Il Sommelier n. 4/2009 luglio-agosto

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Anno XXVII - Numero 4 - Luglio-Agosto 2009

IN QUESTO NUMERO • Un turismo a 24 carati • Vini ed altre golosità della Liguria di Ponente • La cultura in una etichetta • Vinexpo 2009: il salotto del vino internazionale • Nello stato di Santa Catarina in Brasile il vino si chiama Pericò • Programma Assemblea di Loano

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Organo ufficiale della FISAR - Tariffa R.O.C.: ”Poste Italiane S.p.A. - Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) v46, art. 1 comma 1, DCB Po”

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Rivista di enologia, gastronomia e turismo

Bolgheri:

il nuovo disciplinare ribadisce il terroir 5,30



Comunicazione Istituzionale

Pag.

La sociologia nell’alimentazione - Roberto Rabachino L’opinione di Marcello Masi - Marcello Masi News dal Mondo News dall’Italia In famiglia La segreteria comunica: programma Assemblea Elettiva di Loano

L’altra faccia del Sauvignon - Enza Bettelli

Pag.

ENOGASTRONOMIA • TURISMO • CURIOSITà

Vini ed altre golosità della Liguria di Ponente - Virgilio Pronzati Il vino del futuro - Lorenzo Tablino

La cultura in una etichetta - Gladys Torres

Una vigna in città - Silvana Delfuoco

Bolgheri: il nuovo disciplinare ribadisce il terroir Valentina Niccolai

Vinexpo 2009: il salotto del vino internazionale Roberto Rabachino

Lungo la Via della Seta - Carlo Ravanello

Nello stato di Santa Catarina in Brasile il vino si chiama Pericò - Roberto Rabachino

SCIENZA • TECNICA • APPROFONDIMENTI

Sai bere - Alla Fattoria del Cerro si vinifica con arte - a cura della redazione di Quality ADV

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sommario

L’opinione del Presidente

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Le notizie di enogastronomia e turismo a cura della redazione di Quality ADV

Il Re del gusto a Lampedusa - Giancarlo Roversi

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Alla scoperta di una piccola doc friulana: la Doc Carso Luca Iacopini e Massimo Bracci

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La comunicazione: strumento per conoscere, per crescere, per proporre

Presidente Vittorio Cardaci Ama

per comunicare con il Presidente: presidente@fisar.com

Il consueto appuntamento della Giornata del Sommelier quest’anno ha visto impegnate in conferenze e dibattiti le nostre Delegazioni in tutta Italia sul tema della comunicazione legata al cibo e al vino

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nfatti, e di questo ne sono fermamente convinto, il Sommelier, quello serio, è certamente una delle figure più importanti, quando si parla di comunicazione; l’anello che congiunge produttore e consumatore, ma bisogna fare attenzione, perché spesso i “comunicatori” usano un linguaggio troppo tecnico, quasi un gergo, correndo il rischio che invece di trasmettere delle informazioni corrette, di trasferire conoscenza al consumatore ed aiutarlo nelle sue scelte si finisce per disorientarlo. Comunicare oggi è piuttosto difficoltoso, in tutti i campi; nel nostro caso poi bisogna capire esattamente cosa e a chi comunicare. Alla massaia o comunque al consumatore che bada sostanzialmente al rapporto quantità/prezzo bisognerà porgere un certo tipo di messaggio con un vocabolario adeguato; al professionista o all’appassionato, invece ci si potrà rivolgere usando un lessico mirato possibilmente alle sue esigenze e calibrato al proprio grado di cultura. Per un Sommelier informare, e rendere più sensibile il consumatore, deve essere come un “apostolato”. Per questo motivo, sin dalle prime lezioni ai nostri corsi, così come sulla carta stampata, bisognerebbe portare avanti il concetto di Qualità senza mezzi termini e senza interessi precostituiti; voglio dire che spesso, sotto le mentite spoglie della comunicazione, vengono propinate informazioni che altro non sono che occulta pubblicità. Insegniamo alla gente ad andare in enoteca o al

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supermercato, a conoscere le numerose aziende che lavorano bene ma non hanno prezzi esagerati. Oggi forse sono in tanti a credere che essere in grado di degustare un vino o abbinarlo ad un cibo è come appartenere ad una classe aristocratica che, probabilmente ha degli aspetti positivi da un punto di vista delle strategie di vendita, ma dare origine ad un sogno, a un desiderio, ad uno status symbol è compito di chi deve promuovere, non di chi deve informare come il giornalista, così come il sommelier che hanno proprio il compito di informare, non quello di promuovere. Dal Sommelier mi aspetto umiltà, professionalità a vera competenza, evitando protagonismi da palcoscenico ed esaltazione di vini inarrivabili. E’ di estrema importanza avere una cultura di base, cioè possedere quelle competenze utili per potere riconoscere le caratteristiche organolettiche, che devono prescindere comunque dal proprio gusto personale, al fine di dare un corretto giudizio; conoscere la tradizione, capire la provenienza, sapere perché un vino o un alimento viene prodotto in un determinato modo vuol dire essere in grado di sviluppare e far progredire le proprie conoscenze, senza trascurare tutti quegli elementi fondamentali che sono passione, piacere e soddisfazione che si provano quando ci si trova davanti ad un calice di vino o ad una prelibatezza; sono questi i fattori che ci portano ad andare oltre, a cercare di imparare sempre di più. Mi piace citare un pezzo tratto dal film Sideways,

Il Sommelier Marzo-Aprile 2009 • n. 2


la sequenza in cui Miles e Maya, due protagonisti del film, seduti sotto un portico, danno vita ad una delle più emozionanti dichiarazioni d’amore cinematografiche di tutti i tempi, rivolte al vino: “… amo pensare alla vita di un vino. Il vino è un essere vivente. Amo immaginare l’anno in cui sono cresciute le uve di un vino. Se c’era un bel sole o se pioveva. Le persone che hanno curato e vendemmiato quelle uve. E se è un vino di annata, penso a quante di loro sono morte. Mi piace che il vino continua ad evolversi: che se apro una bottiglia oggi avrà un gusto diverso di quello che avrebbe se l’aprissi un altro giorno. Ogni bottiglia di vino è come se vivesse: ha una nascita, una sua evoluzione, una fase in cui raggiunge l’apice e da cui subito dopo inizia un lento ed inevitabile declino...”. È chiaro che la realtà è ben altra cosa, come è ben altra cosa dovere svolgere, nel quotidiano, l’attività di Sommelier, che in Italia come ben sapete è una

figura professionale non prevista dal contratto nazionale collettivo di lavoro ne, tanto meno, da norme che possano disciplinare l’esercizio abusivo della professione. A tal proposito lo scorso mese di giugno è stato presentato un disegno di legge che dovrebbe regolare la disciplina della professione di sommelier, e da una prima lettura mi sembra di capire che qualcosa nel testo andrebbe rivista, oltre che interpretata; sappiamo di certo che la nostra Federazione non è stata interpellata preventivamente, così come sembrerebbe neanche l’Associazione Italiana Sommelier, le uniche titolate alla formazione, almeno fino ad oggi. Auspico che la nostra Federazione possa contribuire proficuamente a migliorare il disegno di legge proposto e in attesa di ulteriori sviluppi, auguro a tutti i nostri lettori che possano trascorrere delle piacevoli vacanze con serenità e spensieratezza.

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di Roberto Rabachino per comunicare con il Direttore: direttore@ilsommelier.com

La sociologia nell’alimentazione

La sociologia dell’alimentazione è un settore delle discipline sociologiche che si occupa delle dimensioni sociali legate ai processi di produzione, preparazione e consumo del cibo nelle diverse culture umane

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hi tratta di questi argomenti sono i nutrizionisti ed i sociobiologi che considerano il cibo una sorta di “medicina”, utile a prevenire e curare le malattie le disfunzioni organiche nonché il benessere fisico e sensoriale, mentre gli antropologi ed i sociologi sono invece interessati alle pratiche e ai discorsi

intorno al cibo, e si pongono i quesiti di quanto e cosa esso rappresenti all’interno di una cultura. Oggi si ritiene che il cibo oltre a svolgere le funzioni nutritive sia un fatto sociale, un mezzo per leggere i profondi ed incessanti cambiamenti del mondo d’oggi, un mezzo per comprendere l’umana evoluzione; è da qui che nasce allora la scienza

Fotografia di Nevio Doz

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chiamata “antropologia dell’alimentazione” che si presenta come uno dei mezzi per leggere e interpretare l’evoluzione umana, attraverso le categorie di cibo, cucina, alimentazione, nelle differenti società, passate e presenti. Infatti, procurarsi, preparare e consumare il cibo é un’attività comune a tutte le civiltà ma gusti, preferenze e possibilità alimentari variano notevolmente da cultura a cultura. La rapida evoluzione dei nostri tempi ha prodotto numerose e profonde trasformazioni che stanno modificando il nostro rapporto col cibo, le regole, gli orari e i luoghi della sua assunzione; persino il senso del gusto si è modificato sensibilmente soprattutto a causa della produzione di massa

Il Sommelier Rivista di Enologia, Gastronomia e Turismo Registr. Tribunale di Pisa n° 21 del 15.11.1983

degli alimenti, delle influenze della moda e dei mass media nelle scelte alimentari, che hanno determinato la nascita di nuovi stili alimentari. Sembra configurarsi un nuovo scenario rispetto al passato che vedrà contrapposti da un lato l’arte e l’artigianato agro-alimentare, dall’altro l’industria ovvero la filosofia del “locale” contro quella della globalizzazione. Da tutto questo nasce una profonda rivisitazione sull’alimentazione e sul cibo. Il consiglio è una attenta riflessione su come la natura interculturale del cibo abbia influito sui nostri canoni alimentari modificandoli a tal punto da farci perdere il “ricordo” dei sapori e dei profumi autoctoni, nostrani.

Grafica e Stampa: Tipografia Rossi Via Casalpiano, 28 - 53048 Sinalunga (SI) Tel. 0577 679158 - Fax 0577 678245 e-mail: mail@tipografiarossi.com

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Responsabile Comitato Scientifico: Giuseppe Sicheri

Organo Ufficiale della F.I.S.A.R. Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori Ric. di Pers. Giuridica PI. n° 1070/01 Sett. I del 9.5.01

Editore FISAR Direttore Responsabile: Roberto Rabachino

Responsabile Triveneto Raffaele TANTILLO Cell. +39 3493391212 triveneto@ilsommelier.com

Comitato di Redazione e Controllo: Mario Del Debbio, Alberto Giustarini, Nicola Masiello e-mail: redazione@ilsommelier.com

Responsabile Emilia Romagna - Marche - Umbria Luciano TODISCO Tel./Fax 07324678 - Cell. +39 3296142997 marche@ilsommelier.com

Hanno collaborato a questo numero Marcello Masi, Giancarlo Roversi, Enza Bettelli, Gudrun Dalla Via, Virgilio Pronzati, Luca Iacopini, Massimo Bracci, Silvana Delfuoco, Cinzia Tosetti, Attilio L. Vinci

Responsabile Sardegna Giovanni CHERCHI Cell. +39 3487429762 sardegna@ilsommelier.com

C.so Galileo Ferraris, 138 - 10129 Torino Tel. +39 011 5096123 Fax +39 011 19706172 e-mail: direttore@ilsommelier.com Segreteria di Redazione: Gladys Torres e-mail: redazione@ilsommelier.com

Per la fotografia Oliviero Toscani, Saverio Scarpino, Roberto Rabachino, Enza Bettelli, Alberto Doria e immagini di Redazione

Responsabile Sicilia Orientale (CT - ME - RG - SR) QUALITY ADV Sicilia Tel. 0932257792 - Cell. +39 3484385510 sicilia@ilsommelier.com

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La rivista viene inviata a tutti i soci Fisar, a tutti gli organi di informazione, a tutti i giornalisti dei gruppi di specializzazione di settore, a tutte le Istituzioni,

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25,00 per 6 numeri

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Fotografia di Nathalie Biet

di Marcello Masi Vice Direttore TG2 RAI e responsabile rubrica Eat Parade

Un turismo a 24 carati

Il turismo è una risorsa importante dell’Italia. Un’ovvietà? Sì, ma molto meno ovvia di quanto si possa pensare

N

on a caso per decenni il turismo è stato considerato una sorta di comparto economico riserva di albergatori e commercianti di souvenir. Un’economia importante certo ma molto meno importante dell’industria o del commercio tout court. L’abolizione del Ministero del Turismo ha rappresentato negli anni scorsi l’apice di questa strana teoria. E pure oggi, nonostante l’evidenza e i numeri dell’economia turistica, c’è ancora chi sostiene che solo l’industria pesante e la finanza garantirebbero al Paese ricchezza e prospettive. Vivaddio però queste bislacche teorie hanno sempre meno sostenitori. L’industria turistica infatti rappresenta un’evidente, enorme, opportunità per l’Italia. Non solo economia reale, ma soprattutto investimento

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sul futuro. Il turismo è un volano formidabile di centinaia di attività imprenditoriali ed in particolare per il settore enogastronomico rappresenta un fenomenale strumento di crescita. Prima di approfondire il mio pensiero sulle cose che andrebbero fatte o migliorate mettiamo qualche cifra nero su bianco. Innanzitutto il numero dei turisti che ogni anno scelgono l’Italia per le loro vacanze. Sono più di 96.000.000. Di questi almeno 43.000.000 sono stranieri. Questo esercito “consuma” dai dati Unioncamere circa 60 miliardi di euro in spese. Dico 60 miliardi. E c’è un turismo internazionale che ad oggi spende per l’acquisto di prodotti agroalimentari circa 2 miliardi di euro ogni anno. Da sommare ai 3 miliardi e ottocento mila euro

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spesi per mangiare al ristorante. E non è tutto. Da un’indagine di Assocamerestero il 96 per cento dei turisti di affari in Italia sostiene che un viaggio nel Bel Paese influisce positivamente sull’acquisto/consumo di Made in Italy, e circa un terzo incrementa il proprio consumo a casa propria di prodotti italiani a seguito del viaggio. Per cominciare ad avere un quadro più definito del fenomeno economico del turismo possiamo fermarci qua. Non possiamo fermarci

Cultura, passione, tradizione premiato al

Challenge International du vin Bordeaux 2009

Luca Maroni “Annuario dei migliori vini Italiani” 97 punti.

invece sulle cose che dobbiamo migliorare. A cominciare dalle proposte legate alla conoscenza e

commercializzazione

dei

nostri

prodotti

agroalimentari e del vino in particolare. Come è noto ormai a tutti il nostro territorio rappresenta un universo unico nel panorama dell’offerta mondiale. Abbiamo una tale ricchezza che la mera catalogazione rappresenta un’opera titanica. Per delimitare il concetto alle sole eccellenze dobbiamo per forza di cose ricorrere alle Regioni che sono il bacino naturale di percorsi del gusto, unici ed inimitabili. Su questo dobbiamo lavorare tutti insieme e di più. Le strade del vino, per fare un esempio, rappresentano già un’importante realtà in molte Regioni. Ma sono potenzialmente ancora poco sfruttate. Per rimanere ancorati al concreto e al realizzabile mancano troppo spesso di sinergie tra i singoli produttori e di un più efficace sostegno da parte delle Istituzioni centrali e locali. Sono realtà molto spesso slegate dal territorio, mosche bianche che faticano ad essere valorizzate anche dalla segnaletica stradale. È tempo di muoversi in maniera coordinata ed incisiva. Il tempo degli eroismi, ma anche dell’improvvisazione è finito. L’Italia è cresciuta nonostante molte contraddizioni e scelte scellerate. Dobbiamo cominciare a sfruttare le immense miniere di diamanti a cielo aperto che abbiamo. Non farlo sarebbe imperdonabile e un regalo troppo caro per i nostri agguerriti competitor internazionali.

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di Enza Bettelli

L’altra faccia del Sauvignon

L’Alto Adige offre una ricca varietà di vitigni, su una superficie vinicola che per il 98,8% è sotto la tutela del marchio DOC, e in tempo di asparagi uno dei suoi vini più caratteristici cambia gusto ed etichetta

I

n Alto Adige si coltivava la vite già prima che i Romani vi arrivassero e i vini che vi si producono oggi sono tutti di ottima qualità, grazie anche alle caratteristiche del suolo e a quelle climatiche che arrivano a creare microclimi differenti nelle varie zone di produzione. I vitigni autoctoni sono Schiava, Gewürztraminer e Lagrein ai quali si sono man mano aggiunti Pinot grigio, Pinot bianco, Chardonnay, Sauvignon, Silvaner, Müller-Thurgau, Riesling, Veltliner, Kerner, Pinot nero, Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, tutti perfettamente acclimatati. Le aziende altoatesine sono circa 5 mila, distribuite in 52 dei 116 comuni della provincia di Bolzano e la produzione media annua è di 350 mila ettolitri di cui il 55% di vini rossi. Interessante la crescita

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dei vini dolci, tra cui i classici Moscato Rosa e Moscato giallo, e quella degli spumanti, per ora circa 150 mila bottiglie con base Chardonnay, Pinot bianco e Pinot nero con fermentazione in bottiglia. I rossi sono in genere decisi e vigorosi mentre la Schiava ha un aroma fruttato e una vivace freschezza, caratteristiche comuni anche alla maggior parte dei vini bianchi della regione. Tra questi, il Sauvignon (fine, leggermente aromatico, di colore giallo verdognolo, dal profumo erbaceo) durante la stagione degli asparagi diventa la star della primavera poiché è il vino che meglio si sposa con il gusto delicato dell’asparago bianco di Terlano. È infatti un abbinamento perfetto che per l’occasione vede una apposita produzione di Sauvignon imbottigliato con una speciale etichetta dalla Cantina Vini di Terlano

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che per l’appunto raffigura gli asparagi locali. La Cantina, una delle prime cantine sociali fondata da 24 produttori e oggi con oltre un centinaio di soci, è nata nel 1893 e custodisce anche migliaia di bottiglie provenienti da tutte le annate a partire dal 1955 ai giorni nostri oltre ad alcune dell’anno di fondazione che, già allora, erano da 0,75 litri. Questa collezione di vini è unica in tutta Italia e testimonia la tradizione di Terlano in materia di vini maturi, longevi, eleganti e armonici che hanno meritato numerosi riconoscimenti anche internazionali. Terlano, situata alle pendici del Monte Tschöggel, è infatti favorita da un clima mite e un terreno perfetto per la viticoltura per la presenza di porfido che immagazzina calore e di pietra arenaria che invece lascia defluire l’acqua nel terreno, mantenendo asciutto quello a contatto con le radici delle viti. Gli agricoltori conferiscono alla Cantina i circa 60 mila kg di deliziosi turioni provenienti dai 10 ettari di asparagiaie del circondario che verranno selezionati, elaborati e venduti dalla Cantina con il marchio Marlene, dal nome dall’ultima reggente del vecchio Tirolo, Margarete Maultasch. La tradizione degli asparagi bianchi in questa zona è ormai centenaria ed è famosa per la qualità dei turioni. E la qualità viene mantenuta anche dalla tempestività con cui vengono elaborati e venduti dalla Cantina, vale a dire entro 2-3 giorni al massimo dalla raccolta quando gli asparagi sono sani, puliti e freschi; privi di odori e sapori estranei e di eccessiva umidità; sempre con un taglio perfetto e fresco, e questo indipendentemente della categoria (gourmet, mini, classico, ecc.). Da aprile a tutto maggio a Terlano e nelle vicine Vilpiano e Settequerce tutti i ristoranti propongono piatti a base di asparagi mentre presso l’Ufficio Turistico e gli alberghi è possibile prenotare

passeggiate gastronomiche-naturalistiche con visita alle asparagiaie, menu con gli asparagi e sosta alla Cantina per una degustazione guidata di vini.

Se ci fossero le stelle per gli Agroturismi ... sicuramente l’Oberlegar di Meltina, frazione di Terlano, ne avrebbe almeno una. In cucina Helene Schwarz prepara piatti tipici altoatesini con prodotti di qualità e quasi tutti di produzione propria. In stagione gli asparagi bianchi vengono serviti secondo tradizione con la salsa bolzanina (uovo sodo tritato fine e amalgamato con olio, sale, pepe e, a piacere, una spruzzatina di aceto) e con lo straordinario prosciutto cotto preparato dal marito Franz. Interessanti i vini della casa: un Sauvignon fresco ed equilibrato, una Schiava dal particolare sentore di ciliegie e un Lagrein profumato e delicato. Alta Gastronomia e Bio vanno a braccetto In Italia esistono solo 3 strutture completamente bio, tutte in Alto Adige, tra cui il nuovissimo Theiner’s Garten Bio Vitalhotel a Gargazzone, nei pressi di Merano, sorto su un terreno coltivato biologicamente da 25 anni, con camere realizzate con un sistema in legno massiccio senza chiodi e colla. A disposizione degli ospiti un centro benessere e un frutteto biologico. A tavola il bio è ottimamente coniugato dal giovane chef austriaco André Kassin con piatti dai sapori freschi e accattivanti, presentati in modo impeccabile. In cantina un centinaio di etichette di vini biologici, in prevalenza Alto Adige e Italia.

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VIRGILIO PRONZATI PRESENTA I LUOGHI DELL'ASSEMBLEA

Vini ed altre golosità della Liguria di Ponente

di Virgilio Pronzati

La Riviera Ligure di Ponente vanta un indiscutibile e particolare fascino, richiamando sin dal passato, illustri personaggi della cultura e, da qualche decennio, esigenti gourmet e turisti d’ogni Paese

T

utto questo per la mitezza del clima, spiagge da bandiera blu, borghi medievali da bandiera arancione, contornati da verdi colline, suggestive località montane che sembrano presepi e per esclusive golosità, di cui non poche derivate da vere e proprie biodiversità. Il Ponente ligure per la sua particolare conformazione fisica che dà origine a moltissimi microclimi e per la composizione ed esposizione dei terreni, fa sì che sia una terra vocata alla coltura della vite e dell’ulivo. Non solo. Erbe aromatiche, freschissimo pescato, ortaggi, frutta e, addirittura tartufi, ne fanno un paradiso per i golosi intelligenti. Basi alimentari che danno origine a piatti tipici e rivisitati dei non pochi ristoranti stellati, di questo lembo occidentale. Facendo una carrellata sui vini liguri del Ponente ligure, attraverso un itinerario che va dall’Imperiese al Savonese, troviamo vini con insospettate - o poco conosciute - qualità. Dalla provincia d’Imperia, tre Doc comprendenti i vini tra i più caratteristici dell’intera regione. La prima, anche in ordine d’acquisizione, Rossese di Dolceac-

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qua o Dolceacqua dal vitigno Rossese nero di Ventimiglia, impiantato in posizione collinare di 14 comuni con epicentro Dolceacqua. Due vini, di cui un Superiore (per alcol e invecchiamento). Si può definire il vino italiano più “francese”, poiché i sentori fruttati e speziati ricordano i migliori rossi di Bandol e della Cotes du Rhone. Ideali per piatti di semplice e raffinata matrice, ottenuti da capretto ed agnello, carni bianche per eccellenza. Poi, sempre nella stessa provincia, quelli della Doc Ormeasco di Pornassio o Pornassio: cinque vini (tre facevano parte della Doc Riviera Ligure di Ponente), nelle tipologie Pornassio, Pornassio Sciac-tra, Pornassio Superiore, Pornassio Passito e Pornassio Liquoroso. Tutti ottenuti da un clone di dolcetto, coltivato sin dal 1303 a Pornassio, su imposizione dell’allora Podestà locale. Una cinquina enoica che spazia dal cerasuolo ai rossi (per antipasti, primi piatti e secondi piatti), di cui un ottimo Superiore, ai passiti, per dessert decisi e col cioccolato. Insieme alla provincia di Savona, la Doc Riviera Ligure di Ponente con Pigato, Vermentino e Rossese. Il primo, profumato pieno

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Castello di Dolceacqua

e polputo, ideale con funghi e piatti di pesce con salvia, il secondo più sapido e fresco, congeniale col pesce e, il terzo, di minor struttura e complessità del Dolceacqua ma di grande versatilità, si sposa a piatti di stoccafisso e a quelli di coniglio e pollame. Dall’oliva taggiasca oli DOP Riviera Ligure Riviera dei Fiori, delicatamente fruttati ma persistenti, dolci e mandorlati, insostituibili per piatti di pesce, perché condiscono senza coprirne gli umori salsi. Mentre dagli scoscesi pendii dell’Alta Val d’Arroscia, il famoso Aglio di Vessalico che dal 1760 se ne tiene in loco, una mostra mercato. Una biodiversità nel suo genere, che origina e

caratterizza la tipica Sals d’Aglio e tutte le storiche salse di mortaio. Dalla cucina, la cinquecentesca Sardenaira, focaccia e non pizza, farcita con sardine, olive, cipolle irrorate d’extravergine (oggi con acciughe e l’aggiunta di pomodoro), l’antico e succulento Stufato di capra con fagioli di Pigna, il Brandacujun, sorta di stoccafisso non mantecato ma amalgamato scuotendolo nella pentola e dulcis in fundo, tre dolci: la Stroscia, l’unica torta di pasta frolla fatta col l’olio e non col burro, l’ultra secolare Cubaita di Isolabona (nocciole con miele tra cialde) e la Michetta di Dolceacqua, entrambi a De-

Agliata

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nominazione Comunale. Passando al Savonese, altri oli DOP Riviera del Ponente Savonese, dolci ma con lieve percezione amara, che riequilibrano piatti di pesce e di ortaggi con paciosa nota dolce e grassa. Per i vini, dallo stesso disciplinare della Doc Riviera Ligure di Ponente, dalle sottozone Albenganese e Finalese, stesse tipologie di vini, ma con caratteristiche in parte diverse, per ovvie condizioni pedoclimatiche. Fruttati, morbidi e pieni Pigato dall’Albenganese (ideale per piatti col Pesto di mortaio), profumati, sapidi e persistenti Vermentino dal Finalese. Fruttati ed invitanti Rossese (in prevalenza dal Finalese) per secondi piatti di pollame e di coniglio in casseruola. Dall’IGT Colline Savonesi, una gradita sorpresa: il Granaccia. Un grande rosso dal bouquet speziato, sapido, pieno e di molta persistenza, prodotto nel comune di Quiliano, derivato dal vitigno Alicante, importato nell’Ottocento dai cartai quilianesi dalla Spagna. Nello stesso comune e in altri della provincia, l’IGT Lumassina. Un bianco nervoso e molto sapido, che si accoppia a farinata e frittura di piccoli pesci di scoglio. Dalle serre e dagli orti due silvestri bontà: il Carciofo (il fiore più buono al mondo) e l’Asparago violetto d’Albenga. A Millesimo, addirittura il profumato Tartufo bianco di Millesimo (Magnatum Pico), di cui se ne tiene da molto tempo una rassegna. Dagli orti di Ortovero e Valleggia, rispettivamente, succulente pesche

Cubaita e albicocche. Dalle cucine piatti ghiotti come la Farinata di ceci e bianca (unica, fatta con farina di frumento), l’antica Zeaia (parti della testa di maiale in gelatina) che si può gustare solo ad Alpicella, frazione collinare della solare Varazze. E ancora la Buridda di pesce (ricca zuppa di pesce) e di stoccafisso, il Coniglio al Pigato e, tra i dolci, la storica ed ormai desueta Torta di zucca di Loano preparata per il Santo Natale, il Chinotto candito di Finale Ligure e gli irrinunciabili Amaretti di Sassello, giustamente conosciuti anche all’estero. Un breve compendio, non certamente completo, delle ghiottonerie del Ponente ligure, che vuol essere un invito per una piacevole sosta nei luoghi descritti per conoscerne la storia, le tradizioni, i saperi e sapori.

Farinata bianca

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Il vino del futuro di Lorenzo Tablino

“ O

La chiusura della sesta edizione di ENOFORUM 2009, il più importante convegno tecnico per enologi e ricercatori, incentrata su tema di forte interesse e attualità

rganizzato, in aprile, all’Expo di Piacenza, da Sive (Società Italiana Viticoltura Enologia) e da soc.Vinidea, ha ben evidenziato, a circa ottocento partecipanti, le varie problematiche e opportunità delle biotecnologie nel settore vitivinicolo. Si tratta di tecniche di cantina ormai diffuse in tutto il mondo, Italia compresa. Ma istituzioni, produttori e consumatori sono al corrente di cosa rappresentano esattamente per la qualità e tipicità dei vini? In alcuni paesi la tendenza ormai è questa: usare le biotecnologie per togliere, sostituire, modificare, rimettere, ampliare nel vino i suoi costituenti, al fine di modificarne sensibilmente i caratteri organolettici, costruirlo in cantina insomma. In un contesto simile mi chiedo che ruolo ha ancora il terrior, ma soprattutto vorrei conoscere, quali saranno i caratteri predominanti dei vini? Se si opera in assenza o quasi di limiti e regole mi chiedo se prevarrà il vigneto o la cantina. Soffermiamoci un attimo sulle tecniche sottrattive

d’acqua. L’osmosi inversa, consiste nel far passare del mosto attraverso un’apposita membrana selettiva, in tal modo si eliminano in parte i suoi composti. Con la crioconcentrazione si porta il mosto o il vino sino al punto di congelamento, in tal modo si formano aghi di ghiaccio che, in seguito, si separano con opportune tecniche. Con l’evaporazione sotto vuoto invece si elimina semplicemente acqua rendendo il mosto più concentrato. Qualsiasi tecnica sottrattiva modifica sensibilmente i caratteri organolettici del vino trattato. Sul piano concettuale - con la cosiddetta

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distillazione frazionata in colonna circolare - si

vengano ammesse anche per i paesi della UE.

potrebbero fare molte altre cose; di tutto potrei

Gli interessi economico-scientifici in campo sono

dire: togliere o aggiungere ovviamente alcol

enormi.

etilico, acidi e sali, aromi e colori, tannini e altro.

Torniamo alla domanda iniziale. Prevarrà il vigneto

D’altronde in California - Usa è ammessa l’aggiunta

o la cantina? Difficile rispondere. Vorrei che

di acqua ai vini, le tecniche di dealcolazione sono,

prevalesse un’etica antica, correlata alla saggezza

da qualche tempo, utilizzate all’estero.

di quei patriarchi del vino che ho avuto la fortuna

Facciamo un esempio pratico applicativo in cantina: in vendemmia ho un mosto normalissimo di uva a bacca nera: tolgo acqua per arrivare a 14 gradi alcolici, con osmosi elimino in parte gli acidi organici, aggiungo mannoproteine e polisaccaridi per dare struttura e morbidezza e infine correggoaumento il profumo e il colore con derivati dei fenoli estratti in precedenza dalla buccia.

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di conoscere. Dapprima dunque prevalga il vigneto con tutta la somma di impegni, fatiche e soddisfazioni che crea. Ma se l’annata è scarsa, se l’uva non è di eccellente qualità, se non basta la cernita in vendemmia, in cantina non si può stravolgere tutto, neppure far miracoli. L’enologo dovrà sempre valorizzare sul piano

Un vino del genere cosa rappresenta? Una

professionale al massimo la qualità dell’uva, chi

gradevolissima bevanda, oppure una igt-doc in

mai non può essere d’accordo? Ma la ricchezza

grado di esprimere una precisa identità culturale

sensoriale del vino si deve ottenere nel rispetto

e territoriale?

della materia prima, delle tradizioni di cantina

Sul piano politico- istituzionale, tra pochi mesi, si

e del territorio, ma soprattutto con un’etica

dovrebbero prendere, in merito alle biotecnologie,

professionale, che significa anche e soprattutto

importanti decisioni in sede OIV. Il rischio che

rispetto onestà verso il consumatore.

Il Sommelier Luglio-Agosto 2009 • n. 4


La cultura in una etichetta

di Gladys Torres

Tutto nasce dall’incontro tra il produttore siciliano di vino Pucci Giuffrida e l’amore per la poesia e la cultura

P

ucci Giuffrida è il titolare dell’Azienda AlCantàra di Catania. Alcantara è il nome di un fiume che

lambisce la sua proprietà ed in arabo significa

“ponte”, strumento d’unione tra tre fattori indiscindibili: poesia, arte e vino. Da questa sensibilità, veicolata e coordinata dalla Prof.ssa Sarah Zappulla Muscarà, ordinaria di Letteratura Italiana nell’Università di Catania che ha creato le stampe anastatiche delle poesia e ad Alfredo Guglielmino che ha creato le etichette, ecco a seguire le immagini di vere opere d’arte che rivestono con assoluta eleganza le bottiglie di vino che, come canta Omero, sono “il nettare degli dei”.

Il Sommelier Luglio-Agosto 2009 • n. 4

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Una vigna in città di Silvana Delfuoco

Torino come Parigi: c’è persino la “vigna di Montmartre”… o meglio, c’è anche una piccola Versailles!

L

a prima a venire in Villa fu Ludovica di Savoia, sposa quattordicenne del committente dell’opera, suo zio il cardinal Maurizio, figlio di Carlo Emanuele I, che per lei aveva lasciato la tonaca. Poi ci furono Anna d’Orlèans, Polissena d’Assia, Elisabetta Teresa di Lorena, Maria Antonia Ferdinanda di Spagna…

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Tutte Regine di Casa Savoia molto diverse tra loro visto che diversi erano i loro paesi d’origine, approdate in Piemonte grazie a quei matrimoni “per ragion di stato” allora voluti dalla Storia. Eppure, non appena ambientate a Palazzo Reale, tutte sceglievano subito la Villa come luogo prediletto di villeggiatura. Dove, infatti, se non qui, ci si poteva rifugiare, lontano dalla noiosa vita di corte e dai tormenti dell’etichetta? E della Villa la Vigna era parte assolutamente integrante, al punto da venire spesso identificata con essa. Oggi come allora, infatti, da queste parti c’è l’abitudine di chiamare “vigna”, appunto dal nome della coltura più diffusa, gli edifici della collina con annesso podere. Quasi sparita alla vista col passare del tempo, soffocata sotto il groviglio di arbusti, rovi ed erbacce

Il Sommelier Luglio-Agosto 2009 • n. 4


D.O.C. Freisa di Chieri “Villa della Regina” 30 filari, con 2725 barbatelle di vitigni vari, impiantati nel 2006. Prima vendemmia: settembre 2008. Previste circa 6000 bottiglie, non commercializzate. A cura del Ministero dei Beni Culturali, della Regione Piemonte e della Provincia di Torino.

che impedivano persino di distinguere la sagoma della casa a chi, appena voltate le spalle alla città, si incamminava verso la collina, oggi la “Vigna” della Villa della Regina è stata finalmente restituita al suo antico splendore. Un piccolo tuffo nel passato è la visita agli appartamenti reali, oggetto di un intelligente lavoro di recupero, che ha dovuto sopperire anche alla quasi totale assenza di arredi, trasferiti qua e là per l’Italia negli ultimi anni di vita della dinastia. E dal bellissimo giardino, che la Vigna racchiude come in un abbraccio protettivo, è divertente immaginare il panorama di una piccola Torino, quadrilatero regolare ed elegante, senza la sagoma della Mole Antonelliana! Diventata ora il cuore della “Strada Reale dei Vini torinesi”, ultima nata dei percorsi dedicati al vino in Piemonte, la Vigna della Villa della Regina si è riappropriata anche di quel ruolo centrale che rivestiva già nel seicentesco progetto iniziale di costruzione dell’intero complesso, ponendo innanzitutto il problema del vitigno da reimpiantare.

“Sugli antichi vitigni del passato non ci sono notizie attendibili a cui sia stato possibile rifarsi, quindi abbiamo deciso per un vino che fosse tipico delle nostre zone” – così ci ha detto il Presidente della Strada Reale dei Vini Torinesi Franco Balbiano, titolare della nota azienda vitivinicola di Andezeno, che della gestione della Vigna si sta occupando in prima persona- La scelta è caduta sul Freisa, che è una D.O.C. ormai storica della collina torinese. Per maggior sicurezza, il vino della prima vendemmia, quella del settembre 2008, è attualmente in analisi presso la Facoltà di Agraria, sotto il controllo del prof. Gerbi”. E per tracciare il disegno della Vigna, quale modello a cui ispirarsi migliore della reggia di Versailles? Il Merlot di Maria de’ Medici è diventato così la Freisa D.O.C. delle Regine italiane! “Ancora una volta i francesi hanno avuto qualcosa da insegnarci! – ha scherzosamente commentato Balbiano- E tra poco arriverà anche la risposta che attendiamo con ansia: ne faremo una Freisa ferma, vivace o da invecchiamento?“.

Il Sommelier Luglio-Agosto 2009 • n. 4

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di Valentina Niccolai

Bolgheri: il nuovo disciplinare ribadisce il terroir

La rivista Il Sommelier è stato invitata all’anteprima del Consorzio per la tutela dei vini Bolgheri Doc. Intervista al Direttore del Consorzio

B

olgheri, terra prossima al mare dell’alta maremma toscana. Terra di vini di prestigio famosi in tutto il mondo grazie ad aziende vinicole di gran pregio. I grandi nomi si sprecano: Ornellaia, Guado al Tasso, Tenuta San Guido (quella del Sassicaia), Michele Satta, Grattamacco ecc. E tante altre belle aziende che si posizionano sui mercati di nicchia, con prodotti di nicchia: il sogno di tutte le vinicole. Il Sommelier è stato invitato all’anteprima del Consorzio per la tutela dei vini Bolgheri Doc svoltasi venerdì 29 maggio con degustazione dei vini che escono in commercio nel 2009. Ci sono molte novità oltre ai vini in anteprima tra cui la nuova proposta di disciplinare approvata lo scorso ottobre e che riguarda soprattutto la base ampelografia dei vigneti. Nel nuovo disciplinare si parlerà solo di Bolgheri Rosso e Bolgheri Superiore senza menzionare l’uva impiegata, con una predilezione per cabernet sauvignon, franc e merlot. I nuovi bolgheresi, poi, potranno essere in commercio solo a partire dal primo settembre dell’anno successivo a quello di produzione con

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Il Sommelier Luglio-Agosto 2009 • n. 4


l’obbligo di affinamento, minimo dei 24 mesi dal primo gennaio successivo alla vendemmia, per il superiore. Per l’occasione ci facciamo guidare ed intervistiamo il Direttore del Consorzio Bolgheri Doc l’Ing. Paolo Valdastri. Già socio fondatore del Movimento Turismo del Vino e unico promotore per anni della Strada del vino Costa degli Etruschi, Valdastr sfrutta la sua profonda conoscenza del mondo enologico ed enoturistico, soprattutto francese e californiano per le pubbliche relazioni di realtà importanti. Direttore Valdastri, com’è andata l’anteprima e quali le impressioni della numerosa stampa ospite? Valutazione positiva. Le annate in degustazione

erano entrambe di grande livello. I Bolgheri Superiore sono usciti con il 2006, annata calda ma regolare per merlot e cabernet franc, con una breve pioggia che ha provveduto a regolarizzare la fine maturazione del cabernet sauvignon. Struttura ed eleganza le caratteristiche principali dei Bolgheri Superiore 2006. Accanto ai tradizionali si affacciano numerose nuove aziende con prodotti d’eccellenza. I Bolgheri Rosso 2007 costituiscono un universo più sfaccettato. Vi sono molte vigne ancora giovani, alcuni vini sono ancora da mettere a punto, ma la strada della qualità è seguita con grande impegno da tutti e non mancano anche qui le grandi bottiglie. Tra i bianchi il vermentino continua a costituire una certezza, mentre si fa strada un profumato ed interessante viognier. Piacevoli e molto richiesti i rosati.

Il Sommelier Luglio-Agosto 2009 • n. 4

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Quali sono le principali modifiche al disciplinare e la filosofia delle modifiche. Sarà permesso produrre cabernet e merlot in purezza accanto ai blend tradizionali. I grandi merlot e cabernet affermatisi in questi ultimi anni sul mercato mondiale hanno dimostrato che in questo particolare terroir è possibile seguire anche questa strada. I vini non avranno la denominazione varietale, ma saranno semplicemente Bolgheri, perché è sempre il terroir che prevale. Per i Bolgheri rosso è inoltre previsto un invecchiamento minimo. Il censimento generale dei vitigni è

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terminato: quali i principali commenti. il censimento ha guidato le scelte del nuovo disciplinare. I vitigni più impiantati sono cabernet sauvignon, merlot e cabernet franc. Nella “classifica” seguiva a distanza il petit verdot, sul quale però gli entusiasmi iniziali si stanno ridimensionando ed il syrah. Il sangiovese è al sesto posto, ma solo con l’1,4% del totale dei vigneti degli associati. Annata 2009 dei vini: impressione generale. Troppo presto per fare previsioni. Per ora bene.

Il Sommelier Luglio-Agosto 2009 • n. 4


Resoconto della degustazione del giornalista Riccardo Gabriele. Per entrare nel merito dei vini degustati ho scelto di assaggiare anche una selezione (19) di bianchi; oltre a 3 rosati ed a 55 rossi (tra Bolgheri rosso 07; 06 e superiore 06). L’impressione generale sui bianchi degustati è stata decisamente positiva con alcune preferenze. Ho trovato un ottimo Bolgheri bianco 2008 di Michele Satta con belle note olfattive, intense e complesse, ed un palato fresco e salino di lunghezza e buon frutto centrale. Interessante anche il bianco di Campo al Noce di buon corpo ma vivace e fresco e l’Arioso di Campo alla Sughera piacevole e con un finale discretamente lungo. Tra i rosati si conferma il Bolgheri rosato di Tringali sia nella piacevolezza olfattiva che in una bocca decisa. Interessante anche il Rosato di Satta. Tra i Bolgheri rossi 2008, un bel naso fruttoso e pieno, corposo e terroso di minerale con un bel centro bocca ed una bella potenza che non deborda ma mantiene vibranza, è quello che mi

accogli con il Moreccio di Casa di terra. Nei 2007, interessante anche l’Adeo di Campo alla Sughera. Decisamente di buon livello con eleganza olfattiva e piacevolezza gustativa il “base” di Grattamacco. Sorpresa in assoluto, poiché era la prima volta che mi accostavo a questa azienda, il Donne Fittipaldi dell’azienda La Pineta: uno dei migliori assaggi della giornata. Decisamente un vino nelle mie corde per eleganza olfattiva e gustativa che ne fa un prodotto di lunga beva e di vibranza, senza tralasciare il giusto corpo e la fruttuosità. Piacevole e con ottima spinta anche il rosso di Satta. Conferme arrivano dal Volpolo di Sapaio e da Le Serre Nuove di Ornellaia. Tra i Bolgheri superiore 2006, ancora in una fase scontrosa una buona parte dei vini assaggiati con alcune eccezioni che mi hanno convinto maggiormente come Arnione di Campo alla Sughera, ben fatto, Guado al tasso e Ornellaia.

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Aragosta all ’arancia...

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Z ampone al ribes.

Prima di esibirsi nei migliori locali è tenuto a riposo per almeno 48 mesi. Sa stare al mondo e tutto il mondo lo apprezza. Notevole e pregiato se gustato da solo, è particolarmente apprezzato in compagnia. È il complice ideale di tutta una cena e si esalta con le proposte più insolite e raffinate. Tutto il menù ha un perfetto alleato, anzi due: Altemasi Riserva Graal e Altemasi Brut Millesimato. Un piacere dalla A alla Z. Alt masi Graal Alt masi Mill simato. Piac r a tutto pasto.

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di Roberto Rabachino

Vinexpo 2009: il salotto del vino internazionale

Vinexpo 2009 (Bordeaux 21-25 giugno 2009) è stato inaugurato dal Ministro dell’Agricoltura francese Michel Barnier e dal Sindaco di Bordeaux Alain Juppè

N

el 2007 sono state consumate 2.621 milioni di casse di vino nel mondo, ossia più di 31 miliardi di bottiglie. Il vino rappresenta da solo un fatturato di 152 miliardi di dollari, più del doppio del fatturato della Boeing! Questi sono i dati forniti da Vinexpo (indagine condotta dall’agenzia inglese The IWSR). Interessante anche la previsione di vendita: nei prossimi 5 anni la crescita è stimata con un + 6% con sempre più evidente il legame legato ad un costante aumento degli scambi internazionali. Questo è stato Bordeaux - Vinexpo 2009: una iniezione di fiducia per i 2.400 espositori venuti da 48 paesi al mondo e un’opportunità unica con

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la presenza qualificata di 45.000 professionisti tra buyer, distributori, operatori e giornalisti francesi ed internazionali. Per la sua 15a edizione, Vinexpo si presenta con 41.000 mq di stand in una cornice spettacolare, dove niente è casuale. Tutto è organizzato al meglio e gli spazi espositivi sono realmente a misura d’uomo. Questa edizione ha visto per la prima volta la presenza della Polonia, Svezia, Bielorussia, Egitto e Brasile. L’Italia era rappresentata da molte aziende e dai consorzi di tutela e valorizzazione di quasi tutte le

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regioni d’Italia. Anche le istituzioni erano presenti. Una su tutte Buonitalia con il “Ristorante italiano” dove sono stati proposti piatti della tradizione italiana utilizzando principalmente prodotti Dop e Igp, tutti accompagnati dai vini già presenti in fiera per trasmettere agli operatori e ai consumatori, soprattutto stranieri, il corretto abbinamento di queste due eccellenze. Importante anche la presente dell’ICE - Istituto per il commercio Estero con uno spazio dedicato alle aziende italiane. Altro elegante padiglione targato Italia era ITALISSIMA dove oltre 30 aziende offrivano in degustazione i loro vini avvalendosi della collaborazione qualificata dei sommelier della FISAR, ancora una volta protagonisti nel mondo del vino. I nostri professionisti presenti a Bordeaux erano: Luca Iacopini - Capo Servizio della Delegazione di Versilia, Andrea Sibaldi della Delegazione di Pistoia, Anna Paola Coppi, Leonardo Finetti e Barbara Jakusconek della Delegazione di Firenze.

I numeri di Vinexpo 2009 I numeri di Vinexpo 2009 Area espositiva di 41.000 mq (su 95.000 mq di area complessiva) con la Francia protagonista con 25.800 mq di stand. Al secondo posto l’Italia con 4.050, al terzo la Spagna con 3.800 mq. Seguono il Portogallo, il Cile, l’Argentina, gli Stati Uniti, il Sudafrica e il Brasile, rappresentato dall’Instituto Brasileiro do Vinho - Wine from Brasil. 79 sono stati gli eventi distribuiti in 5 giorni, 54 le degustazioni e 25 le conferenze. 18.000 sono stati i bicchieri utilizzati al giorno. 1.200 i giornalisti accreditati provenienti da 32 paesi. 160 hostess all’accoglienza e 25 autisti a disposizione per i transfert, 120 persone addette alla vigilanza interna e 220 addetti alla pulizia.

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di Carlo Ravanello

Lungo la Via della Seta

Un viaggio nel tempo nell’incantevole Paese di Tamerlano

D

a oltre 3000 anni vi è un tracciato che unisce le sponde orientali del Mediterraneo con il Mar della Cina, nell’Oceano Pacifico: è la Via della Seta. Lungo questo tracciato si sono mosse nei millenni le carovane che trasportavano nei due sensi ogni genere di merci e, con esse, trasferivano ogni tipo di cultura, talchè si può dire come non vi sia civiltà, europea od asiatica, che si sia sviluppata senza l’apporto delle numerose nozioni germogliate lungo il percorso che si snoda ancor oggi per oltre 10.000 chilometri fra la Turchia e la Cina, attraverso l’Iran, il Turkmenistan, l’Uzbekistan, il Kyrgyzstan, il Tajikistan e la Mongolia. Quasi tutti questi paesi, almeno per la parte attraversata dalla Via, sono di civiltà pastorale e la loro economia si basa in gran parte sull’allevamento delle pecore, delle capre, delle vacche e dei cavalli. Uno solo, l’Uzbekistan, situato fra i due grandi fiumi – l’Amu Darya e il Syr Darya - che riversano le loro acque dalle montagne del Pamir al Lago Aral, è a civiltà contadina (o per lo meno lo è nella sua parte più

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orientale compresa fra Samarcanda e la Valle di Ferghana) ed ha suscitato nei secoli ogni sorta di appetiti proprio per la sua caratteristica di “fornitore” ufficiale delle carovane di quelle preziose derrate alimentari che erano indispensabili ai viaggiatori. Achemenidi, Greci, Sasanidi, Unni, Arabi, Turchi Selgiuchidi, Mongoli, Timuridi e Zungariani si sono succeduti nel controllo della regione fino all’arrivo dei Russi che, giunti nella seconda parte del XIX secolo, vi si sono insediati pressoché stabilmente - in stretto antagonismo con l’Impero Inglese che controllava la parte meridionale del Continente e manteneva il controllo degli sbocchi sull’Oceano Indiano - fino al 1991, data di nascita del moderno stato uzbeko. Gli Uzbeki e la loro cultura Con le premesse di cui sopra potrebbe sembrare che una vera e propria cultura autonoma uzbeka non vi sia mai stata, ma invece non è così. Scarsamente nomadi, ma piuttosto tenacemente legati al loro territorio, gli uzbeki hanno sviluppato

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La Moschea Kalon a Bukhara

molti secoli fa un’agricoltura di prim’ordine, cui non erano certo estranee le esperienze della “non distante” Mesopotamia. Quando Alessandro Magno giunse nel 329 a.C. sulle rive dell’Oxus (l’odierno Amu Darya) e si affacciò sull’ubertosa valle di Marakanda (Samarcanda) decise che non vi era posto più stimolante e, spintosi fino alle rive dello Iassarte (Syr Darya) decise di fondarvi una città “ai confini del mondo”, a pochi passi dalla Cina, che chiamò Alessandria Escate (Alessandria la lontana). Poi la sua smisurata ambizione e il convincimento di essere il padrone del globo terracqueo lo misero in contrasto con i suoi generali e questo lo portò alla perdizione definitiva con la prematura morte avvenuta a Babilonia solo 6 anni dopo. Della stessa fiorente agricoltura furono grandissimi estimatori anche gli Arabi, il cui massimo rappresentante, il matematico, astronomo, poeta e filosofo Omar Khayyam, trasferitosi a Samarcanda nel 1070,

ebbe parole di somma lode, specialmente nei confronti dell’uva, la cui coltivazione doveva essere fiorentissima, e del vino. O Khayyâm, se sei ebbro di vino, sta’ lieto, se te la spassi con belle dal volto di luna, sta’ lieto. Poi ch’ogni cosa del mondo nel nulla finisce, pensa che tu sei nulla, e già che sei, sta’ lieto. L’arrivo di Gengis Khan e delle sue orde (XIIXIII secolo) portò a un temporaneo abbandono delle campagne - il mongolo ha per casa il suo cavallo e disprezza tutto ciò che rappresenta la stanzialità - ma la successiva dinastia timuride, fondata dal grande Amir Timur, l’Emiro di Ferro chiamato in Europa Tamerlano (XIV secolo), che non era mongolo, restituì agli Uzbeki tutta la loro dignità portandoli a dominare gran parte dell’Asia, dalla Turchia all’India. Con Tamerlano l’agricoltura uzbeka conobbe un nuovo evo che si mantenne da allora ai massimi livelli anche sotto

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i conquistatori russi che fecero dell’Uzbekistan, per oltre centovent’anni, “il granaio dell’Impero”. L’agricoltura e la cucina uzbeka In Uzbekistan, dal punto di vista agricolo, c’è praticamente tutto. Distendendosi da nord a sud fra il 46° e il 38° Parallelo (più o meno come l’Italia) ma godendo di un clima sostanzialmente continentale – con inverni rigidi ed estati caldissime – non potrebbe assolutamente essere produttivo, dal punto di vita agricolo, se non fosse compreso, come abbiamo già detto, fra due grandi fiumi: l’Amu-Darya e il Syr-Darya. L’intercettazione delle loro acque e la loro distribuzione capillare sul territorio con una fittissima rete di canali (con la sola eccezione del grande deserto del Kyzylkum) rende possibili coltivazioni intensive di cereali, cotone e gelso per l’allevamento dei bachi da seta. Unico neo di questo sistematico prelievo d’acqua, è il progressivo prosciugamento del Lago Aral, dove finiscono le poche acque residuali, le cui dimensioni si sono drasticamente ridotte nell’ultimo secolo: si sta parlando di un vero e proprio disastro ecologico ma i giovani uzbeki – indipendenti dal 1991 – hanno già allo

studio alcune pratiche innovative per evitare da qui in avanti la dispersione del prezioso liquido. La frutta e la verdura uzbeke non hanno l’eguale in tutta l’Asia Centrale e la cucina nazionale non può quindi far altro che avvalersi di questa grande risorsa, cui si aggiunge, ma con parsimonia, l’utilizzo di carni di vacca, di pecora e di capra. Il maiale è pressoché sconosciuto (il Paese è ufficialmente musulmano, seppur praticamente laico) e di grandissimo consumo è la birra che viene prodotta direttamente in loco. Piatto nazionale, che si mangia anche a partire dal mattino presto, è il riso plov, che ha una funzione sociale e benaugurante: non è inusuale infatti che gli uzbeki, in occasione dei grandi momenti familiari, circoncisioni, fidanzamenti, matrimoni e anche funerali, facciano colossali mangiate di riso plov, rigorosamente preparato dai maschi di famiglia, che iniziano la preparativa fin dal giorno prima dell’evento. Il riso viene cotto in grandi pentoloni - i kazan - insieme alle verdure, prevalentemente carote e peperoni, con l’aggiunta di piccoli pezzi di carne ovina, mentre il tutto viene condito con il grasso dell’agnello e/o del montone. Naturalmente, secondo gli uzbeki, il plov è fortemente afrodisiaco, ma noi riteniamo che questa proprietà sia piuttosto dovuto alla presenza della vodka di cui la popolazione fa largamente uso proprio in accompagnamento

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Cortile di Madrassa di Sher Dor

al piatto. Ovviamente, oltre alla vodka, gli uzbeki non disdegnano un buon bicchiere di vino della loro terra, che può essere bianco o rosso. Il primo prodotto con uve autoctone di Bayan Scirey miste a uve di Riesling renano, provenienti dalla regione di Bukhara e il secondo prodotto con uve nere di origine georgiana (Saperavi), vinificate insieme a uve di Cabernet Sauvignon e Franc coltivate sulle colline intorno a Samarcanda. Resta inteso che la stragrande parte delle uve uzbeke vengono fatte appassire al sole, o per produrre vini passiti dolci e fortemente alcolici, o per sgranarne i chicchi e servirli come gustosissimi appetizers in tutte le ore della giornata.

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Organo Ufficiale della FISAR Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori


Nello stato di Santa Catarina in Brasile il vino si chiama Pericò

di Roberto Rabachino

Il Brasile esprime qualità e si offre ai consumatori internazionali senza nessun timore referenziale

A

1300 metri di altitudine, in una zona ben

brasiliano che ha come obiettivo quello di essere

soleggiata ma con escursioni termiche

di esempio nella produzione di vino di qualità.

importanti esiste un’azienda di vino

La zona è quella di São Joaquim nello stato di

L'Ing. Jefferson Sancineto Nunes di ENOLAB

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La famiglia di Wandér Weege

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Santa Catarina nel centro sud del Brasile.

Pericò bianco e rosè che precede il Taipa rosè,

Il proprietario di questo piccolo paradiso terrestre

vino tranquillo a base Cabernet e Merlot.

è Wandér Weege, amministratore della Malwee

A consigliare e seguire l’azienda il brasiliano di

Malhas, azienda leader del comparto tessile

scuola italiana Jefferson Sancineto Nunes che,

brasiliano.

con il suo socio Vanderlei Gazzi, è il titolare del

La proprietà si estende su 500 ettari di cui 15

più importante e famoso laboratorio di analisi e di

impiantati a vite con varietà importate direttamente

ricerca sul vino del Brasile, ENOLAB di Flores da

dalla Francia come Cabernet Sauvignon, Pinot

Cunha – RS.

Noir, Merlot, Chardonnay, Sauvignon Blanc.

Ho avuto l’occasione di visitare l’azienda e di

Gli impianti producono una quantità massima di

assaggiare i loro vini che segnalo alla vostra

1,5 kg/pianta (40 ql/ha) che ne certifica l’assoluta

attenzione nel caso le prossime vacanze estive vi

ricerca della qualità.

portino in Brasile.

La prima vendemmia è stata effettuata nel 2007

L’indirizzo è Vinícola Pericó Ltda - Rua Vladimiro

e nel 2008 è nato il primo spumante brut Cave

Pereira da Cruz - São Joaquim - SC - Brasil.

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Spumante Brut bianco Cave Pericó

Spumante Brut rosè Cave Pericó

Vendemmia: 2008 Alcool: 12% Varietà: Cabernet Sauvignon 60%, Merlot 40% Luogo di produzione: Pericó Valley, São Joaquim/SC - Serra Catarinense da vigneti propri su impianti a spalliera con una produzione di 1,5 kg/pianta ad una altitudine di 1.300 metri sul livello del mare. Elaborazione: rifermentazione del vino base in autoclave con temperatura controllata con una permanenza per due mesi sui lieviti. Il suo colore è un giallo pallido con un perlage fine e persistente. Al naso si offre con note di frutta bianca dove la pera e la mela verde si distinguono nettamente. Ottima la sua acidità, equilibrata e persistente con una piacevola nota fruttata finale.

Vendemmia: 2008 Alcool: 12,5% Varietà: Cabernet Sauvignon 60%, Merlot 40% Luogo di produzione: Pericó Valley, São Joaquim/SC - Serra Catarinense Elaborazione: rifermentazione del vino base in autoclave con temperatura controllata con una permanenza per due mesi sui lieviti. Il suo colore è un rosa salmone chiaro con un perlage fine, molto intenso e persistente. Al naso si offre con note di frutta rossa di bosco e un inconfondibile profumo di rosa. La piacevole sensazione di fresco è esaltata da una equilibrata nota di acidezza e da una intenso fruttato nell’abalisi retro olfattiva.

Vino Rosè Taipa Il suo colore è un rosa salmone

Vendemmia: 2008 Alcool: 13%

brillante.

Varietà: Cabernet Sauvignon

Al naso si offre con note di frutta

e Merlot

rossa rosa con una lieve nota di

Luogo di produzione:

vaniglia generata dal suo breve

Pericó Valley, São Joaquim/SC - Serra

passaggio in barrique francesi di

Catarinense da vigneti propri su impianti a

primo passaggio.

spalliera con una produzione di 1,5 kg/pianta

In bocca è fresco ed equilibrato

ad una altitudine di 1.300 metri sul livello del

e persistente.

mare.

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Sai bere a cura della redazione di Quality ADV

Alla Fattoria del Cerro si vinifica con arte

T

ra le colline di Montepulciano in località Acquaviva troviamo la Fattoria del Cerro, acquistata dalla Saiagricola nel 1978. È la più grande azienda privata di Montepulciano con 600 ettari di cui 170 coltivati a vite. 93 ettari sono iscritti all’Albo dei vini Nobile di Montepulciano. Il vitigno Prugnolo Gentile alla base del Nobile di Montepulciano docg è una varietà di Sangiovese tipico della zona che da origine a tre importanti prodotti: “Antica Chiusina” Vino Nobile di Montepulciano Docg Uve utilizzate: Prugnolo Gentile 90% Colorino 10% Prodotto solo in annate rese straordinarie, oltre che dalla naturale vocazione del territorio, anche dalla maturazione delle uve. Grande piacevolezza, colore rubino intenso, profumi eleganti con note di frutta

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rossa, ciliegia, amarena, ribes e lampone. Il legno della barrique non copre, ma esalta il frutto. Viene affinato per 12 mesi in barrique di rovere francese e 12 mesi in bottiglia. Possibilità di invecchiamento: 15/20 anni. Vino Nobile di Montepulciano Riserva docg Uve utilizzate: Prugnolo Gentile (Sangiovese) 90%, Colorino 5%, Mammolo 5% colore rubino intenso e concentrato. I profumi risultano ampi, caratterizzati da sentori di amarena, mammola e da toni speziati. Il sapore è pieno, persistente, con una presenza tannica ancora avvertibile e un’acidità che ne percorre il corpo sostenendo la notevole struttura generale del vino. Va servito in ampi calici a una temperatura non inferiore ai 18°C. Può essere abbinato ad

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Dalle Guide 2009 “Antica Chiusina” Vino Nobile di Montepulciano docg Annata 2005 L’Espresso: 16,5/20 Gambero Rosso: 2 bicchieri vino in finale Luca Maroni: 91 punti Vini Buoni d’Italia: 4 stelle Duemilavini Ais: 4 grappoli Veronelli: 91/100 Vino Nobile di Montepulciano Riserva docg Annata 2005 L’Espresso: 16/20 Gambero Rosso: 2 bicchieri Luca Maroni: 87 punti Vini Buoni d’Italia: 3 stelle Duemilavini Ais: 4 grappoli Veronelli: 86/100

arrosti di carni rosse e a formaggi stagionati. Il 50% della massa viene affinato in barrique per 12 mesi e in botte grande per 6 mesi; il restante per 18 mesi in botte grande di rovere di Slavonia. Seguono 12 mesi in acciaio inox e 6 mesi di affinamento in bottiglia. Possibilità di invecchiamento: 15/20 anni Vino Nobile di Montepulciano Docg Uve utilizzate: Prugnolo Gentile (Sangiovese) 90%, Colorino 5%, Mammolo 5% Si presenta con un colore rubino vivo di buona concentrazione. I profumi sono intensi, fragranti, con evidenti note fruttate fra le quali spiccano amarena, viola mammola e vaniglia. Il sapore è pieno, equilibrato, con un’avvertibile, ma discreta componente tannica. Va

servito in calici di media grandezza fra i 16 e i 18°C. Può accompagnare primi piatti saporiti con sughi di carne e di funghi, grigliate e arrosti di carni bianche, formaggi a media stagionatura. Il 30% della massa viene affinato in barrique per 12 mesi ed in botte grande per 6 mesi. Il restante 70% in botte grande di rovere di Slavonia per 18 mesi. Dopo un breve passaggio in acciaio inox, seguono 6 mesi di affinamento in bottiglia. Possibilità di invecchiamento: 10 anni. Rosso di Montalcino doc Vitigni utilizzati: Prugnolo Gentile 90%, Mammolo 10% Proviene dai 36 ettari iscritti all’Albo del Rosso di Montepulciano, è più giovane del Vino Nobile, con colore rubino intenso e vivo, di buona concentrazione. I profumi sono fruttati, piuttosto intensi e decisamente fini, con sentori netti di amarena, viola mammola e un leggero sottofondo di vaniglia. Il sapore è equilibrato, elegante, con

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Fattoria del Cerro

Via Grazianella, 5 - Fraz. Acquaviva 53040 - Montepulciano (Si) Tel. 0578 767722 - Fax 0578 768040 E-mail: fattoriadelcerro@tin.it Sito Web: www.saiagricola.it

Il management Amministratore delegato: Domenico Terzano Direttore generale: Guido Sodano Enologo: Lorenzo Landi Agronomo: Franco Fierli

Il Gruppo Saiagricola 5000 ettari di proprietà in 3 regioni 300 ettari di vigne Oltre 1 milione di bottiglie Certificazione ISO 14000 per tecniche ecocompatibili Certificazione ISO 9001 per la qualità

una delicata nota tannica iniziale. Va servito a 18°C in calici di media ampiezza ed è ottimo con i primi piatti saporiti ai sughi di carne, paste ripiene e al forno e grigliate di carni rosse in genere. Il 30% della massa viena affinato in barrique di rovere francese per 6 mesi ed il 70% in grandi botti di rovere di Slavonia per 6 mesi. Seguono 3 mesi in bottiglia. Possibilità di invecchiamento: 5 anni. Le altre produzioni vitivinicole riguardano: “Caggio al Vescovo” Rosso Toscano igt, “Manero” Sangiovese di Toscana igt, “Poggio Golo” Merlot di Toscana, Chianti Colli senesi docg, ‘Brescello” Novello di Toscana igt, “Poggio a tramontana” Chardonnay di Toscana igt, “Braviolo” Bianco di Toscana igt,

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“Sangallo” Vinsanto di Montepulciano doc, “Corte d’oro” Vendemmia tardiva igt. La proprietà comprende 13 ettari di oliveto da cui nasce un interessante olio extravergine di olive “Terre di Siena” dop. Al centro dei vigneti, il relais Villa Grazianella, una dimora della Curia Vescovile di Montepulciano, recentemente ristrutturata con 11 camere elegantemente arredate che offrono una splendida vista sulla tenuta. Una zona Ristorante con 70 coperti, una ampia sala riunioni, attrezzata per meeting, la piscina completano l’offerta dell’agriturismo alimentato al 100% con energia verde.

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a cura della redazione di

le notizie di enogastronomia e turismo

Decanter World Wine Awards 2009 premi per Duca di Salaparuta Il più grande concorso dedicato al vino ha pubblicato i risultati dell'edizione 2009 e anche quest'anno i brand Corvo, Duca di Salaparuta e Florio sono stati premiati dalla rigida giuria del concorso. Primavera di successi, quindi, per l'azienda Duca di Salaparuta a cui fanno capo i brand premiati che si è aggiudicata importanti riconoscimenti dalla giuria del Decanter World Wine Awards che ha assegnato una medaglia d’argento a Donna Franca del marchio Florio, la medaglia di Bronzo a Triskelè 2005, Làvico 2005, Kados 2007 del marchio Duca di Salaparuta, ed ancora lo storico Nero d’Avola in purezza Duca Enrico vendemmia 2004, Passo delle Mule 2006 anche questi del marchio Duca di Salaparuta, così come Corvo Rosso 2007 hanno avuto il riconoscimento “commended”, categoria che raggruppa i vini consigliati dalla rivista. www.cantineflorio.it

Quarta edizione del Premio Letterario Santa Margherita Parole al via! Ai nastri di partenza la quarta edizione del Premio Letterario Santa Margherita. Una manifestazione di successo, tra le più prestigiose nel panorama nazionale dei premi letterari. Lo dicono i numeri, oltre 10.000 “autori” che hanno inviato i loro racconti inediti nelle edizioni precedenti, e la qualità degli scrittori DOC che annovera alcune delle “grandi” firme della letteratura contemporanea. Protagonista: il vino. Da raccontare… in 4000 battute, spazi compresi, l’unico vincolo imposto ai partecipanti. Il Premio Letterario, partito quasi come una sfida quattro anni fa, ha oggi un posto di rilievo tra le manifestazioni italiane, grazie anche alla collaborazione con le Librerie Feltrinelli, che danno un rilevante supporto culturale ad ogni edizione. Anche quest’anno Santa Margherita pubblicherà i tre migliori racconti, selezionati dalla Giuria presieduta da Inge Feltrinelli, con tirature da best seller, sulle retro etichette dei classici bianchi di Santa Margherita: Pinot Grigio, Chardonnay Trentino e Müller Thurgau Frizzante. Per i tre vincitori anche buoni acquisto di libri Feltrinelli, del valore di 1.500, 1.000 e 500 euro, per il primo, secondo e terzo classificato, assieme ad una selezione di Magnum Santa Margherita. www.santamargherita.com

NUOVO LOOK PER LO CHAMPAGNE JACQUART Cambia il look la linea “Mosaïque” dello Champagne Jacquart, che lancia sul mercato italiano le sue nuove bottiglie. La presentazione diviene ora più moderna ed elegante, e ogni cuvée viene caratterizzata da un colore distintivo: il giallo paglierino per il Brut Tradition - il grigio perla per l’Extra Brut - il blu per il Brut Mosaïque s.a. - il verde pastello per il Blanc de Blancs Millésimé - il rosa, naturalmente, per Brut Mosaïque Rosé. Coordinati con i nuovi abbigliaggi sono anche i rinnovati astucci singoli delle diverse cuvée, così da impreziosire ulteriormente la gamma. Creata nel 1962 da una trentina di vigneron, la Jacquart è oggi una delle principali Maison della Champagne, forte di un migliaio di ettari appartenenti a 800 viticoltori e suddivisi in 160 villaggi. La sua sede è a Reims, in uno splendido palazzo di fine Ottocento con la facciata decorata dai mosaici degli artisti Blanc e Guillonnet – da cui il nome “Mosaïque” della linea di prodotti di maggior successo. Rispetto della migliore tradizione champenois, interpretata con concretezza e piacevolezza: ecco in due parole la personalità Jacquart, facilmente apprezzabile nei Brut sans année come nelle cuvée millesimate o di prestigio. Esempio lampante della cura di tutti gli Champagne sono le vinificazioni separate per parcella, il periodo di permanenza sui lieviti, mai inferiore ai 3 anni, e i ben 9 mesi di riposo dopo il dosage. www.rinaldi.biz - info@rinaldi.biz

Selezione del Sindaco 2009 premia Cantine Pellegrino Doppio riconoscimento per le Cantine Doppio riconoscimento per le Cantine Pellegrino in occasione dell'ottava edizione della Selezione del Sindaco, unico concorso enologico internazionale itinerante svoltosi quest'anno a San Michele all'Adige (TN) dal 22 al 24 Maggio. Medaglia d'Oro al "Nes" Passito di Pantelleria naturale DOC Duca di Castelmonte, vino che continua a mietere consensi nazionali e internazionali e ad inebriare i palati con il suo profumo intenso e persistente dai sentori di frutta esotica, fichi secchi, uva passa, miele e dal gusto intenso ed equilibrato; Medaglia d'Argento al "Gibelè" Zibibbo Secco IGT Sicilia Duca di Castelmonte vino bianco dal gusto secco, fresco, con lunga persistenza aromatica di agrumi, pesca bianca, glicine e gelsomino che si è rivelato ottimo in abbinamento con antipasti di pesce e crostacei e piatti di cucina marinara. Il concorso Selezione del Sindaco, che vede presenti i più preparati enologi, enotecnici, assaggiatori, sommeliers e giornalisti del settore enogastronomico, deve la sua notorietà al rigore organizzativo che sottopone ciascuno dei vini presentati


a cura della redazione di

le notizie di enogastronomia e turismo

al vaglio di reiterati esami tecnici, premiando il lavoro di tante persone, soprattutto quello dello staff tecnico dell'azienda. Carlo Pellegrino & C. S.p.a. - www.carlopellegrino.it

IL RUCHé L’ACCENTO PREMIATO A BORDEAUX

Il Ruchè l’Accento Montalbera premiato all’importante fiera internazionale di Bordeaux - Vinexpo. Reduce dalla Medaglia d’oro conquistata al concorso enologico maggiormente rappresentativo a livello internazionale (Challenge International du Vin - Bordeaux - 2009) il giovane Winemaker piemontese Franco Morando ha presentato durante la kermesse francese la Sua selezione di Ruchè all’esigente pubblico. Interessanti i riscontri, molte persone e importatori curiosi di degustare questo autoctono piemontese dalle misteriose ed uniche armonie. Già aperti un paio di distributori nel sud della Francia e nella romantica Parigi che “fuoreggia” per questo autoctono. “Stiamo creando la storia di un vino. Passione… cultura… tradizione e affetto per il proprio territorio sono le parole chiave che porto in giro per il mondo” parola di Franco Morando. Società Agricola Montalbera S.r.l. - www.montalbera.it

Lambrusco modifiche ai disciplinari e nuova D.O.C. Approvata dal Comitato Nazionale Vini la modifica dei disciplinari di produzione dei vini DOC “Lambrusco di Sorbara”, “Lambrusco Salamino di Santa Croce”, “Lambrusco Grasparossa di Castelvetro” e il riconoscimento della nuova DOC “Modena” o “di Modena”. Come ha sottolineato lo stesso Ministro Zaia, è un importante risultato ottenuto grazie all’impegno ed all’unità di intenti dei viticoltori, delle cantine sociali cooperative e delle aziende di imbottigliamento aderenti al Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena che ha coordinato tutte le attività tecniche e amministrative. La revisione dei disciplinari ha l’obiettivo di valorizzare con le DOC anche la tipologia spumante storicamente legata al territorio. La nuova impostazione apre quindi a scenari più ambiziosi e consente ai viticoltori di esercitare un’ampia scelta vendemmiale con aspettative economiche migliori grazie all’utilizzo delle DOC storiche, della nuova DOC “Modena”, e dell’IGT “Emilia”. L’auspicio è che si determini una sinergia positiva con il nome Modena, molto conosciuto sui mercati internazionali, e le DOC storiche i cui territori posti all’interno di quello della DOC Modena rappresentano delle zone di eccellenza. Cons. Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi info@lambrusco.net

diciotto + diciotto… TRENTASEI - il Brachetto di BORGO Isolabella Oscar della Douja d'Or 2009

Nato dall'idea di esaltare e valorizzare al massimo le delicate peculiarità aromatiche e gustative dello specifico vitigno, questo Brachetto in purezza rappresenta l'estrema sintesi fra eleganza e la finezza degli aromi e la struttura intrinseca del vino. Purpureo, con forti richiami al cerasuolo, si presenta al naso in maniera delicata, quasi timida, per poi prorompere in note di rosa appassita, litchi e ricordi di muschio. Di acidità marcata, si contrappone in maniera egregia al contenuto in zuccheri rendendolo decisamente serbevole e garantendogli grande versatilità di abbinamenti. Molto lungo è il suo finale ed ancor più apprezzabile il grande equilibrio e la grande armonia che riesce a profondere in bocca. Un vino inusuale, che esprime con tutta la sua forza ed il suo grande impatto emozionale le ammalianti caratteristiche di un vitigno ancora poco capito e valorizzato. Ottimo se servito alla temperatura di 12° in accompagnamento ad un gorgonzola giovane e cremoso, a delicati paté o, ancora, con terrine di carne poco strutturate dal punto di vista aromatico. Mantiene intatto tutto il suo fascino con la tradizionale pasticceria secca o con diversi tipi di torrone e mandorlato. www.borgoisolabella.com - info@borgoisolabella.com

CAVIT, nuovo Direttore Generale

È Enrico Zanoni il nuovo direttore generale di Cavit, la cantina cooperativa trentina, terzo produttore in Italia, che raduna 11 cantine associate con un totale di 4.500 viticoltori e che rappresenta il 65% della produzione trentina, con oltre 5.700 ettari di coltivazione. 49 anni, d’origine cremonese, Zanoni vanta una lunga esperienza di direzione di business nei settori food e beverage maturata prevalentemente all’interno del Gruppo multinazionale Nestlè e, successivamente, come Direttore Generale dell’Illva S.p.A. Wine & Spirits dove ha affinato le sue competenze in riferimento all’apertura e allo sviluppo dei mercati esteri. In virtù delle sue specifiche capacità, oltre che di una attitudine e un interesse personali nel mondo del vino, dopo una lunga e attenta selezione, il Consiglio di Amministrazione di Cavit ha voluto l’esperienza e la professionalità di Zanoni per dirigere la cantina verso nuovi obiettivi di crescita ed espansione, sui mercati storici e sui nuovi mercati di riferimento. www.cavit.it - cavit@cavit.it


di Giancarlo Roversi

Il Re del gusto a Lampedusa

Alla corte di Pasqualino Famularo

C

i sono dei personaggi che se non esistessero bisognerebbe inventarli. La frase è scontata, è vero, ma per Pasqualino Famularo di Lampedusa si può fare un eccezione. Perchè è uno di quegl’ingegni

Pasqualino Famularo e moglie

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purissimi che si pongono interamente a servizio dell’eccellenza, della qualità, per soddisfare quel nume vanitoso e capriccioso che è il nostro palato. E per raggiungere meglio questo nobile fine ha mobilitato la moglie Maria e tutta la sua famiglia, amici e parenti compresi. Solo così, lui che ha il sapore del mare nel sangue per antiche radici isolane e che racchiude nei suoi cromosomi un’antica vocazione ittica, riesce a ottenere i prodotti inimitabili nel settore conserviero. Prodotti che hanno per protagonisti il tonno, il pesce spada, lo sgombro, la ricciola, le acciughe, i calamari, i polpi, le orate, le spigole, le lampuche e altri pesci di pregio catturati nelle acque incontaminate che incorniciano Lampedusa, l’isola nell’isola. Il tutto impreziosito da altre tipiche specialità locali, come la bottarga, i sughi e i patè a base di finocchietto selvatico, olive, peperoncino, uova di ricciola o di tonno, fegato di pesce spada, lattume, salsiccia di tonno...e un repertorio di altre straordinarie ghiottonerie che fa strabuzzare gli occhi e mette appetito.

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Se fossero ancora sul trono quegli straordinari

del pesce, ma esclusivamente quello senza rivali

sovrani che furono i Borboni del Regno delle

di Lampedusa. È un autentico artigiano del mare

Due Sicilie, ingiustamente calunniati da storici

che delizia la gola di chi ha la fortuna di venire

miopi, nessuno meglio di Pasqualino Famularo

alla sua corte oppure di assaggiare i suoi prodotti

meriterebbe il titolo di Principe di Lampedusa e

ormai conosciuti dai palati più esigenti di mezzo

di Gran Maestro del Sovrano Ordine del Tonno

mondo.

con l’aggiunta del Baronato della Ricciola. Anche

A iniziarlo ai segreti delle conserve ittiche è stato

perchè i Borboni amavano molto il pesce di

il padre Gaetano che, facendo tesoro di un

queste parti.

antico patrimonio di esperienze, nel 1942 fondò

Ma Pasqualino può fare a meno di questi titoli

a Lampedusa uno stabilimento ittico destinato

altisonanti perchè le sue medaglie e i suoi trofei

alla trasformazione artigiana del pescato in modo

se li è conquistati sul campo grazie alla sua

da conservarne tutta la genuinità. Nacque così

indomabile passione per l’arte della lavorazione

un’impresa dal carattere assolutamente familiare,

Il Sommelier Luglio-Agosto 2009 • n. 4

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in cui uomini, donne e ragazzi della Lampedusa povera e aspra di quei tempi trovavano lavoro. Alla sua morte, nel 1981, il figlio Pasqualino, che fin da bambino aveva affiancato il padre, prese in mano le redini della gestione, mantenendo intatto il procedimento di genuinità che costituisce il segno distintivo dell’azienda. Grazie al suo estro e al suo entusiasmo la produzione si è diversificata e arricchita per soddisfare le nuove esigenze dei buongustai, nel rispetto più severo della tradizione artigiana e col rifiuto altrettanto severo di ogni compromesso coi conservanti, come atto di riguardo verso i consumatori. Col passare degli anni alla tradizionale lavorazione dello sgombro si sono affiancati via a via quella di acciughe, tonno, pesce spada, ricciola, cernia, dentice, orata, spigola, calamari, polpi… senza dimenticare un’inimitabile produzione di bottarghe, paté e diversi affumicati che rappresentano vere

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e proprie irresistibili tentazioni per i più raffinati gastrofili. Qualità, passione, amore per il proprio lavoro. Questo è il segreto ma anche il motto di Pasqualino Famularo che gli consente di portare ogni giorno sulla grande tavola dei gourmet prodotti che conservano immutato il sapore del mare. Il mare

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è quello caldo e limpido di Lampedusa, che la

lavorazione del pescato locale. Così, oggi come

generosità di madre natura ha reso pescoso e

ieri, l’azienda lavora il pesce con immutata cura e

che la tenacia degli isolani ha saputo sfruttare per

maestria per proporre prodotti esclusivi dal sapore

secoli, tramandando di padre in figlio le tradizionali

unico. Perchè Famularo riesce a quintessenziare

tecniche di trasformazione e conservazione.

dai pesci tutte le più delicate e nascoste sfumature

In questi 60 anni nulla è cambiato nei sistemi di

gustative. Questo è il suo segreto...

Cipolla e finocchietto per dare al tonno nuove fragranze

Nella pittura ci sono dei quadri belli e dei capolavori, così – si parva licet componere magnis! - anche nel tonno in vasetto ci sono buoni prodotti e alcune vere opere d’arte. Un esempio? La “Cipollata di tonno” messa a punto da Pasqualino Famularo Non si tratta, è bene intendersi, di un buon tonno condito con la cipolla, no, questa cipollata è preparata con tonno di prima scelta, bello e sodo come quello del mare di Sicilia, dove anche i giapponesi, amanti del pesce fresco e di assoluta qualità vengono a fare incetta, non badando a spese. La cipolla gli dona un’armonia, una fragranza di gusto tutta particolare, sposandosi soavemente il tonno senza prevaricarlo. A fare da catalizzatore lo splendido olio d’oliva siciliano. Detta così sembrerebbe una specialità di facile preparazione. E invece no. Per raggiungere l’amalgama, l’equilibrio perfetto di sapori, ci vuole l’estro e il talento di Maria,

la moglie di Pasqualino, che ha messo a punto questa sua creatura attraverso lunghe e amorose sperimentazioni. Così oggi tutti possono goderne la squisitezza. Anzi, una volta assaggiata la cipollata di tonno di Famularo, il normale tonno con cipolla preparato da altri produttori oppure a casa o al ristorante sembrerà la figlia di un dio minore. Provare per credere. È una specialità che si presta bene per un pasto veloce, ma può essere anche inserita in un pranzo ricercato. Basta soltanto saperla convenientemente presentare in un bel piatto con contorno di verdure verdi crude o anche con un po’ di carota tagliata a julienne oppure accompagnata da legumi bolliti come ceci o fagiolini. Il più recente capolavoro di Pasqualino Famularo, che viene ad aggiungersi alla preziosa collana di specialità ittiche conservate, è il “Tonno al finocchietto”. Ma

chi pensa a un buon tonno insaporito col finocchietto selvatico prende un grosso abbaglio. Il finocchietto gli dona una fragranza e una raffinatezza senza uguali, amalgamandosi in punta di piedi col tonno e con l’impareggiabile olio d’oliva siciliano. Anche questa sciccheria si deve alla creatività e alla passione di Maria, la moglie di Pasqualino. A chi assapora il tonno al finocchietto il tonno normale sembrerà gareggiare nel campionato dilettanti e non nella serie A. E’ una vera ghiottoneria. Il finocchietto, come già la cipolla, è entrato anche in un’altra creazione di Pasqualino Famularo il Polpo di scoglio, conservato in olio d’oliva. Si tratta di un’altra piccola chicca che può dare un tocco di novità e di piacere per spezzare il solito copione del vitto quotidiano. Pasqualino Famularo abita e opare in Via Terranova, 53 92010 Lampedusa (Ag)

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di Luca Iacopini e Massimo Bracci

Alla scoperta di una piccola doc friulana: la Doc Carso

Il Carso con la sua terra rossa, i minerali, il sole, la bora e la pietra è uno dei luoghi dove nascono grandi bianchi prodotti con un vitigno unico: la Vitovska

I

l Friuli Venezia Giulia è diventato nel moderno panorama enologico mondiale uno dei maggiori produttori di bianchi di altissima qualità. Il suo stile è ben noto sia in Italia che all’estero e in questo contesto il Carso con la sua doc ne è un degno rappresentante. La “terra rossa” tipica di questa zona al confine con la Slovenia, delinea un territorio molto particolare che dà una caratteristica unica e inconfondibile ai propri vini. Qui esiste un microclima ricchissimo di varietà vegetali che prolifera fra rocce calcaree ed il mare, spazzato dalla bora, con pendii rivolti a mezzogiorno, particolarmente adatti ad una viticoltura pregiata. La presenza della coltivazione della vite in questi luoghi è comprovata fin dal primo secolo dopo Cristo e nei secoli successivi il vino è sempre stato estremamente importante per la zona Triestina, un fattore talmente importante per l’economia da far capire ad esempio ai dignitari Ausburgo, nella metà del ‘500, che il vino era il principale sostentamento

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di questo popolo e quindi molti provvedimenti legislativi riguardavano e regolamentavano questo settore vitale. Un attenzione imperiale non solo legislativa ma anche di preferenza sui vini da bere a corte, ad esempio la tipologia rossa Terrano (terant) era spesso preferita ad altri vini dell’Alsazia o del Reno. A parte però questa eccezione rossa è il bianco a fare da padrone nella produzione

vinicola in tutti questi secoli con un crescente aumento di percentuale fino ad arrivare ai giorni nostri con circa il 60% della produzione totale. La doc Carso nasce nel 1985 con una sostanziale revisione del disciplinare nel 1996. È la più piccola doc del Friuli Venezia Giulia con circa 100 ettari di territorio e 9.000 hl prodotti pari a circa l’1% della produzione totale di tutto il Friuli. Ma una zona molto dinamica e attiva in quanto è la tipologia che in rapporto alla esiguità della produzione ha ricevuto il più alto numero di apprezzamenti e di riconoscimenti da parte della critica specializzata e il tutto avvenuto negli ultimi quindici anni, quindi in tempi molto brevi. Per la tipologia rossa le denominazioni Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Terrano sono le maggiormente utilizzate con una predominanza del vitigno autoctono Terrano che nel passato ha dato tanto lustro e fama a questo territorio. Ma la nostra attenzione si è rivolta soprattutto ai bianchi e in particolare a una denominazione che utilizza un vitigno autoctono dal nome che ricorda chiaramente che siamo al confine con la Slovenia: la Vitovska. Ricordiamo che la doc Carso versione bianca può essere prodotta anche con Sauvignon, Chardonnay,

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Ribolla gialla, Riesling, Pinot, Malvasia, etc. Le origini di questo vitigno sono ovviamente slovene e dove in parte viene coltivato con il nome di Vitovska Garganja e l’etimologia sembra che derivi con ogni probabilità da un piccolo paese situato in Slovenia. Questo vitigno si adatta a forme di allevamento a tralcio come il Guyot e la pergola. Generalmente presenta una buona resistenza alle principali malattie quali la peronospora e la botrite. Questa varietà si è ben adattata alle particolari condizioni di siccità e ventosità degli ambienti carsici. Originariamente questo vitigno era utilizzato in assemblaggio con altri vitigni a bacca bianca ma recentemente alcuni viticultori hanno deciso la strada della vinificazione in purezza e questa sembra essere stata la scelta vincente, i dati della produzione totale di vino negli ultimi anni ne danno conferma, con la Vitovska che ha superato la storica Malvasia Istriana diventando il vitigno a bacca bianca più coltivato nel Carso. La vicinanza del mare, la bora, porta al formarsi di un microclima molto particolare e unico che influisce in maniera determinante sul vitigno e sul vino, non solo su questo ma su tutti i prodotti di questa terra di confine come i formaggi, il miele. Abbiamo degustato molti produttori e tutti di alta qualità da Zidarich, Lupinic, Kante, Milic, tutte piccole aziende a conduzione familiare. L’annata è 2006 una grande annata per questa zona. Nel bicchiere questi vini si mostrano con un giallo paglierino chiaro ma non tutti fanno i filtraggi, e alcuni di loro, sono velati a volte anche impenetrabili. Questo permette al vino di avere più profumi e più aromi. Al naso è un vino

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intenso, elegante, molto schietto e molto fine,

eleganza. Il vitigno è molto plasmabile e malleabile

la caratteristica che predomina è la nota iodata

anche alla mano delle interpretazioni del singolo

dovuta all’influenza del mare e il minerale, note

produttore, la personalità dell’enologo qui trova

nette che piacevolmente si fondono con gli altri

molto spazio con la Vitovska che gli permette di

profumi fruttati come la pera williams, mandorle e

creare sensazioni anche abbastanza diverse le

talvolta la salvia. In bocca ritroviamo questa forte matrice sapida caratteristica dei terreni carsici. È leggermente acidulo e minerale, presenta sempre un buon corpo e un retrogusto amarognolo, il tutto segnato da una alcolicità abbastanza moderata.

une con le altre. Il Carso è una terra stupenda ma dura da lavorare, poco generosa, tuttavia questi grandi personaggi con grande fatica e grande umiltà hanno prodotto dei bianchi sicuramente da

Una costante di tutti questi vini: lasciano la bocca

paragonare ai grandi vini internazionali.

asciutta dovuta proprio alla pietra bianca del Carso

Un vitigno che in passato sembrava destinato

dove si allevano queste piante. Se possiamo

quasi all’estinzione si è poi rivelato un purosangue

sintetizzare questo vino in poche parole potremmo

di prim’ordine, e questo grazie ai produttori che ci

dire: sapidità, mineralità, acidità, freschezza ed

hanno creduto fermamente. Complimenti!

diVinando

Autunno 2009 Torna la sfida tra le Delegazioni

FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI

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news dal mondo Champagne e cucina regionale italiana: dai giovani chef di Firenze le proposte più creative Viaggio in Champagne per tutta la classe il prossimo novembre per celebrare con un corso di formazione sullo Champagne e degustazioni presso le cantine più prestigiose. Sono stati i giovani chef della IV B dell’Istituto Giorgio Vasari di Figline Valdarno (Fi) ad aggiudicarsi il primo premio della sesta edizione del « Concorso Champagne e cucina regionale italiana » rivolto alle scuole alberghiere di tutta Italia e indetto dal Centro Informazioni Champagne per l’Italia. Una commissione di esperti, chiamata a giudicare le decine di proposte giunte al Centro Informazioni Champagne, ha scelto di premiare il progetto dal titolo Un itinerario del gusto dal Valdarno alla regione dello Champagne presentato dall’istituto alberghiero fiorentino. I venti studenti vincitori saranno invitati a partecipare a un viaggio di formazione in Champagne in novembre. Sarà l’occasione per conoscere da vicino il più celebre dei vini, grazie a un itinerario didattico che prevede visite alle Maison e ai viticoltori della regione, incontri formativi e cene nei raffinati ristoranti di Reims ed Epernay. La commissione esaminatrice, composta quest’anno da Egidio Fusco (Segretario della Sezione Lombardia dell’organizzazione ONAV), Barbara Amati (Editore della rivista specializzata Food&Beverage), Davide Oltolini (giornalista enogastronomico) e Domenico Avolio (Direttore del Centro Informazioni Champagne), ha premiato l’elaborato della scuola di Firenze

per l’ampiezza della proposta delle ricette, per la sapienza e la cura degli abbinamenti, per l’approfondimento dei piatti tipici regionali e per l’ottima veste grafica. Il lavoro, presentato in forma di brochure di 40 pagine e corredato di immagini di alta qualità, propone un panorama della storia e delle caratteristiche dello Champagne e della Toscana per procedere poi alla presentazione delle ricette regionali e a un’accurata motivazione degli abbinamenti con diversi tipi di Champagne. Al secondo e al terzo posto si sono classificati rispettivamente l’IPSAR “Artusi” di Casale Monferrato e l’IPSAR di Arzachena (OT). “Siamo molto soddisfatti dell’interesse che mostrano gli istituti alberghieri nei confronti del concorso e del mondo dello Champagne ha commentato Domenico Avolio, Direttore del Centro Informazioni Champagne in Italia. I lavori che riceviamo si contraddistinguono sempre di più per l’originalità degli abbinamenti tra il più celebre dei vini e i piatti tipici della tradizione italiana e per la creatività con cui sono presentati, a dimostrazione della versatilità che contraddistingue questo vino”. Il Centro Informazioni Champagne rappresenta in Italia il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (CIVC). Con sede a Epernay, il CIVC riunisce tutte le maison e i viticoltori della Champagne. La missione fondamentale del Centro in Italia, si focalizza su alcuni temi fondamentali: la protezione e la promozione della denominazione Champagne sul mercato italiano.

Notizia inviata dal Centro Informazioni Champagne

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news dall'Italia La Valle del Gigante Bianco 2009 stare con il contributo tecnico dei Sommelier i vini La valorizzazione del prodotto tipico attraverso un prodotti nelle zone vitivinicole che gravitano sulpercorso promozionale e conoscitivo della matela Valdichiana, messi a disposizione dei rispettivi ria, è stato questo il filo conduttore della 5a edizioconsorzi di tutela: Rosso e Brunello di Montalcine della “Valle del gigante bianco” manifestazione no, Rosso e Nobile di Montepulciano, Vini Valdisulla razza chianina nella sua zona di origine: la chiana doc, Vini Cortona doc, Vini Orcia doc. A Valdichiana svoltasi a Bettolle - Siena. Durante corredo della manifestazione ci sono state altre la manifestazione si sono alternati convegni suliniziative che hanno rivalutato e rivisitato il mondo la classificazione e tracciabilità della carne, sotto contadino con le sue tradizioni e le sue storie racl’aspetto legislativo e normativo, sulle denominacontate in diretta da vecchi contadini e mezzadri zioni e sulla funzione del consorzio di tutela del per offrire uno spaccato di vita rurale lontano da vitellone bianco dell’appennino centrale e monoi soltanto trent’anni, la mostra fotografica dementi legati all’aspetto pratico del taglio, della ladicata alla chianina ed al vorazione e presentazione territorio a cura del circolo del prodotto destinato alla culturale Ezio Marchi con la vendita curata dall’Assopartecipazione straordinaria ciazione dei macellai deldi Daniele Duca fotografo le provincie di Siena e di professionista, che è riuArezzo. Altri momenti imscito attraverso alcuni flash portanti sono quelli riferiti al a dar vita a questo nobile concorso di cucina, orgaanimale. Il premio giornanizzato dall’Associazione listico Ezio Marchi per la Cuochi Senesi e riservato comunicazione è stato un a Chef professionisti delaltro appuntamento imporla Regione Toscana dove tante per fare il punto sulla naturalmente l’ingrediente La giuria del concorso qualità certificata e sui cabase è stata la carne di nali di promozione da individuare per fare comunichianina del quarto anteriore, con l’olio extravercazione costruttiva 180 gradi di qualsiasi prodotto gine Terre di Siena dop ed il fagiolo Zolfino del dell’agroalimentare; il premio è stato consegnato Valdarno; per la cronaca il premio Ezio Marchi è al giornalista Dott. Claudio Zeni quale profondo andato allo Chef aretino Leonardo De Candia con conoscitore dei prodotti di eccellenza, con partiil piatto: Trilogia di Chianina, mentre il trofeo Concolare attenzione a quelli della Valdichiana e per fcommercio per il miglior abbinamento cibo-vino il suo impegno quotidiano nella valorizzazione del è andato allo chef Umberto Pinto di Chianciano territorio e dei suoi prodotti quale appunto la chiacon il piatto: Gnocchetti di fagioli zolfino su ragù nina. di chianina abbinato a Luteraia 2006 Toscana Il Dott. Giovanni Corti presidente dell’associaziorosso igt. Le tre serate di Chianina in tavola dove ne “Amici della chianina” promotrice della masempre in collaborazione con i cuochi Senesi e nifestazione ha tenuto a sottolineare come con la Fisar Valdichiana sono stati presentati i piatti l’impegno della comunità Bettollina e delle varie poveri della tradizione Toscana in abbinamento ai Associazioni sia stato possibile organizzare quevini del territorio: dal Chianti al Nobile di Montesto evento che stà crescendo in modo esponenpulciano al Brunello di Montalcino. Il Sangiovese ziale ed è diventato un appuntamento fisso per gli protagonista anche dell’iniziativa tutta Fisariana amanti delle tradizioni e della buona tavola, rinnodi “Itinerari di...vini”, una vetrina dell’eccellenza a vando l’appuntamento per l’anno prossimo... disposizione di tutti, dove è stato possibile deguNotizia inviata dal Vice Presidente Nicola Masiello

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news dall'Italia “La Regola” un terreno calpestato dagli Etruschi Il Podere “La Regola” di Riparbella (provincia di Pisa) dei fratelli Luca e Flavio Nuti è un terreno che è stato calpestato dagli Etruschi e dei quali, ancora oggi sembra di scorgerne la presenza. È vicinissimo a Volterra, la cittadina etrusca (Velathri) dove è stata fondata la Fisar nel lontano 1972. Di questo toponimo se ne ha traccia in un documento del 1600. Era stato acquistato ai primi del 1900 dal bisnonno. Poi il nonno negli anni 30 iniziò i primi servizi per l’agricoltura, con trattori e trebbie. I Nuti (con il babbo Rolando che segue da vicino tutte le loro attività) hanno festeggiato i “primi dieci anni” de “La Regola” (enologo Luca D‘Attoma), il vino di punta della giovane azienda:

un grande rosso che ha riportato importantissimi riconoscimenti non solo in Italia. “I nostri sono principi semplici, di persone semplici che hanno sempre vissuto in campagna”, ha detto Luca Nuti. Per capire l’evoluzione di questi vini, per valutarne le potenzialità nel tempo e verificarne il grado di affinamento, il bouquet, il giusto equilibrio aromatico e tannico, le tecniche di vinificazione applicate e le modalità di affinamento sia in barrique che in bottiglia, è stato organizzato un evento per presentare in degustazione agli esperti ed alla stampa specializzata le dieci annate de “La Regola” (85% Cabernet Franc, 10% Merlot e 5% Petit Verdot).

Notizia inviata da Gianfranco Grossi

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in famiglia La delegazione di Brescia in visita nel Chianti Classico Sabato 14 marzo la delegazione FISAR di Brescia ha organizzato una visita enogastronomica nel territorio senese del Chianti. I soci e simpatizzanti, ai quali si è aggiunto un gruppo di soci del territorio di Arco (TN),hanno visitato nella mattinata la cantina del Castello di Fonterutoli, a Castellina in Chianti. La visita alla cantina, di proprietà della famiglia Mazzei fin dal 1435, ha raccolto i commenti entusiastici dei visitatori per la capacità di coniugare tradizione e innovazione tecnologica, all’interno di un territorio da sempre vocato alla viticoltura di qualità. La parte centrale delle giornata è stata giustamente dedicata alla sosta gastronomica con un pranzo di notevole interesse al ristorante del Castello di Fulignano a San Gimignano. Durante la degustazione dei piatti tipici riproposti dallo chef Francesco Materozzi, sono stati serviti con la consueta professionalità,da un sommelier della delegazione Val d’Elsa, i vini dell’Azienda

Monterotondo,di Gaiole in Chianti, che ben rappresentano il territorio d’origine. Alla fine del pranzo, le delegazioni di Brescia e Val d’Elsa hanno posto le basi per un futuro gemellaggio attraverso lo scambio dei gagliardetti, a suggellare l’amicizia tra due delegazioni che, seppur distanti, condividono interessi, entusiasmi e genuina passione. Il pomeriggio è stato dedicato alla visita delle cantine storiche del Castello della Paneretta,a Barberino Val D’Elsa; qui,all’interno di una struttura architettonica senza uguali, sono state degustate le selezioni di alcuni dei migliori vini dell’azienda, da sempre attenta alla valorizzazione della tradizione vinicola locale. La giornata si conclusa tra l’unanime soddisfazione e con la consapevolezza che attraverso la cultura enogastronomica si possono trascorrere momenti di amicizia e di vera conoscenza, nei quali il rapporto umano rappresenta tutt’oggi la base dell’associazionismo FISAR.

Notizia inviata dalla Delegazione di Brescia

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in famiglia Consegna Attestati Qualifica di Sommelier Delegazione di Varazze Nella splendida cornice del porto di Varazze presso il ristorante “Il Boma”. Sono stati consegnati gli attestati di sommelier ai partecipanti della terza sessione. Hanno conseguito l'attestato i seguenti soci: Amato Domenico, Benzi Enrico, Bozzano Corrado, Caratti Laura, Caruso Giuseppe, Cecere Gabriella, Cervetto Anna, Genovese Lucio, Graziano Giovanni, Maggiorelli Daniela, Manzino Mauro, Palmieri Aurelio, Piaggesi Luigi, Pignone Ivano, Russo Anna, Salemi Pietro, Sanna Giuseppe.

Un ringraziamento particolare alla commissione di esame, altamente qualificata e professionale composta da Pietro Galleano, Omero Ceccardi, Flavio Malaspina. Un plauso particolare a quattro soci che hanno ottenuto un risultato oltre la media, gratificando così anche tutti i docenti che durante i tre livelli hanno contribuito alla loro preparazione: Cecere Gabriella, Caratti Laura, Cervetto Anna, Piaggesi Luigi.

L’attestato di partecipazione è stato consegnato ai seguenti soci: Canepa Giovanni, Cerruti Vania, Mazzocchi Rosario, Vendemmiati Guido. Notizia inviata da Brunello De Belath della Delagazione di Varazze

La FISAR di Milano alla presentazione di “Cantine d’Italia” Il 25 marzo si è tenuta all’ Hotel Westin Palace di Milano la presentazione della guida di GoWine

“Cantine d’Italia 2009” che invita il lettore al viaggio e conduce ai vini attraverso l’incontro con il territorio e il luogo di produzione. Le cantine che hanno ricevuto “l’impronta”, ossia il giudizio ottimo attribuito sia al sito, che all’accoglienza, che al profilo produttivo, erano presenti con i loro migliori prodotti in degustazione. I vini sono stati presentati e serviti al numeroso pubblico presente dai sommelier FISAR di Milano che hanno ricevuto un riconoscimento unanime per la loro professionalità e cordialità.

Notizia inviata da Gianni Longoni della Delegazione di Milano

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in famiglia In Giappone la FISAR si presenta L’IWSS (Italian Wine Sommelier Seminar) e il JETCUP, unico concorso nazionale per il miglior sommelier giapponese di vino italiano, nascono dalla volontà di Japan Europe Trading (JET) di promuovere il vino italiano in Giappone e di diffondere la conoscenza del vino italiano tra i professionisti del settore. L’IWSS, che consiste in una intera giornata dedicata al vino italiano, è stato organizzato in 5 città: Tokyo, Osaka, Nagoya, Fukuoka e Sapporo, coprendo così tutto il territorio nazionale. Uno straordinario successo di pubblico ha visto la partecipazione di oltre 500 sommelier professionisti diplomati JSA (Japan Sommelier Association) e FISAR (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori). A tutti i partecipanti è stato distribuito, tra gli altri materiali didattici, “Il vino italiano: manuale per professionisti”, testo realizzato da Japan Europe Trading con la collaborazione di FISAR.

Come per l’IWSS, anche il JETCUP, arrivato quest’anno alla terza edizione, ha avuto un largo seguito, con la partecipazione alle selezioni territoriali di oltre 120 sommelier professionisti (diplomati JSA e FISAR) da tutto il territorio nazionale. La finale, che ha avuto luogo mercoledì 13 maggio 2009, presso la prestigiosa sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, ha visto l’intervento dell’Ambasciatore Italiano in Giappone, Vincenzo Petrone, e l’intervento di Sandro Boscaini, presidente di Masi, sponsor dell’evento insieme a Planeta, Badia a Coltibuono e Spumante Ferrari. Sandro Boscaini ha così salutato i partecipanti alla finale: “È una fortuna per l’Italia che professionisti come voi diffondano la conoscenza del vino italiano. Voi siete di fatto da oggi Ambasciatori del Vino Italiano in Giappone”. È risultato vincitore Yasushi Honda, sommelier del Ristorante Faro Shiseido.

Notizia inviata da Giuseppe Garassino delegato Giappone

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in famiglia La FISAR di Pisa consegna gli attestati di 2° livello Enogastronomia di ottimo livello a “Le Logge” di Orzignano a San Giuliano Terme. La delegazione fisariana pisana ha organizzato una eccellente serata di gala per la consegna dei diplomi di 2° livello. Alla presenza del consiglio di delegazione, il direttore del corso Barbara Poli, il tesoriere Emanuela Rossi, il vice-delegato Cristina Messina e la responsabile dei Sommelier Liana Benini hanno provveduto alla cerimonia della consegna degli attestati fra gli applausi dei convenuti.

Questi i corsisti che hanno conseguito l’attestato: Silvia Acciaresi, Laura Alfarano, Serena Armetta, Simone Bartola, Leandra Cerrai, Riccardo Dal Monte, Francesca De Gottardo, Samia El Mahayrì, Stefano Faucci, Natale Filippino, Dario Fracasso, Fabrizio Gammarota, Margherita Giunta, Arianna Giuntini, Francesco Giuntini, Silvia Mellini, Alessandra Nucci, Nicola Orsini, Cosimo Parlangeli, Alessandro Pieracci, Davide Poli, Massimo Puccini, Sonia Salvato, Fabio Santerini, Selene Scaramelli, Kinzica Sorrenti, Maria Tognini, Letizia Vannucci. A tutti loro, il delegato Flavio Romboli, ha espresso, tramite il segretario Vittorio De Santis, i migliori auspici per un proseguimento ricco di soddisfazioni enoiche.

Notizia inviata da Tiziano Taccola della Delegazione di Pisa e Litorale

La Delegazione di Pavia si presenta rinnovata Il nuovo consiglio direttivo, dopo le elezioni tenutesi negli ultimi giorni del mese di aprile 2009, è composto dal delegato Roberto Pace, dal segretario Carlo Barbati e dal tesoriere Paola Quaroni. Completano il direttivo Maurizio Barone e Marco Caccia. A tre anni dalla sua istituzione la delegazione pavese è diventata ormai una realtà importante nel mondo della sommellerie provinciale. I numeri parlano chiaro: 14 corsi di abilitazione professionale, 200 soci e 50

sommelier. Consapevole di essere situata in uno dei migliori territori per la produzione vitivinicola italiana, la Delegazione di Pavia si propone di promuovere l’Oltrepo e i suoi vini, cercando di migliorare sempre più i rapporti tra produttori locali e il consumatore finale con lo strumento della partecipazione attiva a tutte le manifestazioni provinciali e proponendosi nelle varie degustazioni guidate.

Notizia inviata da Michele Verda della Delegazione di Pavia

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in famiglia Delegazione Volterra rinnova il Consiglio direttivo Nei rinnovati locali dell’accogliente ristorante “Molino d’Era” di Volterra, lo scorso 22 aprile si è tenuta l’assemblea annuale dei soci della delegazione storica della F.I.S.A.R. di Volterra, nonché, a seguire, le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali del Consiglio direttivo giunto ormai alla sua scadenza naturale dei tre anni. Al termine dello scrutinio (presenziato nell’occasione dal responsabile del C.T.N. della federazione, Alberto Giustarini), sono risultati eletti i signori: Flavio Nuti,già delegato uscente, Enrico Del Testa,già segretario uscente, Azzurra Mazzara Toce, Antonio Senes e Fausto Bacci. L’avvocato Flavio Nuti, presidente dell’assemblea, ha poi dato lettura della relazione al bilancio 2008 (che è stata approvata all’unanimità) nonché del programma e dei numerosi impegni: dal corso di sommelier I° livello,alle “cene galeotte” al carcere di Volterra edizione 2009, e ad altre attività enogastronomiche locali, che vedrà il consiglio neo eletto principale protagonista nella gestione, nell’ambito della valorizzazione dei prodotti enogastronomici d’eccellenza del territorio, anche in collaborazione alle altre associazioni ed ai ristoratori della Val di Cecina. La serata è terminata poi con un ricco ed appetitoso menù a base di prodotti locali che il gestore, la giovane Irma, nuovo socio, ed il suo collaudato staff di collaboratori, hanno servito

in abbinamento a interessanti vini offerti dal Consorzio Doc Montescudaio. Infatti dopo gli antipasti a base di formaggi salumi ed affettati locali, hanno seguito una tagliatella alle verdure di stagione seguita da squisiti ravioli alle noci e tartufi (rigorosamente locali, provenienti dai boschi volterrani). Come seconda portata un arrosto di agnello al forno con contorni di spinaci saltati e patate arrosto; come dessert una ottima torta della “nonna”,anch’essa rigorosamente casalinga. L’assegnazione delle cariche previste dallo statuto F.I.S.A.R. ai soggetti eletti è avvenuta martedì 28 u.s. presso il ristorante “Da Beppino”, di proprietà di uno dei neo eletti consiglieri Senes Antonio. Il Nuovo consiglio nel riconfermare Renzo Bartolini capo servizio dei sommelier, ha assegnato le nuove cariche:l’avv. Flavio Nuti, delegato; Azzurra Mazzara Toce segretario; Enrico Del Testa tesoriere; Fausto Bacci e Antonio Senes consiglieri con delega aperta all’organizzazione di manifestazioni ed alla valorizzazione dei prodotti tipici attraverso nuove iniziative da effettuare in collaborazione con i ristoratori e gli enti della zona. Solo per notizia di cronaca riportiamo che il consiglio appena presentato è senz’altro il più giovane consiglio F.I.S.A.R. della nostra delegazione, con un’età media dei suoi consiglieri di poco più di trent’anni.

Notizia inviata da Enrico Del Testa della Delegazione di Volterra

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in famiglia La FISAR di Pisa saluta la primavera a “La Lanterna Blu” La delegazione pisana festeggia il sospirato arrivo della Primavera con una cena al ristorante “La Lanterna Blu” di Vicopisano in via Provinciale Francesca Nord, ricavato con buona ristrutturazione da un casolare di campagna e con vista sulla Torre del Brunelleschi, che domina dall’alto del vico tutta la vallata. Si è iniziato, nella calda ed accogliente atmosfera, con salatini ed un aperitivo di benvenuto: spumante Gancia Prose Blan di Vitigni. Il successivo ventaglio di antipasti di cecìna fritta con ricotta pecorina, patè di fegatini e flan di spinaci ha predisposto il palato all’Aprilante Toscana Igt 2007 dell’Az. Pieve de’ Pitti, Chardonnay di colore bianco paglierino,che, servito alla giusta temperatura, ha espresso una buona acidità e sentori di vaniglia. Quindi lo chef e titolare del locale Roberto Borghi ha proposto delle Lasagnette morbide alla paprika con crema di ceci e Cannoli di Cinta senese con ragù di guanciale e carciofi che hanno deliziato i convenuti in un crescendo di sapori e profumi. Il bravissimo ed esperto sommelier Luca Barsanti, che ha condotto tutta la conviviale con sapienti ed apprezzate spiegazioni, ha abbinato, in ordine, un Montescudaio Rosso Doc dell’Az. Poggio Gagliardo 2006,

passato in barriques di rovere dell’Allier per 6 mesi e dai tannini setosi ed un Montaleo Montescudaio Rosso Doc 2007 dell’Az. Pagani De Marchi lasciato in acciaio per 4 mesi ed affinato in bottiglia, rosso carico e dagli aromi di bacche rosse di bosco. A seguire gustose Coscette d’anatra al ginepro cui si accompagnava bene l’Olmata Toscana Rosso igt 2004 sempre dell’Az. Pagani, 40% di Sangiovese, 30% Cabernet-Sauvignon e restante Merlot, messo in barriques per 10 mesi, tannini marcati ma mai aggressivi e dai sentori intensi di frutta rossa. Per chiudere è stata servita una delicata mousse di pera al caramello bagnata da un eccezionale Soandre delle Venezie Igt Verduzzo 2005 dell’Az. Agr. Paladin, ottenuto dall’unione di uva colta in vendemmia tardiva ed unita a uva della stessa vigna ma appassita, dal colore giallo oro che ha liberato in bocca ricche e persistenti note di agrume. La serata si è conclusa con gli applausi alla Brigata di cucina e al Rango di servizio e con la consegna del tradizionale gagliardetto FISAR allo chef ed a sua moglie Silvia Caruso, direttrice di sala, da parte dell’organizzatrice della serata Cristina Messina.

Notizia inviata da Tiziano Taccola della Delegazione di Pisa e Litorale

La Delegazione di Portogruaro Lison Pramaggiore consegna gli attestati Il giorno 17 Aprile presso la nostra sede - Hotel Ristorante alla Botte - a Portogruaro, durante una

cena di gala, sono stati consegnati gli attestati di frequenza ai partecipanti al corso di primo livello tenutosi nei mesi di Febbraio e Marzo a Portogruaro c/o la nostra sede. Alla cerimonia ha partecipato, gradito ospite, il Sindaco di Portogruaro Sig. Antonio Bertoncello (al centro nella foto, dietro al gagliardetto più piccolo) il quale oltre ad onorarci della sua presenza ha anche provveduto alla consegna degli attestati.

Notizia inviata dal Delegato Celio Sartori

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in famiglia La Delegazione di Venezia e il Presidente della Repubblica Venerdì 5 giugno, circa le 11,30, sono in ufficio e

40/50 ma bensì 80, Lorenzo ed io ci guardiamo

squilla il cellulare, guardo: è Franco Jurassich, il

perplessi sapendo che il servizio ne risentirà

Responsabile Sommelier della nostra Delegazione,

ma ormai siamo qui e dobbiamo organizzarci;

gli rispondo.

decidiamo come dividerci i compiti mentre

Franco mi dice che ci sarebbe un servizio per

prepariamo le bottiglie, per fortuna il vino è a

il giorno dopo, sabato, di cui dovrei occuparmi

temperatura ottimale, come spesso non accade.

io, sto per dirgli che la settimana è stata

Veniamo informati che si tratterà di una Cena non

Fisarianamente onerosa e che passo la mano,

ufficiale cui saranno presenti il Presidente della

quando lo sento dire: “sarà presente il Presidente della Repubblica”, rimango là sospeso e gli chiedo conferma di quello che ho sentito, Franco conferma, ovviamente gli dico di sì. Chiamo il collega Lorenzo De Rossi che si rende disponibile, ovviamente. Mi informo sulla serata, si tratta di una Cena per l’inaugurazione della nuova sede della Biennale di Venezia dove sono previsti 40/50 invitati, i due sommelier richiesti, con rango 20/25, sono adeguati. Il giorno dopo Lorenzo ed io arriviamo a Ca’ Giustinian, sede della Biennale, palazzo storico

Repubblica e Signora, il Presidente della Biennale, ing. Baratta e Signora, il Sindaco di Venezia Massimo Cacciari, il Presidente della Provincia di Venezia Davide Zoggia oltre a numerosi artisti, tra cui Yoko Ono. Cominciano ad arrivare gli ospiti ed alle 21 circa, come da programma, arriva il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano accompagnato dalla consorte, Signora Clio. Senza alcun cerimoniale inizia la Cena, e con la cena inizia il nostro servizio che si svolge in modo tranquillo, senza intoppi, verso le 23, come da

veneziano che si affaccia sul Canal Grande

previsione, la Cena termina e gli ospiti passano

proprio dove inizia il Bacino di San Marco e dalla

in terrazza dove si trattengono per breve tempo,

cui terrazza al quinto piano, lo scopriremo in

vediamo quindi il Presidente allontanarsi.

seguito, si può godere di una vista mozzafiato:

Si spengono i riflettori e Lorenzo ed io, terminato il

Venezia e la sua laguna.

servizio, ce ne torniamo a casa soddisfatti e con

Le due ore che ci dividono dall’inizio della Cena

la speranza che ad altri colleghi F.I.S.A.R. possa

sono dedicate ai preparativi, dapprima ci aspetta

capitare quello che è capitato a noi, così quasi

una sorpresa: il numero dei presenti non è di

per caso.

Notizia inviata dalla Delegazione di Venezia Città

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in famiglia La Delegazione di Vercelli festeggia i nuovi sommelier Al termine di una stagione che ha visto la nostra delegazione attiva sotto il profilo dei corsi di formazione ed eventi per i soci, si è svolta Venerdì 22 Maggio presso il ristorante “Il Vigneto” di Gattinara la cena sociale con la consegna degli attestati ai nuovi sommelier e gli attestati di partecipazione di primo e secondo livello, per un totale di 85 corsisti suddivisi tra la provincia di Biella e Vercelli. Questi i nominativi dei nuovi sommelier in forza alla delegazione: Viazzo Rodolfo, Basso Ornella, Bonino Alessandra, Bel Fiore Giuseppe, Giardino Patrizia, Liberti Umberto, Lorenzo Donatello, Palomba, Antonio, Casotti Valentina, Marezzato Roberto, Marangon Marta, Campolo Giovanni, Dal masso Chiara, Cinelli Emiliano. Nel corso della serata, abbinati al menù del ristorante, si sono potuti apprezzare i vini

dell’azienda “Poderi Colla” di Alba ed in particolar modo: Metodo Classico Extra Brut “Pietro Colla” (dedicato al nonno fondatore dell’azienda), Langhe Doc “San Rocco” composto da Pinot nero, Chardonnay e Riesling Renano, Langhe Doc “Bricco del Drago” a base di Dolcetto e Nebbiolo e per finire “Bonmè” Moscato aromatizzato all’essenzio. Alla manifestazione erano presenti, oltre al Delegato Claudio Valenza e tutto il consiglio di delegazione, il Consigliere Nazionale Luigi Terzago, il responsabile del CTN per il Piemonte Corrado Pasqualin e il signor Pietro Colla figlio del titolare che ha presentato la storia della sua azienda e commentato i vini in degustazione. Al termine della cena brevi interventi del Delegato Claudio Valenza e del Consigliere Nazionale Luigi Terzago a sottolineare la soddisfazione per il lavoro fatto in delegazione nel corso dell’anno.

Notizia inviata da Corrado Pasqualin della Delegazione di Vercelli

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in famiglia Successo al Concorso del Miglior Sommelier del Piemonte 2009 a Vercelli Davanti al una platea di molti associati ed enoappasionati e alla presenza del Presidente Nazionale Vittorio Cardaci Ama, del Segreterio Nazionale Mario Del Debbio, del Componente la Giunta Nazionale Luigi Terzago, del Responsabile il CNT Alberto Giustarini, dei Delegati di

Alessandria, Asti, Torino, Vercelli Biella, Piacenza e Milano si è svolto Domenica 14 Giugno 2009 a Vercelli il 6° Concorso per il Miglior Sommelier Piemontese 2009. Il Concorso era inserito all’interno della Giornata Nazionale del Sommelier Fisar del Piemonte organizzata quest’anno da Claudio Valenza, delegato di Vercelli Biella. Durante la Giornata anche un convegno sulla “Comunicazione di settore” moderata dal giornalista piemontese Roberto Rabachino, direttore delle rivista Il Sommelier. Dopo una prova scritta e una prova pratica - a cui hanno partecipato 9 sommelier rappresentanti le Delegazioni del Piemonte - si è ottenuto la seguente classifica: Miglior Sommelier del Piemonte 2009: Gori Maria Pia - Delegazione di Alessandria 2° classificato: Antonietti Simone - Delegazione di Vercelli 3° classificato: Santo Giuseppe - Delegazione di Torino I primi tre classificati parteciparenno di diritto al Concorso per il Miglior Sommelier Nazionale FISAR 2009 del prossimo ottobre a Loano, sede dell’Assemblea annuale elettiva 2009.

Maria Pia Gori, Delegazione di Alessandria

Notizia inviata dalle Delegazioni del Piemonte

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in famiglia La Delegazione di Prato consegna gli attestati Un ottimo incontro enogastronomico si è rivelata la serata di gala del 10 Giugno 2009, durante la quale sono stati consegnati gli attestati di secondo e terzo livello, in uno scenario incantevole, qual’è la collina di Artimino, davanti alla monumentale villa Medicea, nei pressi di Carmignano, in provincia di Prato, nel rinomato Ristorante Biagio Pignatta nel quale collaborano maestranze di alto livello. Ad introdurre la serata è stata la nuova Delegata, Vanda Ingarozza, che ha ringraziato gli intervenuti e si è complimentata con i soci corsisti che con impegno hanno superato la prova d’esame. Si è rivolta, in particolare, ai soci del III livello che, avendo concluso il corso formativo e ricevendo l’attestato di qualifica di Sommelier, sono entrati a far parte della grande famiglia FISAR; ha sottolineato che per tutti l’acquisizione di un attestato non rappresenta il punto di arrivo, ma il punto di partenza di quel lungo percorso che porta il sommelier ad affinare la personale sensibilità quando egli si viene a trovare di fronte a quel nettare che è il vino! Ha rivolto l’invito a collaborare per cercare nuovi spunti per iniziative future che mirino alla qualificazione della delegazione pratese. Ha salutato il nuovo Consiglio, augurando un lavoro proficuo e collaborativo per il raggiungimento di tutti gli obiettivi che la Delegazione si è posti. Gli chef Luca Marin e Michela Bottasso hanno proposto un menù molto ricercato ed apprezzato. Comprendeva: un originale Cappuccino (non di caffè!, ma) al nero di seppia; e ancora fra gli antipasti: fiori di zucca farciti con ricotta in una delicata salsa d’asparagi; a seguire una tartara imbevuta in un’emulsione all’olio extravergine d’oliva della tenuta di Artimino; accompagnata da una fantasia di verdure stagionali. Un primo di tutto rispetto sono stati gli straccetti al

battuto d’anatra, un piatto forte della cucina toscana e, a seguire, un nodino di vitello cotto nel lardo, piatto succulento, accompagnato da indivia belga e mangetout… Un aspic di pesche, infine, con sorbetto al brachetto ha rappresentato un dessert bello a vedersi nella sua presentazione e dal finissimo gusto… Tutto quanto sopra ha deliziato il palato dei numerosi soci e amici, esaltato dai vini che hanno via via accompagnato le varie pietanze. Ricordiamo: uno Spumante Brut lato B Servetti; Pigato d’Albenga doc Cascina Feipu dei Masseretti del 2008; Pinot Nero Alto Adige doc Tramin 2007; e, dulcis in fundo, un Brachetto d’Acqui doc Servetti 2008… I vini sono stati serviti dai Sommelier della FISAR, Fabrizio Fabbri e Luigi Bozza, che con la loro professionalità hanno reso ancora più importante la serata. Gli attestati di II livello sono stati assegnati a: Bacarelli Maurizio, Cappellini Paola, Dolfi Alfredo, Gaiffi Simona, Lucchesi Isabella, Orlandi Simona, Pecchioli Stefano, Perri Roberto, Ponzuoli Fulvio, Rosati Andrea, Scarpellini Luigi, Vitiello Carmine. Sono stati consegnati gli attestati di frequenza al corso di III livello a: Astorino Luigi, Attisano Giuseppe, Falcini Francesca, Morini Franca, e Vannini Mauro. Dieci sono i nuovi Sommelier Fche hanno ritirato l’attestato di qualifica, avendo superato positivamente l’esame: Bocciolini Luigi, Ciapini Riccardo, Dainelli Daniela, Di Paola Emanuele, Ferraro Domenico, Le Pera Rita, Massari Carmelino, Paolieri Giuliana, Pieri Antonio, Pini Alessandra. La serata si è conclusa in una sana generale allegria, beneaugurante al nuovo anno sociale, dopo la meritata pausa estiva.

Notizia inviata dalla Delegata di Prato Vanda Ingarozza

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in famiglia Giornata del sommelier Fisar 2009 Si è svolta Sabato 6 Giugno la giornata del sommelier Fisar, la manifestazione svoltasi presso la Tenuta La fratta di Sinalunga, ha visto la partecipazione di molti soci, che hanno partecipato interessati alla tavola rotonda. Il tema della giornata è stato introdotto dal delegato Dott.ssa Emma Lami, che dopo una breve esposizione sui principi ispiratori della manifestazione, ha presentato la tavola dei relatori:

Da sinistra i relatori: Esposito, Lami, Palmerini, Cinelli Colombini, Masiello.

Dott.sa Donatella Colombini Cinelli - Produttrice di vini pregiati, nonché fondatrice del movimento turismo del vino e di città del vino, che ha relazionato sul Marketing aziendale, i risultati di uno studio sulle percentuali di investimento per pubblicizzare un brand. Quanto incide la voce comunicazione sul prodotto finito, quali sono al momento i canali privilegiati dalle aziende per comunicare, prendendo in esame la nuova opportunità del web, delle vendite on-line e tutto il complesso meccanismo della rete. Dott. Amedeo Esposito - Enologo, Presidente del Consorzio Vini Valdichiana, ha illustrato le strategie di intervento delle istituzioni per la promozione del territorio a 360°, con riscontri oggettivi sul ritorno di immagine, il rapporto delle figure professionali quali appunto il sommelier, l’enologo, l’enotecario ed il ristoratore con la comunicazione del marchio aziendale ed i suoi aspetti sotto il profilo commerciale. Dott.sa Luciana Palmerini - psicologa, responsabile Sommelier delegazione Valdichiana, che ha elaborato il sistema di comunicazione e di presentazione del prodotto vino, attraverso un percorso di fiducia nel

rapporto sommelier-cliente, fatto di professionalità, capacità di fidelizzazione e gestualità. Molto interessante è risultato l’aspetto riguardante la figura del sommelier come veicolo di un prodotto commerciale “il vino” e la capacità di proporre un marchio, per creare valore aggiunto e quindi in definitiva un guadagno. Sig. Nicola Masiello - Vice-presidente Fisar ha esposto le problematiche riferite alla formazione del sommelier, come esperto del settore, capace di operare in strutture ricettive, in cantine, presso le commissioni di assaggio e nella grande distribuzione. Tutte queste possibilità di impiego comportano a monte una formazione capillare che non può essere raggiunta con i tre livelli di corso di formazione,ma và integrata attraverso i master sul servizio avanzato, le degustazioni, i corsi di aggiornamento e di comunicazione, ecc. Tutte operazioni a cui il Centro Tecnico Nazionale della Fisar dedica periodicamente delle giornate di approfondimento. La capacità di formare un sommelier dipende da più fattori quali il gruppo, il senso di appartenenza, la voglia di crescere del sommelier in un percorso conoscitivo e formativo che in definitiva si può chiamare impegno ed umiltà nel mettere in atto quanto le nozioni ed il bagaglio culturale. Dopo queste esposizioni, c’è stato un dibattito interessante sui risvolti della comunicazione con interventi di enotecari, ristoratori e sommelier che hanno scambiato anche esperienze personali sul modo di comunicare il vino per creare valore aggiunto presso le proprie strutture. La serata si è conclusa con una conviviale a base di prodotti tipici a cui sono stati abbinati “liberamente” i vini del territorio. Nel saluto di commiato il Delegato ha ribatito l’impegno della delegazione nel portare avanti tutti i progetti programmati, cercando nel contributo di tutti i soci gli stimoli giusti, ha voluto ringraziare la proprietà della Tenuta la Fratta per l’ospitalità, i Consiglieri Nazionali Masiello e Rossi, i relatori della tavola rotonda e tutti i soci partecipanti.

Notizia inviata dalla delegazione Valdichiana

Il Sommelier Luglio-Agosto 2009 • n. 4

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La segreteria comunica

Speciale Assemblea

XXXIX Assemblea Nazionale F.I.S.A.R. - Elettiva LOANO, 16-19 Ottobre 2009 Il programma ed il modulo prenotazione sono disponibili anche sul sito www.fisar.com

Programma VENERDì 16 OTTOBRE Ore 15.00 Arrivo dei partecipanti e sistemazione in Hotel Ore 20.00 Ristorante Rosmarino - Hotel Loano2 Village - Cena di benvenuto

SABATO 17 OTTOBRE Ore 9.30 Dopo la prima colazione, partenza per la visita al Museo dell’Olivo ad Imperia. A seguire, pranzo a buffet presso l’Azienda dei Fratelli Carli e incontro con i produttori con degustazione dei vini della provincia di Imperia. Rientro in Hotel. Ore 15.30 Sala Portofino Hotel Loano2 Village: XXXIX Assemblea Nazionale FISAR Ore 16.00 Per gli accompagnatori non partecipanti ai lavori dell’Assemblea, shopping ad Alassio la famosa “Città del Muretto.” Ore 19.00 Rientro in Hotel Ore 20.30 Ristorante Luna Rossa - Hotel Loano2 Village: Cena di Gala alla presenza delle Autorità Locali.

DOMENICA 18 OTTOBRE Ore 08.30 Sala Amalfi - Hotel Loano2 Village - Apertura dei seggi elettorali ed inizio operazioni di voto. Ore 09.30 Partenza per visita alle grotte di Borgio Verezzi. Al termine dello spettacolare percorso, incontro con i produttori con degustazione dei vini della provincia di Savona. Rientro in Hotel. Ore 13.30 Pranzo in Hotel Ore 15.00 Sala Capri - Hotel Loano2 Village - Concorso Sommelier dell’Anno. Ore 15.00 Per gli accompagnatori, possibilità di escursioni e visite nelle cantine del territorio. Ore 16.30 Chiusura dei seggi elettorali e termine delle operazioni di voto. Ore 20.30 Sala Rosmarino - Hotel Loano2 Village - Cena in Hotel. Premiazione del vincitore del concorso Sommelier dell’Anno. Comunicazione dei risultati elettorali e proclamazione degli eletti.

LUNEDì 19 OTTOBRE Dopo la prima colazione, partenza per le rispettive destinazioni. A integrazione del programma sopra esposto, si specifica che: • Ci saranno, a disposizione degli Ospiti, Bus per il transfert da e per l’Aeroporto di Genova, in orari da definire il venerdì in arrivo e il lunedì in partenza. Possibilità di transfert anche dalla stazione ferroviaria di Loano.

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• Sarà a disposizione degli Ospiti un Bus navetta (a orari definiti) da e per il centro di Loano (distante circa 1500 mt dalla struttura), per chi volesse approfittare dei momenti lasciati liberi dal programma durante la giornata.

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La segreteria comunica

Speciale Assemblea Sono incluse le escursioni e tutto quanto specificato nel programma e nella nota integrativa.

Costi del pacchetto proposto Un giorno: Euro 180,00 Arrivo: sabato 17 ottobre, nel pomeriggio. Cena di Gala, pernottamento, prima colazione e pranzo della domenica. Sono incluse le escursioni e tutto quanto specificato nel programma e nella nota integrativa.

Tre giorni: Euro 350,00 Arrivo: venerdì 16 ottobre, nel pomeriggio. Partenza: lunedì mattina, dopo la prima colazione. Sono incluse le escursioni e tutto quanto specificato nel programma e nella nota integrativa. I Due giorni: Euro 290,00 prezzi si intendono a persona in camera doppia. Arrivo: venerdì 16 ottobre, nel pomeriggio. Supplemento camera singola: Euro 20,00 a notte. Partenza: domenica prima di cena. Eventuali pranzi a buffet aggiuntivi o per esterni: ELETTIVA F.I.S.A.R. Sono incluseASSEMBLEA le escursioni e tuttoNAZIONALE quanto speEuro 30,00. Eventuali cene a tavolo aggiuntive o cificato nel programma e nella nota- Loano integrativa. esterni:- Euro 35,00. Cena di Gala per esterni: 16-19 ottobre 2009 2 VillageperResort Loano (SV) ASSEMBLEA NAZIONALE F.I.S.A.R. EuroELETTIVA 65,00. Questo pacchetto è applicabile anche con arrivo ASSEMBLEA NAZIONALE ELETTIVA F.I.S.A.R. 2009 Loano il2alberghiera Village Resort Loano proposti (SV) al sabato 17 16-19 ottobre ottobre nel pomeriggio e-partenza Le variazioni ai-servizi pacchetti Scheda di prenotazione e dei 16-19 ottobre 2009 - Loano 2 Village Resort -681728 Loano (SV) lunedì dopo la da colazione. inviare entro il 10 settembre 2009 alla Agenzia Viaggi Aureliaquotate al n° fax a0182 verranno richiesta. del bonifico effettuato Schedacondicopia prenotazione alberghiera e dei servizi ASSEMBLEA NAZIONALE ELETTIVA F.I.S.A.R. da inviare entro il 10 settembre 2009 alla Agenzia Viaggi Aurelia al n° fax 0182servizi 681728 Scheda di prenotazione alberghiera e dei ASSEMBLEA 16-19 ottobre 2009NAZIONALE - Loano 2 VillageELETTIVA Resort - LoanoF.I.S.A.R. (SV)

con copia del bonifico effettuato

da inviare il 102009 settembre 20092alla Agenzia Viaggi Aurelia (SV) al n° fax 0182 681728 DATI ANAGRAFICI: 16-19 entro ottobre - Loano Village Resort - Loano con copia del bonifico effettuato Cognome________________________________ Nome___________________________ Scheda di prenotazione alberghiera e dei servizi Indirizzo________________________________________________ da inviare entro il 10 settembre 2009 alla Agenzia Viaggi Aurelia alCAP____________ n° servizi fax 0182 681728 Scheda di prenotazione alberghiera e dei DATI ANAGRAFICI: Città___________________________________ Prov____________________ con copia del bonifico effettuato da inviare entro il 10 settembre 2009 alla Agenzia Viaggi Aurelia al n° fax 0182 681728 Cognome________________________________ Nome___________________________ Tel_____________________ Cell____________________ E-mail__________________ DATI ANAGRAFICI: con copia del bonifico effettuato Indirizzo________________________________________________ CAP____________ Socio della Delegazione di___________________________ Cognome________________________________ Nome___________________________ Città___________________________________ Prov____________________ Soci e/oDATI Accompagnatori: ANAGRAFICI: Indirizzo________________________________________________ CAP____________ Cognome________________________________ Nome___________________________ Tel_____________________ Cell____________________ E-mail__________________ __________________________________________________________ DATI ANAGRAFICI: Indirizzo________________________________________________ CAP____________ Città___________________________________ Prov____________________ __________________________________________________________ Socio della Delegazione di___________________________ Cognome________________________________ Nome___________________________ Prov____________________ __________________________________________________________ Soci e/oCittà___________________________________ Accompagnatori: Tel_____________________ Cell____________________ E-mail__________________ Indirizzo________________________________________________ CAP____________ Tel_____________________

Cell____________________

E-mail__________________

Prov____________________ __________________________________________________________ Socio Città___________________________________ delladella Delegazione di___________________________ Socio Delegazione di___________________________ Tel_____________________ Cell____________________ E-mail__________________ DATI PER FATTURAZIONE: __________________________________________________________ Soci e/o Accompagnatori: Soci Accompagnatori: Socioe/o della Delegazione di___________________________ Cognome/Società________________________________ Nome__________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________

Soci e/o Accompagnatori: Indirizzo________________________________________________ CAP____________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ Città___________________________________ Prov____________________ __________________________________________________________ DATI PER FATTURAZIONE: __________________________________________________________ __________________________________________________________ P.IVA____________________________________

Cognome/Società________________________________ __________________________________________________________Nome__________________ DATI PER FATTURAZIONE: Indirizzo________________________________________________ CAP____________ Cognome/Società________________________________ Nome__________________ DATI PERPER FATTURAZIONE: DATI FATTURAZIONE: Città___________________________________ Prov____________________ SISTEMAZIONE ALBERGHIERA: Indirizzo________________________________________________ CAP____________ Cognome/Società________________________________ Nome__________________ Cognome/Società________________________________ Nome__________________ P.IVA____________________________________

Città___________________________________ Prov____________________ Indirizzo________________________________________________ CAP____________ Indirizzo________________________________________________ CAP____________

P.IVA____________________________________ TIPO PACCHETTO EURO N. PERSONE TOT Città___________________________________ Prov____________________ Città___________________________________ Pacchetto A - in doppia per 3 gg € 350,00Prov____________________ P.IVA____________________________________ SISTEMAZIONE ALBERGHIERA: P.IVA____________________________________ Pacchetto A - in singola per 3 gg € 410,00 SISTEMAZIONE ALBERGHIERA: Pacchetto B - in doppia per 2 gg € 290,00 TIPO PACCHETTO N. PERSONE TOT SISTEMAZIONE ALBERGHIERA: Pacchetto B - in singola per 2 gg € EURO 330,00 TIPO PACCHETTO EURO N. PERSONE TOT Pacchetto CA--inindoppia per 1 3g gg € €180,00 Pacchetto doppia per 350,00 SISTEMAZIONE ALBERGHIERA: Pacchetto A - in doppia per 3 gg € 350,00 TIPO N. PERSONE TOT Pacchetto CA--PACCHETTO ininsingola € EURO Pacchetto singolaper per1 3g gg €200,00 410,00 Pacchetto A - in singola per 3 gg

Pacchetto A - in doppia per 3 gg Pacchetto B - in Bdoppia per 2 gg2 gg TIPOPacchetto PACCHETTO Pacchetto A -- in in doppia singolaper per 3 gg Pacchetto B - in Bsingola per 2per gg gg Pacchetto in singola Pacchetto Bin- doppia in doppiaper per 232gg Pacchetto A gg Pacchetto C in doppia per Pacchetto C in doppia per 1 g Pacchetto B - in singola per 12 ggg Pacchetto in Pacchetto -- singola in Pacchetto CA - in- C singola per per 1per g113gggg Pacchetto C in singola doppia per

ORGANIZZAZIONE : Pacchetto B - in doppia per 2 gg

€ 410,00 350,00 290,00 290,00 EURO 410,00 330,00 330,00 290,00 € 350,00 180,00 180,00 330,00 € 410,00 200,00 200,00 180,00

€€€ € €€ € €€ €€€

N. PERSONE

TOT

290,00 Pacchetto B - in singola per 2 gg € 330,00 AGENZIA VIAGGI AURELIA - Via Carminati, 6 - Andora (SV) Pacchetto C - in doppia per 1 g € 180,00 tel 0182 88701 - fax 0182 681728 Pacchetto C in singola per 1 g € 200,00 ORGANIZZAZIONE : Cod IBAN : IT08F0306949290615315660752 Pacchetto C - in singola per 1 g

ORGANIZZAZIONE:

€ € 200,00

ORGANIZZAZIONE :

ORGANIZZAZIONE : AGENZIA VIAGGI AURELIA - Via Carminati, 6 - Andora (SV) tel 0182 88701 -AURELIA fax 0182 681728 AGENZIA VIAGGI - Via Carminati, (SV) AGENZIA VIAGGI AURELIA - Via Carminati,66--Andora Andora (SV) Il681728 Sommelier Luglio-Agosto IBAN : IT08F0306949290615315660752 tel 0182Cod - fax 0182 681728 tel88701 0182 88701 - fax 0182 Cod :IBAN : IT08F0306949290615315660752 Cod IBAN IT08F0306949290615315660752

ORGANIZZAZIONE :

2009 • n. 4

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Presenti a

Bordeaux


LOANO

Assemblea Nazionale Elettiva

16-19 Ottobre 2009 www.loano2village.it

Riviera delle Palme • Via Degli Alpini, 6 • Loano (SV) Tel. 019 67911 r.a. • Fax 019 671765 • info@loano2village.it



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