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Organo ufficiale della FISAR - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Perugia
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www.ilsommelier.com FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER
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Rivista di enologia, gastronomia e turismo Anno XXXI - Numero 2 - Marzo-Aprile 2013
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la rivista Il Sommelier c o m p i e 30 anni
A WORLD OF OPPORTUNITIES
Partecipare a Vinexpo, per tutti i professionisti del vino e degli alcolici, è vivere un momento forte nel cuore di un evento mondiale che riunisce quasi 50 paesi espositori. Vinexpo rappresenta un posto privilegiato per osservare le nuove tendenze ed afferrare i mutamenti di un settore in piena evoluzione. Si tratta altresì di un’opportunità unica per allacciare nuovi contatti con i responsabili del mercato.
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IL SALONE INTERNAZIONALE DEL VINO E DEGLI ALCOLICI Saloni Internazionali Francesi S.r.l. - Tel: (39) 02 43 43 53 25 - Fax: (39) 02 46 99 745 - E-mail: mtajroldi@salonifrancesi.it
Lettera del Presidente: Mario Del Debbio
Pag.
Luce in fondo al tunnel? - Roberto Rabachino Fisar in Rosa News dal Mondo In Famiglia Convocazione Assemblea Nazionale FISAR La Segreteria comunica - Claudia Marinelli
ENOGASTRONOMIA • TURISMO • CURIOSITà
La birra dei cercatori d’oro Enza Bettelli
Le classi sociali esistono - Meritxell Falgueras A Siena si discute sul vino Italiano: una ricchezza da valorizzare e promuovere - Nicola Masiello
Concorso Mondiale di Bruxelles 2013 - Gladys Torres Urday
Il Pisco è Perù - Gladys Torres Urday Vinitaly 2013 - press office Veronafiere/Vinitaly Il Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella presente al Vinitaly 2013 a cura della redazione di Quality ADV Anteprime toscane Le notizie di enogastronomia e turismo a cura della redazione di Quality ADV
Appuntamenti FISAR al Vinitaly 2013
SCIENZA • TECNICA • APPROFONDIMENTI
Lo definiva il "grande piccolo vino" Luca Iacopini e Massimo Bracci
sommario
Comunicazione Istituzionale
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La lettera del Presidente - Mario Del Debbio per comunicare con il Presidente Nazionale: presidente.nazionale@fisar.com
Il mondo che amiamo.
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Questo lo slogan scelto da Vinitaly 2013 e non possiamo che condividerlo. Soprattutto in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo.
A
bbiamo già parlato nel numero scorso delle difficoltà del mercato del vino con i numeri delle vendite in preoccupante calo, i consumi che continuano a scendere, (siamo a circa 37 litri procapite contro gli oltre 100 degli anni settanta) ed una situazione economica generale che non lascia intravedere al momento inversioni di tendenza. Resta a consolarci il trend positivo dell’estero, unico polmone che consentirà quest’anno a molte aziende italiane di poter salvare il bilancio. Come abbiamo già detto solo due cose possono veramente salvarci: qualità e professionalità, unite magari ad una ritrovata fiducia. In quest’ottica l’appuntamento veronese, primo momento di incontro delle aziende con i loro clienti nazionali ed esteri, riveste un’importanza capitale. Le migliaia di operatori di settore presenti alla fiera non si accontenteranno del solito assaggio e della consueta condizione di prezzo favorevole. Oggi più che mai ogni operatore è in cerca soprattutto di opportunità di collaborazione. Si impegnerà ad acquistare e vendere e prediligerà sempre con maggior determinazione quei prodotti nei quali si riconosce in toto. Per la qualità presentata, per la filosofia di produzione, per la politica commerciale attuata e non ultimo per il servizio prestato dal venditore. C’è una locuzione diventata ormai un “must” e che leggiamo ormai ogni giorno riferita a diversi settori e che oggi più che mai deve essere applicata anche e soprattutto al settore commerciale: Fare Sistema. Una sinergia che deve essere sempre più stretta e che deve legare tra loro non solo clienti e fornitori, produttori e consumatori, ma deve far interagire “i nuovi colleghi di lavoro”: enoteche con enoteche, ristoranti con ristoranti, quelli che un tempo si definivano solo concorrenti e che oggi devono studiare
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”
strategie comuni per cavalcare un mercato che sta cambiando, anzi è già cambiato, con una rapidità impressionante. Chi pensa di uscirne da solo è condannato a restare solo. Ecco che in questo panorama la formazione di specialisti del vino quali sono i Sommelier, acquisisce sempre maggiore importanza. Il cliente che si rivolge ad un operatore del vino ricerca in lui quelle qualità di professionalità che gli consentano di scegliere un prodotto che possa soddisfarli pienamente e non li costringa a rimpiangere i soldi spesi. Il nostro Vinitaly vuole concretizzare proprio il concetto delle sinergie. Due bellissime degustazioni: una organizzata nell’ambito del calendario delle manifestazioni Fisar in rosa con sei grandi produttrici che presenteranno i loro vini passiti. L’altra dedicata ai Balkan Wine. Un evento unico nel quale sette nazioni dell’areale balcanico presenteranno le loro produzioni enologiche. Un’area segnata nel recente passato da avvenimenti tragici e che oggi si ritrova ad un tavolo attorno ad un calice di vino grazie anche alla FISAR e questo non può che renderci orgogliosi. Si rinnova anche l’appuntamento con il Salotto del Vino, uno spazio dedicato ad incontri con produttori e che quest’anno vedrà protagonisti alcuni tra i principali Consorzi di produzione italiani. Consentitemi di chiudere citando la nostra rivista. Il Sommelier compie quest’anno 30 anni e li festeggeremo domenica con un brindisi, al quale siete tutti invitati, ospiti come di consueto degli amici della Carpenè Malvolti. Tre decenni durante i quali abbiamo cercato di raccontare il vino, il cibo e i prodotti di eccellenza della nostra terra e delle nostre vigne; tre decenni durante i quali abbiamo raccontato il mondo che amiamo.
Il Sommelier Marzo-Aprile 2013 • n. 2
Rivista di Enologia, Gastronomia e Turismo
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Luce in fondo al tunnel?
“
Editoriale del Direttore - Roberto Rabachino
Un grande del vino italiano, Angelo Gaja, analizza la situazione del vino italiano cercando di dare risposta ad una domanda: cosa potrebbe accadere nel 2013 per il vino italiano? La sua è una previsione sull’anno del vino che verrà tra timori e speranze. Lascio a lui la parola.
”
C’
liberalizzazione degli impianti voluta da Bruxelles e si è penuria di vino nelle cantine italiane dopo giunga a definire una strategia comune volta ad introanni di bassa produzione d’uva a causa del durre dal 2015 un sistema misto: di mantenimento dei ripetersi di condizioni climatiche sfavorevodiritti di reimpianto per le DOC e DOCG e di liberalizli, per eccesso di calore e di siccità nei mesi estivi. zazione per IGT e vini da tavola. Che dalla primaverile Che a giugno non ci sia più vino, che le cantine che lettura dei bilanci delle cantine italiane di grande divendono a meno di due euro al litro (soglia di prezzo mensione emerga come il giro d’affari relativo al 2012 che vale per più dell’ottanta per cento del vino italiano) sia stato spesso penalizzato dal calo del fatturato sul non ne abbiano più da offrire. Un contributo in tal senmercato italiano e sia stato invece salviso lo daranno anche gli imbottigliatori fico il recupero realizzato grazie al fatprevidenti che ne avranno fatto scorta turato conseguito sui mercati esteri. Di per non rimanere a secco nei mesi sucqui un maggiore impulso ad investire su cessivi. Tutto ciò avverrà all’insegna del quei mercati, sacrificando anche parte “mai successo prima”. Sarà panico per delle risorse che si pensava di destinare i prezzi delle uve della vendemmia 2013 alla promozione sul mercato domestiche si temeranno in forte rialzo. co. Tempi grami per le pubblicazioni del Che a qualcuno venga la curiosità di vino che in Italia, come altrove, vivono di confrontare le denunce di produzione pubblicità, così come per gli oltre duedelle uve e del vino della vendemmia Angelo Gaja cento premi giornalistici istituiti da canti2012 di produttori singoli ed associati ne ed enti di promozione, un fenomeno tipico di casa ed evidenzi come, sotto lo stesso cielo, per identiche nostra sconosciuto all’estero, che diventeranno avari aree geografiche, ci sia chi abbia denunciato cali di di riconoscimenti ai giornalisti italiani e più generosi nei produzione anche del trenta per cento e chi cali eguali confronti di quelli dei paesi esteri. Una spinta a rincora zero. Che nel 2013 l’Italia perda il primato in milioni di rere l’estero l’hanno fornita anche i contributi concessi ettolitri esportati, a causa della Spagna. Ancora all’inda Bruxelles per finanziare progetti di promozione del segna del “mai successo prima”. Non mancherà chi, vino sui mercati extra-europei. Il campanilismo italiadalla mera analisi dei numeri, addebiterà al mondo del no ne ha tratto nuova linfa, si consolida il desiderio vino italiano perdite di produttività e di competitività, nei produttori piccoli e grandi, in gruppo o per proprio ignorando che il vino sia un prodotto naturale ed il cielo conto, di andare in ordine sparso a conquistare l’Asia. sia il tetto del vigneto. Se a causa del clima si produce E intanto si impara ad esplorare il mondo che verrà. meno uva resta poi impossibile vendere più vino. Che le cantine sociali italiane (controllano oltre il cinquanta L’analisi è tra paure e speranze. per cento della produzione nazionale d’uva) ed assoNoi siamo per la speranza! ciazioni di riferimento ammorbidiscano il loro rifiuto alla
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Il Sommelier Marzo-Aprile 2013 • n. 2
Quella volta che hai cominciato a stappare e hai finito per stupire, Amorim c’era.
Bevi sempre in maniera responsabile.
Amorim. We cork better.
di Luisella Rubin - Consigliere Nazionale
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Intervista a Lucia Paladin, una protagonista del mondo del vino
Lucia Paladin, vignaiola veneta è nata nella piccola azienda di famiglia che il padre aveva fondato nel 1962 su terreni pianeggianti, particolarmente vocati alla viticoltura.
A
”
d Annone Veneto in provincia di Venezia ha trascorso gli anni della sua infanzia spensierata tra le vigne e la cantina e ricorda con piacere quando, a sei anni, incominciava ad attaccare le prime etichette alle bottiglie e quando, durante il periodo dell’imbottigliamento, si divideva tra i compiti di scuola e la cantina, dove si divertiva ad aiutare i genitori, dimostrando già da allora una grande passione per il vino. Sin da bambina attratta dalla terra e dalla natura, in primavera passeggiando tra le vigne osservava con stupore e grande emozione la magia del pianto della vite, che annunciava il risveglio della pianta, dopo il riposo vegetativo invernale, dando vita ai primi germogli.
Lucia Paladin
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FIIl Sommelier Marzo-Aprile 2013 • n. 2
Lucia ama raccontare del forte legame che ha
ci del Monte Orfano, nel comune di Coccaglio,
con la sua terra e della sua scelta di essere vi-
l’azienda giusta, il “Castello Bonomi”. Il nome
gnaiola per nascita, per passione e per tradi-
della tenuta deriva da un’originale costruzione
zione. Sempre attenta alla qualità del prodotto,
stile liberty, la cui struttura ricorda un castello,che
alla tutela e alla valorizzazione del territorio e alla
si erge maestoso a 275 m s.l.m, di proprità della
difesa dell’ambiente. Oggi, Donna del Vino, è
famiglia Bonomi dal 1915, i cui vigneti si estendo-
responsabile del commercio estero e dell’ufficio
no su suggestivi gradoni circondati da un meravi-
sviluppo ed espansione delle rinomate aziende
glioso bosco secolare. Dopo una lunga esperien-
vinicole”Bosco del Merlo” e “Paladin Vini”, situate
za praticata nella produzione del Prosecco e del
nell’entroterra veneziano, proprio nel cuore della
Raboso Fiore, rosso da vitigno autoctono, nelle
Doc Lison Pramaggiore e delle aziende “Vescine”
terre venete, per me è iniziata una nuova sfida:
a Radda in Chianti e ” Castello Bonomi” in
produrre un vino d’eccellenza in un territorio ita-
Franciacorta, quest’ultima acquisita nel 2008.
liano d’eccellenza come la Franciacorta.
Una produttrice Veneta, come Lei, prove-
Quali sono le caratteristiche dei suoi vini e
niente da una famiglia di vignaioli di lunga
quale è l’etichetta che maggiormente la ri-
tradizione, come mai ha voluto intraprende-
specchia?
re l’esperienza della realtà franciacortina?
Amo
Un vignaiolo deve sempre diversificare le sue
“Sauvignon Turranio” Bosco del Merlo, un vino
esperienze, conoscere e confrontarsi con luo-
secco, entusiasmante per i suoi profumi decisa-
ghi differenti per saper produrre vini di qualità
mente fruttati e per la sua bella mineralità. Il “360
rappresentativi di un territorio specifico. Amante
Ruber Capite” Bosco del Merlo un vino rosso im-
delle bollicine da sempre, sono stata conquistata
portante, un taglio bordolese passato in barrique
dal fascino della terra franciacortina.Dopo lungo
per 360 giorni, che mi piace bere abbinandolo a
corteggiamento, io e i miei fratelli Carlo e Roberto
piatti di carne e formaggi stagionati.
abbiamo trovato nell’area più a sud, sulle pendi-
Il mio vino preferito è il “Cru Perdu” Franciacorta
il
“Prosecco
Il Sommelier Marzo-Aprile 2013 • n. 2
Millesimato”
Paladin,
il
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Brut Docg. Al naso è avvincente e complesso, ricorda i profumi di frutta tropicale, i lieviti e le noci tostate, virando poi verso il boisè.Al palato è morbido e avvolgente.Un vino di classe nato dalla cuveè di Chardonnay e di un Pinot Nero ritrovato, che è di rara eccezione, da cui deriva il nome di questo straordinario Franciacorta.
Quali canali di comunicazione sceglie per promuovere i suoi vini? Comunicare il vino è fondamentale, per poter trasmettere il suo valore, la fatica e l’impegno di chi lo ha prodotto. Preferisco accogliere il consumatore in vigna e in cantina per far vedere quello che si fa con trasparenza e onestà, favorendo così un rapporto diretto con il visitatore curioso di conoscere la storia del vino e del suo territorio. Per sviluppare e qualificare l’enoturismo, nelle nostre aziende organizziamo molte manifestazioni: Cantine Aperte, Concerto in Cantina, Primavera in Cantina, Burano in Cantina, la Vendemmia, quest’ultima aperta a tutti i bambini che con le loro famiglie hanno la possibilità di raccogliere l’uva e di pigiarla poi con i piedi. Grande esperienza di vita! Oltre a ciò, per promuovere i nostri vini utilizziamo i canali web e social network, indispensabili per approcciare i mercati nazionali ed internazionali.
FI-
In quali paesi esteri siete presenti? Il 60% del prodotto viene venduto in Italia a hotel, ristoranti ed enoteche ed il 40% all’estero. Esportiamo in tutta Europa, in Giappone, negli Stati Uniti, in Brasile, in Australia e stiamo aprendo il mercato anche in Cina e Corea.
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Cosa pensa delle donne che, assumendo ruoli importanti, sono sempre più protagoniste nel mondo del vino? Le donne hanno preso consapevolezza della loro capacità imprenditoriale, dimostrando competenza, professionalità, concretezza e determinazione nella gestione di aziende vitivinicole, assumendo spesso ruoli di alta responsabilità.Nelle aziende vinicole le donne stanno dimostrando di essere protagoniste dell’accoglienza, creando eventi in cantina, abbinando il vino all’arte, alla musica, alla cultura, alla gastronomia; curando con attenzione un packaging raffinato e accattivante, che sa raccontare il contenuto della bottiglia, sviluppando in tal modo importanti relazioni e forme di marketing diretto con i consumatori. Sappiamo, inoltre, che la prerogativa femminile di saper promuovere il vino nel nostro Paese e nel Mondo, è largamente riconosciuta. La donna consumatrice di vino, quali tipologie richiede? I produttori di tutto il mondo guardano con interesse alla donna consumatrice di vino.In genere è molto esigente. Ha un buon livello di istruzione, beve poco e bene. Le ragazze preferiscono il Franciacorta e il Prosecco, oppure vini bianchi secchi e aromatici e tra i rossi scelgono quelli strutturati. Le signore, oltre alle bollicine che sono sempre gradite,
amano vini più morbidi o i vini passiti.In genere sono ottime degustatrici e molto spesso quando arrivano nelle nostre aziende per acquistare i vini con i loro mariti o compagni, sono loro a determinare la scelta.
Il Sommelier Marzo-Aprile 2013 • n. 2
di Antonella Petitti
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Una bella realtà italiana
È la storia di molti figli delle piccole aziende familiari in Campania. Una storia dove le donne diventano, come sempre, protagoniste.
S
iamo nella Campania che più soffre dei soliti cliché. Sarà perché l’Irpinia è davvero un pezzo di Sud che rimanda immediatamente ad altri climi ed altre altitudini, dove grandi bianchi come il Fiano ed il Greco di Tufo si incontrano con altrettanti grandi rossi che vanno ad accrescere il buon nome del vino italiano. Ovviamente si tratta del Taurasi, croce e delizia dei produttori che lavorano con un vitigno difficile da domare come l’Aglianico. La sua potente acidità e i suoi tannini contribuiscono a conferire carattere e a permettere una longevità da primati. A Montemarano ci sono i migliori vigneti di Taurasi, quelli dove un microclima perfetto incide, assieme alla fatica ed alle cure, sul vino che verrà. Ed è qui che nasce l’azienda vitivinicola “Il Cancelliere”, unica realtà che produce vino bio-
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”
logico nella provincia avellinese, con vigneti che vanno dai 450 ai 620 m. s. l. m. - in questo periodo – coccolati da una morbida coltre di neve. La storia della famiglia Romano ha radici profonde, risaliamo a fine ‘800, ed oggi è tutta in rosa. Forse è la storia di molti figli dell’Italia delle piccole aziende familiari, solo che sono in pochi a fare la scelta più difficile: restare. Quarta generazione che mette le proprie mani ed il proprio futuro nella terra, nonostante tutto, senza lasciarsi condizionare dalla burocrazia pressante, dalle difficoltà di commercializzazione, investendo sull’identità e sull’autoctonicità. Due sorelle ed una cognata, Nadia e Tiziana Romano e Rita Pizza, hanno raccolto il testimone dell’azienda di famiglia, andando a formare le fila di una nuova generazione che ha rappresentato
Il Sommelier Marzo-Aprile 2013 • n. 2
Còlpetrone. Il Sagrantino
LE TENUTE DI Marcellano di Gualdo Cattaneo (Pg)
PROWEIN 2013: PAD 3 STAND 3 N06 VINITALY 2013: PADIGLIONE 8 C10
www.saiagricola.it
Nadia Romano
la svolta. Il “cancelliere” era il bisnonno delle sorelle Romano, agricoltore e viticoltore, impegnato ad esportare il suo vino non solo al Nord, ma anche in Francia. Un mercato più semplice di quello attuale, una vita dedicata a quelle colline fresche, che in questi giorni accoglie la neve come una manna. “Siamo cresciute in una delle più belle culle del vino italiano, ma non siamo mai state coinvolte. I nostri genitori ci chiedevano di studiare e immaginare il nostro futuro altrove” – racconta emozionata Nadia Romano. “Infatti ci siamo laureate, abbiamo avviato carriere che ci hanno portato in giro per il mondo, ma quando tornavamo a casa, fermarsi a guardare il tramonto dalle vigne, godersi questa pace, era un inspiegabile necessità ed un richiamo fortissimo”. Papà Soccorso ha lavorato una vita nelle sue vigne, 7 ettari di Aglianico, conferendo le uve alle migliori cantine irpine, finchè non è arrivato il giorno delle riflessioni. “Cosa ne sarà di tutto questo? Vendere o tornare?” – incalza Nadia. “Non si poteva pensare che i nostri genitori potessero continuare a fare da soli questo lavoro ancora per molto, ne abbiamo parlato a lungo con mia sorella e mia cognata, e abbiamo deciso”. Convinte di far bene, ed i fatti hanno già dato conferme, le donne del Cancelliere hanno fondato l’azienda vitivinicola nel 2005 e si sono fatte strada in realtà associative legate al mondo del biologico, come Vinnatur. “Attingiamo tanto – ancora oggi - dall’esperien-
za di papà” – continua – “ma ci siamo divise i compiti e ci siamo messe a fare ricerca. Non si può prendere ogni cosa per buona, la terra ha bisogno di essere salvaguardata, ed anche se lavorare in biologico è molto faticoso, non dimenticherò mai la soddisfazione della nostra prima vendemmia”. Da “Il Cancelliere” l’esperienza è un tesoro, ma l’avanguardia è di casa. La giovinezza e la gestione femminile ne hanno fatto una realtà da prendere ad esempio. Distintiva un’onestà intellettuale che le spinge a fare scelte complesse in campo ed in cantina, scelte che sono state premiate soprattutto da mercati lontani come quello hawaiano e newyorkese, senza tralasciare il più importante: quello giapponese. Da una produzione annua che non supera le 18 mila bottiglie si ottengono 4 declinazioni di Aglianico, ognuna ottenuta da un vigneto diverso: un IGT Irpinia (il vino base aziendale), un DOC Irpinia (con passaggio in botte di castagno e barrique), e due DOCG Taurasi (classico e riserva). Si tratta di vini puliti e molto schietti, interpreti autentici di un territorio che non ha mai perso il contatto coi suoi autoctoni e che per questo viene premiato. “La parte fondamentale è l’uva. Ce ne prendiamo cura finché sia sana, per il resto ci piace che sia il vino a prendere la sua direzione. Basta con i vini sempre uguali, è impossibile che lo siano naturalmente. Per il resto il nostro mondo è fatto di concetti dietro cui ci si ripara, ma non sempre sono reali. Sempre più vignaioli dicono di fare fermentazioni spontanee. Ma molti di loro non sanno bene cosa significa, una scelta rischiosissima, davvero difficile da mettere in pratica”, conclude. L’immagine più forte, per chi ha il piacere di far visita a questa grande famiglia campana, è quella di un tempo che si è fermato attorno alla voglia di continuare assieme una tradizione lontana e profonda. Ed è già arrivata la quinta generazione che, come una volta, cresce in collettivo, mentre d’inverno si tiene vivo il fuoco, magari lavorando altri prodotti aziendali. È questa la fotografia della Campania laboriosa, rurale, schietta e senza fronzoli, che si lascia rappresentare dalle sue eccellenze.
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rosa Il Sommelier Marzo-Aprile 2013 • n. 2
di
CASTAGNOLE MONFERRATO
DENOMINAZIONE DI ORIGINE CONTROLLATA E GARANTITA
Vinitaly 2013 - Pad. 9 Stand L4
di Enza Bettelli
La birra dei cercatori d’oro
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L’Alaska, la mitica terra dell’oro, ha mantenuto un paesaggio ancora quasi incontaminato, come l’acqua che contribuisce a produrre un’ottima birra.
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n questo grande paese ghiacci e foreste si estendono per miglia e miglia in uno scenario di incredibile bellezza, per estesi tratti è ancora selvaggio e percorso da innumerevoli corsi d’acqua spesso risaliti dai salmoni che vanno a deporre le uova. E, infatti, l’Alaska è conosciuto per la qualità dei suoi salmoni selvaggi e per tutto il pesce che arriva dall’Oceano Pacifico con il quale confina. Nelle fredde acque dell’oceano si pescano pesci e molluschi pregiati, come enormi halibut dalla carne bianchissima e delicata, gam-
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beri, merluzzo, mitili, capesante e ostriche, per non parlare dell’enorme granchio reale per il quale si utilizzano grandi nasse. La pesca è quindi un’attività importante e praticata a tutte le età e da maschi e femmine. E chi è troppo giovane e magari nemmeno va ancora a scuola, comincia comunque a fare pratica gettando una rudimentale lenza nelle acque dei porticcioli, molto ricche di piccoli pesci, da vendere ai pescatori che li utilizzano come esca per gli halibut. E poi ci sono gli appassionati di pesca, provenienti da tutto il
Il Sommelier Marzo-Aprile 2013 • n. 2
mondo, che si prendono una settimana di vacanza per andare a pescare in luoghi tranquilli come Yakutat, nel territorio a sud dell’Alaska tra Juneau e Anchorage, dove i pesci pescati sono a mano a mano puliti, tagliati e congelati per essere poi portati a casa. In alternativa a pesci e molluschi si può cacciare la selvaggina che abbonda nelle immense foreste dell’interno. Pesce o selvaggina, la bevanda che accompagna le varie pietanze è la birra, inevitabile in un territorio dove la vite non è di casa. L’unico “vino” locale che si può trovare non è di uva ma di rabarbaro, di fragole o quello a dir poco insolito ricavato dai fiori di epilobio. Moltissimi i birrifici, da Anchorage alle varie cittadine, oltre che nella capitale Juneau, una caratteristica che fa dell’Alaska lo stato con il maggior numero di birrerie pro capite ma tuttavia non quello con il maggior tasso di alcolismo, con locali entrati nell’immaginario come il Red Dog Saloon di Juneau. Oltre che nei birrifici, che si possono visitare, la birra viene servita in ogni tipo di locale, dai bar veri e propri ai ristoranti, tavole calde e alberghi. E naturalmente ci sono i festival, uno a gennaio a Anchorage e uno a Haines in maggio. Ma la degustazione da non perdere è quella a bordo del treno della birra, il Great Alaska Beer Train che viaggia per 80 miglia da Anchorage a Portage.
Il Sommelier Marzo-Aprile 2013 • n. 2
Il biglietto include 6 mezze pinte di birre tra le migliori artigianali dell’Alaska e il percorso si snoda lungo la Turnagain Arm che offre uno spettacolo di una bellezza incantevole. Però il viaggio è riservato ai maggiori di 21 anni, età minima consentita nello stato per poter bere alcolici in posti pubblici. La gamma di produzione della birra è piuttosto ampia e oltre alla tradizionale e notissima Amber
del birrificio più importante dell’Alaska, si passa da una leggera ale per l’estate a una trappista, da quella bianca tipo berlinese a quella aromatizzata alla mela fino alla birra porter affumicata con legno di ontano, nata (e non poteva essere diversamente) proprio di fronte a un affumicatoio per salmoni. E così via, perché praticamente tutti i birrifici sono artigianali, alcuni addirittura minuscoli, e ognuno produce una propria birra.
Non solo pesce
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a gastronomia in Alaska è molto spesso quella tradizionale dei Nativi, gli Indiani delle tribù che popolavano tutto il territorio e che oggi, pur vivendo nelle città, non hanno dimenticato le antiche ricette. Di grande naturalità anche gli ingredienti, primo fra tutti il salmone selvaggio e le sue
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uova, di varie dimensioni, molto saporite e non costose poiché sono abbondanti. Il salmone era una fonte insostituibile di nutrimento e quindi di vita per i Nativi che per questo lo rispettavano e lo veneravano come un dio. Quando è affumicato, il salmone ha comunque un gusto molto naturale perché l’affumicatura è
sempre molto leggera. Il granchio reale (king crab) è un altro prodotto tipico ed è servito nei ristoranti con un martelletto per rompere le enormi chele che contengono una polpa squisita. L’halibut è un pesce molto apprezzato ed è spesso tagliato a bocconcini e cotto nella birra. Le foreste offrono selvaggina di ogni tipo, anche molto grossa come orso, alce e renna, oltre a vari tipi di volatili, soprattutto oche, anatre e pernici bianche, lepri e conigli. Tutta la selvaggina è di solito cotta arrosto e servita con salse o contorni di frutti di bosco anch’essi provenienti dalle foreste. Da non perdere il filetto di renna o di alce, leggermente affumicato o comunque stagionato, eccellente come antipasto, al naturale o condito con un filo di olio.
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made in
r
Project partne
MARCHE
FERMO
16.17.18
Marzo 2013
www.tipicita.it
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Comune di Fermo In collaborazione con: Regione Marche Provincia di Fermo Provincia di Ascoli Piceno Camera di Commercio di Ancona Camera di Commercio di Fermo Camera di Commercio di Macerata Comune di Monte Urano Comune di Porto San Giorgio Comune di Porto Sant’Elpidio Comune di San Benedetto del Tronto Comune di Sant’Elpidio a Mare
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PLASTIC UTILITY
di Meritxell Falgueras
“
Le classi sociali esistono
Il vino, come la macchina o i vestiti, sembra essere in grado di esprimere “la classe sociale”
A
”
doro parlare con i tassisti, sempre però che sia io a cercare la conversazione. L’altro giorno non era uno di questi casi. Cercavo di passare inosservata nel sedile posteriore, ma il tassista notò che portavo casse di vino e cominciò a spiegarmi che era un grande appassionato di vini. Voleva ottenere, oltre al compenso per la corsa, un corso accelerato sul vino, tra un semaforo e l’altro. Ma io non ne avevo la minima voglia. Cercava di tirarmi fuori informazioni su varietà e marche, e io continuavo ad annuire distrattamente, mentre provavo a chiamare col cellulare qualcuno che mi salvasse dal dover impartire una lezione privata improvvisata. Ma ad un certo punto il tassista disse una frase che mi fece uscire gli occhi dalle orbite e che riuscì a richiamare tutta la mia attenzione. Disse: “quando vado a comprare vino, utilizzo sempre questa tecnica: compro quelli che hanno titolo nobiliare, di marchese o di barone. Non tradiscono mai: sono sempre buonissimi”. I suoi esempi erano: Marqués de Cáceres, Marqués de Riscal, Barón de Ley, ecc. Immagino che sia una cosa che facciamo tutti quando abbiamo a che fare con prodotti che non
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conosciamo e che contengono una parola che evochi o suggerisca qualità e/o esclusività. Le ditte di vino lo sanno bene ed è per questo che fanno spesso ricorso ad immagini evocative di tradizione e paesaggi. Castillo, Torre, Viña, Clos, Pago, Laderas, ecc. Così pure per i nomi latini, come Ysios, Tarsus, Odysseus, che sembrano far parte della tradizione vinicola dell’antichità, sebbene in realtà è l’intera cultura del vino che deriva dalla stessa fonte (“vis” in latino significa “forza vitale”). Nel vino, più che in altre cose, cerchiamo questa distinzione nobiliare. La maggior parte dei consumatori è tradizionale, per questo molti di loro rifiutano ancora il tappo di silicone. Gli sembra strano o poco romantico e preferiscono un tappo di sughero, anche se di cattiva qualità. La semplice apparenza li rassicura. Lo stesso vale quando trovano nell’etichetta del vino i tipi d’uva più internazionali. Davanti ad un cabernet sauvignon o ad uno chardonnay la gente si tranquillizza, immaginando che sia sinonimo di qualità. Un albillo o samsó li metterebbe in agitazione, fino al punto che si chiederebbero se si tratta di una varietà bianca o rossa. E anche sapere che si ha davanti un vino invecchiato,
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ph. ales&ales
glielo fa degustare meglio, malgrado da un pun-
denominazioni “di serie A” e altre di serie infe-
to di vista organolettico lasci molto a desiderare.
riori. Rioja, Priorato e Ribera hanno un pedigree;
Quante bottiglie di Grand Cru, che ho visto nel
Bordeaux e Champagne, uno stile; Piemonte
Tallevant di Parigi, erano più morte che vive! I
e Supertuscan, design. Tuttavia molte volte la
facoltosi che possono permettersi un Chateaux Latour del 1961 mostrano orgogliosi la bottiglia, anche se è ancora mezza piena quando si è arrivati al dolce. L’annata è parte della presentazione in società del vino. Quanta gente si sente esperta comprando un vino secondo l’unico criterio della buona annata! Senza preoccuparsi del tipo
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mancanza di criterio ci porta a dare la preferenza a zone famose, facendoci scartare altre marche che non conosciamo. Il vino, come la macchina o i vestiti, sembra essere in grado di esprimere “la classe sociale”. È strano che si arrivi ad umanizzare un prodotto
di vino, del lavoro della cantina e del momento
che viene dalla natura, e che gli si attribuisca, con
migliore per consumarlo.
un titolo nobiliare nell’etichetta o con caratteristi-
Anche le denominazioni d’origine riguardano
che fittizie, uno status di qualità. E tutto questo
queste classi sociali. Sembra quasi che ci siano
senza averlo provato.
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A Siena si discute sul vino Italiano: una ricchezza da valorizzare e promuovere di Nicola Masiello
“
L’Italia ha le carte in regola per affrontare il mercato mondiale, le strutture, la qualità, la forza commerciale sono presenti, c’è solo da pianificare il progetto e impegnarsi a fondo per raggiungere numeri e volumi sempre più elevati.
Q
”
uesta terza edizione di fine novembre 2012 è stata dedicata ad una attenta analisi del problema export del vino Italiano in un momento particolare per tutta l’enologia Italiana. Sono diversi i fattori che al momento non favoriscono il consumo del vino sia sul mercato interno che su quello estero, in particolare il mercato interno soffre di una flessione molto pesante dei consumi pro-capite, siamo passati da 100 litri/anno degli anni 60’ agli attuali 35/37 e questo a fronte di una produzione nazionale annua che è quasi il doppio di quanto consumato. Da sola questa analisi statistica porta a delle valutazioni importanti su l’export del vino italiano; se da una parte è vero che l’Italia rischia il sorpasso della Spagna come primo fornitore mondiale in volumi, grazie alla quantità di vino sfuso, il valore del mercato Italiano cresce piano ma cresce, costantemente anno dopo anno. Questo vuol significare come il made in Italy ha un forte interesse nel settore. Da una analisi più approfondita curata da ISMEA, si può notare che
a fronte di una flessione del valore di sfuso esportato, si ha un leggero incremento dei vini a denominazione, i quali fanno si che la bilancia economica segni un punto in positivo, dando maggior fiducia ai produttori Italiani nell’impegnarsi sui mercati esteri. C’è da stare attenti nell’esportare vini sfusi, i quali una volta arrivati a destinazione vengono imbottigliati e commercializzati in aree geografiche a noi lontane, creando valore aggiunto al paese imbottigliatore finale e non alla produzione. Questi spunti sono stati oggetto di discussione da parte dei relatori che hanno partecipato alla tavola rotonda e che rappresentano il mondo enologico internazionale, vale ricordare la partecipazione del padrone di casa l’Amministratore delegato di banca MPS Fabrizio Viola, il Presidente di Enoteca Italiana Claudio Galletti, il Direttore generale di OIV Federico Castellucci, Il Presidente di Federvini Lamberto Vallarino Gancia, il Coordinatore di Vinitaly International Sig.ra Stevie Kim.
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Tutti hanno confermato i valori della ricerca Ismea, ed interessanti sono stati anche i numeri dell’export italiano, in particolare possiamo notare che l’export nei mercati consolidati (America ed Europa) ha un incremento dell’8% in valore, mentre la Cina che si affaccia timidamente a questo mercato li ha già quasi raggiunti, segno di un interesse verso la qualità del made in Italy, ma sopratutto il fenomeno và inquadrato sotto la potenzialità che questo paese offre in termini di export. Potenzialità da monitorare per far si che anche produttori piccoli possano in un prossimo futuro poter esportare nel grande oriente e per far questo servono soprattutto sinergie e finanze. Fare gruppo vuol dire aumentare la forza d’impatto e di penetrazione nel mercato ed il Presidente di Enoteca Italiana si è reso disponibile verso i piccoli produttori per far si che il prodotto arrivi nella grande Cina con una adeguata copertura di
ll convegno in pillole: - Il valore del fatturato delle Aziende Italiane esportatrici vale il 37% del proprio fatturato. - La percentuale di incremento dell’export Italiano vale un +8% rispetto al 2011. - Il mercato più attraente per i produttori Italiani è quello cinese e del Sud Est Asiatico. - I nuovi mercati per l’Italia sono i paesi dell’Est-Europa, con la Russia in testa ed a seguire buone le quote di Messico, Brasile ed Argentina. - I tassi di crescita in volume per india, Corea del Sud e Thailandia sono ancora bassi, ma presentano incrementi interessanti pari a + 30%.
immagine e professionalità.
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Concorso Mondiale di Bruxelles 2013
di Gladys Torres Urday
“
L’appuntamento di Bratislava-Slovacchia dal 10 al 12 Maggio 2013 vede nuovamente un rappresentante della nostra Associazione.
”
C
reato su stimolo di Louis Havaux, il Concorso Mondiale di Bruxelles riceve il suo battesimo a Bruges nel 1994. Nel 1999 il concorso si amplia aggiungendo il “Bruxelles Spirits Award”, fratello minore, dedicato ai superalcolici, acquavite e alcol di frutta. Nel 2006 il CMB decide di affermare il suo carattere internazionale, diventando itinerante andando da Lisbona, Maastricht, Bordeaux, Valenza, Palermo, Lussemburgo e Guimarães per arrivare quest’anno, per la prima volta in un paese dell’Europa Centrale, a Bratislava. Questa incantevole città ospiterà per tre giorni dal 10 al 12 maggio, circa 300 degustatori provenienti da tutto il mondo, degustatori che giudicheranno circa 8.500 campioni. I migliori vini verranno premiati con Medaglia d’Argento, d’Oro, Gran Medaglia d’Oro e il Trofeo di migliore vino della sua categoria. Le Giurie sono composte unicamente da professionisti internazionali del settore, provenienti da circa 50 paesi, rappresentando così una diversi-
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Claudia Marinelli
tà che contribuisce alla unicità dell’evento. Altra particolarità di questo Concorso che lo rende uno dei più famosi al mondo, è la sua organizzazione rigorosa e controllata: il rispetto delle regolamentazioni in vigore è doppiamente garantito dal riconoscimento ufficiale da parte dell’Unione Europea (cfr Gazzetta Ufficiale C96/1 del 23/4/2003) e dalle ispezioni del servizio pubblico federale Belga dell’Economia (SPF Economie). Inoltre, il Concorso Mondiale di Bruxelles è il primo Concorso Internazionale ad avere messo in
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opera un reale controllo dei campioni dopo la loro premiazione al fine di garantire la legittimità dei risultati. Dopo il concorso, una importante selezione di campioni premiati è analizzata da un laboratorio accreditato e sottoposta a degustazione da parte di una commissione di enologi al fine di mettere in comparazione i vini premiati con quelli disponibili sul mercato. Altra particolarità del CMB è che il calcolo dei risultati è supervisionato, già dal 2004, dall’Istituto di Statistica dell’Università Cattolica Di Louvain. L’autenticità delle valutazioni ottenute con la formula di normalizzazione proposta dal CMB è stata certificata la prima volta nel 2004. Il Concorso ha anche un’altra peculiarità che riguarda le statistiche di degustazione di ogni giurato, che vengono inviate successivamente ad ogni singolo degustatore, e in cui sono indicate con diversi metodi di analisi, le capacità degustative di ognuno, confrontate sia con la propria commissione sia con i risultati generali del concorso stesso. In veste di giurata anche quest’anno partecipa, per la quarta volta consecutiva, un nostro rappresentante, Claudia Marinelli, Segretario Nazionale FISAR. Essere presenti in un ambiente così stimolante è per tutti una grande esperienza perché si è in costante contatto con tutti i degustatori presenti, con i quali ci si deve relazionare in un atteggiamento di propensione all’ascolto e di umil-
tà, per poter alla fine accogliere tutti gli scambi emozionali, di idee e di tendenze, argomenti di cui si parla incessantemente per tre giorni consecutivi per intraprendere discussioni sul mondo del vino e sugli usi e costumi di ogni paese. In questa fase di confronti e discussioni spesso a vincere è proprio la soggettività rappresentata dalle proprie origini che alla fine possono non collimare perfettamente con la nostra sensibilità degustativa ma sempre sono rispettose delle altrui considerazioni. Il concorso, in questo aspetto sociale, è geniale perché riesce alla fine a mediare le “sensibilità” di tutte le nazioni rappresentate. Sempre comunque il vino rimane protagonista e la responsabilità dei giurati è grande. Il ricevere una medaglia, specialmente per i mercati esteri, è un valore aggiunto. Avere il privilegio d’applicare il “bollino” direttamente sulla bottiglia è garanzia per il consumatore finale di qualità e riconoscibilità. Per questo motivo un giurato del CMB diventa in qualche modo “Ambasciatore del Concorso” e per questo motivo, grazie alla nostra Claudia anche noi della FISAR ci sentiamo tali. Info Concours Mondial de Bruxelles: www.concoursmondial.com Referente per l’Italia: Karin Meriot Coordinatrice eventi Italia Vinopres SA: italia@vinopres.com
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Il Pisco è Perù di Silvana Delfuoco
“
Il Consejo Regulador Denominacion de Origen Pisco, il Consolato Generale di Torino e la FISAR in ROSA protagonisti al seminario torinese sul Pisco.
L
”
o apprezzava, e non poco, un intenditore del calibro di Orson Welles, che raccontano sia arrivato a buttarne giù ben quarantadue bicchieri di seguito; e non era da meno il mitico John Wayne, che forse non a caso si era scelto anche una moglie peruviana. Stiamo parlando del Pisco, il prezioso distillato di vino del Perù, che della nazione andina è oggi simbolo e bandiera. E proprio sul Pisco, la cui fama ha ormai superato i confini nazionali, si è svolto un interessante Seminario dal titolo “Il Pisco è Perù” lo scorso
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20 febbraio a Torino, nella Sala Giolitti di Torino incontra, il nuovo e funzionale Centro Congressi messo a disposizione della città dalla Camera di Commercio. La manifestazione, alla presenza del Console Generale del Perù a Torino Liliana Gomez de Weston, di numerosi rappresentanti del Corpo Consolare cittadino, del Sindaco Piero Fassino, del Segretario Generale della Camera di Commercio Guido Bolatto, nonché di un nutrito gruppo di esperti assaggiatori e giornalisti di settore, si è aperta con il saluto a nome della FISAR da parte della Responsabile Nazionale della FISAR in ROSA Luisella Rubin, anche per conto del Presidente Nazionale Mario Del Debbio. La serata è poi stata cornice anche a un altro evento legato alla città, che ha suscitato tra il pubblico presente in sala qualche momento di autentica commozione. La Comunità peruviana del Piemonte, e il Sindaco Fassino a nome della città, hanno infatti salutato la dott.ssa Liliana Gomez de Weston, in procinto di ritornare in Perù dopo cinque anni di “vita torinese” per la decorrenza dei termini del suo mandato consolare. Un mazzo di fiori con i colori dell’Italia e del Perù uniti insieme è riuscito a strapparle quelle lacrime che, fino a quel momento, si era impegnata a tenere
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accuratamente sotto controllo. Ma veniamo al Seminario, professionalmente moderato da Walter Moises Valladares Chavez, commentatore di una importante radio del Piemonte e associato e aspirante sommelier Fisar di Torino. Dopo una breve introduzione del Presidente Nazionale dell’Associazione Stampa Agroalimentare Roberto Rabachino sul tema “Le frontiere del gusto”, la parola è passata alla Presidente ell’Associazione Donne della Grappa Claudia Mazzetti d’Altavilla con una relazione dal titolo “Diversi nel bicchiere, uniti nella cultura”. A lei il non facile compito di tenere alto il prestigio nazionale di un’Italia produttrice di Grappa in un contesto irto di difficoltà di… alta gradazione alcolica! L’ostacolo è stato brillantemente aggirato grazie a una dimostrazione assolutamente incontestabile. «Tra i due distillati, il Pisco e la Grappa, –
ha infatti chiarito la dr.essa Mazzetti - esistono in realtà più affinità che differenze, soprattutto di natura culturale se non propriamente di tecnica produttiva. Entrambi, infatti, sono figli della vite ed entrambi hanno una storia similare: da “prodotto di trincea” destinato al consumo popolare della tradizione, al “prodotto salottiero” di oggi, più raffinato e aromatico, tale da essere finalmente apprezzato anche dal pubblico femminile». È stata quindi la volta della Promotora Cultural del Pisco per il Consejo Regulador Denominacion de Origen Pisco Gladys Torres Urday, che ha svolto una approfondita “Relazione tecnica sulla storia e la cultura del Pisco” corredata dal video “Pisco, Patrimonio Culturale del Perù”. «Il Pisco nasce nel XVI secolo con l’arrivo in Perù degli Spagnoli e il conseguente impianto dei vigneti di uva detta “pisqueras”. – ha spiegato la dr.essa Torres - Il nome deriva infatti da quello di
La Console Generale del Perù a Torino con Gladys Torres Urday
un porto e di una località della zona dove già gli Incas facevano fermentare il mais per produrre una loro bevanda tipica. Ecco che allora la storia del Pisco affonda le sue radici in una tradizione molto più antica di quella della sua effettiva data di nascita». Con il passare dei secoli il Pisco guadagnò rapidamente prestigio e i suoi volumi di esportazione crebbero notevolmente, allargando i confini della originaria zona di produzione, dalle valli di Ica, appena a sud di Lima, fino a Tacna, quasi al confine col Cile. Oggi molte tenute agricole produttrici offrono pacchetti-ospitalità, con la possibilità di partecipare alla sua lavorazione, specialmente all’epoca della vendemmia, che si svolge tra febbraio e marzo. Come succede ormai alla maggior parte dei distillati, non ultima la nostrana Grappa, anche il Pisco si è adattato al mutare di gusti e costumi, entrando come ingrediente principale
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nella composizione dei cocktail, tra cui primeggia il notissimo “Pisco Sour”, molto gradito anche dal pubblico femminile. Al termine della relazione, la Console Generale del Perù a Torino ha voluto ringraziare Gladys Torres Urday consegnandole ufficialmente un Diploma al Merito con simboli Consolari “per il lavoro svolto per la promozione culturale del Pisco prodotto bandiera e simbolo del Perù”. E che il Pisco sappia pienamente soddisfare anche i gusti europei, e dei torinesi presenti in particolare, si è visto senza ombra di dubbio quando, al termine del Seminario, accompagnate da un buffet di specialità tipiche preparate dallo chef peruviano Carlos Enrique Iturriaga Delgado del Ristorante Chikenriko di Torino, sono state offerte in degustazione tutte le varietà di Pisco: il “Pisco Sour” è andato subito alla grande, diventando in breve l’indiscusso protagonista della serata!
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Vinitaly 2013 a cura Press Office Veronafiere/Vinitaly
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Vinitaly degli affari e non solo: il più grande salone dedicato al vino, in programma quest’anno dal 7 al 10 aprile, conferma sempre più la sua doppia valenza promozionale e piazza d’affari per l’incontro tra offerta e domanda internazionale.
”
G
iunto alla sua 47a edizione, Vinitaly (www.vinitaly.com) ha infatti potenziato ulteriormente l’attività di incoming di buyer grazie al lavoro dei suoi delegati in 60 Paesi e a un accordo con Agenzia - Ice, ma allo stesso tempo promuove il vino di qualità e l’incontro con gli operatori del settore enologico, con particolare riguardo a quelli del segmento horeca ed ai sommelier. La scelta di spostare i giorni di manifestazione da domenica a mercoledì avviata lo scorso anno si è dimostrata vincente proprio per queste categorie di professionisti, che hanno più giorni a disposizione per entrare in contatto con le aziende espositrici, alla scoperta di nuove tendenze, nuovi vini e nuovi produttori. Secondo un’indagine sugli espositori presenti a Verona nel 2012, i visitatori in rappresentanza di enoteche e wine bar sono stati il 25,60%, di ristorante, hotel, catering il 20,05%, mentre i sommelier e gli enotecnici hanno rappresentato l’8,43% del totale. Tra le iniziative in programma, dopo il successo del primo anno Vivit torna già rinnovato. Nuovo lo
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spazio messo a disposizione, grazie all’ampliamento del padiglione 11 di Veronafiere, che verrà inaugurato proprio durante il prossimo Vinitaly. Qui l’allestimento prevede la realizzazione di un “salone nel salone”. All’ingresso i visitatori verranno dotati di un bicchiere per le degustazioni presso i banchi delle aziende, alla scoperta di nuovi sapori, ma anche dei valori che questi vini realizzati in modo artigianale seguendo le linee guida della produzione biologica o biodinamica racchiudono. Tra gli espositori ci saranno anche i distributori di vini biologici e biodinamici prodotti fuori dall’Italia. Novità anche nel padiglione C, che da quest’anno vedrà unificati Sol e Agrifood Club, i tradizionali eventi collaterali di Vinitaly, in un unico appuntamento denominato Sol&Agrifood (www. solagrifood.com). Il più importante salone internazionale dell’olio extravergine di oliva e la rassegna dell’agroalimentare italiano di qualità diventano un’unica fiera per guidare meglio gli operatori esteri del food alla scoperta dell’unicità della tradizione gastronomica italiana, fatta del sapiente legame di tutti gli ingredienti.
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Ad arricchire la proposta di cultura del prodotto, quest’anno viene creato all’interno del padiglione C di Sol&Agrifood, a cura del Centro Studi Assaggiatori, un polo di degustazione che riunisce il Grappa & C. Tasting, tradizionale banco d’assaggio che fornisce ogni anno le tendenze sensoriali nel settore degli spirits (grappe, amari, liquori), il Coffee Experience, il più grande banco d’assaggio del caffè al mondo, e la nuova sezione Narratori del Gusto Special Guests dedicato quest’anno ai vini da dessert. In contemporanea con Vinitaly e Sol&Agrifood torna Enolitech, il Salone Internazionale delle tecniche per la Viticoltura, l’Enologia e delle tecniche Olivicole e Olearie (www.enolitech.it). Una fiera dove trovare, oltre alle più innovative
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tecnologie per la produzione, anche tutti gli accessori professionali e trendy per la conservazione, la presentazione e il consumo di vino e olio. Fuori salone di Vinitaly e anteprima di grande prestigio, sarà la degustazione proposta da Veronafiere con OperaWine. Obiettivo dell’evento è quello di valorizzare le caratteristiche intrinseche e distintive dei vini italiani, offrendo agli operatori specializzati la possibilità di conoscerli e apprezzarli insieme ai produttori. Il grand tasting “Finest Italian Wines, 100 Great Producers” avrà luogo presso il Palazzo della Gran Guardia il 6 aprile 2013 dalle 17 alle 19,30. Per partecipare è già possibile la pre-iscrizione sul sito www.operawine.it
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SINFONIA diVINO
www.tommasiwine.it
Mario Soldati lo definiva “il grande, piccolo vino”
di Luca Iacopini e Massimo Bracci
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L’Asprinio di Aversa doc: Un vino bianco di origini antichissime, che oggi cerca spazio tra i più blasonati vini bianchi campani.
”
N
el periodo in cui frequentavo il corso da Sommelier feci una vacanza nella Costa Amalfitana e come buongustaio non potevo farmi mancare la visita a vari caseifici o esercizi commerciali che vendevano la “vera” mozzarella di bufala. In uno di questi, mentre degustavo le delizie casearie, attirò la mia attenzione una fotografia incorniciata. Era posta sul retro del bancone e in questa svettava una vigna altissima, una cosa mai vista, alla quale erano appoggiate alcune scale, altrettanto altissime con alcuni uo-
mini che vendemmiavano! Possibile? Subito chiesi delucidazioni al casaro e lui con il più verace dei dialetti napoletani mi rispose: “Come! non conosce l’Asprinio di Aversa? Il Re della mozzarella di bufala!” A distanza di diversi anni e aver degustato varie tipologie abbiamo deciso di condividere la storia e le peculiarità di questo vitigno e vino campano. Questo vitigno è coltivato dai tempi degli etruschi, per i primi dati ufficiali del vitigno, del vino e della sua area tipica di coltivazione si hanno diverse notizie documentali, possiamo risalire sino alla fine del 1400. Fino a pochi decenni fa era utilizzato per farne aceto oppure un distillato come il Brandy. Oggi lo possiamo considerare un vino unico nel suo genere. Anzitutto per il sistema di coltivazione alla maniera etrusca, ossia con le viti “maritate”. Queste vengono fatte appoggiare agli alberi, in genere faggi o pioppi, e crescono in altezza. Una volta si arrivava a sommità veramente notevoli, anche 10-15 metri e raccogliere quest’uva su lunghe scale era un’impresa che metteva a rischio l’osso del collo. Il famoso scrittore Mario Soldati fece una descrizione molto accurata e poetica di questo modo particolare di coltivare la vite scrivendo dei viticoltori e delle loro lunghe
Mario Soldati
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a cura della redazione di
Il Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella presente al Vinitaly 2013
P
er la prima volta il Consorzio Tutela Vini Valpolicella sarà presente con un proprio stand al Vinitaly di Verona dal 7 al 10 aprile 2013. Una scelta di rappresentanza che segue il riconoscimento al Consorzio dell’erga
omnes: un ruolo che lo porta ad agire non più solo nell’interesse dei propri soci, ma in maniera estesa a favore di tutte le imprese attive nella denominazione. Collocato nel Pad.7b, stand n. H2/H3, l’allestimento del Consorzio ospiterà 13 aziende e sarà punto di incontro per chi vorrà approfondire la conoscenza della doc Valpolicella e dei suoi vini: dal Valpolicella adatto al bere bene quotidiano, al Valpolicella Superiore e Ripasso per dare al palato qualcosa in più, fino all’Amarone e al Recioto per celebrare le gradi occasioni. Allo scopo saranno realizzati alcuni focus particolarmente interessanti per la comprensione della filosofia produttiva portata avanti dal Consorzio e dai suoi associati, e che contribuisce ad accrescere il prestigio e l’apprezzamento della denominazione nel mondo: • l’etica del vitigno autoctono e la sostenibilità dei processi produttivi applicati dalla vitivinicoltura in Valpolicella; • zonazione e interazione tra territorio, clima e produzione vitivinicola; • il rapporto tra vino e mercato e presentazione dei risultati della ricerca condotta dall’Università di Verona sul rapporto tra etichette e scelte dei consumatori, con un focus sull’appeal dei vini della denominazione Valpolicella presso i mercati esteri.
CONSORZIO PER LA TUTELA DEI VINI VALPOLICELLA Via Valpolicella, 57 37029 San Pietro in Cariano (VR) Tel. 045.7703194 - Fax 045.7703167 - E-mail: info@consorziovalpolicella.it www.consorziovalpolicella.it
Pad.7b, stand n. H2/H3
a cura della redazione di
scale sui pioppi che sembravano produrre grappoli. Oggi l’Asprinio viene sempre meno coltivato sugli alberi, ma il suo vino viene ancora affinato in grotte di tufo a 15 metri di profondità con temperature intorno ai 13°C costanti in tutti i periodi dell’anno necessità dovuta alla sua grande instabilità. Ci sono stati molti studi su questo vitigno recentemente uno studio dell’Università di Torino ha permesso di rilevare che i vini Asprinio e Greco di Tufo presentano una composizione in molecole odorose molto più simile tra loro rispetto agli altri vini, soprattutto per quanto riguarda le molecole di origine varietale come i terpeni. Questi sono molto presenti sia nell’Asprinio che nel Greco con i tipici odori di agrumi come il limone ad esempio, così come è molto simile il contenuto di acidi organici volatili per questi due vini. Ciò conferma l’ipotesi, più volte avanzata ma sempre respinta, di una identità genetica tra le due varietà Asprinio e Greco di Tufo. Così, fresco di grotta, lo bevve Veronelli: “Quando l’ho bevuto, mi sono emozionato. Ero in compagnia di un contadino, dalle parti di Aversa, e quell’Asprinio era eccezionalmente buono. Ben lavorato, fragile elegante…. Quello che mi fa rabbia è la consapevolezza di non poterlo ritrovare.
suno. Perché i più celebri bianchi secchi includono sempre, nel loro profumo più o meno intenso e più o meno persistente, una sia pur vaghissima vena di dolce. L’Asprinio no. L’Asprinio profuma appena, e quasi di limone: ma, in compenso, è di una secchezza totale, sostanziale, che non lo si può immaginare se non lo si gusta... Che grande piccolo vino!”. Lo scarso contenuto di zuccheri, il gusto pungente, quasi acidulo, che poi è all’origine del nome stesso, lo rende anche particolarmente adatto anche per la spumantizzazione e infatti nel disciplinare è prevista anche questa tipologia che tra l’altro riscuote un buon successo. L’Asprinio è considerato tra i migliori vitigni meridionali per
L’Asprinio sarebbe un vino splendido se venisse
produrre spumante di qualità.
valorizzato”.
L’Asprinio è divenuto doc dal 1993, l’area di
Sempre Mario Soldati ci aiuta con i suoi scritti
produzione include 22 comuni, ricadenti nelle
a descriverci un’altra caratteristica essenziale
province di Caserta e di Napoli, comunque in un
di questo vino: “Non c’è bianco al mondo così
area complessivamente ristretta come superficie
assolutamente secco come l’Asprinio: nes-
complessiva. Il vino doc Aversa Asprinio deve essere ottenuto dalle uve provenienti in ambito aziendale. Per la versione secca la composizione ampelografica deve essere composta di Asprinio minimo 85% e possono concorrere al resto 15% altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, autorizzati per le rispettive province di Caserta e di Napoli. Per la versione spumante deve contenere per 100% Asprinio. La gradazione alcolica minima della versione ferma deve essere 10,5° invece per la versione spumante 11°. Attualmente ci
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sono due scuole di pensiero inerenti al modo di
è molto secco, con un’alta acidità, ed un corpo
produrre questo vino: i “puristi” che lo vorrebbero
leggero con una buona sapidità; il secondo in
con ben in evidenza questa nota quasi agra e
bocca, anche se secco, è molto più agrumato e
i “modernisti” che invece lo vorrebbero con un
pieno, con un retrogusto più lungo.
gusto più gradevole al palato. Abbiamo voluto degustare entrambe le versioni. La versione più “purista” è dell’Azienda Borboni 2011 (12%) invece per la seconda versione l’azienda Terre del Volturno 2011 (11%). Il primo si presenta nel bicchiere con colore giallo paglierino, il secondo con una tonalità più carica.
Noi sinceramente lo preferiamo come vuole la tradizione, specchio del territorio, che ha trovato nella mozzarella di bufala il compagno ideale nell’abbinamento in cui compensa la grassezza e ne esalta il piacere gustativo.
Al naso il primo ha sentori di scorsa di limone
L’Asprinio è un vino da aperitivo e da tutto pasto.
successivamente si trasformano in mela gialla
Si serve ad una temperatura tra i 7° e 8°. È ottimo
veramente franchi; il secondo si sente una pesca
per gli antipasti freddi, tartine, stuzzichini piatti di
bianca non molto matura, comunque con profu-
pesce in modo particolare anche crudo, crosta-
mi più intensi del precedente. In bocca il primo
cei e molluschi.
Anteprime toscane: Sangiovese in festa... di Nicola Masiello
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È questo il titolo da dare alle anteprime toscane 2013.
e commissioni nominate dai rispettivi Consorzi di tutela del vino Nobile di Montepulciano e del Brunello di Montalcino, hanno decretato attraverso la voce dei rispettivi presidenti di commissione preposti alla valutazione dell’annata 2012, il rating massimo attribuito in stelle alla qualità della vendemmia. Entrambe hanno proclamato 5 stelle. Ascoltando le relazioni degli Enologi Riccardo Cotarella per il Consorzio del Vino Nobile e Vittorio Fiore per il Consorzio del Brunello di Montalcino, si evince che ha fronte di una annata molto particolare sotto l’aspetto climatico si è avuto un prodotto molto valido. Analizzando l’andamento stagionale riportiamo un inizio molto freddo che ha rallentato sensibilmente la fase vegetativa della vite iniziata i primi di Aprile, la fase successiva di allegazione è avvenuta nella prima decade di Giugno. È seguita un estate secca ed asciutta nella prima parte che si è trasformata in pioggia dai primi di Settembre, ridando vigore e forza alla piante per portare a termine una vendemmia speciale, importante è stata la componente dei suoli, profondi e con percentuali argillose importanti che hanno aiutato molto la vite nel periodo caldo. La produzione di vino pur attestandosi su entrambi i fronti in percentuali del meno 18-20%, ha fatto registrare una grande estrazione di colore e carica polifenolica, acidità elevata e componenti tanniche alte. Ci sono tutti gli ingredienti per aspettarsi un vino di grande classe.
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Montalcino: Presentazione del Rosso di Montalcino doc 2011, Brunello 2008Docg e selezioni, Brunello 2007 Ris.docg, S.Antimo Doc e Moscadello doc.
Rosso di Montalcino doc 2011: Annata buona grazie all’andamento climatico ideale, che ha permesso di raccogliere uve sane e vinificarle in condizioni ottimali. I vini si presentano con colori rosso rubino intensi, limpidi, talvolta brillanti e riflessi vivi e rubino. Al naso pronunciate le note floreali di viola accompagnate da frutto rosso non maturoi con buona intensità e persistenza. Al gusto si riscontrano caratteristiche tipiche quali il buon grado alcoolico, la tannicità e la freschezza acida che ci portano a giudizi largamente sufficienti pur mancando la rotondità e l’eleganza che acquisiranno più avanti. Buona persistenza aromatica ed il fin di bocca. Non mancano le eccezioni riconducibili ad una territorialità diversa nel contesto della Denominazione che fanno emergere nel vino qualità superiori nell’aspetto visivo con una cromaticità più intensa, evoluzione al naso del frutto che tende al maturo e sensazioni gustative più presenti e di buon equilibrio.
I nostri migliori assaggi: Tenuta la Fuga, Tenute Silvio Nardi, Coldisole, Il Marroneto, Vasco Sassetti, Sassodi sole, Poggio Rubino, la Poderina, Le Ragnaie, Mastrojanni, Villa i Cipressi, Scopone, Molino di S. Antimo, Salvioni, Pian delle Querci, L’Aietta, Banfi, Brunelli.
anteprime toscane Il Sommelier Marzo-Aprile 2013 • n. 2
L’annata già classificata con rating 4 stelle alla vendemmia, si presenta senza dubbio molto interessante. Personalmente ritengo che le qualità del prodotto possano essere classificate superiori alle aspettative. La degustazione ha portato ad evidenziare alcuni parametri importanti per la qualità. Innanzitutto l’aspetto visivo, si riscontrano delle tonalità riconducibili ad un vino più giovane, con brillantezza elevata e buona estrazione, i riflessi molto decisi portano ad un aranciato leggero, riscontrabile all’unghia. Dal punto di vista dei profumi, questi sono complessi, intensi e persistenti, richiamano i frutti rossi maturi tendenti al cotto, con sensazione di frutti di sottobosco piccoli e maturi e ben legati. Meno evidenti le note speziate seppur presenti specialmente in quelle dolci. Al gusto viene fuori l’espressione del sangiovese grosso: grado alcoolico presente,caldo,acidità bilanciata e vestita, tannini già eleganti e quasi totalmente polimerizzati, sapidità garbata, quale giusto corredo per ottenere un piacevole equilibrio di bocca. Buona la beva e la persistenza, si ritrovano le piacevoli note olfattive con sfumature balsamiche. Le “Selezioni” risultano rispetto al vino base molto più evolute con colorazioni intense, al naso molto persistenti con note speziate pungenti fino ad arrivare a note di caffè e cacao, al gusto, rotondi, buona acidità supportata dal corpo e dal tannino, sapidità importante.
Consigliamo di degustare: Donatella Cinelli Colombini, Poggio Salvi, Il Poggiolo, Banfi Poggio alle Mura, Ridolfi, Palazzo, Siro Pacenti, Pacenti Franco Canalicchio, Lisini, Ferrero, Fuligni, Val di Suga, Camigliano, Castello Romitorio, Santa Giulia, Argiano, Podere Le ripe, Mocali.
anteprime toscane
Brunello di Montalcino 2008 Docg:
Brunello di Montalcino 2007 Riserva Docg:
Come annata rientra nello standard, non ha suscitato grandi emozioni pur mettendo in evidenza una grande pulizia del prodotto. L’aspetto visivo ci porta ad un vino limpido, di colore rosso aranciato con riflessi in linea, trasparente. Al naso bene la complessità, persistente anche intenso, note speziate in evidenza. Al gusto tradisce un po’ rispetto alle sensazioni olfattive, molto caldo, leggermente acido, poco morbido. Una particolarità importante è riferita ai suoli, che giocano un ruolo importante riguardo alla loro composizione. Dove questi sono di medio impasto,argillosi,esposti a sud troviamo più eleganza rispetto a quelli sabbiosi e ricchi di scheletro con esposizione Nord, Nord-Est.
I migliori assaggi:
Ridolfi, L’Aietta, La Gerla, Bartoli Giusti-Tenuta Comunali, Canalicchio di Sopra, Tenuta Le Potazzine, Casato Primedonne, Banfi Poggio all’oro, Val di Suga Vigna Spuntali, Palazzo.
Moscadello di Montalcino Doc:
Il nettare d’oro di Montalcino non smentisce il suo pregio. Produzione storica del territorio Ilcinese,oggi per motivi diversi legati ai costi di produzione o al mercato che non risponde positivamente è diventato produzione limitata. È sempre piacevole degustarlo nelle diverse tipologie, tutte esprimono il carattere del vitigno ma si arricchiscono secondo la lavorazione di Colori che vanno dal giallo, pallido al dorato carico, aromi, profumi, sensazioni dolci di frutta gialla matura o cotta fino a raggiungere composte o frutta secca. Sempre delicati al palato con l’alcol che gioca
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un ruolo importante nella complessità gustativa, sono lunghi come persistenza ed hanno un magnifico fine di bocca.
Degustati per voi: Il Poggione, La Poderina, Col d’Orcia, Tenute Silvio Nardi, Villa Poggio Salvi, Banfi, Camigliano, Capanna, Caprili.
Montepulciano: Presentazione del Rosso di Montepulciano Doc 2011, Nobile di Montepulciano Docg 2010 e selezioni, Nobile Docg 2009 Riserva "
Rosso 2011: Anche a Montepulciano il Sangiovese, chiamato in loco “Prugnolo Gentile” ha dato risultati buoni: l’andamento stagionale ha favorito la completa maturazione delle uve, dandoci vini brillanti, di colore rosso rubino con riflessi violacei. Al naso floreale di mammolo e frutti rossi con richiamo all’amarena e prugna eleganti e netti. L’aspetto gustativo riscontra una buona alcolicità, di corpo, acidità pronunciata con tannini ancora verdi ma non invadenti. Buona persistenza e fin di bocca.
Consigliamo per la degustazione: Salcheto, Gattavecchi, Contucci,Il Poliziano, Palazzo Vecchio, Corte alla Flora, Casa Vinicola Triacca, Tenuta di Gracciano della Seta.
Nobile Docg 2010: Già riconosciuto alla vendemmia 4 stelle, quindi di ottima qualità, si è mantenuto tale sul prodotto base elevandosi in modo particolare sulle sele-
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zioni. Gli assaggi hanno riscontrato un vino con componenti polifenoli che importanti ai fini di una cromaticità con rosso rubino con riflessi leggermente granati, limpido; al naso complesso ed intenso con frutta rossa matura, speziatura elegante, non aggressiva, anche quando tende al pepe o al chiodo di garofano. Al gusto molto caldo, robusto, di corpo con acidità fresco vivo, giustamente tannico e sapido. In bocca finisce bene con bella persistenza. Sulle selezioni si notano colori più intensi, profumi più complessi, tendenti al minerale. Al gusto caldi, rotondi ed equilibrati, giustamente tannici, lunghi in bocca.
Consigliamo per la degustazione: Barbanera, Godiolo, Casale Daviddi, Canneto, Dei, Tenuta Valdipiatta, Lombardo, Gattavecchi, Vecchia Cantina “Poggio Stella”, Le Berne, Fattoria del Cerro, IlConventino, Bindella, Braccesca, Avignonesi.
Nobile Docg 2009 Riserva: si evidenzia nella Riserva 2009 un grado di qualità e finezza molto elevati. Vini di grande eleganza, molto limpidi e di colore rosso rubino scarico con riflessi ed unghia tendenti all’aranciato. Al naso i profumi terziari danno un bel bouquet con sentori di frutta molto matura, con sottobosco piccolo e maturo, buona speziatura e note balsamiche eleganti. Al gusto caldi ed avvolgenti, in equilibrio e giustamente tannici, buona la spalla acida per la longevità, ritornano le note olfattive pulite ed eleganti, piacevole la persistenza aromatica.
Consigliamo per la degustazione: Dei, Corte alla Flora, Icario, Barbanera, Casale Daviddi, Canneto, Carpineto, Le berne, Fattoria del Cerro. Tutto il resto su: www.fisar.com
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Anteprima e Chianti Classico Revolution
di Davide Amadei
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a ventesima edizione dell’Anteprima del Chianti Classico, tenutasi a Firenze dal 18 al 20 febbraio 2013, è stata davvero particolare: la presentazione delle nuove uscite del celebre vino toscano è stata infatti anche l’occasione per la divulgazione delle importanti modifiche al disciplinare di produzione, approvate recentemente dall’assemblea dei soci del Consorzio, e del nuovo marchio Gallo Nero. È stata chiamata Chianti Classico Revolution: un riassetto della denominazione finalizzato ad incrementare la promozione del vino e del marchio nel mondo, grazie ad un Consorzio tra i più attivi d’Italia. In particolare, è stata introdotta nel disciplinare la nuova tipologia “Gran Selezione” per i Chianti Classico di più alto livello qualitativo: vini integralmente prodotti in azienda, immessi sul mercato con almeno trenta mesi (per la Riserva sono ventiquattro) di affinamento e caratteristiche organolettiche più selettive e rigorose; lo scopo è forse anche quello di far “rientrare” nella denominazione alcuni grandi vini, vanto del territorio ma prodotti come IGT Toscana. Inoltre, si è voluta una maggiore valorizzazione della tipologia Riserva (il 40% del fatturato dell’intera d.o.c.g.), ad esempio imponendo che un Chianti Classico possa uscire come Riserva solo se il produttore dichiara la destinazione del prodotto al momento della richiesta di idoneità. E poi ecco il restyling del famoso marchio: il Gallo Nero, simbolo dell’unicità e della storicità del territorio dove nasce il Chianti Classico, diventa più dinamico e accattivante, con la testa alta e il becco aperto, quasi a cantare, la coda più ricca
di piume ed il petto più prominente ad esprimere fierezza. Passando alla vera e propria Anteprima dei vini, oltre ad alcuni campioni dell’annata 2012, sono stati presentati i Chianti Classico 2011 e, soprattutto, 2010, nonché le Riserve 2010 e, soprattutto, 2009 (con qualche 2008, 2007, 2006). I 2011 si dimostrano ancora in divenire, ma emerge l’annata calda, con frutto maturo e un po’ di alcol, a volte tannini leggermente verdi; i Chianti Classico “Annata” del 2010 hanno, invece, un filo conduttore comune nella freschezza e nell’equilibrio: tra i 24 assaggi pochi hanno deluso per piacevolezza e bevibilità; le Riserve 2009 sono spesso vini importanti, dove il lavoro in vigna ha saputo far raggiungere le giuste maturazioni fenoliche, altrimenti difficili. In generale, si nota l’elevata qualità media dei vini assaggiati, da cui emerge la ricerca dell’eleganza, della piacevolezza e dell’equilibrio come cifra stilistica sempre più comune e prevalente nella denominazione delle colline chiantigiane. Inoltre, l’uso del legno (in particolare nelle Riserve) è perlopiù molto calibrato, per lasciare che il vitigno, soprattutto sangiovese (in molti vini al 100%), possa leggere e far emergere il terroir di provenienza,
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dall’eleganza di Radda alla potenza di Castelnuovo Berardenga, insieme alla costante e tipica mineralità terrosa che rende unici questi vini. Si sono assaggiati 83 vini alla cieca: 16 Chianti Classico 2011; 24 2010; 10 2009; 4 Ris. 2010; 19 Riserve 2009; 7 Riserve 2008 e 3 Riserve 2007. Ecco i vini risultati migliori. Chianti Classico Riserva 2008 CASTELL’IN VILLA - (Sangiovese 100%) Naso elegante, anche se ancora contratto, su note minerali e terrose, erbe fresche e fiori, sottobosco; al palato colpiscono la grande struttura, la profondità ed il finale trascinante; il tannino è di grana molto fine e la sensazione sapida è marina, iodata, rinfrescante; un vero monumento al suo territorio, con la struttura di Castelnuovo Berardenga e l’eleganza del sangiovese chiantigiano. Della stessa azienda è eccellente anche il Chianti Classico 2009, con olfatto intrigante e complesso, elegantissimo, su note di terra bagnata, sentori minerali, leggera speziatura, frutti rossi, cenni balsamici quasi salini; bocca equilibratissima, lunga e ficcante, di beva irresistibile. Un passo sopra a tutti gli altri. Chianti Classico Riserva 2009 BADIA A COLTIBUONO (Sangiovese 90%, Ciliegiolo 5%, Canaiolo 3%, altri vitigni 2%) Olfatto molto elegante, fine, su note minerali, fragolina di bosco, netta viola, sensazioni marine e malto d’orzo; eccellente equilibrio in bocca, tutto è al suo posto e ben integrato: pervasivo all’attacco, il tannino è vellutato e la sapidità notevole, con finale tutto in crescendo, di carattere. Della stessa azienda già pronto e goloso il Chianti Classico 2011 Chianti Classico Riserva “Baron’Ugo” 2009 MONTERAPONI (Sangiovese 90%, Canaiolo 7%, Colorino 3%)
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Fiori freschi e secchi, netta mineralità, quasi roccioso, terra umida, elegante; freschissimo in bocca, ha grande progressione gustativa, è teso e infiltrante, con finale gustoso, lunghissimo e succoso. Chianti Classico Riserva “Poggio a’ Frati” 2009 ROCCA DI CASTAGNOLI (Sangiovese 95%, Canaiolo 5%) Naso espresso, complesso, su note di frutti rossi di bosco maturi ma anche note terziarie intriganti, oltre a fiori e sentori intriganti di grafite; fresco e molto sapido al gusto, ha tanta materia e grande presa sul palato, con tannino fine ed elegante, ottima e coinvolgente persistenza. Chianti Classico “Lamole” 2010 – I FABBRI (Sangiovese 100%) Rosso rubino sfumato ma vivissimo, all’olfatto ha nette sensazioni balsamiche fresche, ma anche terra e mineralità, fiori (violetta), tanta eleganza; la bocca è agile e scattante, con grande sapidità, che colpisce, e ci sono struttura e tannino, che, sia pur giovane, è fitto e risolto; il finale è piuttosto lungo e invitante, a tradurre nel bicchiere fedelmente il Lamole “grand cru”. Chianti Classico 2010 – QUERCIABELLA (Sangiovese 100%) Naso molto territoriale, con lampone ed altri piccoli frutti rossi in evidenza, note floreali, mirto, balsamico fresco, intrigante; bocca con attacco avvolgente, colpisce la salivazione abbondante; di buona struttura, c’è sapidità a contrastare l’alcol; finale preciso e pulito, con una scia di tipicità e carattere. Chianti Classico Castello delle Stinche Vigna Grospoli 2009 – FATTORIA DI LAMOLE (Sangiovese 100%) Qualche nota dolce e speziata (pepe bianco) non copre sentori di piccoli frutti rossi e minerali; ha grande tensione e succosità in bocca, la
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persistenza è notevole, su sentori iodati e con
bocca vibrante, di gran bella sapidità, tanto tan-
una sensazione sapida netta e continua. Chianti Classico 2010 – ISOLE E OLENA (Sangiovese 80%, Canaiolo 5%, Syrah 5%) Frutto rosso maturo, sensazioni balsamiche e floreali, leggera speziatura ed incenso, cenni minerali; bocca di eccellente equilibrio e bevibilità, morbido all’attacco, e subito fresco, tannino quasi vellutato, lungo e succoso. Già piacevolissimo e floreale anche il Chianti Classico 2011 della stessa azienda.
nino molto fine; entra timido e poi cresce, progre-
Chianti Classico 2010 CASTELLO DELLA PANERETTA (Sangiovese 85%, Canaiolo 10%, Colorino 5%) Naso originale ma comunque tipico, piuttosto complesso, con radici aromatiche ed alloro, sentori terrosi, fiori; bocca fine, affusolata, scorrevole e dinamica, con bell’allungo nel finale invitante, minerale e floreale. Chianti Classico 2010 - POGGERINO (Sangiovese 100%) Naso inizialmente non intenso, ma fine, su note terrose; successivamente escono frutto (ciliegia netta), violetta e fiori freschi, mineralità; bocca territoriale, sapida, di buona freschezza e succosità finale, piuttosto persistente. Chianti Classico Riserva “Monna Lisa” 2009 VIGNAMAGGIO (Sangiovese 80%, Merlot 10%, Cabernet Sauvignon 10%) Naso terroso, minerale, di sangiovese classico, floreale, con frutti rossi e neri, lieve speziatura;
disce e si allunga nel finale su sensazioni ancora minerali e fruttate. Chianti Classico Lilliano Riserva 2009 TENUTA DI LILLIANO (Sangiovese 90%, Colorino 5%, Merlot 5%) Naso un po’ contratto, ma fine, con sentori eterei e balsamici; poi nel bicchiere si apre su note fruttate; in bocca ha grande materia ed elevata freschezza, ottima presa sul palato, continuo nel lungo e saporito finale. Chianti Classico “Le Ellere” 2009 CASTELLO D’ALBOLA (Sangiovese 100%) Canfora, violetta, molto fine su note anche rocciose; al gusto ha elevata acidità e netto frutto a centro bocca, il finale non è lunghissimo, ma molto ben contrastato, succoso ed invitante. Chianti Classico 2010 – SAN FELICE (Sangiovese 80%, Colorino 10%, Pugnitello 10%) Bellissimo colore di sangiovese, rosso rubino non concentrato ma vivo, quasi brillante; naso molto elegante, classico, con note di rosa e cenni minerali; bocca di grande freschezza, tannino accennato e fine, finale pulito, con frutto e ritorni minerali.
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le notizie di enogastronomia e turismo
PODERE LA REGOLA, ON LINE IL NUOVO SITO Sempre attenti ai mutamenti comunicativi del mercato, Flavio e Luca Nuti, proprietari di Podere La Regola, hanno presentato il loro nuovo sito www.laregola.com: “Volevamo integrare la nostra comunicazione senza rinnegare il passato – spiega Flavio Nuti - ma abbracciando anche le nuove tendenze e perciò abbiamo creato un sito istituzionale che ripercorre la nostra storia inglobando il nostro credo <Territorio, natura, uomini: da questo scaturiscono le nostre Regole>”. Un sito comunicativo, immediato e soprattutto visivo, che esprime la filosofia di un territorio vocato da secoli alla coltivazione della vite nella costa toscana e permette di coglierne i frutti tramite lo shop on line per l’acquisto di tutti i loro prodotti, con una prima descrizione e successive schede di approfondimento accurate, con punteggi, recensioni e diplomi per farne valutare peculiarità e territorialità. L’attenzione ai new media è completata dal collegamento a filmati e ai social network. “Questa nuova veste di Podere La Regola – aggiunge Luca Nuti - sarà ulteriormente rafforzata dal rinnovato stand al Vinitaly - pad. 8/B2 in cui sarà ribadita la nuova immagine aziendale”. PODERE LA REGOLA - www.laregola.com
“TORRE DI MOSSA” - MIGLIORE OLIO DEL MONDO 2013 La prestigiosa guida Flos Olei 2013 ha decretato l’Olio Extravergine di Oliva DOP Terra di Bari–Bitonto “Tenuta Torre di Mossa” il migliore olio al mondo 2013, su 1200 campioni provenienti da tutto il mondo. Dal podere “storico” della famiglia De Carlo, nasce questo straordinario Extravergine monocultivar Coratina, la mamma di tutti gli olii del territorio. De Carlo, la sua storia inizia nel‘500, è la più antica azienda di produzione di olio extravergine di oliva presente in Puglia e una delle più antiche in Italia. Agli ulivi, da sempre, la Puglia lega strettamente la sua economia: la produzione olearia, infatti, rappresenta una vera e propria risorsa per il territorio. Situata nella famosa Conca Barese, nel territorio di Bitritto, l’azienda conta 60 ettari di oliveto, dove sono messe a
a cura della redazione di
dimora circa 12.000 piante di ulivo e da dove vengono prodotte le diverse etichette. Per “Torre di Mossa” le olive vengono raccolte a mano direttamente dalla pianta e molite entro max 12 ore dalla raccolta, nel frantoio di proprietà situato all’interno dell’azienda. Dalla produzione e fino all’imbottigliamento l’olio viene conservato in serbatoi di acciaio inox sotto battente di azoto, che evita l’ossidazione e permette una conservazione ottimale delle caratteristiche organolettiche. DE CARLO SRL - www.oliodecarlo.com
IL SEGRETO DEL MOSCATO DI SCANZO È SCRITTO IN 23 CLONI Tradurre la magia del Moscato di Scanzo in una sequenza di DNA. È la sfida, vinta, del Consorzio del Moscato di Scanzo DOCG e del CIRIVE - Centro Interdipartimentale di ricerca per l’innovazione in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Milano. Il risultato? È nel numero 23. Tante sono le linee clonali che si intersecano per dar vita ad uno dei più grandi vini italiani. Il progetto, nato da alcuni anni nell’ambito di un finanziamento del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali denominato “Valorizzazione dei principali vitigni autoctoni italiani e dei loro “terroir”, intende giungere, nei prossimi anni, all’omologazione e all’iscrizione dei cloni di maggiore interesse e complementari nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite, per costituire vigneti capaci di esprimere la massima produzione e qualità. “Due sono i nostri obiettivi principali – spiega la presidente del Consorzio del Moscato di Scanzo DOCG Angelica Cuni - Da un lato preservare la storia e l’impronta distintiva del nostro vino millenario: è probabile che la varietà a bacca nera si trovasse in zona già al termine del XIV secolo. Dall’altro tutelarlo e farlo crescere ancora in qualità, attraverso un’attenta selezione clonale. Siamo veramente fieri di essere gli apripista e i precursori di questo progetto, che sta portando a livello nazionale alla mappatura e al sequenziamento di altri 50 vitigni autoctoni italiani, che saranno presentati in un apposito convegno nel corso di Vinitaly 2013”. Ma il Moscato di Scanzo è un vino abituato ai primati: DOCG più piccola d’Italia, nel ‘700 pare fosse il più costoso al mondo, “di casa” sulle tavole di zar e reali, fra cui la corte d’Inghilterra. CONSORZIO DI TUTELA MOSCATO DI SCANZO DOCG www.consorziomocatodiscanzo.it
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SIGNORE E SIGNORI: GUSTO IN SCENA! È un panorama a 360 gradi dell’enologia italiana ed estera quello che si potrà degustare a Gusto in Scena, in programma dal 17 al 19 marzo 2013 alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia. La kermesse ha rinnovato ulteriormente la sua formula di tre eventi in uno: Chef in Concerto, il congresso di alta cucina; Seduzioni di Gola, rassegna di sfizi gastronomici rari e preziosi e I Magnifici Vini, banco d’assaggio con la selezione qualitativa curata da Marcello Coronini che assocerà alcune eccellenze a piccole cantine sconosciute di grande qualità. “La selezione dei produttori – spiega Marcello Coronini, ideatore e curatore di Gusto in Scena - è fatta in base a criteri qualitativi e storico-culturali e non mancheranno alcune chicche con alcune originali e particolari produzioni italiane come il Cacc’è Mmitte di Lucera, la Malvasia di Bosa, lo Sciacchetrà e Barbichè. Lo scopo è quello di valorizzare vitigni di grande particolarità che rischiavano di scomparire”. Ciascuna cantina sarà distinta dal simbolo “mare, montagna, pianura e collina” a seconda dell’ambiente di produzione, secondo la classificazione ideata e brevettata dallo stesso Coronini. www.gustoinscena.it
RINALDI DISTRIBUISCE “LE LUPINAIE” La Rinaldi di Bologna distribuisce da quest’anno il Morellino di Scansano D.O.C.G. e la Riserva D.O.C.G. dell’Azienda “Le Lupinaie”. Immersa nel verde delle colline della Maremma toscana si estende su una superficie di 25 ettari a circa 250 mt. slm, sul versante marino, così che l’aria del Tirreno mantenga le uve asciutte nei mesi autunnali della raccolta, raggiungendo maturità fenoliche ottimali che danno morbidezza e piacevolezza ai vini. Il Morellino di Scansano D.O.C.G. (Sangiovese 95% e Ciliegiolo 5%) affina in bottiglia per almeno 4 mesi raggiungendo la sua completezza olfattivo– gustativa, che mantiene anche dopo 4–5 anni dalla vendemmia. Colore rosso rubino intenso con sfumature violacee, al naso si presenta fruttato, con note di marasca e frutti rossi e leggermente speziato. Al palato è piacevolmente tannico, morbido, caldo, di buona struttura e di lunga persistenza. Di buon tenore alcolico (13%) va servito a 18°-20° e si accom-
pagna superbamente a primi e a secondi a base di cacciagione, arrosti e carni rosse. La D.O.C.G. Riserva (Sangiovese 90%, Merlot 10%) ha una gradazione di 13,5% vol. e invecchia in barrique di rovere francese per 12 mesi, affinando in bottiglia per almeno 10 mesi. Di colore rosso rubino intenso, con venature ambrate è elegante e complesso, con note di frutta matura, sottobosco e spezie. In bocca è morbido, leggermente tannico, rotondo e di buona persistenza, è eccellente con secondi saporiti, brasati, formaggi stagionati ed erborinati. FRATELLI RINALDI IMPORTATORI S.P.A. - www.rinaldi.biz
ENTE VINI BRESCIANI, BONOMO NUOVO PRESIDENTE Sante Bonomo è il nuovo presidente dell’Ente Vini Bresciani, storica istituzione del panorama vitivinicolo provinciale: l’attuale leader del Consorzio Valtènesi succede a Cesare Materossi e guiderà l’organismo per il prossimo triennio. Il neopresidente ha indicato nel consolidamento della vitivinicoltura bresciana attraverso il rilancio delle diverse Denominazioni d’Origine l’obbiettivo prioritario del suo mandato. “Punteremo a qualificare ulteriormente i servizi a supporto dei Consorzi Vini e delle imprese loro associate – ha spiegato Bonomo - L’Ente fornirà il proprio sostegno anche per l’apertura della nuova sede territoriale del Consorzio Valtènesi a Puegnago del Garda, ed altre iniziative riguarderanno l’internazionalizzazione in collaborazione con l’Associazione dei Consorzi Vini Lombardi – Ascovilo. Una mission quest’ultima particolarmente strategica considerata la sempre maggiore rilevanza economica dell’apertura verso i mercati internazionali”. Centrale nell’opera dell’Ente Vini rimarrà la collaborazione con gli Enti Territoriali, ed in particolare con Camera di Commercio e Provincia di Brescia, oltre che con il Centro Vitivinicolo Provinciale per le attività di ricerca ed assistenza tecnica e con le associazioni di rappresentanza del settore vitivinicolo. ENTE VINI BRESCIANI www.entevinibresciani.it
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SALOTTI DEL GUSTO IN ALTA BADIA Dal 22 al 24 giugno le strutture del Fanes Group di San Cassiano, in Alta Badia, sono la suggestiva cornice di “Salotti del Gusto”. Prestigiosi vignaioli e artigiani del buon cibo e operatori del mercato professional coinvolti in originali Salotti di degustazione e assaggio nei quali raccontare e condividere percorsi ed emozioni. Tra le novità nel format, la Carta dei Vini e il Contest Living the Chef che coinvolge per quattro mesi sul web 40 nomi della cucina d’autore. Tra gli altri, Alciati, Arrigoni, Astuto, Aversa, Bassi, Bracali, Cedroni, Ciccotti, Ferraro, Fiorentini, Livan, Maisel, Perbellini, Pinciaroli, Pinna e Grassoli, Prest, G.Rossi, Rubatscher, Scibilia, Telloli, Urso, e Valletta abbinati ai vini di Barone Ricasoli, Allegrini, Altemasi, Cesarini Sforza, Cave du Vin Blanc de Morgex, Conti Bettoni Cazzago, Principe Ibleo, Fenech, Masciarelli, Castello di Buttrio, Dipoli, Masi, Podere La Chiesa, Fongaro, Drius, Vigne Di More, Silvio Carta, Giovanni Mazzone, La Valentina, Vigna Montedoro, Fattoria Moretto. Taste the Food con Hiran Daviar, Luch da Pcei, Alpe Pragas e le specialità del maestro pasticcere Fiasconaro. E la “chicca”Living the Taste, mix di eventi e web, per comunicare le eccelleze Made in Italy. SALOTTI DEL GUSTO - www.salottidelgusto.com
FARE E COMUNICARE L’UVA ITALIANA “SEMPRE MEGLIO” Il 93% della produzione italiana di uva da tavola proviene dalla Puglia e dalla Sicilia, regioni meridionali dall’estate lunga, secca e soleggiata: l’ideale per produrre uva della migliore qualità. Con oltre 11 milioni di quintali raccolti nel 2012, l’Italia è tra i primi tre Paesi esportatori al mondo e il primo a livello europeo. Il continuo miglioramento delle tecniche di produzione ha consentito di offrire standard di sicurezza alimentare fra i più elevati al mondo, qualità superiore e una più ampia scelta varietale. Per documentare lo studio, le innovazioni e la passione che hanno reso possibile questo traguardo, Bayer CropScience Italia ha voluto sostenere la realizzazione del breve film “Si fa presto a dire uva”, con il patrocinio dell’Associazione Pugliese Esportatori Ortofrutticoli e della Regione Puglia. “Si fa presto a dire uva” è un cortometraggio girato
a cura della redazione di
in Puglia in collaborazione con le imprese leader del settore, per proseguire nel percorso avviato con il volume della collana Coltura & Cultura “L’uva da tavola”. L’intento è di stimolare un maggiore interesse del pubblico a conoscere e riconoscere la qualità, il territorio e i valori sociali della produzione italiana di uva da tavola e il suo primato nei mercati internazionali. Per mantenere questo primato, la produzione deve essere orientata al miglioramento continuo e questo è l’obiettivo di “Magis uva da tavola”, progetto nato nel 2012 e di cui Bayer CropScience in Italia è partner per migliorare e garantire la sostenibilità e la sicurezza dell’uva italiana nel modo più concreto, efficace e trasparente. “Da sempre pionieri dell’innovazione – ha detto Karina von Detten, amministratore delegato di Bayer CropScience in Italia – siamo orgogliosi di promuovere un’assoluta novità nel campo della comunicazione dei prodotti agroalimentari e di sostenere Magis; speriamo che queste proposte innovative possano essere di stimolo per gli operatori del settore, per un’uva italiana “sempre migliore”. BAYER CROPSCIENCE - www.bayercropscience.it
CANTINA DI VICOBARONE SEMPRE PIÙ TERRITORIALE Punterà sempre di più sul legame con il territorio la strategia della Cantina di Vicobarone, la grande struttura vitivinicola realizzata in uno dei paesi più vocati alla viticoltura delle colline piacentine. Protagonisti saranno i vini territoriali per eccellenza, Malvasia e Gutturnio, ma anche lo straordinario patrimonio di storia, tradizioni e persone che la cantina, nei cinquant’anni dalla fondazione ad oggi, ha saputo costruire e valorizzare. Oggi lo rinnova con l’impegno verso la sostenibilità delle proprie attività produttive, le nuove ricerche sperimentali sul legame unico tra i vitigni e l’ambiente collinare, il rapporto magico con la gastronomia del territorio piacentino, nella convinzione che lo sforzo costante di migliorare la qualità dei propri vini significa anche esaltarne i caratteri più tipici e distintivi. 300 soci, 700 ettari di vigneti e 3 milioni di bottiglie prodotte, con un mercato italiano ed europeo e una gamma di vini che soddisfa ogni tipo di consumatore, nella ristorazione come nella grande distribuzione, non ha perso di vista l’obiettivo principale: mantenere su ogni bottiglia i caratteri dell’origine. CANTINA SOCIALE DI VICOBARONE SOC.COOP AGR. www.cantinavicobarone.com
le notizie di enogastronomia e turismo
ARÈLE IL VINO SANTO DI CAVIT
Arriva Pasqua e si riscopre la tradizione trentina con Arèle Trentino Doc Vino Santo di Cavit. Il Vino Santo è un vino trentino da meditazione di altissima qualità che racconta una storia secolare ricca di tradizione e amore per la terra. Il particolare procedimento alla base della sua produzione prevede che, dopo la vendemmia, i grappoli più maturi delle uve Nosiola della Valle dei Laghi ai piedi delle Dolomiti vengano distesi su graticci di legno, chiamati nel dialetto locale proprio Arèle, e vengano lasciati ad appassire fino a primavera con una ventilazione naturale. La vinificazione avviene durante la Settimana Santa di Pasqua (da qui il nome Vino Santo) a cui segue un invecchiamento di 6 anni in piccole botti di rovere e l’affinamento di 8-10 mesi in bottiglia. È dunque proprio dall’unione di questi consolidati processi che nasce Arèle Vino Santo di Cavit, un prodotto premiato nei più importanti concorsi enologici internazionali, in grado di esaltare il fascino della tradizione e a trasmettere i sapori e le pregevoli sensazioni del Trentino. Dal sapore corposo e intenso, il Vino Santo è famoso per le sue delicate note di frutta secca e di miele, caratteristiche ottenute proprio in virtù del particolare procedimento cui vengono sottoposte le uve. Servito a 10° - 12° è un’esperienza da provare! www.cavit.it
WINEFIT QUALITY WINE DISPENSER
Winefit ha progettato e studiato a lungo una macchina che fosse in grado di preservare le bottiglie di vino e, una volta stappate, mescerle in modo armonioso. Si distingue da quanto offre il mercato per compattezza, versatilità ed accessibilità per qualsiasi tipo di utenza a partire dal Wine Bar specializzato fino ad arrivare al singolo sommelier o amatore di vino. Grazie al rivoluzionario tappo, con una sola macchina si può aprire un numero illimitato di bottiglie di qualunque formato fra 0,75 e 1,5 l. Inoltre offre la possibilità di decantare il vino con lo speciale decanter in dotazione che permette di ossigenare il vino già durante la mescita. Prima azienda del settore ad utilizzare delle piccole bombole di gas Argon, gas inerte per eccellenza, inodore e insapore e che garantisce la conservazione del vino fino a 5 settimane con risultati al di sopra di qualsiasi altra miscela senza aggiungere nessun tipo di installazione esterna e in
possesso di tutte le omologazioni necessarie per l’uso nel settore alimentare. WINEFIT srl - www.winefit.it
HY CUVÉE + CIOCCOLATO FONDENTE = CuOr
CuOr è una linea di prodotti nata dall’unione di due ingredienti eccellenti, puro cioccolato fondente al 60%, in origine biologico, e HY Cuvée, la straordinaria birra rossa a metodologia Champenoise. Senza zuccheri aggiunti, i prodotti della linea CuOr sono realizzati con materie prime di elevata qualità e non contengono grassi vegetali. La linea è composta da CuOr PRALINE, cioccolatini a forma di cuore e da CuOr DESSERT, cuore gigante, entrambi di finissimo cioccolato fondente che racchiudono la morbida crema alla HY Cuvèe. Originale è CuOr CREMA SPALMABILE, una crema dal sapore unico ed originale dovuto solo ed esclusivamente dall’utilizzo della birra rossa a metodologia Champenoise. Ottima da degustare in purezza, è la farcitura ideale per torte, lievitati e crostate; si può utilizzare per realizzare dolci al bicchiere o come cuore cremoso per crepes e tortini caldi. La birra utilizzata, HY CUVÉE, cattura subito l’occhio per il suo caldo color oro ramato, dovuto all’utilizzo del malto tostato, e per la crema fitta e persistente. È una birra 100% di malto d’orzo che viene prodotta con la metodologia Champenoise ed effettua un anno di affinamento in cantina prima di essere immessa sul mercato. Appaga il naso ed il palato con avvolgenti toni speziati e fruttati, per questo è apprezzata anche dal pubblico femminile. Nella fase degustativa si possono ricercare moltissimi profumi incisi nella memoria olfattiva: prugna matura, caffè torrefatto, liquirizia, caramello, banana matura. Al palato inebria per il suo corpo strutturato e bilanciato, con lunga persistenza. È perfetta con primi piatti molto saporiti, selvaggina, capretto, formaggi d’alpeggio ed erborinati. Deliziosa anche proposta in accompagnamento ai dessert a base di cioccolato fondente o di frutta secca. ZAGO S.R.L. - www.zago.it
FATTORIA DI CINCIANO AL VINITALY
Al Pad. 8 Toscana Stand D4 P6, verrà presentato il loro icon wine PietraForte IGP TOSCANA 2011, blend di Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon. Invecchiato in barrique francesi per 9 mesi, al naso è fruttato di confettura di ciliegia, ribes nero, foglia di pomodoro, speziato con note di vaniglia e caffè. Da scoprire. FATTORIA DI CINCIANO S.r.l. Soc. Agr. - www.cinciano.it
a cura della redazione di
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FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI
Ti aspettiamo al Vinitaly dal 7 al 10 aprile 2013: Stand Istituzionale FISAR / Area Centro Servizi Arena / galleria 6/7 / Stand 10/11 Stand Istituzionale rivista “Il Sommelier” / Area Centro Servizi delle Erbe / galleria 4/5 / Stand 19
Domenica 7 Aprile - 30
anni della rivista “Il Sommelier”
alle ore 17,00 presso lo stand Carpené Malvolti (Pad. 5 B5), la famiglia Carpené attende i soci e gli amici della FISAR per il brindisi di auguri ai 30 anni della rivista “Il Sommelier”.
il Salotto del Vino
Stand FISAR Centro Servizi Arena galleria 6/7 Il vino secondo i protagonisti intervistati da Roberto Rabachino, Direttore rivista “Il Sommelier” e Presidente Associazione Stampa Agroalimentare Italiana
LA F.I.S.A.R. INCONTRA I CONSORZI LUNEDI 8 Aprile 2013
ore 15,00 Consorzio Tutela Vino Bardolino DOC Angelo Peretti - Dir. Mkt Andrea Vantini - Dir. Area Tecnica
ore 16,30 Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi Ermi Bagni - Direttore
martedi 9 Aprile 2013 ore 11,00 Istituto Trento DOC Fabio Piccoli - Dir. Mkt
ore 15,00 Consorzio Tutela Brachetto d'Acqui Federica Bonello - Consulente per l'Enologia ore 16,30 Consorzio Tutela Valcalepio Sergio Cantoni - Direttore
MERCOLEDI 10 Aprile 2013
ore 10,30 Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella Olga Bussinello - Direttore
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Oltre ai consueti spazi espositivi con lo stand istituzionale e quello nel settore stampa dedicato alla rivista “Il Sommelier”, ogni giorno “casa FISAR” aprirà le porte del suo Salotto per ospitare i grandi personaggi del vino italiano.
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Organo Ufficiale della FISAR
Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori
wine tasting: vini Organizzatore degli eventi:
Passiti
Domenica 7 aprile 2013 / ore 15.00 Sala C 1° piano Pad.8/9 / Area CentroServizi “Bra”
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Titolo della degustazione: F.I.S.A.R. WineTasting - Tavola Rotonda
VINI PASSITI ITALIANI… DOLCE PASSIONE! FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI
Verona dal 7 al 10 aprile 2013
Presentazione Oggi le donne sono sempre più protagoniste nel mondo del vino, con l’assunzione di ruoli importanti che evidenziano le loro competenze e le loro capacità imprenditoriali in ogni settore della filiera, dimostrando di essere una valida risorsa per il nostro Paese. Sei produttrici, accomunate da una grande passione e sensibilità femminile, ci condurranno in un affascinante percorso di deliziosi vini passiti dolci, nobili, spesso rari, di elevata qualità, ottenuti dall’appassimento dei grappoli migliori attraverso una complessa vinificazione. Sono prodotti speciali, frutto di faticoso lavoro, di impegno e dedizione, che rappresentano l’eccellenza e la tradizione della nostra terra e, grazie alle loro peculiari caratteristiche di vini prestigiosi, conquistano ogni giorno di più il gusto dei consumatori italiani e stranieri. L'evento è inserito nel programma 2013 della Fisar in Rosa. La partecipazione al WineTasting - Tavola Rotonda è su prenotazione.
Riferimenti per info e prenotazioni: Luisella Rubin mobile: 347 8202834 • e-mail: consigliere.rubin@fisar.com
Interverranno: GRAZIELLA CESCON Vicepresidente Nazionale FISAR HILDE PETRUSSA Produttrice - Az. Agricola Vigna Petrussa - Prepotto (UD) - Friuli V.G. PICOLIT- Colli Orientali del Friuli DOCG - 2009 MARIA IDA AVALLONE Produttrice - Az. Villa Matilde - Cellole (CE) - Campania Delegata Regionale “DONNE DEL VINO” della Campania Villa Matilde “ELEUSI” Passito Roccamonfina IGT - 2008 JOSE’ RALLO Produttrice - Az. Donna Fugata - Marsala (TP) - Sicilia “BEN RYÉ” Passito di Pantelleria DOC - 2006 ELEONORA CHARRÈRE Produttrice - Soc. Agr. Les Crêtes - Aymavilles (AO) - Valle D'Aosta Delegata Regionale “DONNE DEL VINO” della Valle D’Aosta Les Abeilles - Vino di uve stramature 2004
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LAURA BIANCHI Produttrice - Az. Castello di Monsanto - Barberino Val D’Elsa (FI) - Toscana Vin Santo del Chianti Classico “LA CHIMERA” DOCG - 1995 ELENA FARINA Produttrice - Az. Vinicola Farina - Pedemonte (VR) - Veneto Recioto Classico della Valpolicella DOCG - 2011 GLADYS TORRES URDAY Giornalista e Referente Fisar in Rosa Italia Nord-Ovest Moderatrice KAREN CASAGRANDE FISAR Ambassador LUISELLA RUBIN Consigliere Nazionale FISAR Responsabile Nazionale Fisar in Rosa
vinitaly Il Sommelier Marzo-Aprile 2013 • n. 2
wine tasting:
vini Balcani
Lunedì 8 Aprile 2013 / ore 11.00 Sala C 1° piano Pad. 8/9 / Area CentroServizi “Bra”
Organizzatore degli eventi: ®
Titolo della degustazione:
F.I.S.A.R. WineTasting – Seminario sui vini dei Balcani 1° Balkan Wine Tasting: il vino come strumento di aggregazione tra i popoli Presentazione
Nella più importante vetrina mondiale per l’enologia del mondo, saranno presentati in contemporanea sette vini provenienti da sette nazioni dell’areale balcanico. Una prima mondiale per Albania, Bosnia, Croazia, Kossovo, Macedonia, Montenegro e Serbia che verranno rappresentate da un proprio vino prodotto con uve autoctone caratteristiche dell’areale balcanica. Un evento unico, che per la prima volta, grazie a FISAR e LVIA (ong italiana che opera in Albania), porterà alla conoscenza di giornalisti e personalità del settore enologico, prodotti ancora poco conosciuti ma che possiedono un grande potenziale enologico. Non sarà una gara tra vini, ma un simposio per dimostrare che il vino è uno strumento potente di aggregazione, figlio della tradizione antica che questi popoli hanno saputo preservare nel tempo, espressione di un connubio virtuoso tra uomo, vitigno e territorio. Personalità e tecnici commenteranno e guideranno all’assaggio, illustrando le caratteristiche dei vitigni scelti e il loro areale di coltivazione, fornendo una descrizione dello stato dell’arte del settore vitivinicolo delle nazioni rappresentate. L'evento è inserito nel programma della FISAR INTERNATIONAL.
FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI
Verona dal 7 al 10 aprile 2013
La partecipazione al WineTasting - Tavola Rotonda è su prenotazione.
Riferimenti per info e prenotazioni: Rabachino Roberto mobile: +39 393 9294582 • e-mail: r.rabachino@fisar.com
Interverranno:
MARIO DEL DEBBIO Presidente Nazionale FISAR ROBERTO RABACHINO Presidente dei giornalisti dell'agroalimentare italiano - ASA FISAR Ambassador CLAUDIA MARINELLI Segretario Nazionale FISAR Giudice ai concorsi internazionali
ANDREA SHUNDI Professore Universitario Ricercatore e Storico ALBERTO CUGNETTO Enologo ANDREA LO IACONO Lvia Albania DANIELA MECAJ Sommelier FISAR di origine albanese responsabile del servizio
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News dal MONDO
di Picciolo Irene e Pino Pullella
Oggi la Turchia si posiziona al 6° posto nella produzione di uva con 3.850.000 tonnellate prodotte annualmente.
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i capita che una volta nella vita vuoi strafare e allora massimo del lusso e prendi le cose migliori che quel mondo lì ti può offrire.
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Il vino in Turchia e i misteri della cucina ottomana È cominciata così la nostra visita ad Istanbul alla scoperta delle tradizioni e dei misteri non solo della cultura ma anche dell’enogastronomia ottomana. Sin dall’inizio si resta stupiti da come i cittadini si diano da fare ad accogliere i turisti attirati dall’unica città al Mondo a sorgere su due continenti. Non c’è dubbio che la presenza del “lato asiatico” aldilà del Bosforo funga da potente richiamo per l’immaginario
Il Sommelier Marzo-Aprile 2013 • n. 2
collettivo europeo. Terra delle più antiche civiltà, la coltivazione risale a 7000 anni fa ed era usanza degli Ittiti celebrare ogni vendemmia con una festa, è evidente quanto il vino fosse importante nell’antichità sia per l’economia che per le pratiche culturali. I Frigi, che vissero in Anatolia dopo gli Ittiti, introdussero il vino in Grecia e in Anatolia e la produzione continuò anche dopo l’arrivo dell’Islam: i cristiani
News dal MONDO
producevano in gran parte il vino che
ogni divieto di vendere alcolici a lungo
modernizzazione Ottomano e la pro-
veniva consumato abitualmente an-
termine era in contraddizione con l’in-
duzione aumentò dopo che la fillosse-
che dai Musulmani. Durante l’Impe-
teresse dello Stato. Durante i periodi
ra distrusse le coltivazioni europee.
ro Ottomano, la generale atmosfera
di proibizione le vigne non venivano
Oggi la Turchia si posiziona al 6° posto
di tolleranza fu interrotta di tanto in
sradicate: la produzione dell’uva era
nella produzione di uva con 3.850.000
tanto da divieti ufficiali nell’uso e nel-
semplicemente deviata verso altri tipi
tonnellate prodotte annualmente e al
la vendita di alcolici. Pesanti sanzio-
di consumo. Una scorta pronta di uva
6° posto per la superficie agricola de-
ni, in qualche caso anche la pena di
permetteva alla produzione di vino di
stinata a tale produzione, ovvero circa
morte, erano applicate per coloro che
recuperare velocemente dopo ogni
486.000 ettari, dopo l’Italia, la Cina, gli
non obbedivano alle nuove regole. I
interruzione.
USA, la Francia e la Spagna.
divieti erano sempre di breve durata
Durante la seconda metà del XIX se-
In Turchia solo il 2% della produzione
per una chiara ragione economica: le
colo, la produzione di vino raggiunse
totale di uva è destinata alla produzio-
tasse ricavate con la vendita del vino
livelli record e divieti sugli alcolici ces-
ne del vino e questo si spiega con l’in-
erano una risorsa importante per le
sarono, in una atmosfera di tolleranza
gente quantità di uva passa prodotta
entrare del tesoro Ottomano, quindi
e libertà giunta con il movimento di
(1° Paese al mondo) e da tavola.
UNA PERSONALITÀ CHE TRASPARE IN OGNI OCCASIONE faravetrerie.it
News dal MONDO
Le varietà di uve autoctone o internazionali più diffuse nel territorio sono: Adakarası, Alicante Boğazkere, Bornova Misketi, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Carignan, Chardonnay, Çalkarası, Emir, Grenache, Kalecik Karası, Karalahna, Kuntra, Merlot, Narince, Öküzgözü, Papazkarası, Petit Verdot, Pinot Noir, Sangiovese, Sauvignon Blanc, Shiraz, Sultaniye, Tempranillo, Vasilaki, Viognier. Dopo un’attenta analisi dei vini ci imbattiamo nei misteri che il cibo ci riserva, le specialità vanno dai formaggi, al pesce, alle carni speziate. I profumi pervadono ogni angolo della città fino a raggiungere il loro eccelso al mercato dove è possibile far scorta di thè e spezie di ogni genere. Attratti dal lato paesaggistico raggiungiamo il ristorante Imbat che ci accoglie in una favolosa terrazza
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che con un colpo d’occhio ci erge su entrambi i continenti, Europa e Asia, e improvvisamente ci si rende conto che il Palazzo Topkapi e Hagia Sophia siano così vicini da prenderli con mano. Piacevole accoglienza e si inzia con un assaggio di formaggi tipici accompagnati da un’insalata mediterranea condita con salsa di melograno il tutto accompagnato da un EMIR di corpo medio leggero, di colore giallo tenue, con alta acidità e aromi delicati. Il giorno successivo attratti dai misteri della cucina ottomana il Pasazade ci offre il Dolma, foglie di vite ripiene di riso con macinato di carne; Hükar Begendi, carne stufata con purè di melanzane arrostite su fiamma; e il Mutancene, agnello semi dolce con mandorle albicocche essiccate, spinaci e carote. Il vino OKUZGOZU, il
Il Sommelier Marzo-Aprile 2013 • n. 2
cui livello alcolico è normalmente tra il 12,5% e il 13,5%. è alto in acidità, e il suo corpo medio offre un delicato bouquet. Ha aromi di frutta e fiori, l’uva OKUZGOZU è di solito mescolata con la varietà Boğazkere. Proseguiamo il nostro viaggio degustando le tipicità regionali della cucina dell’Anatolia presso il Neyzade dove è obbligo assaporare lo squisito agnello con pinoli ed erbe fresche e non farsi mancare i favolosi dolci a base frutta secca ed essicata che rendono la Turchia famosa in tutto il mondo. La serata è allietata dalla musica dei Dervisci accompagnata dalla cerimonia di Sema dei Mevlevi, accettata dall’UNESCO come uno degli elementi dell’eredità culturale mondiale, e scrutiamo infine il panorama sul Bosforo dalla torre di Galata, lasciando nel nostro cuore una notte e una città da non dimenticare.
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La FISAR di S. Donà del Piave a favore dei terremotati dell’Emilia
plendida cena di beneficenza al ristorante “al Trovatore” di Ceggia, una serata tra amici nata da una idea condivisa dai soci e dai Consiglieri della Delegazione FISAR di S. Donà di Piave i quali si sono fatti promotori di questa importante iniziativa benefica. L’Emilia è una terra generosa e gioiosa che nel maggio scorso è stata purtroppo colpita da un grave evento, il terremoto, che ha fatto crollare muri vecchi e nuovi ma non ha scoraggiato lo spirito della gente emiliana, che ha chiesto in silenzio aiuto e rispetto. Nelle difficoltà i valori della solidarietà e dell’amicizia uniscono le persone di cuore e noi abbiamo raccolto con gioia questi segnali, credendo che fosse importante partecipare ai disagi dei nostri vicini di casa. Contattando i vari ospiti abbiamo trovato da subito una partecipazione gioiosa. Primi fra tutti i rappresentanti della Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto (Mo), persone squisite che ci hanno al-
lietato con la loro presenza discreta e importante. L’elisir che ci hanno fatto conoscere ha meravigliato i partecipanti che hanno gradito l’assaggio di Aceto Balsamico Tradizionale prima sul Parmigiano Reggiano in scaglie, poi sul risotto al Parmigiano e a seguire sullo Zampone modenese. Cultura e piacere si sono dati la mano anche nell’assaggio del “secondo re” emiliano: il Parmigiano Reggiano dell’Azienda Bonati di Basilicanova (Pr), un piccolo produttore che ci ha mostrato la sua grandezza nelle sue stagionature 28 mesi e 3 anni, fino al sorprendente ed inimitabile 10 anni; un viaggio sensoriale che meritava da solo tutta la serata, se non fosse che non era certamente l’unico ospite d’onore. Infatti non si poteva parlare di “Emilia” senza degustare lo Zampone, con il purè e le gocce di Aceto Balsamico Tradizionale, autorevole rappresentante del territorio emiliano, così importante da essere annualmente solennizzato con una
grande festa in quel di Castelnuovo Rangone, in Provincia di Modena. I piatti degustati nel corso della serata, magistralmente preparati dalla Chef Graziella del Ristorante al Trovatore, sono stati abbinati ai vini della cara terra Emiliana della antica Cantina “Francesco Bellei & C.” di Bomporto (Mo) e sono stati descritti dall’attuale proprietario Claudio Cavicchioli che ci ha fatto conoscere tutti i segreti del Lambrusco di Sorbara, vinificato sia nella versione Ancestrale che in una raffinata versione Metodo classico. Al momento del dessert è stata servita la tipica “Torta Barozzi”, dolce tipico artigianale di Vignola che ha deliziato il palato dei numerosissimi partecipanti alla serata i quali hanno contribuito, con la loro encomiabile generosità, alla raccolta di ben 1000 euro da devolvere a chi purtroppo è stato colpito pesantemente nel quotidiano. La serata è stata splendidamente condotta dal ns. docente Andrea Da Ros, che ha saputo cogliere nel segno lo spirito della serata stessa e coinvolgere gli ospiti in un evento veramente importante. Certamente abbiamo avuto conferma che le buone idee, unite alle buone collaborazioni e all’anima delle persone che sanno riconoscere le belle iniziative, danno ancora più valore alla ns. Associazione che negli anni cresce e fa crescere l’amore per l’enogastronomia italiana. Notizia inviata da Silvia Baldam della Delegazione di S.Donà di Piave
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Con la Delegazione di Salerno “Di Cantina in Cantina”
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on si è fermato nemmeno durante le festività natalizie il tour alla scoperta delle realtà eccellenti della provincia salernitana, denominata di “Cantina in Cantina”, firmato dalla FISAR Salerno. Si tratta di una serie di appuntamenti, proposti ad associati ed appassionati di enogastronomia, che non si limita a promuovere le aziende vitivinicole, ma intende dare spazio a tutti coloro i quali lavorano nell’agro-alimentare con serietà.“Il vino è il nostro primo amore, ma è importante conoscere anche i prodotti di qualità che lo incontrano a tavola. E la conoscenza non può che arricchirsi se si ha la possibilità di visitare i luoghi in cui le bufale sono allevate e quelli in cui il loro prezioso latte viene lavorato” – racconta il delegato Alberto Giannattasio. Difatti, lo scorso 22 dicembre, location mozzafiato del tour fisariano è stata Taverna Penta. Un caseificio ormai inglobato nella città di Pontecagnano, ma che conserva il fascino dell’antico palazzo di campagna, riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali “testimonianza di architettura di indiscussa importanza storica e ambientale”. Gli allevamenti, rigorosi e all’avanguardia, sono situati nella fertile Piana del Sele, territorio a cui le bufale appartengono sin da quando furono portate in Italia, probabilmente dai Saraceni. La mozzarella Taverna Penta è pro-
dotta dall’Azienda Agricola Filippo Morese, riconosciuta da lungo tempo per una qualità organolettica di grande levatura. Merito di una filiera costantemente sotto controllo, che parte dall’allevamento, passando per la produzione di foraggio, per poi terminare nella meticolosa attenzione alla fase della lavorazione. Protagonista indiscussa la mozzarella di bufala campana DOP nella versione classica, accompagnata però da ricottine, provole affumicate e scamorze. Per l’occasione, in cui diverse
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aziende vitivinicole hanno proposto in abbinamento i loro vini, ha presenziato alle attività anche il primo cittadino di Pontecagnano Faiano, Ernesto Sica. “Siamo orgogliosi di ospitare una produzione così importante, una vera perla tra le migliori realtà che propongono mozzarella di bufala. Un vanto e una speranza rivolta al futuro, la qualità ci permette di guardare avanti fiduciosi”. Notizia inviata Antonella Petitti per la Delegazione di Salerno
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A Pisa la festa degli Auguri
a Locanda Sant’Agata, antico podere nobiliare, il cui fascino è rimasto intatto dopo l’accurato recupero strutturale e ambientale, si trova in un luogo privilegiato, tranquillo e soleggiato nella splendida campagna toscana. Le meraviglie dell’arte, gli straordinari paesaggi e i piaceri della buona tavola sono i segni dell’accoglienza più cordiale. Se aggiungiamo lo chef Luca Micheletti, da trent’anni apprezzato e conosciuto alchimista di sapori, che ha scelto le nobili ricette toscane, debitamente rivisitate, per i propri piatti, possiamo pensare che la scelta di organizzare la Festa degli Auguri da parte della FISAR pisana vada nella direzione giusta per soddisfare le esigenze dei propri soci ed amici. Il percorso enogastronomico, al quale ha dato il proprio
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contributo Liana Benini, responsabile dei Sommelier pisani, è stato illustrato dal Delegato Maria Cristina Massina con dovizia di particolari evidenziando il carattere di una cucina a kilometri zero, costruita intorno agli straordinari prodotti che offre il territorio: le carni di chianina, di mucco pisano, la cinta senese, il cinghiale e il daino del Parco di S. Rossore, l’agnello biologico del Parco di Coltano, i latticini biologici, i vini e gli oli locali. Una selezione di proposte fatta di scelte rigorose, di natura, di prodotti freschissimi e di alta qualità per soddisfare i palati più esigenti. Su questi elementi è stato costruito il menù che ha visto come “entrée” una delicata pappa al pomodoro accompagnata dal Prosecco cuvée “Il Faggeto”. Un ventaglio di antipasti composto da Arrotolato di
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verza con ricotta biologica con anello di cipolla rossa di Massarosa fritto e anatra muta su fonduta ed una vellutata di porro con pancetta croccante di maiale pesante hanno accontentato sia il palato che l’occhio per la sapiente presentazione. Presentazione dei piatti che è stata il lieto motivo del convivio. Il bianco Chardonnay “Tenuta Mazzolino” IGT del 2009 ha ben pulito le papille gustative per prepararle ai primi piatti: Panzerotti erba cipollina e trevigiano in crema di gorgonzola e Risotto carnaroli con scamorza affumicata e zucchine morette. Ai primi è stato abbinato il Chianti Colline Pisane dell’Azienda Agricola “Sorelle Palazzi” DOCG 2009. Successivamente si è passati allo Stracotto di mucco pisano al Chianti (il medesimo servito nei bicchieri) con
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purea di patate aromatizzate alla salvia. Sulla pietanza di carne è stato abbinato dai bravi Sommeliers Andrea Somigli e Paolo Rossi il Chianti Colline Pisane Riserva 2007 sempre delle sorelle Palazzi. Dopo il dessert di Cheesecake con fondente alla paprica dolce, bagnato dal Moscato “Tenuta Mazzolino”, ha ripreso la parola il delegato per complimentarsi con i Sommeliers che durante l’anno hanno sempre saputo trovare tempo,
modi e maniere per essere presenti agli appuntamenti canonici dell’associazione, il lavoro svolto ai margini dei corsi, l’impegno profuso per garantire quelle manifestazioni che sono diventate consuetudini tali da contraddistinguere la nostra associazione in città, il Consiglio che con passione e costanza espleta le proprie funzioni al meglio e tutti coloro che contribuiscono con iniziative varie alla vita della Fisar pisana, concludendo con un rin-
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graziamento generale che deve essere punto di partenza per migliorare i risultati nell’anno futuro. Quindi, tra gli applausi, ha provveduto alla cerimonia di consegna del gagliardetto allo chef insieme all’organizzatrice della serata Liana Benini ed i suoi Sommelier in servizio, complimentandosi, tra scroscianti applausi, con la Brigata di cucina e il Rango di servizio. Notizia inviata da Tiziano Taccola della Delegazione di Pisa e Litorale
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La Delegazione FISAR di Sabaudia festeggia “35 anni insieme”
ella splendida cornice dell’Hotel Oasi di Kufra in Sabaudia si è festeggiato l’evento del 35° della nascita della nostra Delegazione avvenuta il 03 giugno 1977. Alla serata, cui hanno partecipato numerosi soci e simpatizzanti, è intervenuto il consigliere nazionale Carlo Iacone e gentile signora che hanno avuto modo di apprezzare l’ottima organizzazione e la preparazione della brigata dei sommellier per l’occasione composta anche dai neo diplomati che hanno avuto l’occasione per un emozionante debutto in grande stile.
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In apertura di serata il Delegato Primo Carlo Bonetti ha ringraziato gli intervenuti e dopo aver fatto una breve storia della ns Delegazione ha illustrato i programmi futuri invitando tutti ad una maggior partecipazione sollecitando nuove adesioni. Il ricchissimo menù, con abbinamento dei vini curato dalla Delegazione, è stato preparato da tre chef locali, noti nell’intera nostra Regione anche per la loro partecipazione a manifestazioni in Tv. Si è iniziato con aperitivo e antipasti a cura dello Cheff Ernesto Russo del Ristorante “Ernesto” che ha pre-
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sentato una sequenza di cannolicchi alla griglia, cozze in gratin, insalata di seppie e polipo, verdurine fritte. Particolarmente apprezzato l’abbinamento con lo spumante Brut della Cantina Cincinnato di Cori. I primi sono stati approntati dallo chef Paolo Forzan del Ristorante “Rendez Vous” che ha presentato un risotto con gamberetti, zucca e funghi porcini e a seguire “la calamarata” con ricciola e pomodoro pachino. Abbinamento, per entrambi i piatti, con Illirio Cori Bianco D.O.C. della Cantina Cincinnato. Al secondo, a cura dello chef Mimmo Sodano dell’ “Oasi di Kufra”, grigliata
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di pescato di giornata, è stato abbinato Poggiodorico I.g.t. Lazio Bianco della Cantina Cincinnato di Cori. In abbinamento al dolce, â&#x20AC;&#x153;Torta Fisarâ&#x20AC;? millefoglie con crema e cioccolato della pasticceria Gigi di Sabaudia, è stato servito il Moscato dâ&#x20AC;&#x2122;Asti Cantina Marenco di Strevi. Durante la serata è stato consegnato lâ&#x20AC;&#x2122;attestato di fedelta al socio Lo Noce Piero per i suoi 35anni di ininterrotta partrecipazione alla Delegazione. Sono stati inoltre consegnati, e molto apprezzati, attestati agli chef ed alle
Ditte che hanno contribuito alla riuscita della serata. A tutti soci è stato consegnato un gadget riportante il simbolo della Fisar nonchè il logo della serata. A tutte le signore un simpatico cotillon. Il servizio vini è stato curato dai Sommelier, Dapit Giuseppe, Romano Abati, Stefania Mattioli, Giovanni De Vincenzo, Angelo Schivo, Irene Abati, Paolo Puntel, Patrizia Scarizzi, Gianni Rossetti, Marisa Lo Pinto, Gianluca Cassoni con la supervisione del responsabile Osvaldo Bigarelli. La briga-
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ta, molto apprezzata per la sua professionalitĂ durante tutte la serata, ha ricevuto alla fine un lungo e caloroso riconoscimento. Il Delegato al momento dei saluti, cogliendo lâ&#x20AC;&#x2122;occasione per augurare agli intervenuti un felice Natale ed un ottimo 2013, ha dato a tutti lâ&#x20AC;&#x2122;appuntamento per le prossime manifestazioni.
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Notizia inviata dalla Delegazione
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di Sabaudia
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amiglia Formalizzata ufficialmente la Fisar in Rosa
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l Consiglio Nazionale con delibera n. 7/2013 del 27 gennaio 2013 ha ufficializzato l’istituzione della FISAR IN ROSA affidando l’incarico alla Consigliere Nazionale Luisella Rubin. In pari data la Responsabile Nazionale Luisella Rubin ha proposto e ottenuto la nomina dei referenti territoriale della FISAR IN ROSA. Sono state nominate Referenti Territoriali della FISAR IN ROSA: Gladys Torres Urday per l’area Italia Nord Ovest, Patrizia Loiola per l’area Italia Nord Est, Maria Rosa Porcari per l’area Italia Centro e Anna Mercogliano per l’area Italia Sud.
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“Le donne sommelier sono ormai una realtà in crescita esponenziale” dichiara il Presidenta Nazionale Mario Del Debbio. La creazione di un progetto a loro dedicato sarò sicuramente un valore aggiunto per tutta la nostra associazione. “Sono particolarmente felice di assumere questo importante incarico che mi vede responsabile del progetto “Fisar in Rosa” il cui obiettivo è quello di valorizzare la figura della donna sommelier Fisar quale risorsa utile per una crescita significativa della nostra associazione - dichiara la responsabile Nazionale Luisella Rubin. Tale pro-
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getto intende coinvolgere in un lavoro di squadra tutte le sommelier che operano nel territorio nazionale per l’attuazione di iniziative ed eventi culturali ed enogastronomici sulla base di un programma comune volto a dare ampia visibilità alla Fisar. In questo un percorso triennale – conclude la Consigliere Nazionale Rubin – sarò coadiuvata dalle Referenti Territoriali nominate che si impegneranno a seguire l’organizzazione delle manifestazioni previste nelle aree di competenza e proporre momenti di aggregazione comune”. Ufficio Stampa Nazionale FISAR
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La Delegazione di Manziana festeggia i nuovi sommelier
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a sera del 25 gennaio 2013 la Delegazione di Manziana ha organizzato l’annuale cena dedicata alla festa del tesseramento, offerta a tutti i soci già in regola con l’iscrizione 2013 e a tutti coloro che in occasione della serata hanno rinnovato la propria adesione alla nostra Federazione. La cena preparata dal ristorante “Nido del Falco”, in Via Croce degli Scopetoni, 31 a Manziana è stata allietata dai vini della cantina friulana ‘Le Favole’, Tenuta Cadorin, che possie-
de vigneti a Caneva (PN) e a Carlino (UD). Sono stati presentati cinque vini, tutti caratterizzati da vitigni in purezza: uno spumante Prosecco doc extra dry, un sauvignon blanc, una malvasia istriana, un refosco dal peduncolo rosso della linea cru (Storiis) e per concludere un verduzzo friulano da uve surmature. In occasione della serata, sono stati festeggiati i 13 nuovi Sommelier della delegazione, che hanno concluso il loro corso di studi lo scorso dicembre 2012, ai quali sono stati consegnati gli
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attestati da sommelier e il tanto sospirato tastevin. I nuovi Sommelier FISAR sono: Stefano Carucci, Santo Catanzariti, Sara Cavalli, Lucrezia Centroni, Massimo Cettomai, Sara Crociani, Manilo Frattari Fernando Iannozzi, Romina Lombardi, Massimiliano Lombardo, Stefano Pinti, Roberto Saraceno, Alessandro Siracusa.
Notizia inviata dalla Delegazione Manziana Monti Sabatini
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amiglia Rum & Cioccolato alla Fisar di Pontedera
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l Museo Piaggio di Pontedera (PI), nella suggestiva ambientazione della sala che ospita l’Esposizione Permanente delle collezioni Piaggio Vespa e Gilera si è svolto il Concerto – Degustazione di Rum e Cioccolato, organizzato dalla FISAR Pontedera – Valdera e dall’Associazione culturale XlinX-Cantina Jazz. L’evento ha salutato le feste natalizie, ormai al termine, con un coinvolgimento corale di tre momenti musicali con la degustazione di tre particolari
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rum di pregio abbinati a loro volta ad una selezionata tipologia di cioccolato artigianale Trinci. La formula ha permesso ai caratteri meditativi e nello stesso tempo conviviali della musica Jazz, del cioccolato e dei distillati di esaltarsi a vicenda trasportando il pubblico intervenuto in misura superiore al previsto in un percorso sensoriale che ha stimolato i presenti a catturare, ognuno con la propria sensibilità, gli accostamenti tra melodie di suoni e di sapori.
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I brani sono stati scelti ed arrangiati per riprodurre acusticamente le sensazioni del percorso gustativo e delle origini storiche dei rum in degustazione e sono stati elegantemente interpretati dal tenore/controtenore Emiliano Loconsolo, il chitarrista Francesco Lo Castro e il contrabbassista Nino Pellegrini. I rum offerti in degustazione sono stati illustrati dal docente e membro del Centro Tecnico Nazionale FISAR Marzio Berrugi, il quale, con la classe che sempre lo
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contraddistingue, ha condotto i presenti in una coinvolgente panoramica di mari esotici, tradizioni di terre, popoli, distillerie, profumi e sapori che fanno la storia del rum. Così pure il cioccolato artigianale Trinci in abbinamento ha rievocato immagini e sapori di paesi lontani per ricondurre subito dopo al nostro territorio in quanto la storia della torrefazione Trinci inizia nel 1939 a Firenze ed attualmente il laboratorio Trinci Caffè e Cacao elabora le sue delizie a Cascine di Buti minuscolo centro della provincia pisana. Oggetto della degustazione sono stati: TROIS RIVIERES, rhum agricolo del protettorato francese Martinica invecchiato 5 anni in abbinamento ad una pasta pura di cacao 100% evoluzione più immediata della materia prima: la
granella di fave di cacao; SEA WYNDE RUM JAMAICA & GUYANA, prodotto ancora oggi come 100 anni fa per la Royal Navy inglese in abbinamento a un fondente 80%con granella di fave di cacao; ZACAPA 23 ETIQUETA NEGRA, ron del Guatemalaex colonia spagnola in abbinamento a un fondente 75% con miele spiaggia, zucchero di canna e vaniglia in bacche. Non meno ricca di storia e nostalgici ricordi per molti presenti la sala del Museo Piaggio che ha ospitato l’evento riconfermando il ruolo e la finalità del “progetto culturale Piaggio” – composto dall’Archivio Storico, dal Museo e dalla Fondazione – di accrescere il valore del rapporto impresacultura, impresa-territorio.
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Hanno infine contribuito attivamente al successo dell’evento i sommelier della FISAR Pontedera–Valdera che hanno garantito il loro supporto in sala il delegato Francesco Fariello, e i Sommelier: Cristina Braccini, Stefano Cappelli, Flavio Carraro, Francesca Gallerini, Nico Landi. Visto il gradimento dimostrato dai partecipanti la delegazione FISAR Pontedera sarà promotrice di altri eventi simili anche per soddisfare le aspettative di tutte quelle persone rimaste escluse per esaurimento dei posti disponibili.
Notizia inviata da Cristina Braccini della delegazione Pontedera-Valdera
La Delegazione di Lucca e Garfagnana in visita a Castelnuovo Berardenga
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el mese di gennaio la delegazione di Lucca-Garfagnana ha organizzato una gita alla cantina Tolaini di Castelnuovo Berardenga - Siena. All arrivo siamo stati accolti con molta cortesia e disponibilità dalla signora Lia Tolaini Banville, figlia del fondatore Pierluigi Tolaini, e dall'amministratore Delegato e Responsabile di Cantina Diego Bonato che ci ha informati sull attività e sulla storia dell’Azienda, dal direttore commerciale Tamara Maccherini e dall’agrono-
mo Davide Xodo. L’azienda, fondata nel 1998 da Pierluigi Tolaini, nativo di Castenuovo Garfagnana in provincia di Lucca, comprende una superficie vitata di 50.000 ettari e produce più di 250.000 bottiglie. Dopo la foto di gruppo davanti alla scalinata della splendida villa, la visita è iniziata dalla terrazza da dove si può ammirare il panorama costellato di vigne che circondano interamente la tenuta; questa Cantina valorizza le varietà autoctone assieme ad alcuni vitigni internazionali e si av-
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vale della collaborazione del famoso enologo francese Michel Rolland ritenuto tra i più grandi al mondo. La forma di allevamento è il Cordone Speronato ed i vitigni coltivati sono Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot. Le vigne situate a Montebello hanno un terreno di natura franco-limoso, buona porosità strutturale e discreta presenza di scheletro, quelle a San Giovanni hanno un terreno sabbioso con esigua presenza di scheletro,
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mentre quelle situate Al Passo hanno un terreno franco-argilloso, calcareo, buona porosità strutturale ed una alta presenza di scheletro. La visita è continuata nella cantina, costruita nella parte centrale della Tenuta; la parte di vinificazione e stoccaggio è stata concepita su due livelli. I 26 serbatoi in acciaio inox a doppia cella favoriscono la pratica del "delestage" (la parte superiore è destinata alla vinificazione e quella inferiore allo stoccaggio). Una parte della vinificazione viene fatta in 12 tini di legno di rovere francese ed il
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processo di fermentazione finisce con l'estrazione manuale delle vinacce in modo da favorire una migliore separazione dei tannini. Scendendo ci troviamo di fronte alla barricaia completamente interrata e dotata di un sistema di controllo della temperatura ed umidità; a fianco delle 1200 barriques c è il magazzino ed il locale per l'imbottigliamento. La visita è terminata nella bellissima sala di degustazione, dove era stato allestito un ricco buffet di salumi e formaggi e dove abbiamo degustato ben 5 vini alcuni dei quali
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premiati da importante guide italiane: Tolaini Chianti Classico Riserva e gli Igt Toscana Al Passo, Valdisanti 2006 e 2008 e il Picconero. Al termine della degustazione ci siamo diretti presso un osteria caratteristica in località Santa Colomba di Monteriggioni dove abbiamo apprezzato con molto piacere un menù ricco di portate preparate con la cucina tipica del territorio per poi fare ritorno a casa. Notizia inviata da Toschi Roberto della Delegazione Lucca-Garfagnana
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La Delegazione di Prato consegna gli attestati
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l giorno 14 Dicembre 2012 si è svolta la cena per la
affascinando la platea.
consegna degli attestati ai 35 corsisti di secondo livello
I loro vini sono stati abbinati ai piatti cucinati con maestria
che hanno superato con successo la prova finale.
dallo chef Patrizio del “Prota catering”
Anche questa volta la Delegazione di Prato ha scelto per
Un ricco e variegato buffet con verdurine fritte, salumi, for-
la serata una location suggestiva: la “Limonaia” della la villa
maggi, cocci con patè di fegatini e pomodoro piccante,
medicea “La Magia”, una perla preziosa adagiata su un’al-
bruschette ai porri stufati accompagnato da N.S. Della
tura alle pendici settentrionali del Montalbano da cui domi-
Neve – Metodo Classico Extra Brut Rosè ha accolti i con-
na la zona circostante, ai piedi la città di Quarrata.
venuti.
Visto il periodo è stata anche l’occasione per fare gli Auguri
La cena è poi proseguita con il servizio ai tavoli con un
di Buone Feste a tutti i soci da parte del Consiglio.
delicato primo di gnocchetti con fonduta di Castelmagno
A tale proposito è stata bandita una lotteria con ricchi premi
e spuma di cavolo nero e con straccetti al battuto di lepre,
messi in palio dai 6 sponsor dell’evento che ha riscosso un
che ben hanno legato con un Dolcetto d’Alba 2010 D.O.C.
grande successo da parte degli oltre novanta intervenuti.
Successivamente un controfiletto di manzo sfumato al
I piatti della serata sono stati accompagnati dai vini
nebbiolo è stata l’occasione per degustare un Nebbiolo
dell’azienda piemontese “G.D.VAJRA”.
Langhe 2009 D.O.C.
Questa azienda situata nel comune di Barolo in provincia
Ma il clou della serata è stato sicuramente rappresenta-
di Cuneo, con i suoi vigneti che arrivano sino a 350-400
to dal Pecorino stagionato Terre di Siena servito con un
metri, dove il Nebbiolo, il Dolcetto e la Barbera hanno una
Barolo Bricco delle Viole 2007 D.O.C.G elegante ed av-
maturazione più tardiva, ha sempre espresso nel tempo
volgente dal finale lungo ed equilibrato, uno dei prodotti di
vini dai profumi particolarmente freschi, dotati di un’acidità ben presente ma calibrata che hanno nella finezza aromatica il loro carattere distintivo. Milena ed Aldo Vaira, intervenuti alla serata, da vignaioli attenti e discreti hanno parlato con passione dei loro prodotti
punta dell’azienda Di Vajra. Alla fine un Moscato d’Asti 2011 D.O.C.G. coni suoi sentori di frutta gialla e di erbe aromatiche, ha esaltato uno scomposto di millefoglie caramellato con crema e frutti di bosco. In questa serata, la Delegazione pratese ha avuto il piacere di avere come ospiti la signora Marinella Bozzola, responsabile del CTN, e il signor Luca Lumini della Delegazione Fisar della Verislia che insieme al Direttore di corso Simona Orlandi hanno consegnato gli attestati fra gli applausi dei presenti. Il servizio è stato assicurato con efficienza e professionalità dai Sommelier: Gionni Bonistalli, Valter Mazzetti, Luigi Scarpellini e Alessio Vitale.
Notizia inviata da Paola Cappellini della Delegazione di Prato
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FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI
21 aprile 2013 A Firenze l’Assemblea dei Soci FISAR e la riunione dei Delegati.
Posto in un complesso d’epoca costruito nel cinquecento, adibito ad Orfanotrofio dello Spedale degli Innocenti, quindi trasformato in Villa signorile ed abbandonato nel secondo dopoguerra, l’HOTEL 500 FIRENZE è stato oggetto di un importante intervento di restauro che ha messo assieme le esigenze del restauro conservativo con quelle della distribuzione degli spazi e dell’arredamento degli interni, allo scopo di trasformare il complesso in un prestigioso spazio ricettivo.
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Un pieno di attività La Segreteria Comunica - di Claudia Marinelli per scrivere al Segretario Nazionale: segretario.nazionale@fisar.com
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I prossimi mesi saranno talmente importanti che i nostri soci inizieranno a vedere da vicino i cambiamenti in atto e tutte le novità che stiamo apportando.
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l socio sarà coinvolto attivamente in tutti i passaggi, e a ricaduta tutti gli organi statutari previsti saranno coinvolti in questo, sicuramente sarete sollecitati a collaborare con noi attraverso le molteplici richieste da parte della Segreteria Nazionale, una su tutte l’aggiornamento del nostro database che necessariamente vi coinvolgerà tutti. Il rinnovamento FISAR parte dal web che diventerà uno strumento essenziale per il nostro futuro, per la nostra visibilità e per migliorare la nostra immagine. Per questi motivi le nostre energie saranno indirizzate a questo importante settore dove il Consigliere Nazionale Marco Mancini, vero deus ex machine di questo cambiamento, apporterà tutte le innovazioni per rendere questo importante strumento operativo e funzionale alle nostre esigenze. Il primo passo è già stato fatto. Sto parlando di “FISAR CLOUD”, un archivio “tra le nuvole” al quale è possibile accedere attraverso l’area riservata ai soci sul sito www.fisar.org Con la tessera 2013 è stato inviato ad ogni socio il proprio username e la propria password con le quali potrà accedere a questo servizio, al primo
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accesso sarà chiesto di inserire la propria mail (chi ancora non l’ha fatto), in modo da avere un recapito su cui poter fornire, celermente, notizie riguardanti l’associazione con un servizio denominato FisarNews. Questo servizio gode di una doppia funzionalità: da una parte la possibilità di accedere in tempo reale a tutte le news inviate per essere informati delle attività che la Fisar propone su tutto il territorio Nazionale, dall’altra la possibilità di aggiornare tutti vostri dati in maniera autonoma in modo da velocizzare notevolmente tutto il processo di aggiornamento dei database. Inoltre il Socio potrà trovare la sezione “rinnovo tessera” dove potrà rinnovare la quota associativa, sia tramite il tradizionale bonifico bancario, sia con il sistema di pagamento elettronico Paypal. Naturalmente la FISAR CLOUD è un servizio ed un’opportunità anche per le Delegazioni. Ogni interfaccia specifico avrà’ la sua cartella dove saranno caricati in tempo reale tutte le circolari, comunicazioni, verbali, delibere e news inviati dalla Segreteria Nazionale alle nostre delegazioni. Questo nuovo servizio di archiviazione
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la rinnovata area download del sito
www.fisar.org ci permetterà di avere oltre che una tempistica reale per le comunicazioni, anche la possibilità di essere in linea con una gestione delle varie attività che la FISAR, senza l’inutile uso del cartaceo, vuole valorizzare sensibilizzando i nostri associati per il rispetto dell’ambiente che ci circonda. Le attività non si fermano qui. La programmazioni dei corsi per Direttori di Corsi (DCSF) e quelli di Comunicazione & Degustazione (C&D) sono a regime, l’importante processo che riguarda l’aggiornamento dell’Albo Relatori è iniziato con l’inserimento di tutti i dati, procedendo verso il controllo incrociato e accurato che si concluderà a breve con il “passaggio” definitivo dal vecchio Albo Docenti al nuovo Albo Relatori. Prevista per i giorni 23 e 24 marzo a Firenze, la prima sessione d’esame per l’abilitazione dei nuovi Relatori. Questa fase delicata di cambiamento è iniziata e come sempre, quando l’innovazione è tanta, necessaria è la collaborazione e la comprensione di tutti. Collaborazione che deve vedere tutti impegnati nel segnalare possibili incongruenze: insieme si cresce e insieme si migliora. Concludo ricordando gli appuntamenti importanti prossimi futuri come il Vinitaly che ci vedrà nuovamente protagonisti con eventi di assoluto valore nazionale ed internazionale. E poi, Il 21 aprile, sempre a Firenze la convocazione dell’Assemblea per l’approvazione del bilancio 2012 che vedrà la consueta riunione annuale dei Delegati. In questa occasione ci riserveremo un momento tutto dedicato ad affrontare insieme i cambiamenti proposti da questo nuovo Consiglio Nazionale e faremo il punto sui primi 180 giorni dal suo insediamento. La miglior forma di crescita in ogni settore è il dialogo ed il confronto e questo è quanto ci siamo proposti di fare fin dall’inizio con la consapevolezza che necessario e vitale è cercare di creare momenti dove ci possa essere un vero e proprio scambio propositivo.
oltre a permetterti di avere sempre a disposizione: informative, circolari, delibere e tutta la modulistica presenta una grande novità:
un’area unicamente dedicata a te. Il tuo archivio riservato. Una cartella nella quale la Segreteria Nazionale inserirà tutti i documenti e le informative riservate ai soci in modo che tu possa consultarle in qualsiasi momento ed in qualsiasi posto ti trovi. Ti sarà sufficiente una connessione internet e la tua password di accesso. Come funziona. Accedi all’area riservata ai soci dal sito
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con l’username e la password che hai ricevuto con la tessera 2013. Nella schermata principale troverai i tuoi dati personali ed avrai la possibilità di variare la tua password, il tuo indirizzo, il tuo numero di telefono e, cosa più importante, inserire la tua email che a quel punto diventerà anche la tua nuova user. Potrai cosi restare sempre in contatto con noi attraverso il servizio fisarnews. Nel menu di sinistra troverai la cartella Fisar Cloud, un archivio con documenti ed informazioni utili da poter consultare e scaricare in qualsiasi momento Fisar Cloud sarà ancora più personalizzato per le delegazioni. Ogni Delegazione, nell’area riservata alle Delegazioni, avrà a disposizione una cartella dedicata con le informative riservate riguardanti i corsi, le documentazioni fiscali, i contratti di affiliazione e uso del Marchio ed ogni altro tipo di informativa personale. Il tutto con un risparmio cartaceo enorme ed in quest’ottica di rispetto della salvaguardia dell’ambiente, ti invitiamo a stampare solo i documenti strettamente necessari. La Segreteria Nazionale, come di consueto, è a vostra disposizione per ogni eventuale chiarimento. Un ringraziamento particolare al Consigliere Marco Mancini per l’upgrade del programma.
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Le funzioni del sommelier Fisiologia dei sensi Analisi Sensoriale Viticoltura Enologia (vinificazione bianchi) Enologia (vinificazione rossi e rosati) Enologia (spumanti) Enologia (vini speciali) Enologia (alterazioni, difetti e malattie) Legislazione vitivinicola I Distillati La Birra e le altre bevande Test finale
Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria Lombardia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna Veneto, Friuli-VeneziaGiulia Toscana, Umbria Marche, Lazio, Abruzzo, Molise Campania, Puglia, Basilicata Calabria, Sicilia, Sardegna Francia (Champagne, Borgogna, Alsazia) Francia (Bordeaux, Loira, Sud Ovest) Francia (Rodano, Provenza, Linguadoca, Rossiglione, Corsica) e Portogallo Spagna, Germania e resto dell’Europa Le Americhe Oceania e Africa Test finale
Albo dei Direttori di Corso Sommelier Fisar (DCSF)
Corso di 3° livello Alimentazione Metodologia dell’abbinamentosuccessione dei vini e dei cibi Gli antipasti I primi piatti, le salse, i condimenti Il pesce Le carni Le verdure, i funghi, i tartufi I formaggi I dolci Lezione riepilogativa Cucina del territorio ESAME FINALE
Mini Corso di avvicinamento al vino
Cinque incontri per amarlo in tutti i sensi TATTO Prima che sia vino: Le uve - I Vigneti - Le vinificazioni VISTA Bianchi Rossi Rosati: Tre colori mille sfumature OLFATTO Un fiore nel bicchiere: Un calice colmo di profumi GUSTO I Sapori del vino: Terroir e Tradizione UDITO Quando il vino é conversazione: Saperlo scegliere saperlo abbinare
In questo corso, riservato ai soli soci sommelier, vengono approfondite le tematiche legate alla degustazione ed illustrate le tecniche per una corretta comunicazione. Al termine di questo corso i partecipanti ricevono un attestato di partecipazione che da’ diritto di accedere ai corsi per le qualifiche superiori.
I Sommelier in possesso dell’Attestato di partecipazione ai Corsi C&D possono accedere a questo Albo seguendo il Corso predisposto in collaborazione con il CTN. L’iscrizione è subordinata al superamento dell’esame finale.
Relatore Fisar
I Soci Sommelier in possesso dell’Attestato di partecipazione ai Corsi C&D possono richiedere l’iscrizione all’Albo Relatori. L’iscrizione è subordinata al possesso di titoli specifici o al superamento di una prova di esame da sostenersi di fronte ad apposita Commissione. Le Sessioni di Esame sono calendarizzate periodicamente dalla Sede Nazionale.
Degustatore ufficiale Fisar Possono accedere a questi corsi i Soci Sommelier in possesso dell’Attestato di partecipazione ai Corsi C&D. A superamento della prova di esame finale viene rilasciata la qualifica di Degustatore Ufficiale.
Albo Sommelier attivi
F.I.S.A.R.
Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori Via dei Condotti, 16 - 51017 Asciano Pisano S. Giuliano Terme (PI) Tel. 050 857105 - Fax 050 856670 e-mail: segreteria.nazionale@fisar.com - www.fisar.org
Sei un Sommelier FISAR? Richiedi l’iscrizione nell’Albo dei Sommelier attivi ad accedi alla possibilità di partecipare ai servizi di Sommelier sia di carattere nazionale che locale. Negli ultimi anni i Sommelier della FISAR hanno curato il servizio dei vini in importanti manifestazioni come la presentazione Guida Vini Espresso, l’Enoteca del Salone del Gusto, la presentazione Guida Slow Wine e tanti tanti altri. Non perdere l’occasione di essere tu stesso un protagonista del mondo del vino.
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