CIELI E TERRA NUOVA 4-5

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Simona Boccignone

Fabbio Marino

Testo di IRC per le classi 4aa, 5aa

classi

quarta quinta

EDIZIONI

il Capitello

Con la collaborazione didattico-pedagogica di Luciano Fiorentini


Classe

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LA PALESTINA AI TEMPI DI GESÙ

Per capire meglio molti episodi della vita di Gesù – e anche l’ambiente nel quale si svol-

gono le parabole da lui narrate – è opportuno conoscere le categorie di persone che egli incontrava tutti i giorni.

La società Nei paesi lungo le rive del lago di Tiberiade abitavano molti pescatori. Per pescare usavano di solito ami e lenze di rame o di ferro; per la grande pesca adoperavano invece le reti.

I braccianti lavoravano saltuariamente. Ogni mattina si recavano nella piazza del paese, sperando che qualche ricco proprietario li assumesse almeno per un giorno.

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I commercianti trasportavano i prodotti da vendere sul dorso di un asino o su un carretto trainato da un asino o da loro stessi. Solo nelle città esistevano vere botteghe.

In tutto il territorio della Palestina erano presenti soldati dell’esercito romano. Unità di Apprendimento 1: La figura storica di Gesù


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I contadini erano spesso proprietari di piccoli campi che, generalmente, venivano ereditati di padre in figlio. Erano sottoposti a un duro lavoro che permetteva però loro di sopravvivere.

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I pastori si spostavano spesso in cerca di acqua e di nuovi pascoli. La loro vita era molto faticosa ed erano considerati come gli «ultimi».

Le donne non avevano gli stessi diritti dell’uomo ed erano sottomesse al padre o al marito. Non potevano possedere alcun bene e, se rimanevano orfane o vedove, per loro c’era solo la totale povertà.

I malati contagiosi, come i lebbrosi, venivano allontanati dalle città e dai paesi per evitare E P I D E M I E .

Spesso si incontravano persone ammalate e invalide (storpi, ciechi, sordomuti…). Erano costrette a vivere di elemosina perché non in grado di lavorare.

le parole E P I D E M I E : il diffondersi, in persone, animali e piante di malattie contagiose.

U.A.1: La figura storica di Gesù

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4 le parole CASTA :

classe di persone alle quali sono riconosciuti particolari privilegi. S T R O Z Z I N O : colui che presta denaro in cambio di interessi molto alti.

Le classi religiose Circa sessant’anni prima della nascita di Gesù, la Palestina era stata conquistata dai Romani che l’amministravano tramite un procuratore. Anche Gesù perciò era un suddito dell’Impero Romano. La società ebraica era formata da gruppi di persone più o meno importanti che avevano però idee contrastanti sulla politica e sulla religione.

Gli Scribi. Molti farisei, studiosi Bibbia. Venivano chiamati «rabbì», tori della legge».

erano della anche «dot-

I Farisei osservavano in modo rigoroso la legge di Mosè. Insieme ai sacerdoti erano la guida religiosa del popolo. Gesù li condannò perché si vantavano della loro religiosità, a volte solo esteriore. Questa fu una delle ragioni per la quale i farisei, uniti ai sommi sacerdoti, concordarono il modo per far condannare a morte Gesù.

I Sacerdoti dell’Antico Testamento offrivano sacrifici a Dio nel Tempio di Gerusalemme.

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Il loro capo era il Sommo Sacerdote che, all’epoca di Gesù, si chiamava Caifa. U.A.1: La figura storica di Gesù

I Sadducei erano nobili e ricchi. Anche i sacerdoti facevano parte di questa C A S T A . Collaboravano con i Romani per conservare i propri privilegi.


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I pubblicani erano ebrei che riscuotevano le tasse per conto dei Romani e se ne trattenevano una parte come salario. Si arricchivano facendo gli STROZZINI. Per questo erano odiati dal popolo.

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Gli zelòti. Credevano nella lotta armata come mezzo per ottenere la liberazione dal dominio di Roma.

I Samaritani abitavano la regione della Samaria. Erano malvisti dagli altri Ebrei, perché non consideravano il Tempio di Gerusalemme come il luogo più importante di tutto Israele per adorare Dio.

attività V (vero) o F (falso)? V F – I farisei davano più importanza al rispetto delle regole che all’amore per gli altri. – Gli zelòti erano contrari alla lotta violenta. – I sadducei erano amati dal popolo, perché amici dei Romani.

U.A.1: La figura storica di Gesù

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GESÙ: PERSONAGGIO STORICO

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approfondimento Gesù nacque a Betlemme, sotto il regno di Erode il Grande, quando Ottaviano Augusto era imperatore a Roma. Morì a Gerusalemme tra il 28 e il 33 d.C., quando: – Tiberio (14-37 d.C.) era imperatore romano; – Ponzio Pilato (26-36 d.C.) era procuratore romano della Giudea; – Erode Antipa (4 a.C.-40 d.C.) era re di Giudea; – Caifa (18-36 d.C.) era Sommo Sacerdote.

attività

Documenti storici Gesù è veramente esistito? Sì, infatti esistono dei documenti scritti da autori non cristiani, che parlano di Gesù e ci danno conferma della sua esistenza terrena. Giuseppe Flavio, storico romano di origini ebraiche, verso il 93 d.C. scrisse: …ci fu in quel tempo Gesù, uomo sapiente, se pure è possibile chiamarlo uomo. Fu infatti operatore di cose straordinarie… Egli è il Cristo. Antichità giudaiche, XX, III, 3

Plinio il Giovane, governatore di una delle provincie romane, nel 112 d.C. scrisse all’imperatore Traiano a proposito dei Cristiani: … sono soliti radunarsi in un giorno stabilito, all’alba, per inneggiare a Cristo, che essi considerano come loro Dio. Epistola 96

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Sottolinea in verde i personaggi di fantasia e in rosso quelli storici: Pollicino, Hammurabi Robin Hood, Ramses

Lo storico Cornelio Tacito, verso il 116 d.C., scrisse: … Cristo, il quale era stato condannato a morte dal procuratore Ponzio Pilato, durante l’impero di Tiberio… Annali

Giulio Cesare

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Rispondi. Che cosa permette di dire che un personaggio è storico?

Le loro testimonianze sono assai brevi, ma importanti per provare l’esistenza storica di Gesù. Altri documenti storici, però di origine cristiana, sono i Vangeli.

Cassa con rotoli di papiro, Museo Civiltà Romana, Roma.

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U.A.1: La figura storica di Gesù


IN VERITÀ VI DICO …

I Vangeli

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Dopo che Gesù salì al Cielo, gli apostoli ricevettero lo Spirito Santo e si sentirono pieni di fede e di coraggio. Erano sempre più sicuri di sé e sempre più convinti che Gesù fosse il Messia promesso da Dio per la salvezza dell’umanità. GESÙ DICEVA …

UN GIORNO GESÙ …

… E GESÙ GUARÌ IL CIECO .

CHI TRASMETTERÀ IL MESSAGGIO DEL MAESTRO QUAN DO NOI NON CI SAREMO PIÙ ?

È NECESSARIO SCRIVERE TUTTI GLI INSEGNAMENTI E LA VITA DI GESÙ !

Essi, perciò, incominciarono a parlare alla gente, raccontando ciò che Gesù aveva detto e fatto, ripetendo quanto avevano imparato da lui. Erano, però, ricordi troppo preziosi da non dimenticare nel corso del tempo. Si cominciò, allora, a mettere per iscritto qualche breve resoconto. Comparvero così alcune raccolte sulla passione-morte di Gesù, sui miracoli e sulle parabole. Infine, due apostoli, Matteo e Giovanni, e due discepoli, Luca e Marco, scrissero ciò di cui furono testimoni e ciò che avevano capito vivendo alla scuola del Maestro: nacquero così i Vangeli.

attività

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Hai l’abitudine di annotare sul diario personale i tuoi pensieri e le tue riflessioni? 2 Se ti chiedessero di sintetizzare la tua vita in poche righe, quali episodi riporteresti?

U.A.1: La figura storica di Gesù

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GLI EVANGELISTI Matteo. Era un esattore delle tasse che divenne discepolo

di Gesù. Il suo simbolo è un uomo alato, perché il Vangelo da lui scritto evidenzia la dimensione umana di Gesù. Nel suo Vangelo, composto in Siria intorno all’80 d.C. per i cristiani provenienti dal giudaismo, ci presenta Gesù come il nuovo Mosè, che dà alla sua Chiesa la nuova Legge. Matteo e Luca sono gli unici due evangelisti a parlare della nascita di Gesù al tempo del re Erode.

Marco. Era un ragazzino quando Gesù annunciava il Vangelo. Fu un discepolo di Pietro. Intorno al 70 d.C. mise per iscritto la predicazione di Pietro. Nel suo Vangelo, scritto per i cristiani non ebrei, vuole testimoniare che Gesù è il Figlio di Dio. Il suo simbolo è il leone alato, perché il suo Vangelo comincia con l’immagine della predicazione di Giovanni nel deserto, dove vivevano gli animali feroci.

Luca. Era un medico greco, discepolo di Paolo. Nel suo Vangelo, scritto negli anni intorno all’80 d.C., evidenzia la bontà di Gesù misericordioso verso i poveri, i piccoli e i peccatori pentiti. Ha anche redatto gli Atti degli Apostoli che narrano la vita delle prime comunità cristiane. Come simbolo ha il toro, animale sacrificale, perché all’inizio del suo Vangelo presenta il sacerdote Zaccaria nell’atto di offrire un sacrificio a Dio.

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Giovanni. Era il discepolo più amato da Gesù e prese con sé Maria dopo la morte e risurrezione di Gesù. Il suo Vangelo fu messo per iscritto, dal 90 al 100 d.C., probabilmente dai discepoli della comunità di Efeso, in Asia. In esso Giovanni ci presenta Gesù, vero uomo e vero Dio, come la parola eterna di Dio. Il suo simbolo è l’aquila, perché egli cerca di meditare con acutezza sul mistero di Dio che si fa uomo. U.A.1: La figura storica di Gesù


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I Vangeli sinottici I Vangeli di Matteo, Marco e Luca raccontano la vita, gli insegnamenti e i miracoli di Gesù in modi molto simili tra loro al punto che, mettendo a confronto i versetti che trattano gli stessi argomenti, si notano diverse somiglianze. Per questo sono chiamati sinottici (il termine deriva dal greco syn = insieme e opsis = vista) cioè possono essere letti con un solo colpo d’occhio su colonne parallele. Ecco un esempio di sinossi: Poi lo Spirito di Dio fece andare Gesù nel deserto per essere tentato dal diavolo. Per quaranta giorni e quaranta notti Gesù rimase là.

Subito dopo lo Spirito di Dio spinse Gesù nel deserto. Là, egli rimase per quaranta giorni mentre Satana lo assaliva con le sue tentazioni.

Gesù, pieno di Spirito Santo, andò nel deserto e rimase là quaranta giorni, mentre Satana lo assaliva con le sue tentazioni.

Matteo 4, 1-2

Marco 1, 12-13

Luca 4, 1-2

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attività Sottolinea nei tre brani riportati, le parole comuni.

Il Vangelo di Giovanni, invece, è una riflessione più profonda e a volte più difficile di quella degli altri evangelisti e, comunque, diversa.

Altri libri del Nuovo Testamento Oltre ai Vangeli, il Nuovo Testamento comprende: gli Atti degli Apostoli, scritti da Luca e di cui ti abbiamo già parlato; le Lettere apostoliche scritte dagli apostoli Pietro, Paolo, Giacomo e Giovanni alle varie comunità cristiane sparse per il mondo; l’Apocalisse, scritta da Giovanni. È una riflessione sulla storia dell’umanità, che si concluderà con il trionfo del Cristo.

Il Cristo dell’Apocalisse dipinto nella cattedrale di Anagni.

U.A.1: La figura storica di Gesù

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I MIRACOLI: SEGNI D’AMORE

Gesù, durante la sua vita terrena, ebbe una particola-

re attenzione verso le persone che nulla contavano nella società di allora e venivano emarginate a causa della loro povertà o delle loro malattie. Egli, infatti, mentre annunciava alle folle il suo messaggio di amore e di speranza, incontrò sordomuti, ciechi, paralitici, lebbrosi dando a tutti conforto e guarigione. Non solo i suoi discepoli, ma tante altre persone, sia della Palestina sia di paesi confinanti, furono testimoni dei suoi miracoli: azioni straordinarie non spiegabili scientificamente che mostrano l’amore di Dio per gli uomini e la potenza salvifica di suo Figlio Gesù.

GUARISCE GLI AMMALATI !

RISUSCITA ANCHE I MORTI !

FA CAMMINARE GLI STORPI !

Guarigione di un lebbroso Mentre Gesù si trovava in un villaggio, un uomo coperto di lebbra gli andò incontro e, gettatosi ai suoi piedi, lo supplicò: «Signore, se tu vuoi, puoi guarirmi». Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Sì, lo voglio! Sii guarito!». E subito la lebbra sparì. Poi Gesù gli ordinò: «Vai da uno dei sacerdoti e fatti vedere da lui. Dai anche un’offerta, come è stabilito dalla Legge, affinché si sappia che sei guarito». dal Vangelo di Luca 5, 12-14

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attività Scrivi nei quadratini V se ritieni le seguenti affermazioni vere e F se pensi siano false. Gesù operò miracoli: per darsi importanza; per amore di chi soffre; per premiare chi ha fede in lui; per dimostrare che è l’atteso Messia; per sbalordire la gente.

approfondimento La lebbra è una malattia della pelle che si manifesta con piaghe purulente. È molto contagiosa. Per questo motivo, al tempo di Gesù, i lebbrosi dovevano stare lontani dalle altre persone e segnalare la loro presenza con un campanello, affinché nessuno li avvicinasse. Oggi la lebbra può essere curata e guarita e potrebbe essere completamente debellata con un piccolo sforzo economico delle nazioni ricche del mondo.

Unità di Apprendimento 2: Gesù vicino ad ogni uomo


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Il cieco dalla nascita Gesù passò accanto a un uomo che era cieco fin dalla nascita. I discepoli chiesero: «Maestro, se quest’uomo è nato cieco, di chi è la colpa? Sua o dei suoi genitori?». Gesù rispose: «Non hanno colpa né lui né i suoi genitori, ma è così perché in lui si possano manifestare le opere di Dio». Poi Gesù sputò in terra, fece un po’ di fango e lo mise sugli occhi del cieco, dicendo: «Va’ a lavarti alla piscina di Siloe». Quello andò, si lavò e tornò indietro che ci vedeva. Allora i vicini di casa ed altre persone, che prima lo vedevano mendicare lungo la via, gli chiesero: «Come mai non sei più cieco?». Rispose: «Quell’uomo chiamato Gesù ha aperto i miei occhi alla luce». dal Vangelo di Giovanni 9, 1-11

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approfondimento In Palestina, al tempo di Gesù, gli ammalati e i disabili fisici erano considerati castigati da Dio per i peccati commessi. Per questo motivo venivano disprezzati ed emarginati, nessuno offriva loro un lavoro, quindi potevano solo mendicare. attività Inserisci le parole, elencate in fondo, negli appositi spazi. Il _ _ _ _ _ _ _ _ e il _ _ _ _ _ dalla nascita hanno in comune la _ _ _ _ _ _ _ in _ _ _ _. I _ _ _ _ _ _ _ _ non guariscono solo il _ _ _ _ _ ma anche lo _ _ _ _ _ _ _. cieco • spirito • fiducia • corpo • Gesù • lebbroso • miracoli

La figlia di Giàiro Venne, allora, il capo della sinagoga di nome Giàiro. Si gettò ai piedi di Gesù e gli disse: «Mia figlia sta morendo. Ha solo dodici anni. Vieni a porre la tua mano su di lei, affinché continui a vivere!». In quel momento giunse la notizia che la bambina era morta. Gesù allora rassicurò quel padre senza più speranza: «Non è morta. Dorme!». Arrivato poi alla casa di Giàiro, vide gente che piangeva e gridava. Gesù fece uscire tutti, si avvicinò con i genitori alla bambina, le prese una mano e disse: «Fanciulla, alzati!». Quella si alzò e chiese qualcosa da mangiare. dal Vangelo di Marco 5, 22-43

U.A. 2: Gesù vicino ad ogni uomo

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Il servo del centurione Gesù era a Cafarnao, città della Galilea, quando un centurione si avvicinò a lui e, con rispetto, quasi con timore, gli disse: «Signore, il mio servo fedele, a cui sono molto affezionato, giace in casa gravemente ammalato e sta per morire». Gesù gli rispose: «Verrò a casa tua e lo curerò». Ma il centurione aggiunse: «Signore, non sono degno che tu entri sotto il mio tetto. Di’ solo una parola e il mio servo sarà guarito». All’udire ciò, Gesù disse alla gente che lo seguiva: «Mai ho trovato una fede così grande». Poi, rivolto al centurione, aggiunse: «Va’ e sia fatto come tu vuoi». In quell’istante il servo fu guarito. dal Vangelo di Matteo 8, 5-13

approfondimento La Palestina era una provincia dell’Impero romano, per questa ragione c’era una presenza di soldati romani, non ben visti. Il centurione era un ufficiale romano, capo di circa cento soldati. Egli, con la sua autorità, avrebbe potuto pretendere non solo l’ascolto, ma anche l’obbedienza di Gesù. Invece, come hai letto nel brano, manifesta rispetto e assume un atteggiamento garbato: sembra riconoscere in Gesù un’autorevolezza mai conosciuta prima.

Per i paesi e le città andava, predicando la «buona novella». A chi sul capo egli poneva la mano, a chi dicea la sua Parola vera, cieco, ossesso, lebbroso, ecco era sano ed il dolore al suo passar non era. Moveva all’alba e si fermava a sera. A sera stanco il Figlio di Dio vivo, come lavoratore, era, ma pago; e si sedeva al tronco di un olivo guardando il cielo. da Giovanni Pascoli, Poesie, Sansoni

attività

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Rispondi a voce. Qual era l’atteggiamento degli abitanti della Palestina nei confronti dei Romani? La «BUONA NOTIZIA» di Gesù è annunciata per alcuni o per tutti, compresi gli stranieri? Che cosa insegna il gesto di Gesù ai cristiani di oggi? 2 Metti in relazione con linee colorate. Coloro che chiedono aiuto a Gesù

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in alcuni la fede, in altri soltanto stupore.

La fiducia in Gesù

hanno fiducia in lui.

Il miracolo suscita

permette di ottenere la guarigione.

U.A. 2: Gesù vicino ad ogni uomo


La moltiplicazione dei pani e dei pesci

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Il sole era tramontato e gli apostoli dissero a Gesù: «Maestro, congeda la folla, affinché vada nel paese vicino a procurarsi del cibo». Gesù rispose: «Non c’è bisogno. Date voi da mangiare alla gente». Ma essi: «Non abbiamo nulla! C’è solo un ragazzo che ha cinque pani e due pesci, ma soltanto gli uomini da sfamare sono quasi cinquemila». Gesù allora ordinò che tutti sedessero sull’erba. Si fece portare i pani e i pesci e, alzati gli occhi al cielo, li benedisse, poi li fece distribuire alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e con gli avanzi si riempirono dodici ceste. dal Vangelo di Luca 9, 12-16

Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci ci fa attività comprendere tre tipi di messaggi: Prova ad analizzare qualLa compassione di Gesù per gli uomini; che altro miracolo secondo lo schema proposto. di fronte alla fame degli altri, il pane basterà per tutti se sapremo condividerlo con amore; oltre alla fame fisica, ci sono nell’uomo tanti altri bisogni: la «fame» di amore, di amicizia, di giustizia, di pace… Per rispondere a questa fame, Gesù si offre come «pane vivo da condividere con tutti». Tutti i brani evangelici che abbiamo letto fino ad ora hanno una particolare struttura, che applichiamo a titolo di esempio al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci:

SITUAZIONE INIZIALE

NARRAZIONE

MESSAGGIO

Circa 5000 uomini avvertono il bisogno di mangiare

Gesù, con cinque pani d’orzo e due pesci, sfama la folla

GESÙ È IL MESSIA ATTESO E RICONOSCIUTO ATTRAVERSO IL MIRACOLO.

U.A. 2: Gesù vicino ad ogni uomo

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IL REGNO DI DIO È COME… attività

Gesù annunciava alle genti la buona notizia del Regno di Dio . dal Vangelo di Matteo 4, 23

Molti però si domandavano: «Che cos’è questo Regno di cui parla?». Allora Gesù, per far capire a tutti cos’era realmente il Regno di Dio, raccontò brevi e semplici parabole ricche di immagini e di paragoni.

1 Leggi le parabole, poi collega con delle frecce ogni parabola al suo giusto significato. 2 Con l’aiuto dei tuoi compagni, incolla su un cartellone fotografie di persone del passato e del presente impegnate a costruire il Regno di Dio.

Il Regno di Dio è simile a un po’ di lievito che una donna mescola nella farina, poi tutta la pasta lievita e cresce. dal Vangelo di Matteo 13, 33

Il Regno dei Cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo. Un uomo lo trova, lo nasconde di nuovo, poi vende tutti i suoi averi e compera quel campo. dal Vangelo di Matteo 13, 44

Il Regno di Dio è simile a un mercante di perle. Ne vede una di grande valore, allora vende tutto quel che ha e la compra.

L’insegnamento

Il Regno dei Cieli è il dono più grande: vale più di ogni altra cosa terrena.

Il Regno di Dio è già presente sulla Terra, ma è ancora in forma incompleta.

dal Vangelo di Matteo 13, 45-46

Il Regno dei Cieli è simile a un granello di senape seminato nel campo. Pur essendo piccolissimo, una volta cresciuto, diventa un albero e tra i suoi rami gli uccelli fanno i nidi. dal Vangelo di Matteo 13, 31-32

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U.A. 2: Gesù vicino ad ogni uomo

Il Regno di Dio, detto anche Regno dei Cieli, è la presenza viva, operante, amorosa di Dio nel mondo ed è fondato sulla pace, la giustizia, la fratellanza. Sta ad ogni uomo e donna farlo fiorire nei propri cuori, anche se costa sacrifici e rinunce.


Il Vangelo di Matteo (22, 11-14) ci racconta che il Regno di Dio è simile a un re che organizzò un banchetto di nozze e mandò molti inviti. Quando tutto fu pronto, mandò il suo servo a dire agli invitati: «Venite, è ora!». Ma tutti, chi per un motivo chi per un altro, cominciarono a scusarsi. HO COMPRATO UN CAMPO E DEVO AN DARE A VEDERLO . SCUSA .

VENITE , È ORA !

Classe

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HO PRESO MOGLIE .

HO COMPRATO CINQUE PAIA DI BUOI E VADO A PROVARLI CON L ’ ARATRO .

Al suo ritorno, il servo riferì al padrone l’accaduto. Il padrone, irritato, disse al servo: ESCI E CON DUCI QUI SUBITO POVERI , STORPI E CIECHI . NESSUNO DI COLORO CHE ERA STATO INVITATO ASSAGGERÀ LA CENA .

Il fatto Gli invitati a nozze rifiutano l’invito.

L’insegnamento La parola di Cristo è rivolta a tutti, senza distinzioni. Il banchetto rappresenta il Regno di Dio e colui che offre la cena è il Signore. Il Signore invita ogni uomo a costruire un Regno di pace e di giustizia: l’uomo è libero di accettare o rifiutare. A volte le ricchezze e gli impegni quotidiani allontanano la nostra attenzione dal messaggio di Gesù. U.A. 2: Gesù vicino ad ogni uomo

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Classe

GESÙ IN CROCE

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Gesù, che aveva camminato instancabilmente per

Tintoretto, Cristo davanti a Pilato.

tutte le strade della Galilea, curando i malati, i ciechi, i lebbrosi, e annunciando il Regno di Dio, venne messo in croce. Perché? L’accusa rivolta a Gesù era quella di essere un bestemmiatore. Egli, infatti, aveva affermato di essere il Figlio di Dio e, per i capi del tribunale ebraico, il Sinedrio, ciò significava andare contro la fede ebraica. Per gli Ebrei, infatti, Dio è uno e unico e non può avere figli. Essendo la Palestina dominata dai Romani, la condanna a morte poteva essere inflitta solo dall’autorità romana e, per questo, il Sinedrio mandò Gesù dal governatore romano perché lo condannasse. La condanna alla morte di croce era riservata ai malfattori, o ai ribelli politici.

I due malfattori intanto erano stati crocifissi con Gesù. Uno di loro, insultandolo, diceva: «Non sei tu il Messia? Salva te stesso e noi!». L’altro invece si mise a rimproverare il suo compagno e disse: «Tu che stai subendo la stessa condanna non hai proprio nessun timore di Dio? Per noi due è giusto scontare questo castigo per ciò che abbiamo fatto, lui invece non ha fatto nulla di male». Poi aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo regno». Gesù gli rispose: «Ti assicuro che oggi sarai con me in paradiso». dal Vangelo di Luca 23, 39-43

approfondimento Il Sinedrio, il più alto tribunale politico e religioso degli ebrei, al tempo di Gesù era composto da 71 uomini, esperti della legge giudaica. Questo tribunale comprendeva il Sommo Sacerdote, membri dei gruppi religiosi dei farisei e dei sadducei, e membri appartenenti a famiglie ricche e influenti.

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U.A. 2: Gesù vicino ad ogni uomo


CIELI E TERRA NUOVA

Classe

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Per i cristiani la morte in croce di Gesù non è il momento fina-

le della vicenda del Messia, che si è proclamato figlio di Dio. Infatti, dopo tre giorni dalla morte, Dio Padre risuscita il Figlio. La fede cristiana crede che Gesù è veramente risorto ed è presente in mezzo ai suoi discepoli, cioè nella Chiesa. Gesù risorto apre definitivamente agli uomini le «porte» del suo Regno. Con la risurrezione di Gesù inizia il tempo della Chiesa. I cristiani credono che un giorno Gesù ritornerà e, come lui, tutti gli uomini risorgeranno alla vita senza fine con Dio. Le assemblee domenicali esprimono questa speranza con il canto che segue:

Cieli e terra nuova il Signor darà, in cui la giustizia sempre abiterà Tu sei il Figlio di Dio e dai la libertà; il tuo giudizio finale sarà la carità. Il suo è regno di vita, di amore e di verità; di pace e di giustizia, di gloria e di santità. Cieli e terra nuova il Signor darà, in cui la giustizia sempre abiterà.

Lettura dell’immagine

1

Osserva con attenzione l’opera d’arte qui riprodotta. Rispondi con l’aiuto dell’insegnante. • Che cosa tiene in mano Gesù? • Chi sono le persone raffigurate nel dipinto? • Quali sentimenti ti suscita quest’opera d’arte?

Andrea Mantegna, Risurrezione.

U.A. 2: Gesù vicino ad ogni uomo

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DOSSI E

R

LA

FIGURA DI

CRISTO

C CRISTO NELLA LETTERATURA con la sua vita e le sue opere, fa anche parte della nostra cultura. Infatti sono molti R Gesù, i riferimenti sul Messia inviato da Dio che si trovano nella letteratura e nella musica, nel I cinema e nella pittura. Ecco alcuni esempi. S VIGORE E FASCINO DI GESÙ Di Gesù non si parla normalmente tra le persone. T Ci si laurea in storia senza aver neppure sfiorato il problema dell’esistenza dell’oscuro falegname O ebreo che ha spezzato la storia in due: prima di Cristo, dopo Cristo. Ci si laurea in lettere antiche sapendo tutto del mito greco-romano, studiato sui testi originali. Senza aver però mai accostato le parole greche del Nuovo Testamento. È singolare: la misura del tempo finisce con Gesù e da lui riparte. Eppure egli sembra nascosto. O lo si trascura o lo si dà per già noto. Sembra dunque che nessuno si occupi del problema di Gesù. Ma non è vero. Nel solo secolo XIX, a lui sono stati dedicati circa 62 mila volumi. Alla Biblioteca Nazionale di Parigi, specchio della cultura occidentale, la sua «voce» è seconda per numero di schede. La prima, significativamente, è «Dieu». Vittorio Messori, Ipotesi su Gesù, SEI, Torino

IL

SUO NOME È

GESÙ

Gesù, Figlio di Dio e Dio, ti vedo nel filo d’erba, nelle gemme dei fiori, negli occhi dei bambini, nel sorriso dell’amicizia. Mio Gesù, l’uomo cerca di allontanarti dal mondo per prendere il tuo posto: terribile follìa, morte di ogni speranza… Quando ti sento vicino il tuo cielo è con me. Paul Contras, Poesie, Nuova Età

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D SIGNORE…

OS

SIER

attività

Noi non abbiamo campi e palazzi da vendere per mettere il ricavato in comune. Ma noi abbiamo il tempo e la fantasia. Abbiamo l’allegria di Remigio e la serietà di Giovanni. Patrizia sa disegnare, Simona sa cantare e Robi strimpella la chitarra. Elisa e Giorgetto hanno sempre nuove idee. È poco, Signore? Sì, non è tanto, però lo mettiamo in comune. Signore, noi non stiamo a Gerusalemme né a Nazaret, non stiamo laggiù. Siamo qui. Qui dobbiamo inventare una unione fraterna che faccia esclamare come vuole Gesù: «Guardate come si vogliono bene!».

1

Inventa una poesia in rima sulla figura di Cristo. 2 Riproduci sul quaderno un’opera d’arte, con la tecnica che più ti piace.

C R I S T O

I ragazzi dell’oratorio Don Bosco, Bologna

CRISTO

NON HA MANI…

Cristo non ha mani ha soltanto le nostre mani per compiere le sue opere oggi. Cristo non ha piedi ha soltanto i nostri piedi per guidare gli uomini sui suoi sentieri. Cristo non ha labbra ha soltanto le nostre labbra per raccontare di sé alle genti. Cristo non ha mezzi ha soltanto il nostro aiuto per condurre a sé ogni persona. E allora il mondo potrà sorridere. Anonimo del XV secolo (adatt.)

VIENI

SIGNORE

GESÙ

Vieni, vieni, vieni, Signore vieni da qualunque parte del cielo o dagli abissi della Terra o dalle profondità di noi stessi (ciò non importa) ma vieni! Allora tutto si riaccenderà alla tua luce non ci sarà più lutto né grido di dolore. Allora canteremo allora ameremo allora allora… David Maria Turoldo

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R DOSSI E CRISTO

C R I S T O

NELLA MUSICA

Spesso i cristiani esprimono i loro sentimenti per Cristo attraverso il canto perché a volte le parole non bastano. Attraverso le melodie si trasmette la gioia o la tristezza che giunge dritta al cuore. Un tempo non tutte le persone sapevano leggere e, quindi, non conoscevano la Bibbia, ma con il canto sacro potevano apprendere momenti importanti dell’opera di Cristo.

CRISTO

NEL CINEMA

Molti registi hanno realizzato film che raccontano la vita di Gesù, ed anche episodi narrati nella Sacra Scrittura. Ma non sempre le vicende di Gesù vengono raccontate esattamente come nel Vangelo; a volte i costumi, le ambientazioni e i dialoghi non corrispondono all’epoca alla quale si riferiscono, perché il regista ha voluto «ambientare» la vita di Gesù ai giorni nostri. Ciò che è importante è cogliere il messaggio del film e confrontarlo con quello che emerge dai Vangeli. Franco Zeffirelli, Gesù di Nazaret, 1977.

CRISTO

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NELLA PITTURA

Dio ha fatto conoscere il suo volto attraverso Gesù che è stato un uomo in carne e ossa e al tempo stesso Dio. Nel Vangelo non c’è una descrizione dell’aspetto di Gesù, inoltre in Palestina, a quell’epoca, non si usava rappresentare la figura umana. Certamente si può dire che è improbabile che Gesù abbia avuto gli occhi azzurri e sia stato biondo, come a volte viene raffigurato, visto che è vissuto in un territorio dove la gente ha la carnagione olivastra, occhi e capelli scuri. A partire dal IV secolo, si assiste a una ricca produzione artistica di volti di Cristo che alimentò lo spirito religioso del popolo.


UNO SPIRITO NUOVO

Classe

PER UN MONDO NUOVO

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Gerusalemme: festa di Pentecoste. Nel cenacolo sono riuniti a pregare gli Apostoli con Maria, la madre di Gesù, e altri discepoli: hanno paura che i capi del popolo ebraico li uccidano come hanno fatto con il loro Maestro.

All’improvviso un rombo, come di forte vento, e lingue di fuoco che si posano su ciascuno di loro. Discende su loro lo Spirito Santo che li riempie di sapienza e forza per annunciare la Parola di Dio. Intanto, a causa del rombo e del forte vento, intorno alla casa dove stanno gli Apostoli, si è radunata una gran folla. Assiste perciò all’evento gente venuta da nazioni lontane per la festa di Pentecoste. Gli Apostoli escono dalla casa e Pietro dice:

Simbolo dello Spirito Santo, Basilica di San Pietro, Roma

Dio ha fatto risorgere Gesù, e noi ne siamo testimoni. Egli ci ha donato lo Spirito, come avete veduto e udito… Cambiate vita e ognuno si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo risorto. Riceverete il perdono dei peccati e il dono dello Spirito Santo. da Atti, cap. 2

Ognuno sente Pietro e gli altri Apostoli parlare nella propria lingua e alle loro parole molte persone si convertono, si fanno battezzare e si uniscono ai credenti in Gesù. Gli Apostoli, con coraggio e colmi di fede, iniziano a far conoscere il Vangelo a tutti. Ha così inizio la missione della Chiesa, da Gerusalemme fino agli estremi confini della terra.

Una comunità universale Nella comunità Chiesa entrarono a far parte non solo ebrei, ma chiunque si impegnava a vivere il Vangelo e a ricevere il Battesimo. Fu proprio Pietro, capo degli Apostoli, che iniziò ad annunciare la Parola di Gesù a tutte le genti. Egli, invitato nella casa del centurione romano Cornelio, affermò:

Beato Angelico, Pietro annuncia il Vangelo alle genti.

Dio ama ogni persona che crede in lui e vive secondo la sua volontà, senza guardare al popolo al quale appartiene. Egli è il Signore di tutti gli uomini. da Atti, cap. 10, 35

Unità di Apprendimento 3: La Chiesa nel corso della storia

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Classe

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LA NOVITÀ DEL CRISTIANESIMO DELLE ORIGINI le parole

G À L A T I : gli abitanti della Galazia, regione della Turchia centrale.

A

« ll’inizio i cristiani erano come un piccolo gregge in mezzo ai popoli della terra. Oggi sono moltissimi. Lo Spirito di Dio li chiama da tutte le nazioni e suscita in loro l’amore verso Gesù e il prossimo» da Venite con me

attività Secondo te in che cosa si differenziava la vita dei primi cristiani da quella degli uomini d’oggi?

La «buona notizia» annunciata dagli apostoli e dai discepoli di Gesù stupiva e sconvolgeva le persone che non la conoscevano. La novità del messaggio di Gesù invitava a gesti concreti come: la condivisione, il perdono, la fratellanza, l’accoglienza… Non era facile accettare il nuovo stile di vita. Paolo di Tarso cercò di offrire indicazioni alle giovani comunità con delle lettere e diversi viaggi. Così scrisse ai G À L A T I : Non c’è più giudeo né greco, né schiavo né libero, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù da Galati 3, 28

SIAMO MOLTO POVERI . I NOSTRI FRATELLI IN GESÙ CI AIUTERANNO .

I messaggi di Paolo venivano accolti dalle comunità cristiane, ma difficilmente erano seguiti da coloro che non credevano in Cristo. Mettere in pratica, nell’Impero Romano, una simile affermazione avrebbe stravolto l’ordine politico ed economico di tutto lo Stato. Non più schiavi né popoli sottomessi… Chi allora avrebbe eseguito i servizi e i lavori senza remunerazione? I primi cristiani, per rispondere all’invito di Gesù: «Ama il prossimo tuo come te stesso», seppero trovare i mezzi necessari per soccorrere i poveri, gli ammalati, gli anziani soli e bisognosi… … tenevano in comune ogni cosa; chi aveva dei beni li vendeva e ne faceva parte ai fratelli bisognosi.

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da Atti 2, 44

U.A. 3: La Chiesa nel corso della storia

ECCO QUA UN CARRETTO CON PANE , CARNE E FRUTTA DA DONARE

HO VEN DUTO UN MIO TERRENO . CON IL RICAVATO COSTRUIRÒ UNA CASETTA PER I SENZATETTO .


PERSECUZIONI E MARTIRI Diffondere il messaggio evangelico all’interno dell’Im-

pero Romano divenne sempre più difficile. I cristiani erano accusati di essere cittadini ribelli e sleali verso l’Impero, infatti: non riconoscevano la divinità dell’imperatore; predicavano l’uguaglianza di tutti gli uomini; L’ostilità si trasformò ben presto in odio. Contro i cristiani vennero messe in atto vere e proprie persecuzioni. Molti furono però fedeli all’insegnamento di Gesù fino al MARTIRIO . Tra il 64 e il 68 d.C., l’imperatore Nerone fu il primo ad iniziare le persecuzioni. La più violenta e crudele fu quella di Diocleziano nel 304 d.C. contro tutti coloro che non consideravano l’imperatore come un dio. Nonostante le violenze, i cristiani trovarono nel Vangelo la forza e il sostegno per continuare a diffondere il messaggio di Gesù.

Classe

4

le parole M A R T I R I O : parola di origine greca che significa: «testimonianza». Martire è colui che testimonia con coraggio e con fermezza la propria fede, anche a costo della propria vita.

attività

1 Scrivi nel quadratino V se l’affermazione è vera o F se è falsa. I cristiani consideravano l’imperatore come un dio; I cristiani erano contrari ai combattimenti dei gladiatori; L’imperatore Nerone proteggeva i cristiani; Diocleziano perseguitò con violenza le persone che credevano in Cristo; Il martire testimonia la propria fede a costo della propria vita.

2 Rispondi alle domande parlandone con l’insegnante. – Perché i cristiani erano considerati ribelli dai Romani? – Cosa non accettavano nell’impero e perché? – I cristiani sono ancora perseguitati oggi? – Cosa pensi di coloro che sono pronti a sacrificare la propria vita per la loro fede?

U.A. 3: La Chiesa nel corso della storia

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Classe

I SIMBOLI CRISTIANI

4 le parole

C A T A C O M B E : complesso di gallerie scavate nel tufo, situate generalmente fuori dalle città. In origine le catacombe servivano solo come cimiteri.

I cristiani, a partire dal III secolo d.C., si rifugiarono nelle

per seppellire i morti, celebrare i loro riti e sfuggire ai persecutori. Le catacombe si intrecciavano nel sottosuolo come un labirinto: erano interrotte da piccole sale, dette «cripte»; nelle pareti venivano scavate delle nicchie, decorate con simboli cristiani, dove venivano seppelliti i morti. La prima espressione di arte cristiana, sotto forma di pittura, si trova prevalentemente nelle catacombe. Infatti, a quel tempo pochi sapevano leggere, e l’uso di simboli permetteva di esprimere, attraverso il linguaggio delle immagini, comprensibile a tutti, i valori insegnati da Gesù e posti alla base dell’insegnamento cristiano. CATACOMBE

agnello: simboleggia Gesù che si è sacrificato innocente per salvare l’umanità.

buon pastore: indica Gesù che si prende cura del suo popolo. pesce: in greco questa parola corrisponde alle iniziali della frase: Gesù Cristo figlio di Dio, Salvatore. attività Collega ogni simbolo al nome corrispondente.

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U.A. 3: La Chiesa nel corso della storia

croce: ricorda Cristo, morto crocifisso per salvare l’umanità.

ancora: simbolo di speranza.

nave: simboleggia la Chiesa di Cristo.

monogramma: formato dalle prime due lettere della parola Cristo in greco, X e P. alfa e omega: sono la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco: ricordano che tutto inizia e finisce in Cristo.


LIBERTÀ AI CRISTIANI

Classe

4

I cristiani, pur sottoposti per tre secoli a feroci

persecuzioni, si moltiplicarono in quasi tutte le parti del mondo allora conosciuto. Infatti molte persone, vedendoli, pur imprigionati e torturati, morire serenamente, vollero conoscere l’insegnamento di Gesù che dava loro così tanta forza e coraggio. Capirono la verità della Parola di Gesù e divennero a loro volta cristiani. Un episodio narra che il pagano imperatore Costantino vide in sogno una croce luminosa con una scritta: «Con questo segno vincerai». L’imperatore, molto preoccupato per una battaglia che doveva sostenere, volle come vessillo del suo esercito la croce, perché nulla andasse intentato per riuscire vincitore in quella battaglia. Ottenuta la sospirata vittoria Costantino, nel 313 d.C., emanò una legge: l’E D I T T O di Milano, che permetteva ai sudditi dell’impero di professare qualunque religione. Finalmente i cristiani potevano riunirsi liberamente. La massiccia presenza di cristiani nel mondo romano avviò numerosi cambiamenti:

Piero della Francesca, La battaglia di Costantino.

ci fu una maggiore attenzione verso i poveri, i malati, i bisognosi…; si cominciarono ad abolire la schiavitù e i giochi sanguinari del circo; le parole

migliorarono le condizioni di vita dei lavoratori; cessarono i sacrifici pagani; la domenica fu riconosciuta come giorno festivo e di riposo per tutti.

E D I T T O : ordine dato da un’autorità pubblica.

I cristiani iniziarono a costruire luoghi d’incontro, le basiliche, per la preghiera e la celebrazione dei sacramenti. Nel 380 d.C. l’imperatore Teodosio dichiarò il cristianesimo religione di Stato, cioè l’unica religione ammessa e riconosciuta nell’Impero Romano.

approfondimento Le basiliche presso i Romani erano edifici pubblici usati per il mercato e per amministrare la giustizia. Solo dal IV secolo i cristiani iniziarono ad usarle e a costruirle come luogo per riunire l’assemblea dei fedeli. Avevano pianta rettangolare come il modello delle basiliche romane.

U.A. 3: La Chiesa nel corso della storia

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Classe

4

I PADRI DELLA CHIESA

I Padri della Chiesa sono stati degli importanti scrittori che hanno difeso il cristianesimo

da coloro che volevano mettere in discussione o non riconoscere le verità della fede rivelate da Gesù, Figlio di Dio. Furono uomini di grande cultura che dettero un grosso contributo alla crescita del popolo cristiano tramite l’insegnamento e una vita esemplare. I Padri della Chiesa sono numerosi. Te ne presentiamo due. Sant’Agostino (354-430) nacque a Tagaste, nell’attuale Algeria. Da giovane aveva un carattere ribelle, nonostante l’insegnamento religioso della madre Monica. Frequentò, con ottimi risultati, l’importante centro di studi di Cartagine. Venne poi in Italia e insegnò a Roma e a Milano. Non aveva fede in Dio però, pur conducendo una vita non proprio esemplare, il suo animo era in lotta tra il bene e il male. Un giorno, mentre si trovava seduto in giardino, udì la voce di un bambino che gli diceva: «Prendi e leggi». Afferrò a caso un libro e cominciò a leggere: era la lettera di san Paolo ai Romani. Fu come folgorato. Si convertì e ricevette il battesimo. Divenne poi sacerdote e successivamente vescovo. Combatté le dottrine che non seguivano fedelmente le verità della fede cristiana e scrisse numerosi libri anche oggi letti e meditati. Miniatura da manoscritto greco, Eremiti.

Sandro Botticelli, Sant’Agostino nello studio.

Basilio il Grande (330-379) nacque a Cesarèa, nell’attuale Turchia, da una famiglia cristiana. A ventisette anni, grazie alla sua intelligenza e alla facilità nel parlare, divenne insegnante. Poi lasciò l’insegnamento per avere modo di conoscere quei numerosi cristiani che vivevano come E R E M I T I nelle grotte dei monti o nel lontano e sconfinato deserto. Al ritorno, volle anche lui vivere pregando e rinunciando alle cose del mondo. Molti seguirono il suo esempio. Poi un amico gli fece comprendere l’importanza dello «stare insieme» dicendo: Pregare regolarmente; «Gesù ha insegnato ad amarci e ad aiutarci. Se vivremo aiutare i poveri e i malati; da soli, chi potremo aiutare?». studiare la Bibbia; al ta le parole Allora Basilio scrisse una mangiare una sola vol e; dur ver e ua giorno, pane, acq «regola» per condurre una vita E R E M I T A : persona che si rie te not zza me a dormire fino giusta e santa che diede origi- tira in un luogo solitario a e. gar pre e rsi poi alza ne alle prime comunità mona- pregare, a meditare e a fa(dalla Regola di Basilio) stiche. re penitenza.

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U.A. 3: La Chiesa nel corso della storia


IL MONACHESIMO

Classe

Con

gli Editti di Costantino e di Teodosio, il cristianesimo ricevette numerosi privilegi. Lo spirito delle prime comunità cristiane andava a poco a poco perdendosi: uomini potenti si convertivano al cristianesimo più per imitare le scelte dell’imperatore che per convinzioni personali, mentre alcuni membri della Chiesa cedevano alla tentazione del potere e della ricchezza, allontanandosi dal messaggio di Gesù. Molti credenti, allora, decisero di vivere in solitudine e in preghiera, per ristabilire un rapporto autentico con Dio, secondo il messaggio di Gesù. Nacque così il fenomeno del monachesimo, che si sviluppò inizialmente intorno all’anno 300 d.C. in Egitto. I M O N A C I seguivano regole rigide di comportamento e vivevano una vita semplice e povera: una tunica come abito, un po’ di paglia e una coperta per dormire e pasti frugali (mai più di due al giorno). Altro elemento fondamentale era l’esercizio del silenzio che consentiva loro di instaurare un rapporto profondo con Dio nella preghiera.

4

le parole M O N A C O : dal greco monos, che significa «solo».

attività

1

Rispondi: – Perché si diffuse il monachesimo? 2 Sottolinea gli aggettivi che meglio descrivono le caratteristiche di un monaco: silenzioso, litigioso, premuroso, violento, povero, arrogante, umile, caritatevole, disonesto, altruista, mite.

Nel 320 d.C. un monaco eremita di nome Pacomio, che viveva nel deserto egiziano, fondò il primo monastero. Era l’inizio di una vita comune con i fratelli, basata sull’amore per il prossimo. I monasteri erano anche luoghi di rifugio e ospitalità: infatti, a chiunque bussasse alle sue porte, erano assicurati pasti caldi e cure mediche. IL MONACHESIMO: UNA VITA SPESA PER LODARE DIO.

Monaco che scrive su una tavoletta, miniatura del XII secolo.

U.A. 3: La Chiesa nel corso della storia

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Classe

4

Benedetto da Norcia

San Benedetto insieme ad altri monaci, Sacro Speco di Subiaco.

le parole M A L C O S T U M E : comportamento contrario alla buona educazione.

L’esponente principale del monachesimo occidentale fu sicuramente san Benedetto. Nato a Norcia nel 480 d.C., dopo un periodo trascorso a Roma per completare gli studi, rimase deluso dal M A L C O S T U M E che vi regnava e decise di abbandonare la città per ritirarsi su di un monte deserto nei pressi di Subiaco, nel Lazio. Benedetto visse per alcuni anni in una caverna di questo monte, senza incontrare nessuno, dedicandosi esclusivamente alla preghiera e alla meditazione. La sua presenza, però, venne notata da alcuni pastori: la notizia della sua esistenza cominciò a diffondersi e molti vennero per conoscerlo e per imitarlo. Poiché molti giovani desideravano vivere come lui, Benedetto li accolse e fece edificare un grande monastero a Montecassino, nei pressi di Frosinone. Qui formò la sua prima comunità di monaci che furono in seguito chiamati Benedettini. Benedetto morì a Montecassino nel 547 circa.

Un monastero benedettino Stalle Abbazia Cimitero Dormitorio

Portineria

attività Foresteria Rispondi. – Sei mai stato in un monastero? – Nella tua città o regione ce ne sono?

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Ospedale Biblioteca

Cucina

Distilleria per liquori d’erbe

Refettorio

A Montecassino, Benedetto scrisse la sua Regola monastica, cioè un insieme di norme che presto si diffusero presso tutti i monaci occidentali. Il suo motto era Ora et labora, che significa «prega e lavora». Con questa formula san Benedetto voleva indicare la necessità di incontrare Dio sia nella preghiera sia nel lavoro. U.A. 3: La Chiesa nel corso della storia


La vita quotidiana dei Benedettini era, infatti, scandita dalla preghiera e dal lavoro. Ognuno doveva rendersi utile alla comunità: c’era chi coltivava i campi, chi piantava ulivi e viti, chi bonificava i terreni paludosi, chi raccoglieva le provviste che, nei tempi di carestia, venivano distribuite ai poveri.

La giornata tipo di un monaco benedettino

Ore 5: recita del «mattutino» (preghiere e canti al Signore).

Classe

approfondimento Alcuni monaci furono chiamati amanuensi perché si dedicavano a ricopiare «a mano» testi sacri, abbellendo le lettere iniziali di ogni capitolo con piccole e meravigliose decorazioni, dette miniature perché vi abbondava il «rosso minio».

4

Ore 9: dopo la Messa celebrata dall’abate e dopo la colazione, iniziano le numerose attività dei monaci.

Miniatura medievale

Ore 12: momento di preghiera e pranzo consumato in silenzio.

Dalle 14 alle 19: dopo un breve riposo nelle celle (piccole camere), si riprende il lavoro fino al tramonto del sole. Poi in chiesa per la recita del «vespro». Ore 21: dopo la cena, recita della «compieta», ultima preghiera della giornata e poi ciascun monaco si ritirava nella propria cella.

I Benedettini fondarono, all’interno dei loro conventi, scuole per istruire i giovani o per insegnare loro un mestiere. Oltre alla biblioteca, infatti, i monasteri ospitavano laboratori per fabbri, falegnami, calzolai… Nel 1964 papa Paolo VI ha proclamato Benedetto da Norcia P A T R O N O d’Europa.

Grazie all’impegno e alla pazienza dei monaci, molte opere degli antichi scrittori greci e romani si salvarono dalle distruzioni causate dalle invasioni barbariche.

attività

1 Illustra sul quaderno una tua giornata tipo con alcune vignette. 2 Ricerca notizie sulle più famose abbazie che sorgono in Europa. le parole P A T R O N O : santo protettore.

U.A. 3: La Chiesa nel corso della storia

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Classe

4

«CHE SIANO UNA COSA SOLA…»

Più volte Gesù raccomandò ai suoi discepoli di

vivere in concordia e unità. Anche san Paolo, di fronte a litigi sorti fra gruppi di cristiani della Grecia, li esortò «a essere sempre in perfetta unione di fede e di pensiero». Purtroppo la sua parola non fu ascoltata da tutti.

IMPERO ROMANO D’OCCIDENTE

Ravenna

IMPERO ROMANO D’ORIENTE

Costantinopoli

I fratelli cristiani ortodossi Verso la fine del 400 d.C., l’Impero Romano fu diviso in due parti: l’Impero d’Oriente con capitale Costantinopoli (oggi Istanbul) e Impero d’Occidente con capitale Milano e poi Ravenna. Con il passare degli anni, fra i cristiani d’Oriente e quelli d’Occidente, sorsero delle controversie: non riuscirono a capire che si può essere veri credenti pur seguendo tradizioni e culture diverse, ma rimanendo uniti nella comune fede in Gesù e nella sua Parola. Nel 1054 si ebbe una definitiva rottura (scisma) e la Chiesa cristiana si divise in due grandi comunità: cattolica e ortodossa. Sebbene la fede sia la stessa, vi sono però alcune diversità.

IN

IN

COMUNE

La fede si fonda su Cristo risorto, vero Dio e vero uomo. I sacramenti sono gli stessi. La venerazione a Maria è la stessa.

CONTRASTO

La Chiesa ortodossa non riconosce il primato del Papa di Roma. Non riconosce l’Immacolata concezione di Maria, ma ha per lei grande venerazione.

Il popolo ortodosso è suddiviso in varie Chiese nazionali tra loro indipendenti, ognuna guidata da un patriarca. Nutre una particolare venerazione per la Madonna e ama raffigurarla su tavole di legno chiamate icone. Oggi le comunità ortodosse sono diffuse soprattutto nell’Europa dell’Est, in Medio Oriente e in alcune zone dell’Africa.

Le icone: immagini della fede Un tempo Dio non poteva in alcun modo essere rappresentato. Ma ora che si è fatto vedere nella carne e ha vissuto tra gli uomini, posso fare una immagine di ciò che ho visto. San Giovanni Damasceno

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Angelos, Cristo in trono.

Con la venuta di Gesù, «Dio si è fatto uomo per la nostra salvezza», ed è possibile rappresentare e contemplare il volto umano di Dio. Questo è il principio dell’icona e delle immagini sacre.

Unità di Apprendimento 4: I fratelli cristiani separati


Classe

La Chiesa, verso la fine del VII secolo, ha affermato che l’icona è un’espressione della fede e dell’identità cristiana. Così è nato l’uso, molto vivo in Oriente, di rappresentare le immagini sacre.

4

Il linguaggio dell’icona I temi raffigurati nelle icone sono soprattutto: Gesù, Maria, gli evangelisti, i santi… I materiali usati hanno un loro preciso significato: il legno della tavola dell’icona, sulla quale è eseguito il dipinto, ricorda il legno della croce, simbolo del sacrificio di Gesù per tutti noi; i colori adoperati nell’eseguire il dipinto vogliono richiamare, nel loro insieme, la storia della salvezza.

La luce, nel paesaggio e nei personaggi, sembra provenire dall’interno e non dal sole.

Le stelle, ad esempio attorno al capo di Maria, indicano la santità.

Theophanes Bathas da Creta, Trasfigurazione.

L’azzurro, sottolinea la divinità del soggetto. Il rosso: la passione, l’amore e la regalità divina.

Il bianco: purezza, semplicità e Paradiso.

Il verde: la natura e la giovinezza.

Il nero: l’assenza della vita. L’oro, principale fonte di luce, richiama lo splendore e la gloria del Regno di Dio. Sempre dorate sono le aureole segno della santità.

attività Osserva l’immagine dell’icona qui riportata e prova a spiegare il significato dei colori utilizzati

U.A. 4: I fratelli cristiani separati

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Classe

LA RIFORMA PROTESTANTE

4

Nella prima metà del 1500 si verificò nella Chiesa una

attività Completa lo schema riguardante la nascita delle Chiese separate dalla Chiesa cattolica.

GESÙ PIETRO

Chiesa ..........

GIOVANNI PAOLO II

1054

1517 Luterani Calvinisti Battisti 1534 Enrico VIII Chiesa ..........

Chiesa ..........

Chiesa ..........

Martin Lutero

profonda spaccatura (divisione). All’origine di questa divisione c’è un monaco tedesco di nome Martin Lutero. Da tempo egli criticava il comportamento di alcuni uomini di Chiesa che erano più impegnati ad accumulare ricchezze e potere che ad annunciare il Vangelo. L’episodio che portò alla definitiva rottura fra Lutero e la Chiesa di Roma, fu la vendita delle I N D U L G E N Z E facilmente concesse in cambio di denaro. Lutero, indignato, diceva: «Dio non ha bisogno dei nostri soldi per amarci». Il movimento di Lutero prese il nome di Protestantesimo, o Riforma protestante, e si diffuse principalmente nel Centro e nel Nord Europa. I princìpi fondamentali della Riforma protestante furono: Il papa è solo il vescovo di Roma. La salvezza dell’uomo dipende solo dalla fede in Cristo e non dalle opere dell’uomo. Ogni fedele può comprendere da solo l’insegnamento della Bibbia senza bisogno dell’interpretazione del papa, dei vescovi, dei sacerdoti. Il primato attribuito dai cristiani protestanti alla Bibbia ha favorito la sua diffusione, lettura e studio. L’Eucaristia è il ricordo dell’«Ultima cena»: in essa Gesù si rende presente nel segno del pane e del vino ma questa presenza dura soltanto nel tempo della celebrazione. L’uomo deve confessare i propri peccati direttamente a Dio. La devozione a Maria e ai santi allontana dall’attenzione verso Cristo. Nel 1534 anche i cristiani inglesi si separarono dalla Chiesa cattolica e il re, Enrico VIII, si dichiarò capo della Chiesa anglicana inglese. le parole

Enrico VIII

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I N D U L G E N Z A : è la remissione della pena dovuta per i peccati già perdonati; si ottiene attraverso alcuni segni: pellegrinaggio, preghiera, elemosina... U.A. 4: I fratelli cristiani separati


IL CONCILIO DI TRENTO Davanti

a divisioni e contestazioni molti uomini di Chiesa sentirono l’esigenza di un rinnovamento profondo. Nel 1545 papa Paolo III convocò, nella città di Trento, un CONCILIO . Il Concilio durò per molti anni e prese importanti decisioni per rinnovare l’organizzazione della Chiesa e la vita dei cristiani. Vennero stabilite regole più precise riguardo alla vita del CLERO e istituiti i seminari per la formazione dei futuri sacerdoti. Fu redatto il primo Catechismo, cioè una sintesi delle principali verità della dottrina cattolica. Furono aperti oratori e scuole per l’educazione dei ragazzi. Tra i più noti, gli oratori di san Filippo Neri, centri di formazione e di svago. Nacquero nuovi Ordini religiosi che si dedicarono alle opere di carità. Fra questi ricordiamo l’Ordine dei Fatebenefratelli, fondato da San Giovanni di Dio per aiutare gli infermi e i poveri.

Classe

4

le parole C O N C I L I O : riunione di tutti i vescovi per discutere, insieme al papa, della fede e della vita della Chiesa. C L E R O : insieme di sacerdoti, diaconi, vescovi della Chiesa cattolica.

attività Segna nei quadratini V (vero) o F (falso). Ignazio di Loyola favorì la diffusione del cristianesimo. I Gesuiti e i Fatebenefratelli sono due Ordini religiosi. Il Concilio di Trento favorì l’unione tra cattolici e ortodossi. I seminari sono luoghi di accoglienza per i poveri.

Fu dato nuovo impulso alla vita missionaria. I Gesuiti, fondati da sant’Ignazio di Loyola, si impegnarono nella difesa e nella diffusione della fede cattolica nel mondo. U.A. 4: I fratelli cristiani separati

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Classe

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IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II le parole

E C U M E N I C O : parola di origine greca. Significa «universale», cioè relativo a tutta la terra.

attività Rispondi. – Chi convocò il Concilio Ecumenico Vaticano II? Chi lo concluse? – «Cercare quello che ci unisce» è l’invito del Concilio Vaticano II. Ciò è ancora valido? Perché?

approfondimento Un noto esempio del movimento ecumenico è dato da fratel Roger Schutz. Egli ha fondato a Taizé (paesino francese) un convento che accoglie monaci cattolici, protestanti, ortodossi. Oggi è diventato punto d’incontro di migliaia di giovani di confessioni cristiane diverse che, assieme ai monaci, cercano di ritrovare, con la preghiera e il dialogo, l’unità della Chiesa.

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Padre, conserva uniti a te quelli che mi hai affidato, affinché siano una cosa sola. Giovanni 17, 21

Fin dall’inizio del 1900 alcuni uomini di Chiesa hanno cercato di ristabilire fra i cristiani l’unità della Chiesa primitiva. Sorse infatti, prima nel mondo protestante, successivamente in quello cattolico, un movimento chiamato E C U M E N I C O e che ebbe una spinta decisiva con il Concilio Ecumenico Vaticano II, promosso e voluto nel 1962 dal papa Giovanni XXIII e concluso poi dal suo successore Papa Paolo VI.

Il Concilio promosse e volle una nuova stagione di dialogo fra tutti i cristiani, ricordando la comune fede in Cristo e il reciproco desiderio di pace. Per ribadire questa volontà, nel 1964 papa Paolo VI si recò in Palestina, la terra di Gesù, e incontrò il patriarca dei cristiani d’Oriente, Atenagora. Era la prima volta che ciò accadeva. Dopo un fraterno abbraccio, pregarono insieme per l’unità dei cristiani. Da allora non sono mancati gesti di comunione tra i «fratelli separati» e incontri tra esponenti delle varie Chiese. I viaggi in tutti i continenti di papa Giovanni Paolo II sono un concreto esempio di questo nuovo «crescere insieme».

U.A. 4: I fratelli cristiani separati


NATALE

D

NELLA LETTERATURA

OS

SIER

Numerosi poeti e scrittori si sono ispirati, nelle loro opere, alla ricorrenza del Natale, ricordando il mistero di Dio che, per amore, si è fatto uomo per gli uomini. Ti presentiamo, qui di seguito, alcuni componimenti.

PACE

SULLA

TERRA

E un canto invase allora i cieli: «Pace sopra la terra!». E i fuochi quasi spenti arsero e desta scintillò la brace. Già pronti erano in piedi i pastori e un angelo era tra loro, con le braccia stese, e diceva: «Sia gioia! Scese Dio sulla terra». Mossero: e Betlemme, sotto l’osanna dei cieli, dormiva. E videro, ecco una capanna… Ai pastori l’accennò col dito un angelo: una stalla umile e nera donde gemeva un filo di vagìto Giovanni Pascoli, Poesie, Sansoni

HO

N A T A L E

NEL CUORE UN PRESEPE

Ho nel cuore un presepe con solo un vagìto di Bambino, e tante pupille di volti africani, cinesi ed indiani. Un presepe da nulla: una culla, un Bimbo sconsolato e un pellerossa a lato che lo scalda con il fiato… E il Bambino Gesù non piange più. M. Riccò, Orizzonti, EMI

IL

PIÙ POVERO DEI POVERI

Gesù venne al mondo nella povertà. Per mamma ebbe la più povera delle mamme. Come padre in terra, volle un falegname. Nasce a Betlemme, fuori casa, senza casa; una stalla al posto della casa; una greppia al posto della culla. L’adorarono poveri pastori; fugge davanti al crudele Erode e accetta l’esilio come fa il povero. Poi torna a Nazareth. Vive con i poveri del paese; veste come un povero; lavora come un povero. Poveri sono i suoi apostoli; povere sono le turbe che lo ascoltano. Condannato alla morte dei poveri, muore sulla croce; il più povero di tutti i poveri che il mondo abbia visto. Primo Mazzolari, Il Vangelo dei poveri, La Locusta

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DOSSI E

R

N A T A L E A GESÙ

C’ERA

BAMBINO

La notte è scesa e brilla la cometa che ha segnato il cammino. Sono davanti a Te, Santo Bambino! Tu, Re dell’universo, ci hai insegnato che tutte le creature sono uguali, che le distingue solo la bontà, tesoro immenso, dato al povero e al ricco. Gesù, fa’ ch’io sia buono, che in cuore non abbia che dolcezza. Fa’ che il tuo dono s’accresca in me ogni giorno e intorno lo diffonda, nel Tuo nome.

L’agnello belava dolce. Il cane latrava quasi parlando alle stelle. Mi svegliai. Uscii. Vidi orme celesti nel terreno fiorito. La luna stava tramontando fra veli d’oro e di seta. Aprii la stalla per vedere se Egli era là sulla paglia. C’era… J. Ramón Jiménez, Poesie, Lerici

Umberto Saba, Poesie, Vallecchi

CULLA D’AMORE Gesù Bambino, il mondo è un vecchio pellegrino carico di fatica e di dolore, che va cercando nella notte la luce del tuo presepe. Gesù, lasciati ritrovare nella culla d’amore perché il mondo ti possa riabbracciare. L. Fiorentini, Poesie, Nuova Età

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NATALE

NELL’ARTE

D

OS

SIER

La nascita di Gesù è da secoli che viene dipinta. Gli artisti hanno profuso la loro abilità e realizzato quadri meravigliosi. A volte, però, sono stati influenzati, nel loro lavoro, dal periodo storico in cui vivevano. Lettura dell’immagine

1

Osserva la bella riproduzione pittorica e rispondi sul quaderno alle seguenti domande: • Quali personaggi compongono la scena raffigurata? • Quali espressioni hanno i loro volti? • Da dove proviene la luce che illumina il dipinto?

N A T A L E

2

Sottolinea con un colore i seguenti aggettivi che meglio esprimono il tuo parere sull’opera d’arte. deliziosa • serena • allegra • severa familiare • triste Giovan Battista Gaulli, Adorazione dei pastori, S. Maria del Carmine, Fermo (Ascoli Piceno).

Lettura dell’immagine

1

Osserva la bella riproduzione pittorica e rispondi sul quaderno alle seguenti domande: • Quali personaggi compongono la scena raffigurata? • Dove sono racchiusi i doni dei re Magi? • Come sono vestiti i vari personaggi?

2

Descrivi sul quaderno il paesaggio rappresentato sullo sfondo.

Rogier van der Weyden, Adorazione dei Magi, Monaco.

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DOSSI E

R

NATALE

NELLA MUSICA

Dio che si è fatto bambino, nato in un’umile mangiatoia, è N Ilstato oggetto di moltissimi canti natalizi. Te ne proponiamo due. A STILLE NACHT T Questo canto natalizio, che ti presentiamo nella versione in lingua inglese, è conosciuto in il mondo. Fu musicato nel 1818 da Franz Gruber, organista e maestro di scuola, e A tutto cantato in tedesco per la prima volta durante la Messa di mezzanotte a Obendorf, un paein Austria. Fu un trionfo per il giovane organista. All’uscita della Messa tutti cantavano L sino sottovoce quelle note affascinanti. Ancora oggi, a Natale, milioni di persone innalzano al E Bambino Gesù, in chiesa e in famiglia, questo meraviglioso canto. In italiano ha il titolo Astro del ciel, ma le parole del testo in tedesco non corrispondono perfettamente a quelle di Franz Gruber. Qui riportiamo il testo in inglese e in italiano. Silent night, holy night All is calm, all is bright Round the Virgin, mother and child, Holy Infant so tender and mild; Sleep in heavenly peace! Sleep in heavenly peace!

Astro del ciel, pargol divin, mite agnello redentor Tu che i vati da lungi sognar, Tu che angeliche voci annunziar, luce dona alle menti, pace infondi nei cuor! (2 volte)

spartito

BIANCO NATALE Questo canto, colmo di armonia simile a una dolce ninnananna, viene spesso innalzato nel giorno di Natale. È stato composto da I. Berlin.

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Quel lieve tuo candor, neve, discende lieto nel mio cuor. Nella notte santa il cuor esulta d'amor, è Natale ancor.

Oh...oh oh oh oh

E viene giù dal ciel lento, un dolce canto ammaliator che ti dice «Spera anche tu.» È Natale, non soffrire più.

E viene giù dal ciel lento, un dolce canto ammaliator che ti dice «Spera anche tu.» È Natale, non soffrire più.


TRADIZIONI

NATALIZIE IN ITALIA

D

OS

SIER

Il Natale, con le sue usanze e tradizioni popolari, alcune molto antiche, è sempre, e per tutti, di grande attualità. In Brianza (territorio della Lombardia settentrionale), alla sera della vigilia di Natale, le famiglie si riuniscono nelle cucine, mentre nel focolare brucia il ginepro. Poi tutti intonano canti natalizi accompagnati da caratteristici zufoli, detti in dialetto «fifuc».

N A T A L E

In Toscana vive ancora la «festa del ceppo» (tronco di ulivo o di quercia). Finché brucia nel focolare, la porta di casa resta aperta e, a chiunque entri, vengono offerti «cantucci e brigidini» (dolci tipici natalizi) annaffiati da un buon bicchiere di vino.

In Sardegna si preparano dei dolci a forma di nuraghi, detti «passalinas». Si offrono a chi chiede l’elemosina, perché la leggenda dice che Gesù scenda sulla terra e, come un mendicante, bussi alle porte.

In Campania, a mezzanotte in punto, fra scoppi di mortaretti, viene lanciato nel cielo un grande e luminoso razzo a ricordo della cometa di Betlemme.

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DOSSI E

N A T A L E

R

TRADIZIONI

NATALIZIE NEL MONDO

In alcune regioni della Francia si usa portare, alla Messa di mezzanotte, un agnello ornato di nastri che verrà benedetto e non si potrà ammazzare, perché simboleggia Gesù, l’Agnello di Dio.

Nel Messico, negli otto giorni che precedono il Natale, otto famiglie ospitano a turno, ognuna per un giorno, le statuette di Maria e Giuseppe, innalzando preghiere e offrendo doni ai poveri. Nella notte del 24 dicembre, prima della Messa, le statuette vengono poste accanto a Gesù nel presepe allestito nella chiesa.

40

Nel Camerun (Africa) la sera del 24 dicembre centinaia di persone si riuniscono giungendo da ogni parte. Durante il rito di Natale molti leggono la Parola di Dio. Poi si canta e si danza per tutta la notte al ritmo del «balafon» – tamburi che producono suoni differenti – in gioia fraterna.


D

PASQUA NELLA LETTERATURA

OS

SIER

I sentimenti e le suggestioni evocati dalla Pasqua hanno trovato espressione in molti testi letterari. Te ne presentiamo alcuni.

ALBA

DI

RISURREZIONE

Suonano le campane: voce che trasvola sul mondo, canto che piove dal cielo sulla terra, nelle città sorde e inquiete e nel silenzio dei colli. Suono che viene a te a offrirti la gioia della primavera, a chiamarti alla rinascita, a dirti che la terra rifiorisce se il tuo cuore si aprirà con un boccio in questa chiara alba di Risurrezione. Gabriele D’Annunzio, Poesie, Mondadori

È

RISORTO

Era l’alba, e molli il viso, Maddalena e l’altre donne fean lamento sull’ucciso; ecco tutta di Sionne si commosse la pendice (1) e la scolta insultatrice (2) di spavento tramortì. Un estraneo giovinetto si posò sul monumento: era folgore l’aspetto, era neve il vestimento. Alla mesta chel’richiese diè risposta quel cortese: – È risorto, non è qui! –

P A S Q U A

È PASQUA È Pasqua. Anche il sole stamane è arrivato per tempo; anzi, con leggero anticipo. Anch’io mi sento buono, più buono del solito. Siamo tutti un po’ angeli oggi. Esco di casa canticchiando. Distribuisco saluti e auguri a destra e a sinistra. Vorrei compiere una buona azione e tutti, lo si vede dai volti raggianti, hanno questo segreto proposito. Le automobili vanno a passo d’uomo, i treni si fermano quasi ai passaggi a livello; anche i ladri stanno in casa a pitturare le uova per i loro bambini. Le galline razzolano nel prato con visibile orgoglio: è un po’ anche la loro festa. Alcune già immaginano di poter fare le uova con la sorpresa. Chissà col tempo… Cesare Zavattini, Parliamo di me, Bompiani

A. Manzoni, Le odi, Sansoni

(1) Al momento della risurrezione un violento terremoto scosse il monte Sion su cui sorge la città di Gerusalemme. (2) scolta insultatrice: le sentinelle del sepolcro che insultarono Gesù mentre veniva crocifisso.

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DOSSI E

P A S Q U A

R

PASQUA

NELL’ARTE

Pittori, scultori, in ogni tempo, hanno dato vita a opere di incommensurabile bellezza sulla passione, morte e risurrezione di Gesù. Lettura dell’immagine

1

Osserva la bella riproduzione pittorica e rispondi sul quaderno alle seguenti domande: • Quali personaggi compongono la scena? • Come è vestita Maria? • Che cosa sta facendo? • Che cosa rappresenta il quadro?

2

Sottolinea con un colore i seguenti aggettivi che meglio esprimono il volto di Maria. triste • consapevole • tenero assente • riflessivo • materno

Lettura dell’immagine

1

Osserva la bella riproduzione pittorica e rispondi sul quaderno alle seguenti domande: • Chi sono i personaggi vicino al sepolcro? • Che cosa stanno facendo? • Che cosa tiene in mano Gesù?

2 3

Descrivi il paesaggio rappresentato.

Sottolinea con un colore i seguenti aggettivi che meglio esprimono il tuo parere sull’opera d’arte e scrivine un altro sui puntini. allegra • triste • luminosa • comunicativa ......... Albrecht Altdorfer, Risurrezione di Cristo, Vienna.

42

Beato Angelico, Il compianto su Cristo, Museo San Marco, Firenze.


D

PASQUA NELLA MUSICA

OS

SIER

Sono innumerevoli i canti pasquali che esprimono la gioia della vittoria della vita sulla morte, del bene sul male, della luce sulle tenebre. Qui ne proponiamo due, cantati in tutte le chiese italiane.

LE

TUE MANI

Le tue mani sono piene di fiori: dove li portavi, fratello mio? Li portavo alla tomba di Cristo ma l’ho trovata vuota, sorella mia! Alleluia! Alleluia! (2 volte) Hai portato una mano all’orecchio: dimmi, cosa ascolti, fratello mio? Sento squilli di trombe lontane, sento cori d’angeli, sorella mia! I tuoi occhi riflettono gioia: dimmi, cos’hai visto, fratello mio? Ho veduto morire la morte, ecco cosa ho visto, sorella mia!

CRISTO

Stai cantando un’allegra canzone: dimmi, perché canti fratello mio? Perché so che la vita non muore, Ecco perché canto, sorella mia!

P A S Q U A

RISUSCITI

Cristo risusciti in tutti i cuori, Cristo si celebri, Cristo si adori. Gloria al Signor! Cantate o popoli del regno umano, Cristo sovrano! Gloria al Signor! Noi risorgiamo in te, Dio Salvatore, Cristo Signore! Gloria al Signor!

Egli sarà con noi nel grande giorno, al suo ritorno! Gloria al Signor! Cristo nei secoli! Cristo è la storia! Cristo è la gloria! Gloria al Signor!

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DOSSI E

P A S Q U A

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TRADIZIONI PASQUALI IN ITALIA

La gioia della Pasqua si esprime in una ricchezza e varietà di tradizioni. Te ne presentiamo alcune. Nell’Abruzzo e nel Molise permane ancora l’usanza detta «Bacio dell’uovo». Nel giorno di Pasqua s’invitano in casa delle persone. Nessuno può rifiutare, anche se qualcuno non è in buoni rapporti con chi l’invita. Tutti devono prendere da un cestino un uovo e farlo urtare contro quello che l’invitante tiene in mano. La rottura dell’uovo è segno di pace e riconciliazione. A Firenze, capoluogo della Toscana, è famoso «lo scoppio del carro», un’alta e artistica costruzione in legno intorno alla quale sono attaccati numerosi petardi. Al momento del «Gloria», una colombina parte dall’altare maggiore del Duomo, portando, lungo un filo di ferro, il fuoco al carro che si trova fuori di fronte alla cattedrale. Dal modo con cui i petardi si accendono e scoppiano, si traggono auspìci sull’annata. In Calabria si preparano, in occasione della festività, colombe di pasta dolce, adornate di uova sode benedette e dipinte a vivaci colori.

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In Puglia, al suono delle campane di Pasqua, vengono dati, con un bastone, sonori colpi alla porta della casa per cacciare il maligno (il diavolo) e per proteggere la famiglia dalle avversità.


D

TRADIZIONI PASQUALI NEL MONDO

OS

SIER

P A S Q U A

La Settimana Santa è celebrata in tutto il mondo. Ti presentiamo alcune tradizioni cristiane.

GIOVEDÌ SANTO:

UN GIORNO PER DONARE

Il nome inglese del Giovedì Santo, «Maundy Thursday», deriva da un’antica parola che significa «io do». Molte chiese e associazioni caritatevoli in Gran Bretagna in tale occasione donano il denaro, raccolto durante la Quaresima, alle persone bisognose.

PROCESSIONI

E PARATE

Durante la Domenica delle Palme alcuni preti in Germania si recano in chiesa sul dorso di un asino per ricordare che anche Gesù entrò a Gerusalemme sul dorso di quel paziente animale. Il Venerdì Santo in Spagna, i fedeli camminano scalzi dietro grandi statue di Gesù e Maria. Le manifestazioni e le processioni della Domenica di Pasqua sono assai gioiose, come la processione di Pasqua a New York, o a Sidney in Australia.

IL

CONIGLIO PASQUALE

La caccia alla lepre faceva parte dei festeggiamenti in onore di Eostre, antica dea della primavera. Con il passare degli anni la lepre è stata sostituita dal coniglio, popolare nei paesi nordici dove vive la credenza che porti le uova. Il coniglio viaggia in lungo e in largo, come Babbo Natale, nascondendo le uova nei giardini perché i bambini le trovino la Domenica di Pasqua. Alcuni bambini tedeschi preparano nidi di muschio perché il coniglio possa riempirli di uova.

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Classe

5

LE RELIGIONI DEI POPOLI ANTICHI Più di 4000 anni fa si svilupparono delle civiltà che

tutt’ora ci meravigliano. I popoli della Mesopotamia (terra tra i fiumi Tigri ed Eufrate) adoravano molti dèi, ai quali attribuivano sembianze umane. Credevano di vederli nelle stelle che temevano e onoravano. I sacerdoti le studiavano attentamente dall’alto delle ziggurat.

Gli Egizi adoravano un gran numero di dèi, sia in forma di animali come il gatto, il bue, l’ibis…, sia in forma umana come Iside, dea della Luna, e il suo sposo Osiride, giudice dei morti. Ma la divinità più importante era Rha, dio del Sole e creatore degli altri dèi e degli uomini.

La ziggurat.

Statua del dio Osiride.

La piramide. L’ibis, uccello sacro agli Egizi che trasportava sulle sue ali le anime dei defunti nell’aldilà.

approfondimento Le z i g g u r a t sono alte torri a più piani con in cima un tempio. Erano considerate la scala su cui la divinità invocata scendeva verso gli uomini e gli uomini salivano verso di lei. Le piramidi sono le costruzioni più famose dell’antico Egitto. I faraoni, re degli Egiziani, le fecero costruire affinché fossero i loro grandiosi sepolcri. All’interno, in apposite stanze, si trovano ancora oggi gli oggetti personali del faraone. Le piramidi testimoniano la fede in una vita senza fine.

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Gli antichi Greci immaginavano che gli dèi avessero non solo l’aspetto, ma anche il carattere degli uomini, con i loro pregi e i loro difetti. Gli dèi erano considerati immortali e dotati di straordinari poteri. Si credeva che abitassero in una splendida reggia sul monte Olimpo. Da lassù osservavano gli uomini e spesso intervenivano nelle loro vicende. Padre degli dèi e signore del mondo era Zeus. Statua in bronzo di Zeus.

Unità di Apprendimento 1: La «ricerca di Dio» nelle religioni


Altre divinità importanti erano: • Atena: dea della sapienza e delle arti. • Era: dea del matrimonio e moglie di Zeus. • Poseidone: dio del mare. • Ermes: dio del commercio e messaggero degli dèi. • Afrodite: dèa della bellezza e dell’amore.

Classe

Roma

Grecia Tigri M

MARE MEDITERRANEO

eso

po

tam

ia

Eufrate

Egitto

Le grandi civiltà antiche.

I Romani, in un primo tempo, avevano le loro divinità, per lo più legate alla casa e all’agricoltura. I capifamiglia offrivano loro fiori, grano e sale. Poi, affascinati dalla civiltà dei Greci, «adottarono» gli dèi di quel popolo, cambiandone però i nomi. Greci e Romani offrivano animali in sacrificio agli dèi (tori, vitelli, …) e li adoravano in grandiosi templi.

Il Partenone, tempio greco dedicato alla dea Atena.

5

approfondimento Così i Romani cambiarono i nomi delle divinità greche. Greci Romani Zeus Giove Era Giunone Ares Marte Atena Minerva Ermes Mercurio Poseidone Nettuno Afrodite Venere

I templi greci e romani venivano spesso costruiti in cima a un’altura e rappresentavano la casa degli dèi in mezzo agli uomini. Erano formati da un insieme di meravigliose colonne, al centro delle quali si trovava la statua della divinità con davanti l’ara, cioè l’altare, sulla quale ardeva il fuoco per bruciare la carne degli animali sacrificati. Ancora oggi possiamo ammirare, anche in varie località d’Italia, i resti di questi antichi templi. NON È MAI ESIST ITO NÉ ESISTE UN POPOLO PRIVO DEL SENT IMENTO RELIGIOSO.

U.A. 1: La «ricerca di Dio» nelle religioni

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Classe

LE RELIGIONI OGGI

5 attività

1

Completa i fumetti con le parole opportune che puoi ricavare dal testo.

MI CHIAMO MOHAMED . SONO NATO IN MAROCCO CREDO IN . . . . . . . . . . . . . . . . E SONO . . . . . . . . . . . . . . . .

Avrai certamente incontrato lungo le vie della tua città o

del paese, nel parco, nei supermercati o a scuola, delle persone che provengono da paesi lontani. Esse sono venute in Italia per cercare, con il lavoro, una vita migliore. Anche loro pregano Dio, pur chiamandolo con nomi diversi: Adonai, Allah, Spirito Supremo…

Preghiera ebraica Jahvè ci indicherà la via e noi cammineremo sui suoi sentieri. Ognuno vivrà in pace e sarà benedetto.

MI CHIAMO IN DIRA . VIVO IN IN DIA . ADORO LO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . E SONO . . . . . . . . . . . . . . . . SONO FABRIZIO . VIVO IN ITALIA . CREDO IN . . . . . . . E SUO FIGLIO . . . . . . . . . . . . SONO . . . . . . . . . . . . . . . .

SONO RUBEN . VIVO NELLO STATO DI ISRAELE . CREDO IN . . . . . . . PROFESSO LA RELIGIONE . . . . . . . . . . . .

Preghiera musulmana Lode ad Allah, Signore dell’universo. Davanti a te solo noi ci prostriamo, implorando il tuo aiuto.

Preghiera cristiana Signore, fa’ di me un segno della Tua luce, affinché possa sempre amare, aiutare, perdonare come tu vuoi.

Preghiera induista O Spirito Supremo, rifugio di tutto il mondo, tu, amico del povero e speranza di chi soffre, fa’ che per tutta la vita possa trovare il tuo amore.

2

Il credente si rivolge a Dio, quando . . . . . . . . . . . . . . ............................ ............................

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LA PREGHIERA È IL MEZZO PER COMUNICARE CON DIO.

U.A. 1: La «ricerca di Dio» nelle religioni


RELIGIONI NON CRISTIANE

Classe

5

attività CATTOLICI

CONFUCIANI

RELIGIONI ANIMISTE

MUSULMANI

ORTODOSSI

INDUISTI

EBREI

BUDDHISTI

PROTESTANTI

SHINTOISTI

Oltre a quella cristiana, nel mondo esistono molte altre

religioni. Anche in Italia vivono persone appartenenti ad altre religioni. Sono soprattutto emigrati che provengono da paesi con civiltà diverse dalla nostra: parlano altre lingue e hanno usi e costumi differenti dai nostri. Probabilmente avrai avuto modo di incontrarli nella città in cui abiti o nella scuola che frequenti. Nelle pagine seguenti ti presentiamo le loro religioni affinché tu possa dialogare con queste persone, conoscere la loro cultura, confrontare opinioni ed esperienze è utile per imparare a convivere tutti insieme in pace. Anche per questo è importante conoscere gli aspetti fondamentali della loro religione e cercare ciò che unisce, e non tanto quello che divide, per riuscire a crescere nella fratellanza e nella pace.

Rispondi. – Conosci persone di nazionalità diversa dalla tua? – Dove le incontri di solito? – Chiedi loro di raccontarti qualcosa della propria storia, del proprio paese, delle proprie tradizioni.

U.A. 1: La «ricerca di Dio» nelle religioni

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Classe

5 approfondimento E b r a is m o Simbolo: due triangoli che si intrecciano. Ricordano lo scudo del re Davide e rappresentano l’unione tra Dio e l’uomo. Libro sacro: Bibbia ebraica. Luogo di culto: sinagoga. Autorità religiosa: rabbino. Luogo sacro: Gerusalemme.

attività Segna nei quadratini V (vero) o F (falso). Gli ebrei attendono ancora oggi il Messia. Il sabato è il giorno dedicato al lavoro. L’ebraismo è una religione nata da pochi anni. I cristiani e gli ebrei credono nello stesso Dio.

Ebraismo È, in termini cronologici, la prima religione monoteista. Nacque e si sviluppò oltre 4000 anni fa. Gli ebrei credono in un unico Dio come i cristiani, ma non credono che Gesù sia il Messia promesso da Dio. In comune con i cristiani, gli ebrei hanno quasi tutti i libri dell’Antico Testamento. Per loro il sabato è il giorno del riposo, dedicato al Signore e alla preghiera. Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme ad opera dei Romani, nel 70 d.C., gli Ebrei si dispersero nel mondo senza più una patria. Nel 1948, al termine della seconda guerra mondiale, fu ristabilito lo Stato di Israele. Da allora molti ebrei sono tornati a vivere in Israele, loro antica terra.

Il Muro del Pianto, ciò che resta del Tempio a Gerusalemme. Matrimonio ebraico, celebrato in una sinagoga.

«Cari amici ebrei, siete i nostri fratelli prediletti, i nostri fratelli maggiori».

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Giovanni Paolo II durante la visita alla sinagoga di Roma, 13 aprile 1986.

U.A. 1: La «ricerca di Dio» nelle religioni


Classe

Islam La parola Islam significa «sottomesso alla volontà di Dio». Il fondatore di questa religione è stato Maometto (570632 d.C.), un cammelliere originario della città di La Mecca, in Arabia. Secondo la tradizione, Maometto ricevette dall’arcangelo Gabriele il compito di annunciare un solo Dio, Allah, e di essere il suo profeta. I musulmani (così si chiamano i seguaci dell’Islam) considerano Gesù un grande profeta, non il Figlio di Dio. Ogni venerdì si riuniscono in preghiera nelle moschee. La Chiesa guarda con stima i musulmani che adorano l’unico Dio a cui rendono culto con la preghiera, l’elemosina e il digiuno.

5

approfondimento Is lam Simbolo: la mezzaluna e la stella che guidano i nomadi nel deserto come l’Islam guida gli uomini nel corso della vita. Libro sacro: Corano. Luogo di culto: moschea. Autorità religiosa: iman. Luogo sacro: La Mecca.

Nostra Aetate 3

Le cinque regole fondamentali della religione musulmana sono: 1. Credere in un solo Dio, Allah, e nel suo profeta Maometto. 2. Pregare cinque volte al giorno rivolti verso La Mecca, la città santa. 3. Distribuire elemosine ai poveri. 4. Digiunare durante il Ramadan, il mese in cui Maometto ha ricevuto la rivelazione. 5. Andare in pellegrinaggio a La Mecca almeno una volta nella vita.

Musulmani durante la preghiera.

attività Rispondi. – Il Dio dei cristiani è lo stesso dei musulmani? – Vi sono somiglianze fra i comandamenti di Dio e le 5 regole dell’Islam?

U.A. 1: La «ricerca di Dio» nelle religioni

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Classe

5 approfondimento I nd ui s m o Simbolo: la parola sacra «Om», che viene ripetuta durante le preghiere. Libro sacro: Veda. Luogo di culto: tempio. Autorità religiosa: bramino. Luogo sacro: il fiume Gange. le parole Y O G A : tecnica che unisce insieme esercizi fisici e respiratori.

Induismo È una religione molto antica (sorta nel II millennio prima di Cristo) e diffusa soprattutto in India. I suoi adepti credono in molti dei e, in modo particolare, in uno Spirito Supremo che si manifesta in tre forme: Brahama, il creatore; Shiva, il distruttore; Visnù, il conservatore delle cose. Queste tre divinità formano la sacra Trimurti. Gli Induisti credono nella reincarnazione. Affermano infatti che, dopo la morte, l’anima rivive in un altro corpo: una pianta, un animale o una persona, a seconda dei meriti o delle colpe accumulate dal defunto durante la vita precedente. Gli indùisti, per purificarsi, praticano lo YO G A e la rinuncia ai desideri e alle passioni terrene. I libri sacri dell’induismo fanno parte di una raccolta chiamata Veda, cioè libri della conoscenza. Il fiume sacro è il Gange, nelle cui acque gli indùisti si immergono per purificare la loro anima. La Chiesa cattolica riconosce nell’induismo alcuni importanti e fondamentali valori fra cui lo sforzo di avvicinarsi a Dio rifugiandosi in Lui con amore e confidenza. Nostra Aetate 2

Tempio a Visnù.

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Bagno purificatore nelle acque del Gange, in India.

U.A. 1: La «ricerca di Dio» nelle religioni


Classe

Buddhismo Nacque in India per opera di Siddharta Gautama (566486 a.C.). Pur essendo molto ricco, Siddharta non era felice e si interrogava continuamente sul motivo del dolore e della sofferenza nel mondo. Dopo un lungo periodo di riflessione ebbe un’illuminazione e capì che: Nel mondo c’è solo dolore. La causa del dolore si elimina sopprimendo i desideri di ricchezza, di prestigio, di onore e di lunga vita. Per vincere i desideri occorre seguire otto nobili sentieri che portano alla felicità eterna, il nirvana. Perciò l’uomo deve percorrere le otto grandi vie, o sentieri, che sono:

5

approfondimento Bu d dh i s m o Simbolo: la ruota della vita a 8 raggi. Ogni raggio indica un nobile sentiero o grande via. Libro sacro: Tripitaka, che significa «Tre canestri». Luogo di culto: pagoda. Autorità religiosa: Dalai Lama, monaci.

Retto ricordo Retto impegno Vita onesta Retta azione Parola sincera Volontà pura Fede pura Retta meditazione Siddharta venne chiamato dai suoi seguaci Buddha, che significa Illuminato, cioè colui che ha raggiunto la luce. Egli non parlò mai di Dio, non affermò mai di essere un dio, né un suo inviato, ma un «maestro» spirituale che insegna ai suoi discepoli ciò che lui stesso ha vissuto. Statua di Buddha in meditazione.

La Chiesa cattolica nutre rispetto per il buddhismo e ne apprezza i sentimenti di nonviolenza e di tolleranza che instaurano tra i popoli della Terra rapporti di fratellanza e di pace. Nostra Aetate 2 Monaci buddhisti in preghiera.

attività Rispondi. – Quali sono i libri sacri per gli indù? – Qual è la divinità principale per gli indù? – Che cos’è il nirvana per il Buddhismo?

U.A. 1: La «ricerca di Dio» nelle religioni

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Classe

5

NUOVI MOVIMENTI RELIGIOSI Negli

ultimi cinquant’anni sono sorti molti movimenti religiosi. Questo ritorno alla «religiosità» coincide con quel fenomeno che è stato chiamato New Age (= nuova era [periodo]). Molti di questi movimenti s’impegnano nella tutela e salvaguardia della natura, altri sono una reazione contro la vita moderna, lontana dalla serenità dei tempi passati senza avidità di possesso e di ricchezze.

I Testimoni di Geova Movimento fondato negli Stati Uniti da Charles Russel verso la fine del 1800. Essi credono che Geova sia il Creatore, il solo e unico Dio, quindi negano la divinità di Gesù, e la Trinità. Ritengono, inoltre, che la fine del mondo sia imminente. Questo movimento non è cristiano, in quanto nega la divinità di Cristo. Gli adepti sono diffusi in tutto il mondo e si riuniscono per le preghiere in luoghi chiamati «Sale del Regno» e la loro rivista è la Torre di Guardia. I Testimoni di Geova sono anche riconoscibili per la predicazione «porta a porta» nelle varie case.

I Mormoni Movimento americano fondato da Joseph Smith verso il 1820. È organizzato in un rigido governo guidato dai sacerdoti, rappresentanti e discendenti di Dio stesso. I Mormoni non credono nel «peccato originale», affiancano all’insegnamento della Bibbia anche le rivelazioni scritte dal loro fondatore nel Libro dei Mormoni.

La Chiesa dell'Unificazione Fondata nel 1954 dal coreano Moon (noto anche come «il reverendo Moon»), ha la sede centrale negli Stati Uniti. Gli adepti credono che il mondo sia l'impero delle forze del male. Ritengono fallita la missione di Cristo e che Moon e sua moglie siano incaricati di portare gli uomini alla salvezza.

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U.A. 1: La «ricerca di Dio» nelle religioni


DESIDERIO DI DIALOGO I rappresentanti delle grandi religioni mondiali, per cer-

care di superare incomprensioni e divergenze, si sono impegnati nell’evidenziare i valori comuni, quali la solidarietà, la pace e la giustizia. Questi tentativi di trovarsi insieme e di promuovere iniziative di rispetto vicendevole tra religioni diverse sono ciò che viene chiamato dialogo interreligioso. Possiamo affermare che un grande impulso al dialogo è stato dato dal Concilio Ecumenico Vaticano II. Infatti in uno dei suoi documenti è detto: La Chiesa di Cristo rispetta gli insegnamenti di queste religioni e, sebbene in molti punti siano differenti da quanto essa crede e propone, tuttavia spesso riflettono un raggio di quella Verità che illumina tutti gli uomini. Nostra Aetate 2

Iniziative molto importanti furono quelle di papa Giovanni Paolo II che invitò più volte (l’ultimo incontro avvenne nel gennaio 2002) e promosse ad Assisi, terra natale di san Francesco, degli incontri con i rappresentanti delle principali religioni per pregare insieme per la pace nel mondo.

Classe

5

approfondimento Una testimonianza di dialogo interreligioso è data dalla Comunità di Sant’Egidio, nata a Roma all’indomani del Concilio Vaticano II. È un’associazione di laici fondata sul primato del Vangelo e sul servizio agli umili e agli abbandonati. Organizza inoltre incontri tra i credenti delle varie religioni per promuovere la conoscenza reciproca e il dialogo nell’orizzonte della pace.

attività Rispondi a voce. – Il dialogo è importante? – Che cosa può donare alle religioni e agli uomini? – Come vivi il dialogo con la tua famiglia e con gli amici?

Giovanni Paolo II durante il primo incontro interreligioso, Assisi 1986.

Unità di Apprendimento 2: Il dialogo interreligioso

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Classe

5

ASSISI: «SEGNO» DI UNO SPIRITO NUOVO

Kennan

che significa «In piedi sulla cima» è venuto dal Montana, negli Stati Uniti, con in testa tutte le penne dovute alla sua autorità: è un gran sacerdote della tribù dei Craw. Si avvicina e dice:

DEPONGO IL MIO CHALUMET DELLA PACE SU QUESTO ALTARE .

Poco lontano, un sikh, membro di una comunità religiosa dell’India, seduto su una pelle di animale, sta facendo esercizi di respirazione prima della sua preghiera, poi mormora:

In una stanza vicina, due uomini dalla pelle scura, rappresentanti di una religione africana, preparano un piccolo fascio di erbe da immergere in una ciotola d’acqua. Poi toccano i presenti con quell’acqua che l’erba ha purificato, dicendo:

Nell’edificio di fronte, dieci musulmani pregano a turno, con i volti rivolti in direzione della Mecca. Invocano Allah, inchinando la testa fino a terra e dicendo:

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U.A. 2: Il dialogo interreligioso

ESSERE UNICO , INSEGNAMI LA VIA CHE MI CON DUCE A TE .

QUEST ’ ACQUA SCACCERÀ GLI SPIRITI MALVAGI

GRAN DE ALLAH , PROTEGGI I NOSTRI GIORNI !


Classe

Ci sono gli ebrei; ci sono i buddhisti con il Dalai Lama, loro capo. Poco lontano i cristiani: cattolici, protestanti, ortodossi… tutti si uniscono in una preghiera comune. Insieme pregano per la pace che molti dei loro popoli non conoscono, per una vita migliore senza violenza e colma di fratellanza. Sono diversi, ma tutti sono qui ad Assisi, per pregare insieme per la pace nel mondo.

5

PACE E FRATELLANZA OVUNQUE E SEMPRE!

Una manifestazione per la pace.

approfondimento Ogni anno si tiene ad Assisi la «Marcia per la pace nel mondo». Vi partecipano centinaia di migliaia di persone al grido: «Mai più la guerra!».

attività Rispondi a voce. – Quale messaggio vuoi anche tu inviare ai rappresentanti delle grandi religioni?

U.A. 2: Il dialogo interreligioso

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Classe

5

IL SEGNO DELLA LUCE NELLE RELIGIONI

Alcuni segni, come ad esempio la luce, sono comuni alle

varie religioni. In ogni religione, Dio aiuta a trovare un senso alla vita, proprio come fa la luce che illumina un luogo tenebroso.

La festa delle luci (Chanukkah) Gli ebrei celebrano questa festa nel mese di dicembre. Ricorda la protesta del popolo contro i governanti stranieri che volevano costringerlo ad adorare le divinità pagane. Dopo la protesta degli ebrei venne restaurato il culto dell’unico Dio nel grande e unico tempio di Gerusalemme. La festa continua per otto giorni. I bambini accendono una candela su un candelabro chiamato Menorah, recitando preghiere. Questa festa è ricca di gioia e allegria.

Natale I cristiani a dicembre festeggiano la nascita di Gesù che ha portato gioia e speranza in un mondo avvolto dalle tenebre. Egli è la luce del mondo perché ha liberato l’umanità dal peccato. In alcuni luoghi si regala ai bambini un’arancia con un nastro rosso, della frutta e una candela. Questi elementi hanno un significato specifico: il mondo creato produce frutti buoni, la vita di Gesù è la luce per il mondo che con la crocifissione ha vinto la morte.

Festa delle candele galleggianti I buddhisti a novembre fanno onore alla fine della stagione delle piogge sistemando su foglie delle candele che, una volta accese, si fanno galleggiare nel fiume. Il messaggio è: «Se segui la luce del buddhismo raggiungerai la verità».

La festa di Divali Gli induisti tra la fine di ottobre e novembre accendono candele e lampade per chiamare e salutare le divinità Lakshmi e Visnù, così, protetti da queste figure, possono essere aiutati a raggiungere il Brahman.

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Unità di Apprendimento 3: Le religioni a confronto


DIVENTARE «ADULTI»

Classe

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La società ritiene un giovane adulto quando è responsabile e capace di distinguere il

bene dal male. Nelle religioni invece si celebrano cerimonie che riconoscono ai ragazzi una maturità di fede ammettendoli nella comunità a pieno titolo.

Al compimento del tredicesimo anno di età, un ragazzo ebreo è adulto e diventa un «bar mitzvah» (figlio della legge). I ragazzi si assumono in tal modo la responsabilità delle loro azioni e i loro impegni religiosi. Molte famiglie ebree celebrano questo avvenimento. I parenti e gli amici del «neoadulto» si riuniscono nella sinagoga e il festeggiato legge o canta parte della Torah. Dopo si tiene un pranzo o un ricevimento.

I cattolici vengono normalmente battezzati da neonati ed entrano così a far parte della comunità cristiana. In età «adulta», però, in nome proprio, attraverso la cresima, rinnovano le promesse fatte dai padrini durante il battesimo. La cresima, in genere, si amministra tra i 12 e i 18 anni, così il ragazzo diventa testimone dell’amore di Gesù. Gli indù praticano, solo per i ragazzi tra i 7 e i 12 anni, la cerimonia del cordone sacro. Il rituale avvia il ragazzo alla vita da adulto ed è un momento molto importante per un induista. Nella cerimonia il giovinetto siede di fronte a un sacerdote attorno a un piccolo fuoco; insieme recitano e cantano preghiere. Dopo questo momento, il sacerdote appoggia sul ragazzo un cordone rosso, giallo o bianco, da portare a tracolla, così il ragazzo è diventato adulto. I musulmani non hanno una celebrazione di passaggio all’età adulta. Imparano ad agire per il bene come imposto dalla loro fede, a casa e alla moschea, durante tutto il periodo della loro crescita. Molti buddhisti maturano il senso della responsabilità da giovani trascorrendo alcuni anni da monaci. In questo periodo osservano regole ferree, meditano e vivono chiedendo offerte.

attività Conversa con i tuoi compagni. – Che cosa significa diventare adulto? – Quali capacità e atteggiamenti si maturano?

U.A. 3: Le religioni a confronto

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Classe

BENE E MALE

5 attività Scrivi sui puntini, accanto a ogni riquadro, il nome della religione alla quale appartengono le regole di vita.

In ogni religione si trovano degli scritti che indicano regole o esempi di vita da seguire per non commettere il male.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

«Gli rispose: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso».

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

I dieci comandamenti Io sono il Signore, tuo Dio. 1. Non avrai altro Dio fuori di me. 2. Non nominare il nome di Dio invano. 3. Ricordati di santificare le feste. 4. Onora il padre e la madre. 5. Non uccidere. 6. Non commettere adulterio. 7. Non rubare. 8. Non dire falsa testimonianza. 9. Non desiderare la donna d’altri. 10 Non desiderare la roba d’altri.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1. Non uccidere o recar danno a qualsiasi essere vivente. 2. Non appropriarti di qualsiasi cosa che non ti sia stata donata. 3. Non essere indulgente con il tuo corpo. 4. Non dire bugie né parole crudeli. 5. Non bere bevande alcoliche e non prendere droghe. Chiunque intraprenda la vita del monaco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

C’era un uomo povero che aveva un debito con il ricco. «Signore, al momento non posso pagare il debito che ho con te», disse il povero, «ma se puoi pazientare un poco, ti pagherò non appena mi sarà possibile». Rispose il ricco: «Bene. Pazienterò. Mi pagherai non appena puoi». Sarebbe stato meglio se il creditore avesse risposto: «Tieniti pure i pochi soldi che mi devi, non tenere conto del debito che hai nei miei riguardi, sarà la mia zakat (elemosina)».

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U.A. 3: Le religioni a confronto

per un certo periodo di tempo osserva altri cinque precetti: 6. Non mangiare eccessivamente e comunque non dopo mezzogiorno. 7. Non praticare e neppure assistere a danze, recitazioni e canti. 8. Non usare profumi e ornamenti. 9. Non usare un letto comodo. 10. Non accettare oggetti d’oro e d’argento. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Cosa non fare… 1. distruggere o danneggiare qualsiasi cosa 2. dire bugie 3. rubare 4. essere invidioso 5. essere ingordo

Cosa fare… 1. tieni la tua persona pulita 2. accontentati di ciò che hai 3. sii gentile e paziente 4. istruisciti 5. Cerca di dare la tua mente al Brahman (Dio)


INCONTRARE GESÙ Gesù, durante tutta la sua vita terrena, non ha soltanto compiuto i miracoli, guarendo le malattie del corpo, ma ha ridonato speranza e gioia alle persone che incontrava. Le persone che hanno conosciuto e ascoltato le parole di Gesù, hanno trasformato la loro esistenza, diventando uomini e donne liberi dall'egoismo, dalla paura e dalla menzogna e capaci di amare.

Classe

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attività Rispondi. – Perché Nicodemo decide di incontrare Gesù di notte? – Come viene chiamato Gesù da Nicodemo? – Che cosa dice Gesù a Nicodemo?

Nicodemo Nel gruppo dei farisei c'era un tale di nome Nicodemo. Egli aveva paura di incontrare Gesù alla luce del giorno, perché temeva che qualcuno lo riconoscesse e pensasse che era suo discepolo. Quindi, di notte, venne da Gesù e gli disse: «Rabbi, tutti sanno che sei un maestro mandato da Dio, perché nessuno può fare i miracoli che fai se Dio non è con lui». Gesù gli rispose: «Credimi, nessuno può vedere il regno di Dio se non nasce nuovamente». Nicodemo gli disse: «Com’è possibile che qualcuno nasca di nuovo quando è vecchio? Non può entrare una seconda volta nel ventre di sua madre e rinascere!». Gesù rispose: «Tu sei maestro in Israele e non comprendi queste cose? Le persone nascono solo una volta nella vita, ma possono rinascere anche spiritualmente». Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio perché chi crede in lui non muoia ma abbia la vita eterna. dal Vangelo di Giovanni 3

approfondimento Nicodemo va da Gesù di notte perché sente dentro di sé una profonda inquietudine. Egli, durante questo incontro, comprende che solo Gesù è il vero maestro spirituale che può aiutare a crescere e a diventare grande. Inoltre Gesù offre a chi crede in lui la possibilità di una vita nuova, la possibilità cioè di «rinascere» nuovamente. I cristiani credono inoltre, che come Gesù è risorto dai morti, così gli uomini che hanno fede in lui potranno risorgere a una vita senza fine.

Unità di Apprendimento 4: In Gesù, l’«uomo nuovo»

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Classe

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La Samaritana Gesù e i discepoli, venendo dalla Giudea, percorrevano a piedi la regione della Samaria. Ed ecco l’antico pozzo di Giacobbe… Gesù, stanco di camminare, si sedette sul bordo del pozzo e i discepoli andarono nel paese vicino per cercare qualcosa da mangiare. Nel frattempo una Samaritana arrivò ad attingere l’acqua del pozzo. Gesù le chiese un po’ d’acqua da bere. La donna, pensando che Gesù fosse un giudeo, rimase meravigliata. Infatti i giudei non avevano buoni rapporti con i samaritani, considerandoli di razza inferiore. Gesù allora disse: «Tu non sai chi è che ti ha chiesto da bere… Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete, invece se uno beve dell’acqua che io gli darò sarà in lui sorgente di vita eterna». Disse allora la donna: «Dammela quest’acqua, così non avrò più sete». La donna rimase entusiasta di quell’incontro e cominciò a raccontare a tutti ciò che Gesù le aveva detto. Così molti abitanti di quel paese credettero in lui. dal Vangelo di Giovanni 4, 1-42

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approfondimento La sete, di cui si parla in questo brano, non è la sete fisica, ma la sete di Dio presente in ogni uomo da cui proviene la sete di giustizia, di verità, di vita nuova che alberga nel cuore dell’uomo. Gesù si avvicina alla Samaritana, superando tutti i pregiudizi del tempo (la donna era considerata inferiore all’uomo e i Samaritani e i Giudei non avevano tra loro buoni rapporti) e si presenta come l’Acqua che estingue per sempre la sete.

attività Rifletti e rispondi. – Quando tu ricevi una buona notizia, la tieni per te o ne parli agli altri? – Come si comporta la Samaritana dopo l’incontro con Gesù? – Quando ti incontri con persone diverse da te per cultura, lingua, religione, come ti comporti? Come si sarebbe comportato Gesù? U.A. 4: In Gesù, l’«uomo nuovo»


LA LEGGE DELL’AMORE Un giorno fu chiesto a Gesù:

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le parole

«Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». Rispose: Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore… e il prossimo tuo come te stesso.

L E V I T A : era un addetto al servizio del Tempio di Gerusalemme.

dal Vangelo di Luca 10, 27

Poi, per insegnare come amare il prossimo con fatti concreti, raccontò la seguente parabola, che forse gia conosci. ............

Ill. il viandante assalito dai banditi

...........

............ ...........

Un uomo andava da Gerusalemme a Gerico, quando fu assalito dai banditi che lo derubarono e lo malmenarono, lasciandolo ferito sulla via.

Poco dopo passarono per la stessa strada, dapprima un sacerdote e poi un L E V I T A , ma… ............

............

...........

...........

Passò, infine, un Samaritano. Vide il ferito e ne ebbe compassione. Si fermò, si chinò su di lui e…

Poi lo caricò sul suo asinello e lo portò in una locanda. Diede all’oste dei denari dicendo… dal Vangelo di Luca 10, 30-35

attività Tutte le persone che vivono nel mondo sono il nostro prossimo: i nostri fratelli in Dio, anche quelli che noi consideriamo nostri nemici. Per chi segue Gesù, nessuna persona è un «estraneo», ma tutti sono «fratelli» perché figli dello stesso Padre.

1 Ricostruisci la parabola inserendo nei fumetti le parole pronunciate dai personaggi. 2 Ti è capitato, a volte, di comportarti come il «buon samaritano»? Racconta.

U.A. 4: In Gesù, l’«uomo nuovo»

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Classe

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ESSERE UOMINI NUOVI IN CRISTO

In molti passi del Vangelo troviamo brani che presentano il «progetto di vita» indicato e desiderato dall’insegnamento di Gesù. Anche san Paolo, nei suoi scritti, parla sovente di «uomini nuovi». Ma chi è l’uomo nuovo? È colui o colei che, seguendo l’esempio di Gesù, si affida al progetto di Dio e si offre completamente agli altri per amarli come Gesù ha amato tutti gli uomini. Dice san Paolo nella sua prima lettera alla comunità di Corinto. Se parlo tutte le lingue degli uomini e anche quelle degli angeli, ma non ho amore, sono come un metallo che rimbomba, uno strumento che suona a vuoto. Se ho il dono di essere profeta e conoscere tutti i misteri, se possiedo tutta la scienza e anche una fede da smuovere le montagne, ma non ho amore, io non ho niente. Se do ai poveri tutti i miei averi, se offro il mio corpo al martirio, ma non ho amore, non mi serve a nulla. Chi ama è paziente, non è invidioso, non si vanta, non si gonfia di orgoglio. Chi ama è rispettoso, non cerca il proprio interesse, dimentica i torti ricevuti. Chi ama non gode dell’ingiustizia, la verità è la sua gioia. Chi ama tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto sopporta, non perde mai la speranza. Cesseranno tutte le cose di questo mondo anche le più importanti, ma l’amore non finirà mai. Ecco le tre cose che più contano: fede, speranza, amore. Ma la più importante di tutte è l’amore. da 1 Corinti 13, 1-13

– La fede, la speranza e l’amore, detto anche «carità», sono le virtù fondamentali della religione cristiana: la fede apre alla conoscenza di Dio e permette di accogliere il suo amore e il suo progetto di salvezza; la speranza è la consapevolezza di incontrare Dio nella vita futura e di conoscerlo «faccia a faccia»; l’amore è una grande energia che proviene da Dio (Padre, Figlio e Spirito Santo) che permette ai credenti di portare il Suo amore ad ogni creatura. attività

1

Completa la frase. San Paolo dice che le più importanti virtù cristiane sono la . . . . . . . . . . . . . , la . . . . . . . . . . . . . e l’ . . . . . . . . . . . . . Ma la principale è l’ . . . . . . . . . . . . .

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U.A. 4: In Gesù, l’«uomo nuovo»

2 Compi gesti d’amore nei confronti di qualcuno? Se sì, quali? Che cosa hai provato nel tuo cuore? Rispondi a voce alle domande.


CAMBIARE… LA NOSTRA CORSA!

Classe

5

Qualche anno fa, alle Olimpiadi

di Seattle, nove atleti disabili mentalmente o fisicamente, erano sulla linea di partenza per correre i cento metri. La pistola sparò. I corridori iniziarono la gara con la voglia di arrivare e vincere. Improvvisamente, uno di loro, un ragazzino, cadde lungo la pista. Fece un paio di capriole e dal dolore cominciò a piangere. Gli otto, senza più pensare a vincere, tornarono indietro per soccorrerlo. Una ragazza, affetta dalla sindrome di Down, sedette accanto a lui, dicendogli con affetto: «Adesso stai meglio?». Poi tutti, stretti in un unico abbraccio, camminarono verso la linea del traguardo. Gli spettatori, commossi dal quel gesto di grande altruismo, si alzarono e applaudirono lungamente.

attività Racconta se ti è capitato di rinunciare a qualcosa per aiutare qualcuno. Prova a descrivere le sensazioni provate, attraverso un’illustrazione usando i colori che meglio rappresentano quello che è stato il tuo stato d’animo.

È una notte buia e fredda. Due porcospini cercavano di scaldarsi. Avvicinandosi l’un l’altro, scoprirono che il freddo si attenuava; così si avvicinarono sempre di più, ma finirono per pungersi a vicenda. Allora, spaventati, entrambi si allontanarono e di nuovo il freddo li assalì. Poi ripeterono l’esperimento e sempre si punsero. A poco a poco, però, trovarono una distanza che permise loro di scaldarsi e non pungersi. Così, vicini, ma rispettosi ognuno del proprio essere, i due porcospini vinsero il freddo e sopravvissero facilmente. Riuscirono così a superare le difficoltà e a vivere uno accanto all’altro, senza ferirsi e disturbarsi. da A. Schopenhauer

Nei due racconti si assiste all’aiuto reciproco. Mentre nel primo racconto gli atleti sono disposti a rinunciare alla vittoria per aiutare chi è in difficoltà, nel secondo racconto si trova una maniera per aiutarsi a superare il freddo, senza farsi male vicendevolmente. Non è sempre facile dare una mano al prossimo, non solo perché si è costretti a cambiare la nostra «corsa», ma anche perché è necessario trovare il giusto modo per intervenire. Certamente, dedicandoci agli altri con amore, si prova una gioia che viene da Dio. U.A. 4: In Gesù, l’«uomo nuovo»

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Classe

LE BEATITUDINI

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Vedendo che c'era tanta gente Gesù salì verso il monte. Giuntovi, si sedette e i suoi discepoli si avvicinarono a lui. Allora egli incominciò a istruirli con queste parole… dal Vangelo di Matteo 5, 1-2

approfondimento Le Beatitudini, chiamate così perché ogni versetto inizia con la parola «beati», vengono riportate sia nel Vangelo di Luca (6, 20-23) sia in quello di Matteo (5, 3-12).

Il messaggio delle Beatitudini non è vissuto solo dai seguaci di Gesù, ma anche da altri uomini che hanno trovato in esse una ispirazione di vita.

B EATI

I POVERI IN SPIRITO : DI ESSI È IL REGNO DEI CIELI

Sono felici coloro che aprono il proprio cuore per ricevere Dio e hanno fiducia in Lui.

Abbé Pierre Nacque in Francia nel 1922. Per seguire l'esempio di Gesù, volle essere frate cappuccino. Durante la Seconda Guerra Mondiale aiutò moltri ebrei perseguitati dai nazisti. Finita la guerra, fondò le Comunità Emmaus, oggi diffuse in tutto il mondo, per accogliere gli emarginati, soprattutto i senza-casa che vivono nelle grandi città. Un giorno l’Abbé Pierre, disse a una persona disperata che aveva tentato di togliersi la vita: «Tu sei davvero un poveretto, ed io ho bisogno di qualcuno che venga ad aiutarmi. Vieni con me. Insieme faremo qualcosa di buono».

B EATI

GLI AFFLITTI PERCHÉ SARANNO CONSOLATI

Sono felici coloro che affrontano la sofferenza con speranza perché Dio è con loro.

Nkosi Johnson

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Sieropositivo dalla nascita, affrontò con coraggio la malattia. Il suo sogno era diventare l'eroe di tutta la gente malata. Morì a soli 12 anni. Disse a una conferenza sui malati di AIDS: «Noi siamo persone normali. Abbiamo occhi, mani e piedi, come tutti. Abbiamo la mente e il cuore. Quando sarò grande, voglio girare tutto il mio paese (il Sudafrica) per invitare la gente ad avere rispetto e attenzione per i malati di AIDS». U.A. 4: In Gesù, l’«uomo nuovo»


Classe

B EATI

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I MITI PERCHÉ EREDITERANNO LA TERRA

Sono felici le persone pacifiche, che non rispondono con violenza alla violenza.

Mohandas Gandhi Nacque in India nel 1869, fu impressionato dalle tristi condizioni del suo popolo, per il quale rinunciò alla carriera di avvocato. Fu «la luce e il padre dell’India», perché senza odio, ma solo tramite la nonviolenza, ottenne l’indipendenza dell’India dal dominio coloniale inglese. In questa sua azione non fu estraneo lo spirito del Vangelo che conosceva e ammirava. Soffrì umiliazioni ed anche il carcere. Diceva: «L’amore è la forza più umile e anche più potente che il mondo possiede. I sacrifici che esso comporta, non lo devono annebbiare, ma renderlo più vivo e operante per il bene di tutti». Gandhi, il Mahatma (grande spirito), fu ucciso da un fanatico indù nel 1948.

B EATI

QUELLI CHE HANNO FAME E SETE DI GIUSTIZIA , PERCHÉ SARANNO SAZIATI Sono felici coloro che si impegnano per far rispettare i diritti degli altri.

Martin Luther King Era un pastore negro della Chiesa protestante. Viveva negli Stati Uniti. Affermò l’uguaglianza tra neri e bianchi. Per riuscire nel suo intento, operò solo con la forza cristiana dell’amore. Diceva: «Io ho un sogno… Sogno che un giorno i figli degli schiavi e i figli degli schiavisti potranno sedere insieme alla tavola della fratellanza. Se non riusciremo a vivere in pace e uniti, bianchi e neri, saremo veramente stolti». A Martin Luther King fu assegnato il premio Nobel per attività la pace nel 1964. Venne assassinato nel 1968. Sottolinea solo le affermazioni corrette. – Abbé Pierre fondò le Comunità Emmaus. le parole – Nkosi Johnson era ammalato di tubercolosi. A I D S : malattia virale caratterizzata da un abbas– Mahatma significa Grande Spirito. samento delle difese dell'organismo con conse– Martin Luther King riuscì ad affermare l’uguenze spesso mortali. guaglianza tra bianchi e neri. Il contagio avviene soprattutto per via sessuale o – Gandhi ottenne l’indipendenza dell’India con tramite trasfusioni di sangue infetto. la violenza. U.A. 4: In Gesù, l’«uomo nuovo»

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Classe

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B EATI

I MISERICORDIOSI , PERCHÉ TROVERANNO MISERICORDIA

Sono felici coloro che comprendono e cercano di alleviare le miserie altrui.

Gino Strada Viene da una famiglia di operai. Conseguita la laurea in medicina, decise di offrire aiuto alle persone bisognose che vivevano nel sud del Mondo. Cominciò con la Croce Rossa in Pakistan, Etiopia, Cambogia, Afghanistan: tutte terre dove riuscì ad alleviare le miserie del prossimo. Fondò Emergency, una organizzazione di medici e infermieri che, così come i Medici senza frontiere, e la Croce Rossa, costruisce ospedali per operare, riabilitare e fornire protesi alle vittime civili della guerra, specialmente ai bambini. Gino Strada non si professa cristiano, ma quello che fa è chiaramente ispirato dal Vangelo.

Raoul Follereau Nato in Francia nel 1903, fin da giovane ha esordito come scrittore, in particolare di poesie. Raul dedicò tutta la sua vita ai malati di lebbra. Intorno a lui sorsero centinaia di gruppi giovanili che sostenevano la sua opera. Infatti due milioni di giovani lo appoggiarono quando domandò, alla Chiesa e alla comunità civile, di istituire la Giornata Mondiale per i Malati di Lebbra, nella domenica in cui si legge il passo del Vangelo che racconta la guarigione dei lebbrosi da parte di Gesù. Indirizzò una lettera all’allora Presidente degli Stati Uniti e al Primo Ministro dell’Unione Sovietica dicendo: «Ho appreso dalle riviste militari che ognuno dei vostri bombardieri, ultimo modello, costa cinque miliardi di franchi (circa 3 milioni di euro). Ho fatto un rapido calcolo e ho concluso che con il costo di due bombardieri si potrebbero curare tutti i lebbrosi del mondo. Per questo vi chiedo: ognuno di voi costruisca un bombardiere in meno, e destini la somma così avanzata ai lebbrosi». Non gli risposero. Riuscì, insieme a molti stati, ad ottenere dall’ONU la Carta universale dei diritti del malato di lebbra, grazie alla quale molti lebbrosi vennero curati in reparti speciali. Morì nel 1977.

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U.A. 4: In Gesù, l’«uomo nuovo»


B EATI

Classe

I PURI DI CUORE PERCHÉ VEDRANNO DIO

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Sono felici le persone dominate da sentimenti di bontà, di disponibilità verso gli altri.

Gianna Beretta Molla Medico e animatrice della gioventù cattolica, colpita da una grave malattia, decise di sospendere le cure per riuscire a portare a termine la quarta gravidanza anche a costo della propria vita. Come medico, diceva sempre dei malati: «Chi tocca il corpo di un paziente, tocca il corpo di Cristo». Nel 1993 è stata beatificata ed è stata proclamata santa da Papa Giovanni Paolo II il 16 maggio 2004.

B EATI

GLI OPERATORI DI PACE PERCHÉ SARANNO CHIAMATI FIGLI DI

DIO

Sono felici coloro che operano per costruire la pace nel loro ambiente e nel mondo.

Giovanni Paolo II È stato il primo papa non italiano dal 1523. Il suo pontificato è stato caratterizzato da numerosi viaggi, con l'obiettivo di portare il Vangelo della pace a tutti i popoli. Il papa esortava tutti gli uomini di buona volontà, dicendo: «Spalancate le porte a Cristo! Senza Cristo l’uomo non conoscerà pienamente se stesso, non saprà fino in fondo chi è e dove va».

B EATI

I PERSEGUITATI PER CAUSA MIA

Entreranno nel regno dei cieli coloro che vengono maltrattati e offesi perché difendono la parola di Gesù fra i popoli.

Annalena Tonelli Nel 1968, all’età di 25 anni, maturò l’idea di dedicarsi ai poveri del terzo mondo, e andò in Kenya per prendersi cura di quelle popolazioni straziate dalla fame. Dopo molti anni fu espulsa perché si era opposta al genocidio, l’uccisione in massa di una delle etnie Keniote. Riuscì a bloccare l’atroce sterminio contattando i massmedia e denunciando ciò che stava accadendo. Si trasferì poi tra i Somali del Someland per diventare insegnante di lingua inglese in una piccola scuola. In una lettera scrisse: «Null'altro mi interessa nella vita: seguire Gesù Cristo e i poveri come lui insegna». Il 5 ottobre 2003 un ragazzo armato sparò alla nuca di Annalena: l'unica sua colpa era di essere una donna cristiana in un contesto non cristiano. U.A. 4: In Gesù, l’«uomo nuovo»

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Classe

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LE IMMAGINI DELLA CHIESA

Nella Bibbia si incontrano varie immagini che ci permettono di comprendere meglio la

Chiesa, come comunità dei cristiani.

La Chiesa è il campo nel quale Gesù semina la Parola di Dio affinché germogli e porti frutti. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio. da 1 Corinzi 3, 9

La Chiesa è la vigna voluta da Gesù. È Gesù stesso la vite che permette la sana crescita dei tralci: i cristiani. Coloro che restano uniti a Gesù ricevono linfa vitale, certezza di salvezza, una vita gioiosa, la forza per amare Dio e il prossimo. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. dal Vangelo di Giovanni 15, 5

I cristiani sono invitati da Gesù a essere luce e sale nel mondo. La luce di un faro è il punto di riferimento per le navi in mezzo al mare per evitare incidenti, come lo è la Parola di Dio e la testimonianza di fede, che indicano la strada del bene e della vita. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte. dal Vangelo di Matteo 5, 14

Il sale si usa per dare sapore ai cibi e per conservarli, quindi i cristiani hanno il compito di compiere il bene e la giustizia. Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. dal Vangelo di Matteo 5, 13

attività Ricerca e leggi i brani biblici indicati e scrivi sul quaderno quali immagini vengono usate per indicare la Chiesa. 1 Corinzi 3, 9

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Giovanni 15, 5

Matteo 5, 14

Matteo 5, 13

Unità di Apprendimento 5: La Chiesa: popolo di Dio e istituzione


CREDO LA CHIESA…

Classe

5

LA CHIESA È IL POPOLO DI DIO NEL M0NDO. ESSA VIVE E SI NUTRE DELLA PAROLA E DEL CORPO DI CRISTO.

attività

1 Seguendo l’esempio collega con frecce ogni attributo dato alla Chiesa con la giusta spiegazione. 2 Dopo aver osservato l’illustrazione dell’albero, commentala con i tuoi compagni.

I cristiani, durante la

Santa Messa, professano la propria fede recitando tutti insieme il Credo. Il Credo, detto anche «Professione di fede», riassume gli insegnamenti degli apostoli e, nella parte finale, afferma che la Chiesa è:

CR ISTIANI

APOSTOLI

GESÙ

UNA

perché Gesù è santo e i cristiani sono chiamati a vivere nella santità.

SANTA

perché si fonda sull’unica fede in Gesù, figlio di Dio.

CATTOLICA

perché è fondata sull’insegnamento degli apostoli.

APOSTOLICA

perché si rivolge a tutti, anche ai non credenti, nessuno escluso. Perciò è universale. U.A. 5: La Chiesa: popolo di Dio e istituzione

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Classe

5

MARIA MADRE DELLA CHIESA le parole

P E L L E G R I N A G G I O : viaggio di devozione in luoghi santi. È una delle forme più antiche di religiosità.

approfondimento Nel corso delle Giornate mondiali della Gioventù, istituite da papa Giovanni Paolo II nel 1986, molti giovani si affidano a Maria con queste parole: Noi, giovani di tutto il mondo, veniamo a te, madre di Cristo e madre della Chiesa. Ci rivolgiamo a te, la più sicura maestra sulle vie umane: aiutaci a vincere tutte le disperazioni, aiutaci a essere più forti di tutto ciò che sembra assediarci.

Maria,

la madre di Gesù, non compare spesso nelle pagine dei Vangeli, ma è sempre presente nei momenti più importanti della vita pubblica del Figlio. La incontriamo quando Gesù compie il primo miracolo durante le nozze di Cana o nel momento drammatico della crocifissione. Il suo ruolo non è soltanto quello di Madre di Gesù. Papa Paolo VI, durante il Concilio Vaticano II, ha proclamato Maria Madre della Chiesa. La sua fede in Dio, e il suo esempio di fiducia e di amore verso il prossimo, fanno di lei un modello che tutti i credenti devono imitare. Esistono molti santuari dedicati a Maria. Alcuni, come quelli di Lourdes e di Fatima, sorgono in luoghi in cui la Madonna è apparsa ai credenti, invitandoli alla preghiera e all’amore fraterno. I cristiani, andando in questi luoghi, sentono particolarmente viva la presenza della Madre: per questo si recano in P E L L E G R I N A G G I O , si raccolgono in preghiera e chiedono il suo aiuto per vivere con più coerenza la vita cristiana.

attività

1

Commenta l’atto di affidamento dei giovani a Maria. 2 Oltre che di Maria, madre di Gesù, i Vangeli parlano anche di altre donne. Ricordi il nome di alcune di loro?

MARIA: UNA MADRE PER TUTT I I CRIST IANI.

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Santuario di Fatima, Portogallo.

U.A. 5: La Chiesa: popolo di Dio e istituzione


LA DEVOZIONE A MARIA I cristiani hanno avuto sempre una grande devozione per

Maria; per lei hanno composto preghiere e canti, hanno dipinto quadri e scolpito statue, hanno costruito in tutto il mondo chiese e santuari. A lei si rivolgono recitando il «rosario», una preghiera durante la quale vengono ricordati i fatti più importanti della vita di Gesù e di Maria, quindi si recitano cinque decine di «Ave Maria», intercalate da un «Padre nostro» e da un «Gloria».

Classe

5

attività

1

Leggi la seguente poesia. Umile come le viole, dolce come il miele, fedele a Dio del cielo, tra le case e gli orti brevi a Nazaret, Maria, crescevi. Correvi alla fontana, col fuso filavi la lana, poi macinavi il grano. Docile come gli agnelli eri, e lieta come gli uccelli. Corona del Santo Rosario

Ave Maria

Padre nostro e Gloria

Donatello, Incoronazione di Maria.

I cattolici dedicano alla Madonna il mese di maggio e numerose feste. Ne ricordiamo alcune: 1

gennaio

Á Maria, Madre di Dio

25 marzo

Á Annunciazione

15 agosto

Á ASSUNZIONE

8

dicembre Á I M M A C O L A T A

CONCEZIONE

In occasione di queste feste si svolgono spesso delle processioni in cui la statua o il quadro della Madonna vengono portati per le strade dei paesi e delle città, mentre i fedeli intonano canti e preghiere. Maria, una ragazza di Nazaret sconosciuta al mondo, ma non a Dio. Con il suo «sì» all’angelo dell’Annunciazione accettò di porre la sua vita nelle mani di Dio affinché si realizzasse la salvezza dell’umanità.

2

Ricercate in gruppo immagini artistiche della Madonna. Preparate anche un breve resoconto delle feste a lei dedicate nella vostra città o paese.

le parole A S S U N Z I O N E : festa che celebra come Maria venne portata in cielo. IMMACOLATA CONCEZIONE : festa che ricorda Maria concepita senza peccato originale.

U.A. 5: La Chiesa: popolo di Dio e istituzione

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STRUTTURA DELLA CHIESA le parole

CARISMA: parola greca che significa «dono gratuito». I carismi sono doni dati dallo Spirito Santo all’uomo affinché li utilizzi per il bene di tutti.

approfondimento Uno dei papi più amati della storia è stato senza dubbio Karol Wojtyla. Di origine polacca, fu eletto nel 1978 con il nome di Giovanni Paolo II.

L’insieme di tutti i credenti battezzati forma la Chiesa: la

famiglia di Dio sulla Terra. Tutti i credenti sono invitati a impegnarsi e a collaborare per far crescere e vivere la Chiesa, ciascuno in base alle proprie capacità e ai propri C A R I S M I . Il popolo di Dio è così composto: CLERO: è composto da coloro che ricevono il sacramento dell’Ordine. Il clero è costituito dai vescovi, dai sacerdoti e dai diaconi. RELIGIOSI: sono tutti i battezzati che consacrano la propria vita totalmente a Dio e ai fratelli, come le suore, i frati e i monaci, tramite i voti di povertà, di obbedienza e di castità. I religiosi, infatti, rinunciano a sposarsi e ad avere figli per dedicarsi totalmente alla causa del Vangelo. LAICI: sono i fedeli battezzati che vivono secondo gli insegnamenti di Gesù e collaborano alle attività della Chiesa locale (catechismo, gruppi giovanili, oratorio, ufficio parrocchiale, associazioni di assistenza agli anziani e agli ammalati…).

laico

attività Rispondi. – Da chi è composto il popolo di Dio? – Perché il papa è chiamato «Vicario di Cristo»? – Da chi viene eletto il papa?

vescovo

laici

sacerdote

diacono papa

laica

suore frate

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Alla guida di questo grande popolo vi è il papa, il successore dell’apostolo Pietro, il pastore e la guida di tutta la Chiesa. È chiamato «Vicario di Cristo», perché è il rappresentante di Gesù sulla Terra. Il papa viene eletto dai cardinali durante un’assemblea chiamata Conclave. Il papa è il vescovo di Roma e il capo della Città del Vaticano, il più piccolo Stato del mondo. U.A. 5: La Chiesa: popolo di Dio e istituzione


Parrocchie e diocesi I cristiani cattolici che vivono nello stesso quartiere o nello stesso paese formano una parrocchia. Dispongono di una chiesa per radunarsi e sono guidati da un sacerdote, il parroco. Il parroco ha numerosi compiti: celebrare la Messa, amministrare i sacramenti, portare conforto agli ammalati, soccorrere i bisognosi, consigliare i giovani… Per far fronte a tutti gli impegni, spesso è aiutato dai credenti laici. L’insieme di più parrocchie, di solito situate in zone vicine dello stesso territorio, costituisce la Chiesa locale o diocesi. Alla guida della diocesi c’è il vescovo, pastore e maestro del popolo di Dio, affidato alle sue cure. Egli, durante le visite pastorali, prende contatto con le comunità parrocchiali, promuove attività a favore del prossimo, guida i credenti nel cammino di fede cristiana, scrive lettere indirizzate a tutti i cristiani della diocesi, celebra i sacramenti, soprattutto il sacramento dell’Ordine e quello della Cresima. LA CHIESA LOCALE È ESPRESSIONE DELL’UNICA CHIESA UNIVERSALE.

attività

1

Rispondi. – Hai mai visto il papa in televisione o dal vivo? In quali occasioni? 2 Unisci con le frecce le persone ai loro compiti. PAPA

Istruisce, aiuta, celebra l’Eucaristia, amministra i sacramenti nella comunità parrocchiale.

VESCOVO

Guida tutti i cristiani cattolici del mondo.

PARROCO

Testimoniano la loro fede nella vita di ogni giorno, partecipano ai sacramenti, collaborano con i sacerdoti.

FEDELI LAICI

Guida i credenti e il popolo a lui affidato nella diocesi.

U.A. 5: La Chiesa: popolo di Dio e istituzione

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L’ANNO LITURGICO

5

La domenica I cristiani chiamano il primo giorno dopo il sabato dies Domini, domenica in italiano: giorno dedicato al Signore perché in esso è risorto Gesù. L’imperatore romano Costantino, fece coincidere questa giornata con l'antica festa pagana del «Giorno del sole». In questo giorno tutte le attività lavorative venivano sospese e anche gli schiavi avevano finalmente la possibilità di riposare. Nella lingua tedesca e inglese la parola ha conservato il significato originario, infatti:

S UNDAY

S ONNTAG

sun = sole day = giorno

Sonne = sole Tag = giorno

Ogni anno i cristiani celebrano gli avvenimenti più significativi della vita di Gesù seguendo un ciclo temporale chiamato anno liturgico, che è suddiviso in periodi. Durante ogni periodo, il sacerdote indossa un P A R A M E N T O di colore diverso. Nella tabella della pagina a lato ti mostriamo com’è suddiviso l’anno liturgico.

La funzione del vestito Il vestito non ha solo lo scopo di coprire e di proteggere il corpo. Già nelle prime civiltà assunse un significato di simbolo, divenne un «segno» di riconoscimento visivo di un determinato ruolo. Anche oggi, ad esempio, un militare si distingue da un prete, dal vestito che indossa… Inoltre il vestito serve a differenziare le diverse situazioni della vita, ad esempio, c’è un vestito da cerimonia (l’abito bianco per la sposa o per la Prima Comunione) ed un vestito per le attività sportive…

Il vestito nelle religioni Nel mondo religioso e specialmente nelle celebrazioni dei riti è possibile distinguere un sacerdote da un vescovo. Ciò avviene in tutte le religioni: il rabbino, l’iman, il bonzo… hanno un loro vestito che li rende identificabili da tutti. Nella liturgia cattolica della domenica, durante la celebrazione della Messa, si può notare come i colori delle vesti, indossate dal sacerdote, cambino per trasmettere dei messaggi, di volta in volta diversi (vedi lo schema a p. 77).

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Un rabbino con il caratteristico scialle usato per la preghiera (tallit) e i teffillin (due piccoli astucci di pelle nera che contengono alcuni versetti biblici, legati con lacci sul braccio sinistro e sulla fronte).

U.A. 5: La Chiesa: popolo di Dio e istituzione


T EMPO

PERIODO

tempo di Avvento

quattro settimane prima di Natale

PARAMENTO viola (indica penitenza)

LA C HIESA

CELEBRA

l’attesa di Gesù

tempo di Natale

dal 25 dicembre al battesi- bianco mo di Gesù (prima dome- (indica gioia) nica dopo l’Epifania

la nascita di Gesù

tempo ordinario

dal lunedì che segue il verde Battesimo di Gesù al giorno (indica che precede la Quaresima speranza)

La presenza di Gesù nella vita degli uomini.

tempo di Quaresima

dal mercoledì delle Ceneri al Mercoledì Santo

triduo pasquale

Giovedì, Venerdì, Sabato Santo

tempo di Pasqua tempo ordinario

viola (indica il sacrificio penitenza) di Gesù il Sabato Santo crocifisso non sono previste celebrazioni

bianco dalla domenica di Pasqua (indica alla domenica di Pentecoste gioia)

la risurrezione di Gesù

dalla domenica dopo Pentecoste fino all’inizio dell’Avvento

verde (indica speranza)

la presenza di Gesù nella vita degli uomini

Venerdì Santo, domenica di Pentecoste e ricorrenza dei santi martiri

rosso (indica il martirio)

il dono dello Spirito Santo

approfondimento P A R A M E N T O : veste destinata alla celebrazione liturgica. Verso il VI secolo iniziò l’uso di vesti destinate solo al culto. Diventarono sempre più lussuose per la ricchezza delle stoffe e per la sapiente arte del ricamo. Scrivi, con l’aiuto dell’insegnante, che cosa rappresentano gli oggetti raffigurati. ...............

............... ...............

...............

U.A. 5: La Chiesa: popolo di Dio e istituzione

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LE CHIESE NEL TEMPO

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La

chiesa è il luogo dove si riunisce la comunità cristiana per pregare, celebrare l’Eucaristia e le altre funzioni religiose. le parole S T I L E A R C H I T E T T O N I C O : insieme di elementi che caratterizzano gli edifici costruiti in un determinato periodo.

attività Fai una breve ricerca su una chiesa antica della tua città. – Quando è stata costruita? – Contiene affreschi, statue o quadri famosi? Di chi?

Probabilmente ti sarà capitato di visitare più di una chiesa e di notare che non sono tutte uguali. Alcune sono molto imponenti, altre più piccole; alcune ospitano affreschi, quadri e statue; altre appaiano più povere e spoglie. Nonostante queste differenze, la loro funzione è la medesima: accogliere i fedeli per pregare. Le prime chiese furono costruite dopo l’Editto di Costantino e presero il nome di basiliche. La loro struttura era simile a quella dei palazzi romani destinati alle riunioni pubbliche: a pianta rettangolare con una navata centrale e navate laterali più piccole.

Esterno dell’abside della Chiesa di Santa Sabina, Roma.

Navata della Chiesa di Santa Sabina, Roma.

Più tardi, intorno all’anno Mille e per tutto il milleduecento, si impose lo stile romanico. Uno S T I L E A R C H I T E T T O N I C O maestoso, caratterizzato da spesse mura, colonne basse e tozze e la presenza del campanile. Il suono della campane invitava i credenti alla preghiera. La chiesa, in questo periodo, era vista come una fortezza eretta contro le forze esterne del male.

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Stile romanico: Chiesa di San Martin, Spagna.

U.A. 5: La Chiesa: popolo di Dio e istituzione


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Dal milletrecento, con lo stile gotico, le chiese abbandonarono la primitiva semplicità per arricchirsi di G U G L I E svettanti, di grandi archi, di alte colonne, di vetrate con immagini sacre dipinte a colori vivaci e di numerose statue. Le chiese erano molto alte e la loro struttura, rivolta verso il cielo, simboleggiava il desiderio dell’uomo di elevarsi verso Dio.

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Con lo stile rinascimentale, tra il 1450 e il 1550, l’architettura delle chiese si ispirò all’armonia e alla bellezza dell’antica arte grecoromana. La caratteristica delle chiese di questo periodo è la presenza di cupole maestose. Stile rinascimentale: San Pietro in Montorio, Roma.

Stile gotico: facciata della cattedrale di Saint-Gatien, Francia.

Nei secoli successivi, cioè milleseicento e millesettecento, si impose lo stile barocco. Furono edificate chiese ricche di statue, di marmi pregiati e di ornamenti d’oro. L’altare maggiore veniva costruito contro la parete di fondo e separato dai fedeli con una balaustra.

Stile barocco: Basilica di Superga, Torino.

le parole G U G L I A : decorazione a forma di piramide alta e stretta, usata per ornare tetti di chiese e campanili.

attività Indica lo stile architettonico cui appartengono gli elementi indicati. Ampia cupola …………………… Guglie svettanti ………………… Campanile ………………………… Ornamenti d’oro ……………… Forme essenziali ………………

Le chiese dei nostri tempi hanno forme essenziali e cercano di essere il più possibile funzionali alla vita della comunità. Ecco perché spesso, accanto alla chiesa, sorgono locali per le attività parrocchiali dei ragazzi o degli anziani e spazi per favorire la socializzazione. Una chiesa moderna: la Cattedrale di Rio de Janeiro.

U.A. 5: La Chiesa: popolo di Dio e istituzione

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MISSIONARI DI IERI

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attività Preparate in gruppo un cartellone murale. Scrivete al centro e in stampatello la parola:

MISSIONARIO e attorno brevi frasi che vi vengono in mente, pensando alla sua attività.

Il desiderio dei cristiani di far conoscere a tutte le genti

del mondo l’opera di Gesù, spinse i missionari verso paesi molto lontani presso popoli sconosciuti. Essi annunciavano il Vangelo e condividevano le sofferenze delle persone nel rispetto delle culture e delle tradizioni di ogni popolo. Per poter comunicare imparavano la lingua, le abitudini e le tradizioni locali. La diversità non li scoraggiò mai e la forza data dal Vangelo consentì loro di fondare molte comunità cristiane sparse in tutto il mondo.

Francesco Saverio Nacque nel 1506. Apparteneva a una nobile famiglia spagnola. Durante i suoi studi all’università di Parigi divenne amico di Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù (Gesuiti). Affascinato dal Vangelo, decise di far parte dell’ordine dei Gesuiti e di predicare la Parola di Gesù a chi ancora non la conosceva. Giunto in Estremo Oriente, imparò la lingua locale e attirò intorno a sé molti ragazzi parlando di Gesù e insegnando loro molte preghiere. Morì mentre cercava di raggiungere la Cina. Nel 1927 è stato proclamato, con santa Teresa di Gesù bambino, patrono di tutti i missionari.

Matteo Ricci Nacque a Macerata nel 1552. Entrato nella Compagnia di Gesù fu inviato come missionario in India. Successivamente raggiunse la Cina per imparare la lingua e la cultura cinese. Nel 1601 giunse a Pechino, capitale dell’Impero, dove ben presto fu conosciuto e ammirato dai grandi studiosi del luogo. Anche l’imperatore apprezzò molto la sua cultura e gli permise di far sorgere le prime comunità cristiane. Morì a Pechino nel 1610 e fu il primo missionario ad essere sepolto in Cina.

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Unità di Apprendimento 6: Figure di missionari


Daniele Comboni Dedicò la propria vita al popolo africano. Animato da un amore senza frontiere, a soli 26 anni partì per l’Africa pronto a evangelizzare gli indigeni e a battersi per l’abolizione della schiavitù. Condusse proprio una campagna antischiavista in Egitto (1857-1859). Il suo motto era «Salvare l’Africa con l’Africa». Comboni, infatti, si proponeva di preparare sacerdoti e laici africani. Tra molte difficoltà fondò due Ordini religiosi: l’Istituto dei Missionari Comboniani e le Suore Missionarie Comboniane. Nel 1877 fu consacrato vescovo. Morì, stremato dagli stenti e dalla fatica, nel 1881. È stato fatto beato nel 1996.

Bartolomé de Las Casas Fu un frate domenicano spagnolo. Si laureò in diritto a Salamanca. Sbarcato in America sull’isola Hispaniola (attuale Haiti e Repubblica Dominicana) per dirigere le piantagioni del padre, in seguito ad un’autentica conversione cristiana, divenne tenace difensore degli indios, sfruttati dagli Spagnoli. A tale scopo intraprese numerose traversate dell’Oceano per recarsi presso la Corte di Spagna al fine di ottenere l’approvazione di leggi che garantissero i diritti degli indios. Nel 1544 fu nominato vescovo del Chiapas (Messico).

Charles de Foucauld Nacque a Strasburgo (Francia) nel 1858. Trasferitosi poi in Algeria, venne a contatto con l’estrema povertà di quella gente e con lo schiavismo. Non propagandò il Vangelo con la parola, ma lo testimoniò con la sua vita accanto alla gente. Costruì, in un’oasi, una casa di accoglienza per gli ammalati e i poveri. Fu ucciso nel 1916 da un gruppo di ribelli Tuaregh, popolo nomade del deserto. U.A. 6: Figure di missionari

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MISSIONARI DI OGGI

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approfondimento La Chiesa celebra ogni anno la Giornata missionaria mondiale. La terza domenica di ottobre si raccolgono offerte che vengono poi inviate nelle missioni. Opere eseguite nelle missioni dell’Africa durante l’anno 2003: – 82 chiese e oratori; – 254 ospedali e ambulatori; – 175 scuole e laboratori; – 98 acquedotti e pozzi; – 53 strade.

Dio ha sempre chiamato alcuni battezzati a impegnarsi

a favore del prossimo nella vita missionaria. Ancora oggi ci sono persone che annunciano il messaggio di Gesù, testimoniando, con la propria vita, l’«uomo nuovo» voluto da Gesù. Essi non solo s’impegnano a diffondere il Vangelo, ma aiutano anche i popoli dei paesi poveri dove operano, costruendo scuole e ospedali, insegnando mestieri di base e nuove tecniche di coltivazione. Queste persone rappresentano un modello per i cristiani e la loro straordinaria testimonianza è un esempio eloquente per tutti i credenti di come il messaggio di Gesù sia valido e attuabile ancora oggi.

Marcello Candia Viveva a Milano. Era ricco: possedeva una grande fabbrica. La sua vita era felice. Un giorno, però, prese un’improvvisa decisione. Egli stesso ce la descrive così:

attività

1 Quali tra i seguenti aggettivi descrivono la personalità di Marcello Candia? Ricco • Avaro • Egoista • Generoso • Sensibile • Altruista • Disponibile • Ottimista • Ingenuo

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2 Disegna la storia di Marcello Candia con una serie di vignette.

«Mi imbarcai per il Brasile sul transatlantico “Augustus”. Viaggiavo in prima classe. Tutte le sere indossavo lo smoking perché si tenevano grandi feste. Quando giunsi in Brasile, vidi le favelas di Rio de Janeiro, vidi l’immensa miseria che si leggeva sui volti della gente. Quelle scene mi turbarono. Ritornato a Milano, decisi: vendetti la fabbrica ai miei operai, riattraversai l’Atlantico e venni in Brasile a costruire un ospedale a Macapá. Fu per me una vera gioia spendere tutti i miei soldi per amore di Dio». Finita la costruzione dell’ospedale, Candia lo donò agli abitanti di Macapá, in Amazzonia, e restò a vivere con loro. Nell’estate del 1983 Candia si ammalò gravemente. Fece ritorno a Milano, dove morì.

U.A. 6: Figure di missionari

Marcello Candia.


Madre Teresa di Calcutta Il suo vero nome era Agnes Bojaxhiu. Nacque a Skopje (Macedonia) il 27 agosto 1910. A 12 anni sentì la chiamata di Dio, entrò nel convento di Loreto e prese i voti con il nome di Suor Teresa. A 18 anni partì missionaria per l’India. Inizialmente insegnò in una scuola del quartiere più elegante di Calcutta ma, davanti alle sofferenze del popolo indiano, decise di dedicare tutte le proprie energie ai poveri. Si tolse l’abito religioso e indossò il «sari» bianco come le povere donne indiane. Fondò un nuovo Ordine di suore, le Missionarie della Carità, pronte a portare il proprio aiuto ai bambini, ai vecchi, agli ammalati e a chiunque fosse nell’abbandono. Madre Teresa, con le consorelle, asciugò lacrime, donò sorrisi, parlò dell’infinito amore di Dio. Leggiamo insieme il seguente fatto da lei vissuto. Un giorno una povera donna scheletrita dai patimenti della malattia e della fame, mentre veniva da lei curata con tenerezza, le chiese: «Perché fai questo per me se perfino i miei figli mi hanno abbandonata?». «Perché ti voglio bene», rispose Madre Teresa. Infatti, nella Casa dei moribondi a Calcutta, voluta da Madre Teresa, anche oggi ogni persona viene trattata come un figlio, come un fratello. Se si chiedeva a Madre Teresa il perché di tutto questo, ella così rispondeva: «Per essere veramente felici bisogna cercare di imitare Gesù, e cioè: amare come lui ama, aiutare come lui aiuta, donare come lui dona». Madre Teresa morì nel 1997, dopo aver ricevuto numerosi premi internazionali fra i quali, nel dicembre 1979, il Premio Nobel per la pace. Nel 2003 la Chiesa ha B E A T I F I C A T O Madre Teresa. UNA VITA SPESA A SERVIZIO DEI PIÙ DEBOLI.

Madre Teresa di Calcutta.

le parole B E A T I F I C A Z I O N E : atto solenne della Chiesa, con il quale una persona è proclamata «beata», e proposta ai fedeli come esempio di vita cristiana.

approfondimento Quando papa Paolo VI si recò in India rimase colpito dalle grandi opere svolte da Madre Teresa e volle regalarle, per ricordo, una lussuosa auto bianca. Ella disse: «Questa macchina servirà per i lebbrosi» e con i soldi ricavati dalla vendita cominciò a costruire il villaggio di Santinagar («Città della Pace») per ospitare intere famiglie di lebbrosi.

attività Cerca altre notizie su Madre Teresa di Calcutta e sulle attività delle Missionarie della Carità nel mondo.

U.A. 6: Figure di missionari

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Classe

SIATE LA LORO VOCE

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approfondimento Un modo per aiutare le famiglie dei paesi poveri è l’adozione a distanza. Un piccolo contributo inviato regolarmente consente di provvedere al sostentamento di un bambino.

Fatevi voce dei sofferenti che, pur chiedendo, non sono ascoltati. Giovanni Paolo II

È questa l’esortazione che il papa ha rivolto a tutti i cristiani del mondo: un invito a non restare indifferenti alle sofferenze degli altri e ad adottare uno stile di vita aperto ai problemi del mondo. Uomini e donne di buona volontà hanno cercato e cercano di mettere in pratica il messaggio di amore di Gesù, impegnandosi in varie iniziative a favore del Ai bambini, ai poveri prossimo sofferente. In Italia, da anni, opera la e a tutti coloro che soffrono Caritas, organismo diocesano di volontariato, che nella carne e nello spirito, promuove ovunque aiuti umanitari: offri sempre un sorriso. organizza mense graDai a loro non solo le tue cure tuite, distribuisce o il tuo piccolo risparmio, vestiario, allestisce ma specialmente il tuo cuore. centri di accoglienza Madre Teresa di Calcutta per i poveri, gli emarginati e gli immigrati. Un senza fissa dimora nelle strade di Roma.

attività

1 Scrivi nei quadratini V (vero) o F (falso). Il messaggio del papa invita i cristiani a: Assistere le persone anziane e sole. Rimanere indifferenti alle sofferenze degli altri. Svolgere attività di volontariato. Emarginare le persone extracomunitarie.

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2 Intervista qualcuno che opera nel volontariato e chiedigli in che cosa consiste il suo impegno.

La povertà è in aumento anche nelle nazioni ricche del Nord del mondo.

In alto e a fianco: mensa della Caritas e centro di ascolto.

Unità di Apprendimento 7: La Chiesa nel mondo di oggi


Classe

Per i poveri e gli emarginati Oggi, in molte parti del mondo, Africa, Asia centromeridionale e America Latina, si verificano fenomeni come tasso elevato di mortalità, malnutrizione, cattiva salute della popolazione, povertà, analfabetismo diffuso, un’agricoltura poco produttiva. Spesso a queste condizioni si aggiungono guerre, persecuzioni politiche, razziali, religiose… che costringono queste persone ad abbandonare la loro terra e a emigrare all’estero. La Chiesa, istruita dal suo Maestro, Gesù, sente come suo preciso dovere il compito di denunciare le ingiustizie e promuovere i diritti di ogni uomo a qualunque religione, E T N I A o cultura appartenga. In molti casi i missionari non si limitano ad annunciare il Vangelo, ma danno vita ad iniziative di aiuto e solidarietà. Tra le tante situazioni di povertà ricordiamo quella presente nelle grandi città del Brasile. A Rio de Janeiro e a São Paulo, ad esempio, sorgono quartieri enormi di baracche, le favelas, costruite su terreni pericolosi perché a rischio di frane. Gli abitanti delle favelas, spesso, non hanno un lavoro fisso; se lo hanno offre loro un guadagno molto misero. I fanciulli vengono spesso lasciati soli durante il giorno e devono «arrangiarsi» vivendo di piccoli espedienti: venditori ambulanti, lustrascarpe, parcheggiatori abusivi... Altri, attratti da facili guadagni, entrano «nel giro» della piccola e grande delinquenza. Spinti dal comando di Gesù, missionari e volontari aprono scuole professionali per avviare i giovani a un mestiere, oratori, incentivano le adozioni a distanza…

5

le parole E T N I A : gruppo umano caratterizzato per la presenza di caratteri razziali, culturali e linguistici comuni.

attività

1

Conduci una ricerca sulle varie forme di povertà nei paesi in via di sviluppo. 2 Cerca immagini di volti di persone che rappresentino il benessere e la ricchezza e immagini che testimonino la povertà, l’oppressione e il maltrattamento. Allestisci un cartellone insieme alla classe e commenta le espressioni del viso delle persone.

Il tasso di disoccupazione, di analfabetismo e di povertà tra i favelados (abitanti delle favelas) è più alto rispetto agli altri settori della società brasiliana. Tuttavia i favelados costituiscono un «esercito di riserva» di mano d’opera, compresi i bambini, a bassi salari che prestano i loro servizi per i più ricchi della società.

U.A. 7: La Chiesa nel mondo di oggi

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Classe

5 attività

1

Elenca i bisogni che ritieni più importanti per la vita di un essere umano. 2 Preparate in gruppo una ricerca sulle condizioni di vita degli immigrati nella vostra città o paese.

Per gli immigrati «Sono sbarcati circa 800 extracomunitari sulle coste della Sicilia nei pressi di Marsala. Provengono dal Senegal e dal Marocco…». Conseguenza della povertà è, ancora oggi, il fenomeno dell’immigrazione. Centinaia di migliaia, per non dire milioni di persone, hanno lasciato e lasciano i paesi più poveri dell’Africa, dell’Asia e dell’Est europeo per venire, con ogni mezzo, nei paesi ricchi dell’Europa in cerca di un lavoro e di benessere.

Don Antonio Bello, ordinato sacerdote, iniziò subito ad occuparsi della gente a lui affidata, in particolare dei giovani. Nominato poi vescovo di Molfetta (Bari) continuò ad essere per tutti «don Tonino», l’amico sempre vicino a chi era in difficoltà, il difensore dei diritti umani calpestati, il sostenitore della pace nel mondo. Don Tonino, di cui riportiamo qui di seguito un breve pensiero, si impegnò anche per l’aiuto agli immigrati. Per loro istituì un grande centro di accoDon Antonio Bello glienza in Puglia. Fratello marocchino, perdonami se ti chiamo così, ma sai che noi diamo questo nome a tutti gli infelici come te che vanno in giro per le strade coperti di stuoie e di tappeti. Mio caro fratello perdonaci, anche a nome di tutti gli immigrati che sono in Italia, spesso sfruttati e sottopagati. Se passi da casa mia, fermati. Don Tonino Bello

Per i giovani

Don Giovanni Bosco

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La Chiesa ha sempre riservato una particolare attenzione all’educazione e alla formazione dei giovani. Un santo educatore, assai noto e conosciuto, fu Giovanni Bosco (1815-1888). Aprì laboratori artigianali e scuole di vario tipo per i «suoi ragazzi», seguendoli e aiutandoli sempre. Diceva: «Per voi, ragazzi, farò qualsiasi sacrificio, perché dalla vostra sana educazione dipende la felicità dei popoli».

U.A. 7: La Chiesa nel mondo di oggi


Don Lorenzo Milani (1927-1967) fu un prete che fece proprie le parole di Gesù, schierandosi dalla parte dei poveri e dei dimenticati. Negli anni nei quali fu priore a Barbiana, uno sperduto villaggio di montagna, aprì una scuola per l’istruzione dei figli dei contadini e degli operai, perché era convinto che solo attraverso la scuola e la cultura una persona realizza se stesso. Divenne non solo il loro maestro, ma anche l’amico e il difensore dei loro diritti. Lasciò scritto ai suoi alunni di Barbiana: «Sì, forse ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho la speranza che Lui non guardi a queste sottigliezze». Giovanni Paolo II ha affermato: «Il mondo dei giovani dev’essere, per la Chiesa del terzo millennio, una terra di missione». Infatti troppi problemi tormentano la gioventù: il consumismo, la droga, la delinquenza, la violenza. Ecco allora scendere in campo numerosi «preti coraggio», pronti ad accogliere giovani e meno giovani che vivono situazioni difficili. Le comunità «Gruppo Abele» di don Ciotti ed «Exodus» di don Mazzi sono impegnate nella lotta contro la droga e tentano di restituire la speranza e la voglia di vivere ai ragazzi tossicodipendenti. Don Benzi, con l’associazione «Papa Giovanni XXIII», coinvolge molte famiglie in un progetto di amore: accogliere bambini, ragazzi, uomini e donne in difficoltà a volte soli e abbandonati. Don Benzi dice spesso: «Con l’amore tutto si può trasformare e migliorare. Impariamo allora ad amare tutti, soprattutto quelli che nessuno ama». BEATI COLORO CHE HANNO FAME E SETE DI GIUST IZIA.

Don Lorenzo Milani

Don Mazzi nella sede della fondazione Exodus.

attività

1

Rispondi. – Sei mai stato in un oratorio salesiano? Come funziona? – Perché don Milani voleva una scuola aperta a tutti? 2 Prepara una ricerca su un prete che assiste i giovani in difficoltà. Di’ anche come cerca di portarli a riscoprire il senso autentico della vita.

U.A. 7: La Chiesa nel mondo di oggi

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Per i bambini

Manifestazione in India contro lo sfruttamento minorile. Il cartello dice: «Uccidimi, ma non uccidere la mia infanzia».

attività

1

Hai mai sentito altre storie di vita simili a quella di Iqbal Masih? 2 Fai una breve ricerca sullo sfruttamento del lavoro minorile. 3 Se anche tu ami la natura, come ti comporti con essa? Colora i quadratini giusti: accendi un fuoco nel bosco; pulisci il prato dopo il picnic; calpesti i fiori; curi un animale ferito.

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Nel mondo tanti bambini sono costretti a lavorare in condizioni di semischiavitù. Per loro non ci sono momenti di studio e di gioco, ma solo le fatiche del lavoro. Iqbal Masih era un bambino pakistano. A soli 5 anni d’età fu costretto a lavorare per 16 ore al giorno in una fabbrica di tappeti. A circa 11 anni decise di ribellarsi e di fare qualcosa per se stesso e per i tanti bambini sfruttati come lui. Iniziò a viaggiare a piedi o con mezzi di fortuna per far conoscere il triste problema del lavoro minorile. Gridava: «Mai più bambini schiavi». Il suo impegno e la sua testimonianza lo resero famoso in tutto il mondo. Ma, nel 1995, a soli 12 anni, Iqbal venne ucciso a fucilate da coloro che volevano farlo tacere per sempre, per continuare ad arricchirsi alle spalle dei bambini poveri.

Per il creato Il mondo, per il credente, è dono di Dio. Se costruisci, con pensiero d’affetto, un dono per il tuo migliore amico, ma poi lo vedi sciupare, rotto o gettato via, che cosa pensi? Anche Dio ha voluto il mondo per il suo migliore amico: l’uomo. Gliel’ha affidato affinché lo usi ma ne abbia estrema cura. La protezione e il rispetto dell’ambiente è una questione importante. Oggi, purtroppo, l’inquinamento e il degrado della natura sono un fatto reale. Occorre non perdere tempo e operare da subito a difesa della natura per proteggere così la nostra vita e quella delle generazioni future.

I volontari delle squadre di soccorso al lavoro su una spiaggia della Galizia per bonificare la sabbia già coperta dal petrolio fuoriuscito dalla nave Prestige nel mese di novembre 2002.

U.A. 7: La Chiesa nel mondo di oggi


Classe

Lungo la rete dell’orto, riarso dal sole estivo, si è avvolto un convolvolo. Andrò dalla vicina di casa a chiederle un po’ d’acqua affinché le tante corolle possano ancora risplendere di colori. C. Fukuda

Per la pace

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attività Rispondi. – Perché le azioni terroristiche sono atti vigliacchi? – Può esistere una religione che li ammette? – Il terrorismo può essere eliminato solo con la guerra?

Tante sono le persone che si sono impegnate e si impegnano nella ricerca della pace e della giustizia, i doni più preziosi dell’umanità. Purtroppo gli uomini non hanno imparato a vivere in armonia e la loro storia è segnata da lotte e divisioni che provocano, anche oggi, sofferenze, distruzioni e morti. Così scrive una bambina del Kòsovo: «Ho dieci anni. Sono una bambina della guerra senza infanzia, senza amici, senza scuola, senza gioie, senza sole. Come me migliaia di altri bambini di questa città che viene distrutta giorno per giorno. Dio mio, quando finirà questo disastro? Quando potrò ancora sperare? Ho voglia di piangere… Sto piangendo». dal Diario di Zlata, Rizzoli, Milano

L’11 settembre 2001 i due enormi grattacieli che dominavano il paesaggio di Manhattan, nella città di New York, sono andati distrutti in seguito ad un attentato terroristico. Si è trattato dell’attentato più grave della storia: in esso hanno perso la vita migliaia di persone innocenti. Il disastro è stato rivendicato da gruppi di fanatici che dicono di ispirarsi al Corano e di voler combattere una guerra santa contro i paesi occidentali cristiani. Papa Giovanni Paolo II ha condannato l’uso della religione come pretesto per fare la guerra. Egli ha detto: «L’odio e il terrorismo profanano il nome di Dio. Invito cristiani e musulmani a pregare l’unico Dio, che tutti ci ha creati, affinché possa sempre regnare nel mondo il bene della pace». Nella Bibbia, il profeta Isaia parla di un mondo rinnovato dalla pace e profetizza:

Un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra. da Isaia 2, 4

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SANTI

S A N FR A N C E S C O D ’A SSISI (1182-1226) Nacque nel 1182. In quel tempo la Chiesa era diventata ricca e potente, però meno attenta alla sua missione di pace e di amore. Francesco cercò di rinnovarla e di riportarla alla santità e semplicità delle origini. Incantato dalle bellezze del creato, compose il «Cantico delle creature», inno di lode a Dio per i doni della natura. San Francesco è il patrono d’Italia e degli ecologisti; la città di Assisi è diventata il luogo-simbolo

DI IERI E DI OGGI O POVERTÀ,

MIA SPOSA!

Francesco d’Assisi ha saputo coniugare nella sua vita un amore perfetto verso Dio, verso gli uomini, soprattutto i più poveri, e verso la natura. Per questo il suo messaggio è ancora attualissimo.

Il giovane Francesco aveva capito che soltanto nella rinuncia dei beni terrestri stava la pace e la gioia. Non così pensava suo padre, Pietro Bernardone, ricco commerciante di stoffe di Assisi. Desiderava che il figlio continuasse il suo mestiere, diventando ancora più ricco e colmo di onori. Un giorno, pieno di collera per l’inutilità dei suoi comandi, chiuse Francesco in un buio sottoscala. Ma la segregazione non piegò l’animo del giovane. La dolce mamma Pica, che ben conosceva il cuore del figlio, aprì di nascosto la «gabbia» a colui che voleva volare. E Francesco lasciò la sua splendida casa, gli amici aristocratici, i banchetti, la musica, le danze… Prima di andarsene disse: «Anche mio padre è qui nel mio cuore. Diteglielo, madre mia. La sua sofferenza mi fa male, ma devo obbedire a Dio». Se ne andò senza un soldo incontro alla povertà che amava e che aveva eletto sua sposa. Camminò nei boschi, sui prati, per i sentieri montani dell’Umbria. Si nutriva con frutta selvatica, con tozzi di pane elemosinati. Dormiva sotto gli alberi o nelle grotte. Il suo corpo dimagriva, ma l’anima era colma di letizia. Non fu capito: molti lo consideravano pazzo. Ma Francesco camminava libero, al braccio di Madonna Povertà. Libero come l’aria, come l’acqua, come gli uccelli… Il suo divino fuoco cominciò a riscaldare le anime. Bernardino da Quintavalle, un nobile colto e ricco, fu il suo primo compagno. Diede i beni ai poveri e lo seguì umile e felice. Vennero numerosi altri. Francesco li accolse come fratelli, dette loro nomi colmi di tenerezza: Frate Leone, Fra Ulivo, Fra Pacifico… nacque così la famiglia dei «Frati Minori». Andavano a due a due per le città e le campagne, predicando il Vangelo. Per le strade cantavano inni al Signore e porgevano un conforto di bontà alle creature più misere. In poco tempo i Frati Minori divennero una legione. L. Fiorentini, da Nuovo paese, Le stelle


D LE

CHIEDO UN FAVORE San Domenico Savio è stato un ragazzo come tanti, come te. Nel suo cuore, però, albergava sempre un proposito: vivere la propria fede cristiana con coerenza, testimoniandola agli altri, con piccoli gesti della vita quotidiana.

Per le vie di Torino c’era un continuo via vai di carrozze e di carri trainati da cavalli. Un giorno Domenico Savio, mentre si recava, con gli altri studenti dell’Oratorio, alla scuola diretta dal professor Bonzanino, sentì un carrettiere gridare un’orribile bestemmia. La cosa si ripeté per diverse volte. Allora Domenico si avvicinò a quell’uomo e, trovando una scusa, con un sorriso gli domandò: «Signore, sapreste indicarmi dov’è l’Oratorio di Don Bosco?». Davanti a quella faccia sorridente, l’omaccione interruppe la sfilza di bestemmie e rispose: «Proprio non lo so. Mi dispiace, ragazzo!». «Allora potreste farmi un altro favore?». «Volentieri, che cosa?». «Mi fareste un grande piacere», mormorò Domenico, quasi in un orecchio, «se quando siete arrabbiato non diceste quelle brutte bestemmie». L’omone rimase come folgorato, poi borbottò: «Hai ragione. È proprio un viziaccio che non sta bene. Ragazzo mio, la lezione che mi hai dato in un modo così garbato e affettuoso, non la dimenticherò mai». E Domenico continuò felice la strada verso la scuola…

OS

SIER

S A N D OMENICO S AVIO (1842-1857) Nacque a Riva di Chieri (To) nel 1842. Nel giorno della sua prima Comunione scrisse queste parole: «La morte, ma non peccati» e seppe mantenere il santo proposito. Quando si presentò a Don Bosco per essere accolto nel suo oratorio, gli disse: «Io sono la stoffa, lei sia il sarto e faccia di me un bell’abito per il Signore». Domenico Savio studiava con impegno nel tempo di studio, si divertiva in cortile con i compagni nel tempo di ricreazione, pregava con vera devozione nel tempo di preghiera e... conquistò la santità. Morì a soli 15 anni. È il patrono

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T. Bosco, San Domenico Savio, Elledici

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S A N T A FR A N C E S C A C ABRINI (1850-1917) Nacque a Sant’Angelo Lodigiano (MI) nel 1850. Fin da piccola desiderava essere missionaria in terre lontane e selvagge. Seguì il consiglio del Papa e partì per l’America dove moltissimi emigrati mancavano di qualsiasi assistenza. Fondò asili, orfanotrofi, scuole, collegi, ospedali. Fu chiamata la «Madre degli emigrati». Lavorò senza mai fermarsi, fino alla morte che avvenne a Chicago nel 1917.

L’ASILO

DEGLI ANGELI

Francesca Cabrini è stata un esempio di accoglienza verso gli immigrati. Il suo messaggio, in un’Italia sempre più multietnica, è attualissimo.

Da numerosi anni la Chiesa cerca di essere vicina agli immigrati. Madre Francesca Cabrini partì con sei consorelle per gli Stati Uniti, dove molti emigrati, non solo italiani, mancavano di ogni assistenza. Arrivata a New York si diede subito da fare. Non aveva mezzi materiali, solo un grande coraggio, un amore disinteressato per chi soffre e la sicura fiducia nella Divina Provvidenza. Dopo qualche tempo un giornale scrisse: «Si vedono in giro per le vie della nostra città alcune suore italiane, felici di stendere la mano in nome di Cristo. Ricevono in dono cibi di ogni genere. I bottegai si affacciano alle porte chiamandole: – Sisters, sisters! – e offrono di cuore o alcuni centesimi o addirittura un dollaro». Il sogno di Madre Cabrini si avverò e l’Asilo degli Angeli, così lo volle chiamare, accolse i primi orfanelli e i figli più piccoli degli emigrati bisognosi. La casa si riempì in fretta: presto risuonò di voci e di risa sincere. Non molto tempo dopo Madre Francesca vide la necessità di aprire anche una scuola per i figli più grandicelli degli emigrati. Per sede si servì, nei primi tempi, dell’interno di una chiesa. Presto si contarono più di duecento ragazzi che, nelle ore della giornata, facevano i lustrascarpe o gli strilloni dei giornali. Con le offerte racimolate Madre Cabrini riuscì a fondare numerose altre istituzioni a favore degli immigrati. La più importante e notevole è il grande e famoso ospedale Columbus di Chicago. Oggi è l’Italia a ospitare tante persone provenienti dalle zone più povere del mondo: il loro unico desiderio è di trovare un lavoro, una casa e costruire così un futuro migliore per sé e per i propri figli.


D SEI

DIVENTATO UN BIGOTTO?

Pier Giorgio Frassati era un giovane come tanti: studiava, aveva amici, amava la montagna. Aveva però nel suo cuore un grande desiderio: essere fedele al Vangelo servendo Cristo nei più poveri. Per questo andava a visitare gli ammalati, gli anziani soli,

i poveri nelle soffitte della città; portava aiuti economici, puliva le loro umili stanze, faceva loro compagnia, allietandoli con il suo dolce sorriso. Un giorno il padre gli regalò parecchi soldi perché si comprasse una fiammante automobile. Pier Giorgio continuò ad andare a piedi o a servirsi del tram: il denaro avuto in dono lo aveva distribuito ai tanti bisognosi. Era domenica. Pier Giorgio Frassati andò, come al solito, alla chiesa parrocchiale per partecipare alla santa Messa celebrata alle ore 10. Mancava però il sacrestano: era ammalato. Pier Giorgio, con devozione, lo sostituì senza alcuna vergogna o pregiudizio. Poi, durante il momento dell’offertorio, passò tra i fedeli a raccogliere le loro spontanee offerte. Andando fra i banchi e le sedie vide un suo compagno dell’università che gli sorrise in modo quasi beffardo poi, al termine della Messa, sul sagrato, l’amico gli si avvicinò dicendo: «O Pier Giorgio, sei diventato un bigotto?». «Bigotto?», rispose. «No, cerco di essere, ora e spero sempre, soltanto un vero cristiano».

OS

SIER

PIER G IORGIO FRASSATI (1901-1925) Pier Giorgio Frassati nacque nel 1901 da una ricca famiglia torinese: il padre, fondatore del quotidiano «La Stampa», svolgeva anche incarichi diplomatici. Amava la vita, amava la natura, era appassionato della montagna. S’impegnò con lode nello studio e scelse d’iscriversi alla facoltà d’«ingegneria mineraria» per poter vivere in mezzo agli operai più disagiati: i minatori. Colpito da poliomelite fulminante, contratta da un suo assistito, morì in pochi giorni il 4 luglio 1925. Papa Giovanni Paolo II lo ha proclamato «beato» nel 1990, dichiarandolo «il giovane delle

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DOSSI E

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R le parole

C A P P U C C I N I : frati dell'ordine francescano che osservano una regola rigorosa. N O V I Z I A T O : tempo di preparazione e di studio di coloro che desiderano entrare in un ordine religioso.

PA D R E PIO D A PIETRELCINA (1887-1968) Spese tutta la vita ad annunciare la misericordia di Dio. Infaticabile confessore indicò a migliaia di penitenti la via della bontà. Fu molto vicino agli ammalati. Per loro fondò a San Giovanni Rotondo (Foggia) la «Casa Sollievo della Sofferenza», un grande ospedale dotato delle più moderne attrezzature mediche, in grado di alleviare i patimenti di tanti ammalati accolti sempre con premura e affetto. Morì nel 1968 ed è stato proclamato santo nel 2002. A San Giovanni Rotondo nel luglio 2004 è stata inaugurata la nuova chiesa dedicata a Padre Pio capace di accogliere fi-

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DA

PASTORELLO A FRATE CON LE STIMMATE La compassione verso i sofferenti e gli ammalati è uno dei segni distintivi del cristianesimo. Padre Pio ne è un modello esemplare.

Così raccontava sovente Padre Pio ai confratelli e ai conoscenti: «Avevo nove anni quando mio padre m’incaricò di portare ogni giorno al pascolo le due pecore che avevamo. Nei prati incontravo Luigi, un altro pastorello poco più giovane di me. Diventammo amici. Giocavamo e pregavamo assieme. A quindici anni espressi il desiderio di farmi frate cappuccino. Questa scelta era dovuta alla forte spinta del mio cuore, ma anche alle parole di Camillo, un fraticello semplice e allegro che spesso passava da Pietrelcina a «chiedere l’elemosina» per il convento. Dicevo a tutti: «Anch’io vorrei una folta barba come frate Camillo». Le regole dei C A P P U C C I N I sono rigorose. La povertà è assoluta. Al termine del N O V I Z I A T O , secondo la nostra usanza, cambiai il mio nome di nascita e al posto di Francesco Forgione diventai e rimarrò per sempre padre Pio da Pietrelcina. In seguito chiesi di poter andare nel piccolo convento di San Giovanni Rotondo, posto su un monte deserto, in un povero angolo d’Italia. Lassù, la mattina del 20 settembre 1918, mentre mi trovavo tutto solo nella piccola chiesa a pregare, mi accadde qualcosa di inspiegabile. Venni avvolto da un torpore simile a un dolce sonno. Mentre ero in quello stato, vidi accanto a me un misterioso personaggio grondante sangue. Ebbi timore, ma provai sensazioni che non so descrivere… Quando il misterioso personaggio sparì, mi ritrovai con le mani, i piedi e il costato traforati e colmi di vivo sangue, accompagnati da forte dolore che provo ancora, ogni giorno. Avevo indegnamente ricevuto le stimmate: le piaghe della passione di Gesù. Tentai di nasconderle, ma ben presto fui costretto a rivelare il mio segreto. Da allora il convento di San Giovanni Rotondo è la meta di tante persone che desiderano trovare in Gesù conforto, pace e lieta speranza. D. Self, Il libro dei Santi, Elledici - Il capitello


IN CAMMINO NEL TERZO MILLENNIO

Classe

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Tutti noi vorremmo un mondo migliore dove trionfi la pace e la giustizia, dove il

nostro cammino possa essere illuminato dalla gioia dell’amicizia. Non più guerre e distruzioni, non più povertà e fame, non più sfruttamento ed emarginati. Cerchiamo allora di costruire insieme la nuova civiltà dell’amore. Solo così il nostro domani potrà essere radioso come il sole. Il cristiano sa che l’amore è il motivo per cui Dio entra in rapporto con l’uomo. Ed è ancora l’amore che Egli s’attende come risposta dall’uomo. L’amore è perciò la forma più alta e più nobile di rapporto degli esseri umani tra loro. L’amore dovrà dunque animare ogni settore della vita umana, estendendosi anche all’ordine internazionale. Solo un’umanità nella quale regni la «civiltà dell’amore» potrà godere di una pace autentica e duratura.

attività Osserva la fotografia. Quali sentimenti ti suscita? Che cosa stanno facendo i ragazzi?

Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace, 1° gennaio 2004

U.A. 7: La Chiesa nel mondo di oggi

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INDICE Classe Quarta U.A. 1: La figura storica di Gesù La Palestina ai tempi di Gesù . . . . 2 La società . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 Le classi religiose . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 Gesù: personaggio storico. . . . . . . . . 6 Documenti storici . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 I Vangeli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Gli evangelisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 I Vangeli sinottici . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Altri libri del Nuovo Testamento . . . 9 U.A. 2: Gesù è vicino ad ogni uomo I miracoli: segni d'amore . . . . . . . . . . 10 Guarigione di un lebbroso . . . . . . . 10 Il cieco dalla nascita. . . . . . . . . . . . . . 11 La figlia di Giàiro . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Il servo del centurione . . . . . . . . . . . . 12 La moltiplicazione dei pani e dei pesci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Il Regno di Dio è come… . . . . . . . 14 Gesù in croce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 Cieli e Terra nuova . . . . . . . . . . . . . . . . 17

DOSSIER Cristo La figura di Cristo nelle arti . . . . . . 18 Cristo nella letteratura . . . . . . . . . . . . . 18 Cristo nella musica. . . . . . . . . . . . . . . . . 20 Cristo nel cinema . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 Cristo nella pittura . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 U.A. 3: La Chiesa nel corso della storia Uno spirito nuovo per un mondo nuovo . . . . . . . . . . . . . 21 Una comunità universale . . . . . . . . 21 La novità del cristianesimo delle origini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Persecuzioni e martiri . . . . . . . . . . . . . . 23 I simboli cristiani. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 Libertà ai cristiani . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 I Padri della Chiesa . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Il monachesimo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 Benedetto da Norcia . . . . . . . . . . . . . . 28 Un monastero benedettino . . . . . . . 28 La giornata tipo di un monaco benedettino . . . . . . . . . . . . . . . 29 U.A. 4: I fratelli cristiani separati «Che siano una cosa sola…»

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I fratelli cristiani ortodossi . . . . . . 30 Le icone: le immagini della fede . . . . 30 Il linguaggio dell’icona . . . . . . . . . . . 31 La Riforma protestante . . . . . . . . . . . . 32 Il Concilio di Trento . . . . . . . . . . . . . . . 33 Il Concilio Ecumenico Vaticano II . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34

DOSSIER Natale Natale nella letteratura. . . . . . . . . . . . . 35 Natale nell'arte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 Natale nella musica . . . . . . . . . . . . . . . . 38 Tradizioni natalizie in Italia . . . . . . . 39 Tradizioni natalizie nel mondo . . . 40

DOSSIER Pasqua Pasqua nella letteratura . . . . . . . . . . . . 41 Pasqua nell'arte. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 Pasqua nella musica . . . . . . . . . . . . . . . 43 Tradizioni pasquali in Italia . . . . . . . 44 Tradizioni pasquali nel mondo . . . 45

Classe Quinta U.A. 1: La «ricerca di Dio» nelle religioni Le religioni dei popoli antichi . . . . 46 Le religioni oggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 Religioni non cristiane . . . . . . . . . . . . . 49 Ebraismo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50 Islam . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51 Induismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52 Buddhismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53 Nuovi Movimenti religiosi . . . . . . . . 54 I Testimoni di Geova . . . . . . . . . . . . 54 I Mormoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54 La Chiesa dell’Unificazione . . . . . . 54 U.A. 2: Il dialogo interreligioso Desiderio di dialogo . . . . . . . . . . . . . . . 55 Assisi: «segno» di uno spirito nuovo . . . 56 U.A. 3: Le religioni a confronto Il segno della luce nelle religioni . 58 La festa delle luci (Chanukkah) . 58 Natale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58 Festa delle candele galleggianti. . 58 La festa di Divali . . . . . . . . . . . . . . . . . 58 Diventare «adulti» . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59 Bene e male . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60

U.A. 4: In Gesù, l’«uomo nuovo» Incontare Gesù . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61 Nicodemo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61 La Samaritana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62 La legge dell'amore . . . . . . . . . . . . . . . . 63 Essere uomini nuovi in Cristo . . . . 64 Cambiare… la nostra corsa!. . . . . . . 65 Le Beatitudini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66 U.A. 5: La Chiesa: popolo di Dio e istituzione Le immagini della Chiesa . . . . . . . . . 70 Credo la Chiesa... . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71 Maria Madre della Chiesa . . . . . . . . . 72 La devozione a Maria . . . . . . . . . . . . . 73 Struttura della Chiesa . . . . . . . . . . . . . . 74 Parrocchie e diocesi . . . . . . . . . . . . . . 75 L’anno liturgico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76 La domenica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76 La funzione del vestito . . . . . . . . . . 76 Il vestito nelle religioni . . . . . . . . . . 76 Le chiese nel tempo . . . . . . . . . . . . . . . 78 U.A. 6: Figure di missionari Missionari di ieri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80 Francesco Saverio . . . . . . . . . . . . . . . . . 80 Matteo Ricci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80 Daniele Comboni . . . . . . . . . . . . . . . . . 81 Bartolomé de Las Casas . . . . . . . . . 81 Charles de Foucauld . . . . . . . . . . . . . . 81 Missionari di oggi . . . . . . . . . . . . . . . . 82 Marcello Candia . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82 Madre Teresa di Calcutta . . . . . . . . 83 U.A. 7: La Chiesa nel mondo di oggi «Siate la loro voce» . . . . . . . . . . . . . . . . 84 Per i poveri e gli emarginati . . . . 85 Per gli immigrati . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86 Per i giovani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86 Per i bambini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88 Per il creato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88 Per la pace . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89

DOSSIER Santi Santi di ieri e di oggi. . . . . . . . . . . . . . 90 San Francesco d'Assisi . . . . . . . . . . . . 90 San Domenico Savio . . . . . . . . . . . . . . . 91 Santa Francesca Cabrini . . . . . . . . . . . 92 Pier Giorgio Frassati . . . . . . . . . . . . . . . 93 Padre Pio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94 In cammino nel terzo millennio . . 95


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