L’esempio degli Hunza A metà del XX secolo si diffondeva attraverso i media la notizia sul popolo più sano del mondo. In un’alta vallata fra Karakorum, Hindukush e Himalaya, fra 2000 e 4000 metri di altezza, vivrebbe il leggendario popolo degli Hunza che, grazie alla sua vita sana, non conoscerebbe malattie. Inoltre, si diceva che la gente raggiungesse un’età molto elevata, cento anni e oltre, senza i soliti acciacchi della vecchiaia. Nel giornale ufficiale dell’Unesco “Impact” si leggeva: “sembra che la mancanza di cancro e altre malattie del popolo Hunza sia dovuta al particolare stile di vita, che è completamente diverso dalla vita nei paesi industrializzati”. Il medico britannico Robert McCarrison ha lavorato in India fra le due guerre mondiali. Ha fatto studi comparativi sulle abitudini alimentari nel paese. Così facendo ha constatato che gli Hunza nel nord del Pakistan vivevano particolarmente longevi e sani. Pure la carie, che è molto diffusa, non esisteva. Non ha trovato malattie renali o di fegato, nessuna artrosi, nessuna malattia del cuore e neanche un solo malato di cancro. Degli 80.000 abitanti della valle degli Hunza tanti avevano un’età compresa fra 130 e 140 anni. La cosa sorprendente era che la gente era fisicamente e mentalmente efficiente fino ad età elevata. Gli uomini centenni svolgevano ancora il lavoro pesante nei campi. Potevano anche procreare figli fino all’età di 90 o 100 anni. In Hunza non c’era né polizia, né tribunali, né amministrazione pubblica, né soldati, né prigioni, e niente crimini. Non c’erano medici o farmacie. Si dice che i bambini avessero un carattere dolce e che fossero molto educati. I bambini grandi curavano quelli piccoli. I bambini crescevano senza che i genitori li punissero. La nutrizione degli Hunza era ricca di frutta fresca e verdura. La gente mangiava quasi vegetariano e consumava solo occasionalmente, durante le feste, un po’ di carne. Prendevano le proteine da lenticchie, fagioli, piselli e cereali (frumento fino all’altezza di 4000 metri, orzo, grano saraceno, miglio e mais). Il frumento integrale veniva quotidianamente macinato, e le donne Hunza ne facevano sottili pani (chapati). I cereali venivano accompagnati da verdure (cavolo, carote, radici di rapa, patate, spinaci, zucca e ravanello) e frutta (mele, ciliegie, pesche, uva e albicocca) dal giardino. Spesso verdura e frutta erano mangiate crude. Questo soprattutto in estate affinché il prezioso legno potesse essere risparmiato. Legumi ricchi di proteine come fagioli, lenticchie e piselli, venivano preparati quasi ogni giorno. Non esistevano fonti di proteine animali perché non c’era mangime per il bestiame. Solo alcuni pastori sugli alpeggi in alta quota mangiavano qualche volta un po’ di carne. Anche le uova erano praticamente sconosciute. In