SAFETYBUSINESS NEWS
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GLI ATTESTATI VALGONO? VISTA L’EMERGENZA, FINO A QUANDO SONO VALIDI I CORSI DI FORMAZIONE DELLA SICUREZZA? Stiamo vivendo tutti, tutti i giorni, la difficoltà di mantenere le restrizioni previste dai vari DPCM, Decreti Legge, Circolari, Ordinanze Regionali, … Quando si parla di Sicurezza sul Lavoro ci si scontra tra la volontà di produrre e la necessità di rispettare le norme. Allora la normativa attuale ci impone di mettere in aula i lavoratori e formarli? Questo non rischia di creare Assembramenti? Dobbiamo fare una premessa: la formazione in materia di Sicurezza sul Lavoro è fondamentale per affrontare questa pandemia, ma la situazione di emergenza ha messo in luce la necessità di valutare nuovi schemi, nuovi paradigmi. Forse proprio questa necessità di cambiare strategia, anche nel settore della Formazione ha creato ancora di più lo slancio verso la tecnologia, che volenti o nolenti risulta fondamentale per adeguarsi Ecco quindi la necessità di avere del tempo per capire come cambiare, per restare al passo coi tempi e nel contempo non risultare fuori norma per non essere riusciti a rispettare le varie leggi e leggine all’italiana. [segue a pag. 2]
TRASPORTI
Se gli spostamenti in Italia non si sono fermati è proprio per cercare di garantire i servizi essenziali. Non possiamo andare al Centro Commerciale tutti insieme, non possiamo visitare un museo affollato come i Musei Vaticani, ma spostarsi per Lavoro, Salute o Necessità è ancora permesso
VACCINI
Il Vaccino è arrivato, anzi dobbiamo dire I Vaccini. Dal 27 dicembre del 2020 è iniziata la campagna di vaccinazione volontaria prevista con la Pfizer/Biontech per cercare di frenare questa epidemia. Al momento è volontaria e non può essere diversamente, ma si stanno valutando gli aspetti legali dovuti alla Sicurezza sul Lavoro
SPERIMENTAZIONE Molti si chiedono come possano essere stati sperimentati vaccini efficaci in così poco tempo, tanto da essere scettici sul suo valore e la sua efficacia. Dobbiamo però dare atto che questa emergenza ha sfruttato due grossi parametri: il primo, un forte investimento monetario da parte delle nazioni, soprattutto europee. Il secondo, il costante studio fatto sui precedenti Coronavirus, dalla Mers alla Sars che non si è fermato e ha permesso con i soldi messi a disposizione di arrivare pronti alla sperimentazione
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SAFETY
20 gennaio 2021
SAFETY BUSINESS ANNO 2021 NR. 1
-IL GIORNALE DIGITALE -
GLI ATTESTATI VALGONO? FINO A QUANDO VISTA L’EMERGENZA COVID19? L’emergenza COVID-19 e le varie misure di contenimento della diffusione del virus hanno fermato o almeno rallentato nel 2020 le attività di formazione e aggiornamento in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Il continuo aggiornamento delle norme (decreti-legge e DPCM soprattutto) che abbiamo vissuto, non ha reso facile capirecome stanno le cose e quindi la validità degli attestati non aggiornati. Malgrado il DL 125/2020 contenente “Misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID, nonchè per l'attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020”
Riprendiamo integralmente la riposta del Ministero perché fornisce utili informazioni anche sulla formazione da svolgere ex novo: In considerazione della situazione eccezionale, caratterizzata dalle
misure di contenimento per evitare e prevenire il contagio da COVID-19, in coerenza con il principio introdotto dall'articolo 103, comma 2, del Decretolegge n. 18 del 2020, si ritiene che nel caso in cui non sia possibile, temporaneamente, effettuare l'aggiornamento previsto si possa ugualmente proseguire lo svolgimento dell'attività lavorativa. Diversamente, per quanto riguarda la formazione da svolgere ex novo (ad esempio in caso di assunzione
Con questa Pandemia e le relative difficoltà a mantenere il distanziamento sociale, i corsi di formazione sulla sicurezza possono essere rimandati?
non sia intervenuto direttamente sulla validità degli attestati, lo ha fatto successivamente la legge di conversione L. 159/2020. Per capire cosa cambia per gli attestati di formazione, con le modifiche operate dalla L. 159/2020 sul D.L. 125/2020, possiamo analizzare l’intero art. 3 bis (Proroga degli effetti di atti amministrativi in scadenza) che è inserito dalla legge di conversione dopo l’articolo 3 del DL 125/2020. Visti i collegamenti, è necessario ricordare anche il testo dell'articolo 103 (Sospensione dei termini nei procedimenti amministrativi ed effetti degli atti amministrativi in scadenza) del DL 18/2020 convertito, dalla L. 27/2020 e ora modificato anche dalla legge 159/2020. Riguardo all’applicazione dell’articolo 103 del DL. 18/2020 anche agli attestati della sicurezza, si può fare riferimento ad una FAQ del Ministero del Lavoro che cita l’articolo 103 in relazione alla possibilità di “posticipare” la formazione e l’aggiornamento a causa dell’emergenza.
di nuovo personale, o nel caso di cambio di mansione, ovvero ancora nel caso dell'introduzione di nuove attrezzature di lavoro), si ritiene che la stessa non
possa essere posticipata, ferma restando la possibilità di svolgere la formazione in videoconferenza se ne ricorrono i presupposti.
Cosa comporta quindi questa proroga della validità degli attestati in materia di salute e sicurezza? La Delibera del Consiglio dei Ministri 07 ottobre 2020 ha prorogato lo stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021, ed ora il Consiglio dei ministri, il 13 gennaio 2021, ha deliberato la nuova proroga fino al 30 aprile 2021. Quindi collegando il tutto, il DL 125/2020, la L. 159/2020 e il D.L. 18/2020, tutti gli attestati relativi ai corsi di formazione in scadenza durante il periodo di emergenza conservano la loro validità fino ai novanta giorni successivi alla dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza COVID-19. E dunque, con la nuova proroga dello stato di emergenza, conservano la loro validità fino al 29 luglio 2021. [fonte www.puntosicuro.it]
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SAFETY
20 gennaio 2021
SAFETY BUSINESS ANNO 2021 NR. 1
-IL GIORNALE DIGITALE -
UAI VERONA
È NATA LA NUOVA SEDE Il 2020 ha visto una Pandemia, quella che io definisco la Terza Guerra Mondiale. Come la Seconda, abbiamo il conteggio dei morti giornalemente, il coprifuoco, le restrizioni di massa, le limitazioni alle attività che in alcuni casi hanno dovuto chiudere. Abbiamo vissuto e probabilmente vivremo ancora per un anno una dura battaglia che si combatte a livello Mondiale (per questo Terza Guerra Mondiale) dove non abbiamo scontri tra nazioni o ideologie, ma un virus che attacca il nostro stile di vita e a volte riesce a vincere anche perché glielo permettiamo In tutto questo frangente, pur non combattendo in trincea (gli ospedali), abbiamo lavorato nelle retrovie per dare alle nostre aziende il supporto migliore. Protocolli Anticontagi, messaggi di speranza, adeguamenti che abbiamo cercato di dare tempestivamente, nonostante i continui cambiamenti che c’erano e ci sono tra quanto detto in sala stampa e quanto poi scritto in Gazzetta Ufficiale. Nonostante tutto questo lavoro, abbiamo fatto la scelta di creare per il nostro territorio la sede di Verona dell’associazione UAI Unione Artigiani Italiani e delle PMI una Confederazione Sindacale Nazionale che collabora tutt’ora a sviluppare progetti per le piccole e medie imprese Già 4 aziende si sono iscritte e altre sicuramente si iscriveranno. Il mio impegno è e sarà sempre quello di portare avanti il motto dei tre moschettieri: Solo lavorando insieme si può crescere e migliorare Quest’anno ai nuovi iscritti UAI fornisce nella quota associativa la firma digitale Namirial. Un vantaggio economico non indifferente visto che il mondo lavorativo e (non solo) va sempre più nella direzione di un’Economia Digitale. Tra le altre cose stiamo cercando di replicare la prima Rete di Imprese per il Superbonus 110% promossa da UAI Monza e Brianza che ci porterà a gestire in maniera corretta i progetti di efficentamento energetico finanziati con il Superbonus al fine di dare un nuovo slancio alla nostra economia, finora troppo martoriata dalle restrizioni dovute al Coronavirus Per tutti gli interessati vi invito a contattarmi per capire come si può collaborare Uno per Tutti e Tutti per Uno.
TRIANGOLO ANTICOVID
LE TRE COSE FONDAMENTALI DA SAPERE Ultimamente si sentono tante persone dire che nonostante le restrizioni applicate, i risultati non ci sono. Tanti sacrifici per fermare questo virus e alla fine siamo sempre piàù limitati nelle nostre libertà, costretti a modificare le nostre abitudini. Cosa ci sarà di vero? In realtà queste lamentele sono falsate da ragionamenti sbagliati. La realtà è un’altra. Le restrizioni messe in piedi dal Governo, non sono state rispettate pienamente, forse perché non chiare e il risultato è un peggioramento della curva dei contagi, che dimostra soltanto che molti Italiani non stanno rispettando quanto richiesto. Come faccio a dirlo? In realtà non lo dico io, ma gli stessi scienziati, italiani ed esteri, che studiando il virus hanno verificato il successo soprattutto di 3 parametri importanti: mascherina, distanziamento e igiene. Sono le Tre Cose Fondamentali da sapere per contrastare il Coronavirus, ma Sapere in questo caso non significa leggere. Infatti le tre misure sono fondamentalmente integrate per lavorare insieme e non in modo alternativo. La propagazione del Virus avviene per diffusione del “droplet” termine inglese per le “goccioline di Flugge” che fin dal 1897 sono studiate, in quanto vettore di trasporto di micobatteri (all’epoca studiate per la tubercolosi). Già allora, tra medici c’erano discussioni accese sulla validità degli studi, tanto che quando il dr Flugge propose di proteggere i pazienti da contaminazione dei patogeni salivari indossando “un impacco rettangolare di sei strati di garza, … tenuto contro la radice del naso da corde legate dietro al collo” ci furono medici che lo ridicolizzarono. Ancora oggi succedono cose del genere, con i nostri virologi, immunologi, batteriologi, biologi, … Inoltre gli studi dimostrano che il droplet si diffonde tanto più lontano,
tanto più forte è il nostro “parlare”. La carica batterica che viene trasportata dalla normale conversazione a meno di un metro di distanza diventa sufficiente a infettare il soggetto già dopo 15 minuti. Da questo deriva l’obbligo della mascherina e per aiutarci a portarla, la necessità di rispettare il più possibile il metro di distanza, in quanto nella normale conversazione le goccioline sono concentrate in questo spazio. Dobbiamo poi aggiungere che il virus non muore subito dopo essersi “depositato”, anzi gli studi dimostrano che su alcune superfici può sopravvivere fino a 72 ore. Allora il contagio potrebbe avvenire anche per via indiretta a causa del contatto delle nostre mani con superfici contaminate e da lì alla nostra bocca e alle nostre narici (ed anche gli occhi). Per questo si rende necessario igienizzare spesso le mani e gli ambienti, così contrastiamo ulteriormente il propagarsi del virus. La domanda che dovreste farvi quindi diventa: basta indossare la mascherina tutto il giorno per proteggersi? Oppure, basta stare a più di un metro di distanza dalle altre persone? In pratica da sole queste misure non sono sufficienti a contrastare il contagio. Hanno senso solo se prese tutte e tre insieme e trasformate in una sana abitudine igienica. In questo modo se entro in una stanza, un ascensore oppure utilizzo un corrimano o la maniglia di una porta, se chi mi ha preceduto ha contaminato la superficie igienizzando le mie mani e garantendo pulizie frequenti, mi permetterà di contrastare il virus in tutte quelle situazioni dove non posso sapere se c’è o non c’è il rischio. In compenso mentre cammino sulle scale posso incrociare altre persone che magari stanno parlando tra di loro. Se non vengono usate le mascherine si continuerà a diffondere il virus, magari senza sapere di essere dei positivi asintomatici
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20 gennaio 2021
SAFETY BUSINESS ANNO 2021 NR. 1
-IL GIORNALE DIGITALE -
REGISTRO SCIP
SUBSTANCES OF CONCERN IN ARTICLES AS SUCH OR IN COMPLEX OBJECTS PRODUCTS
La commissione Europea ha incaricato ECHA (l’agenzia Europea per le Sostanze Chimiche) di istituire un’apposita banca dati: SCIP Dal 5 Gennaio 2021 sarà attiva per le aziende che usano sostanze altamente preoccupanti (SVHC) come indicato dall’art 33 del Regolamento REACH. Le sostanze sono aggiornate direttamente sul sito dell’ECHA (https://echa.europa.eu/it/candidate-listtable) A cosa serve? Lo scopo di questa banca dati è di far veicolare le informazioni
necessarie a gestire le sostanze chimiche pericolose (in questo caso le più pericolose) in modo che tutti gli attori del processo di produzione, trasporto, utilizzo e smaltimento, siano in grado di gestire in sicurezza i prodotti che le contengono Le sanzioni sono variabili da €10.000 a €60.000 a dimostrazione dell’importanza data dal legislatore. La maggiore trasparenza sulle sostanze pericolose aiuterà i consumatori a compiere scelte più consapevoli quando
acquistano i prodotti e offre informazioni su come utilizzare e smaltire al meglio tali prodotti. Cosa c’è da fare? Le aziende produttrici,, anche per conto terzi, gli importatori Extra UE, devono verificare nel proprio processo la presenza delle sostanze SVHC (in percentuale maggiore di 0.1% in peso). Se ci sono andrà fatta la registrazione in banca dati. Altrimenti non è necessario
WHATSAPP VS TELEGRAM CHI VINCERÀ? Nei giorni scorsi Whatsapp ha avvertito i propri utenti degli aggiornamenti che verranno apportati, dall’8 febbraio, nei termini di servizio (in particolare per la condivisione dei dati con altre società del gruppo) e la modifica dell’informativa sul trattamento che verrà fatto dei dati personali: sono stati così poco chiari e intelligibili che si è resa necessaria una valutazione attenta alla luce della disciplina in materia di privacy. A renderlo noto con un comunicato stampa è stato lo stesso Garante per la protezione dei dati personali. Per questo motivo il Garante ha portato la questione all’attenzione del Comitato Europeo per la protezione dei dati (Edpb) ovvero il Board che riunisce le Autorità privacy europee. Il Garante italiano ritiene che dai termini di servizio e dalla nuova informativa non sia possibile, per gli utenti, capire quali siano le modifiche introdotte, né comprendere chiaramente quali trattamenti di dati saranno in concreto effettuati dal servizio di messaggistica dopo l’8 febbraio. Infatti Telegram ha comunicato che nella settimana di distribuzione dell’aggiornamento, ha avuto oltre 75 milioni di utenti nuovi: un picco molto anomalo. Ecco che quindi la domanda sorge spontanea: devo chiudere il mio account Whatsapp e passare la mia messaggistica su Telegram? In realtà, mentre il Garante farà i suoi controlli di forma, la sostanza è che in Europa, proprio per il GDPR, non c’è una vera e propria violazione dei dati. Infatti mettendo a confronto i messaggi che Whatsapp ha mandato agli utenti italiani con quelli americani, si notano delle sostanziali differenze (infatti in USA le regole di protezione dei
dati sono leggermente diverse dalle nostre). Dirò di più, Whatsapp aveva già dichiarato di poter capire le informazioni che vengono veicolate tramite i nostri messaggi, ma in questo caso comunica l’interesse dei nostri dati quando scambiamo messaggi con le aziende per permettere una migliore esperienza di acquisto, ma soprattutto per continuare il suo business. Quale? La profilazione e la cessione di Big Data alle aziende interessate. Infatti noi tutti utilizziamo Whatsapp e gli altri Social Network gratuitamente, ma la realtà è un’altra: non paghiamo in €uro, ma paghiamo il servizio con i dati che inseriamo. Esserne consapevoli ci aiuterà sicuramente a fare scelte più adatte nell’utilizzo di ogni piattaforma, in modo da tutelarci meglio. Allora non serve passare a Telegram? Escludendo il fatto se i nostri contatti usano o no Telegram, la mia opinione è che rispetto a Whatsapp è sicuramente meglio, sia per la messaggistica personale, che per quella aziendale. Un’interfaccia semplice, maggiori funzioni, la possibilità di chat segrete, canali tematici, ... sono solo alcune delle esperienze positive già fatte su Telegram (potete scrivermi qui: https://t.me/gcherubino) tanto che sto sviluppando per il 2021 il nuovo Canale Safety Business. E la privacy? Telegram è sicuramente più performante, ma chi è veramente interessato può usare Signal. Sviluppato dall’ex fondatore di Whatsapp ha il codice sorgente pubblico ed è stato dimostrato che tutela ancora di più la privacy dei suoi utenti. Unico neo: sono ancora in pochi ad averlo. Aiutatemi a farlo crescere (https://signal.org/install)
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