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OREGON COAST All American Report

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ACROPOLI Atene

ACROPOLI Atene

A cura di Barbara Tonin e Mariangela Boni

Barbara Tonin Fabrizio Rossi Mariangela Boni

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Nel nostro viaggio, lasciata la California alla volta di Seattle, abbiamo percorso la Highway 101 lasciandoci incantare dalle mozzafiato coste dell’Oregon. È una delle aree geologicamente più attive: le montagne appaiono basse ma ripide, frastagliate e sezionate da canyon fluviali… un paesaggio in continua evoluzione. Infatti, nei quasi 500 km di costa il paesaggio muta: spiagge bianchissime si alternano a spiagge dorate, morbide dune a rocce frastagliate…

Le coste dell’Oregon

Seal Rock

Cape Perpetua

Tokatee Klootchman

Oregon Dunes

Face Rock, Coquille Point

Gold Beach

L’area costiera

si estende tra i fiumi Columbia e Coquille e le montagne Klamath. La pioggia contraddistingue questa regione, ad eccezione dei tre mesi estivi. I fiumi corrono freneticamente, giù per i canyon tempestati di conifere, per poi rallentare all’avvicinarsi dell’Oceano, scorrendo in canali più bassi dove le conifere cedono il posto a pioppi, ontani, salici e arbusti decidui. I fiumi si allargano, alcuni in ampi estuari e finalmente si fondono con l’Oceano Pacifico.

I fiumi che attraversano l’Oregon sono diversi: Il Columbia è il più grande e sfocia ad altezza di Astoria, al confine tra Oregon e Washington. Più a sud ci sono il Tillamook e il Siletz, che sfocia a Gleneden Beach, poi il fiume Yaquina a Newport. Il fiume Siuslaw entra nel piccolo estuario di Florence e i fiumi Smith e Umpqua formano un grande estuario a Reedsport prima di attraversare la striscia di 60 km di dune che si estende da Florence a North Bend.

A sud della foce del fiume Coquille a Bandon, le montagne di Klamath iniziano a salire contro la costa e i fiumi scorrono dritti nell’oceano. Coquille sfocia nel Pacifico a

Bandon e i fiumi Sixes e Elk entrano a Port Orford. Un altro fiume è Pistol River che sfocia poco lontano da Gold Beach. Sembra che il nome nasca da un episodio avvenuto nel lontano 1853, quando il pioniere James Mace perse la sua pistola nel fiume.

Nel mezzo c’è Cape Blanco, il punto più occidentale dell’Oregon. Più a sud, tra Gold Beach e Brookings, il clima è più caldo, i porti più piccoli e le comunità più isolate. Le valli fluviali costiere sono strette, il paesaggio montuoso e boscoso lascia poco spazio alla terra coltivabile e, infatti, è il commercio del legname il settore trainante dell’economia.

Fabrizio Rossi Photography

La lotta per la privatizzazione

Le spiagge ampie e piatte, sono state a lungo a rischio di privatizzazione. Le spiagge venivano utilizzate dai nativi americani per il trasporto, la raccolta di cibo e altre attività. clienti del Motel. Alcuni cittadini lo denunciarono. Il gesto di Hay aveva messo in luce una falla nella legge del 1913 che tecnicamente proteggeva solo le parti bagnate delle spiagge.

Anche i coloni bianchi, approdati nel 1800, ricorsero presto all’utilizzo delle spiagge per il trasporto nordsud, essendo difficile costruire strade in quell’area per via dei promontori. Gli abitanti delle montagne, grazie allo State Land Board, avevano la possibilità di acquistare case mobili sulla costa. Fu il Governatore Oswald West, con una legge approvata nel 1913, a porre un freno alla privatizzazione. Questa legge dichiarava le coste dell’Oregon un’autostrada pubblica, poi la designazione fu cambiata da “autostrada” ad “area ricreativa” nel 1947.

Nel 1966 un’altra minaccia arrivò da Bill Hay, proprietario del Surfand Motel a Cannon Beach. Hay collocò una serie di tronchi sulla spiaggia per delimitare un’area di spiaggia ad uso esclusivo dei Con il “House Bill 1601” del 1967 cercarono di porre rimedio a questa falla. Il disegno di legge dichiarava proprietà dello Stato tutta la sabbia bagnata dalla linea di bassa marea fino a 5 m in linea verticale. Inoltre tutta l’area fino alla linea di vegetazione era considerata di servitù pubblica.

La legge imponeva ai proprietari di immobili di ottenere i permessi statali per la costruzione e altri usi della riva e nel contempo dichiarava che il pubblico avrebbe avuto un uso gratuito e ininterrotto delle spiagge. Oggi alcuni tratti di spiaggia rimangono di proprietà privata.

Tuttavia, gli sforzi di attivisti, cittadini e leader politici hanno protetto l’accesso libero a queste magnifiche spiagge.

Gold Beach è il capoluogo di Curry County e dista poco più di 60 km dal confine californiano. Nel 1853, nella sabbia vicino alla foce del fiume Rouge, trovarono delle pietre luccicanti: era oro! E così, quella che in origine si chiamava Ellensburgh, prese il nome di Gold Beach. I cercatori d’oro si riversarono nella zona e sorsero diverse miniere, non solo di oro ma anche di rame e altri minerali. Ad un certo punto ci fu persino una cava di estrazione di giada. Tuttavia queste miniere erano meno ricche di quanto si pensasse e oggi c’è solo qualche miniera attiva a monte. Ma in questa zona c’era un’altra enorme ricchezza da sfruttare: il salmone. Per anni la pesca del salmone fu effettuata con tramagli e con sciabiche. Nel 1876, Robert D. Hume vi stabilì un’industria conserviera: da allora il salmone ha svolto un ruolo fondamentale nell’economia locale. Nel 1935 il legislatore statale fu costretto a vietare la pesca commerciale perché la sua rapida espansione provocò una riduzione altrettanto celere dei banchi di pesce. Da allora in compenso ha conosciuto un forte incremento la pesca sportiva. Numerose organizzazioni di appassionati hanno dato vita ad attività per proteggere e aumentare la popolazione di salmoni nel Rouge e anche in altri fiumi dell’Oregon.

Barbara Tonin Photography

Essendo stata la pesca una delle attività trainanti di Gold Beach, non sorprenderà che una delle star del posto sia il

piroscafo Mary D. Hume.

Barbara Tonin Photography

La tempesta e il vento si abbatterono sulla costa di Gold Beach e sulla nave a vapore “Varuna” che non resse la furia degli elementi e affondò nel fiume Rogue. Era il 1880. Il magnate Hume riuscì a recuperare il motore a vapore e si diede subito da fare per sostituire il mercantile andato perduto. Individuò in un maestoso cedro bianco di 42 m sulle rive del fiume la chiglia della nuova imbarcazione. Le radici, per la loro naturale curvatura, erano l’ideale per le ordinate.

Il 21 gennaio 1881 la nuova imbarcazione fu inaugurata con il nome di Mary D. Hume in onore della moglie del Sig. Hume. Da allora prestò servizio per ben 97 anni. È stata la nave commerciale con il servizio più longevo della costa del Pacifico e mantenne il proprio nome immutato per tutto il tempo. Per i primi dieci anni fu utilizzata come mercantile per il trasporto di legname, salmone e altre merci dalla costa dell’Oregon a San Francisco. Il 5 dicembre 1889 la Pacific Whaling Co. acquistò la Mary D. Hume. La nave iniziò la sua avventura nel Mar di Bering, a caccia di balene. Partecipò alla più importante battuta di pesca di misticeti, durata 29 mesi e valutata 400.000 $. Fece registrare anche un altro record: la caccia alle balene più lunga, durata ben 6 anni! Durante questo interminabile viaggio, per via delle privazioni, molti marinai morirono di scorbuto, di freddo o impazzirono…

La sua ultima caccia alle balene fu nel 1899 e nel suo viaggio di ritorno fu colta da una terribile tempesta, molte imbarcazioni subirono danni e alcuni marinai morirono dopo essere stati scaraventati nelle gelide acque artiche. Il 20 maggio 1909 The American Tug Boat comprò la Mary D. Hume e la impiegò come rimorchiatore nel fiume Nushagak, in Alaska. Nel 1914 fu riequipaggiata per essere utilizzata nella pesca degli halibut. Ma fu un’esperienza breve e presto tornò a svolgere il servizio di rimorchiatore. Rimase in servizio per altri sessant’anni, sotto diversi proprietari. Nel 1978 andò “in pensione” e intraprese il suo ultimo viaggio: tornò a casa, a Gold Beach dove ancora oggi è possibile ammirarla.

Il piroscafo Mary D. Hume

Proseguendo verso nord sulla Highway 101, gli scorci sul litorale si fanno sempre più emozionanti ed ogni punto panoramico ci attira a sé come il canto di una sirena, ma siamo appena all’inizio del nostro lungo viaggio.

Ci atteniamo quindi alle tappe concordate e la prossima è a Bandon: il Face Rock State Scenic Viewpoint. Precedentemente noto come Bandon Ocean Wayside, dal 1931 il Face Rock State Scenic Viewpoint e Coquille Point sono parte del National Wildlife Refuge delle Isole dell'Oregon, che si estende per circa 6 ettari e nel quale nidificano più di 300 specie diverse di uccelli. Alti faraglioni e formazioni rocciose più arrotondate frastagliano il bagnasciuga, creando giocosi moti ondosi e dando riparo a foche, leoni marini e molti altri piccoli animali. Di fronte a noi, verso ovest, osserviamo la Face Rock, con un dolce profilo di donna e poco lontano le Cat and Kitten Rocks, che rappresentano una gatta con i suoi gattini.

Lo scenario che si presenta è magnifico. Una lunga e ampia distesa sabbiosa percorre la costa senza ostacoli, ben oltre lo sguardo può arrivare.

Una leggenda indiana narra che una sera Ewauna, figlia di Siskiyou capo della tribù Nah-So-Mah, mentre il suo clan festeggiava il ritorno di Siskiyou, si fosse recata a fare un bagno, spinta dal suo grande amore per l’oceano. Portò con sé anche il suo cane Komax e una cesta con la gatta e i gattini. Incurante della temuta Seatka, spirito malvagio che viveva nel mare, si immerse e nuotò sempre più lontano.

Improvvisamente Komax iniziò ad abbaiare per avvertirla, ma ormai Seatka l’aveva catturata.

D’impeto il suo fedele cane prese la cesta con i gattini e corse in suo aiuto. La raggiunse e morse il braccio del malvagio spirito, che lasciò la presa ma buttò in acqua i gattini.

Ewauna però non tornò a riva e rimase lì, incantata, a fissare la luna. Quando all’alba la tribù la raggiunse, la trovò con i suoi gatti a osservare il cielo, congelati dalle gelide acque e trasformati per sempre in pietra. Quando soffia il vento è ancora possibile sentire la sua voce.

Barbara Tonin Photography

Sulla riva nord della foce del fiume Coquille, ci fermiamo a visitare il piccolo faro del Bullards Beach State Park. Circondato da una folta vegetazione di arbusti aghiformi ed erba, il faro si affaccia sull’oceano poggiato sugli scogli.

Memoria di tempi in cui il commercio di legname era florido, fungeva da guida alle imbarcazioni che dovevano attraversare l’imbocco del fiume Conquille, per raggiungere le foreste dell’Oregon. Costruito nel 1895, è il più recente tra gli otto fari storici della costa. Nel 1936 un grande incendio distrusse gran parte di Bandon e causando il declino dell’economia della città.

L’abitazione del custode era collegata al faro tramite una lunga passerella di legno.

Il faro fu acceso l’anno seguente e illuminava il porto tramite una lente di Fresnel per 28 secondi e 2 di oscuramento. Alto poco più di 14 metri, fu costruito con pietra e mattoni locali, poi ricoperti di stucco.

Il faro fu poi spento nel 1939 per disuso e abbandonato, portandolo negli anni successivi a un forte degrado. Un nuovo faro, invece, fu costruito sul molo sud. Il primo restauro del Coquille River Lighthouse fu messo in opera nel 1976, grazie all’intervento dell’Army Corps of Engeneering e dell’Oregon State Parks. Non fu invece possibile recuperare l’edificio del custode.

Adiacente, un minuto edificio a pianta ottagonale con una singola stanza, conteneva una tromba Daboll per inviare segnali in caso di nebbia.

La tappa successiva al Coquille River Lighthouse ci offre uno scenario a dir poco inaspettato. Siamo al Dune Overlook e sembra di essere stati teletrasportati in un altro continente. Inizialmente l’ambiente si presenta con una fitta vegetazione boschiva. Continuando a salire per il lieve pendio, arriviamo in cima alla collinetta e, gradualmente, si apre un panorama quasi surreale.

Una distesa immensa di dune altissime si frappone tra l’entroterra e la spiaggia dell’oceano, impedendo quasi la vista di quest’ultimo, e la vegetazione ne segna i confini. L’area delle dune copre più di 16.000 ettari, di cui 13.000 sono parte dell’Oregon Dunes National Recreation Area (ODNRA), che è gestito dal Servizio Forestale degli Stati Uniti. La rimanente parte è ad uso privato o proprietà della contea o dello Stato. Si estende per 87 km da Heceta Head a nord di Firenze a Cape Arago a sud di Coos Bay e copre quasi 5 km verso l’entroterra, per gran parte della sua lunghezza. È la più ampia area dune sulla costa occidentale di tutto il Nord America.

Mariangela Boni Photography

Le dune si possono suddividere in tre fasce, a seconda del tipo di ecosistema presente. La fascia attigua alla costa è detta foredune ed è la più prominente. Segue il litorale in modo abbastanza omogeneo e varia in altezza dai 7,5 metri ai 15 metri. Formata negli ultimi 6000 anni, è la più recente ed è ricoperta prevalentemente d’erba.

La seconda fascia, più ad est, si è formata più di 20.000 anni fa ed è più pianeggiante, a causa dei fenomeni di deflazione. Presenta stagni stagionali occasionali e basse dune trasversali (altezza massima 6 metri), orientate perpendicolarmente ai principali venti stagionali.

Nella terza fascia nell’entroterra si trovano le dune oblique alte più di 55 metri e larghe fino a 1,6 km; le loro dorsali sono formate dall'interazione tra i venti estivi provenienti da nord-nord-ovest e i venti invernali da sud-sud-ovest. A sud di Florence e a nord di Coos Bay si trovano lunghe strisce di dune a parabola che si inoltrano nella foresta circostante.

L’ultima attività delle cime delle dune più alte, ovvero gli ultimi cambiamenti nella forma per mezzo del vento, risalgono a più di 100.000 anni fa. Questa zona di sviluppo delle dune poggia su una terrazza, in leggera pendenza, di arenaria marina solida chiamata Coos Bay Dune Sheet.

Un’altra zona caratteristica è Tree Islands, dove possiamo vedere delle ”oasi” in mezzo alle dune sabbiose. Le Tree Islands sono formate da resti isolati di foreste costiere più antiche. Da un’analisi della sabbia delle dune, è emerso che la fonte principale della loro formazione è il Coast Mountain Range, che 12 milioni di anni fa attraverso il fiume Umpqua (ad ovest di Reedsport) e con il contributo del fiume Siuslaw e altri corsi più piccoli, ha lentamente depositato sabbia della sua roccia sedimentaria fino a valle.

L’attività delle dune, inoltre, ha formato numerosi bacini di varie dimensioni: i più grandi sono laghi di sbarramento su cui si sono riversati diversi torrenti e i più piccoli sono laghetti inter-dune. Alcuni dei 32 laghi presenti erano un tempo ruscelli di montagna che sono stati arginati dalla sabbia, altri insenature oceaniche.

Altri ancora si formarono quando le depressioni nella sabbia si riempirono di acqua, mentre la falda si alzava. Nel corso degli anni, diversi laghi sono stati sepolti dalla sabbia o prosciugati. Le Tree Islands, la vegetazione delle “pianure di deflazione” e le dune montane boscose fanno da habitat alla fauna selvatica che include mammiferi di molte specie: dai piccoli roditori all’istrice, visoni, orsi neri, volpi, cervi, alci, oche canadesi e pivieri nevosi occidentali.

Le comunità di piante sia delle zone umide che di quelle aride, compresi arbusti e alberi autoctoni e non autoctoni, possono svilupparsi diversi anni dopo che le sabbie delle dune sono diventate inattive. Alcune, ad esempio, sono la Poa macrantha, la Carex macrocephala, la Glehnia littoralis, Elymus mollis e la Ammophila arenaria.

Quest’ultima, in particolare, è stata introdotta alla fine degli anni '30 per stabilizzare la sabbia vicino a strade e campeggi. Nel tempo, tuttavia, è risultata dannosa, in quanto non avendo predatori naturali, ha cambiato in modo imprevisto l’ecosistema, favorendo una sempre maggior diffusione del foredune e della vegetazione nella pianura di deflazione.

Attualmente, per contrastare tali cambiamenti dovuti alle specie infestanti non-native, si stanno svolgendo degli interventi di rispristino, in modo che l’ecosistema torni ad essere quello originario.

Lasciandoci alle spalle la città di Florence, ci fermiamo per una breve sosta prima di raggiungere Cape Perpetua. Una casa blu, affacciata su una piccola spiaggia racchiusa da una fitta vegetazione di arbusti e fiori, attira la nostra attenzione.

Siamo al belvedere del Tokatee Klootchman State Natural Site, che è amministrato dall'Oregon Parks and Recreation Department. Copre una superficie di quasi 3 ettari e fu ceduto da privati tra il 1971 e il 1975.

Mariangela Boni Photography

È considerato un ottimo punto per l’avvistamento delle balene migratrici. Se, invece, si vogliono osservare più da vicino i leoni marini e la piccola fauna marina, c’è un sentiero che porta direttamente alla spiaggia.

Nel parco, che comprende anche parte dell’entroterra, sono state avvistate anche specie rare o stagionali quali l’anatra arlecchina, il pellicano bruno, il gabbiano tridattilo (caratteristico per le zampe nere) e il Gabbiano di Heermann.

Fabrizio Rossi Photography

Uno dei luoghi più caratteristici della costa dell’Oregon è Cape Perpetua. Situato a circa 3 km a sud di Yachts, fa parte della Siuslaw National Forest dal 1908. Si estende per circa 1100 ettari e si presenta come un promontorio boscoso, alto 244 metri s.l.m., di pietra basaltica di origine vulcanica.

Fu il Capitano James Cook, il 7 marzo 1778, a battezzarla con questo nome per onorare Santa Perpetua. I primi insediamenti risalgono a migliaia di anni fa e fu abitata da tribù indigene della famiglia Alsea, che chiamavano il luogo Halaqaik.

Questi però la disboscarono, creando ampi prati liberi. Dopo che la tribù fu costretta a lasciare il territorio, l’abete rosso ripopolò il terreno. Ciò che contraddistingue Cape Perpetua, sono le insolite formazioni rocciose ai piedi del promontorio: una zona intercotidale piana di rocce basaltiche, frastagliata e ricca di insenature che creano spettacolari moti ondosi.

Barbara Tonin Photography

Si pensa che fossero parte di un’antica grotta che con l’erosione di acqua e vento crollò, trasformandosi nei millenni come la vediamo ora. I punti più interessanti sono Thor's Well, Spouting Horn e Devil's Churn.

Thor's Well, detto anche "Gate to Hell", è un’insenatura a pozzo profonda 6 metri, che risucchia l’acqua e la espelle con un getto di altrettanti metri.

Spouting Horn è un’ampia rientranza simile ad un largo canale cieco e molto frastagliato, con al fondo una sporgenza a “corno”, che crea spruzzi vaporosi altissimi simili ai geyser.

Devil's Churn è un’ampia insenatura rientrante a forma di cuneo che forma al fondo onde molto alte. Il momento migliore per vedere questi siti spettacolari è un'ora prima e un'ora dopo l'alta marea o durante le tempeste.

Non solo lo spettacolo dei moti ondosi che si infrangono sulle rocce vale una visita a Cape Perpetua. Anche il profumo dell’oceano e il fragore delle onde o il ribollio e il gorgoglio dell’acqua sono suoni piacevoli e rilassanti, che creano una magica atmosfera.

Purtroppo siamo all’ultima tappa, prima di dirigerci verso Seattle.

Ci fermiamo solo qualche minuto, ma ne vale la pena. L’area di Seal Rock, a sud di Newport, si estende per quasi 2 ettari e diviene definitivamente parco statale nel periodo dal 1929 al 1942, quando la Contea di Lincoln ed alcuni privati cedono le loro terre.

Il Seal Rock State Wayside presenta grandi formazioni rocciose poco lontano dalla riva, che forniscono l'habitat per foche, leoni marini, uccelli e altra fauna marina. Le più conosciute sono Elephant Rock, all'estremità nord della spiaggia, una grossa roccia che ricorda l'intero profilo di un elefante sdraiato e Castle Rock, il gruppo centrale di rocce, simile alle pareti e ai tetti di un castello. Le grandi formazioni rocciose di questo meraviglioso luogo sono il risultato di una massiccia eruzione di Vi si trovano anemoni, stelle marine, ricci, crostacei, cozze, lumache, cirripedi, alghe rosse e verdi, cottidi, piccoli pesci e tanti altri piccoli organismi marini. La zona di Elephant Rock, invece, è consigliata per il birdwatching. Gabbiani, cormorani e altri uccelli marini, infatti, nidificano in cima alla roccia. Nella zona sud di Seal Rock, un’area recintata chiamata Tourist Rock preserva l'habitat per la nidificazione delle beccacce di mare nere e fa da rifugio alla fauna selvatica. In questa area sono stati trovati anche tumuli di conchiglia appartenenti ai nativi americani.

lava che si diresse verso il mare. Seal Rock è anche uno dei posti migliori per vedere i movimenti delle maree e la vita nelle pozze di marea, sacche isolate di acqua marina che si formano con le maree lungo il litorale delle coste rocciose.

Non solo Seal Rock, tuttavia, è l’habitat ideale per la fauna marina e gli uccelli. Tutta la costa, infatti, presenta la più ampia diversità di specie che si possa trovare in un ecosistema marino e litoraneo.

È possibile, infatti, avvistare diversi tipi di foche, squali e balene, focene, orche e raramente anche il calamaro gigante. Per quanto riguarda gli uccelli costieri, possiamo osservare urie colomba, uriette marmorizzate, beccacce, chiurli e addirittura rapaci, quali l'aquila di mare testa bianca, il barbagianni e il falco pescatore.

Un’attenzione particolare però viene data al piviere nevoso, di cui si può facilmente trovare (e anche calpestare) il nido sulla sabbia asciutta lungo il litorale. Anche la piccola fauna delle pozze di marea attira la curiosità dei visitatori e l'attenzione di naturalisti e biologi marini. È un microcosmo brulicante di vita, resistentissimo, ricco delle più svariate forme e colori. Piante e animali che vivono in un ambiente aspro e mutevole, in continua balia delle maree e delle onde che si infrangono.

La costa dell’Oregon è ricca di meraviglie di ogni tipo. Non stupisce che lo Stato abbia tentato negli anni di preservarne l’ecosistema originario e continui tuttora a farlo.

È un tesoro americano che merita di essere scoperto ma anche vissuto, nel rispetto di tutti gli organismi che lo abitano.

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