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Prefazione ara mamma e caro papà, quando ho iniziato la prima elementare piangevo ogni giorno quando mi lasciavate davanti al portone di scuola, non sapevo cosa mi aspettasse e non sapevo come fare. Non sapevo come parlare con gli altri bambini e come comportarmi con le maestre, che sembravano tutte tante mamme messe lì per ciascuno di noi, sempre pronte a insegnarci qualcosa. Credo che avessi tanta paura di loro: avevo solo sei anni! Poi però, quando ho iniziato la seconda elementare ero felice di tornare a scuola a settembre, anche se non vedevo l’ora che arrivassero le prossime vacanze, perché piano piano stavo imparando tante cose nuove: ormai sapevo scrivere e leggere e fra poco avrei imparato anche le tabelline. Quando ho iniziato la terza elementare, ormai quella scuola era quasi una seconda casa, con i compagnetti e le maestre, era sempre più bello scoprire sempre qualcosa: dall’homo sapiens, agli articoli determinativi, le divisioni in colonna and also many english words! Ora che sono in quarta, le nostre insegnanti ci hanno spiegato tante altre cose utili per la nostra vita da adulti, che vanno oltre i programmi
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ministeriali noiosi e ripetitivi e uniscono italiano,inglese, tecnologia e anche informatica. Abbiamo realizzato una cosa bellissima: un libro! Ci pensi mamma? Tuo figlio ha scritto un libro, lo ha impaginato e lo ha letto insieme a tutti i suoi compagni. Sai papà, abbiamo usato il computer per riscrivere i nostri lavori in modo preciso e ordinato. All’inizio di questo progetto, ognuno di noi doveva leggere al resto della classe i vari testi che le maestre ci assegnavano di scrivere, sia in classe che a casa, poi insieme si sceglievano quelli più belli. Non immaginate che emozione leggere a voce alta avanti a tutti, doveva essere un bellissimo testo, dovevo impegnarmi, era una bella sfida e soprattutto ci ha permesso di aiutarci a vicenda: io ho dato dei consigli agli altri e gli altri a me. Siamo stati anche in aula informatica, abbiamo trascritto in formato elettronico quegli scritti più belli che abbiamo scelto insieme e li abbiamo mandati per e-mail alla maestra Nella, così lei ha potuto dare l’ultima revisione. In un solo progetto abbiamo unito tanti obiettivi e raggiunto un sacco di risultati: siamo riusciti a lavorare come tante piccole redazioni, uniti in gruppetti con varie mansioni; abbiamo liberato la nostra fantasia e stimolato la creatività per poter stupire e interessare tutti gli ascoltatori; abbiamo scoperto il piacere della lettura perché tutto è iniziato da lì: la nostra biblioteca
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di classe. Quando ho iniziato la prima elementare, non avrei mai pensato che i libri mi sarebbero piaciuti così tanto, che vi avrei trovato dentro tanti viaggi e tanti stimoli e che avrei realizzato addirittura una biblioteca con i miei compagni e le maestre per poter leggere sempre qualcosa. È stato un progetto impegnativo che ha coinvolto tutti noi per tutto l’anno, però alla fine ci siamo riusciti e siamo orgogliosi di presentarvi il nostro libro, scritto, edito e illustrato da noi! Si chiama Liber perché la maestra ci ha spiegato che in latino, la nostra lingua d’origine, questa parola ha due significati: libero, come aggettivo, e libro, come sostantivo e noi vogliamo essere liberi di leggere e scrivere i nostri libri, di usare la nostra lingua in tutte le sue sfumature, di apprezzare il lavoro di gruppo e di sfruttare al meglio le innovazioni che tecnologia e informatica ci hanno regalato, così alla fine non avremo solamente concluso quattro anni di scuola elementare, ma avremo lasciato anche una traccia per il prossimi bambini, in modo tale che anche loro possano scoprire la bellezza della lettura e il piacere della scrittura, che è ancora meglio se condiviso con gli altri. Quindi, cara mamma e caro papà, spero che il nostro Liber vi piaccia, lo dedichiamo a voi, a noi, alla scuola e alle vacanze estive!
Vostro figlio
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La casa di C appuccetto Blu appuccetto Blu vive tra le stelle e il suo nemico è il sole perché quando sorgeva lei se ne doveva andare. A lei non piaceva separarsi dalle sue amiche stelle, perché la sera si divertivano tanto a giocare e scherzare …Quando sorgeva il sole, Cappuccetto Blu diventava molto triste perché era da sola e non capiva perché non vedeva più le sue amiche stelle. Invece quando il sole tramontava e il cielo diventava blu, Cappuccetto Blu era felicissima perché per magia spuntavano le sue amichette stelle. E tutti insieme si mettevano a ridere e a scherzare. Tutte le notti giocavano a nascondino, ad acchiapparella …Di giorno invece Cappuccetto si riposava e dormiva così soffriva un po’ meno la solitudine.
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Cappuccetto Blu n una parte del cielo viveva Cappuccetto Blu, ella sorvegliava le stelle e sua mamma invece sorvegliava la luna. La nemica di Cappuccetto era Gargona, che voleva conquistare le stelle con le sue divertentissime barzellette. Cappuccetto chiese informazioni ai suoi genitori, i quali la rassicurarono dicendole che le stelle erano state sue amiche da sempre, quindi non c’era da preoccuparsi.
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Emanuela Lao
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Cappuccetto Verde n giorno in un prato viveva una bambina che si chiamava Cappuccetto verde. La sua casa era un albero fiorito, lei andava in giro vestita di verde, aveva gli occhi color castagna e i capelli neri con delle ciocche verdi. La sua compagna di avventura era una farfallina a cui lei era molto affezionata. Un pomeriggio, mentre Cappuccetto raccoglieva i funghi per prepararsi la cena, incontrò un serpente a sonagli solo e senza casa, e decise di ospitarlo. Durante la cena il serpente a sonagli, cantando una canzone fa sprofondare Cappuccetto in un sonno profondo. Tino, il serpente, ne approfittò per rubare cibo e coperte a Cappuccetto. Dopo un’ora dalla fuga di Tino, Cappuccetto si svegliò e si accorse del furto e della scomparsa del serpente. Così uscì fuori a cercarlo. Quando lo trovò, lo prese in mano e lo portò con sè. Tornata a casa, gli tagliò la coda e visto che era rimasta senza cibo, lo cucinò e lo mangiò.
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Cappuccetto nello S pazio appuccetto abitava una volta nello spazio assieme ai suoi genitori. Un giorno sua mamma le disse: “Vai e attraversa dei pianeti stellari e arriva nel pianeta dove vive la nonna e le porti una crostata e le conserve per l’inverno”. Allora la bambina inizia ad attraversare i pianeti ma tra un pianeta e l’altro incontra un alieno lupo che le corse dietro per mangiarla. Lei scappa tra stelle e pianeti e si nasconde in una casetta fatta di pietre stellari. Il lupo la cerca di qua e di là; alla fine stanco se ne va via. La bambina esce dal rifugio e arriva dalla sua cara nonna. Dopo essersi abbracciate e salutate insieme si sono sedute davanti la casa e hanno consumato la crostata.
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Matilde Ballatore
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Come furono creati icolori ilioni di anni fa non esistevano i colori: il mondo era completamente grigio. In un villaggio vivevano le Sette Fatine dei Colori: rosso, arancione, giallo, verde, blu, azzurro, viola; erano le uniche cose colorate sulla Terra. Un giorno le fatine decisero di usare i loro colori per dipingere il mondo, ma il problema era che non sapevano come. Dopo qualche tempo, la fatina azzurra andò da tutte le altre fatine e, spalancando la porta, all’improvviso urlò: ”So come riempire il mondo di colori!“. Tutte le fatine fecero un balzo enorme per lo spavento, ma poi la fata rossa disse: “Va bene, adesso calmati! Dicci la tua idea”. La fata azzurra iniziò il suo racconto, quindi disse: “Noi andremo alla Valle dell’Arcobaleno, (portando con noi una grande scorta di colori) lo coloreremo ed esso darà colore a tutte le altre cose.” Le fate acconsentirono tranne la fata verde. Quest’ ltima pensava che il piano non avrebbe funzionato, ma le altre fate la ignorarono totalmente. Il giorno seguente andarono alla Valle dell’Arcobaleno e iniziarono a dipingerlo.
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Appena finirono di colorare, non accadde nulla, proprio come aveva previsto la fata verde. Tutte le fate si rattristirono; ma poi arrivò un temporale e l’acqua, cadendo sull’arcobaleno, diventò colorata e macchiò tutto ciò che incontrava. “Ciò non era previsto” iniziò la fata azzurra “Ma abbiamo raggiunto lo stesso lo scopo”. Fu così che il mondo diventò colorato.
Marialaura Sortino
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Fof fy e F uf fy ’era una volta nella radura di una foresta magica una piccola casetta in legno di colore rosso fuoco con delle piccole finestre azzurre. In questa casetta ci viveva una piccola famiglia di folletti magici composta da mamma, papà e due fratellini gemelli di quattro anni di nome Foffy e Fuffy. Foffy e Fuffy erano identici e nessuno li sapeva riconoscere e per questo motivo Foffy indossava sempre un cappello giallo e Fuffy un cappello verde. Fuffy aveva paura di tutto anche di una piccola farfalla che volava, mentre Foffy amava tanto gli animali. Foffy quando poteva andava nel bel mezzo della foresta a giocare con loro. Si divertiva ad arrampicarsi sugli alberi con le sue pazze amiche scimmie e giocava a nascodino con i suoi piccoli amici scoiattoli. Un giorno Foffy e un simpatico cucciolo di cerbiatto, mentre stavano giocando all’acchiapparello, rimasero intrappolati dentro una fitta rete di un cacciatore. Foffy allora tentò di fare una delle sue magie per liberarsi, ma purtroppo non funzionavano perché con lui non c’era Fuffy. Una scimmia allora andò subito a chiamare Fuffy ma lui appena la vide
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si nascose nella sua cameretta sotto il suo piccolo letto con la coperta blu e azzurra. La scimmia allora per convincerlo si mise a cantare e a ballare “Occidental’s Karma” così Fuffy uscì dal letto e iniziò a ballare con lei. Subito dopo iniziarono a correre insieme per andare da Foffy. Appena i due piccoli folletti gemelli furono vicini, insieme dissero la formula magica e la rete del cacciatore sparì nel nulla trasformandosi in stelle filanti dai mille colori. Da quel giorno Fuffy non ebbe più paura degli animali.
Vincenzo T rombatore
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Il bosco mis terioso ’era una volta un bosco misterioso che nessuno aveva mai attraversato, era scuro, cupo e con alberi alti e foglie nere. Un giorno però uno gnomo di nome Alex che era basso, grosso, con gli occhi marroni e le orecchie lunghe, decise di attraversarlo tutto da solo. Appena iniziò a camminare nel bosco si accorse che non c’era nulla di cui spaventarsi e decise quindi di chiamare i suoi amici gnomi e le fate per rianimare questo bosco. Dopo qualche giorno il bosco si animò di luci e colori, rendendolo speciale, così speciale che gli gnomi e le fate decisero di andarci ad abitare. Fu così che cambiarono il nome da bosco misterioso a bosco meraviglioso.
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Jacopo F loriddia
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Il d rago del vulcano anto tempo fa esisteva un drago che abitava vicino ad un vulcano. Questo drago era enorme e lanciava fiamme dalla bocca. Il suo compito era di proteggere il vulcano dagli altri animali e da chiunque avesse tentato di avvicinarvisi, cacciandoli con le sue terribili fiamme. Un giorno un mago, per placare la furia del mostro, fece un incantesimo. Infatti preparò una pozione magica con erbe particolari che solo lui conosceva e la fece bere al feroce drago che si addormentò all’istante. Al suo risveglio il drago era diventato docile come un cagnolino così alla fine il drago fece amicizia con gli altri animali e vissero tutti felici e contenti vicino al vulcano che ormai era diventato un posto dopo tutti gli esseri più piccoli e indifesi potevano sentirsi protetti dal un drago che sembrava quasi fosse rinato.
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Samuel Pulino
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Il naso degli Elefanti n un tempo lontano tutti gli elefanti non avevano il naso lungo, era corto e assomigliava a quello di un orso. Vivevano nell’attuale Africa e si nutrivano di erba, anche se lì ne trovavano poche quantità. Un bel giorno venne alla luce un piccolo elefantino molto dispettoso, che di solito infastidiva gli altri animali. Anche se era molto piccolo aveva una corporatura robusta e inoltre il suo colore di pelle era molto particolare, mischiato tra l’azzurro e il grigio chiaro. Una mattina si svegliò e decise di fare delle domande ad alcuni animali che vivevano lì con lui, prima andò da una giraffa e le chiese perché aveva il collo così lungo, ma la giraffa, visto che non sapeva cosa rispondere lo cacciò via. In seguito, disperato, andò da un’ippopotamo, per chiedergli perché era così ciccione, ma lui un po’ offeso lo trattò male, tirandogli uno schiaffo. Infine un po’ abbattuto andò da un coccodrillo che viveva nel fiume detto anche “Acqua Viva”, appena l’elefantino arrivò, senza neanche il tempo di fare una domanda lo prese per il collo e cominciò a tirare, fin quando il naso diventò lunghissimo. Da quel giorno tutti gli elefanti hanno il naso, cioè la proboscide lunga.
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Jole C avallo
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Il vero amore n una città lontana viveva re Arturo: era alto e snello, aveva lunghi capelli neri e occhi azzurri; vestiva con colori particolari ma non troppo vivaci, ma con abiti molto costosi. Però oltre ad essere un uomo per bene era anche un uomo solo, perché perse la moglie tanti anni fa durante una tempesta e da quando la moglie morì lui era amareggiato e triste. Ogni giorno che passava, Re Arturo andava al cimitero per fare visita alla moglie per ricordarla bella come era. Ma un giorno mentre camminava tra le vie della città da lontano vide una donna, una povera ragazza chiamata Maria, una ragazza di 34 anni come Re Arturo. Maria aveva una statura alta e snella, lunghi capelli biondi ondulati, occhi verde chiaro ed era una donna di buon cuore. Arturo si innamorò perdutamente perché quando la vide gli ricordò subito sua moglie. Re Arturo diede un comando al suo servo migliore di cercare informazioni su di lei, e il servo partì. Il caro RE allora assunse Maria come serva e amica. Ma da quando Maria entrò in quella casa tutto cambiò la casa non era più buia, ma pulita e piena zeppa di felicità. L’entrata era luminosa, in cucina c’erano pasti caldi e buoni mentre prima i cibi era-
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no freddi e tristi. In salotto c’era un divano dove Re Arturo poteva leggere e guardare dalla finestra il panorama. Al centro del salone vi era un grande pianoforte dove Maria e Re Arturo suonavano insieme, praticamente era come se il corpo della moglie fosse entrato in quello della ragazza. Allora Arturo decise di sposarla e andò a dirlo ai suoi parenti, ma la madre non acconsentì e gli disse: ”Tu non sposerai una donna di cui non sai se fidarti o no”. Allora scoppiò una lite tra le due famiglie. Maria e Arturo scapparono con il cavallo bianco, durante la fuga Maria fu colpita da una pallottola e cadde a terra. Arturo le gridò di svegliarsi perché non voleva perdere anche lei. Così la prese in braccio e la portò da una donna di strabilianti poteri chiamata Scaia. La maga gli disse che se non avesse preso in tempo il frutto dell’amore Lei sarebbe diventata polvere. Arturo scalò montagne e montagne per trovarlo, ma alla fine trovò il frutto della passione e lo portò alla maga, la quale preparò una pozione magica per la povera Maria che dopo averla annusata la fece risvegliare dal lungo sonno. Successivamente i due si sposarono e vissero felici e contenti.
Giulia Bellardita
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La giraf fa n uno zoo vicino alla città di Castellandia viveva una giraffa di nome Siria. Era abbastanza diversa dalle sue amiche che spesso la prendevano in giro. Loro avevano un collo alto e snello, zampe perfette, un pelo lucido e un manto dai colori giallo e marrone. Lei purtroppo nacque diversa: il collo non alto, zampe corte e tozze, e il suo manto era di un giallo cupo, nessuna macchia era presente nel suo corpo. Per il suo aspetto fisico Siria, sin da piccola, veniva presa in giro dalle altre giraffe. Un giorno mentre piangeva dietro un albero vide arrivare una fatina tanto piccola quanto dolce e disponibile ad ascoltare il motivo della sua tristezza. In un battibaleno dopo averla ascoltata la fatina usci fuori dal suo cappellino una bacchetta magica e trasformò Siria in una delle più belle giraffe dello zoo e tutte le sue amiche da quel momento in poi la invidiarono per la sua bellezza e non la presero più in giro.
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T homas Serrentino
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L’incontro con N essie ra una mattina di primavera, il sole era alto nel cielo azzurro, non c’erano nuvole e il lago sembrava brillare. Corry e la sua famiglia erano arrivati in camper. Appena papà parcheggiò il camper, i fratelli scesero e corsero verso il lago. C’era talmente silenzio che si sentivano solo le voci dei bambini. Il fratello maggiore sapeva tutto su Nessie, aveva visto tanti documentari e aveva imparato quel suono che l’avrebbe richiamata, così tirò fuori l’armonica e si mise a suonare: ecco, l’acqua del lago sembrò alzarsi e apparve lei. Nessie non era un mostro ma un piccolo drago che fece salire i tre bambini e li portò a fare un giro per il lago. Dopo quel primo incontro, Nessie e i bambini divennero amici e si divertirono a giocare insieme.
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Corrado Ignaccolo
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La Bella F atina n tutta la storia della magia, mai ci fu fata più Celestiale di Gioia. Era così buona e dolce che aveva vinto perfino dei premi. Si era addirittura aggiudicata una medaglia d’Oro celestiale per la sua bontà. Oltre a essere buona, Gioia era bella. Ella aveva il naso a patatina i capelli biondi raccolti in una treccia lunga e gli occhi azzurri, come il cielo, la bocca piccola ed era di carnagione chiara. Quando lei passava tutti la guardavano e poi commentavano tra loro: - Siamo davvero fortunati ad avere come amica una fata così dolce e gentile. La magia era tutto per Gioia. Si era fatta un’ottima clientela e veniva chiamata ogni volta che fosse richiesta un’azione buona. Aveva anche inventato una gran quantità di ingredienti per magie che divennero popolari fra le fate. In questo modo Gioia si era talmente arricchita che per vivere non doveva lavorare. Lei viveva da sola in un castello tutto colorato di: rosa e azzurro circondato a destra e a sinistra da giardini con fiori variopinti.
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V ittoria A gosta
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La F arfalla M agica anto tempo fa in un vialetto pieno d’erba passeggiava una bambina di nome Sofia, col suo bel gatto che era: giallo, morbido, con gli occhi marroni e la bocca piccolina. Un giorno mentre passeggiavano, il gatto vide qualcosa muoversi in un cespuglio, così andò a vedere cosa c’era, Sofia mentre lo aspettava vide nel cielo azzurro una farfalla viola e nera molto piccola che era magica, ma lei non lo sapeva allora la toccò e cadde a terra. Quando si svegliò chiamò il suo gatto e ritornarono a casa. Arrivati, Sofia raccontò tutto a sua madre e disse: «Mamma, mamma! Oggi ho visto una farfalla viola e nera e piccola» e lei rispose: «Oh no! Quella farfalla è magica e devi stare attenta». Allora Sofia promise che non l’avrebbe più toccata e andò a letto spaventata. L‘indomani Sofia mentre si preparava per andare a scuola, si specchiò e vide delle ali grandissime spuntare dalle sue spalle. Corse in giardino e provò a sbatterle come immaginava facessero le farfalle. Inspiegabilmente cominciò a sollevarsi da terra e spaven-
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tatissima gridò: «Aiuto, aiuto sto volando». Sua madre corse subito da lei e disse: «Stai tranquilla ora ti faccio scendere». Così preparò una pozione buonissima che Sofia bevve. Dopo trenta secondi la magia era svanita. Sofia ritoccò terra e potè finalmente andare a scuola, dove raccontò ai compagni quello che le era successo sentendosi la protagonista di una meravigliosa favola.
Floriddia Desiree
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
La notte e li giorno i tempi antichi non c’era la notte. Il sole e la luna splendevano accanto ed era sempre giorno. Tommaso era un bravo cacciatore indiano, e desiderava la notte e disse che in ogni modo sarebbe riuscito a portare un po’ di buio nella cara terra per, in questo modo, potersi riposare e sonnecchiare. Così sua sorella gli disse che se avesse avuto bisogno di uno dei suoi capelli bastava chiedere. Un giorno Tommaso andò da sua sorella e le chiese una ciocca dei suoi capelli, e così fece un laccio e creò una trappola alla luna. ùPer un po’ di tempo l’oscurità fu sulla terra. Tommaso pentito si mise a piangere per quello che aveva fatto. Allora andò a casa dove trovò un sacco pieno di animali che aveva catturato, lo aprì e uscirono talpe, topi ecc. e con loro fece un patto: se lo avessero aiutato li avrebbe lasciati vivere. Gli animali accettarono. Tommaso felice spiegò a gli animali che li avrebbe lanciati nel cielo per rodere i lacci che tenevano prigioniera la luna. E allora Tommaso andò a prendere la sua grande
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molla, mise lì tutti gli animali e li lanciò. Ci riuscì il piccolo topo. Tutti gli animali furono liberati come Tommaso aveva promesso. Anche il sole e la luna capirono che dovevano splendere in cielo in momenti diversi. Ecco come furono creati il giorno e la notte.
Giulia Perricone
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
La più buona delle fate n tutta la storia della magia, mai ci fu fata più buona di Carolina. Era così buona che aveva perfino dei premi. Si era addirittura guadagnata una medaglia d’oro incantevole per la sua meraviglia. Oltre ad essere buona, Carolina era bella. Il naso a patatina sembrava esser stato creato per odorare i fiori, i capelli erano lisci e legati in una lunga treccia e gli occhi erano grandi come una principessa. Carolina, era così brava che tutti l’amavano. La magia era tutto per lei. Si era fatta un’ottima clientela tra le fate, le principessa e gli animali e veniva chiamata ogni volta fosse richiesta un’azione buona. Aveva anche inventato una gran quantità di pozioni che la fecero diventare popolare. In questo modo Carolina aveva bisogno di lavorare insieme al suo fedele principe, al maggiordomo ed al cane. Si era trasferita in un castello bellissimo arredato con tende, tappeti e divani comodissimi, costruito su una montagna chiamata MONTE GIALLO.
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La scuola al contrario Dirartnoc, una città al contrario; le mamme lasciavano i loro bambini a scuola. Quando i bambini arrivavano in classe trovavano tutto in disordine e poi erano liberi di fare tutto quello che volevano: potevano scambiarsi le figurine, potevano andare in palestra e giocare a pallavolo, a calcio, palla avvelenata; non facevano i compiti, potevano salire sopra i banchi, tutti gridavano! Era sempre ricreazione e tutti i bambini buttavano all’ aria tutti i quaderni e le maestre le maestre non sopportavi l’ordine. Invece nella scuola normale quando le mamme accompagnavano i loro bambini trovavano la loro classe in ordine, quando la loro maestra spiegava si stava in silenzio, si studiava, si andava a giocare in palestra quando lo diceva la maestra seguendo un orario stabilito, si facevano i compiti, si teneva pulita l’aula e tutti i locali scolastici, non si scriveva sui banchi e sui muri, non si buttavano i quaderni all’aria, non si gridava e si faceva ricreazione solo per dieci minuti.
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Samuele Rizza
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
La zebrajuventina n tempo la zebra era di un unico colore, bianca o nera. Un giorno la zebra Zirú a spasso per la città passando vicino ad una casa in costruzione vide un grande contenitore pieno di uno strano liquido, incuriosita si avvicinò per guardare e inciampando vi cadde dentro. Solo allora si accorse che quel liquido era colla. Riuscì ad uscire e si mise a correre come una pazza pensando che si asciugasse. Correndo andò a finire vicino ad un campo sportivo dove si giocava la partita della Juventus, il vento forte fece volare una bandiera della Juve e gli si appiccicò addosso. Tentò inutilmente di toglierla scrollandosi ma non ci riuscì. Si vide riflessa in uno specchio e quelle strisce bianche e nere le piacquero così tanto che decise di tenerla. Da quel giorno le zebre sono tutte bianche e nere.
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Gabriele Misseri
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Perché li pappagallo ha le piume colorate anto tempo fa il pappagallo era tutto bianco, e si sentiva triste perché nel suo mondo voleva essere diverso. Un giorno andò a fare una passeggiata, mentre sbuffava e si lamentava del suo unico colore lo travolse una forte bufera che lo portò in un mondo bellissimo, coloratissimo pieno di felicità e di creature fantastiche. Lì viveva una fata che gli propose uno scambio: se la fata gli avesse dato del colore alle sue piume il pappagallo in cambio le avrebbe dato una delle sue piume bianche. Così fecero e da quel giorno il pappagallo ebbe le piume colorate.
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Romina Sarta
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Ser Louise ’era una volta un principe che si chiamava Ser Louise. Ser Louis aveva gli occhi azzurri e i capelli biondi, il naso a patata e una bocca sorridente. Un giorno Ser Louise, passeggiando per il bosco, si imbatte in un muschio insolito color blu zaffiro. Incuriosito e felice di questa scoperta ne staccò un pezzo e lo portò alla strega di fiducia del re, suo padre. La strega sgranò gli occhi e gli disse che aveva fatto una scoperta straordinaria, infatti il muschio color blu zaffiro, se mischiato con il muschio giallo ambra e col muschio verde smeraldo poteva rendere immortale chiunque. Ma se lo mischiava con del muschio rosso rubino poteva uccidere in tre giorni chiunque lo bevesse. Allora il principe, che voleva diventare subito re, perché voleva ereditare i beni del padre, preparò l’ infuso di muschio blu e muschio rosso e lo fece bere al povero re. Ma la strega dimenticò di avvertire il principe: uccidere una persona con l’infuso gli avrebbe portato una grande tristezza. Infatti dopo due giorni il principe si sentì molto triste e solo e provò a rimediare.
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Prese del muschio blu, del muschio giallo e del muschio verde e preparò l’infuso e lo fece bere, non solo al padre ma a tutta la famiglia. Il principe sentì una grande felicità e capì che la ricchezza più grande è l’amore per i propri cari.
Pietro A gricola
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Avventura per mare erso sera Davide e Luigi avevano deciso di uscire da soli a mare con la loro piccola barca a vela. Stavano veleggiando intorno all’isola quando a un certo punto si alzò un vento che trascinò la barca verso l’isola dove si ruppe. Davide e Luigi si costruirono un rifugio e si accamparono lì per la notte. La mattina dopo accumularono della legna e costruirono una barca, ma c’era ancora tantissimo vento allora aspettarono, ma di certo non mancava la fame. Allora presero frutti degli alberi come: mele, banane, pesche e kiwi. Poi ritornarono nel rifugio e pranzarono sperando di sopravvivere. Anche la cena fu così e di sera dopo aver mangiato, si addormentarono. La mattina seguente uscirono e videro che il vento si era calmato. Fecero colazione con: mele, banane, pere e pesche e poi partirono per il viaggio che era molto lungo infatti portarono molto cibo e acqua. Finalmente tornarono a casa; erano felicissimi e non avevano ancora capito come erano riusciti a sopravvivere a quella sventura, ma fortunatamente erano sani e salvi.
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Un amico un po’ roiginale n giorno due amici Andrea e Giuseppe furono invitati in un castello da un loro amico. Andrea e Giuseppe erano due ragazzi molto coraggiosi e accettarono l’invito; quando arrivarono al castello suonarono il campanello che era tutto arrugginito. Entrarono e si incamminarono nel giardino che era pieno di alberi e cespugli secchi. Appena arrivati al portone lo trovarono aperto ma il loro amico non c’era, quindi iniziarono a cercarlo per tutte le stanze del castello, ma di lui non c’era traccia. Salirono nella scala ripida e piena di polvere e arrivarono in una soffitta con delle enormi ragnatele e lì trovarono un gatto nero che li stava aspettando. Accanto al gatto nero c’era un biglietto con scritto “Io sono il vostro amico, ogni tanto mi trasformo. Ora che mi avete trovato possiamo andare a giocare”. I due amici all’inizio rimasero di stucco, fermi immobili. Guardando bene il gattino riconobbero un braccialetto che il loro amico portava sempre e convinti della magia, andarono con l’animaletto a giocare in giardino.
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Vincenzo A mato
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Allo specchio n giorno Alessandra pensò di guardarsi allo specchio e di descriversi. Notò subito che era vestita con dei leggins neri con dei cuori disegnati, una maglietta bianca dove era stampata una ballerina e delle scarpe bianche e nere. Il suo viso era piccolo e rotondo con due occhioni marroni che le piacevano molto, anche le sopracciglie erano dello stesso colore degli occhi di forma lunga a sottile, la bocca piccola e non molto carnosa e il naso piccolo e all’insù’. Alessandra aveva dei capelli lunghi e di colore biondo scuro e non voleva assolutamente tagliarli perché’ le piacevo così. Molto spesso li acconciava con lunga coda che faceva continuamente scodinzolare come fa un cagnolino quando vuole giocare. Il suo corpo era esile e longilineo, con gambe lunghe e snelle, questo le permetteva di essere molto agile, infatti le piaceva ballare e correre. Tante volte, quando si trovava in camera sua, accendeva la musica e cominciava a ballare davanti allo specchio inventando tanti passi, questo gioco le piaceva molto e si sentiva quasi una superstar e continua-
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va a cantare e ballare per delle ore. Diede ancora uno sguardo a tutto il corpo, si girò per guardare quanto fossero lunghi i capelli e poi con espressione soddisfatta esclamò “Sì, direi proprio che sono una bella bambina!”
Alessandra Di N atale
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Allo specchio ennifer balzò in piedi e si avvicinò allo specchio: C’era un’esile signorina tutta colorata: con un bel paio di pantaloni di color blu scuro, una maglietta di color azzurro e una cintura di color rosa pelle. Ha un bel viso a forma di cerchio con una fronte larga e il mento rotondo. Gli occhi sono forse la cosa più bella del suo viso, sono verdi alla luce e azzurri la sera, anche le sue sopracciglia sono sottili e le ciglia nere e lunghe. La sua bocca è normale. Il suo naso è a patata e molto morbido, ha anche dei capelli di color marrone, quando sono legati sembrano più ordinati ma quando sono sciolti sono spettinati e lunghi. Alla fine mi guardai allo specchio e dissi: «si sono proprio molto carina».
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Jenni fer Beqiri
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3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Beagle o amo tutti gli animali ma ce n’ è uno in particolare che amo più di tutti cioè il cane. Non ho un cane ma lo vorrei avere. La mia razza preferita è il beagle che è un cane da caccia ma anche un cane da tenere a casa, infatti è un ottimo cane da compagnia. Ha la testa allungata, il muso quadrato, le orecchie lunghe, piatte e sottili, occhi grandi e rotondi, pelo corto e coda robusta. Il beagle è un cane allegro, attivo e simpatico. Essendo un po’ testardo, ha bisogno di un padrone severo.
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Benedetta Cascino
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Descrivo la mia cameretta a mia cameretta la condivido con il mio fratellino ed è vicino alla camera da letto dei miei genitori. La mia cameretta è piccolina ma presto diventerà più spaziosa, perché la mamma mi ha promesso che compreremo una cameretta con due letti e toglieremo la culla di Salvatore. Sopra il mio letto c’è una finestra, con una bellissima tenda delle principesse. Al lato sinistro del letto, il comodino, un comò e di fronte un grande armadio, il tutto di colore azzurro. Dal soffitto pende un lampadario a forma di luna di colore giallo, attorno alla luna pendono stelle tutte colorate. Le pareti prima erano colorate, con decorazioni di fiori e nastri viola e fucsia, adesso le pareti sono tutte bianche, ma saranno ridipinti con altri colori, perché a me piace la cameretta colorata. Di fronte al mio letto c’è la culla di mio fratello, trasformata in un piccolo lettino. In alto un grande televisore, sotto una scrivania con mensole realizzata tutta in pietra da mio papà. Tutta la cameretta è abbellita da cuscini colorati, tantissimi giochi e un bellissimo tappeto beige con fiori grandi rossi.
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T ecla Spatola
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3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Descrizione personale i chiamo Ennio, ho nove anni e frequento la quarta classe della Scuola primaria “E. De Cillis“. Sono alto 1,48 cm e ho una corporatura robusta. Il mio viso è ovale, gli occhi sono grandi, di colore marrone. Tutti mi dicono che ho uno sguardo vivace. Le orecchie sono di grandezza normale, le labbra piccole e carnose, il naso a patatina. I miei capelli sono leggermente ondulati e di colore biondo-scuro. Di solito indosso abiti sportivi come jeans, magliette, scarpe da ginnastica. Tuttavia nelle occasioni importanti mi piace vestire elegante con giacca e cravatta. Nei pomeriggi, dopo aver fatto i compiti, vado a giocare a calcio con un gruppo di ragazzi. Due volte la settimana, mi alleno a calcetto nel campetto del San Domenico Savio. Oltre al calcio mi piace il basket, uno sport che ho praticato in passato quando ero più piccolo.
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Ennio G radanti
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Il mio animale preferito n giorno uscì di casa per fare una vacanza a Siracusa. Nelle grotte trovai un animale che mi piaceva molto: IL GECO A MANOPOLA Era bellissimo, aveva una testa ovale e degli occhi acuti, uguali a quelli del serpente, ma aveva alcune spine molto dure sul corpo e grazie al suo colore marrone-giallognolo e le macchie bianche riusciva a mimetizzarsi perfettamente nelle rocce. lo volevo toccarlo ma visto le spine non ho voluto rischiare così ho preferito restare a guardarlo, meravigliato dal suo aspetto insolito e dalle curiose macchie sul suo dorso. Grazie a questa nuovo incontro sono felice perché non capita tutti i giorni di imbattersi in questo genere di animale che, invece, a me suscitano tanta curiosità. È STATO BELLISSIMO!
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ioele G Vindigni
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3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
La mia piccola Lilly l mio animale si chiama Lilly è una cucciolina molto pelosa ed è piccola, il suo pelo è bianco e lungo. Ha gli occhi marroni,il naso che sembra un bottoncino e la bocca piccolissima. Le piace giocare molto ed è molto coccolona, mangerebbe continuamente e le piace fare il bagnetto. La mia LILLY è una cagnolina attenta, se arriva qualcuno avverte abbaiando e si mette dietro la porta ad aspettare chi eventualmente entrerà. Io adoro LILLY e sono molto contenta di lei infatti adoro portarla a spasso intorno al quartiere di pomeriggio dopo aver finito i compiti.
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Garaf fa Eleonora
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
L’animale che mi ncuriosi i s ce o non ho un animale che mi piace in particolare, però ce n’è uno che un pochino mi attira. IL PINGUINO. È un uccello bizzarro, perché ha le ali, ma le usa come pinne per nuotare. Può tuffarsi fino a 300m di profondità e restare sott’acqua per 20 minuti. Si protegge dal freddo grazie alle sue piume impermeabili e lo strato di grasso. I pinguini innamorati si riconoscono dal loro canto. Essi fanno un solo uovo all’anno e lo covano a turno per 1 o 2 mesi. Per concludere, i pinguini che vivono al Polo Sud sono tantissimi, e formano delle colonie che possono contenere fino a 200.000 individui.
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Gabriele Scarso
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3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Il pappagallo della zia T eresa ia zia Teresa ha un pappagallo di tantissimi colori, ha la testa e il collo rossi, sotto il becco una macchia bianca, il petto giallo, con delle zampine verdi, gialle e nere con sfumature d’azzurro e la coda di tre colori verde, rosso e blu. Si chiama Polly. Vive a casa di mia zia da tre anni, la sua gabbietta dove va a dormire di notte ha una forma rettangolare, dentro ci sono una vaschetta per l’acqua e una ciotolina per il mangime. Polly, però, di giorno, ama stare sul davanzale della finestra. Quando andiamo a casa della zia lui ci svolazza intorno e spesso, insieme a mia sorella e mia cugina, proviamo a fargli ripetere alcune parole, a volte sembra che le ripeta. A Polly piace stare tanto con i bambini, infatti, quando ci vede giocare incomincia a svolazzare ed a fischiare. Polly quando mi vede si appoggia sulla mia spalla, quasi quasi sembra che mi chieda di giocare con lui, ed è troppo carino!
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ndreaA Papaleo
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
L’animale che più mi piace ’animale che più mi piace è il cane. Io voglio descrivere il mio cane che si chiama Milo. Milo è un meticcio yorkshire, ha 4 anni, e di colore nero, marrone con qualche ciuffo bianco. Ha il pelo corto ed è piccolino. Ha un carattere molto bello è un pochino vivace ed è un cane molto giocherellone, simpatico ed è molto felice quando è in compagnia con me e mia sorella Erica. Milo è un cane molto ubbidiente e molto intelligente anche se a volte fa i dispetti. Io sono molto felice di avere un cagnolino come il mio Milo.
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oelia N C avarra
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3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
La mia cameretta a mia cameretta si trova al piano terra, di fronte alla porta della camera da letto dei miei genitori e vicino al bagno e alla cucina. La mia stanza è grande e di forma quadrata. Nella mia stanza c’è un comodino, una televisione di 24 pollici, due armadi e due letti. La mia cameretta è illuminata da una finestra. Nella mia stanza, con me, dorme mio fratello. Quando entro dalla porta della mia cameretta trovo sempre un tappeto colorato, i miei letti sono colorati: uno è arancione, l’altro è blu; l’armadio e il comodino sono di colore marrone. La televisione è nera e la scrivania dove tengo sopra la televisione è marrone chiaro. Le pareti sono arancioni invece il tetto è bianco. La mia cameretta mi piace così com’è. Nella mia cameretta ho tanti peluches. Sulla scrivania tengo i libri e nell’armadio tengo: giubbotti, vestiti. Per questo la mia cameretta mi piace molto e non la cambierei per nessun motivo al mondo.
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Santo Giannì
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
La mia cameretta on ho una camera tutta mia, ma la condivido con le mie sorelle. Entrando dalla porta di legno, difronte, troviamo una finestra che illumina l’intera camera. In una delle quattro pareti si trovano i nostri letti. Il mio è nell’angolo vicino alla finestra. La parete dove sono attaccati i letti è di color blu, mentre le altre sono bianche. A decorare le altre pareti ci sono dei quadri che Noemi ed Emanuela hanno appeso, ma anche alcuni miei poster di calciatori. Di fronte ai letti ci sono due grandi armadi di color marrone e bianco, dove teniamo tutti i nostri vestiti. A sinistra degli armadi c’è la scrivania dove faccio i compiti e gioco al computer. A destra ci sono la libreria dove teniamo i nostri libri e un tavolino con sopra la TV. I mattoni della nostra camera sono di color bianco lucido. È una camera molto grande, dove mi diverto a giocare!
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Giuseppe M onti
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3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
La mia cameretta a mia cameretta si trova al terzo piano, vicino alla camera da letto dei mie genitori. Nella mia cameretta c ‘e un armadio a ponte, di sotto c’è il letto, appesa al muro sopra una mensola c’è la TV. I muri sono azzurri ed il soffitto è bianco; c’è anche una grande cesta piena di giocattoli ed un grande tappeto a terra dove io mi sdraio per guardare la TV o per rilassarmi quando mi sento stanco o quando voglio rimanere da solo a pensare. A me piace tanto stare in questa stanza per giocare e per fare i compiti. Per me è bellissima e non cambierei proprio nulla.
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Samuele G iuca
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Ecco la mia cameretta a mia camera è nel secondo piano, è piccola e di colore rosa anche se il mio colore preferito è l’azzurro. Ho il letto a castello, nel piano di sotto dormo su un materasso morbidissimo e un cuscino davvero comodo, mentre nel piano di sopra c’è un materasso con tutti i miei pupazzi e due cuscini. Attaccato al letto c’è un armadio rosa e viola in cui metto i miei giubbotti, i vestiti da ballo e i vestitini eleganti. Di sopra ci sono le mie coppe dei saggi di ballo. Di sotto ci sono tre cassetti viola e rosa, con delle maniglie grigie e accanto c’è una cassettiera dove tengo i vestiti. Subito dopo, c’è una grande finestra che si apre su un balcone. A sinistra ci sono tutti i miei giocattoli: due ceste piene di giocattoli vari, un cassetto pieno di trucchi, un pallone e un tavolino giallo dove, certe volte, faccio i compiti. Per finire, c’è anche un semplice lampadario azzurro. La mia camera mi piace tantissimo ma non mi piace il colore, infatti vorrei cambiare solo quello poi è perfetta.
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Benedetta Cascino
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3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Nonno spiritoso Gennaio mia mamma ha fatto il compleanno e papà l’ha portata al centro benessere. Siccome non potevo entrare, i miei genitori mi hanno affidato ai nonni materni. Quando mi hanno lasciato lì, per cercare di tirarmi sù il morale, il nonno mi ha raccontato le sue monellerie da piccolo. Per esempio mi ha fatto ridere la storia di quando un giorno lui voleva il gelato ma essendo solo, non aveva i soldi per comprarlo. Fermo davanti alla vetrina ad ammirare tutti i gusti e sognando il suo bel cono, quando un bambino uscì dal bar, gli balenò in mente un’idea: veloce veloce gli ha rubò il gelato. Così tra una storia e l’altra abbiamo passato tutto il giorno a ridere. Nonostante mi mancassero i miei genitori mi sono divertito tanto.
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Manuel Giallongo
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis� - Rosolini
La mia cameretta a mia cameretta è piccola, ci dormo con mia sorella quindi ci sono due letti a destra, due comodini, un armadio di fronte ai letti, con un grande specchio a sinistra, una scrivania e la tv sempre a sinistra, ci sono una finestra e un balcone piccolo che si affaccia sulla strada. Nella mia cameretta ci sono tanti pupazzi di mia sorella sopra la scrivania e sopra i letti. In cameretta ci vado solo per dormire, vicino alla mia cameretta ci sono la stanza dei miei genitori e un bagno.
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Paolo C aruso
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3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Signor M is ter M uscolo l signor Mister Muscolo piuttosto che essere un semplice personal trainer, assomigliava ad un lottatore di pugilato pericoloso. Il suo aspetto fisico è: spalle enormi, muscoli a mai finire e dei polpacci che sembravano fatti di ferro; di bel viso, bocca carnosa e grandi occhi blu, sguardo aggressivo. Indossava una canottiera bianca, dalla quale si evidenziavano le enormi spalle, aveva dei pantaloni a cavallo basso e degli stivaloni verde Fluo. Era vanitoso, si muoveva dondolando le braccia e sporgendo il petto in fuori assumendo un comportamento da body builder. I ragazzi capivano subito che lui non era un classico allenatore, ma un buttafuori, cioè un protettore di sicurezza dei locali notturni.
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Aprile C orrado
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Un regalo speciale ra il terzo giorno di Novembre, il mio compleanno. Ero a casa con mio fratello e mia sorella e aspettavamo che I nostri genitori finissero di lavorare. Ero impaziente! Volevo il regalo! Dopo due ore,si fanno le otto e mezza l’ orario in cui di solito ritornano a casa. Quando li ho visti entrare a casa dissi: «Mi date il regalo?». Ma papà rispose: «Prima cambiati». Io mi vestii e poi uscii dalla mia camera impaziente, tenendo gli occhi chiusi per godermi al massimo la sorpresa che mi aspettava e quando mia mamma mi fece entrare trovai una television e poi andammo a festeggiare. Appena tornammo abbiamo montato la televisione e così io e mio fratello passammo la nostra prima notte in compagnia dell’ospite d’onore di quella giornata, la tanto attesa e desiderata B00CG38LZ0. Si, ne è valsa proprio la pena.
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Corrado Frasca
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3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Un’ esperienza con la mia famiglia n anno fa nel mese di marzo io, mia sorella e i miei genitori siamo andati sull’Etna. Appena siamo arrivati io sono rimasto impressionato perché li era tutto pieno di neve, siamo scesi dalla macchina e siamo andati subito nella nostra camera per indossare i giubbotti, i guanti e i cappelli di lana. Appena pronti siamo subito andati fuori e abbiamo giocato a palle di neve e dopo, tutti insieme, ci siamo messi a fare un bellissimo pupazzo di neve. Quando abbiamo finito di giocare sulla neve e siamo ritornati in camera per riposarci un po’, ed io ho guardato la tv. Dopo trenta minuti siamo scesi al ristorante per cenare. Io ho ordinato antipasto e un secondo di pesce. Dopo aver mangiato ci siamo rilassati davanti al camino e poi siamo andati a dormire. Il giorno seguente abbiamo trascorso tutta la giornata sulla neve e abbiamo preso la funivia. È stata una bella esperienza e spero di poterla rifare il prossimo anno.
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Luigi Scarso
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Lettera a B abbo N atale aro Babbo Natale ti volevo chiedere se hai tanto da fare in questo periodo. Io mi chiamo Noemi sono una bambina di 9 anni. Vorrei dirti una cosa: non è per me che ti scrivo e ti chiedo di voler esaudire i miei desideri: cerca di ridare la serenità a chi l’ha persa, di riportare un sorriso in più a chi ormai è solo e triste, di alleviare le sofferenze di chi mi sta intorno e se puoi anche un po’ le mie. Cordiali saluti da una bambina che crede ancora nella magia del Natale.
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oemi G N ennaro
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3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
E-mail at Yotimo ello friend, my name is Corrado. I’m nine years old. My birthday is in March. I’m in the fourth class at the DE CILLIS school. Every day I get at up at half past seven and I have breakfast. I get dressed and then I go to school by car. I live in Rosolini! It is spring and it is very hot here. Write soon!!!!
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Corrado Ignaccolo
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Lettera di presentazione ello my friend, My name is Rebecca. My surname is Reby. I’m nine years old. I live in Rosolini, Siracusa, Italy. I’m tall and thin. I’ve got brown eyes and brown hair. I’ve got a big family. I have got a pet, it’s a small bird. In my class there is my best friend, she is has got long and black hair. Bye
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Rebecca M onaco
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Al mio amico Yotimo ello Yotimo, My name’s Corrado. I’m nine years old, my birthday is in October. I’m in the fourth class at DECILLIS school. Every day I get up at seven o’ clock and I get dressed. I have breakfast and then I go to school by car with my mum. My school isn’t very far. I live in Italy. It’s spring and the weather is very good here. I send you some photos of me and my friends. write soon
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Corrado A prile
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Mi presento ello Yotimo, my name is Luigi. I’m nine years old. My birthday is in september. I’m in the fourth class at De Cillis Primary School. Every day i get up at seven o’clock,I have breakfast and I get dressed. I go to school by car. Do you go to school by car, too? I live in Rosolini. Write soon
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Luigi Scarso
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Nonsense l grillo Il grillo è salterino è canterino ed è monellino sveglia le persone durante il sonnellino. Però non chiamo il disinfestatore perché il suo ritornello è carino carino…
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Carmen Lorefice
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Eccomi ello friend, My name si Ludovica. I’m mine years old. My birthday is in jannuary. I’m in the fourth class at De Cillis pubblic school. Every Days I get up at seven o’ clock and I have breakfast. I get dressed and then I go to school by Car. My school is very far. P.s. I live in Sicily. My city is Rosolini. It’s Spring and there is hot. Write soon! Bye, bye
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Ludovica Licitra
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Lettera al Dirigente Scolastico 20 Gennaio 2017 Carissimo dirigente dell’istituto compressivo “E De Cillis”, sono una bambina di nome Jole Cavallo, ho nove anni e frequento la classe quarta del suo istituto. Oggi le scrivo prima per congratularmi e poi per informarla dei provvedimenti che secondo me dovrebbero essere fatti a scuola. Come ho detto prima vorrei congratularmi, prima per i docenti che riescono ad insegnare in un modo molto intelligente, infatti facendo una domanda ad un bambino si riceve la risposta corretta molto velocemente. Poi vorrei congratularmi per l’organizzazione della scuola come: gite, eventi scolastici ecc... Per esempio nella nostra classe, quando ci avvisano di una gita, tutti sono felici e soprattutto nel posto dove andiamo impariamo nuove cose anche non essendo a scuola. Un’ultima congratulazione è per la pulizia, i bidelli riescono a pulire così a fondo i bagni, aule e tutta la scuola che non sembra più essere in un luogo pubblico. Adesso vorrei parlare del solo provvedimento che secondo me dovrebbe essere fatto a scuola, cioè
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per i termosifoni che non riescono a riscaldare bene le aule e tutta la scuola, infatti qualche giorno fa, andando in bagno, in tutto il corridoio c’era proprio molto freddo. Adesso vorrei parlare di una cosa che non ho riferito: il giorno che insieme ad un compagno siamo venuti nel suo studio per consegnarle l’invito al nostro recital, lì sono rimasta molto sorpresa per l’ordine: i libri erano sistemati molto bene insieme a tutti i fogli, le cartelle ordinate, fila per fila, e infine la cosa che mi è piaciuta di più è stata la pulizia, tutto era proprio splendido! Adesso la saluto, continuo a congratularmi e spero che la richiesta che le ho fatta sia presa in considerazione. Arrivederci dall’alunna
Jole C avallo
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Lettera al mio scrittore preferito Rosolini, 10 Gennaio 2017 Salve, egregio Signor Jeff Kinney, sono Marialaura Sortino, ho nove anni e vivo a Rosolini. Frequento la scuola E. De Cillis del mio paese e vado in quarta elementare. Lei è l’autore del mio libro preferito: “Diario di una schiappa”. Sono proprio affascinata dai suoi libri e li trovo davvero molto divertenti. Ho iniziato da poco a leggerli, circa tre, quattro mesi fa. Io ho soltanto: “La legge dei più grandi“, “Non ce la posso fare“, “Si salvi chi può!“ e sto ancora leggendo “Un racconto a vignette”. Mi piace molto l’idea del “Diario di una schiappa FAI DA TE” anche se, in libreria, l’ho sfogliato e non saprei cosa scrivere. Le ho scritto perché era un compito di scuola e io non avrei avuto mai il coraggio di scriverle, sono troppo timida. Le scrivo anche per farle delle domande: - Quando scriverà il suo prossimo libro? - Da dove prende l’ispirazione per scrivere tutti i suoi libri? - Da dove ha preso l’idea della “formaggite“ ovvero la malattia del formaggio, in “Un racconto a vignette”
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Sono una sua grande fan e le chiedo una cosa: quando risponderà alla mia lettera, può farmi anche l’autografo? Sarebbe una cosa bellissima per me. Dalla sua grande ammiratrice, cordiali saluti.
Marialaura Sortino
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Rosolini 12/01/2017 aro Cristiano Ronaldo Ciao mi chiamo Gabriele e ho 9 anni, frequento la 4^ classe elementare ed abito a Rosolini in provincia di Siracusa. Ti scrivo per farti sapere che sei il mio idolo; il calcio è la mia passione e tu sei il mio calciatore preferito. Guardo tutte le tue partite anche le repliche e i programmi dove ci sei tu. Il mio sogno è quello di vedere una tua partita allo stadio e quello di poterti incontrare di persona anche se è quasi impossibile. Da grande mi piacerebbe diventare un fuoriclasse forte come te anche se è molto difficile. Ti stimo! Con affetto
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Gabriele Misseri
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10 Gennaio 2017 ara Carlotta Ferlito. Mi chiamo Ketty, sono una bambina di nove anni e vivo a Rosolini. Mi piace la ginnastica artistica, infatti mi alleno tanto e vado in palestra tre volte alla settimana. La seguo in televisione infatti mi piace quello che fa quando si allena e sono contenta per i successi che ha ottenuto. Mi rivolgo a lei per incoraggiarla a continuare questa bellissima attività e le faccio tanti auguri per il suo futuro. Spero che allenandomi tanto riesca ad essere brava come lei. Sono una sua fedele ammiratrice. Un abbraccio
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Ketty Savarino
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La mia mamma a mia mamma si chiama Margherita e ha 36 anni. È di carnagione chiara, ha i capelli corti e castani, gli occhi grandi e marroni, il naso piccolo ed elegante, la bocca grande e carnosa, è alta e magra. La mia mamma è dolce, simpatica e gentile, spiritosa ed ha sempre la battuta pronta per tutti. Mia mamma è una brava cuoca, il suo piatto forte è il risotto con i funghi, che è anche uno dei miei piatti preferiti; il suo piatto preferito sono le lasagne che cucino io. Mia mamma è un po’ pazzerella, quando sente alla radio qualche canzone che le piace inizia a cantare a squarciagola. Passa molte ore del giorno a lavoro ma nel tempo libero si dedica a me e a mio fratello. È la migliore mamma del mondo e le voglio tantissimo bene.
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Federica Lorefice
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La mia mamma a mia mamma si chiama Maria e ha 37 anni È un po’ alta, ha i capelli corti e di colore nero. Ha la faccia rotonda,le orecchie normali, gli occhi grandi e di colore marrone, il naso piccolo, le labbra carnose, le braccia lunghe e le mani grandi. Mia mamma è magra, ha le gambe lunghe e i piedi normali. È di carattere buona e quando mi dice di fare le pulizie le faccio. Io adoro mia mamma perché quando io le dico di giocare lei gioca per un po’ di tempo insieme a me. Quando si sente male io le sto vicino e non mi viene neanche di mangiare, ma quando mi sento male io lei sta tutto il tempo vicino a me. Mia mamma adora mangiare la pasta, il formaggio, le verdure e la frutta
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Josephine Scala
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Mia mamma amma sei il mio eroe Mamma sei tanta carina sei bella come una stellina, sei bella come il sole che splende con amore. Tu mi difendi tu mi proteggi con tutto il cuore e per me sei piena d’amore. Tu mi rendi felice e senza te non completiamo una famiglia. Mamma tu sei una stellina che brilla vicina Mamma sei piena d’amore mi ami con tutta il cuore TI AMO
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Colombo Sofia
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
La mia mamma a mia mamma è bella e carina Ma a volte diventa anche un po’ biricchina. Il suo cuore è buono e generoso Ma con me diventa ancora più affettuoso.
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Giochiamo, scherziamo e ridiamo Ma se si arrabbia Mi dà una bella sculacciata. La mia mamma mi piace molto perché: mi perdona, mi comprende mi protegge e mi difende e ti voglio tanto tanto bene.
Samuele Rizza
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3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Poesia per la mamma amma per me sei una stella speciale, senza di te non so stare sempre a te voglio abbracciare se stai male ti vengo a coccolare e se sto male mi vieni a curare con te non voglio litigare l’unico sentimento che provo è l’amore e quando sto con te mi si scalda il cuore.
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Corrado Frasca
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
La mia mamma a mia mamma si chiama Vincenza, ha 49 anni ed è nata a Modica. Mia mamma pesa 50 Kg, ha i capelli ricci un viso ovale, gli occhi castani, un naso a patata e la bocca carnosa e piccola. E’ magra e indossa vestiti che a me non piacciono! Tiene il telefono in mano quando io e mia sorella non siamo a casa. Quando combino un guaio, mia mamma si arrabbia, però per me è speciale! Il suo cibo preferito è la pasta con l’olio e come bevanda la spuma, comunque mia mamma è troppo carina! La mamma è una maestra ed insegna nella mia scuola. Lei fa tutto per me, grazie mamma! Ha un carattere generoso, quando lei non lavora noi parliamo, a volte mi coccola! Il suo hobby preferito è lo shopping. I suoi libri preferiti sono i romanzi Ti voglio bene mamma!
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Andrea Papaleo
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Una giornata ni campagna: 1 Maggio eri sono andato in campagna con i miei genitori e i miei amici Angelo, Giorgio. Abbiamo giocato, a palla, abbiamo mangiato la pasta e la carne arrostita. Ho trascorso una bella giornata. Sono ritornato a casa alle ore 20:45. Dopo ho cenato e sono andato a letto alle ore 22:30.
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Alessandro Gennaro
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Caro Diario 20 luglio 2016 ore 23:30 Oggi è stata una bellissima giornata. Stamattina mi sono alzata presto perché io e la mia famiglia avevamo organizzato una giornata dai miei cugini, che abitano a Reggio Calabria. Il viaggio è stato un po’ lungo ma io e mia sorella Emma, in macchina ci siamo divertiti tantissimo. Quando siamo arrivati dai miei cugini, che non vedevo da un sacco di tempo, ci siamo abbracciati e subito ci siamo raccontati un sacco di cose. Dopo un po’ di tempo siamo andati a tavola perché il pranzo era pronto. Era tutto buonissimo e io ho mangiato davvero tutto. Nel pomeriggio io e mia cugina siamo andati con le biciclette in centro al paese e abbiamo incontrato alcuni suoi amici. Mi sono trovata benissimo e ci siamo divertite tanto. Subito dopo ci siamo salutati e poi siamo ripartiti. Mi ha fatto piacere rivedere mia cugina spero di andare a trovarli di nuovo molto presto. Ora vado a letto perché sono stanchissima. È stata una giornata meravigliosa! Buonanotte
Rachele Gurrieri
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Caro diario 29 Novembre, pomeriggio Caro diario, sono sempre io che ti scrivo! Voglio raccontarti la mia giornata: sono stata a scuola come tutte le mattine. A prima ora la maestra mi ha chiamato per ripetere la lezione, avevo molta ansia, però mi sono fatta coraggio e sono andata. La maestra ha iniziato a farmi delle domande, ero spaventata perché non mi sentivo sicura e preparata. Alla fine dell’interrogazione la maestra mi ha dato una bellissima notizia: mi aveva messo un bel 10. Tutti i miei compagni mi hanno fatto i complimenti. Uscita da scuola l’ho detto subito a mia mamma e lei contenta mi ha detto che tornando a casa mi avrebbe preparato il mio piatto preferito: le lasagne. Per questo la considero una giornata bellissima!! Sono felicissima!
Giada Di M ari
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I ragazzi ni barca na volta due ragazzi erano in barca, ad un certo punto arrivò la sera e i due ragazzi si spaventarono perché videro uno squalo. Lo squalo si avvicinò lentamente e i ragazzi non sapevano cosa fare. Ma improvvisamente i due ragazzi videro la barca dei loro genitori e si sentirono al sicuro. Fecero cenno ai loro cari che lì vicino c’era un orribile squalo. Il papà stava cominciando ad organizzarsi per impaurire l’enorme pesce quando lo squalo vedendo le due barche scappò via. I due ragazzi si salvarono ma si sono presi un bello spavento.
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Castiglia Elis eo
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Il diario personale 9 Dicembre 2016. Caro mio Didi (questo è il nome del mio diario) Oggi ti voglio raccontare un episodio. Oggi ero in campagna dai miei zii e mi è venuta a trovare una mia amica di nome Federica e ci siamo messi a giocare. Giocando qua e là abbiamo accidentalmente fatto volare la scarpa di Federica sul tetto del magazzino. Abbiamo provato a prenderla ma non ci siamo riuscite. Quindi ho detto a Federica che era meglio dirlo a mio zio. Così riflettendo abbiamo capito che quando siamo in difficoltà dobbiamo chiedere aiuto agli adulti. Caro mio Didi per oggi è tutto ma ti prometto che tornerò a scrivere presto.
Vittoria A gosta
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Nonno spiritoso Gennaio mia mamma ha fatto il compleanno e papà l’ha portata al centro benessere. Siccome non potevo entrare, i miei genitori mi hanno affidato ai nonni materni. Quando mi hanno lasciato lì, per cercare di tirarmi sù il morale, il nonno mi ha raccontato le sue monellerie da piccolo. Per esempio mi ha fatto ridere la storia di quando un giorno lui voleva il gelato ma essendo solo, non aveva i soldi per comprarlo. Fermo davanti alla vetrina ad ammirare tutti i gusti e sognando il suo bel cono, quando un bambino uscì dal bar, gli balenò in mente un’idea: veloce veloce gli ha rubò il gelato. Così tra una storia e l’altra abbiamo passato tutto il giorno a ridere. Nonostante mi mancassero i miei genitori mi sono divertito tanto.
A
Manuel Giallongo
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3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Sono un bimbo fortunato o sono un bimbo molto fortunato perché ho quattro nonni molto bravi che mi vogliono tanto bene. Io passo molto tempo con i miei nonni soprattutto con quelli materni. Con il nonno Sarino gioco sempre a pallone e ci vediamo sempre le partite insieme e invece con la nonna Anna ci divertiamo a preparare tante cose buone da mangiare e a stare sul divano insieme. Il mese scorso, una domenica la nonna Anna e il nonno Sarino con mia sorella ci hanno portato a Nicolosi dai loro amici per raccogliere le castagne. Siccome dovevamo fare tanta strada siamo partiti di mattina presto e così verso le dieci siamo arrivati a Nicolosi. Durante il viaggio ci siamo divertiti tanto perché la nonna ci faceva tanti indovinelli in siciliano e invece il nonno ci raccontava tante storie. Quando siamo arrivati a Nicolosi i nonni con i loro amici ci hanno portato nel bosco. Nonostante pioveva io e Melania eravamo felicissimi e abbiamo raccolto tante castagne. Inoltre ci siamo fatti tante foto e le abbiamo mandate alla mamma e papà. È stata proprio una bellissima giornata grazie ai miei nonni!
I
Vincenzo T rombatore
3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Un’ avventura alla C ava con mio papà na mattina di Febbraio io e mio papà siamo usciti con il motocross. Siamo andati alla cava dove tutta la strada è sterrata. All’inizio ero molto felice, ma quando mi sono trovato davanti una discesa ripidissima e poi una salita altrettanto scoscesa, ho avuto un po’ di paura. Mio papà mi ha detto di mettere la prima marcia e di guardare il manubrio della moto e di non farmi impressionare da tutto il resto, rimanendo concentrato e pensando solo a godermi questa esperienza. Da quel giorno non ho avuto più paura infatti quando arrivo in quel punto metto la prima marcia alla moto e via. Mi ritengo fortunato di avere un papà così in gamba che mi dà tanto coraggio e riesce ad aiutarmi a risolvere tutti i problemi che incontro.
U
Corrado Paternò
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3° Istituto Comprensivo “E. De Cillis” - Rosolini
Un’ esperienza vissuta con i miei genitori a settimana scorsa io, la mamma e papà eravamo a casa e abbiamo deciso di andare da Punto Brico, perché volevamo vedere le cose natalizie. Così appena arrivati siamo entrati e siamo andati in una stanza dove c’era una lampada con dentro tre pesci finti, l’acqua e un po’ di sabbia. Insieme siamo passati da un corridoio all’altro guardando tutto quello che c’era esposto: attrezzi per il fai da te, legno, arnesi, prodotti per la casa… Poi siamo arrivati al reparto dove c’era qualche aspirapolvere, trapani, delle cassette. Finalmente il penultimo reparto era piena di oggetti di Natale: Babbo Natale, tanti alberi con le stelle di diversi colori: rosso, giallo, argento e vari addobbi. Nello stesso reparto c’erano delle cupole grandi e piccole con dentro Babbo Natale, le renne, pupazzi di neve. Anche l’altro corridoio era pieno delle statuine del presepe. Infine abbiamo visto una piccola stanza che era divisa in due parti, nella prima parte era tutto ricoperto di bianco dove c’era un pinguino, un orso polare e l’altra parte era tutto ricoperto di rosso con un piccolo camino. Infine abbiamo comprato solo la stella dell’albero di Natale che ci mancava. È stata una serata bellissima insieme alla mia famiglia.
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Ludovica Licitra