Annuario di Arte e Letteratura Contemporanea 9^ Edizione - Anno 2021

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ACC CCADEMIA DI BE ELLE AR RT T, TI ETTERE E SC CIENZE LETT

Michel ichelanggeello Angri ngrisanii

ANNUARIO DI AR RT TE E LETTERA AT TURA RA CONTEMPORANEA 9ª Edizione - Anno 2021

Parole, Se Segn S nii e Colore Coolore l

ARTE T E CULT LTU T RA RA


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ARTE E CULTURA ACCADEMIA DI BELLE ARTI, LETTERE E SCIENZE

Michelangelo Angrisani DELEGAZIONE REGIONALE PER LA CAMPANIA DELL’ACCADEMIA INTERNAZIONALE “GRECI MARINO” NOVARA

Parole, Segni e Colore ANNUARIO 2021 DI ARTE E LETTERATURA CONTEMPORANEA

Premiazione della XXIV Edizione Premio Internazionale “Arte e Cultura 2020” Salone d’onore del Comune di Cava de’ Tirreni (Salerno, Italia)

Da sin. Prof. Franco Bruno Vitolo, Poetessa Paola La Valle, Prof. Armando Lamberti vice Sindaco, Presidente Michelangelo Angrisani, Dott.ssa Antonella Cicale, Scrittrice e Campionessa Mondiale di Immersione in apnea Mariafelicia Carraturo, Prof. Fabio Dainotti.


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Realizzato dall’Accademia Internazionale “Arte e Cultura” di Belle Arti, Lettere e Scienze Michelangelo Angrisani A cura di Michelangelo Angrisani Presidente dell’Accademia Collaborazione all’editing Prof. Franco Bruno Vitolo Commenti critici Prof. Franco Bruno Vitolo, giornalista e critico letterario Prof. Fabio Dainotti, scrittore, poeta e critico letterario Prof.ssa Paola La Valle, scrittrice, giornalista e critico Traduzioni in inglese a cura di Prof.ssa Miryam Russo, giornalista e poetessa

I nostri contatti: ARTE E CULTURA Accademia Internazionale di Belle Arti, Lettere e Scienze Michelangelo Angrisani Via XXV Luglio, 24 - 84013 Cava de’ Tirreni Salerno Italia E-mail: arteecultura@virgilio.it michelangeloangrisani@hotmail.com Cell. +39.340.7997995 - 371.1151746

In prima di copertina “VELE NELLA SERA” Olio su tela “Digitismo” cm 70x40 Autrice Liliana Scocco Cilla da Ravenna It. In quarta di copertina “SOTTO GLI ABITI” Colore nel legno cm 38x48 Autore Michelangelo Angrisani Da Cava de’ Tirreni Salerno It.


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ACC CCADEMIA DI BE ELLE AR RT T, TI ETTERE E SC CIENZE LETT

Michel ichelanggeello Angri ngrisanii

ANNUARIO DI AR RT TE E LETTERA AT TURA RA CONTEMPORANEA 9ª Edizione - Anno 2021

Parole, Se Segn S nii e Co Colore olore l

ARTE T E CULT LTU T RA RA

ANNUARIO 2019 DI ARTE E LETTERATURA CONTEMPORANEA

Parole, Segni e Colore Annuario di Arte e Letteratura Contemporanea 2021 - IX Edizione UN ANNUARIO CHE FA LUCE

Giunto alla sua nona edizione, Parole, segni e colore, l’Annuario dell’Accademia Arte e Cultura rappresenta solo la sintetica punta dell’iceberg dell’attività intensa, prestigiosa e incessante di un Ente che oramai da anni sa offrire un importante punto di riferimento e di lancio per il territorio: promozione sul campo, corsi di formazione, valorizzazione di artisti locali e non, spazio per i “baby artisti”, gran vivaio di Cultura, un Concorso Internazionale di Pittura e di Letteratura, apertura di legami stabili con artisti ed enti di sette paesi e quattro continenti (esistono affiliati, oltre che in Europa, anche in Egitto, Israele e Brasile). Eppure, nonostante sia legato fortemente a quest’attività, l’Annuario riesce ogni anno ad avere una sua vita e dignità autonome come pubblicazione d’arte. Appare subito elegante e gradevole, grazie anche alla pulizia formale ricreata dal magnifico grafico Bruno Rispoli - Ecopress, che è riuscito ad armonizzare, pur nello spazio ridotto di un formato medio, l’insieme di informazioni, poesie, dipinti, sculture, fotografie, notazioni critiche che illustrano autore per autore. Al di là della forma e della struttura, quello che conta di più rimane il connubio tra la qualità garantita degli artisti, la democratica compresenza di autori già affermati e di emergenti speranze, la varietà delle tecniche creative ed espressive, il tutto unificato e cementato dall’amore per l’arte figurativa e la scrittura. Il risultato è uno stimolante omaggio alla Signora Creatività ed allo spirito di ricerca che la anima: uno spirito catartico e quasi salvifico in tempi così incerti come i nostri, ricchi di domande ma con poche risposte che sappiano fare da stelle polari alla travagliata navigazione esistenziale e sociale. Il merito principale di questa feconda unità e ricomposizione nelle differenze va al fondatore dell’Accademia, Michelangelo Angrisani, artista di vaglia, che già attraverso la varietà delle forme espressive da lui stesso usate ha sempre mirato ad un messaggio unificante di natura etica ed esistenziale, individuando attraverso l’Arte e la Creatività in generale la funzione di ponte tra la Terra e l’Oltre, tra il Visibile e l’Invisibile, linfa vitale per la creazione di ponti terreni tra uomo e natura e soprattutto tra uomo e uomo. Insomma, per dirla con il compianto prof. Luigi Crescibene, che fino all’ultimo Annuario ha impreziosito l’attività di Arte e Cultura, l’Accademia e il suo fondatore riescono ad accendere una scintilla importante per “la segreta esplicitazione della luce interiore”. E Luce sia, e Luce venga ancora una volta dal nostro Annuario e dall’Arte che gli dà vita... Franco Bruno Vitolo

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ANNUARIO DI AR RT TE E LETTERA AT TURA RA CONTEMPORANEA 9ª Edizione - Anno 2021

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ARTE T E CULT LTU T RA RA

YEARBOOK OF ART AND CONTEMPORARY LITERATURE

Words, Signs and Color Yearbook of art and contemporary literature 2021 A year that makes light.

The Academy of Arts’ yearbook (Words, Signs and Colours), now in its eighth edition, is just the tip of the iceberg of a long cultural activity. It has become a world quality reference of the Academy which continues to offer attractive investment opportunities at a global level. Effective ways to build up a culture of trust and a social co-operation are the training activities organized by the Academy of Arts for international artists, local artists and baby artists. One such event is the annual International Contest of painting and literature which is attended by artists from seven European countries and artists from non-European countries like Egypt, Israel and Brasil. Thanks to the constancy and collaboration of Bruno Rispoli, graphic artist of Ecopress, the result is an elegant and attractive book. Despite the small space of the format sheet he is able to include every artistic information and works like poems, sculptures, paintings and photos in it. As it has already been said, the form is not so important, what is truly important is the substance of the work The achieved objective is a deep love for any form of art aimed to reproduce the perfect creative synergy between famous and unknown artists. The excellent level achieved provide a safety net for this time of uncertainties and doubts. The one that most deserves credit for creating this beautiful unity is the founder of the Academy of Arts, Michelangelo Angrisani. Through his artistic and experimental work, the President of the School has been able to build a bridge between the natural world and Eternity in order to spread a message of unity and love. Furthermore, as the Teacher Luigi Crescibene has consistently argued in previous issues, the Academy of Arts and his founder are two wonderful stars which illuminate people’s inner creative light.

Franco Bruno Vitolo (Traduzione di Myriam Russo)

24ª Edizine del Premio Internazionale “Arte e Cultura” - Prima serata Salone di rappresentanza del Comune di Cava de’ Tirreni Intervento del Vice Sindaco Prof. Armando Lamberti. 4


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L’Accademia “Arte e Cultura” Fondata e costituita dal Maestro Michelangelo Angrisani, libera Istituzione Socio – Culturale; apartitica e apolitica; ossequiente alle Leggi dello Stato (art. 4/9/18 e 33) della Costituzione della Repubblica Italiana, e senza scopi di lucro; sorta allo scopo di contribuire al progresso delle Belle Arti, delle Lettere e delle Scienze, affinché possa essere occasione di incontri, dibattiti e confronti di idee fra Artisti, Letterati, Saggisti, Scienziati e Pubblico, l’Accademia “Arte e Cultura”: Promuove lo sviluppo delle idee, degli studi e delle ricerche dei suoi accademici; favorisce scambi culturali; sollecita e asseconda ogni utile iniziativa, rivolta allo sviluppo e al miglioramento della cultura in generale; organizza mostre e rassegne, promuove convegni, incontri, dibattiti e conferenze; si propone di incrementare la ricerca e gli studi di ogni disciplina e di ogni grado su tutto lo scibile. Raccoglie intorno a sé i migliori ingegni italiani ed esteri, soprattutto i giovani, orientandoli al fine di capire le personali inclinazioni verso il lavoro e indirizzandoli verso le scelte più opportune nell’arco del processo di formazione. Intende divulgare metodi educativi, diffondere le materie e le scienze moderne, incoraggiare le avanguardie artistico – culturali, compiere attività socio – culturali a livello nazionale e internazionale; aiutare enti e privati sotto forma di partnership, che perseguono finalità umanitarie, artistiche e sociali, al fine di realizzare progetti di cooperazione sociale sul territorio e nei paesi in via di sviluppo. L’Accademia si propone inoltre di valorizzare i beni culturali di tutto il territorio nazionale attraverso interventi di ricerca e gestione degli immobili, divulgazione, restauro e conservazione. Presso la sede dell’Accademia si trova l’archivio di tutta la documentazione relativa all’Istituzione stessa, agli accademici e alle loro attività, che può essere trasferita altrove dal presidente generale, che ha pure la facoltà di erigere delegazioni dell’Accademia nelle località ritenute opportune, sia in Italia che all’Estero. Attualmente l’Accademia dispone delle seguenti delegazioni: Nazionali: Romania, Spagna, Croazia, Israele, Brasile, Belgio e Algeria. Regionali: Campania, Piemonte, Toscana, Calabria, Basilicata e Lazio. Provinciali: Napoli, Avellino, Campobasso, Bucarest Romania, Latina e Suceava Romania. Settoriali: Penisola Sorrentina (Na), Comune di Aprilia (Lt), Comune di Pontinia (Lt), Latina Scalo (Lt), Cava de’ Tirreni (Sa).

“L’emozione nel segno, nel colore, nella parola”. Mostra collettiva di Arte e Letteratura Contemporanea. Complesso Monumentale San Giovanni, Cava de’ Tirreni (Salerno, Italia). Visita del Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca. 5


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International Academy “Art and Culture” Founded and set up by Master Michelangelo Angrisani, it is a free sociocultural Institution; it is not affiliated to, influenced by, or supports any political party; obedient to the laws of the State (art. 9.4.18 and 33), to the Constitution of the Italian Republic, and even to the art. 5 of the Campania Region), non-profit; born in order to contribute to the advancement of Fine Arts, Letters and Sciences, being an opportunity for meetings, discussions and exchange of ideas between artists, letters, essayists, scientists and people. It promotes the development of ideas, studies and research of its lecturers; it encourages cultural exchanges; it solicits and supports every useful initiative, aimed at the development and improvement of culture in general; it organizes exhibitions and shows, it promotes conventions, meetings, debates and conferences; it aims to increase research and studies of all disciplines and levels of all human knowledge. It gathers around it the best Italian and foreign talents, mostly youths, guiding them in understanding their personal inclinations towards work and directing them to the most appropriate choices within the training process. It intends to spread educational methods, to scatter subjects and modern science, to encourage the artistic and cultural avant-gardes, to fulfill sociocultural activities at national and international level; to help organizations and private with partnerships, pursuing humanitarian, artistic and social purposes, in order to realize social cooperation projects in the area and in developing countries. The Academy also aims to promote cultural heritage of the entire national territory through research and property management, spread, restoration and conservation. At the headquarters of the Academy there is the archive of all documentation concerning the institution itself, its lecturers and their activities, which can be transferred elsewhere by the President General, which also has the faculty to establish some Academy delegations in town deemed appropriate, both in Italy and abroad. Currently the Academy has the following delegations: Foreign countries: Romania, Spain, Israel, Brazil, Belgium and Algeria. Regional: Campania, Piedmont, Tuscany, Calabria, Basilicata and Lazio. Provincial: Naples, Avellino, Campobasso, Latin, Bucharest and Suceava (Romania) Sectorial: Peninsula Sorrentina (Na), Municipality of Aprilia (Lt), Municipality of Camerino, the City of Pontinia (Lt), the City of Cava de’ Tirreni (Sa).

XXIV Edizione del Concorso Internazionale “Arte e Cultura” - 2020. Premio speciale: “Medaglia d’Oro” e premiazione di una Baby Artista. 6


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Michelangelo Angrisani Presidente dell’Accademia “Arte e Cultura” MICHELANGELO ANGRISANI, Presidente e Fondatore dell’Accademia Internazionale “Arte e Cultura”, nato a Castel San Giorgio il 20 aprile 1947, vive a Cava dal 2002 e rappresenta una presenza incisiva ed apprezzata non solo nelle due Città, ma in tutto il territorio, sia per le sue opere, sia per l’attività promozionale, formativa e relazionale dell’Accademia “Arte e Cultura”, da lui fondata oltre vent’anni fa e diventata un centro motore e divulgatore di Creatività e Formazione. Artisticamente, Angrisani è autodidatta, si è formato da solo e sfruttando il contatto con maestri come Bocchetti, Carignano, Grassi... e il cavalletto suo primo maestro. Ha esposto in Romania, Spagna, Israele, Francia, Russia ed Inghilterra. Tra i numerosi riconoscimenti: la medaglia d’Argento del Presidente della Repubblica, la Medaglia di Bronzo del Presidente del Senato della Repubblica, la Medaglia e Targa d’Argento del Presidente della Camera dei Deputati, “La Tabula Cortonensis”, il prestigioso Premio “Gino Severini” alla carriera, ricevuto a Cortona nel 2013, diverse medaglie d’oro, medaglie d’argento, trofei e altro a concorsi artistici e alla carriera. Ha svolto più volte il ruolo di membro, presidente di giuria e critico d’Arte a diversi concorsi e rassegne. in Italia e all’estero. Nel corso della sua lunga carriera, sviluppatasi soprattutto negli ultimi venticinque anni, ma sorta comunque da un amore connaturato fin dalla tenera età, egli ha maturato uno stile e delle tecniche raffinate, che, attraverso la varietà delle forme espressive usate (figurativo classico, figurativo simbolico, figurativo vago su

Quarto appuntamento del Progetto “Noi creativi” - Incontro Artistico e Culturale. Cava de’ Tirreni (Salerno) - Novembre 2019. 7


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materia, sculture in bronzo, argento, terracotta e in resina), gli permettono di rendere con più convinzione il messaggio morale e religioso che è il fulcro della sua azione. I suoi lavori sono improntati ad un inesauribile spirito di ricerca e di sperimentazione, ma nello stesso tempo sono lontani da forme di astrattismo e pura informalità, essendo egli convinto che il linguaggio dell’Arte debba essere capace non solo di emozionare ma anche di comunicare. Perciò egli crea dal disegno stesso e dalle increspature materiche le linee, le sfumature e le vaghezze capaci di esprimere sia il pensiero sia le sue permanenti inquietudini, soprattutto la ricerca di una religiosità che vada oltre le forme rituali, dolorosamente gioiosa e pacatamente egualitaria. La novità più interessante e significativa viene dal cosiddetto colore sul legno, cioè dalla tensione a dipingere nel legno e senza stravolgerne le tonalità cromatiche originali. Un’operazione che egli del resto attua anche con altre materie, prima di tutto il marmo. Non è un vezzo, perché egli parte dall’idea che l’Arte è anche un ponte rispettoso tra uomo e materia e quindi tra uomo e natura e quindi tra uomo e Dio. Il divino è la sua principale fonte ispiratrice: non è un però un divino astratto, ma è l’ “oltre” che parla all’umanità e che la partorisce dai segni della creazione e dal ventre del suo stesso dolore umanizzato. Nelle sue opere più riuscite, in primis la Sacra Famiglia, la Sacra Sindone, la Crocifissione e Sotto gli Abiti, Angrisani riesce a creare il fascino del vago nell’apparizione delle figure, quasi impalpabili eppure proprio per questo tali da produrre un soffio di poesia che si propaga pervasivamente nell’anima. In questo spirito egli ultimamente ha tentato strade sempre in qualche modo innovative. Per esempio, la pittura col gessetto, che è stata accolta con curiosità e favore, la pittura su carta feltra e su metallo. Ma lui non si ferma e va oltre. E la ricerca continua… Franco Bruno Vitolo

Progetto “Primavera Europa”. Presentazione della mostra collettiva di artisti dell’Accademia Arte e Cultura e artisti appartenenti alla U.A.P.R. (Unione Artisti Plastici Rumeni). Sala espositiva del “Centro Culturale Ionel Perlea” in Slobozia (Ialomita – Romania). 8


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Michelangelo Angrisani The master of the colour on wood Michelangelo Angrisani, the President and Founder of Academy, was born in Castel San Giorgio on 20 April 1947. He has lived in Cava de Tirreni since 2002. He is the most important artist in these cities and in their surrounding area. This is because of his particular interest in all of the cultural activities promoted by the Academy of Arts, founded by him 20 years ago. Now the Academy of Arts is considered the most creative centre of Cultural Education. While he was working with the Academy Angrisani significantly contributed to its artistic success, particulary in the area of painting where he has always been a leader others could follow. Anyway, Michelangelo is a self-taught painter. His knowledge comes from his personal relationship with excellent artists like Bocchetti, Carignano, Grassi etc… Thanks to this wonderful experience he created a lot of artistic works, which were shown in various art exhibitions in Spain, Romania, Israel, France, Russia and England. Considering his wide background career, we can see how success has always been part of his life He has won many prizes in some international cultural contests and was given the Silver Medal by the President of the Republic, the Bronze Medal by the President of Senate, the Silver Medal and the Silver Plaque by the President of Chambres of Deputies, “The Tabula Cortonensis” and received the very prestigious award “Gino Severini” for his exclusive career, in Cortona (2013). Michelangelo has loved art since his childhood. Over time he has developed a passion for different artistic styles like figurative art, symbolic art, figurative vague on materials and bronze, silver, terracotta and resin sculptures. In his experimental works we can discover a deep religious sense of hope. The painter is firmly convinced of the importance of Art in inspiring others to do their best and communicating moral feelings. Moreover, Art is imagined as a bridge between life here on earth and eternity. So, it is thought as a kind of link between God and humanity. This is reflected in the various nuances, narrow lines and ripple decorations of Michelangelo’s paintings. Angrisani’s most important art innovation is the use of colours on wood and marble.

Biennale Internazionale di Arte Contemporanea. Fortezza da Basso (Firenze, Italia). 9


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The experiment reveals how the colours used on wood surface do not change their original colour shades God is the painter’s source of inspiration. He is not thought as a sort of abstract Entity, but as a true Reality who speaks to people’s conscience and to the lives of those who listen to him. At the time of Creation God gave birth to human beings from His suffering belly. It is a strong metaphor of Christ’s Passion. His religious ideas have been incorporated into many pictures like “The Holy Family”, “The Holy Shroud” and “The Crucifixion”. In these paintings there is another important element: an empty religious spirituality. It is based only on sacred rites but not on dialogue, mutual respect, understanding, reciprocal love and unity amongst individuals, groups and nations. It is represented through the presence of blurred figures on the canvas. The last innovations of Michelangelo’s creativity are two other types of art. The first one is realized with the use of simple chalk. The second one is realized with the use of multiple layers of paint on metal. However, the artist’s research does not end here. Franco Bruno Vitolo (Traduzione di Myriam Russo)

Michelangelo Angrisani con l’Artista Pilar Segura Badia, Presidente Delegata Nazionale per la Spagna, all’inaugurazione e presentazione della rassegna internazionale di Arte contemporanea “Il salone d’inverno” in Barcellona (Spagna). 10


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Come già detto nella presentazione dell’autore, la sua arte si sublima nella tecnica, difficile e rara, del colore nel legno, attraverso la quale, sfruttando le venature, la struttura e le sfumature tonali offerte da questa materia, l’artista si libera dai vincoli del realismo puro e ricrea delle figure e degli scenari carichi di quella vaghezza che è una delle basi della poeticità creativa moderna e che è anche il fondamento sul quale egli costruisce il suo messaggio spirituale ed il suo profondo senso del sacro. L’effetto all’occorrenza sa essere sorprendente e suggestivo: basti pensare alle onde emozionali che può generare la stilizzazione delle tre figure della Sacra famiglia, in lirica fusione tra sublimazione di umanità, vibrazione sacrale e iconica spiritualità. Sia pure in altra dimensione, lo stesso senso del sacro si avverte anche nella Sacra Sindone, in particolare nella sfumatura del volto del Cristo, e nella Crocifissione, dove la tradizionale statuarietà corrispondente alla narrazione biblica si trasfigura in uno scenario quasi onirico, con tinte cariche e volti sfumati. Insieme, le tre opere compongono il messaggio dell’artista, basato sulla centralità della figura del Cristo e sul suo grande modello di Spiritualità, Sacrificio e Amore. (FBV)

Crocifissione. Colore nel legno cm 35x35.

La famiglia. Colore nel legno cm 50x70

La Sacra Sindone. Colore nel legno cm 38x48. 11


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Se nelle opere composte con la tecnica del colore su legno privilegia la stilizzazione artistica delle figure, negli oli su tela, soprattutto quelli della prima fase, Michelangelo Angrisani ama il realismo a tinte cariche per ricreare una dimensione di partecipativa fantasia legata al suo immaginario sentimentale. L’esempio più probante qui è dato dal Tramonto sull’eremo, dove il rosso acceso della sera, che dal cielo si effonde fino alla pianura attraversando l’eremo stesso, crea una dimensione di magica emozione. Nella Festa di Carnevale al mio paese la “magia” si emana dallo sfondo della folla in lontananza, ridotto ad un gioco di colorate piccole sfere, e a corredo le figure d’altri tempi del corteo centrale, anch’esse molto colorate, evocano personaggi d’altri tempi e sembrano dettate da un senso di vaga nostalgia per quell’infanzia dove tutto sembra “una favola”. In una linea immaginaria del tempo, la rappresentazione del Totò francescano, quello di “Uccellacci e uccellini”, integra il cammino di maturazione dell’artista, che, superata la fase dell’incanto giovanile, apre il cuore all’incanto spirituale, ben rappresentato nell’espressione del viso di colui che per tanti era un comico e una maschera, ma per Angrisani ora diventa il segno della persona che coltiva la sua spiritualità ed apre le braccia all’umanità. (FBV) 12

Festa di Carnevale al mio paese - Olio su tela cm 40x30.

Tramonto sull’eremo - Olio su tela cm 70x50.

Totò Francescano - Olio su tela cm 40x30.


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In linea con quanto detto a proposito degli oli su tela, attraverso l’intensità cromatica, la cura del disegno e l’armonico inserimento delle figure centrali all’interno dello scenario d’insieme, il Maestro Angrisani costruisce anche il suo canto d’amore alla Natura. Si noti al riguardo quanto sia viva e “tonica” la sua Natura morta, corroborata da uno sfondo liricamente vago ma sottolineato da vivaci cromie, e quanto spicchino per dolcezza e cconvinta sodalità le figure delle due ben colorate Capre, emergenti in primo piano dalla scena di una prateria desertica, ma ben piantate nella dimensione del loro essere. E potremmo anche dire chei due dipinti, esaltando la forza naturale di specie non umane, contribuiscono al canto interiore dell’artista, puntato poeticamente sulla Bellezza del Creato nel suo insieme. (FBV)

Capre - Olio su cartoncino cm 50x35.

Natura morta - Olio su tela cm 50x40. 13


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Arcidiocesi Amalfi - Cava de’ Tirreni La pubblicazione dell’Annuario di Arte e Letteratura Contemporanea ci offre la possibilità di evidenziare i numerosi talenti artistici nel nostro territorio provinciale, di quello regionale, nazionale ed internazionale. Rinnovo ed esprimo la mia riconoscenza all’Accademia “Arte e Cultura”, fondata e presieduta da Michelangelo Angrisani, artista cavese che da anni si impegna per la promozione e la valorizzazione dell’Arte nelle sue molteplici espressioni. L’Accademia “Arte e Cultura” potremmo definirla quasi una “vetrina”, che continua a dare visibilità e opportunità ai diversi artisti impegnati nel meraviglioso mondo artistico e culturale. La Chiesa è stata sempre attenta al mondo dell’arte e della cultura e nel tempo non si è limitata ad interventi più o meno occasionali sul tema. In modo particolare, San Giovanni Paolo II, avendo profondamente a cuore il dialogo tra la Chiesa e il mondo delle arti, rilanciò l’alleanza, sostenuta e promossa dai suoi predecessori. Con un documento del tutto originale, unico nel suo genere, scrivendo la Lettera agli Artisti, alla vigilia del grande Giubileo del 2000, definì l’artista “immagine di Dio Creatore”, dell’Artista Divino, e incoraggiò gli artisti ad accogliere in abbondanza “il dono di quelle ispirazioni creative da cui prende inizio ogni autentica opera d’arte”, e che viene elargito dallo Spirito, “il misterioso artista dell’universo”. Il documento si concludeva con un vigoroso appello agli artisti, che piace fare mio e lo rivolgo a tutti voi chiamati ad essere responsabili dei talenti ricevuti: “La bellezza che trasmetterete alle generazioni di domani sia tale da destare in esse lo stupore!”. + Orazio Soricelli Arcivescovo dell’Arcidiocesi Amalfi – Cava de’ Tirreni

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Arcidiocesi Amalfi - Cava de’ Tirreni The publishing of Art and Contemporary literature’s yearbook give us the possibility to emphasise the great amount of our local and international artists. I renew my gratitude to the Art and Culture Academy. It was founded and now directed by Michelangelo Angrisani, a cavese artist who is promoting the different artistic expressions. The Art and Culture Academy could be define a special “window” which is still continue to give prestigious to all artists involved in the artistic world. Occasionally, the Church has been always careful to Art and Culture, taking part on the topic. Particularly, Saint Giovanni Paolo II restored the partnership between Religion and Art as well as his predecessors had promoted. He had a wide interest in the promotion of dialogue between Artistic World and Church. In reference to the wonderful “Letter to the artists”, Giovanni Paolo II declared the artist as a God’s image. It was written in occasion of the biggest Jubilee 2000 of all time. The Pope encouraged artists to receive in their soul the God’s gift: a kind of creative inspiration, sent by Holy Spirit, from which comes out the true masterpiece. The document finished with an important and responsible message to all artists, which I want to take now: “The beauty you will spread to the future generations is such to arise the surprise in them”. + Orazio Soricelli Arcivescovo dell’Arcidiocesi Amalfi – Cava de’ Tirreni (Traduzione di Myriam Russo)

Il Duomo di Amalfi.

Il Duomo di Cava de’ Tirreni. 15


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Il Sindaco Vincenzo Servalli

L’Assessore alla Cultura Armando Lamberti

L’Annuario, un mattone per la rinascita Questo per l’Annuario 2020 di Arte e Cultura non è un saluto come gli altri. Ha una fiammella in più. Lo vivo come un buon augurio per il mandato che la Cittadinanza cavese mi ha generosamente rinnovato, lo sento come il segno tangibile di una ripresa piena dell’attività associativa, in questi tempi di sconvolgente precarietà sanitaria e di rischiosa friabilità sociale. Non a caso anche dopo la ondata primaverile della pandemia la prima “resurrezione” che presiedemmo fu opera e frutto dell’iniziativa del Maestro Michelangelo Angrisani e del folto gruppo di artisti e letterati che compongono questa Accademia Arte e Cultura, oramai radicato fiore all’occhiello nella vita della nostra Città. Se in primavera il segno della rinascita era stata una Mostra d’Arte con performance di poeti e scrittori dell’Accademia, ora esso è rappresentato dall’ormai decennale Annuario, sempre mirabile per la maneggevolezza della struttura, l’eleganza della veste grafica, la qualità delle opere e lo stimolante retroterra che traspare dalle biografie dei protagonisti. È da più di un quarto di secolo che l’Accademia Arte e Cultura, da quando ha mosso i primi passi nella zona di Castel San Giorgio, valorizza artisti già affermati, forma e offre visibilità ai creativi emergente nel territorio, crea sinergie associative in Città, in Regione, in Italia ed anche all’estero. Il gemellaggio con artisti provenienti da Spagna, Israele, Belgio, Romania, Egitto, perfino Brasile, per una città dalla vocazione nazionale e internazionale come Cava de’ Tirreni, è una fonte di ricchezza umana e culturale e nello stesso tempo è una semina del futuro. Già, verso il futuro: ecco la formula suggestiva di cui abbiamo tutti profondamente bisogno, per ritrovare energie e coesione nel faticoso cammino verso l’uscita dal tunnel e il recupero di certezze e fiducia minate dalla pandemia. Perciò questo bell’Annuario, che viene dal passato e guarda agli anni a venire, è il tassello giusto di speranza e di qualità verso l’ anno nuovo, pieno di incognite ma anche di certezze, come la voglia di stare insieme, di creare, di ricostruire, di amare. Sarà anch’esso un rassicurante mattone per una ripresa che tutti auspichiamo. A questo, come a tutti gli altri mattoni che verranno, va il nostro più caldo ringraziamento e la promessa del nostro pieno sostegno. Vincenzo Servalli Sindaco di Cava de’ Tirreni

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Il Sindaco Vincenzo Servalli

L’Assessore alla Cultura Armando Lamberti

The Art and Culture Yearbook: a Brick for the Rebirth This year my greeting for the Art and Culture Yearbook will not be the same you expected. It will have an extra flame. It can be considered a good wish given by cavese citizenship which confirmed me as mayor of the city. I feel it like a tangible sign of association activities restored, especially in this terrible period of unstable health situation and human fragility. In fact, the first “resurrection” organized after the first pandemic lockdown was thanks to the prosperous work by Michelangelo Angrisani with the collaboration of all artists of Art and Culture Academy. An association which is the flagship of our Cava city. If in the last spring the “resurrection” was characterized by an art exhibition of academic artists and poets, now is presented by the Culture Yearbook. A decennial work which is always admirable in the structure, elegant in graphic and inspirational for the artists works, in which is possible to read the biography of their life. For nearly a quarter of a century, the Art and Culture Academy is promoting famous artists or the new ones, creating synergies between local cities, region and foreign countries. The Cava’s national and international partnership vocation with artists from Spain, Israel, Belgium, Egypt, Japan and Brazil is a source of human wealth and an artistic seeding for the future. JUST FOR THE FUTURE: this is the evocative motto we need to listen to in order to go out from this black tunnel. Creating synergies and restoring certainties: proprieties hit by pandemic. So, this beautiful yearbook, which comes from the past and looks to the future, is the right piece of hope and quality toward the new year. An uncertain year, but with the desire to stay together, to create, to restore and to love again. It will represent a sure brick for a future rebirth that each of us hope. To this, as all brick will come, is directed our greeting and full support. Vincenzo Servalli Sindaco di Cava de’ Tirreni (Traduzione di Myriam Russo)

Panorama di Cava de’ Tirreni.


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ACCADEMIA INTERNAZIONALE «GRECI-MARINO» Accademia del Verbano di Lettere, Arti, Scienze Costituita con Atto Pubblico in Vercelli - Italia

L'Accademia Internazionale “Greci-Marino” è presente nel panorama artistico e scientifico da oltre trent’anni. Essa rappresenta, senza finalità di lucro, gli ideali e le aspirazioni del suo fondatore, il pittore e poeta Cesare Greci, votata al sostegno e alla diffusione della conoscenza e della cultura. Attualmente l'Accademia “Greci-Marino” è riconosciuta a livello internazionale e annovera più di ottomila associati nel mondo. Le delegazioni nazionali e straniere garantiscono l'operatività culturale sul territorio, contribuendo in maniera significativa a divulgarne il pensiero. Dal 2008 il ruolo di Presidente Generale dell'Accademia è svolto dalla dr.ssa Giuseppina Greci.

The International Academy "Greci-Marino" works in the artistic and scientific scene since more than 30 years. It's a non-profit organization and represents the ideals of its founder, the painter and poet Cesare Greci: to support and spread knowledge and culture. The Academy "Greci-Marino" is internationally well-known and has over 8,000 associates from all over the world. Its national and foreign delegations guarantee the development of cultural activities and the widespread dissemination of its thought. Since 2008 the Academy President is Dr.a Giuseppina Greci.

“L’emozione nel Segno, nel Colore, nella Parola”. Mostra collettiva di Arte e Letteratura contemporanea. Complesso monumentale San Giovanni Cava de’ Tirreni Salerno Italia. 18


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ARTE E CULTURA ACCADEMIA DI BELLE ARTI, LETTERE E SCIENZE

Tutti i Partecipanti

Le Voci del Segno e del Colore - Quarta Edizione. Mostra Internazionale di Pittura, Scultura, Fotografia e Poesia.


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ALFANO CARMELINA Pittrice da Mercato San Severino Salerno Italia

CARMELA ALFANO, pittrice, è nata a Mercato San Severino (Salerno), dove attualmente risiede. L'artista ama riportare sulla tela la bellezza che la natura ci regala, nella sua biodiversità e nei suoi colori spettacolari. I sentimenti che vuole trasmettere sono quelli di positività e di gioia di vivere, per scacciare pensieri negativi e angosce. Ama anche la fotografia, soprattutto naturalistica, vista come un modo per catturare un attimo del tempo e fermarlo per sempre.

Gerani. olio su tela cm 25x30.

In entrambe le immagini emerge lo scoppio di un colore forte su uno sfondo di foglie verdi da cui si staglia l’azzurro del cielo. È il segno di una personalità intensa e vibrante, che esclude, o cerca di escludere, le oscurità dall’orizzonte della sua anima. In Gerani, la dimensione ingrandita dei fiori rossi assume il sapore di un’intensità passionale quasi onirica, mentre ne Il paradiso perduto il verde chiaro del serpente, emergente sui verdoni di sfondo, e le contorsioni dei suoi movimenti lasciano il segno del dolore per la perdita dell’Eden e dei tanti paradisi che si presentano nella nostra vita, ma senza comunque cancellare le monocromie di un verde che, pur se tormentato, è il simbolo del nostro permanente e pur doloroso bisogno di appigliarci alle speranze. (Franco Bruno Vitolo)

Il paradiso perduto. Olio su tela cm 35x50. 21


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GIUSEPPINA AMENDOLA, poetessa, nata a Salerno, vive a Castel San Giorgio. Si è laureata in materie letterarie presso l’Università di Salerno nell’Anno Accademico 1986/87, con una tesi su G. Ricciardi, patriota napoletano, che in seguito ha pubblicato. Attualmente insegna nella scuola primaria presso l’istituto comprensivo di Castel San Giorgio. La poetessa scrive: “Mi piace molto leggere e scrivere e sono affascinata da tutta l’Arte in genere, intesa come espressione estetica dell’interiorità e dell’animo umano”. Ha partecipato a vari concorsi, riscuotendo riconoscimenti e premi. Le sue poesie sono state pubblicate in diverse antologie letterarie. Attualmente è membro dell’Accademia Internazionale “Arte e Cultura - Michelangelo Angrisani”, alla quale partecipa attivamente.

GIUSEPPINA AMENDOLA Poetessa da Castel San Giorgio Salerno Italia

Con parole semplici e appassionate la poetessa ci immerge e ci immerge in un sognante volo di andata e ritorno, con le papille dilatate in uno sguardo prima esterno e poi interno che permette di apprezzare il nostro “nido”, da cui con lo sguardo del cuore si può meglio conoscere “la terra che continua a regalarci meraviglie” e avvertire, in tutto il suo profumo, il miracolo avvolgente della vita. (FBV) 22

SONO SOLO UNA RONDINE Ho attraversato… planando paesi, mari, oceani per ritrovare il mio nido che avevo lasciato, ma mai dimenticato. Ho segato le ali, in questo mio viaggio e… quando il vento primaverile, tiepido, mi tirava e trasportava, mi lasciavo scivolare, per riposare un po’e… poi riprendere con tutta la forza che avevo in petto… con tutto il mio vigore. Ora sono giunta al mio nido, il cielo mi sembra più limpido e azzurro. Ci volo dentro, in mezzo alle nuvole bianche e da qui vedo alberi fioriti e… dolci colline, prati di un verde smeraldo: è la terra che continua a regalarci meraviglie.


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NUNZIA ALFANO Pittrice da Mercato San Severino Salerno Italia

NUNZIA ALFANO, pittrice, è nata e risiede a Salerno. Sin da piccola, ha sempre mostrato una particolare propensione per la pittura. Il colore è il punto di partenza ed è così che nascono dipinti dai colori forti, intensi, realistici. Scenari naturali e astronomici le sono di ispirazione. È appassionata anche di fotografia e nel 2016 ha ricevuto il 2° premio alla XX Edizione del Premio Internazionale "Arte e Cultura", Castel San Giorgio (SA).

Le due opere sono caratterizzate dalla dominante quasi assoluta del rosso nelle sue varie tonalità, che nel primo dipinto è dolcemente contrastato dalle oscurità delle montagne, nel secondo invece è turbinosamente penetrante oltre una deformata massa oscura, come magma che ribolle di irresistibile vitalità. Il contrasto chiaroscurale emerge anche nella prima immagine, evocato sullo sfondo da un’eclisse che arrossa tutto, anche le onde del mare, in uno scenario rutilante che parte da una dimensione realistica e finisce con il dissolversi in una colorazione più simbolica che realistica. E il colore rosso finisce col diventare quasi un “segno di Zorro” dell’anima dell’artista, come suggerito anche dalla foto inviataci, dove, manco a dirlo, il suo diventa un comunicativo “sorriso in rosso”. (FBV) 23


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DON ANTONIO ARPAIA, poeta, nato a Pompei il 6 agosto 1943, ha intrapreso gli studi classici presso il Seminario minore di Pompei e presso il Regionale Pio XI di Salerno. È stato ordinato sacerdote nel 1967. Ha poi frequentato l’Università iscrivendosi a Lingue e Letterature moderne. Ha ricoperto vari incarichi nell’ambito della Diocesi.

ANTONIO ARPAIA Poeta da Pompei Salerno Italia

AL LARGO LE VELE

CINQUANTESIMO DI SACERDOZIO

Per aspri sentieri mi dirigo in fondo all'anima. Non gioie e trastulli rileggo dell'infanzia, ma sudore e lacrime, desideri e sogni frustrati. Riprendo il cammino tra gli studi con verghiano realismo impigliato in una fosca ragnatela nello scorrere di giorni uguali. Al largo dirigo le vele e più lontano e il viaggio della notte è finito nella luce del giorno senza tramonto.

Mezzo secolo velocemente è fluito. Dell'ombra di mia vita ne medito il tempo, come arcobaleno stagliato nel cielo donando cromatica visione. Vivo nei silenzi gli ansiosi dì come anelito d'infinito, sentiero di luce divina, che guida il cammino dei miei avanzati giorni.

La poesia di Antonio Arpaia è una mescola tra la sua “umanità” e la fede della sua vocazione. “Al largo le vele” è un tornare indietro, quando la vita di fanciullo dovrebbe solo mostrare desideri e sogni, ma non desideri e sogni “frustrati”. La lirica è dura, si alterna a immagini che evocano prigionia interiore, monotonia di una vita subita più che vissuta, ma poi: dolci parole, il viaggio della notte che finisce, e quel percorso di dolore si perde “nel giorno senza tramonto”. In “Cinquantesimo di sacerdozio” si evidenzia il lungo cammino al servizio del Signore. Un percorso che non sembra essere stato facile, contrariamente a quanto si possa immaginare dalla sua lunghezza. “L’ombra della vita” è un’immagine forte, anche se mescolata ai richiami gioiosi dell’arcobaleno. Ci sono tante cose in queste poche righe, c’è un’intera vita vissuta all’ombra di pensieri che spero si siano diradati lungo il “sentiero di luce divina”. (Paola La Valle) 24


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Dice di MAURO BURACCHI l’amico e critico Franco Rossi: “Conosco Mauro Buracchi da alcuni anni, insegnante di matematica. Nel tempo sono venuto a conoscenza della sua passione per l’arte, la pittura in particolare. Ho visto i suoi lavori nella giovane età, attività poi rimasta sopita per anni. Da un po’ di tempo ha ripreso i colori in mano e a parer mio con una certa destrezza, come se si fosse risvegliato in lui la già conoscenza e capacità di miscelazioni, di saper gestire i colori primari con i complementari e di saper bilanciare la scala cromatica. L’opera di Mauro Buracchi, che conferisce volume ai suoi soggetti profilandone i contorni, è un cammino interessante e coraggioso condotto sul filone di una ricerca di perfezione tecnica e di espressione pittorica personale.”

MAURO BURACCHI Pittore da Arezzo Italia

Come già in altre nature morte dell’artista, il realismo delle cose rappresentate viene stemperato dall’emozione lirica suggerita dalla luminosità dell’insieme, ad esprimere una personalità sensibile, attenta alla fecondità della natura, qui raccontata nella molteplicità dei grappoli, nel verde delle foglie, nei solari gialli degli sfondi. Eppure accanto ai grappoli succosi non mancano di fare capolino inquietanti screpolature nei muri, come a ricordarci la fragilità del nostro essere umani rispetto al perenne rinnovarsi della natura, che sa sempre alternare decadere autunnale delle foglie con il verde della rinascita futura.(Franco Bruno Vitolo) 25


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GIUSEPPINA CALIFANO, poetessa e scrittrice, vive a Nocera Inferiore. Insegna lingua inglese. Si è distinta in parecchi concorsi sia a tema che liberi, ha pubblicato due raccolte e una terza insieme ad altri poeti. Le è naturale mettere in versi ciò che colpisce la sua mente, la sua sensibilità e le sue emozioni. Le sue opere sono state più volte premiate a concorsi letterari nazionali e internazionali.

GIUSEPPINA CALIFANO Poetessa Scrittrice da Nocera Inferiore Salerno Italia In una lirica interfaccia con la Luna, che è la meraviglia della natura ma anche la parte di se stessa che vuole ancora splendere, nonostante sia costretta a vivere un “sonno senza sogni”, la poetessa confida il suo amore per la vita ammantato dalla malinconia indotta dalle nuvole del tempo. È un’ombra che emerge pienamente nella descrizione del vecchio “sazio del suo vivere”, ancora in emozionata relazione tra l’ieri e l’oggi, con “ricordi repentini e sonanti” e un “nipote libero da pensieri”, ma oramai disincantato. E il lieve sciabordio che lo consola è un elegiaco abbraccio alla fragilità ed alla sensibilità di ogni umano navigante della vita. (FBV) 26

CIAO LUNA Tu che saluti il mio mattino e poi vai a dormire! Pallida, stanca di una notte passata in bianco in un pastrano di pioggia scrosciante. Io, sveglia, ricordo dolori e gioie preoccupazioni, angoscia per chi amo tanto. Gocce trasparenti hanno slavato il tuo giallo colore e all’alba mostriamo Il pallido viso di notte insonne. Ti vedo chiara in un cielo bianco Sembri immobile nel roteante fumo di nubi nere e diradate. Ti guardo, ti sorrido, mi dai serenità nonostante non ci sarai tutta la giornata. Riposati! Io, speranzosa della tua luce, nel buio della sera, ti aspetto brillare sul mio sonno senza sogni.

IL VECCHIO Il vecchio vicino alla riva si consola con lo sciabordio. L’onda va e viene i ricordi repentini e sonanti la saggezza una certezza. La canizie riunisce vecchio e nuovo. Quanti inutili cambi quanti utili consigli! Il giovane nipote libero da pensieri ricorda un nonno canuto senza preoccupazioni per l’avvenire, lo invita a salire per mangiare, ma il vecchio è sazio del suo vivere.


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EMANUELA BORRELLI Pittrice

EMANUELA BORRELLI, pittrice, nasce a Napoli nel 1977 e sin da bambina è evidente in lei una forte propensione per la pittura e il disegno. La sua vena artistica è sbocciata definitivamente quando ha realizzato nel 2008 delle illustrazioni ad acquerello per l’opera La Montagna e i suoi cambiamenti (Hornitos edizioni), promossa dal Parco Naturale dell'Etna, consistente nella pubblicazione di fascicoli per ragazzi riguardanti la natura autoctona e le specie presenti sul territorio. Il passaggio all'olio è stato naturale ed immediato ed ha dato vita ad una serie di opere molto realistiche, piccoli gioielli di pittura che rappresentano i luoghi vissuti dall'artista: dalla sua città natale a quella in cui attualmente vive e che ama fortemente, Cava de' Tirreni, la quale, con le sue fattezze storiche e paesaggistiche, offre sempre nuovi spunti e nuovi stimoli d'arte. Lavori ad acrilico e matite colorate completano la sua volontà di cimentarsi in tutte le tecniche pittoriche. Ha partecipato a molte mostre ed esposizioni collettive, che hanno cementato la sua passione per la pittura e la ricerca artistica.

da Cava de’ Tirreni Salerno Italia

Libri antichi. Matita colorata su carta cm 29,7x42.

Portici e balconi. Olio su cartoncino telato cm 30x40.

Se nella rappresentazione degli antichi portici di Cava de’ Tirreni Emanuela Borrelli, che disegna con mano ferma e decisa, lascia campo libero alla sua primaria vena realistica e al suo occhio fotografico, nell’immagine dei libri antichi riesce efficacemente ad andare oltre, sia esasperando al massimo la vicinanza e l’angolazione dello scatto visivo, sia accentuando o inventando alcune tonalità cromatiche, sia utilizzando la conseguente deformazione dell’immagine per esaltare liricamente la forza secolare del libro e la sua statuaria incisività nel nostro immaginario e nella nostra stessa identità. È una tematica, quella delle radici lontane, che emerge nettamente anche dal senso del passato, che accomuna i due dipinti e che rappresenta la forza propositiva con cui l’artista esprime valori antichi con un moderno senso di emozione pittorica. (FBV) 27


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MARIAFELICIA CARRATURO Scrittrice Campionessa mondiale di apnea in assetto variabile da Napoli Italia

MARIAFELICIA CARRATURO, scrittrice e Campionessa mondiale di immersione in apnea, napoletana doc, a 48 anni, il 25 Agosto del 2018, diventa campionessa del mondo di apnea in Assetto Variabile con la monopinna: -115m in 3’e 04” e quasi tredici atmosfere che pesano sul tutto il suo corpo e sulle sue orecchie. Record nel record: è la donna italiana più adulta ad avere mai omologato un primato del mondo. Spiritosa ed ironica, mile, allegra, spontanea e libera da costrutti mentali, riesce a trasformare un momento negativo della sua vita in un’opportunità e, alla soglia dei quaranta anni, già madre di due bimbi, intraprende, con successo e tra lo stupore di tutti, un’attività sportiva a livello agonistico. Nelle sue interviste spinge le donne, i giovani e chiunque abbia un sogno di perseguirlo con tutte le proprie forze, a non arrendersi e nemmeno di farsi condizionare dalle convenzioni, in primis, familiari, poi sociali e culturali, che ci incatenano e “ci costringono a vivere una vita che non è nostra”, come ama ripetere. Percorrendo le strade della paura ed attivando la forza vitale della curiosità e del coraggio, nel silenzio e nella solitudine, ritrova se stessa e supera i suoi limiti, attuando il cambiamento: difficile ed unica via per l’evoluzione personale di ciascuno di noi. Partecipa, nell’Ottobre del 2018, con enorme successo, al TEDx talk di Napoli e diventa modello di ispirazione e di motivazione. È ospite di numerose ed importanti trasmissioni televisive (è intervistata da Licia Colò, da Amadeus e da Valentina Bisti in Uno Mattina) e di TG nazionali oltre che, ovviamente, locali. Ottiene tantissimi premi e riconoscimenti, anche internazionali, come il Premio Padre Pio 2018. E’ protagonista, impersonando la Sirena Partenope, della cerimonia di apertura della XXX Summer Universiade di Napoli, che si tiene allo stadio San Paolo il 3 Luglio 2019 us.

Così presenta il suo libro, Il risveglio di Partenope. Il libro percorre alcuni tratti della mia vita: dopo essermi a lungo lasciata schiacciare dal dolore per la perdita di mio padre e dalle convenzioni familiari e sociali, riesco a dare ascolto a quella voce interiore, che mi spinge ad emanciparmi e ad effettuare il salto nell’esistenza e che mi porta a costruire, ad inseguire ed a realizzare un sogno apparentemente impossibile: Dio è innamorato delle cose irrealizzabili. Il silenzio e la solitudine, cui sono spesso costretta nelle trasferte per gli allenamenti, mi regalano l’occasione di guardare dentro me stessa e di eviscerare i timori che mi hanno, finora, bloccata. Percorrendo le strade della paura ed attivando la forza vitale della curiosità, supero i miei limiti e quelli che la società mi imporrebbe e, con forza e coraggio, mi avvio a vivere un’esperienza nuova, sia di donna che di atleta. Mi sento già campionessa di vita, quando esorto al cambiamento, difficile ed unica via per l’evoluzione personale di ognuno di noi. Accosto l’esistenza, come cammino di crescita e di fede, alla continua mutevolezza del mare, col quale mi fondo tutte le volte che mi immergo e dal quale riemergo con rinnovata energia, donandogli l’impegno e l’amore con cui perseguo i miei obiettivi . La presenza di un desiderio così ardente e così imprescindibile è la chiara prova dell’essere di Dio: è il Suo modo per dirmi che ciò cui anelo è già mio e che devo solo impegnarmi per realizzarlo. Incontri speciali, strane coincidenze ed intrecci Divini mi sostengono e mi accompagnano all’omologazione del Record del mondo di Apnea in Assetto Variabile con -115 metri di profondità, ma l’unico merito che mi ascrivo è quello di avere fortemente onorato, dopo averlo riconosciuto, il dono che mi è stato fatto. La preghiera, senza appartenere a nessun credo o, piuttosto, abbracciandoli tutti, non è altro che una presa di coscienza del proprio essere ed il modo che abbiamo per trovare noi stessi: l’unico peccato che l’uomo può compiere è quello di restare nell’immobilismo. (MFC) 28


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SARA ROMANO, poetessa e pittrice, è nata a Cava de' Tirreni il 25 febbraio 2007. Qui vive e studia, frequentando la terza G, sezione musicale, dell'Istituto Comprensivo “Alfonso Balzico”. Appassionata delle materie artistiche, si diletta da diverso tempo a dipingere riuscendo a realizzare delle opere che sorprendono per la loro completezza e che riescono a trasmettere emozioni profonde.

SARA ROMANO Poetessa Pittrice da Cava de’ Tirreni Salerno Italia

La creazione di uno sfondo un po’ sfumato e per di più orientaleggiante, la meditata suddivisione dell’immagine in varie parti quasi simmetriche, un tendenziale “dialogo” tra i colori, il realismo e la ricercata centralizzazione della figura dominante, lo sguardo fortemente espressivo, la capacità di rappresentare la rassicurazione d’affetto che deriva dalla figura del nonno, sono elementi che denotano un talentino precoce con grandi margini di maturazione, da non perdere di vista e coltivare con tutta la cura e l’amore possibili. (FBV)

Il nonno. Acrilico cm 24x30. 29


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GIANNA BURRONI, fotografa, pittrice e costumista, ex insegnante di Disegno e Storia dell’Arte, nata ad Arezzo, ha iniziato a dipingere nel 1969. I suoi soggetti preferiti sono i fiori, trattati con varie tecniche. Con il tempo, il suo spirito di osservazione l’ha portata ad usare la macchina fotografica per “cogliere l’attimo”. A Castiglione Fiorentino, dove risiede, è Presidente del Concorso “Drappo Palio dei Rioni” e cura i costumi della Sfilata Storica del Comune. Ha esposto in numerose sedi ottenendo lusinghieri risultati.

GIANNA BURRONI Fotografa Pittrice da Castiglione Fiorentino Arezzo Italia

Tecnicamente, le due foto rivelano un occhio sensibile, un geometrico senso dell’inquadratura, dimostrato dal fuoco centrale della figura più significativa, un emozionato senso del chiaroscuro, che non è fine a se stesso, ma serve per focalizzare il cammino di un’anima dall’oscurità verso la liberazione interiore, che, ora con l’individuazione di un tabernacolo di luce ora con la meta della croce nella profondità del campo, viene considerata imprescindibile da una fede capace di sublimare tutto, anche il dolore. (FBV) 30

Crocefissione - Fotografia.

Resurrezione - Fotografia.


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SOFIA COLAIACOVO Poetessa da Pontinia Latina Italia

SOFIA COLAIACOVO, poetessa, è nata a Pontinia, dove vive. Diplomata all’Istituto tecnico professionale come analista chimico, sin dalla giovane età ha sempre manifestato una forte passione e propensione per la poesia. Ha partecipato con le sue opere a vari concorsi nazionali e internazionali, riscuotendo successi, plausi e premi di alto prestigio. Le sue opere sono pubblicate in diverse antologie e cataloghi nazionali e internazionali; tra questi, Parole, Segni e colori, annuario di arte e letteratura contemporanea dell’Accademia internazionale Arte e Cultura Michelangelo Angrisani. Una sua poesia, “Accidia”, è contenuta in un volume rievocativo della manifestazione Parole di Donna, organizzata dalla provincia di Latina.

TEMPESTA PASSIONALE Essenza totale d’amore incondizionata e indissolubile, caratterizzata da da una tentazione indescrivibile e inafferrabile di benessere che sconvolge totalmente i sensi e avvolge l’anima. Creazione di un’euforia viscerale; sorprendente protagonista l’intesa fluttuante di note romantiche esplosive.

INGIUSTIZIA

Mondo fatto di passioni, ed il titolo già avvia il lettore in quella “tempesta” che attraversa le tentazioni, vuole giungere al benessere fino a perdere il controllo di sé. È un viaggio quasi, poche righe essenziali che racchiudono l’euforia che esplode, ma che mai può separarsi dalle romantiche note del sentimento. (Paola La Valle)

Occhi maliziosi scrutano e osservano ciò che non comprendono. L’udito fa della sua musica le dicerie popolari. L’innocente diventa vittima di sentenze di condanna certa. L’umanità assume le vesti di spietato boia.

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ANTONIETTA CIANCONE, pittrice, scultrice e poetessa, nata a Teggiano (Salerno), vive a Castel S. Giorgio. Insegnante di Arte e Immagine, attualmente è in pensione. Predilige l'arte antica, la figura umana e soprattutto l'iconografia sacra, che meglio rappresenta la sublimazione del sentimento dell'uomo, come ha saputo esprimerlo Arturo Martini nelle sue sculture. L'argilla, la tecnica grafica e l'acquerello sono i suoi mezzi espressivi più idonei.

ANTONIETTA CIANCONE Pittrice Scrittrice Poetessa da Castel San Giorgio Salerno Italia

Madonna col Bambinello 1 - Scultura in terra cotta.

La forza vibrante della terracotta e l’uniformità del colore terragno sono l’humus ideale per la creazione di figure calde di divina spiritualità e nello stesso tempo di vibrante umanità, colte nel pieno della loro affettività, per cui, come già in altre opere dell’artista, le due sculture esplodono negli occhi e nel cuore per la plasticità delle forme, per la tensione dell’abbraccio e la calda intensità che da loro emana, tale che la stessa artista se ne emoziona, riuscendo nello stesso tempo ad emozionare profondamente. (FBV) 32

Natività - Scultura in terra cotta.


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ANTONELLA CICALE Poetessa Critico letterario da Pozzuoli Napoli Italia L’elemento lirico che caratterizza e impreziosisce le due poesie è la capacità di creare degli scenari visibili (Mantova, gli studi medici) descrivendo l’invisibile che li attraversa, come una carezza che emerge dalla nebbia, il vento gelido che sussurra pungente che non sei sola, l’abbattimento delle sbarre per anime che sanno sperare, la luce del mattino tra la paura e il dolore, etc. È una sensibilità che parte dalla persona e dai suoi luoghi (la “sua” Mantova, il “suo studio”) per estendersi ad un’atmosfera che avvolge tutti e che lascia i suoi segni attraverso i correlativi oggettivi dei suoni e delle immgini. Altro che “cicale”… a tratti si sentono le vibrazioni di un usignuolo… (FBV)

ANTONELLA CICALE, poetessa e critico letterario, è nata nel 1981 a Napoli. Nel 1991 sono cominciati la sua passione per la musica e il lungo viaggio nello studio del violino. Nel 1994 è entrata a far parte del Regio Conservatorio di Napoli S. Pietro a Maiella, che ha lasciato nel 1997, dopo aver conseguito il diploma in solfeggio. Diplomatasi nel 1999 presso il Liceo Classico Vittorio Emanuele II, ha deciso di intraprendere gli studi universitari in medicina e chirurgia, laureandosi nel 2006. La sua passione per l’arte poetica è rimasta silente fino a giugno 2003, quando le fu conferito il premio “Magna Grecia”, sezione giovani poeti. Nel 2008 ha vinto il premio internazionale “Prato, un tessuto di cultura” con una poesia inedita. Nel 2015 si è presentata al pubblico con la raccolta di poesie “Tra anima e terre”.

MANTRAZIE Mantova è la mia città in fondo rubata... odiata… amata. È il tempo che passa e che resta è nelle cose perdute tra quelle conquistate è nei sassi vecchi pieni di te è nella tenacia di essere parte di un sogno È nelle notti di bianco vestite dove si accendono solo i sogni. È nelle stanze tra dolori che avresti voluto gridare e morire morire e gridare. È nel rifugio dai pulpiti sconsacrati dalle tempeste e non ti permette di naufragare. È casa è coscienza di essere vera ed irregolare è solitudine affacciata alla speranza, è umida tra il vento gelido che ti attraversa e che sussurra pungente che non sei sola. Avrai sempre un posto se vorrai e tra la nebbia una carezza.

UN MEDICO SOLAMENTE Questa canzone riempirà i nostri studi degli uno alla volta ad un metro coperti da mascherina. C’è traccia di noi anonimi nelle nostre vie. C’è vita in noi dalle finestre un solo coro. C’è umanità in noi non c’è distanza tra alberi derisi non c’è silenzio per voci che non sanno tacere non ci sono sbarre per anime che sanno sperare. E tra le mura e la brezza fredda tra la paura ed il dolore la luce del mattino.

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MARIA FLORA COCCHI Fotografo Maestro d’Arte Costumista teatrale

MARIA FLORA COCCHI, fotografa, è nata ad Arezzo, dove vive e risiede. Docente di Disegno e Storia dell’Arte al Liceo Scientifico, poi costumista teatrale e fotografa per passione. Si è occupata di fotografia in post produzione seguendo gli insegnamenti della professionista Rita Carioti di Roma. Come nelle immagini presentate, il dato oggettivo è il pretesto per raccontarsi, per il bisogno di trasferire, come dice il poeta Elio Pecora, la sua parte musicale nell’immagine. Negli ultimi anni il connubio macchina fotografica – computer le ha aperto un mondo inaspettato e con questo nuovo linguaggio ha cominciato ad esprimersi più compiutamente. Gli scatti fotografici sono le lettere del suo alfabeto, mentre le proporzioni, i volumi, l’equilibrio cromatico ne costituiscono la sintassi. Gli ultimi successi sono stati il Primo Premio al concorso Arte e Cultura 2018 e la Farfalla d’oro 2018 a Salsomaggiore Terme. È stata inoltre nel 2018 finalista al Concorso indetto dall’Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte contemporanea di Roma.

da Arezzo Italia

Magie del Castello 1 - Fotografia.

In una simbiosi profonda tra titolo e immagine, le due opere creano effettivamente una magica suggestione, realizzata attraverso la plastica evidenza dei chiaroscuri e la fascinosa finestra degli spiragli su squarci che evocano altre storie di tempi altri, ma comunque nostri. E così veniamo risucchiati anche noi all’interno dell’immagine… e la fotografia ci fa sentire la musica della fantasia. (FBV) 34

Magie del Castello 2 - Fotografia.


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LUCIANA CAPECE Poetessa Scrittrice da Reggio Calabria Italia

Con un linguaggio arcaicizzante, un sapiente uso dell’endecasillabo e un forte slancio sentimentale, in “Sentenza” la poetessa da una parte esalta il pio ricordo degli eroi di tutti i tempi, dall’altra attacca con lirica potenza lo stupro superbo di valori sacri come la pace, la fratellanza e la libertà. In “L’arcana potenza del mare”, pur senza il ritmo dell’endecasillabo e le emozionali ridondanze degli arcaismi, crea un cosmico inno al mare, che “specchiandosi col cielo abbraccia il sistema dell’immenso”, e suggerisce idealmente un viaggio dalle acque all’anima, vedendole come “purificatrici dei pensieri” e messaggere dei “segreti degli abissi nel riflesso della luna”. E il verso si innalza ancora sul trono di una risonante epica valoriale. (FBV)

La Scrittrice-Poetessa-Saggista-AforistaPrefatrice-Critico Letterario-Critico Teatrale-Recensionista LUCIANA CAPECE nasce a Riace (R.C.), mitologico tempio grecanico, in un Sud caro agli Dei, RIACE (R.C.). Con entusiasmo approda nella città museale di Roma presso l'Università "La Sapienza", sede abitativa fino al 2019. Vasto è il panorama letterario delle Pubblicazioni: sillogi,saggi di Filosofia, brevi racconti, prefazioni, sinossi- recensioni, aforismi, critiche letterarie e teatrali. Vincitrice e pluripremiata in concorsi nazionali e internazionali con diploma di merito-medaglie e attestati. Ha pubblicato liriche e interviste su varie testate giornalistiche. È presente in prestigiosi volumi antologici. È sostenitrice di associazioni contro la violenza sulle donne e partecipa a svariate iniziative culturalisociali e solidali. Un tributo umanistico per una pura sorgente… “Matrice Imperiosa” qual è la VITA!

SENTENZA Martiri di gloria son gli eroi che all' ombra della vita ormai riposan per lecita ubbidienza a lor potenti fino a indebitar le vene in loco. Nobile e solenne il pio ricordo cotanto amore apporta al ciel divino ove vanta in ogni lode storia grande, al fin di consegnarla all' universo. Talento ne discute in giusta causa per non uscir di scena il combattente, mentre il cuore timbra ogni sua mossa nemmen l' intruso vento la profana. In terra maledetta il reo nemico consuma la vendetta e mai si pente, stupra con superbia quel valore di pace, fratellanza e libertà. Misera e selvaggia la palude sotterra ogni sterminio consumato col sangue scrive il nome sopra il marmo e in croce prega il Figlio genuflesso.

L’ARCANA POTENZA DEL MARE Calmo e violento il mare, col suo fondale misterioso esercitatore di dominio del mondo pescatore, è un circuito di bellezza infinita ove specchiandosi col cielo abbraccia il sistema dell' immenso. È regista d' un ricco patrimonio che trasporta valida valenza cui fa appello al cuore dell' Umanità! Corteggia come purificatore di pensieri e in uno scenario d' apertura incommensurabile dilaga le proprie onde sbattute sulla spiagge, quasi a raccontare i segreti degli abissi nel riflesso dell'a luna. Col maestrale padrone d'ogni tempo che viaggia sopra il faro, arroccato sulle cime d' un teatro circolare a giudicare condanne invase dal blu profondo e a catturare sguardi d'ogni provenienza.

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MARIA D’AMELIO, poetessa, nasce il 20 novembre 1973 a Montemilone, in Lucania. Sin da bambina mostra una spiccata attitudine per le belle lettere, inclinazione che trova approdo naturale negli studi classici. L’interesse per la poesia si affina con il “labor limae” del tempo, anche grazie al supporto delle tante letture. I versi di Maria sono essenziali, mai banali, ma semplici e di squisita evocazione espressiva. Nel corso degli anni partecipa a diverse rassegne letterarie e, di sovente, le menzioni di merito ne sottolineano la bravura. Oggi sta lavorando alla sua prima pubblicazione.

MARIA D’AMELIO Poetessa da Termoli Campobasso Italia

IO, DONNA Occhi, gonfi di lacrime mai versate labbra, urlanti un disperato silenzio membra, sopraffatte da un’apatica agonia mente, invasata da confusi pensieri cuore, muscolo palpitante tristezza anima, straziata da pungenti paure Io donna sola in una mia… conosciuta… oscura solitudine!

RESPIRO Anelo al tuo respiro soffio vitale del mio respiro In me ogni tuo battito in me tutto il tuo io. Mi respiri e ti sento dolcemente vivere mi perdo in quell’unico respiro… smarrito sono qui delicato e sfuggente un soffio di vento… spezzato è ogni mio respiro!

Io donna: una descrizione spietata per un sentimento troppo grande da sopportare. La solitudine che passa attraverso ogni singola parte del corpo, che siano occhi o labbra o mente cuore o anima. Quando lei è presente, terribile conosciuta compagna di viaggio, le tenebre hanno il predominio Respiro: si può vivere del respiro di qualcun altro? Si può concedere ad un essere al di fuori di noi di avere il nostro stesso battito del cuore? Si può pensare di annullarsi in un unico anelito di vita? Sì, perché è “delicato e sfuggente” come un soffio di vento e la sua fragilità può cancellare qualunque altra forma di vita. Generate da una profonda sensibilità messa in orbita da un cuore battente, le due poesie sono un tuffo nero in un pozzo di emozioni del corpo e dell’anima, trasmesse attraverso efficaci anafore, liriche metafore, appassionate connotazioni espressive, con sospensioni di silenzio alternate a fremiti urlanti, in un coro di delicate e sfuggenti speranze, abissali risucchi di abbandono, pungenti paure e palpitante tristezza che coinvolge ed affratella il lettore. (PLV e FBV) 36


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RITA DI NOVI, pittrice, nasce a Campagna ( SA ) 54 anni fa... ed è proprio il suo paese ricco di storia e di colori ad ispirarle la voglia di dipingere la Natura e le meravigliose sfumature che offre. Inizia a dipingere a soli 12 anni e da quell'istante i suoi pennelli non hanno sosta. Ha partecipato a diverse mostre collettive, tra cui Artisti - Dona con Amore (2018), Riflessi d'Ottone (Salerno – 2018), Auser in Luce (2019), Rassegna di Primavera (2019), Arte e Cultura (Cava de' Tirreni – 2020). Il suo stile pittorico, semplice ed umile, la rappresenta in tutte le sue sfaccettature ed è attraverso di esso che riesce a trasmettere la sua infinita fantasia, ma soprattutto la sua anima.

RITA DI NOVI Pittrice da Campagna Salerno Italia

Fiori di Campo - Olio su tela.

Tramonto - Olio su tela.

Tinte forti, intensi contrasti cromatici, forme solo apparentemente lineari caratterizzano i due dipinti di Rita Di Novi. Da una parte un campo di fiori bianchi dai petali quasi tutti in boccio, sopra un’aiuola di steli poggiati su basi di misteriosa oscurità, ma di fronte al calore di un sole rutilante di fuoco. Dall’altra parte, un tramonto altrettanto di fuoco, in cui il rosso della sera è tagliato dalla forza di un sole ancora giallo di luce, il tutto circondato da onde di un nero cavernoso. Le tre tonalità sembrano il ritratto simbolico di un’anima solare tagliata dalle ombre… ma per fortuna cosciente dei suoi petali bianchi in sboccio imperioso. (FBV) 38


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GIORGIO VEZZARO Fotografo da Vicenza Italia Villa Capra - “Rispecchio”.

Con Sua Santità Papa Giovanni Paolo II.

Coerentemente con l’idea che una fotoricerca non è una cartolina, ma uno sguardo e una testimonianza sull’ambiente, il fotografo-artista-ricercatore Vezzaro ha colto l’essenza estetica e storica delle due ville palladiane. Della Malcontenta, pur nella suggestione del leggero riflesso nell’acqua, colpiscono sia l’efficace spostamento a sinistra di tutti gli elementi significativi, sia l’ampio primo piano del fiume e il terzo piano della bellissima dimora, con l’intervallo spaziale dell’albero a creare profondità di campo. Possiamo intenderlo come il segno di quel corso d’acqua che dava fertilità ma tante volte straripava e l’acqua diventava malcontenuta, donde il nome. Di Villa Capra, cioè La Rotonda, è invece evidenziato proprio il rispecchio limpido e quasi gemellare, degno di un’opera celebrata in tutto il mondo, per la sua deliziosa bellezza, ma anche perfettamente intonata al paesaggio, tanto è vero che ogni facciata, nonostante le ricercate simmetrie, è l’ideale completamento della natura circostante. E così le due opere di Vezzaro diventano un viaggio veramente affascinante nella Bellezza e nella Storia. (FBV)

GIORGIO VEZZARO, fotografo, nato a Venezia nel 1940, risiede a Vicenza. Da giovane. ha giocato come calciatore nel Lanerossi Vicenza. Pensionato dal 1995, ha lavorato oltre trent'anni anni alle dipendenze della Mondadori, otto anni nell'impresa De Facci, Dal 1990 è Maestro del Lavoro per meriti amministrativi. È membro dell'Accademia Greci Marino e Senatore dell'Accademia Arte e Cultura di Michelangelo Angrisani. Nel 2010 è stato proclamato Cavaliere della Repubblica, per la valorizzazione de! territorio vicentino. Ha realizzato, dal 1999, una serie di fotoricerche su temi riguardanti il territorio vicentino: il fiume Retrone, i Campanili di Vicenza, la Riviera Berica, Vicenza stessa, i mascheroni, gli arredi sacri, il fiume Bacchiglione dalle Prealpi all'Adriatico. La realizzazione di queste fotoricerche ha portato all'esposizione di oltre cinquanta. Dal 1964 è cantore in qualità di “tenore” del Coro Polifonico P.L. da Palestrina, tramite il quale ha potuto incontrare, nel maggio 1995, S.S. Giovanni Paolo Secondo e nel gennaio 2014 S.S. Papa Francesco. Tutto merito della Polifonia! Il merito di questi riconoscimenti è dovuto particolarmente anche all’aiuto della moglie “Dolores”, segretaria, salita “AL CIELO” (Causa virus il 13 Aprile2020).

Villa Malcontenta. 39


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LUIGI PAOLO D’ANGELO in arte D’Alupa Pittore

LUIGI PAOLO D’ANGELO, pittore, è nato a Palma Campania (Napoli), dove vive ed opera. Ha conseguito la Maturità Artistica e il Diploma di Maestro D’Arte in Oreficeria ed Arte dei metalli nel 1971, presso l’Istituto Statale d’Arte di Napoli (attuale “Palizzi”). Nel periodo giovanile si è distinto in collettive ed incontri d’Arte. Dopo un periodo di leggera stasi, negli ultimi anni ha ripreso attivamente e con grande “passione” la pittura e ha partecipato a diversi eventi culturali ed artistici facendosi apprezzare per la capacità di emozionare con le sue opere, che evidenziano grande capacità tecniche ed espressive e immediatezza dei messaggi che intende proporre. Attualmente le opere sono di carattere figurativo. Da esse risalta una forte sensibilità nei confronti delle problematiche sociali del nostro tempo. Mostrando particolare raffinatezza e cura, l’artista vuole immortalare con la propria idea del “bello” immagini e situazioni realistiche che propongono un percorso di riflessione su problemi attuali e sentiti con la semplicità di una chiara ed immediata espressività pittorica. Alla XXIV Edizione del Concorso Internazionale Arte e Cultura (2020) si è aggiudicato jl 1° Premio con l’opera ‘O piennolo.

da Palma Campania Napoli Italia

Le due opere proposte dall’artista riescono a coniugare fascinosamente il realismo fotografico dell’immagine con le vibrazioni emozionali date dal pennello sulla tela. Questo avviene grazie anche alla forza comunicativa dei gesti: un passato irripetibile di bianche innocenze (o ingenuità) nel capo chino e nella mano ripiegata del Pulcinella accanto al suo tamburello che di solito la testa la fa rialzare e le mani le fa vibrare in alto; l’entusiasmo in primissimo piano del popolano nel sollevare in trono un grappolo di pomodorini di un rosso esplosivo, carico di quel sapore d’estate che lascia la sua scia anche nelle stagioni delle foglie morte. Due opere pregne di vita, due opere “parlanti”… (FBV) 40

Nostalgia - Acrilico su tela cm 50x70.

“O piennolo” - Acrilico su tela cm 60x80.


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FABIO DAINOTTI Scrittore Critico letterario da Cava de’ Tirreni Salerno Italia

FABIO DAINOTTI, scrittore critico letterario, è presidente onorario della Lectura Dantis Metelliana, di cui è stato prima direttore e poi presidente. Cittadino benemerito di Cava de’ Tirreni, partecipa attivamente alla vita culturale della città; è stato componente del Comitato culturale del Comune e successivamente del Comitato per le onorificenze. Ha insegnato, a seguito di vincita di concorso, materie letterarie e latino nei licei e istituti magistrali. Condirige l’annuario di letteratura “Il pensiero poetante”, di cui sono stati pubblicati presso la Genesi di Torino i primi quattro numeri:“Angeli” (2001), “Il viaggio” (2004), “Enigma” (2011), “Il mito” (2017). Fa parte o ha fatto parte di varie Giurie: del Premio letterario “Città di Cava de’ Tirreni”, del premio “Arte e cultura”, del Premio di laurea “Fernando Salsano” , della “Tenzone dantesca” Ha commentato canti di Dante e tenuto conferenze. Ha tenuto reading di poesia: alla State University of New York, a Milano, alla UPTER di Roma. Per la saggistica ha curato, tra l’altro, la pubblicazione del volume Gli Ultimi canti del Purgatorio edito da Bulzoni nel 2010.Ha pubblicato di poesia: L’Araldo nello specchio, Avagliano, 1996; Sera Pulcinoelefante, 1997; La Ringhiera, Book, 1998; Ragazza Carla cassiera a Milano, Signum, 2 01; Un mondo gnomo, Stampa Alternativa, 2002; Ora Comprendo, Edizioni Scettro del Re, 2004; Selected poems, Gradiva Publications, 2015; Requiem for Gina and other poems, Gradiva, New York, 2019. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti. Nel 2015 la silloge inedita Lamento per Gina e altre poesie ha avuto la pubblicazione premiale per i tipi della Genesi Editrice di Torino. È presente in numerose antologie. Suoi testi e contributi critici sono apparsi su quotidiani e su diverse riviste di settore come “Gradiva”, (number 50 Fall 2016, Olschki), “Misure critiche”, Capoverso”, “Poiesis”, “L’immaginazione”, l’Annuario di Arte e Cultura. Come traduttore, è presente nel volume Poeti cristiani latini dei primi secoli, Mimet-Docete, 2017. Si sono occupati della sua poesia molti critici. Sullo “Specchio” della Stampa è apparsa una sua poesia con commento positivo di Maurizio Cucchi. L a pagina-libri di "America Oggi", che esce insieme con "Repubblica", contiene una recensione ai Selected poems Sul mensile “Poesia” sono apparsi articoli riguardanti la sua poesia. La RAI ha trasmesso servizi su alcune sue attività culturali.

Questa silloge poetica di Fabio Dainotti, dal titolo emblematico, Poesie controcorrente, ne definisce la vena neocrepuscolare ed è coessenziale alla densità della sua ispirazione, che permea un’area diaristico-biografica su uno scenario di disincanto, dove tutto è calato in un racconto pre-razionale: «Gli piaceva girare per il mondo. /Così in uno dei viaggi/ (conservava reliquie e francobolli), / si trovò tutto solo con una/straniera, in un posto isolato. / Ma lei si accorse, dopo, che qualcosa/non era andato per il verso giusto/e glielo chiese: “Don’t you like my body”?» (Strani amori). L’intensità emotiva del verso è incontenibile: «Suono sulla tastiera del tuo corpo/le musiche più belle e più dolenti, /malinconiche, ardenti, / prima e dopo l’amore. //Quando sorridi, scopri bianchi denti/come una creatura di Allan Poe». Un campionario illimitato di immagini, che creano procedimenti di una poesia interiormente vissuta e compendiata dalla dirompente implosione del sentimento amoroso. 41


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ELEONORA DAVIDE Giornalista da Monteforte Irpino Avellino Italia

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ELEONORA DAVIDE, giornalista, a causa del suo amore per la montagna, nel 1989 si laurea in Scienze geologiche a Napoli. I suoi studi la impegnano come assistente ai corsi di Urbanistica della Facoltà di Architettura e in pubblicazioni scientifiche anche dopo il suo trasferimento a Monteforte Irpino. Nel 2004, incuriosita dalla storia locale, scrive e pubblica, per conto dell’Amministrazione Comunale, Monteforte, conoscere un paese e la sua storia. Nel 2007, diventa giornalista pubblicista e collabora con il settimanale diocesano Il Ponte fino al 2014. Nel 2012, raccogliendo testimonianze, interviste, fotografie e documenti sulla storia della Corale Duomo di Avellino, di cui fa parte dal 2002, pubblica Trent’anni di polifonia dal cuore. È nel 2013 che decide di dare una svolta alla sua vita fondando il quotidiano online WWWITALIA, cui collaborano colleghi giornalisti e giovani apprendisti in quello che diventa man mano un progetto formativo e culturale. Sempre nel 2013 inizia la sua avventura nel campo della musica perché le viene affidato l’incarico di addetto stampa al Conservatorio di Avellino. Seguirà la sua passione per gli studi storici musicali frequentando un corso accademico che la porterà alla laurea magistrale in Discipline Storiche Critiche e Analitiche della Musica. Dopo di che si dedicherà alla pubblicazione di saggi sulle riviste di settore. Ma la musica non è tutto per Eleonora che continua a coltivare un sogno. Nel 2019 esce il suo primo romanzo storico Il Normanno, che, ambientato nel 1111, narra le gesta del signore del castello di Monteforte. Il libro ha richiesto diversi anni di studi sulla storia locale e sulla grande storia del Medioevo dell’Italia Meridionale. Tra documenti dell’epoca e testi accreditati, la curiosità dell’autrice dà vita a un personaggio particolare che suscita un grande interesse da parte dei lettori. Nel 2018 incontra l’Università Irpina del Tempo Libero, così da allora tiene corsi di educazione alla lettura delle notizie, all’uso dei social e lezioni di lettura critica dei libri. A giugno 2020 vince un contest letterario indetto dalla Fiera del Libro della Biblioteca delle Suore di Montevergine con Il Normanno, risultato il libro più votato. Le sue origini risiedono, però, per metà a Trieste, città fantastica e protagonista di una storia avvincente. Così Eleonora scava tra i ricordi lasciati da suo padre, raccoglie materiali, testimonianze, documenti, interviste che le consentiranno di ricostruire una storia travolgente ed emozionante che si svolge a cavallo della seconda guerra mondiale tra Trieste e Napoli, tra spionaggio postbellico, foibe ed esodo istriano, cercando il senso di una guerra mai finita di cui neanche l’Europa unita riesce ad aver ragione. Il romanzo storico Il Fiore del Carso, una linea tra due mondi esce ad agosto 2020. Purtroppo la pandemia non permette ancora una presentazione ufficiale, costringendo la scrittrice all’attesa di un evento pubblico. A settembre 2020 il suo racconto Trieste, settembre 1943 si aggiudica il secondo posto alla XXIV Edizione del Premio Internazionale Arte e Cultura - 2020, nella sezione Narrativa. Ad ottobre esce il suo racconto Il Normanno e il mistero delle sedici nicchie nell’antologia Irpini per sempre, curata da Rossella Luongo per Edizioni della sera. Ma, nel frattempo, decide di dar vita a un’altra realtà che possa aiutare gli scrittori a realizzare i propri sogni. Nasce così Rossoquadro, un team di esperti che la accompagnano in questo.


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PAOLA DE LORENZO Poetessa

PAOLA DE LORENZO RONCA, poetessa e scrittrice, vive ed opera ad Avellino. Arrivata alla poesia nella maturità dopo un lungo percorso interiore, è vincitrice di numerosi premi di poesia, nazionali ed internazionali di alto prestigio, tra cui la “Medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano”, il Primo Premio nella sezione “Poesia in lingua” alla 16ª Edizione del Concorso Internazionale “Arte e Cultura” (2012), promosso dall’Accademia Internazionale “Arte e Cultura” Michelangelo Angrisani, in Castel San Giorgio (Salerno, Italia). Ha inoltre pubblicato nel 2009 il suo primo libro di poesie, Petali in ombra (Scuderi editore), e nel 2013 Profumo di terra e di sogni (Scuderi). Sue poesie compaiono in molte raccolte ed antologie, tra cui “La Rassegna dei poeti campani”, “Le strade della poesia” (Delta, ed.). Recentemente è stata inclusa nell’Antologia della Letteratura italiana contemporanea (Helicon edizioni).

da Avellino Italia

NEL TEMPO SOSPESO (periodo del coronavirus) Nel tempo sospeso di infinito silenzio nel sussurro dell’anima il non senso di vita e la profonda tristezza dell’abbandono di Dio.

Evocando in versi pregnanti ed emozionanti carichi di connotativa immediatezza dei momenti epocali come il terremoto dell’80 e l’attuale flagello pandemico, Paola De Lorenzo riesce a raccontare la cronaca con sensibilità e delicatezza. E lo fa con l’intensità di chi negli sguardi, nelle atmosfere, nei suoni, negli scenari naturali e urbani sa cogliere la drammaticità del momento e farla penetrare nel silenzio del cuore per cantare con doloroso amore della vita la malinconica elegia delle tempeste sociali e della fragilità umana. (FBV)

Come canto notturno di antico retaggio un pianto si ode di solitudine intriso e lacera la coltre dell’uomo sconfitta. Né canti né suoni popolano ore sì lunghe e angoscianti e me stesso che finalmente ritrovo. Mi accuccio. Nel sospiro del vento nel tepore del sole nel profumo dei fiori risento, imperiosa, come linfa vitale, la presenza di Dio.

…E TACQUE LA TERRA MIA! (40° anniversario del terremoto in Irpinia) Era fine autunno; mite dintorno la lunare aria quella sera, il torchio i grappoli pigiava e profumava il mosto. In su l’aia il muto aratro e nel tenue chiarore tra l’umida paglia lo scampanio flebile degli stanchi buoi. Su nel cielo, un luccichio di stelle. D’un tratto… buio diventò La terra il cielo nel suo tremor attrasse e scese morte sui lavorati campi e tacque la terra mia! È di nuovo notte quest’oggi… L’ululato del vento ha coperto le vecchie macerie e l’odore dei morti. È autunno di nuovo e le stelle riluccicano in cielo, ma è freddo dintorno: soltanto qualcuno singhiozza al ricordo. 43


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FIORELLO DOGLIA Scultore Scrittore Poeta

FIORELLO DOGLIA, scultore, scrittore e poeta, è nato a Grottaferrata nel ‘59. È medico specializzato in Medicina Cinese e Agopuntura. Fin da bambino coltiva l'innato senso artistico, l'inclinazione per il disegno, la scultura, la pittura, la poesia, la musica e il movimento. Ha partecipato a vari eventi e iniziative tra Roma, Ravenna, Napoli, Firenze e soprattutto nella zona dei Castelli Romani, conseguendo numerosi riconoscimenti. Nel 2002 la C.E.A. ha pubblicato un suo “Atlante Pratico di Agopuntura”. Nel 2016 è stato premiato per la poesia al Concorso Nazionale Albero andronico, IX edizione. È stato premiato per la scultura e la poesia al Concorso Internazionale Arte e Cultura (Castel San Giorgio - Salerno). Nelle ultime tre edizioni si è aggiudicato un primo e un secondo posto per la scultura, un secondo posto per la poesia.

da Genzano Roma Italia

La copertina della raccolta poetica “Pan-de-mi-a”, contenente una delle sue più recenti e apprezzate sculture è “il segno di Doglia”, che scolpisce versi e poetizza la pietra riuscendo sempre a provare ed a suscitare stimoli di emozionate riflessioni. La scultura, giustamente collocata su un piano inclinato, esprime plasticamente la lentezza ma anche la decisione con la quale la figura femminile si risolleva. Con l’illuminazione aggiunta nel libro, connota con ulteriore forza la luce della speranza di un tempo che verrà, in cui le oscurità della “pan-de-mi-a” (una scansione che è tutta un grido) siano riscaldate dalla luce di una rinnovata consapevolezza dell’amore per il mondo e per la vita e nello stesso tempo dalla ri-scoperta dei suoni e delle armonie che risuonano nei profondi e spesso inascoltati silenzi dell’anima. È un cammino di alta e pregnante intensità lirica che parte dall’angoscia di un firmamento trafitto da assenti stelle per arrivare alla purificazione di un firmamento di stelle presenti comunque abitate dal cuore. (FBV) 44


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FIORELLO DOGLIA Scultore Scrittore Poeta

LACRIME E NOTE DALLE STELLE

Lacrime “perlano” luminose stelle “parlano”

Profondissima notte inquietante

da Genzano Roma Italia

Spazio senza limiti senza direzione senza tempo

Ognuna di un amore spezzato spazzato via d’un amore anche solo promesso mai mantenuto mai donato

Oscurità cupa scevra di luce spruzzata appena di rare luminosità Perse, disperse, sperdute nell’immenso Al cuore affranto percettibili langui di suoni Lontani,distorti, dissonanti Distanti forse migliaia di anni forse solo nati ieri forse solo immaginari Morbido un abbraccio pervade l’anima muta scioglie il crudo duro dolore

Ognuna d’un amore mai dimenticati Lacrime tutte suonano assieme alle stelle tutte del firmamento nella profondità di lunghissima notte Tremanti fiammelle accese di speranza sembrano intonare suoni di luce vibranti melodie note Strappano emozioni chiamano sentimenti nutrono passioni ritrovano amori Ricongiungono affetti ristorano lo spirito esausto

Un bacio rubato a remote misteriose profondità dona conforto a occhi smarriti tesi in attesa

Versi brevi scolpiti come pietre con parole taglienti nella mente e nel cuore in uno scenario cosmico in cui le stelle “parlano” mentre le lacrime “perlano”, ad indicare quell’elastico esistenziale che lega al tutto la dimensione di ognuno di noi e dona un frammento del tutto all’anima di ognuno. È uno “spazio senza limiti, senza direzione, senza tempo,” ma le lacrime che “suonano assieme alle stelle tutte del firmamento” nascono dagli occhi di una sola persona e tutte insieme creano un intrigante concerto che inneggia con dolorosa gioia alla vita, ma con un varco forte: le lacrime, la coscienza, le emozioni, i sentimenti, accendono “tremanti fiammelle di speranza” e sublimano la plastica contorsione del nostro essere in una universale e possibile anelito all’Amore.(FBV) 45


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DAVIDE POLLINA Pittore Scrittore Poeta da Salerno Italia

Il dipinto “Hope” di Davide Pollina, nella sua simbolica astrattezza, è effettivamente, come suggerisce il titolo, un flusso roboante di speranza, con le linee ricurve in pieno slancio verso la meta, a coprire un orizzonte di aspirazioni diverse, pur se non contrastanti, come sembrano indicare le due onde unite ma in netta separazione. Giallo, rosso e verde sono il canto cromatico della voglia di agire, di una sensibilità passionale, del sogno di “esserci” con tutta la pienezza del vivere. Sembra proprio il ritratto dell’anima di un coltivatore di desideri… (FBV) 46

DAVIDE POLLINA, pittore, scrittore e poeta, è nato a Salerno nel 1989 e durante gli anni dell'adolescenza ha cominciato a dipingere da autodidatta. La passione per la pittura ha seguito di pari passo quella per la scrittura e dal 2011 ha iniziato a collaborare con associazioni letterarie. Nel 2015 si è laureato in Lettere Moderne. Tra il 2018 e il 2019 ha prodotto diverse pubblicazioni su cataloghi d'arte e ha preso parte a mostre collettive e personali a Roma, Salerno, Parigi, Amsterdam, Innsbruck, Cava de' Tirreni, Castel San Giorgio, Mercato San Severino e San Cipriano Picentino. Nel 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo, Sette petali d'argento, edito dalla casa editrice Articoli liberi. Nel 2019 si è laureato in Filologia Moderna. Nel 2020 ha pubblicato il suo secondo romanzo, Il coltivatore dei desideri, edito in self publishing sulla piattaforma Amazon. Di questo romanzo riportiamo le belle parole di recensione proposte sul web da una lettrice di nome Alessia: …Uno spaccato di esistenza, con i suoi amori, le passioni, le speranze, i sogni. Situazioni semplici e reali, in una narrazione con una accezione a volte romantica. Ci ritroviamo nella provincia dell’Italia meridionale, dove ad alcune persone potrebbe sembrare che il mare, con la sua intensità, travolga tutto, lasciando macerie. Per alcuni, invece, rappresenta un bellissimo modo di vivere. Sembra come se Davide Pollina parli al vento, che porterà via le sue parole… dove? Non è dato sapere. La speranza è quella che fa andare avanti, ma non sai mai se la mano sarà vincente o meno. Immagino l’autore, in riva al mare, a pensare e a… parlare.

Hope, 2020. Olio su tela cm 30x40.

Il coltivatore di Desideri. Copertina di libro.


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ALFONSO MARIA DI SOMMA poeta

ALFONSO MARIA DI SOMMA, scrittore e poeta, nato a Cava de’ Tirreni (SA) il 27 dicembre 2002, ha frequentato il Liceo Classico “De Filippis-Galdi” conseguendo col massimo dei voti la licenza liceale lo scorso luglio. È iscritto al primo anno del Corso di laurea in Giurisprudenza. La sua passione per la scrittura e la lettura si è manifestata fin da piccolo e, spronato dalla sua insegnante, ha cominciato a comporre già alle scuole elementari. Ha già vinto numerose gare scolastiche, come il “Certamen Taciteum” nel 2018, le Olimpiadi delle Lingue e Civiltà Classiche nel 2019 (Regione Campania), il concorso Le parole sono ponti (2019 e 2020). Si è cimentato anche in gare aperte con gli adulti, vincendo il primo premio al Concorso Arte e Cultura 2020 (Sez. Narrativa) ed al Concorso Maric - Disarmiamo l’ignoranza (primo premio nella Sez. Narrativa a tema libero e nella Sez. Narrativa sul tema “Difendiamo la Terra”, segnalazione di merito nella Sez. Poesia a tema libero), con premiazione a Pontedera (Pisa) nella primavera del 2021. Inoltre ha conquistato il podio al Concorso letterario La piazzetta organizzato dal Centro Artisti Salernitani (2019) ed al premio Paestum Città delle rose. Una sua lirica è stata pubblicata nell’Enciclopedia dei Poeti Italiani Contemporanei.

da Cava de’ Tirreni Salerno Italia

COME GLI UCCELLI

Mentre nei suoi racconti tocca problematiche profonde di natura sociale ed etica, nel comporre versi Alfonso Maria Di Somma ripiega liricamente sulle sue emozioni e sul suo stare nel mondo, ma senza rinunciare ad uno sguardo che va oltre il suo ombelico. Qui, partendo dal suo io, egli, con una maturità espressiva da adulto meditante prima che da Millennial rutilante, propone un inno al pensare positivo come “conquista” e nello stesso tempo apre le pupille dell’anima su tematiche come l’Oltre, la fugacità della Vita, la Morte, l’Eternità, suggerendo la via per assaporare “le carezze dell’aria, i baci del sole, i voli di libera felicità”. Nel nome dell’Amore, per la luce di tutti. E vola alto, con le ali del suo precoce talento. (FBV)

Come gli uccelli voglio volare più in alto dei pensieri, sopra le nubi di nera tristezza… piccole gocce di pessimismo scivolano veloci tra le mie piume: non possono toccarmi. Non conosco catene, una gabbia non ho, la mia strada le carezze dell’aria, un abbraccio di rami la mia casa, altro non serve, un bacio del sole. Tra l’uomo e Dio sfreccio nella mia libera felicità… porgi l’orecchio e nella luce mi sentirai: Amore è il mio nome. Senza fatica le ali mi sosterranno. Non per sempre, ma a chi importa? Quando un giorno di un cacciatore gli artigli di piombo mi baceranno, allora i sospiri del vento mi porteranno a riposare tra l’avorio delle zanne d’un cane: il giorno è un battito di ciglia ma io in questo istante tra un battito d’ali e un battito di cuore… in questo istante sono eterno. 47


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EUGENIA DI LEVA Pittrice

EUGENIA DI LEVA, pittrice, autodidatta, nata a Vico Equense il 20/3/1973, vive a Sorrento (Napoli, Italia). Specializzata nella realizzazione e nella divulgazione della cultura legata ai mandala e alla geometria sacra, nel 2017 ha fondato, insieme ad altri artisti, il Collettivo A.A.A. - Arte Artigianato Ambiente, che si propone di sensibilizzare i più giovani e i bambini alla riscoperta di antiche arti e mestieri, alla tutela del territorio e, più in generale, ad uno stile di vita più "lento" e "condiviso". Il collettivo opera nelle scuole e coopera con altri enti e istituzioni per la buona riuscita di eventi con finalità benefiche. Sabato 5 Ottobre 2019, al Teatro T. Tasso di Sorrento ha ricevuto il Premio Internazionale Vincenzo Ferrara (Una vita per la Scienza), ideato e istituito da Maddalena Ferraro, Presidente dell’Associazione Vincenzo Ferraro. Le sue opere sono state pluripremiate al concorso Internazionale Arte e Cultura.

da Sorrento Napoli Italia

Potere 1 - Acrilico su tela, applicata su legno intagliato cm 72x72.

Potere 2 - Acrilico su tela, applicata su legno intagliato cm 72x72.

Sono due “ricami d’Arte”, i due acrilici su tela di Eugenia Di Leva, da applicare su legno intagliato a mo di integrazione e di decorazione. Con le loro volute fantasiose disposte in razionali simmetrie e con la giocosa armonia tra i colori dominanti, le cromie e gli spazi cromatici che li accompagnano, l’artista propone delle immagini ricche di vitalità, segno dei dominabili intrecci dell’esistenza. Esse integrano e rafforzano il messaggio lirico da lei lanciato a suo tempo con esplosive strisciate tonali dell’Acqua e del Fuoco, che hanno caratterizzato la fase più “volante” del suo amore per le forme astratte. (FBV) 48


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LUCIA FUSCO, poetessa, nata a Roma in via dei Gracchi, è maestra elementare. Vive nelle campagne di Sezze. In gioventù ha viaggiato per l’Italia, l’Europa, l’Africa con un gruppo di amici, con spirito di conoscenza e semplicità, con zaino e sacco a pelo. È Ambasciatrice di Pace per la Regione Lazio dell’Associazione Culturale Da Ischia L’Arte – DILA. Scrive poesie in italiano e in dialetto per passione. Cristiana, animalista, canara e gattara, lotta contro l’abbandono e il maltrattamento e persegue da un cinquantennio l’intento del veganesimo, difficile e unica via verso la pace universale. È autrice del libro “Come Acqua Amara”, 2020, edito da Sintagma.

LUCIA FUSCO Poetessa da Sezze Latina Italia

Utilizzando con scaltrita perizia le potenzialità offerte dalla dialettalità, la poetessa Lucia Fusco, in distici a rima baciata, prefigura, a partire da un dato di cronaca, la fine prossima del mondo, in uno scenario apocalittico, prendendo come metafora la tragedia del naufragio Titanic. (Fabio Dainotti)

COME SUR TITANIC Greta Thunberg, ‘na regazzina, c’ha spiegato che stamo a ballà sur Titanic, inguaiato. È la Tera, affralita, a morte ferita da ggente scipita, ce vorebbe coraggio pe’ cagnà abbitudini, vita, i malevizzi buttà. Semo otto migliardi ma nisuno vole rinuncià: marci, capoccioni e bastardi; alla ggente je dole, finge che tutto è rose e viole, nun vole sentì ‘mpicci, sacrifici, probblemi, ne’ scole. Er Titanic sprofonnava ner mare freddo e nero come alla lava, immenso come a ‘n cimitero. ‘A ggente invano coreva cercanno un riparo materno, na’ tavola, ‘n sostegno, c’era solo l’inferno. Urlaveno de paura e piagneveno come cannucigli sentenno er rumore, er freddo, l’odio del mare e i perigli. Su’e scialuppe nun c’era posto pe’ tutti, chi teneva sòrdi e robbe, in prima classe, evitò li lutti. Le madri, porelle, affogorno coi fiji ‘n petto, zitti, i padri scesero nell’acque che tajaveno, tra i flutti tra bestemmie, pianti e preghiere capirono ch’a Morte c’ha er potere de fa’ dritte le cose storte, e così chiamarono ‘a Mamma e ‘a Madonna, sorde. In fonno ar buio de ghiacci scesero in silenzio, senza abbracci. Freddo, orche e squali fecero massacri e fattacci. Sopra ‘a nave continuarono fino a’ fine a festeggià: dice che sonorno valzer, tanghi, rumba e mambo, infine scesero pure i sonatori ‘n mezzo a quell’inferno er mare se bevve er Titanic, e così ‘a musica se fermò, Finì tutto sotto all’oceano, pe’ sempre, pure l’urtimo oblò. Pure noi su ‘sta tera continuamo a zazza’ zozzanno tutto, affogamo ner colesterolo, vivemo senza futuro, senza penza’, in contropelo, senza che nisuno capisca che nun ce stanno sòrdi ne’ ricchezza Pe’ comprasse su’ a scialuppa, ‘n posto pe ‘a sarvezza: er monno è morto, ammazzato da noantri, con dissolutezza e pure noi morimo, affogati nella nostra stessa monnezza. 49


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ASSUNTA GNEO, scrittrice, lavora e vive a Latina con il marito Walter e i suoi due figli. Coltiva la passione per la cucina, adora il mare, la canoa, lo sci, l’equitazione e la bicicletta. Ha conseguito la laurea triennale in Scienze Ostetriche e in Comunicazione Tecnologica, la laurea magistrale in Comunicazione Pubblica e Sociologia. Attualmente lavora presso la ASL di Latina. Grande attivista nel sociale e organizzatrice di eventi culturali. Ha esordito con il primo romanzo, Tira fuori l’anima, nel 2015 e questo è il suo secondo lavoro letterario.

ASSUNTA GNEO Scrittrice da Latina Italia

Bina: una bambina, una ragazza, infine una donna. Ram: il fratello, perduto e poi ritrovato. La storia di due vite intrecciate e separate. L’India, un paese lontano che diventa ricordo e poi l’Italia che diventa “casa” Queste sono le premesse, una cornice essenziale per definire la storia. Il romanzo di Assunta Gneo riesce a mescolare con cura diversi ingredienti, accompagnando il lettore nella crescita di Bina, nella sua vita, nelle sue avventure. Sarà facile per chi legge voler vivere quelle pagine, voler aiutare Bina e la sua forza d’animo. Con questo libro ci si commuove, si sorride, si riflette. Nulla è lasciato al caso: il ruolo della donna è fondamentale e permette di comprendere come nei momenti di snodo sono l’intuito e la caparbietà che fanno da padroni. I temi trattati, di profonda attualità, sono quelli dell’immigrazione, del traffico di droga, della prostituzione. Scene reali e cruente incorniciano una storia che trasmette speranza, fiducia e rivalsa. “Il futuro è nelle tue mani” perché siamo noi che rendiamo possibili le nostre scelte, è Bina che decide con coraggio di scegliere la cosa giusta e non la strada facile. Bina decide di vivere la sua vita fino in fondo e lottando contro tutto e tutti sa cosa desidera e lo ottiene. L’ingrediente nascosto che muove tutto? L’amore! L’amore per il fratello, l’amore per Dario, l’amore per la sua terra, l’amore per la vita. 51


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Io, GIOVANNA GILDA DI PAOLO, scultrice, nasco a Cava dei Tirreni in provincia di Salerno nel 1962. Vivo tra Vietri sul mare e Cava de’ Tirreni. Da sempre sono appassionata delle materie artistiche. Cerco di non far mancare alla mia quotidianità lo Yoga, il Counseling, il Teatro e soprattutto la Scultura, che si è imposta a me a partire dall’anno 1992, rendendomi strumento di una mano invisibile che, danzando intorno alle pietre o al legno esprime la sua concretezza. Nell’anno 2019 improvvisamente e timidamente espongo per la prima volta e la seconda nell’anno 2020 le mie sculture, le mie amate “Tufole”, vincono il primo premio nella 24° Edizione del Premio Internazionale Arte e Cultura. LE MIE SORELLE TUFOLE

GIOVANNA GILDA DI PAOLO Scultrice da Cava de’ Tirreni Salerno Italia

Le tufole di Giovanna Gilda Di Paolo emozionano perché mostrano con immediatezza il loro essere materia non inerte e l’energia che le ha animate e create. Esse sono la vita che vuole liberarsi dai blocchi che l’imprigionano, sono forme in cerca d’autore che parlano attraverso le mani della scultrice e nello stesso tempo sono il riflesso del suo spirito, in una sinergia che è il segno dell’empatia generata dall’incontro. Lei “sente” la loro presenza nella materia e loro “sentono” la necessità di venire alla luce. E l’effetto che fanno, nell’impatto singolo e collettivo, è la meraviglia che può nascere dall’ascolto della “voce della pietra”. Per farla venire alla luce ci vuole però la sensibilità di una artista. E Giovanna Gilda Di Paolo, con la sua comunicazione ruspante, artista nello spirito mostra pienamente di esserlo… forse perché anche lei nel suo piccolo è una tufola di vibrante sensibilità.(FBV) 52

Le mie sculture “parlano” del luogo che hanno custodito e delle vite che hanno incontrato, finalmente parlano, e da mera pietra di muro diventano racconto, emozione, in primis per me che ne raccolgo il momento del primo respiro e poi per chi si sente attratto e desideroso di ascoltarle con gli occhi, ma soprattutto con l’anima. Non impongo mai una mia idea alla pietra. Non so mai cosa verrà fuori da quell’apparente blocco inerte, eppure ad un certo punto, magari dopo mesi che ci guardiamo incuriosite, succede qualcosa, la pietra mi chiama, è pronta, spesso lo è lei ma non io, e così timidamente mi appresto ad incontrarla più completamente e muovo lo sguardo tutto intorno ad essa e… le mani ad un certo punto sanno cosa fare. Durante il processo creativo mi sento rapita: non penso, sono. Sono tutt’uno con le asperità del tufo e proprio come in un percorso di montagna incontro terreni più dolci o precipizi nei quali lo scalpello scivola mettendo in luce aspetti che prima erano nascosti all’occhio umano. Mi intrufolo, risalgo, cambio punto di vista ed a volte direzione per ritrovare una’armonia che sento ma ancora non vedo. Sono totalmente immersa e piacevolmente rapita. Non sento la fatica o il passare del tempo. Scolpisco, gratto e spolvero in un ritmo che è musica e che fa danzare la mia anima al ritmo della grande Anima. A lavoro terminato, le Tufole per me non sono oggetti, sono sentimento materializzato, sono spiritualità condensata. Qualcuno mi ha detto di sentirsi imbarazzato a stare tra loro, come se potessero leggergli nell’animo, come se gli parlassero in maniera diretta, forte. Lavorare con il tufo allena alla Vita e attraverso le Tufole esprimo la parte di me che ama fluire con Lei e reinterpretarla ad ogni buona occasione. (GGDP)

Illusione complessa. Micricellulare - h 45x20x18.

Avvicendamento. Scultura in legno d’arancio - h 36x2x12.


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,Mi chiamo MIRIAM CLAPS ho 17 anni e vivo a Salerno. Frequento l’ultimo anno di scuola superiore all’Istituto Santa Caterina Da Siena - Amendola. Mi piace scrivere, cerco di trascrivere su foglio tutto ciò che mi passa per la testa e mi piace cimentarmi nella lettura di classici. Di lei ha scritto Franco Bruno Vitolo: “Con versi pregnanti e con un già sapiente uso delle metafore, la poetessa riesce a comunicare i tratti distintivi del suo stato d’animo e delle sue chiaroscurali ondate adolescenziali, che la pongono in relazione anch’essa asimmetrica rispetto a se stessa ed alla vita. Ne emerge il ritratto di una giovane graffiata e compressa, ma anche ricca di una sensibilità profonda e di un talento espressivo che, se ben coltivato, fiorirebbe come una ciliegia di primavera”.

MIRIAM CLAPS Poetessa da Giffoni Valle Piana Salerno Italia

COME IL CIELO DI MARZO Mi sento come il cielo di marzo, fisso dall’alto alberi e fiori di quarzo. Sbalzi di umore costanti si alternano ai problemi, sono tanti. Occhi assenti, prevalgono il volto, graffiano come le schegge di un vaso rotto.

Un destino di vivere alla finestra, di guardare “tutto dall’alto”, una solitudine quasi solipsistica, che trova un corrispettivo, stilistico nell’uso frequente delle rime baciate, è ciò che emerge nel testo di Miriam Claps, la quale, nonostante la giovane età, dimostra già padronanza dei mezzi espressivi, anche nell’utilizzo efficace delle assonanze, nella personificazione degli elementi naturali e nella scelta della composizione ad anello. (Fabio Dainotti)

Guardo l’estate in ogni punto del cortile, ma mi sbagliavo, è solo il 4 aprile. Se il tempo potesse parlare, urlerebbe, non lo si può negare. Le persone sono come il tempo, se ne vanno e ti lasciano il loro lato acerbo. Quindi io preferisco guardare tutto dall’alto, mentre il cielo diventa scarlatto, lo guardo come se fosse arso perché mi sento come il cielo di marzo.

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PASQUALE ESPOSITO, fotografo autodidatta, vive e risiede a Cava de’ Tirreni (Salerno). Laureato in ingegneria meccanica, è appassionato dell’arte fotografica fin da adolescente. Ha Iniziato a fotografare nel 1980 durante i suoi viaggi, ma la prima esposizione risale al 2009, col titolo Un balcone sul Mondo. Le successive sono state: Emozione Inca (aprile 2012 a Cava de’ Tirreni nel 2013 e nel 2015 a Salerno), Mirando Cuba (giugno 2013 a Cava de’ Tirreni e dicembre 2014 a Salerno, poi a Cuba). Ha pubblicato il libro Emozione Inca (Grauseditore) nel 2014. Il suo sito web è www.hermes-art.it

PASQUALE ESPOSITO Fotografo autodidatta da Cava de’ Tirreni Salerno Italia

Con l’occhio dell’artista, nella fotografia Il gatto nero Pasquale Esposito ha saputo magistralmente fissare e inquadrare un istante di chiaroscurale magia nel passaggio del gatto nero e della sua ombra accanto ad un cancello di verde scuro che apre uno squarcio di mare, di luce e d’azzurro, il tutto è immerso in una scenografica cornice di muri e di un selciato di delicato verde pastello. Pur nel movimento del felino, l’immagine si innalza senza tempo, in una dimensione quasi di dechirichiano straniamento. L’altra foto, Maratona, accomunata alla precedente per il solo particolare del “cammino”, è un campo lungo su un movimento di persone che vanno verso una meta comune, in un gesto più quotidiano che sportivo: come a creare da parte del fotografo una lirica metafora di umanità che muove insieme i suoi passi in una serenità rischiarata dal verde degli alberi e dallo sfondo azzurro del cielo. (FBV) 54

Il gatto nero - cm 70x50.

Maratona - cm 70x50.


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MYRIAM RUSSO Poetessa da Nocera Inferiore Salerno Italia

Lacrime che accompagnano un sorriso e adornano una festa, lacrime di tristezza che scendono nel cuore e abbracciano la persona, lacrime che aiutano a vivere perché la vita è come un albero che ha bisogno dell’umida linfa per far cadere le foglie marce e crescere forte, una lacrima che fa sentire la sua voce per far capire la sua dimensione di fiore del sentimento… Così, con pacate e intense tonalità e i colori emozionali tipici della lingua napoletana, la giovane poetessa ci invita a viaggiare nel mondo intimo delle emozioni e noi volentieri la seguiamo, emozionandoci con lei in una dolce elegia del dolore e della gioia, e quindi della vita stessa. (FBV)

MYRIAM RUSSO, poetessa e scrittrice di Nocera Inferiore, laureata in Lingue e Letterature europee e americane (inglese e spagnolo) presso l'Università degli di Napoli "l'Orientale" (Triennale), è in fase di specializzazione in Linguistica cognitiva moderna e straniera presso l'Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Ha collaborato e collabora a numerosi progetti di natura linguistica, come la partecipazione alla traduzione del volume “Requiem for Gina’s death an other poems”, della casa editrice “Gradiva Publications”, New York. Dall’anno 2017 è linguista presso l’Accademia Arte e Cultura di Michelangelo Angrisani, impegnata nell’opera di traduzione nelle edizioni dei vari annuari e negli stage di scambio culturale in Romania. È redattrice del settore Cultura-Lifestyle, presso la testata giornalistica del capoluogo campano “Ambasciator”. Si è piazzata al secondo posto alla XII edizione del Concorso Letterario Arte e Cultura. Attualmente è collaboratrice all'antologia letteraria del "Premio CET scuola autori” di Mogol.

NA LACREMA Quanno veco ‘a luce’ d’ ‘o munno songo sempe tiempe strane. A vvote nu sorrìso me fa ‘o benvenuto e m’ accumpagna ‘ncopp’ ‘a faccia decenneme cu ‘a pazzia: “Fratèllo, chesta vota ce l’avimmo fatta”. ‘E mmane sbatteno dint’ a na danza senza fine e strizzànno ll’uocchie m’ abbrazzano cu meraviglia: “Propeto a te stevemo aspettanno, muovete a te fa’ vedé ca ogge è nu juorno ‘e festa e si manche tu nun ce sta senso. Ati vvote songo mumente assaje amare, triste, sulitarie... Songo mumente ‘e malincunia ca nisciuno te po’ cunzulà, sulo je te pozzo aiuta’ pecché saccio tutta ‘a verità. Cu silenzio scengo ‘ncopp’ ‘a scócca e te bagno chella faccia ‘e sentimiento pe te fa’ sentì nu poco cchiu liggera; scengo ncoppa ‘o core, t’ abbraccio e te dico cu profondità: “ Nun te preoccupà ca pure chesta vota terraje ‘o curaggio e te rialzà”. ‘A vita, pe comme ‘a veco je, assumiglia a n’ arbero cu ‘e rame tagliate: si nun ammuzze ‘o llegno marcio ‘a pianta nun po’ crescere alta e bella, ma rimane corta, ‘ncavata e sterile. Ma pe ffa’ carè chelli ffoglie, songo necessaria je, na lacrema ‘e dulore e gioia. 55


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FEDERICA GRILLI Pittrice da Terontola Arezzo Italia In rosso fuoco di rutilante passione, ricca di sinuose volute che come un bel corpo l’avvolgono, l’abbelliscono e forse anche la proteggono, è la rosa il fulcro intorno al quale sono costruiti questi due fascinosi dipinti di Federica Grilli. Se la rosa è il segno costante della forma, al centro del contenuto, e forse dello stesso umano universo dell’artista, è la donna, che ora con sensuale abbraccio si abbandona alla pioggia uscendo dal fiore come Venere dalle acque, ora appare con vestiti di dimensione quasi androgina e una rosa per cappello. I suoi lineamenti e il suo sguardo di consapevole fierezza dichiarano apertamente la forza prorompente del sé, il suo essere fiore come la rosa e rosso sangue come i petali… e la cravatta strettamente abbracciata con le dita. Nel complesso, una creazione artistica che sa “bucare la tela” e generare il sottile piacere della scoperta di tanti stimolanti “Grilli per la testa”… (FBV) 56

FEDERICA GRILLI, pittrice, è nata a Cortona il 6 Marzo 1978. Figlia d’arte, si è fatta apprezzare in più occasioni per la sua vivace eleganza tecnica (G. Zampagni). Diplomata all’Istituto d’Arte, si è cimentata con i canoni dell’arte pittorica, con i sistemi collaudati dalla secolare esperienza artistica. E bene ha fatto a lavorare al chiaroscuro, alla luce, al volume, alla forma: linguaggio sublime e indispensabile su cui costruire la propria personalità artistica (N.Caldarone). Così si descrive l’artista: “La cura rivolta ad ogni particolare è sicuramente sempre stata una costante del mio modo di disegnare, a cominciare dalla scuola d’arte. La passione per i colori è presente sia nei primi quadri che in quelli eseguiti autonomamente dalla scuola, forse in questi ultimi ancora di più in quanto maggiormente legati alla voglia di sperimentare soggetti, tecniche e temi. Volti, animali, figure femminili, oggetti, paesaggi, motivi decorativi, realizzati a matita, pennarello, tempera e soprattutto acrilico. I soggetti cambiano, tranne quello della rosa che è particolarmente ricorrente, ma rimangono costanti le figure che emergono da un fondo nero, e la potenza del rosso. Van Gogh esprimeva le passioni umane attraverso il rosso e il verde. Per me è facendo emergere le figure dal nero che la luce esprime tutte le sue possibilità, e il nero non necessariamente deve essere visto come elemento negativo. In buona parte delle mie opere il nero è tempestato di minuscoli brillantini, che si possono notare solo se si assume un determinato punto di vista, solo se si vogliono vedere”. Ha partecipato a varie esposizioni personali e collettive a Cortona, Castiglion Fiorentino, Arezzo. Recentemente ha ricevuto il secondo premio per la pittura figurativa a Cava de’ Tirreni con due generi diversi, un paesaggio ed una natura morta.

Donna col cappello Olio su tela cm 40x50.

Pluvia Olio su tela cm 40x50.


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ANNABELLA MELE, poetessa, insignita del titolo di Baccelliere nel 2011 per meriti artistici, autrice di due libri di poesie, è presente con sillogi e brani di narrativa in numerose raccolte antologiche ed in riviste specializzate. Socia, accademica, delegata, ambasciatrice di note Associazioni Artistico-Culturali, più volte menzionata e recensita da illustri critici in Annuari e Cataloghi Artistico - letterari, è mentore di giovani poeti ed ha sperimentato con successo anche il ruolo di autrice di una ventina di impegnativi testi musicali. È iscritta alla SIAE, all’Albo degli Scrittori del Gruppo Italia - Fondazione Ippolito Nievo ed è Socio Onorario dell’Unione Nazionale Scrittori e Artisti.

ANNABELLA MELE Poetessa da Novara Italia

Annabella Mele rivolge un invito al proprio cuore, che in poesia equivale a una esortazione a se stessi, a liberarsi “dalle ferrose maglie” e a danzare “al ritmo dello scacciapensieri”; una sorta di inno alla gioia o meglio un modo di ribadire la volontà di ritornare a godere delle gioie della vita, a contemplare i sereni spettacoli naturali, con cuore libero da ansie e preoccupazioni. L’uso della funzione conativa, condensata in imperativi anaforici in identica posizione metrica all’inizio di ogni strofa, conferisce al dettato un carattere perentorio ed è seguito da una fantasmagoria di immagini ariose e suggestive. (Fabio Dainotti)

SUONI, LUCI, COLORI Torna, al suo tramonto, ad applaudire il sole, che, magico istrione, ogni sera, replicando, il suo sipario chiude. Danza, come una gitana, le chiome sciolte, i piedi nudi, intorno al fuoco, al ritmo delle nacchere e dello scacciapensieri. Libera dalle ferrose maglie il cuore, ascoltane la voce, col battito delle mani accompagnane il nuovo suono. Ruba al complice orizzonte il suo bagliore, accendi la notte più profonda di sciami di stelle d’oro, tempesta il suo manto di perle di mille colori.

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SERGIO GRILLI, pittore, ha partecipato a diverse mostre personali e collettive, con apprezzamenti della critica e gradimento del pubblico. Tra i critici più famosi che si sono interessati alla sua arte: Leo Pipparelli, Nicola Caldarone, Carlo Bagni, Lorenzo Righi, Sandra Lucarelli, William Raimondi, Lena Filippetti, Dino Marasà, Paolo Levi. Nel 2018 ha ricevuto il premio internazionale Leonardo Da Vinci a Firenze, nel 2019 si è classificato secondo al Concorso Internazionale Arte e Cultura a Cava de’ Tirreni (SA). Tra i premi più importanti ha ottenuto: la vittoria nella Sezione “natura morta” all’Accademia del Fiorino di Prato nel 2000,quello del Comune di Salsomaggiore Terme, il premio della Critica 2001 al Centro Arte Bologna, il Calice d’oro 2007 alla Galleria Centro Storico di Firenze, il secondo premio della Stampa di Napoli, la medaglia d’argento a Roses (Spagna), il Premio Biennale di Venezia 1995, quattro volte il premio Valdichiana. Le sue opere sono custodite in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.

SERGIO GRILLI Pittore da Terontola Arezzo Italia

Allegoria e poesia nelle opere di Sergio Grilli Nelle varie categorie espressive, ritrattistica, paesaggi e nature morte, la pittura di Sergio Grilli rivela un denominatore comune: la sicurezza del tratto e la padronanza del colore. Sempre ispirato da una grande sensibilità e da una singolare partecipazione emotiva, questo artista si rivela poeta della luce e del colore, del raccoglimento e del silenzio. Accanto alla poesia dell'immagine e del paesaggio c'è l'allegoria dei sentimenti e delle passioni, come si avverte ne "la riflessione", con quella giovane donna adagiata di traverso, sulla coperta scarlatta di un letto matrimoniale. Lasciata sola, con quella rosa gialla troncata sullo stelo, tutta assorta nella delusione, che la rattrista, in una solitudine che sa di abbandono. Nelle sue opere, così eleganti, nella loro semplicità, si avverte un descrittivismo lirico che affascina perché coinvolge, fino a portarci all'interno di esse, in una atmosfera di sogno e di fiaba. L'arte di Sergio Grilli, infatti nasce da una sua intima esigenza di raccontare, con i colori, quello che, nel contempo riesce a descrivere con la penna, consegnadoci poesie di delicata eleganza e di sincera commozione. Per la sua ricca e varia produzione, la nostra stima, la nostra ammirazione perché porta, nell'arte, i suoi valori morali, sicuri che le sue opere resteranno, nel tempo, quale testimonianza di buon gusto e di rara capacità espressiva, quale testamento e patrimonio spirituale per quanti verranno, dopo di noi, ad ammirarle. Mario Belardi

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Riflessione - Olio su tela cm 70x50.

Natura morta - Olio su tela cm 60x40.


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SERGIO GRILLI Pittore da Terontola Arezzo Italia

Casolari campagna Cortonese (AR) - Vinarello cm 40x30.

I due deliziosi scenari di campagna da una parte sono stati riprodotti magistralmente grazie alla padronanza del disegno ed alla capacità di inquadrare uno scenario con fotografica sapienza, dall’altra sono stati interpretati, attraverso un monocromatismo tonale che avvolge i singoli colori in una dimensione di atavica atmosfera e soprattutto per effetto delle velature e delle sfumature donate dall’uso del vinarello, che per la stessa natura intrinseca nel connubio tra antociani e tannino produce una lirica volatilità. E l’insieme produce un effetto di calda emozione, quella che nasce da una realtà guardata con l’amore del cuore. (FBV)

Chiesa di San Gualberto (Tuoro S.T. - PG) - Vinarello cm 30x40. La difficoltà pittorica nasce nel poter trattenere sulla carta la volatilità del pigmento oltre alla sua consistenza nel colore. E’ opera di grande alchimia e bravura saper mescolare la giusta quantità d’acqua, cogliere l’attimo nella velocità di ossidazione, distillare il colore necessario a dipingere il soggetto desiderato, esprimerlo in una forma d’arte. Le molteplici sfumature, le velature, l’intensità e la profondità rendono virtuoso il lavoro dell’ artista che per creare questi effetti non ha colori sovrapponibili, ma solo vino. L’emozione che questi vinarelli offrono resta un’esperienza indelebile per ogni fruitore attento ai dettagli. 59


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SERGIO GRILLI Pittore da Terontola Arezzo Italia

Natura morta - Olio su tela cm 50x50.

Si fanno apprezzare, queste due nature morte, da una parte per la chiarezza e la nettezza dell’immagine, per la cura magistrale del disegno, dall’altra per l’esplosione iperrealistica dei colori e delle tonalità. Come si nota anche in altri suoi lavori, l’artista ricerca evidentemente una sintesi lirica tra il colore della Natura (o del paesaggio) che si mostra e quello dell’anima che contempla. È il segno di una brillante “elettricità” tra le geometrie della ragione e il sogno dell’assoluto, che crea e trasmette una coinvolgente dialettica esistenziale. (Franco Bruno Vitolo) 60

Vaso con calle - Olio su tela cm 30x40.


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ANNA, SUSY E MICAELA ANGRISANI Baby artiste da Mercato San Severino Salerno Italia Quel sistema solare così allegramente armonioso, polimaterico e policromico… Quel cerbiatto dalla figura armoniosa e composta, con un volto che riesce ad ispirare tutta la tenerezza di un personaggio da favola tipo Bambi… Quel volto di donna ben inquadrato tra le trecce cadenti le spalline montanti, quei lineamenti netti e ben marcati, quello sguardo fiero e caldo… Quella farfallina deliziosamente sognante, dai tratti ancora vaghi ma con le forme che lasciano già capire il tocco del volo e i colori che saltano sulle pupille… Hanno decisamente un precoce senso dell’immagine, del disegno, del colore queste tre zampillanti baby artiste, il cui cognome ci insinua il dolce sospetto che “buon sangue non mente”… (FBV) 62

Anna e Susy Angrisani- Sistema solare. Composizione con materiali vari su cartone.

Anna Angrisani di anni 10 - Cerbiatto. Matita colorata.

Susy Angrisani di anni 10. Figura di donna. Matita.

Micaela Angrisani di anni 5. Farfalla. Tempera su cartoncino.


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NICOLAE ADRIAN POPESCU Poeta da Radauti Suceava Romania

Le illecebre della venustà muliebre, la dolcezza di piccoli gesti quotidiani e un senso di sospensione e di attesa (sotto le grandi maschere di carta/le nostre labbra stanno aspettando), focalizzata su dettagli intriganti, costituiscono la ragione non ultima dell’indubbio fascino di questa breve poesia di Adrian-Nicolae Popescu, tutta cose e colori. (Fabio Dainotti)

ADRIAN-NICOLAE POPESCU, poeta, è medico specialista in medicina di famiglia nel comune di Burla e medico di bambini a Radauti, provincia di Suceava, Romania. Abita nella città di Radauti, è sposato e ha 2 figli (Alexandru-Iulian e AndreiStefan). Debutta in letteratura nel mese di novembre 2012. Appassionato delle materie letterarie, partecipa, per la prima volta, ad un prestigioso festival di prosa e poesie in Romania, dove ottiene il terzo posto nella sezione di prosa. Stimolato dal risultato ottenuto, è incoraggiato a scrivere da sua moglie, Alina, dalla sua famiglia e dai suoi veri amici. Approccia più generi (prosa, poesie, epigramma, corto teatrale, saggio letterario, haiku), ottenendo dal suo debutto e fino alla fine dell'anno 2018 oltre 100 riconoscimenti nazionali e internazionali a vari concorsi di letteratura (in Libano, Italia, Repubblica di Moldova, Stati Uniti d’America, Giappone). È redattore della rivista letteraria Bogdania e della rivista Septentrion, membro onorario di Maison Naaman pour la Culture – Jounieh, Libano. A febbraio 2014 in Italia è diventato membro dell’ Accademia Internazionale Arte e Cultura di Michelangelo Angrisani, in cui dall’ottobre del 2017 è Presidente della Delegazione Nazionale della Romania.

O CONTE MIO! Buonasera, signore. prego per incontrare la mia signora. Ho fatto una scommessa: entrambi, solo il fazzoletto ricamato. Per favore, i miei amici mi stanno aspettando. Tutti e dieci sono al pub, bevono e ridono e raccolgono tra le loro braccia le belle ragazze del villaggio. E io ... qui alla tua porta, fazzoletto, solo fazzoletto! E te lo prometto che domani sarò solo un servo, con il letto nella stalla e gli occhi bassi, muto e sordo, senza pantofole e nudo finché non dimentichi che io esisto. Per favore, signore, per favore! Stasera, è necessario! Sì, devo dimostrare loro che sono un vero uomo!

VOX PEDIS Sotto le grandi maschere di carta le nostre labbra stanno aspettando. È ancora tempo per le gambe lunghe, sorseggiando il suo caffè in terrazza, trionfante e così via, sfilate gloriose, sulla stessa passeggiata. con notti d’amore, rubate in un angolo, e sguardi strabici solo io e te, nella vecchia cella e una frase corretta in rosso, su carta bianco-verde-blu.

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MARIA TERESA KINDJARSKY Poetessa Pittrice da Cava de’ Tirreni Salerno Italia

MARIA TERESA KINDJARSKY, poetessa e pittrice, è nata a Chester (GB) il 14 marzo 1954. Trasferitasi in Italia, si diploma al Liceo Artistico di Salerno laureandosi poi in Lingue e Letterature Straniere Moderne. Poetessa, pittrice, autrice di racconti brevi, è sempre alla ricerca di nuove forme d’arte mediante l’impiego di materiali diversi (pittosculture). Tra le sue pubblicazioni: Sono giorni di pioggia. Ed. Mitilia; Dedicato. Ed. Spring – Caserta. Insieme con gli altri componenti dell’Associazione VersoCava ha pubblicato nel 2005 la raccolta letteraria Famiglia cara, famiglia amara (Terra del Sole), Ha scritto per l’artista Adolfo Corinaldesi la poesia L’Albatro ed un commento poetico alle sue opere, inseriti nel catalogo da lui presentato al Museo Internazionale di San Francisco (California) in occasione di una mostra di suoi dipinti e maioliche. Ha partecipato a tantissime mostre di pittura in locali prestigiosi nazionali, riscuotendo plausi e successi di critica e pubblico. Dal 2003 è Direttrice Artistica del Ristonight Solluan (Cava de Tirreni). Suo l’allestimento artistico, sua la scultura che troneggia al centro della sala: un albero il cui intreccio di rami riporta alla mente un emozionante abbraccio universale. È socia fondatrice dell’Associazione Culturale “VersoCava” ed ex-socia dell’Associazione Culturale “Centro Artisti Salernitani”.

Pre post Covid - Interpretazione polimaterica. Le radici nel cemento.

È la materia la protagonista assoluta di queste due opere e il filo conduttore è il legno, con le sue radici. Nel legno c’è la vita che si espande nell’Universo e contemporaneamente è soggetta alla lotta per l’esistenza ed alla dissoluzione finale. Quel legno accanto a quelle forme umane ancora composte… e quello stesso legno, in precario stato di compattezza ma ancora “solido”, dopo la tempesta pandemica, su un mondo già dissolto in polvere… Quel legno che viene imprigionato dal cemento e boccheggia… è forse quello stesso legno che respira nel tentativo forse riuscito di liberarsi dalla prigione del cemento? In questa dialettica, c’è tutto un gioco di ansimanti contorsioni, di vuoti spazi quasi in apnea, ma anche la compensazione di un’energia esistenziale indistruttibile che è capace di sublimare un doloroso amore della vita in un vitale senso d’amore e di emozione. (FBV) 64


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OCCHIPINTI EMANUELE Poeta da Cava de’ Tirreni Salerno Italia

Emanuele Occhipinti, poeta, saggista, critico letterario, nato a Ragusa nel 1934, è cavese di adozione, essendosi trasferito a Cava de’ Tirreni per la sua attività di insegnante di materie letterarie, fin dal 1973. Oltre a numerosi articoli di collaborazione con numerose riviste del settore, a guide turistico-geografiche, ad opuscoli con drammatizzazioni per le scuole, tra le sue pubblicazioni spiccano le monografie Ungaretti (1997), Lettura di “Prete Salvatico” - studio critico del romanzo di Pasquale Maffeo – (1991), le raccolte poetiche Come un filo d’erba (1982), Creature (1988), Fili invisibili (1992), Ci sono tempi (2008), il poemetto Enandro e Callidia, Diaframma di un amore (1992). È da anni attivo componente dell’Associazione Culturale Verso Cava. Ha ottenuto numerosissimi primi premi e riconoscimenti, tra cui segnaliamo le vittorie nei concorsi Club delle Mignonettes (Roma – 1981), Primavera strianese (Striano – Napoli- 1983), Boscoreale (Na),1984, Natale agropolese (Agropoli – Salerno – 1984), Renato Grassi (Solofra – Salerno – 1986), Oggi futuro (Reggio Calabria – 1988), L’artigiano poeta (Caltanissetta – 1996), Monte Faliesi (Contrada – Avellino – 1988).

SOGNI NEL DESERTO Fiorivano germogli e davano messaggi ai nostri padri di unanime letizia attorno al desinare. Ruotavano i giorni e le stagioni coi ritmi del sole e della luna ed erano sollievo di carezze tutti i sudori donati alla terra. Non era il paradiso della vita ma i passi percorrevano i sentieri disegnati dall’alito dei venti. Ora il mio ciglio pensoso percorre un torrente di ciottoli secchi e stanco si sofferma su un pianoro che ignora voci di bimbi e canti di usignoli. Solo qua e là respirano ciuffi di verde e lenti si trascinano convogli di formiche radenti le fessure che al suolo sono come labbra corrose dall’arsura mentre dall’alto un cielo di piombo

sbadiglia sonnecchiando. E inquiete sotto il ciglio nascondo le pupille. L’animo infine ritorna sereno solo se guardo con gli occhi della mente gocce di rugiada che sui prati si fanno diamanti al primo sole roveri e cipressi che immergono le cime nell’ampia trasparenza del mattino onde che in riverberi d’oro percorrono campi di grano e un cinguettio di bimbi che si rotola sull’erba. Il giorno s’immerge nel rosso del tramonto, fili di seta i raggi della luna vestono d’argento i profumi dei roseti, un alito di brezza scende dalle stelle e culla nelle case il riposo dei viventi. Più facile percorrere coi sogni i sentieri del cielo e offrire al Creatore giardini sconfinati che effondono fragranze di sorrisi.

C’è un prima, un dopo e una sintesi finale nella poesia di Emanuele Occhipinti. Nel primo tempo lo sguardo del poeta è rivolto al passato, a una civiltà contadina non edenica, perché contraddistinta dai “sudori donati alla terra”, e sintonizzata su un tempo ciclico, quando “ruotavano i giorni e le stagioni/ coi ritmi del sole e della luna”. Nel secondo tempo, introdotto da una precisa marca temporale, assistiamo al faticoso tentativo del verde di strappare un po’ di spazio all’evidente (e invadente) trionfo del cemento, come in certe pagine di Calvino. Mentre le campagne abbandonate diventano suolo pieno di fessure simili a “labbra corrose dall’arsura”. All’io lirico non resta, nella parte finale del componimento, che rifugiarsi nella memoria, nel sogno e nella sua feconda capacità immaginativa, utilizzando “gli occhi della mente” e anche tutto il corpo per dar vita a un quadro luminoso, allietato dai colori, dai profumi (“vestono d’argento i profumi dei roseti”) e dalle sensazioni tattili (“un alito di brezza”) e sonore (“un cinguettio di bimbi”), per lasciare il posto a una consolante certezza e a una dolcezza di cielo. (Fabio Dainotti) 65


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LILIANA SCOCCO CILLA Pittrice

LILIANA SCOCCO CILLA, pittrice, nata nell’Istria italiana, all’età di undici anni si è trasferita in Italia, approdando a Ravenna, dove vive ed opera tuttora. Liliana Scocco è caposcuola del “Digitismo”, termine che designa la tecnica pittorica che rifiuta l’uso del pennello, della spatola e del disegno preparatorio, ma prevede la realizzazione dell’opera con le sole dita, imponendo i colori direttamente sulla tela. Durante la sua carriera artistica ha allestito diverse mostre collettive e personali, in Italia e all’estero, ha partecipato a concorsi nazionali e internazionali raccogliendo successi di critica e di pubblico e premi di alto prestigio. Attualmente è membro dell’Accademia Internazionale Arte e Cultura, in Castel San Giorgio (Salerno, Italia), dove ha ricevuto nella XIX Edizione del Premio Internazionale Arte e Cultura 2015 la Medaglia del Presidente del Senato della Repubblica Italiana per la carriera artistica.

da Ravenna Italia

Emozione di luce “Autoritratto”. Olio su tela “Digitismo” - cm 80x80.

Splendore della natura. Olio su tela - “Digitismo” - cm 39x60.

Che nelle opere qui presentate di Liliana Scocco Cilli venga raffigurato uno scenario marino tra due spazi arborei naturali oppure un paesaggio visto dall’alto importa relativamente ai fini della fruizione di opere che parlano un linguaggio altro dalla forma definita. Quelle che contano sono le sfumature cromatiche generate direttamente dalle dita dell’artista, intinte in un impasto ricreato d’istinto, senza controprove, e poi ripassate sulla tela in un rapporto di profonda simbiosi, che genera un effetto pirotecnico nell’occhio e nell’anima del fruitore e producono una catartica liberazione nella sua immaginazione. Sono queste sfumature che meglio ci aiutano a “vedere” e a “sentire” le sfumature della vita ed a percepire la nostra potenzialità di “intingervi” il dito della nostra personale avventura esistenziale. (FBV) 66


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RITA PALMIERI Poetessa da Campagna Salerno Italia

Nello specchio della letteratura la poetessa vede riflessi pensieri neri, le putride fiamme di carducciana memoria, ma anche pensieri gioiosi. Con una operazione di igiene mentale, mette ordine nei cassetti della mente, rifiutando gli uni e accettando gli altri, conferendo così alla poesia la funzione di esorcizzare il dolore e di affrontare i propri nodi irrisolti. (Fabio Dainotti)

RITA PALMIERI, pittrice, docente di scuola primaria, nasce a Campagna, in provincia di Salerno, in un piccolo paese circondato da ridenti montagne e ricco di storia, l’8 agosto del 1966. Quinta di sei figli, trascorre la sua infanzia e la sua adolescenza tra il rigore e l’amore non sempre palese di genitori attenti a portare avanti la famiglia nel decoro e nella dignità personale e sociale. Brillante negli studi, vince, appena diplomata all’Istituto Magistrale di Campagna, i concorsi per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia, in provincia di Potenza, dove ha espletato i suoi primi anni da docente, e nella Scuola Primaria, in provincia di Napoli, a soli 19 anni. Ha da sempre coltivato il sogno di studiare Medicina, ma esso è rimasto nel cassetto, per la scelta di lavorare e di rendersi da subito indipendente e per contribuire economicamente in famiglia. Positiva, volitiva, con un forte senso di appartenenza al tessuto sociale in cui vive, dà sfogo all’altruismo che alberga in lei, come figlia, moglie, mamma, sorella, maestra, amica, sempre presente per tutti e disponibile ad offrire un sorriso, elargire parole e consigli che concretizza in opere. In questa direzione, ha svolto attività di Volontariato attraverso l’Associazione A.P.A. nella Protezione Civile del suo paese e tuttora svolge la propria azione di Volontariato nell’Associazione “Wonder Tortilla Clownterapia”, con sede a Battipaglia (SA), dove opera come clown e giocoliere nelle strutture sanitarie e di accoglienza del territorio, per regalare sorrisi e fiducia a chi attraversa momenti di difficoltà. Scrive poesie, in rima e non, per l’incanto di “dar voce ai suoi pensieri”, spesso celati dietro al sorriso e che solo a chi sa guardare nel profondo dei suoi occhi riesce a svelare. L’incanto di scrivere poesie l’accompagna e la sostiene nei momenti di riflessione e di raccoglimento, nelle giornate o nottate in cui si apparta per dedicarsi un po’a quella Rita che è nella sua anima, che vaga alla ricerca continua di una dimora adatta ai suoi sogni. Quasi per caso e all’ultimo minuto, ha partecipato, nel mese di Settembre 2020, alla 25ª Edizione del Premio Internazionale “Arte & Cultura”Accademia di Belle Arti, Lettere e Scienze “M.Angrisani”, dove, con enorme sorpresa e soddisfazione, ha ricevuto la segnalazione di merito per la sua poesia I pensieri dell’Anima. I PENSIERI DELL’ANIMA Pensieri che si affollano nella mente, prendono forma e svaniscono nel nulla; riaffiorano all’improvviso, ma ritornano nel buio, nell’abisso dell’anima. Sono fermi lì, schiacciati e incustoditi. Se ci pensi, li richiami, a volte lievi, a volte ingigantiti, così dolenti, da toglierti il respiro. Se però tu cerchi, se guardi con attenzione, ci son pensieri lieti, pieni di emozioni,

pensieri così dolci, soavi e delicati, che tanti bei momenti hanno rallegrato. Sono questi i pensieri da fare ritornare, mentre quelli tristi lasciali andare o “restali” sempre là… nell’Abisso dell’Anima

NERO Nero, colore severo brutto come il velo. 67


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PAOLA LA VALLE Giornalista Scrittrice da Cava de’ Tirreni Salerno Italia Un intreccio leggero di gocce di pioggia e foglie che cadono… Uno spettacolo, un canto una danza che chiede, come prezzo del biglietto, di essere solo raccontato… Poesia dell’anima, uno spirito panico della natura, parole che suonano come soffi di vento, un cuore che diventa penna e arriva diritto al cuore del lettore. Questa è Paola La Valle, che, sia che descriva delle prove di teatro sia che punti i riflettori sugli affetti familiari sia che punti il dito sulle problematiche sociali sia che voli nelle questioni esistenziali, compone prismi ottici delle sue variegate emozioni, trovando le parole giuste non solo per esprimere un sentimento personale ma anche per creare empatia profonda con la sensibilità delle persone che la circondano e la leggono. E così la sua “vita a foglietti” diventa un “calendiario” tutto sostanza. (FBV) 68

PAOLA LA VALLE, giornalista, scrittrice, saggista, nata a Cava de’ Tirreni nel 1966, impiegata in varie attività lavorative per necessità, ma legata per amore alla lettura e alla scrittura fin da piccola, ha prodotto dal 2015 al 2018, per conto della rivista multimediale Vivimedia, una serie di brillanti resoconti giornalistici, di ampio respiro emozionale, sugli eventi culturali della Città e dei dintorni. Sulla scia, la sua prima pubblicazione, Diario di un Re e di cento rose (Area blu, 2016), la cronaca poetico-giornalistica dell’allestimento di due spettacoli teatrali di Antonello De Rosa. Dal 2012 si è fatta notare grazie ad un blog personale sul web, Una vita a foglietti, in cui ha aperto dei ponti profondi verso la sua anima e con le anime dei lettori. Proprio dal blog nasce il libro Una donna a foglietti (Il pendolo di Foucault edizioni, 2019), una selezione dei post che riguardano la sua dimensione di mamma e di moglie, integrati da un angolino con riflessioni generali sulla vita e sulla morte, sul dolore e sulla gioia. Ed anche sulla Natura, come dimostrato da questa sua descrizione di una speciale.

DANZA D’AUTUNNO C’è un rumore speciale nel silenzio dell’autunno. Non c’è il sole stamattina, le nuvole e una leggera foschia si sono sostituite al bellissimo sole caldo di ieri. Ma è bello anche così. In questo mio pezzo di mondo, la natura, come sempre, mi svela i suoi segreti. Tante volte mi è capitato di restare immobile, anche nei caldi pomeriggi passati, ad ascoltare l’immenso ciarlare di animali e piante. Parlano sempre loro. Proprio come noi uomini, ma con una differenza sostanziale: non danno fastidio. Il farsi sentire racconta il loro essere vivi, il loro condividere spazi e ricchezze d’un territorio. Il nostro parlare è il tentativo di accaparrarsi ricchezze e spazi di cui non sempre necessitiamo. E stamattina, questo intreccio di leggere gocce di pioggia e di foglie che cadono, mi ha chiesto come prezzo del biglietto, solo di essere raccontato. È un ballo questo, sapete? La musica la suona il vento. Una sinfonia unica, a qualcuno potrebbe sembrare monotona, ma il vento cambia. Cambia se attraversa i rami degli alberi, o se corre basso, tra l’erba folta, che cresce imperterrita. Ma cambia anche tra la legna che si lascia asciugare e tra le foglie ormai secche, cadute, croccanti, che si sfregano al terreno, regalando ultimi pensieri di una vita che si trasforma senza mai finire. Fantastiche le danze che sanno invece compiere prima di adagiarsi al suolo. Si staccano silenziose, inizialmente, dal ramo dove sono cresciute e invecchiate. Ma per quello che deve essere un altro nuovo, sconosciuto viaggio, si lasciano andare a piroette che mai avevano sospettato di poter compiere, fisse e inchiodate come erano al loro posto natìo. La natura mi parla e mi insegna. Mi ricorda il piacere della libertà, la necessità di avere coraggio per provare un’ebbrezza che in tanti provano a nasconderci. La natura è saggia e regala emozioni in maniera spontanea e gratuita. Lei mette a disposizione la sua esperienza e il suo sapere, per tutti quelli che hanno occhi e orecchie per ammirare e ascoltare il suo infinito racconto.


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PASQUALINA PETRARCA Poetessa da Pozzuoli Napoli Italia

Poesia, quella di Pasqualina Petrarca, che rivela un Ego poetico ricco di sensibilità cromatica e musicale, come rivela anche l’emistichio, nella parte incipitaria della seconda strofe, che si rifà a una notissima opera; un io poetante pieno di joie de vivre, ingordo di vita e di cose, che riversa sulla pagina tutta l’ardenza incontenibile del cuore. (Fabio Dainotti)

PASQUALINA PETRARCA, poetessa, nasce a Pozzuoli, comune situato nel golfo omonimo, vicino Napoli; nella zona denominata Campi Flegrei. Ha seguito studi scientifici e si è laureata in Matematica all’Università Federico II di Napoli. Felicemente sposata, con due bellissime figliole, ha insegnato prima nella scuola superiore e poi nella scuola media, ove ha dato il meglio di sé nella ricerca scientifica e nella metodologia didattica. Ha affrontato con passione la progettualità scolastica rivolta ai suoi scolari, dando cosi il suo contributo per l’avvio alle varie forme di educazione in tutti gli ambiti disciplinari, da quella socio-sanitaria e alimentare a quella stradale ed ambientale. Scrive poesie e considerazioni personali e si dedica alla promozione di testi teatrali; scrive su richiesta notizie e racconta eventi di cronaca culturale per alcune testate giornalistiche campane. L’ultimo suo scritto è dedicato al drammaturgo italo-americano Mario Fratti, col titolo L'altra faccia del teatro. Sono in preparazione libri dedicati alle donne della sua terra. Ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui L'Ulisse d'oro, conferitole dall'Associazione Magna Grecia di Latina, per la realizzazione di un progetto turistico giovanile, Le mini guide turistiche dei Campi Flegrei, opera che ha aperto orizzonti nuovi, soprattutto nell'ambito scuola-territorio, e attualmente è tenuta in considerazione dal Ministero del Turismo e della Cultura.

MIO POETA

IO VISSI D’ARTE E MUSICA

Oh! Cantami, mio poeta, l’amore la passione chiusi dentro. Apri il tuo scrigno a me, a colei che più di ogni altro ti cerca ti pensa ti vuole sempre. O grande universo che palpiti con il mio poeta tocca i nostri cuori rendili sempre forti ardenti come il fuoco della felicità di felicità.

Canto l’arte per amore pane della mia vita nel grembo già musica parole di note argentine dal cuore di madre la testa piena di suoni e musiche e armonie voce di padre che il mattino colora con cippettii sempre diversi ogni dì sento la musica e sorrido vedo pitture e si spande il cuore il teatro mi veste la vita aria densa d’arte e musica nella vita bisogna andare avanti mai indietro.

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LUCIA RUOCCO, fotografa e poetessa, è nata il 6 luglio 1968 ad Amalfi. Dopo aver vissuto alcuni anni nella sua città natale, ha trascorso l’età adolescenziale a Minori e attualmente risiede ad Atrani. Insegna nella Scuola Primaria di Amalfi dall’età di 21 anni. Si accendono in lei sempre nuove passioni e, dopo quella della musica, dei fiori e delle piante, della cucina, di viaggiare, della fotografia, della tecnologia, ecco una nuova Lucia, in veste poetica! È un’amante dei paesaggi nella ciclicità delle stagioni e le piace soffermarsi ad ammirare tutte le bellezze della natura, anche quella di un semplice fiore spontaneo che potrebbe incontrare sul suo percorso. Ha conseguito, per le sue composizioni poetiche, diplomi di merito e riconoscimenti, anche al di fuori della propria regione e spesso le sue opere vengono selezionate per essere pubblicate in prestigiose antologie.

LUCIA RUOCCO Fotografa Poetessa da Atrani Salerno Italia Se la poesia è una delle ultime arrivate nella carriera di Lucia Ruocco, non si coglie l’inesperienza. La capacità di saper ammirare la bellezza del mondo che ci circonda non è necessariamente seguita dalla stessa capacità di catturarla dentro concetti scritti; cosa che all’autrice invece riesce benissimo, perché anche noi riusciamo a vederlo, quel mare “surreale” che fa esplodere la sua bellezza in ogni sua espressione. Così come riusciamo a comprendere il valore del tempo che spesso, per inseguire futili cose, sprechiamo. E che dire dei sogni, dell’amore, quello vissuto, quello agognato, in breve tutto quello che dà sapore alla vita? (Paola La Valle) 70

ROMANTICA AMALFI Nella notte di luna calante si rispecchia Amalfi nel mare tra scintillanti luminarie sul lungomare. Amalfi... sei bella. Fulgida di un glorioso passato, ti onori di storia nel mondo. Com' è piacevole passeggiare nel centro storico e per le stradine. Splendono i mosaici del Duomo. Amalfi... sei grande. Tremule stelle in cielo disperse, al tenero abbraccio degli amanti, che amore guardarti la sera. Amalfi... sei romantica. Sei suggestiva, sei un incanto, sei unica al mondo.


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LUCIA RUOCCO Fotografa Poetessa da Atrani Salerno Italia Lucia Ruocco si è dedicata alla poesia dopo un percorso già notevole nell’arte, ma, considerando dove vive, non è certo una sorpresa. Come potrebbe essere diversamente, per un animo attento, non vedere ciò che la romantica Amalfi regala, le sue bellezze naturali, come le stradine che risuonano della storia che vi è stata scritta, o come il Duomo, meraviglia architettonica conosciuta in tutto il mondo? Ma come dimenticare il mare che, con il suo ritmo sempre apparentemente uguale, riesce a regalare emozioni, sfumature di colori, brividi del cuore, prendendoli dalla spiaggia, dal cuore degli uomini e portandoli via, per custodirli nelle sue profondità. E, nell’insieme della Divina Costiera, come non restare ammaliati dagli splendidi paesaggi colorati da ginestre e valeriana rosse, impreziositi dai profumi dei limoneti? E come non sentire nello scenario fotografico del tramonto sul mare la vibrazione lirica della poetessa che guarda, vede e percepisce la voce incantata della natura e il miracolo stesso della vita? L’arte di Lucia Ruocco è un riconoscimento schietto, vissuto e sentito, verso una terra che non si accontenta di essere ammirata, ma pretende di essere “sentita”, verso una vita che pretende di essere vissuta. (Paola La Valle)

ODE AL MARE

DIVINA COSTIERA

Imprevedibile ma sempre spettacolare, acqua cristallina, azzurra con varie sfumature. Incantevole e sempre invitante, osannato ma a volte contaminato. Spiagge assolate e brezza di mare, profumo di salsedine e di crema solare. La dolcezza della sera porta quiete alla frenesia del giorno e lo sciabordio dell’acqua, quando il chiasso si calma, ti rilassa e ti culla come fossi un bambino. Spettacoli sublimi sul mare... colori incendiari dell’alba e del tramonto, scorci surreali ... sembrano dipinti. È una tavolozza di colori, t'incanta a prima vista. Romantico ... anche quando è in tempesta. Mare... sotto il sole o sotto la luna e un cielo di tremule stelle, sei sempre un’emozione.

Basta pronunciare questo nome e il pensiero va ai mitici paesaggi della divina Costa d'Amalfi. Territorio scosceso e impervio, paesi incastonati tra rupi e mare, senza confini, nidi di gabbiani, terra baciata dal sole e lambita dalle acque. Limoneti con il mare di sfondo, sapientemente curati dalla forza di volontà di orgogliosi e tenaci uomini. La vegetazione mediterranea con i suoi delicati fiori profuma l'aria calda dell'estate. Poetico paesaggio. Le sfavillanti ginestre e valeriane rosse crescono selvatiche sulle scogliere. Al sole e al mare, con il suo odore di salsedine, si mischia il profumo di limoni e la natura diventa poesia. In questa atmosfera mediterranea, colori, fragranze e suoni s'incontrano. Borghi, mare, spiaggette, giardini... paradisiaco panorama!

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GENNARO PASCALE Pittore da Mercato San Severino Salerno Italia

L’emergere del corpo quasi da un buio profondo e le tonalità chiaroscurali con le quali è rappresentato creano contrasti non solo cromatici, mentre la torsione plastica del busto e l’avvolgersi dei piedi intorno ad esso, uniti all’umana imperfezione del corpo stesso ed alla mancanza visiva della testa, generano un senso di straniante e sensuale smarrimento, stimolando l’immaginario del fruitore a mettersi anch’esso “a nudo”. (FBV) 72

Gennaro Pascale, pittore, è nato nel 1954 a Mercato San Severino (SA). Si è formato alla Badia di Cava de’ Tirreni (SA) presso la scuola benedettina. Compiendo gli studi classici, è stato allievo di Don Raffaele Stramondo, pittore benedettino di capacità e valore internazionale. Partecipando a mostre personali e collettive, gli sono stati riconosciuti meriti e riconoscimenti per la sua capacità di far rivivere il mondo classico, o come era oppure anche con artistiche trasfigurazioni. È senatore dell’Accademia Internazionale Arte e Cultura e componente dell’Accademia Greci Marino di Novara. Ha ricevuto premi e apprezzamenti per meriti artistici. Una sua opera fa parte del Museo di Arte della Città di Tulcea (Romania). Numerosi sono stati i riconoscimenti ricevuti, grazie ad un messaggio pittorico piacevole con “interessanti orientamenti del gusto del nostro tempo”; messaggio capace di suscitare emozioni, cariche di profonde vibrazioni dell’animo. È presente nell’Annuario Nazionale dei Pittori Contemporanei Italiani. Il mercato artistico considera tale autore in ascesa di valutazione economica per l’interesse della tecnica e per i soggetti e materiali utilizzati.

Nudo. Olio su tela cm 70x100.


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GIUSEPPE ROMANO Poeta da Malcesine Verona Italia

Non sembra disdegnare l’autonomia del significante in certi passaggi delle sue composizioni Giuseppe Romano, che fa però trapelare la dolcezza ineffabile di un ricordo, legato a un profumo intenso di ginepro e a un giardino attraversato silenziosamente, e di “irripetibili momenti”, sconvolti e oscurati da un fiume simbolicamente tracimante. (Fabio Dainotti)

GIUSEPPE ROMANO, poeta, siciliano di origine, vive da tanti anni a Malcesine, dopo avere attraversato l'Italia da Sud a Nord e viceversa per motivi di lavoro e per diporto. Chiamato a Palermo a far parte di una Compagnia Teatrale, scopre l'amore per la poesia, partecipando a diversi concorsi poetici nazionali, vincendone diversi, oltre a numerosi secondi e terzi premi ed a segnalazioni di merito. A settembre 2020 gli è stato conferito, a Palermo, il Premio Speciale alla Cultura Istituito in memoria di Cettina Settineri: “Per i suoi profondi valori umani; per la sua intensa metaforica attività poetica, che, attraversando le stagioni del suo Esistere ed Esserci, svela la facoltà sensibile della sua anima emozionale”. Inserito in diverse antologie nazionali, ha pubblicato tre volumi di poesie: Intorno al cerchio, Aritmie e Alidada. È Accademico Associato dell’Accademia Arte e Cultura di Michelangelo Angrisani, con sede a Cava de’ Tirreni (SA). Le sue composizioni sono state recensite, nel tempo, dal quotidiano L’Arena di Verona e, inoltre, da Nicola Romano, Marco Scalabrino, Nicle Morletti, Rina Gambini. La rivista culturale Pagine lepine, fondata dal Critico Letterario e Poeta Dante Cerilli, nel “Numero unico dell’annata 2019” gli ha dedicato un servizio speciale, con una recensione sulla sua produzione poetica, unita alla pubblicazione di alcune sue poesie. Delle poesie di Giuseppe Romano Paola La Valle ha scritto: La forza delle radici e i viaggi che la vita impone. I sogni da realizzare per arrivare alla meta e quella meta che si avvicina per mettervi fine. Sembra un’esposizione di contraddizioni, ma non è così: Giuseppe Romano sembra piuttosto uno scrigno. La forza che sprigiona la vita vissuta può generare il genere di poesia che l’autore ci regala, in forma breve, ma ricca di spunti e riflessioni che durano ben oltre la lettura. INTERMITTENZA

OLTRE TE

Troveremo l’attimo per rammentare e quello per dimenticare i sassi calpestati e l’odore di ginepro inondante il giardino attraversato, assenti semplici parole.

Oltre te, l’onda dell’oceano sognata, la pelle ambrata, lo sguardo intenso.

Solo sguardi dettavano aritmie sconvolgenti la mente e l’orizzonte irraggiungibile quel dì. Il fiume ha tracimato pensieri e rami secchi, oscurando gli attimi e la luce che scaldava irripetibili momenti.

Oltre te, una vetta da scalare, proibita ad un’anima incantata. Oltre te, un desiderio in bianconero, al di là di un muro, incorporeo, ma vero, a guardia d’incroci mai reali. 73


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STEFANIA SIANI, poetessa, pittrice e scrittrice, è nata nel 1971 a Cava de’ Tirreni (Salerno), dove vive e lavora come decoratrice in ceramica. Ha già pubblicato una raccolta poetica nel 2017 dal titolo Il canto dell’anima, con la casa editrice Il Paguro, di Mercato San Severino (Salerno). Ha pubblicato un romanzo storico dal titolo Spade, rock e amore edizioni Il pendolo di Foucault. Ha vinto un premio di pubblicazione di una silloge dal titolo Pensieri nudi nel 2018. Dal 2018 ad oggi ha partecipato a vari concorsi poetici sommando, pur nel breve lasso di tempo, oltre cinquanta premi, tra podi e segnalazioni! Il 2021 vedrà la luce la sua nuova raccolta poetica.

STEFANIA SIANI Poetessa Pittrice Scrittrice da Cava de’ Tirreni Salerno Italia

Stefania Siani è tra le artiste maggiormente prolifiche che io conosca. Non c’è avvenimento o sensazione che lei non sappia trasformare in disegno o prosa o poesia. La sua pittura, come dice Franco Bruno Vitolo, è immediata e misteriosa, un intrigante intreccio di bellezza, malinconia e fantasia che lascia una scia irrisolta d’incanto e di punti interrogativi. La sua poesia ha un’esposizione diretta ma incisiva, semplice e ricca allo stesso tempo, e trova il modo di toccare profondità nascoste che impongono riflessioni di vita. Leggiamo della solitudine, di anni avanzati, con l’argento e il boccale mezzo vuoto, ma le speranze e i sogni appartengono ancora al periodo del poter fare, del poter vivere. E poi la spina, “dolorosa e perduta” che trafigge tra la carne e l’intelletto. Dopo che si sono mostrati nel loro significato più diretto, i suoi versi ti aprono nuove porte, altri spiragli, diversa lettura. E si resta lì, a domandarsi che cosa mai abbia voluto raccontare a noi lettori, o quanto ci ha permesso di prendere da quelle riflessioni rendendole nostre, personali, e quindi uniche. (Paola La Valle).

IL FRUSCIO DI CARTAPESTA DELLE FOGLIE

Charlotte. Pastelli acquerellabili - cm 33x48.

È così che ti ho sentito, mentre la pioggia si abbatte in raffiche impetuose, tra il fruscio di cartapesta delle foglie stanche, tra i rintocchi disorientati di un cuore distratto. Tra gli attimi incantati dell'imbrunire d'oro, ho colto l'argento del tuo sguardo E mentre il tempo beve dal suo boccale mezzo vuoto, la speranza e il sogno si aggrappano a fugaci e illecite visioni. E ancora ti sento, spina dolorosa e perduta, infierire tra la carne e l'intelletto. 75


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CARMINE MACCAFERRI Pittore da Camposano Napoli Italia

Il disegno chiaro dai contorni netti, la geometrica e armoniosa spazialità delle figure, le tonalità forti dei colori donano a scenari paesaggistici per conto loro già noti ed amati una dimensione che va oltre l’immagine apparentemente fotografica, perché ammantata di una magia che nasce dall’incanto “ingenuamente naif ” delle pupille e del cuore e, facendo capire che delle volte il sogno può essere realtà, stimola il fruitore ad amare ancora di più queste “succursali del paradiso”. (FBV) 76

CARMINE MACCAFERRI, pittore, così si descrive lui stesso: “Sono nato e vivo a Camposano (NA), la passione per la pittura è sempre stata radicata in me, così come la consapevolezza di esserne legato a vita è balzata fuori da subito, sin da ragazzino. Non ancora adolescente, dipingevo olio su tela mentre frequentavo la scuola media del mio paese. Anche i miei familiari, saggi o meno che fossero, si erano resi conto di un talento che per me era un gioco naturale. Mio nonno Sebastiano, quando presi la licenza della III media, mi regalò una valigetta, che attualmente ancora conservo, completa di colori ad olio. Negli anni che seguirono i tanti pittori le cui opere cominciai a studiare da un punto di vista artistico mi catapultavano sempre più in un mondo affascinante, in tecniche superlative, tanto che fui rapito in particolare dal pittore Ligabue, fino a intensificare la mia passione per la pittura naif. Il 7 dicembre 1994 nella sede della Pro Loco di Camposano presentai infatti una mia personale sull’Arte

Capri. Olio su tela cm 30x30. Ravello. Olio su cartoncino telato cm 30x20.

naif. Alla base del mio tirocinio non vi sono accademie né pedanteschi manuali di didattica artistica, ma semplicemente sensibilità, intelligenza e paziente lavoro di ricerca: tutti ingredienti indispensabili alla maturazione di qualsiasi talento. Solo in prossimità della pensione ho potuto avviare un percorso di studio sul mondo del disegno e della pittura. Dopo aver sperimentato varie tecniche pittoriche, ho consolidato il mio interesse per l’olio su tela e per i pennarelli indelebili neri. Pur spaziando sulle figure in genere, sul naif, mio primo amore, mi sono dedicato per un periodo alla pittura paesaggistica con ritratti, sia dal vero che ricostruiti idealmente. Ho partecipato a concorsi nazionali e internazionali, riscuotendo plausi di critica e di pubblico.”


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ANNAMARIA SANTORIELLO Poetessa Scrittrice da Cava de’ Tirreni Salerno Italia

ANNAMARIA SANTORIELLO, poetessa e scrittrice, nata a Cava de’ Tirreni (Salerno), ex docente, pianista d’intensa attività didattica, nonché autrice di testi e musiche (QRCode in ogni sua opera), ha debuttato con Il segreto di Nonna Ninna (Europa edizioni, 2017), appassionante romanzo illustrato in versi, ritmicamente e musicalmente assonanti, ambientato nel secondo dopoguerra e impreziosito da una nota di A. G. Pinchetts, recentemente scomparso, punta di diamante della letteratura italiana. Ha poi raccolto le sue poesie di una vita pubblicando Spremuta d’amore (Europa Edizioni, 2020), in cui,con tutta la forza del cuore e con una vibrante ed espressiva partitura di emozioni e riflessioni, trasfonde il canto della sua sensibilità dolente e vitale in versi e in parole risonanti di ritmico lirismo. Pur se in un periodo così breve, la sua discesa nel campo letterario è stata gratificata da numerosi riconoscimenti e da significativi piazzamenti sul podio in concorsi non solo nazionali ma anche internazionali. Tra questi i primi posti ai concorsi Incostiera (2018), La libellula (2018) e i podi ai Concorsi Arte e Cultura (2918 e 2019), Basilica dell’Olmo (2018), il diploma di merito al quinto concorso CET con poesia in Antologia al Premio Cet, Scuola autori di Mogol (Aletti Editore); la Menzione d’Onore al 22° premio letterario internazionale Trofeo Penna d’Autore con pubblicazione della poesia premiata in antologia nella seconda cantica della Divina Commedia, il Purgatorio. Sempre con Europa, è in uscita la sua prima opera in prosa, Zampilli a colori, così presentata da Franco Bruno Vitolo.

I Racconti della raccolta Zampilli a colori, da cui è tratto il frammento qui allegato, nonostante i freni lirici naturali nella prosa, rimangono in linea con la fremente voglia della scrittrice di raccontare, inventare, comunicare e nello stesso tempo estrinsecare con vivace freschezza i palpiti chiaroscurali dettati dalla delicata emozionalità della sua anima. Sedici racconti, sedici storie che zampillano ora dalla realtà, ora dalla fantasia, ora da tutte e due insieme, in un’intrigante varietà di temi, situazioni ed anche luoghi geografici. Sedici storie, che zampillano con tutta la forza del sentimento, ognuna con la sua carica fremente di emozioni a cuore vivo, sia che riguardino le ferite bollenti del dolore familiare o della recente pandemia, sia che si pennellino sullo scoppio floreale della passione amorosa, sia che si senta il fragore nero della tempesta, quasi sempre rischiarato da raggi di speranza, dal calore degli affetti e/o dal soccorso potente della Fede. Sedici zampilli, ognuno con un suo colore interiore, tutti ricchi di calore e di luce, a pennellare una tela di ampio respiro in cui da un cielo in chiaroscuro si erge possente il Grande Arcobaleno della Vita.

UN DUBBIO ATROCE La notizia del TG arrivò come un fulmine a ciel sereno. “Dal 1993 in poi, ho scambiato decine di bambini in culla al reparto Maternità, dell’ospedale di Lusaka” - Sono l’infermiera Doroty Smith e in fase di tumore terminale desidero chiedere perdono. L’ho fatto per divertimento. Chiunque, non si riconosca nella pelle scura, si sottoponga all’esame del DNA.” Papà Raf sferrò due pugni sul tavolo e saltò in aria con uno strillo. Mia madre, seduta di fronte, sbollì come pentola a vapore, perse colore, si accasciò. Si allontanarono tutti, dal tavolo per farle aria. Ciascuno rifletteva tra sé, ma nessuno osava aprir bocca. Mio padre, d’un tratto, scattò come freccia e, col dito alto di scusa, si diresse dentro casa. Anch’io scappai, ma per rintanarmi nella toilette lì accanto. Mi guardai allo specchio, sbollii: pelle scura, capelli neri, occhi neri, lineamenti marcati. Fui presa da dubbi angosciosi: “Accidenti, che non abbiano scambiato anche me? Che non sia io la figlia sbagliata? Io sono nata nel 1993, a Lusaka, proprio nell’anno di cui l’infermiera ha parlato al TG!Misericordia, e se fosse così e mi mandano via per prendersi la figlia loro vera?” Per un attimo credetti di svenire. (Frammento del racconto Quel DNA, tratto dalla raccolta Zampilli a colori) 77


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MARIA STIMPFL Poetessa Pittrice Ricamatrice da Pedavena Belluno Italia

Nata in provincia di Trento, risiedo da più di quarant’anni a Padavena, in provincia di Belluno. Sposata dal 1967 e con un figlio sposato, mi sono dedicata alla famiglia e al lavoro non trascurando le mie passioni: punto a croce, fotografare, scrivere, leggere e altro… Iniziando dal 1997 ad oggi, ho partecipato a parecchi concorsi sia in Italia che all’estero, ed i premi non si sono fatti attendere… Ho pubblicato poesie, racconti, poesia con immagini, fotografia. Ho scritto due libri di poesie e fotografie, uno dal titolo Emozioni, luci e colori di una vita, premiato a Cassino nel 2003, l’altro dal titolo Rugiada nel cuore di un fiore, medaglia d’oro alla Piaggio di Pontedera 2014. Mi diletto a fare mostre fotografiche sia nel Bellunese che nel Trentino. I miei racconti li vado a leggere ai bambini delle elementari, con tanta soddisfazione, per un volontariato che dura da più di venticinque anni.

La ragazza d’oro. Realizzato con 12.000 cartine di sigarette.

Quello che può sembrare un normale manichino di moda sofisticata è in realtà un mirabolante esempio di fantasia artistica e di catartica creatività. Il primo applauso va all’idea di partenza, che parte da un diffuso senso di rispetto per la materia in quanto tale e per il suo riuso a scopo pratico ed estetico, si innalza con l’originalità del progetto di creare un vestito di alta eleganza con delle semplicissime cartine di sigarette, si sublima con la realizzazione splendidamente ingegnosa e visivamente spettacolare. È una forma di celebrazione del connubio crociano di intuizione ed espressione come biglietto da visita della qualità di un’opera d’arte. E così, se la ragazza è d’oro, ancora di più d’oro sono le dita della sua creatrice. (FBV) 78


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MARIA STIMPFL Poetessa Pittrice Ricamatrice da Pedavena Belluno Italia

Di certo non si resta indifferenti davanti alle creazioni di Maria Stimpfl, che siano esse oggetti o poesie. Incantevole “La Ragazza d’oro”, che, se non fosse per la didascalia, potrebbe davvero sembrare un’opera fatta col prezioso metallo. Difficile da immaginare il tempo, la pazienza, la dedizione per realizzarlo, ma soprattutto diventa difficile pensare a come lo abbia immaginato. Questa è la forza dell’artista, spingersi oltre la normale fantasia e trovare la strada per costruire ciò che altri non sarebbero neanche in grado di pensare. Ma quella riflessione, quella ricerca, si ritrova anche nelle poesie. Quel continuo utilizzo dei punti sospensivi, come a dare sempre l’indicazione del pensiero e allo stesso tempo la libertà del non detto. Tutto da scoprire… (Paola La Valle)

AMBASCIATRICE DELLA NOTTE

INCRESPATURE DEL MARE

Luna, ambasciatrice della notte messaggera d’amore luce limpida, tagliente di sogni stravaganti, evanescenti, vagabondi. Le stelle vogliono abbracciarti, tenerti compagnia ma… tu sei arrabbiata vorresti scacciarle, rimanere sola nella tua tristezza!!! Vuoi aspettare che si aprano le porte del mistero, e perderti nella nebbia mattutina!!!

Lievi increspature del mare sembrano immobili, vetrificate a tratti spariscono nascoste da una leggera nebbia estiva… Spingo la barca con sguardo curioso bellezza indescrivibile… Sei come le ombre, vai e vieni ma… la tua violenza non ha parole infuria l’uragano onde arrabbiate, offese si scagliano prepotentemente sugli scogli, sulle barche, il cielo è oscuro, le nuvole volteggiano come petali di fiori senza meta! I gabbiani lo guardano, noi guardiamo il faro, torre imponente è l’imbrunire, s’accende qualche luce. La furia si placa… Da lontano un pallido sole che indora le onde. Intravedo il porto, è l’ora dell’arrivo, ascolto la sua voce, silenziosa… attenta… si salpa… per poi ripartire!

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FRANCESCA SANTORIELLO Pittrice

Francesca Santoriello, pittrice, è un’artista napoletana di 34 anni, cresciuta nella splendida cittadina medioevale e rinascimentale di Cava de' Tirreni. Diplomata in pittura all'Accademia di Belle Arti di Napoli, consegue un master post laurea in Design Moda e Gioiello e poi, grazie alla vittoria di un concorso per la maison di gioielleria Roberto Giannotti, inizia il suo percorso lavorativo entrando nello gruppo creativo dell'azienda. Mya è il nome d'arte scelto dalla giovane artista, che si afferma sul territorio arredando importanti strutture ricettive e abitazioni private. La sua pittura, fortemente influenzata dalla corrente americana dell'Espressionismo Astratto (denominata alla fine degli anni ‘40 in Italia Arte informale), mira a rendere visibile allo spettatore il "fare", inteso come azione che compie l'artista, molto attento alla materia e alle sue imprevedibili variabili. Segui il sito myapaintings sulle sue pagine social.

da Cava de’ Tirreni Salerno Italia

Blue texture. Quadro spatolato Blu. Acrilico su tela in cotone cm 120x120.

Il Silenzio dei fiori. Acrilico su tela in cotone cm 120x120.

La collocazione scenografica di fronte a due comode poltrone crea un suggestivo ossimero visivo, perché le immagini, in un turbinio informale di colori, non vogliono certo essere riposanti, ma anzi stimolare il più possibile l’adrenalina emozionale del fruitore, che può liberare a sballo la sua immaginazione ma nello stesso tempo anche riposarsi sulle dominanti azzurre e le chiazze bianche che emergono e, come suggerisce il titolo, abbandonarsi all’ascolto del silenzio dei fiori e volare su cieli evocabili. Insomma, è la libertà espressiva che sposa la libertà dell’immaginazione… proprio come suggeriva nel suo spirito originario l’Espressionismo astratto di marca americana, che tanto ha inciso sulla nostra artista, prima che “santoriellizzasse” le sue opere. (FBV) 80


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IGNAZIO DE ROSA Scrittore Poeta da Salerno Italia

Ignazio De Rosa, scrittore e poeta, vive e scrive a Salerno. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli, con studi specifici in Sociologia Criminale, è attualmente in pensione. È stato funzionario del Ministero di Giustizia, in particolare Dirigente del Dipartimento Giustizia Minorile presso la Comunità Pubblica di area penale, acquisendo notevole esperienza nel settore e nella criminalità minorile. La vicinanza al mondo della poesia e dello scrivere si è concretizzata da sempre, ma solo in seguito alla perdita della compagna, De Rosa ha rinvigorito la volontà di comunicare ai terzi questa riservata passione. Inoltre l’attrazione di sempre verso tutto ciò che fosse teatrale, con la passionalità dell’esternazione e dello scrivere, lo ha portato,malgrado l’età, a partecipare, anche se in ruoli minori, ma non per questo meno espressivi, a diverse commedie del teatro partenopeo, tra cui Natale in Casa Cupiello di Eduardo De Filippo, ultima esibizione prima delle clausure del 2020.

INCONTRO

‘U PIATTO

Le labbra parlano parole vestite di sentimento, dolcezza intensa, vissuta in uno sguardo. E le mani? Le mani accarezzano un sogno, vestito di realtà.

Quaccheruno dice: ma che hê fatto?! Hê mise ‘a caccavella cu pasta e pummarola? E no, signore mio, guardate bbuono! Chisto è rraù, ‘o piezz’ ‘i carne nc’è, ma nun se vere. È chillu piezzo ca tutte nuje tenimmo e ca se chhiamma core. E ogge ncopp’ ‘a muntagna mia tra friddo, neve e nu poco ‘i pecundria, mettennece nu poco ‘i fantasia m’aggio pigliato pure io nu poco ‘i core mio... cu ‘a pummarola, sì... ma è sempe core.

È sempre il cuore a battere il tempo della poesia di Ignazio De Rosa, che sia in lingua italiana o anche in lingua napoletana. È il cuore che, unito alla fantasia, colora un semplice piatto di pasta e pomodoro in una danza delle emozioni, in cui si concentrano l’empatia con l’ambiente in cui vive, la bolla in cui racchiude il dialogo chiaroscurale con se stesso, il frammento di “pecundria” che si accompagna al volo dei pensieri, il freddo dell’inverno e delle assenze, il caldo di una pietanza fatta di radici. È il cuore che fa parlare parole vestite di sentimento e accarezzare un sogno vestendolo di realtà e regalandole quell’alone di energia vitale e quella capacità di incanto esistenziale a cui, se sentiamo che ci sfugge, ci aggrappiamo con lo smarrimento di naufraghi che non possono rinunciare a godere il sensuale abbraccio del mare. (FBV) 81


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SUSY TRONCONE Pittrice Poetessa da Mercato San Severino Salerno Italia

Susy Troncone, pittrice e poetessa, approda alla pittura ispirata dalla bellezza e immensità del mare, durante i suoi viaggi in Italia e all’estero. Ama scrivere versi nella quiete della sera. La sua poesia malinconica e nostalgica canta la sua vita. La sua produzione pittorica e poetica, presentata a diversi concorsi e a mostre collettive, ha riscosso successi e premi anche di alto prestigio.

Pittura di forte ispirazione romantica, quella di Susy Troncone, in cui prevale l’amore per la natura intesa come parte di noi e del nostro spirito e come proiezione del nostro personale sentimento. Nel primo dipinto, la penetrazione a raffica del mare nella costa si esalta in un intreccio vorticoso di colori carichi di intensità e si smorza di fronte allo sfondo cupo della montagna. E esprime quasi un turbinio psicofisico che non sa trovare sbocco senza morsi di malinconia, senza smarrirsi nella “foresta nera” evocata dal titolo. Di tutt’altro tono il secondo dipinto, in cui le dolci e sinuose increspature delle onde azzurrine creano una danza armoniosa con il tondeggiante orizzonte di nuvole e gabbiani e dettano il tempo all’ondeggiare del volatile in primo piano e della delicata barchetta sullo sfondo: un ideale immagine di sogno che sfiora la realtà e forse non se ne fa afferrare. E il lieve contrasto diventa emozionata poesia… (FBV) 82

La foresta nera. Olio su tela cm 35x50.

Il canto del mare. Olio su tela cm 35x50.


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SUSY TRONCONE Pittrice Poetessa da Mercato San Severino Salerno Italia

L’anima di Susy Troncone, attenta e sensibile alle tempeste della vita, viene messa in grande evidenza sia attraverso l’arte pittorica che in quella poetica. Colori sgargianti e gabbiani volteggianti su un mare in tempesta, emozioni forti esaltate in pennellate decise e allo stesso tempo essenziali. Così come i pensieri: brevi, quasi tronchi, ma di piena intensità. A me stessa è un concentrato di tanti sentimenti. Intimi valori svelati, ma in fretta, come a pretendere la dedica di un tempo, di un’attenzione, da chiunque voglia capire il vero sentimento che esiste in quel suo cuore “ silenzioso”. Di contro, nel Respiro di un’anima nuda c’è l’ascolto, c’è il tempo, c’è il desiderio: “…lascio l’uscio un po’ aperto…”, come a concedere l’opportunità di una conoscenza, di un respiro. Perché ovunque, in qualsiasi tempesta, c’è un orizzonte da raggiungere. (Paola La Valle)

A ME STESSA

RESPIRO DI UN ANIMA NUDA

Buio intorno a me, silenzi. Riflessi di luce nella notte più lunga dell’esistenza. Essenza di una vita tormentata. Paure rinchiuse in galere remote. Ricordi decisi. Memorie tempestose. Legami antichi, indissolubili. Calvari struggenti.

Ascolto i battiti di un cuore esausto. Rintocchi di un orologio senza tempo. Lascio l’uscio un po’ aperto, le luci velate dell’alba accarezzeranno i miei lunghi capelli, mentre le onde perpetuano il loro moto, bagnando la sabbia bianca bianca. Ciclamini nell’aria si confondono con il balsamo del mare. Un attimo ed è tardi. Il sole brucia, risplende nell’azzurro. Voci in lontananza. Segreti di grotte silenziose accolgono anime incredule.

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BIAGIO NAPOLANO Musicista

BIAGIO NAPOLANO, musicista, nato a Napoli, vive a Cava de’ Tirreni (Salerno, Italia). È musicista poliedrico, letterato, esperto informatico, organizzatore di importanti eventi musicali, presidente di una associazione culturale che promuove borse di studio per studenti meritevoli in Italia e all’estero. Ha partecipato a diversi concorsi letterari ed ha pubblicato articoli su varie riviste. Organista, e direttore di coro in diverse importanti chiese di Napoli, ha promosso e curato il restauro conservativo di organi antichi. È membro di diverse commissioni musicali e presepiali. Con i giovani del Conservatorio di Napoli ha portato la lirica in diverse scuole di Napoli. Si è esibito come tenore in diversi corali partecipando ad importanti concerti, anche quelli del Club Alpino Italiano (CAI). Per molti anni è stato responsabile delle attività dei giovani in diverse associazioni cattoliche. Ha partecipato a vari concorsi europei come compositore e in programma televisivi.

da Cava de’ Tirreni Salerno Italia Biagio Napolano, musicista innanzitutto, ma amante dell’arte in tante sue espressioni. Con un ritmo semplice, condivide valori profondi di sostegno reciproco con le anime con cui si condivide il Cammino. La sua poesia Inutili guerre riporta la grande attualità di questo virus che ancora una volta, da grande problema potrebbe diventare grande opportunità. Usiamo il nostro oro per salvare loro… ” è un inno alla condivisione, a quello spirito che contraddistingue tutto il suo sentire. E sempre mette in evidenza la necessità di attraversare sentieri di pace e mai di scontro. In questo, la fede profonda di certo illumina le sue riflessioni. (Paola La Valle) 84

INUTILI GUERRE Se giochi alla guerra, su questa bella terra, cadrai non per mani di re e di sultani, ma per virus potente che falcia tanta gente. Usiamo il nostro oro per salvare loro, stringiam le nostre mani per andar lontani, gettiamo via le armi leviam al ciel i carmi.


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FRANCESCO TERRONE Poeta Scrittore

FRANCESCO TERRONE, ingegnere, poeta e scrittore, è nato a Mercato San Severino (Salerno) il 5 giugno 1961. Ha conseguito la Laurea in Ingegneria Meccanica nella Facoltà di Ingegneria dell’Università “Federico II”di Napoli, dove successivamente si è abilitato all’esercizio della professione. È fondatore e presidente della Società di Ingegneria “Sidelmed SpA”.Giornalista pubblicista, è iscritto all’Ordine dei giornalisti della Regione Campania. Appassionato da sempre delle materie letterarie, ha scritto tanti libri e poesie, apprezzati e pluripremiati in Italia, in Europa e in America. È stato insignito più volte con la medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dall’Accademia Internazionale Arte e Cultura Michelangelo Angrisani, in Castel San Giorgio (Salerno, Italia). Partecipa attivamente a diverse associazioni e accademie culturali del territorio nazionale. Fondatore della Fondazione “F. Terrone”, ha inciso diversi CD con le sue poesie musicate e cantate da artisti famosi.

da Mercato S. Severino Salerno Italia

MESSAGGERA DI DIO

Con questa lirica, ed in onore alla sua splendida carriera poetica, alla 24° Edizione del concorso internazionale “Arte e Cultura” (2020), Francesco Terrone ha ricevuto nella Sala d’onore del Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni la “Medaglia d’oro Premio Speciale dell’Accademia, con la seguente motivazione: Per l’intensità di una poesia che, in un connubio fecondo tra terreno e umano, diventa intima preghiera di alta spiritualità. 86

Maria, attraverso i secoli, il tuo canto ha rigenerato i cuori. Hai trafitto i cuori perché tu, Mamma santa e benedetta, hai conosciuto Gesù, fratello nostro, l’hai allevato e visto morire. Devota, hai gustato il suo amore. Mamma, sono un figlio indegno perché il mondo mi travolge, sono un figlio che, ramingo, cerca di graffiare la verità per capire il senso della vita. Poco capisco perché sono ancora un’acerba mente. Ti chiedo, però, di far cadere i veli della discordia tra uomini della stessa fede e uomini di fede diversa. Tu sei Mamma,

io sono figlio e come figlio non voglio che i miei fratelli divorino l’amore sacrificandolo all’altare della pochezza. Noi siamo piccoli germogli colorati di sole. Facci dipingere la vita con i colori della misericordia, facci vivere per ciò che Messaggera di Dio, ci vuoi insegnare. Facci conoscere i piccoli battiti di cuore di Gesù che fin da bambino non ha trovato mai pace. Mamma Santissima di Pompei, come figlio sei la mia Mamma, come uomo sei la Mamma di Cristo che chiede a Te di trovare tra i cespugli del mio cuore i battiti celesti della Verità di Dio.


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FRANCESCO TERRONE Poeta Scrittore da Mercato S. Severino Salerno Italia

FRANCESCO TERRONE, POETA D’AMORE Per definire il concetto dell’Amore, non basterebbe un trattato ampio e denso di riferimenti per le cose e le vicende umane, naturali e spirituali della e sulla vita degli esseri. Nella poesia di Francesco Terrone, di cui è il terna fondamentale, va analizzato come affetto, passione nei confronti della persona amata, sentimento di profonda tenerezza per la sua donna - amore. Sotto e in virtù di questo profilo e interesse, ho letto quasi tutte le raccolte di poesie di Francesco Terrone e, spesso, ne prendo ancora qualcuna tra le mani e la rileggo con attenzione interpretativa perché mi suggerisce sempre nuove considerazioni sul concetto dell’amore. Certe sue strofe poetiche mi prendono e mi affascinano per la semplicità del dettato e l’originalità del suo pensiero poetico riguardo a questo umano sentimento. Certo, il poeta Terrone non è sempre romantico, anzi delle volte è fortemente realista e attento osservatore delle cose che gli sono intorno e lo colpiscono nell’ambito della vita che, talvolta, gli sembra “anche” difficile vivere”, così come è facile amarla. E non ha torto se, spesso, ha affermato che anche l’amore, quando non è visto e accettato come vorrebbe, è quasi “maledetto”, se non è ben capito e valutato nell’intimo significato. Francesco Terrone non si fa scrupolo di rivelare agli amici lettori i suoi pensieri amorosi, spesso inquieti e quasi drammatici, perché colpiscono e trafiggono “la parte migliore/ del cuore”: la perdita, per un attimo, dell’amore della sua donna. Il Poeta non saprebbe vivere senza il sostegno, pur se talvolta drammatico, commovente, coinvolgente che gli dà la sua donna, capace di fargli vivere i “magnifici momenti”. Terrone è un poeta che facilmente riesce a trasmetterci, con parole semplici, emozioni e sentimenti di cui sono pieni i suoi componimenti; perciò la sua poesia è umana e comunicativa; è capace di conferire al verso una soave tonalità e serena facoltà di appagamento d’amore. E questo perché la sua poesia è introspezione immediata; è confessione del suo sentire autobiografico e psicologico; è inquietudine interiore smorzata e calmata con l’invocazione rivolta alla bellezza del Creato e, soprattutto, a quella della sua donna, quasi idolatrata e venerata come essere capace di apportare pace e amore al suo animo. Il dettato poetico di Francesco Terrone non è mai costruito, ricercato, né formato di stilemi e sintagmi di riferimento; il linguaggio è chiaro e facilmente comprensibile; e per questo la lettura della sua poesia è piacevole, accattivante, invitante, alla ricerca del significato sotteso senza trasgredire quelli che sono il valore e il senso dei vocaboli effettivamente espressi. Diceva il critico Cesare Segre: “I versi dei poeti non si possono parafrasare, né commentare... si devono solo ascoltare in religioso silenzio”. Quelli del Poeta di Mercato San Severino rispondono proprio all’affermazione del Sacro e, perciò, vanno letti e considerati così come sono scritti, verificati e “monitorati” nella loro semplicità espressiva e significativa. Ogni azione, perciò, ogni immagine, ogni considerazione fenomenologica o naturale diventano per il Poeta oggetto di canto poetico, anche se le emozioni e le sensazioni provate riguardano i richiami esterni e interni dell’animo umano. Terrone, quando scrive le sue poesie, non le medita né le “rimugina”, ma le

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annota con la stessa immediatezza con cui gli vengono in mente, nell’anima e nel cuore; quasi come se avesse paura della pausa riflessiva capace di togliergli l’attimo evocativo ed espressivo. E questo non va a suo danno, ma a suo pregio, perché, così, il suo messaggio d’amore giunge subito a segno con tutto il suo valore e calore comunicativo, e non permette di essere modificato e raffrontato con un qualsiasi altro dello stesso genere e contenuto. “Mi piacerebbe capire”, dice, tuttavia, il Poeta, “del nostro cuore,/ un cuore che/ nasce, cresce, muore,/ risorge e vive”. Quindi anche per il Poeta resta sempre in sospeso qualcosa da capire meglio e che lo liberi dal dubbio: sentimento di dominio umano. In una delle sue poesie sembra addirittura implorare l’aiuto della sua Donna perché la salvi da certi “dubbiosi” pensieri: “Sei sempre/ nei miei pensieri/ dolce e tenero/ sostegno/ della mia esistenza,! Salvami!”. E qui c’è tutta la certezza che l’amore della sua donna sia il solo mezzo che lo possa salvare da “certi pensieri” dubbiosi ma capaci di incitarlo a ritrovare, definitivamente, gioia e serenità d’animo in seno all’offerta consolidata dell’amore. Anzi, lui auspica che, come alcuni elementi della natura, per esempio il mare, bagnano la terra e la nutre d’amore, anche “uomini e donne/ sulla terra si scambiassero carezze/ e donassero ai loro cuori storie/ con il senso profondo/ del rispetto della vita/ e dell’amore!” Terrone, quindi, è il poeta che si augura che il dono dell’amore sia di tutti, veramente universale, e goduto profondamente da tutti gli esseri della terra. Egli è stato, perciò, secondo noi, il cantore dell’amore intravisto con tutte le mutevoli interpretazioni e affermazioni poetiche; è uno dei pochi poeti che, cantando l’amore, ha saputo innalzarlo e potenziarlo al massimo del suo valore profetico; quasi come dogma universale, bene comune di tutti gli esseri e le creature terrestri; dogma nato e scaturito da quello unico e inderogabile di dio: Amore supremo che vivifica il tutto e lo rende vero e godibile con gioia e sincerità incontrollabili.

MORTALI SPOGLIE Senza parole, immobile, osservavo le tue mortali spoglie. La notte ingoiava il giorno, il vento e l’acqua impietosi si scatenavano, si abbattevano sul funesto pianto. Il mio animo sconfitto e stanco attendeva il mattino.

PENSIERO INNOCENTE La mia ombra è la tua perché appartiene al vento. Ogni comunità, ogni nazione o popolo deve interagire con altri, altrimenti è costretto a morire. Molti popoli sulla terra pensano che siano eletti. Non c’è popolo eletto se non c’è amore. 88


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FRANCESCO TERRONE Poeta Scrittore da Mercato S. Severino Salerno Italia

A Francesco Terrone, per il quale è inutile ripetere i tanti elogi già evidenziati non solo dalla notevole capacità produttiva, ma anche dai lusinghieri riconoscimenti ricevuti a livello mondiale, dedico un pensiero particolare per la poesia “Mamma Flora”. L’argomento, certamente ampiamente trattato nella letteratura in generale, potrebbe far correre il rischio di scivolare nel banale, ma la profonda attenzione all’aspetto affettivo, alla insostituibile figura di una Mamma, la certezza di essere comunque seguito e mai abbandonato anche da un mondo lontano e a noi “mortali”. In realtà sconosciuto, diventa sentimento vero, vissuto, che porta il lettore ad una introspezione soggettiva, che riempie di altrettanti, profondi, unici, sentimenti di amore. (Paola La Valle)

MAMMA FLORA Mamma, ho seguito con furiosi palpiti l’allontanarsi del tuo sguardo. Poi la notte, poi il giorno… Poi giorni di speranza si avvicendavano, poi un freddo gelido ha trafitto il mio cuore. Eri scomparsa, divorata dal vento. Ho stretto il tuo corpo, ormai gelido, senza vita, guardavo i tuoi occhi spenti. Ho baciato le tue mani ancora dense del profumo delle tue carezze. Ora che navighi nell’aria guardami, guarda la mia solitudine, vigila sul mio cammino ormai appesantito da un mondo che tormenta la mia coscienza. Mamma, dopo la parola Dio, è la parola più bella che mi hai insegnato. Mamma, la tua assenza mi logora, l’assenza dei tuoi passi mi calpesta. Vorrei abbracciarti, non ti trovo. Abbraccio quel vento che ti ha rapita e… taccio. Nell’attesa di ritrovare il tuo sguardo, interrogo il cielo anch’esso solitario seppur immenso. Attendo nell’ombra del silenzio di poterti riabbracciare e ripetere ancora… Mamma 89


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FRANCESCO TERRONE Poeta Scrittore da Mercato S. Severino Salerno Italia

“Ben venga la riflessione a tutto campo, sui tanti, tutti interconnessi, aspetti del Mezzogiorno che lo devono subire, più che partecipare da protagonista al magmatico smottamento del Paese verso la sua disarticolazione. Solo così, è possibile proporre un diverso modo di ricomporre reale e razionale argomentando la assoluta priorità di un rinascimento del Mezzogiorno, da reinserire in un percorso di sviluppo in cui gradualmente assuma il ruolo – quanto mai necessario al Nord – di “secondo motore” del sistema Italia”. Dalla Prefazione di Adriano Giannola-Presidente Svimez al saggio “Ancora la Questione Meridionale-Riflessioni e analisi per superare la storica impasse. 90


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FRANCESCO TERRONE Poeta Scrittore da Mercato S. Severino Salerno Italia

La XXXII edizione del Premio Charlot, il cui patron è Claudio Tortora e Gianluca Tortora è alla Direzione Artistica, anche quest’anno ha visto importanti protagonisti all’Arena del mare di Salerno. Grande successo per una kermesse ormai storica e di interesse nazionale, intitolata al formidabile comico Charlot e dedicata alla comicità, alla cultura e allo spettacolo, che premia volti noti e giovani promesse. Quest’anno ha calcato le tavole del palcoscenico del Premio anche l’ing. Francesco Terrone, poeta e scrittore, a cui è stato dedicato il “Premio speciale scrittura” con una motivazione che è veramente di grande emozione. Il premio a Francesco Terrone è stato dato “per la sua poesia che ha oltrepassato l’Italia propagandosi nel mondo. Attraverso essa è possibile cogliere il profondo dell’essenza spirituale e morale. La capacità di Francesco Terrone è quella di saper coniugare, accanto alla sensibilità letteraria, una squisita concretezza verso il sociale che gli permette di proiettarsi sempre verso l’altro. Considerato tra i poeti più acclamati in Italia e all’estero, Francesco Terrone è il narratore dei sentimenti capace di sfiorare con amore e soavità le tracce di ogni territorio”. In queste righe veramente sono contenute le tracce della poesia di Francesco Terrone, che è la sua ragione di vita, un magma che gli ribolle dentro e che gli permette di arrivare dove con i numeri non riesce, allacciando tutto e tutti in un unico abbraccio. Orgoglioso, Francesco Terrone è sempre più motivato a continuare a scrivere versi perché è attraverso essi che riesce a parlare al cuore della gente. Complimenti! A cose sempre più grandi. 91


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Roma, 8 ottobre 2020 L’Associazione Italo-Araba Assadakah Onlus, il cui responsabile della politica estera e direttore, dal 1995, della sede Al Manar Italia è Talal Khrais, in presenza di Roberto Roggero, direttore dell’Agenzia Stampa Assadakah, di John Phillips, direttore di The Italian Insider e corrispondente di importanti testate giornalistiche internazionali (The Time, per esempio) ha conferito a Francesco Terrone, presso la sede dell’Associazione della Stampa estera sita in via dell’Umiltà, 83 a Roma, una targa di merito per la poesia ripiena di alti contenuti letterari e filantropici, definendo il poeta “L’ingegnere della poesia”. Francesco Terrone, entusiasta e soddisfatto per l’ennesimo riconoscimento non solo nazionale ma internazionale, ha commentato questo ulteriore successo dicendo che: «…attraverso i numeri e le parole snocciolate attraverso i versi, riesco a parlare al cuore della gente stringendo tutti in un unico e forte abbraccio». Questa la grande forza di Francesco Terrone: la sua poesia è divulgazione di grandi valori, di una sensibilità capace di toccare, sfiorare e accarezzare gettando il seme dell’amore e della pace perché è solo attraverso essi che sarà possibile costruire in ognuno un varco verso gli altri che non sono altro da noi, ma parte integrante ed inevitabile per essere insieme con l’Amore in piena fraternità. 92


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ANGELA MARIA TIBERI Poetessa

ANGELA MARIA TIBERI, poetessa, conosciuta in numerose accademie e associazioni culturali anche internazionali, le cui poesie sono raccolte in numerosi siti internet e antologie, dal 2007 al 2019 ha ricevuto 256 premi e riconoscimenti. Ha al suo attivo titoli di elevato prestigio e recensioni elogiative. Collabora con diverse testate giornalistiche internazionali, tra cui Free Lance International Press. Il romanzo Gioco d’amore a Sermoneta, tradotto in inglese, è stato presentato in diverse fiere internazionali (Roma, Mosca, Francoforte, Torino, Guadalajara, New York) e si trova presso biblioteche internazionali in Brasile, Guatemala, Algeria, Miami, Sidney, Argentina. È stato anche esposto presso il Bookcity Di Milano e Il Book Store del Castello Sforzesco di Milano. Docente in pensione, ha concluso la sua carriera con successo con premiazione dalla Provincia di Latina e dall’UNICEF di Genova. Ha conseguito un Master dall’Università della Tuscia e notevoli corsi di perfezionamento dall’Università Roma 3, conclusi con pubblici elogi.

da Pontinia Latina Italia Che la poesia sia l’espressione corrente di Angela Maria Tiberi, è ampiamente documentato. Attraverso la poesia rende immortali figure mortali. “A un uomo”, titolo forse generico, ma non è uno dei tanti, perché non tutti gli uomini possono permettersi di attraversare le anime. Non tutti gli uomini si lasciano accarezzare, non con tutti gli uomini si può “toccare l’amore”, che unisce oltre la vita perché con loro si genera un filo unico di amicizia, di affetto e di stima. E Giovanni Rotunno era uno di questi uomini. Ed è ancora attraverso la Poesia “Siamo Poeti” che la Tiberi ringrazia la figura di Domenico Di Stefano “collega” d’arte. A lui confida la grandezza dell’essere poeti, con l’arduo compito di portare la conoscenza dell’Amore, perché i versi sanno catturare quelle vibrazioni profonde che raccontano tutte le sfumature del sentimento che ci rende esseri speciali. (PLV) 96

A UN UOMO Dedicata al Cav. Giovanni Rotunno, morto il 3 settembre 2019 a Villa Valeria, Cisterna di Latina. Un uomo attempato con il pizzetto e i baffi mi guarda. I suoi occhi attraversano la mia anima. Un sospiro ci unisce oltre le barriere del corpo. Gli do la mano e l’accarezzo, sorridendo scompare l’affanno il triste pensiero fugge. Abbiamo toccato l’amore che ci unisce oltre l’orizzonte della vita.

SIAMO POETI Dedicata al socio fondatore del Cenacolo della poesia, Domenico Di Stefano, morto a Roma IFO il 2 aprile 2009. Siamo poeti e il nostro grido arriverà fino all’estremità del cielo. Sì, sprofonderà fino al più profondo abisso dell’oceano. Sorridi, mio dolce poeta: fammi sognare ballando con te tutta la musica che esiste nel Creato. Consolami per il mio amore perduto, come polvere si è frantumato e volatilizzato insieme al vento dell’odio, dell’incomprensione che spazza l’umanità chiudendola nell’Ades. Solo tu puoi insegnare l’Amore, mio dolce poeta.


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PILAR SEGURA BADIA Pittrice

Pilar Segura Badia, pittrice, è nata nel 1930 a Barcellona (Spagna), dove vive e lavora. Diplomata in policromia e pittura presso la scuola di Belle Arti Y Oficina “Liotia” di Barcellona, ha ampliato gli studi in Parigi e in Olanda. È membro di diverse accademie in tutto il mondo e vincitrice di circa cento premi nei concorsi nazionali e internazionali. Le sue opere sono conservate in collezioni private o pubbliche in Spagna, Argentina, Germania, Inghilterra, Francia, Svezia, Stati Uniti, Italia, Irlanda, Giappone, Brasile, Monaco, Austria, Cina, Messico, Svizzera, Corea del Sud, Taiwan, Portogallo, Polonia. Nel giugno 2014 ha conquistato il primo premio per la Sezione Pittura alla XVIII edizione del Premio Internazionale Arte e Cultura in Castel San Giorgio (Salerno).

da Barcellona Spagna

Non ha bisogno di presentazione, Pilar Segura, pittrice di alto prestigio internazionale, apprezzata ed amata in tutto il mondo per la sua capacità di rappresentare scenari naturali altamente poetici, ricchi di emozionata ed emozionante atmosfera, con quel suo tocco “impressionistico” unico e riconoscibile, fatto di tecnica pura ma anche ricco di una sensibilità ed una capacità di comunicazione che danno all’opera qualcosa di speciale. Lo confermano pienamente le due opere qui presentate, dove le policromie tonali e le forme, soprattutto nella rappresentazione del laghetto nel bosco, sono corpose e delicate nello stesso tempo e sono capaci di donare al fruitore tutta la gioia che può nascere dal magico incanto di una visione di sogno reale. (FBV)

Rose bianche. Olio su tela cm 70x50.

Il laghetto nel bosco. Olio su tela cm 70x50.


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ELVIRA VENOSI in arte Selvaggia Leone

Poetessa da Nocera Superiore Salerno Italia

Ha scritto di lei Fabio Dainotti: In una poesia dalla struttura spesso dialogante e interrogante, la poeta Elvira Venosi dà vita a testi in cui, rivolgendosi a un tu indeterminato, proiezione di un inesausto (ed esibito) desiderio erotico, dietro cui è possibile però ipotizzare qualcuno in carne e ossa, una silenziosa presenza, rende intenso il suo messaggio, mediante un uso efficace e martellante dell’anafora in identica sede metrica. 98

ELVIRA VENOSI, in arte SELVAGGIA LEONE, poetessa, ha 36 anni, vive a Nocera Superiore e lavora come impiegata della Provincia di Salerno. Dopo una piccolissima parentesi cantautoriale in collaborazione con Michele Pecora, si è sempre dedicata alla scrittura di poesie, vincendo diversi premi, tra cui la medaglia di bronzo al Premio Letterario Internazionale “La Piazzetta” con la silloge inedita “I colori del buio”, una segnalazione speciale della giuria del Premio Letterario Internazionale “Ut pictura poesis” - città di Firenze con la silloge inedita “Sospesa bellezza”, un secondo posto al Premio Internazionale Arte e Cultura con la poesia inedita Sono donna. Ad aprile 2019 ha pubblicato la sua prima raccolta di liriche d’amore, dolore ed eros, Rea d’Amore (Il Quaderno edizioni), in cui, pur confessandosi “colpevole di aver amato”, rende eterno, attraverso la poesia, l’amore incompiuto. L’opera è stata presentata nell’ambito della XII edizione del Settembre Culturale al Castello di Agropoli, nella sezione “autori emergenti”, insieme a scrittori famosi, politici e personaggi dello spettacolo. Ha frequentato il Laboratorio di Scrittura Poetica presso il CET di Mogol, il quale ha definito la sua poesia di una femminile dolcezza. È ospite fissa del programma radiofonico/televisivo “I AM … I” su RTC Quarta Rete e Radiplaytag, di cui cura la rubrica “Sex therapy”, declamando, con una spiccata verve, poesie erotiche e cariche di ironia.

Dei suoi versi Paola La Valle ha scritto: La poesia di Elvira – Selvaggia è di quelle che possono apparire sfrontate, ma in realtà sono l’espressione di una femminilità dominante in un mondo che non sempre lascia il dovuto spazio alle emozioni al femminile. Abbi cura di me è la confessione di una fragilità dopo la costruzione di una forza. “E se svelassi la mia debolezza?”, una frase ricchissima di significati. Ed è nel vero rapporto d’amore che tutto quanto può essere svelato. Ma… ci si può togliere la maschera dentro un vera storia d’amore? Giusta, sbagliata? Non va giudicata, ma compresa, grazie all’Amore. Divino desiderio, invece, mostra l’altra faccia di una stessa medaglia. Una donna che ama la passione della carne e che, è disposta a correre il rischio, è disposta a vivere in questa ricerca di un amore che possa sì bruciare del desiderio ardente, ma che riesca allo stesso tempo a far scatenare anche la mente, in un’unione terrena che non merita “un purgatorio”. (Paola La Valle)

ABBI CURA DI ME

DIVINO DESIDERIO

E se cedessi al mio lato fragile? Ti piacerei anche indifesa? Ora che mi sono arresa ad un destino senza tempo. E se svelassi la debolezza? Mi daresti ancora ebbrezza? Ora che sono inerme ed immobile ti attendo. E se ti dicessi che altro non sono che un batuffolo di cielo che ancora non sa qual è il suo posto in questa vuota immensità? Non darmi risposta. Dì soltanto che ti prenderai cura di ciò che di me resterà.

Perché mi lasci nel limbo dell’attesa? Non senti quanto ardo per questa mia infernale voglia? Brucia il mio corpo ma ancor più la mia mente condannata al solo pensiero di te. A viverti in un mediocre purgatorio che non ci rende giustizia. Voglio che il tuo corpo mi dia il paradiso. Poi mandami all’inferno perché è tra le fiamme il mio destino. Ma voglio vivere abbastanza per averne la certezza.

IL POETA Il poeta è nel suo angolo di strada a scrutare la realtà a trasformarla in verità. È sospeso nel suo angolo di cielo a liberare vibrazioni nei suoi versi di emozioni. Il poeta è nel suo angolo di buio e mai si cura se il suo lettore avrà davvero occhi per vedere le sue profonde oscurità. Perché scrive per se stesso e per dar conforto a chi lo chiederà.


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ELENA MANCUSI ANZIANO Poetessa Critico letterario da Salerno Italia

ELENA MANCUSI ANZIANO, poetessa e critico letterario, è vincitrice di numerosissimi concorsi nazionali. È autrice di poesie, racconti e saggi che sono presenti in varie antologie. Per la sua attività nel settore culturale ha ricevuto la Medaglia d’argento dal Ministro delle Pari Opportunità nel 1999, quella del Presidente del Senato nel 2002, del Presidente della Repubblica nel 2004 e quella della Camera dei Deputati nel giugno 2009. Nel 2005 ha vinto il “Certamen Mediterraneum” con una composizione in Latino. Ha pubblicato due libri di versi in lingua italiana, “Riverberi d’oro“ e “Dal cuore“, ed uno in vernacolo, dal titolo “ ‘E vicule d’ ‘a vita“. È apprezzata dicitrice, impegnata sia a livello provinciale che regionale in cenacoli e recitals in teatri e salotti letterari; partecipa a dibattiti culturali presso le emittenti locali ed organizza seminari sulla poesia nelle scuole statali. Porta con sé la poesia come una fede costante nella capacità dell’uomo di cantare i momenti più belli o i più atroci della vita.

NON PARLARMI D’AMORE Non parlarmi d'amore che non so quest'ebbrezza che dicono folle, so di me quello struggersi dentro il rostro che artiglia nel nudo silenzio e tortura... e non so quanto dista dal tuo il mio mondo se un incendio ti brucia furioso, io mi scaldo nel sogno che annulla ogni paura. E di me tu non sai le spine dei rovi al risveglio, un passero ferito che imporpora la pianta che l'uncina, non meno che nel corpo corre nell'anima il dolore. Tra veli fumosi di nebbia esplora i miei labirinti intricati una pallida luna ma attendo nell'alba sgualcita il disco rovente del sole che se parli d'amore diventa una fiaba la vita.

Con versi raffinati nella forma, armoniosi nelle sonorità e intriganti nel contenuto, Elena Mancusi Anziano ci dona una fascinosa scalata sul Monte Poesia e ci immerge nelle chiaroscurali caverne dell’anima. Qui l’amore non è solo ebbrezza gioiosa ma “struggersi dentro il rostro che artiglia nel nudo silenzio”. Qui regna il sogno, che fa dimenticare “le spine dei rovi” e i veli fumosi di nebbia, qui regna l’attesa del “disco rovente di sole che parli d’amore”, qui non si abbandona la speranza e il timore di esplorare i propri “labirinti intricati”. Dimensioni, queste, che la poetessa canta in prima persona, ma l’elemento individuale in lei assume una portata universale, perché lei stessa si fa emblema di umanità. E, come essere umano, non può nascondersi le ortiche dell’essere o il “nero di seppia che avanza”, ma non cesserà mai di anelare alla bellezza dei palpiti per cui “diventa una fiaba la vita…” (FBV) 99


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FRANCO BRUNO VITOLO Critico letterario da Cava de’ Tirreni Salerno Italia

“Un amore di doccia”, un titolo che vorrebbe apparire quasi distaccato, materiale, qualcosa da leggere soltanto, ma non è così. Un amore come quello che viene raccontato è di quelli che ti entrano nella pelle, che muovono i muscoli, che annebbiano la mente. Il “…corpo vestito solo di aria dorata…” è un’espressione splendida che mostra l’intera nudità e allo stesso tempo ne nasconde tutti i dettagli, concessi solo alle lievi gocce d’acqua, che corrono verso “l’umida rosa”. Mirabile davvero la dolcezza dell’incanto d’amore che comunque non vuole assolutamente nascondere la passione della carne. Perché l’amore è tutto questo, l’amore è l’insieme delle palpitazioni della vita; è talmente tutto che anche il sole “si ferma… e il tramonto resta ad aspettare”. (Paola La Valle) 100

FRANCO BRUNO VITOLO, nato nel 1949 a Cava de’ Tirreni (SA), laureato in Lettere Classiche, docente liceale in pensione, svolge tuttora per hobby attività giornalistica e culturale sul territorio a vari livelli, dalle cure editoriali alla gestione di concorsi letterari, dal servizio televisivo alla presentazione di libri, dall’articolo su carta stampata all’articolo su riviste informatiche, dal gioco alla rappresentazione videofotografica. Nell’ambito della scrittura, ha curato, con altri, la pubblicazione de Gli anni rubati Le memorie di Settimia Spizzichino, reduce da Auschwitz (Comune di Cava de’ Tirreni, Prima Edizione 1996). Sullo stesso tema ha scritto: Cioccolato ad Auschwitz - Studenti nel lager con la reduce Settimia (Napoli, Simone, 2004), diario romanzato di un viaggio realmente effettuato con la Spizzichino ed altri reduci ed ebrei romani: il testo è adattato per le scuole con integrazioni ed un eserciziario. Per la scuola ha scritto anche: il dizionario Il Vocabolatino – parole, forme, etimologie (Ellepiesse 2010) e Papà Latino (manuale di Latino per la Scuola Media – Ellepiesse 2007), entrambi in collaborazione con Anna Somma; Disco ludens, Bari, Ladisa, 1993, eserciziario di Latino; Perì tès thuras, Bari, Ladisa, 1994, eserciziario di Greco. Tra le sue pubblicazioni, da ricordare Verso Antonello, viaggio nei testi poetici di Antonello Venditti, con Manuela Rigamonti (Bastogi, 2006): un’esperienza felice, sia per l’argomento sia per la collaborazione con un’alunna di ieri ed amica di oggi. Un’esperienza tanto soddisfacente che hanno insieme ritenuto opportuno doppiarla, giocando sul serio e pubblicando in e book Nonno Zecchino racconta - Viaggio nei testi dei primi sessant’anni dello Zecchino d’oro. Tra le altre pubblicazioni, ha curato con Annamaria Morgera la pubblicazione del libro Oltre la tenda – Come ho imparato a convivere con la SLA, di Lolita D’Arienzo. Numerosi le opere scritte o curate e legate alla sua Città. Tra queste, da sottolineare soprattutto Le strade di Cava, con Salvatore Fasano ed altri autori (Area blu 2013), Cava a colori, con Fortunato Palumbo (2005), e l’editing di Anche Dio lavora… e noi non gli mettiamo i contributi – Storie vere di strada… e di persone, di Antonio Armenante (Area Blu 2014). Da sei anni collabora con l’Accademia Arte e Cultura nell’elaborazione delle iniziative e nel servizio stampa.

UN AMORE DI DOCCIA Nel giardino cullato dal mare come pioggia d’amore la doccia incantata il tuo corpo assapora vestito solo di aria dorata. Giocano lievi le gocce imperlate e scivolano a frotte allegre turiste della tua pelle di grano. Come api gioiose corrono a mille a sussurrare miele dalla tua pelle di sole a scoprire sentieri di luce a piovere ammagate carezze sui petali dolci dell’umida rosa. Nel giardino che odora di cielo sei aria che inonda

terra feconda, fuoco di sangue acqua di sete incantata. Ti guardo amore mio trapunta di gocce di sole e ogni goccia è un bacio e corrono a mille i baci incantati fino all’umida rosa. Sul corpo tuo dorato sospira soave il sorriso del mondo. E insieme sorridiamo sospiri giardino che odora di grano. Anche il sole si ferma ammagato e il tramonto per una volta resta ad aspettare.


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SERGIO ZAPPIA Poeta da Salerno Italia

Andrea è il figlio di Sergio Zappia, come racconta la sua biografia. Ma per Andrea è stata scritta non una poesia, ma una Preghiera. E sono due cose diverse. La poesia, come “Il poeta”, è per chi la scrive ma poi diventa per tutti, perché offre una visuale della realtà che può essere condivisa, ma anche ribaltata, assume il senso voluto “…a trasformare la realtà…” per “…chi lo chiederà”. Una preghiera è una pagina di intimità profonda, unica e irripetibile, che non si trasforma attraverso gli occhi di chi legge. Una preghiera è unica e per sempre. (Paola La Valle)

SERGIO ZAPPIA, poeta, è nato a Salerno ed è domiciliato a Baronissi (Sa). È coniugato ed ha un figlio, Andrea. È perito capotecnico specializzato in Elettrotecnica, con diploma conseguito presso l’l.T.l.S. “M. Focaccia” di Salerno. Ha poi conseguito il Diploma Universitario in Ingegneria Elettronica presso l’Università degli Studi di Salerno. Da gennaio 2003 è regolarmente iscritto all’Albo degli Ingegneri. A maggio 2005 ha concluso il Master Universitario in Legislazione Ambientale e fonti di Energia Rinnovabile, organizzato dalla Seconda Facoltà di Napoli. Da sempre appassionato della poesia, ha ricevuto numerosi premi letterari a concorsi nazionali e internazionali. Ha pubblicato nel 1984 la raccolta Canzoni, edita dalla Casa Editrice Demetrio Cuzzola, nel 1988 la raccolta Messaggi d’Amore, edita dalla ASIR. Attualmente fa parte dell’Accademia Internazionale “Arte e Cultura”, con sede a Castel San Giorgio (Salerno, Italia).

PREGHIERA PER ANDREA

IL POETA

Signore, benedici Andrea tu che sai quello che ha vissuto, cosa lo preoccupa, cosa desidera, cosa brama, cosa pensa, cosa gli manca ... Signore, lui è qui ... tu che sai quando piange,

Il poeta è nel suo angolo di strada a scrutare la realtà a trasformarla in verità. È sospeso nel suo angolo di cielo a liberare vibrazioni nei suoi versi di emozioni.

quando ride, quando è triste, quando è felice, quando è arrabbiato ... Guidalo, proteggilo, aiutalo, anima in lui la voglia di vivere serenamente e accompagnalo sempre.

Il poeta è nel suo angolo di buio e mai si cura se il suo lettore avrà davvero occhi per vedere le sue profonde oscurità. Perché scrive per se stesso e per dar conforto a chi lo chiederà

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Dina Zilberberg, pittrice, vive e lavora nella Città di Ra-anna (Israele). È accademico associato e Presidente Delegato Nazionale per Israele dell’Accademia Internazionale Arte e Cultura Michelangelo Angrisani, da Castel San Giorgio (Salerno, Italia). L'artista durante la sua carriera ha allestito mostre personali e collettive in diverse nazioni, riscuotendo grandi successi di critica qualificata e di pubblico a carattere internazionale, Nel mese di dicembre 2007, ha partecipato alla VI Edizione della Biennale di Arte Contemporanea Città di Firenze (Italia), dove il Presidente dell’Accademia Arte e Cultura, Michelangelo Angrisani, ha avuto il piacere e la gioia di incontrare per la prima volta l’artista e di apprezzare le sue opere.

DINA ZILBERBERG Pittrice da Ra-anna Israele

La vivacità della scene, il gioco esuberante dei colori, delle forme e delle dissolvenze, il movimento in atto anche nelle figure statiche, l’elastico tra impressionismo e informale, l’armonia dell’insieme pur tra soggetti e tonalità diversificati, l’impatto visivo immediato e coinvolgente fanno delle opere della Zilberberg dei piccoli gioielli che addolciscono le pupille trasmettendo un’esplosiva gioia di vivere. (FBV) 102

Matrimonio - Olio su tela cm 70x50.

Al bar - Olio su tela cm 60x60.


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Attività dell’Accademia

Premiazione del Concorso Internazionale “Arte e Cultura 2014” - 18ª Edizione. Sala consiliare del Comune di Cava de’ Tirreni (Salerno, Italia).

Michelangelo Angrisani premia gli artisti vincitori della prima rassegna di arte contemporanea nel Comune di Siano in Provincia di Salerno (Italia), alla presenza del Sindaco Dott. Sabato Tenore, del vice Sindaco Dott. Alfonso Leo e di altre autorità.


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INDICE

Parole, Segni e Colore 5 L’Accademia “Arte e Cultura” 7 Michelangelo Angrisani, Presidente di “Arte e Cultura” 14 Arcidiocesi Amalfi – Cava 16 Comune di Cava de’ Tirreni 18 Accademia Internazionale “Greci - Marino”

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Tutti i partecipanti Alfano Carmelina Amendola Giuseppina Alfano Nunzia Arpaia Antonio Buracchi Mauro Califano Giuseppina Borrelli Emanuela Carraturo Mariafelicia Romano Sara Burroni Gianna Colaiacovo Sofia Ciancone Antonietta Cicale Antonella Cocchi Maria Flora Capece Luciana D’Amelio Maria Di Novi Rita Vezzaro Giorgio D’Angelo Luigi Paolo Dainotti Fabio Davide Eleonora De Lorenzo Paola Doglia Fiorello Davide Pollina Di Somma Alfonso Maria Di Leva Eugenia Fusco Lucia

51 52 53 54 55 56 57 58 62 63 64 65 66 67 68 69 70 72 73 75 76 77 78 80 81 82 84 87 96 97 98 99 100 101 102 103

Gneo Assunta Di Paolo Giovanna Gilda Claps Miriam Esposito Pasquale Russo Myriam Grilli Federica Mele Annabella Grilli Sergio Angrisani Anna, Susy e Micaela Popescu N. Adrian Kindjarsky M Teresa Occhipinti Emanuele Scocco Cilla Liliana Palmieri Rita La Valle Paola Petrarca Pasqualina Ruocco Lucia Pascale Gennaro Romano Giuseppe Siani Siefania Maccaferri Carmine Santoriello Annamaria Stimpfl Maria Santoriello Francesca De Rosa Ignazio Tronconi Susy Napolano Biagio Terrone Francesco Tiberi Angela Maria Pilar Segura Badia Venosi Elvira Mancusi Anziano Elena Vitolo Franco Bruno Zappia Sergio Zilberberg Dina Attività dell’Accademia


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Distribuzione gratuita


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