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ACROPOLI Atene

A CURA DI ADRIANA OBERTO PART 1

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La città si Atene è famosa per la sua storia antica e per i siti archeologici di una delle maggiori civiltà dell’antichità. Il sito per eccellenza, quello forse più radicato nell’immaginario collettivo è

L’ACROPOLI

Un'acropoli (greco antico: κρόπολις, akropolis; da akros (άκρος) o akron (άκρον), "più alto, in cima, più esterno" e polis (πόλις), "città”) era nell'antica Grecia un insediamento, in particolare una cittadella, costruito su un'area di terreno elevato, spesso una collina con pareti scoscese e che offrivano perciò protezione.

L'Acropoli aveva la funzione di un santuario religioso e le sorgenti sacre presenti sulle sue pendici ponevano l’accento proprio su questo aspetto. L'acropoli divenne il nucleo di grandi città dell'antichità classica, come l'antica Atene, e per questo motivo a volte sono punti di riferimento importanti nelle città moderne con un passato antico, come appunto Atene, ma non solo.

L'esempio più famoso è l'Acropoli di Atene, che, a causa delle sue associazioni storiche e dei numerosi edifici famosi eretti su di essa (in particolare il Partenone), è noto anche semplicemente come Acropoli. Essa ha raggiunto la sua forma nel V secolo a.C. ed è attualmente un sito archeologico. Sebbene originario della terraferma della Grecia, l'uso del modello di acropoli si diffuse rapidamente anche nelle colonie greche.

Adriana Oberto Photography

L'ACROPOLI DI ATENE

dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1987 ha un tale significato storico da essere comunemente e semplicemente nota come “l’Acropoli”. In antichità veniva conosciuta come Cecropia, termine derivante da Cecrope, il leggendario uomoserpente che si pensa sia stato il primo re della città. L’acropoli si staglia su uno sperone di roccia che domina Atene, in un punto di forte significato storico e architettonico, e contiene i resti di vari edifici, tra cui il Partenone è sicuramente il più famoso.

Il sito era già in uso nel Neolitico e Paleolitico e imponenti costruzioni si elevavano sull'acropoli già nell’età classica; di quegli edifici a noi non è giunto niente, perché distrutti durante l’occupazione persiana del 480 a.C.

Fu Pericle a portare avanti la ristrutturazione dell’Acropoli (iniziata in parte da Temistocle e Cimone), e proprio in quel periodo venne costruito il Partenone (nel suo interno c’era la statua colossale di Atena Parthenos, opera di Fidia, che purtroppo è andata perduta). A quel periodo risalgono anche i Propilei e in seguito l’Eretteo e il tempio di Atena Nike. Nel corso degli anni la rocca e gli edifici hanno subito cambiamenti d’uso; il Partenone è diventato prima una chiesa dedicata alla Vergine Maria (tardo impero romano) e l’intera area fu trasformata in fortezza militare durante il medioevo, prima dai Franchi e poi dai Turchi.

Fu bombardata dai veneziani nel 1687 e il Partenone subì ingenti danni a causa dell’esplosione della polvere da sparo di cui era diventato deposito. In seguito, gran parte dei marmi che ornavano i frontoni e le metope vennero rimossi e portati in Inghilterra. Finalmente nell’Ottocento vennero iniziati i primi lavori di scavo, grazie ai quali ci furono scoperte importantissime, tra cui le Kore, le famose statue arcaiche di fanciulle. Questi ritrovamenti sono ora esposti per la maggior parte nel Museo dell'acropoli di Atene.

Si giunge all’Acropoli attraverso una grande scalinata ed una porta fortificata di epoca romana. Queste furono scoperte dall'archeologo francese Charles Ernest Beulé durante i lavori eseguiti nella seconda metà del XIX secolo per liberare l’acropoli dalle strutture fortificate che erano state costruite.

Il sito dell’Acropoli di Atene non è, però, costituito esclusivamente dagli edifici sulla spianata in cima, dove si trovano i resti forse più famosi e di sicuro quelli di cui tutti ci ricordiamo.

Affinchè la visita sia completa, occorre iniziare da una delle due entrate principali – quella situata a sud-est, non lontano dalla stazione della metropolitana. Sarà così possibile accedere ai monumenti costruiti sulle pendici meridionali della collina, altrettanto importanti per valore storico ed archeologico. Si tratta di edifici principalmente ad uso non religioso, quali: il Teatro di Dioniso, La Stoà di Eumene, il Santuario di Asclepio e l’Odeo di Erode Attico.

IL TEATRO DI DIONISO

Il teatro di Dioniso è considerato il più importante del mondo greco nel V e IV secolo a.C. Si trova molto vicino al santuario di Dioniso e all’Odeo di Pericle e la sua costruzione risale al V secolo; è il più antico teatro al mondo in legno e fu, al periodo della costruzione e nel secolo successivo, il più importante dell'intero mondo greco, poiché tutti i più grandi autori del tempo vi mettevano in scena le loro opere.

Tra questi vanno ricordati Eschilo, Sofocle ed Euripide per la tragedia, e Aristofane e Menandro per la commedia. Dai pochi documenti storici che abbiamo, possiamo dedurre che all’inizio (attorno al 534 a.C.) le rappresentazioni teatrali ad Atene si svolgessero nell’Agorà. Tra il VI e V secolo si decise però di avere un luogo dedicato e si scelse allo scopo un’area alle pendici dell’Acropoli, vicino al santuario di Dioniso. Il teatro fu costruito sfruttando il naturale pendio dell'Acropoli stessa.

La disposizione delle diverse zone del teatro subì una variazione nel corso degli anni e il teatro cambiò aspetto di conseguenza. Al tempo della sua costruzione aveva un’orchestra del diametro di 25 metri, in cui recitavano gli attori e il coro. Sembra che non esistesse un palcoscenico per gli attori, che interagivano col coro allo stesso livello. Alle loro spalle c’erano alcuni pannelli di legno – la skené – sui quali era disegnato uno sfondo. Si accedeva all’orchestra da due corridoi laterali (chiamati parodoi o eisodoi), oppure da una porta al centro della skené. Dalla parte opposta c’erano le gradinate per il pubblico, disposte a semicerchio. Avevano sedili in legno e seguivano la pendenza naturale del terreno; in questo modo gli spettatori (tranne quelli in prima fila) avevano una visuale dall’alto.

Il teatro di Dioniso arrivò a contenere fino a 15.000 spettatori. Facevano ancora parte del teatro il theologeion, una pedana rialzata che veniva usata per l’apparizione degli dei; la mechanè, per sollevare gli attori e simulare il volo, e l’ekkyklema, che ruotando su se stessa permetteva di vedere l’interno dell’edificio scenico. Tra la fine del V secolo a.C. ed il 330 a.C., l’aspetto del teatro cambiò: fu costruito il palcoscenico, più in alto e collegato all’orchestra da alcuni gradini.

Il palcoscenico era per gli attori; l’orchestra per il coro. Le gradinate di legno furono sostituite da altre in pietra; questa erano suddivise in settori in riconoscimento del censo e della nobiltà degli spettatori. Il sacerdote di Dioniso sedeva nel posto centrale della prima gradinata – un sedile di marmo riccamente decorato. Le rovine che vediamo oggi risalgono all’impero romano, periodo fino al quale Il teatro di Dioniso rimase in uso. In seguito venne abbandonato e fu sepolto dal terreno e dalla vegetazione, tanto da risultare completamente distrutto già nel periodo bizantino.

Fu l'archeologo Wilhelm Dörpfeld a riportare alla luce i resti durante scavi condotti tra il 1882 ed il 1895. E’ da notare che le gradinate che si possono ammirare ora sono solo una parte d quelle originarie, che occupavano un’area ben più ampia.

IL TEATRO DI TORICO

Il primato di più antico teatro al mondo viene conteso a quello di Dioniso dal teatro di Torico.

La differenza sta nei materiali di costruzione. Mentre infatti quello di Torico fu interamente costruito in pietra da subito, quello di Dioniso aveva le scalinate dell’auditorio e almeno la Skenè in legno; venne ristrutturato successivamente e le parti in legno furono ricostruite in pietra.

Adriana Oberto Photography

Il teatro di Torico è un gioiello ancora quasi sconosciuto al pubblico in generale e solo parzialmente studiato dagli archeologi, tanto da essere accessibile da chiunque a piedi e senza pagare biglietto di ingresso. Si trova nell’antica demo (suddivisione territoriale N.d.R) di Torico, nell’Attica, ad un decina di chilometri da Capo Sunio (vedi articolo su Giroinfoto n.54).

Nell'area erano presenti numerosi laboratori per la fusione e la lavorazione dei metalli provenienti dalle miniere del Laurio; il teatro serviva proprio la popolazione della zona. Il teatro risale al VI sec. a.C. ed è di forma bizzarra; ha cioè una curva irregolare con una delle ali più lunga rispetto alle altre.

IL SANTUARIO DI ASCLEPIO

Il santuario di Asclepio o Asclepieion (asklepieion, greco σκληπιε ον - σκλαπιε ον in dialetto dorico) fu costruito intorno al 420 a.C. sul lato meridionale dell'Acropoli di Atene, sotto il Partenone e subito dietro alla Stoà di Eumene e al teatro di Dioniso.

Adriana Oberto Photography

Il santuario era intitolato ad Asclepio, il dio della medicina, ed era dedicato alla guarigione dei malati ed usato come un vero ospedale. Il culto del dio era stato portato ad Atene da Epidauro dopo il 420 a.C..

Facevano parte del santuario un recinto quadrato, un tempio e una stoà di ordine dorico di 50m a doppia galleria, che fu costruita nel IV sec. a.C. Esiste una grotta (che ora è una cappella cristiana) con una sorgente ritenuta curativa. La cappella viene aperta solo il 15 agosto, giorno della dormizione di Maria. La stoà e il tempio vennero in seguito inglobati in una basilica paleocristiana. Parte del santuario è stata ricostruita.

L'odeo di Erode Attico (in greco Ωδείο Ηρώδου του Αττικού) è un piccolo teatro, anche se la sua struttura è forse la più imponente di questa parte del sito archeologico. Costruito a partire dal 161 d.C. e completato prima del 174 d.C., fu fatto erigere dal ricchissimo politico e sofista greco Erode Attico in memoria della moglie Appia Annia Regilla.

L’ODEO DI ERODE AT TICO

È una delle varie opere che Erode Attico fece costruire per commemorare la moglie, uccisa da un liberto. Si trattava di un teatro coperto (la copertura era in legno) e ospitava esecuzioni musicali. I lavori durarono una decina di anni. Molti dei mattoni della costruzione portano incise le lettere ΘHΡ, il che ne attribuirebbe forse la paternità (“Teatro di Erode e Regilla”), o indicherebbe semplicemente i marchi di fabbrica degli artigiani. In seguito all'invasione degli Eruli nel 267, il teatro fu distrutto. Un gruppo di studenti dell’Università di Atene si esibì il 7 dicembre del 1887 nell’Antigone di Sofocle, in onore della Regina Olga di Grecia e al suo cospetto. Il coro, composto da quindici elementi, declamò versi di Sofocle su musica di Mendelssohn.

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Negli anni cinquanta del XX secolo l'uditorio e l'"orchestra" furono restaurati e a questo scopo venne utilizzato marmo bianco e cipollino. Da quel momento il teatro è uno dei maggiori auditori del Festival Ateniese, che si svolge ogni anno da giugno a settembre e che ospita importanti artisti greci e internazionali.

Adriana Oberto

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