Il mito del latte

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Il mito del latte L’uomo è l’unico essere che ancora, dopo lo svezzamento, continua a bere latte e soprattutto latte di un’altra specie. L’idea che un elefante adulto beva il latte di una mucca o una giraffa di un cavallo, una capra di un asino ci può far capire quanto sia assurdo che l’uomo dopo l’allattamento materno beva il latte di mucca. “Il latte è sano”, “Il latte fa le ossa forti”, “I bambini hanno bisogno di latte”. Giornalmente la gente nei paesi occidentali viene bombardata con questi o simili slogan. Grosse somme sono spese dalle lobby del latte per convincere la popolazione dell’effetto positivo del latte di mucca sulla salute dell’uomo. Attraverso i mass media vengono continuamente pubblicizzati il latte e i suoi derivati come alimenti indispensabili per un sano sviluppo dei nostri bambini e giovani. Il consumo di latte e derivati viene raccomandato anche agli anziani, soprattutto alle donne. In tal modo il fabbisogno di calcio potrebbe essere soddisfatto e l’osteoporosi potrebbe essere evitata. Ma il latte (di mucca) fa veramente bene all’uomo? Le ossa diventano forti con il latte? In verità questo non può essere provato. Le statistiche invece dicono che l’osteoporosi è diffusa soprattutto nei paesi occidentali dove è più alto il consumo di latte. Non c’è dubbio che il latte e i suoi derivati contengano molte sostanze nutritive, questo però non significa che l’organismo umano li possa assimilare. Il latte di mucca contiene il 3,3% di proteine ed è fatto per il vitello che deve crescere in fretta. Peraltro il vitello ha nello stomaco il caglio solo durante l’allattamento, per digerire le proteine del latte. Il latte materno contiene solo l’1,2% di proteine ed è adatto alla lenta crescita del lattante. Ho avuto reazioni molto indignate quando ho raccomandato ad una mamma di rinunciare al latte e ai suoi derivati, se il suo bambino era allergico, iperattivo o, al contrario, lento e apatico. “Da dove prende il mio bambino le proteine necessarie? Come possono formarsi le ossa e denti forti e sani?” mi veniva chiesto in genere. Ho poi raccontato di mio figlio più giovane che da piccolo ha rifiutato il latte e che mi ha preoccupato molto perché allora credevo ancora nel latte. È cresciuto in altezza di 1,95 metri, ha ossa e denti sani e forti, non ha mai avuto malattie a parte brevi raffreddori. Per assimilare le proteine del latte sarebbe necessaria una corrispondente quantità di magnesio che però non si trova nel latte di mucca. Il latte è particolarmente povero di magnesio, che è un antagonista del calcio e che potrebbe impedire l’arteriosclerosi (la deposizione di sali di calcio nelle arterie). Il Dottor D. Otfried Weise scrive nel suo libro “Harmonische Ernährung” (Alimentazione armoniosa): “Se a lungo andare non si vuole


soffrire di disturbi della circolazione, deterioramento progressivo della memoria, difficoltà di concentrazione e, infine, arteriosclerosi, allora bisognerebbe il più presto possibile escludere completamente il latte e i suoi derivati, a parte il burro, dall’alimentazione. Questo vale naturalmente anche per lo yogurt che viene tanto reclamizzato dalla pubblicità. Che con lo yogurt si diventa sani, snelli e che si vive a lungo è una favola moderna come tutti gli altri slogan pubblicitari. Si deve aggiungere che nel corpo è necessario che ci sia abbastanza ferro affinché il calcio possa essere distribuito ed in seguito, agire adeguatamente. Nel latte si trova però solo una piccola quantità di ferro come si vede nella tabella 1. Spesso si raccomanda il consumo di latte per il buon rapporto fra calcio e fosforo. Rispetto alla presenza di calcio e fosforo il latte materno e il latte di mucca si differenziano notevolmente. Il latte di mucca contiene una quantità di calcio da 3 a 4 volte e di fosforo da 4 o 5 volte superiore rispetto al latte materno. Questo alto contenuto di fosforo crea un ambiente alcalino nell’intestino e due terzi del calcio rimangono nell’intestino. Da ciò deriva una tendenza all’ipo calcemia (carenza di calcio) nei bambini nutriti con latte di mucca. Inoltre il valore del ph nell’intestino aumenta e causa di un aumento dei germi di putrefazione

100 g di latte

Tab. 1 Composizione dei diversi tipi di latte Donna Mucca Capra

Pecora

Proteine g

1,2

3,3

3,7

5,3

Grasso g

3,7

3,8

3,9

6,3

Sodio mg

15

48

42

30

Potassio mg

53

157

177

182

Calcio mg

31

120

123

183

Fosforo mg

15

92

103

115

Magnesio mg

4

12

13

11

Vitamina C mg

4

2

2

4

Il contenuto di Calcio, Magnesio e Ferro di diversi alimenti (in mg per ogni 100 g di alimento) (Deutsche Gesellschaft für Ernährung DGE, Kleine Nährwert-Tabelle)


Calcio Semi di sesamo 785 Mandorle 250 Semi di girasole 100 Latte e yogurt 120 Uova 50 Carne 10 Prezzemolo 145 Fagioli bianchi 105 Spinaci 105 Finocchio 100 Crauti 50 Radice di rapa 45 Fragole 25 Ribes 45 Lamponi 40 Pane di frumento 95

Magnesio 345 170 420 12 11 25 25 130 50 45 14 35 15 17 30 92

Ferro 10,0 4,1 6,3 0,1 1,8 2,5 3,3 6 3,5 2,5 0,6 0,6 0,9 1,3 1,0 2,0

integrale Pane di

35

3,3

4

0,1

segale 45

integrale Latte materno

31

Anemia e rendimento I latticini sono particolarmente poveri di ferro. Se manca il ferro nel sangue l’ossigeno non può essere trasportato. La quantità di ossigeno è correlata direttamente alla funzione del cervello. Più basso è il livello di ossigeno minore è la capacità di memoria di un bambino. Soprattutto dati e nomi non possono essere ricordati. In diversi studi questi dati di fatto sono stati dimostrati. Alunni con un basso livello di ferro dimostravano maggiore successo nelle prove se in precedenza gli era stato somministrato ferro con il cibo. Il latte e i suoi derivati possono causare disturbi nei bambini e soprattutto nei bambini perché alla maggior parte delle persone dal terzo anno di vita in poi mancano i necessari enzimi per digerire il lattosio. Specialmente il latte riscaldato sviluppa mucose, allergie e malattie da raffreddore . Il latte di mucca contiene il 300% di caseina in più rispetto al latte materno e più del doppio di proteine. Il latte materno contiene fino a 7,5% di carboidrati, il latte di mucca invece solo il 4,5-5%. Tante persone non possono digerire bene il lattosio perché l’enzima lattasi è presente solo in piccole quantità. Il consumo di latte può causare quindi fermentazione intestinale, gonfiore addominale, crampi, coliche e diarrea. Quanti genitori disperati non


troverebbero aiuto dal suggerimento che il latte di mucca potrebbe essere la causa dei disturbi di digestione del loro bebè! La lecitina, molto importante per la digestione dei grassi del latte, viene distrutta quando il latte e i suoi derivati vengono riscaldati o bolliti. Oltre ai cereali e ai loro derivati, il latte e i latticini come tutti gli altri prodotti che contengono proteine animali sono ritenuti la causa principale delle allergie. Anche fra obesità, stitichezza, malattie cardiovascolari, cancro e altre malattie e il consumo di latte e latticino può esserci un nesso. Il latte di mucca è adatto per il vitello e non per l’essere umano! Specialmente in caso di asma si può verificare in generale un miglioramento istantaneo appena si sospende il consumo di latte e latticini. Ho potuto constatare che il miglioramento è ancora più rapido se si associa a un consumo di insalata fresca. Addirittura i reumatismi possono provenire dal consumo di latte. Le proteine del latte vengono degradate, durante la digestione, in purine e depositate nelle giunture ossee e nei tessuti. In Sud Italia ho visto che già tanti bambini e giovani soffrono di disturbi reumatici e poliartrite. Chi conosce la colazione degli italiani non si meraviglia più dei disturbi reumatici: bevono latte con zucchero e poco caffè con biscotti. Tutti questi dati sono conosciuti da molto tempo e confermati da studi scientifici. Perché allora crediamo ancora nel latte “tanto sano”? È vero che il latte di mucca contiene tutte quelle buone sostanze, solo che l’uomo non le può digerire, assimilare

e utilizzare bene. Tuttavia la lobby del latte tace su queste

conoscenze e nello stesso tempo inculca al consumatore il contrario. La natura non ha previsto che un animale o l’uomo prende il latte di un’altra specie. I vitelli vengono strappati dalla mamma e nutriti artificialmente affinché l’uomo possa bere il latte che “fa così bene”. Il latte di mucca contiene il 3,3% di proteine, mentre il latte materno ne contiene l’1,2% ed è fatto esattamente per il bambino in crescita. Il vitello beve il latte (se lo si lascia) solo durante il periodo della crescita, nel quale raddoppia il suo peso in poco tempo. Anche in altre specie di animali si può osservare che tanto più alto è il contenuto delle proteine nel latte materno, tanto più velocemente aumenta il peso. Per esempio il latte di coniglio contiene il 10,4% di proteine e il peso dei piccoli raddoppia in sei giorni; il latte di gatto il 7%, nove giorni; latte di mucca 3,3%, 47 giorni; latte materno 1,2%, 180 giorni.


Il latte di tutte le specie di mammiferi ha le caratteristiche adatte per i bisogni del lattante. Secondo lo stato dello sviluppo il latte materno cambia nei primi mesi, ed ha esattamente la composizione che il lattante necessita per un buon sviluppo. È quindi evidente che il latte di un’altra specie o il latte sterile dell’industria alimentare o il latte in polvere non può in nessun modo sostituire il rispettivo latte materno. Il lattante umano cresce molto lentamente e perciò necessita esattamente del latte di sua madre. Il lattante sviluppa nel primo anno di vita specialmente il cervello. Da ciò risulta il contenuto doppio del lattosio del latte umano rispetto al latte di mucca. Il lattosio viene usato per creare la mielina, che ha un compito importante nella costruzione delle fibre nervose, che avvolge e protegge. Una mancanza di lattosio, quindi di mielina, può pregiudicare lo sviluppo del cervello e di tutto il sistema nervoso. Il latte e la criminalità giovanile Il lettore sarà sorpreso che il latte abbia un ruolo nei disturbi del comportamento, non intendendo soltanto aggressività, violenza e iperattività (più del 10% degli alunni degli Stati Uniti sono iperattivi). Spesso accade proprio il contrario, specialmente nelle ragazze si può osservare che diventano indolenti, svogliate, apatiche e svagate. Il criminologo americano Alexander Schauss riferisce nel suo libro “Diet, Crime and Delinquency” (Dieta, Crimine e Delinquenza) su uno studio nel quale giovani criminali vengono comparati con ragazzi che hanno disturbi di comportamento. I criminali maschi bevevano nella media 1,8 litri di latte al giorno, mentre i ragazzi con disturbi di comportamento consumavano solamente 0,85 litri di latte al giorno. Simili risultati si riscontrarono nelle giovani femmine. Mentre le ragazze criminali nella media bevevano un litro di latte al giorno, le ragazze “solamente” con disturbi ne consumavano circa mezzo litro. In uno studio simile fatto con bambini iperattivi tra 6 e 15 anni risulta che tanti avevano una forte reazione dopo il consumo di latte. Quando questo veniva tolto completamente dall’alimentazione alcuni partecipanti mostravano un miglioramento impressionante. L’americano Ross Horn riporta nel “The Health Revolution” (Rivoluzione della Salute) sulle osservazioni di un medico dell’Oregon. Egli ha visto quanto il latte ha danneggiato cinque pazienti psichiatrici. Per anni hanno sofferto di disorientamento, di vuoto mentale, cattiva memoria, scarse capacità mentali e pensieri paranoici. Il tutto andava insieme a debolezza e fiacchezza.


Quando nei cinque pazienti il latte veniva completamente tolto dal menu, quattro erano senza sintomi entro poco tempo, e nel quinto paziente si poteva osservare un miglioramento considerevole. Alcuni autori ritengono il latte di mucca la causa maggiore delle allergie che aumentano continuamente. Il Dr Willhelm Crock per esempio trovò che di 128 bambini con ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder – iperattività con deficit di attenzione) 38 reagivano molto forte al consumo di latte. I dott. Frank Oski e David Phillips riportano nel loro libro “Don’t drink your milk!” (Non bere il latte!) della scoperta di uno psichiatra che il latte di mucca come alimento era maggiormente responsabile di insonnia, inerzia, attacchi di ansia e depressione nei suoi pazienti. Il biologo molecolare dott. Louis Bon de Brouwer, un consulente dell’UNESCO sulla salute, scrive a proposito del latte della mucca che è un alimento molto pericoloso. Nel suo libretto molto interessante “Die Nahrungsmittelfalle” (La trappola alimentare) ne spiega il perché: la mucca mangia ogni giorno tante sostanze dannose differenti o con foraggi secchi o al pascolo. Il consumatore assimila le sostanze dannose con il latte. Il latte non contiene abbastanza vitamine A e C. La vitamina B si disperde con il riscaldamento. Se con la pastorizzazione il latte può essere conservato più a lungo, è anche vero che vengono distrutti importanti enzimi e che le proteine vengono irrimediabilmente alterate. Poiché gli enzimi sono distrutti, il calcio e altri minerali non possono essere assimilati bene. Il latte è difficilmente digeribile per gli adulti e specialmente per i bambini piccoli, cosa che tanti genitori non sanno. Quanta sofferenza potrebbe essere evitata se il latte di mucca venisse cancellato dall’alimentazione per i bambini piccoli. Il dott. Bejamin Spock, il pedagogo e pediatra più rinomato d’America, scrive nell’ultima edizione del suo libro, “Baby and Child Care” (La cura dei neonati e dei bambini) il best seller più venduto di tutti i tempi in America, che il latte di mucca è la causa più frequente di allergie nei bambini e che il latte e i derivati dovrebbero essere completamente tolti dalla nutrizione dei bambini, in accordo con le idee del dott. Frank Osky capo pediatra alla John Hopkins University e con il dott. Charles Attwood, pediatra e autore del libro “Low-fat Prescriptions for Kids” (Basso consumo di grasso per bambini).


Da tante ricerche risulterebbe che il latte e i suoi derivati possono provocare coliche, otite cronica, diabete mellito, autismo, acne, sovrappeso, catarro, stipsi, arteriosclerosi e altre malattie. Inoltre il latte sarebbe la causa principale della morte prematura negli adulti causata dalle malattie coronarie, da ictus, cancro e diabete. Il dott. Spock mette in guarda espressamente dal consumo di latticini: “Gli acidi grassi essenziali necessari per lo sviluppo del cervello si trovano nei grassi vegetali. Il latte ha un contenuto molto basso di questi acidi grassi essenziali, per contro contiene molti più acidi grassi saturi che favoriscono l’arteriosclerosi e che possono provocare problemi di peso nella crescita dei bambini. A causa dell’alto contenuto di proteine, che provoca un calo di calcio nelle ossa, i latticini possono causare osteoporosi e non evitarla!” Greg Chappel, ex capitano di cricket australiano, raccomanda un’alimentazione vegana. Egli faceva trapelare che la sua condizione fisica sarebbe migliorata molto da quando si alimenta senza carne. Nel suo libro “Health and Fitness” (Salute e Fitness) scrive sul vegetarianismo e sull’astinenza di latticini: “Noi siamo gli unici animali in questo mondo che bevono ancora il latte dopo lo svezzamento. Peggio ancora non beviamo il nostro proprio latte ma quello di un’altra specie animale.” Ho osservato tante volte come il consumo elevato di latte e latticini può avere come conseguenza uno sviluppo fisico innaturale. Ragazze di otto anni sviluppavano il seno come dodicenni. Anche la mestruazione comincia molto prima del solito. È grave che lo sviluppo intellettuale ed emotivo non segua la spinta dello sviluppo fisico. Ho potuto anche osservare lo sviluppo del “seno” negli alunni maschili, di cui scrive il Dott. Bouwer che questo fatto è indirettamente responsabile dei disturbi del comportamento. I bambini in questione si vergognano, non vogliono più andare a nuotare o in palestra, e reagiscono in modo aggressivo e incontrollato se presi in giro o vittime del mobbing da parte dei loro compagni. Rosa Rosa non era mai andata a scuola fino all’età di undici anni. Le cause erano i suoi attacchi epilettici. Su pressione del medico e dell’autorità scolastica la ragazza finalmente fu introdotta in una classe speciale. Sono venuta a sapere che Rosa mangiava prevalentemente uova, latte, pane bianco, cioccolata, dolci e bevande di Cola. I genitori erano non più giovani e incapaci di gestire la situazione, cedevano sempre alle richieste della figlia di certi alimenti.


In una gita scolastica l’abbiamo colta mentre ordinava una tazza di caffè. La ragazza era in genere svanita e chiusa in se stessa. Spesso mancava a scuola e i genitori giustificavano che la figlia avesse un attacco epilettico. Alla fine è stata assegnata ad una scuola per soggetti con disagio mentale e non l’ho più vista. Cambio di scuola Ho potuto osservare che ragazzi che sono stati trasferiti in una scuola speciale, dove mangiavano in modo equilibrato con tanti cibi freschi, hanno ottenuto un considerevole miglioramento delle loro capacità. Alain La prima cosa che ho notato in Alain è stata che non riusciva a stare fermo sulla sedia. Si muoveva da una parte all’altra spostando il suo peso continuamente. Al mio invito di stare fermo si calmava per qualche minuto per ricominciare a dondolare e a scivolare subito dopo. Il ragazzo aveva otto anni ed era molto impacciato nei movimenti. Raramente riusciva a prendere una palla e a tenerla. Prima di andare a scuola prendeva un bicchiere di latte con Ovomaltina, Nesquik o cacao con zucchero. Nell’intervallo mangiava un panino bianco e qualcosa di dolce che comprava con i soldi che la mamma gli dava. Amava soprattutto la cioccolata, poteva margiarne un'intera tavoletta senza problemi. Anche se si lavava tutti i giorni, aveva un odore sgradevole che io interpretavo come traspirazione. I compagni di classe lo canzonavano per il suo odore e nessuno voleva sedere accanto a lui. Diventò così un bambino solitario e le sue prestazioni scolastiche erano appena sufficienti. Samanta Samanta era una bambina obesa di 7 anni. Era insolente, invadente, testarda e si offendeva subito se veniva criticata, ed era irritante. Veniva spesso da me a farsi spiegare delle cose che altri bambini avevano già capito molto prima. Sembrava che fosse chiusa, capiva poco o niente, aveva pochi contatti con i compagni. Spesso stava da sola nel cortile della scuola. Dopo 5 settimane di vacanze nel suo paese di origine (i Balcani) Samanta ritornò molto in forma e snella. La bambina raccontò che nel suo paese faceva molto caldo e di aver mangiato prodotti del giardino. C’era tanta frutta matura che mangiava direttamente


dall’albero. Era diventata gentile, cara e seguiva la lezione molto bene. L’espressione dei suoi occhi era calda e molto affezionata. Era diventata proprio carina. Purtroppo il miracolo non durò a lungo. La Svizzera, un paese dove ci sono tante cose “buone” da mangiare, soprattutto la famosa cioccolata, aveva di nuovo cambiato Samanta. Dallo sguardo degli occhi della bambina notavo di nuovo il cambiamento. Guardava me e i suoi compagni in modo non solo ribelle e tracotante, ma con ostilità. La sua faccia era di nuovo paffuta e grassa e io stimavo il suo sovrappeso tra 15 e 20 kg. Maria e Anastasia Le due sorelle venivano da un paese mediterraneo. La cosiddetta dieta mediterranea però non la consumavano in Svizzera, dove invece mangiavano tanto cibo cotto e poco cibo crudo. Per colazione bevevano un bicchiere di latte. La carne era consumata quotidianamente. Per più di tre anni ho potuto osservare le due ragazze. Erano quasi sempre raffreddate. In inverno il raffreddore in genere si associava ad otite. Durante le lezioni erano troppo tranquille, molto buone, docili. Con gli altri bambini avevano poco contatto, in genere stavano fra di loro. Il rendimento scolastico era nella media. Avrebbero volentieri frequentato un corso di nuoto con me, ma non era possibile a causa dell’otite. Ascoltavano le mie raccomandazioni di mangiare frutta e insalata, ma non le seguivano. Mi dicevano che a casa non c’era frutta. Il padre morì all’età di 50 anni per cancro all’intestino. La madre è poi tornata nel paese d’origine con le due figlie. Norbert Norbert era un ragazzo obeso della seconda classe. Tutti i membri della famiglia erano sovrappeso. Il padre fu operato già all’età di 35 anni per le vene varicose. L’alimentazione della famiglia non doveva essere delle più genuine. Quando stava accanto a me ho potuto notare che Norbert aveva il fiato corto, e sembrava che fosse leggermente raffreddato. Era un ragazzo placido, e spesso con la luna cattiva.

Un giorno si alzò

improvvisamente dal suo posto, andò al banco di un suo vicino compagno, gli si mise dietro, lo osservò un attimo e poi gli schiacciò la testa contro il tavolo con rabbia. Il compagno gridò per il dolore e si tenne il naso. Norbert ritornò al suo posto e si sedette e continuò a scrivere come se niente fosse successo. Non c’era stato nessun litigio o discussione tra i due compagni prima del fatto, che avesse potuto dare motivo a Norbert di alzarsi a metà lezione e di attaccare l’altro ragazzo in quel modo. Lui stesso non riuscì a


dare una spiegazione per il suo comportamento, ma tacque semplicemente, sembrava quasi indifferente. Involontariamente mi veniva da pensare ai tanti atti di violenza commessi da studenti (talvolta con tanti morti) negli ultimi anni negli USA e anche nei paesi europei. Anche in quei casi gli autori dei misfatti non riuscivano a dare spiegazioni per le loro azioni. In generale si diceva che essi erano sotto l’influsso di droghe, alcool o farmaci. E se l’alimentazione potesse anche provocare questo tipo di reazioni? Nessuno nega che alcool, droga e certi farmaci hanno effetti devastanti sul comportamento di una persona. Fino ad oggi solo raramente si presume una connessione fra l’alimentazione e il comportamento. In un’altra occasione ho fatto appena in tempo a fermare Norbert e un altro ragazzo mentre attaccavano davanti alla scuola un gatto con grosse pietre. L’altro ragazzo interpellato rispose che Norbert gli aveva detto che avrebbero dovuto macellare il gatto. Ho chiesto a Norbert che cosa avesse avuto per pranzo, non mi sono sorpresa di sentire che aveva mangiato pane bianco con burro e bevuto tè freddo. Per colazione prendeva in generale un bicchiere di latte spesso con cioccolata o prodotti a base di cacao. Ho cercato un colloquio con i genitori di Norbert e ho messo l’accento sull’importanza di frutta fresca, insalata e verdura per la salute. Un cambiamento di alimentazione porterebbe anche a limitare l’aumento di peso, se non a dimagrire. “Verdura e frutta sono costose” si lamentava il padre. Io gli feci presente che ragazzi malati o con scarso rendimento sarebbero costati ancora di più e che carne, pesce e formaggio erano ancora più costosi dei prodotti vegetali. I genitori promisero un miglioramento. Norbert era presente ed aveva sentito tutto. Si è dimostrato sempre più efficace parlare ai genitori in presenza dei figli. In particolare ho consigliato ai genitori di sostituire la bevanda mattutina latte-cacao con frutta o succo di frutta fresco. Lo zucchero nella bevanda di cacao sarebbe un forte predatore di vitamine, mentre per esempio nel succo d’arancia è contenuta tanta vitamina C. Il giorno dopo Norbert venne da me tutto fiero con una lattina di succo d’arancia. Norbert rimase sbalordito quando gli ho fatto osservare che gli ingredienti del succo erano tanto zucchero, sciroppo, acqua e altre sostanze come scritto sulla confezione. In seguito portò un’arancia o una mela. Dopo alcuni giorni ho potuto osservare come primo cambiamento che non respirava più così pesantemente. Inoltre era cambiato il suo stato d’animo. Era gentile, rideva spesso ed


era più vivace. Il suo rendimento scolastico è migliorato notevolmente, sembrava che fosse un altro ragazzo. La “mela della pausa” Quando Simon cominciava ad andare all’asilo a 5 anni dava nell’occhio perché era sempre bagnato fradicio di sudore. In particolare sudava alla testa. Sembrava che avesse fatto la doccia e dimenticato di asciugarsi. Il sudore sgocciolava dai suoi capelli. Il suo viso era rosso fuoco anche se non si era affaticato. Era molto alto per la sua età: circa 25 cm più alto di suo fratello, che aveva due anni di più, ed era leggermente soprappeso. Si muoveva in modo goffo e maldestro. Quando ha cominciato ad andare a scuola lo vedevo quotidianamente e la sua testa, che era sempre bagnata di sudore, era ripugnante sia per i bambini che per gli adulti. Era disattento e aveva difficoltà motorie. Nel cortile durante la ricreazione gridava sempre ed era spesso aggressivo. La sua merenda in generale era composta da barrette di latte, cioccolata, patatine, panini bianchi, salatini e cose simili. I suoi denti di latte avevano macchie marrone chiaro. Ho invitato la madre ad un colloquio. Lei confermò le mie supposizioni. Il ragazzo non mangiava assolutamente né frutta, né verdura, né insalata. “Egli non mangia niente di quello che cucino” diceva la madre preoccupata, “può stare due giorni senza mangiare”. Non è possibile dicevo io, i bambini di quell’età hanno fame e mangiano regolarmente. Risultò invece che Simon mangiava biscotti, cioccolata e altri dolcetti, solo dei pasti della madre non voleva niente. Anche lei si lamentava del sudare del ragazzo. Lei lo vestiva bene al mattino e dopo un attimo era sudato e disgustoso, ora non sapeva più che fare. Venni a sapere che al mattino Simon mangiava pane bianco tostato, con burro e formaggio e beveva latte e cacao. Non mi meravigliai più che il ragazzo sudasse tanto. Consigliai alla madre di cambiare alimentazione: al mattino frutta e pane integrale con una tisana, a pranzo insalata, verdure con riso, patate o pasta integrale e per cena un pasto leggero. “Quello non lo mangia”, diceva la mamma rassegnata. Allora decisi di parlare direttamente con il ragazzo. Gli promisi che lo avrei portato con me alla piscina coperta se nella pausa avesse mangiato una mela. Il giorno seguente venne sventolando un sacchetto di plastica nel quale scoprivo alcuni pezzi di mela. Mi chiedeva quando saremmo andati alla piscina coperta. Prima avrebbe dovuto mangiare i pezzi di mela e poi se ne sarebbe parlato, gli spiegai. Controvoglia e con un espressione di disgusto si sforzò


di mangiare dei pezzi di mela. La mia collega e io dovevamo controllarci per non scoppiare a ridere, sembrava che fosse schifato dai pezzi di frutta. Spesso ho visto tali reazioni quando i bambini cominciavano a mangiare frutta. Dopo una lunga astinenza la frutta non si gusta più. Un altro ragazzo quasi rimetteva quando mangiò per la prima volta una mela. Dopo un paio di giorni non è più così, il desiderio di mangiare cose malsane diminuisce e la frutta viene consumata più volentieri. La maestra di classe di Simon venne da me totalmente sorpresa dal cambiamento che il ragazzo aveva avuto in pochi giorni. Se non l’avesse visto con i propri occhi avrebbe stentato a crederci. Non sudava più, non litigava più con i compagni, ed era attento in classe. Sembrava un miracolo. In così poco tempo! Si domandava come sarebbe andata la settimana seguente. Dopo alcune settimane Simon era più snello, più agile e meno gonfio. Era più veloce e meno goffo. Il suo atteggiamento era tranquillo e sudava solo raramente. Gli abbiamo chiesto che cosa mangiava per colazione “minestra di verdure e spaghetti” fu la risposta. Occasionalmente lo vedevo nella pausa con un panino bianco o una barretta di cioccolata. Mi veniva da ridere quando vedendomi nascondeva queste cose dietro la schiena e scappava via. Il messaggio l’aveva capito, però la carne è così debole! Mesi dopo sudava alcuni giorni come all’inizio. Perché? Portava da casa barre di latte e cioccolato, cioccolata e altri dolcetti. Se un ragazzo di sette anni è completamente sudato in inverno è ancora più repellente. Dopo un po’ di tempo si poté osservare un evidente miglioramento. Qualche volta veniva con la faccia infuocata. Se poi gli chiedevo che cosa avesse mangiato, la ragione era chiara. Ricadute in vecchie abitudini alimentari o feste. Cosa mangiano i ragazzi durante le feste o le cerimonie è al di fuori di ogni immaginazione. Dolci, dolcetti, cola, tè freddo, salsicce, gelati vengono portati a scuola o all’asilo per festeggiare il compleanno di un bambino. Che cosa mangeranno questi bambini per pranzo? Un biscotto alle undici del mattino basta per togliere l’appetito a pranzo. Nel pomeriggio hanno di nuovo fame e in generale mangiano ancora dolci o pane bianco e il circolo vizioso continua. Se poi si pensa a quanti alimenti sani non vengono mangiati allora si ha la spiegazione per il comportamento aggressivo e per lo stato di salute di questi bambini.


Simon dopo due anni è diventato un buon allievo, normale nel comportamento, che non dà più nell’occhio. Allattamento e intelligenza È provato che l’allattamento non solo previene malattie e allergie ma stimola anche lo sviluppo del cervello. Nei bambini non allattati si possono notare di più disturbi d'attenzione e scarse prestazioni scolastiche. Se il latte di mucca viene dato come sostituto può condurre ad un maggiore rischio di iperattività o autismo. I bambini nutriti con latte di mucca o in polvere hanno una tendenza decisamente maggiore ad ammalarsi di otite. Il latte materno bevuto direttamente è particolarmente sano. Il latte pompato perde gran parte del contenuto dei preziosi antiossidanti se conservato per più di 48 ore o se viene congelato. Gli scienziati americani hanno scoperto che anche nello stato congelato o dopo 7 giorni a 4° C contiene comunque sempre più antiossidanti rispetto al latte artificiale. Gli antiossidanti sono particolarmente importanti per eliminare i cosiddetti radicali liberi nel corpo. Soprattutto i nati prematuri non dispongono in generale di una quantità sufficiente di antiossidanti per catturare i radicali liberi ai quali sono esposti a causa

di

infezioni

e

alimentazione

endovenosa

o

trasfusioni

di

sangue

(www.wissenschaft.de) Sul “The Lancet” (una delle riviste scientifiche più rinomate a livello mondiale) del 1.2.1992 è riportato che i prematuri che hanno ricevuto il latte materno hanno superato i test di intelligenza con 8,3 punti in più di media rispetto ai bambini nutriti con latte artificiale. Risultava anche una differenza biochimica a livello cerebrale. I bambini nutriti con latte materno disponevano di un quantitativo maggiore di acidi grassi polinsaturi (omega 3), essenziale per il funzionamento delle cellule nervose. Al simposio “L’uomo quanta prosperità può sopportare?” del 15/16.1.2005 a San Gallo in Svizzera, il Dottor Eichholzer affermava che i bambini allattati hanno una tendenza minore a diventare obesi. Si assume che il latte di mucca e il latte artificiale contengono troppe proteine e troppi zuccheri (questi i dati: il latte materno contiene l’1,2% di proteine e il latte di mucca il 3,3%!). Il Dottor Eichholzer riferiva inoltre che i bambini allattati dimostrano uno stimolo naturale a muoversi che dovrebbe essere conservato e potenziato per combattere l’epidemia dell’obesità. SDL


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