SAFETY BUSINESS NEWS 11/2022

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SICUREZZA

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IMPATTO DEL COVID19 A LUNGO TERMINE SUI LAVORATORI, SUI LUOGHI DI LAVORO E SUL RUOLO DELLA SSL Si parla ancora di COVID nelle nostre aziende e in televisione, ma non come prima. Lentamente stiamo tornando a quella che sembra una parvenza di normalità. Tuttavia ci aspettano ancora altre sfide sull’argomento e il prossimo autunno si prospetta caldo e ricco di novità. Infatti si comincia a parlare di sindrome Long Covid: cos’è? chi può esserne colpito e quali sono gli effetti sulla salute dei lavoratori? Secondo il Johns Hopkins Coronavirus Resource Centre, al 6 aprile 2022 ci sono stati a livello globale oltre 494 milioni di casi segnalati di COVID-19 e oltre 6,16 milioni di decessi associati. In Europa, Reuters (2022) stima, attraverso la combinazione di numerose fonti, che ci siano oltre 181 milioni di casi e oltre 2,1 milioni di morti. [segue a pag. 2]

RISCHIO CHIMICO IMPARA I SIMBOLI

Tra i rischi descritti e normati all'interno del D.lgs 81/08 uno dei più diffusi all'interno dei luoghi di lavoro è il rischio chimico. Infatti, contrariamente a quanto si è portati a credere, non si tratta soltanto di un rischio limitato alle industrie chimiche e ai laboratori, ma è presente in tutte le aziende che adoperano determinati tipi di sostanze. Il rischio chimico può sorgere all'interno di un'azienda quando all'interno di essa si utilizzano agenti chimici che possono risultare dannosi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

SII SAGGIO, UTILIZZA GLI OCCHIALI DI SICUREZZA Gli occhi sono la parte più delicata del nostro corpo e anche la più esposta quando si lavora in contesti potenzialmente rischiosi. Lesioni termiche dovute all'eccessivo calore, danni causati dall’esposizione a raggi UV o infrarossi, lesioni chimiche dovute a sostanze tossiche e lesioni meccaniche per via di urti, polveri e trucioli: sono molti i rischi in cui puoi incorrere in ambito lavorativo e che riguardano la vista. Per evitarli, non ti resta che indossare occhiali antinfortunistici.

METTI AL SICURO LA TUA SCHIENA USA IL CARRELLO ELEVATORE

A volte si tende a sottovalutare la continua Movimentazione delle merci ed è proprio a causa di questa sottovalutazione del rischio che sono possibili comportamenti individuali dannosi che possono portare a incidenti, lesioni o malattie anche gravi. La movimentazione manuale dei carichi è un’attività lavorativa usuale per molti lavoratori ma è anche una delle principali cause di infortuni e problemi di salute.

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20 luglio 2022

SAFETYBUSINESS NEWS

SAFETY BUSINESS ANNO 2022 NR. 10

-IL GIORNALE DIGITALE -

IMPATTO DEL COVID19 A LUNGO TERMINE SUI LAVORATORI Dato che la popolazione europea è stimata in oltre 750 milioni dalle Nazioni Unite, il numero di casi effettivi è potenzialmente molto più alto, ma non segnalato a causa di sintomi lievi o riluttanza a segnalare (fare il tampone spaventa più per l’isolamento che ne consegue che per gli effetti della malattia), con molti altri che hanno sperimentato COVID-19 senza conferma positiva del test. Ormai il COVID-19 per molti è una condizione simile all’influenza, ma molto più infettiva e con effetti più gravi. Poiché l'emergere di COVID-19 rappresentava sia un nuovo virus che una nuova malattia, il suo impatto, l'effetto immediato e l'influenza duratura sono stati scarsamente compresi dagli operatori sanitari e dai datori di lavoro. I giovani di solito si riprendono rapidamente e per la maggior parte delle persone in età lavorativa il recupero avverrà entro quattro settimane. Tuttavia, l'infezione da COVID-19 può avere gravi conseguenze per la popolazione attiva. L'Office for National Statistics (ONS) del Regno Unito stima che tra il 7% e il 18% delle persone che hanno avuto COVID-19 sviluppino alcuni sintomi di condizione post-COVID-19. Nelle fasi iniziali della pandemia nel 2020, il McKinsey Global Institute ha ipotizzato che le modalità di lavoro sarebbero state irrevocabilmente alterate anche dopo i lockdown. Si stima che circa 94 milioni di lavoratori in Europa dovranno aumentare le loro attuali competenze lavorative per adattarsi ai rigori del lavoro domestico e del lavoro ibrido, con un’ulteriore stima che oltre 21 milioni potrebbero richiedere una riqualificazione entro il 2030. Oltre a queste preoccupazioni professionali, rimane la questione della salute individuale a causa di COVID19, con conseguente potenziale incapacità di tornare al lavoro pre-pandemia a causa di malattie fisiche. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito postCOVID-19 come una condizione che si verifica in individui con una storia di infezione da SARS CoV-2 probabile o confermata, di solito tre mesi dall'insorgenza di COVID-19, con sintomi che durano almeno due mesi e non possono essere spiegati da una diagnosi alternativa. In pratica postumi un po’ lunghi del “dopo sbornia” Quando i sintomi proseguono oltre i tre mesi è stato definito Long Covid dai gruppi di pazienti oppure condizione o sindrome post-Covid dai medici, ma il nome Long Covid è quello più frequentemente utilizzato da pazienti e lavoratori. In un sondaggio condotto dall'ONS del Regno Unito su 20.000 casi, il 13,7% ha avuto sintomi per oltre 12 settimane e la prevalenza più alta si è verificata tra i 35 ei 49 anni, con il 25,6% di quella fascia di età con sintomi. Le donne hanno leggermente più probabilità di avere sintomi rispetto agli uomini. L'analisi dei dati basata su 368.857 risposte al Coronavirus (COVID-19) Infection Survey (CIS) raccolte nel periodo di quattro settimane terminato il 5 marzo 2022 dall’ONS, indicano che nel Regno Unito i sintomi del Long Covid hanno influenzato negativamente le attività quotidiane di 1,1 milioni di persone (il 67% di quelle con Long Covid auto-segnalato), con 322.000 (19%) che hanno riferito che la loro capacità di intraprendere le loro attività quotidiane era stata "molto limitata". I risultati di un sondaggio telefonico in Francia (con un tasso di risposta del 57% che ha raggiunto 478 pazienti) hanno mostrato che a quattro mesi dal ricovero per COVID-19, circa la metà dei pazienti aveva almeno una caratteristica di Long Covid

Quando sono emersi i primi casi di Long Covid, c’era una mancanza di consapevolezza e un certo scetticismo sul post-COVID-19 tra il pubblico e i medici. Di conseguenza, gli individui con sintomi persistenti non hanno ricevuto le cure mediche necessarie di cui avevano bisogno. Chi di noi ha mai avuto postumi del “dopo sbornia” dopo una brutta influenza? Quando guariamo, guariamo e basta, no? QUALI SONO I SEGNI, I SINTOMI E GLI IMPATTI SULLA SALUTE DI LONG COVID?

Il Long Covid può colpire quasi tutti gli organi con effetti come i disturbi dell'apparato respiratorio e del sistema nervoso, disturbi neuro-cognitivi, disturbi della salute mentale, disturbi metabolici, disturbi cardiovascolari, disturbi gastrointestinali, malessere, affaticamento, dolore muscoloscheletrico e anemia. Il COVID-19 può quindi essere definito come una nuova malattia che può colpire qualsiasi organo del corpo. Mentre il meccanismo responsabile di questi effetti è ancora incerto, è probabilmente dovuto all'infiammazione del rivestimento dei vasi sanguigni (endoteliale), il che significa che può colpire qualsiasi organo. I lavoratori che stanno vivendo Long Covid possono avere uno o più di una serie di sintomi: estrema stanchezza

(affaticamento); mancanza di respiro; dolore toracico o senso di oppressione; problemi di memoria o concentrazione ("nebbia cerebrale"); difficoltà a dormire; palpitazioni cardiache; vertigini; dolori articolari; depressione e ansia; acufene, mal d'orecchi; nausea sintomi gastrici, mal di stomaco; vertigini posturali; perdita del gusto e dell'olfatto; eruzioni cutanee di condizioni preesistenti.

Ovviamente gli effetti a lungo termine più comuni sono affaticamento e respiro (del resto il Covid19 colpisce i polmoni e l’apparato respiratorio). La perdita del gusto e/o dell'olfatto può persistere a lungo. La maggior parte, se non tutti questi sintomi, miglioreranno con il tempo e il trattamento, ma alcuni sintomi come perdita del gusto e dell'olfatto, vertigini in piedi quando si parte da una posizione seduta, dolori al petto e problemi di salute mentale possono persistere. Inoltre è stato dimostrato che qualsiasi parte del corpo può essere interessata. Molte altre malattie possono causare alcuni di questi sintomi e circa il 33% di tutti i lavoratori, in particolare i lavoratori più anziani, avrà già malattie preesistenti su cui il Long Covid potrebbe avere effetti negativi. Il tempo necessario per riprendersi da COVID19 varia in modo significativo tra gli individui infetti. Del resto, non siamo tutti uguali, ognuno ha le sue problematiche di salute. La sperimentazione fatta suggerisce che in una popolazione di pazienti Long Covid ricoverati in ospedale, circa la metà si riprende entro tre mesi. L’articolo è visibile anche sul nostro sito cliccando il link di seguito: urly.it/3pa8_

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20 luglio 2022

SAFETYBUSINESS NEWS

SAFETY BUSINESS ANNO 2022 NR. 10

-IL GIORNALE DIGITALE -

UAI VERONA FONDI PROFESSIONALI: A COSA SERVONO? Negli ultimi anni molte aziende hanno aderito ai Fondi Paritetici Interprofessionali (da ora in avanti Fondi Professionali) e li hanno sfruttati per ridurre le spese aziendali. Cosa sono e come funzionano? Cerchiamo di capirlo insieme. COS’È UN FONDO PROFESSIONALE? Ogni azienda per contratto versa uno 0.30% di ogni busta paga all’INPS come contributo per creare una riserva utile a formare i dipendenti. La normativa è nata negli anni Novanta del secolo scorso e ha trovato un’applicazione concreta prima nell’industria e poi un po’ alla volta in tutti i settori. Un’applicazione vera e propria si è cominciato ad averla all’inizio di questo millennio con la L 388/2000 Il fondo è gestito dai rappresentanti dei lavoratori e delle imprese e possono utilizzarli le aziende che hanno aderito al fondo e che sono in regola con i versamenti dei contributi integrativi per la disoccupazione involontaria Lo scopo è garantire la formazione continua del lavoratore finanziando la qualificazione e in alcuni casi la riqualificazione professionale delle sue competenze. Infatti, agli inizi si parlava di corsi di inglese, di informatica, a volte di sicurezza sul lavoro, ma il più delle volte erano progetti nati con lo scopo di migliorare le competenze del lavoratore. Sono stati fatti corsi sull’organizzazione aziendale, sulla qualità, sulla gestione del cliente, la comunicazione, … Dal 2000 in poi è stata data una struttura organica a questo concetto che in sintesi può essere descritta come: • l’azienda versa lo 0.30% all’INPS con i relativi contributi che mensilmente vanno all’INPS • se dichiara di aderire ad un Fondo Professionale, l’INPS periodicamente (non lo fa ogni mese) gira i soldi raccolti ai singoli fondi • il Fondo, ricevuto il dovuto, lo mette a disposizione dell’azienda per un utilizzo diretto oppure con bandi pubblici

Clicca il Link di seguito per visualizzare l’articolo completo: urly.it/3pa92

TUTTO CIÒ CHE DOVETE SAPERE SULLA ISO 9001:2015 IL SISTEMA QUALITÀ

La qualità è un fattore essenziale che spesso differenzia un'organizzazione dalla concorrenza. Intraprendere iniziative di qualità porterà ad avere prodotti e servizi migliori e in grado di soddisfare e spesso anche di superare le aspettative dei clienti, ma anche aumentare i ricavi e la produttività dell'organizzazione. A causa dell'aumento della concorrenza globale, la qualità è diventata una priorità per rimanere competitivi. In molti settori, ovviamente, tutti vogliono la qualità a prescindere. Poi si può discutere del prezzo, del servizio, della personalizzazione, … Rimane comunque che quando parliamo di Qualità, stiamo comunque parlando anche di ridurre gli sprechi, migliorare la produttività, per cui anche aumentare i guadagni. Un'azienda che si concentra sul rispettare degli standard relativi alla qualità allora deve promuovere una cultura dell’organizzazione che si traduce in comportamento, in atteggiamenti, attività e processi che forniscono valore attraverso la soddisfazione dei bisogni e delle aspettative dei clienti e delle altre parti interessate. Un sistema per la gestione della qualità è un insieme di elementi interconnessi o interagenti che comprende le attività attraverso le quali un'organizzazione individua gli obiettivi e determina i processi e le risorse necessarie per ottenere i risultati desiderati, gestisce l'interazione tra i processi e le risorse necessarie per fornire valore e per realizzare i risultati desiderati dalle parti interessate e consente al top management di ottimizzare l'uso delle risorse, considerando le conseguenze di eventuali decisioni nel lungo e nel breve termine. L'adozione di un sistema qualità da parte di un'organizzazione è parte integrante dei suoi sforzi verso uno sviluppo sostenibile nel tempo e, dunque, è una decisione strategica che un'azienda prende per migliorare continuamente le proprie prestazioni complessive. La ISO 9001:2015 contiene un insieme di elementi che integrano questi principi strategici e che rappresentano un progresso significativo rispetto alla precedente versione della ISO 9001, quella del 2008: • Il ciclo Plan-Do-Check-Act; • il pensiero basato sul rischio; • il concetto di leadership; • una struttura unificata che illustriamo qui di seguito È importante notare che la struttura della norma ISO 9001:2015 ha solamente lo scopo di fornire una presentazione coerente dei requisiti e non intende essere un modello per la documentazione del sistema qualità di un'organizzazione. In altre parole, se si vuole è possibile utilizzare la struttura per ricrearla all'interno del proprio sistema qualità, ma non è assolutamente necessario. I DUE CONCETTI PIÙ IMPORTANTI DELLA ISO 9001:2015

Ci sono due concetti che, all'interno della ISO 9001:2015, devono attirare l’attenzione: • il concetto di "piano e pianificazione" • il concetto di "rischio" Questi concetti, ovviamente, non sono affatto nuovi nel mondo del business e dei sistemi di gestione della qualità. Il pensiero basato sul rischio è qualcosa che facciamo tutti quanti su base quotidiana ed è sempre stato importante nella gestione aziendale. Ora, in particolare, la ISO 9001 richiede che il sistema di gestione della qualità sia allineato alla strategia aziendale e, quindi, la gestione del rischio consente una maggiore flessibilità (la norma, infatti, non ci obbliga a gestire i rischi in un modo specificato). Esistono oltre 30 modelli diversi di valutazione del rischio, dobbiamo adottare quello che è più calzante per la nostra azienda e sulla base dei risultati prendere le dovute decisioni. Quando parliamo invece di “piani e pianificazione”, nella versione del 2008 si parlava di piani della qualità, quindi anche in questo caso non c'è nulla di davvero nuovo. In sostanza, lo standard afferma che quando un'organizzazione effettua delle modifiche al sistema di gestione, queste modifiche debbano essere eseguite in modo pianificato. Questa pianificazione va applicata anche negli audit interni, nella gestione delle azioni correttive, nella pianificazione delle risorse, in quella della progettazione e della produzione, nella manutenzione, ecc. e perché no, anche nella sicurezza sul lavoro (che viene richiamata dallo standard anche se non necessariamente entra nello specifico) QUALI SONO I PRINCIPI DELLA ISO 9001

Vediamo insieme alcuni dei principi fondamentali espressi dalla norma

ORIENTAMENTO AL CLIENTE

La soddisfazione del cliente è l’obiettivo principale che ogni azienda deve tenere ben in mente. Se vogliamo rispondere alle esigenze dei clienti, dobbiamo aver chiaro il mercato di riferimento e quindi per incrementare il fatturato, dobbiamo offrire esattamente quei prodotti e servizi di cui i clienti hanno bisogno. [segue]

il link di seguito per visualizzare l’articolo completo: urly.it/3pa98

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20 luglio 2022

SAFETYBUSINESS NEWS

SAFETY BUSINESS ANNO 2022 NR. 10

-IL GIORNALE DIGITALE -

L’ATTIVITÀ DI INDAGINE E VIGILANZA PER IL MONITORAGGIO DEI FATTORI DI RISCHIO SUL LAVORO – I° PARTE Per tutti gli operatori della prevenzione degli infortuni sul lavoro, l’esigenza di analizzare statisticamente gli infortuni mortali sul lavoro nasce dalla necessità di individuare le circostanze che determinano gravi incidenti sul lavoro, per poter stabilire, di conseguenza, quali misure di sicurezza attuare L’integrazione tra i sistemi permette di avere a disposizione maggiori informazioni attraverso l’utilizzo di modelli per evitare l’infortunio sul lavoro. standardizzati che valorizzano il patrimonio informativo a IL SISTEMA PRE.VI.S: PREVENZIONE, VIGILANZA E SOLUZIONI disposizione dei Servizi di Prevenzione delle Asl, con l’obiettivo finale di favorire, sia sul versante pubblico che sul Il Piano Nazionale della Prevenzione (PNP), sul versante della versante delle imprese, l’individuazione e la programmazione salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, mira al contrasto degli di efficaci interventi di prevenzione per la salute e sicurezza infortuni e delle malattie professionali anche attraverso la dei lavoratori. miglior conoscenza dei rischi e dei danni da lavoro. In tale cornice, sono stati realizzati negli anni due progetti In sostanza, si coniuga la sorveglianza degli eventi dannosi (la sostenuti dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo mancata prevenzione) con il monitoraggio dei fattori di rischio delle malattie (CCM) del Ministero della salute e coordinati (pre-evento), attraverso un approccio sia reattivo che dalla Sezione Sistemi di sorveglianza e gestione integrata del proattivo, consentendo una conoscenza più ampia dei rischio del DI.M.E.I.L.A. INAIL in collaborazione con le Asl di problemi che caratterizzano la ‘piramide della sicurezza’ (Figura Regioni e Province Autonome. 2). L’obiettivo era quello di estendere la conoscenza sulle criticità Figura 2 - La piramide della sicurezza negli ambienti di lavoro, partendo dalle informazioni derivanti dalle attività di vigilanza e di indagine delle ASL. Tale approccio è stato sviluppato integrando i dati di Infor.Mo sui fattori causali rilevati nelle indagini di infortunio (analisi post-evento) con il nuovo sistema Pre.Vi.S, che monitora le condizioni di non sicurezza evidenziate durante i sopralluoghi negli ambienti di lavoro (analisi pre-evento). Nel primo progetto, dal titolo “Il Sistema Infor.Mo per la sorveglianza dei fattori di rischio infortunistico e per la programmazione degli interventi di prevenzione”, è stato condotto lo studio di fattibilità per la definizione del modello di rilevazione e di analisi Pre.Vi.S attraverso la raccolta delle violazioni e delle prescrizioni degli anni 2014 - 2016 delle Asl collaboranti (mostrate in Figura 1). Successivamente, con il progetto “L’approfondimento dei fattori di rischio lavorativi e l’individuazione delle soluzioni per le aziende attraverso le attività di vigilanza e assistenza da parte Fonte INAIL – Dipartimento, epidemiologia, igiene del lavoro e ambiente delle Istituzioni”, è stato effettuato lo studio pilota per STRUMENTI E METODI l’applicazione del modello Pre.Vi.S attraverso la rilevazione e l’analisi dei verbali di prescrizione redatti negli anni 2017 e Per l’avvio del sistema Pre.Vi.S si è proceduto allo studio 2018 dagli ispettori. preliminare delle informazioni che emergono dai sopralluoghi svolti dai tecnici di prevenzione delle ASL che effettuano Figura 1 - Le aziende sanitarie partecipanti allo studio di fattibilità e l’accertamento dello stato di fatto dell’azienda o del cantiere e alla sperimentazione del modello Pre.Vi.S controllano le condizioni di rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Nel caso di violazioni l’ispettore redige uno specifico verbale di prescrizione in cui descrive quanto accertato e richiede il ripristino delle condizioni di sicurezza. Le informazioni contenute in tali verbali, private dei dati sensibili, costituiscono la fonte del sistema. È stato, quindi, sviluppato un database per l’acquisizione informatizzata dei dati e la successiva analisi tra le diverse variabili previste dal modello. I contenuti dell’archivio sono dedicati al miglioramento dell’efficacia delle attività di vigilanza e della capacità di adeguarsi correttamente alla norma da parte degli imprenditori. L’articolo prosegue sul nostro sito cliccando il link di seguito: urly.it/3q1_9

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