svelare il segreto alchemico. In realtà il Borri fu perseguitato dalla Chiesa e rinchiuso nei sotterranei di Castel Sant’Angelo, dove morì nel 1695. Altri due personaggi, però, vissuti in epoche differenti sono collegati al Borri: il conte di San Germano, un leggendario alchimista che avrebbe trovato l’elisir della lunga vita e il Conte di Cagliostro, che sosteneva di essere in vita da più di due secoli. I ritratti dei tre alchimisti, pur separati da almeno un secolo, mostrano, se-
Il conte di san Germano
Il conte di Cagliostro
Sopra, il monumento ai caduti. In alto a dx, particolare della parte superiore della porta. A dx, soglia della porta con la scritta palindroma 10 unotiziario 3, Maggio/Giugno 2018
condo alcuni, dei lineamenti compatibili con quelli di un’unica persona. Si pensa, dunque, che il Borri, scoprendo il segreto della pietra filosofale, si sia reincarnato più volte, per custodire e tramandare agli “eletti” il mistero da lui decifrato. Leggende più recenti riportano di un misterioso gatto nero chiamato Cagliostro che sembrerebbe, da decenni, custodire la porta preservandola da curiosi e turisti. Alcuni raccontano che ogni volta che qualcuno tenti di avvicinarsi al suo ingresso, improvvisamente il gatto corvino si manifesti dal nulla, iniziando a seguire il visitatore lungo tutto il suo percorso che conduce alla porta, per poi fermarsi, per tutta la durata della visita, ai piedi della soglia recante la scritta palìndroma “Si sedes non is” letteralmente: “Se siedi non procedi”, frase ermetica che per molti indicherebbe la vera istruzione alchemica operativa, senza la cui interpretazione aprire la porta rimarrebbe un’illusione. Nel corso degli anni è andata rafforzandosi sempre più, tra i curiosi dell’occultismo, l’ipotesi che il gatto Cagliostro sia la reincarnazione del Borri, che ormai schiavo del suo segreto non riesca a liberarsi dal vincolo inesorabile dell’esistenza, in attesa che si presenti qualcuno pronto a svelare il percorso iniziatico da lui intrapreso. Tra i ruderi ed intorno alla Porta Magica, comunque, si aggira sospettosa e vi abita una nutrita colonia di gatti. Forse sono “anime o spiritelli vaganti”? Non sapremo mai con certezza se queste sono leggende metropolitane; quello che possiamo dire è che il fascino della Porta Magica non è andato mai esaurendosi nel tempo, avvolgendo chiunque la visiti in un alone di mistero e regalando un tesoro esoterico ancora tutto da svelare. La Porta rimane un grande mistero, più che mai irrisolto dopo circa quattro secoli.
attivitàsul territorio
“Bastano le fontane per giustificare un viaggio a Roma” P.B. Shelley Vi presentiamo il resoconto della seconda passeggiata del Progetto “Roma, Regina Aquarum”, elaborato per il 2018 dai Consoli e dai Soci/Volontari del Club di territorio. Il progetto si propone di studiare e presentare, attraverso conferenze, passeggiate e visite, il rapporto millenario di Roma con l’acqua
PASSEGGIATA DEL 15 aprile 2018
L’acqua e Trastevere, dalla Mostra dell’Acqua Paola a Piazza Trilussa. Una passeggiata sulle note delle più celebri canzoni romane
di b u l C territorio a cura di Elisa bucci
Console TCI
Di Patrizia Coppola e Simonetta Mariani Sotto un manto di stelle Roma bella mi appare, solitario il mio cuor disilluso d’amor vuol nell’ombra cantar. Una muta fontana e un balcone lassù... O chitarra Romana accompagnami tu!!! (Chitarra romana, testo di Eldo di Lazzaro) Il testo di questa canzone ci fa capire come la giornata dei romani era ed è
accompagnata dalla presenza dello scorrere ininterrotto delle fontane e del lento fluire del Tevere menzionato in una strofa successiva: Lungotevere dorme mentre il fiume cammina... Io lo seguo perché mi trascina con sé e travolge il mio cuor. Vedo un ombra lontana e una stella lassù... O chitarra Romana accompagnami tu!
Anche noi in questa passeggiata abbiamo voluto avere una colonna sonora che ci accompagnasse lungo il percorso trasteverino. Il volontario Claudio Carlucci, con la sua voce e con la sua chitarra, ci ha dilettato intervallando le nostre soste tematiche con alcune canzoni romane e così, seguendo uu notiziario 3, Maggio/Giugno 2018 u11
Patrizia Coppola e Simonetta Mariani. Sopra, Claudio Carlucci
attivitàsul territorio
di b u l C territorio uu la
Gaspar Van Wittel, Gianicolo, Fontanone dell’Acqua Paola
condotta dell’acqua TraianoPaola, siamo scesi lungo le pendici del Gianicolo e abbiamo attraversato il rione Trastevere fino a piazza Trilussa. L’itinerario è iniziato da una delle più belle ed imponenti fontane di Roma, la fontana dell’Acqua Paola conosciuta anche come il “Fontanone”. Tale fontana, opera di Domenico Fontana, altro non è che la Mostra, ovvero la parte terminale, dell’antico acquedotto di Traiano (II sec d.C.) fatto restaurare da Papa Paolo V Borghese nel 1618 per alimentare i rioni Borgo e Trastevere, e poi prolungato anche ai rioni Regola e Ponte, per cui le fontane-mostra divennero due: questa del Gianicolo e l’altra al di là di ponte Sisto (poi spostata in Piazza Trilussa). L’acquedotto raccoglie le acque di diverse sorgenti attorno al lago di Bracciano (lacus Sabatinus), sui monti Sabatini. La necessità di portare acqua in questo rione fu, sia in epoca imperiale che sotto Papa Paolo V, dettata soprattutto dalla necessità di alimentare opifici, laboratori di artigiani, concerie e molini che sorgevano alle pendici del Gianicolo. Tutti questi insediamenti industriali, di fatto, furono spazzati via dal Comune di Roma dopo il 1870, a causa dell’inquinamento da essi prodotto, che non permetteva lo sviluppo della zona di Monteverde, destinata a quartiere residenziale ed a sede di uffici pubblici e per consentire la costruzione dei ben noti muraglioni. Seguendo il percorso dell’acquedotto che scende lungo il Gianicolo ci siamo spostati in Piazza San Pietro in Montorio per parlare della fontana detta “La Castigliana” opera di Giovanni Fontana, che alla fine del ‘500 fu posta nel sagrato della chiesa. Il committente potrebbe essere stato Filippo III re di Spagna perché la sua ricca forma si rifaceva allo stemma dei Castiglia; oggi la fontana non c’è più perché avendo avuto molte parti in stucco, col tempo si deteriorò e nel 1849 venne distrutta dai cannoni francesi. Successivamente in questa piazza fu posta, per un breve periodo, la Fontana del Trullo ovvero la prima fontana rinascimentale di Piazza del Popolo, costruita, dopo la riattivazione dell’acquedotto Vergine, da Giacomo della Porta nel 1572 e rimossa a seguito del progetto del Valadier che interessò tutta la Piazza. Recuperata, nel 1950, dai magazzini comunali, la Fontana fu collocata in Piazza Nicosia. E proprio sotto questa piazza, costruita nel 1605 per volere del re di Spagna, è nascosta un’antica testimonianza venuta alla luce nel 1963 dopo il crollo di una parte del muro che sostiene il piazzale; infatti il personale, accorso a verificare i danni, si è trovato davanti ad una stanza di 40 mq risalente al II o III secolo dopo Cristo con particolari caratteristiche che definiscono l’ambiente una latrina; purtroppo l’ambiente è stato notevolmente danneggiato dai lavori di sottofondazione del muraglione e della soprastante piazza. Discesi per la Rampa di Monte Aureo abbiamo raggiunto la “Fontana del Prigione” che ha avuto la caratteristica di essere una delle 21 fontane che hanno cambiato almeno una volta ubicazione nel corso della loro esistenza e per questo 12 unotiziario 3, Maggio/Giugno 2018
motivo vengono chiamate fontane itineranti. Dove era originariamente questa fontana? Essa era una delle 30 fontane che abbellivano i giardini della più grande villa costruita a Roma dentro le mura aureliane alla fine del 1500. Era villa Montalto e sorgeva nell’area dove ora c’è la Stazione Termini e il rione Esquilino. Il nome “Prigione” le deriva da un grandioso e pregevole gruppo statuario che comprendeva una mezza figura umana marmorea, più grande del naturale, verosimilmente rappresentante un prigioniero che tenta di liberarsi dalla materia; la statua faceva parte di un gruppo più ampio, comprendente anche Apollo e Venere, inserito nel nicchione del prospetto della fontana e purtroppo andato perso. La nostra passeggiata continua fino a piazza San Cosimato dove facciamo una breve sosta per parlare sia di un illustre ospite che ha soggiornato in questa parte di Trastevere in epoca imperiale ovvero Cleopatra, sia della Naumachia di Augusto che venne fatta costruire dall’imperatore e occupava tutta la zona che dalla Chiesa di San Cosimato arriva alla Chiesa di San Francesco a Ripa. Una larga conduttura, scoperta alle pendici del Gianicolo al di sopra della Chiesa di San Cosimato costituisce la prima testimonianza archeologica sulla localizzazione della Naumachia di Augusto, dell’acquedotto Alsietino che prendeva le sue acque dal lago di Martignano, e del bosco dei Cesari realizzato pure da Augusto nell’ambito di quelli che erano stati i Giardini di Giulio Cesare. Proseguendo il percorso verso Piazza Santa Maria in Trastevere, il nostro racconto si concentra ancora una volta sull’importanza del Fiume e ciò che ha rappresentato per i romani in genere: un punto di riferimento, fonte di vita e di allegria, ma anche, purtroppo, causa di morte! Morti violente, suicidi o incidenti, morti di persone di tutte le età, morti “storiche” di personaggi illustri o di persone umili e sconosciute, morti avvolte nella leggenda di cui il fiume è stato spettatore muto nei secoli. Le note della famosa canzone ”Barcarolo Romano”, di P. Pizzicaria e R. Balzani, ci raccontano la storia di una giovane donna morta suicida e del giovane, disperato per averla abbandonata: er barcarolo va’ contro corente e quanno canta l’eco s’arisente s’e’ vero fiume che tu dai la pace fiume affatato nun me la nega’…
Fontana presso San Pietro in Montorio, incisione di G.B. Falda (XVII sec.)
la luna da lassu’fa’ capoccella rischiara er viso de ninetta bella me chiese pace ed io je l’ho negata fiume bojaccia je l’hai data tu Siamo arrivati, poi, a Via della Cisterna, davanti alla piccola fontana alimentata sempre dall’acqua Traiano-Paola, la “Fontana della botte”. Fu realizzata nel 1927 su progetto dell’architetto Pietro Lombardi con allusione alla caratteristica della zona dove fin dai tempi antichi era intenso il traffico del vino per la nutrita presenza di osterie e trattorie. Ancora una volta ci vengono in mente le parole di una celebre canzone romana, “La società dei magnaccioni”, di autore sconosciuto, perfetta da intonare in una tipica trattoria trasteverina: uu notiziario 3, Maggio/Giugno 2018 u13
attivitàsul territorio
di b u l C territorio uu Ma
che ce frega ma che ce ‘mporta se l’oste ar vino ci ha messo l’acqua e noi je dimo e noi je famo c’hai messo l’acqua nun te pagamo ma però noi semo quelli che j’arrisponnemmo ‘n coro e’ mejo er vino de li Castelli de questa zozza società E ci piace leggere anche il famoso sonetto “Er vino e l’acqua” in cui Belli si chiede: Dunque che vvale ppiù? cquella c’allaga Piazza-Navona auffa, e cce se ssciacqua Li cojjoni, o cquell’antro che sse paga? E ffinarmente, a vvoi: cqua vve do er pisto. Ch’edè, ssori cazzacci, er vino o ll’acqua, Che vve pò ddiventà ssangue de Cristo?”
Fontana dei Centopreti, G.B. Falda
La risposta è solo una !!! Ci fermiamo successivamente nella piazza definita il cuore di Trastevere ovvero Piazza Santa Maria in Trastevere per raccontare la storia di quella che si può definire la fontana più antica di Roma, con il bacino ottagonale, risalente all’epoca di Augusto. La fontana fu rimaneggiata nei secoli e quella che oggi ammiriamo è la versione restaurata dal Comune di Roma nel 1873, secondo il disegno di Carlo Fontana del 1692. Quante storie ha visto questa piazza e di quante tradizioni ancora oggi è protagonista, una fra tutte è la festa de Noantri in cui ancora una volta il Tevere diventa complice con i trasteverini della festa della “Madonna Fiumarola” che arrivando dal fiume viene portata in processione per il rione. A questo punto, coinvolti da queste tradizioni abbiamo lasciato la parola, o meglio … la nota a Claudio che ci ha convinti a cantare con lui Fiori Trasteverini, Semo romani di R. Balzani, simbolo dell’orgoglio romano: De Roma nostra semo li moretti semo romani e in più Trasteverini mò nun pè dì semo li più perfetti cantamo tutti e semo ballerini Se dice: gente allegra Iddio l’aiuta e a noi c’aiuta e vòi sapè perchè? ‘gnì tanto ‘na magnata e ‘na bevuta e tutto quanto er resto viè da sè... Ultima sosta di questa passeggiata è stata Piazza Trilussa in cui troviamo la seconda mostra dell’acquedotto Traiano-Paolo, mostra che originariamente era al di là di ponte Sisto addossata alle mura dell’Ospizio dei Mendicanti o “dei Centopreti”. Questo edificio fu distrutto quando iniziarono i lavori per i muraglioni e la fontana, allora ricchissima di acqua, venne trasferita in 14 unotiziario 3, Maggio/Giugno 2018
questa Piazza. Abbiamo voluto finire la passeggiata con la lettura di una breve poesia del grande poeta romano Trilussa il testo della quale appare sulla lapide della sua tomba che si trova al cimitero comunale monumentale Verano di Roma e riassume in pochi versi lo spirito più puro di una filosofia di vita trasteverina e non solo: C’è un’Ape che se posa su un bottone de rosa: lo succhia e se ne va… Tutto sommato, la felicità è una piccola cosa.
Avviso per le visite a San Martino ai Monti Cari colleghi, nella prima serie di apprezzate visite nella Basilica di San Martino ai Monti, svoltesi agli inizi di novembre 2017, abbiamo raccontato la storia del luogo e visitato la chiesa in generale; in quelle occasioni vi avevo preannunciato, per i mesi successivi, due o tre ulteriori appuntamenti in cui approfondire l’importante ciclo degli Affreschi del Dughet, poi la cosiddetta “Bibbia dei poveri” e, infine, visitare la Cripta e il Titolo di Equizio. Però i lavori di restauro sia del Titolo (programmati) che di tutta la navata destra della chiesa (interessata da forti infiltrazioni d’acqua dal tetto) sono terminati soltanto in questi giorni di fine giugno. Considerata l’imminente stagione estiva, fisseremo perciò gli ulteriori appuntamenti a partire da ottobre prossimo. Ve ne daremo tempestiva notizia. Intanto, un caro saluto a tutti ed un arrivederci a presto. Gianni Ricci
“Il giorno 25 maggio una delegazione dei volontari del TCI, formata da Viviana Bello, responsabile delle Strategie Territoriali del Touring, Massimo Marzano, Fausto Morgantini e Pierangelo Guascone, accompagnata dal dott. Pierangelo Cappello, Dirigente dell’Area Culturale del MAECI, è stata ricevuta dal dott. Roberto Bellano, Ministro Plenipotenziario, Vice Direttore del Sistema Paese, Direttore Centrale per la Promozione e la Cultura della Lingua, che ha voluto ringraziare i volontari del Touring per il loro valido e molto apprezzato contributo nel permettere a gruppi di cittadini la visita alla Collezione Farnesina. Un sentito grazie e la promessa di intervenire per permettere la visita a nuove strutture.”
In Redazione: Alessia De Fabiani e Massimo Romano Grafica e impaginazione: Gianluca Rivolta Hanno collaborato a questo numero: Gianfranco Ciola, Massimo Marzano, Elisa Bucci, Patrizia Coppola e Simonetta Mariani SEGRETERIA ORGANIZZATIVA APERTI PER VOI ROMA: Piazza Santi Apostoli, 62/65 Apertura dedicata ai volontari dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00. Tel. 06.36005281-1” apertipervoi.roma@volontaritouring.it
notiziario 3, Maggio/Giugno 2018 u15