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MONTERANO Trekking

MONTE RANO A cura di Laura Rossini e Gianmarco Marchesini IL BORGO FANTASMA

Francesca Nicolamarino Gianmarco Marchesini Laura Rossini Roberto Dal Pozzo Roberto Giancaterina Valentina Bova

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A circa 50 Km a nord di Roma, su un’altura di tufo incastonata tra i Monti della Tolfa e i monti Sabatini, vi è un luogo surreale dove il tempo sembra essersi fermato, dove il sacro si fonde con il profano, dove la natura si fonde con l’arte.

Non a caso l’Antica Monterano ha ispirato registi che, sfruttando alcuni dettagli dell’incantevole ambientazione, hanno dato vita a scene di film destinate a segnare la storia della cinematografia italiana ed internazionale quali Guardie e Ladri, Il Marchese del Grillo e Ben-Hur, e fotografi che la utilizzano ancora oggi come set o come soggetto.

ANTICA MONTERANO

Non a caso l’Antica Monterano ha ispirato registi che, sfruttando alcuni dettagli dell’incantevole ambientazione, hanno dato vita a scene di film destinate a segnare la storia della cinematografia italiana ed internazionale quali Guardie e Ladri, Il Marchese del Grillo e Ben-Hur, e fotografi che la utilizzano ancora oggi come set o come soggetto.

L’incontro con questo luogo speciale nasce da un workgroup giornalistico realizzato con la Band di Giroinfoto - Regione Lazio - in collaborazione con l’Associazione Controluce a fine febbraio 2020.

Partiamo di buon mattino armati di macchina fotografica, cavalletti e zaini ma, appena arrivati nella parte nuova di Canale Monterano, capiamo che oltre alla pausa caffè forse è il caso di fare una tappa per assicurarci il pranzo che poi si trasformerà in semplice spuntino.

Entriamo nel forno sulla strada principale. Il luogo è piccolo e non molto luminoso. Varcando la soglia un profumo di pane e pizza pervade l’aria e dietro la gentilissima signora intenta a servire si intravede il retrobottega.

In un attimo un omone con braccia e mani possenti, con inaspettati gesti leggeri si muove sopra la pizza appena sfornata e fumante, versando olio, sale ed applicando un massaggio degno di una SPA.

Con grande soddisfazione riprendiamo le macchine per fare l’ultimo tratto del percorso. Mancano solo 2 Km per arrivare all’Antica Monterano.

Dopo aver lasciato l’auto in un piazzale adibito a parcheggio, inizia il sentiero immerso nel verde che ci porterà alla città abbandonata.

Dopo una breve passeggiata ecco che davanti a noi compare l’antico acquedotto romano. Cominciamo a sparpagliarci prendendo posizione con lo scopo di sperimentare e portare a casa i primi scatti.

Al primo passo falso e alla prima richiesta di aiuto, il presidente della nostra associazione, Roberto Giancaterina, ci suggerisce le impostazioni di base da settare sulle nostre macchine fotografiche.

Ci lascia liberi di provare, di creare per qualche minuto che a noi però è sembrato solo qualche secondo per poi richiamarci all’ordine non solo perché dobbiamo procedere, ma perché è arrivato il momento di immergerci nella storia e nell’atmosfera di questo luogo abbandonato.

Laura Rossini Photography

Laura Rossini Photography

Le origini del borgo risalgono all’epoca etrusca e vedono succedersi dominazioni romane e longobarde ma è in epoca medioevale che raggiunge il massimo splendore.

Diverse famiglie nobili si avvicendano, quali gli Anguillara, gli Orsini e gli Altieri. Sarà proprio un esponente di quest’ultima famiglia, Papa Clemente X, a commissionare diverse opere architettoniche e scultoree a un giovane Bernini, trasformando l’abitato in un gioiello Barocco.

Dopo la morte del Papa, inizia il declino di Monterano. Il motivo dell’abbandono fluttua tra leggenda e realtà.

La prima narra che nel ‘700 gli abitanti, non riuscendo a costruire un ponte a causa del forte vento, chiesero aiuto a Lucifero promettendogli in cambio il sacrificio di animali. In una sola notte riuscirono ad erigere il ponte ma, presi dall’euforia, festeggiarono banchettando con gli animali promessi al Diavolo che in tutta risposta il giorno seguente li colpì diffondendo la peste. L’avvenimento storico che spinse gli abitanti ad andarsene fu invece frutto di un equivoco. Nella vicina Tolfa, che si era ribellata alla dominazione Francese, la popolazione era ridotta allo stremo perché non aveva a disposizione un mulino per la macinazione del grano, mentre Monterano prosperava.

I Tolfetani chiesero aiuto agli abitanti di Monterano che si rifiutarono per paura di essere giudicati a loro volta ribelli dai Francesi. Inaspettatamente però il comandante dei Francesi, venuto a sapere della vicenda ordina alle sue truppe di scortare la popolazione fino al mulino. I Monterani, invece, vedendo arrivare le truppe Francesi pensarono ad un attacco e scapparono.

Intanto camminiamo e cominciamo a notare i ruderi sulla nostra destra, oltre alle grotte etrusche disseminate all’interno della collina.

Poco distante, percorsa una piccola salita, si nota la chioma di un albero dalla quale si intravede Piazza San Bonaventura con la Chiesa omonima dove all’interno madre natura ha riconquistato i suoi spazi dando vita ad uno spettacolo bello quanto insolito.

Di fronte a quello che una volta era l’altare, si erge una grande pianta di fico. La chiesa sembra chiusa ed inaccessibile, ma guardando attentamente notiamo che Roberto ha guadagnato una posizione strategica. Conosciamo bene i suoi super poteri, ma capiamo che c’è una via secondaria che consente di fotografare in tutta sicurezza e lo seguiamo. Eccoci qua, chi punta il cavalletto, chi scatta a mano libera, chi usa il grandangolo cercando di inquadrare tutti i resti della chiesa, chi si concentra sulla pianta di fico.

Qualcuno invece è rapito da particolari dell’architettura o di ciò che ne resta, ma gli scatti d’autore restano e fanno la differenza. La chiesa ed il convento annesso furono progettati dal Bernini, così come la fontana ottagonale che si trova di fronte alla chiesa (anche se, in realtà, questa è una riproduzione, l’originale si trova nella piazza del comune di Canale Monterano).

La chiesa presenta una facciata racchiusa tra due campanili, pressoché scomparsi, con lesene doriche in stucco sormontate da un grande timpano triangolare. Nel retro due porte collegavano la chiesa alle sagrestie e al convento. A seguire ci incamminiamo verso il centro cittadino costituito dal palazzo ducale sul quale si erge la Fontana con il Leone ad opera del Bernini.

Valentina Bova Photography

La fontana detta “Capricciosissima” è stata realizzata sfruttando le fondamenta rocciose del palazzo, con il Leone nell’atto di dare una zampata alla roccia per farne sgorgare l’acqua. La statua del Leone che si ammira qui è una copia. L’originale che era caduto rovinosamente negli anni ’30 a causa dell’incuria e del vandalismo, una volta restaurato è stato collocato nel Palazzo Comunale di Canale Monterano.

Al suo fianco reggono ancora le mura della Chiesa di San Rocco con il cielo che disegna il tetto e le sue vetrate. Costruita nel XV secolo come ringraziamento in seguito ad un’epidemia di peste, l’abside e l’altare sono tutt’oggi fonte di ispirazione per gli amanti di architettura e fotografia.

Siamo arrivati quasi alla fine della nostra avventura e non possiamo non assecondare il richiamo del Leone che con la fontana senza acqua si sente solo. Non ci pensiamo due volte e ci disponiamo tutti intorno alla fontana per un goliardico autoscatto.

Il momento creativo non si esaurisce e sul finale ci concentriamo sulle foto per noi impossibili. Un grappolo di campanelle sole solette in mezzo al prato, una foto a cascata dove ognuno di noi fotografa l’altro, l’ombra su un muro di una pianta di fico…un rudere che si fonde con un albero che sembra una Mug.

È arrivato il momento del pranzo e visto che nei dintorni ci sono diversi agriturismi e piccole locande sempre aperte, ci lasciamo lusingare dalle pietanze fatte in casa e dal buon vino. Un gruppo di amici che condivide una passione per la fotografia e per i viaggi. Tutti pronti a nuove esperienze ed avventure, dedicato anche a chi non era presente, ma è come se ci fosse stato. Roberto Giancaterina Photography

Francesca Nicolamarino Photography

Canale Monterano è un comune italiano della provincia di Roma di poco più di 4000 anime. Il comune, già di per sé ricco di eventi e tradizioni, è noto in tutta Italia per il suo vecchio borgo da ritenersi una vera e propria città fantasma.

Raggiungere Canale Monterano è piuttosto semplice. Partendo da Roma con il proprio mezzo va percorso un tratto più o meno lungo del GRA, per poi imboccare la Cassia Bis e a seguire la Braccianense.

Quest’ultima strada si distingue per un tracciato misto veloce, solitamente non molto trafficato e piacevole per la guida. Quindi estremamente adatto per chi vuole coniugare due passioni: la fotografia e i motori con particolare attenzione alle motociclette. Difatti non sarà così difficile incontrare gruppi di fieri centauri in sella alle proprie roboanti moto.

L’intero tragitto, a partire dal GRA, è di circa 55 km e durante il percorso l’attenzione del turista viene rubata da invitanti indicazioni turistiche, offrendogli quindi l’opportunità di fare una o due soste.

Valentina Bova Photography

In tal senso si segnalano il Museo Storico dell’Aeronautica Militare e, in quel di Bracciano, il noto castello Odescalchi (teatro di importanti eventi e di sfarzose feste e cerimonie religiose tra le quali spicca il matrimonio tra Tom Cruise e Katie Holmes).

In virtù delle suddette opportunità e di quanto offre il territorio in termini folcloristici e naturalistici è consigliabile valutare se voler fare la classica gita fuori porta o trascorrere un weekend lungo per non perdersi ogni angolo di questa incantevole terra laziale.

Nel primo caso, raggiunta la destinazione, prima di catapultarsi nell’antico borgo si suggerisce di godersi le specialità culinarie del posto recandosi in uno dei tanti punti di ristoro che il paese offre e degustando le specialità tradizionali tra le quali spiccano l’amatriciana e le tagliatelle al ragù di cinghiale. Prima di andar via è tassativo acquistare qualche latta di olio che da sempre fa parte del patrimonio storico del territorio di Canale Monterano.

Nel secondo caso invece si suggerisce di strutturare il piccolo viaggio tenendo conto delle diverse strutture ricettive (consultabili sui vari siti istituzionali tra i quali segnaliamo www.comune.canalemonterano.rm.it) e della stagione. Particolarmente interessante è il periodo estivo con specifica attenzione per la seconda metà di agosto durante la quale si svolge la Corsa del Bigonzo o Palio delle Contrade che riesce a coinvolgere in ugual misura sia i concorrenti che gli spettatori.

Avendo più giorni a disposizione, oltre a visitare il paese ci si potrà deliziare con le tipiche sagre del posto tra le quali la sagra delle fettuccine paesane e la sagra dei lombrichelli piuttosto che visitare la riserva naturale regionale di Monterano impreziosita dalla relativa solfatara.

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