Il Sommelier n.5/2012 - settembre/ottobre

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FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER

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5,30 Anno XXX - Numero 5 - Settembre-Ottobre 2012

Il mese di Ottobre vede la FISAR protagonista


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Gran Ripasso del Sommelier è il programma ufficiale F.I.S.A.R. che aiuta gli aspiranti Sommelier negli esami da sostenere nei tre livelli di studio. Questo programma serve, effettuando i vari test, per apprendere quelle che possono essere le domande d'esame; ripassare le zone di produzione dei vari vini con quiz inerenti le D.O.C.G. e le D.O.C.; gli uvaggi; i tipi di allevamento; le pratiche di cantina; i vini "speciali"; i distillati; gli abbinamenti; la terminologia F.I.S.A.R. ecc. Per i Sommelier già diplomati, seve come ripasso su tutto quello che è il mondo del vino; e tenersi aggiornati sui nuovi disciplinari di produzione (Nuove D.O.C. e D.O.C.G.).

prezzi riservati ai soci FISAR per info segreteria.nazionale@fisar.com


Lettera del Presidente: Nicola Masiello

Pag.

La burocrazia è peggio della grandine: costa almeno il 10% ai produttori Fisar in Rosa - La grappa: un affascinante mondo al femminile MondoCana.com - Satira a cura di Luca Canapicchi In Famiglia La Segreteria comunica - Golf Italiano Programma Assemblea Nazionale - Venezia 2012 Sommelier dell'anno FISAR - Albo d'Oro ENOGASTRONOMIA • TURISMO • CURIOSITà

Clos de Vougeot. Colline di Nuits, cuore della Borgogna. Silvana Delfuoco

Gattinara e Ghemme: due fratelli regali - Gudrun Dalla Via Il vino con la musica è più buono - Meritxell Falgueras Febrer Il Cile: il viaggio tra l’eccellenze - Marco Ferrari

A San Gallo, dove è nata la birra al luppolo - Enza Bettelli Il Giappone del Whisky - Daniele Fogliazza Si apre il sipario sul Salone del Gusto e Terra Madre 2012 Gladys Torres Urday Vini italiani e peruani s’incontrano nella città di Lima in Perù Roberto Rabachino

America's Cup a Venezia con la FISAR - Roberto Donadini La fotografia della crisi del settore vitivinicolo italiano secondo Assoenologi - Giuseppe Martelli Le notizie di enogastronomia e turismo a cura della redazione di Quality ADV

MeranoWineFestival - a cura della redazione di Quality ADV SCIENZA • TECNICA • APPROFONDIMENTI

Carema: un vino di sole e di roccia Luca Iacopini e Massimo Bracci

sommario

Comunicazione Istituzionale

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Il prossimo autunno sarà per la Fisar una stagione molto speciale!!!

Il Presidente Nicola Masiello

Importanti sono gli appuntamenti che ci vedono impegnati in questo mese di Ottobre.

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rimo su tutti il nostro congresso Nazionale elettivo di Venezia dove il nuovo Consiglio eletto dovrà con forza e coraggio definire e disegnare il programma e l’assetto organizzativo per il prossimo triennio. Dico con forza e coraggio perché saranno queste le armi vincenti in un momento particolarmente difficile a livello nazionale ed internazionale, con la crisi che morde su tutti i settori compreso il nostro: forza per sostenere la nuova politica di espansione Fisariana, forza di finalizzare i progetti in essere e poi il coraggio di guardare avanti, di essere presenti nei punti chiave per incrementare la nostra immagine, di partecipare a tutto quanto può essere utile e far bene alla causa della Fisar. Gli auguri vanno quindi al nuovo Consiglio che si insedierà a Ottobre. L'augurio è di un proficuo lavoro da affrontare in armonia, collaborazione e rispetto. Il mio personale poi va al Consiglio uscente dimostratosi attivo e fattivo fino all’ultimo del suo mandato. Altro appuntamento importante, che ci vede impegnati sempre a fine Ottobre, è il Salone del Gusto a Torino, dove la Fisar, a seguito dell’importante accordo siglato a Volterra con Slow Food, in occasione dei festeggiamenti dei nostri quarant’anni, sarà presente con i propri Sommelier all’interno della manifestazione in tutti i punti che avranno come protagonista il vino. È questa la seconda volta che partecipiamo all’evento ma è la prima che ci vede in veste di attori principali; è questo il momento per tutte le Delegazioni

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Nazionali di sfruttare l’iniziativa a 360° partendo naturalmente da quelle del Nord-Ovest e poi tutte le altre, al fine di incrementare il numero dei soci, dei corsi e delle manifestazioni nei propri ambiti territoriali, con il risultato finale di far crescere la Fisar. Il Consiglio Nazionale uscente si è adoperato ed ha creduto in questo attivandosi, anche negli altri progetti intrapresi ed avviati alla loro realizzazione, al raggiungimento di una FISAR sempre più visibile e ricca di risorse. Non posso infine chiudere questo editoriale senza parlare della vendemmia appena conclusa. Una vendemmia molto particolare che a differenza di come era stata prospettata nelle solite altalenanti previsioni di luglio, di cui la qualità era l’unica certezza, ad oggi si riscontrano invece risultati alquanto indecisi sia sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo. Sicuramente nella maggior parte dei casi i valori sono scesi di molti punti in percentuale, fatte sicuramente salve alcune zone di produzione che hanno limitato i danni grazie alle tipologie di vini che vi si producono. Per i dati definitivi aspettiamo comunque che il vino sia in cantina, coscienti che questa del 2012 sarà una vendemmia al di sotto delle aspettative sia dei produttori che dei consumatori e che noi Sommelier dovremo essere capaci di capire questa vendemmia, cercando sempre di proporre il meglio, con l’onestà professionale che ci distingue e che tanti e sempre di più ci riconoscono. Un brindisi all’autunno Fisariano!!!!! Cin-cin con tutti Voi.

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Hanno collaborato a questo numero Gladys Torres Urday, Silvana Delfuoco, Gudrun Dalla Via, Meritxell Falgueras Febrer, Marco Ferrari, Enza Bettelli, Daniele Fogliazza, Roberto Donadini, Giuseppe Martelli, Lorenzo De Rossi, Luca Iacopini e Massimo Bracci, Enza D’Amato, Luca Canapicchi Per la fotografia Oliviero Toscani, Saverio Scarpino, Roberto Rabachino Enza Bettelli, Alberto Doria e immagini di Redazione

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La burocrazia è peggio della grandine: costa almeno il 10% ai produttori

di Roberto Rabachino

Alle indubbie difficoltà del settore si aggiungono anche quelle burocratiche.

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ell’ultima legislatura, che ha visto addirittura nascere un Ministero per la semplificazione, sono entrati in vigore adempimenti burocratici che hanno provocato la scomparsa del 10 per cento della produzione italiana di vini Doc, il simbolo del Made in Italy nel mondo. È quanto emerge dalla prima analisi sull’efficacia della politica italiana e comunitaria nell’ultima legislatura - alla vigilia della pausa estiva che aprirà la campagna elettorale - illustrata dalla Coldiretti nel corso dell’Assemblea annuale dell’organizzazione degli imprenditori agricoli. L’inefficacia della politica si traduce anche in una ridotta qualità dell’attività legislativa che spesso rimanda a provvedimenti amministrativi che alimentano una tecnocrazia fine a se stessa che mette a rischio la competitività delle imprese. Un esempio eclatante viene dal vino che è il prodotto alimentare più esportato all’estero, simbolo del Made in Italy, ma che deve fare i conti a livello nazionale con un peso insostenibile di pratiche e documenti. Dalla vendemmia 2008 sono stati introdot-

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ti 12 nuovi adempimenti burocratici a carico delle imprese vitivinicole che producono vini a Doc e Docg, per l’entrata in vigore dei Decreti Ministeriali 29 marzo 2007 prima e 2 novembre 2010 poi sui controlli per i vini a Denominazione. Il risultato è stato che molte aziende sono state costrette a rinunciare a produrre vini a denominazione d’origine per l’impossibilità di far fronte ad adempimenti spesso inutili che sottraggono ben 100 giornate di lavoro all’anno al tempo trascorso in vigna e in cantina e che hanno portato alla riduzione dei terreni destinati a produrre vini a Docg e Doc che sono passati dai 316mila ettari del 2007 a 284mila ettari del 2011, con una perdita stimata di produzione pari a oltre 100 milioni di litri di vino doc.

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Dati e fonte: Coldiretti


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La grappa: un affascinante mondo al femminile

a cura di Gladys Torres Urday

La Grappa innanzi tutto è un fatto di stile! È qualità, tradizione, cultura, eleganza e arte.

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on è più una novità il fatto che nell'ultimo decennio la grappa, da prodotto rude ed aggressivo, abbia guadagnato rispettabilità diventando un super alcolico gradevole anche ai palati più delicati. Infatti, ultimamente, ha ricevuto il plauso da parte dei giovani e del “gentil sesso”, che prima faticavano a trovare caratteristiche organolettiche a loro gradite. Ed ecco che un gruppo di imprenditrici del settore e di giornaliste, mosse della constatazione della considerevole vivacità del mercato della grappa nel cui ambito la presenza della donna, tanto a livello imprenditoriale, produttivo e distributivo che di comunicazione, costituisce un elemento significativo e di crescente importanza rappresentando in tal modo il naturale punto di partenza per la ridefinizione dell’immagine del prodotto.

Claudia Mazzetti d'Altavilla

Dal 2001 Presidente dell’Associazione è Claudia Mazzetti d’Altavilla con Vicepresidente Livia Bertagnolli, entrambe delle omonime aziende di distillazione. L’Associazione Donne della Grappa è rivolta non solamente alle imprenditrici ma anche a tutte coloro che per motivi tecnici, professionali operativi o semplici consumatrici si trovano idealmente accomunate nel contesto culturale e di mercato della grappa ponendosi come obiettivo l’impegno di sviluppare il mercato promuovendo l’immagine della grappa e le tradizioni secolari legate ad essa. Tante sono le attività organizzate: L’Italia delle Donne della grappa, un tour attraverso lo stivale che ha permesso di conoscere e confrontarsi con donne che condividono i loro ideali; La Grappa è Donna, una degustazione in occasione dello scorso Vinitaly dove hanno partecipato quasi un migliaio di appassionati confermando così come le donne rappresentano oggi le ambasciatrici più attente e preparate di questo fantastico mondo indubbiamente colorato di rosa.

FI- SAR In questo contesto nascono le Donne della Grappa, un’associazione culturale, apolitica e senza fini di lucro che opera in stretto collegamento e in sintonia con l’Istituto Nazionale Grappa.

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Livia Bertagnolli

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La Grappa

La grappa secondo l’attuale normativa di riferimento “è la bevanda spiritosa ottenuta da vinacce fermentate e distillate direttamente mediante vapore acqueo oppure dopo l’aggiunta di acqua e con eventuale aggiunta di feccia” ed è una denominazione riservata esclusivamente al prodotto italiano. IL DPR n. 279 del 16 luglio 1997, inoltre, precisa ancora più chiaramente che la “la denominazione grappa è riservata esclusivamente all’acquavite di vinaccia ottenuta da materie prime ricavate da uve prodotte e vinificate in Italia, distillate in impianti ubicati sul territorio nazionale”. Notizie sulla attività di distillazione si possono già datare al 4.000 a. C. presso gli Egizi, sebbene dell’acquavite sia possibile rinvenire informazioni solo intorno all’anno mille grazie agli studi della Scuola Medica Salernitana che procedette alla definizione delle regole per ottenere la concentrazione dell’alcol “attraverso la distillazione e ne prescrisse l’impiego per svariate patologie umane”. La tappa successiva di questo articolato processo di creazione del “distillato grappa” fu l’estensione delle tecniche di distillazione alle vinacce, che si fa risalire intorno al quattrocento. Le vinacce ovvero le bucce degli acini d’uva separate dal mosto, che contengono in media i 2/3 in meno di alcol rispetto al vino, costituivano le materie di scarto della vinificazione ed è solo con il Seicento che si hanno notizie certe dello studio della distillazione delle vinacce a opera di alcuni Gesuiti, tra i quali Atanasio Kircher e Francesco Terzi Lana “che si può considerare il padre tecnico della vinaccia” (nel 1636 indicava la vinaccia come fonte di alcool). Nel complesso procedimento della distillazione delle vinacce, il rispetto della tradizione è assoluto. Ancora oggi il metodo usato è quello inventato da Tulio Zadra, un maestro nella costruzione degli alambicchi che negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso perfezionò appunto il “metodo bagnomaria discontinuo” che ancora oggi porta il suo nome. Divenuto lo strumento “principe” della distillazione e ancora oggi il metodo del territorio trentino e non solo. L’alambicco è un apparecchio di distillazione che consente la trasformazione di liquidi in vapore e la loro successiva condensazione.

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Clos de Vougeot. Colline di Nuits, cuore della Borgogna.

di Silvana Delfuoco Fotografie di JL Bernuy

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C’è uno Château nel cuore della Borgogna che merita un’attenzione speciale.

onsiderato giustamente la principale attrattiva delle colline di Nuits, quella Côte d’Or oggi patria di eccellenze enologiche, la sua costruzione risale al XVI secolo. Eppure è proprio la sua presenza a testimoniare che un vino tra i più famosi al mondo, il mitico Clos de Vougeot, è nato qui da un vigneto coltivato fin dall’Alto Medioevo dalla silenziosa pazienza dei monaci Cistercensi. Questa è la sua storia.

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Il Castello dei monaci Nel XII secolo ai monaci dell’Abbazia di Cîteaux – circa 14 km dal Clos- vennero donate dai Duchi di Borgogna le terre sul Pendio orientale (la Côte d’Orient divenuta, in breve, d’Or…) nei pressi di Vougeot, dove sgorga la sorgente del Vouge, da dove avrebbero potuto cavare preziosissima pietra da costruzione. Ai monaci necessitava anche il vino per la messa, così pensarono bene di costruire un Clos, un luogo recintato dove

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Presenti al

2012 - dal 9 al 12 Novembre


impiantare il loro vigneto. Ben presto però la loro attenta osservazione scientifica li portò a proseguire gli esperimenti sulle piantine da impiantare, a migliorare le tecniche di innesto e di potatura, a perfezionare gli studi sulla natura del suolo, tanto che fu necessario predisporre in loco una cantina adatta alla lavorazione e alla conservazione del vino. Così nacque la Cuverie, ancora oggi esistente e visitabile, primo nucleo attorno a cui, qualche secolo più tardi, Dom Loisier, 48esimo Abate di Cîteaux, decise di aggiungere una casa di campagna, o meglio, secondo il gusto dell’epoca, uno Château in mezzo alle vigne. Un luogo di festa in mezzo alle vigne Oggi il Castello, quasi tempio laico della Borgogna vinicola, dove ogni anno si affollano “pellegrini” da tutto il mondo, è proprietà della Confrerie des Chevaliers du Tastevin. È arrivato nelle loro mani dopo oltre due secoli di travagli, da quando, in seguito alla Rivoluzione francese, anche l’Abbazia di Cîteaux e le sue proprietà, tra cui il Clos de Vougeot, vennero confiscate e dichiarate patrimonio nazionale. I vigneti si frantumarono tra diversi proprietari, e soltanto quindici ettari rimasero legati al Castello fino al 1944, quando l’ultimo proprietario lo vendette alla Confrerie trattenendo però la vigna. Da allora i dirigenti della Confrerie si adoperano per garantire ai visitatori visite guidate sempre meglio organizzate

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nonché la possibilità di usufruire dei prestigiosi ambienti per manifestazioni di vario tipo: concerti, matrimoni, clubs-service… E il vino? “Variabile, a volte sublime”. Così giudica il Clos de Vougeot AOC Hugh Johnson nella sua guida I vini del mondo 2008. Una produzione di circa 50 ettari, appartenenti a diversi proprietari, tra cui nomi illustri si alternano ad altri meno noti, dividendo tra loro le parcelle di vigneto che, già ai tempi dei monaci, erano state classificate a seconda della posizione. Le uve destinate alla Cuvée des Papes nella parte alta del vigneto; nella parte media quelle per la Cuvée des Rois, mentre nella zona più in basso, ancora oggi con difficoltà di drenaggio, si ricavava la Cuvée des Moines. Da allora sono passati i secoli, ma Hugh Johnson continua a ritenere che “la maturità (del vino) dipenda dalla filosofia del viticultore, nonché dalla tecnica e dalla posizione sulla collina”. Soltanto il nome dunque è rimasto di quello che un tempo era un unico, eccezionale, gran cru, e che ora deve il suo valore quasi esclusivamente al nome del suo produttore... Sappiamo che la Storia non si fa con i ma e con i se, eppure… se avesse potuto immaginarlo il giovane ufficiale, di nome Napoleone Bonaparte, quando, il 13 febbraio del 1790, comunicò all’Abate di Cîteaux la confisca di tutte le terre dell’Abbazia!

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Gattinara e Ghemme: due fratelli regali

di Gudrun Dalla Via Consulenza di Marco Arlunno

Due territori di nicchia: come dimensioni, come numero di bottiglie prodotte e come target di consumatori. Eppure Gattinara e Ghemme sono vini D.O.C.G. esportati in tutto il mondo, conosciuti forse più all’estero che in Italia.

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ei grandi rossi da un grande vitigno, il Nebbiolo In Piemonte si scommette da tanto tempo sul Nebbiolo: nelle Langhe si usa per la produzione del Barolo e del Barbaresco, e ad Alba troviamo il Nebbiolo d’Alba D.O.C. Però anche in Valtellina lo si usa, per produrre il famoso Sforzato, prodotto con uve Nebbiolo lasciate appassire leggermente, sulla pianta. Persino nella Sardegna settentrionale si produce un vino di nicchia con questa uva. Il Gattinara D.O.C.G., della varietà locale denominata Spanna, ha un colore rosso rubino intenso tendente al granato, ha profumo fine, ampio ed elegante, con esuberanti note di spezie, liquirizia e cuoio. In bocca è caldo, vellutato e di grande complessità. Molto persistente. Adatto ad

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essere abbinato a primi piatti, carni e formaggi stagionati. Il Ghemme D.O.C.G., anch’esso della varietà Spanna, ha caratteristiche molto simili, nell’aspetto e nel sapore. Troviamo la differenza soprattutto nel naso: più floreale e speziato nel Ghemme, invece più fruttato, più profondo e austero il Gattinara. In purezza o con minime quantità di altre uve Il disciplinare del Gattinara D.O.C.G. prevede una produzione o in purezza o un massimo del 10% di aggiunta di Uva rara e/o Vespolina. Può essere prodotto esclusivamente nel territorio del Comune di Gattinara. Per il Ghemme D.O.C.G., il disciplinare ammette, oltre alla vinificazione in purezza, un massimo di eventuale aggiunta del 25% di Uva rara e/o Vespolina. Può essere prodotto solo nei comuni di Ghemme e Romagnano Sesia. Per entrambi è previsto un lungo affinamento, prima della commercializzazione: • il Ghemme minimo due anni in legno, più minimo 9 mesi in bottiglia; • il Gattinara un minimo di tre anni, di cui almeno due anni in legno, poi a discrezione del produttore in legno, bottiglia o acciaio. I comuni di Gattinara e Ghemme distano tra loro di appena 3 km, in linea d’aria. Il clima, che gode della vicinanza del Monte Bianco, con buona escursione termica e ottima ventilazione, è molto

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simile. È diverso invece il terreno, seppure sempre di origine morenica. A Ghemme troviamo dell’argilla e sabbia sopra della ghiaia di piccole dimensioni, con scisti varie e centinaia di diversi tipi di minerali, fattori che esaltano l’eleganza nei profumi del vino. Il terreno di Gattinara invece è di origine vulcanica con 50-60 cm di terra sopra la roccia porfirica ben drenante, che conferisce al vino delle note più austere e profonde ma anche più nobili. In vigna e in cantina In tutto il territorio si tende ad ottenere il massimo della qualità, penalizzando in questo modo la quantità. La produzione, secondo le annate, oscilla per il Gattinara tra meno di 400.000 a 500.000 bottiglie, per il Ghemme tra 150.000 e 200.000 bottiglie all’anno. La totalità dei vigneti e delle cantine sono a gestione familiare (anche se tra queste aziende contiamo la ditta Travaglini, che vanta già dimensioni notevoli). La produzione è quindi rimasta molto “tradizionale”, seppure con notevoli impegni verso la ricerca, come per esempio la collaborazione con l’Università di Milano. I vigneti sono spesso in “età matura”, tra i 15 e i 60 anni. La resa per ettaro non supera i 45 quintali. In vigna si dedica un impegno notevole per vendemmiare l’uva in perfette condizioni, tutta matura al punto giusto e pronta per essere vinificata. Così, tra l’altro, un paio di settimane prima della vendemmia si ripassano tutti i filari per togliere dai grappoli le punte, solitamente meno mature, e si eliminano anche le “spalle” per far arrivare in modo uniforme tutto il sole. In generale, si predilige una produzione di qualità, con tralci corti e pochi grappoli, su viti piantate quindi a distanza abbastanza ravvicinata. Nelle cantine della zona di Ghemme e Gattinara, si rinuncia alla pastorizzazione e si fa una filtrazione non stretta, secondo la tradizione locale, arrivando così ad un vino di grande spessore e carattere, ben diversi dai vini destinati alla grande distribuzione. Sarà la fermentazione guidata, lunga circa 15-18 giorni (con rimontaggi soffici e post-macerazione) a stabilizzare la condizione microbica e tartarica; il freddo e la microossigenazione nel legno (botti grandi di rovere francese e di Slavonia) farà il resto e conferirà al vino quei gusti unici, inconfondibili, molto persistenti.

L'enologo Marco Arlunno

Girando nel territorio Una caratteristica di questa zona: viaggiando per le strade statali e provinciali non si riescono a scorgere i vigneti! Essi infatti sono nascosti alla vista, in collina. Bisogna salire, attraversando dapprima dei boschi misti molto affascinanti, per arrivare poi ad una quota tra 400 e 600 metri e trovarsi circondati da vigneti a perdita d’occhio, tutti molto ben tenuti. La vista è affascinante: dolci colline ovunque, con cascinali e antichi depositi, e dalla cima una vista mozzafiato a 360°: il Monte Bianco, il Monviso, le alpi marittime che vanno verso la Liguria, e la Valpadana, nelle giornate più limpide fino a Milano. La mano d’opera è in gran parte straniera, anche se ormai residente sul posto da molti anni.

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Il vino con la musica è più buono

di Meritxell Falgueras Febrer

Dioniso, il dio greco del vino, era anche il dio della musica, della tragedia e della notte.

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a denominazione d’origine Somontano, con i suoi concerti estivi, il Vi Jazz nel Penedès sono alcuni degli eventi che uniscono il ritmo con i buoni calici. Josep Roca è stato il primo ad emozionare il pubblico del festival Cap Roig con i suoi “Siete Vinos sentidos”. Ascoltiamo queste combinazioni: Blanc de Blancs 1999 Delamotte con il Divertimento nº 1 in Re maggiore di Mozart per spiegare l’eleganza dello champagne. Il Borgogna, Chambolle Musigny 1er Cru 2007, respirando saggezza insieme al mistero di Méditation de Thaïs di Jules Massenet. Questo cd di emozioni e note musicali non ha fine, perché queste potrebbero essere ogni volta diverse, come le differenti versioni delle canzoni, come l’unicità di ogni bottiglia. Mi berrei i Beatles con un Riesling. Questo gruppo dal look naïf è proprio come questo tipo di vini: deliziosi sia per quelli che muovono i primi passi nel mondo del vino, sia per quanti hanno già provato tutto.

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Proprio come la musica del quartetto di Liverpool, piacevole in qualsiasi situazione e momento della giornata. Immaginazione, trasparenza: brillano! Here comes the sun. E adesso divento rockettara. Con il Whole Lotta Love dei Led Zeppelin bevo la parte selvaggia, l’irrazionalità più animalesca, la rivoluzione e la resistenza. Affrontare la vita come fa la viticoltura eroica del Priorato. Voglio degustare questa canzone con un vino di garnacha e cariñena, potente, tannico, alcolico. Per Bon Jovi chiederei un Montsant, perché è un rock più moderno, energetico e sexy. La Licorella abbraccia la Serralada del Montsant e abbiamo vini maturi in mano a giovani enologi internazionali. Con The Boss è chiaro che prenderei un vino leader, che entrasse in contatto con la gente. Bruce Springsteen significa dedizione, passione nel palco, come il Pur Sang di Didier Dagueneau. Massima onestà e dare il massimo nel concerto, come nella vigna, per poi vendemmiarlo tra gli

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applausi. Il jazz ti solletica i neuroni, per cui ab-

avvolgente. ColdPlay, un vino semplice ma viva-

biamo bisogno di un vino classico per Wynton

ce, facile da bere, come le loro melodie che, sen-

Marsalis, musicista con radici, che rifugge

za alcuna pretesa tecnica, riescono a brindare

dall’istrionismo in cerca di equilibrio e analisi di se

con i loro degustatori.

stesso. Il soul accarezza la pelle, per cui abbiamo

Adesso tocca a voi mettere musica ai vostri vini

bisogno di un vino vellutato. Con gli U2 prenderei

DOC: si tratta solo di cercare la ripercussione del

un vino con buona aciditĂ , come la voce di Bono,

nostro palato e che i sensi applaudano.

...alcune delle nostre produzioni per il mondo del vino. Idee ed oggetti per comunicare

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di Marco Ferrari

Il Cile: il viaggio tra l’eccellenze

Il Cile è un paese che si sviluppa in lunghezza, con diverse valli ad aprirsi tra le Ande e la Cordigliera della Costa, molto più bassa.

I

l miglior modo per scoprire ogni terroir è partire in macchina da Santiago, approfittando della qualità delle strade cilene e percorrere le valli una per una ed è proprio ciò che faremo, a cominciare dal Nord.

COPIAPÒ Sulle carte geografiche che fanno riferimento ai vigneti cileni, fino a pochi anni fa, la zona più settentrionale era la Valle di Elqui, la cui principale città, Coquimbo, dista poco più di 450 Km. dalla capitale Santiago; ora per arrivare all’estremo Nord del Cile vitivinicolo, dobbiamo rassegnarci a guidare per altri 350 Km. fino ad arrivare a Copiapò, in pieno deserto di Atacama, dove alcuni enologi hanno individuato in queste latitudini dal clima desertico sui suoli a bassa fertilità dei versanti andini, terroir propizi a Sauvignon Blanc e Pinot Noir, in realtà si tratta di un ritorno alle origini del vino cileno, tanto che nel lontano 1551, questa zona fu la prima del Cile a conoscere una vendemmia, allora dell’uva Pais, una varietà americana ancor oggi usata nella produzione dei distillati.

16

HUASCO Scendendo di latitudine, 160 km prima di arrivare alla città di Elqui, si apre la Valle di Huasco; nonostante il clima arido e molto soleggiato, questa valle è conosciuta come il “giardino dell’Atacama”, le brezze rinfrescanti che soffiano dall’Oceano, contribuiscono a rendere più amene le condizioni ostili in cui deve svilupparsi la vite. Stiamo comunque facendo riferimento a situazioni che si presentano come vere e proprie sfide, dove l’enologo deve combattere contro l’alta salinità, l’enorme quantità di roccia bianca, di origine alluvionale con elevata percentuale di carbonato di calcio. Nonostante si tratti più che altro di esperimenti, alcune importanti aziende cilene, come la Vina Ventisquero e la Ramirana, sottolineano le qualità del Sauvignon Blanc di Huasco, la struttura e la sapidità interessanti del Syrah oltre a classificare come molto promettente il Pinot Noir. COQUIMBO La D.O. (Denominazione di Origine) Coquimbo è composta dalle valli di Elqui, Limari e Choapa.

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La prima che incontriamo nel nostro viaggio verso

ACONCÁGUA

Sud, è Elqui, dove esiste una grande produzione

Scendiamo verso Sud di altri 200 Km. e ci trovia-

di frutta; oltre alle varietà vinifere, troviamo infatti

mo nella città di Panquehue, dove ha sede una

uva da tavola, papaia e uve di varietà americane

delle più antiche aziende cilene, la Vina Errazuriz,

per la produzione del Pisco.

fondata nel 1870 da Don Maximiano Errazuriz

Qui la vite vinifera è coltivata in altitudine, fino

Valdivieso, si tratta di un’azienda di importanza

quasi 2.000 metri, su vigneti ad ampia escursio-

internazionale, che interpreta con attenzione la

ne termica tra il giorno e la notte; riscontriamo

tipicità dei sui vini.

eccellenti risultati dal vitigno Syrah, oltre che cer-

La Valle dell’Aconcagua ha come sua caratteri-

ta produzione di Cabernet Sauvignon, Carme-

stica particolare la presenza di molti rilievi, colline

nere, Sauvignon Blanc, Merlot e Chardonnay.

che creano microclimi interessanti e permettono

Limari è la più nota tra le tre valli, calda e

di esprimere una tipicità non comune nei vini ci-

secca, la vite qui necessita di irrigazione.

leni; a patto di saper vinificare con la necessaria

A Limari la Cordigliera della Costa è particolar-

attenzione, è possibile ottenere vini freschi, mi-

mente bassa, permette così il libero passaggio

nerali, con un interessante accento francese, più

dei venti del Pacifico che influiscono positiva-

eleganti dei “muscolosi” rossi a cui il Cile ci ha

mente sui vini, particolarmente freschi e sapidi;

abituati.

eccellenti Cabernet Sauvignon, Merlot e Char-

Molto interessanti i terroir della parte alta della

donnay.

valle, che salgono gradatamente verso la Cordi-

Prima di uscire da Coquimbo passiamo per Cho-

gliera; principali uve sono il Cabernet Sauvignon

apa, situata nel punto più stretto del Cile, dove

ed il Syrah, anche se, nelle ultime annate, alcuni

non è quasi possibile distinguere tra le Ande e

Carmenere dell’Aconcagua hanno tenuto testa a

la Cordigliera della Costa, la produzione è di alta

consacrati esemplari di questo vitigno provenien-

qualità ma molto piccola, incontriamo solo Ca-

ti della più tradizionale valle di Cachapoal.

bernet Sauvignon e Syrah. Aconcágua Valley

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Valle del Elqui

CASABLANCA Questa è la terra dei grandi bianchi cileni, il clima della valle di Casablanca, una valle aperta ad appena 30 km. dal litorale, è estremamente propizio alla maturazione lenta che si addice ai vitigni a bacca Bianca. In questa valle è possibile osservare, durante l’estate, l’influenza cruciale della corrente di Humboldt sul clima dei vigneti cileni. Il sole sorge tra le camanchacas, le nuvole soffici e candide come cotone che sorgono alimentate dall’umidita dell’oceano e si adagiano sopra i vigneti prossimi alla costa; queste nuvole sono fresche e umide, ma totalmente prive di pioggia; con il passare delle ore il for-

18

te calore del sole a poco a poco le scioglie e comincia cosi una lunga e calda giornata. Nel pomeriggio, con il sole in fase discendente, la brezza oceanica prende a soffiare e a rinfrescare la valle ma, a mano a mano che ci si avvicina al tramonto, ecco che questo stesso vento trasforma il lento imbrunire estivo in una fredda notte invernale che, alle prime ore della mattina, può portare a gelate pericolose per l’uva quasi matura. Questa è la sequenza di una giornata di inizio autunno nella valle di Casablanca, dove le uve a bacca bianca ed il Pinot Noir traggono grande beneficio dall’escursione termica giornaliera;

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il freddo notturno rallenta la maturazione, portando alla concentrazione degli aromi, mentre il pomeriggio soleggiato arricchisce di zuccheri le uve che, soprattutto nel caso di Chardonnay e Sauvignon Blanc, raggiungeranno un elevato potenziale di qualità. In Casablanca le precipitazioni sono basse, quasi insufficienti, rendendo necessaria l’irrigazione per gocciolamento; nel Cile vinicolo, in generale, piove poco tra primavera, estate ed autunno, le precipitazioni accadono durante l’inverno. Nonostante siano aride, grazie alle camanchacas le zone esposte all’influenza oceanica sono più fresche e umide, cosi, in tutta la costa cilena non ci sono vigneti esposti direttamente all’influenza oceanica, i più vicini stanno

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ad una trentina di chilometri di distanza; nessuno cerca un contatto diretto tra la fredda umidità del Pacifico Sud e la vite. SAN ANTONIO E LEYDA Come la vitivinicultura nel mondo vive di sfide e di superazione, in Cile non può essere diverso, così, sulla scia del successo dei vini di Casablanca, gli enologi cileni sono andati oltre, arrivando a vinificare a meno di 10 Km. dall’Oceano; le vicine valli di San Antonio e Leyda, hanno attirato l’attenzione di vari addetti ai lavori impegnati nella ricerca di terroir con un’identità propria. Importanti produttori si sono istallati in questa regione ed hanno iniziato a vinificare con eccellenti

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DENOMINAZIONI DI ORIGINE e ZONAZIONE VITICOLA

I

l decreto presidenziale n.

legno, non specificando però la

464 del 26/05/95 stabilisce

durata dello stesso. Guardando

le zona viticole cilene e fis-

più specificamente alle regioni

sa le norme per l’etichettatura

catalogate, la legislazione cilena

del vino.

divide in gruppi decrescenti, le

I vitigni ammessi sono quelli in-

regioni a D.O., grandi aree che

D.O. REGIONE SUD Sotto-regione VALLE DI ITATA (10.504) VALLE DI BIO BIO (3.524) VALLE DI MALLECO (17)

ternazionali di origine francese

si dividono in sotto-regioni, che

Va detto che la legislazione cile-

più qualche concessione a Spa-

a sua volta si dividono in Zone

na non regola la produzione mi-

gna (Tempranillo e Pedro Jime-

e Sotto-Zone, in una lodevole

nima per ettaro, la resa dell’uva

nez), Italia (Sangiovese e Neb-

iniziativa di stabilire terroir ben

in vino, né il tipo di allevamento

biolo) e California (Zinfandel,

definiti; di seguito le regioni e la

della vite, restando questi im-

vitigno di paternità contesa tra

loro estensione in ettari:

portanti parametri a criterio di

americani e pugliesi per la gran-

D.O. ATACAMA Sotto-regione VALLE DI COPIAPÒ VALLE DI HUASCO

de somiglianza con il Primitivo). Secondo il decreto un vino può essere considerato varietale quando almeno 75% delle uve sono del vitigno dichiarato in etichetta, anche se esiste oggiAggiungi un appuntamento per oggi un consenso tra i produttori che alza la soglia minima fino all’85%. Allo stesso modo un vino per dichiarare la Denominazione di Origine D.O., deve essere prodotto con uve della regione menzionata per un minimo di 75%. Il decreto regola anche l’uso delle diciture Riserva e Gran Riserva, per i vini i quali devono possedere un tenore alcolico 0,5% o 1% rispettivamente, al di sopra del minimo

VALLE DI MAULE (31.843)

chi fa il vino. È doveroso menzionare che la legislazione di cui sopra, a detta dei principali produttori, già è considerata da

D.O. COQUIMBO Sotto-regione VALLE DI ELQUI (508) VALLE DI LIMARI (1.667) VALLE DI CHOAPA (136)

rivedere, soprattutto per quel

D.O. ACONCÁGUA Sotto-regione VALLE DI ACONCÁGUA (1.098) VALLE DI CASABLANCA (4.142) VALLE DI SAN ANTONIO (327)

l’influenza dei venti e delle al-

Zona VALLE DI LEYDA

Sud, portando alla necessità

D.O. VALLE CENTRALE Sotto-regione VALLE DI MAIPO (10.800) VALLE DI RAPEL

cia l’attuale mappa delle D.O.

Zona CACHAPOAL (10.889) COLCHAGUA (22.368)

Revista Adega Vina Errazuriz Vina Ventisquero Bodegas e Vina O. Fournier www.winesofchile.org www.vinosdechile.cl

legale e che siano stati sotto-

Sotto-regione VALLE DI CURICÒ (19.091)

posti ad un invecchiamento in

Sotto-regione

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che concerne l’aspetto climatico, visto che come abbiamo sottolineato in precedenza, la variazione delle temperatura e titudini sulla maturazione della vite incide molto di più tra Est ed Ovest che non tra Nord e di ridisegnare con più effica-

Si ringraziano per la consulenza e le fotografie:

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risultati vini simili a quelli di Casablanca, ma con un accento più gastronomico ed esclusivo, trattandosi di una regione più piccola. Ormai siamo quasi di ritorno a Santiago, mancano meno di 100 Km. in direzione Est, lasceremo per le prossime edizioni della rivista la continuazione di questo viaggio, che ci porterà attraverso la Valle Centrale, con i suoi grandi rossi, i Cabernet Sauvignon, i Merlot e, soprattutto il vitigno quasi esclusivo del Cile, il Carmenere che impareremo a conoscere ed apprezzare.

Uva Pais

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diVinando inando diV 2012

2009: Delegazione di Messina

2008: Delegazione di Treviso

2010: Delegazione di Treviso

FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER

2011: Delegazione Valdichiana

ALBERGATORI RISTORATORI

Eliminatorie

16 settembre 2012 Finali

Venezia, 13 ottobre 2012


di Enza Bettelli

A San Gallo, dove è nata la birra al luppolo

In questo cantone della Svizzera nord orientale si festeggiano nel 2012 i 1400 anni della sua fondazione. Un’occasione per visitare i siti Unesco e per gustare le specialità della regione. Come la birra che proprio qui ha visto nascere il felice connubio con il luppolo.

G

rande festa nel cantone di San Gallo per i 1400 anni dall’arrivo del monaco irlandese Gallus nella vallate dello Steinach e quindi della successiva fondazione del primo nucleo dell’abbazia benedettina intorno al 719. L’abbazia, divenuta con il tempo uno splendido complesso architettonico da 30 anni patrimonio Unesco, ospita un magnifica biblioteca rococò che custodisce circa 180 mila tra libri e manoscritti anche antichissimi. Ai monaci dell’abbazia va però il merito di un altro primato, ugualmente storico, perché tra l’VIII e il IX secolo per la prima volta introdussero il luppolo nella produzione della birra, dandole così la sua tipica aromatizzazione. Ma questa variante nella produzione è stata fondamentale anche per allargare gli orizzonti di questa apprezzata bevanda che, da prodotto forzatamente locale per la sua deperibilità, può da allora essere conservata a lungo e quindi tra-

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sportata senza che si deteriori. Il birrificio più antico della Svizzera è lo Schützengarten di San Gallo, fondato nel 1779, che all’interno custodisce un imponente museo di bottiglie e boccali di birra, con un’esposizione strutturata in modo da rappresentare a grandi linee la storia della birra in Svizzera. Le bottiglie provengono da 260 birrifici da tutta la Svizzera e le più antiche sono di terracotta e risalgono a circa 140 anni fa. La St. Galler Klosterbräu, l’antica birra dell’abbazia, è ancora oggi prodotta secondo la ricetta originale. È una lager con tenore alcolico del 5,2% con corpo leggero, colore paglierino intenso e opalescente, gradevole gusto amaricante e persistente, spuma fine e compatta ed effervescenza fine e persistente. Il profumo, equilibrato con note di spezie ed erbe, prepara al gusto maltato che ha nel luppolo un piacevole contrasto.

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Altri tradizionali tipi di birra prodotti nel cantone e nel birrificio Schützengarten sono la scura Dunkel Schwarzer Bär e quella di frumento Weisser Engel. Ma San Gallo non è solo birra. Qui i pizzi fanno parte della storia con un’industria tessile che risale al XV secolo e sono ben rappresentati nel museo che raccoglie un grande numero di stupefacenti abiti e manufatti. L’Università è conosciuta nel mondo ma San Gallo e la sua cultura erano già ben note da circa un migliaio di anni prima della sua fondazione grazie proprio alla presenza della biblioteca nell’Abbazia. I festeggiamenti per i 1400 anni di San Gallo, iniziati in aprile, raggiungeranno il clou con OMA, la famosissima fiera svizzera di agricoltura e industria casearia che quest’anno avrà luogo dall’11 al 21 ottobre. Mentre la tradizionale giornata gastronomica (quest’anno il 15 settembre) è un’altra occasione

speciale per gustare le specialità di San Gallo e degli altri cantoni e godere delle bellezze storiche e culturali della regione. Una gastronomia raffinata La capitale del cantone è molto ospitale. I locali sono davvero innumerevoli e vi si può gustare la cucina di tutta la Svizzera oltre a quella internazionale. I più tipici sono però gli antichi Eststockbeizen, situati al primo piano delle case storiche della città vecchia nei quali si possono ancora gustare i piatti più tradizionali. E parlando di tradizione, non si può non assaggiare il St. Galler Bratwurst, una salsiccia davvero particolare che è onnipresente nei ristoranti come nei chioschi che hanno la griglia sempre calda per arrostirla assieme alle altre salsicce regionali. La sua ricetta risale al 1438, messa a punto dalla Corporazione dei Macellai. È bianca, a base di

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morbida carne di vitello chiusa da una pellicina

ottenuta premendo l’impasto con un apposito

piacevolmente consistente e insaporita da una

stampo, era una volta lo stemma delle famiglie o

profumata miscela di spezie. Compagna idea-

si ricollegava a un evento speciale mentre oggi è

le della St. Galler Bratwurst è ovviamente la St.

anche puramente di fantasia. Con il Biber si beve

Galler Klosterbräu. L’altra famosissima specialità del cantone è un dolce, il Biber. Anch’esso molto antico, è costituito da un impasto tipo panpepato che racchiu-

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spesso un distillato, ovviamente di birra. E naturalmente, non manca il cioccolato. D’altra parte siamo in Svizzera e nelle pasticcerie si pos-

de all’interno uno strato di morbido marzapane.

sono acquistare tavolette e altri prodotti di cioc-

Questo dolce ha forma rettangolare e può avere

colato da portare a casa come souvenir o gusta-

dimensioni diverse, ma tutti hanno in comune

re una deliziosa cioccolata calda (Priestertrunk

la figura in rilievo che li distingue. Questa figura,

ovvero bevuta del prete).

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Il Giappone del Whisky a cura di Daniele Fogliazza

Quando si pensa alla Cultura alimentare del Giappone il rimando più immediato è alle icone per antonomasia Sushi e Sashimi. Ma il Giappone culinario non è solo il “pesce crudo”, è anche tantissimo altro, una cucina fatta di ingredienti semplici ma al contempo molto ricca.

T

ra gli appassionati gourmand ad esempio recentemente si sta diffondendo, quasi in forma mitologica, il culto del Manzo di Kobe, una carne tenerissima caratterizzata da una marezzattura molto fine e diffusa. Il Giappone eccelle anche nella produzione delle bevande alcoliche e per chi decidesse di visitare il Paese con un atteggiamento meno turistico e più curioso diversi prodotti possono rappresentare una interessante novità per il nostro palato. Il sakè, nelle sue innumerevoli tipologie, anche quello non raffinato torbido e dolce dal colore del latte, sarà sicuramente una scoperta molto piacevole; in generale è meglio degustarlo freddo, in particolare se di buona qualità, per apprezzarne meglio sapori e profumi. Lo Shōchū, un distillato molto diffuso, ottenuto da riso, segale, patate, ecc., che ricorda molto la vodka. Oppure la ottima birra, con vari brand, ormai inter-

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nazionali, come Asahi, Sapporo, Kirin, Suntory. Seppure tutte queste bevande siano diffuse ovunque le zone di origine sono ben definite tanto che possiamo indicare il Giappone Centrale come la patria del Sakè, il Giappone Meridionale come il luogo d’origine del Shōchū, e il cuore di Hokkaido come regno della birra (la birreria di

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Annate a confronto

Sapporo, fondata nel 1876 è la più vecchia del Giappone). Da ricordare che in Giappone vi è anche produzione vitivinicola (vitigni internazionali come ad es. chardonnay e merlot) nella valle di Nagano, a Yamanashi (nota per i bianchi) e poi a Tōhocku e Hokkaidō. Fra gli intenditori ed appassionati però il Giappone è famoso anche per un’altra produzione di elevata qualità e nella quale sicuramente eccelle, quella del Whisky. La storia di questa bevanda è relativamente recente con poco meno di un secolo di attività. Tra le distillerie più antiche e famose sicuramente c’è la Suntory (la pronuncia corretta è “Santory”), uno dei colossi giapponesi dell’agroalimentare molto famoso in patria anche per la ottima birra. La prima distilleria costruita, considerata il luogo di nascita del whisky giapponese, è stata la Yamazaki nei pressi di Kyoto. La sua fon-

dazione risale al 1923 ed è situata ai piedi del monte Tennozan, zona di confluenza dei tre fiumi Katsura, Kizu ed Uji. Per il particolare microclima, è una zona con densa crescita di bambù, viene a trovarsi in un’area particolarmente vocata e ricca di un’acqua molto indicata per la produzione del whisky. La storia di Suntory parte da lontano dagli inizi del primo decennio del secolo scorso quando il fondatore Shinjiro Tori decise di iniziare a produrre whisky in Giappone avvalendosi della collaborazione di un altro pioniere, Masataka Taketsuru, il quale aveva appreso l’arte della produzione dopo un’esperienza in Scozia. Il whisky non poteva che essere quindi di “stile” scozzese. Nel 1973 è seguita la costruzione di quella di Hakushu (a Nord di Tokyo) anche qui ai piedi di un altro monte, il Kai Komagatake. Suntory, di fatto un sinonimo di whisky, è un nome molto radicato nella società Giapponese

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ed è entrato a farne parte della Cultura tanto che anche uno dei più famosi scrittori, Yukio Mishima, nel suo noto romanzo Il Padiglione D’Oro, ambientato durante l’occupazione americana del Giappone, scriveva così: “dal pacco vennero fuori, infatti, sandwich per quattro, biscotti d’importazione, a quel tempo piuttosto rari, e infine una bottiglia di whisky Suntory, che era possibile procurarsi solo al mercato nero perché le scorte erano state riservate alle truppe d’occupazione”. Ferguson, nel resoconto del suo viaggio in autostop attraverso il Giappone (Autostop con Buddah, Feltrinelli), non può non farne menzione, ed in modo molto simpatico ricorda che “...ades-

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so stavano ordinando gin giapponese, sakè di Akita, birra di Hokkaido e whisky Suntory liscio, mischiandoli nel mio stomaco come taoisti dediti all’alchimia in cerca dell’elisir della vita e probabilmente – quasi sicuramente – della morte”. La Yamazaky Distillery è aperta al pubblico per visite guidate. Il percorso del tour, che dura circa 60 minuti, prevede la visita in sequenza di tutte le fasi produttive, per poi passare attraverso al deposito del prodotto in affinamento nelle botti, quindi terminare con la degustazione. In degustazione assaggerete in sequenza due tipologie lo Yamazaky Single Malt 12 Year (700ml, 43% alc.vol.) e Hakushu Single Malt 12 Year

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(700ml, 43% alc.vol.) quest’ultimo caratterizzato da un leggero sentore di torba; in realtà gli assaggi sono due ovvero i due whisky degustati prima molto diluiti con acqua (tipico modo di berlo dei giapponesi) e poi in purezza. Con molta poesia Suntory sottolinea l’unicità dell’acqua usata per i propri whiskies (che fra l’altro è quella servita in accompagnamento alla degustazione e che viene

Prime Produzioni

anche imbottigliata) che è la stessa usata fin dal XVI secolo da un famoso maestro di Cerimonia del Tè, Sen no Rikyu, e presa poco distante da ove ora sorge la Yamazaky.

è anche la Library una straordinaria biblioteca in cui non vengono conservati libri bensì bottiglie di whisky di differenti annate (circa 7000) anche di

Le botti utilizzate per l’affinamento sono di quercia

altri produttori (Scozzesi, Irlandesi soprattutto)

ma di diversa tipologia e provenienza. Si usano

con i quali la Suntory confronta la propria qualità.

infatti legni di quercia Giapponese, bianca Nord

Allo spaccio della Yamazaky è possibile acqui-

Americana e Europea, in funzione del prodotto

stare le varie tipologie di prodotti oltre che tutta

da ottenere vengono utilizzate botti nuove oppu-

una serie di gadget tra i quali i chop-stick (le fa-

re altre nelle quali prima è maturato il bourbon o

mose bacchette) fatte con lo stesso legno utiliz-

lo sherry.

zato per le botti.

Per i Single Malt, alla Yamazaky vengono prodotti

Per chi si recasse in Giappone e volesse visitare

gli Yamazaki 10 anni, 12 anni (vincitore della Gold

la Yamazaky Distillery è possibile farlo tutti i giorni

Medal al ISC 2003), 18 anni (pure vincitore di nu-

(anche di Domenica) con apertura dalle 10 alle

merosi premi internazionali ISC, IWSC e SWSC)

15. È possibile raggiungerla anche con il treno

e il 25 anni; stesse tipologie di invecchiamento

con la famosa linea JR, partendo da Kyoto e con

sono prodotte alla Hakushu i Single con il 12 anni

fermata alla Yamazaki Station; da qui poi in poco

vincitore della Silver Medal al ISC 2003, ed il 18

più di 10 minuti a piedi si arriva alla distilleria.

anni vincitore delle medaglie d’oro ISC 2006 e

Tra gli altri produttori di whisky da ricordare Nikka

IWSC 2007. Per i blend il top è la linea Hibiki con

(ora del gruppo Asahi; la distilleria di Yoichi risale

le tipologie 17 anni, 21 anni e 30 anni Interessante

al 1934) e Kirin.

a cura della redazione di Quality ADV

Bricco del Falco - Monferrato D.O.C. Rosso da uve Pinot Nero Loazzolo si pone per le sue condizione pedoclimatiche come un territorio particolarmente favorevole alla coltivazione del Pinot nero. L’altitudine, l’esposizione, l’escursione termica, i terreni magri e calcarei fanno sì che si possano esaltare appieno le caratteristiche di questo vitigno, ricercan-

done il giusto equilibrio tannico e acido e magnificandone gli aromi. Di colore rosso rubino con riflessi granata, al naso troviamo note fruttate di ciliegia, mora, fragola accompagnate da note floreali di rosa e viola e da quelle speziate di pepe bianco, chiodi di garofano e cannella. In bocca si apre con delicatezza ed eleganza gustativa, ben bilanciato tra la vivacità del tannino e l’acidità compensate dalla nota calda dell’alcool e dal finale am-

mandorlato. Versatile nell’abbinamento, è adatto sia a carni bianche, come pollo alla cacciatora, che a carni rosse, come bistecche di vitello o il capretto. Si serve a 16° - 18° C. BORGO ISOLABELLA S.S. regione Caffi, 3 - 14051 LOAZZOLO (AT) Tel. +39.0144.87166 - fax +39.0144.857303 www.isolabelladellacroce.it info@isolabelladellacroce.it


Si apre il sipario sul Salone del Gusto e Terra Madre 2012

a cura di Gladys Torres Urday – Fonte Slow Food

La manifestazione è organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino, in collaborazione con Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

«C

on il Salone del Gusto e Terra Madre Torino guarda al mondo, offrendo un punto di vista internazionale che ci permette di affrontare l’attuale crisi con una consapevolezza diversa». Questo il messaggio lanciato da Carlo Petrini alla presentazione del Salone del Gusto e Terra Madre, che quest’anno per la prima volta saranno una cosa sola: un unico grande evento, completamente aperto al pubblico, che si svolgerà dal 25 al 29

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ottobre 2012 a Torino (Lingotto Fiere e Oval). La manifestazione è organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino, in collaborazione con Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali «Questa crisi ci offre la possibilità di interpretare positivamente la riduzione dei consumi, grazie all’opportunità di riqualificare le nostre scelte in ambito alimentare, prediligendo l’economia di prossimità. Parlando di qualità, non ci si deve solo focalizzare sugli aspetti organolettici ma sottolineare elementi di responsabilità sociale, sviluppo sostenibile e rispetto dell’ambiente. Da questa situazione non usciremo sconfitti solo ridefinendo i criteri di sviluppo: non possiamo pensare di adottare come rimedio ciò che ha causato questa crisi. Siamo tutti chiamati a fare i conti con il governo del limite, ce lo impone madre natura, e proprio per questo dobbiamo puntare sull’educazione alimentare e l’orientamento verso consumi consapevoli» ha concluso Petrini. Cibi che cambiano il mondo: questo il tema che sintetizza l’evento: «Le storie di chef, artigiani e comunità del cibo di 150 Paesi testimoniano come si possa rivoluzionare il paradigma che regola questo mondo in crisi a partire dal cibo, dimostrando che possiamo fare qualcosa di

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buono per la nostra salute, l’ambiente e il sistema produttivo senza rinunciare al piacere del cibo e alla convivialità» ha introdotto Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia. «Come immagine di questa edizione abbiamo scelto un alimento simbolo del cambiamento: la mela di Newton. Per noi è anche un invito a usare la testa nelle nostre scelte alimentari. Qualche numero del prossimo Salone? Allestiremo oltre 70 000 mq nei padiglioni di Lingotto Fiere e Oval, in quella che diventa così la più grande manifestazione della regione. Ospiteremo circa 1000 espositori da più di 100 Paesi, organizzando 44 conferenze, 170 tra Teatri del Gusto, Laboratori e Appuntamenti a tavola, a cui si aggiungono le iniziative educative e di aggregazione». «Mangiare e bere bene sono da sempre l’obiettivo fondamentale dell’uomo, mentre solo recentemente Slow Food ha contribuito a diffondere la consapevolezza del diritto universale al cibo. Carlo Petrini è per me un filosofo: ha inventato un

pensiero che ha ispirato un salto di qualità nella percezione del cibo per milioni di persone», ha detto Piero Fassino, sindaco della Città di Torino. «L’evento ha contribuito a ridefinire l’identità di Torino, che nel corso degli anni è diventata una città plurale, cosmopolita e ricca di cultura. Per dare continuità a questo cambiamento, la città si sente quindi impegnata a sostenere sempre di più il Salone del Gusto e Terra Madre».


«Il cibo rappresenta tante cose: prima di tutto è vita, dobbiamo ricordarcelo. Ci sono ancora tante, troppe persone che muoiono di fame. E oggi, con la crisi economica che stiamo vivendo, sono in troppi a usufruire delle mense popolari. Il cibo è anche prevenzione, e l’educazione al cibo è molto importante anche per chi gestisce la sanità. Mangiare bene significa anche prevenire molte malattie. Il Piemonte è una regione ricca di storia, soprattutto dal punto di vista enogastronomico. Infine, il cibo è una parte fondamentale della nostra economia: nella nostra regione abbiamo grandi potenzialità, soprattutto puntando sul prodotto di qualità. Questo permette anche di creare nuovi posti di lavoro. Spero che anche di questo si possa ragionare in occasione del Salone del Gusto e Terra Madre» ha sintetizzato Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte. A ottobre a Torino si parlerà di cambiamento, cibo e sviluppo sostenibile, temi al centro della Conferenza delle Nazioni Unite Rio +20, in programma a Rio de Janeiro dal 20 al 22 giugno, dove sarà presente una delegazione di Slow Food guidata da Carlo Petrini. C’è un filo rosso tra Rio e Torino, che lega questi momenti e unisce tutti gli attori che nel mondo difendono queste istanze. «Diversamente dal passato, oggi è il cibo che influenza fortemente il nostro clima. E questo a causa delle nostre abitudini, che esigono prodotti provenienti da altri continenti» ha spiegato Luca Mercalli, presidente della Società italiana di Meteorologia. «È ovvio che non possiamo andare avanti così, perché stiamo prendendo a credito le risorse del pianeta dalle generazioni future. Fondamentale quindi un drastico cambiamento: questo è ciò che propone Slow Food invitando ad adottare una dieta amica del clima». «Perché sostenere il Salone del Gusto in tutti questi anni? Soprattutto per l’evoluzione straordinaria che ha avuto la manifestazione grazie alla capacità di sognare di Carlo Petrini e di tutta la squadra» così Giuseppe Lavazza, vice presidente del gruppo

Carlo Petrini

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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5


e sponsor storico dell’evento, che accompagna Slow Food fin dalla prima edizione. Ma sono molte le realtà italiane che con la loro partecipazione sostengono attivamente questa idea del cibo come motore di cambiamento: oltre a Lavazza, Lurisia, Garofalo, Novamont, Intesa Sanpaolo sono sponsor ufficiali; Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e Associazione delle Fondazioni delle Casse di Risparmio Piemontesi sostengono Fondazione Terra Madre e Slow Food; con il contributo di Coldiretti. Sono molte le esperienze che propone il ricco programma del Salone del Gusto e Terra Madre 2012: un grande Mercato che si snoda tra Lingotto Fiere e l’adiacente Oval, creando una felice unione tra espositori, Presìdi Slow Food e

comunità del cibo; Laboratori del Gusto e Incontri con l’Autore per approfondire e assaggiare in compagnia di produttori, chef, vigneron, birrai ed esperti; Teatri del Gusto per osservare da vicino le mani dei cuochi all’opera nel creare i piatti simbolo dei loro ristoranti e coglierne i segreti; percorsi educativi per bambini e adulti; Conferenze per aprire il dibattito su come stili alimentari responsabili possano migliorare la nostra salute e quella del pianeta; un’Enoteca che valorizza territori di confine, aree montane, terroir estremi e vini che fermano l’avanzata del cemento; Appuntamenti a Tavola, per fare il giro del mondo restando in Piemonte. Il programma completo e tutte le informazioni utili sono disponibili su www.slowfood.it.

UNA PERSONALITÀ CHE TRASPARE IN OGNI OCCASIONE faravetrerie.it


Vini italiani e peruani s’incontrano nella città di Lima in Perù

di Roberto Rabachino

L’Università Nacional Agraria la Molina - Centro de Investigaciòn Vitivinicola in collaborazione con la FISAR ha realizzato il 19 e il 20 luglio un evento dal tema “Vini del vecchio e del nuovo mondo” Italia-Perù”.

L’

evento è stato fortemente voluto dal Dr. Juan Carlos Palma, Direttore del Centro d’Investigazione Vitivinicola U.N.A.L.M. – C.I.V.e a visto la partecipazione di autorità accademiche, giornalisti professionisti del settore enogastronomico peruviano, sommelier e produttori di Pisco (ndr: che è il famoso distillato originario del Perù) e di vino. Protagonista per la FISAR la giornalista e sommelier Gladys Torres Urday che è stata, oltre che la protagonista delle degustazioni, anche la trait d'union fra le due culture e l’organizzatrice.

Il Dr. Juan Carlos Palma con la giornalista Gladys Torres Urday

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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5


I vini che rappresentavano l’Italia sono stati scelti personalmente dalla sommelier ItaloPeruana e sono: il Gavi di Gavi 2011 Etichetta nera La Scolca, il Barolo 2007 dei Marchesi di Barolo, il Barbaresco Ovello 2007 Gigi Bianco, il Sgarzon Teroldego 2010 di Elizabetta Foradori, il Brunello di Montalcino 2007 Casato Prime Donne di Donatella Cinelli Colombini e l’Amarone della Valpolicella 2008 Massimago. Per il PerĂš sono stati presentati vini della Azienda Santiago Queirolo. Intipalka, che nell’idioma Inca significa “Valle del Soleâ€?, è proprio nella valle della cittĂ di Ica dove sono prodotti tutti i vini presentati. Questa zona situata ad una altitudine di 500 mt slm e distante solo 60 km dalla costa pacifica, gode della protezione pedoclimatica offerta dalla vicina Cordigliera delle Ande ed è una delle piĂš importante zone vitivinicole del PerĂš. I vini presentati, prodotti dall’azienda Santiago Queirolo (ndr. famiglia italiana originaria del-

la Liguria), sono stati: Intipalka Spumante Extra Brut, Intipalka Sauvignon Blanc, Intipalka Tannat, Intipalka Riserva Malbec/Merlot, Intipalka riserva Cabernet Sauvignon/Petit Verdot e il premiato Intipalka NO.1, una riserva prodotta con le uve della Valle de Ica con affinamento di 24 mesi in

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barrique di legno americano e francese vincitore della medaglia d’oro al Concorso Internazionale dei vino e degli spumante di Vinagora in Ungheria. La degustazione come abbiamo già detto ha avuto un enorme successo ed è stata ripresa da molti media peruani. La qualità dei vini presentati, poi, ha elevato una presentazione in un vero e proprio evento. “L’Università Nacional Agraria la Molina di Lima è molto felice di vedere realizzato questa importante degustazione didattica – dichiara Juan Carlos Palma. Onorati anche di avere al nostro fianco una riconosciuta associazione internazionale come la FISAR e aver avuto la possibilità di degustare alcuni tra i migliori vini prodotti in Italia. Questo è

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solo il primo di un percorso – conclude il Direttore del Centro d’Investigazione Vitivinicola – che vedrà nuovamente il vino protagonista”. “Mai mi sarei aspettata di degustare vini peruani di questa qualità – dichiara convinta Gladys Torres Urday. Eleganza, profumi intensi ed equilibrio sono state le sensazioni organolettiche che hanno affascinato il pubblico presente. Interessante è stato il constatare la preparazione tecnica dei sommelier e produttori presenti. Questa grande professionalità mi danno la certezza – conclude la giornalista/sommelier – che il cammino intrapreso dal comparto enologico peruano porterà a un prodotto qualitativamente pronto per concorrere con i vini d’eccellenza del continente sud americano e non solo”.

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a cura di L uca C anapicchi

www . mondocana . com


America’s Cup a Venezia con la FISAR Di Roberto Donadini

La manifestazione è anche l’occasione per intraprendere un gustoso viaggio nello straordinario patrimonio enogastronomico lagunare e veneto.

B

envenuti a Venezia città di tutti i veneti che con grande soddisfazione ha ospitato l’America’s Cup World Series. Un evento di straordinario fascino e spettacolarità che pone la città ai massimi livelli dello sport internazionale, un momento unico che ha portato i protagonisti del più antico trofeo al mondo nelle acque della laguna veneta. Nove giorni di grande spettacolo non solo sportivo in una cornice unica al mondo; questo è quello che ha offerto l’AC World Series di Venezia si sono visti i velocissimi catamarani

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AC45 affrontarsi su due campi di gara davvero a portata del pubblico. Undici team in gara, provenienti da nove Nazioni oltre che dall’Italia, da USA, Francia, Spagna, Svezia, Nuova Zelanda, Corea e Cina; composti dai migliori velocisti al mondo tra cui quelli di Luna Rossa, unica barca italiana in competizione, si sono scontrati in regata di flotta, in match race (duelli uno-contro-uno) e negli spettacolari Speed Trial (prove di velocità su basi di 500 mt) su due specchi d’acqua: in bacino San Marco, davanti

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Un grande mercato per scoprire vini artigianali e indipendenti Sabato 1 e domenica 2 dicembre 2012 apre a Piacenza il 2° Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti

U

n vignaiolo indipendente è un “artigiano del vino” che gestisce in prima persona tutta la filiera che porta il vino dal territorio al mercato. Lo sanno bene quei consumatori attenti – e sono sempre più numerosi in Italia - che con precise scelte di consumo portano sulle proprie tavole vini artigianali. L’occasione per incontrare i vini e i vignaioli indipendenti la offre la Fivi che sabato 1 e domenica 2 dicembre 2012 apre la seconda edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti negli spazi del quartiere fieristico di Piacenza. “Abbiamo notato – racconta Costantino Charrère, vignaiolo valdostano e presidente della Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti - che i consumatori attenti vogliono capire, sapere, approfondire, guardare in faccia i produttori, e se necessario sono disposti a spendere alcuni euro in più per acquistare una bottiglia di vino della quale riconoscono il valore culturale. È la testimonianza del fatto che il bicchiere di vino deve tornare ad essere un elemento della nostra catena alimentare, frutto del lavoro di vignaioli che gestiscono il territorio mantenendo vive le periferie agricole e alimentando un circolo virtuoso di posti di lavoro”. Eventi come questo sono una vera e propria rivoluzione culturale nel nostro Paese: la consapevolezza dei valori alimentari è sempre più forte ma spesso chi cerca i vini dei

Per informazioni sul programma e sulle modalità di accesso Tel. 342 1841065 info@mercatodeivini.it www.mercatodeivini.it

vignaioli ha difficoltà a reperirne i prodotti. Al Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti si possono degustare oltre 1.000 vini e portarli a casa acquistandoli direttamente dal produttore. Sono oltre 250 i vignaioli in arrivo da tutta Italia e dalle più interessanti regioni vitivinicole europee per far conoscere i propri vini, raccontare il territorio e consolidare la cultura del vino di qualità, del vino artigianale che affonda le proprie radici nelle tradizioni italiane ed europee. E se il vino dei vignaioli deve tornare ad essere compagno delle nostre tavole, anche gli alimenti devono essere artigianali. Al Mercato dei Vini un piccolo gruppo di “artigiani del cibo” accompagnano le degustazioni con i loro prodotti dal sapore autentico: formaggi, salumi, specialità da forno e dolcezze tradizionali da diverse regioni italiane. Per tutti gli appassionati, per gli amanti del vino, per chi si sta avvicinando ai vini artigianali, per chi si sta ponendo domande su cosa mangiamo e cosa beviamo questo è davvero un appuntamento da non perdere. Il Mercato dei Vini è aperto al pubblico sabato 1° dicembre dalle 13 alle 20 e domenica 2 dicembre dalle 10 alle 18, i calici da degustazione vengono forniti all’ingresso insieme al catalogo dell’evento.

Per maggiori info in merito a questa notizia potete contattare la segreteria organizzativa del Mercato dei Vini Referente stampa: Barbara Pulliero Tel. 348 2667381 • mercato@fivi.it

Per maggiori informazioni sulla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti www.fivi.it


a Palazzo Ducale, e in mare aperto, davanti ad un altro simbolo di Venezia, il Lido, l’isola dello sport e dei grandi spettacoli. Questo evento per Venezia non è stato solo il palcoscenico di un grande evento sportivo, ma anche il luogo dove

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rilanciare Venezia come città dello Yachting e soprattutto proporre e sottolineare l’esigenza di un nuovo rapporto con il mare e più in generale con l’ambiente naturale. Il tutto attraverso l’esaltante contrasto tra la tecnologia di imbarcazioni avveniristiche come gli AC45 impegnati nel Trofeo mito della vela, e un patrimonio ambientale e architettonico unico al mondo come quello di Venezia con la sua storia indissolubilmente legata al mare. Non solo vela. L’America’s Cup a Venezia è anche l’occasione per intraprendere un gustoso viaggio nello straordinario patrimonio enogastronomico lagunare e veneto. Ambasciatori sono lo Chef trevigiano Tino Vettorello della Tino Eventi che, al ristorante “l’Arsenale”, nella suggestiva Tesa 3 – San Cristoforo dell’Arsenale, location della Coppa America ha proposto il meglio della cucina lagunare e i Sommelier della Fisar delegazione di Treviso veri messaggeri dei grandi vini DOC e DOCG delle terre trevigiane e veneziane che sapientemente hanno saputo studiare al meglio i migliori abbinamenti con i piatti saggiamente preparati per l’occasione. L’evento ha riservato ai nostri qualificati Sommelier tre prestigiosi appuntamenti: la cerimonia inaugurale con duecento ospiti vip, la serata di degustazione con i “Serenissimi Vini” selezionati dall’Enoteca Regionale Veneta con sede presso la Scuola Enologica Cerletti di Conegliano Veneto (Treviso) e l’appuntamento più glamour dell’intera manifestazione l’esclusiva cena di galà ospitata nelle Tese 92 e 93 dell’Arsenale, cuore pulsante del village allestito per la Coppa America. Selezionatissimi e professionali sono stati gli oltre venti sommelier che hanno partecipato alla manifestazione più importante dell’anno sbarcata a Venezia e con grande stile ed eleganza hanno servito in modo impeccabile tutti gli ospiti ricevendo i complimenti dalle più alte autorità e da tutti i prestigiosi sponsor dell’intera organizzazione. Protagonisti i sommelier di Treviso: Ennio, Massimo, Sandra, Claudio, Mauro, Luigi, Walter, Mara, Luca, Monia, Teresa, Luciana, Sergio, Mara, Beatrice, William, Giuliano, Lucio, Annalisa e Davide. Impeccabile la loro prestazione e la grande classe nel servizio in un evento davvero unico vista l’eccezionalità di location e allestimento.

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5


Comuni Vesuviani

Le Due Valli AOSTA Potogruaro Savona ASTI

FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER

Vicenza MILANO BIELLA Cosenza MILANO DUOMO Valdelsa Treviso San Donà di Piave

®

ALBERGATORI RISTORATORI

ROMA

FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER

Venezia ALBERGATORI RISTORATORI

Viterbo

CAPRI L’AQUILA Castelli di Jesi 13-14 Ottobre Lodi Vicenza Pontedera

MONZA

Verona

Lodi

Como

Trapani

Venezia

PISA LUCCA

COMUNI VESUVIANI Torino Valdichiana ValdelsaVOLTERRA TREVISO LUCCA TIGULLIO Cinque Terre Alessandria COSTA ETRUSCAValdelsa

GENOVA PAVIA LIVORNO Piacenza Brescia FISAR

Montecarlo BAREGGIO Manziana Vercelli CATANIA PISA Fisar

Pistoia Civitavecchia

PRATO

CAPRI

PISA

ROMA Versilia IMPERIA COMO Treviso Verona AostaValdichiana Venezia VICENZA CASERTAFIRENZE Padova FISAR LATINA Montecarlo Novara

Volterra Milano Duomo PISA

ALGHERO Biella

Campi Bisenzio

VERCELLI

Aosta

Fisar

Massa Carrara Montecarlo TORINO Pordenone

Venezia FEDERAZIONE

ITALIANA

SOMMELIER

Albergatori

Ristoratori

FIRENZE

Venezia

Valdichiana Pontedera

PISA

ASSEMBLEA NAZIONALE Orvieto Fisar MONZA Comuni Vesuviani Elettiva Varazze Caserta

IMPERIA

AOSTA

VOLTERRA

San Donà di Piave

Sabaudia San Donà di Piave

MILANO DUOMO ROMA Torino PISA

Lodi

FISAR

... p ro nt i i v o u n r e p . . . i d r a u g t ra


La fotografia della crisi del settore vitivinicolo italiano secondo Assoenologi

di Giuseppe Martelli

La crisi c’è. Ciò nonostante il vino italiano piace e continua a essere il più scelto sugli scaffali del mondo. Spetta a tutti noi far sì che questa situazione continui a migliorare. I presupposti per un sempre maggiore successo ci sono.

P

rima di parlare della realtà vitivinicola ita-

è scesa a poco più di 46 milioni mentre negli ul-

liana è opportuno dare uno sguardo alla

timi 5 anni si è stabilizzata intorno a 44,4 milioni

situazione a livello mondiale. La produzio-

di ettolitri. Tutto questo trova conferma nell’ab-

ne mondiale di vino, secondo la media dell’ultimo

battimento della superficie di uva da vino che in

quinquennio elaborata dall’Oiv, è di 270 milio-

Italia nel 1980 era di 1.230.000 ettari, nel 1990

ni di ettolitri, di cui il 60% prodotto nell’Unione

era scesa a 970.000 ettari ed oggi è di 694.000

Europea. Il 17% di quella mondiale e il 28% di

ettari (dati Istat).

quella europea “parlano italiano”, ossia proven-

In poco più di vent’anni abbiamo quindi perso

gono dai nostri vigneti.

276.000 ettari più di quanti ne possiedono oggi

Nel 2011 l’Italia ha prodotto 40,6 milioni di etto-

la Lombardia, la Puglia e la Sicilia insieme.

litri di vino contro una media decennale di 46,4

Per alcuni questo è un dramma per altri un

milioni. Questo ci dimostra come la produzione

bene visto che è inutile produrre quello che il

italiana si stia contraendo. A tale proposito ba-

mercato non vuole e, oggi più che mai, è assai

sti pensare che nel decennio 1992-2001 era di

pericoloso produrre male. Quello dell’abbat-

quasi 58 milioni ettolitri, nel decennio 2002-2011

timento delle produzioni è un fenomeno solo

Fotografia Sviluppo Piemonte Turismo

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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5


italiano? Assolutamente no. C’è un calo evidente in tutti i Paesi tradizionalmente produttori tanto che l’Unione Europea, solo negli ultimi 5 anni (2007/2011) ha perso ben il 12,4% della sua potenzialità produttiva, passando da 3.792.000 ettari a meno di 3.600.000 ettari con cali di oltre l’11,5% in Spagna e del 6% in Francia. Una tendenza in continuo decremento, basti pensare che la dimensione del vigneto solo dal 2007 al 2011 è calata di circa il 2% in Grecia e Portogallo, di oltre il 5% in Francia, Italia e Ungheria e di più dell’11% in Spagna. Diversa la situazione nell’area extra comunitaria dove l’andamento della superficie vitata è alquanto diversificata. Infatti mentre Stati Uniti d’America e Brasile fanno registrare crescita zero, la Nuova Zelanda, la Cina, l’Australia e il Cile in 5 anni sono cresciute tra l’1 e il 6% a fronte di Argentina e Sudafrica che sono calate da 1 a 3,5 punti percentuali. Per chiudere il quadro sulla situazione vitivinicola dobbiamo ricordare che l’Italia è l’unico Paese al mondo dove i vigneti si estendono quasi ininterrottamente da Bolzano a Pantelleria disegnando il territorio. Se da una par-

te l’uva e quindi il vino uniscono, con un ideale filo conduttore, luoghi diversi per cultura e tradizione è altrettanto vero che la superficie media vigneto/ azienda è ancora troppo contenuta. Secondo Assoenologi oggi in Italia essa è mediamente di 3,5 ettari (negli anni ‘90 era 0,7 ettari), in Francia è di 10 ettari che diventano 25 nel Midi. In Australia e Cile la superficie media vigneto/azienda è di 300 ettari, nel 75% dei casi meccanizzata. La produzione italiana di vino, sulla base della nuova classificazione imposta dall’Ocm, per l’Italia ha la seguente segmentazione: il “vino”, ovvero quello che precedentemente era indicato come “vino da tavola”, rappresenta il 40% della nostra produzione. Le Igp, per l’Italia Igt, costituiscono il secondo segmento della piramide, sono complessivamente 118 e rappresentando il 27% della produzione. Al vertice della piramide abbiamo le Dop, ossia per l’Italia le Docg e le Doc, che sono complessivamente 403, di cui 73 Docg e 330 Doc che costituiscono il 33% della nostra produzione media nazionale. Per quanto attiene

a cura della redazione di Quality ADV

A Cecchi il Premio Toscana Ecoefficiente 2012

Jèma Gerardo Cesari: la gemma della Valpolicella

Azienda Agraria Val delle Rose Località Poggio la Mozza - 58100 Grosseto Tel. +39 0564 409062 - Fax +39 0564 408211 www.valdellerose.it - info@valdellerose.it

Gerardo Cesari S.p.A. Uffici: Quinzano (BS) - 25027 - via Luigi Ciocca 35 Tel. +39 030 99 25 811 - Fax +39 030 99 23 455 www.cesari-spa.it - info@cesariverona.it

L’Azienda agricola Val delle Rose, di proprietà della famiglia Cecchi, in località Poggio La Mozza, nella Maremma grossetana, da metà degli anni ’90 svolge l’attività di produzione, vinificazione e imbottigliamento di uve proprie. Lo scorso anno è stata notevolmente ampliata con la costruzione di una nuova cantina e ciò ha comportato un aumento dell’uva lavorata e quindi del refluo prodotto, problema che è stato risolto in modo innovativo realizzando un sistema di fitodepurazione multistadio con possibilità di riutilizzo dell’acqua depurata quale riserva per svolgere le mansioni di irrigazione di soccorso del vitigno e delle aree verdi dell’Azienda. In sintesi, un premio meritato perché la filiera proposta coniuga bassi consumi energetici, semplicità costruttiva e gestionale, tutela ambientale e limitata produzione di rifiuti. Andrea Cecchi si dice soddisfatto di questo risultato e afferma: “Tutelare l’ambiente è oggi un dovere soprattutto per chi, come noi, lavora con l’agricoltura. I nostri territori sono i nostri patrimoni. Per questo vanno rispettati e difesi”.

La conoscenza del territorio e la volontà di approfondire le peculiarità dei vitigni tipici della Valpolicella hanno spinto la Gerardo Cesari a selezionare questo vino, prodotto al 100% con il monovitigno Corvina. La Corvina è la base dei grandi rossi della Valpolicella ma è solo in purezza che esprime le sue differenti espressioni nel colore, nei profumi e nel corpo. Una territorialità che si ritrova intatta in Jèma: nel calice sprigiona un bouquet di frutti rossi e ciliegia macerata con note lievemente tostate ed evidenze di cacao e caffè. Al gusto è morbido, pieno ed armonico, di ottima lunghezza e persistenza. Note e profumi che rendono Jèma un vino unico nel panorama enologico mondiale e che, come si legge nella recensione apparsa sulle pagine di GULA, mensile brasiliano che lo ha decretato VINO DELL’ANNO 2012: “ne giustificano il nome e fanno di questo vino una gemma preziosa”.


il colore il 55% del vino è bianco mentre il 45%

dei quali si salva solo il Portogallo che negli ul-

rosso e rosato (cinque anni fa era il 60%). Circa

timi 5 anni non cala, mentre la Spagna scende

il 50% della produzione italiana è detenuta dalle

dai 29,4 litri del 2007 agli attuali 21,8 (-27,4%), la

Cantine sociali (dieci anni fa era il 60%). In Italia

Francia passa da 52 a 47,4 litri (-10%) e l’Italia da

le aziende produttrici di uva da vino sono oltre

45 a 42 (-7,3%).

700.000, mentre le strutture che imbottigliano

Di fronte a ciò, è inutile negarlo, l’unica valvola di

sono 20.000 (dieci anni fa erano rispettivamente

sfogo rimane l’export, ma la partita non è facile

750.000 e 25.000), oltre il 60% sono al di sotto delle 10.000 bottiglie annue. Il settore vitivinicolo italiano si sta quindi velocemente riorganizzando puntando sempre più verso il rapporto qualità/ prezzo per i vini comuni e qualità/prezzo/immagine per quelli di più alta gamma. Visti i livelli produttivi, diamo uno sguardo ai dati più aggiornati sui consumi di vino e sui mercati, in particolar modo quelli internazionali dove il vino italiano rimane il più venduto anche se non ancora con i valori aggiunti sperati. Ma andiamo con ordine. Parlando di consumi in Italia, in base ai dati elaborati da Assoenologi, siamo a 42 litri pro-capite, contro i 45 del 2007

visto che i nostri competitor sono organizzati e agguerriti. Fortunatamente il vino italiano piace e rimane il più venduto al mondo. Il 2011 si è chiuso con un incremento delle nostre vendite di vino all’estero del 12% in valore e del 9% in volume rispetto al 2010. Il prezzo medio al litro è aumentato del 3%, passando da 1,77 a 1,83 euro. I primi tre mesi del 2012 fanno registrare un decremento di vendite del nostro vino all’estero del 5,5% in volume, ma con una crescita del 6,8% in valore rispetto allo stesso periodo del 2011. Il che vuol dire che nei primi mesi dell’anno abbiamo venduto decisamente meno

e con una tendenza a un ulteriore decremento.

vino sfuso e incrementato quello in bottiglia che,

Riteniamo infatti che chiuderemo il 2012 a 40 litri

come risaputo, ha un valore aggiunto decisa-

a persona. Negli anni ‘70 il consumo era 110 litri

mente più interessante. Prova ne è che il prezzo

pro-capite, quindi in meno di 40 anni abbiamo

medio euro/litro è cresciuto del 12,5% rispetto

perso il 62% del consumo interno.

allo stesso periodo dello scorso anno, passan-

Una situazione solo italiana? No certamente, ri-

do da 1,76 a 1,98. Il fatturato dell’intero settore

guarda tutti i Paesi tradizionalmente produttori

è passato da 13,6 miliardi di euro del 2007 ai 14,5 miliardi di euro del 2011, con un incremento del 6,6%. A ciò vanno aggiunti almeno altri 2 miliardi di euro dovuti al settore tecnologico, ossia al comparto che attiene la vendita di macchine, prodotti e accessori per l’enologia, di cui l’Italia e leader nel mondo. Questa è la fotografia del settore vitivinicolo italiano sulla base dei dati elaborati da Assoenologi. In conclusione la crisi c’è, si sente e si vede. Ciò nonostante il vino italiano piace e continua a essere il più scelto sugli scaffali del mondo. Spetta a tutti coloro che operano nel settore far sì che questa situazione continui a migliorare. I presupposti per un sempre maggiore successo ci sono e se li sapremo sfruttare i risultati non mancheranno. Occorre quindi stringere i denti e andare avanti nella convinzione che “uniti si vince” ovvero che “disuniti si perde”.

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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5


Quella volta che sembrava la prima, Amorim c’era.

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le notizie di enogastronomia e turismo

TAPPI IN SUGHERO AMORIM, LA CHIUSURA IDEALE PER IL VINO A chi aveva ancora qualche dubbio sul sughero, tirando in ballo magari il rischio di presenza di TCA (Tricloroanisolo) nei tappi, Amorim ha saputo rispondere sconfiggendo il problema del “sentore di tappo”. Grazie al lavoro del dipartimento ricerca e sviluppo, Amorim ha applicato una tecnologia d’avanguardia mirata al raggiungimento della perfezione sensoriale, grazie all’importante contributo dei sistemi Rosa e Rosa Evolution, strategia preventiva e curativa senza eguali. Oltre ad essere la chiusura ideale per chi vuole il rispetto dell’ambiente, il sughero è comunque la chiusura ideale per il vino stesso, poiché le straordinarie proprietà fisico-chimiche di questo materiale contribuiscono notevolmente alla capacità che un vino ha di evolversi all’interno della bottiglia. La capacità di ritornare alle dimensioni originali dopo la compressione è solo del tappo in sughero, ma anche l’impermeabilità all’ossigeno è un valore aggiunto che il sughero ha rispetto alla chiusura alternativa in plastica. E se attraverso il tappo passa l’ossigeno oltre a perdere i suoi aromi il vino è anche a rischio contaminazione di microinquinanti durante lo stoccaggio e il trasporto. Gli studi dei ricercatori Amorim, in collaborazione con l’Università di Porto, hanno persino identificato delle proprietà benefiche che dal sughero verrebbero trasmesse all’uomo tramite il vino, come la presenza di antiossidanti esclusivi di questo materiale in grado di abbassare la proliferazione di cellule tumorali. “È per tutti questi motivi – afferma Carlos Santos, A.D. Amorim Cork Italia - che considero il sughero non solo come la chiusura che per tradizione è più vicina al mondo del vino, ma come quella del futuro. Una soluzione tecnicamente all’altezza dei valori propagati dal vino, una chiusura che offre soluzioni tecniche per tutti i segmenti della produzione e soprattutto una chiusura che rappresenta il connubio perfetto tra uomo e Natura”. Amorim Cork Italia dal 1999 è la filiale italiana del Gruppo Amorim, leader mondiale nel mercato del sughero e in quello delle chiusure per vino con oltre il 25% della produzione mondiale, ed è da tre anni azienda leader del Paese. L’Italia è il secondo paese imbottigliatore al mondo e A.C.I. vende oltre 340 milioni di tappi con un fatturato di oltre 33 milioni di euro. AMORIM CORK ITALIA S.P.A. - www.amorimcorkitalia.com

a cura della redazione di

IL VINO CHE RISPETTA L’AMBIENTE Magis, con le oltre 100 aziende italiane aderenti, si presenta al mondo del web con il nuovissimo sito www.magisvino.com, disponibile nella versione in italiano e in inglese. MagisVino.com è accessibile da pc, tablet, smartphone e permette di sapere cosa c’è dietro e dentro Magis e apprezzare le eccellenze vitivinicole italiane che vi hanno aderito. Nato nel 2009, Magis è il primo e più avanzato progetto per la sostenibilità della produzione del vino in Italia, e uno dei più avanzati al mondo. Magis è una parola latina che vuol dire “di più”, cioè “sempre meglio”. Ogni azienda può disporre infatti delle migliori conoscenze disponibili, aggiornate anno dopo anno. Per la prima volta, infatti, produttori di vino, comunità scientifica, enologi, associazioni e industria lavorano insieme per migliorare e garantire la sicurezza e la sostenibilità del vino italiano, per andare incontro nel modo più concreto alle richieste dei consumatori e per differenziare la produzione italiana in base a parametri oggettivi. Ma anche per razionalizzare l’attività delle aziende, quindi renderle allo stesso tempo più competitive e più sostenibili. Magis è agricoltura di precisione, che vuol dire fare solo quello che serve, solo dove e quando serve. Con Magis, le più avanzate conoscenze della comunità scientifica riunite nel Comitato tecnico-scientifico di Magis vengono condivise con le aziende attraverso un Protocollo specifico per ogni area geografica, che viene costantemente migliorato. Le aziende registrano quindi tutte le lavorazioni eseguite e i risultati ottenuti in un sofisticato software appositamente sviluppato, la piattaforma informatica Magis, che affianca il viticoltore e lo aiuta a compiere sempre le migliori lavorazioni possibili. Perché la sostenibilità dev’essere un fatto dimostrabile, e non solo una parola. ® Magis è un marchio registrato Bayer AG. www.magisvino.com

“IL” UGO!, IL NUOVO APERITIVO DELL’ESTATE Dopo il successo de “il” SPRIZ! La storica cantina di Valdobbiadene Mionetto lancia un nuovo aperitivo pronto da servire e a bassa gradazione alcolica. Ispirato ad un aperitivo originario dell’Alto Adige, a base di vino bianco frizzante e sciroppo di fiori di sambuco, “il” UGO! va servito in un ampio calice a stelo con ghiaccio, una foglia di menta e una fetta di


le notizie di enogastronomia e turismo lime. Ad una base di vino bianco, elaborato in autoclave a basse temperature con vini provenienti dal Triveneto, viene miscelato uno sciroppo di fiori di sambuco prodotto in Tirolo e dalle note più spiccate che si sposano perfettamente con gli aromi del vino, per un finale con lievi sentori di pesca e miele. Alla freschezza aromatica di “il” UGO! si unisce anche un design della bottiglia che ne sa esprimere la morbidezza e la frizzante originalità del sapore, anch’essa caratterizzata dal comodo e moderno tappo a corona, tipico dell’intera linea IL, per facilitarne l’apertura. MIONETTO - www.mionetto.com

CINZANO INCONTRA I SUOI 600 CONFERENTI DI UVE Il Gruppo Campari ha radunato, nello scorso luglio, per il 12° anno consecutivo circa 1100 persone provenienti dalle 600 aziende agricole che conferiscono i grappoli per la produzione degli spumanti Cinzano. Le diverse realtà agricole, dalle più piccole con vigneti di 400 mq alle più importanti di 20 ettari di vigne, ciascuna con la sua storia fatta di tradizione e di un profondo legame col territorio, hanno incontrato Lorenzo Barbero, enologo del Gruppo Campari e Andrea Garbin, Direttore Acquisti del Gruppo Campari. Con ciascun conferente Cinzano ha una relazione vera, diretta. Basti pensare che per comunicare tempestivamente e capillarmente l’andamento sanitario dei vigneti o informare i singoli conferenti, provenienti da diverse zone, sull’inizio della raccolta, vengono utilizzati degli SMS. Nonostante Cinzano appartenga ad una grande realtà industriale, il legame con i suoi conferenti viene curato con ciascuno esattamente come avveniva un tempo, conoscendo le persone, le famiglie che da generazioni conferiscono le uve per la produzione degli spumanti. Tutte le uve provengono dalle province di Alessandria, Asti e Cuneo. Nel 2010 Cinzano ha pigiato 12 milioni di kg di uve moscato per produrre l’Asti D.O.C.G. Per le altre uve mediamente vengono pigiati circa 188.000 kg di Brachetto d’Acqui e 130.000 kg di Chardonnay. Altre tipologie di uve raccolte sono Pinot Nero e Grigio. I due centri di pigiatura di Mango e Calamandrana sono alimentati quasi unicamente ad impianti fotovoltaici di filiera italiana, coprendo l’80% del fabbisogno energetico totale. I pannelli solari, 3.000 mt a Mango e 2.000 mt a Calamandrana, sono posizionati sulle coperture delle celle frigorifere, impedendo

l’irraggiamento solare e aumentando notevolmente il risparmio energetico dei due centri. Cinzano, parte del Gruppo Campari dal 1999, commercializza i suoi spumanti in tutto il mondo. I mercati principali sono Italia, Germania e Russia. DAVIDE CAMPARI-MILANO S.P.A. - www.camparigroup.com

SERGIO ZINGARELLI NUOVO PRESIDENTE DEL CONSORZIO DEL CHIANTI CLASSICO “Sono onorato di essere stato scelto dai miei colleghi per ricoprire questa carica in un momento così cruciale per il Consorzio del Chianti Classico. I prossimi tre anni, infatti, saranno fondamentali per attuare i nuovi progetti e le strategie decise dal Consiglio di Amministrazione che hanno come obbiettivo quello di portare la denominazione in una posizione di eccellenza. Sarà mio impegno, per il profondo attaccamento che nutro nei confronti di questa terra, proseguire nel segno della continuità e lavorare con assiduità per far sì che il Chianti Classico e il suo magico territorio consolidino sempre più il loro ruolo di eccellenza in Italia e nel mondo”. Questo il primo commento di Sergio Zingarelli, tredicesimo Presidente nella storia del Consorzio durante il cambio del testimone col Presidente uscente Marco Pallanti che gli affida l’intenso programma di lavori per il ‘riassetto della denominazione’ approvato dal CdA del Consorzio lo scorso 28 maggio. Zingarelli dunque giunge alla presidenza in un momento veramente cruciale, in una stagione nella quale dovranno partire strategie innovative che, solo per citarne alcune, puntano alla valorizzazione della “Riserva” attraverso nuove regole di produzione, alla nascita di una nuova categoria di Chianti Classico che si posizionerà al vertice della piramide qualitativa e al restyling del logo Gallo Nero che uscirà dalla fascetta di Stato per accresce la propria visibilità. Sergio Zingarelli, nato a Roma nel 1958, è stato nominato nel 1989 Amministratore Delegato e Direttore Generale di Rocca delle Macìe, acquistata dal padre Italo nel 1973, per arrivare nel 2000 alla Presidenza. ROCCA DELLE MACIE SPA www.roccadellemacie.com

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le notizie di enogastronomia e turismo

UN ORO E UN ARGENTO PER L’AMARONE DI CANTINE RIONDO Medaglia d’oro all’International Wine Challenge e medaglia d’argento all’International Wine& Spirit Competition 2012, il Castelforte Amarone della Valpolicella Doc firmato Cantine Riondo conferma la crescente attenzione dell’azienda ai grandi vini della tradizione veronese. Frutto di una vendemmia manuale che permette di selezionare solo i grappoli migliori, l’uva viene fatta appassire a condizioni controllate per circa 3 mesi, così da concentrare gli zuccheri. Segue una fermentazione lenta e il vino viene poi affinato in botti di legno per minimo 2 anni. Perfetto da meditazione o in abbinamento a carni rosse, selvaggine, formaggi stagionati e piccanti, Castelforte Amarone si presenta con un colore rosso rubino carico tendente al granato. Il profumo, caratteristico di ciliegia matura è intenso e si intreccia con note di prugna secca, cioccolato fondente e spezie. In bocca è pieno, complesso ed equilibrato con tannini morbidi e un retrogusto persistente. Da servire fra i 16/18°, Castelforte Amarone è un vino di spiccata personalità che racconta il terroir d’origine e che, proprio per queste sue peculiarità, viene sempre più apprezzato anche nei contesti internazionali. CANTINE RIONDO - www.cantineriondo.com

LA BIODIVERSITà E IL RISO RISERVA SAN MASSIMO L’azienda agricola Riserva San Massimo, situata all’interno del parco lombardo del Ticino in un suggestivo ecosistema esteso di 6 milioni di metri quadrati, è stata riconosciuta nel 2004, dalla Comunità Europea, Sito di Interesse Comunitario a protezione speciale. In questo straordinario paesaggio caratterizzato da una vasta superficie boschiva naturale, viene prodotto l’autentico riso Carnaroli coltivando soltanto 1/3 della superficie mantenendo la restante area naturale ed incontaminata. L’azienda agricola Riserva San Massimo non ha subito i mutamenti portati dall’agricoltura intensiva e va contro corrente adottando vecchi e faticosi procedimenti quali mantenere coperte da erba le ripe ai bordi dei campi e contornare le stesse con solchi profondi, accorgimenti che

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permettono una riserva d’acqua in risaia per tutto il periodo di maturazione del riso con il vantaggio di mantenere naturalmente sana la pianta e vivi gli ecosistemi acquatici da cui parte la catena alimentare. Il riso Carnaroli così ottenuto, classificato merceologicamente come superfino, è considerato il riso ideale per i risotti: eccellente tenuta di cottura, bassa callosità e grande capacità di assorbimento di condimenti e aromi. La sua produzione è difficile e costosa: il ciclo produttivo del vero Carnaroli, decisamente più lungo di altri risi, circa 165 giorni, e la notevole altezza della sua pianta lo espongono particolarmente ai rischi delle intemperie; la sua scarsa produttività non può essere “forzata”, la pianta infatti non sopporta eccessi di concimazione. La scelta impegnativa della sua coltivazione da parte dell’azienda agricola Riserva San Massimo è premiata dall’enorme successo riscontrato da i numerosi chef internazionali e riconosciuto come un prodotto unico nel sue genere. Il riso viene confezionato in saturazione d’azoto e senza l’aggiunta di conservanti per mantenere l’integrità del sapore e la fragranza del prodotto per lungo tempo. AZIENDA AGRICOLA SAN MASSIMO www.riservasanmassimo.it

YOUCHEF LA SCATOLA MAGICA Un regalo veramente originale, declinabile in ben 25 varianti, inno ed omaggio al Made in Italy? Da settembre arriva sugli scaffali YouChef, magica scatola regalo che contiene - liberamente mixati fra loro – i prodotti di 5 aziende che operano in settori diversi ma complementari, che si sono unite intorno all’idea di realizzare una serie di nuovi prodotti costruiti a favore di un consumatore attento e consapevole: i Franciacorta delle Tenute La Montina, le pentole di Risolì, le lame del Consorzio Premax, le paste (anche senza glutine) e le salse di Tradizioni Padane, le creme e i cosmetici di GirziLine. In ciascuno dei kit si troveranno vari prodotti di queste aziende,


le notizie di enogastronomia e turismo suddivisi in 4 linee: Prestige (tutto quello che occorre per cucinare sano, mangiare e bere italiano, anche avendo poco tempo a disposizione), Senza Glutine (strumenti da cottura e accessori pensati per permettere ai celiaci di cucinare in totale sicurezza e facilmente distinguibili), Beautè (prodotti per lui e per lei creati sfruttando le qualità dell’uva unite a quelle delle acque termali), Art&Craft (dedicati all’inventiva, alle capacità sartoriali, all’alto artigianato domestico). Un progetto assolutamente innovativo di rete d’impresa multicanale (food, non food, cosmetica), i cui prodotti saranno in vendita oltre che nei canali specifici di ciascun partner, in negozi di oggettistica, design, food. www.youchefonline.com - www.lamontina.it

RINALDI PRESENTA VILLA DI CORLO La Fratelli Rinaldi Importatori annuncia un’importante novità per il suo portafoglio vini: i prodotti della modenese Villa di Corlo. L’Azienda è articolata su due diverse proprietà: Villa di Corlo, nelle vicinanze di Modena, dove sono le vigne di Lambrusco, e Cà del Vento, sulle colline reggiane, dove si trovano i vitigni internazionali. La produzione delle uve è condotta in regime di agricoltura biologica certificata. La cantina è concepita nel rispetto delle caratteristiche rurali della zona ed è dotata di impianti conformi a tutte le normative riguardanti l’igiene, la sicurezza e l’impatto ambientale. Entrambe le proprietà sono nobilitate da altrettante, maestose ville padronali: seicentesca e con acetaia storica quella di Villa di Corlo, della fine del XIX secolo quella di Cà del Vento. FRATELLI RINALDI IMPORTATORI - www.rinaldi.biz

CONSORZIO TUTELA VINI EMILIA PER LE AZIENDE VITICOLE COLPITE DAL TERREMOTO Il mondo del Lambrusco concretamente solidale con le cantine colpite dal sisma, con un primo stanziamento

d’urgenza. “Diverse aziende vitivinicole presentano gravi problemi strutturali, tali da pregiudicarne l’attività con gravi ricadute sull’occupazione e sulla produzione – spiega Davide Frascari, presidente del Consorzio per la Tutela dei Vini Emilia –. Le aree maggiormente colpite sono quelle a nord delle province di Modena e di Reggio Emilia, San Prospero, Carpi, Concordia (nel modenese), Reggiolo, Rolo, Correggio (nel reggiano) e molte altre. È per questo che abbiamo predisposto un impegno da parte del consorzio a favore delle aziende colpite”. “Una situazione che ci preoccupa da vicino – gli fa eco Pierluigi Sciolette, vicepresidente del consorzio con sede a Modena – se si considera che Parmigiano Reggiano, Lambrusco e aceto balsamico sono tra i prodotti italiani più esportati al mondo”. “Per comprendere l’importanza socio economica che ha il comparto vitivinicolo emiliano – entra nel dettaglio Ermi Bagni, direttore del Consorzio - basti pensare che nelle province di Modena e di Reggio Emilia 8.000 aziende viticole coltivano 15.000 ettari di vigneto specializzato che danno una produzione media annuale di 3 milioni di quintali di uva trasformata principalmente in vino lambrusco Doc e Igt che viene esportato in ben 50 paesi esteri sparsi nei cinque continenti”. Nel concreto il bilancio dei danni è salato per le aziende vitivinicole ubicate a nord delle province di Modena e di Reggio Emilia. “Abbiamo registrato – spiega Bagni danni strutturali a diversi impianti. Non si sono registrate perdite di prodotto dai vasi vinari, ma alcuni stabilimenti di imbottigliamento sono stati dichiarati inagibili. In attesa che venga ripristinata l’agibilità le imprese interessate sono state autorizzate in via temporanea a delocalizzare l’attività di imbottigliamento”. Ed ecco l’iniziativa di solidarietà del neonato Consorzio Tutela Vini Emilia (che di fatto unisce le realtà vitivinicole modenese e reggiana). Per dare un aiuto alle imprese vitivinicole consorziate che si trovano in sensibile difficoltà a causa del terremoto il Consorzio Tutela Vini Emilia ha deciso di istituire una specifica voce di bilancio stanziando una somma iniziale di 40.000 euro la quale sarà integrata da un contributo di oltre 20.000 euro che verrà messo a disposizione dall’Unione Italiana Vini organizzazione di settore che rappresenta le maggiori aziende enologiche nazionali. CONSORZIO TUTELA VINI EMILIA www.tutelalambrusco.it - www.vinireggiani.it

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AL XXI MERANO WINEFESTIVAL 2012 LE DEGUSTAZIONI DIVENTANO EVENTI E FANNO DEL BENE

a cura della redazione di Quality ADV

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a 21esima edizione del Merano WineFestival sarà ricordata per il prestigioso calendario di degustazioni che propone terroirs e annate d’eccezione: “En primeur Bordeaux 2011”, per la prima volta nel mondo al di fuori dei confini di Bordeaux: solo a Merano 50 Châteaux proporranno in degustazione vini di grandi annate, 2011 e 2009. Le straordinarie degustazioni saranno coordinate da Ian D’Agata, winewriter, corrispondente per Decanter, collaboratore di Le Figaro, grande esperto di vini internazionali. Spicca su tutte la verticale di Château Lafite Rothschild, un domaine che dal 1234 alimenta la leggenda portando vini sulle tavole di Re e Regine, seguita nell’interesse da Champagne 1996, il millesimo dall’andamento climatico più pazzo dello scorso millennio e che, secondo gli esperti, ha prodotto vini che necessitano dai 15 ai 30 anni per la maturazione ottimale. L’Italia sarà invece degnamente rappresentata da una verticale di Masseto, solo sette ettari di vigneto per un vino che raggiunge sempre le massime quotazioni nelle aste internazionali e si proseguirà con la verticale di Amarone Romano Dal Forno per raccontare cinque annate di un vino che si può

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davvero considerare un nettare: da 100 chili di uva si ottengono solo 15 litri di Amarone. Tutta da vivere anche la verticale di Magnum Giulio Ferrari che partirà dall’annata 1987 e sarà guidata alla presenza della proprietà, famiglia Lunelli. Le grandi verticali del Merano WineFestival si terranno nelle giornate di sabato 10 e domenica 11 Novembre ed avranno un costo che varia da 80 a 100 euro. L’intero ricavato dalla vendita dei biglietti sarà devoluto alle vittime del terremoto di L’Aquila e in Emilia, come espressamente voluto dal fondatore Helmuth Köcher. Venerdì 9 si parte con Bio&Dynamica, la selezionata rassegna di cantine che praticano viticoltura naturale e/o biodinamica. L’alta gastronomia sarà presente come ogni anno in Culinaria, lo spazio dedicato a gourmand e gourmet con prodotti golosi e curiosi. Da non dimenticare la GOURMET ARENA, il palcoscenico del talento e delle esperienze culinarie di qualità: 11 Chef di cui 5 stellati Michelin, 5 emergenti e un ospite d’eccezione formeranno il “dream team” che farà sognare gli appassionati foodies sul tema scelto per il 2012, l’ecosostenibilita’. La prevendita dei biglietti sarà attiva on line nel nuovo sito www.meranowinefestival.com


Merano WineFestival, an exclusive event for gourmets. 10-11-12 Novembre 2012 Il Merano WineFestival rappresenta l’evento più esclusivo per appassionati wine lover e raffinati gourmand. Nell’elegante Kurhaus si potrà degustare il meglio della produzione enologica nazionale e internazionale e una gustosa selezione di tipicità. Una curata rassegna di vini biologici e biodinamici aprirà il Festival il 9 Novembre con l’esclusivo evento bio&dynamica.

www.meranowinefestival.com


di Luca Iacopini e Massimo Bracci

Carema: un vino di sole e di roccia

Se pensiamo al vitigno Nebbiolo, il Piemonte è ovviamente la prima regione che ci viene in mente e diversamente non potrebbe essere. È presente in quasi la metà delle sue 58 denominazioni e a parte i blasonati Barolo e Barbaresco ci sono anche altre denominazioni che propongono una diversa interpretazione di questo vitigno e la doc Carema è una di queste.

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a possiamo definire una doc eroica e tenace, dura a morire e questi termini vedremo in seguito che saranno del tutto appropiati. Una doc di nicchia e in questi ultimi anni lo è veramente. Nata nel 1967 con più di 40 ettari vitati, oggi la parte coltivata si è ridotta ad appena la metà e purtroppo il territorio non l’aiuta in questo. Incastonato in mezzo ai monti del Canavese e più precisamente ai piedi del Monte Maletto tra i

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350 e i 700 metri di altitudine, il vino è prodotto in piccola quantità: circa 4000 ettolitri all’anno grazie a un lavoro di terrazzamento a secco (topion) tanto paziente quanto faticoso eretto fin dall’antichità su antichi terrazzamenti di pietra. Le vigne sono caratterizzate da pergole sostenute da pilastri, sempre in pietra, a forma di tronco di cono chiamati “pilun”. Questa insolita architettura è stata paragonata allo stile che va tra il romantico e il gotico, ricorderebbero infatti le logge continue

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un’Excelsa idea: Soave

CASTIGLIONI

e le arcatelle cieche delle chiese romaniche e gotiche. Al di lĂ del loro imponente effetto scenico, queste masse pietrose svolgono un’importantissima funzione di immagazzinamento del calore del sole rilasciandolo poi durante la notte offrendo quindi alle viti le migliori condizioni di crescita. Sono vigneti piccoli, inaccessibili, dai quali è necessario vendemmiare con ceste che devono essere portate a mano a valle perchĂŠ nessun mezzo meccanico si inerpica per quel pendio. Quando si arriva in questo territorio si rimane veramente impressionati dall’architettura di queste vigne a tal punto da far scrivere a Neal Rosenthal, famoso importatore americano di vini: “Small in surface though they may be, Carema’s vineyards are among the most majestic in the world â€? ovvero “vigne tra le piĂš maestose del mondoâ€?. La storia di questo territorio si intreccia spesso con quella della confinante Valle d’Aosta e in questa c’è un curiosissima esperienza che riguarda la storia vinicola di Carema, quella dell’enotecnico condotto nata intorno al 1980. Proprio come il medico condotto si preoccupa della sanitĂ del proprio circondario, l’enologo condotto doveva aiutare con le proprie competenze tutti i produttori della zona nel proprio lavoro. Un’ottima idea vista l’esiguitĂ territoriale permettendo inoltre un sensibile risparmio economico ma la cosa naufragò dopo poco tempo. Questa iniziativa cosĂŹ originale però permise di portare l’attenzione del pubblico su questa zona e al suo vino cosĂŹ estremo decretando quindi un meritato successo commerciale. La doc prevede il Nebbiolo come vitigno principale con percentuali da un minimo dell’85% al 100%. In pratica però tutti i produttori vinificano in purezza. L’invecchiamento previsto per la tipologia “Caremaâ€? è di 2 anni.

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È prevista inoltre una tipologia “Riserva” in cui l’invecchiamento si protrae a 3 anni. Deve essere servito a temperatura ambiente (18/20 °C) e possibilmente stappato qualche ora prima del consumo oppure caraffato. Il Carema è particolarmente adatto per arrosti, selvaggina, carni rosse, formaggi stagionati non piccanti o come vino da “caminetto”. Ben si addice a fine pasto con noci e frutta secca. I vini dell’Alto Piemonte come il Carema o il Ghemme, il Lessona o il Gattinara non sono da considerarsi dei Nebbiolo minori rispetto ai Barolo o Barbaresco anzi in alcuni casi sono più longevi. Hanno un acidità maggiore dovuta all’origine morenica del terreno che gli garantisce appunto una notevole longevità, anche se necessitano di annate particolarmente calde per portare le uve a maturazione perfetta, altrimenti l’acidità così alta trasforma il vantaggio in un problema. La longevità di questo vino è piuttosto marcata, anche venti-trenta anni, purchè le bottiglie siano conservate coricate, meglio se al buio, in cantine o locali privi di escursioni termiche. Oggi rimangono solo due produttori: la Cantina Sociale con circa 50 produttori part-time iscritti e l’azienda Ferrando, piccola maison con sede a Ivrea guidata da Luigi Ferrando il vero punto di riferimento del Carema. A lui in particolare si deve la sopravvivenza di questo vino e la sua valorizzazione. Mario Soldati definì questo vino “forte e simpatico come un gusto di sole e di roccia”. La sfida per il prossimo futuro che Carema dovrà vincere è quella di preservare la sua viticoltura di nicchia, attraverso il rinnovamento dei vigneti e la continua ricerca della qualità dei vini.

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Organo Ufficiale della FISAR

Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori


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La Delegazione di Alessandria presente a Eno-Cosmo di Valenza

i è svolta a Valenza(AL) dal 22 al 24 Giugno 2012 una fiera di eccellenza per il settore vitivinicolo. La FISAR era presente con uno stand e con i suoi sommelier che hanno fatto servizio presso il consorzio Al-Vino che raggruppa molti produttori della provincia. Grande successo di EnoCosmo, i vini locali alla ribalta europea. Tema conduttore dell'evento: vino e salute. Un binomio inscindibile e se c'era qualche dubbio l'hanno fugato i molti operatori italiani e internazionali. Venticinque i buyers internazionali presenti, sia europei che provenienti dalla Cina e dal Sud America. Nel terzo giorno la visita del ministro della salute Renato

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Balbuzzi, che ha espresso apprezzamento sia per la qualità del format espositivo sia per i prodotti della splendida cornice di Expopiemonte. Soddisfazione tra gli operatori per lo sviluppo di collaborazioni commerciali che hanno già dato conferma per la prossima edizione nel 2013 La Delegazione di Alessandria era rappresentata da Gabriella Cutica, Mauro Benzi, Carmen Bagnasco, Christian Alberghini, Teresio Orsi, Claudio Tobia e Maria Pia Gori.

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Notizia inviata da Maria Pia Gori della Delegazione di Alessandria


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La Delegazione Costa Etrusca consegna gli attestati da sommelier

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l raggiungimento di un traguardo non rappresenta un punto di arrivo ma l’inizio di un percorso conoscitivo, specialmente in un settore come quello del vino in cui le cose da imparare non sono mai abbastanza”. È con queste parole del fondatore Enrico Buoncristiani che lunedì 9 luglio presso la locanda “Il Canovaccio”, situata nel cuore del borgo medievale di Campiglia Marittima, la delegazione FISAR Costa Etrusca ha consegnato gli attestati ed i tastevin ai sommelier che hanno superato l’esame di fine corso. La serata è stata anche un ottima occasione per gustare la cucina ricercata

del locale gestito da Davide D’Onofrio, alla quale sono stati abbinati vini nazionali e locali. La cena è iniziata con un antipasto composto da una terrina di fegato con semi di cacao e melone ed un sorbetto di anguria con ginepro. A seguire una lasagnetta alle verdure ed una tagliata di controfiletto con verdure grigliate. La cena si è conclusa con una charlotte di cioccolato bianco con croccante di mandorle e caramello accompagnata da Moscato D'Asti. La cerimonia di consegna è stata presieduta dal Delegato Alessandro Alcamo e dal Direttore di Corso Fabio Caselli i quali non hanno mancato di

elogiare i partecipanti per il risultato raggiunto alla fine di un percorso durato oltre un anno. I neo sommelier sono: Alessandro Bagnoli, Gianluca Damiani, Davide D’Onofrio, Gianni Del Pistoia, Simone Donnoli, Francesco Ferrari, Michele Franchi, Francesca Giordani, Luca Spagli, Enrico Specos, Massimo Trapassi, Vera Vismara. La Delegazione FISAR Costa Etrusca è lieta di dare il benvenuto ai nuovi sommelier nella brigata di servizio.

Notizia inviata da Pier Francesco Pepi

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della Delegazione Costa Etrusca

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amiglia La Delegazione di Caserta consegna gli attestati ad Aversa

n una delle strutture ristorative più importanti di Aversa e provincia, il ristorante Costanzo, martedì 3 luglio 2012 la Delegazione di Caserta ha consegnato l’attestato di partecipazione al corso di sommelier di primo livello a ben ventiquattro corsisti. A raggiungere tale traguardo e con enorme successo sono stati: Alvino Letizia, Andreozzi Giuseppe, Concilio Pietro, Costanzo Michele, Cuozzo Fabio Nicola, D’Ausilio Antonio, D’Angelo Adele, De Iulio Carmine, Gordon Angela, Guadagnino Claudio, Iapicca Luigi, Leone Rita, Liccardo Mario, Magliulo Francesco, Marcelli Marco, Morra Angelo, Pellegrino Marinella, Sagliocchi Francesco, Salzillo Michele, Santagata Antonio, Santoro Nicola, Sarcinella Raffaele, Scarpato Giovanna, Tessitore Wlenia. La consegna si è svolta durante una deliziosa cena preparata per l’occasione dal bravissimo chef Agostino Malapena e coordinata dal sempre presente direttore Massimo Turco, come felicissimo epilogo di un corso durato tre mesi e che ha avuto come location lo stesso ristorante Costanzo. A presenziare la serata sono stati il delegato della Fisar di Caserta Mariano Penza, il segretario Carlo Iacone, il proprietario dell’enoteca Il Vino Carlo Menale che ha fornito i vini durante il corso e i giornalisti Vincenzo

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Sagliocco e Vito Faenza, quest’ultimo anche esperto gourmet ed ottimo cuoco. Il delegato Mariano Penza si è più volte complimentato con i corsisti per l’attenzione mostrata durante le lezioni e per gli ottimi risultati ottenuti durante i test, questo per sottolineare come l’interesse per il mondo del vino sia sempre in continua crescita soprattutto grazie alla partecipazione di quella fascia di età che va dai 25 ai 40 anni come dimostrato dai dati anagrafici dei partecipanti al corso di Aversa. Il segretario Carlo Iacone inoltre è intervenuto sottolineando l’importanza che assume la città di Aversa nel percorso che la Fisar di Caserta sta creando di valorizzazione

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e riscoperta delle antiche ricette tradizionali di Terra di Lavoro. La città normanna infatti vanta un patrimonio enogastronomico immenso e proprio da qui partiranno gli spunti e le basi per un progetto che partirà a breve e che avrà come oggetto il far rivivere la storia e la tradizione culinaria di tutto il territorio di Caserta e provincia. La serata si è conclusa con un buon augurante brindisi e con la volontà di organizzare quanto prima il secondo livello, per continuare insieme alla Fisar un percorso formativo interessante ed avvincente. Notizia inviata da Mariano Penza della Delegazione di Caserta


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Una stagione di eventi per la Delegazione Storica di Volterra

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opo l’esperienza esaltante delle celebrazioni del 40° anniversario della Fisar, svoltasi il 13-14 aprile a Volterra e Livorno, il nuovo consiglio direttivo, che ha visto riconfermato come delegato l’avv. Flavio Nuti per il triennio 2012-2015, segretario Enrico Del Testa e consiglieri, Ceppatelli Pierluigi,Bartolini Renzo e Senes Antonio, ha organizzato una serie di eventi importanti di rilievo per la visibilità della delegazione e della Fisar tutta. Il luglio si è tenuta presso i ristorante la Perla di San Vin-

cenzo, chef Debora Corsi, una cena per la giornata del sommelier a base di pesce e “Bollicine”, che ha visto la partecipazione dei sommelier attivi nei servizi della nostra delegazione. Dopo l’evento,poi, del “pranzo Galeotto” svoltosi all’isola-carcere di Gorgona il 14 agosto, dove si è tenuto un pranzo servito e cucinato dai detenuti dell’isola con lo schef stellato Marco Stabile,e con i vini serviti dai nostri sommelier, è stata rinnovata la convenzione tra Ministero di Giustizia, Unicoop Firenze e la nostra delega-

zione per un’altra edizione delle “cene galeotte” ormai famose in tutto il mondo il cui calendario sarà presto reso noto. Infatti è prevista una conferenza stampa di presentazione del programma al prossimo Salone del Gusto di Torino in ottobre, dove saranno presenti alcuni detenuti e agenti di custodia che già hanno sostenuto un minicorso di avvicinamento al vino e del quale hanno ricevuto l’attestato nel corso della cerimonia dei 40 anni a Volterra (vedi foto).

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Nel frattempo si è consolidato il rapporto con la Unicoop Firenze con cui la nostra delegazione, in accordo con il coordinamento delle Delegazioni Italia Centro, ha organizzato un corso di avvicinamento al vino ai fini di beneficienza (5-11-19 ottobre) per i soci coop il cui ricavato sarà devoluto alla fondazione “il cuore si scioglie” che, come nelle cene galeotte, raccoglie fondi per opere umanitarie nel terzo mondo. Infine si è rinnovata anche quest’anno la collaborazione della delegazione nella rassegna Volterragusto”, la kermesse Enogastronomica del tartufo bianco e dei prodotti tipici del Volterrano (www. volterragusto.com), dove quest’anno oltre al gioco di degustazione “indovina l’intruso”, ed una serata con la degustazione di distillati,cioccolata e sigari toscani sarà, per la prima volta,

promossa un’iniziativa fra i nostri ristoratori associati per un menù a prezzo fisso a base di tartufo e prodotti tipici che favorisca la promozione ed eviti speculazioni sui prezzi mal tollerate in questo momento di crisi economica. Il programma con i ristoratori coinvolti sarà a breve pubblicato sul nuovo sito della delegazione all’indirizzo:

www.fisarvolterra.it e su facebook. Infine è in progettazione un corso per sommelier “speciale” in collaborazione con una associazione di diversamente abili nell’ottica di un impegno di Fisar nel sociale. Notizia inviata dalla Delegazione di Volterra

La Delegazione Castelli di Jesi festeggia i suoi nuovi sommelier

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a delegazione dei Castelli di Jesi ha festeggiato i suoi nuovi sommelier che vanno ad infoltire la squadra di servizio. La serata si è svolta nel rinomato ristorante “Rosina”, situato tra le colline marchigiane e nel cuore della d.o.c.g. Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva di cui il territorio di Cupramontana è uno dei siti più importanti. Il ristoran-

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te ha aperto le sue porte nel 1971 per iniziativa della Signora Rosina, che dirige ancora la Brigata di cucina, e che è la madre dello chef e sommelier FISAR Andrea Bonvecchi. La serata enogastronomica dal titolo “Altro che Champagne!” (non ce ne vogliano i francesi) si è svolta gustando i pregiati piatti di pesce dello chef abbinati con varie tipologie ed

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annate di Verdicchio dei Castelli di Jesi Spumante Metodo Classico. Abbiamo iniziato con quello dell’Azienda Agricola Peruzzi, anno 2009, sboccatura freschissima (fatta per l’occasione!) abbinato all’Overture di ostriche e finger food; poi siamo passati al “Michelangelo” della Vallerosa Bonci annata 2008 che ha accompagnato l’antipasto di carpaccio & tartare di


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mare; seguito da quello dell’azienda Garofoli anno 2006 abbinato alle chitarrine all’astice per passare infine al Metodo Classico Riserva “Ubaldo Rosi” dell’azienda Colonnara del 2005 al quale è stata sapientemente abbinato il trancio di ricciola al forno. Ad “incoronare” i nuovi Sommelier il Responsabile di Zona del CTN il Signor Tonino PURI che quasi al termine della serata, insieme al Sindaco di Cupramontana Signor Luigi CERIONI, ha consegnato gli attestati ai nuovi sommelier che sono: Angelo Capasso, Mariella Dubbini, Mihaela Elena Ganga,

Germano Greco, Massimo Lancioni, Nicola Mariani, Alessandro Mengoni, Lino Moreschi, Luciano Neri, Andrea Pincini, Luigi Polverari e Mauro Ragni. Sul finale il Delegato Giovanni Elce Fabbretti, riconfermato nell’incarico, ha letto i risultati delle elezioni del Consiglio di Delegazione dove sono riconfermati anche il segretario Sauro Bini ed i consiglieri Luciano Todisco, Andrea Bonvecchi e Massimo Lancioni e dove entrano Flavio Federici come vice-presidente e Angelo Capasso come consigliere. Infine il Delegato ha espresso grande

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soddisfazione per i risultati raggiunti dai nuovi Sommelier e in generale dalla Delegazione. Ha quindi augurato i migliori successi ai nuovi Sommelier ed il “buon lavoro” al nuovo consiglieri, certi sia i primi ed ancor più i secondi di aver raggiunto un traguardo che è soprattutto un punto di partenza per nuovi, entusiasmanti risultati. Il brindisi finale poteva essere fatto con una sola esclamazione “Ad Maiora!”.

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Notizia inviata da Angelo Capasso della Delegazione Castelli di Jesi

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Giornata del Sommelier FISAR Italia NordEst 2012

er il secondo anno consecutivo il Coordinamento del NordEst ha promosso la ‘Giornata del Sommelier’; quest’anno l’organizzazione è stata affidata alla Delegazione di Vicenza e si è svolta il 10 giugno 2012. Capitanati dal Delegato Pierluigi Rossato e coordinati dai Consiglieri di Delegazione, i colleghi vicentini si sono mobilitati sin da marzo per far si che l’organizzazione della Giornata fosse impeccabile e così è stato. La manifestazione si è svolta a Lonigo, attivo centro della provincia di Vicenza, dove la Delegazione ha la sua sede. La bella giornata ha permesso l’accoglienza dei soci F.I.S.A.R., e non solo, nella piazza antistante il Teatro comunale Giuseppe Verdi, dove si è svolto il convegno: ‘Magiche Bollicine - Espressioni e Identità dei Territori del NordEst’. Moderati da Andrea Fabio, docente C&D e Consigliere Delegazione Vicenza, si sono avvicendati sul palco: Graziella Cescon, il nostro Vice Presidente Nazionale, che ha portato i saluti del Presidente Nazionale Nicola Masiello e di tutta la F.I.S.A.R.; Giuseppe Boschetto, Sindaco di Lonigo, per i saluti della città; Antonio De Vitiis, Coordinatore F.I.S.A.R. per il NordEst, che ha salutato a nome di tutte le otto Delegazioni che compongono il Coordinamento: Padova,

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Pordenone, Portogruaro, San Donà di Piave, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza; Pierluigi Rossato ha salutato a nome della sua Delegazione. Sono quindi iniziati gli interventi degli oratori sul tema della manifestazione: Pietro Zambon, Presidente Gruppo Collis; Giancarlo Vettorello, Direttore Consorzio Conegliano-Valdobbiadene Prosecco DOCG; Fausto Peratoner, Direttore Commerciale Gruppo LaVis; Abele Casagrande, Direttore Commerciale Riondo. Tutti hanno apportato interessanti contributi sull’argomento. A seguire Graziella Cescon, nel momento più sentito da tutti i presenti, ha consegnato a Giancarlo Prevarin, Presidente Associazione Enologi Enotecnici Italiani, l’attestato di Sommelier Onorario F.I.S.A.R. e l’ha insignito del tastevin d’argento. Il Consigliere Nazionale Giorgio Pennazzato, Responsabile Organizzazione e Gestione C.T.N., ha quindi ricordato il significato e lo scopo dei Corsi C&D, citando anche le altre attività. Da ultimo il Segretario Nazionale, Mario Del Debbio, ha consegnato gli attestati di frequenza dei corsi C&D ai corsisti presenti in Sala. Presenti al Convegno anche le Consigliere nazionali FISAR Claudia Marinelli e Luisella Rubin che, assieme a Graziella Cescon, sono state invitate sul palco a ricevere un grazioso omaggio floreale.

Nel frattempo i sommelier in servizio, delle Delegazioni del triveneto, avevano preso posto negli otto stand di degustazione in Piazza Garibaldi, antistante Palazzo Pisani, allestiti dai colleghi di Vicenza, due dei quali, Valter Rebesan ed Ugo Biasin, sono rimasti per tutto il giorno dietro le quinte facendo si che tutto andasse per il meglio.. Dalle ore 9.30 alle ore 18.00 soci F.I.S.A.R. e il pubblico presente hanno potuto degustare i vini spumanti che ciascuna delle otto Delegazioni del triveneto avevano portato in rappresentanza del proprio territorio; a completare la degustazione era presente una selezione di formaggi e salumi tipici locali. Alla fine del Convegno i partecipanti si sono spostati nelle vicine sale di Palazzo Pisani, edificio storico ubicato al centro della città; qui è stato servito il pranzo a buffet seduto a cura de “Le Buone Tavole dei Berici”, gruppo di ristoratori vicentini, ed anche qui erano presenti, con eleganza e professionalità, i sommelier F.I.S.A.R. del triveneto per il servizio dei vini. Terminato il pranzo, alle ore 14.30 è iniziato il Concorso ‘Miglior Sommelier F.I.S.A.R. Italia Nord Est 2012’, cui hanno partecipato nove sommelier; la Commissione d’esame era composta da: Silvio Dalla Torre, Responsabile Tecnico del C.T.N. F.I.S.A.R.; e dai già citati Graziella Cescon, Mario

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Del Debbio, Giorgio Pennazzato e Claudia Marinelli; ospite d’onore Luca Canapicchi Miglior Sommelier F.I.S.A.R. 2011. Chi aveva prenotato, i 60 posti erano tutti esauriti, ha potuto partecipare alla Degustazione di una selezione di vini Spumanti del Triveneto guidata dal Prof. Vanino Negro e dalla Sommelier F.I.S.A.R. 2010 Karen Casagrande. Il prof. Vanino Negro ha iniziato la presentazione con un escursus storico facendo riferimento a testi e immagini che fanno parte della storia e della cultura europeo -mediterranea che parlano o rappresentano vini frizzanti o spumanti, e non solo; nell’ordine: Il Libro dei Salmi (anno 1000 a.C.); l’Iliade di Omero (episodio dello Scudo di Achille - 900 a.C.); Virgilio, Properzio, Lucano, Plinio; Tecnica romana delle anfore impermeabili, in zone fredde Ulpiano / Cassiodoro; Acinatico 300 d. C; Dom Perignon 1640: la fermentazione in bottiglia; Pasteur – i lieviti; Martinotti - la fermentazione in autoclave. Terminata questa breve ma molto interessante presentazione, i partecipanti hanno potuto degustare una selezione di sei vini spumanti, metodo classico e metodo charmat. Nel frattempo il Concorso proseguiva; dopo la prova scritta i concorrenti sono passati alla prova teorico-pratica. Al termine la Commissione si è riunita per deliberare; dopo un’attesa più lunga del previsto, il Segretario di Commissione Silvio Dalla Torre ha letto l’esito del concorso: terzo classificato Francesco Dal Bello, Delegazione di Treviso, secondo clas-

sificato Luca Tovaglia, Delegazione di Treviso; quindi dopo l’immancabile attimo di suspance è stato proclamato il Miglior Sommelier F.I.S.A.R. Italia Nord Est 2012, quest’anno una collega: Stefania Moro della delegazione di Venezia. Graziella Cescon, in qualità di Presidente della Commissione d’Esame, ha quindi invitato il Sindaco di Lonigo, Giuseppe Boschetto, a consegnare la targa alla emozionatissima e meravigliata vincitrice.

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A Stefania Moro anche un viaggio di cinque giorni in Portogallo offerto dal main sponsor del Concorso “Amorim Cork Italia”; Stefania, assieme agli altri due colleghi, parteciperà al Concorso Nazionale Miglior Sommelier F.I.S.A.R. 2012 che si terrà nell’ambito del Congresso Nazionale Elettivo che si svolgerà a Venezia il 13 e 14 ottobre 2012.

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Notizia inviata da Lucio Chiaranda Coordinamento Nord Est

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Consegna degli attestati di primo e secondo livello per la Fisar di Caserta

ercoledì 20 giugno 2012 presso il ristorante The Clock in zona Vaccheria a San Leucio (Caserta) la Delegazione di Caserta ha organizzato una cena conviviale per la consegna degli attestati di partecipazione per i corsi di sommelier di 1° e 2° livello che si sono tenuti tra dicembre e giugno nella città di Caserta. er il primo livello hanno ricevuto gli attestati ventuno corsisti: BIANCO Salvatore, CICCARELLI Raffaele, CORUZZOLO Fabio, DE BIASIO Giulio, DI GIACOMO Alessandro, ESPOSITO Vincenzo, FERRARO Vincenza, IMPARATO Mariella, IMPARATO Nicola, MADONNA Massimiliano, MAROTTA Angelo, PALMIERO Antonio, PETRILLO Francesco, PETRILLO Gerardo, PICCIRILLO Pierluigi, PIGNATA Domenico, PIROLO Fabrizio, RODRIGUEZ Jacqueline, SFERRAGATTA Mariacarmina, STELLATO Nicola, TRODELLA Assunta Raffaela. Per il secondo livello i diciannove che hanno ottenuto l’attestato sono stati: CAMANZO Filomena, CAMPOLATTANO Orsola, COLELLA Adele, COMUNE Enza, D’ADDIO Stanislao, D’AMORE Francesco, DI MONACO Filomena, GARGIULO Egidio, LOMBARDI Giuseppe, MANNA Alessandro, MONE Maria Concetta, MUSONE Paolo, NATALE Donato, PENNACCHIO Saverio, PERRETTA Giacomo, PETRILLO Imma, STELLATO Maria Consiglia, TABORDA Idarraga Luz Adriana, TOTI Andrea. Durante la serata hanno presenziato alla consegna, oltre al Delegato Mariano Penza e il Segretario Carlo Iacone, anche il Sindaco di Caserta Pio del Gaudio, la giornalista e scrittrice Nadia Verdile, il fiduciario di Slow Food Caserta Francesco Marconi e il consigliere del Consorzio di Bonifica Francesco D’Amore nella veste anche di corsista e quindi di “diplomato” Fisar di secondo livello. Molti sono stati i temi trattati negli interventi realizzati dai protagonisti, dall’importanza di riconoscere come patrimonio storico-culturale di Terra di Lavoro le eccellenze enogastronomiche, alla necessità di rendere quanto più fruibile possibile la città di Caserta e provincia come destinazione turistica e far riappropriare i cittadini casertani di strade, piazze, giardini e tutti quegli spazi che spesso l’incuria dell’uomo, l’incapacità della politica e la rincorsa eccessiva

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al progresso hanno reso invivibili. Il Sindaco Del Gaudio ha dichiarato come le attività della Delegazione Fisar di Caserta siano degne di plauso perché oltre a valorizzare il patrimonio vitivinicolo di Terra di Lavoro, attraverso l’organizzazione di corsi di sommelier, eventi, manifestazioni ed iniziative collaterali, pongono le basi per creare opportunità professionale nel settore della ristorazione ed enogastronomia in generale. La presenza e l’intervento inoltre del fiduciario di Slow Food della condotta di Caserta non hanno fatto altro che rafforzare e ribadire la partnership che si è instaurata a livello nazionale tra la Fisar e Slow Food, per dare vita a sinergie sempre più propositive e costruttive.

La consegna degli attestati è stato un pretesto anche per degustare un ottimo menu con ricette legate alla tradizione casertana come gli scialatielli freschi con melenzane, pomodorini e provola oppure l’entrecote di carne di bufala con patate. Il tutto accompagnato da due ottimi vini dell’azienda Nugnes, un Falerno del Massico DOC Bianco e un Falerno Del Massico DOC Rosso. Ad allietare la serata è stato Antimo Casertano attore e sceneggiatore emergente, napoletano, che da buon mattatore ha intrattenuto i presenti recitando poesie e filastrocche musicate nelle quali i temi principali sono stati i proverbi napoletani e i luoghi comuni.

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Notizia inviata da Mariano Penza della Delegazione di Caserta


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La Delegazione di Lodi protagonista ad Artevino 2012

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rtevino 2012 per la delegazione Fdi Lodi è stata un’esperienza davvero interessante. Molto divertente e costruttiva. Giunta all’ottava edizione questa manifestazione coniuga l’arte (quest’anno sono state esposte le opere di Franco Francese) ed il vino, la degustazione e la condivisione di calici fra gli ospiti che vengono a visitare la mostra e gli esercenti impegnati nell’offerta dei prodotti delle loro cantine. Questo evento si tiene all’interno di Villa Trecchi a Maleo (Lo), occupando sia il magnifico parco (che ha ospitato la cena di gala) sia l’interno della villa e le cantine sotterranee. La delegazione di Lodi si è attivata allestendo un desk istituzionale per la promozione associativa, facendo il servizio alla cena di gala e coadiuvando Slowfood nella realizzazione dei “Laboratori del Gusto” che si sono susseguiti nelle sei giornate di manifestazione (si snoda su due week-end consecutivi). Evento clou della nostra delegazione è stata una verticale di Sassicaia, dal 1999 al 2003, che si è svolta Sabato 23 Giugno in una bellissima sala della villa alla presenza di ospiti graditissimi e molto interessati. Ed è proprio questa splendida esperienza che vogliamo condividere con tutti i colleghi F.I.S.A.R. e con gli appassionati che seguono la nostra rivista. Sull’onda dell’emozione che non mi ha

fatto chiudere occhio la notte successiva per aver realizzato un sogno volevo provare a scrivere quanto abbiamo sentito in bocca, nel cuore e nella mente degustando Sassicaia 1999, 2000, 2001, 2002 e 2003. Un’escalation di sensazioni visive, olfattive e gustativ assolutamente coerenti nella loro eccezionalità. Di calice in calice una riconferma di emozioni, il fresco e verde sottobosco della vegetazione bolgherese fa da filo conduttore trasversale, trade d’union fra il vino ed il territorio in cui si è radicato da anni immemorabili, dopo che un uomo, il Marchese Mario Incisa della Rocchetta ha creduto, ha rischiato ed ha studiato impianti di Cabernet Sauvignon e Franc nel terreno di Bolgheri…tanto simile per conformazione ai terroir francesi del Graves e della Gironda da essere convinto che in questo angolo di Toscana si potesse esprimere la straordinarietà di un grande Bordeaux. E proprio così fu…stessa grandezza e stesso fascino, con l’aggravante (se così la si può chiamare!!!) di un’unicità di struttura, di corpo e di emozioni, che fanno di questo vino una vera avanguardia del Made in Italy nel mondo. 5 annate nei calici allineati di fronte a noi. Partiamo dal 1999…colore rosso rubino intenso, compatto ed intraguardabile; al naso la sensazione erbacea che connota i due Cabernet è appena accennata, soffusa, men-

tre l’evoluzione dei terziari, tabacco e cioccolato, entusiasmano un boisè delicato e fine ancorchè evidente. In bocca pieno, quasi masticabile, freschezza e tannino perfettamente allineati anche se sopraffatti da una grande ricchezza di estratto. Il tutto in un equilibrio perfetto ed una persistenza retrolfattiva davvero interessante per lunghezza ed intensità. Scaliamo al prossimo calice, il 2000, cerchiamo di traguardare il vino ma è impossibile, il colore è intenso, il vino rotea nel bicchiere scendendo con archetti lenti e compatti, denotando una corposità ed un estratto secco di decisa presenza. Al naso si ripropone la sensazione erbacea, leggermente più evidente rispetto al precedente, mentre i terziari, pur presenti, sono meno intensi, perfetto equilibrio olfattivo. Al palato si accentuano l’acidità ed il tannino, che al primo assaggio quasi non si sente, emerge subito dopo la deglutizione. Ed ora il 2001, la mano dell’artista si continua a sentire…il sottobosco verde, la felce, la foglia di pomodoro di un indiscutibile Cabernet ed in più un accenno di frutta rossa che nei precedenti calici era quasi impercettibile. La speziatura è evidente ma si mescola ai terziari. Olfattivamente direi che siamo di fronte al calice più equilibrato, come se si trovasse al centro della svolta evolutiva dell’eleganza dei

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terziari dei due precedenti, facendoci però presagire il frutto e la speziatura dei calici successivi più giovani. Al palato si ripropongono eleganza ed equilibrio, un tannino morbido e fine ed un’acidità che ti porta a riprendere in mano il calice; dal punto di vista retrolfattivo la persistenza è lunga e fine. Il 2002 ed il 2003 davvero ancora giovani giovani…la prova del loro perfetto equilibrio di beva va molto in là nel tempo, parliamo di vini con una capacità di invecchiamento importante ed assolutamente di altissima qualità (comprovata dai tre calici precedenti sui quali continuiamo a rimettere il naso perché l’evoluzione è continua ed il vino cambia regalandoci sensazioni olfattive nuove ed oltremodo intense). Nel 2002 si accentuano acidità e tannino in un fresco connubio che sposta l’equilibrio di questo vino verso le durezze. Olfattivamente si ripropongono la tipicità del Cabernet Sauvignon (la foglia di pomodoro) e quella del Cabernet Franc (la speziatura, pepe e chiodo di garofano); i terziari, con il tabacco ed il cioccolato, sono ancora lì sopiti, ci sono ma non spiccano, tutto ciò indice di una lenta ma ottimale e progressiva evoluzione, con i tempi del vino e non dell’uomo. Gustativamente la freschezza è impor-

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tante e prevale sulle morbidezze di questo vino che, pur presenti ed importanti, ancora non si esprimono al massimo; ma c’è tutto il tempo per fondersi con le durezze che andranno smussandosi nella lunga sosta in bottiglia. Ed eccoci all’ultimo calice, ahimè, nel senso che fare altre 5 annate avrebbe prolungato l’emozione. Un 2003 ruvido, allappante, dir giovane è dir poco, ma con una forza ed una robustezza davvero importanti. Questo calice lo dobbiamo solo immaginare nella sua evoluzione, ma avendo i precedenti ad illuminarci la via possiamo davvero garantire su un prodotto che fa della sua perfetta longevità un must inattaccabile. Ecco, questo è stato il nostro emozionante percorso; spero di essere riuscita a declinare le caratteristiche organolettiche di questi calici anche senza formulare una scheda di degustazione da manuale, ma la piacevolezza e l’emozione che una tale esperienza suscita sono imprescindibili se si vuole raccontare non solo “cosa un vino è” ma soprattutto “cosa un calice dà raccontando la sua storia”.

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Notizia inviata da Annarita Granata della Delegazione di Lodi


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La delegazione di Pisa a Migliarino Pisano alla scoperta delle Bollicine Marchigiane

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nteressante la degustazione organizzata da Luca Barsanti, Sommelier della Fisar pisana, incentrata alla scoperta degli spumanti marchigiani. Ricordando Giacomo Leopardi che in “Lo Zibaldone” affermava che “il piacere del vino non è corporale semplicemente, anzi consiste principalmente nello spirito”, Luca ha condotto per mano, i convenuti alla Club House Tenuta Isola di Migliarino Pisano, in un percorso nuovo e affascinante. L’ambiente, dove la natura si sposa con la serenità e l’armonia, ideali per il cavallo, e pare di trovarsi isolati dal mondo in un mare di pace, esalta l’animo alla ricerca delle sensazioni spirituali e corporali che possono donarci questi meravigliosi prodotti enoici. Abbinati ad un menù di mare veramente originale, si è voluto iniziare dai sapori tenui del polpetto alla crema di patate per continuare con

Reginette al baccalà e pomodorini Datterio, la cui pasta all’uovo ingentilisce il baccalà mantecato al punto giusto cui si aggiunge il dolce del pomodoro. A seguire seppie gratinate al forno con mandorle tritate e pomodori gratin, che hanno riscosso grandi consensi per la loro bontà, per terminare con una crostata con ricotta e ciliegie di Vignola. La degustazione si basava sulle “Bollicine Marchigiane”. Le uve lavorate variano dalla Passerina, al Verdicchio dei Castelli, al Lacrima tutte in purezza che possono trovare una interessante finalizzazione nei metodi classici di spumantizzazione offrendo al mercato alternative di cui i consumatori accorti possono trarre grandi soddisfazioni. Questi spumanti si armonizzano ottimamente al palato esaltandosi vicendevolmente in un tripudio di sapori, aromi e profumi. All’antipasto è stato abbinato il Gaudio

Magno, Passerina 100% dell’azienda Cocci Grifoni, per seguire con l’Opale, dell’azienda Moncaro ricavato al 100% da Verdicchio dei Castelli di Jesi che si sposava benissimo con le Reginette al baccalà, ambedue spumanti brut Doc ottenuti con metodo Charmat. Con le seppie è esploso con tutti i sentori e profumi il Madreperla, produzione sempre dall’azienda Moncaro, spumante brut metodo classico, composto da Verdicchio all’80% ed il restante 20% da uve Montepulciano d’Abruzzo cui conferisce una buona persistenza. Le uve di Verdicchio sono sottoposte ad una pressatura soffice dei grappoli interi, mentre le uve di Montepulciano sono pressate in maniera soffice dopo raffredamento. L’imbottigliamento avviene in primavera a la rifermentazione in bottiglia prevede una presa di spuma molto lenta. Il prodotto riposa sui lieviti per 36 mesi. Il liqueur d’expedition è ottenuto con Verdicchio Riserva di varie annate e una piccola aggiunta di acquavite di vino Verdicchio stagionato per 3 anni in barrique: senza dubbio il re della serata. Con il dessert non poteva mancare l’Ametista, spumante dolce, ottenuto con le uve Lacrima ed il metodo Charmat, sempre di Moncaro. Il successo è stato decretato dai grandi applausi alla brigata di cucina ed al rango di servizio guidati, rispettivamente dai due contitolari Matteo e Tiziana Duè (nella foto mentre intrattiene i commensali). Una bella serata per una degustazione veramente da meditazione. Notizia inviata da Tiziano Taccola della Delegazione di Pisa Litorale

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Con la Fisar di Pisa alla riscoperta della bonifica di Massaciuccoli

el 1463 la Repubblica di Lucca prende il territorio della marina e nel 1488 fu fondata la società Maona che nel 1500 tentò senza successo la bonifica idraulica del territorio. Dopo diversi tentativi non riusciti, prima del fiammingo Guglielmo Raet e poi dell’olandese Van Der Street, finalmente nel 1908 il lago diventa pubblico. La bonifica del lago e delle paludi venne iscritta nel Testo Unico della leggi sulle bonificazioni il 30 dicembre del 1923 n° 3256. Il compimento di tale opera si ebbe nel 1938 e oggi il comprensorio si estende per 38 mila ettari che per buona parte erano terreni paludosi e malsani. Al limite estremo della grande bonifica di Massaciuccoli, immerso nel verde del Parco Naturale di Migliarino, a lato della vecchia e storica statale Aurelia si trova il ristorante “La Bufalina” di Vecchiano, località al confine del Pisano, dove l’ambiente circostante risente enormemente del flusso magico di Torre del Lago. In principio la costruzione era una casa colonica con tutti i suoi buoni requisiti, ma circa quarant’anni fa avvenne la trasformazione: divenne un ristorante con una buona cucina tipica attenta alle tradizioni. Prese il nome dal canale che passa qui a lato che, come in origine, è tornato a congiungere il Mar Tirreno al lago di Massaciuccoli. Non sono molte le trasformazioni esterne

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che la struttura ha subito,soprattutto per far in modo che non si perdessero, nella corsa del tempo, le caratteristiche della ristorazione che riportano la mente ai ricordi di quell’epoca, per cui, all’interno, tra le mura di pietra e soffitti con travi di un tempo, il calore è rimasto inalterato.L’ambiente è caldo ed ospitale, il personale competente e gentile e molti clienti decidono di festeggiare qui le loro ricorrenze. Grazie alle tante piccole e grandi storie vissute, amicizie, passioni, amori che hanno lasciato tra le mura un po’ delle loro emozioni, questo ristorante è diventato sempre piu’ importante e punto di riferimento per pranzi familiari e di cerimonia per le ultime generazioni nonchè luogo d’incontri di lavoro o

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di svago. Il giardino a lato del casale, che consente di mangiare all’aperto appena la temperatura lo permette, è diviso in alcuni piccoli gazebi con al centro una divertente fontana atta ad infondere un maggior senso di frescura nelle calde serate estive. Ed è proprio in quest’ultima parte che Liana Benini, responsabile dei Sommelier della Fisar di Pisa, ha voluto celebrare la tradizionale cena d’Estate sotto le stelle. Subito il calice di benvenuto: Prosecco di Valdobbiadene, vino con particolari note fruttate servito con stuzzichini salati vari ed una volta al tavolo gli antipasti: mousse di nasello, gamberoni all’agro con salsa sciamura (sorta di passato di pomodori aromatizzato), saccottini di sfo-


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glia con pesce e zucchini, involtino di melanzana ai crostacei gratinato con pomodorini Pachino, accompagnati dal Vermentino di Gallura Cucaione Docg dell’azienda Mancini. Il risotto alla marinara, servito al dente e ricco di sapori, con i paccheri alla trabaccolara, condimento tipico viareggino ottenuto con pesce “povero”, ma decisamente gustoso, hanno contribuito alla dotta disquisizione sulle versatilità del medesimo Cucaione. Sulle successive pietanze: branzino al forno con verdure gratinate e fritto alla viareggina, è stato abbinato il Mancini Primo, sempre Vermentino di Gallura

docg della medesima azienda, dalla giusta acidità e con note profumate superiori, dove il vino vermentino in purezza vinificato con criomacerazione si è ben fuso con i piatti proposti. In chiusura pasticceria secca di produzione propria con ricchezza di biscottini e pasticcini bagnati dal Passito di Pantelleria. La cena decisamente gradevole si è caratterizzata per i tempi di servizio dilatati che hanno costretto i nostri bravissimi sommelier, Massimo Marchi e Lorenzo Mariotti, a dei virtuosismi per servire comunque i vini alla giusta temperatura, anche se l’allungar dei tempi ha favorito le discus-

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sioni sui vini. In particolare il secondo vermentino che, per effetto della criomacerazione, avrebbe dovuto sviluppare maggiori sentori floreali,mentre per alcuni, il vegetale diventava prevalente, togliendo un po’ di equilibrio al vino. Ma a parlar di vino non si invecchia mai! Al termine i convenuti hanno ringraziato con un caloroso applauso il titolare Antonio Landucci, l’organizzatrice della serata Liana Benini, il Rango di servizio e la Brigata di cucina.

Notizia inviata da Tiziano Taccola della Delegazione di Pisa

Il vino sotto le stelle con la Delegazione di Lucca-Garfagnana

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l 10 e 11 di agosto si sono svolte, nell’ambito della manifestazione calici di stelle 2012, due serate organizzate dalla F.I.S.A.R delegazione di Lucca-Garfagnana, in collaborazione con il Comune di Capannori e la Strada del Vino e dell’Olio di Lucca, Montecarlo, Versilia. Le numerose persone presenti hanno potuto degustare i migliori vini prodotti dalle 27 aziende associate per un totale di oltre 100 etichette guidate dai sommelier della federazione e dai produttori delle aziende; le degustazioni sono state tenute nel giardino della splendida e suggestiva Villa Lazzareschi, un luogo prestigioso e raffinato per un evento veramente

speciale, dimora storica del ‘700, nella frazione di Camigliano di Capannori. Nel retro della villa, in una zona buia appositamente allestita, i partecipanti hanno potuto osservare le stelle guidati dal Direttore dell’Osservatorio Astronomico-Ambientometrico del comune di Capannori, Matteo Santangelo. Un piccolo salotto sotto una secolare magnolia è stato riservato agli “Amici della dolcevita”, per degustare in tranquillità il piacere e il gusto del sigaro italiano. Nel gazebo della splendida limonaia è stata allestita una mostra di dipinti del noto pittore lucchese Giampaolo Bianchi.

A completare la serata, Il Mago Woland ha allestito spettacoli di magia mentre dal Conservatorio di Musica Elettronica “L.Cherubini” di Firenze, la giovane allieva Margherita, ha allietato i numerosi presenti con note classiche e opere liriche, contribuendo a rendere ancora più magica e senza tempo l’atmosfera. All’uscita uno spazio è stato dedicato alla prevenzione grazie alla presenza della Polizia Municipale di Capannori, che su richiesta ha dato la possibilità di utilizzare l’etilometro per diffondere la cultura del bere consapevole nel rispetto della vita. Notizia inviata da Toschi Roberto della delegazione Lucca-Garfagnana

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amiglia La delegazione pisana al Cosmopolitan Golf Club

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n compleanno di 140 anni per Marina di Pisa ed 80 anni per Tirrenia-Calambrone! Un festeggiamento caldeggiato da “La Nazione”, la Confcommercio ed il SIB-Sindacato Balneari, Boccadarno Porto di Pisa SPA, Provincia di Pisa con gli sponsor Tirrenia Doc Caffè e Akua Keta. Le origini di Marina di Pisa sono legate alla lontana vicenda del litorale pisano, fin da quando il re Vittorio Emanuele II revocò il privilegio, concesso dai Lorena ai pisani, di usufruizione del territorio a nord di boccadarno, i quali dovettero trasferirsi sulla riva sinistra dell’Arno. Nacque così Marina di Pisa, ricca di frequentazioni illustri dove in seguito si installò il cantiere aeronautico dei famosi idrovolanti tedeschi Dornier Wal che ne segnò il destino. Diversa la nascita di Tirrenia, voluta da Mussolini

nel 1932 per farne la sede del rinnovato cinema italiano, e di Calambrone dove in pochi anni sorsero le grandi colonie simbolo del welfare fascista. Luoghi che hanno visto il passare di personaggi illustri e famosi: D’Annunzio e la Duse, Giuseppe Viviani, Giovacchino Forzano e il cinema nei teatri di posa della Pisorno con i grandi divi d’anteguerra, ma anche Carlo Ponti e Sofia Loren, Vittorio De Sica e Federico Fellini nonché l’indimenticabile Alberto Sordi. Una festa resa ancor più scenografica grazie alla location intorno alla piscina del Cosmopolitan Golf Club e mirabilmente condotta dal giornalista Massimo Marini, che ha visto il culmine con il taglio della magnifica torta, pan di Spagna e crema pasticcera, offerta da La Nazione, ed il servizio “calici” effettuato dai bravissimi Sommelier Simone Cantoni e Franco Barsotti che hanno servito per il brindisi benaugurale il Moscato di Cesarini Sforza sotto gli occhi attenti del delegato provinciale della Fisar di Pisa e Litorale Mariacristina Messina. Il perfetto abbinamento è stato possibile grazie alla gentile e gratuita fornitura delle bottiglie fatta da Franco Barsotti, titolare insieme alla moglie dell’enoteca “Terre di Toscana” a Mezzana. È stata quindi presentata la maglietta “T-short” commemorativa dell’evento, indossata per l’occasione da quattro belle ragazze cha hanno sfilato sulla terrazza, Rachele Banti, Giulia Mattolini, Alessia Nencini e Irene Salvini. Notizia inviata da Tiziano Taccola della Delegazione di Pisa e Litorale

La Fisar di Prato consegna gli attestati

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ncora una volta, una location di grande prestigio, la rinascimentale villa Le Farnete, ha rappresentato la degna cornice per la serata conclusiva dell’anno sociale della Delegazione Pratese, tenutasi il giorno otto Giugno 2012, durante la quale sono stati consegnati gli attestati ai trentasette corsisti di primo livello che hanno

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superato brillantemente la prova finale. È stata l’occasione per presentare un produttore friulano ed i suoi vini: Stanislao Radikon. L’Azienda Radikon, è situata sulle alture di Oslavia, Gorizia, nel cuore del Collio; i suoi terreni rispondono a requisiti ottimali per una viticoltura di eccellenza.

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Dopo i saluti del Delegato, Alessio Vitali, la parola è stata data al produttore, che ha spiegato la filosofia del “vino naturale”. Sono vini prodotti senza l’aggiunta di alcun conservante, per cui, come ha affermato lo stesso produttore, “sono totalmente genuini”. La presenza di qualche velatura è dovuta all’assenza di filtrazione; il colore molto intenso anche per i bianchi è legato al particolare tipo di macerazione, e ad una fermentazione molto lunga. I vini Radikon sono stati abbinati a piatti squisiti, curati da chef di grande prestigio e maestria: Un involtino di asparagi e crudo di Cormons, con Frico di patate al Montasio è stato gustato assieme ad un Jakot 2006, al 100% tocai friulano. Una Ribolla gialla 2006 ha accompagnato un risotto ai funghi porcini profumato alla Nepitella.

A seguire, un secondo piatto di Maialetto primavera con riduzione di Ribolla gialla, a cui è stato abbinato un Oslavje 2006, costituito da Pinot grigio, Sauvignon e Chardonnay. Dulcis in fundo, accanto ad un formaggio vaccino stagionato Oro Nero, un Merlot 2002. In questa serata, la Delegazione pratese ha avuto il piacere di avere come ospite d’onore la signora Claudia Marinelli, Consigliere Nazionale Fisar. Altro gradito ospite della serata è stato Luca Lumini, il Delegato FISAR della Versilia. Momenti di grande allegria, che hanno visto come protagonisti soprattutto i Corsisti di primo livello. Il gruppo, molto numeroso, guidato dal Direttore di Corso Vanda Ingarozza, si è distinto per l’interesse e la serietà posta in questo loro primo approccio alla cultura del vino. Un’altra caratteristica

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ha contraddistinto questo gruppo: la socializzazione, che è stata visibile in questa serata briosa, e che, insieme alla passione da loro dimostrata, rappresenta certamente uno dei motivi che fa ben sperare nella prosecuzione dello studio del vino per questi appassionati cultori del variegato mondo dell’enologia. Gli attestati sono stati consegnati fra gli applausi dal Consigliere Nazionale Claudia Marinelli e dal Direttore di Corso Vanda Ingarozza. Al nuovo Consiglio, che era presente al completo, va il plauso per la buona riuscita della serata. Il servizio è stato assicurato, con professionalità, dai Sommelier: Gionni Bonistalli, Paola Cappellini, Fabrizio Fabbri, Simona Gaiffi.

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Notizia inviata da Vanda Ingarozza, Delegazione FISAR di Prato

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La Delegazione di Salerno a Di Cantina in Cantina

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i sono molti ottimi vini che non hanno una storia da raccontare. Ci sono splendide storie che non sono supportate da un buon vino. Ma ci sono anche delle eccezioni, che rappresentano le eccellenze del Made in Italy nel mondo del vino e che evocano il vero spirito italiano. Nel mondo siamo da sempre definiti passionali e di cuore, e non è falso. Sono alcune delle nostre migliori peculiarità. Aggettivi che calzano a pennello anche addosso ad una grande signora del vino, Silvia Imparato, madre del celebre Montevetrano. È nel bel mezzo della sua carriera di foto-reporter che arriva la chiamata della “terra” e del “vino”, e lei non ci pensò su due volte. In una storica ed interessante proprietà di famiglia, a pochi chilometri dalla città di Salerno, diede vita alla sua azienda agricola. Era il 1991 quando - con le prime bottiglie versate nei calici – ci si rese conto che non si trattava di un divertimento tra amici, ma di una interessante scommessa. Ecco soltanto alcune delle ragioni per cui nel tour “Di Cantina in Cantina” della FISAR Salerno è stata prevista una visita all’azienda dei Picentini. Tra la macchia mediterranea, aree boschive, ulivi e vigneti, il delegato Alberto Giannattasio ha guidato una folta delegazione di sommelier ed aspiranti tali alla scoperta di una zona

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divenuta un riferimento nel panorama vitivinicolo italiano. Non è mancato un momento didattico volto alla conoscenza della storia del luogo ed alla ricchezza botanica, curato da Guido Medolla, esperto e studioso di tradizioni gastronomiche e proprietà salutistiche di erbe e cibi. Il castello di Montevetrano si erge sulla sommità della collina, presidio d’osservazione per l’accesso alla Valle. Castrum romano sin dal III secolo a. C., tra l’XI ed il XII secolo venne dotato di mura perimetrali, aperte sul lato nord dall’antica porta di accesso. Al termine della degustazione guidata

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assieme a Silvia Imparato, dove si è ampiamente discusso della possibilità di servire a temperature più basse un vino di questo calibro, è seguito un momento di sperimentazione gastronomica. Celebrando la Campania è stato servito un babà della Pasticceria Iuliano, accompagnato da una riduzione di Montevetrano. La consegna del taste vin all’imprenditrice ha chiuso un’intensa giornata di degustazioni ed approfondimenti, volti a conoscere da vicino le migliori aziende del salernitano. Notizia inviata da Antonella Petitti per la Delegazione di Salerno


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La Delegazione di Venezia consegna gli attestati di sommelier

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er aspera ad astra’ con questo motto venerdì 15 giugno il Delegato di Venezia, Lorenzo De Rossi, ha voluto salutare i neo sommelier della nostra Delegazione. In effetti il cursus studiorum per alcuni di loro era iniziato nel 2009 poi, per accadimenti che sono venuti incrociandosi, il ciclo di studi si è potuto concludere solo oggi. Il corso di terzo livello si è tenuto nella piccola ma suggestiva Sala degli Specchi del Ristorante ‘Le Maschere’, il ristorante che si trova all’interno dell’ Hotel Spendid Venice è gestito dalla famiglia Marsilli, nello specifico da Matteo ed Alessandro coadiuvati, tra gli altri da Anna, Christian e dallo chef Massimo, siamo nel cuore della città, a due passi dal Ponte di Rialto e da Piazza San Marco. Come spesso accade, le lezioni più interattive del 3° livello hanno permesso ai corsisti, provenienti da percorsi diversi, di rafforzare i rapporti interpersonali, favorendo il nascere ed il consolidarsi di amicizie. Per la cena della consegna degli attestati è stato scelto il ristorante ‘Vecia Cavana’, sempre nel cuore della città, sempre gestito dalla famiglia Marsilli qui presente con il capo famiglia Luciano ed il figlio maggiore Enrico. L’aperitivo, in apertura di serata, è

stato servito nello spazio più tipico che si possa trovare a Venezia: la calle, quella antistante il ristorante. Sono stati serviti apetizer e salatini accompagnati da Prosecco in versione magnum D.o.c.g. Extra Dry Carpenè Malvolti e dall’Aperitivo della Casa, l’ambientazione ha favorito la conversazione tra i presenti facilitati anche dalla bellissima serata estiva. Terminato l’aperitivo gli ospiti si sono accomodati in sala, i colleghi sommelier Daniela Serena e Massimo Piacentini hanno servito nell’ordine: Prosecco Colsaliz Extra dry con gli antipasti: Tris con granceola, canocchie, gamberetti polenta ed Assaggio di baccalà mantecato con polenta, Pinot Grigio Villanova D.o.c. Collio con i Tagliolini con scampi e punte di asparagi, il Risotto ai frutti di mare

ed anche il secondo piatto, Rombo dell’Adriatico al forno con insalatina novella. Presenti assieme al Delegato ed al Segretario i Consiglieri di Delegazione Cristina Lucchesi ed Emiliana Rosada, la serata è scivolata via in un clima familiare ed amichevole, dopo il sorbetto mela verde e prima del dolce, si è passati alla parte istituzionale, dapprima sono stati consegnati gli attestati ad alcuni dei partecipanti al corso di primo livello da poco conclusosi a Mestre, tra loro Sonia Bovo ed Anna Cardin, le migliori del corso, hanno anche ricevuto due cofanetti accompagnati da attestato offerti da Casa Carpenè Malvolti. Si è quindi passati alla consegna ai neo sommelier degli attestati da parte del Delegato, Lorenzo De Rossi,

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e dei tastevin da parte di Stefania Rizzo, Segretario di Delegazione ed aiuto direttore del corso, tastevin con cui è stato insignito ciascuno dei ‘miei ragazzi’: Cristian Barban, Ines Costa, Francesca Krippner, Ottavia Magnanini, Alaster Pechy, Ubaldo Rizzo, Nicola Sabbatini, Enrico Sambo, Gabriella Sandi, Dario Spezzamonte e Jole Vascon, mancava Alvise Finco, giustificato nel non essere presente perché in trepidante attesa di Gioele, il primogenito, che sarebbe venuto alla luce di lì a pochi giorni. Alla fine della premiazione è stato richiamato Nicola Sabbatini quale miglior corsista ed anche a lui sono

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donato un bellissimo calice di Murano personalizzato ed impreziosito dal nome scritto sulla base, l’emozione ci ha sopraffatto lasciandoci per un attimo senza parole. La cena si è conclusa con la Zuppa inglese della casa accompagnata da Sium D.O.C. Colli Orientali del Friuli connubio di Picolit e Verduzzo azienda La Viarte, Sium in friulano significa sogno e siamo certi che la conquista del tastevin sia stata, visti i sorrisi dispensati da tutti, il coronamento di un sogno da tempo vagheggiato. Notizia inviata da Lucio Chiaranda Delegazione Venezia

La Delegazione della versilia consegna di attestati di qualifica

l 21 Maggio scorso nella splendida cornice del Castello di Brolio, dove il Barone Bettino Ricasoli dette i natali ad uno dei più famosi vini del mondo, Il Chianti Classico, la Delegazione Versilia ha organizzato una gita in occasione della consegna degli attestati ai neo sommelier.Gli oltre 50 partecipanti hanno iniziato il tour nel primo pomeriggio, abilmente guidati dal personale addetto della tenuta Ricasoli, con la visita del Castello, del museo e dei bellissimi giardini con vista su tutto il territorio senese fino al Monte Amiata e oltre, godendo della bella giornata di sole e di una natura particolarmente rigogliosa visto il periodo. Molto interessante è stata la visita al museo dove sono

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andati attestato e cofanetto offerti da Carpenè Malvolti In un breve discorso Lorenzo De Rossi ha invitato tutti i neo sommelier a rimanere vicini alla Delegazione auspicando che molti di loro vogliano diventare parte attiva all’interno della Delegazione stessa, ha quindi ricordato che tutti saremo impegnati con il Congresso Nazionale Elettivo 2012 che si terrà a Venezia il 13 e 14 ottobre p.v. Ha fatto seguito una graditissima sorpresa che i corsisti hanno voluto riservare a chi li ha accompagnati durante i tre corsi, Stefania Rizzo ed il sottoscritto: a ciascuno dei due è stato

raccolti alcuni cimeli risorgimentali appartenuti al Barone Bettino Ricasoli che raccontano della Sua vita di uomo politico e di primo ministro

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del neonato Regno di Italia nonché coofondatore del quotidiano “La Nazione” accademico dei Georgofili. Quindi trasferimento in cantina per


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la visita e la degustazione dei primi quattro vini (Brolio Chianti Classico, Rocca Guicciarda Riserva, Casalferro e Castello di Brolio) nel bel locale una volta adibito a barriccaia e ora sala degustazione e piccolo centro congressi. A seguire, proprio nel centro congressi, si è tenuta la cerimonia della consegna dei diplomi ai sedici neo sommelliers alla presenza anche della responsabile del Centro Tecnico Nazionale Signora Marinella Bozzola oltre al Consiglio delladelegazione al gran completo. Successivamente tutti alla vicina “Locanda del Castello” per

la cena incentrata su piatti tipici della zona del Chianti accompagnati da altri quattro vini dell’Azienda non degustati in precedenza e più precisamente Torricella IGT Toscana 2010, Brolio Chianti Classico 2010, Casalferro IGT Toscana 2006 e Granello Passito. Molto apprezzato, stando ai commenti, l’abbinamento del “Colleferro”, Merlot in purezza, con la classica bistecca alla fiorentina. Mancavano pochi minuti a mezzanotte, quando tutti partecipanti si ritrovavano nel piazzale antistante l’ Azienda dove gli aspettava il Pullman

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che, in poco più di due ore, riportava tutti a a destinazione. Rimane il ricordo di una bella giornata sotto il sole della Toscana, in un luogo fra i più affascinanti della regione sia da un punto di vista culturale, storico e ovviamente enogastronomico. Un grande ringraziamento va a tutto lo staff dell’Azienda Barone Ricasoli che con puntualità e professionalità ha saputo davvero ben gestire questo evento. Notizia inviata da Luca Iacopini della Delegazione della Versilia

La ristorazione e la Fisar livornese sono in lutto per la morte (a 75 anni) di Mario Pellegrini

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on lui se ne è andato uno dei protagonisti della gastronomia e del buon bere, due cose che gli sono state a cuore fin dall’inizio della sua attività. Da tempo la salute lo stava abbandonando ed era sempre più difficile incontrarlo. Il suo impegno nella gastronomia era iniziato nel 1957 quando aprì il ristorante “Diva” a Ardenza. Dopo la guerra era quasi una scommessa aprire un locale dove mangiare bene, perché spesso si voleva “solo” mangiare molto. Era nel dna di Mario fare scommesse e vincerle. Ma non gli bastava: oltre alla buona cucina voleva preparare il suo personale (e quello degli altri ristoranti) anche per quanto riguarda il servizio del vino. Così un gruppo di ristoratori si ritrovava a Volterra da Beppino Raspi per dare vita alla Federazione Italiana Sommelier tra Albergatori e Ristoratori. Dopo poco era stato tolto il tra per poter “aprire” anche agli amanti del buon

bere e degli abbinamenti cibo-vino. È stato un uomo ed uno chef che ha sempre guardato avanti e la sua lungimiranza è stata sempre premiata. Dopo pochi anni apre il ristorante “Il Romito” sulla splendida scogliera a sud della città. Un posto incantevole che, con l’aiuto della moglie e dei figli Mirco e Marco (che da tempo hanno preso le redini dell’azienda) lancia definitivamente tra i migliori della città labronica sia per quanto riguarda la cucina marinara che seguiva personalmente sia negli acquisti del pesce, solo da pescatori “fidati” (e non poteva essere diversamente, visto il suo carattere) che in cucina, sia anche nella selezione di vini toscani (e maremmani, la sua terra di origine). La riprova dell’affetto che circondava Mario Pellegrini si è avuta il giorno dei funerali ai quali hanno preso parte non solo i “colleghi” ma anche tanti cittadini che in questo modo hanno voluto ren-

dere omaggio ad una persona (o ad un personaggio) che ha dedicato tutta la vita a tenere alta la bandiera della cultura del buon mangiare e del buon bere. Non solo la Fisar perde un riferimento importante, anche se in questi ultimi tempi non era più presente ma i convivi della delegazione avevano nel ristorante “Il Romito” un punto di riferimento molto amato. Anche l’ex presidente Leonardo Nardi ha usato espressioni di ricordo e di affetto per la famiglia, ricordando un compagno di tante “trasferte” e di impegno per far crescere questa federazione che proprio quest’anno ha festeggiato i “primi” 40 anni di vita. Dalla redazione de “Il Sommelier” le condoglianze alla famiglia di Mario Pellegrini.

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Notizia inviata da Gianfranco Grossi

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®® FEDERAZIONE

ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI

Si è conclusa con successo la collaborazione tra FISAR e GOLFITALIANO CUP

La Segreteria Comunica

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uesta collaborazione ha visto come protagonisti la Fisar e la rivista Golfitaliano nell’ambito di un circuito di gare svoltesi nei migliori Golf Club d’Italia. La Fisar con i suoi Sommelier ha garantito il servizio vini presso le strutture ricettive e ricreative dei club, proponendo e gestendo le degustazioni dei vini e gli abbinamenti ai prodotti tipici. Naturalmente è stato anche un momento importante per qualificare e far conoscere il nostro marchio in ambienti esclusivi e ricercati, ed in tutte le tappe si è riscontrato da parte dei partecipanti un forte interesse su quanto abbiamo proposto. Queste le Delegazioni che hanno partecipato: Savona, Verona, Roma, Alessandria, Castelli di Jesi Prato e Costa Etrusca, ed il socio Maurizio Cappai che ha curato i servizi effettuati in Sardegna; a tutte loro ed ai Sommelier il ringraziamento della Fisar per aver partecipato all’evento ed aver contribuito ad incrementarne l’immagine sul territorio. Soddisfatti del successo ottenuto e con la prospettiva di poter proseguire la collaborazione anche il prossimo anno, si ringrazia la Direzione di Golfitaliano cup nella persona del Direttore Dott. Donato Ala e tutte le aziende che con i loro prodotti di eccellenza sono state anch’esse protagoniste del successo.

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) GOLF SATURNIA (GR 26/ 05 GOLF GARLENDA (SV) 03/ 06 VI (VR) GOLF CA’ DEGLI ULI 10/ 06 (GR) GOLF ARGENTARIO 16/ 06 ONIERE (PO) PAV LE F GOL 06 23/ GOLF OLGIATA (RM) 01/ 07 GOLF VERONA (VR) 08/ 07 GAVI (AL) GOLF COLLINE DEL 15/ 07 GOLF CONERO (AN) 22/ 07 ) GOLF IS ARENAS (OR 19/ 08 ERO PORTO CERVO PEV F GOL 08 22/ Soma Bay - Egitto 28/ 10 - 04/ 11 Finale ALIANO.IT LETO su WWW.GOLFIT

REGOLAMENTO COMP


Delegazione di

Alessandria

Maurizio Cappai per la Sar

degna

Delegazione di Savona

Delegazione

di Castelli di

Jesi

Delegazione di Verona

Delegazione di Costa Etrusca

Delegazione di Prato

Delegazione di

Roma

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Lorenzo De Rossi

Congresso Venezia 13-14 ottobre

Alcune informazioni sul programma che ci attende.

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n saluto a tutti gli amici fisariani, sono Lorenzo De Rossi, Delegato di Venezia, scrivo queste poche righe per raccontarvi quanto abbiamo preparato per il Congresso che si terrà a Venezia il 13 e 14 ottobre prossimi. L’hotel prescelto il ‘Laguna Palace’ si trova a Mestre ed è una struttura moderna, a cinque minuti dalla stazione ferroviaria, situato in una zona della città da poco ri-urbanizzata, frequentata dai giovani e sede di numerose attività, tra le altre il distaccamento dell’Università di Ca’ Foscari. La giornata di sabato sarà dedicata alle attività istituzionali: Assemblea, Concorso Miglior Sommelier F.I.S.A.R. 2012, Concorso ‘Divinando’, inoltre, essendo il Congresso elettivo, come oramai tutti sapete, troverete i seggi, quest’anno aperti sia il sabato pomeriggio che la domenica mattina. Il Laguna Palace ha la peculiarità di avere una

San Giorgio

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darsena coperta da dove si può partire ed arrivare con le barche e proprio da qui partiremo con grandi motoscafi nel tardo pomeriggio di sabato percorrendo dapprima alcuni canali passando tra l’altro vicino a Forte Marghera, uno dei forti austro-francesi che costituivano il campo trincerato di Mestre, linea di difesa di Venezia, la struttura è rimasta praticamente inalterata, oltrepassato il forte sbucheremo in laguna. Attraversata la laguna risaliremo il Canal Grande per giungere direttamente a Ca’ Vendramin Calergi, sede non solo del Casinò Municipale ma anche del Ristorante Wagner, dedicato per l’appunto all’illustre musicista Richard Wagner che qui abitò e si spense. Il ristorante si trova al piano nobile, e lo splendido salone che ospiterà la nostra Cena di Gala si affaccia proprio sul Canal Grande. Anche il rientro sarà effettuato via acqua.

Piazzetta S. Marco di notte

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La domenica sarà dedicata alla visita di due delle isole che costellano la Laguna di Venezia. La prima è nota a tutti, si tratta di Murano, famosa in tutto il mondo per la produzione del vetro che le abili mani dei mastri vetrai sanno trasformare in vere opere d’arte. Avremo la possibilità di visitare una delle fornaci e vedere come il vetro viene lavorato, fu la Repubblica di Venezia a decretare il trasferimento di questa attività da Venezia all’isola per evitare il pericolo di incendi in città. Sempre a Murano pranzeremo presso il Ristorante ai Vetrai che il nostro socio Adino Boscolo gestisce assieme alla sua famiglia. La seconda isola che toccheremo è Sant’Erasmo, si tratta di un’ isola molto estesa, più della metà di Venezia, che sin dai tempi della Repubblica Serenissima è ‘l’orto’ della città. Qui un francese innamoratosi dell’isola, Michel Thoulouze, assieme alla sua famiglia ha creato una piccola azienda vinicola, forse può sembrare strano pensare ad un vitigno realizzato nel bel mezzo della laguna ma la presenza della vite in varie zone delle varie isole che compongono il tessuto urbano ha radici che si perdono nella storia, non dimentichiamoci del ruolo che Venezia ha avuto grazie alle sue attività commerciali nella diffusione del vino in Italia, uno fra tutti la malvasia. Michel ci accoglierà per farci visitare l’azienda, farci scoprire quali stratagemmi l’uomo ha creato per permettere alla vite e non solo di crescere in un ambiente circondato da acqua salata e soprattutto farci degustare la sua creatura: ‘Orto di Venezia’.

Murano - S. Maria e S. Donato

Punta salute (Canal Grande)

Terminate le visite ed il pranzo sempre via acqua rientreremo all’hotel dove potremo aggirarci tra gli stand di degustazione dei Consorzi in attesa dei risultati delle votazioni e della proclamazione degli eletti. La giornata si chiuderà con un buffet pomeridiano e nell’occasione brinderemo ai neo Consiglieri Nazionali. Se siete arrivati fino a qua vuol dire che sono riuscito a catturare la vostra attenzione, non vi resta ora che prenotare per veder concretizzato quanto vi ho anticipato.Vi attendo a Venezia per potervi salutare di persona.

ELEZIONI CONSIGLIO NAZIONALE FISAR: COME SI VOTA”

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er consentire la massima affluenza dei soci e dare ad ognuno la possibilità di esprimere le proprie preferenze, i seggi elettorali saranno aperti nella giornata di sabato dalle ore 12,00 alle ore 18,00 e nella giornata di domenica dalle ore 8,30 alle ore 14,00. Le operazioni di spoglio e conteggio dei voti avranno inizio subito dopo la chiusura dei seggi e la proclamazione degli eletti avverrà intorno alle ore 16,00. Ricordiamo che possono votare tutti i soci in regola con la quota associativa alla data di convocazione dell’assemblea (a termini di statuto 15 giorni prima della data prescelta). Possono candidarsi tutte le categorie di associati in regola

con la quota associativa e le candidature devono pervenire alla Segreteria Nazionale almeno 30 giorni prima dello svolgimento dell’Assemblea secondo le modalità previste dal Regolamento di attuazione dello statuto (scaricabile dal sito www.fisar.com) I soci impossibilitati ad intervenire personalmente all’assemblea hanno facoltà di delegare un altro associato di loro fiducia a rappresentarli ufficialmente. (il modulo per la delega è scaricabile dal sito FISAR o da richiedersi alla Segreteria Nazionale). Ogni associato può rappresentare per delega massimo 9 (nove) associati. È possibile esprimere fino ad un massimo di 10 preferenze.

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programma Assemblea Nazionale Elettiva 2012 VENEZIA-MESTRE

Sabato 13 ottobre

Domenica 14 ottobre

Ore 9,00 WELCOME COFFEE Apertura operazioni di accredito dei soci

Ore 8,30 Apertura Seggi Elettorali

Ore 10,30 Sala Congressi Laguna Palace Hotel**** Assemblea Nazionale Elettiva FISAR 2012 (Costituzione commissioni elettorali, presentazioni dei candidati)

Ore 9,30 VENEZIA E LE SUE ISOLE Partenza in lancia dalla Darsena privata del Laguna Palace Hotel **** per un tour tra le isole di Venezia. Ore 10,00 I VIGNETI DI SANT’ ERASMO Visita alla cantina di M. Thoulouze “Orto di Venezia” con aperitivo in cantina

Ore 12,00 Apertura Seggi Elettorali inizio operazioni di voto Ore 13,00 Laguna Restaurant Light lunch Ore 15,00 Laguna Palace Hotel**** Sale riservate Concorso Miglior Sommelier dell’Anno FISAR – Trofeo Rastal Finale Torneo DIVINANDO 2012 Dalle ore 15,00 alle ore 18,00 in contemporanea con le finali concorsi FISAR Stand Degustazione in collaborazione con i Consorzi del territorio Ore 18,00 Chiusura dei Seggi elettorali e termine delle prove dei concorsi Ore 19,00 VENEZIA AL TRAMONTO Partenza in lancia per Venezia dalla Darsena privata del Laguna Palace Hotel **** Aperitivo in navigazione con lo spettacolo del tramonto veneziano

Ore 11,30 I MASTRI VETRAI Raggiungiamo Murano in lancia per una visita guidata con dimostrazione in fornace Ore 12,30 A SPASSO PER MURANO Pranzo tipico al Ristorante Ai Vetrai. Ore 14,00 LAGUNA PALACE HOTEL**** Chiusura seggi elettorali ed inizio operazioni di spoglio. Apertura Stand Degustazione in collaborazione con i Consorzi del territorio Ore 15,00 Rientro in hotel con taxi acqueo. Ore 16,30 Comunicazione risultati elettorali e proclamazione degli eletti. Ore 17,00 Ombre e Cicchetti Festeggiamo i nuovi consiglieri con un buffet pomeridiano Ore 18,00 Chiusura Stand Degustazione e rientro alle proprie destinazioni

Ore 20,30 CASINO’ DI VENEZIA RISTORANTE WAGNER GRAN GALà FISAR 2012 Premiazioni Torneo Divinando e Miglior Sommelier FISAR-Trofeo RASTAL Al termine rientro in hotel

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Il Sommelier Settembre-Ottobre - 2012 • n. 5


1993: Claudia Marinelli, delegazione di Pontedera 1994: Luca Barsanti, delegazione di Pisa 1995: non assegnato 1996: Angelo Catenacci, delegazione di Pisa 1997: Stefano Cocchi, delegazione di Roma 1998: Giorgio Laurini, delegazione Valdichiana 1999: Vittorio Cardaci Ama, delegazione di Catania 2000: Maria Annunziata Lamanna, delegaz. di Roma 2001: Leonardo Ricci, delegazione di Viterbo 2002: non disputato 2003: Andrea Da Ros, delegazione di Treviso 2004: Celis Gonzalos, delegazione di Ragusa 2005: Luca Iacopini, delegazione di Pontedera 2006: Natale Cadamuro, delegazione di Orvieto 2007: Marta Chiavacci, delegazione di Lucca 2008: Lorenzo Giannone, delegazione di Ragusa 2009: Laura Sandoli, delegazione di Pavia 2010: Karen Casagrande, delegazione di Treviso 2011: Luca Canapicchi, delegazione di Livorno

ALBO D’ORO

Luca Canapicchi - miglior Sommelier FISAR Trofeo Rastal 2011

Al miglior Sommelier FISAR 2012 oltre al prestigioso Trofeo Rastal anche un premio speciale: un weekend alla Fattoria del Cerro per scoprire i segreti del Vino Nobile di Montepulciano

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aiagricola rappresenta oggi la concretizzazione di un grande progetto enologico, un progetto che da sempre ha considerato l’agricoltura nella sua accezione migliore, ponendo al centro la Natura e le sue migliori espressioni locali con l’obiettivo di valorizzarne le caratteristiche per produrre alcune tra le eccellenze italiane più apprezzate al mondo. Ad oggi il Gruppo conta cinque tenute vitivinicole ed una olivicola in 3 regioni (Toscana, Piemonte, Umbria), con quasi 5000 Ha di terreno di proprietà, dei quali circa 270 corrispondono a vigneti. Una patrimonio che costituisce l’anima profonda di Saiagricola e che il nuovo management, rappresentato dall’amministratore delegato Domenico Terzano,

dal direttore commerciale marketing e comunicazione Giuseppina Viglierchio e dall’enologo Riccardo Cotarella ha posizionato al centro di un designo volto a configurare sempre di più ogni cantina del Gruppo come ambasciatrice della sua denominazione. I riconoscimenti che la stampa italiana ed estera hanno attribuito al Vino Nobile di Montepulciano della Fattoria del Cerro, al Brunello di Montalcino de La Poderina, al Montefalco Sagrantino di Còlpetrone, al Vermentino di Monterufoli e alla Barbera d’Asti della Tenuta dell’Arbiola, sono il frutto di un lavoro costante in armonia con il territorio e dell’impegno continuo di uno staff altamente qualificato ed intimamente legato alla storia dei vini che ogni cantina

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produce. Il sangiovese grosso, la barbera, il sagrantino e tutti gli altri vitigni specifici di ogni tenuta, prima ancora di essere la base fondamentale di un progetto commerciale, sono soprattutto elementi imprescindibili del vivere quotidiano degli uomini e delle donne che lavorano in Saiagricola e partecipano di un immaginario collettivo che solo chi da sempre vive la vigna può riconoscere come proprio. È questo personale senso di partecipazione comune che spiega anche il profondo legame di Saiagricola con i propri partner commerciali, da sempre considerati i migliori divulgatori, verso i consumatori, dell’affidabilità e della costanza qualitativa raggiunta nel tempo da tutte le aziende del gruppo.

FATTORIA DEL CERRO Fattoria del Cerro, con i suoi 93 ettari iscritti all’Albo del Vino Nobile, è la più grande realtà privata produttrice di Vino Nobile di Montepulciano, in provincia di

Siena. L’ampiezza e la varietà di esposizione dei suoi vigneti garantiscono quindi la possibilità di selezionare, a seconda dell’annata, le migliori uve per produrre vini di alta qualità. Il Prugnolo Gentile, vitigno alla base del Nobile di Montepulciano D.O.C.G., è un Sangiovese tipico della zona che nel corso dei secoli si è adattato al terreno ed al clima tipici della zona. Il Vino Nobile viene prodotto in tre versioni: Vino Nobile di Montepulciano D.O.C.G., la Riserva Vino Nobile di Montepulciano Riserva D.O.C.G., e la selezione Vino Nobile di Montepulciano “Antica Chiusina” D.O.C.G.. Il continuo e costante impegno e la consapevolezza di operare in uno dei territori più vocati dell’Italia enologica ha permesso alla Fattoria del Cerro di raggiungere obiettivi di assoluta eccellenza, testimoniati dall’ottenimento dei più importanti riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale, ultimo dei quali, in ordine di tempo, è stato il premio come Miglior Vino Rosso dell’anno ottenuto proprio dal Vino Nobile di Montepulciano nel corso della manifestazione “Premio Internazionale del Vino” organizzato da AIS Bibenda (primo Vino Nobile di sempre ad aggiudicarsi questo importantissimo riconoscimento) e la selezione tra le 100 migliori cantine d’Italia al recente Vinitaly 2012 all’interno dell’evento “Opera Wine” prestigio-

D. Terzano, G. Viglierchio, R. Cotarella

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sa degustazione organizzata da Wine Spectator insieme a Veronafiere.

Superficie aziendale complessiva: di proprietà, 601 ha; Estensione a vigneto: 170 ha di cui: - 93 ha iscritti all’Albo del Vino Nobile di Montepulciano - 36 ha iscritti all’Albo del Rosso di Montepulciano - 20 ha iscritti all’Albo del Chianti Colli Senesi - 21 ha coltivati con vitigni: Colorino, Merlot, Chardonnay. Altre produzioni: 13 ha oliveto180 ha bosco- 241 ha seminativo. Composizione e caratteristiche del terreno: i terreni sono di origine pliocenica di medio impasto con presenza di conchiglie e sassi. Localmente hanno consistenza franco argillosa. Altitudine media dei vigneti: 350-450 m s.l.m. Densità ad ha: i vigneti più vecchi 3300 piante ad ha; i nuovi impianti 5000 piante ad ha. Forma di allevamento: cordone speronato.

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