n - dicembre 2012. Speciale decennale

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Buon compleanno 360° “Non sapevamo nemmeno se saremmo stati in grado di stampare il secondo numero, figuriamoci di trovarci ad organizzare una festa dieci anni dopo”. La mia curiosità più grande è stata soddisfatta implicitamente, prima ancora che lo chiedessimo espressamente ai tre fondatori. Ma dal racconto dell’origine di questa avventura ad i suoi dieci anni il passo è stato breve ed abbiamo provato a raccontarvelo attraverso le loro dirette impressioni, tra aneddoti, soddisfazioni ma anche momenti difficili, tutti quanti racchiusi attorno ad un comune denominatore che, dieci anni dopo, stiamo cercando di far riemergere in chi è asse portante del giornale in questo momento: la passione. Perché la tecnologia avanza, i progressi permettono una impostazione grafica decisamente più elaborata del pur fascinoso cartaceo numero in

bianco e nero (e la mostra è realizzata appositamente per vedere l’evoluzione del giornale), ma la condivisione di uno strumento utile a discutere, sollevare un problema ed esprimere la propria opinione già a 19 anni è lo stesso impulso che anima l’attività anche oggi. Del resto i nostri “antenati” non ci hanno mai abbandonato e solo una stretta collaborazione tra vecchi e nuovi, come nella migliore famiglia che si estende da generazioni, ha permesso la realizzazione di un evento che celebri degnamente una ricorrenza importante, della quale con umiltà e passione, volontà e spirito di gruppo, proviamo ad essere prosecutori. Allora grazie a Cristiana, instancabile coordinatrice del lavoro dietro le quinte di questo evento, ma anche a tutti gli altri capiredattori e collaboratori attuali, i cui nomi sarebbe difficile ricordare ad uno ad uno, proprio perché, fortunatamente, sono tanti e tali da rendere questo giornale un fenomeno amichevole e sociale prima ancora che un prodotto cartaceo. Ma è giusto che l’attenzione si sposti sul cuore dell’evento, sulla mostra e sulla conferenza, ma perché no anche sulla festa, da sempre degno epilogo di avvenimenti più seri. E allora.. Buon compleanno 360°. Donatello Viggiano


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Speciale 10 Anni La mostra In occasione del decimo anniversario dil 360’, la Luiss e i suoi studenti ripercorrono la storia del giornale universitario con una mostra che si preannuncia memorabile. Lungo i corridoi della sede di Viale Romania sarà possibile rivivere i dieci anni che sono trascorsi dalla fondazione del giornale, raccontati da coloro che hanno ormai affidato ai ricordi l’esperienza universitaria e da quelli che oggi ne sono protagonisti. Abbiamo chiesto a Natalia Laterza, una delle organizzatrici della mostra di parlare dell’ evento: “L’idea della mostra per il decennale di 360° è nata prendendo spunto dalla famosa regola delle 5 W del giornalismo inglese: la Five Ws. A quanto pare i cinque interrogativi Who, What, When, Where e Why servivano a far sì che in un articolo fossero presenti tutti gli elementi indispensabili per una buona lettura; quando leggiamo uno testo vogliamo sapere su quale persona ci stiamo soffermando, che cosa sta facendo, se ha gli occhi aperti, fa un occhiolino o ha semplicemente un piccolo tic, quando è entrato in un’aula piuttosto che in macchina, dove l’ha posteggiata, e perché sulle strisce bianche piuttosto che blu, per esempio. E’ una piccola scena banale, ma è attorno a questi cinque punti che possiamo sviluppare una storia: che sia un giallo, un pezzo di cronaca nerissima o un racconto rosa. Noi abbiamo colto al volo queste dritte e le abbiamo infilate nella nostra esposizione, dedicando ad ogni interrogativo un proprio pannello. Nel primo, Who, i ragazzi che passeggeranno per i corridoi di Viale Romania potranno

vedere i volti di quelli che sono stati e che sono ancora i giornalisti di 360°; nel secondo, What, potranno sbirciare tra le sezioni del giornale: Cosmo Luiss come Fuori dal Mondo, L’Eretico al posto di Artificio, Calcio d’Angolo piuttosto che Cogitanda, il tutto accompagnato da stralci d’articoli dei numeri ritrovati nella redazione di Viale Gorizia: ci sono stati tempi in cui il nostro giornale era impaginato come un vero e proprio quotidiano! Nel terzo, When, si potrà osservare una cronologia illustrata del giornale, distinguere una copertina di quest’anno da quella di sei anni fa e leggere come la rivista è cambiata, semestre per semestre per semestre ancora: scoprire ad esempio quando abbiamo avuto la prima direttrice donna, Maria Stella Ruvolo. Nel quarto pannello, When, su una grande cartina dell’Italia infileremo piccole bandiere, a indicare i luoghi di provenienza di tutti i nostri scrittori, dal nord al sud, passando per il centro e anche in riva al mare; mentre in Why un grafico dirà cosa abbia spinto i ragazzi della nostra università a prestare la propria penna a 360°. Creeremo così, le basi di una storia, quella del nostro giornale, che ha solo e già - dieci anni, che quest’anno va in quinta elementare, e speriamo qualcuno faccia più avanti diventare matricola.” È la dimostrazione di come l’ università non sia solo il luogo dove si apprendono strumenti per calcoli e ragionamenti, nozioni di storia e di diritto, ma è il posto dove poter comprendere il grande significato dell’ amicizia. Antonio Buonansegna


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Speciale 10 Anni La conferenza Dieci anni di 360°, dieci anni di giornalismo in LUISS, con passione e voglia di mettere in gioco sé stessi e le proprie idee. Dieci anni di racconti, storie di vita, reportage, riflessioni sull’attualità e sul futuro. Per non tradire la propria vocazione, quella di provare a disegnare il mondo che sarà attraverso la visione che di esso hanno gli studenti LUISS, 360° organizza una conferenza nient’affatto convenzionale. Tre, le parole chiave: giornalismo, giustizia e giovani. L’ospite d’eccezione dell’evento sarà Marco Travaglio. Atipica, la modalità di svolgimento: un’interazione tra ospiti e pubblico, con domande che “costruiranno” progressivamente gli argomenti della conferenza, e la diretta Twitter dedicata. Saranno, come detto, “3 G” a dare vita alla conferenza, con un espresso richiamo all’importanza delle telecomunicazioni e al ruolo che le tecnologie digitali stanno assumendo per la nostra generazione. La prima di queste sarà quella di giornalismo, ciò che da un decennio 360° si è proposto di fare in ambito universitario come mensile dove possano trovare spazio tutti gli interessi dei suoi redattori e dei suoi lettori. Un giornalismo che si rivolge ad un bacino ridotto ma non per questo meno ispirato. Giornalismo che è uno dei pilastri della nostra società, che può essere uno dei contrappesi cui questa ricorre per difendere la democrazia dai tutt’altro che rari abusi di potere e che della democrazia, pertanto, diventa componente essenziale. Altro concetto chiave sarà quello di giustizia, nei suoi vari aspetti. Quella di

giustizia è un’idea forse troppo vaga per essere definita, di cui si parla spesso e forse anche a sproposito, ma di almeno due sue declinazioni avvertiamo, sempre più, specialmente adesso, il bisogno. Giustizia sociale e legalità, infatti, sono due temi che stanno particolarmente a cuore a 360°, cui spesso sono state dedicate intere edizioni e di cui, come protagonisti del futuro, ci sentiamo di dover rivendicare il rispetto. Per questo, giovani sarà la terza parola chiave della conferenza, parola di cui non si poteva fare a meno, con la consapevolezza che sarà per forza di cose la nostra generazione a dover prendere in mano le redini del futuro. Giovani, come i protagonisti di 360°, i suoi autori e i suoi lettori, mittenti e destinatari di un messaggio che una università delle scienze sociali dovrebbe veicolare, di una sfida da raccogliere, cioè la capacità di guardare ogni fenomeno da più angolazioni. Marco Travaglio, ospite e protagonista di questo evento, con la esperienza personale vissuta e costruita, saprà fornire una valida ricostruzione di questo itinerario, quello che il giornale di cui celebriamo il decennale ha fino ad ora compiuto. Insieme alle domande del pubblico, non solo spettatore, come troppo spesso accade, fermi nella convinzione che un giornale universitario possa e debba portare avanti la propria opera, vorremmo indicare, in occasione di questa celebrazione, la strada lungo la quale proseguire un cammino iniziato dieci anni fa. Francesco Angelone Giulia Perrone


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Speciale 10 Anni I tre fondatori Leo Cisotta, Luigi Mazza, Fabrizio Sammarco: Com’è nato 360? Avevamo in mente un’idea che ci balenava da tempo, ma precisamente ancora non sapevamo cosa fare e come metterla in pratica, ma soprattutto dovevamo trovare un rimedio ad una situazione che non poteva di certo perdurare oltre il primo anno di università: studenti modello per un anno, vivendo nella stessa casa, senza uscire quasi mai. La stessa rete internet non aveva la stessa forza propulsiva di oggi, quindi realizzare un giornale cartaceo era decisamente più avveniristico di quanto si possa immaginare attualmente. Passavamo dodici ore al giorno a Viale Pola, potendo condividere integralmente questo progetto, dall’idea fino all’effettiva impaginazione. Facevamo tutto “in house” nella nostra casa di Via Montasio e la redazione era strutturata a tal punto che c’era anche l’addetto ai cornetti. Si lavorava di notte , quando alla stazione di Roma Termini andavamo a prendere i giornali inviati sul treno proveniente da Lecce, con i nostri genitori che ci avrebbero comunicato la carrozza sulla quale avevano depositato i pacchi, salendo di nascosto e confondendoci con i passeggeri appena scesi. Non c’erano i mezzi attuali, allora eravamo costretti a piegare i giornali ed “impaginarli” per tutta la notte, in modo da poterli poi distribuire, attraverso volantinaggio, il mattino dopo ed il tutto è durato per due anni.

La prima riunione? C’erano circa duecento nomi al vaglio tra i quali scegliere quello che avrebbe dato al giornale, passando da una rissa ad un confronto strutturato fino ad un dibattito acceso dal quale facemmo prevalere una voce unica. Il momento più difficile? Lavorando di notte era la sveglia mattutina, col rischio di ricevere telefonate e sms per gli ultimi ritocchi. Eravamo dei perfezionisti, o almeno volevamo esserlo, ma era difficile anche scegliere le immagini migliori. Volevamo vivere la Luiss non solo da studenti (il titolo non solo studenti fu quello del primo numero assoluto) e la collocazione nel mondo del lavoro della famiglia di 360 ben conferma oggi quali erano le nostre ambizioni dieci anni fa e come abbiano avuto piena realizzazione. Abbiamo provato a


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fare gli intellettualoidi, con rubriche di alto tasso culturale, ma poi è prevalso anche l’animo goliardico con rubriche a tema e legate, ad esempio, anche all’oroscopo. A proposito, memorabile fu il confronto su due nomi, oroscopando ed oroscopazzo, con vittoria del secondo solo dopo almeno 3-4 ore di accesa discussione. Il numero cui siamo più affezionati? Il mille, quello delle copie “tirate” per la stampa del primo numero. Ah, il numero di 360? (Per Fabrizio sarebbe anche il 4, come il quarto tentativo, tra domande non capite e rumori “collaterali” che disturbavano l’intervista, al cui termine finalmente l’intervista stessa ha avuto conclusione) Mancano le palle. Abbiamo sfruttato un gioco di parole per istituire un parallelismo tra la difficile situazione politica del momento e quella altrettanto complessa logisticamente dell’università, dove mancavano le palle dei mouse per i computer dai quali scrivevamo gli articoli. Inutile dire che abbiamo avuto critiche sia dall’università, per il disservizio messo in risalto, che dagli studenti stessi, fatti passare per “ladri”. Ma anche il “cruciverba” dove utilizzammo domande e definizioni per mettere a nudo le

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mancanze della nostra università, cui demmo i voti scannerizzando un libretto universitario sul quale il professore 360 dava i voti all’ateneo. Ma l’episodio più divertente accadde alla stazione: uscendo col carrello dei 3-4000 giornali che arrivavano da Lecce, la Guardia di Finanza era convinta di aver sgominato una banda di trafficanti che smistava chissà quanti chili di marjuana. I cani si scagliarono subito sul carrello: peccato che dentro ci fossero solo giornali e polpette che le nostre mamme ci avevano inviato. La base di un progetto così lungo è racchiusa nelle parole impegno ed amicizia, senza l’una o l’altro dei due questa cosa viene meno, devono coesistere. E’ fondamentale condividere un pensiero con tutti ed iniziare a dire la propria già a 18 anni, attraverso uno strumento che estenda una idea destinata altrimenti a poter essere trasmessa solo al bar e tra pochi amici. Fondamentale è l’importanza dello scrivere, oggi non si sa scrivere neanche una mail, tutte necessità per le quali 360 è stato fondamentale nella vita quotidiana. Non c’è comunicazione che non sia scritta, ma c’è rischio che la comunicazione non si realizzi perché qualcuno ha scritto male o c’è stata trasmissione di un concetto errato. 360 in una parola? Vita e passione, sia fisica che morale: abbiamo sfruttato un giornale pubblico per fini assolutamente privatistici... A voi lettori la più libera e personale delle interpretazioni. Alberto Luppichini


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Speciale 10 Anni Gli altri direttori Cristiano Sammarco: Il numero cui sono più affezionato è Iurisprudentia. Con la collaborazione del professor Pessi, col quale si instaurò un ottimo rapporto proseguito anche dopo l’uscita del giornale, trattammo la riforma Mussi che riguardava soprattutto i nostri colleghi di giurisprudenza dando dimostrazione di come questo giornale, pur essendo nato nella facoltà di Scienze Politiche, fosse in grado di imporsi all’attenzione e sostenere le difficoltà dell’intero corpo studentesco. Ma l’aneddoto più divertente riguarda il mio co-direttore, di cui per questioni di circostanza non faccio nome,che lasciò un mozzicone acceso di sigaretta nella redazione di rischiando di farla incendiare. Non successe nulla, tranne un sonoro richiamo della direzione generale. Ogni attività gestita totalmente da ragazzi rischia di rappresentare un momento difficile, ma tutto è facilitato dalla collaborazione e la disponibilità per un progetto comune. Ed è per questo che se dovessi scegliere una parola per definire 360 direi “ noi tutti”. Antonio De Napoli: Il primo ricordo sono sicuramente le riunioni che mi hanno portato ad avere un forte feeling con il gruppo storico, sfociato poi nella direzione affidatami per il grande impegno messo nell’anno precedente. Il momento più difficile? Un test nella rubrica Unisex, che ci costò, dato che si trattava anche della giornata della matricola, una minaccia di taglio di fondi da una persona di peso nell’università mentre un’inchiesta da noi condotta, nonostante le nostre remore iniziali, trovò un forte appoggio ed apprezzamento dal professor De Martin. Il momento più

difficile, fu anche uno dal quale uscimmo molto rafforzati e con una voce unica. Dopo un dibattito duro ma bello, un numero fu dedicato a rispondere alle accuse di un altro giornale sulla presunta mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi. Il numero più bello? Ognuno ha la sua particolarità, ma credo Palloni e Pallonari dove facemmo uno scoop circa la squadra di pallavolo femminile. 360 in una parola? Frizzante. Orlando Frasci: Il primo ricordo? Una delle prime riunioni, nell’ambito di un momento dalle facoltà molto separate, dove a me matricola proveniente dalla provincia sembrava pura utopia che “pazzi” del terzo anno potessero creare un giornale per dare voce agli studenti. Il mio incarico scaturì dalla necessità di fornire un ricambio alla prima “generazione” oltre che affiancare il direttore in alcuni compiti, come la gestione dei contatti e lo spazio delle rubriche da concordare con i capiredattori. Il rinnovo dei finanziamenti era sempre il momento più difficile, oltre che tenere alta la concentrazione della redazione tutta, non solo dei più fedeli, senza la quale non avremmo potuto portare avanti una lavoro continuo e quotidiano. Tutor chi l’ha visto? era il nome del numero a cui sono maggiormente affezionato. Non sapevamo cosa dovessero fare, appena introdotti. Peccato che a volte erano assistenti di professori di cui dovevamo ovviamente ancora sostenere gli esami… 360 in una parola? Passione. Cristiana Lucentini Jacopo Pizzi Federico Ronca


Decennale 360째

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