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Prefazione
from "Le Marche a 5 Cerchi" 1^ edizione, a cura di Andrea Carloni. . Atene 1896 - Vancouver 2010
by GIOCOM
Le Marche hanno regalato così tante gioie allo Sport olimpico italiano, che ci sarebbe da scrivere un libro. Già, un libro. Perché non c’è un libro che sia lì a raccontare le imprese dei nostri atleti? Eppure Mazzarocchi, Rossini, Cerioni, Trillini, Lo Iacono, Gallucci, Vezzali e tutti gli altri nostri campioni olimpionici, e giudici, e tecnici e dirigenti, medici, fisioterapisti e giornalisti lo meriterebbero.
Dicembre 1998, dirigo il settimanale “Sport Marche News”. Chiamo al telefono Terzo Censi, presidente del CONI regionale. Mi conosce dal 1965, quando da Segretario nella Palestra di via Persiani, ad Ancona, mi iscrisse ai Pulcini del CONI, dicendo a mia madre: “Se corre sempre così, può diventare un buon velocista”… Gli chiedo un appuntamento e tre giorni dopo sono nel suo Ufficio. “Fra poco entreremo in un secolo nuovo: vorrei scrivere un libro sui 100 anni dello Sport marchigiano …”. Il presidente m’interrompe e con quella sua aria ferma e decisa mi dice: “Ma dove hai sbattuto la testa prima di venire qui?”. “E perché?”, faccio io. “Non c’è un libro che parli degli sportivi marchigiani, magari c’è qualcosa in ogni provincia, ma non uno che unisca nel racconto tutte le Marche. Possibile che ci si metta tutto alle spalle, senza lasciare ai giovani alcuna traccia delle imprese dei marchigiani che si fanno onore in tutto il mondo?”. E lui: “Ma come pensi di fare a trovare il materiale? Guarda che il volontariato – vero motore del nostro Sport – sta sempre più diminuendo e le raccolte dei dati richiedono passione, cuore e tanto tempo. Non ci sono molte pubblicazioni da poter consultare …”. “Ma insomma mi aiuti o no?”, gli feci. “Sentiamoci fra una settimana”, mi disse nel congedarmi. Dopo tre giorni mi chiamò lui. “Vieni al CONI, ti sto preparando una trentina di libri, ma sappi che il più dovrai andartelo a cercare”. Quella pubblicazione uscì, nei primi mesi del 2000. Ma, come aveva previsto Censi, parlava dei primi anni del Novecento come dei primi successi di Valentino Rossi, ma era parziale, nonostante l’impegno.
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Agosto 2004. Sto guardando le Olimpiadi di Atene in tivù. Giocano i nostri dell’Italvolley, a caccia di medaglia. Nei sei abbiamo Papi e Tofoli. Durante un time out la telecamera stacca sul pubblico e fa un primo piano sul sindaco di Ancona, Fabio Sturani. Lo chiamo al telefono. Mi chiede in quale settore io sia seduto. Gli rispondo quello della sala di casa. Sembra incredulo. Gli chiedo cosa si provi a stare lì. Una gioia che non si può descrivere, mi risponde. Gli chiedo cosa farà nei prossimi giorni. Ricorda che ci sono così tanti atleti marchigiani a quei Giochi (record di partecipazioni con 15 convocati ad Atene) che non saprebbe dove andare. Il time out è finito e prima di salutarci sussurra, “le imprese di tutti gli olimpionici bisognerebbe raccontarle in un libro”… Dal 2006, trenta anni dopo l’insediamento di Francesco D’Alessio a Delegato regionale del CONI, a pochi mesi dalla scomparsa prima di Luciano Fagnani (altro indimenticabile promotore dei valori dello sport) e poi di Censi, Sturani diviene presidente del CONI.
Passa qualche anno e quel libro è qui, davanti ai nostri occhi. Racconta che in 115 anni di Olimpiadi le Marche hanno visto convocati (nati o vissuti nella nostra regione): 100 atleti, 13 giudici, 11 tecnici, 13 dirigenti, 6 fra medici e terapisti, 3
giornalisti, un regista cinematografico (autore del film “La Grande Olimpiade” di Roma) e un assistente religioso.
Non possiamo sapere quante e quali dimenticanze avremo commesso, nonostante l’impegno ed il prezioso contributo di una serie di personaggi che ringrazio e abbraccio affettuosamente per la disponibilità che mi hanno dimostrato. Ma se questo non è il quadro completo della partecipazione marchigiana ai Giochi Estivi ed Invernali, Olimpici e Paralimpici, ci saremo andati molto vicini. Di sicuro potremo migliorare la ricerca in futuro, quando “le Marche a 5 Cerchi” saranno on line sul sito del CONI Marche, per la disponibilità di tutti, ma in particolare per le nuove generazioni, alle quali è dedicata questa opera.
Al di là dei dati sulle partecipazioni che abbiamo reperito e fornito, almeno quanto il numero degli atleti (100), colpisce quello delle medaglie ufficiali ottenute: 50. In realtà sarebbero una o due di più (lasciamo ai lettori il gusto di scoprire quali e perché), ma nel carattere di noi marchigiani c’è - insito - il rispetto prima di tutto di noi stessi, quel rispetto (che a volte si trasforma un limite) che ci fa calcolare sempre più per difetto che per eccesso. Questa forma del nostro carattere si esprime anche nella pubblicazione, in cui abbiamo cercato di limitare al massimo l’uso degli aggettivi, pure di fronte a straordinari interpreti di discipline che hanno regalato all’Italia medaglie pesanti e copiose. In molti casi abbiamo pensato fosse meglio lasciar parlare numeri e risultati.
Chi si aspetta una trattazione diversa tra i protagonisti dei vari Giochi, non la troverà. Olimpici e Paralimpici, Estivi ed Invernali sono la stessa cosa. Solo che nel caso dei Giochi più famosi e partecipati, quelli aperti ad Atene 1986 (dove siamo stati pochi mesi fa per respirare il profumo dello Stadio Panathinaiko, simbolo dell’inizio della nostra ricerca), abbiamo pensato fosse doveroso raccontare il contesto in cui sono stati protagonisti.
Per la realizzazione di questo contenitore dei tanti valori che lo Sport veicola e promulga, si avverte forte il desiderio di ringraziare sinceramente chi “le Marche a 5 Cerchi” ha voluto e sostenuto, dal CONI alla Regione Marche, a cominciare dal presidente, Gian Mario Spacca, non dimenticando partner e sponsor. Il nostro cuore dice “grazie” a tutti i protagonisti di questa pubblicazione, ma anche a tutti coloro - certamente molto più numerosi - che sono stati e sono alle loro spalle, spesso nell’ombra, ma di fondamentale importanza per l’ottenimento di tante imprese.
Oggi sappiamo che ne è stata compiuta un’altra, più piccola, ma della sua importanza: una pubblicazione dove le nostre amatissime Marche sono unite sotto la bandiera dei 5 Cerchi Olimpici, raccontate in una manifestazione planetaria che per tanti anni è riuscita - unica - ad interrompere le Guerre, ad ogni latitudine. Chi sa se potrà accadere ancora?
Intanto aspettiamo Londra 2012 e sognamo Roma 2020.