100 anni di fiom i lavoratori ternani tra storia memoria e futuro catalogo della mostra terni 2001

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Terni • Palazzo Gazzoli 6-15 giugno 2001


Progetto e coordinamento generale CRACE (Centro Ricerche Ambiente Cultura Economia) Progetto grafico ed esecutivo Vito Simone Foresi Ricerche iconografiche Marco Venanzi Stampa pannelli Elioservice, Perugia Stampa catalogo Nobili Grafiche, Terni

REFERENZE ICONOGRAFICHE Carlo Angeletti Associazione Nazionale Partigiani d Italia. Sezione Provinciale di Terni AST, ASCT, b. 746, f. Affari inerenti la P.S. ; b. 995, f. Fabbriche e Manifatture ; b. 1004, f. I maggio Francesco Bogliari, Tito Oro Nobili. Biografia critica con appendice documentaria, Quaderni Regione dell Umbria, Serie studi storici, 1, Perugia 1977 Sergio Coppi Dal decentramento all autonomia. La Provincia di Terni dal 1927 al 1997, a cura di Renato Covino, Terni 1999 Gisa Giani, Donne e vita di fabbrica a Terni, Terni 1985

Si ringraziano Archivio di Stato di Terni Associazione Ettore Proietti Divi (Per la storia del movimento delle lavoratrici e dei lavoratori ternani) Associazione Nazionale Partigiani d Italia. Sezione Provinciale di Terni AST (Acciai Speciali Terni) Biblioteca Comunale di Terni Provincia di Terni un ringraziamento particolare a Claudio Carnieri Tobia Comunardo Zaira Passero Rosanna Piccinini Tanfani Inches Alvaro Valsenti

Gisa Giani, Terni, 100 anni di acciaio. Bibliografia dell industrializzazione, Perugia 1984 Latina Gens , n. 2-3, 1932 Franco Raggi Storia illustrata , n. 191, 1973 Terni Società per l Industria e l Elettricità. 1884-1934, Genova 1934 Terni Società per l Industria e l Elettricità, Dopolavoro, assistenza in fabbrica, assistenza sanitaria, Terni 1937 L Umbria. Manuali per il territorio. Terni, vol. II, Roma 1980 Alvaro Valsenti, Diventammo protagonisti, prefazione di Claudio Carineri, Terni 1998

SIGLE ASCT = Archivio Storico del Comune di Terni AST = Archivio di Stato di Terni FANPI = Fototeca Associazione Nazionale Partigiani d Italia. Sezione Provinciale di Terni


Premessa Quando, il 16 giugno 1901, a Livorno si riunì il congresso costitutivo della Federazione degli Operai e Impiegati Metallurgici, tra le 22 Leghe presenti c era anche quella di Terni. I suoi delegati, Tullio Mariani e Costantino Fusacchia, erano tra i promotori e tra i relatori del congresso. Il centenario della FIOM nazionale coincide, quindi, con quello della FIOM ternana. Il 16 giugno 1901 costituisce anche per noi l inizio di una lunga storia i cui punti salienti sono le agitazioni del 1905, del 1907 e del 1912, la partecipazione alla settimana rossa nel 1914, la capacità di sostenere l attacco dello squadrismo, la presenza operaia nella Resistenza e poi riconquistata la democrazia il lungo periodo di lotte che va dal 1948 ai primi anni settanta, fino ad arrivare ai giorni nostri. In questa vicenda si sono intrecciate le vite e il lavoro di centinaia di militanti e quadri, tra cui ricordiamo, quasi come un simbolo che li racchiude tutti, Ettore Proietti Divi, a lungo segretario della Commissione Interna e del Consiglio di Fabbrica delle Acciaierie. È, quella della FIOM di Terni, una storia ancora sconosciuta, la cui memoria rischia di perdersi e che invece merita di essere studiata e scritta per i caratteri di esemplarità che rappresenta, per le continuità che la contraddistinguono, per la compattezza del movimento operaio che ne è stato protagonista. La mostra e questo catalogo non rappresentano quindi, per noi, solo un omaggio al passato, un momento celebrativo, ma anche e soprattutto il primo, modesto, impegno a riallacciare i fili della memoria, che rischiano di perdersi in un periodo di rapido cambiamento come è quello che stiamo vivendo. Siamo infatti consapevoli che senza il passato non può esserci neppure il futuro, senza memoria rischia di perdersi quell identità che costituisce il cemento di qualsiasi struttura sociale e, a maggior ragione, di una comunità di lavoratori. Sono questi, concetti ripetuti più volte e altrettante volte destinati a rimanere nel limbo della retorica o delle buone intenzioni. Nel nostro caso vogliono essere uno stimolo a iniziare il nostro secondo secolo di vita con l impegno di non dimenticare. Gianfranco Fattorini Segretario Generale FIOM-CGIL Terni



1 Gli esordi del movimento sindacale a Terni furono precoci: la Camera del Lavoro nacque nel 1893, ebbe come primo segretario un socialista, Pacini (proveniente da Colle Val d Elsa) e sostenne subito lo sciopero delle operaie dello Jutificio Centurini. Tuttavia, il processo di costituzione dell organismo camerale si arrestò a causa della politica autoritaria di Crispi e riprese solo nel 1896-1897 per essere poi bloccato fino ai primi del 1900 dalle politiche repressive del generale Pelloux. Solo il 3 marzo 1901 fu possibile ricostituire la Camera del Lavoro grazie all iniziativa delle forze socialiste repubblicane e democratiche, che si appoggiarono soprattutto alla Lega di resistenza dei metallurgici. I primi due eletti della Commissione esecutiva furono Giovanni Plini, un commesso repubblicano, e Aliprando Giovannetti, un falegname socialista; gli altri membri erano Manotti Vedovelli, meccanico; Luigi Mussoni, calzolaio; Aldobrando Giammari, tornitore; Achille Bartolini, fonditore; Adolfo Dani, aggiustatore, Orlando Paoletti, tornitore ed Emilio Bicciolo. L organizzazione, all inizio costituita da 9 tra Leghe e Società di mutuo soccorso, nell autunno del 1901 aveva 4.810 soci appartenenti a 18 Associazioni. La FIOM sorge contemporaneamente alla Camera del Lavoro, anzi, i metallurgici ne sono i promotori, e, tre mesi dopo, la Lega dei metallurgici ternani partecipa al congresso di fondazione della Federazione nazionale tenutosi a Livorno il 16-18 giugno 1901. Tullio Mariani e Costantino Fusacchia, entrambi operai delle Acciaierie, ne furono i principali animatori e ricoprirono incarichi di prestigio fino al 1907, anno in cui si manifestarono, in occasione della serrata alle Acciaierie, dissidi tra la Lega ternana e il Comitato centrale della FIOM, di cui era segretario Ernesto Verzi. Nel congresso costitutivo Mariani relazionò sugli orari di lavoro e Fusacchia sulla legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli; al secondo congresso, tenutosi a Milano, a entrambi fu affidata la relazione su orari e salari.

Avviso della Sottoprefettura con cui si comunica che, per ordine del ministro dell Interno, sono vietate processioni e passeggiate collettive nonché gli assembramenti e le riunioni in luoghi pubblici che si volessero effettuare il I maggio (1980) (AST, ASCT, b. 746, f. Affari inerenti la P.S. )

Il I maggio a Campomicciolo (1908)

I metallurgici a Terni e in Italia dal 1900 al 1906

Il logo della Camera del Lavoro di Terni (AST, ASCT, b. 1004, f. I maggio )

LA FONDAZIONE E I PRIMI SVILUPPI DELL ORGANIZZAZIONE


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Testate dei primi giornali diffusi tra gli operai di Terni

La fanteria all interno delle Acciaierie (1907) ( Storia illustrata , n. 191, 1973)

Dal 29 settembre all 1 ottobre 1906, su proposta della Federazione dei metallurgici, si riunirono a Milano in congresso numerose Federazioni di mestiere e Camere del lavoro per costituire la Confederazione Generale del Lavoro (CGL). La Camera del Lavoro di Terni aderì alla Confederazione, al suo interno si affrontavano i socialisti riformisti da una parte e dall altra i repubblicani e i sindacalisti rivoluzionari. Nel 1905 la Società Terni elaborò un regolamento per i dipendenti a cui la Lega propose degli emendamenti: la Società lo ritirò e promise un nuovo testo. Dati i ritardi nella sua redazione, i meccanici delle Acciaierie scioperarono per 30 giorni e ottennero la promessa che il regolamento sarebbe stato presentato entro il 31 marzo 1907. Così avvenne, ma il testo non fu concordato con gli operai, che non lo firmarono. L azienda promosse allora una serrata e decise il licenziamento dei 24 operai membri del Comitato di agitazione. La serrata durò 90 giorni: il 23 agosto 1907 fu firmato un concordato che recepiva alcune richieste operaie ma confermava i 24 licenziamenti. Ai licenziati venne accordata un indennità di 35.000 lire. Con questa somma venne avviata la Cooperativa Arti Meccaniche, che poi aprirà uno stabilimento anche a Foligno e aderirà al Consorzio Operaio Metallurgio Italiano (COMI), di cui diverrà presidente Costantino Fusacchia. La serrata del 1907 vedrà crescere in tutta Italia la solidarietà nei confronti dei lavoratori ternani, che ricevono l appoggio della CGL nazionale ma non quello della FIOM, e inasprirà lo scontro tra le componenti politiche presenti nella Camera del Lavoro di Terni. Alla fine, la Lega di resistenza dei metallurgici uscirà dalla FIOM e solo nel dopoguerra un organizzazione di categoria tornerà ad aderire alla Federazione.

Gruppo di serratini ospitati a Fabriano (1908)

Operai della Cooperativa Arti Meccaniche (ca. 1917)

Officina della Cooperativa Arti Meccaniche (ca. 1917)

LA SERRATA ALLE ACCIAIERIE


3 La serrata del 1907 lacererà i rapporti tra i metallurgici ternani e la FIOM nazionale e inciderà sulla capacità di sopravvivenza della stessa Camera del Lavoro di Terni. Essa, sebbene forte di 41 tra Leghe e Associazioni e di 5.337 soci, praticamente si sciolse, malgrado la presenza continua a Terni di esponenti nazionali della Confederazione Generale del Lavoro (CGL) e del PSI, dal segretario della Confederazione D Aragona a Francesco Paoloni ad Angelica Babalanof. Solo nel 1909 si riuscì a ricostituire l organizzazione con appena 18 Leghe; alla fine dello stesso anno gli iscritti raggiungevano i 4.061. La Camera del Lavoro svolse numerosi arbitrati, assume servizi di statistica e di censimento per il Comune, stampò un giornale, Il Lavoratore . Nel luglio 1911 Pietro Farini cercò di ricondurre i lavoratori ternani nella CGL e nelle Federazioni di mestiere, facendo venire a Terni Bruno Buozzi, divenuto dopo lo scioglimento del Comitato direttivo nazionale della FIOM (sancito al convegno di Milano del 25 luglio 1909) il nuovo segretario nazionale della Federazione. L operazione non ebbe successo: non solo i metallurgici ternani avevano fresca la memoria dell isolamento in cui la FIOM li aveva lasciati durante la serrata del 1907, ma a rinverdire questi ricordi sopravvenne lo sciopero di Piombino, in cui la FIOM sulla base del dettato del congresso di Firenze del 1910 non intervenne perché i lavoratori siderurgici del centro toscano non erano iscritti alla Federazione. Terni divenne così terreno di iniziativa degli organizzatori sindacalisti rivoluzionari e anarchici. Nel 1912 segretario della Camera del Lavoro divenne il sindacalista rivoluzionario Faliero Squerci, operaio metallurgico Piombinese; a questi seguì Furio Pace, già segretario della Camera del Lavoro di Piombino, anch egli sindacalista rivoluzionario. L organizzazione ternana, formalmente non aderente a nessuna organizzazione nazionale, iniziò a gravitare nell orbita dell Unione Sindacale Italiana (USI), la Confederazione fondata dai sindacalisti e dagli anarchici nel novembre 1912. L 8 giugno 1914 15.000 lavoratori ternani scesero in piazza in occasione della settimana rossa , invocando la Repubblica. Il 19 e 20 luglio dello stesso anno, nel primo congresso camerale, 64 dei 74 delegati votarono per l adesione alla Confederazione anarco-sindacalista. Il nome del giornale della Camera del Lavoro fu cambiato da La Voce operaia a La Sommossa , il ruolo del sindacato passò da organizzatore dell arbitrato a promotore del conflitto sociale e dello scontro di piazza. Solo nella primavera del 1915 i socialisti ternani si scissero dalla Camera del Lavoro per dar vita a una nova struttura sindacale capace di riprendere le tradizioni originarie.

VERSO LA GRANDE GUERRA

Le diverse testate pubblicate dalla Camera del Lavoro di Terni

Pietro Farini Leghe e iscritti alla Camera del Lavoro dal 1907 al 1914

Scioperi nelle principali industrie dal 1907 al 1914 Giornate di sciopero (totale =387)

Partecipanti agli scioperi (totale = 11.926)


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Carlotta Orientale, segretaria della Camera del Lavoro dell USI

Operaie delle Acciaierie addette alle produzioni belliche

Corteo del I maggio 1920 in corso Cornelio Tacito (FANPI)

La dinamica sindacale venne bloccata a Terni, come nel resto del paese, dagli eventi bellici. Se ciò è vero in generale, lo è in particolare negli stabilimenti sottoposti alla disciplina di guerra e in massimo grado per le Acciaierie ternane, da sempre impegnate nelle produzioni belliche. La minaccia di finire in carcere o di essere spediti al fronte in caso di agitazioni e di scioperi costituì un freno alla conflittualità. Ciò spiega perché il conflitto sindacale si dispiegò, durante la guerra, con maggiore forza nelle aziende tessili e particolarmente allo Jutificio Centurini: la preponderante presenza di mano d opera femminile impediva almeno l invio al fronte. Malgrado ciò la Camera del Lavoro aderente all Unione Sindacale Italiana (USI) nel marzo 1917 promosse una vertenza per l estensione dell indennità di guerra al personale, l aumento dei salari e l aumento degli straordinari; la vertenza si trascinò per tre mesi. L opposizione dell azienda alle rivendicazioni operaie non riguardava solo i loro costi, ma metteva in discussione la rappresentatività dell USI. Lo sciopero del 25 e 26 maggio, al quale parteciparono i 4.270 operai delle Acciaierie e delle Fonderie, tolse ogni dubbio in proposito e portò all accoglimento parziale delle rivendicazioni. Il mutato clima politico-sindacale porterà all esplosione organizzativa della Confederazione Generale del Lavoro (CGL) e alla riorganizzazione delle Federazioni di mestiere. Così, al congresso del 1918 (Roma, 1-4 novembre) Bruno Buozzi potè annunciare l imminente costituzione delle sezioni di Foligno e Perugia affermando inoltre: Abbiamo fondate speranze di riacquistare tra non molto, dopo quasi dieci anni, i metallurgici di Terni . Nel dopoguerra l organizzazione sindacale conobbe un deciso impulso. Nel 1920 la Camera del Lavoro aderente all USI organizzava 29 Leghe con 3.549 iscritti e quella affiliata alla CGL contava 15 Leghe con 3.702 iscritti. Di questi, una parte consistente era costituita dai metallurgici. In Umbria ben 2.372 erano gli aderenti alla FIOM, in stragrande maggioranza lavoratori degli stabilimenti ternani. Infatti, a Terni i metallurgici e i meccanici organizzati nelle diverse strutture sindacali (USI, CGL, sindacati cattolici, leghe isolate) erano ben 3.993 su un totale regionale di 5.873, e la FIOM ternana ne organizzava più della metà. A questo rigoglio organizzativo non corrispose una ripresa del conflitto in fabbrica. La spinta del biennio rosso si espresse a Terni nelle manifestazioni di piazza come quelle del I maggio, oppure quella del 28 giugno 1920, dove la polizia sparò sulla folla provocando 5 morti. In tutta l Umbria gli scioperi dei metallurgici furono 9 con 1.314 partecipanti per 5.469 giornate complessive: molti meno di quanti avevano scioperato nel 1917, in piena guerra, solo alle Acciaierie.

Funerale delle vittime dell eccidio del 28 giugno 1920 (FANPI)

TRA GUERRA E DOPOGUERRA


5 È questa struttura organizzativa che consente ai lavoratori ternani di resistere con maggior forza all offensiva fascista. La conquista squadrista della città avviene solo nel settembre 1922, alla vigilia della Marcia su Roma, come effetto sia della sconfitta del movimento operaio sia della strategia di Arturo Bocciardo per far uscire dalla crisi postbellica la Società Terni. Tale strategia si basava sulla fusione con la Società Italiana del Carburo di Calcio per giungere al controllo totale del bacino idrografico Nera-Velino e far diventare la Società Terni anche un grande produttore e distributore di energia elettrica, acquisendo tutti i diritti all utilizzo delle acque, anche quelli degli enti locali, tra cui il Comune di Terni, ancora retto dai socialisti, contrari alla privatizzazione delle acque. Accanto a ciò si collocava la questione del ruolo dei lavoratori in fabbrica e, più in generale, del sindacato, su cui si inseriscono i fascisti: occuparono le Acciaierie e giunsero a un accordo con la Società Terni per chiudere una lunga vertenza. Contemporaneamente, l amministrazione socialista della città venne costretta a dimettersi. Si costruì così quell intesa conflittuale tra fascismo e Società Terni destinata a durare per venti anni. Nel 1927 la Società conquistò il controllo del bacino idrografico Nera-Velino. In cambio il Comune di Terni ottenne la costruzione di 5.000 alloggi operai e l assunzione della gestione da parte dell impresa dell impianto elettrico municipale e della tramvia Terni-Ferentillo. È l inizio di quel processo che è stato definito di costruzione della fabbrica totale . L assetto urbano della città venne plasmato sulle esigenze dell azienda. Il controllo fu esteso all intero ciclo vitale dei lavoratori: spacci, impianti sportivi, abitazioni, cinema e teatri erano di proprietà della Società Terni. L istituzione del Dopolavoro rafforzò tale processo di integrazione e subordinazione degli operai. I livelli i salari alle Acciaierie vennero portati a 32, in una logica di differenziazione che costituì l asse portante della filosofia dell azienda nei confronti del personale e provocò la reazione del sia pur collaborativo sindacato fascista. La Società Terni controllava, attraverso la massa salariale che erogava, l intera vita economica della conca ternana. È questo che porta a interiorizzare il modello dell azienda polisettoriale da parte degli stessi lavoratori, come garanzia del salario e dell occupazione, specie dopo che nel 1933 il controllo della società passerà allo Stato attraverso l IRI.

Visita del re alle Acciaierie (1923)

Manifestazione fascista in piazza Tacito

Illustrazione delle attività promosse e delle strutture gestite dal Dopolavoro

Richiesta della Questura alla Società Terni per il licenziamento di un operaio comunista schedato (1942)

LA FABBRICA TOTALE


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Partigiani ternani della divisione Cremona (1945) (FANPI)

La tessera di riconoscimento di Vincenzo Inches presso lo Stabilimento di Nera Montoro (1931)

Gli Alleati entrarono a Terni il 13 giugno 1944. Dalla caduta del fascismo alla Liberazione l area montana compresa tra Terni, Norcia, Visso e Leonessa era il centro di una vasta azione condotta dalla Brigata partigiana Antonio Gramsci diretta dai comunisti. Già prima dell arrivo degli Alleati, dal 9 giugno, la città era retta da una Giunta provvisoria costituita dai partiti operai. Con la Liberazione riprese la vita democratica. Già il 13 giugno un manifesto firmato da PCI, PSIUP, PRI e DC invita i cittadini a iscriversi alla ricostituita Camera del Lavoro, di cui viene nominato segretario provvisorio Vincenzo Inches. Si ricostituirono anche le Federazioni di categoria. Verrà chiamato a dirigere la FIOM il comunista Faliero Corvo. Il primo obiettivo che si pone è impedire il ridimensionamento delle Acciaierie proposto dai vertici dell IRI. La minaccia venne sventata. D altro canto la Terni polisettoriale era troppo preziosa per la fase della ricostruzione. Tito Oro Nobili, socialista, ternano, già sindaco della città e segretario del PSI nel 1922, diverrà presidente della Società Terni, mentre l antifascista Giuseppe Bolli rappresenterà gli operai nel consiglio di amministrazione. Anche Oro Nobili si impegnerà per salvaguardare l occupazione e promuoverà quell esperienza irrepetibile che saranno i Consigli di gestione in cui i lavoratori venivano chiamati a compartecipare alla direzione delle imprese. Il clima tuttavia era destinato a cambiare: prima la rottura nel 1947 tra le sinistre e gli altri partiti del CLN, poi la svolta liberista e la sconfitta dei partiti operai nelle elezioni del 1948, infine l attentato a Togliatti e la scissione del sindacato muteranno il clima del paese. D altro canto la conclusione della fase della ricostruzione renderà insopportabile il peso degli occupati per la Società Terni. Oro Nobili cercherà di impedire i licenziamenti: non vi riuscirà e si dimetterà il 7 ottobre 1948.

Tito Oro Nobili e la tessera di iscrizione al PSI per l anno 1917

Tito Oro Nobili in gita al Terminillo con gli operai della Terni

Tessere della ricostituita Camera del Lavoro di Terni (1944-1947)

IL DOPOGUERRA, LA RICOSTRUZIONE, I CONSIGLI DI GESTIONE


7 L impegno principale del sindacato divenne quello di rispondere alla strategia dei licenziamenti avviata nel 1948 dalla Società Terni. Tra il 31 marzo e il 31 ottobre 1948 i licenziati del gruppo furono 2.311, per lo più del comparto siderurgico. I provvedimenti si inserivano in un clima politico esasperato dallo scontro con il governo: il 17 marzo 1949, in occasione di una manifestazione di protesta contro l adesione dell Italia al Patto Atlantico, verrà ucciso davanti alle Acciaierie Luigi Trastulli. L adozione del piano Sinigaglia, che prevedeva il ricorso al ciclo integrale e la localizzazione degli impianti sul mare, portò tra il 1952 e il 1953 ad altri 2.700 licenziamenti. La città reagì in modo compatto a quello che veniva individuato come un attacco ai livelli di vita dell intera comunità. In questo quadro la FIOM è chiamata a rinnovare gruppi dirigenti e organizzazione. A causa della scissione prima e dei licenziamenti poi gli iscritti calano verticalmente. Emergono in questa congiuntura nuovi dirigenti sindacali che affiancano Arnaldo Menichetti, prima segretario della Commissione Interna delle Acciaierie e poi della FIOM: da Emilio Secci, a Eclo Piermatti, a Bruno Capponi, ad Alvaro Valsenti, operaio presso le Officine Bosco, a Ettore Proietti Divi, che diverrà una figura centrale di tutto il movimento operaio come segretario della Commissione Interna delle Acciaierie (a partire dal 1956). Sarà lui ad esporre alla Commissione parlamentare sulle condizioni dei lavoratori in fabbrica, venuta a Terni nel 1956, il clima pesantissimo di relazioni sindacali presente nell azienda, che si allenterà solo nei primi anni sessanta.

La scheda per l elezione della Commissione interna delle Acciaierie (1948)

Le maestranze delle Acciaierie e della Bosco sfilano al corteo del I Maggio 1949

Elezioni alle Acciaierie per il congresso provinciale della FIOM (1952) Iscritti alla Camera del Lavoro e alla FIOM dal 1949 al 1955

Ettore Proietti Divi

GLI SCIOPERI CONTRO I LICENZIAMENTI DAL 1948 AL 1953


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Riunione del Direttivo della Camera del Lavoro (1965)

Manifestazione operaia per l occupazione (1968)

Ma la vera ripresa sindacale iniziò con la fine degli anni sessanta e si correlò per un verso al nuovo clima politico e sindacale che attraversava il paese e dall altro con la necessità di ridefinire il ruolo della siderurgia pubblica e, in particolare, quello della Società Terni. Ciò appariva particolarmente necessario in quanto il modello polisettoriale, ossia di una società che produceva in perdita nel settore siderurgico e chimico, guadagnando in quello elettrico entrata in crisi già nella fase che aveva seguito la ricostruzione si esaurì definitivamente nella prima metà degli anni sessanta con la nazionalizzazione degli impianti elettrici e con lo scorporo del settore chimico. Le Acciaierie dovevano ridefinire il loro ruolo dal punto di vista delle produzioni, ma anche da quello delle tecnologie e delle relazioni industriali. È questa ricerca di una vocazione autonoma che guidò la gestione Osti (1965-1975), che si concentrò sugli acciai speciali e sulle seconde lavorazioni. Ciò tuttavia avrebbe dovuto significare che l acciaio comune avrebbe dovuto essere fornito da altri impianti, in particolare da quello di Bagnoli. Così non fu. A Terni si continuarono a produrre acciai speciali e comuni con il risultato di veder aumentare l indebitamento della Società, cui erano stati sottratti dalla FINSIDER gli indennizzi dell ENEL per la cessione delle centrali idroelettriche. Pure in un clima di sperimentazione e di ricerca, come fu quello a cavallo tra anni sessanta e settanta, il sindacato divenne una reale controparte dell azienda. La recuperata unità dei lavoratori, a partire dai primi anni settanta, che si espresse nel Consiglio di Fabbrica unitario e nella costituzione della Federazione Lavoratori Metalmeccanici, aumentò il potere contrattuale del sindacato, consentendo di conquistare migliori condizioni di lavoro in fabbrica e una tutela più attenta della salute che si concretizzò nei servizi di medicina del lavoro a cui diedero un importante contributo anche le amministrazioni locali.

Una città per l uomo : settimana di iniziative della Provincia di Terni sulla salute (1970) Iscritti alla FIOM dal 1960 al 1977

Pietro Conti, Presidente della Regione dell Umbria, incontra il Consiglio di Fabbrica delle Acciaierie (1975)

LA RIPRESA SINDACALE E IL RUOLO DEI CONSIGLI DI FABBRICA


9 La defenestrazione nel 1975 di Gianlupo Osti unico manager licenziato dall IRI accentuò le difficoltà della siderurgia ternana, aggravate dalla crisi di sovrapproduzione europea e mondiale. In questo quadro si verificò da parte dei vertici FINSIDER una navigazione a vista che privilegiò quasi esclusivamente gli impianti dell ITALSIDER di Taranto. Per la Società Terni aumentarono i deficit di bilancio e la posizione debitoria nei confronti del sistema bancario, mentre i sempre più stretti legami tra impresa pubblica e sistema politico provocarono il decadimento della FINSIDER. Sotto la spinta della Comunità Europea nei primi anni ottanta si avviò quindi un processo di riorganizzazione in cui la Società, che assume la denominazione di Acciai Speciali Terni (AST), si specializzò nell acciaio inossidabile, nei laminati piani inossidabili e magnetici e nei getti e fucinati. Successivamente, tra il 1987 e il 1989 (anno in cui, sciolta la FINSIDER, venne costituita l ILVA), il settore fucinati e getti venne separato dalla produzione degli acciai speciali, sostanzialmente ridimensionato e organizzato in una società autonoma. Venne, così, posta in discussione quella che era considerata la dimensione strategica dell impresa, ossia le lavorazioni sidero-meccaniche. Su queste basi inizia il risanamento impiantistico e finanziario della Società. Ma le vicende delle Acciaierie non sono le uniche che caratterizzarono il settore metallurgico e meccanico a Terni negli anni ottanta e novanta. A esse di affiancò la crisi della Bosco che, dal controllo della tedesca Thyssen (1966), passò al settore pubblico (1972), per essere poi ceduta a Morandini nei primi anni novanta. Iniziò un processo di decadenza, in cui si alternarono fasi di lotta per il rilancio dell impresa e per la difesa dell occupazione che vedranno protagonisti i lavoratori e il sindacato. La chiusura dell azienda a un rapporto positivo con il sindacato e l incapacità di costruire una strategia industriale, porteranno all attuale situazione di fallimento, cioè all esaurimento di una delle più significative esperienze imprenditoriali di Terni.

Perugia, sciopero generale regionale, 30 marzo 1988

LA CRISI DELLA SIDERURGIA

Terni, sciopero generale regionale per la crisi a Terni, concluso con il comizio di Luciano Lama,18 novembre 1983


10 La FIOM ternana si trovò a operare all interno di queste difficoltà che mettono in crisi la stessa fisionomia e caratterizzazione dell industria e della classe operaia ternana, incidendo anche sull identità cittadina. Alle Acciaierie, in una prima fase si puntò a impedire che vengano progressivamente ridimensionate le lavorazioni sidero-meccaniche, quelle che giustificavano il carattere pubblico dell azienda. Si trattò di una battaglia non facile in una fase di crisi generale del settore, in cui si facevano avanti agguerriti concorrenti pubblici e privati, prima tra tutti l Ansaldo. Si contrattarono, così, ridimensionamenti consistenti di personale, si affrontarono grandi sacrifici per l occupazione pur di garantire il futuro dell azienda. La svolta si ebbe quando fu deciso lo scorporo e il definitivo ridimensionamento del settore fucinati e getti e fu necessario cambiare obiettivi e strategia. Anche in questo caso ci furono riduzioni di personale ma in cambio di investimenti capaci di rendere competitiva l impresa, che sempre più si avviava a operare nel settore degli acciai speciali commerciali. È in questo quadro che matura il definitivo risanamento e la privatizzazione delle Acciaierie. È stata una scelta in parte obbligata dalla perdita dei caratteri di unicità e di strategicità della siderurgia ternana, che non giustificavano più l intervento pubblico. L azienda è oggi in grado di operare sul mercato, di essere competitiva, mentre crescente è il flusso di investimenti e si registrano positivi segnali per quanto riguarda l occupazione. Un risultato non scontato, se confrontato con altre realtà siderurgiche italiane, frutto anche dell impegno e delle capacità di contrattazione del sindacato ternano e, in prima fila, della FIOM.

Terni, sciopero generale regionale concluso con il comizio di Sergio Cofferati, segretario nazionale della CGIL, 15 gennaio 1997

LA FIOM OGGI



Finito di stampare nel mese di giugno 2001 presso le Nobili Grafiche Via degli Artigiani, 24 05100 Terni


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