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Club di territorio

notiziario dei Volontari di Roma anno I – numero 4 - dicembre 2016

Auguri a tutti i volontari romani Dicembre 2016, notiziario 4 u1


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Carlo Maratta, un pittore a Roma

Per porgere gli auguri di Buon Natale agli amici e colleghi volontari abbiamo preso spunto da un affresco che ci sovrasta ogni volta che con i visitatori del Quirinale attraversiamo la galleria di Alessandro VII, cogliendo anche l’occasione per parlarvi del suo autore di Valeria Chiappetta

Tra i nomi di artisti che più sono diventati familiari a chi frequenta il Palazzo del Quirinale c’è quello di Carlo Maratta, uno tra i maggiori esponenti della pittura romana del Seicen-

to. Nato a Camerano in provincia

di Ancona nel 1625, a soli 11 anni si trasferisce a Roma, dove si forma nella prestigiosa bottega di Andrea Sacchi, che fu il suo maestro fino alla morte nel 1661. A Roma ha l’occasione di conoscere le più importanti tendenze della pittura fino a quell’epoca: il classicismo del pieno Rinascimento, tramite le 2 unotiziario 4, Dicembre 2016

opere di Raffaello, la fase di passaggio testimoniata dalle opere di Annibale Carracci, Guido Reni, il Domenichino, e le nuove aperture in forma barocca nell’arte di Pietro da Cortona, Lanfranco e Guercino. Di fatto sarà il primo a Roma ad operare quella fusione tra classicismo e barocco, creando un linguaggio artistico nuovo che lo vedrà im-


Qui a sx, Autoritratto di Carlo Maratta. Nella pagina a fianco, Adorazione dei pastori, particolare. Roma, Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami. In copertina, Carlo Maratta, Adorazione dei pastori. Roma, Palazzo del Quirinale

porsi sulla scena romana per tutta la seconda metà del secolo. Citerò alcune delle opere romane che tracciano bene i caratteri fondamentali della sua vicenda artistica. Nelle opere d’esordio, databili alla prima metà del secolo, è evidente come il Maratta sia ancora profondamente legato alla maniera del Sacchi, seppure non manchino elementi innovativi. Nel dipinto l’Adorazione dei pastori, eseguito tra il 1650 e il 1651 per la chiesa di S. Giuseppe dei Falegnami, ci è presentata la Vergine Maria che pone il bambino sulla mangiatoia, alla presenza di San Giuseppe, dei pastori e degli angeli che osservano la scena. Le pose in movimento delle figure esprimono il nuovo gusto barocco; la luce è riconducibile ai modelli classicheggianti.

Quest’opera segna l’inizio della popolarità artistica di Carlo Maratta e di quella fusione che egli riesce ben presto a creare tra le esperienze documentate negli anni precedenti. Agli anni immediatamente successivi risale l’intero ciclo pittorico della chiesa di Sant’Isidoro a Capo le Case, con cui Maratta si impone definitivamente sulla scena romana. Il gusto barocco, un’arte fatta di aria e nubi, di drappeggi e pose contorte, è qui certamente più deciso, proprio nell’elemento delle nubi su cui si stagliano i personaggi e nelle pieghe pesanti dei panneggi; i volti restano però legati alla maniera cinquecentesca. Nel 1655 sale al soglio pontificio Papa Alessandro VII Chigi, dal quale arrivano le più importanti commissioni. Tra il 1656 e il 1658 è la volta della Visitazione per la chienotiziario 4, Dicembre 2016 u3

sa di S. Maria della Pace, sempre a Roma. Ritroviamo la commistione tra elementi classicisti (l’armonia e l’equilibrio d’insieme) e barocchi (lo squarcio di luce, le nubi che sorreggono i cherubini). Lo stesso papa nel 1657 incarica Maratta di una nuova Adorazione dei pastori per il completamento dell’imponente fregio di affreschi con scene del Vecchio e Nuovo Testamento, che doveva decorare la Galleria di Alessandro VII al Palazzo del Quirinale. La storia di questa galleria è singolare: sappiamo infatti che quest’ala del Quirinale era stata interessata dai lavori di risistemazione del Palazzo, voluti dall’imperatore Napoleone, che avevano suddiviso l’originaria galleria seicentesca negli attuali tre saloni. Recentemente un lavoro di restauro, pur senza rimuovere le pareti divisorie, ha restituito alla galleria gran parte del suo assetto originario precedente agli interventi napoleonici. Il seicentesco ciclo biblico che occupa il fregio superiore va letto partendo dall’affresco raffigurante la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso nell’attuale Sala degli Ambasciatori, proseguendo in senso antiorario, e terminando proprio con la grande scena dell’Adorazione dei pastori di Carlo Maratta, che si staglia sulla parete opposta all’ingresso della stessa Sala degli Ambasciatori. Il papa affida la direzione dei lavori uu


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Pietro da Cortona, con cui lavorano vari pittori del tempo; Maratta ha quindi l’occasione di prendere parte ad uno dei progetti di maggiore importanza eseguiti a Roma nella seconda metà del Seicento. Si può parlare qui di uno stile pittorico ormai maturo, che attinge al barocco per l’intensità della scena (notare le pose in movimento delle figure dei pastori in primo piano che esprimono tutta la solennità del momento, e gli angeli che sembrano danzare sulle nubi, da dove si irradia un fascio di luce quasi di stampo caravaggesco), ma che nel volto delicato della Madonna al centro emana una compostezza classica tipica dell’arte del Maratta. Al Quirinale sono al momento pre-

senti, nelle cosiddette sale storiche, altre due opere del Maratta: la Madonna col Bambino benedicente, che servì da modello per il mosaico che ancora oggi si ammira sul Torrino, e che proviene dai Musei Vaticani, e una Annunciazione, che al tempo dei papi era esposta in una delle sale del Palazzo. Concludiamo questo excursus con una delle opere principali, che Carlo Maratta dipinge nel 1686 per la Cappella Cybo nella Chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma: la Disputa sulla Immacolata Concezione. Il tema del dipinto prevedeva proprio che i Santi fossero raffigurati Qui a sx, La Disputa sulla Immacolata Concezione. Roma, Chiesa di Santa Maria del Popolo. In alto, La Madonna col Bambino benedicente. Roma, Musei Vaticani, attualmente presso il Palazzo del Quirinale

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mentre discutono sul dogma della Immacolata Concezione cercando di far valere ognuno le proprie posizioni, perchè a quel tempo i vari ordini ecclesiastici sulla questione non avevano ancora trovato un accordo. La Madonna al centro della composizione appare circondata da una luce dorata e da nuvole che formano un cerchio attorno a lei e, come tipico nell’arte barocca, assumono la forma di angioletti. Poggia il piede sulla luna, considerata secondo la tradizione cattolica un corpo celeste perfetto e privo di macchia, quindi metafora stessa della Immacolata Concezione. Il volto della Madonna è fortemente idealizzato, quasi raffaellesco, al contrario dei Santi che sono tratteggiati con uno tocco più naturalistico. I panneggi ampi, le pose teatrali, l’apparizione stessa della Madonna tra le nubi portano a considerare questo lavoro un’opera fortemente suggestionata dall’arte barocca, e sintesi perfetta dell’arte del Maratta. Carlo Maratta muore a Roma nel 1713 e la sua tomba si trova oggi nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri.


Il Bambinello dell’ara coeli

Vogliamo ricordarvi la storia di un Bambino speciale al quale i romani sono stati devoti per secoli. Una tradizione ormai dimenticata di massimo romano

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Da “La Repubblica “ del 2 febbraio 1994

“ROMA - Come ogni sera l’avevano riposto nella sua culla bianca, in compagnia dei monili, delle monete e degli ex voto, nell’armadio blin-

dato che da anni lo protegge. Poi i frati sono andati in chiesa, per la funzione serale. E i ladri sono entrati in azione. Il bambinello della chiesa di Santa Maria in Ara Coeli, uno degli oggetti sacri più venerati dai romani e meta di pellegrinaggio da tutto il mondo, è stato rubato ieri nel tardo pomeriggio, da due uomini che si sono introdotti da un’ impalcatura nelle stanze del convento dei francescani dove il Santo Bambino viene custodito. Oltre alla statua quattrocentesca del “bambinello” (che, si dice, venne scolpito nel legno di un olivo tratto dall’ orto di Getsemani), i ladri hanno portato via gran parte dell’ oro che era custodito insieme alla statua, e che proviene dai doni fatti dai fedeli. Secondo una prima ricostruzione, i ladri, sarebbero entrati dal retro dell’ Ara Coeli, l’ antichissima chiesa che si affaccia su Piazza Venezia, dalla parte del Vittoriale, utilizzando i soppalchi montati da una ditta che sta effettuando restauri. Dopo aver “visitato” e messo a soqquadro le stanze dei frati alla ricerca di oggetti da rubare, i ladri sono arrivati nella sala dove è custodito il bambinello. E qui, incredibilmente, avrebbero trovato aperto l’ armadio blindato dove viene conservata la culla. La sera infatti, proprio per ragioni di sicurezza, i frati “nascondono” la statua del Gesù bambino che durante il giorno è esposta ai fedeli. Ma secondo una diversa versione fornita da uno dei religiosi, al momento del furto la statuetta era ancora esposta nel presepe allestito all’ interno della chiesa, che doveva essere smantellato proprio oggi. E se sarà ben difficile recuperare gli oggetti d’ oro, per la sorte della statua i carabinieri sono più ottimisti. Si tratta infatti di un’ opera troppo nota per essere venduta sul mercato della ricet-

Processione ottocentesca all’Aracoeli. Nella pagina precedente, il Bambinello dell’Ara Coeli

tazione. E’ più probabile quindi che i ladri chiedano un riscatto, a meno che non si tratti di un furto su commissione, ipotesi d’ obbligo quando vengono trafugati pezzi troppo conosciuti per essere messi in commercio. Il caso è seguito dai carabinieri del reparto operativo di Roma e dal Nucleo per la tutela del patrimonio artistico …” 6 unotiziario 4, Dicembre 2016

Il silenzio più assoluto, da quel giorno, ha avvolto la sorte del Bambinello e del tesoro che lo adornava. Nessuno ne ha mai chiesto il riscatto, tutte vane le ricerche dello speciale nucleo dei Carabinieri che indaga per il recupero delle opere d’arte. Eppure la storia o la leggenda, che nella vicenda del bambinello spes-


Roma, Campidoglio, processione in occasione del Presepe vivente nella festa dell’Epifania

Er presepio de la Resceli

… Vedi un pupazzo pieno de fiocchetti Tempestati de ggioje? ecch’er Messia. Cazzo! evviva sti frati bbenedetti, Che nun ce fanno vede guittaria! … (resceli = Aracoeli; guittaria = miseria) so si intrecciano tra loro, lo hanno visto salvarsi dalla situazioni più strane, fin dalla sua “nascita”. Scolpito da un francescano da un pezzo d’ulivo dell’orto del Gethsemani verso la fine del Quattrocento e “battezzato” nelle acque del Giordano, fu, secondo la tradizione, dipinto a mano dalla Divina Provvidenza. Anche il suo viaggio verso Roma ebbe del miracoloso, infatti la nave che lo trasportava naufragò, ma l’immagine del Bambinello si salvò, approdando sulle coste laziali. Nel 1647 la scultura venne rubata ed i frati la dovettero sostituire con una copia, ma una notte sentirono bussare alla porta del convento e, aprendo, si trovarono davanti il Bambinello, probabilmente restituito da un ladro pentito, ma il popolo volle credere che fosse tornato da solo, alimentando la leggenda. Nel 1798

Er presepio de li frati

… E avanti, in zu la pajja, sc’è un bambino Che manco era accusí bbene infassciato Er fío de Napujjone piccinino. (Napujjone = Napoleone)

il Bambinello fu trafugato dai soldati francesi, attratti dai preziosi che lo adornavano. Fu recuperato grazie alla devozione di un ricco cittadino romano, tale Severino Patriarca, che ne pagò il riscatto. Un altro grave pericolo fu corso dall’immagine nel 1848 durante le vicende della Repubblica Romana. Nella foga distruttrice dei rivoluzionari che avevano dato alle fiamme le carrozze papali, rischiò di essere distrutta anche la carrozza che il 6 gennaio di ogni anno portava il bambinello, simbolicamente benedicente, in processione per tutta Roma. L’intervento personale del triumviro Armellini risparmiò lo scempio. Quella carrozza, già appartenuta a Papa Leone XIII, era stata messa a disposizione da Alessandro Torlonia per portare la statuetta ai malati che non potevano raggiungere la Chiesa dell’Ara Coeli. La fama miracolosa era ormai enorme: si diceva che nel Dicembre 2016, notiziario 4 u7

momento in cui l’immagine veniva posta di fronte al malato che chiedeva la grazia, le sue labbra diventassero rosse in caso di accoglimento e si facessero bianche nel caso non ci fosse più speranza. Quando restava in chiesa, il Bambinello, stretto nelle fasce dorate tempestate di gemme ed ex voto, veniva esposto dai frati nello storico presepe allestito nella seconda cappella a sinistra. Il Belli ce lo descrive così nei due suoi sonetti qui sopra. Ancora oggi, davanti alla statuetta (una copia, purtroppo) trova posto un cesto con lettere di bambini che provengono da tutto il mondo. Ci piacerebbe pensare che per questi bambini ed ancor di più per quelli che attraversano il Mediterraneo o scappano dai bombardamenti o sono costretti a combattere in varie parti del mondo, il Bambinello potesse fare qualcosa… ma forse basterebbe che i “grandi”, responsabili delle politiche mondiali, smettessero di litigare!


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Il Presepe, la tradizione più bella del periodo natalizio, in gran parte soppiantata dall’albero di Natale, più facile da preparare (ormai andiamo sempre di corsa) e per il quale servono meno arte e fantasia. Agli appassionati, segnaliamo l’esistenza di questo splendido museo a Roma, anch’esso istituito e mantenuto grazie alla pazienza e alla tenacia di volontari Ringraziamo il dott. Alberto Finizio, Presidente dell’Associazione Italiana Amici del Presepio, per le informazioni che ci ha fornito

Il Museo, fondato nel 1967, occupa circa trecento mq., articolati in due sale di ingresso e in un lungo salone, suddiviso in tre navate, nei locali sottostanti la Chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta, ai Fori Imperiali. A un livello an-

cora sottostante, è visibile, con accesso dal Museo stesso, la piccola absidiola affrescata della originaria Chiesa protocristiana (VI-VII sec). Il Museo Tipologico Internazionale del Presepio, costantemente arricchito, con-

Un’ala del Museo. Nella pagina accanto, Angelo Stefanucci, fondatore del Museo e due opere tra le più rappresentative del Museo

Un museo del Presepe a roma serva circa tremila pezzi, alcuni antichi, provenienti da tutto il mondo. Il Museo è aperto e visitabile tutto l’anno, con ingresso gratuito; la gestione del Museo permette la conservazione di opere ormai uniche, consentendo al visitatore un excursus ampio ed esaustivo sul mondo del Presepio, italiano ed estero, essendo rappresentate tutte le “scuole” tradizionali italiane (napoletana, siciliana, leccese, altoatesina, ligure, toscana, bolognese, romana ecc., con pezzi d’epoca ed altri opera di moderni artisti del settore) e del resto del mondo, europeo ed extraeuropeo. Sono infatti rappresentati tutti i continenti che hanno una propria cultura presepistica, con opere di carattere artistico ed artigianale. Viene anche proposta una esemplificazione dei materiali che possono essere 8 unotiziario 4, Dicembre 2016

utilizzati: sono infatti esposti presepi in cartapesta leccese, terracotta siciliana, legno, ceramica, vetro, madreperla, pietra, carbone, panno, marzapane, uova, foglie di mais, carta ecc. Tra i pezzi più antichi, alcune statue napoletane dei secoli XVIII e XIX, un presepio costruito con piccole conchiglie (Sicilia – Sec. XVII), un S. Bambino in avorio (Sec. XVII), alcune pregevolissime statue bolognesi (sec. XVIII). Esaustivi cartelli esplicativi forniscono al visitatore tutte le informazioni utili a comprendere la storia e l’evoluzione regionale del Presepio. E’ inoltre disponibile un volume che ripercorre in maniera semplice ma esaustiva la storia del presepio, dalle origini ai giorni nostri, accompagnandola con le immagini dei presepi esposti nel Museo.


Alberto Finizio Studioso del presepio e realizzatore sia di statue che di scenografie da presepio. Ha allestito mostre e presepi sia in Italia – tra le altre a Roma, Milano, Belluno, Oropa, Perugia, Napoli, San Marino, Nettuno – che all’estero – Aquisgrana, Londra, Dornbirn (Austria), Varsavia, Tunisi, New York e New Haven, Mosca e S. Pietroburgo. Suoi Presepi sono stati donati al Santo Padre Giovanni Paolo II e all’allora Presidente sovietico M. Gorbaciov. Nel 1992 ha partecipato all’Esposizione Universale di Siviglia (Spagna), scolpendo la figura di un Angelo per conto della Regione Lazio. Da diversi anni proget ta e partecipa alla realizzazione del Presepio ufficiale del Comune di Roma, allestito a Piazza Navona durante la fiera natalizia. Autore del volume “Compendio di Storia del Presepio – Immagini della Raccolta del Museo del Presepio di Roma” (2007). Dal 1990 cura, con la moglie Antonella Salvatori, la redazione della rivista associativa “Il Presepio”, dapprima in collaborazione con Giorgio Passeggieri, successivamente in maniera autonoma, rivestendo la carica di Direttore Editoriale. Nel 2000, a Pamplona (Spagna), è stato insignito del Premio Un.Foe.Prae., massima onorificenza presepistica mondiale. Dal 2011 è Secondo Vicepresidente della Universalis Foederatio Praesepistica.

Annesse al Museo, consultabili a richiesta, un’ampia biblioteca a tema presepistico e una raccolta di videocassette e DVD su mostre, corsi di tecnica, storia del presepio. Nei locali del Museo vengono organizzate conferenze sul presepio e Corsi di Tecnica Presepistica, tenuti da qualificati maestri. Il Museo è aperto tutto l’anno nei giorni di mercoledì e sabato dalle h. 17,00 alle 19,30 (chiuso luglio e agosto) – Nel periodo natalizio si effettuano aperture straordinarie e festive. Su appuntamento, visite guidate e in altri giorni e orari. Il Museo è stato fondato ed è gestito dalla Associazione Italiana Amici del Presepio, che riunisce gli appassionati del Presepio di tutta Italia. E’ stata fondata a Roma nel 1953 e conta alcune

migliaia di iscritti. Scopi dell’Associazione sono mantenere viva la tradizione del Presepio, diffondendola sempre più, e studiarne ed evidenziarne tutti gli aspetti: religiosi, storici, folcloristici e tecnici. L’Associazione pubblica per i Soci una rivista, “Il Presepio”, unica del genere in Italia, che fornisce notizie storiche, tecniche, bibliografiche e sulle attività presepistiche in tutto il mondo, oltre a informazioni su quanto viene realizzato e sulle manifestazioni da vedere. Attraverso circa settanta Sedi periferiche e Sezioni dislocate in tutta Italia, l’Associazione organizza

corsi di tecnica presepistica, mostre, concorsi e conferenze. Inoltre ogni anno, solitamente nel mese di settembre, in una località sempre diversa, si tiene un Convegno Nazionale al quale partecipano Soci provenienti da ogni Regione. L’Associazione aderisce alla Universalis Foederatio Praesepistica, che riunisce le Associazioni presepistiche di circa venti Paesi in tutto il mondo. Ogni quattro anni viene organizzato un Congresso Internazionale: l’ultimo, a ottobre, è stato in Italia, a Bergamo, ed ha visto la partecipazione di oltre mille presepisti provenienti da venti nazioni.

Museo Tipologico Internazionale del Presepio “Angelo Stefanucci” Roma - Via Tor de’ Conti, 31/a - Tel. 06 6796146 - Fax 06 69799602 www.presepio.it www.museopresepioroma.it e-mail: informazione@presepio.it Dicembre 2016, notiziario 4 u9


nuovisiti

farnesina di massimo marzano

porte aperte

Il 28 novembre scorso, nella Dialoghi, culture, Mediterraneo. Sala delle Conferenze Inter- Intorno a quel tavolo possiamo sederci tutti nazionali al Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, intorno diplomatico, culturale e sociale. Era- verio, Storico dell’Arte, Paolo Magall’opera simbolica ed impo- no presenti e sono intervenuti nel giolini dell’Istituto per gli Studi di nente “Love Difference - Mar Medi- dibattito Paolo Gentiloni, Ministro Politica Internazionale (ISPI).

terraneo” di Michelangelo Pistoletto, costituita da un tavolo a forma di Mar Mediterraneo, circondato da sedie provenienti dai diversi paesi che vi si affacciano, che fa riferimento ai temi di transnazionalità, diversità culturale ed integrazione, si è riunito ed incontrato un pubblico qualificato, variegato, motivato, formato da personalità di spicco del mondo

degli Esteri e della Cooperazione Internazionale (nel momento in cui state leggendo Primo Ministro), Vincenzo De Luca, Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese, Anna Mattirolo, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Comitato Scientifico Collezione Farnesina, Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano, Philippe Da10 unotiziario 4, Dicembre 2016

L’iniziativa “Farnesina Porte Aperte “è un appuntamento ormai fisso che rinnova l’impegno del Ministero nella promozione del proprio patrimonio in Italia e all’estero: un’ occasione unica per dialogare direttamente con i cittadini, rendere trasparente la propria attività istituzionale, far conoscere la storia dell’edificio e delle


sue collezioni, trasformare uno spazio pubblico in un bene condiviso da tutti. In programma c’è stata la presentazione dell’adesione della Farnesina al Progetto “Aperti per Voi” del Touring Club Italiano, l’apertura del nuovo profilo Instagram della Farnesina ed un dibattito sul tema della promozione culturale integrata nel Mediterraneo in collaborazione con l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI).

Qui a sinistra e sopra, alcuni momenti della conferenza. A fronte, lo Scalone d’onore con l’arazzo di Sergio Selva sullo sfondo e i mosaici di Sandro Chia ai lati

Ogni relatore ha posto l’accento su punti fondamentali delle iniziative in atto e sull’importanza dell’incontro di varie civiltà nel bacino del mediterraneo. Il Direttore generale del Sistema Paese, Vincenzo De Luca, ha evidenziato che non è possibile parlare di Mediterraneo senza parlare di cultura, perché su questa va costruito il dialogo fra i Paesi dell’area ed infatti “delle 180 missioni archeologiche che l’Italia ha nel mondo, ben 119 sono concentrate nei Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente. Il governo italiano intende “intensificare il proprio sforzo, non soltanto nella salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale - in particolare sotto attacco - in cui l’Italia è leader, ma anche nel settore dell’industria creativa, fattore di crescita cultura- uu

La Collezione Farnesina Nel 2000 venne istituita la raccolta d’arte contemporanea del Ministero, la Collezione Farnesina, che da allora annovera opere di particolare rilievo per la storia dell’arte italiana del Novecento in un allestimento che coinvolge attualmente il primo, il secondo e il quarto piano dell’edificio, e in prospettiva l’intero palazzo. In particolare, l’allestimento del piano nobile è dedicato

ad alcuni tra i momenti più rappresentativi della storia dell’arte italiana del Novecento, da Mario Sironi ad Alberto Burri, dagli artisti del Gruppo Forma a Jannis Kounellis. Al secondo piano del palazzo è rappresentata una selezione delle correnti attive negli anni ’80 e ’90, con opere, fra gli altri, di Ubaldo Bartolini, Bruno Ceccobelli, Giosetta Fioroni,

Omar Galliani, Alberto Garutti, Felice Levini, Titina Maselli, Piero Pizzi Cannella, Grazia Varisco. Al quarto piano sono infine allestite una mostra dedicata al cantiere della Farnesina – con una selezione di riproduzioni dei disegni di Enrico Del Debbio e alcune fra le opere acquisite per concorso negli anni ‘60 – e la mostra “Sistema”,

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che comprende una selezione di opere d’arte contemporanea italiana degli ultimi vent’anni, con un focus particolare sulle più giovani generazioni. A partire da gennaio 2017 la Collezione sarà visitabile su prenotazione l’ultimo venerdì di ogni mese, grazie ad “Aperti per Voi”. Sarà presto pubblicato il calendario delle visite del 2017, insieme alle istruzioni uu per la prenotazione.


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e di sviluppo sostenibile nell’area, destinando maggiori risorse”. Il Ministro ha precisato e ben chiarito che “occorre preservare il mosaico di culture che è il Mediterraneo”, che in questo momento si presenta “come il centro del disordine mondiale, ma allo stesso tempo rappresenta una

La mostra “Italia Mediterranea”, a cura dell’Archivio storico-diplomatico Nel secondo dopoguerra la nuova Italia repubblicana riuscì nel difficile esercizio di conciliare il suo ruolo di paese membro dell’Alleanza Atlantica con una politica filo-araba, assumendo un profilo di interlocutore dei paesi della sponda orientale e meridionale del Mediterraneo e disegnando una politica estera nuova, li-

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straordinaria occasione”. “Bisogna lavorare per ridurre i fattori di crisi e puntare alla convivenza e al dialogo”. Il prof. Philippe Daverio ha illustrato come questo legame culturale tra le sponde del Mediterraneo abbia radici molto lontane nel tempo e riguardi varie civiltà. Come corollario a tutti

bera dal peso del colonialismo e da retaggi imperialistici. Si inaugurava allora la strategia della “diplomazia dell’amicizia”, aperta al dialogo ed al confronto con tutti gli altri paesi rivieraschi, linea che a tutt’oggi caratterizza la politica estera italiana nel Mediterraneo e i cui diversi aspetti saranno illustrati da una selezione di documenti conservati presso l’Archivio Storico Diplomatico e da filmati tratti

questi spunti di analisi e di dibattito sul valore della cultura e di forte incentivo alla conoscenza del patrimonio culturale, proprio anche del Ministero, è inserita l’adesione della Farnesina al progetto “Aperti per Voi” del Touring Club Italiano, che è stata sancita con la firma del Direttore Ge-

dalle collezioni dell’Istituto Luce e delle Teche Rai. Il Palazzo della Farnesina L’edificio che ospita il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale fu progettato negli anni ‘30 dagli architetti Enrico Del Debbio, Arnaldo Foschini e Vittorio Ballio Morpurgo, e deve il suo nome di Farnesina agli antichi possedimenti della famiglia Farnese nell’area che lo ospita.

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Originariamente pensato come Palazzo del Littorio, dopo l’interruzione dei lavori causata dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale fu lo stesso Enrico Del Debbio a seguirne i lavori di adattamento alla nuova destinazione, coinvolgendo numerosi artisti (Pietro Cascella, Amerigo Tot, Francesco Coccia e altri) che collaborarono nel ridisegnarne gli ambienti. In occasione di due concorsi nazionali, pubblicati nel 1965 e 1968 sulla Gazzetta Uf-


nerale e del Presidente del Touring Club di una Convenzione. Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano, con un intervento preciso e ben definito nei suoi concetti fondamentali, ha messo in risalto la differenza sostanziale che il progetto “Aperti per Voi” assume a Roma nei

ficiale, il Palazzo della Farnesina si arricchì inoltre di nuove opere di artisti quali Carla Accardi, Toti Scialoja, Gastone Novelli e Piero Dorazio. Come raggiungere il Ministero Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Piazzale della Farnesina, 1 00135 Roma Metropolitana (linea A) fermata Ottaviano + autobus linea 32 di-

monumenti in cui è protagonista: la partecipazione del Touring al Palazzo del Quirinale assume un significato di salvaguardia dell’identità, serve a contribuire e a rafforzare il valore delle Istituzioni, per far maturare un cosciente e profondo senso di appartenenza; mentre la collaborazione

con il Ministero degli esteri si pone nell’ottica di una apertura verso le altre culture e gli altri popoli, per imparare a rispettare le differenze, gli usi, i costumi e le tradizioni culturali e religiose. Ed anche su questo aspetto il Maestro Michelangelo Pistoletto ci dà un altro importante e fondamentale messaggio con la statua de “L’Etrusco”, posta all’entrata del Ministero, dove il Qui a sinistra, una sala personaggio in brondell’esposizione e, sotto, zo dorato davanti allo la statua dell’Etrusco di specchio ci ricorda Michelangelo Pistoletto. che chi sta dall’altra A fronte, la facciata del parte è come noi. PoPalazzo e, in primo piano, sizionando, inoltre, la Sfera grande un oggetto di fronte di Arnaldo Pomodoro allo specchio e ponendoti di fianco vedrai la scultura, l’essere umano, da una nuova prospettiva, ma soprattutto vedrai te stesso e la scultura interagire. Così è chiaro ed evidente che intorno a quel tavolo possiamo sederci tutti con le nostre diversità, le nostre culture, le nostre religioni, con il “sacro rispetto” di tutti per gli altri.

rezione Stazione Saxa Rubra (fermata Ministero degli Affari Esteri) Metropolitana (linea A) fermata Lepanto + autobus 301 direzione Grottarossa Istituto Asisium (fermata Lgt. M.llo Diaz) Metropolitana (linea A) fermata Lepanto + autobus 280 direzione Mancini (fermata De Bosis / Stadio Tennis). Capolinea autobus linee 168 e 628. Linee con fermate nelle adiacenze: 200, 301, 226, 188, 280.

La Farnesina sbarca su Instagram Il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha inaugurato il 28 novembre scorso, in occasione dell’iniziativa Farnesina Porte Aperte - VIII Giornata della Trasparenza, il profilo Instagram ufficiale del MAECI. Il nuovo canale rafforza ulteriormente la presenza sui social media della Farnesina, da tempo attiva anche su Twitter, Youtu-

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be, Flickr, Telegram e Facebook. Una finestra sulla politica estera italiana che da oggi si racconterà anche attraverso scatti fotografici sull’attività del Ministero e della nostra rete diplomatico-consolare.


attivitàsul territorio

Grand

tour

il viaggio a roma Un nuovo impegnativo progetto dei volontari del Club di Territorio di Elisa Bucci Console TCI per Roma

I Volontari di Roma hanno definito, per l’anno 2017, un nuovo progetto che, attraverso conferenze, passeggiate e visite guidate, analizzerà gli aspetti caratteristici del Viaggio in Italia ed in particolare

a Roma, tra la metà del 1500 e il 1800, generalmente definito Grand Tour. Oltre a conoscere la storia, i protagonisti del Grand Tour e i luoghi da loro frequentati, esamineremo il mercato dell’arte e il collezionismo. Cercheremo inoltre, attraverso le pagine dei viaggiatori che fecero dei loro viaggi materia narrativa, di riscoprire i percorsi di un tempo e con esso le antiche magie. Il viaggiatore del Grand Tour rap-

presenta l’evoluzione dal pellegrino medievale, interessato a quella che Jacques Le Goff definì proverbialmente “la realtà simbolica” (cioè la realtà nascosta dietro alle cose), al moderno viaggiatore, interessato alla “realtà oggettiva del mondo”. L’usanza di formare la classe dirigenziale incentivandone il viaggio in Europa era abbastanza diffusa in Inghilterra già dalla prima metà del Cinquecento. Per tutto il corso di quel secolo, infatti, il nuovo viaggiatore è un rampollo di nobile famiglia destinato a far parte della classe politica o a svolgere incarichi di carattere diplomatico. Alla fine del ‘500 la Corona inglese decide di elaborare una precisa politica di controllo e incentivazione del viaggio di studio, in parte finanziato dalla Corona stessa, in parte patrocinato dalle università o dai nobili per 14 unotiziario 4, Dicembre 2016

il tramite dei sistemi di patronato. In tal modo il fenomeno aumenta progressivamente anche dal punto di vista quantitativo e l’esperienza del viaggio di studio comincia ad investire anche la media ed alta borghesia. Nasce il Grand Tour. Tale espressione fu usata per la prima volta per il viaggio in Francia intrapreso da Lord Granborne nel 1636 e poi adottato nella trascrizione francese (pubblicata nel 1670) del “The Voyage of Italy, or, A Complete Journey through Italy” dell’inglese Richard Lassels. Anche in Russia si sviluppò tale fenomeno: nel 1696 un editto imperiale informò i figli delle più importanti famiglie di Mosca che dovevano lasciare la propria casa e andare a studiare in Europa. Il Grand Tour come istituzione aristocratica si concluderà alla fine del-


Gli argomenti oggetto delle conferenze Il Progetto intende approfondire i diversi aspetti del Grand Tour in vari temi, sulla base dei quali verranno organizzate le seguenti conferenze: 1) In viaggio verso Roma all’epoca del Grand Tour: esperienze, emozioni e imprevisti (referente Vittorio Gamba). 2) Storia e protagonisti del Grand Tour (referente Giorgio Levantesi). 3) La modernità delle donne del Grand Tour (referenti Patrizia Coppola e Simonetta Mariani). 4) Il Grand Tour e l’arte: l’Italia mercato dell’arte e collezionismo (referenti Giorgio Levantesi e Maurizio Giovannetti). 5) Le strutture di accoglienza a Roma; in tale ambito è stato elaborato (referente Andrea Portante) un itinerario/passeggiata durante il quale andremo ad individuare e descrivere i luoghi frequentati e le strutture ove hanno soggiornato alcuni viaggiatori fra il ‘700 e l’800. 6) Il rapporto tra il viaggiatore, la sua cultura e la sua visione della nostra città attraverso la presentazione del libro “D’Amore e Morte. Byron, Shelley e Keats a Roma” (Albeggi edizioni) di Teresa Campi.

le guerre napoleoniche (1803-1815). Dalla metà del XVIII secolo l’Italia e Roma diventeranno anche la meta di scrittori, pittori, scultori, amanti e collezionisti d’arte. In alto, Arthur Willmore, Lord Byron contempla il Colosseo. Sotto, da sinistra: Claude Lorrain, Campo Vaccino, 1636. Jacob Philipp Hackert, Johann Wolfgang Goethe visita il Colosseo, 1786/87. Ludwig Passini, Caffè Greco, 1856

7) La predisposizione di itinerari che comprendono i luoghi “raccontati” da alcuni famosi viaggiatori, così da costruire un prezioso mosaico di citazioni e di racconti tratti dai loro diari di viaggio (M. de Montaigne 1580, M. Misson 1687/88, Joseph Addison 1701, Charles De Brosses 1739, Charles Dupaty 1785, Stendhal 1827, ecc.). 8) L’organizzazione di visite guidate (ad es.: Casa di Goethe, Casa di KeatsShelley). Ogni evento sarà preceduto da un invito che vi invieremo via e-mail alcuni giorni prima. Vi diamo appuntamento al 20 gennaio per la nostra prima iniziativa. uu

Dicembre 2016, notiziario 4 u15


attivitàsul territorio

uu

Programmazione iniziative dei Volontari di Roma Progetto “Grand Tour - Il viaggio a Roma” Gennaio - Maggio 2017

20 Gennaio ore 17

Presentazione Progetto “Grand Tour - Il viaggio a Roma” - Presentazione Libro “D’Amore e Morte Byron, Shelley e Keats a Roma” di Teresa Campi

10 Febbraio ore 16

Conferenza “In viaggio verso Roma all’epoca del Grand Tour: esperienze, emozioni e imprevisti”

19 Febbraio ore 10

Passeggiata “Da Piazza del Popolo a Piazza di Spagna: luoghi frequentati dai viaggiatori del Grand Tour”

25 Febbraio ore 16

Conferenza “Storia e protagonisti del Grand Tour” - esposizione “taccuini di ricordi” della collezione “Antichità Grand Tour”

8 marzo ore 17

Conferenza “La modernità delle donne del Grand Tour”

19 marzo ore 10

Passeggiata “Dal Campidoglio al Colosseo: luoghi raccontati dai viaggiatori del Grand Tour”

2 aprile ore 10

Passeggiata “ Dal Parco della Caffarella all’Appia Antica: luoghi raccontati dai viaggiatori del Grand Tour”

9 aprile ore 10

Passeggiata “Dal Velabro all’Isola Tiberina: luoghi raccontati dai viaggiatori del Grand Tour”

28 maggio ore 10

Passeggiata “Da Porta S. Paolo al Cimitero Acattolico (con visita): luoghi raccontati dai viaggiatori del Grand Tour”

Visite Speciali

Febbraio - Maggio 2017 22 febbraio

Visita speciale riservata ai soci: Palazzo del Quirinale

12 marzo

Visita speciale riservata ai soci: Casa-museo dello scultore norvegese-americano Hendrik Christian Andersen

12 aprile

Visita speciale riservata ai soci: Palazzo del Quirinale

21 maggio

Visita speciale riservata ai soci: Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX

In Redazione: Alessia De Fabiani e Massimo Romano Grafica e impaginazione: Gianluca Rivolta Hanno collaborato a questo numero: Valeria Chiappetta, Massimo Romano, Massimo Marzano, Elisa Bucci SEGRETERIA ORGANIZZATIVA APERTI PER VOI ROMA: Via Spallanzani, 1 - Villa Torlonia - Roma Apertura: dal martedì al venerdì, dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17,30 Tel.: 06 45548000 apertipervoi.roma@volontaritouring.it 16 unotiziario 4, Dicembre 2016


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