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PERCHÈ AVERE UN SISTEMA DI GESTIONE ISO 45001 LA CERTIFICAZIONE ISO 45001 È UN BUON PUNTO DI PARTENZA PER LA TUA AZIENDA Partiamo dalla costatazione (sono i numeri a dirlo) che per prevenire in modo efficace infortuni e malattie professionali in qualsiasi posto di lavoro è necessario un’organizzazione lavorativa orientata alla sicurezza: ecco perché noi sensibilizziamo gli imprenditori sui sistemi di gestione, indipendentemente dal fatto che l'organizzazione sia una società di costruzioni, un’azienda di servizi, una piccola-media impresa o una multinazionale. La norma internazionale ISO 45001 ci dice come deve funzionare un Sistema di Gestione per la Salute e la Sicurezza sui luoghi di lavoro (SSL). Se viene adottato nella tua azienda avrai un miglioramento delle tue prestazioni in termini di prevenzione degli infortuni, ma anche di cultura e gestione dell’impresa. La principale misura di sicurezza è “ordine e pulizia”: si parte da qui per migliorare tutti gli aspetti (basta avere metodo) Quando la salute e la sicurezza dei propri lavoratori è una priorità, la certificazione ISO 45001 è un buon punto di partenza, ma se non è applicata correttamente la #sicurezza della tua azienda ne può subire i danni. [segue a pag. 2]
LE PULIZIE CHE SALTI POSSONO CAUSARE UNA CADUTA O UNO SCIVOLAMENTO
GLI INFORTUNI NELLA RIPARAZIONE DI VEICOLI
OFFICINA MULTATA E CHIUSA PER VIOLAZIONE NORME SICUREZZA
Gli infortuni dovuti a scivolamenti, inciampi e cadute, sono quasi un quarto del totale degli infortuni che avvengono nel territorio dell’UE. E' dunque fondamentale adottare un atteggiamento consapevole, una corretta organizzazione, per garantire la prevenzione del rischio di caduta in piano Approfondisci qui: urly.it/3d13g
Analizziamo alcuni casi di infortunio che possono avvenire nell’attività di riparazione e manutenzione dei veicoli a motore e le principali misure di prevenzione e protezione da adottare in questa specifica attività. Approfondisci cliccando il seguente Link: urly.it/3d13v
Titolo di giornale, fatto di cronaca, sempre più aziende si ritrovano nel rischio che succeda nella propria attività. I carabinieri, insieme ai colleghi del nucleo ispettorato del lavoro, hanno ispezionato un'officina meccanica… Approfondisci qui: urly.it/3d13y
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20 maggio 2021
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SAFETY BUSINESS ANNO 2021 NR. 3
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PERCHÈ AVERE UN SISTEMA DI GESTIONE ISO 45001 I VANTAGGI DI CERTIFICARSI ISO 45001 Avere un #sistemadigestione solo sulla carta non ti tutela da eventuali errori, infortuni, incidenti, …, anzi in alcuni casi ti si ritorce contro, aggravando la situazione. La norma ISO 45001 ti chiede di lavorare con #metodo in modo proattivo per migliorare le prestazioni della #sicurezza: ridurre gli infortuni (richiesto dal Testo Unico della Sicurezza, ma anche ridurre le situazioni di pericolo), analizzando incidenti e comportamenti pericolosi. È applicabile a qualsiasi #organizzazione, indipendentemente dalle dimensioni, tipo e attività, l’importante è voler migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei propri lavoratori. Di riflesso, se viene fatto in modo adeguato per la tua attività, ne avrai anche vantaggi economici e gestionali, per cui la tua azienda sarà comunque più protetta (vedi rischio sanzioni, vedi risarcimenti per infortuni o malattie, vedi tempi dedicati alle ispezioni obbligatorie, …). Il principale vantaggio di anticipare le norme è quello di ridurre i costi. Subire gli eventi, per esempio per non aver approfondito un argomento, potrebbe essere molto più costoso di quanto serva per fare l’approfondimento e mettere in piedi le misure necessarie per migliorare I vantaggi di certificarsi ISO 45001 Fra i benefici già elencati prima, avrai degli ambienti lavorativi più sicuri, la diminuzione delle spese per incidenti/infortuni, una maggiore motivazione del personale, il miglioramento degli indici di efficienza, con tutto quello che ne deriva sul piano dei risultati economici. Se un tuo lavoratore si fa male e resta a casa 10 giorni, la tua produttività cala in proporzione. Se sei un imprenditore con quattro lavoratori, la sua assenza incide per il 25% della tua produttività. Con la norma ISO 45001 la tua impresa può: • migliorare le proprie prestazioni: un sistema di gestione ISO 45001 ben progettato e ben applicato ti aiuta a ridurre le malattie e gli infortuni sul lavoro; • migliorare la sicurezza di tutte le persone interessate, coinvolte nelle attività aziendali; • soddisfare le richieste dei clienti in materia di informazioni sugli strumenti di tutela della salute e sicurezza adottati e dare le dovute garanzie che alcune aziende chiedono per coinvolgerti nel loro mercato (sempre più richiesto soprattutto in caso di appalti e forniture a grandi aziende); • ottenere una migliore reputazione da parte delle autorità di controllo, del pubblico e delle parti interessate; • creare un #metodo coerente, basato su "best practice" (migliori pratiche già approvate), per la gestione delle misure di prevenzione; • #risparmiare sui premi assicurativi (anche quello INAIL); • essere supportata nel rispetto delle normative vigenti; • migliorare l'efficienza e ridurre i tempi di eventuali fermi di produzione; • migliorare la sorveglianza mediante monitoraggio e misurazione degli indicatori chiave di prestazione in materia di salute e sicurezza;
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ottenere dati oggettivi di gestione su cui basare le tue decisioni.
Come imprenditore sei costretto a gestire al meglio tutti i rischi per migliorare la produttività dei dipendenti e la soddisfazione delle parti interessate (possono essere gli azionisti, i soci, ma anche le autorità di controllo e/o i clienti, fino in alcuni casi a coinvolgere i vicini del tuo stabilimento). La salute e sicurezza sul lavoro ormai è diventata un argomento chiave, che ogni azienda deve gestire in modo funzionale. Una gestione di queste tematiche errata o poco attenta, oltre all'impatto drammatico sulla vita delle persone, può avere molti effetti negativi sul portafoglio dell’#organizzazione, come l'interruzione dell'attività (in periodo di Covid, molte aziende sono state sanzionate con la chiusura dei locali per non aver rispettato le regole di sicurezza). Gli infortuni (detti sinistri dall’assicurazione) fanno alzare il tuo premio assicurativo, le azioni giudiziarie creano costi di tempo, avvocati, periti, …, con rischi per la tua reputazione, che può comportare la perdita di investitori e, di conseguenza, la perdita di affari. Cosa serve per avere un Sistema di Gestione ISO 45001? La prima chiave è la tua volontà di imprenditore di tenere tutto sotto controllo. Senza questa nessun’altra chiave può funzionare Inoltre è importante che tu sia consapevole, che un Sistema (anche quello ISO 45001) ti chiederà un cambiamento nell’approccio alla soluzione dei problemi in modo più o meno pesante (dipende da come sei abituato a lavorare oggi) E’ una sfida troppo impegnativa? Solo per grandi aziende? In realtà la mia esperienza dice che se affronti le tue preoccupazioni dei due punti precedenti, il sistema con un po’ di pazienza si fa e funziona, con tutti i benefici del caso che risultano superiori ai costi sostenuti La Sicurezza sul Lavoro ti Uccide (se non sai come si fa)
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20 maggio 2021
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SAFETY BUSINESS ANNO 2021 NR. 3
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UAI VERONA NUOVO PROTOCOLLO ANTICONTAGIO
Il 06/04/2021 è uscito il nuovo protocollo anticontagio per gestire il rischio Coronavirus. In sostanza non è stato stravolto, ma c’era la necessità di fare ordine tra il protocollo di aprile 2020 e tutti i decreti, leggi, circolari, … che sono usciti in seguito Le regole principali di distanziamento, mascherina e igienizzazione vengono mantenute come conditio sine qua non. Inoltre è stato chiarito che per rientrare al lavoro dopo l’isolamento serve comunque un tampone negativo. Infatti in questi ultimi mesi è successo spesso che al 21° giorno finiva l’isolamento imposto (per cui il cittadino poteva uscire di casa) ma essendo ancora positivo diventava un problema capire se farlo rientrare al lavoro. In questo caso abbiamo sempre consigliato di utilizzare tutti i mezzi a disposizione visto che il medico di base non poteva dare ulteriori giorni di malattia. Adesso è chiarito che per chi non può lavorare in modo “agile” (smart working, isolati, …) il medico può mettere in malattia il lavoratore. Finalmente! Inoltre il Governo ha approvato le modalità per poter effettuare le vaccinazioni in azienda. Dal 1 aprile in ambito sanitario o di interesse sanitario la vaccinazione è obbligatoria e va comunicato alla Regione il numero di lavoratori. Negli altri settori è la valutazione del rischio dell’azienda stessa a determinare per quali figure il vaccino sia obbligatorio. Per esempio un elettricista potrebbe essere considerato non obbligatorio effettuare la vaccinazione (almeno non adesso), ma se fa manutenzioni in “ambito sanitario” perché ha l’appalto di manutenzione di una Casa di Riposo, potremmo considerarlo a rischio maggiore e quindi prevedere la vaccinazione obbligatoria. In questo momento storico la vaccinazione sta seguendo i criteri di età e rischio. Nulla toglie (al momento) di aspettare il proprio turno data la scarsità di approvvigionamento dei vaccini. Sentitevi liberi di chiamare per discuterne insieme Uno per Tutti e Tutti per Uno.
RISOLUZIONE PARLAMENTO UE:
STARE SEMPRE ON-LINE FA MALE ALLA SALUTE Ma cos’è il diritto la disconnessione? Mentre ti godi un fine settimana in famiglia, il sabato mattina ricevi un’email e anche se sai che è il tuo giorno libero, da dedicare alla famiglia e al riposo, ti senti in dovere di rispondere. Il Parlamento UE vuole tutelare il tempo libero dei lavoratori da chiamate, messaggi o e-mail di lavoro. Gli Eurodeputati chiedono alla Commissione di elaborare norme che regolino gli strumenti di lavoro digitali consentendo ai dipendenti di staccare la spina al difuori dell’orario lavorativo. Se la necessità di un diritto alla disconnessione senza subire ripercussioni era già presente, è stato ribadito dalla pandemia di COVID-19. Nel 2020, più del 30% degli Europei hanno iniziato a lavorare da casa. Ciò significa che i confini tra vita professionale e privata si confondono sempre di più. Chi lavora da casa spesso lavora più a lungo e con orari più irregolari. La reperibilità continua può modificare il precario equilibrio che esiste tra lavoro e vita privata oltre che la salute fisica e mentale. Attualmente nessuna legislazione dell’UE prevede esplicitamente il diritto alla disconnessione senza ripercussioni, anche se sembra una cosa logica. Il Parlamento Europeo vuole porre fine alla cultura della disponibilità in ogni momento e riconosce il diritto fondamentale alla disconnessione. La Commissione Europea avverte che “l’utilizzo di strumenti digitali per periodi prolungati potrebbe determinare una riduzione della concentrazione e un sovraccarico cognitivo ed emotivo”, oltre che “aggravare fenomeni quali l’isolamento, la dipendenza dalle tecnologie, la privazione del sonno, l’esaurimento emotivo, l’ansia e il burnout”. Purtroppo, però, le cose stanno andando diversamente, soprattutto dopo l’esplosione della pandemia da Covid19. Anche “da un’indagine di Eurofound è emerso che il 27 % degli intervistati in telelavoro ha dichiarato di aver lavorato nel proprio tempo
libero per soddisfare le esigenze lavorative”. Sempre Eurofound ha appurato che “le persone che lavorano abitualmente da casa hanno più del doppio delle probabilità di lavorare oltre le 48 ore settimanali massime previste e di riposare meno delle 11 ore previste fra un giorno lavorativo e l’altro, come sancito dal diritto dell’Unione, rispetto alle persone che lavorano nella sede del datore di lavoro”. Alla luce di ciò, la Commissione UE ritiene che il diritto alla disconnessione debba essere considerato “un diritto fondamentale che costituisce una parte inseparabile dei nuovi modelli di lavoro della nuova era digitale. Come impatta tutto questo sulle nostre attività? Se da un lato l’imprenditore ha la necessità di vedere svolto il lavoro assegnato, è vero anche che se il lavoratore non “stacca” sufficientemente e perde concentrazione, è molto più probabile che faccia errori o dimenticanze in alcuni casi anche molto gravi. Se quindi lavorando da casa ha un ambiente più comodo, c’è comunque il rischio di uno spreco di risorse di tempo (soprattutto) con un abbassamento della qualità del lavoro svolto. Una corretta #organizzazione è tutta nell’interesse delle parti. Se viene chiarito correttamente come svolgere il lavoro, se vengono messi dei paletti sui tempi in modo da non esagerare con lo sfruttamento della disponibilità di ciascuno (anche di noi professionisti) le attività verranno portate a termine lo stesso. In alcuni casi anche con risultati migliori Non significa che per fare i lavori dobbiamo lavorare come le tartarughe invece delle lepri, ma in mezzo ci possono stare altre velocità (anche variabili) legate alle #persone e alla loro formazione, #organizzazione, ma soprattutto alle #tecnologie disponibili. Non possiamo chiedere ad un treno a vapore di percorrere le rotaie alla velocità di un TGV.
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20 maggio 2021
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SAFETY BUSINESS ANNO 2021 NR. 3
-IL GIORNALE DIGITALE -
PERCHÉ IL GDPR È UN’OPPORTUNITÀ PER LE PMI Perché il GDPR General Data Protection Regulation (il regolamento generale sulla protezione dei dati) ti riguarda? Ci sono tre punti fondamentali da tenere presente: • Tutte le aziende che trattano dati personali rientrano negli obblighi del GDPR; • Il GDPR è una normativa non una direttiva quindi non c’è margine d’interpretazione; • Chi non si mette in regola rischia multe salatissime: fino al 4% del fatturato annuo aziendale o fino 20 milioni di euro in base a qual è la cifra più alta; Cos’è il GDPR? Negli ultimi anni ci siamo tutti lamentati dell’invasione nella nostra vita di pubblicità fastidiose, call center che ci chiamano ad ogni ora, email spazzatura che non sappiamo da dove arriva, … Il GDPR è frutto di una serie di ragionamenti a livello di Comunità Europea (tanto da farlo come Legge a tutti gli effetti), che sono partiti dal fatto che i nostri dati valgono miliardi di €uro per le grandi aziende. Parlo dei colossi come Amazon, Google, Facebook, Alibaba, … Sono un valore vero e proprio (un capitale non indifferente) e chi ha la possibilità di metterci sopra le mani può usarli per generare altri soldi. Ovviamente sono dati interessanti anche per le piccole imprese, per svolgere la propria attività commerciale. Il Regolamento stabilisce norme relative alla circolazione di tali dati. Si tratta, del Regolamento Europeo n. 679 del 2016, entrato in vigore a tutti gli effetti il 25 maggio 2018 ed ora è valido su tutto il territorio Europeo
Si sono posti tre principali obiettivi: 1. proteggere i dati personali dei cittadini europei (noi persone fisiche); 2. restituire ai cittadini il controllo dei propri dati personali; 3. semplificare le norme che riguardano gli affari internazionali, unificando e rendendo omogenea la normativa privacy dentro l’UE. Cos’è un dato personale? Un dato personale è “qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o identificabile”. Per identificabile si considera una persona fisica che può essere identificata, direttamente o indirettamente, con particolare riferimento a un dato come potrebbe essere il nome, un numero di identificazione, dati relativi all’ubicazione, numero di cellulare, indirizzo email, targa della macchina, ecc.. Trattamento dati Per trattamento dati si intende qualsiasi operazione o insieme di operazioni, compiute con o senza l’ausilio di processi automatizzati e applicate a dati personali o insiemi di dati personali. Quindi, praticamente, qualsiasi cosa facciamo con un dato è un trattamento. Possiamo tranquillamente dire che sono trattamenti: Approfondisci cliccando Qui: urly.it/3d13-
Il Censimento delle Attrezzature di Lavoro Molti fattori influiscono sulla sicurezza sul lavoro. Il D.Lgs. 81/08 richiede che il datore di lavoro gestisca tutti i fattori di rischio presenti nella sua attività al fine di eliminarli e se non possibile, di contenerli e gestirli fino a che non si possa ritenere di aver raggiunto un rischio residuo accettabile. Uno di questi fattori di rischio è rappresentato dalle attrezzature di lavoro definite all’articolo 69 del sopra citato decreto come “ qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di macchine, attrezzature e componenti necessari all’attuazione di un processo produttivo, destinato ad essere usato durante il lavoro”. Da dove si parte per gestire il rischio attrezzature di lavoro? Ebbene, il primo scoglio che trovo nella mia attività di consulente è quella che spesso le aziende non conoscono e non hanno l’elenco delle attrezzature presenti nell’attività. Erroneamente si potrebbe pensare che nel libro cespiti siano elencate tutte le attrezzature in uso ma non così poiché quel mezzo segue una logica fiscale e non operativa. Cosa fare quindi? Se l’obiettivo è quello di gestire correttamente le attrezzature, soddisfacendo quindi le richieste legislative e contemporaneamente ottenere un vantaggio operativo imprenditoriale per gli sviluppi che può dare, è necessario procedere ad un dettagliato e completo censimento delle attrezzature presenti. Quali sono i dati da raccogliere per effettuare il censimento? Se per le macchine il compito è abbastanza chiaro (minimo costruttore, nome, modello, matricola e anno), per gli impianti e le attrezzature minute l’attività si complica. Impianto elettrico, idraulico, gas, scarichi acque nere - bianche - grigie, distribuzione aria compressa, distribuzione di gas tecnici, riscaldamento, aspirazione centralizzata, anello antincendio ecc, sono spesso l’evoluzione negli anni di impianti esistenti e non è facile identificare dove iniziano e dove finiscono. In questo caso è necessario fare un rilievo della loro presenza e complessità e confrontarla con la documentazione presente (progetto, collaudo, dichiarazione conformità, denuncia ecc). Un lavoro certosino che va fatto anche coinvolgendo le maestranze che seguono o hanno seguito la loro evoluzione. Le piccole attrezzature come possono essere piccoli attrezzi portatili sia manuali che no, a volte richiedono uno sforzo maggiore poiché sono di difficile identificazione e sono spesso “fuori controllo”.
By Pallotti Fabio
Molto spesso in questo caso è necessario fare delle scelte e concentrarsi su quelle attrezzature che possono costituire fonti di rischio rilevanti come possono essere sistemi di sollevamento (esempio fasce, catene, golfari) oppure dotate di protezioni salvavita (esempio cacciaviti per lavori elettrici o rilevatori di tensione senza contatto) oppure usati molto spesso (asciuga capelli, levigatrice angolare, ecc). Per la sicurezza sul lavoro, nel caso delle piccole attrezzature a volte conviene perdere il vantaggio economico della loro gestione e concentrarsi sulla gestione del loro potenziale di pericolo. Ma perché mi conviene fare tutto questo lavoro di censimento? Le attività che coinvolgono la gestione delle attrezzature sono molteplici e come si diceva all’inizio dell’articolo riguardano sia la sicurezza che l’aspetto produttivo. Per quanto riguarda la sicurezza, a titolo di esempio posso ricordare la loro denuncia di installazione, le loro verifiche periodiche, la loro manutenzione, la formazione degli utilizzatori, la produzione di procedure e istruzioni di utilizzo, la loro verifica di conformità e sicurezza. A livello produttivo la loro gestione ad esempio influisce sulla produttività, affidabilità, sul contenere i costi di gestione, gestire il magazzino, ecc.. Come posso fare tutto questo senza sapere quali attrezzature ho in azienda? Il non farlo non è una soluzione, gli esiti potrebbero essere molto pesanti. Se da un punto di vista produttivo (mancata affidabilità) e amministrativo (mancata denuncia) possono essere viste come “rischio economico imprenditoriale”, dal punto di vista della sicurezza gli eventuali esiti possono ricadere sulla responsabilità penale del datore di lavoro e sulle figure coinvolte nella gestione della sicurezza in azienda. Gestire la documentazione pertinente la macchina, la storia della sua manutenzione, le sue valutazioni dei rischi e gestione dei rischi residui, la gestione delle procedure di utilizzo e formazione del personale addetto posso molto spesso prevenire l’infortunio e nel caso avvenga, dimostrare che quanto richiesto dalla normativa vigente è stato fatto. La gestione completa e pertinente delle attrezzature ed impianti è un obbligo per il datore di lavoro e per l’azienda ma può rappresentare anche un fondamentale vantaggio economico e produttivo per affrontare il mercato odierno. www.spf-vr.it
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