il Sommelier Rivista di enologia, gastronomia e turismo
Anno XXXIII - Numero 4 - 2015 - Dir. Resp. Roberto Rabachino - Reg. Trib. Pisa n. 21 del 15.11.1983 - Lg. 47/1948
15004
Graziella Cescon
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Rivista Ufficiale della FISAR - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Perugia CPO.
FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER
7,50
Presidente Nazionale F ISAR
isarinrosa
sommario Il successo? Siamo unici! - Dir. Resp. Roberto Rabachino ® FEDERAZIONE
®
ITALIANA SOMMELIER
Lettera del Presidente Nazionale graziella cescon ALBERGATORI La Segreteria - Segretario Nazionale Laura Maggi R I S T O R A T O Rcomunica I
Katia Maccari, Ambasciatrice “Women for Expo” - Emma Lami
Parola all’esperto
pag. 2 3 72 6
La Domus Vini tra arte e simboli - Alice Lupi
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Cortona Doc: un vino che viene da lontano - Alessandro Maurilli
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Nero di Troia della Daunia: tra spiritualità ed offerta enogastronomica del Gargano - Davide Biasco
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Quando il vino può definirsi Kosher - Roberto Rabachino
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Andata e ritorno: racconto enoico di un viaggio in Val d’Orcia - Livio Del Chiaro
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Turismo nel Mondo
I fiabeschi parchi americani, una leggenda dell’alto mondo...! Jimmy Pessina
Il piatto
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Il piatto della tradizione - Enza Bettelli
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MILANO: CONGRESSO NAZIONALE FISAR 2015
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Anna Cardin è la Miglior Sommelier FISAR 2015 - Trofeo Rastal Roberto Rabachino
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La Biblioteca
40
- Gladys Torres Urday
Presentazione Guida slow wine 2016: si riparte dai vigneron! Roberto Rabachino
Degustando - selezionati, richiesti e provati dalla Redazione Centrale
42 44
Emozioni nel bicchiere
Verdicchio dei Castelli di Jesi: connubio perfetto di vitigno e territorio Davide Amadei
46
Cheese 2015: in 270 mila spengono le prime 10 candeline - Roberto Rabachino 54
- Le notizie di enogastronomia e turismo a cura della redazione di Quality ADV
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Riunione annuale dei Responsabili di Zona del CTN - Lucio Chiaranda
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TESSERA SOCIO 2016 - SImone nannipieri si è classificato al primo posto - Ufficio Stampa Nazionale
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Olio Extra Vergine di Oliva ALIMENTO NUTRACEUTICO - AICOO
70
IN FAMIGLIA - Le notizie dalle Delegazioni
73
Graziella Cescon Presidente G I U N TA
Filippo Franchini Vicepresidente
Laura Maggi Segretario Nazionale
Luigi Terzago Tesoriere
Valerio Sisti Componente di Giunta
CONSIGLIERI
Fabio Baroncini
Massimo Marchi
速
Giovanni Elce Fabbretti
Carlo Iacone
Stefano Gosatti
Nicola Masiello
Carla Moretto
Luisella Rubin
速
Carlo Guzzardi
Massimo Volpe
速
FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER
FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER
FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER
ALBERGATORI
ALBERGATORI
ALBERGATORI
RISTORATORI
RISTORATORI
RISTORATORI
Presidenza, Giunta e Consiglio Nazionale Fisar
di Roberto Rabachino testo, fonte e dati da MercatoGlobale.it
Il successo? Siamo unici! L’Italia vanta il più ricco panorama di varietà viticole del mondo. Un vino che interpreta sempre la nostra cultura e il nostro territorio.
Q
ueste valenze sono a noi riconosciute da tutti e attribuiscono all’Italia un primato assoluto per qualità e per indice di gradimento dei vini esportati e consumati. Infatti i mercati, principalmente internazionali, consacrano una crescente attenzione per i vini che presentano personalità e caratteristiche uniche, che sono appunto le prerogative che permettono ai nostri vini autoctoni di emergere da un panorama piuttosto omologato, in cui i prodotti tendono essere tutti uguali, pur provenendo da paesi diversi. Il successo riservato dal mercato ai vini autoctoni italiani non sta 2
Il Sommelier n. 4 / 2015
solo nella capacità dimostrata di produrre prodotto qualitativamente alto, ma nell’aver valorizzato anche quegli aspetti immateriali del vino che con esso tuttavia interagiscono e possono essere propedeutici, se fanno sistema, nella promozione di un territorio. La possibilità di associare il vino ad un territorio, alla cultura gastronomica, alla ristorazione di qualità di quel territorio, alla bellezza dei paesaggi, alla gente che nel territorio ci lavora è un elemento che, senza nessun dubbio, arricchisce la qualità percepita del vino stesso. Se dunque il vino è un veicolo importante per diffondere la cultura dei luoghi, di riflesso l’azione promozionale ispirata a dare sistematicità sinergica ai vari elementi di cui si compone
la cultura di un dato territorio aumenta il grado di preferenza e di fedeltà dei consumatori verso il vino stesso. Infatti è confermato da molte recenti indagini che, se al momento dell’assaggio la mente recupera conoscenze o emozioni che il paesaggio ha saputo suscitare, sicuramente quel vino avrà un grado di preferenza maggiore di quello di cui non sono note le origini. Politiche di sviluppo, pubbliche e private, che mirano all’integrazione tra territorio, produzione, consumo e distribuzione sono e rimarranno “la più importante arma vincente e di successo”! Approfitto per augurare, a nome e per conto di tutti i collaboratori di questa storica rivista, l’augurio più sincero per un 2016 di successo!
di Graziella Cescon presidente.nazionale@fisar.com
Lettera di Graziella Cescon, Presidente Nazionale FISAR In prima persona, mi impegnerò al massimo perché ogni singola voce possa diventare un coro, che faccia sentire sempre più lontano e più forte il nome Fisar.
un grande senso di responsabilità
e professionalità nella sommellerie
verso tutti voi.
italiana. Per raggiungere questi
Il mio primo atto pubblico,
obiettivi la mia attività futura si
personale e morale, è di esprimere
poggerà su tre concetti chiave:
il mio ringraziamento - e quello di
riconoscimento, crescita
tutta Fisar - al Presidente Giorgio
e lavoro di squadra.
Pennazzato per averci guidato in uno dei momenti per noi meno
Il Consiglio Nazionale,
facili.
che ringrazio per la fiducia
Sono profondamente sicura di
accordatami, saprà lavorare
un Futuro roseo e raggiante per
con impegno costante, grande
la FISAR! E questa certezza
spirito di appartenenza e senza
nasce dal sostegno e dall’affetto
dimenticare mai che nessun
ricevuti da tanti associati che, con
traguardo ci è vietato.
messaggi o telefonate, mi hanno
Ma non solo. Creare una Fisar
raggiunto con parole augurali
sempre più dinamica, che sappia
ccettare la Presidenza
e con offerte di sostegno e
rispondere alle esigenze degli
della Federazione Italiana
collaborazione.
appassionati e che possa offrire
A
Sommelier Albergatori
Il mio impegno sarà proteso alla
nuove opportunità di lavoro e di
Ristoranti è senza dubbio una
condivisione e alla trasparenza,
crescita professionale sarà il mio/
grande emozione. È stata la mia
due aspetti fondamentali e già in
nostro obiettivo.
personale passione per Fisar
linea con i colleghi consiglieri della
che mi ha convinta ad assumere
Giunta Esecutiva che sono Filippo
Concludo dichiarando che non
questo importante impegno,
Franchini alla Vicepresdienza,
mancherà mai il mio sostegno
fiera ed orgogliosa di essere, tra
Laura Maggi Segretario Nazionale,
alle Delegazioni distribuite su
l’altro, la prima donna alla guida
Luigi Terzago alla Tesoreria e
tutto il territorio nazionale, vera
di Fisar e di ogni associazione di
quinto componente Valerio Sisti.
espressione diretta della grande
sommellerie italiana.
Ci aspetta un triennio di grande
qualità di Fisar.
Nell’accettare questa importante
lavoro. La mia convinzione è che
Di strada ne abbiamo da fare, la
carica, dopo aver vissuto nel
Fisar abbia al suo interno tutte le
voglia di unione e la passione nel
recente passato momenti molto
capacità per crescere ancora ed
cuore non mancano, guardiamo
difficili e dolorosi, sento innanzitutto
imporsi come modello di immagine
avanti e andiamo lontano! Il Sommelier n. 4 / 2015
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il Sommelier
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Rivista di enologia, gastronomia e turismo Registr. Tribunale di Pisa n° 21 del 15.11.1983 ®
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Direttore Responsabile: Roberto Rabachino C.so Galileo Ferraris, 138 - 10129 Torino Tel. +39 011 5096123 - Fax +39 011 5087004 direttore@ilsommelier.com Redazione Centrale: Gladys Torres Urday C.so Galileo Ferraris, 138 - 10129 Torino Tel. +39 011 5096123 - Fax +39 011 5087004 redazione@ilsommelier.com Editore: F.I.S.A.R. Via dei Condotti, 16 - 56017 Asciano (PI) Tel. +39 050 857105 - Fax +39 050 856700 segreteria.nazionale@fisar.com Ufficio Stampa: Ufficio Stampa F.I.S.A.R. stampa@fisar.com Amministrazione: Sede Nazionale F.I.S.A.R. Via dei Condotti, 16 - 56017 Asciano (PI) Tel. +39 050 857105 - Fax +39 050 856700 segreteria.nazionale@fisar.com Grafica e Stampa: Tipografia Rossi Via Casalpiano, 28/A - 53048 Sinalunga (Si) Tel. +39 0577 679158 - Fax +39 0577 678245 mail@tipografiarossi.com - www.tipografiarossi.com Responsabile Comitato Scientifico: Il Comitato Tecnico Nazionale F.I.S.A.R. ctn@fisar.com Comitato di Redazione e Controllo: Graziella Cescon, Filippo Franchini, Laura Maggi, Luigi Terzago e Valerio Sisti redazione@ilsommelier.com Hanno collaborato a questo numero: Gladys Torres Urday, Jimmy Pessina, Enza Bettelli, Nicola Masiello, Valerio Sisti, Davide Amadei, Davide Biasco, Livio Del Chiaro, Alessandro Maurilli, Lucio Chiaranda, Alice Lupi, Emma Lami, AICOO e le Delegazioni della FISAR Per la fotografia: Oliviero Toscani, Jimmy Pessina, Gladys Torres Urday, Roberto Rabachino, Davide Amadei, Enza Bettelli e immagini di Redazione Fotografia della copertina: Jimmy Pessina
Concessionaria di Pubblicità per l’Italia Paolo Alciati Cell. +39 335 6063373 10137 Torino - Corso Siracusa, 152 - c/o All Media Tel. 011 0204690 r.a. (8 linee) qualityadv@ilsommelier.com
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L ’ E S S E N T I E L DISTRIBUITO IN ESCLUSIVA PER L’ITALIA DA Rinaldi Importatori - Viale Masini, 34 - 40126 Bologna - tel. 051 4217811 - fax 051 242328- www.rinaldi.biz
Katia Maccari, Ambasciatrice di Emma Lami - per FISAR in ROSA con l’abbinamento di Nicola Masiello
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“Women for Expo” Uscita autostradale Chiusi-Chianciano, a poca distanza l’Hotel Villa Il Patriarca. Un bel parco davanti la villa ci accoglie come colui che fa gli onori di casa ed entrando nella hall non possiamo che prendere atto della bellezza del luogo che ci anticipa una cordiale ospitalità e una garanzia di benessere e gusto.
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S
ono le 16,00, un silenzio ovattato. Ci facciamo annunciare ed ecco venirci incontro una giovane donna con ancora indosso la divisa da chef, era al lavoro nella sua cucina ma il sorriso accogliente ci fa sentire a nostro agio. Traspare semplicità nei suoi modi di fare e, dopo i soliti convenevoli saluti, sprofondiamo nelle poltrone di uno dei salotti dell’Hotel. Abbiamo detto giovane donna ma non certo fragile ed inesperta dall’intervista che ne è scaturita. “Sono nata a Montepulciano e la mia vocazione per la cucina è arrivata a soli vent’anni quando ho iniziato a gestire una trattoria insieme a due miei amici. È stato l’inizio di una passione senza fine, quella per il mondo della cucina, per quei piatti della tradizione toscana che fin da piccola avevo idealizzato e che vedevo uscire, quasi magicamente, dalle sapienti mani della nonna prima e della mamma poi. Qui la tipicità è stata la caratteristica di una cucina sana e tradizionale in cui ho imparato a fare i pici e i ravioli oppure a smontare una lombata. Nel 2003 entro nell’azienda di famiglia, Villa il Patriarca. È qui che la passione per la cucina diventa amore e dò ascolto alla voce che mi dice, “va dove ti porta il cuore”. Decido allora che è arrivato il momento di unire alla passione un percorso formativo per ampliare il mio bagaglio di conoscenze iniziano così i dieci anni più intensi, ma più belli della mia vita che scorrono tra studio e il perfezionamento delle tecniche in cucina per capire, studiare, finalizzare quanto di meglio la tecnologia offre nella valorizzazione delle materie prime per la preparazione dei piatti. Materie prime che vanno proposte nel modo giusto affinchè, anche una semplice portata, diventi una prelibatezza attraverso l’equilibrio, il dosaggio degli ingredienti e la cottura; da non sottovalutare la presentazione che riveste, senza dubbio, una grande importanza nel servizio in quanto il commensale come prima cosa vede
il piatto e già elabora, attraverso i colori e la disposizione, quale sarà il passaggio successivo. Nel frattempo nascono anche i miei tre figli che sono oggi i critici ispiratori della mia cucina in quanto non sono influenzati da nulla se non dal fatto che i piatti di mamma o piacciono o non piacciono e che non sanno quanto queste regole siano importanti nel mondo della degustazione”. La guardiamo mentre si racconta e non possiamo che ammirare questa donna così giovane e decisa che nemmeno a 40 anni ha raggiunto nella vita traguardi veramente importanti. “Ad oggi credo che non posso che essere soddisfatta del percorso intrapreso e dei traguardi raggiunti dal momento che la guida MICHELIN da 13 anni premia la mia cucina con 1 stella e quest’anno ho ricevuto una forchetta nella Guida del Gambero Rosso 2015. Ma non si deve mai credere di essere arrivati. Nei piatti ricerco con accuratezza quei profumi, sapori e tradizioni della Val d’Orcia e della Valdichiana dove la finalità ultima è quella della sostenibilità in quanto le materie prime che utilizzo sono tutte a km Zero: la pasta artigianale del pastificio di famiglia, (anche in questo caso c’è un protagonista femminile nella storia di Katia che è la suocera, Daniela Grappi guida dell’azienda agricola) le carni di agnello e maiale, allevate sempre nell’azienda di famiglia e molti altri prodotti di eccellenza del territorio
senese in primis, nonché della Toscana tutta. E per finire ottimizzare al meglio la gestione delle scorte, non solo da un punto di vista degli sprechi ma anche da un punto di vista economico e dei tempi di conservazione”. Continuiamo ad ascoltarla con la consapevolezza di capire il perché da parte del Ministero degli Esteri e la Fondazione di Arnoldo e Alberto Mondadori ci sia stata la volontà di sceglierla come Ambasciatrice Women for EXPO allo scopo di creare una rete mondiale di donne cui affidare il compito di esprimersi sui temi della sostenibilità e nutrimento. Oggi Katia ricopre il ruolo di general menager di” Villa il Patriarca” e Chef de cuisine dei ristoranti” I Salotti del Patriarca” e” la Taverna del Patriarca” ma non dimentichiamoci che a casa ha l’ altro tesoro da coltivare: i figli ai quali dedica tutto il tempo necessario affinchè i formino nella direzione della Famiglia a cui lei riconosce di dover molto. Lasciamo Villa Il Patriarca con la sensazione di aver conosciuto una donna che continuerà a dare alla cucina italiana grandi soddisfazioni e nella magia di tutto l’ambiente non possiamo non ricordare che qui ogni anno soggiornava, per le cure termali a Chianciano, un’altra grande donna: Giulietta Masina con il suo Federico Fellini. È la femminilità che sembra improntare questo luogo ed ora “buon appetito” con il piatto che Katia ci ha voluto dedicarci.
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La Ricetta di Katia Maccari Tagliolini all’uovo con ragù di coniglio su crema di piselli Ingredienti: Tagliolini, coniglio, pecorino, pisellini, lampone Lavorazione: I Tagliolini Farina 00 gr 100 Farina di semola gr 125 Tuorlo gr 180 Olio gr 8 Sale gr 4 Impastare tutti gli ingredienti formando una fontana con le farine, disponendo al centro le uova,
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il sale ed il tuorlo. Dopo aver ottenuto un impasto liscio ed omogeneo, lasciarlo riposare coperto con pellicola almeno un’ora in frigo, in modo che la pasta si possa rilassare. Stendere la pasta in una sfoglia alta 0,5 mm e tagliarla dell’altezza desiderata. Ragù di Coniglio Carne di coniglio gr 500 Cipolla n. 1
Sedano n. 1 costola Carota n. 2 Rosmarino n. 1 rametto Sale e pepe Q.b. Brodo di carne qb Vino bianco qb Tagliare a cubetti le verdure. Stufare con l’olio, aggiungere la carne di coniglio tagliata a cubetti e il rosmarino. Rosolare a fuoco vivo e sfumare con vino bianco. Aggiungere sale e pepe e portare a cottura per circa 30 minuti bagnando con del brodo.
Katia Maccari
Nata a Montepulciano, in provincia di Siena, nel 1976. Diplomata in ragioneria, a soli vent’anni inizia a gestire una trattoria insieme a due amici. Sono gli anni in cui decide di avvicinarsi al mondo della cucina, a quei piatti della tradizione toscana che fin da piccola vedeva uscire, quasi magicamente, dalle sapienti mani di sua nonna e di sua madre. Nel 2003 entra nell’azienda di famiglia, Villa il Patriarca. È qui che si rende conto che la cucina è la passione della sua vita, e che, alla passione, deve assolutamente affiancare un percorso formativo per ampliare il bagaglio di conoscenze. Iniziano i dieci anni più intensi, ma più belli, tra studio, l’impegno lavorativo e la nascita dei suoi tre figli, Valerio, Matilde e Pietro. Da loro ho imparato a capire che un piatto o è buono o è cattivo. Solo dopo possiamo andare a ricercare tutte le altre sfumature: “Alla fine ciò che deve rimanere è il sapore delle materie prime; è questa la nostra sfida quotidiana in cucina”. Nel 2015 è nominata AMBASSADOR WE WOMEN FOR EXPO - EXPO MILANO 2015. Attualmente ricopre il ruolo di general manager di Villa Il Patriarca e chef de cuisine dei ristoranti I Salotti del Patriarca e La Taverna del Patriarca.
Ristorante I Salotti del Patriarca Al ristorante I Salotti del Patriarca è possibile assaporare una sintesi sublime tra la gastronomia e cultura del territorio toscano, reinterpretati in chiave moderna e creativa con un’accurata ricerca di nuovi sapori. Ogni piatto, scrupolosamente creato dalla Chef Katia Maccari e dal suo giovane staff, è in grado di trasformare qualsiasi tipo di evento in un’esperienza culinaria emozionale e unica. Il servizio al tavolo è esclusivo e raffinato, rigorosamente a lume
di candela; l’ambiente elegante e riservato è adatto per serate romantiche e prestigiose. Nel periodo estivo inoltre è particolarmente apprezzato il gazebo del giardino, per una cena a lume di candela in totale armonia con la natura. Il ristorante propone due menu degustazione ed è sempre possibile personalizzare l’esperienza gastronomica con variazioni a base di pesce di mare. Nel 2015 il ristorante I Salotti del Patriarca consegue 1 Stella nella Guida Michelin Italia 2015 (13 anni consecutivi dal
2003 al 2015) e 1 Forchetta nella Guida Gambero Rosso 2015 (77 punti). La cantina storica che I Salotti del Patriarca mette a disposizione degli appassionati e degli amanti del buon bere è un autentico scrigno di tesori. La carta dei vini continua ogni anno a rinnovarsi e a crescere con mille sfumature come in un viaggio che non ha fine. Nel corso di una pluriennale esperienza si è creata una collezione favolosa che attualmente può vantare oltre 2000 etichette, molte delle quali di elevatissimo pregio.
L’abbinamento di Nicola Masiello, Presidente Emerito FISAR
Il piatto che la chef Katia Maccari ha dedicato alle socie e soci Fisariani amanti della buona cucina e vogliosi di cimentarsi nella sua preparazione, è un piatto semplice sotto gli aspetti della (esecuzione) preparazione e degli ingredienti. Ingredienti che posizionano il piatto su note dolci date dalla pasta all’uovo, dal coniglio e dai piselli, ai quali in giusta contrapposizione l’acidità “contenuta” del lampone attenua la percezione del dolce. Tutto sommato un piatto dalla cottura semplice e breve che necessita di un vino in abbinamento che assecondi e valorizzi le note olfattive e gustative; chiuderei il raggio d’azione su vini bianchi che abbiano una componente olfattiva importante e fine, anche sottile per valorizzare il profumo della salsa,un discreto
grado alcoolico e buon corpo per compensare la riduzione della cottura, acidità vestita per bilanciare una leggera untuosità, una componente minerale leggera come leggera deve essere la sapidità, per non inficiare la valenza dell’uovo e dei piselli e che chiuda con una persistenza importante per bilanciare la persistenza del piatto. Quindi su questi parametri la scelta è abbastanza ampia, rivolta soprattutto a vini prodotti nel centro-nord della penisola; e visto che Katia preferisce valorizzare il proprio territorio attraverso i suoi prodotti, nella degustazione pratica del piatto abbiamo abbinato un “Dongiovanni” Cortona Sauvignon Doc dell’azienda la “Calonica” di Cortona. Abbinamento ben riuscito e piacevole.
Credit fotografia bottiglia Consorzio di Tutela Cortona DOC
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di Alice Lupi
La Domus Vini tra arte e simboli Ci sono diversi modi per comunicare il vino, ci si può avvalere dell’enologia, della sensorialità ma anche di un’attività culturale come l’arte. Così hanno pensato gli organizzatori Veronafiere-Vinitaly del Padiglione Vino presente all’evento milanese Expo 2015.
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L
a struttura allestita per l’occasione è stata ideata dall’architetto Italo Rota e, nel suo complesso, risulta essere elegante con spazi ampi su due livelli che si snodano tra forme di comunicazioni antiche e moderne. Rispetto all’area degustativa e sensoriale, l’area espositiva iniziale del Padiglione Vino è passata, da parte dei media, in sordina. Sì, proprio la Domus Vini che è posta all’ingresso della struttura e che accoglie i visitatori. È qui che risplendono i dipinti eseguiti dalla mano di Rinaldo Rinaldi e la scultura dorata di Attilio Tonno. La Casa dei Vini, o Domus Vini, è un omaggio alla viticultura italiana. Entrando il soffitto prende la forma di una cupola sapientemente affrescata da vigne copiose di grappoli, dalle quali si scorge un panorama che richiama alle città italiane. Le varietà delle uve sono diverse a simboleggiare tutti i vitigni autoctoni presenti nel Belpaese e a significare che Enotria è alla radice del vino italiano, del vino nel mondo. Tanto che l’utilizzo e la mescolanza delle parole in tre diverse lingue proposte accanto agli affreschi - l’italiano (patria del vino, in primis Enotria) per gli organizzatori rappresenta il passato, l’inglese (lingua della globalizzazione e dei mercati di riferimento attuali) ritrae il presente e il cinese (nuovo mercato per il vino italiano) raffigura il futuro - non solo segnano tre momenti temporali precisi ma marcano anche la passione estesa per questa bevanda
da Ponente fino a Levante. Queste “fusioni” sono replicate anche nell’utilizzo di arti visive, come gli affreschi i quali richiamano quelli pompeiani e che ritraggono scene di atti vendemmiali, taluni affiancati da display luminosi e talaltri da “graffiti” proiettati sulle bellissime pitture di Rinaldi. Nell’area pressoché contigua alla Domus Vini è riproposta l’immagine del Bacco di Caravaggio eseguita anche questa da Rinaldi. Non una semplice riproduzione, ma una rappresentazione anamorfica che dona a chi la guarda l’illusione ottica di distorsione della stessa a seconda del punto dove la si scruta; ma osservandola frontalmente essa risulta ben proporzionata e armoniosa. Oltre al gioco della percezione visiva essa è un riferimento indiretto all’equilibrio che il degustatore deve adottare durante il consumo del vino. Il passato e il presente si esprimono in questo padiglione con il concetto di “fusione” sia attraverso una costruzione frasale plurilingustica, che serpeggia lungo l’area della Domus, sia con arti e linguaggi antichi e contemporanei capaci di prospettare ai visitatori il concetto del vino nella sua interezza che è data dalla somma dell’esperienza passata e dell’innovazione attuale. La Casa del Vino è un modo per focalizzare, ovviamente simbolico, cosa voglia narrare il Padiglione avvalendosi dell’aspetto artistico culturale. La Domus Vini è la parte più rappresentativa e profonda, a mio avviso, dell’intera struttura che si alleggerisce nelle sale successive, dove la scultura “Esplosione di vino” di Attilio Tonno - posizionata al centro della sala “Vino is Territorio”- rappresenta una bottiglia di spumante stappato, non con il metodo tipico del sommelier, ma con lo stile comune non educato al controllo dell’atto che fa immaginare il rumore del tappo che lascia la bottiglia e il vino color oro sgorgare tronfio e schiumoso. Un’immagine gioiosa, quella della Domus Vini, che allieta e riposiziona il vino su un aspetto non prepotentemente erudito, ma semplicemente festoso e festaiolo. Il Sommelier n. 4 / 2015
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di Alessandro Maurilli
Cortona Doc: un vino che viene da lontano
Oggi gli ettari interessati dalla produzione della Doc sono oltre 300, ma il potenziale è in espansione.
A
Cortona, uno dei borghi
ricchezza dei principi etruschi nel
più belli d’Italia, nel
territorio cortonese è l’architettura
cuore della Toscana, in
dei grandi tumuli funerari del
provincia di Arezzo, vanta una
VII e VI secolo a.C., posti nelle
storia che affonda le origini in
immediate vicinanze e una serie
tempi antichissimi. Si potrebbe dire
di reperti archeologici presenti
che il vino, di pari passo, nasce
nel Museo Etrusco, tra cui spicca
e si sviluppa in queste colline fin
il lampadario, esaltato in uno dei
da allora. La cittadina toscana fu
tre sonetti di Gabriele D’Annunzio
una delle più influenti lucumonie
dedicati alla “Città del silenzio”.
etrusche ed è ricordata da numerosi scrittori greci e latini, da Erodoto a Dionigi di Alicarnasso,
Marco Giannoni, Presidente Consorzio Cortona Vini
sviluppo considerevole tra l’VIII e il VII secolo a.C. e dominava 12
Il Sommelier n. 4 / 2015
nel Medioevo con personaggi ed espressioni artistiche e religiose di grande suggestione e prestigio,
da Tito Livio a Plinio il Vecchio. La città di Cortona ebbe uno
Cortona tornerà a far parlare di sé
sulla valle del Chiana, allora come oggi, fertilissima. Testimonianza significativa dell’egemonia e della
quindi con le imponenti figure di Luca Signorelli, Pietro da Cortona, Francesco Laparelli, per
continuare, fino ai nostri giorni, con Gino Severini. Ancora oggi Cortona, dall’alto dei suoi 585 metri, si affaccia sul panorama vasto ed armonioso della Valdichiana, punteggiato da ville e casali, tra vigneti ordinati, testimoni dell’antica e storica prelibatezza dei suoi vini. E se Plinio il Giovane parla di un pregiato vino bianco cortonese di nome Etesiaca, il buongustaio papa rinascimentale, Paolo III, amava fare grandi provviste del prodotto di questi vigneti, mentre Giosue Carducci trovava spesso la sua ispirazione poetica solo di fronte ad un bariletto dello “stupendo vino” di Cortona. L’origine geologica dei terreni del comprensorio di Cortona è essenzialmente riconducibile ai periodi del Miocene inferiore, del Pliocene superiore e del Miocene.
Dal punto di vista litologico, il territorio è caratterizzato da arenarie, marne e scisti, con presenza di depositi fluvio-lacustri, di argille e di detriti di falda.
Una Doc che racchiude il patrimonio enologico del territorio La zona di produzione delle uve atte alla produzione dei vini a denominazione d’origine
controllata “Cortona” ricade nella provincia di Arezzo e comprende i terreni vocati alla qualità di parte del territorio amministrativo del comune di Cortona. Oggi gli ettari interessati dalla produzione della Doc sono oltre 300, ma il potenziale è in espansione. Si produce ogni anno circa un milione di bottiglie contraddistinte dalla fascetta Cortona Doc, una denominazione ampia, dominata tuttavia dalla produzione di Syrah, Merlot e Sangiovese. Sono 45 i produttori e 28 gli imbottigliatori attualmente soci del Consorzio di Tutela, realtà costituita nella primavera del 2000 con l’obiettivo di controllare e tutelare i vini della Doc. Tra le attività del Consorzio anche quella di promozione della denominazione che avviene con un’efficace attività culturale e divulgativa. Il Sommelier n. 4 / 2015
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di Davide Biasco
Nero di Troia della Daunia:
tra spiritualità ed offerta enogastronomica del Gargano Per conoscere il Nero di Troia Dauno è necessario fare riferimento a quelli che oggi sono gli attori che più si sono impegnati a sviluppare ed interpretare le caratteristiche di questo vitigno a bacca nera dagli acini grossi, dolci e croccanti.
I
l Gargano, lo sperone d’Italia,
vitigno Uva di Troia.
ventiquattro eremi-grotte che si
è diffusamente conosciuto
La dimensione della spiritualità
estendono intorno ad una chiesa
per lo splendore delle sue
sul Gargano ha tre riferimenti di
incastrata nella roccia che ha
spiagge e per le bellezze naturali
particolare spessore e significato
origini molto antiche. Qui si
della foresta Umbra all’interno del
anche storico. Il più conosciuto
incontrano due frati che, seguendo
Parco Nazionale del Gargano, ma
è rappresentato dal monastero
la regola di San Benedetto, portano
è sorprendente scoprire come
di san Pio da Pietrelcina. Meno
avanti la loro missione ricevendo
questa lingua montuosa di foresta,
conosciuta è la chiesa di S.
ed offrendo ospitalità ai pellegrini
nel protendersi verso l’Adriatico,
Michele a Sant’Angelo del
che arrivano a scoprire questo
offra molte altre preziosità. Alcune,
Gargano, caratterizzata da una
luogo di preghiera e di misticismo.
come i luoghi di spiritualità,
grotta che accoglie una struttura di
Sembra quasi un assaggio della
possono risultare impreviste. Altre,
preghiera che è meta di pellegrini
parte sacra dei Sassi di Matera in
come per esempio la ricchezza
e devoti. Ancora meno conosciuti,
terra di Puglia.
gastronomica, lo sono meno,
soprattutto per il fatto che finora
La dimensione enogastronomica
ma vengono enfatizzate nella
non era agevole raggiungerli, sono
di questa terra è indubbiamente
dimensione enologica quando si
gli eremi di Pulsano. Una recente
ricca e merita di essere conosciuta
scoprono le forme del nettare di
strada asfaltata permette solo
nelle sue sfaccettature. Per
bacco che qui, e più precisamente
da poco, infatti, di raggiungere
conoscere il Nero di Troia Dauno
nella Daunia, si ottengono dal
agevolmente un complesso di
è necessario fare riferimento a
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Il Sommelier n. 4 / 2015
quelli che oggi sono gli attori
a bacca nera dagli acini grossi,
e grintosa Valentina Passalacqua
che più si sono impegnati a
dolci e croccanti. Per fare solo
che lancia una coraggiosa sfida
sviluppare ed interpretare le
alcuni nomi, ma significativi,
verso la produzione non solo di vini
caratteristiche di questo vitigno
citiamo la cantina della giovane
biologici, ma anche biodinamici, con una convinzione che appare le derivi da una “rivelazione sulla via di Damasco” (Rosa Terra NdT IGP e NdT IGP). Altro appassionato produttore di nero di Troia a Lucera è Alberto Longo, unico attore di spicco che non nasce tra le viti (dice qualcuno in giro con un pizzico di invidia), ma che, nella sua Tenuta Cavalli, produce una di quelle etichette che si sono ritagliate uno spazio a sé sotto i riflettori degli esperti degustatori (Rosè della Quercia, Cacc’e Mmite di Lucera, Le Cruste).
Il Sommelier n. 4 / 2015
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Attivo ed impegnato è anche Gianfelice d’Alfonso del Sordo che, nell’omonima cantina di San Severo, produce un Nero di Troia di tutto rispetto (Guado San Leo NdT IGP, Casteldrione, NdT IGP).
Non farebbero parte di questa rassegna, ma visto che per la prossima annata hanno promesso un nero di Troia spumantizzato, allora meritano una menzione e sicuramente una visita i tre
compagni di avventura, d’Amico, Rapini e Priore che, con il nome d’Arapri, producono degli spumanti nelle cantine ipogee, sotto il centro storico di San Severo, che non ci si può immaginare se non dopo averli visitati. Per fare ancora qualche nome, senza con questo aver intenzione di esaurire l’elenco, risultano di sicuro interesse le Cantine Teanum a San Paolo di Civitate (Gran Tiati Gold Vintage NdT 2010, Otre NdT 2010, Alta NdT 2012), la Cantine Le grotte di Pasquale Dell’Erba ad Apricena (Selva della Rocca Rosato IGP, Sico NdT IGP, Fondo Grotte NdT IGP) e l’Agricola Paglione di Lucera (Caporale e Perazzelle 2013 DOC Cacc’e Mmitte di Lucera).
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Il Sommelier n. 4 / 2015
Diversi sono i modi di conoscere
loro Agriturismo Giorgio offrono
geografici che meritano di essere
il Nero di Troia nella Daunia: si
ospitalità ed una nutrita lista di
scoperti nel racconto dei loro
può anche andare per cantine
prodotti alimentari tra i quali il più
prodotti. Lucera, Apricena, le cripte
passando per masserie e ristoranti.
importante è sicuramente l’olio, ma
ipogee di San Severo, Lesina,
È cosi che si possono scoprire
le confetture rappresentano una
Peschici, Troia: sono tutti paesi nei
angoli incantati di assoluto e sicuro
golosità unica. Alcuni riferimenti
quali andare a scoprire una serie
relax come la suggestiva Masseria
per la degustazione dei piatti
di cantine che stanno diventando
Celentano a Lucera, sempre di
prodotti da interessantissimi chef
ogni giorno più importanti.
Alberto Longo, dove il recupero ha
locali sono un must: a Peschici
Caciocavallo, mucca podolica,
conservato intatto tutto il sapore
il ristorante “Porta di Basso” con
oli extravergini di oliva e prodotti
della tradizione e del tempo
lo chef Domenico Cilenti ed “Il
orticoli sono un bene attraverso i
passato. Ma merita una visita
Trabucco da Mimì” con lo chef
quali le genti Pugliesi declinano la
anche “La Chiusa delle More” a
Domenico Ottaviano. A Lesina,
passione per un territorio florido
Peschici dove il gentile ed ospitale
proprio in riva all’omonimo lago
e ricco. Ci aspettiamo che tutto
Francesco Martucci con la moglie
“Le Antiche Sere“ dello chef
l’impegno profuso dal Consorzio
fanno di tutto per mettere a proprio
Nazario Biscotti possono essere
Movimento Turismo del Vino Puglia
agio gli ospiti e per coccolarli
parimenti un’esperienza, come,
e la Regione Puglia porti a far
con specialità gastronomiche che
a Lucera, “Il Cortiletto” dello chef
si che la Daunia sia la prossima
iniziano già la mattina presto con
Paolo Laskavy.
terra da scoprire da parte di tutti
la colazione. Le sorelle Antonella
Gargano, Capitanata, subappenno
gli enoturisti e gli appassionati di
e Maria Cristina Bisceglia nel
Dauno, Foresta Umbra: sono nomi
autenticità.
Il Sommelier n. 4 / 2015
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di Roberto Rabachino - fonte Italy Kosher Union
Quando il vino può definirsi Kosher Kosher è l’insieme di regole religiose che governano la nutrizione degli Ebrei osservanti. La parola ebraica “Kasher o kosher” significa conforme alla legge, consentito, le regole principali derivano dalla Bibbia - la Torà.
E
cco alcune delle regole che vengono osservate dagli ebrei in tutto il mondo per la produzione del vino.
Regola generale Divieto di bere vino o cucinare con aceto di vino non supervisionato dal Rabbino. Premesso che il vino per la religione Ebraica ha un carattere di santificare il Sabato e le Festività che ruotano intorno
alla vita ebraica, l’iter per la sua produzione ha alcune particolarità. Ogni operazione manuale ed ogni spostamento mosto/vino deve essere eseguita da Ebrei osservanti che collegheranno i tubi necessari ed azioneranno pompe, valvole e raccordi su indicazione del tecnico di cantina. Ogni eventuale operazione eseguita da altri comprometterebbe l’intera
vasca di produzione; per evitare intromissioni è necessario quindi sigillare con 2 segni in alto ed in basso con piombi e firma.
Le fasi della produzione: pulizia impianti Tutti gli impianti in metallo o vetroresina debbono essere precedentemente lavati con acqua, soda e di nuovo acqua; le parti di raccordi in gomma vanno procurate nuove.
La spremitura Già da questa fase deve intervenire il personale ebraico per ribaltare il camion e far pervenire le uve nella coclea, azionare le pigiatrice e diraspatrice e le pompe che dirigono il mosto nel tino.
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Il Sommelier n. 4 / 2015
Gli acini
Filtraggio
Bucce e semi vengono chiusi e sigillati per essere portati in distilleria dopo aver bollito l’impianto. I prodotti che ne derivano da questa catena sono oramai considerati “mevushal – vino cotto” quindi da questo momento può essere toccato da ogni operatore che è presente in cantina solo dallo staff del supervisore kosher.
È necessario per poter avere il prodotto Kasher Le Pesach controllare che i filtri in cellulosa non contengano amidi o derivati da altri cereali. La maggior parte di filtri in commercio se certificati rispondono a questi requisiti.
Travaso Ad ogni travaso dovrà essere presente l’autorità Rabbinica. Il raffreddamento può essere seguito da una fase di stasi del vino.
Immissioni È permessa l’immissione di: • anidride solforosa S02 • zuccheri purché controllati in forma di mosto concentrato • aggiunta di saccaromiceti controllati dal Rabbinato francese tipo Kl Lavine o prodotti simili accompagnati da una certificazione kosher • bentonite
Bollitura o cottura
Imbottigliamento Dopo una preparazione e pulizia dell’impianto è possibile imbottigliare in bottiglie nuove e pulite secondo la normale procedura. La norma ebraica richiede che vi siano tre segni di riconoscimento della specificità del prodotto: • l’etichetta • eventuale retro etichetta o in alternativa capsula termica • tappo con segno di riconoscimento o marchio del Rabbinato
Riconoscibilità Nell’etichetta dovrà apparire il nome del Rabbino che ha eseguito il controllo e rilascia il certificato. Tale etichetta può anche essere eventualmente applicata sulle scatole d’imballaggio. Sarà
l’Autorità Rabbinica a rilasciare ogni volta il numero di etichette o tappi necessari all’operazione. La produzione annuale sarà accompagnata sempre da un certificato Kosher rilasciato da un Agenzia competente o da un Rabbino competente.
È una fase necessaria visto che trasforma la qualità del prodotto rispetto agli addetti professionali e tecnici che dopo questa fase possono intervenire manualmente. La recente esperienza vinicola collega un pastorizzatore ad un refrigeratore: il vino passa 4 – 5 secondi alla temperatura di 86 Celsius per essere immediatamente raffreddata a -4 C. Tale procedura garantisce un mantenimento delle qualità organolettiche del prodotto senza perdita di aroma e profumo.
Il Sommelier n. 4 / 2015
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di Livio Del Chiaro - Miglior Sommelier Fisar 2014
Andata e ritorno: racconto enoico di un viaggio in Val d’Orcia
È così che, riscattando il mio premio per la vincita del Concorso Miglior Sommelier – Trofeo Rastal dell’anno 2014 gentilmente offerto dal Consorzio del Vino Orcia, ho potuto immergermi nel meraviglioso territorio della Val d’Orcia.
V
iaggiare, scoprire,
sud passando per i bellissimi
d’Orcia, vicino alla piccola città
sognare… non c’è niente
borghi di San Giovanni d’Asso,
di Trequanda con la visita alla
di più emozionante che
Buonconvento, Pienza, San Quirico
Fattoria del Colle, di proprietà
vagare in valli che sembrano
d’Orcia e Castiglione d’Orcia.
del presidente del Consorzio
dimenticate dal tempo e
Per coloro che amano il vino è
Vini della Val d’Orcia Donatella
conoscerle attraverso gli occhi di
praticamente la valle compresa
Cinelli Colombini. Questa è
chi ha dedicato la sua vita a trarne
tra i territori di Montalcino a ovest
un’azienda tutta in rosa, composta
i migliori frutti.
e Montepulciano a est, fino a
quasi esclusivamente da donne
Questa bellissima valle,
confinare col Montecucco nella
che seguono tutto il processo
patrimonio dell’Unesco dal
zona a sud.
produttivo e post-produttivo, dalla
2004, si estende da Trequanda
Il nostro viaggio è iniziato proprio
vigna fino all’enoteca.
a nord fino a oltre Radicofani a
nella zona più a nord della Val
Per arrivare alla fattoria bisogna
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Il Sommelier n. 4 / 2015
IL VALDOBBIADENE DOCG EXTRA DRY E IL SUPERIORE DI CARTIZZE COL VETORAZ SUPERIORI, GENTILI, D’ECCELLENZA Un’azienda che per scelta produce unicamente spumanti DOCG, oggi presenta due vini che nelle loro bollicine sanno riassumere il concetto di eccellenza superiore, dono di un territorio dal valore inestimabile. Il Valdobbiadene DOCG Extra Dry di Col Vetoraz è un vino che cattura ed invoglia all’assaggio all’istante. Questo grazie ai toni eleganti ed al bouquet delicatamente fruttato che lo rendono equilibrato al gusto. Un Superiore che ci piace definire gentile, influenzato dal clima delle dolci colline di Valdobbiadene dove cresce, riparate dai venti del nord grazie alla corona di montagne che le sovrastano, disposte ad anfiteatro. È ideale per gustare un aperitivo conversando con gli amici, ma anche per accompagnare pranzi delicati e raffinati. Si sposa con disinvoltura con le Sarde in Saor, perché gli ingredienti di questo piatto della tradizione veneta, i pinoli, l’uvetta passa, l’olio e l’aceto si armonizzano perfettamente
con la sua parte zuccherina. Il Superiore di Cartizze è il cavallo di battaglia dell’azienda di Santo Stefano di Valdobbiadene, che nel tempo ha raccolto prestigiosi riconoscimenti, ultimo dei quali la Medaglia d’Oro al Concorso Enologico Internazionale Vinitaly. Proviene dai migliori vigneti dell’omonima area, una ristretta striscia di territorio che limita la produzione a esigue quantità,
composto da argille, marne e arenarie che garantiscono alle uve una inusuale concentrazione di aromi e grande salinità. Un sapiente mix di fiori e frutta matura rende intenso il suo profumo, mentre al palato si presenta vellutato, pieno e con un’aromaticità equilibrata. Un vino spumante che si ha voglia di sorseggiare da solo, ma ideale anche negli abbinamenti con la pasticceria secca.
Col Vetoraz Spumanti S.r.l. Strada delle Treziese, 1 31049 S. Stefano di Valdobbiadene (TV) tel. +39.0423.975291 fax +39.0423.975571 e-mail: info@colvetoraz.it www.colvetoraz.it
percorrere una strada sterrata che
Dopo esserci sistemati in un
blend di 60% Sangiovese e 40%
segna proprio il confine tra i vigneti
piccolo appartamento nel
di Merlot: di colore rosso rubino
dell’azienda iscritti al Chianti e
bellissimo agriturismo dell’azienda,
intenso, al naso si sono presentati
quelli facenti parti della DOC
siamo stati accompagnati in visita
sentori di piccoli frutti rossi, note
Orcia, denominazione questa nata
ai bellissimi vigneti di Sangiovese,
vegetali e sul finale piccoli frutti
il 14 febbraio del 2000 anno in cui
Merlot e Foglia Tonda, un antico
neri (ribes e mirtillo). In bocca si
è stato costituito il Consorzio del
vitigno toscano il cui nome
è rivelato un vino di buona beva,
Vino Orcia. I comuni di produzione
deriva dalla particolare forma
fresco, giustamente tannico e
sono 13: Castiglione d’Orcia,
tondeggiante delle foglie e che,
sufficientemente persistente. L’IGT
Pienza, Radicofani, S. Giovanni
insieme a Sagrantino e Traminer
Il Drago e le 8 Colombe 2010,
d’Asso, San Quirico d’Orcia,
coprono circa 17 ettari di terreno
dedicato al marito di Donatella
Buonconvento, Trequanda e
aziendale.
(il drago) e alle 8 donne che
parte del territorio dei comuni di
Siamo poi stati guidati nelle cantine
lavorano in azienda è un uvaggio
Abbadia S. Salvatore, Chianciano,
aziendali dove vengono effettuate
di 60% Sangiovese, 20% Merlot
Montalcino, Sarteano, San
tutte le operazioni di vinificazione e
e 20% Sagrantino. Nel bicchiere
Casciano Bagni e Torrita di Siena.
affinamento. Qui era stato allestito
si è mostrato scuro, cupo,
A seguito dell’istituzione della
un bel banco di assaggio con tutta
impenetrabile, con al naso eleganti
denominazione sono sorte o hanno
la gamma dei prodotti aziendali,
note boisè date dall’affinamento in
ripreso l’attività circa 40 cantine,
compresi quelli dell’altra azienda
tonneaux, spezie dolci e piccanti,
segno di un sempre crescente
di proprietà Casato Prime Donne.
senza dimenticare le belle note
interesse verso questi territori e le
Il primo vino degustato è stato
fruttate mature. In bocca il vino
loro produzioni.
l’Orcia DOC Leone Rosso 2011, un
si è dimostrato di gran corpo e
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Il Sommelier n. 4 / 2015
freschezza e molto persistente e, in
piacevole cena all’osteria di
tempo in questi luoghi: Guglieschi,
particolare, il Sagrantino si è fatto
Donatella dove abbiamo potuto
Borghese, Tancredi da cui ne
sentire donandogli un carattere
riassaggiare tutti i vini delle due
deriva il nome, fino ai Venturini Del
decisamente tannico. Infine l’Orcia
tenute aziendali, questa volta
Greco attuali proprietari presenti
Doc Cenerentola 2010, un uvaggio
abbinati alla cucina del territorio.
ormai da 5 generazioni.
di 65% Sangiovese e 35% Foglia
Dopo un sonno ristoratore ed
L’azienda opera in modo naturale,
Tonda ha vestito il bicchiere
una buona colazione abbiamo
gestisce terreni seminativi coltivati
di un bel colore rosso rubino
lasciato la Fattoria del Colle in
a cereali e foraggi e gli ettari
intenso e decisamente brillante;
direzione Castelnuovo Tancredi,
dedicati a vigneto sono otto.
al naso ho percepito nettamente
vicino a Buonconvento. Il viaggio
La visita è iniziata con una gita
sentori di frutta rossa (marasca
è stato incredibilmente tranquillo
per i vigneti aziendali sparsi sui
e fragoline), note boisé, spezie
e rilassante passando per colline
600 ettari di proprietà, in quelle
(pepe nero e liquirizia), mentre in
multicolori, sinuosi declivi immersi
piccole micro-aree con un terroir
bocca mi hanno colpito il buon
in un meraviglioso silenzio, lontani
particolarmente adatto alla
corpo, l’eleganza e l’equilibrio
dal traffico e dal caos cittadino.
coltivazione della vite.
quasi perfetto, con una freschezza
Seconda azienda visitata è
I gentilissimi padroni di casa ci
ed un tannino ben evidenti ma
stata la Tenuta di Castelnuovo
hanno poi guidato nella piccola
ottimamente bilanciati dall’alcool e
Tancredi che si estende per oltre
cantina di vinificazione per
dalla morbidezza.
600 ettari sulle dolci colline, tra
accompagnarci, successivamente,
Terminata la degustazione
Siena, le pendici di Montalcino
nella loro splendida dimora dove
abbiamo avuto giusto il tempo
e la Val d’Orcia. Note famiglie
abbiamo assaggiato i vini aziendali
di riposare un poco prima della
feudatarie si sono succedute nel
durante un delizioso pasto. Seduti Il Sommelier n. 4 / 2015
23
al tavolo della grande sala, ci
liquirizia ed ematiche, esaltate
meta l’azienda Sassodisole che
siamo sentiti quasi di famiglia
in bocca da un buon corpo,
oltre a produrre un Rosso di
e con grande piacere abbiamo
una piacevole freschezza, una
Montalcino ed un Brunello di
ascoltato i racconti e le storie della
tannicità equilibrata e una buona
Montalcino, produce anche un
famiglia.
persistenza. Decisamente un vino
interessante Orcia DOC.
Guido e sua moglie ci hanno fatto
interessante con l’annata 2006 al
L’azienda a conduzione familiare
fare una piccola verticale del loro
top delle potenzialità mentre il 2008
(della famiglia Terzuoli), ha la rara
Orcia DOC L’Assedio. Il 2006,
ha ancora qualcosa da esprimere.
peculiarità di trovarsi sia nella parte
un blend di 85% Sangiovese e
L’altro vino assaggiato è
nord-est del Comune di Montalcino
15% Merlot affinato in barrique e
L’Ambasciatore 2007 un igt a base
che all’interno del Parco Naturale
botti grandi, si è presentato nel
di Syrah e Cabernet Sauvignon
Artistico della Val d’Orcia.
bicchiere con un colore rosso
dal colore cupo, un naso di
Gli 8 ettari di vigneti sono situati ad
rubino carico, con sentori di
spezie e frutta rossa surmatura,
un’altitudine di circa 300 mt. Slm.
frutta rossa matura, spezie e note
ed un gran corpo accompagnato
con esposizione prevalente a sud
vegetali al naso; in bocca è stato
da una elegante finezza, una
– sud/ovest e sono interamente
di buon corpo, fresco, giustamente
buona freschezza ed un tannino
costituiti dal Sangiovese, allevati
tannico e decisamente persistente.
avvolgente e morbido. Un gran
a cordone basso speronato e
L’annata 2008, assaggiata
vino che esprime le potenzialità di
coltivati esclusivamente con le
successivamente, di un colore
questo territorio anche con i vitigni
pratiche agronomiche proprie della
rubino carico mi ha fatto sentire
“internazionali”.
tradizione montalcinese.
note di frutta rossa matura,
Tappa successiva Montalcino,
Appena arrivati ci ha accolto
Degustazione vini alla Fattoria del Colle
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Il Sommelier n. 4 / 2015
Roberto che ci ha mostrato i
proprietà ci ha poi gentilmente
sta accompagnando durante la
vigneti che si estendono proprio
offerto l’assaggio anche dei suoi
stesura di questo mio racconto, è
davanti all’azienda in paesaggio
vini ilcinesi.
reso meraviglioso dal contrasto
Dopo la degustazione avvenuta
di un colore rosso rubino intenso
fra il verde dei filari e il grigiore
fra le grandi botti della cantina,
di certe nuvole che minacciose
circondati da un piacevole
stavano avanzando. Siamo poi
odore di mosto, stanchi ma
stati accompagnati in cantina dove
felici siamo tornati verso Firenze
e chiodi di garofano. In bocca
abbiamo potuto assaggiare il loro
dove però l’avventura non è
ha corpo, un tannino ancora
giovane ma piacevole Orcia Rosso.
terminata, grazie ad un gentile
sostenuto, è fresco e con una
Prodotto con sole uve Sangiovese
omaggio, un altro grande Orcia
buona persistenza.
ed affinato 12 mesi in acciaio, 8
da assaggiare, l’Orcia DOC
Una bellissima esperienza la mia,
mesi in botte grande di rovere di
Riserva 2011 dell’azienda agricola
Slavonia e 6 mesi in vetro, il vino
Marco Capitoni, piccola azienda
che ha coronato il mio grande
ha mostrato nel bicchiere un colore
a conduzione familiare nei pressi
rosso rubino chiaro,con al naso
di Pienza che produce due vini di
sentori di frutta rossa (lamponi e
cui il Capitoni, quello degustato, è
fragoline) e viole. In bocca si è
un blend a base 80% Sangiovese
Italia, orgoglioso di appartenere
presentato fresco, giustamente
e 20% Merlot affinato 12 mesi in
a Fisar che tanto mi ha dato in
tannico e di facile beva. La
barrique. Il vino, il cui assaggio mi
quest’anno.
mentre il naso ci racconta di frutti rossi maturi, note boisè, vaniglia, rabarbaro, pepe nero, liquirizia
sogno di diventare un buon sommelier e di raggiungere un grande traguardo, quale primo in
Il Sommelier n. 4 / 2015
25
di Jimmy Pessina
I fiabeschi parchi americani, una leggenda dell’altro mondo...!
A volte la fantasia supera la realtĂ . Per non vivere nel dubbio desideravo verificare sino a che punto le descrizioni immaginifiche, dei grandi parchi degli Stati Uniti, coincidessero, con una realtĂ in grado di stupirci.
Usa / Yosemite Park - foto Jimmy Pessina
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Il Sommelier n. 4 / 2015
e solitarie mesas, così chiamate le grandi lastre di roccia, prodotte dall’erosione plurimillenaria.
È il caso di dirlo. Tutti li
proteggere la Yosemite Valley e
conosciamo, sin dalla prima
la foresta di sequoie di Mariposa.
giovinezza e il loro fascino è
Inizia così la storia dei Parchi
scolpito nel ricordo dei film della
Nazionali Americani. Oggi sono
serie “arrivano i nostri”, ambientati
oltre cinquanta, concentrati,
Consigli di viaggio
in paesaggi affascinanti. A
soprattutto, nel Sud-Ovest del
ravvivare la memoria le mirabili
Paese. Un patrimonio immenso,
tavole dei fumetti “western” e tra
che sta agli Stati Uniti come
questi il mitico Tex Willer, creato
il Louvre sta alla Francia e il
In queste pagine presentiamo alcuni dei parchi, tra i più affascinanti e interessanti degli USA.
dall’editore milanese Gian Luigi
Colosseo all’Italia. Chi firma i
Bonelli e disegnato, nel 1948, da
capolavori
Aurelio Galleppini Iniziamo dal
dell’ambiente? Certamente
passato.
Madre Natura, con Il freddo e il
La storia dei Grandi Parchi
caldo, la pioggia, la neve e i venti che continuano a disegnare il
Giugno 1864: Abraham Lincoln
paesaggio, scolpendo nella roccia
decide con un decreto di
spettacolari archi, profondi canyon
Il Sommelier n. 4 / 2015
27
Usa / Grand Canyon - foto Jimmy Pessina
Una guida preziosa per
grigia steppa, deserto e rocce dai
di quest’opera d’arte è il fiume
organizzare una visita, oltre oceano
più delicati colori, sempre nella
Colorado che, in 60 milioni di
e godersi il meglio della natura a
gamma dei rossi, si percorre il
anni, ha scavato una profonda
stelle e strisce.
Painted Desert, che si estende
depressione nell’altopiano del
Iniziamo con il Grand Canyon,
a pochi chilometri dal bordo del
Kaibab: un’area di 443 chilometri
il più conosciuto. È con questo
Grand Canyon. Dichiarato Parco
quadrati. Oggi, il fiume scorre
spirito scettico, inquinato dal
Nazionale nel 1918, il Grand
1.600 metri sotto le sponde,
dejà vu, percorriamo le scabre
Canyon è visitato da 5 milioni
del South Rim a sud e North
pianure della riserva Navajo.
di turisti all’anno, attratti dalla
Rim a nord, due pareti di rocce
Dopo chilometri e chilometri di
sua selvaggia bellezza. Artefice
sedimentarie stratificate su cui è
Usa / Death Valley - foto Jimmy Pessina
Usa / Yosemite Park - foto Jimmy Pessina
scritta la storia della più celebre
nazionali, sia per dimensioni, sia
Capitan e l’Half Dome, sono il regno
gola d’America. Una prima
per il numero dei visitatori. Un
dei free climber. Nella Yosemite
esplorazione del Grand Canyon
territorio immenso, per il quale gli
Valley si trovano, inoltre, due delle
comincia, in genere, dal South
americani, da sempre, nutrono
dieci cascate più alte nel mondo,
Rim. Per chi ha poco tempo, l’East
una profonda passione. Non è un
la Upper Yosemite e la Ribbon,
Rim-Drive (circa 40 chilometri)
caso se proprio questo fu il primo
oltre ad altre più piccole, ma non
passa per i punti panoramici
territorio al mondo a essere protetto
meno spettacolari. A sud svettano
più interessanti: Grandview
come riserva naturale. Era il 1864
le 500 sequoie di Mariposa, alte
Point, Moran Point, Lipan Point e
e l’area si limitava alla Yosemite
come grattacieli. Qui, si trova il
Tusayan, dove si possono vedere
Valley e alla foresta di sequoie di
Pioneer Yosemite History Center di
i resti di un villaggio abitato 800
Mariposa. In seguito i confini del
Wawona, un museo all’aria aperta.
anni fa dagli indiani Anasazi.
parco si allargarono fino a divenire
Nei pressi sono state ricostruite
Per un approccio più sportivo si
quelli attuali, con 313 chilometri di
vecchie case in legno, provenienti
può, invece, scegliere tra South
strade asfaltate e oltre 1.300 sentieri
dalla zona del parco. D’estate, un
Kaibab Trail (10 chilometri) e il
tracciati. La Yosemite Valley è la
gruppi di attori, con l’abbigliamento
Bright Angel Trail (12 chilometri).
perla del parco. Lunga 11 chilometri
dei pionieri, danno vita a un
Due sentieri che dal South Rim
e larga un chilometro, è un mondo
piacevole spettacolo rievocativo. A
scendono fino al letto del fiume
di insolite formazioni granitiche,
Nord della valle la natura si fa più
Colorado.
ciò che resta delle montagne
aspra. La Tioga Road serpeggia
della Sierra Nevada, erose nei
in un paesaggio tra laghi, praterie,
secoli dai ghiacci e dalle acque.
cupole rocciose e boschi fino a 3
Alcuni picchi della valle, come El
mila metri.
Yosemite National Park Siamo nella Disneyland dei parchi
Usa / Grand Canyon - foto Jimmy Pessina
Usa / Navajo Park - foto Jimmy Pessina
Usa / Grand Canyon - foto Jimmy Pessina
Death Valley National Park
paesaggio, soprattutto, ad attrarre
Peak, l’ascensione più bella del
Nelle rocce della mitica Valle
i turisti che d’estate sfidano le
parco. Il paesaggio, cambia
della Morte si può leggere gran
torride temperature della Death
in continuazione, regalando al
parte della storia del vecchio
Valley, il luogo più caldo del Nord
visitatore sorprese inaspettate,
West. Da qui passarono i coloni
America (con picchi di 50 gradi.
come: 900 specie di piante, che
alla ricerca di una vita migliore in
La valle, larga da 10 a 24 metri,
crescono, a dispetto del clima
California. Sotto il sole infernale
si estende per 192 chilometri
impossibile, attorno alle poche
del deserto di Mojave, lavorarono
tra le cime del Panamint Range
sorgenti d’acqua. Ma non è certo
i minatori e inseguirono un sogno
a ovest e dall’Amargosa Range
la vegetazione a dare colore alla
i cercatori d’oro. Ancor oggi, nella
a est. L’altitudine varia in modo
valle. Sono le rocce che, grazie
valle originata da un antico lago
sensibile all’interno dell’area. Si
ai minerali che le compongono,
prosciugato, rimangono, oltre ai
va dagli 85 metri sotto il livello del
conferiscono al paesaggio
ricordi e alle leggende, alcune
mare di Badwater, il punto più
tonalità differenti a seconda del
miniere in disuso e opifici per
basso dell’emisfero occidentale,
momento in cui lo si ammira.
la lavorazione dell’oro. Ma è il
ai 3.367 metri di Telescope
Qualche esempio? La Artist Palette
30
Il Sommelier n. 4 / 2015
(tavolozza dell’artista) o il Devil’s
Valley è senza dubbio una tappa
E proprio con il nome del grande
Golf Course (campo da golf
d’obbligo negli itinerari alla
regista americano è stato
testimoniano il prosciugamento di
scoperta della natura.
battezzato uno dei più famosi
un antico lago.
L’area, circa 120 chilometri
promontori rocciosi di questo
Lo spettacolo continua sulle
quadrati, a cavallo tra Utah e
altopiano desertico, il John Ford,s
morbide dune di sabbia vicino
Arizona, si trova all’interno di una
Point.
a Stovepipe Wells e nel territorio
immensa riserva Navajo, che nel
lunare di Zabriskie Point, reso
1958 è stata dichiarata, dagli
Il monolite di arenaria rossa è
celebre dall’omonimo film del 1970
stessi indiani: “parco tribale”.
sicuramente il più fotografato tra i
di Michelangelo Antonioni.
Il paesaggio risulta familiare a
molti che s’innalzano nella regione,
chiunque abbia visto i grandi
tutti raggiungibili seguendo l’unica
capolavori del cinema western
strada che percorre la valle:
classici, girati qui, come:
27 chilometri di sterrato, facilmente
Non è classificata come parco
Ombre rosse, Il massacro di Forte
percorribili in fuoristrada, ma
nazionale, ma la Monument
Apache e Rio Bravo di John Ford.
spesso inaccessibili per le piogge.
Monument Valley Navajo Tribal Park
Il Sommelier n. 4 / 2015
31
di Enza Bettelli
Il piatto della tradizione Nel menu di fine anno non possono mancare cotechino e zampone, adagiati su un letto di lenticchie in uno splendido trionfo di bontà gastronomica.
D
urante il periodo natalizio è un susseguirsi di preparazioni tipiche che caratterizzano il menu di ciascuno dei giorni di festa. Se per la Vigilia è di prammatica il capitone, il giorno di Natale non si può alzarsi da tavola se non dopo avere gustato una fetta di panettone e per la Befana i bambini non rinunciano alla torta che nasconde il fagiolo o la monetina portafortuna. Per il pranzo di Capodanno sono invece zampone e cotechino ad avere il ruolo più importante del menu. La nascita di cotechino e zampone risale a circa 500 anni fa ed è una ingegnosa trovata della gente di Mirandola in provincia di Modena, a quei tempi in guerra contro Papa Giulio II. Infatti, per salvare i maiali dalla razzia delle truppe nemiche, a qualcuno venne in mente di macinare la carne dei suini e inserirla nel loro budello o nell’involucro esterno della zampa. In questo modo i neo nati zampone e cotechino si sarebbero potuti conservare per lungo tempo. Oggi questi insaccati sono diffusi in tutte le regioni del Nord Italia e sono garantiti 32
Il Sommelier n. 4 / 2015
dal riconoscimento di IGP Indicazione Geografica Protetta la cui area, oltre alla provincia di Modena che identifica il prodotto, comprende numerose provincie dell’Emilia Romagna, più altre in Lombardia e nel Veneto. Cotechino e zampone sono sempre stati considerati prodotti pregiati e, infatti, sono a base di una miscela di carne proveniente dalle parti più nobili del suino, macinata insieme alla cotenna, quindi insaporita con spezie ed erbe aromatiche, il tutto dosato con attenzione perché il risultato siano fette compatte ma morbide e con grana regolare, di colore roseorosso.
Le lenticchie I contorni abituali che si servono con
questi ottimi insaccati sono purè di patate, spinaci al burro e perfino zabaione in versione salata. Ma sono le lenticchie l’accompagnamento più classico, e non solo per il loro gusto morbido, ma anche per il ruolo portafortuna che la tradizione ha affidato loro. Infatti, la loro sagoma ricorda quella delle monete e quindi ci si augura che mangiarne il primo giorno dell’anno sia di buon auspicio finanziario. Sarà vero? In ogni caso è meglio non accontentarsi e scegliere un prodotto di qualità, come per esempio le pregiate lenticchie di Castelluccio di Norcia IGP, dalla pellicina sottilissima.
UN TERRITORIO FERTILE DI TRADIZIONI E VINI FAMOSI www.enzopancaldi.it - Ph: Carlo Guttadauro, Archivio www.lambrusco.net
MILANO MILANO C O N G R E S S O nazionale fisar
17-18 ottobre 2015 - hotel Marriott - Milano
速
FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI
Passaggio di consegne tra il Campione 2014 Livio Del Chiaro e la Miglior Sommelier FISAR 2015 Anna Cardin
Premiate le nuove Delegazioni FISAR.
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Il Sommelier n. 4 / 2015
La consegna del Trofeo RASTAL a Anna Cardin
Assemblea Nazionale di Milano, il tavolo della Presidenza dell’Assemblea
L’Assemblea Nazionale 2015 di Milano
Consegna del premio al vincitore Concorso Tessera Socio 2016
l ringraziamento al Presidente del Consorzio Tutela Cortona DOC
La nostra Segreteria Nazionale al lavoro
Omaggio al personale della Segreteria Nazionale FISAR
La squadra dei Sommelier a servizio alla Cena di Gala
Il Sommelier n. 4 / 2015
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a cura di Roberto Rabachino – Fotografie Jimmy Pessina
Anna Cardin è la Miglior Sommelier FISAR
2015 - Trofeo Rastal Anna Cardin riceve il premio Trofeo Rastal
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Il Sommelier n. 4 / 2015
Tre donne nelle prime tre posizioni, tutte e tre provenienti dal Coordinamento Italia Nord Est.
A
Milano, all’interno
Lisa della Delegazione di Vicenza.
dell’Assemblea Nazionale
A pari merito si sono classificati
Elettiva, si è svolta la
(ordine alfabetico): D’Acunto
Il sentito ringraziamento va
finalissima per l’attribuzione del
Piero – Delegazione di Roma,
titolo di Miglior Sommelier FISAR
Peloso Gianluca – Delegazione
alla Giuria presieduta dal Prof.
2015 – Trofeo Rastal.
di Milano e Zerbola Susanna – Delegazione di Torino.
La vittoria è andata a Cardin Anna della Delegazione di Venezia.
Cardin Anna è una 33enne nata
fidanzato gondoliere.
Silvio Dalla Torre e ai nostri sostenitori: Rastal, che ha donato il prestigioso trofeo e il Consorzio Vini di Cortona che ha offerto
a Valenza (AL).
al vincitore un weekend per due
Secondo posto a Salvador
Risiede nella città di Venezia dove
persone e, ai primi tre classificati,
Nadia della Delegazione di
lavora come Sommelier
tre splendidi magnum con etichetta
Portogruaro e al terzo Dal Lago
Professionista e vive con il suo
istituzionale.
Il Sommelier n. 4 / 2015
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Anna Cardin riceve i premi offerti dal Consorzio di Tutela Cortona DOC
La Giuria del Concorso Miglior Sommelier Fisar 2015 - Trofeo Rastal
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Il Sommelier n. 4 / 2015
La Biblioteca di Gladys Torres Urday – gladys@torresurday.com
Meno Internet più Cabernet Massimo Marchiori – Rizzoli e Tas
In questo viaggio sorprendente per i sentieri tortuosi del progresso umano, sulle tracce dei pionieri che hanno saputo andare oltre il senso comune, Massimo Marchiori ci accompagna lungo l’evoluzione umana, tecnologica ma anche sociale, e le reciproche relazioni, che trovano la propria sintesi nelle pulsioni dell’uomo. Dall’elefante di Internet all’insolita storia della salamandra, dall’algoritmo della carta igienica alla scoperta della vera “mamma di Google”, il libro affronta con leggerezza di tono e profondità di argomenti le contraddizioni del mondo reale e di quello virtuale, e le questioni calde della comunicazione del sapere e del futuro del progresso. Un futuro in cui l’uomo, nonostante tutto, è ancora il protagonista.
Laudato Sì Papa Francesco – San Paolo Editore Guida alla lettura di Carlo Petrini
Con coraggio e lungimiranza, papa Francesco affronta in questa nuova, attesa enciclica, la seconda del suo pontificato, un tema di tipo sociale ed ecologico, oltre che di fede: la tutela dell’ambiente e del Creato. Su questi temi di grande attualità, la Chiesa viene giustamente considerata la voce più forte ed eloquente in materia, punto di riferimento anche dei trattati internazionali e delle conseguenti fonti normative, comunitarie e nazionali. Un argomento caro a Bergoglio che più volte si è espresso in materia con grande forza: “Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo ‘custodi’ della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo!”.
Le ultime gocce di vino Mary Renault – Castelvecchi Editore
È un romanzo di formazione e, al tempo stesso, il racconto della fine di un’epoca. Le memorie dell’ateniese Alexias abbracciano gli ultimi decenni del V secolo, gli anni delle dispute nell’Agorà tra Socrate e i sofisti e della Guerra del Peloponneso: l’apogeo e il crepuscolo della cultura greca. Testimone e protagonista della sua epoca, Alexias si scontra con il padre e le sue arcaiche credenze, diventa discepolo di Socrate, partecipa ai Giochi atletici, che più che una prova fisica sono la rappresentazione simbolica di una visione del mondo. Al suo fianco c’è Liside, amico e amante di tutta la vita, con il quale combatte la disastrosa guerra contro Sparta e affronta l’assedio della polis. Il cuore del libro è però Atene, la patria della filosofia e della politica, dove la democrazia nascente si confronta con la tradizione e con le lotte di potere. Nel primo dei romanzi storici di Mary Renault, pubblicato per la prima volta nel 1956, la passione per la Grecia antica diventa la chiave per trattare temi universali, compreso quello, allora tabù, dell’omosessualità.
Sapere di vino Giacomo Tachis – Mondadori Editore
Giacomo Tachis è stato per oltre trent’anni il direttore tecnico di Antinori. Con stile schietto e appassionato, Tachis ci accompagna in un viaggio pieno di sorprese tra vigneti, tradizioni storiche e geografiche, cultura gastronomica e creatività made in Italy, per svelarci tutti i segreti dei vini, dalla selezione delle migliori terre alla viticoltura, dalle tecniche di invecchiamento alla degustazione. Affiancando competenze tecniche a una grande erudizione umanistica, ci fa conoscere e apprezzare gli aspetti più interessanti di una cultura millenaria come quella vinicola. Lo sguardo di Tachis è però rivolto anche al futuro: la scienza e la tecnica hanno infatti migliorato negli anni recenti la produzione vitivinicola, sia con l’ausilio della microbiologia, sia attraverso la diversificazione dei vasi vinari utilizzati. Tuttavia, ci ammonisce l’autore, occorre battersi contro le mode effimere e gli inganni del marketing. Il vino, ci dice in fondo questo libro, è il risultato di una storia e di una cultura che hanno radici antiche; la scienza enologica, così all’avanguardia oggi, può offrire di certo un grande valore aggiunto, ma solo se utilizzata con intelligenza e competenza. 40
Il Sommelier n. 4 / 2015
Distillati Roner: Dalla tavolozza della Natura Capolavori di Gusto
www.roner.com
di Roberto Rabachino – fonte Ufficio Stampa Slow Food
Presentazione Guida
slow wine 2016:
si riparte dai vigneron! Carlo Petrini: «Il futuro è nell’economia locale: nessuno può essere forte nel mondo se non è forte a casa sua».
M
ontecatini terme, 24 ottobre 2015. «I vigneron hanno la responsabilità sociale di fare un buon vino, non è solo un dare e avere, perché poi chi sceglie di bere proprio quel vino deve anche amarlo. Hanno la responsabilità sociale nei confronti dei propri collaboratori: lo scandalo del caporalato nelle Langhe, venuto fuori proprio grazie a un’inchiesta di Slow Wine, non fa per niente onore a quei produttori che fanno finta di non vedere che chi lavora nelle vigne non viene pagato quanto meriterebbe. E non possono dare la responsabilità alle cooperative che assumono: quei lavoratori faticano per loro. E infine, i vigneron hanno la responsabilità sociale nei propri confronti: devono essere orgogliosi del loro lavoro, essere soddisfatti e ricordarsi che l’economia non è il fine ma il mezzo. Il fine è la nostra vita, la nostra azienda, la nostra famiglia, i nostri affetti. State tranquilli che i conti tornano sempre quando si fa un buon lavoro». Con queste parole il presidente di Slow Food, Carlo Petrini presenta la sesta edizione di Slow Wine davanti a centinaia di produttori arrivati a
42
Il Sommelier n. 4 / 2015
Montecatini Terme da tutta Italia: «Un onore avervi qui, un onore poter raccontare l’Italia attraverso il vostro lavoro. Perché Slow Wine parla di vita, di vigne, di territorio. C’è tutta l’Italia dentro!». E soprattutto c’è la dimostrazione di come la viticoltura sia prima di tutto un atto agricolo: «Perché il vino non è un manufatto, è un prodotto agricolo simbolo di identità, cultura, gioia e territorio. Il futuro è nell’economia locale: nessuno è può essere forte nel mondo se non è forte a casa sua. Abbiamo il dovere di ricostruire questo legame. Dovete costruire un legame forte con i contadini della vostra zona». Un invito ribadito da Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia: «Presentiamo una guida che arriva alla sesta edizione: questi anni sono volati eppure il mondo del vino è un altro. Cresce la maturità ecologica, che riteniamo fondamentale: nessuna certificazione può essere efficace se non riusciamo ad affermare e imporre questo tipo di sensibilità e cultura. Resistiamo alle sirene del profitto per il profitto, e lavoriamo nel rispetto di ambiente e risorse. Ma soprattutto andiamo
oltre una vuota competizione che presuppone che il benessere di qualcuno vada a discapito di qualcun altro. E invece la parola oggi dovrebbe essere cooperazione: perché attraverso la cooperazione possiamo far sì che il mondo del vino possa essere di riferimento per tutto il mondo dell’agricoltura. Ed è proprio quello che sta avvenendo e che noi ci auguriamo». Proprio questo è il mondo che Slow Wine racconta. I numeri li conoscete, oltre 200 collaboratori hanno scarpinato per vigne e cantine in tutta Italia. Ne abbiamo recensite 1917 visitando i tutti i produttori: «E dall’incontro nasce la narrazione dei produttori, delle vigne, del territorio» ricordano i curatori Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni. «Perché i migliori comunicatori del vino sono gli stessi produttori: del resto quanti vini assomigliano ai vigneron che li hanno creati? Il
nostro obiettivo di giornalisti, non è la promozione ma fare cultura», ha ricordato Gar Lerner, intervenuto alla presentazione che ha rappresentato anche un momento di riflessione sulla comunicazione del vino. Gli fa eco il giornalista e gastronomo Paolo Pellegrini: «Bisogna ringraziare questo mondo che ci mette sempre la faccia e a cui in un certo senso siamo tutti debitori». Quindi per non cadere nel sensazionalismo fine a se stesso, che poco giova al mondo del vino: «C’è ancora bisogno di punti di riferimento sicuri e questo dimostra che probabilmente non è necessario puntare alla quantità. Sono i contenuti che contano. Rimane la necessità dei professionisti dell’informazione e di redattori di guide che facciano il loro mestiere con coscienza: perché danno un servizio, verificano le fonti, approfondiscono», chiosa il
giornalista e wine blogger Luciano Pignataro. Slow Wine si colloca sempre più come una guida di narrazione che arricchisce il lavoro di degustazione e racconto: «Per questo fare una guida ha ancora senso e, altrimenti, non si spiegherebbe come mai delle cinque edizioni, quella del 2015 ha registrato il maggior successo di vendite. Probabilmente, allora, ciò che si acquista con questa guida non si trova così facilmente sul web: noi vendiamo un sistema operativo, una chiave di lettura frutto dell’esperienza quasi trentennale di Slow Food in materia di vino e cibo», concludono i due curatori Gariglio e Giavedoni. Il servizio dei vini è stato affidato alla professionalità dei Sommelier del Coordinamento Italia Centro, caposervizio Vincenzo Fragomeni, referente Nazionale Sommelier FISAR Massimo Marchi. Il Sommelier n. 4 / 2015
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Degustando
selezionati, richiesti e provati
dalla Redazione Centrale
Az. Agr. Federici – La Baia del Sole
Antico Luni di Ortonovo (SP) - www.cantinefederici.it
L’azienda vinicola “La Baia del Sole” si trova nella zona archeologica dell’antica Luni proprio a due passi dall’Anfiteatro Romano. I suoi vigneti D.O.C si trovano sulle alture dei comuni di Ortonovo e Castelnuovo Magra, in posizione favorevole e ben soleggiata. Sono coltivati da generazioni seguendo i piu’ recenti dettami in tema di ecologia, rispettando le vigne e i terreni, nel giusto compromesso fra tradizione e tecnologia. Tutte le fasi di lavorazione, dalla coltivazione all’imbottigliamento sono eseguite con passione e competenza direttamente dai titolari Isa e Giulio Federici, a garanzia della qualita’ del prodotto finale.
Oro d’Isée - Colli di Lumi DOC 2014
Questo vermentino in purezza, il cui nome deriva dal nonno di Giulio Federici, Iseo, che sceglieva le uve migliori, è frutto di un’attenta selezione. Macerazione, raffreddamento e fermentazione sono a temperatura controllata; l’affinamento in acciaio è fino a febbraio. Di colore giallo paglierino dorato, profuma di note floreali e fruttate, soprattutto di mela. Al gusto si conferma maturo ed equilibrato.
Bottiglie prodotte: 15.000 - Prezzo consigliato in enoteca: 20,00 euro
Castel Sallegg
Caldaro (BZ) - www.castelsalegg.it
La storia di Castel Sallegg è una lunga storia che parte dal 1851, quando i possedimenti con i vigneti circostanti - acquistati dall’Arciduca Rainer d’Austria, Vicerè del Lombardo Veneto - vennero ereditati dai Conti von Kuenburg da parte del Principe Enrico di Campofranco. Le Cantine sono all’interno del Castello a testimonianza di un’aristocrazia rurale che da sempre vede convivere la vita del Castello con l’attività vitivinicola.
Cuvée Ars Lyrica - Colli di Lumi DOC 2014
Cuvée di Sauvignon Blanc, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio. L’interazione di queste diverse varietà, così come una resa per ceppo ridotta a 1 kg e il lungo (9 mesi) e delicato affinamento in acciaio inox e in parte in tonneaux francesi da 500 litri, danno origine a un vino il cui nome non è casuale: “Ars Lyrica”, un’artistica poesia nei profumi e al palato. Questo vino presenta un colore giallo chiaro con lievi riflessi verdognoli. All’olfatto prevalgono gli aromi di pompelmo rosa, pesca e delicate note di ortica. Al palato, risulta fresco e intenso, con presenza di acidi ben legati. Ha una buona struttura e persistenza. Bottiglie prodotte: 1.200 - Prezzo consigliato in enoteca: 19,00 euro
Adanti Azienda Agricola Bevagna (PG) - www.cantineadanti.com
L’Azienda Agricola Adanti è una delle cantine storiche dell’area Montefalco in Umbria, famosa per la produzione di vini tutelati quali il Sagrantino e il Montefalco Rosso. Ricopre circa 40 ettari di terreno, di cui 30 a vigneto e 10 a oliveto, situati nelle zone collinari di Arquata e di Colcimino, famose sin dall’antichità per l’alta qualità dell’olio e del vino. L’azienda nasce negli anni 60 del secolo scorso, dall’intuizione di Domenico Adanti, che decide di acquistare la villa di Arquata allo scopo di crearvi una cantina moderna puntando ad una produzione di vino di alta qualità. Inizia così la ristrutturazione del vecchio convento dei Frati Celestini, sorto sui resti del periodo romano e poi del tardo rinascimento, effettuando contemporaneamente il reimpianto dei vecchi vigneti e l’impianto di nuovi.
Sagrantino di Montefalco - Sagrantino Monrefalco DOCG 2008
Due parcelle situate nel comune di Bevagna (Pg). È un 100% Sagrantino. Affinato in legno per almeno 2 anni ed altrettanti in bottiglia, è un vino da invecchiamento che migliora nel tempo per oltre 10 anni. Di colore rosso rubino cupo. Importante è l’impatto olfattivo che, a visciole more e prugne, fa seguire suggestive note di grafite, liquirizia, bacche di ginepro ed erbe aromatiche. La tannicità e la freschezza sono ben bilanciate con l’alcool e gli zuccheri. Bottiglie prodotte: 24.000 - Prezzo consigliato in enoteca: 26,00 euro 44
Il Sommelier n. 4 / 2015
Degustando
selezionati, richiesti e provati
dalla Redazione Centrale
Cantine Paradiso
Cerignola (FG) - www.cantineparadiso.it
La storia della cantina Paradiso inizia nel 1950 il nonno Angelo, contadino come i tanti che, a quel tempo, affollavano le campagne della Puglia. Si svegliava di notte e, nel buio del primo mattino, iniziava una giornata di fatica che si concludeva al calar del sole. Si sposò giovane, ebbe quattro figli e con il loro aiuto costruì il suo sogno, una cantina che, ancora oggi, costituisce il nucleo centrale attorno al quale si è sviluppata l’azienda. Immaginatevi una terra povera come la Puglia negli anni del dopoguerra e capirete i sacrifici che dovette affrontare con l’aiuto della famiglia. Col passare del tempo la cantina si è ingrandita e, nel passaggio dai figli ai nipoti è diventata un saldo punto di riferimento per la produzione dei vini autoctoni.
Terraferma - Puglia IGT 2010
Terraferma è vino di grande materia, dai toni scuri di marasca e cioccolato stemperati da una buona spinta acida che invita al sorso. Vitigno: 60% nero di Troia, 40% primitivo. Il vino ottenuto resta a maturare per 2 mesi in serbatoi d’acciaio, quindi passa in barrique di legno francese per 12 mesi. Viene poi imbottigliato e continua il suo affinamento per 4 mesi prima di essere messo in commercio. Caratteristiche organolettiche: Color rubino intenso con lampi violetti. Al naso ha sentori di frutta matura, cioccolato e vaniglia che ritornano in bocca. Buono l’equilibrio tra frutto e tannini, lunghissimo il finale.
Bottiglie prodotte: 5.000 - Prezzo consigliato in enoteca: 10,50 euro
Az. Agricola La Molara Luogosano (AV) - www.lamolara.it
La Molara conduce sette ettari di vigneto e due ettari di oliveto; i terreni sono di proprietà dell’azienda e dei soci e da questi concessi in affitto alla Azienda. I vigneti sono di recente realizzazione, con sesti di impianto intensivi ed a coltura specializzata; la densità di piantagione è tra le 4000 e le 6000 piante per ettaro. I sistemi di allevamento maggiormente utilizzati sono a cordone speronato e a guyot. Gli oliveti sono costituiti in parte da piantagioni di diversi decenni di tipo tradizionale ed in parte da nuovi impianti, realizzati con densità di 400 piante per ettaro, potati a forma di vaso.
Santa Vara - Taurasi DOCG 2007
È un Aglianico 100%. Fermentazione in acciaio. Affinamento di 12 mesi in acciaio, da 12 a 18 mesi in tonneaux di rovere francese e poi 12 mesi in bottiglia. Offre un bouquet ampio ed intenso, con aromi speziati, tabacco, caffè, cacao e note balsamiche.
Bottiglie prodotte: 3.500 - Prezzo consigliato in enoteca: 24,00 euro
Collefrisio
Frisa (CH) - www.collefrisio.it Collefrisio è inserita in un contesto geografico da sempre incline alla coltura delle vigne e produzione di vini e riesce a coniugare un alto standard qualitativo con un consistente numero di bottiglie dei vari vitigni collocandosi come azienda di medio-piccole dimensioni ma flessibile alle richieste di quei mercati orientati ai vini di qualità. Collefrisio è in grado di gestire e lavorare internamente tutto il processo produttivo fino alla logistica per spedizioni in tutto il mondo.
Collefrisio di Collefrisio - Montepulciano d’Abruzzo DOC 2008
È un Montepulciano d’Abruzzo 100%. Vinificazione tradizionale, le bucce vengono tenute a lungo in contatto con la parte liquida. L’affinamento avviene in barriques per 24 mesi e, successivamente per 12 mesi in bottiglia. Colore rosso granato scuro con riflessi bluastri. Al naso si avvertono frutti di bosco, mora, melograno, ciliegia marasca, tartufo nero, con note speziate di pepe e chiodi di garofano. Morbido e vellutato in bocca, grande struttura, persistenza, in chiusura si avverte il cacao.
Bottiglie prodotte: 14.000 - Prezzo consigliato in enoteca: 20,00 euro
Il Sommelier n. 4 / 2015
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Verdicchio dei Castelli di Jesi: connubio perfetto di vitigno e territorio di Davide Amadei
Spesso si legge o si dice che l’Italia non riesce a produrre grandi vini bianchi, che possano stare al passo dei rossi che in tutta la Penisola ne rappresentano il vanto enologico. Ma è ormai un luogo comune da sfatare, quando si visitano territori, si incontrano produttori e, soprattutto, si assaggiano vini di qualità, originalità e carattere che li rendono unici e grandi.
È
sicuramente il caso del
veneti nel 1400 circa. Nel territorio
l’ambiente geografico nel territorio
Verdicchio, nel territorio
delle Marche, del resto, si fa vino
della Marca Anconetana risale ai
delle Marche chiamato
da tempi antichissimi (in una tomba
monaci benedettini, poi a quelli
“Castelli di Jesi” (ma anche in
di guerriero dell’VIII sec. a.C. è
camaldolesi, che valorizzarono e
quello di Matelica, molto diverso e
stato ritrovato un bacile con più
diffusero la coltivazione dell’uva in
che qui non sarà considerato).
di 200 vinaccioli di vitis vinifera),
tutta l’area; e nel Basso Medioevo
È un vino, ma prima di tutto un
prima con gli Etruschi e poi con i
in numerosi atti notarili si fa
vitigno, senz’altro autoctono:
Romani, e si ha documentazione
riferimento a donazioni o vendite di
sono state confutate le tesi che
scritta della produzione di vino
proprietà di vigne, probabilmente
ipotizzavano una importazione
in zona nell’anno 410 d.C. Ma
allevate a Verdicchio, a favore di
nelle Marche da parte di coloni
il legame storico tra la vite e
ordini religiosi.
46 Il Sommelier Il Sommelier n. 4 n. / 2015 4 / 2015
Montecarotto
La prima citazione del nome
perciocché ha la scorsa molto
ampelografi hanno però dimostrato
“Verdicchio” è del 1569, e nel
sottile e tenera, di che avviene che
che lontano dalle Marche il vitigno
1579, in un documento del notaio
si marcisce molto presto» e perciò
perde molto del suo potenziale
Niccolò Antucci, che impone
«ricerca luogo asciutto e non
organolettico.
il tipo di viti da piantare in un
ventoso, molto alto nei colli»; se ne
Il nome deriva dal colore dell’uva
vigneto, si nomina l’uva Verdicchio
produce un vino che «è migliore di
a maturazione, che ha sempre
riferita al territorio di Matelica.
ogni altro bianco, che si conserva
sfumature verdi, che rimangono nel
Nello stesso periodo, lo spagnolo
per lungo tempo, è molto chiaro,
vino che ne deriva: giallo paglierino
Herrera, agronomo professore
odorifero e soave».
che ha sempre evidenti riflessi
a Salamanca, nel suo Trattato di
Nel 1877 il Di Rovasenda
verdolini, che ne evidenziano
Agricoltura Generale del 1513,
riconosce il Verdicchio come l’uva
fragranza, vivacità ed una notevole
descrive le più comuni varietà di
bianca più pregiata delle Marche
freschezza.
viti e la tecnica di vinificazione
e, successivamente, molti gli
Dal punto di vista enologico è
in bianco, e fra i vitigni descritti
attribuiscono questo privilegio in
vitigno completo, ha una versatilità
figura il Verdicchio come «uva
relazione a tutta la Penisola.
espressiva che difficilmente si
bianca che ha il granello picciolo e
Oggi il Verdicchio è il vitigno
ritrova tra i vitigni a bacca bianca,
traluce più che niuna altra»; spiega
simbolo delle Marche, ma si trova
raggiungendo ottimi risultati in tutte
che «queste viti sono migliori in
anche, con il nome di Trebbiano di
le tipologie.
luoghi alti e non umidi, che piani
Soave e Trebbiano di Lugana, in
Se ne producono vini leggeri
e in luoghi grassi, e riposati,
Veneto, in Provincia di Verona; gli
e freschi, fino a vini robusti e Il Sommelier n. 4 / 2015
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strutturati, anche con maturazione in botte (piccola o grande), oltre che in acciaio. Ma il suo ricco nerbo acido gli permette di dare vita a vini passiti e, soprattutto, ad ottimi spumanti, sia con il metodo Martinotti o Charmat, sia soprattutto con il metodo classico. A tale proposito, sembrerebbe che i vini con le bollicine siano nati proprio qui: il monaco benedettino Francesco Scacchi, di Fabriano, già nel 1622, molto prima di Dom Pérignon, nel suo testo De salubri potu dissertatio («Del bere sano»), teorizzò le basi della spumantistica; successivamente, Ubaldo Rosi nel 1857 iniziò la coltivazione del Verdicchio al fine specifico di produrre vini spumanti. In generale, grazie a selezione clonale e riduzione di rese il Verdicchio può dare vini di straordinaria struttura ed eleganza, di grande profondità e finezza. Colpisce particolarmente la straordinaria longevità dei vini da Verdicchio, cui il tempo tra l’altro consente di acquisire quella complessità aromatica che da giovane non ha: il Verdicchio ha struttura, sapidità e freschezza anche subito, ma è spesso contratto nei profumi, che per “uscire” necessitano di tempo. È il fascino del vino, materia viva, in continua evoluzione, che si arricchisce con la pazienza del tempo; il Verdicchio, come tutti i grandi bianchi esalta le proprie caratteristiche proprio con l’evoluzione e l’età. Il territorio di riferimento sono le colline attraversate dal fiume Esino, e dai minori Misa e Musone, che sfociano nell’Adriatico, spesso sormontate da borghi fortificati (Castelli), che riportano
48
Il Sommelier n. 4 / 2015
all’epoca medioevale quando la
di struttura minerale, acidità e
città di Jesi conquistò i territori
profumi, derivano dalle zone che
limitrofi costruendo quattordici
più beneficiano delle suddette
fortezze a sua difesa.
peculiarità, ad un’altitudine tra i
Queste colline hanno spiccata
300 ed i 500 metri s.l.m. (ma non
vocazione alla produzione di
mancano impianti oltre i 600 metri)
qualità, grazie ai terreni di origine
dove l’esposizione alla luce e la
marina, di medio impasto, argillosi
ventilazione che viene dal mare
e calcarei, stratificati, spesso ricchi
sono maggiormente incisive. In
di limo o di sabbie, più pesanti
proposito, basta attraversare
e compatti a bassa quota, che
l’area per rendersi conto che in
diventano più friabili e permeabili
basso, verso il corso del fiume, è
quando si sale di livello per arrivare
rara la presenza della vite; se ad
a superare i 500 metri d’altezza
un’altitudine di 80/100 m. si coltiva
(fino agli oltre 600 nell’area di
Verdicchio, che rientra nella DOC,
Cingoli).
si tratta comunque di uve per
Il clima è influenzato
prodotti commerciali, di scarso
dall’Appennino, ad Ovest, che con
significato qualitativo.
le sue montagne protegge la zona
Da segnalare che nei Castelli
dai venti freddi, ma soprattutto
di Jesi c’è netta differenza tra le
i vigneti si trovano tra i venti e i
due rive dell’Esino: quella destra
quaranta chilometri dal mare, che
ha un’escursione termica giorno/
fa sentire il suo influsso, fatto di
notte maggiore di 2 o 3 gradi
correnti d’aria che risalgono le
rispetto a quella della riva sinistra;
vallate e assicurano la ventilazione
è più colpita dai temporali estivi
e la salute dei vigneti. Del resto il
che vengono dall’Appennino e
Verdicchio ama particolarmente le
rinfrescano (mentre se il temporale
zone collinari arieggiate.
viene dal mare colpisce solo la
Le colline ondulate su cui
riva sinistra, ma è più raro); quella
dimorano i vigneti presentano
sinistra ha un clima più mitigato
notevole varietà di altitudini ed
dall’influsso del mare, ha più
esposizioni. Le uve migliori, dotate
rugiada, è più “balsamico”. Così, la
riva destra dà vini molto più dritti, robusti, sapidi, austeri, con aromi più freschi e netta mineralità; la riva sinistra fornisce prodotti più rotondi, di maggiore consistenza e più caldi nel bagaglio fruttato, con toni floreali e soprattutto balsamici evidenti. Ecco che è in corso l’identificazione di vere e proprie zone di maggior vocazione, quasi di grand cru per la produzione di Verdicchio, distinguendo appunto tra le due rive e, all’interno di ciascuna di esse, tra Comuni o frazioni o singoli vigneti: ad esempio, nella riva destra San Michele a Cupramontana o San Sisto; nella riva sinistra Montecarotto, con Le Busche, o Serra de’ Conti. La DOC di riferimento della zona è, naturalmente, il “Verdicchio dei Castelli di Jesi”, che copre una superficie vitata di 2762 ettari, su vari Comuni attorno a Jesi in Provincia di Ancona e Macerata. Nel disciplinare, prendendo atto della particolare versatilità enologica del vitigno e delle sue caratteristiche, si consente la produzione di varie tipologie, oltre al “base”: Superiore, Classico, Spumante (anche Riserva), Passito. La Riserva, invece, nel 2010 è divenuta un’autonoma DOCG, per valorizzare, in
quintali. A livello commerciale da più di mezzo secolo il vino Verdicchio gode di “buona salute” e non si può tacere di una circostanza che ha rappresentato una vera e propria “svolta” per la conoscenza e la diffusione del Verdicchio dei Castelli di Jesi. Un importante imprenditore farmaceutico, Francesco Angelini, acquistò la cantina Fazi-Battaglia, e nel 1953, per caratterizzare il prodotto, lanciò un concorso per realizzare una bottiglia tipica: venne prescelto il disegno dell’architetto milanese Antonio Maiocchi, a forma di anfora greca, in riferimento alla civiltà dorica che fondò la città di Ancona, e il Verdicchio divenne così inconfondibile in tutto il mondo. Poiché per comprendere un terroir non si può prescindere dalle persone che lo valorizzano, si è scelto di visitare due aziende significative, due realtà tra loro molto diverse ma entrambe sincere interpreti del territorio e del vitigno, una della riva destra ed una della riva sinistra del fiume Esino: Colonnara, cantina cooperativa di Cupramontana, e Fattoria San Lorenzo a Montecarotto.
particolare, la longevità propria dei vini da Verdicchio: una caratteristica del Disciplinare è infatti la necessità di affinamento minimo di 18 mesi, di cui 6 in bottiglia; in funzione di ciò è ridotta la quantità massima di produzione di uva per ettaro che dai 140 quintali della DOC si abbassa, per la DOCG, a 100 quintali, anche se molti produttori, alla ricerca della qualità, limitano le rese a 60/70
COLONNARA (Cupramontana) Colonnara è la cooperativa ormai storica della zona, vero e proprio punto di riferimento per tutti i produttori dei Castelli di Jesi. È a Cupramontana, dove si produce vino di qualità senz’altro fin
dall’epoca longobarda e franca (VIII-X sec. d.C.). Fondata nel 1959 da 19 viticoltori, oggi conta tanti soci, piccoli coltivatori, in numero di circa 160 (compresa una cooperativa del pesarese unita da poco), per una produzione annuale di circa 1.300.000 bottiglie. L’elevato numero di soci consente di fruire di vigneti in vari territori e comuni, per 120 ettari nei Castelli di Jesi, tra i 350 e i 650 m. di altitudine, le cui uve vengono vinificate separatamente, con alcune selezioni per le basispumante e per il Verdicchio. Quest’ultimo da sempre viene valorizzato per vini in purezza al 100% (non all’85%, insieme ad altre uve, come sarebbe consentito dal Disciplinare). La cantina di affinamento, rinnovata
Il Sommelier n. 4 / 2015
49
e inaugurata nel 1989, è a 9
azienda, il 29 maggio 2015, con
strutturato, ma davvero invitante e
metri sotto terra, con temperatura
la guida cortese, appassionata
preciso.
costante durante l’anno; si usano
e competente di Daniela Sorana,
attrezzature all’avanguardia,
responsabile vendite della
“Luigi Ghisleri” Verdicchio dei
poiché si curano molto la ricerca
cooperativa e parte della “famiglia”
Castelli di Jesi Spumante Brut.
e l’innovazione. Una specifica
di Colonnara dal 1984.
Vino dedicato al Presidente della
attenzione è dedicata alla
Cooperativa che negli anni ’70,
produzione di spumanti da uva
“Cuvée Tradition”
con un giovane enologo, ha dato
Verdicchio, fin dalla fine degli anni
Verdicchio dei Castelli di Jesi
la spinta decisiva alla produzione
1960, anche perché da lungo
Spumante Brut.
di spumanti da Verdicchio. È
tempo si sono valorizzate proprio
È uno “charmat lungo”, con sei
elaborato con metodo classico,
a Cupramontana le caratteristiche
mesi in autoclave sui lieviti. Al
con 30 mesi sui lieviti. È sans
del vitigno che lo rendono
naso si percepiscono bene le note
année in etichetta, per motivi
particolarmente adatto per i
caratteristiche del Verdicchio,
commerciali e per valorizzare la
procedimenti di spumantizzazione.
fieno e frutto bianco non senza
Riserva Ubaldo Rosi, ma viene
Il remuage avviene a mano, sulle
toni minerali; la spuma, non
da uve tutte della medesima
pupitres, anche se l’azienda
abbondante, è fine, avvolgente,
vendemmia. Non molto espresso
dispone di un giropalette in caso di
c’è una bella freschezza;
al naso, col tempo nel bicchiere
bisogno per motivi di spazio.
uno spumante di immediata
emergono cenni minerali freschi
Gli assaggi sono avvenuti in
piacevolezza, non lungo né
e fiori bianchi; in bocca ha buona
50
Il Sommelier n. 4 / 2015
struttura, anche sapidità, ma la
acciaio. Si sono potute assaggiare
all’olfatto ha sottobosco, fieno,
bollicina non è finissima, appena
varie annate (al Vinitaly 2015 e poi
cereali, cera, ma anche fiori di
grossolana; il finale è piuttosto
in azienda di nuovo 2014, 2013
campo e toni balsamici; in bocca
lungo ma non complesso,
e 1991), con un’emozionante
ha una progressione eccezionale,
monocorde.
e didattica verticale, che ha
in crescendo, con grande
dimostrato le potenzialità del
materia e tanta freschezza, ma
“Ubaldo Rosi” Verdicchio dei
Verdicchio e la sua evoluzione
soprattutto una spinta sapida netta;
Castelli Jesi Spumante Brut
qualitativa con il tempo. Il 2014
lunghissimo il finale con sensazioni
Riserva 2008 (sboccatura 2014).
ancora fragrante, frutta bianca,
marine iodate, un tocco di miele,
Dedicato a colui che nel 1843
cenni tipici di erba e cereali, poco
fiori, senza alcuna concessione
già produceva metodo classico
espresso; molto acido, ha notevole
all’alcol; una vera emozione, di
con Verdicchio. Prodotto per la
sapidità; il finale è pulito, con
quasi trent’anni.
prima volta con l’annata 1997,
leggero calore e tipico amarognolo
con uve da vigneti appositamente
finale. Il 2013 ha naso ben
“Tùfico” Verdiccio dei Castelli
selezionati, sopra i 350 m. di
espresso, sentori netti di cereali e
di Jesi Riserva DOCG 2010.
altitudine, il vino base è vinificato e
cera d’api, toni marini rinfrescanti;
Uve vendemmiate tardivamente, a
affinato in acciaio; dopo la presa di
in bocca ha volume, è teso e
novembre. Da una singola vigna
spuma sta 60 mesi sui lieviti; dopo
molto lungo, mandarla amara e
in Cupramontana, con terreno
remuage tradizionale su pupitres,
salmastro nel finale, vibrante. Nel
meno argilloso, più sabbioso,
alla sboccatura, manuale (a 500
2003 il colore è carico, giallo quasi
come ricorda il nome (da tufo). Ha
bottiglie al giorno), si aggiunge
dorato; all’olfatto ha frutto giallo
sentori di frutta gialla, albicocca
liqueur d’expedition con zucchero
maturo, note di cereali, balsamico;
matura; in bocca è rotondo,
ed annate vecchie, senza distillati
bocca larga ma molto sapida,
grasso ma sapido, il finale è un po’
o simili. Presenta affascinanti
con finale di miele e cera d’api.
caldo, non lunghissimo, sul frutto
catenelle di bollicine finissime alla
Il 1994 ha naso marino, “salato”,
e fiore giallo. Racconta Daniela
vista, cristallino, luminoso, carico;
iodato, con cenni di cera d’api e
Sorana che Luigi Veronelli, ormai
al naso è freschissimo, con evidenti
fieno, mandorla, elegantissimo,
quasi cieco e poco prima della
sensazioni marine (ostrica), toni
ben espresso, pulito; in bocca
morte, venne in visita all’azienda e
floreali eleganti e qualche cenno
ha acidità sconcertante, ancora
chiese espressamente di andare
tostato. In bocca colpisce la
giovane, ficcante il finale, allungato
a “camminare la vigna” (tipica
sapidità, molto minerale, ha tanta
da una scia sapida intrigante,
e significativa espressione del
materia, la spuma è davvero molto
persistente, rinfrescante. Il 1991
grande “Gino”) da cui il Tùfico
fine a generare una freschezza
(assaggiato in azienda) ha colore
veniva prodotto, quasi a certificarla
tagliente; il finale è molto
ancora paglierino con cenni
come vero e proprio cru e sancire
persistente, invitante, roccioso
dorati; al naso è intrigante con
la capacità di lettura del terroir di
e floreale. Un vero grande blanc
canditi, miele d’acacia, cera d’api,
cui il Verdicchio è capace.
de blancs, senza dubbio uno dei
tè verde, poi agrumi ed erbe
migliori spumanti d’Italia.
aromatiche; la bocca è stupenda, ficcante, ricca e di grande
FATTORIA SAN LORENZO CROGNALETTI (Montecarotto)
“Cuprese” Verdicchio
equilibrio, lunghissima (assaggiato
dei Castelli di Jesi Superiore.
al Vinitaly, aveva note più evolute
È il Verdicchio tradizionale
al naso, miele ma anche funghi
dell’azienda, con prima annata
secchi, ed in bocca risultava
1985; le uve provengono da
un po’ largo, ma comunque
vigneti di varie zone, selezionati;
senza cedimenti). Il coup de
Natalino Crognaletti, titolare
vinificate con sgrondo naturale
coeur è però il 1988: alla vista
della Fattoria San Lorenzo a
del mosto, pigiatura molto soffice,
ha un impensabile colore giallo
Montecarotto, colpisce per la
fermentazione e affinamento in
paglierino con cenni verdognoli;
sua passione, dichiarata, per far Il Sommelier n. 4 / 2015
51
star bene le piante in vigna. Così,
sotto perché altrimenti il grado
(sale da tufo, da roccia), anche 38
dopo le presentazioni, conduce
zuccherino diviene eccessivo, e se
volte più della media; ed il sale si
subito i visitatori nel vigneto,
la maturazione è troppo “spinta”
sente già all’assaggio del chicco
dove si fa la qualità dell’uva e
si perdono sostanze e profumi.
e spesso rende anche difficile
del vino lasciando esprimere
Il vigneto è gestito con il sottofila
percepire lo zucchero.
le piante nella loro naturalezza.
lavorato per mantenerlo inerbito;
La vinificazione avviene in mastelli
Mostra che il sesto di impianto è
durante l’autunno si effettuano
aperti, chiusi poi con cellophane
di 1,20 / 1,30 x 2,80 m. per una
il sovescio e il trattamento con
per due giorni (ma anche 40/50
densità ad ettaro di 3600/4000
letame.
giorni per i rossi); il Verdicchio fa
piante: il Verdicchio ha bisogno di
Le vigne aziendali sono in
una preventiva criomacerazione
sfogo, di spazio, anche perché è
una delle zone più alte del
per qualche ora. La fermentazione
difficile fare agricoltura biologica
comprensorio, con notevoli
è lasciata libera, con una
e biodinamica, come intende fare
escursioni termiche e ventilazione
popolazione molto diversificata di
lui, se c’è troppa vegetazione ed
di cui il Verdicchio gode molto, e
lieviti indigeni, naturali; nel caso
umidità. Inoltre, se si crea troppa
varie esposizioni; a Natalino, tra
delle uve da vigne vecchie la
competizione tra le piante le
l’altro, piacciono gli assemblaggi
fermentazione dura fino a due anni,
radici non riescono ad andare in
di versanti diversi, per compensare
piano piano, spontaneamente. A
profondità, mentre se la pianta
le caratteristiche della singola
volte si forma dell’acidità volatile
sta bene, le radici penetrano nel
annata. Quanto a geologia, prevale
che di per sé è negativa ma a
terreno e “pescano” le sostanze
l’argilla, poi ci sono limo e calcare
volte nell’assemblaggio porta
minerali. Per il Verdicchio, poi, per
alto; inoltre, l’area di Montecarotto
freschezza; spiega Natalino che è
Natalino occorre stare attorno ai
e di tutta la riva sinistra dell’Esino
legata all’innesco fermentativo, non
2500 gr. per pianta, senza andare
si caratterizza per suoli molto salati
è batterica, e perciò non disturba.
52
Il Sommelier n. 4 / 2015
In azienda si percepiscono
Da piante di 30 anni. Sei mesi sui
e minerale dei tre vini da vigne
spontaneità e naturalezza
lieviti. Al naso è complesso, con
di età diverse: come sempre la
ovunque, con l’obiettivo di fare
anice e fieno, cerali e fiori gialli; la
vite “vecchia”, con le sue radici
vini di forte personalità che
bocca è salina, dopo un attacco
piacciano, che possano essere
morbido; ha grande progressione,
penetranti ed il suo equilibrio
bevuti volentieri, in cui il connubio
alcol netto ben contrastato, lungo,
tra il Verdicchio ed il suo territorio
sapidissimo, pulito e ficcante,
d’elezione è integralmente
goloso.
vegetativo, sa leggere il territorio molto più di quelle “giovani”. Verdicchio dei Castelli di Jesi
realizzato. Verdicchio dei Castelli di Jesi Gli assaggi sono stati compiuti in
Classico Superiore
azienda il 1° giugno 2015.
“Campo delle Oche” 2011
“San Lorenzo” 2002 (campione di vasca) Si tratta di una ulteriore selezione
Da piante di 60 anni di media. Tre
delle uve del Campo delle Oche,
Verdicchio dei Castelli di Jesi
anni sui lieviti, anche perché per
da cui vengono prodotte 3000
“…di Gino…” 2014.
due anni resta in movimento, per
bottiglie e 600 magnum. Ha colore
Dedicato al padre di Natalino
cui neppure si fa batonnage: il vino
ambrato brillante, non senza riflessi
Crognaletti. Prodotto con le uve
fa tutto da sé, in sospensione. Il
verdognoli; al naso è intrigante,
provenienti dalle piante con
naso è splendido, ricco, fresco,
ricco, balsamicissimo, con pino
età media di 10 anni. Leggera
con caramella d’orzo, anice
macerazione (1%, poca buccia)
netto e finocchietto selvatico,
mugo, eucalipto, mentolo, anice;
per sei mesi. Ha colore paglierino
cenni agrumati freschi, erbette
carico, naso con cenni balsamici
aromatiche; in bocca è avvolgente
ed erbe fresche; in bocca
e subito sapidissimo, materia e
ha grande equilibrio, è vino
freschezza sono ben integrate; il
fresco, con buon corpo, con
finale, lunghissimo e succoso, fa
finale succoso molto invitante,
emergere anche note rocciose,
senza pretesa di persistenza.
oltre a ritorni affascinanti dei sentori
Gastronomico.
balsamici freschi.
la bocca è superba, è grasso e sapido, polposo ed acido; finale lunghissimo, appena caldo, con fiori gialli, netta caramella d’orzo, leggero amarognolo tipico, ed una scia sapida nettissima, invitante. A quasi tredici anni dalla vendemmia, va in bottiglia per rimanerci, arricchirsi, e poi
Verdicchio dei Castelli di Jesi
Colpisce il “crescendo” di
emozionare, con carattere ed
“Le Oche” 2013
complessità e struttura sapida
originalità.
pubbliredazionale a cura di Quality ADV
Amarone Bosan: L’essenza della eleganza L’eleganza, insieme alla sua struttura, fanno dell’Amarone Bosan, un ambasciatore di estrema classe della cantina Gerardo Cesari, di Cavaion Veronese. Un Cru che viene prodotto nei vigneti di Corrubbio, in Valpolicella, da uve Corvina (80%) e Rondinella (20%). Ogni fase è accuratamente seguita in prima persona, dalla scelta delle uve al loro appassimento, fino alla selezione accurata dei legni per l’affinamento. Pur con le differenti caratteristiche tra le annate, il Bosan è un Amarone che sa fare tesoro della tradizione produttiva: esso rispecchia la personalità della Gerardo Cesari che ha iniziato a credere nell’Amarone quando in Italia era ancora un vino poco considerato. Proprio per questo segue un rigido protocollo di eccellenza che ha portato, ad esempio, alla scelta di non produrre le anna-
te 1999 e 2002, quando le uve non hanno raggiunto la qualità necessaria per divenire Bosan. Una scelta ripagata con i numerosi premi nazionali ed internazionali vinti (Mundus Vini 2014, 2015), nonché la sua selezione al Merano Wine Festival 2015. Gerardo Cesari S.p.A. Tel. 030 992 5811 www.cesariverona.it Il Sommelier 53 Il Sommelier n. 3 / 2015 n. 2 / 2014 53 info@cesariverona.it
di Roberto Rabachino – fonte e fotografie Ufficio Stampa Slow Food
Cheese 2015: in 270 mila spengono le prime 10 candeline Parole, assaggi, musica: Bra si riconferma la capitale del mondo del latte e del formaggio. La FISAR con i suoi 80 sommelier hanno gestito il servizio della “Enoteca della Banca del Vino” con oltre 700 etichette!
54
Il Sommelier n. 4 / 2015
Con “Il
Sommelier” raggiungi l’obiettivo nel miglior rapporto target/prezzo.
i is r c i d o p m e t in à it I n vest ire n ell a irpsuibbleli ca li mentre g li a ltri p rec ip itan o . è c o me c o stru Steve Jobs
®
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s
di pubblicità per l'Italia
N
on c’è dubbio, quella di
1974, che l’Unione europea
Cheese è una formula
ci chiede di abrogare entro
che funziona! La
il 29 settembre, ha raccolto
manifestazione internazionale
l’adesione di 150 mila persone
si è aperta agli oltre 270 mila
sulla piattaforma Change.org e
visitatori (il 10% in più rispetto
attraverso i moduli cartacei.
all’edizione dei record del 2013,
Importante il messaggio del vice
secondo le stime delle forze
ministro alle politiche agricole
dell’ordine locali), accogliendoli
alimentari e forestali Andrea
tra le vie e le piazze di Bra.
Olivero che, inaugurando la
Decine le occasioni per
manifestazione, ha assicurato la
conoscere le migliori produzioni
difesa a oltranza della legge da
casearie di oltre 300 espositori
parte Governo italiano.
da 23 nazioni e per partecipare
Riflessioni tra tecnici ed esperti
alle attività di approfondimento
del settore e appelli alle
e intrattenimento, sotto la
istituzioni da parte dei produttori
guida della parola chiave che
e dei loro rappresentanti sono
contraddistingue tutti gli eventi
stati lanciati durante i tanti
targati Slow Food: il piacere
momenti di approfondimento.
legato al cibo, che è gusto e
Tra i temi al centro del dibattito
conoscenza.
la fertilità dei suoli, minacciata
Forti i messaggi politici lanciati
non solo dalla cementificazione
durante questa decima edizione,
ma anche da una produzione
come il NO del settore lattiero-
agricola troppo intensiva che
caseario di qualità al latte in
non lascia ai terreni il tempo
polvere per produrre formaggi.
di rigenerarsi. Un allarme
La petizione lanciata da Slow
lanciato dalla Confédération
Food a sostegno della legge
Paysanne riguarda il rischio di
italiana 138 dell’11 aprile
“gigantismo” che sta affliggendo
56
Il Sommelier n. 4 / 2015
le stalle, e non solo Oltralpe:
tornare in montagna non per ripiego ma
allevamenti intensivi che non guardano
per una scelta convinta.
di sicuro al benessere dell’animale né
A fare la differenza, in un mercato in
tantomeno alla qualità del latte che,
cui paradossalmente le grandi aziende
anzi, diventa un sottoprodotto quando
vogliono abbattere i prezzi per fare
obiettivo del profitto sono i liquami
profitto, mentre gli artigiani devono
per la produzione di biogas… E poi
tenerli più alti per poter sopravvivere,
le quote latte, pensate per tutelare
siamo tutti noi consumatori. Via libera
i piccoli produttori, disincentivando
allora alle attività di educazione al
la produzione al di sopra di un limite
gusto con oltre 1000 partecipanti,
fissato per legge, si sono rivelate uno
tra alunni delle scuole e bambini
strumento distorsivo del mercato e sono
accompagnati dai genitori, che hanno
state abolite senza un vero passaggio,
vestito i panni dell’allevatore per
con il rischio di mettere in ginocchio
qualche ora. Tra gli appuntamenti sono
i produttori di piccola scala se non si
stati particolarmente apprezzati quelli
pensa a una regolamentazione più
dedicati ai bambini sordi che, grazie
efficace.
alla collaborazione con l’Ente Nazionale
Chiudiamo questa decima edizione
Sordi, sono stati tradotti nella Lingua dei
di Cheese lanciando anche segnali di
Segni. Anche nella nuovissima Casa
speranza per un futuro più roseo, in un
Slow Food, lo spazio associativo della
anno in cui le difficoltà e le sfide per
Chiocciola, vecchi e nuovi soci hanno
il settore sono state particolarmente
allenato le papille in una serie di
sentite da malgari e casari. Arrivano
laboratori per imparare a distinguere
dai tanti giovani che il pubblico ha
le caratteristiche organolettiche dei
incontrato nei Laboratori del Gusto
formaggi artigianali da quelli industriali.
e tra gli espositori del Mercato
Non solo gusto ma anche conoscenza
mentre raccontano con orgoglio il
dicevamo, e allora cosa c’è di meglio
frutto del lavoro negli alpeggi e nei
di un buon libro? Pare in tanti l’abbiano
caseifici artigianali, di chi ha deciso di
pensata così grazie alle pubblicazioni Il Sommelier n. 4 / 2015
57
proposte da Slow Food Editore, tra cui le novità appena presentate come Bambini a tavola! e Osterie d’Italia 2016 e i volumi dedicati agli appassionati del settore, la guida Formaggi d’Italia e il manuale Il Gusto del formaggio. E a sentire i pareri degli espositori, tutti contenti per l’apprezzamento dei loro capolavori caseari e non solo, pare proprio che i visitatori di Cheese abbiano capito il
lavoro di Slow Food in difesa della
Fondazione Slow Food per
valore che ha il cibo fatto con
Biodiversità, e così, accanto ai
Biodiversità, affinché possano
impegno e fatica, con il cuore e
57 Presìdi italiani e stranieri e ai
salire sull’Arca del Gusto ed
la responsabilità di chi guarda
tanti prodotti dell’Arca presenti,
essere catalogati come prodotti da
non tanto alle proprie tasche
si aggiungono altri formaggi che
salvare.
ma piuttosto al futuro di questo
casari e soci italiani e stranieri
Se anche quest’anno Cheese
nostro pianeta. Non si ferma il
hanno consegnato alle cure della
ha dimostrato di saper suscitare
58
Il Sommelier n. 4 / 2015
tanti volontari che durante l’anno si impegnano nelle Condotte Slow Food del territorio e che durante gli eventi ci aiutano a raccontare con la loro testimonianza cosa fa Slow Food ogni giorno. Un ruolo importante e fondamentale va attribuito ai Sommelier della FISAR, capitanati al servizio da Massimo Marchi, Vincenzo Fragomeni e Fiorenza l’attenzione dell’opinione pubblica,
qualità.
Cambiaghi, che hanno coordinato
delle istituzioni e dei protagonisti
Ma soprattutto il ringraziamento
la degustazione di oltre settecento
dell’agroalimentare internazionale
va alla Città di Bra e ai suoi
etichette di vino e il lavoro di
è anche grazie alle tante aziende
cittadini, che come sempre si sono
ottanta preparatissimi sommelier
che hanno sempre sostenuto
dimostrati ospitali nei confronti di
del Coordinamento FISAR Italia
il lavoro di chi crede in una
espositori e visitatori ed entusiasti
Nord Ovest presso l’Enoteca della
produzione agroalimentare di
per il clima di grande festa, e ai
Banca del Vino. Il Sommelier n. 4 / 2015
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Fontanafredda rilancia anche quest’anno l’iniziativa ‘Barolo al bicchiere” (www.baroloalbicchiere.it) con una nuova campagna di comunicazione che presenta un testimonial d’eccezione, la Gioconda: un capolavoro italiano celebre nel mondo come il Barolo. E proprio come Monna Lisa, il Barolo rischia di essere una delle eccellenze italiane “rubate” agli appassionati del nostro Paese perché destinate a soddisfare le richieste crescenti dei mercati di tutto il mondo. La campagna vuole essere un invito ai consumatori italiani a non lasciarsi sfuggire il piacere di gustare un calice di un grande Barolo, ad un prezzo avvincente, in uno degli oltre 500 ristoranti e wine bar di tutta Italia che aderiscono all’iniziativa. L’obiettivo è quello far degustare il Barolo in modo informale, senza timori reverenziali, offrendolo con un tagliere di formaggi e salumi o in occasione di un happy hour. E ad essere proposto in assaggio è il Barolo “Serralunga d’Alba” di Fontanafredda, una delle selezioni più rinomate dell’azienda, ottenuto da uve Nebbiolo che provengono solo dai vigneti di questo Comune universalmente riconosciuto come uno dei più importanti e storici della denominazione, capace di donare Barolo di grande struttura, complessi ed eleganti al tempo stesso e dalla spiccata longevità. Il “Serralunga d’Alba” di Fontanafredda è anche un Vino Libero: zero diserbanti, zero concimi di sintesi e meno del 40% di solfiti aggiunti rispetto al limite di legge. Oltre l’Italia, un’analoga campagna di mescita al bicchiere è stata promossa anche in Svizzera, Germania, Belgio, Olanda, Giappone, con l’intento di allargare l’audience dei consumatori di Barolo soprattutto tra i giovani.
Via Alba, 15 12050 Serralunga d'Alba (CN) Tel. 0173.626.111 info@fontanafredda.it w w w. f o n t a n a f r e d d a . i t
N
Brandini
on è un sacrilegio, ma è stato infranto un tabù: il Barolo si può tappare anche con un tappo tecnico! Questa la svolta epocale messa in atto dall’Agricola Brandini che farà probabilmente storcere il naso ai “puristi” ma, in un mondo del vino in forte cambiamento, bisogna accogliere positivamente le innovazioni, anche in fatto di chiusure alternative. Il mondo del vino si evolve e da Agricola Brandini lo sanno bene: certificata biologica nel 2011, cura in modo tradizionale, con potatura corta e due diradamenti annuali dei grappoli, i 14 ettari di vigneti di proprietà, in modo da privilegiare alla quantità l’assoluta qualità del prodotto finale. I vigneti, coltivati senza diserbanti, pesticidi o concimi chimici sono a La Morra e a Serralunga d’Alba, nel cuore della Langa del Barolo. La cantina è struttura tecnologicamente all’avanguardia ma con sistema di vinificazione che segue processi tradizionali, svolti in modo naturale, secondo il metodo biologico,
con lunghi affinamenti in grandi botti di rovere fino a 60 ettolitri. E così, seguendo la logica della sostenibilità, è stata fatta la scelta di utilizzare il Select Bio di Nomacorc per la tappatura del Barolo Docg 2011. “Adottare una chiusura alternativa su uno dei nostri vini più prestigiosi, il Barolo, non è stato un atto di coraggio (quello lo abbiamo fatto nel 2007 quando abbiamo iniziato la conversione al biologico) ma una scelta di qualità, una crescita” spiega Piero Bagnasco, titolare di Agricola Brandini e AD del Gruppo Fontanafredda - “Negli ultimi 50 anni il vino e il modo di farlo sono cambiati completamente. La scelta di adottare un tappo tecnico su un vino pregiato come il Barolo è solo una tappa di questa evoluzione. Grazie alla partnership con Nomacorc, abbiamo colto al volo l’opportunità offerta dal legislatore nel 2014 riguardo le chiusure non in sughero anche per i vini DOCG e, dopo due anni di test e verifiche, abbiamo scelto il Select Bio come tappo ideale per il nostro Barolo DOCG 2011, vincitore della Medaglia d’Oro del Merano Wine Festival, premiato con 92 punti dal rinomato critico americano
Agricola Brandini s.a.a r.l. Borgata Brandini 16 - La Morra ( CN) Tel./Fax: +39 0173 50266 www.agricolabrandini.it
James Suckling e medaglia d’argento da Decanter World Wine Awards. Select Bio è il primo tappo al mondo a zero emissioni di Co2, perché utilizza una materia prima derivata dalla canna da zucchero e garantisce il consumatore di poter bere un vino senza difetti derivati da chiusure difettose”. “Siamo orgogliosi - ha dichiarato Filippo Peroni, Direttore commerciale Italia e Sud est Europa di Nomacorc - di proteggere un vino di eccezionale qualità come il Barolo Brandini con il nostro Select Bio garantendo affidabilità, prestazioni omogenee e un passaggio costante di ossigeno che accompagnerà l’evoluzione del vino in maniera ottimale. Una chiusura sostenibile che è frutto di anni di ricerca Nomacorc, in collaborazione con i più grandi istituti internazionali, che rispetta l’ambiente e aiuta gli enologi a dare ai consumatori i vini esattamente come li hanno pensati. Per questo il gruppo di aziende Vino Libero ha scelto Nomacorc. Se oggi un Barolo sceglie di affidarsi alla nostra qualità è proprio perché facciamo dell’innovazione un tratto distintivo e qualificante della nostra azienda”.
le notizie di enogastronomia e turismo
Caldiff, acquavite di mele dell’antica varietà Gravensteiner Era il 1946 quando Gottfried Roner iniziò a distillare, posizionando un primo alambicco nella casa di famiglia. La distillazione è un arte antichissima che affonda le sue radici nella tradizione magica dell’alchimia e che nell’arco alpino fa parte della tradizione contadina. Dopo i primi successi ottenuti con la produzione delle grappe, Gottfried decise di arricchire la sua produzione macerando nella grappa, come da tradizione, radici e bacche dei boschi circostanti, ottenendo i liquori alla genziana, al ginepro e al mirtillo che ancora oggi sono tra i fiori all’occhiello delle Distillerie Roner. Non pago, diversificò ancora la produzione iniziando a distillare la frutta, come tipicamente si usa nella Mitteleuropa. L’ottima qualità delle mele e delle pere ed il naturale talento di Gottfried posero le premesse per l’attuale leadership delle Distillerie Roner nel settore delle acquaviti di frutta. Oggi è guidata da Karin Roner, la terza generazione, attraverso una fase di crescita qualitativa e filosofica ottenendo, tra molti altri riconoscimenti, nel 2010 il premio “Distillatore dell’anno” e, nel 2015, il DLG – Gold. Tra le loro eccellenze spicca la Caldiff, acquavite di mele dell’antica varietà Gravensteiner, invecchiata 3 anni in barrique con metodo Solera euna gradazione di 43 % vol. Le caratteristiche di queste mele, quasi completamente scomparse, vengono sublimate in questa raffinata acquavite maturata in barrique secondo tradizione antica. Ne risulta un distillato dal gusto caldo e vellutato, ricco di note speziate e vanigliate, eleganti e sontuose. In bocca è rotonda, piena, con netti sentori di mela, vaniglia, spezie, frutta secca ed un evidente tannino del legno. Per godere al massimo delle sue squisite fragranze gli abbinamenti consigliati sono formaggi giovani, brie, mele essiccate con copertura al cioccolato fondente, albicocche, dolcetti alla vaniglia o alle mele, cioccolato fondente 70% da cacao Criollo, cioccolato bianco, sigari. RONER - www.roner.com
I primi vini al mondo “Low Histamines” Arrivano dalle Langhe, dall’azienda vinicola Veglio Michelino & Figlio di Diano D’Alba, i primi vini al mondo certificati “Low Histamines”, con un contenuto di istamine
a cura della redazione di
inferiore a 0,5 mg/l (un vino rosso normale contiene dai 4 mg/l ai 20 mg/l di istamine). I vini sono il Dolcetto d’Alba Doc 2013 e la Barbera d’Alba Doc 2013 prodotti con processi naturali, senza l’utilizzo di concimi chimici nel terreno, seguendo l’intera filiera di produzione (12 mesi) e mantenendo intatta l’alta qualità del vino e le caratteristiche che derivano dal territorio di origine. I vini sono particolarmente indicati alle persone intolleranti alle istamine e a quelle a cui il vino, specialmente quello rosso, provoca mal di testa ed emicrania. La ricerca sul collegamento tra mal di testa e istamina nel vino rosso è stata portata avanti da Sebastiano Ramello, consulente internazionale di vini, ed è durata 5 anni. La maggior parte delle istamine risulta presente nel vino, soprattutto quello rosso, con alti tannini e affinato in legno. Alcune nazioni, in Europa, hanno addirittura iniziato a raccomandare un livello massimo di istamine per il vino: in Germania il tetto massimo è di 2 mg/l, in Olanda 3 mg/l, in Francia 8 mg/l e in Svizzera 10 mg/l. Ma in Italia e nel resto del mondo non esistono limiti al livello di istamine e così è nato il brand di certificazione “Low Histamines” che attesta i vini a basso contenuto di istamine (il livello massimo consentito è 0,5 mg/l). VEGLIO MICHELINO & FIGLIO www.vegliomichelinoefiglio.com
Cantina di Gualtieri, un vino per brindare all’amicizia Regina del Lambrusco emiliano – da poco disponibile anche on line grazie all’e-commerce attivato sul sito web aziendale – ma anche “madre” di un vino che è un vero e proprio inno all’amicizia. Non finisce mai di stupire l’animo spumeggiante della Cantina di Gualtieri (Re), che di recente ha lanciato “Amis”, un buonissimo Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene Docg Extradry, grazie alla collaborazione di chi, meglio di tutti, conosce la purezza del sentimento più nobile: i bambini. A loro, infatti, la Cantina si è rivolta chiedendo di disegnare l’etichetta del nuovo vino attraverso il concorso “Sogni in bottiglia”. A rispondere all’appello sono stati oltre 380 alunni delle scuole primarie dell’Istituto comprensivo di Gualtieri. Ma non si tratta di uno stravolgimento produttivo: lungi da lasciare
le notizie di enogastronomia e turismo la produzione di Lambrusco, che ogni anno le regala riconoscimenti importanti, la Cantina di Gualtieri ha introdotto lo spumante italiano più richiesto al mondo tra i vini in commercio nel suo punto vendita aziendale, frequentato ogni mese da migliaia di persone. CANTINA SOCIALE DI GUALTIERI www.cantinasocialegualtieri.it
Bernardo Conticelli è l’ambasciatore italiano dello Champagne 2015
Un Bardolino con etichetta di Staino per Francesco Guccini
34 anni, wine consultant di Firenze, si è aggiudicato la “Selezione Ambasciatore dello Champagne” 2015. Conticelli diventa il sesto toscano a fregiarsi del titolo di Ambasciatore dello Champagne in Italia. La Selezione, or-
La trentanovesima edizione del Premio Tenco, svoltasi dal 22 al 24 ottobre al Teatro Ariston di Sanremo, è stata un grande omaggio alla carriera di Francesco Guccini e per l’occasione Sergio Staino ha disegnato un’etichetta per un Bardolino in tiratura limitata dedicato al cantautore emiliano. È continuato dunque anche quest’anno, con una dedica a Guccini, la collaborazione del Consorzio di tutela del Bardolino con il Club Tenco: le bottiglie dell’edizione speciale del Bardolino sono state stappate nei dopo festival e nella frequentatissima e alcolica “infermeria” della rassegna musicale. “Quando il Club Tenco ci ha proposto di dedicare un vino a Francesco Guccini con un’etichetta prestigiosa come quella realizzata appositamente da Sergio Staino – dice il presidente del Consorzio bardolinese, Franco Cristoforetti – ci siamo messi immediatamente all’opera preparando un Bardolino disponibile in sole quattrocento bottiglie esclusivamente per questa particolarissima occasione e dunque fuori commercio”. Di Guccini, della sua carriera musicale e narrativa si è parlato in varie occasioni durante quest’edizione del Premio Tenco, intitolato “Fra la via Aurelia e il West”, facendo il verso a una canzone del grande cantautore bolognese. Gino e Michele, Carlin Petrini, David Riondino, Sergio Staino sono alcuni degli ospiti del Tenco 2015 che hanno parlato del loro rapporto con Francesco Guccini, in prima fila all’Ariston ad assistere alle esibizioni di artisti di varia estrazione che l’hanno omaggiato cantando ognuno un suo brano. C’è stato poi l’incontro con il Guccini scrittore, che ha raccontato delle sue esperienze editoriali e in particolare del suo nuovo libro “Un matrimonio, un funerale, per non parlar del gatto”, uscito a novembre, e una mostra sulle “canzoni di Guccini fotografate”. E ogni sera, nelle cene del dopo festival, si è brindato col Bardolino che porta l’etichetta dedicata da Sergio Staino a Francesco Guccini. CONSORZIO TUTELA VINO BARDOLINO DOC www.ilbardolino.com www.chiaretto.pink
ganizzata dal Bureau du Champagne in Italia dal 2005, ha l’obiettivo di riconoscere e valorizzare l’attività di insegnamento sullo Champagne e individuare i migliori formatori a livello nazionale oltre a proteggere e a promuovere la denominazione Champagne sul mercato. Consulente per attività di promozione e marketing nel settore vitivinicolo ed enogastronomico, Bernardo Conticelli ha un forte legame con la Francia e in particolare con lo Champagne, da lui definito nel corso della sua lezione “sinonimo di classe ed eleganza, il vino da festeggiamento per eccellenza con le sue mille sfaccettature, capace di appassionare il consumatore occasionale e l’enofilo più accanito”. La prova finale si è svolta presso il Park Hyatt di Milano. I candidati sono stati valutati da Domenico Avolio, direttore del Bureau du Champagne in Italia, dal giornalista e critico enogastronomico Davide Oltolini e da Claudia Nicoli e Marco Chiesa, rispettivamente selezionati nel 2006 e nel 2010. Filo conduttore dell’iniziativa per il 2015 sono state le “riserve”. Nel corso di un’ideale lezione, i candidati hanno esposto le caratteristiche di questa unicità champenoise che costituisce, nell’elaborazione di una cuvée, l’impronta del tempo e dello stile. Nel corso di un’esposizione di 30 minuti, Bernardo Conticelli, Marina Ciancaglini e Manlio Giustiniani, hanno presentato il tema dell’anno e si sono esercitati nella degustazione di 4 cuvée. Il Bureau du Champagne rappresenta in Italia il Comité Champagne. Con sede a Epernay, riunisce tutte le maison e i viticoltori della Champagne. BUREAU DU CHAMPAGNE – ITALIA www.champagne.it www.champagne.fr Il Sommelier n. 4 / 2015 a cura della redazione di
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le notizie di enogastronomia e turismo
Ferrari è “miglior produttore di bollicine al mondo 2015”
Un grande traguardo per le Cantine Ferrari, incoronate “Best Sparkling Wine Producer of the Year” al The Champagne and Sparkling Wine World Championships 2015, la più importante competizione internazionale dedicata alle bollicine. Lo straordinario riconoscimento li ha visti primeggiare sugli altri due finalisti, le maison de Champagne Charles Heidsieck e Louis Roederer. Grande soddisfazione anche per il Ferrari Perlé Trentodoc, icona dello stile della casa, premiato come Best Italian Sparkling Wine. La prestigiosa competizione, che ha riunito alla Vintners’ Hall di Londra il gotha delle bollicine mondiali, è organizzata da Tom Stevenson, autorità internazionale nel campo, con la collaborazione della Master of Wine Essi Avellan e di Tony Jordan. Stevenson ha ribadito l’eccezionale risultato dei Ferrari Trentodoc, che hanno ottenuto ben nove medaglie d’oro, affermando che “Ferrari ha stabilito un record che potrebbe non essere mai eguagliato, e men che meno superato”. Il riconoscimento arriva a pochi giorni dalla nomination di Ferrari a The Best European Winery per i Wine Star Awards di Wine Enthusiast, l’importante premio del magazine americano che sarà annunciato a fine 2015. Una ulteriore conferma della straordinaria vocazione del territorio trentino e della sua viticultura di montagna alla produzione di bollicine di eccellenza. FERRARI F.LLI LUNELLI S.P.A. - www.ferraritrento.it
Grosjean Frères, rispetto dell’ambiente e valorizzazione degli autoctoni
Dal 1781 da Fornet, piccolo villaggio della Valgrisenche, ormai sepolto dall’acqua della diga di Beauregard, scendevano i nonni materni fin qui ad Ollignan per rifornirsi del vino e delle castagne per superare i lunghi inverni montani; fu poi nel 1969, stimolato dall’amico Pino Albaney, che Papà Dauphin iniziò ad imbottigliare il proprio vino per presentarlo alla “II Exposition des Vins du Val d’Aoste”: e proprio questa fiera stimolò l’iniziativa che portò l’azienda dai 3.000 Mq di vigneto agli attuali 10 ettari, coinvolgendo nell’attività i 5 figli. L’azienda è situata sul confine dei comuni di Quart e Saint Christophe dove si trovano i vigneti di Tzeriat, Rovettaz, Creton, Touren a Quart, Merletta, Castello Passerin d’Entreves e Senin a Saint Christophe. Le viti coltivate inizialmente, oltre al tradizionale petit rou-
a cura della redazione di
ge, furono il gamay, il pinot noir e la petite arvine, mentre attualmente si stanno coltivando anche gli autoctoni fumin, cornalin, prëmetta e vuillermin. Le tecniche colturali sono profondamente legate al rispetto dell’ambiente pertanto è dal 1975 che non vengono effettuati trattamenti insetticidi e acaricidi e le concimazioni vengono effettuate rigorosamente con concimi di origine organica. Uno dei vini simbolo dei fratelli Grosjean è il Vallée d’Aoste DOC Petite Arvine Vigne Rovettaz. Il vitigno Petite Arvine è coltivato a 550 m s.l.m. nel vigneto Rovettaz, in forte pendenza con esposizione Sud, in un clima particolarmente asciutto e ventilato dove, per loro scelta, vengono utilizzate solo tecniche agronomiche eco-compatibili. Il vino che ne scaturisce ha colore paglierino brillante, con profumi intensi, note floreali e sensazioni di agrumi, in particolare pompelmo rosa; la buona sapidità e la struttura acida ben equilibrata gli consentono una lunga vita evolutiva. Si abbina bene con antipasti, con carni bianche e con il pesce. SOC. AGR. MAISON VIGNERONNE GROSJEAN FRÈRES SS www.grosjean.vievini.it
“il Classico I” di La Collina dei Ciliegi
75% Pinot Noir, 10% Pinot Meunier e 15% Chardonnay, un uvaggio tipico della regione Champagne. Ma in questo caso le uve sono coltivate in Italia, sulle sponde del Garda, in provincia di Verona. Su un terreno che ricorda per molti aspetti proprio quello della Champagne. Ma che in più gode dell’influenza del lago che dista solo pochi chilometri in linea d’aria. Ne deriva uno spumante di assoluta eleganza. “Il classico I” di Collina dei Ciliegi, al momento ha già 36 mesi di affinamento sui lieviti. Ma una parte del prodotto è ancora sulle pupitres per continuare il proprio percorso di maturazione. Nel bicchiere si presenta di un bel colore giallo dorato intenso e cristallino. A contatto con il cristallo sprigiona bollicine fini e abbondanti. Al naso è fine, ricco e sontuoso. Ha un complesso bouquet floreale che si arricchisce di frutta secca, note agrumate ed erbe aromatiche. Con il passare dei secondi, e con il salire della temperatura, la tipica nota di crosta di pane diventa sempre più evidente. Il palato infine conferma quanto già immaginato all’olfatto. In bocca è secco, rotondo. Offre una lunga persistenza aromatica e una buona sapidità. Prezioso come l’oro di cui si tinge nei riflessi, intenso ed elegante nel perlage. Ottimo come aperitivo. È il vino per eccellenza da abbinare a ostriche, caviale,
le notizie di enogastronomia e turismo foie gras, plateau royale, ma anche grandi pesci in salsa, anatra all’arancia, pollame e selvaggina da piuma. Le sue bollicine finissime impreziosiscono qualsiasi evento e cerimonia. Da assaporare fresco tra 6° e 8°C per coglierne a pieno la finezza. Grado alcolico: 12,5% LA COLLINA DEI CILIEGI - www.lacollinadeiciliegi.it
Montalbera festeggia nella nuova cantina i suoi primi dieci anni
Dieci anni di Montalbera. Dieci anni di passione per il vino e per il Ruchè, un vitigno che negli anni Settanta rischiava di scomparire e che oggi è conosciuto e amato in Italia e all’estero. L’azienda di Castagnole Monferrato è il principale interprete del Ruchè e ha fatto di questo autoctono la propria icona e uno dei motori della sua crescita, tanto sul mercato interno quanto sull’esportazione. E proprio il trend di crescita positivo e costante che ha caratterizzato gli ultimi anni, ha portato la Famiglia Morando ad investire, in occasione del decennale, in un importante ampliamento della cantina di Castagnole Monferrato. L’intervento ha interessato gli spazi sotterranei dedicati allo stoccaggio e all’affinamento, la barricaia e l’area dedicata all’accoglienza in una suggestiva struttura dalla quale è possibile ammirare gli oltre 140 ettari di vigneto accorpati in un solo appezzamento. Al corpo originario si sono aggiunti in totale 800 mq che comprendono anche una sala degustazione e un wine shop, due spazi pensati per accogliere winelovers ed enoturisti datutto il mondo. Commenta Franco Morando: “La nostra azienda si trova tra i comuni di Castagnole Monferrato, Grana e Montemagno, nel cuore della zona di produzione del Ruchè, immersa in un paesaggio che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità. La nuova cantina, oltre ad un ampliamento funzionale degli spazi operativi, ci consentirà di lavorare in maniera più strutturata sull’enoturismo per valorizzare sempre di più il Ruchè ma anche gli altri vitigni monferrini, in primis la Barbera, che Montalbera da anni coltiva ed interpreta.” Per visitare la nuova cantina e degustare il Ruchè Prima Decade 2013, un vino nato come etichetta celebrativa dei dieci anni dell’azienda: diecianni@montalbera.it +39 011.9433311 AZ. AGR. MONTALBERA S.A.S. - www.montalbera.it
I prestigiosi Icewine canadesi Inniskillin
Inniskillin è un’Azienda vinicola canadese, fondata nel 1974 a Niagara – on - the – Lake (Ontario). Da alcuni decenni è specializzata, e conosciuta in tutto il mondo, per la sua produzione di Icewine, i cosiddetti “vini di ghiaccio”. Gli Icewine (o Eiswein, in tedesco) sono vini ottenuti dalla
fermentazione di grappoli congelati, vendemmiati tardivamente all’inizio della stagione invernale, quando le temperature possono scendere anche a sette – otto gradi sotto zero. La rapida raccolta e pressatura dei grappoli congelati rende possibile un’elevata concentrazione degli zuccheri perché, mentre questi ultimi non si modificano con la bassa temperatura, l’acqua all’interno degli acini si ghiaccia. Il congelamento impedisce generalmente anche la formazione di muffa nobile (botrytis cinerea): ciò consente di ottenere vini che, a fronte di una considerevole dolcezza, presentano una spiccata acidità, che riesce a bilanciarli in maniera adeguata. Inniskillin è stata una delle prime Aziende canadesi a produrre Icewine, e la prima a produrre questa tipologia di vini in quantità significative: per questa ragione la sua distribuzione internazionale e la sua reputazione sono oggi così importanti. Dal 2006 Inniskillin è entrata a far parte del grande gruppo globale Constellation Brands e distribuita in Italia da F.lli Rinaldi Importatori. Gli Icewine Inniskillin (in bottiglie da cl. 37,5) sono ottenuti da due vitigni a bacca bianca (Vidal e Riesling) e da uno a bacca rossa (Cabernet Franc). F.LLI RINALDI IMPORTATORI - www.rinaldi.biz
Vitigni e vini del futuro: 40 anni di Bronner
Compie 40 anni il vitigno Bronner, incrocio di uve da vino nato nel 1975 in Germania e da pochi anni coltivato con risultati interessanti anche in Italia dopo l’iscrizione ufficiale nel Catalogo nazionale delle uve vinifere avvenuta nel 2009. Tra i primi ad aver creduto nelle potenzialità di questo “ibrido naturale” piantandone alcuni filari nel 2004 è stata l’azienda biologica Hof Gandberg (oggi Thomas Niedermayr) ad Appiano sulla strada del vino (Bz). Particolare caratteristica di quest’uva è la capacità naturale di resistere alle malattie fungine, come l’oidio e la peronospora, senza bisogno di trattamenti in vigneti o in cantina. I vini che ne derivano – chiamati da alcuni esperti “super bio” o “vini del futuro” – rappresentano un ulteriore passo avanti verso un’agricoltura completamente sostenibile e libera dalla chimica. Thomas Niedermayr vinifica il Bronner in purezza producendo un vino elegante che unisce a un profilo aromatico complesso una sorprendente bevibilità: spazia tra profumi di frutta bianca e spezie, con leggere note di fieno accompagnate da una piacevole mineralità. THOMAS NIEDERMAYR - www.thomas-niedermayr.com Il Sommelier n. 4 / 2015 a cura della redazione di
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testo e fotografia di Lucio Chiaranda
Riunione annuale dei Responsabili di Zona del CTN L’anno scorso chiudevo la mia relazione pubblicata su queste pagine con titolo “La figura del Responsabile di Zona (RdZ) nel nuovo assetto del CTN” con una domanda: “Che cosa succederà ora in Fisar dopo questa riunione?” Oggi possiamo dire: “molte, moltissime cose”.
M
a veniamo a noi.
Lucio Chiaranda, non presenti
Ad un anno dall’ultimo
per improrogabili impegni: Laura
incontro tenutosi a
Sandoli, Gaetano Prosperini e
• Istituzione dell’Albo dei commissari d’esame (ACE); • Aggiornamento didattico:
Milano (2014), per proseguire sulla
Simone Lucchisani.
modifica ai programmi di
strada del cambiamento i RdZ si
Ci ha onorato della sua presenza
enografia corsi di 2° livello;
sono ritrovati, in riunione plenaria,
per tutta la giornata il Presidente
sabato 19 settembre 2015 presso
Nazionale in carica alla data della
il Savoia Hotel Regency di Bologna
riunione Giorgio Pennazzato.
che aveva già ospitato Fisar per il
Anche quest’anno gli argomenti
Congresso 2014. Erano presenti
trattati sono stati numerosi e
Silvio Dalla Torre, referente del
di notevole importanza, per la
CTN, Marinella Bozzola, Organo
precisione:
di Indirizzo nonché RdZ e gli
• Aggiornamento sulle
RdZ: Katia Vergani, Giampaolo
competenze dei RdZ;
• Aggiornamento didattico: proposta di modifica ai programmi dei corsi di 3° livello; • Proposta di modifica ai programmi di 1° livello; • Interventi sul sito ufficiale Fisar: correzioni e aggiornamenti da apportare; • Adozione delle schede
Zuliani, Stefano Carmassi, Marzio
• Nuovi esami per sommelier:
Berrugi, Claudio Genova, Vittorio
verifica della situazione al
“costumer satisfaction”: analisi
Frabetti, Franco Demoro, Luigi
termine del primo periodo di
critica, trasposizione informatica
Governo, Andrea Di Lorenzo e
applicazione;
e raccolta dati.
66 Il Sommelier Il Sommelier n. 4 n. / 2015 4 / 2015
S E RV I
Z
A
I s.
r. l .
FIS
R
La Fisar servizi srl è nata per volontà del Consiglio Nazionale della Fisar associazione, nell’anno 2005; ha per oggetto l’organizzazione, la realizzazione, la gestione di corsi, seminari e stage di ogni genere e grado sia in Italia che all’estero; la commercializzazione di materiale didattico ed editoriale. E proprio su quest’ultimo stiamo studiando delle strategie innovative di rilancio di tutto il materiale federativo che saremo lieti presentarvi dal prossimo numero.
coinvolgere unicità tastevin posizionamento spilla volantino comunicare matita smoking valori facebook calici foulard visibilità rilanci degustazione depliants cravatt� orologi sommelier shop on line sacchetto valigette termometro
totem
levatappi
innovazione
quaderno degustazione
Dopo un breve saluto del
state sottolineate positività e
stessi e della didattica.
Presidente in carica alla data
criticità da correggere.
Per permettere una prima
della riunione che ha ribadito
Silvio Dalla Torre ci ha inoltre
fase di sperimentazione il RdZ
l’importanza e la centralità del CTN
relazionato sull’istituzione dell’ACE
in Fisar sono iniziati i lavori.
– Albo Commissari d’Esame – che
Luigi Governo si è offerto di
Silvio Dalla Torre ha ricordato le
sarà composto dai relatori abilitati
novità già introdotte: responsabilità
a far parte delle commissioni
unica del RdZ nella gestione
d’esame di 3° livello.
della prova scritta dell’esame di
Sono poi state presentate da
terzo livello, è stato quindi fatto
Marinella Bozzola delle proposte
aggiornamento ha permesso
un primo bilancio sugli effetti che
di modifica ai programmi di 1° e 3°
anche ai RdZ di confrontare le
l’introduzione della nuova scala di
livello che saranno presentate al
proprie idee e le proprie opinioni,
punteggi nell’esame finale ha avuto
Consiglio Nazionale.
tutti sono stati concordi nel dire
sulla percentuale dei promossi
Da ultimo Vittorio Frabetti ha
che le riunioni dovrebbero avere
(con contributo statistico di Claudio
illustrato le schede “customer
una cadenza meno rarefatta così
Genova), Marinella Bozzola ha
satisfaction”, la cui introduzione
proseguito ricordando la variazione
era stata già caldeggiata l’anno
da aumentare la coesione interna.
del programma dei corsi di 2°
scorso dall’attuale Presidente
livello per quanto riguarda le lezioni
quando ancora era Consigliere
su Francia e Spagna.
con incarico di collaborazione
Luigi Governo ha dato il
all’Organo di indirizzo del CTN.
suo contributo alla riunione
Le schede verranno introdotte
affrontare il futuro sarà necessaria
presentando le linee guida da
nei corsi a partire dal 2016
la collaborazione di tutti, il CTN farà
seguire nello svolgimento degli
come strumento per favorire il
la sua parte come, ne sono certo,
esami con un’analisi dove sono
miglioramento dell’offerta dei corsi
tutti i soci.
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Il Sommelier n. 4 / 2015
implementare, per il prossimo anno, i dati provenienti da tutta Italia. La giornata oltre che essere stata un momento di
Una chiosa che vuole essere un augurio al nuovo Consiglio Nazionale da poco eletto, non avrà un compito semplice, anzi, per
a cura Ufficio Stampa Nazionale
TESSERA SOCIO
FISAR 2016
Simone Nannipieri si è classificato al primo posto La Tessera Socio disegnata da Simone ci accompagnerà per tutto il prossimo anno!
È
stata scelta tra 33 campioni
Giunta Nazionale ha proclamato
inviati nei termini richiesti
vincitore del concorso SIMONE
dal regolamento del
NANNIPIERI.
Concorso da altrettanti associati.
Per FISAR il coinvolgimento
La Giuria composta dalla
dei propri Soci nelle attività
dell’Associazione è una priorità sempre più presente ed importante, per questo motivo abbiamo deciso di affidare la creazione della nuova Tessera Fisar del 2016 alla vostra Passione e Creatività. Ci siamo chiesti “Chi meglio dei nostri Soci può rappresentare la FISAR?” È bastato chiederselo una sola volta per capire che si trattava di una domanda retorica di cui tutti già conoscevamo la risposta: nessuno! Così è nato questo concorso, un modo di coinvolgervi tutti e rendervi creatori del bigliettino da visita più importante per la nostra Associazione: la Tessera Socio che ci accompagnerà per tutto il prossimo anno.
Il Sommelier n. 4 / 2015
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di AICOO - Associazione Italiana Conoscere l’Olio di Oliva
www.aicoo.it
Olio
Extra Vergine di Oliva
ALIMENTO NUTRACEUTICO
Gli alimenti “nutraceutici” sono sostanze alimentari dalle comprovate caratteristiche benefiche e protettive nei confronti della salute sia fisica che psicologica dell’individuo.
T
ale termine viene coniato
nutrizionale alle proprietà curative.
cibo, rendendolo più appetibile,
nel 1989 ad opera del
L’OLIO EXTRA VERGINE D’OLIVA
soddisfacendo il senso di sazietà,
dott. Stephen L. De Felici
può essere visto come alimento
rendendolo più facilmente
unendo i termimi “NUTRIZIONE e
nutraceutico.
digeribile.
“FARMACEUTICO”.
Recentemente e da parte di più
Quindi l’olio extra vergine di oliva
La nutracetica si occupa
ricercatori, l’olio extra vergine
è: “BUONO e FA BENE”.
dello studio degli alimenti che
di oliva è stato definito il primo
È BUONO, perché da maggior
hanno degli effetti sulla salute
nutraceutico naturale nella storia
sapore, piacevolezza, aromaticità
ed associano le componenti
dell’uomo. I motivi per i quali
ed appetibilità ai cibi in virtù
all’olio extra vergine di oliva sono
dell’elevata gustosità che questo
riconosciute queste proprietà
grasso vegetale ottenuto da sola
sono da ricondurre alla sua
spremitura meccanica riesce a
composizione in termini di micro e
dare alle pietanze.
macrocomponenti.
FA BENE, perché i POLIFENOLI
L’Olio extra vergine di oliva oltre
contenuti nell’olio possiedono
a svolgere la funzione primaria
un’azione antiossidante per il
di apporto di nutrienti, stimola
nostro organismo. Questi donano
anche l’aspetto emozionale del
all’olio un odore fruttato, un
70
Il Sommelier n. 4 / 2015
gusto amarognolo e leggermente
di oliva, resiste ai fenomeni di
piccante. La qualità e la quantità
ossidazione anche se sottoposto
polifenolica dell’olio dipendono,
a fonti di calore e non rappresenta
quindi, dalla cultivar, dalle
un pericolo per le arterie poiché
operazioni agronomiche, dal clima,
non provoca aumenti di colesterolo
dal terroir e dalla lavorazione in
nel sangue. Anzi contribuisce
frantoio. Tra i polifenoli quello
ad abbassare il colesterolo LDL,
maggiormente rappresentato
aumentando quello HDL.
nel frutto è l’“OLEUROPEINA”.
L’olio extra vergine di oliva è amico
Questo è un potente alleato contro
del cuore apportando benefici alle
l’invecchiamento delle cellule
malattie cardiovascolari.
rallentandone l’avanzamento, oltre
Contiene “Squalene” che è
che prevenire l’Alzheimer.
una sostanza organica che
Il sapore pungente che si avverte
contribuisce ad attenuare i segni
in gola gustando un buon piatto
dell’invecchiamento, contribuendo
condito con olio extra vergine di
alla prevenzione di rughe e
oliva, rappresenta un “pizzico”
secchezza cutanea, attenuando
di salute in più. Ciò dipende
i danni che provocano i raggi
da un composto naturale, un
ultravioletti.
antinfiammatorio ed antidolorifico
Questi benefici sono contenuti
che si chiama “Oleocantale”.
nell’olio che proviene dalle
Questa molecola con le sue
polpe delle olive sane e non
proprietà antinfiammatorie ed
danneggiate. Se le olive si
antidolorifiche gioca un ruolo
rompono, sono lacere, presentano
importante negli effetti benefici
muffe, vengono attaccate dalla
della dieta mediterranea, dove
mosca queste perdono l’azione
l’olio extra vergine di oliva è la
antiossidante dando adito ad
principale fonte dei grassi vegetali.
ossidazione sul prodotto finale.
L’acido oleico, che è il maggior
Ecco perché gli oli ottenuti da
componente dell’olio extra vergine
olive lacere e non sane non
sono apportatori dei benefici sopra descritti.Concludendo, consumando olio extra vergine di oliva “di qualità” significa:
salute e benessere migliora i caratteri aromatici e sensoriali delle pietanze rende più appetibili e digeribili i cibi, valorizza i nostri oliveti salvandoli dall’abbandono e degrado.
La Segreteria Comunica - di Laura Maggi segretario.nazionale@fisar.com
Un viaggio lungo un triennio. C
on umiltà, ma non senza
che andranno a sommarsi alle
desiderio di rendere il Consiglio
la giusta risolutezza, ho
incombenze che quotidianamente
un luogo di confronto e di
appena iniziato il nuovo
impegnano i nostri Carlo, Patrizia,
condivisione di idee e progetti,
impegno di Segretario Nazionale.
Giovanni e Paolo, i quali, anche
indispensabili per dare sostanza al
Una carica che ho fortemente
nei momenti meno facili, hanno
diffuso desiderio di cambiamento
voluto e della quale sono molto
svolto il loro lavoro con impegno
che il recente risultato elettorale ci
onorata, ben consapevole che mi
e diligenza, e per me saranno
ha mostrato.
è stata affidata per essere gestita
indispensabili compagni di viaggio
Saluto Claudia Marinelli e Marco
con impegno e responsabilità.
per il prossimo triennio.
Mancini, Segretari Nazionali nel
I prossimi mesi vedranno la
Ai colleghi del Consiglio
precedente triennio, e li ringrazio
Segreteria Nazionale molto
Nazionale auguro buon
per il lavoro svolto.
impegnata con i rinnovi dei
lavoro, certa della passione,
A tutti i soci auguro un sereno
tesseramenti e l’inizio di nuovi corsi
dell’entusiasmo e del comune
Natale!
www.fisar.org il nostro sito ufficiale
72
Il Sommelier n. 4 / 2015
R
IN FAMIGLIA - Le notizie dalle Delegazioni Notizia inviata da Stefano Cappelli della Delegazione FISAR Empoli - Valdelsa
FIOCCO IN CASA FISAR
®
FE D E R IT AZ A È L SO IA MM AL E LI BE
R
nata la delegazione di Empoli che comprende il territorio dell’Empolese – Valdelsa. Sono 11 comuni. In ordine alfabetico: Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Empoli, Fucecchio, Gambassi Terme, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Vinci. Il territorio, pur vantando alcune eccellenze eno-gastronomiche e una sotto zona del Chianti (Montespertoli), era suddiviso nelle competenze di altre delegazioni. Alcuni soci hanno creduto che questa fosse una lacuna da colmare e consultato
le altre delegazioni, che subito hanno compreso l’importanza di una presenza diretta della Fisar sul territorio, hanno iniziato le consultazioni su un duplice fronte: il Consiglio Nazionale della Fisar e l’assessore Antonio Ponzo Pellegrini per l’amministrazione comunale di Empoli. La risposta è stata entusiasta e l’assessore Ponzo, consultato il responsabile dell’Agenzia dello Sviluppo dell’Empolese Valdelsa (ASEV), ha ritenuto opportuno concederci la sede presso l’agenzia valutando come sinergica la presenza contemporanea di Fisar ed ASEV in fatto di promozione del territorio
e sviluppo professionale. Il 22 giugno c’è stata la conferenza stampa di presentazione e, su richiesta dell’assessore Ponzo, la delegazione ha organizzato per il 4 di agosto Calici di Stelle a Empoli, mentre il 10 era presente a Vinci su richiesta del presidente del Consorzio vini colline di Vinci. Già da settembre partiranno le iniziative tipiche delle delegazioni Fisar: corsi per sommelier, degustazioni, visite in cantina. L’inizio è stato ottimo, ci sono tutti i presupposti per un buon lavoro: grazie ai soci che ci hanno creduto e si sono iscritti alla nuova delegazione.
RG
Il Sommelier n. 4 / 2015
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Notizia inviata da Giovanni D’Alessandro della Delegazione FISAR Firenze
Borgogna quando un sogno diventa DI VINO
N
el XIII secolo apparve per la prima vola la definizione Mont Rachat, zona rocciosa sulla quale si era formato un sottile strato vegetale, dove solo la coltura della vite poteva dare risultati importanti. In quel periodo furono I monaci dell’abbazia di Mazyère, vicino Beaune, che introdussero l’agricoltura in questo appezzamento capace di produrre un secolo più tardi il migliore vino bianco della Borgogna ed in seguito dell’intera Francia. Nel XVIII secolo Thomas Jefferson, allora presidente degli Stati Uniti, definì il vino qui prodotto uno dei più grandi e ne acquistò alcuni ceppi per reimpiantarli in Virginia, Partendo da queste certezze, e curiosa di testare la grandezza di questo vino e confrontarla con I suoi prestigiosi vicini, la Delegazione Fisar di Firenze lo scorso 23 Settembre ha organizzato una degustazione presso la Divina Enoteca. Difficile
fare gerarchie quando si parla di certe bottiglie, ci piace però ricordare la sublime eleganza dello Chevalier Montrachet di Philippe Colin, la grande freschezza del Criots Batard Montrachet di Fontaine Gagnard, la compostezza del Batard Montrachet di Bachelet Monnot, la perfezione stilistica del Bievenues Batard Montachet di Olivier Leflaive.
Discorso a parte merita il Montrachet di Bouchard Père & Fils, un vero gigante, ancora giovanissimo ma dalla complessità davvero incredibile. La degustazione è stata mirabilmente condotta da Livio Del Chiaro MSA Fisar per il 2014, coadiuvato da Leonardo Finetti e Giovanni D’Alessandro per la sezione tecnica e descrittiva.
Notizia inviata da Laura Grossi della Delegazione FISAR MILANO
BENVENUTI NEO SOMMELIER FISAR MILANO
M
ai così tanti Sommelier in un anno! Sono infatti 40, nel corso del 2015, i nuovi Sommelier della Delegazione FISAR Milano che festeggia orgogliosa questo significativo successo nonché un primato
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Il Sommelier n. 4 / 2015
nella storia della Delegazione. Al primo gruppo nominato a febbraio, se ne è aggiunto uno più ampio proclamato a giugno in cui sono confluiti i partecipanti di ben due corsi di Terzo Livello organizzati durante la primavera. Tra i corsisti
di entrambe le classi “Quelli del Martedì” e “Quelli del Mercoledì, alias i Fittoni”, che seguivano il corso nei due rispettivi giorni della settimana, si è innescato fin da subito un simpatico spirito di competizione che li ha portati a
far fronte comune organizzandosi
la tensione in vista dell’esame,
i punteggi ufficiali conquistati
in gruppi di studio per acquisire
la gara simbolica è proseguita
dai membri dei due team nelle
la miglior preparazione possibile.
a colpi di hashtag sui principali
diverse prove d’esame, è stato
Anche a pochi giorni dai test,
social network a supporto dell’una
possibile decretare l’informale
per incoraggiare l’impegno nelle
o dell’altra squadra. Al termine
vittoria di “Quelli del Mercoledì”;
ultime calde giornate di ripasso e
di scritti e orali, solo una volta
ma quel che più conta sono gli
al tempo stesso sdrammatizzare
che sono stati resi disponibili
ottimi risultati conseguiti da tutti i partecipanti. Con un amichevole brindisi tra le squadre sono così iniziati i festeggiamenti per tutti i neo Sommelier FISAR Milano che hanno celebrato la consegna dell’Attestato e dell’ambito Tastevin lo scorso 2 luglio con una visita alla Cantina La Costa di Perego seguita da una cena nella cornice della Cascina Galbusera Nera, in un rustico dal sapore antico e dalle suggestive atmosfere immerso nel Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone in provincia di Lecco.
Notizia inviata da Laura Grossi della Delegazione FISAR MILANO
È FISAR MILANO IL MIGLIOR SOMMELIER DEL NORD OVEST
È
un anno speciale il 2015 per FISAR Milano. Per la prima volta nella sua storia due Sommelier della Delegazione meneghina si sono candidati alle qualificazioni per il Concorso Miglior Sommelier FISAR dell’Anno prendendo parte alle Selezioni Italia Nord Ovest che si sono svolte a Torino lo scorso 27 giugno. A rappresentare FISAR Milano sono stati Gianluca Peloso e Gianpaolo Di Lernia che avevano conseguito la qualifica di Sommelier solo una decina di giorni prima, conseguendo i Il Sommelier n. 4 / 2015
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migliori risultati in assoluto tra tutti
Di Lernia che per un soffio (…
un significato molto particolare
gli aspiranti sommelier durante
anzi, per un sorso!) non riesce
poiché, nell’anno di Expo, si terrà
la tornata estiva degli esami.
a conquistare la terza posizione
proprio nel capoluogo lombardo
Obiettivo subito centrato per FISAR
che gli avrebbe permesso di
in omaggio all’Esposizione
Milano grazie a Gianluca Peloso
acquisire il diritto di partecipare
Universale. E gli occhi sono già
(a destra nella foto) che sale
alla fase finale. Alla Finalissima
puntati verso il 2016 quando
sul gradino più alto del podio e
del concorso, che si terrà il 17
sarà la Delegazione di Milano ad
viene decretato Miglior Sommelier
ottobre nell’ambito del Congresso
assumere il compito di organizzare
del Nord Ovest dell’anno 2015
Nazionale e in concomitanza con
e ospitare il Concorso Miglior
superando i colleghi provenienti
le Elezioni FISAR Nazionali, sarà
Sommelier FISAR Nord Ovest nel
dalle Delegazioni di Piemonte,
quindi Gianluca Peloso a tenere
mese di giugno. Un grande in
Lombardia e Valle d’Aosta. Ottima
alto il nome della Delegazione. Una
bocca a Gianluca Peloso e a tutti i
prestazione anche per Gianpaolo
Finale che per FISAR Milano avrà
finalisti!
Notizia inviata da Simona Venni della Delegazione FISAR Genova
SERATA IN ROSA A GENOVA PER LE SIGNORE DEL GRIGNOLINO
P
romosso dalla Delegazione Genovese della F.I.S.A.R. un incontro a sostegno di un’associazione di volontariato che vede ambasciatrici dell’evento 5 produttrici di uno dei vitigni autoctoni più originali del Monferrato, il Grignolino. Martedì 21 Luglio, a Genova, presso il grande giardino del locale Jumble la delegazione F.I.S.A.R. di Genova festeggia uno dei momenti più importanti della sua attività: la consegna gli attestati di partecipazione al secondo livello e i diplomi di Sommelier FISAR Nell’ambito di questo evento, l’Associazione A.N.V.O.L.T. (Associazione Nazionale Volontari Lotta contro i Tumori) sarà presente per promuovere l’attività di informazione e prevenzione fondamentale per contrastare il cancro. Madrine della serata, di cui condividono le finalità professionali e sociali, saranno 76
Il Sommelier n. 4 / 2015
Le Signore del Grignolino, sei produttrici in Monferrato di questo originale e particolare vitigno esclusivo del territorio tra Casale ed Asti, recentemente proclamato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Le sei Signore rappresentano il multiforme mondo delle Aziende vitivinicole monferrine: alcune sono le nuove generazioni che continuano il
lavoro di padri e nonni, altre sono state prese da innamoramento per il territorio che è divenuto il loro luogo d’elezione. Presenti durante la serate: Giulia Alleva della Tenuta Santa Caterina; Emanuela Caire della Tenuta La Fiammenga; Sabine Ehrmann della Tenuta La Tenaglia; Elisabetta Ambrosione di ALEMAT; Carla Comandi di Cascina Valeggia.
Notizia inviata da Simona Venni della Delegazione FISAR Genova
L
unedi 22 Giugno 2015 si è svolta a Genova l’annuale manifestazione TerroirVino 2015 organizzata da Filippo Ronco, trasferita dalla marittima cornice del Porto Antico alla Nobile Villa Lo Zerbino, antica dimora storica Genovese circondata da un grande giardino curato perfettamente situata nel pieno centro della città. Dalle ore 10.00 alle ore 20.00, nella sala principale allestita al primo piano, circa 70 produttori presenti
TerroirVino 2015 personalmente provenienti da tutta Italia, ma anche dalla vicina Francia e Slovenia, si sono messi a completa disposizione del visitatore per far degustare i propri prodotti; durante la giornata grandi degustazioni orizzontali e verticali di diversi territori raccontati dagli stessi produttori ma anche da professionisti e appassionati, interessante la Verticale Ponka, Paraschos del Collio. Da segnalare come novità, oltre alla presenza dei soliti noti, che più che una
scoperta sono una garanzia (Elena Walch, il Mosnel, Grosjean, Lamole di Lamole, Cantele, Cantine del Notaio, Donnafugata e molti altri), lo Champagne Francois Diligent che oltre a utilizzare lo chardonnay, il pinot nero e pinot meunier utilizza anche pinot blanc, oramai una rarità; la Birra Barricata Extra Brune del Birrificio artigianale Genovese Maltus Faber affinata per almeno sei mesi in botte di legno precedentemente usata per l’affinamento di Brunello di Montalcino; il Metodo Classico di Sidro di Mele del Monte Bianco della cantina valdostana Maley. Presenti durante la manifestazione, per fornire supporto ai produttori e raccontare le attività della Federazione, i Sommelier Fisar della Delegazione di Genova che, insieme ad altre associazioni di settore, hanno contribuito a garantire la massima professionalità della manifestazione. Tutte le informazioni sui produttori presenti alla manifestazioni sono reperibili sul sito: www.terroirvino.it
Notizia inviata da Sabino Caroti della Delegazione FISAR “le due valli” di Cecina
S
i è concluso con una cena conviviale il corso di primo livello per aspiranti sommelier F.I.S.A.R. della delegazione “le due valli” di Cecina, accolti nella splendida cornice di Bolgheri presso il ristorante” la taverna del pittore”, si è svolta la cerimonia di consegna degli attestati, i numerosi commensali intervenuti, hanno potuto gustare i piatti
CONSEGNA ATTESTATI della cucina tradizionale toscana sapientemente cucinati da chef di “vecchio stampo”, esaltati da vini di eccellenza del meraviglioso comprensorio vitivinicolo e sapientemente curati dai sommelier Bruno Dattola e Raffaele Nesti. Ha introdotto la cerimonia di consegna Riccardo Meini, un “past delegato” della nostra delegazione con il motto sempre attuale
“imparate l’arte e mettetela da parte”. Nell’occasione del saluto da parte dei componenti del consiglio è stato annunciato, ai corsisti, per il prossimo mese di settembre, l’inizio del corso di secondo livello, nonché l’avvio di un nuovo ciclo di corsi per sommelier, il cui primo livello inizierà nei primi giorni del mese di ottobre 2015 a Cecina (info@fisarleduevalli.it). Il Sommelier n. 4 / 2015
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Notizia inviata dalla Delegazione FISAR Imperia
A Pornassio la rassegna dei Vini della Valle Arroscia
N
ell’ultimo weekend di agosto si è svolta a Pornassio in provincia di Imperia la 41.ma“Festa dell’Uva”, appuntamento e riferimento fisso per produttori, operatori enogastronomici, estimatori e turisti arricchita con la “Rassegna dei vini Tipici dell’Alta Valle Arroscia” comprensorio nel quale viene praticata la coltivazione soprattutto del vitigno “Ormeasco”. La Confraternita dell’Ormeasco di Pornassio ha voluto, come ogni anno, che fosse la Fisar a presenziare alla serata di inaugurazione: le delegazioni di Imperia e Savona sono state impegnate nel servizio al banco dove erano presenti ben 19
aziende vitivinicole, con ben 59 vini in degustazione. L’ha fatta da padrone, tra i vini in degustazione, l’Ormeasco di Pornassio o Pornassio DOC nelle versioni “Base”, Superiore e Sciac-tra,
tre modi di interpretare il vitigno autoctono; non sono mancati i vini della DOC Riviera Ligure di Ponente Pigato, Vermentino, Rossese e Granaccia, oltre a numerosi IGT.
Notizia inviata da Alessandra Maccanti della Delegazione FISAR MONTECARLO
NUOVI SOMMELIER A MONTECARLO
È
stata una serata indimenticabile in quel di Montecarlo di Lucca quella che ha visto, nell’elegante location di Piazza Carrara, i festeggiamenti per la consegna degli attestati di Primo Livello nonché dell’ambito testevin ai neo Sommelier della Federazione, celebrati per il risultato ottenuto dal Delegato Giorgio Bimbi e dai rispettivi Direttori di Corso, Roberto Forassiepi e Claudia Carlini. I nuovi Sommelier Fisar sono:
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Il Sommelier n. 4 / 2015
Micheal Angerilli, Mariarosaria Calabretta, Alessandra Maccanti, Daniela Monari, Federico Monari, Leonardo Pereyra. Con l’occasione è stata premiata Stefania Sartini con il Calice d’Argento per i suoi 25 servizi. Grande la soddisfazione del Delegato per il numero crescente
dei soci e per la partecipazione sempre più attiva alla vita della Federazione. Un grazie a tutti coloro che hanno reso perfetta la serata e dato un apporto fondamentale allo svolgimento dei corsi: le tutor Daniela Monari e Claudia Carlini, il Rist. Osteria del Vento di Montecarlo e la
Piccola Enoteca di Montecarlo. Congratulazioni in particolare ai nuovi Sommelier ai quali auguriamo di proseguire il viaggio nel mondo della conoscenza del vino con sempre grande passione e professionalità, sempre orgogliosi di essere Sommelier Fisar.
Stefania Venturi della Delegazione FISAR ORVIETO
“Fai Volare La Speranza” con la FISAR di ORVIETO
A
nche quest’anno il centro storico di Orvieto ha fatto da cornice al tradizionale appuntamento con l’iniziativa “Fai volare la speranza” promossa dall’associazione Orvieto Contro il Cancro. La manifestazione, ormai giunta alla 16a edizione, per due fine settimana vuole far conoscere le attività dell’associazione promuovendo numerosi eventi in città. Ed è proprio nel cuore della città, in Piazza della Repubblica, che sabato 19 e domenica 20 settembre è tornato il consueto e atteso appuntamento che vede la Delegazione Fisar di Orvieto in prima linea a fianco di Orvieto Contro il Cancro. Lo stand allestito sotto gli storici portici della piazza ha visto impegnati i sommelier della delegazione nella raccolta fondi in favore dell’associazione. Numerose le cantine di tutta la regione che hanno fornito gratuitamente le bottiglie di vino che sono poi state
offerte in degustazione e vendute ai moltissimi partecipanti a fronte di una sottoscrizione. Per la città di Orvieto un momento molto importante di coesione sociale e partecipazione. Il ricavato dell’iniziativa sarà destinato alla realizzazione e al mantenimento dei servizi offerti dall’associazione: il trasporto di pazienti oncologici nei centri radioterapici dell’Umbria
e il sostegno psicologico attivato presso il Day Hospital Oncologico cittadino solo per citarne alcuni. La delegazione Storica FISAR di Orvieto consolida ancora una volta il rapporto positivo con le associazioni presenti sul territorio e sostiene le iniziative per una migliore qualità della vita, promuovendo la cultura del buon bere e della solidarietà.
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Notizia inviata da Tiziano Taccola della Delegazione FISAR Pisa e Litorale
La FISAR pisana consegna gli attestati di I° livello
L
a FISAR di Pisa e Litorale consegna gli attestati ai corsisti, che hanno superato l’esame di primo livello nel corso della cena consumata presso l’Osteria S. Paolo a Pisa. Si è iniziato con antipasto di prosciutto, pasta fritta e Flan di funghi porcini ai quali i Sommeliers Piero Ristori e Giovanni Luigi Cossi hanno abbinato il Bianco IGT Cerroni 2014. A seguire Paccheri in salsa di bresaola e Risotto alle melanzane con ricotta abbinati al Vermentino Bianco IGT Toscana e Chianti Superiore 2013. Piatto forte della serata: il Prosciutto di maiale arrosto accompagnato dall’Argante. Tutti i vini sono stati gentilmente offerti dall’Azienda Vallorsi. Alla presenza del Delegato Fabrizio
Macchia e dei consiglieri Liana Benini, Salvatore Pulvirenti e Marco Cuocci, hanno ritirato l’attestato Monica Biagini, Marco Bianchi, Elena Bimbi, Ivan Evtyukhin, Martina Faralli, Francesco Fruci, Matteo Lupetti, Antonio Macrì,
Giuseppe Mangia, Michele Marcheschi, Elena Marroni, Andrea Morini, Veronica Pandolfi, Alessandro Piacenti, Matteo Puschi, Mario Rossali, Enzo Pasquale Scilingo, Nicola Tucci, Antonio Vallesi.
Notizia inviata da Tiziano Taccola della Delegazione FISAR Pisa e Litorale
La FISAR pisana consegna i diplomi ai Sommelier
L
a FISAR di Pisa e Litorale consegna i diplomi ai 14 corsisti che hanno superato l’esame finale e possono quindi fregiarsi del titolo di Sommelier. La consegna si è svolta durante la cena consumata presso il Ristorante Marina One, sulla riva sinistra alla foce dell’Arno, gestito dallo chef Stefano Micheletti e dai figli. Lo chef ha proposto uno Strudel di triglia, Calamarata in salsa di Cicale,
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Il Sommelier n. 4 / 2015
Rombo spadellato con Flan di
Pinot Grigio IGT Degli Azzoni
Barone,Giuliano Battaglia, Anna
patate al limone e per finire uno
Avogadro e per dessert il moscato
Carullo, Giuseppe Cavaleri, Matteo
Sformatino di cioccolato piccante.
liquoroso di Pantelleria. Presenti
Cossi, Stefania Del Macchia,
I sommeliers Giovanni Luigi
il Delegato Fabrizio Macchia ed i
Nicolò Foppiani, Marco Giardina,
Cossi e Massimo Marchi hanno
consiglieri Liana Benini e Antonio
Tommaso Giovannini, Maria Grazia
proposto abbinamenti col Collio
Malvaldi che hanno diplomato:
Migliaccio, Stefano Nigri, Luca Poli
Ribolla Gialla, Alsace Sylvaner,
Andrea Antichi, Ilaria Leto
e Luigi Federico Vaglini.
Notizia inviata da Chiara Bagnato della Delegazione FISAR Portogruaro Caorle
La Fisar di Portogruaro consegna i diplomi ai corsisti del 2° Livello
B
ellissima serata all’insegna dell’allegria e della convivialità, quella che si è svolta il 14 Maggio presso la Trattoria il Cacciatore (Concordia Sagittaria - VE). Protagonisti i neo diplomati al corso di Sommelier Fisar di 2° Livello che hanno partecipato numerosi non solo alle lezioni, ma anche a tutti gli eventi (degustazioni in cantina, manifestazioni enogastronomiche, conferenze) promosse dalla
delegazione. La serata è stata presenziata dal Delegato Luigi Franco, dalla vice Delegata Nadia Salvador e dal Direttore di Corso Giuseppe Tonetto. Presente anche l’enologo Gianmaria Riva, a capo della Cantina Cason Brusà (Fossalta di Portogruaro) che ha presentato i suoi vini. Lo Chef Marco Bon, nonché socio Fisar e corsista, ha preparato dei deliziosi piatti, piena espressione del territorio del Veneto Orientale:
Polentina con schie abbinata ad un fantastico Metodo Classico Medot (60 mesi sui Lieviti); Pagodina di sarde in saor e chips di melanzane e Canestrelli alla griglia serviti con Chardonnay CasonBrusà Doc 2014; Tortelli di Cernia e pistacchio su emulsione di zucchine in abbinamento a Lison Docg CasonBrusà 2014; Filetto di San Pietro in crosta di erbe aromatiche e scalogni al Refosco Rosato accompagnato da Refosco CasonBrusà Igt 2014; Crostata con ricotta di Summaga e fragole fresche in abbinamento a “Oro” passito di Lison CasonBrusà 2007. I vini sono stati serviti dalle Sommelier Fedora Zoccarato e Chiara Bagnato che al termine del servizio hanno partecipato al clima festoso e conviviale che ha caratterizzato la cena. Congratulazioni ai Neo Diplomati che attendiamo per il corso di terzo livello e per i prossimi eventi della Delegazione. Il Sommelier n. 4 / 2015
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Notizia inviata da Alessandra Miniutti della Delegazione FISAR Pordenone
La FISAR Pordenone consegna gli attestati di primo livello
B
ella serata quel del 17 giugno 2015 per i 23 corsisti che hanno frequentato il corso di primo livello presso l’agriturismo le Favole di Caneva di Sacile. Nella bella cornice del ristorante Cial de Brent immerso nel verde delle colline polcenighesi, in
un’atmosfera elegante e di festa si e svolta la consegna degli attestati. Cerimonieri della serata il Delegato Gino Luigi Rosset e il direttore di corso Giordano Bazzo. I festeggiati sono: Alba Mario, Bettiol Francesca, Bottacin Luana, Bottos Manuel, Cattarinussi Nelly, Consolari Giorgio, Corradi Sabrina,
De Micheli Laura, De Nardi Lorenza, Favero Matilde, Mazzero Josè, Pellegrino Francesco, Piccin Claudio, Piol Alice, Piva Massimo, Pizzolito Gianni, Polese Rita, Rosolen Roberto, Salvador Franco, Sprocati Lucia, Ixaru Olga, Ixaru Stela e Vidotto Silvia. Nella medesima serata c’è stata anche la consegna di due qualifiche a Sommelier con il sospirato Taste de Vin a Bernardini Elisabetta e Babuin Edy. Due neo Sommelier che la Delegazione non vede l’ora di mettere al lavoro. Il raffinato menù e stato esaltato ancora di più dal sapiente abbinamento dei vini scelti per la serata e serviti elegantemente dai nostri sommelier Daniele Romanin e Fabiana De Carlo. Con l’augurio che questo sia l’inizio di un bel percorso insieme il Consiglio di Delegazione vi fa i complimenti ed un arrivederci al secondo livello.
Notizia inviata da Alessandra Miniutti Della Delegazione FISAR Pordenone
Bel traguardo per la delegazione di Pordenone
S
ono arrivati al termine i primi due corsi di primo livello in territorio udinese partiti rispettivamente a gennaio e febbraio in quel di Osoppo presso l’enoteca La Nicchia. Corsi che hanno visto la partecipazione di 37 corsisti in totale, con grande soddisfazione dei direttori
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Il Sommelier n. 4 / 2015
di corso Massimiliano Loca, neoeletto commissario della futura Delegazione di Udine e Gino Luigi Rosset Delegato di Pordenone. Nella conviviale cornice del Ristorantino Ai Sapori di Villanova di San Daniele si e svolta la bella serata di consegna degli attestati. I futuri Sommelier sono: Agosta Del
Forte Angelo, Badolo Gabriella, Bello Valter, Bettinelli Lorenzo, Bianchet Ilenia Bin Cristina, Calligaro Sylvie, Candoni Fabio, Cascella Gloria, Chieu Claudio, Chiopris Giorgia, Di Bernardo Federica, Di Bernardo Luca, Di Biasio Stefano, Di Sopra Riccardo, Fabris Lucia, Giordano Andrea,
Gubiani Marzia, Londero Armando, Longhino Annalisa, Molinaro Sara Nazzi Pierluigi, Nicoloso Luca, Petrilli Alessia, Pirioni Mauro, Poian Marta, Rimondi Enrico, Romano Sandra, Santi Paola, Simonini Stefania, Spinotti Sergio, Stanissa Selena, Tosolini Regina, Tranchi Pino, Verona Lorenzo, Zilli Stephanie e Zorzettig Annalisa. Il Consiglio rinnova i complimenti a tutti i corsisti ed augura un grande in bocca al lupo e buon lavoro al neoeletto commissario della futura Delegazione di Udine il dott. Massimiliano Loca. Notizia inviata da Chiara Bagnato della Delegazione FISAR Portogruaro Caorle
La Fisar di Portogruaro CaorlE da Guido Berlucchi
D
opo la visita della Cantina Ferrari nella terra del Trento DOC che si è tenuta lo scorso anno, il 14 marzo 2015 la Fisar di Portogruaro ha proposto a soci e non un tour in Franciacorta presso l’Azienda Guido Berlucchi (Borgognato - BS). La visita si è svolta presso il seicentesco Palazzo Lana di proprietà della Famiglia Berlucchi. Marcello Avigo, Sommelier e responsabile delle visite guidate, ci ha accompagnati attraverso le sale della villa e le cantine, raccontandoci l’affascinante storia di quest’azienda che inizia negli anni ‘60 con i primi esperimenti di Berlucchi e del suo enologo di fiducia Franco Ziliani, così audace e temerario da proporre la sua idea, pazza e geniale al tempo stesso: produrre spumante “alla maniera dei francesi” secondo il metodo champenoise. Era il 1961 quando per la prima volta vennero sigillate 3000 bottiglie di Pinot Franciacorta. Abbiamo percorso i corridoi sotterranei delle antiche cantine, fino a raggiungere la teca che custodisce l’ultima bottiglia della prima annata di Franciacorta: il Berlucchi ‘61. Riemersi dalle cantine abbiamo visitato i moderni impianti di produzione. Al termine della visita si è tenuta una degustazione con alcuni prodotti dell’azienda: Il berlucchi Cuvèe Imperiale (Chardonnay 90% e Pinot Nero) e il ‘61 Saten. Non poteva mancare un momento di convivialità a pranzo che si è tenuto presso il ristorante “Dispensa di pani e vini” con degustazione di piatti tipici della tradizione Bresciana abbinati a vini franciacortini.
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Notizia inviata da Paola Cappellini della Delegazione FISAR PRATO
FISAR PRATO PER S. NICCOLO’
I
l 5 Marzo 2015 un forte vento ha colpito diverse zone della Toscana e tra queste anche Prato provocando,tra l’altro ingenti danni al patrimonio artistico e culturale della nostra città. Tra gli edifici più colpiti spicca il Complesso Monumentale di San Niccolò una struttura ubicata nel cuore della città e a cui i pratesi sono molto legati. Gli edifici di questo complesso furono costruiti a partire dal 1320 sul lascito del
Cardinale Niccolò da Prato e più volte restaurati e modificati nel corso dei secoli fino a quando nel 1785 il granduca Pietro Leopoldo lo trasformò in Conservatorio per fanciulle di alto ceto e che oggi ospita classi che vanno dall’asilo nido al Liceo. Tutta l’area è circondata da antiche mura realizzate nel 1400 e proprio una parte di esse sono crollate sotto le raffiche del vento. Ed è per raccogliere fondi per la
loro ricostruzione, che la nostra Delegazione ha organizzato in collaborazione con Eventi & Cucina Catering ed il Consorzio di tutela dei vini di Carmignano l’evento F.I.S.A.R. WINE & FOOD PER SAN NICCOLO’ che ha avuto luogo Giovedì 25 Giugno nei giardini interni del complesso. Le circa 300 persone intervenute si sono trovate immerse in un percorso enogastronomico con street food della tradizione toscana come verdure fritte servite al cartoccio, grigliata di carne e salsicce, lampredotto, pizza, panini con porchetta, cioccolata dei maestri cioccolatieri pratesi e il carretto dei gelati tutto accompagnato dai vini di Carmignano serviti con professionalità e maestria dai Sommelier della Delegazione. La serata è stata animata da esibizioni di musica,canto e danza; animazione e intrattenimento per i bambini e da visite guidate all’interno del complesso monastico.
Notizia inviata da Paola Cappellini della Delegazione FISAR PRATO
CHAMPAGNE E TRADIZIONE
N
el meraviglioso scenario delle colline di Carmignano, tra ulivi e vigneti pregiati si trova una caratteristica casa colonica circondata da uno splendido giardino con piscina che ospita
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al suo interno un tipico ristorante toscano. Ed è qui, all’Agriturismo Sottotono che Giovedì 16 Luglio la Delegazione Fisar di Prato ha invitato soci ed amici ad una serata in cui i piatti della cucina
toscana si sono “incontrati” con lo Champagne. La cena è iniziata con un antipasto di salumi e crostini tipici servito in abbinamento con Champagne Extra Brut – Baron Fuentè, a seguire due primi piatti uno con verdure ed uno al
ragù dell’aia accompagnati da
avvenuta da parte dei direttori di
Champagne Premier Cru Brut
corso Monalda Cerfeda e Simona
Carte Blanche – L. Benard Pitois
Orlandi con l’ausilio del Consigliere
ed infine il trionfo di carne alla
Nazionale Marco Mancini e del
griglia con Champagne Brut
docente Fisar Filippo Franchini che
Rosè – Henry Dosnon. La serata
sono stati graditi ospiti della serata.
è proseguita spostandosi nel
A tutti i corsisti i migliori auguri
fresco giardino con la consegna
per la prosecuzione del viaggio
degli attestati ai corsisti che hanno
intrapreso per conseguire il
frequentato con profitto i corsi per
diploma di Sommelier. Alla fine
Sommelier terminati nel mese di
foto di rito fra gli applausi degli
Giugno, uno di primo ed uno di
intervenuti.
secondo livello. La consegna è
Il servizio è stato assicurato con
la professionalità che sempre li contraddistingue dai sommelier: Mila Bonari, Alessio Brachi, Luca Lombardi e Cinzia Sargentini. consectetur mollis. In a tincidunt erat. Nunc venenatis congue sodales. Fusce porttitor dignissim tempor. Nam accumsan adipiscing nulla et dictum. Curabitur molestie lorem sed urna pellentesque, eu hendrerit arcu vehicula. Cras molestie tortor eget semper euismod. Fusce a eleifend odio. Vivamus dignissim nibh turpis, at vulputate quam ultricies vitae. Cum sociis natoque penatibus et magnis dis parturient montes, nascetur ridiculus mus. Phasellus cursus hendrerit molestie. Mauris nec gravida mauris. Mauris sit amet quam id massa faucibus ornare sed sed augue. Cum sociis natoque penatibus et magnis dis parturient montes, nascetur ridiculus mus. In quam ligula, dignissim in tellus nec, ornare suscipit. In a tincidunt erat. Nunc venenatis congue sodales. Fusce porttitor dignissim tempor.
Notizia inviata da Filippo Terenzi della Delegazione FISAR Roma e Castelli Romani
Calici di Stelle a Velletri, Fisar protagonista
C
ontinua a portare frutto la
ha infatti coinvolto i sommelier
palazzo comunale, otto sommelier
presenza FISAR ai Castelli
formati e diplomati in città,
FISAR hanno dato vita ad un
Romani e in particolare a
chiamati dagli organizzatori e
servizio impeccabile insieme
Velletri, sede distaccata dei corsi
dall’amministrazione comunale
alle aziende vinicole presenti,
della Delegazione di Roma guidata
a elevare ancora di più il livello
tutte del territorio, riscuotendo un
da Filippo Terenzi e decisamente
della manifestazione giunta alla
apprezzamento generalizzato.
attiva anche in questo autunno.
sua decima edizione a Velletri.
Fino a tarda notte centinaia di
La decima edizione di Calici
Sabato 8 agosto in piazza Cesare
appassionati si sono avvicinati
di Stelle nel centro castellano
Ottaviano Augusto, ai piedi del
ai banchi di degustazione,
Il Sommelier n. 4 / 2015
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un successo che si conta di ripetere anche nelle prossime manifestazioni dedicate al vino
e alla gastronomia. Unanimi i ringraziamenti da parte di organizzatori, a cominciare
dalla Confesercenti di Mauro Leoni, aziende, appassionati e amministrazione comunale, rappresentata dagli assessori alla Cultura Ilaria Usai e all’Agricoltura Orlando Pocci. In degustazione 25 vini di sette aziende: Casale del Giglio, Colle delle Cese, Azienda Agricola Di Palma Riccardo, Donato Giangirolami, Le quattro vasche, Azienda Agricola Marco Serra, Veliterna Vini. Il gruppo di servizio dei sommelier della Delegazione di Roma era formato da: Vittorio Bagaglini, Fabio Ciarla, Sabrina Fiacchi, Angela Maglione, Matteo Mele, Ernesto Mellone, Andrea Palma, Angelo Paolicelli.
Notizia inviata da Fabio Ciarla della Delegazione FISAR Roma e Castelli Romani
Con Renzo Cotarella e 5 annate di Cervaro della Sala alla scoperta di un grande bianco
C
inque annate in degustazione e una guida d’eccezione, il direttore generale di casa Antinori Renzo Cotarella, per scoprire uno dei grandi vini bianchi d’Italia, il Cervaro della Sala. Queste le caratteristiche della verticale organizzata dalla Delegazione Roma e Castelli Romani lo scorso 23 settembre allo Sheraton Hotel della Capitale, appuntamento molto partecipato e ricco di spunti. Dal 2004 al 2013, appena insignito dei Tre Bicchieri del Gambero Rosso,
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Il Sommelier n. 4 / 2015
passando per 2006, 2009 e 2011,
da chi ne ha curato la nascita e
mentre i sommelier Fisar della
queste le annate in degustazione
lo sviluppo è stata un’esperienza
per raccontare una storia fatta
davvero impagabile. Cotarella
Delegazione di Roma passavano
di scoperte casuali e ripetizione
ha definito il Cervaro un “vino
di vecchie tecniche, ma anche
icona ma accessibile” per via del
di perfezionamento continuo.
prezzo tutto sommato contenuto,
dettaglio tecnico, concludendo
Lo chardonnay, elegante e
ma anche un modello operativo
con un invito rivolto a tutti, tramite
fine, arricchito dall’acidità del
che è stato poi importato e diffuso
Grechetto, affinamento in legno e
all’interno del gruppo Antinori, che
poi grande longevità. Il Cervaro
viaggia ormai verso i 2000 ettari
della Sala è tutto questo e poterne
vitati di proprietà in Italia.
Sala per completare la scoperta di
sentire il racconto direttamente
La serata si è quindi snocciolata,
questo grande vino.
al servizio delle cinque annate, tra un racconto di vita vissuta e un
il Delegato Filippo Terenzi, per una visita alla splendido Castello della
Notizia inviata dalla Delegazione FISAR Udine
Avviata la nuova delegazione di Udine
P
resentata ufficialmente il 14 luglio presso Palazzo Belgrado, la neonata delegazione Fisar di Udine, che raggruppa i professionisti del servizio e della degustazione del vino che operano nella ristorazione e nell’accoglienza turistica, la cui sede sarà ad Osoppo, presso la prestigiosa Enoteca La Nicchia di Comino Fabrizio & C. Sas. Già presente a Pordenone e capillarmente diffusa nelle altre regioni d’Italia, la Fisar si trova ora ad avere il suo riferimento anche in una delle provincie italiane maggiormente vocate alla viticoltura e farà da punto di attrazione per tutte le persone interessate al vino, sia professionisti che appassionati. A sostenere le attività delle nuova delegazione, ci sarà un gruppo di affiatati professionisti che operano nel settore del vino, dal commissario di delegazione Massimiliano Loca alla wine
blogger Elena Roppa, dalla wine
della comunicazione del vino nel
event organizer dell’Enoteca
nostro territorio.
Giorgia Chiopris, agli esperti Sandra Romano e Fabrizio Comino. L’obiettivo principale
Per info su corsi ed appuntamenti
delle attività della Fisar Udine
in programma udine@fisar.com
sarà la diffusione della cultura del vino grazie alla formazione e alle
Commissario FISAR
occasioni di incontro messe in
Delegazione Udine
campo, che favoriranno crescita
Massimiliano Loca
del settore ed il miglioramento
Tel. 340 3102584
Palazzo Belgrado – Udine – Conferenza Stampa
Il Sommelier n. 4 / 2015
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Notizia inviata dalla Delegazione FISAR Savona
Al Presidente Nazionale il premio “Salea e il vino”
N
el contesto della 48.a rassegna del Pigato e altri vini liguri tenutasi a Salea fraz. di Albenga, è stato consegnato al Nostro Presidente nazionale Giorgio Pennazzato l’ambito riconoscimento “Salea e il vino”, premio che viene dato a persone che si occupano e
diffondono la cultura del vino in Italia. È stato un piacere ed un onore avere tra noi il Presidente Nazionale che si è poi intrattenuto con le delegazioni di Savona e Imperia degustando i vini liguri Riviera Ligure di Ponente Pigato e Vermentino, e le altre due Doc
Ormeasco di Pornassio e Rossese di Dolceacqua, abbinati a piatti liguri come i ravioli di erbette, il coniglio alla ligure, le frittelle di panissa e il pan Fritu. Nella serata abbiamo avuto modo di degustare anche una novità come il metodo classico di pigato affinato sui lieviti per 36 mesi. Il Presidente nel suo intervento, ci ha ricordato il ruolo del sommelier nella diffusione della cultura del vino, di indirizzo e stimolo nei confronti delle aziende produttrici. Abbiamo molto apprezzato la disponibilità e l’affabilità con cui il nostro Presidente, si è calato nella serata e con tutti noi. A lui va il nostro ringraziamento con la speranza di poterlo avere presto di nuovo con noi.
Notizia inviata da Enrico Benzi della Delegazione FISAR VARAZZE
CONSEGNA DIPLOMI 2° LIVELLO
M
artedì 30 giugno presso
accompagnato dai vini delle
Simonetti AnnaPaola, Siri Bruno,
l’Osteria degli Archi ad
aziende Astoria e Fontanafredda,
Vaggi Marco, Venuti Daniela.
Arenzano, si è svolta
sono stati consegnati gli attestati a:
Un grazie a tutto il team operativo
la cerimonia di consegna degli
della delegazione, ed al nostro
attestati ai partecipanti del corso di
Azzurro Federico, Baydyuk Anna,
direttore di corso Dott.ssa
secondo livello.
Colombo Giuseppe, Cora Paolo,
Donatella Ribaudo.
Dopo una saluto ai commensali,
De Clementi Paolo, Iurato Roberta,
ed una splendida cena dove
Maio Gabriele, Melis Ylenia,
Arrivederci alla consegna dei
il pesce è stato protagonista,
Pedersoli Massimo, Pizzi Marcello,
diplomi da sommelier!
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Notizia inviata da Stefania Rizzo della Delegazione FISAR Venezia
A VENEZIA SI CONSEGNANO GLI ATTESTATI DI 1° LIVELLO
M
artedì 26 maggio, presso lo storico ristorante veneziano Al Graspo De Ua, gestito con passione da Alessandro Mazzetto, sono stati consegnati gli attestati di partecipazione ai corsisti di primo livello della delegazione di Venezia, D.C.S.F. Stefano Dal Corso, supportato da Stefania Rizzo e Nicola Sabbatini. Il neo gruppo si è dimostrato fin da subito vivace e partecipativo conseguendo ottimi risultati al test finale. Siamo tutti fiduciosi che arriveremo al terzo livello con simpatia e grande professionalità. Tutto ciò nella cornice del ristorante, a soli due passi dal ponte di Rialto, che ci ospita e ci delizia con la sua ottima cucina a base di pesce fresco della laguna.
FISAR
Complimenti dunque ai corsisti
Zeno Nicolò, Grasso Sebastiano,
che hanno terminato il primo
Kawata Michiko, Miracapillo
livello: Albisinni Cristiana, Balzarin
Roberto, Molinari Francesco, Petris
Francesca, Bidorini Consuelo,
PierJacopo, Scalvini Gabriele,
Campajola Dirk, Canal Luca,
Spezzamonte Luca, Turchetto
Casagrande Erika, Cendret Marco,
Isabel Serena e Vianello Roberto.
D’Avino Fabrizio, De Giudici
Nella fotografia il gruppo di corsisti
Marianna, Deligia Sabina, Frigerio
posa per la foto di rito.
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FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI
Notizia inviata da Leonardo Butini della Delegazione FISAR Empoli
BUONA LA PRIMA
M
uove i primi passi la neonata Delegazione Fisar di Empoli: lo scorso 4 agosto, il gruppo guidato dal commissario Fabio Bagni ha organizzato infatti la prima edizione di Calici di Stelle nella splendida cornice di Piazza Farinata degli Uberti, cuore pulsante dell’empolese. Una prova impegnativa per una squadra formatasi solo pochi giorni prima, ma superata a pieni voti, grazie al numero ragguardevole di adesioni registrate sin dai primi giorni di tesseramento, nonché
all’entusiasmo travolgente della squadra di sommelier empolesi, capaci in così poco tempo di trovare un affiatamento davvero invidiabile. Protagonisti della serata i vini del Circondario empolese-valdelsa, un territorio troppo spesso relegato in seconda linea, eterna “terra di mezzo” un po’ snobbata e confinata ai margini, capace tuttavia di regalare ai consumatori più attenti prodotti interessanti dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. È proprio a questo territorio spesso dimenticato che vuole rivolgersi la
Fisar Empoli, al fine di intercettare il fermento eno-gastronomico che attraversa il Circondario e valorizzare un importante patrimonio fatto di storia, cultura e tradizioni. La risposta di Empoli è stata positiva oltre le attese: tanti i cittadini che hanno scelto di fermarsi ai tavoli allestiti per l’occasione, e tanta la curiosità per questa nuova iniziativa che promette di essere solo l’inizio di una lunga avventura, destinata a ridare ad Empoli e alla Valdelsa tutta il ruolo che compete loro.
Notizia inviata da Simona Venni della Delegazione FISAR Genova
La Delegazione di Genova a Cook and Fun a Palazzo della Meridiana
V
enerdì 25 Settembre il Palazzo della Meridiana di Genova ha ospitato la manifestazione Cook and Fun, un evento ludico ed enogastronomico all’insegna del divertimento e dell’apprendimento con dimostrazioni di cucina grazie a scuole di Cooking Genovesi e Chef di internazionale importanza, ma anche di dimostrazioni enologiche grazie ai Sommelier della Delegazione Fisar di Genova che hanno sapientemente intrattenuto i partecipanti con dimostrazioni sul servizio e giochi sui sentori del vino. Inoltre grazie al supporto della cantina Fratelli Picchio e al 90
Il Sommelier n. 4 / 2015
distributore Timossi è stato possibile far degustare ai presenti ottimi vini del territorio Ligure e Piemontese. Nella foto Stefano Albenga e
Andrea Marzi (Timossi) Produttore Fratelli Picchio e i Sommelier della Delegazione di Genova Simona Venni, Silvana Salomoni, Natalia Flamminio, Roberto Catanzariti.
Notizia inviata da Marianna Guariniello della Delegazione FISAR AVELLINO
VITIGNO ITALIA, NAPOLI 11° EDIZIONE
A
Castel dell’Ovo,
con un excursus sul vino che
un crescendo: il mediterraneo
Napoli: l’undicesima
dagli antichi greci, passando per
Campi taurasini, “Vigna Claudia”
edizione di Vitigno Italia.
il convivio Latino dell’antica Roma,
2012 - La Molara: l’elegante
Partecipazione entusiasta, sale
arriva fino a noi. I concetti di “vino”
risuonanti di calici tintinnanti,
e “eros” con Alessandro di Napoli,
Aglianico Irpinia, “Il Principio”
profumi di vini, tra desk affollati.
caratterizzanti la poesia persiana
Ogni delegazione provinciale
di Khayyam, quella italiana fino
FISAR CAMPANIA, ha avuto i suoi
ai più contemporanei scritti
60’ minuti di gloria in un percorso
dell’irpino, “paesologo” Franco
degustativo, guidato. Il delegato
Arminio. L’antologia completa, ha
Fisar Avellino Gerardo Perillo, ha
una lista più esaustiva dei poeti,
promosso l’evento in un incontro tra
ispirati da queste tematiche, tra
vino, eros e poesia. Presenti, Paolo
cui Baudelaire e Neruda. Il viaggio
ai più sconosciuti: l’Irpinia. Vitigno
Saggese e Alessandro Di Napoli
empatico per i partecipanti è stato
Italia è destinato a crescere, con le
con il libro Vino, Eros e Poesia. Da
tra le poesie di Antonio Spagnuolo
sue eccellenze, nell’antico maniero
Omero ai giorni nostri. Saggese,
e Ugo Piscopo e i rossi Irpini in
sullo splendido golfo sorrentino.
2011 - TERREDORA: e il sontuoso “Taurasi”, Fatica Contadina 2009 - TERREDORA. Magico il sorseggiare un vino irpino con i suoi sentori di terra antica, vissuta, trascinati da “sonore rime” su un territorio “crudo”, fascinoso, ma
Notizia inviata da Simona Venni della Delegazione FISAR Genova
La Delegazione di Genova consegna gli attestati di Sommelier
M
artedi 21 Luglio 2015 a Genova nella splendida cornice del Locale Jumble, in prossimità del mare Genovese, la Delegazione ha organizzato la consegna degli attestati di Sommelier ai corsisti che hanno superato egregiamente l’esame di terzo livello. Il Delegato Mattia Briganti e il Segretario Simona Venni, pieni di orgoglio, hanno consegnato gli attestati e i Tastevin a: Ballero Gabriele, Barca Enrico, Bertolini Tommaso, Catanzariti Fabrizio, Lunardi Matteo, Morando Ettore, Piga Piero, Raggio Katty, Raia Massimiliano, Serpato Luciana, Tomassini Marcello. Il Sommelier n. 4 / 2015
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Notizia inviata da Fabio Ciarla della Delegazione FISAR Roma e Castelli Romani
Fisar Roma, una settimana tra Gambero e Riesling
O
ttobre, mese delle
di esperienza. Ancora Roma
organizzativa importante per
presentazioni delle guide,
protagonista, ma cooptando le
il nostro Gruppo Servizi che
per la Delegazione Fisar
consorelle vicine visto l’alto numero
ha coordinato al meglio, con
Roma ha significato - tra l’altro
di sommelier richiesti, per il grande
professionalità e serietà, tutti i
- una settimana in compagnia
e prestigioso banco d’assaggio
colleghi intervenuti ottenendo un
del Gambero Rosso. Primo
dei Tre Bicchieri di sabato 17
grande successo per la Fisar.
evento che ci ha visto coinvolti la
ottobre, in contemporanea con
Una settimana da protagonisti,
premiazione della guida “Ristoranti
il Congresso Nazionale Fisar di
per i nostri sommelier, su uno
d’Italia”, le famose Tre Forchette,
Milano, sempre allo Sheraton Hotel.
dei palcoscenici più prestigiosi
che ha raccolto nelle sale dello
Ben 60 i sommelier coinvolti, con
dell’enogastronomia nazionale
Sheraton Roma Hotel, sede della
quelli di Roma e Castelli Romani
come quello del Gambero
nostra Delegazione, un pubblico
a coprire per oltre la metà le
Rosso, completata da una
selezionato di circa 150 persone.
richieste (compatibilmente con
partecipatissima (oltre 80 persone
Nella serata di lunedì 12 ottobre
la partecipazione al Congresso
presenti in sala) degustazione
i nostri sommelier hanno gestito
Nazionale) e in aggiunta i colleghi
di 20 Riesling alsaziani venerdì
l’aperitivo e il banco d’assaggio,
delle Delegazioni de L’Aquila,
16 ottobre, sempre allo Sheraton
mettendo in mostra la qualità
Manziana, Viterbo, Orvieto,
Hotel, sotto la guida del nostro
del servizio raggiunta in anni
Sabaudia e Latina. Una prova
Antonio Mazzitelli.
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Il Sommelier n. 4 / 2015
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Rivista Ufficiale della FISAR Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori
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