UDA 1a D
Anno scolastico 2016/’17
ROSOLINI TRA PRESENTE E PASSATO CLASSE ID Rosolini è stata fondata nel 1712, per molti anni è stato un centro agricolo la cui attività prevalente era la produzione di mandorle e olio d’oliva. Il continuo processo di trasformazione del territorio e del paesaggio, legato allo sviluppo urbano e infrastrutturale, alle attività agricole e alle dinamiche dell’insediamento, ha creato un impatto profondo sul territorio. Negli ultimi anni ha subito delle profonde trasformazioni, non solo dal punto di vista urbanistico, ma anche demografiche. Oggi nel nostro paese prevalgono le attività del terziario, anche
se il settore
primario resta una voce importante nell’ economia del paese. L’identità di una comunità è una lenta e progressiva modulazione degli eventi e delle circostanze, dell’operato di uomini e donne, che nel tempo ne concorrono alla definizione: tasselli e cromature di un mosaico in perenne allestimento. Conoscerne l’evoluzione, ricostruirne le radici storiche, sociali valoriali, ricordarne i momenti e gli aspetti più peculiari sarà utile ad una comunità che voglia divenire coesa, che voglia sfuggire al pericolo di un disgregante anonimato culturale responsabile del sentimento di estraneità dell’individuo al luogo ed alla comunità in cui vive ed opera. Rosolini ha una propria identità storica, giovane ma dalle radici antiche.
Sorse amministrativamente nel XVIII secolo e precisamente il 1° Agosto 1712 quando Don Francesco Moncada D’Aragona, Principe di Lardaria e di Rosolini, sposato a Donna Eleonora Platamone Requesens, ottenne, con “licentia aedificandi” a firma Don Carlo Antonio Spinola, il potere di “costruire il popolo di Rosolini”. Perché terra feudale nobilitata, il Borgo divenne Università, perciò dipendente dal feudatario che aveva il diritto di imporre ai borghigiani tasse, dogane e di esercitarvi la giustizia civile e criminale negli uffici sorti a ridosso e comunicanti con il Castello. Anche l’impianto urbanistico del nucleo più antico si sviluppò nell’area circostante il Castello, edificato sopra la Basilica ipogeica rupestre del IV – V sec. d.C. , la cui costruzione iniziò probabilmente nel lontano 1485 al tempo della prima “licentia aedificandi”, concessa dal Re Ferdinando d’Aragona a Don Antonio Platamone e a Margherita de Podio, Baroni di Rosolini. Ma i contrasti con Noto, che rivendicava l’antico privilegio di esigere la terza parte del raccolto delle terre della Baronia di Rosolini, ritardarono di oltre 227 anni la nascita del Borgo feudale. I feudi che ne costituirono lo stato feudale furono Savini e Cumbaudi prima, poi Almidara, Rididini, Galerno e Pietrarussa che attraverso matrimoni ed alleanze dei feudatari determinarono nel 1673 il Principato di Rosolini.
I signori feudali che si succedettero nel loro possesso furono in ordine: i De Girigia, i De Apello, i De Podio, ed infine i Platamone – Moncada – Branciforti. Sul toponimo sono state avanzate varie ipotesi che lo vorrebberro derivato dal greco Rhuselinon e dal latino Rus Elorini o dall’arabo Raalsenem, comunque furono diversi i nomi attribuitigli nel corso dei secoli da Savini, Lufanini, Rosolini, Li Savini, Risalini per arrivare nel 1673 al definitivo Rosolini. Il nucleo abitativo, già insediatosi attorno al Castello prima del 1712, aumentò per il flusso di nuclei migratori venuti a popolare il Borgo provenienti da Spaccaforno, Modica, Noto, Avola ma anche da Siracusa, Scicli e Palazzolo Acreide. Uomini e donne spinti a mutare condizioni di vita grama ebbero in enfiteusi dal feudatario stagli di terra assieme a povere casette in cui abitare. Il Borgo si espanse lentamente nel corso del Settecento e comprese dimore ad architettura povera, case terrane, case soprane, palazzi dei nuovi e pochi proprietari terrieri.
Ma vanno ricordate anche opere a
carattere
sociale
come
l’acquedotto
Cansisina,
alcuni
abbeveratoi,
un
orfani
e
la
ricovero
chiesa
del
per SS.
Sacramento, ricavata da un fienile feudale riattato a luogo di culto e successivamente
ricostruito
secondo i canoni dell’architettura tardo barocca settecentesca.. Con il 1728 la Chiesa cambiò il nome in SS. Crocifisso, a seguito della traslazione
della
Croce
Santa
dall’Eremo
della
cava
omonima,
mentre
contemporaneamente iniziarono i lavori della Chiesa delle Anime Purganti, poi Chiesa Matrice, ultimati nel 1840. Quando venne soppressa la feudalità e costituito il Regno delle Due Sicilie, le Università della Sicilia ebbero un nuovo ordinamento amministrativo che diede a Rosolini l’assetto comunale. Dal Risorgimento Italiano la cittadina non fu assente e molti suoi giovani ingrossarono le file dei “picciotti” di Garibaldi, mentre con l’Unità d’Italia la sua storia si identificò con quella di tutto il territorio nazionale. Dalla prima metà dell’800 si abbellì di artistici palazzi fino a tutta la prima metà del Novecento, dopo, ha subito lo scempio urbanistico come tanti altri centri italiani. Figli emeriti, con le loro opere e professionalità, ne hanno onorato il nome nel mondo assieme a quelli che la fame di lavoro ha sradicato dai luoghi cari.
Per tutti ricorderemo il notaio Faustino Maltese, a cui è dedicata una piazza, ed il dott. Giovanni Savarino, a cui è stato intitolato il museo etnografico, ai quali va il merito di aver conservato la memoria dell’identità storica del nostro popolo e lo hanno fatto perché sapessimo trarre lezioni di vita e di progresso all’interno della comunità e per la comunità nella quale viviamo. Nonostante la relativa giovinezza della cittadina il territorio su cui sorge è storicamente antichissimo. Esistono, infatti, numerose testimonianze che vanno dalla preistoria alla storia antica e medievale. Popolazioni indigene e mediterranee vi si stanziarono lasciandovi tracce già dal paleolitico superiore (12.000 anni) nella Cava Grande con la Grotta Lazzaro ed a Stafenna nel riparo sottoroccia.
All’antica età del Bronzo (1800 – 1400 a.C.) risale poi la necropoli di Cava Lazzaro, cospicuo insediamento della facies castellucciana, scoperta e studiata dall’archeologo tedesco Von Andrian nel 1878 e successivamente da P. Orsi e Bernabò Brea.
Greci e Romani, Bizantini ed Arabi vi si stanziarono come coloni che nelle nostre contrade, da Ritillini al Casale, da Cozzo Cisterna a Scalarangio e Stafenna, vissero e prosperarono. Tra i siti di notevole significato storico, culturale, e architettonico sono da ricordare l’Eremo di Croce Santa con quattro chiesette IV – V sec. d.C. e la Basilica ipogeica rupestre sotto il Castello Platamone. Si tratta di opere che assieme alle bellezze naturalistiche e paesaggistiche delle Cave, da Cava Prainito – Paradiso a Cava dei Servi, da Cava d’Ispica a Cava Grande, rappresentano un patrimonio di inestimabile valenza, ancora da fruire e valorizzare per offrire opportunità di lavoro ai nostri giovani.
La chiesa SS. Crocifisso La chiesa SS. Crocifisso è una delle parrocchie più antiche di rosolini. Le sue origini risalgono al 1673,la chiesa fu distrutta dal terremoto del 1693, così venne ricostruita in una posizione più arretrata rispetto alla precedente.Nel 1929 la seconda chiesa fu abbattuta per far posto a quella attuale. Questa attuale chiesa è in stile gotico a tre navate, presenta caratteri stilistici romanici, moreschi e liberty. La facciata è composta da un unico partito che vede al centro un portale chiuso in alto da archi polilobati e sovrastato da una finestra. Nella torre di destra c’è l’ingresso laterale alla chiesa. Nell’ ultimo livello della torre di destra si trovano 6 orologi; in quello della torre di sinistra la cella campanaria con 8 campane. Nei sotterranei dell’ attuale chiesa si trovano i resti dei sacerdoti e dei cittadini di Rosolini. La chiesa accoglie la Croce Santa ritrovata all’ eremo di Croce Santa ne 1533.
PIAZZA GARIBALDI Fu progettata nel 1873 e modificata successivamente nel 1880. Con i suoi palazzi, quasi tutti della stessa epoca (fine ‘800 ) tranne palazzo Santacroce, la piazza si sviluppa su un’ area di 4.500 mq e fa da scenario alla Chiesa Madre. Ogni singolo palazzo è caratterizzato da particolari elementi decorativi con motivi estetici variegati. La piazza, ieri come oggi, è il ritrovo principale del paese e accoglie le principali manifestazioni di Rosolini. Dal 2005 al 2008 sono stati fatti lavori di ristrutturazione che le hanno conferito l’ aspetto attuale.
LA VIA GONZAGA La via Gonzaga (a strata ra villa) è una delle vie più lunghe di Rosolini ed è sicuramente l’arteria più importante del paese. Essa, insieme alla via Aldo Moro (i 400 metri), è l’unica strada a due carreggiate. In origine presentava un aspetto diverso. Sul lato destro c’era un ampio marciapiede alberato molto largo e spazioso. Nella via il 22 di ogni mese si svolgeva il mercato cittadino (oggi si svolge anche il primo venerdì di ogni mese). Il mercato (a fera) si estendeva su tutta la via fino alla via Rimembranza, oltre la strada era sterrata e qui in occasione del mercato si metteva anche un cantastorie che cantava delle storie tragiche con l’ausilio di un cartellone. Nella parte bassa c’era una cabina telefonica e due distributori di benzina (uno dei quali c’è ancora). Alla fine degli anni 70 hanno fatto dei lavori di ristrutturazione per adeguare la viabilità del paese alla crescente motorizzazione, infatti le due carreggiate consentivano una viabilità più fluida dato l’accresciuto numero di automobili a Rosolini. Oggi il mercato è stato spostato in via Aldo Moro e via Rimembranza. Inoltre sulla parte bassa c’era la fermata dei pullman con una pensilina per i passeggeri.
E noi che pensavamo fossero solo “strane” coincidenze linguistiche
Oggi, più che mai, siamo abituati ad usare nella Nostra lingua madre dei termini presi in prestito dalla lingua straniera inglese e, spesso senza neanche preoccuparci di pronunciarli in maniera corretta, così da italianizzarli. Infatti, tutti i libri di testo delle Lingue Straniere presentano, nelle prime pagine dei vocaboli dal titolo “L’inglese che già conosci” quasi, a voler confortare chi inizia questo nuovo apprendimento. Di conseguenza, nessun stupore quando abbiamo riscontrato che lo stesso accade per la Lingua Francese che, con tendenza modaiola trasforma tutto in chic, paillette, mélange, charme, boutique, etc. ma, ci siamo realmente stupiti quando abbiamo riscontrato l’influenza della Lingua Francese nel Nostro Dialetto locale. Certamente, in questo caso, non poteva essere solo una questione di atteggiamenti modaioli da imitare. Anzi! Abbiamo subito cercato, seppur in maniera guidata dalle Nostre Proff. G.Puglisi e C.Maltese, una motivazione alternativa per l’uso di questi francesismi nel nostro dialetto locale e, l’abbiamo riassunta nei seguenti brevi cenni storici. La Sicilia ha subito 250 anni di dominazione di Lingua Francese con i Normanni, gli Svevi e gli Angiolini. Come da usanza medioevale i conquistatori imponevano oltre al loro dominio anche la loro Lingua e, l'unica cosa che rimaneva integra era l'orgoglio dei Siciliani che, pur riuscendo, con i Vespri siciliani del 1282, a mettere in fuga i soldati e i funzionari arroganti, non riuscirono ad eliminare i termini francesi trasformati in sicilianismi, o per pronuncia o per significato. Tra queste principali stranezze linguistiche o francesismi netini ricordiamo:
FRANCESE
ITALIANO
DIALETTO
LOCALE Parrain
padrino/ prete
Parrinu
Abat-jour
lampada notturna
Basjù
Fourchette
forchetta
fucchetta
Serviette
tovaglietta
sivietta
Armoire
armadio
amuarra
Enrouiller
arrugginire
arrugghiari
Ronfler
russare
runfari
Expertise
furberia
spittizza
S’ enfoncer
isolarsi
anfunciarsi
En face
di fronte
an facci
En arrière
indietro
annarrieri
Maman
mamma
Mamà
Boîte
lattina
buatta
Pomme
mela
puma
Mince
caspita!
m…….
Merde
m……
buona fortuna!
E adesso tocca a Voi! Continuate questa divertente ricerca di francesismi presenti nel Nostro dialetto locale e, magari con l'aiuto dei Vostri Nonni che non smettono mai di essere per noi una fonte inesauribile di arricchimento e, nel nostro caso una vera culturale.
testimonianza di identità
LE PIANTE DEL PARCO GIOVANNI PAOLO II (VERDE A VALLE)