n.05/06
ARRIVEDERCI A SETTEMBRE
Giugno/Luglio 2010
Il Giornale della Memoria
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VA IN VACANZA BRIANZA
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Cronaca. 1950-1970, la grande immigrazione
GENTE VENETA
Arrivati a migliaia, spinti da povertà e alluvioni, dal Veneziano, dal Polesine, dal Trevigiano, costruendosi baracche o adattandosi alle case peggiori. Religiosi, intraprendenti e laboriosi, si sono integrati presto facendosi apprezzare
M
ario faceva il turno alle Acciaierie Riva di Caronno e poi correva a lavorare nella pensione di Senago dove viveva. Mirella rimaneva anche 13 ore in fabbrica, per pagarsi la casa. Silvana, ad appena 12 anni, tirava un carretto di casalinghi: «È arrivata la cavagnina», urlava per le vie di Paina. E poi la storia di Elio, che racconta del suo arrivo a Lazzate, quando con i fratelli arrangiarono un fuocherello per scaldarsi. «Come gli indiani», dice oggi. O quella di Giulietta, che dei primi inverni brianzoli, ricorda il rigore dell’inverno, perché aveva «le scarpe di spago e non aveva il cappotto», ché in Veneto non era così freddo. Sono le storie, fiere ed esaltanti, dei Veneti di Brianza, che proponiamo con un documento eccezionale: le foto delle ultime baracche di Perticato, abitate dagli immigrati polesani fino alla metà degli anni 70.
In questo numero PAG.2 Il salumiere di Carate che era re del ring
Nel giugno 1955, Cesare Bagnoli, operaio della Vismara, era l’idolo del pugilto della Brianza PAG.3 1980, Cantù in subbuglio: la vogliono sotto Monza
Allarme per l’elezione in Regione del dc Sergio Cazzaniga, ispiratore della provincia di Brianza PAG.3 1970: il rodeo di auto si trasforma in mega rissa
A Monza arrivano in 30mila per seguire le acrobazione ma i posti sono molti meno. Invasione di pista e cariche
servizi a pag.6/10
1979
Spareggio per la A
1957 Montagna assassina
MONZA, GRANDE ILLUSIONE PER 3500 TIFOSI BIANCOROSSI
QUANDO LA SEGANTINI FECE PIANGERE GIUSSANO
L
na domenica di giugno e quattro amici che decidono di andare ad arrampiare in Grignetta. Hanno tutti intorno a venti anni, tre sono di Giussano, la quarta è una giovane di Inverigo. Quando sono ormai vicini alla cima,
a squadra del bomber Silva era arrivata quasi al traguardo di un campionato cadetto trionfale. Rimaneva l’ultimo scoglio: lo spareggio col Pescara, squadra temibile ma alla portata del Monza. Il primo luglio di 31 anni fa, dalla città
della Villa Reale partì un piccolo esodlo: migliaia e migliaia di tifosi si misero in viaggio per Bologna, sede dello spareggio. Alla fine si mossero 3.500 persone. Non bastò: al D’Allara i biancorossi, irriconoscibili, persero con un netto 2-0. a pag.17
PAG. 4 Ore 9,30, il marescialo deve morire
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Nel luglio del 1982, a Lissone, il comandante dei Carabinieri si trova in mezzo a una rapina di terroristi.
guidati da Angelo Turati, socio Cai del suo paese e il più esperto del gruppo, precipitano rovinosamente: qualcuno alle spalle del capocordata ha perso l’appiglio, trascinando il gruppo nel baratro. Si salverà solo Angelo. a pag.19
MEDA 1976, IL VELENO TINTO DI ROSA Una nube rosa. Le prime testimonianze di quello che accadde alle 12,40 del 10 luglio 1976, parlano di una nuvole dal colore tenue. Rosa appunto. Quando il reattore dell’Icmesa di Meda cedette per il grande calore accumulato all’interno e con un fischio potente del fumo compresso fu sparato nel cielo di Brianza, a tutto si poteva pensare me-
no che alle giornate drammatiche che si sarebbero prodotte di lì a poco. Dopo una settimana di verifiche, accertamenti, mezze ammissioni, analisi e controanalisi e mentre le gente accusava i primi disturbi da intossicazione, fu chiaro che dietro quel colore gentile, nell’aria s’era sprigionato un veleno mortale: la diossina.
La stessa che, pochi anni prima, veniva usata dall’aviazione americana per defogliare la jungla vietnamita e cacciare i vietcong. E fu un doppio veleno: perché per mesi, forse per anni, quell’incidente inquinò i rapporti, seminò divisioni e contrapposizioni fortissime. La gente soffrì per la paura della malattia e della mor-
te, per sé ma soprattutto per i figli; per le case lasciate e abbattute, per le attività economiche sospese, a volte per sempre. Soffrirono le donne che, temendo di partorire figli deformi (anche per la forte propaganda abortista), chiesero e ottennerole interruzioni di gravidanza. servizi a pag.11/14
PAG.14 Quando la Brianza impazziva per i Mondiali
Nel 1970 e nel 1982, con i campionati di Messico e Spagna, le città brianzole conoscono feste monstre PAG.20 Il mare al Villoresi. Il Canale diventa spiaggia
Nella Brianza povera del dopoguerra, in migliaia usano il corso d’acqua come una piscina. Talvolta fatalmente PAG.22 Lo Statuto dei lavoratori? All’Autobianchi fu così
A 40 anni dalla legge 300, la testimonianza di come la novità fu vissuta nella grande fabbrica di Desio oggi sparita