Open ended places | part 1

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laureandi Giulia De Vita | Francesco Ferretti | Daniela Zerbini relatore Nicola Marzot

OPEN ENDED PLACES

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FERRARA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA BIAGIO ROSSETTI A.A. 2010/2011

Usi temporanei per la città in transizione l’intervento nell’area Prati di Caprara Ovest a Bologna



OPEN ENDED PLACES

Usi temporanei per la città in transizione l’intervento nell’area Prati di Caprara Ovest a Bologna

laureandi Giulia De Vita | Francesco Ferretti | Daniela Zerbini relatore Nicola Marzot

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FERRARA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA BIAGIO ROSSETTI A.A. 2010/2011



INDICE ABSTRACT CITTA’ IN CONTRAZIONE Introduzione 13 Contrazione 17 Bologna 29 Metropolizzazione 43 DISMISSIONE E TEMPORANEITA’ Cenni Generali 59 Bologna in Progress 67 Il riuso temporaneo 91 Esempi di riuso temporaneo 97 Bologna e la classe creativa 107 PRATI DI CAPRARA OVEST Analisi 117 Stato di fatto 129 OPEN ENDED PROJECT_ STRATEGIA DI PROGETTO Strategia 159 Attori e funzioni 161 Tempi 165 Regole 181 Progetto 185 ALLEGATI 211 BIBLIOGRAFIA 251 RINGRAZIAMENTI 255 TAVOLE 265



ABSTRACT

L’obiettivo della tesi è la sperimentazione di un intervento urbanistico-architettonico temporaneo di rifunzionalizzazione e messa a valore di un’area in dismissione, pensato per il periodo intercorrente tra l’attualità e i lunghi tempi della pianificazione urbanistica istituzionale. L’area viene riqualificata attraverso soluzioni costruttive temporanee e leggere per contenere nuove funzioni di tipo abitativo, ricettivo, lavorativo e commerciale, concesse ai cittadini per una durata limitata. L’area di intervento si trova a Bologna, realtà urbana in contrazione, fenomeno caratterizzante degli ultimi 40 anni e che ha prodotto una forte diminuzione dei residenti, portando alla delocalizzazione nei comuni limitrofi soprattutto la fascia lavorativa più giovane. Tramite un’analisi di tipo economico, storico, sociale e demografico abbiamo scelto due criteri fondamentali, accessibilità e trasformabilità, quali parametri strategici per poter scegliere l’area più congeniale alla strategia di progetto: l’area militare dei Prati di Caprara Ovest, attualmente in carico all’Agenzia del demanio, attigua alla fermata del SFM Prati di Caprara. Consideriamo la nostra tesi come un primo passo per iniziare ad aprire l’area alla comunità, col fine di rispondere ai suoi bisogni sociali, economici e residenziali, e un possibile esempio di un metodo che integri la pianificazione istituzionale per le aree in transizione.



CITTA’ IN CONTRAZIONE



Non ci può essere una crescita illimitata in un pianeta le cui risorse sono limitate e ormai sono stati raggiunti e superati i ‘limiti del pianeta’ - la decrescita pertanto è necessaria per risparmiare all’umanità la gravissima crisi alla quale ci sta portando l’attuale organizzazione economica e sociale - Serge Latouche


CITTA’ IN CONTRAZIONE MAPPA MONDIALE DELLA CITTA’ IN CONTRAZIONE

Città in contrazione > 100.000 abitanti > 10% di popolazione persa

Edimburgh Glasgow Newcastl

Middlesbrou Mancheste

Salford Bolton Liverpool N Co Swindon Bristol Brighton Readin Portsmouth Preston Dublin

Nottingham

Seattle

Havant

Sudbury

R

Montreal

Saint Paul

Minneapolis

Salt Lake City

Oakland San Francisco Berkeley

Rochester Springfield Cambridge Detroit Flint Syracuse Milwaukee Warren Buffalo Albany Boston Chicago New Haven Gary Cleveland Erie Providence Jersey City Peoria Akron Newark New York Kansas City Wilmington Philadelphia Dayton Evansville Cincinnati Pittsburgh Saint Louis Baltimore Norfolk Louisville Washington Portsmouth Chattanooga

Birmingham New Orleans

Bor

Bilbao Baracaldo Santa Colom

Cadiz

El-

Columbia Atlanta Savannah

Poza Ricade Hidalgo

Korhogo

Calì

La Granja

Independencia

San Miguel

La Cisterna Nunoa Conchalì

Diminuzione di popolazione

75 - 100% Baghlan 50 - 74% Baghlan 25 - 49% Baghlan 10 - 24% Baghlan

10

LE TAPPE DEL CAMBIAMENTO

H

Lisbon


P

Ci

B

Murmansk Norlisk

Vorkuta

H

Arkhangelsk

Berezniki

Oslo Edimburgh Glasgow Newcastle

Middlesbrough Manchester

Lei Mannh

Nizhny Tagil

Pervouralsk Zlatoust

Tallinn Tartu

Stockholm

Kopeysk

Riga

Arhus

Liepaja Copenhagen York Kiel Salford Leeds Korolev Rostock Lubeck Bolton Kingston Hamburg Schwerin Wilhelmshaven Liverpool Norwich Haarlem Berlin Amsterdam Dessau Rotterdam Utrecht Halle Leipzig Coventry Swindon Ipswich s’Gravenhage Bristol Gorlitz Herne Oberhausen Essen Brighton Reading Chemnitz Ghent Dusseldorf Kassel Dresden Remscheid Portsmouth Dabrowa Gornicza Lille Wuppertal Chorzow Frankfurt Zwickau Bytom Havant Rouen Mannheim Paris Vienna Miskolc

Sepukhov

Preston Dublin

Andzhero-Sudzhensk Leninsk

Pavlodar

Bordeaux

Bilbao Baracaldo Santa Colom

Basel Budapest Bern Zurich Graz Lausanne Szeged Geneva Turin Trieste Lyon Milan Padua Venice Saint-Etienne Pecs Resita Reggio Emilia Bologna Marseille Genoa Rimini Split Toulon La Spezia Florence Pescara

Subotica Ferrara Ravenna

Barcelona Hospitalet

Naples

El-Boulaoda

El-Djelfa

Oiqlhar

Berdyansk

Taidykorgan Almaty Symkent

Sukhumi

Bari

Cagliari Reggio Calabria Catania Annaba

Semey Oskemen

Jezqazghan

Sverdlovsk

Bucaresti Ruse Sumon

Kumajri

Kirikkaie

Samarqand

Kimch’aek

Tanjin Talyuan Tanshan

Athens

Dandong

Dalian

Zibo

Shangqiu

Kunduz

Tel Aviv

Ajdabiya

Al-Suways

Abadan Khorramshahr Hawalli Basra

Hufuf

Baghlan Qandahar

Masan Yangzhou Chao’an

Nanchong Chengdu Neijiang

Amritsar

Ta’izz

Korhogo

Kotar Gold Fields

Nanning

Shantou

Halkou

Qui Nho’n

Chon Buri

Glasg

Fuzhou

Da Nang

N’Djamena

Bris

Tokio Kure Yokohama Osaka Nagoya

Taizhou

Guiyang

Hue

Asmera

Hakodate

Miyakonojo

Kumming

Dum Dum

Omuta Yatsushiro

Jinzhou

Ybin

Narayanganj

Muroran

Hamhung Wonsan

Kaesong

Pireas

Darnah

Otaru

Tieling Zhangjiakou

Vanadznor

Taranto

Lisbon Cadiz

Kherson

Sibiu Brasov

Cheremkhovo Chita

Temirtau Qaraghandy

Oral

Kramatorsk Slovyansk Oleksandriya Pavlohrad Kostantynivka Dnipropetrovsk Horlivka Krasny Luch Nikopol Maklyivka

Kuznetski

Belovo Prokopevsk

Qizillar Kokshetau

Rudny

Nottingham

Manila

Liverpool GB London GB Manchester GB

Nha Trang

Phnom Penh

Newcastle GB

Iwo Ikare Bangui

Pir Kananga Pekalengan Tegal

Boma

Cilacap Kolwezi

Springs Brakpan Benoni

Tel Aviv IL

Krugersdorp

Vereeniging Kimberley

Bloemfontein Welkom

East London

Nelspruit Kjerksdorp Potchefstroom

1950 11


CITTA’ IN CONTRAZIONE

12


INTRODUZIONE

I cambiamenti avvenuti nel panorama post-industriale e causati dalla congiuntura economica negativa hanno generato condizioni sociali, economiche e spaziali molto differenti all’interno della città. Si assiste a una ridefinizione del sistema urbano, dell’urbanità intesa come il sistema dei rapporti fra i protagonisti della vita della città. Tale processo può causare fenomeni di gentryfication in alcune aree della città, quindi andare ad alimentare una crescente divisione della società che culmina in casi di esclusione sociale. Sul piano economico questa situazione si esprime attraverso fenomeni di apatia e stagnazione, sinonimi di crisi che colpisce anche il sistema tradizionale della pianificazione e di conseguenza la capacità di iniziare e dirigere un cambiamento urbano sostenibile. Una nuova urbanità si crea dove nuovi ed inaspettati network nascono dalla combinazione dei vecchi. La scelta dei luoghi ricade sui cosiddetti brownfield urbani, siti che concedono lo spazio per differenti usi ed attività. Sono aree che danno nuovi contenuti al concetto di urbanità, aree in transizione prodotte da processi di de-industrializzazione, da abbondanza di infrastrutture o da scelte politiche. La loro abilità deriva da vari fattori come la localizzazione vicina al centro città (posizione), un buon potenziale d’accesso (mobilità) e una caratteristica mixture di elementi storici e contemporanei a grande e piccola scala. Si tratta quindi di aree che permettono lo sviluppo di usi differenti in una simbiosi/sinergia di attività culturali, commerciali e della vita di tutti i giorni. Ad oggi queste aree non rientrano nella catalogazione di centro o di periferia, infatti non sono contenitori per shopping e intrattenimento come i centri città e tantomeno hanno gli stessi costi, dall’altra parte sono associabili alle periferie, viste come troppo anonime, troppo lonta13


CITTA’ IN CONTRAZIONE

ne, troppo monodimensionali e non abbastanza dense. Possono essere definite come quelle aree che hanno la possibilità di diventare dei veri cult all’interno del panorama cittadino, aree “in attesa” che necessitano di nuove strategie per il loro sviluppo, che sarà fatto di spese contenute e soprattutto di investimenti di tempo, energie, creatività e impegno. Quindi il punto non è mantenere l’area libera oppure lo status quo, le direttive di sviluppo devono indirizzare verso uno sviluppo graduale e aperto dove le qualità esistenti, sia come strutture fisiche che come attività, sono concepite come complementari e trainanti per il processo svolgendo la funzione di capitale durevole. Su queste aree sarà possibile sperimentare nuovi metodi di vivere lo spazio urbano, con interventi bottom-up e per archi di tempo limitati attraverso modalità d’uso temporaneo. Queste modalità d’intervento ricadono, come tempistica, fra la cessazione dell’uso precedente e l’inizio del nuovo sviluppo commerciale/urbanistico. Infatti questo salto di tempo dà l’opportunità a nuove attività non pianificate di inserirsi nel panorama urbano. Gli utenti temporanei non si sviluppano in isolamento ma in cluster eterogenei con identità e profili d’uso specifici. In questo modo si pongono le basi per la creazione di micro-comunità con valori e necessità condivise che diventano i motori decisivi nel processo di riattivazione delle aree “in attesa”. Gli usi temporanei diventano “catalizzatori” dei cambiamenti urbani, possono diventare una carta importante nella pianificazione ufficiale delle amministrazioni. Tale questione solleva alcune domande: 14


INTRODUZIONE

- possono le autorità locali, i pianificatori, e gli sviluppatori dei progetti imparare dagli usi temporanei? - possono gli usi temporanei mostrare nuove vie di cambiamento, un’alternativa all’impotenza, alla letargia e all’attesa di tempi migliori? - come gli stakeholder possono avere un ruolo attivo nei contesti con uno sviluppo debole? - quali strumenti e modelli di azione sono necessari e chi deve essere coinvolto? L’obiettivo di tale sperimentazione è sviluppare, valutare e verificare soluzioni per stimolare gli spazi urbani vacanti o residuali. Si tratta quindi di un processo aperto e interattivo di sviluppo che reagisce attivamente alle dinamiche complesse degli organismi urbani che stanno cambiando più velocemente che mai, di modelli di graduale sviluppo delle aree urbane riducono i pericoli della cattiva pianificazione e di cattivi investimenti, di progetti possono reagire flessibilmente e velocemente ai cambiamenti ed adattare gli obiettivi alle richieste. Gli usi temporanei permettono di migliorare la qualità e la salubrità della vita, generano un gran numero di attività, come quelle di tipo pubblico in spazi inutilizzati, creano uno scambio intensivo fra differenti gruppi sociali e compensano le mancanze delle infrastrutture urbane. Questi usi sono specifici per ogni sito e migliorano la rete sociale di abitanti associandoli con programmi e risorse esistenti. Inoltre dall’attività culturale ed economica in aree altrimenti dimenticate traggono beneficio anche le amministrazioni che possono effettivamente curare la trasformazione di queste aree senza lasciarle alla mercé degli investitori.

15


PERIODI DI CONTRAZIONE PERIODI DI CONTRAZIONE

MAPPA MONDIALE DELLA CITTA’ IN CONTRAZIONE MAPPA MONDIALE DELLA CITTA’ IN CONTRAZIONE

Città in contrazione in Europa > 250.000 abitanti > 10% popolazione persapersa Città in contrazione in Europa > 250.000 abitanti > di 10% di popolazione

Città in contrazione > 100.000 abitanti > 10% popolazione persapersa Città in contrazione > 100.000 abitanti > di 10% di popolazione

CITTA’ IN CONTRAZIONE Graz A Vienna A

Berlin D

Graz A Vienna A

Zurich CH

Zurich CH

Berlin D

Dusseldorf D D Essen Dusseldorf D Frankfurt D Essen D Gelsenkirchen DFrankfurt D Gelsenkirchen D Hamburg D Hamburg D

Murmansk Murmansk

Norlisk

Vorkuta

Norlisk

Vorkuta

Halle D

Arkhangelsk

Halle D

Arkhangelsk

Berezniki

Leipzig D Mannheim D Leipzig D Mannheim D

Nizhny Tagil

Seattle

Sudbury Seattle

Saint Paul

Minneapolis

Salt Lake City

Peoria Salt Lake City Kansas City

Oakland Oakland

Berkeley

Montreal Sudbury

Montreal Rochester Springfield Saint Paul Cambridge Detroit Flint Syracuse Rochester Minneapolis Milwaukee Warren Buffalo Albany Boston Springfield Cambridge Chicago Providence Flint Syracuse Detroit New Haven Gary Cleveland Albany Boston Milwaukee ErieWarren Buffalo Chicago Jersey City Providence Cleveland Haven New York Akron Newark Gary Erie NewJersey City Wilmington Philadelphia Peoria

Dayton

Akron Newark Cincinnati Pittsburgh Wilmington Philadelphia Dayton Saint Louis Baltimore Cincinnati Pittsburgh Louisville SaintWashington Louis Baltimore Evansville

San Francisco

Berezniki Oslo Tallinn Stockholm Pervouralsk Nizhny Tagil Tartu Oslo Edimburgh Zlatoust Tallinn Stockholm Pervouralsk Glasgow Newcastle Tartu Andzhero-Sudzhensk Riga Edimburgh Arhus Kopeysk Zlatoust Leninsk Kuznetski Glasgow Newcastle Liepaja Middlesbrough Qizillar Andzhero-Sudzhensk Copenhagen Riga Belovo Manchester York Arhus Kopeysk Prokopevsk Leninsk Kuznetski Kokshetau Preston SalfordMiddlesbrough Kiel Liepaja Sepukhov Leeds Qizillar Korolev Cheremkhovo Rostock Lubeck Dublin Copenhagen Bolton Rudny KingstonManchester Belovo Hamburg Schwerin Pavlodar Wilhelmshaven York Prokopevsk Sepukhov Liverpool Norwich Kokshetau Berlin Preston Salford Kiel Haarlem Amsterdam Nottingham Leeds Korolev Dessau Cheremkhovo Rostock Lubeck Dublin Chita Rotterdam Utrecht Bolton Rudny Kingston Halle Leipzig Hamburg Coventry Schwerin Swindon Pavlodar IpswichLiverpool Semey Wilhelmshaven s’Gravenhage Berlin Bristol Temirtau NorwichGorlitz Haarlem Amsterdam Dessau Herne Oberhausen Essen Oskemen Brighton ReadingNottingham Chita Chemnitz Rotterdam Utrecht Oral Halle Leipzig Ghent Dusseldorf Coventry Kassel Dresden Qaraghandy Kramatorsk Swindon Ipswich Semey Remscheid Portsmouth s’Gravenhage Dabrowa GorniczaGorlitz Temirtau Slovyansk Lille Bristol Wuppertal Herne Oberhausen Chorzow Oskemen Essen Brighton Reading Oleksandriya Zwickau Chemnitz Frankfurt Oral Kassel Dresden Bytom Pavlohrad Havant Qaraghandy Rouen Jezqazghan Kramatorsk Remscheid Portsmouth Mannheim Lille Ghent Dusseldorf Kostantynivka Gornicza Slovyansk Wuppertal Dnipropetrovsk Paris Chorzow Horlivka Oleksandriya Vienna Zwickau Dabrowa Oiqlhar Frankfurt Miskolc Krasny Luch Bytom Pavlohrad Havant Rouen Basel Jezqazghan Mannheim Nikopol Maklyivka Kostantynivka Budapest Bern Zurich Kherson Berdyansk Graz Dnipropetrovsk Lausanne Paris Horlivka Vienna Szeged Oiqlhar Krasny Luch Miskolc Sverdlovsk Geneva Turin Basel Trieste Lyon Milan Padua Nikopol Maklyivka Budapest Taidykorgan Sibiu Venice Subotica Bern Zurich Saint-Etienne Kherson Berdyansk Graz LausannePecs Brasov Bordeaux Szeged FerraraLyon Geneva Turin Resita Trieste Almaty Sverdlovsk Reggio Emilia Milan Padua Taidykorgan Sibiu Bucaresti Venice Subotica Ravenna BolognaSaint-Etienne Otaru Marseille Symkent Genoa Brasov RusePecs Tieling Rimini Split Ferrara Bordeaux Toulon La Spezia Resita Muroran Sumon Almaty Reggio Emilia Florence Bilbao BucarestiSukhumi Pescara Bologna Ravenna Marseille Symkent Baracaldo Genoa Ruse Rimini Split Zhangjiakou Hakodate Kimch’aekTieling Toulon Bari La Spezia Sumon Barcelona Vanadznor Naples Florence Dandong Bilbao Sukhumi Pescara Hospitalet Samarqand Baracaldo Taranto Hamhung Kumajri Tanjin Zhangjiakou Santa Colom Kimch’aek Wonsan Kirikkaie Barcelona Bari Vanadznor Naples Talyuan Dandong Dalian Hospitalet Lisbon Tanshan Samarqand Cagliari Taranto Hamhung Kumajri Tanjin Zibo Santa Colom Wonsan Kirikkaie Athens Talyuan Reggio Calabria Kaesong Dalian Lisbon Tanshan Catania Cagliari Pireas Zibo Cadiz Athens El-Boulaoda Annaba Reggio Calabria Kaesong Tokio Masan Catania Pireas Shangqiu Kunduz Kure Yokohama Cadiz Osaka El-Boulaoda Annaba Masan Yangzhou Shangqiu Nagoya Baghlan Kunduz Chao’an Omuta Amritsar Yatsushiro Nanchong Jinzhou Yangzhou Tel Aviv Darnah Baghlan Miyakonojo Chao’an Chengdu Omuta Ajdabiya Amritsar BasraTel Aviv Neijiang Yatsushiro Nanchong Jinzhou Qandahar Darnah Ybin Miyakonojo Taizhou Chengdu Al-Suways Ajdabiya Basra Neijiang Qandahar Ybin Taizhou Al-Suways Hawalli

New York

Kansas City

Evansville

San Francisco

Norfolk

Berkeley

Portsmouth Louisville

Chattanooga

Birmingham New Orleans

Columbia Atlanta

Chattanooga

Savannah

Birmingham

New Orleans

El-Djelfa El-Djelfa

Norfolk

Washington Portsmouth

Columbia Atlanta Savannah

Abadan Abadan Khorramshahr Khorramshahr Hawalli

Guiyang

Hufuf

Poza Ricade Hidalgo

Otaru

Lyon F

Muroran Hakodate

Paris F Bristol GB

Tokio Kure Yokohama Osaka Nagoya

Guiyang Nanning

Kumming

Halkou

Leeds GB

Fuzhou

Shantou

Liverpool GB Liverpool GB London GB Manchester GBLondon GB Manchester GB Newcastle GB Newcastle GB

Asmera

Qui Nho’n

Da Nang

Manila

Kotar Gold Fields Chon Buri Qui Nho’n Phnom Penh Buri Kotar Gold Fields Chon

Asmera Ta’izz

Nha Trang

Ta’izz

N’Djamena

Nha Trang

Phnom Penh

N’Djamena Korhogo

Manila

Hue

Iwo Ikare Korhogo

Iwo

Calì

Ikare

Pireas GR

Bangui

Leeds GB

Nottingham GB Nottingham GB

Bangui

Calì

Lyon F

Coventry GB Coventry GB Edimburgh GB Edimburgh GB

Shantou Nanning

Halkou Hue

Da Nang

Paris F Bristol GB

Glasgow GB Glasgow GB

Fuzhou

Kumming

Narayanganj

Dum DumNarayanganj Dum Dum

Hufuf Poza Ricade Hidalgo

Oberhausen D D WuppertalOberhausen D Wuppertal D

Copenhagen DK Copenhagen DK

Pireas GR

Kananga Kananga

Boma

Pekalengan Tegal

Cilacap

Boma

Pekalengan Tegal

Cilacap

Kolwezi Kolwezi

Tel Aviv IL

Springs Brakpan Krugersdorp Springs Benoni Brakpan Krugersdorp Benoni Vereeniging Kimberley Vereeniging Bloemfontein Kimberley Welkom Bloemfontein East London Welkom

La Granja Independencia La Granja San MiguelIndependencia La Cisterna San Nunoa Miguel Conchalì La Cisterna Nunoa Conchalì

Nelspruit Kjerksdorp Potchefstroom

Tel Aviv IL Amsterdam NL NL RotterdamAmsterdam NL Rotterdam NL s’Gravenhage NL s’Gravenhage NL

East London

Nelspruit Kjerksdorp Potchefstroom

Stockholm S Stockholm S

Diminuzione di popolazione Diminuzione di popolazione

75 - 100% Baghlan - 100% Baghlan 50 - 74% 75 Baghlan - 74% Baghlan Baghlan 25 - 49% 50 10 - 24% 25 - 49% Baghlan 10 - 24%

1950

Baghlan

1955

1950

Baghlan

1960

1955

Horliv

1965

1960

LE TAPPE DEL DEL CAMBIAMENTO LE TAPPE CAMBIAMENTO

ANATOMIA ANATO

Dalla Dalla rivoluzione industriale alla contrazione urbanaurbana rivoluzione industriale alla contrazione

))

))

++

))

))

L’evoluzione della della città moderna L’evoluzione città moderna Il panorama industriale e l’automobile

))

++

1965

La crisi città moderna La della crisi della città moderna

L’esplosione della della città città L’esplosione La metropolizzazione e la città complessa

Lo sviluppo della città estesa Lo sviluppo della città estesa 1930-1970 1930-1970

Il panorama Fine ‘800-Inizi ‘900 industriale e l’automobile Fine ‘800-Inizi ‘900

))

area urbana con alme area urbana con

La contrazione La contrazione

Il fenomeno parallelo alla metropolizzazione Oggi Il fenomeno parallelo alla metropolizzazione Oggi

La metropolizzazione e la città complessa 1970-2000 1970-2000

forte diminuzione del forte diminuzion

CASICASI STUDIO STUDIO DETROIT DETROIT

MANCHESTER/ LIVEPOOL MANCHESTER/ LIVEPOOL

IVANOVO/ YUZHNA IVANOVO/ YUZHNA

HALLE/LEIPZIG HALLE/LEIPZIG

VENEZIA VENEZIA Venezia

Detroit

Halle

elevato tasso tasso di abitaz elevato di Halle Leipzig Leipzig Ivanovo Ivanovo Yuzha Yuzha

Detroit, Michigan, Stati Uniti Detroit, Michigan, 1950: 1.849.568 abitanti Stati Uniti 1950: 1.849.568 2003: 921.758 abitanti abitanti 2003: 921.758 abitanti

Halle, Sassonia, Germania Halle, Sassonia, 1980: 714.000 abitanti Germania 1980: 714.000 1990: 530.010 abitanti abitanti 1990: 530.010 2003: 496.532 abitanti abitanti 2003: 496.532 abitanti

Decrescita, 1950-2003: -50,2% Decrescita, 1950-2003: -50,2%

Decrescita, 1989-2003: -6,3% Decrescita, 1989-2003: -6,3%

Contee confinanti Contee confinanti 1950: 1.166.629 abitanti 1950: 1.166.629 2003: 3.164.966 abitanti abitanti 2003: 3.164.966 abitanti

+

Crescita, 1950-2003: +171,3% Crescita, 1950-2003: +171,3% OCCUPATI OCCUPATI Detroit Detroit -165.000

+

+50.000

.000 -1

00 47.0

1991

VACANTI VACANTI .3 0 10

+1.

00 000.

FOR SALE

16

SUBURBANIZZAZIONE SUBURBANIZZAZIONE

1991

Manchester, Regno Unito Manchester, Regno Unito 1930: 766.000 abitanti 1930: 766.000 2002: 422.300 abitanti abitanti 2002: 422.300 abitanti

Centro storico, Venezia, Italia Centro storico, 1950: 174.808 abitantiVenezia, Italia 1950: 174.808 2010: 59.621 abitanti abitanti 2010: 59.621 abitanti

Decrescita, 1990-2002: -6,8% Decrescita, 1990-2002: -6,8%

Decrescita, 1930-2002: -44,9% Decrescita, 1930-2002: -44,9%

Decrescita, 1950-2010: -75,9% Decrescita, 1950-2010: -75,9%

Yuzha, Federazione Russa Yuzha, abitanti Federazione Russa 1990: 23.800 1990: 23.800 2002: 18.600 abitanti abitanti 2002: 18.600 abitanti

Liverpool, Regno Unito Liverpool, Regno Unito 1931: 857.247 abitanti 1931: 857.247 2002: 441.500 abitanti abitanti 2002: 441.500 abitanti

Estuario, Venezia, Italia Estuario, Venezia, Italia 1950: 44.037 abitanti 1950: 44.037 1970: 50.729 abitanti abitanti 1970: 50.729 2010: 29.933 abitanti abitanti 2010: 29.933 abitanti

Decrescita, 1990-2002: +21,8% Decrescita, 1990-2002: +21,8% OCCUPATI INDUSTRIA - IVANOVO OCCUPATI INDUSTRIA - IVANOVO Industria tessile Industria tessile 41.300

1990

5000

1990

74.596

74.596

11.717

1999 11.717

Unità Disoccupati vacanti Unità vacanti Disoccupati

27% Leipzig 20% Halle Halle Leipzig

OPEN ENDED PLACES |USI|USI TEMPORANEI PER LA IN TRANSIZIONE OPEN ENDED PLACES TEMPORANEI PERCITTA’ LA CITTA’ IN TRANSIZIONE

19% 27% 22% 20%

19% 22%

1990

2001

1000

NUOVE ABITAZIONI NUOVE ABITAZIONI 43% % sobborghi 43 ghi sobbor

1990

Manchester Manchester

-50% 14.400

2001

1990

1990

Altre industrie 2000 1700 Industria (totale) 1970 1000 Altre industrie 2000 1700 Industria (totale)

-50% 2001

2001

1990

220.000

POSTI DI LAVORO PERSI POSTI DI LAVORO PERSI

220.000

249.000

2001

-45

1990

-45

249.000

RIPERCUSS RIPERC

1. reinventare 1. reinve ricreative ricreative

Decrescita, 1970-2010: -41% Decrescita, 1970-2010: -41% Terra ferma, Venezia, Italia Terra ferma, Venezia, Italia 1950: 96.966 abitanti 1950: 96.966 1980: 207.811 abitantiabitanti 1980: 207.811 2010: 181.300 abitanti abitanti 2010: 181.300 abitanti

ABITANTI / TURISTI ABITANTI / TURISTI

160.000 120.000

2001

abitanti

160.000 120.000

80.000

%

2000

crisi economica strutt crisi economica

LINEE GUID LINEE

Decrescita, 1980-2010: -13,7% 1956 - 1976 Decrescita, 1980-2010: -13,7% 1956 - 1976

REDDITI REDDITI

Industria tessile 5000 Industria tessile

%

1970

Decrescita, 1931-2002: -48,5% Decrescita, 1931-2002: -48,5% OCCUPATI - MANCHESTER OCCUPATI - MANCHESTER

Settore industriale Settore industriale

41.300

14.400

74.596 ab 74.596 ab

1999

Liverpool

Manchester Manchester

€ £ €€€£$ €

OCCUPATI INDUSTRIA - YUZHA OCCUPATI INDUSTRIA - YUZHA

cato l mer cato l mer % de 10.3

FOR SALE

Liverpool

Ivanovo, Federazione Russa Ivanovo,abitanti Federazione Russa 1990: 479.700 1990: 479.700 2002: 447.100 abitanti abitanti 2002: 447.100 abitanti

+50.000

% de

0

0.00

00 +1.

Decrescita, 1989-2003: -26% Decrescita, 1989-2003: -26% OCCUPATI INDUSTRIA CHIMICA OCCUPATI INDUSTRIA CHIMICA

+600.000 +600.000

+30.000

ABITAZIONI ABITAZIONI Detroit Contee confinanti Detroit Contee confinanti -147

Leipzig, Sassonia, Germania Leipzig, abitanti Sassonia, Germania 1980: 324.431 1980: 324.431 1990: 321.684 abitanti abitanti 1990: 321.684 2003: 240.077 abitanti abitanti 2003: 240.077 abitanti

Contee confinanti Contee confinanti

-165.000 +30.000

Venezia

Detroit

2000

83.000 35.000

1981 - 1996 1981 - 1996

83.000

8.000

1950

2010

16.000 12.000

33.000

8.000

4.000

40.000 1950

OCCUPATI INDUSTRIA OCCUPATI INDUSTRIA

16.000

abitanti turisti/giorno 12.000 turisti/giorno

80.000

40.000

35.000

1. capire lo svilupp 1. capire lo s città interessata dalla città interessata

1965 2010

33.000 13.000

4.000

2005 1965

13.000 2005

Relatore: NicolaNicola Marzot|Laureandi: GiuliaGiulia De Vita Francesco Ferretti - Daniela Zerbini degli degli Studi Studi di Ferrara|Facoltà di Architettura BiagioBiagio Rossetti|a.a. 2010-2011|Sessione di Laurea Straordinaria MarzoMa 20 Relatore: Marzot|Laureandi: De- Vita - Francesco Ferretti - Daniela ZerbiniUniversità Università di Ferrara|Facoltà di Architettura Rossetti|a.a. 2010-2011|Sessione di Laurea Straordinaria


CONTRAZIONE

Da 200 anni l’urbanizzazione procede a livello globale in maniera estremamente veloce ma questa grande unica epoca che è iniziata con l’industrializzazione sta giungendo alla sua fine. Nel 1800 solo il 2% della popolazione mondiale, allora stimata di un miliardo, viveva in città. Nel 2000 era ormai quasi il 50% di circa 6 miliardi e mezzo di esseri umani. Si prevede che nel 2050 si raggiungerà più o meno il 75% di una popolazione stimata intorno a 8,5 miliardi. Tuttavia, non tutte le città crescono. Tra il 1950 e il 2000 si contavano più di 350 metropoli, soprattutto nel mondo industrializzato, che perlomeno temporaneamente hanno perso abitanti in maniera percepibile. Negli anni ‘90 più di un quarto delle grandi città nel mondo ha perso abitanti. Il numero continua ad aumentare, anche se nei prossimi decenni i processi di crescita per lo più continueranno a prevalere. Ma è prevedibile una fine: tra il 2070 e il 2100 la popolazione mondiale raggiungerà lo zenit e i processi di urbanizzazione saranno per lo più conclusi, così sarà anche nei paesi maggiormente popolati come Cina e India, più dei tre quarti della popolazione mondiale vivrà in città. Questa sarà la fine di un periodo di crescita della popolazione unico nella storia che è durato circa 300 anni. Allora le tendenze di espansione e contrazione si bilanceranno. Il declino urbano diventerà normalità, come lo era prima che avesse inizio l’industrializzazione. Dal punto di vista degli stati industrializzati, ciò è assolutamente inimmaginabile; da generazioni abbiamo sperimentato una crescita pressoché continua in molti ambiti della nostra vita e finora i processi di crescita hanno dominato a livello globale. Tuttavia, tale crescita è distribuita, dal punto di vista fisico, in maniera per lo più disuguale e parecchi luoghi sono coinvolti in gravi processi di contrazione. In molti paesi perfino la quantità della popolazione cittadina è in declino. I prezzi 17


Arkhangelsk RUS Chita RUS Murmansk RUS Nizhny Tagil RUS Petropavlovsk-Kamchatski RUS Prokop’evsk RUS

CITTA’ IN CONTRAZIONE

Horlivka UA

1965

Makiyivka UA

1970

1975

1980

1985

1990

ANATOMIA DI UNA CITTA’ IN CONTRAZIONE

area urbana con almeno 10.000 abitanti

forte diminuzione della popolazione e dei nuclei familiari

elevato tasso di abitazioni sfitte e vacanti per un lungo periodo

€ £ €€$

££ $

$£$

€$

£

£$

crisi economica strutturale con notevole crisi occupazionale

RIPERCUSSIONI SOCIO-CULTURALI

18

1. reinventare attività lavorative, ludiche, ricreative

2. cambiamento delle abitudini in base alle occasioni contestuali

3. rinnovata fruizione degli spazi urbani


CONTRAZIONE

drasticamente in aumento della benzina e delle materie prime così come il surriscaldamento del clima provocato dall’uomo costituiscono gravi limitazioni alla crescita. Mentre nel XX secolo i processi di contrazione urbana sono stati causati perlopiù da processi di polarizzazione spaziale e talvolta di instabilità o da crisi locali, nel XXI secolo la popolazione urbana diminuirà soprattutto in molti paesi sviluppati. Fino ad oggi, le cause essenziali della contrazione nei paesi sviluppati sono state la suburbanizzazione (spostamento di attività e di persone su scala regionale nelle aree circostanti le città), la metropolizzazione (spostamento di attività e di persone su scala nazionale verso le grandi agglomerazioni urbane) e la deindustrializzazione (crisi dei siti monoindustriali). Dunque è già percepibile e palpabile una nuova era dello sviluppo urbano. Se si guarda alla storia dell’umanità, il periodo di crescita dell’era moderna è davvero limitato ad un arco temporale di appena 300 anni. La fine di questa era si fa presagire; non si può fare a meno ormai di osservarne i segnali, tanto nei vecchi paesi industrializzati dell’Ovest che in quelli dell’Est.

<Anatomia della citta’ in contrazione

Il concetto di crescita ha dominato il pensiero nella società moderna; la contrazione fino ad oggi è stata vista come un incidente e un’eccezione ma nel futuro una cultura della contrazione è destinata a svilupparsi. La contrazione in futuro sarà normalmente considerata come un processo di sviluppo alla stregua della crescita. Perderà le sue connotazioni e verrà vista come uno scenario con i suoi vantaggi e svantaggi e che porta a distinguere forme di rinnovamento e cambiamento. Nei discorsi sulle città americane il cambiamento nella terminologia da “decadenza urbana” e “declino urbano” a “shrinking city” indica che tale cambiamento sta avvenendo. Le trasformazioni che avvengono con la contra19


75 - 100% 50 - 74% 25 - 49% 10 - 24%

Baghlan Baghlan Baghlan Baghlan

CITTA’ IN CONTRAZIONE LE TAPPE DEL CAMBIAMENTO

Dalla rivoluzione industriale alla contrazione urbana

)

)

L’evoluzione della città moderna

La crisi della città moderna

Il panorama industriale e l’automobile L’EVOLUZIONE DELLA CITTÀ MODERNA

Lo sviluppo della città estesa 1930-1970

Fine ‘800-Inizi ‘900

Il panorama industriale e l’automobile Fine ‘800-Inizi ‘900

CASI STUDIO

DETROIT

)

+

)

+

LA CRISI DELLA CITTÀ MODERNA

Lo sviluppo della città estesa 1930-1970

IVANOVO/ YUZHNA

HALLE/LEIPZIG

Detroit Halle

Leipzig Ivanovo Yuzha

Michigan, Stati Uniti Sassonia, Germania LaDetroit, produzione industriale diventa il cuore dell’economia e la Halle, localiz1950: 1.849.568 abitanti 1980: 714.000 abitanti 2003: 921.758 zazione degliabitanti impianti industriali determina nuovi poli produttivi nella 1990: 530.010 abitanti 2003: 496.532 abitanti città.

La società prende pieno possesso delle novità tecnologiche e il progresso prende velocità, con un’impennata negli anni fra gli anni ‘50 e ‘70. Ivanovo, Federazione Russa 1990: 479.700 abitanti si diversifica; in quest’ottica 2002: 447.100 abitanti

L’economia locale si sviluppa e i nuclei urbani in prossimità delle città diventano autonomi e si espandono.

Decrescita, 1950-2003: -50,2%

I campi agricoli vengono in parte abbandonati dalla popolazione Decrescita, a favore 1989-2003: -6,3% Contee confinanti di1950: luoghi più prossimi 1.166.629 abitanti ai centri urbani. Leipzig, Sassonia, Germania 1980: 324.431 abitanti 321.684 abitanti Le città mantengono la loro struttura e + forma ma allargano i propri1990: confi2003: 240.077 abitanti Crescita, 1950-2003: +171,3% 2003: 3.164.966 abitanti

Decrescita, 1990-2002: -6,8%

Si accentuano le caratteristiche nate all’inizio del secolo. Si realizza la Yuzha, Federazione Russa prima vera metropolizzazione della1990: città, conabitanti tutti i suoi lati positivi, ma 23.800 2002:traffico, 18.600 abitanti anche negativi, quali inquinamento, disoccupazione. L’urbanistica tenta di governarne la crescita fisica. Decrescita, 1990-2002: +21,8%

ni urbanizzando le aree limitrofe e sottraendole alla campagna.

OCCUPATI INDUSTRIA - IVANOVO La città vista dall’alto non ha più confini ma “prolungamenti”. Decrescita, 1989-2003: -26% Contee confinanti Industria tessile Settore industrial L’introduzione dell’automobile agevola la creazione di reti culturali ed OCCUPATI INDUSTRIA CHIMICA SUBURBANIZZAZIONE Le reti tra le città si intensificano e agevolano 41.300 gli scambi sociali e lavoeconomiche che sviluppano nuovi tipi di relazioni sociali, intra ed extra -165.000 +50.000 rativi tra le diverse conurbazioni. urbani. OCCUPATI Detroit

20

+30.000

ABITAZIONI Detroit

+600.000

VACANTI Contee confinanti

1991

-50%

14.400

74.596 ab 1990

2001

1990


1950

1955

1960

1965

CONTRAZIONE

)

) L’esplosione della città

Il fenomeno parallelo alla metropolizzazioneLA Oggi

1970-2000

MANCHESTER/ LIVEPOOL

Dopo il boom economico fra gli anni ’50 e ’70, la società conosce una decrescita graduale. Le persone investono nel mattone, le costruzioni Manchester Liverpool aumentano, come il numero di occupati e le industrie. Gli scambi tra la periferia e il centro diventano biunivoci e il territorio si frammenta, sostituendo al ruolo del centro storico nuovi poli funzionali sparsi nel territorio, con il decentramento delle attività produttive e Manchester, Regno Unito amministrative. 1930: 766.000 abitanti 2002: 422.300 abitanti

6,8%

+21,8% - IVANOVO

le

001

La città “esplode”. Perde definitivamente i propri confini e necessita 1930-2002: -44,9% di essere vista dall’alto per avereDecrescita, coscienza di dove ci si trova. Le metropoli diventano megalopoli. Sorgono nuove zone residenziali a bassa Liverpool, Regno Unito densità, i confini tra i comuni si dissolvono. 1931: 857.247 abitanti 2002: 441.500 abitanti Il territorio viene utilizzato in modo estensivo. L’urbanistica deve trattare le nuove dinamiche di crescita urbana, spesso Decrescita, 1931-2002: -48,5% spontanee. OCCUPATI - MANCHESTER

NUOVE ABITAZIONI

industriale Le reti Settore di interscambio, come le nuove autostrade, i treni ad alta velocità e i voli low cost, e il sopravvento di internet, 1990 creano nuovi fenomeni antropologici di “isolamento” e “socialità”. Manchester

Lo spopolamento di alcune città che nel corso del ‘900 hanno conosciuto la loro massima espansione è l’altra faccia della medaglia dell’espansione urbana. VENEZIA La decrescita porta, esattamente come a sua volta la crescita, a trasformazioni di carattere fondamentale, cui corrispondono modifiche dei principi, dei modelli di azione e delle pratiche che di conseguenza generano nuove Venezia tendenze all’interno della società. elevato tasso d Il fenomeno della contrazione urbana è dovuto a diversi processi di trasformazione, differenti a seconda delle situazioni: - ricerca di una città più vivibile, più clemente economicamente e socialmente €£ - chiusura di industrie o fallimento di aziende - eventi naturali - conflitti bellici storico, Venezia, Italia La cittàCentro perde la sua classica morfologia, non ci sono più un centro e una 1950: 174.808 abitanti periferia che59.621 si sviluppa 2010: abitanti verso l’esterno. La città diventa un contenitore di nuove “città”, in cui la periferia assume uncrisi economic Decrescita, 1950-2010: -75,9% inteso fino ad oggi, e in cui il centro storico significato differente da quello è un frammento della città, quello con le caratteristiche più specifiche e RIPER Estuario, Venezia, Italia non ripetibili. 1950: 44.037 abitanti La contrazione di abitanti queste città non deve essere visto come un fenomeno da 1970: 50.729 2010: abitanti arginare, ma29.933 come un dato di fatto, un fenomeno “naturale”. Non si trat1. rein ta di un declino, quantopiù di un nuovo equilibrio più adatto al rinnovato Decrescita, 1970-2010: -41% ricreati contesto. 43% Le azioni principali sulla città in contrazione sono gli interventi di riqualificai Terra ferma, Venezia, Italia sobborgh zione. Riutilizzare l’esistente è il modo migliore per provocare una crescita 1950: 96.966 abitanti 1980: 207.811 abitanti sia economicamente che socialmente sostenibile. LINEE 2010: 181.300 abitanti 21

-50%

14.400

1956 - 1976 1990

CONTRAZIONE

Il fenomeno parallelo allo sprawl oggiforte diminuzio

Lo sprawl e i fenomeni della città complessa 1970-2000

a

area urbana co

La contrazione

La metropolizzazione L’ESPLOSIONE DELLA CITTÀe la città complessa

YUZHNA

)

ANAT

2001 220.000

POSTI DI LAVORO PERSI

Decrescita, 1980-2010: -13,7% ABITANTI / TURISTI

OCCUPATI INDUSTRIA

1. capire lo città interessa


CITTA’ IN CONTRAZIONE

+

)

)

L’evoluzione della città moderna Il panorama industriale e l’automobile Fine ‘800-Inizi ‘900

zione implicheranno conflitti sociali ed economici a lungo termine per quanto riguarda la distribuzione della ricchezza, degli interessi acquisiti e i loro costi. La decrescita porta, esattamente come a sua volta la crescita, a trasformazioni di carattere fondamentale, cui corrispondono modifiche dei principi, dei modelli di azione e delle pratiche che di conseguenza generano nuove tendenze all’interno della società. Il fenomeno della contrazione urbana è dovuto a diversi processi di trasformazione uniti al calo demografico e, in alcuni casi, ai cambiamenti politici, come nel caso della caduta del comunismo.

CASI STUDIO DETROIT

HA

Detroit

Detroit, Michigan, Stati Uniti 1950: 1.849.568 abitanti 2003: 921.758 abitanti

Halle, Sassoni 1980: 714.000 1990: 530.010 2003: 496.532

Nel 20esimo secolo, gli edifici industriali e le residenze a media ed alta Decrescita, 1950-2003: -50,2% Decrescita, 19 densità erano caratterizzate da abbandono e posti liberi; nel 21esimo, la Contee confinanti 1950: 1.166.629 abitanti deurbanizzazione colpirà i sobborghi e i distretti degli uffici. Leipzig, Sasso 2003: 3.164.966 abitanti 1980: 324.431 1990: 321.684 Un terzo dei sobborghi degli Stati Uniti già soffre di perdite di popolazione Crescita, 1950-2003: +171,3% + 2003: 240.077 oggi, il fatto è in maggior parte dovuto alla continua suburbanizzazione OCCUPATI Decrescita, 19 Detroit Contee confinanti verso i sobborghi periferici. Nel futuro, i sobborghi perderanno popoOCCUPATI lazione in primo luogo a causa della perdita totale di popolazione e, in secondo luogo, a causa del parziale richiamo nei centri delle città. I costi 1991 crescenti della mobilità e l’invecchiamento della popolazione che avrà VACANTI ABITAZIONI Contee confinanti diversi bisogni di mobilità contribuiranno in modo cruciale ai processi di Detroit riconcentrazione. Nella seconda metà del 20esimo secolo, i processi di deindustrializzazio74.596 ne hanno causato la decrescita in molti luoghi, ma nel corso del 21esimo, le locazioni degli uffici del settore terziario saranno caratterizzate da processi di ristrutturazione e, con essi, da una domanda insufficiente. I OPEN ENDED PLACES |USI TEMPORANEI PER LA CITT distretti degli uffici diventeranno talora le aree improduttive del 21esimo -165.000

+50.000

+30.000

00

.0 -147

+600.000

00

+

0.0 1.00

FOR SALE

22

rcato

l me

% de

10.3


CONTRAZIONE

)

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+

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La crisi della città moderna

L’esplosione della città

Lo sviluppo della città estesa 1930-1970

La metropolizzazione e la città complessa 1970-2000

secolo. Nei paesi industrializzati, i processi di produzione industriale sono nella maggior parte dei casi razionalizzati e automatizzati e vengono porMANCHESTER/ LIVEPOOL IVANOVO/ YUZHNA HALLE/LEIPZIG tati avanti con poco personale, gli stessi processi di razionalizzazione e movimentazione stanno ora colpendo il settore degli uffici e le attività del terziario. L’automazione delle attività d’ufficio, la possibilità di lavorare da casa, la separazione dell’attività lavorativa dal posto di lavoro in termini di mobilità, la strumentazione wireless ridurranno tremendamente la necessità di spazio dei classici complessi di uffici. L’esaurimento delle riserve petrolifere e degli altri combustibili fossili, così Ivanovo, Federazione Russa Manchester, Regno Unito Cen come i cambiamenti climatici, influenzeranno decisamente la localizzaHalle, Sassonia, Germania 1990: 479.700 abitanti 1930: 766.000 abitanti 195 1980: 714.000 abitanti 2002: 447.100 abitanti 422.300 abitanti 201 zione globale dello sviluppo nel 21esimo2002: secolo. La variazione del clima, 1990: 530.010 abitanti 2003: 496.532 abitanti con i suoi effetti eterogenei, sarà un nuovo parametro Dec Decrescita, 1990-2002: -6,8% Decrescita, 1930-2002: -44,9%nell’insediamento Decrescita, 1989-2003: -6,3% dello sviluppo. Mentre una larga parte delle esistenti strutture di insediaYuzha, Federazione Russa Liverpool, Regno Unito Estu 1990: 23.800 abitanti 1931: 857.247 abitanti 195 Leipzig, Sassonia, Germania mento favorevolmente influenzata dai 2002: 18.600 sarà abitanti trascurabile e in parte anche 2002: 441.500 abitanti 197 1980: 324.431 abitanti 201 1990: 321.684 abitanti cambiamenti climatici, un grande numero di siti sarà indebolito e in parte 2003: 240.077 abitanti Decrescita, 1990-2002: +21,8% Decrescita, 1931-2002: -48,5% Dec la OCCUPATI loro INDUSTRIA esistenza di tali cambiamenti: - IVANOVOsarà minacciata dall’eterogeneità OCCUPATI - MANCHESTER NUOVE ABITAZIONI Decrescita, 1989-2003: -26% ti Industria tessile Settore industriale fra le cause ci saranno la mancanza di acqua potabile (specialmente nelTerra OCCUPATI INDUSTRIA CHIMICA SUBURBANIZZAZIONE 195 le aride regioni del sud), il pericolo di inondazioni (nelle regioni costiere), 198 201 lo scongelamento del permafrost (nelle aree settentrionali), la mancanza 1991 Dec di neve e ghiaccio nei siti turistici di alta montagna, ecc. 74.596 ab TI A POSTI DI LAVORO PERSI LaOCCUPATI fineINDUSTRIA dell’epoca delleREDDITI fonti d’energia fossili avrà particolari effetti sui - YUZHA siti che ospitano depositi di combustibili fossili: nella fase di estrazione, 1999 questi siti traggono profitto dalle entrate costantemente crescenti. Una 27% 19% Leipzig 74.596 11.717 20% 22% Halle volta che le scorte locali sono esaurite, le città devono completamente riorientare le loro economie. Quando questo sviluppo è prevedibile, Relatore: Nicola Marzot|Laureandi: Giulia De Vitae- Francesco Ferrettisono - Daniela Zerbini diUniversità deglipreventive Studi di Ferrara|Facoltà di Ar MPORANEI PER LA CITTA’ IN TRANSIZIONE questi siti, come Dubai la Scozia, esempi politiche anti-shrinking. Le ricchezze ancora generate vengono investite in grandi Halle

Leipzig

Ivanovo Yuzha

+50.000

Liverpool

Manchester

43% i sobborgh

1990

41.300

Manchester

+600.000

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1990

2001

1956 - 1976

2001

1990

220.000

ato

merc

249.000

5000

Unità vacanti

Industria tessile

-45

160.000

120.000

2001

80.000

%

Disoccupati

40.000

1970

1000

Altre industrie

2000

1700 Industria (totale)

1990

2000

35.000

83.000

1981 - 1996

23


CITTA’ IN CONTRAZIONE

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L’evoluzione della città moderna

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+

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La crisi della città moderna

Il panorama industriale e l’automobile Fine ‘800-Inizi ‘900

L’esplosione della città

Lo sviluppo della città estesa 1930-1970

La metropolizzazione e la città com 1970-2000

CASI STUDIO strutturali. trasformazioni DETROIT

M

IVANOVO/ YUZHNA

HALLE/LEIPZIG

I processi di contrazione portano a società dalle due facce: lo sviluppo urbano, lo sviluppo economico, gli stili di vita, e molto altro differiscono fra le zone di crescita e di contrazione. Nelle regioni urbane caratterizzate dalla crescita, il principio della città imprenditoriale può sviluppare dinamiche di sviluppo notevoli; ma le regioni in contrazione sono sempre più caratterizzate da disinvestimenti, da un capitalismo privo di capitale. Negli Stati Uniti, il principio del redlining simbolizza l’esclusione dalle foraffermate di capitalismo su largaHalle,scala. Nelle regioni in contrazione, Detroit, me Michigan, Stati Uniti Sassonia, Germania 1950: 1.849.568 abitanti 1980: 714.000 abitanti 2003: 921.758 abitanti le classiche elite economiche delle maggiori compagnie e banche sono 1990: 530.010 abitanti 2003: 496.532 abitanti sostituite da micro-imprese locali, spesso organizzate collettivamente. Decrescita, 1950-2003: -50,2% Decrescita, 1989-2003: -6,3% Nei progetti di piccola scala, la situazione specifica della realtà locale e il Contee confinanti 1950: 1.166.629 abitanti denso network sociale hanno permesso di realizzare progetti a lungo terLeipzig, Sassonia, Germania 2003: 3.164.966 abitanti 1980: 324.431 abitanti mine con piccoli capitali attraverso un principio di “weak urbanism”. Le 1990: 321.684 abitanti + 2003: 240.077 abitanti Crescita, 1950-2003: +171,3% forme di governance e i processi di sviluppo dello stato e dell’economia OCCUPATI Decrescita, 1989-2003: -26% Detroitdifferiscono fra aree Conteedi confinanti crescita e di contrazione. Possiamo quindi parlare OCCUPATI INDUSTRIA CHIMICA SUBURBANIZZAZIONE di due società all’interno di un solo stato. Detroit

Halle

-165.000

Leipzig

Ivanovo Yuzha

Ivanovo, Federazione Russa 1990: 479.700 abitanti 2002: 447.100 abitanti

Manchester, Re 1930: 766.000 2002: 422.300

Decrescita, 1990-2002: -6,8%

Decrescita, 193

Yuzha, Federazione Russa 1990: 23.800 abitanti 2002: 18.600 abitanti

Liverpool, Regn 1931: 857.247 2002: 441.500

Decrescita, 1990-2002: +21,8%

Decrescita, 193

OCCUPATI INDUSTRIA - IVANOVO Industria tessile

+50.000

+30.000

OCCUPATI Settore industriale

1

41.300

+600.000

La pianificazione urbana e l’architettura 1991 nelle città in contrazione affron74.596 ab VACANTI ABITAZIONI Detroit tano nuovi Contee confinanti compiti. Laddove fino ad oggi la costruzione è stata vista OCCUPATI INDUSTRIA - YUZHA REDDITI come l’obiettivo dell’azione della pianificazione e dell’architettura, è da lì 1999 che bisogna ripartire. 27% 19% Leipzig 6 74.59 11.717 20% quasi 22% Halle fare Negli ultimi 200 anni la pianificazione urbana ha avuto a che esclusivamente con processi di crescita. L’epoca moderna è stata caOPENratterizzata ENDED PLACES |USI TEMPORANEI LA CITTA’ IN TRANSIZIONE da processi di crescitaPER onnicomprensivi, e questi sono Relatore: stati Nicola Marzot|Laureandi: Giulia De Vita - Francesco Ferretti - Daniela Zerb le basi delle sue idee, concetti, teorie, leggi pratiche ed azioni. I concetti -50%

14.400

1990

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2001

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Altre industrie

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CONTRAZIONE

)

area urbana con almeno 10.000 abitanti

) L’esplosione della città

La contrazione

La metropolizzazione e la città complessa 1970-2000

Il fenomeno parallelo alla metropolizzazione Oggi

forte diminuzione della popolazione e dei nuclei familiari

chiave dell’era moderna della pianificazione sono stati la colonizzazione, la fondazione di città, la lottizzazione dei terreni per la costruzione, nuoVENEZIA ve aree di sviluppo, il boom delle costruzioni, l’espansione urbana e la densità. La costruzione è stata concepita come un atto colonizzazione elevatoditasso di abitazioni sfitte e fino vacantiad per un lungo peri un certo punto con la determinazione e la costruzione di nuove aree. Ma ora i paesi industriali hanno urbanizzato più o meno completamente il $ £ $ di €$ €€$ loro territorio e la loro popolazione è stazionaria o in l’idea € £contrazione, € ££ $ colonizzazione ha perso la propria legittimità. Nell’epoca post-coloniale l’obbiettivo sarà focalizzato più sulle opere costruite che si saranno acCentro storico, Venezia, Italia 1950: 174.808 abitanti 2010: 59.621 abitantidurante un lungo periodo. Si tratta di invertire il punto di vista: cumulate crisi economica strutturale con notevole crisi occupazional l’opera costruita non è l’obiettivo ma il punto di partenza. Decrescita, 1950-2010: -75,9%

MANCHESTER/ LIVEPOOL

Venezia

Liverpool

Manchester

Manchester, Regno Unito 1930: 766.000 abitanti 2002: 422.300 abitanti Decrescita, 1930-2002: -44,9% Liverpool, Regno Unito 1931: 857.247 abitanti 2002: 441.500 abitanti

RIPERCUSSIONI SOCIO-CULTURALI

Estuario, Venezia, Italia 1950: 44.037 abitanti 1970: 50.729 abitanti 2010: 29.933 abitanti

La fase post-architettonica comprende quei compiti che nascono quando l’architettura, ovvero l’opera costruita, è già presente. Quello che Decrescita, 1931-2002: -48,5% 1. reinventare attività lavorative, ludiche, nella 1970-2010: convenzionale pratica architettonica è il risultato, Decrescita, -41% ricreative qui è il punto di OCCUPATI - MANCHESTER NUOVE ABITAZIONI triale partenza. La questione quindi è come quello che già esiste può essere Terra ferma, Venezia, Italia 1950: 96.966 abitanti percepito, usato, cambiato o rimosso. 1980: 207.811 abitanti LINEE GUIDA PER MODELLI DI CITTA’ IN 2010: 181.300 abitanti Allo stesso tempo, nel contesto della contrazione, nuovi modi di fare Decrescita, 1980-2010: -13,7% architettura possono essere scoperti. In questa direzione il significato 1. capire lo sviluppo peculiare proprio di ogni 2. de città interessata dalla contrazione ne de ABITANTI / TURISTI OCCUPATI INDUSTRIA POSTI DI LAVORO PERSI più stretto dell’architettura deve essere lasciato indietro e il dibattito aggiornato. Nasce la domanda: chi costruisce, con quali mezzi e con quale obiettivo? La fase pre-architettonica, al contrario, riguarda quelle cose che procedono la pratica architettonica e che la rendono possibile. Fra queste ci esco Ferretti - Daniela Zerbini Università degli Studi di Ferrara|Facoltà disono Architettura Biagio Rossetti|a.a. Laurea Straordinaria Marzo la formazione di2010-2011|Sessione un desiderio, dil’immaginazione di2012 nuove possibili costruzioni e il risveglio dell’interesse nella realizzazione di quest’ultimo. 43% i sobborgh

1990

Manchester

-50%

1956 - 1976

2001

220.000

249.000

5%

abitanti

160.000

120.000

2001

turisti/giorno

35.000

12.000 8.000

80.000

40.000

2000

16.000

33.000

4.000

13.000

83.000

1981 - 1996

1950

2010

1965

2005

25


PERIODI DI CONTRAZIONE

Città in contrazione in Europa > 250.000 abitanti > 10% di popolazione persa

CITTA’ IN CONTRAZIONE

Graz A Vienna A

Montreal CDN Toronto CDN Zurich CH

Berlin D

Dusseldorf D Essen D Frankfurt D Gelsenkirchen D

Halle D

Hamburg D Kiel D

Leipzig D Mannheim D

Oberhausen D Wuppertal D

Copenhagen DK

Bordeaux F Lyon F Paris F Bristol GB

Marseille F

Coventry GB Edimburgh GB

Glasgow GB Leeds GB Liverpool GB London GB Manchester GB

Middlesbrough GB

Newcastle GB

Nottingham GB Pireas GR

Bologna I

Catania I Florence I Genoa I Milan I Naples I Turin I Trieste I Venice I

Tel Aviv IL

Dublin IR Amsterdam NL Rotterdam NL s’Gravenhage NL

Utrecht NL

Stockholm S

1950

26

1955

1960

Horlivka UA

1965

1970

ANATOMIA DI UNA CITTA’ IN C


CONTRAZIONE Montreal CDN Toronto CDN Chemnitz D Dresden D

Kiel D

Barcelona E Bilbao E Hospitalet de Llobregas E

Tallinn EST

aux F

ille F

Kingston GB Leicester GB

lesbrough GB Athens GR Bari I

logna I

Budapest H

Catania I Florence I Genoa I Milan I Naples I Turin I Trieste I Venice I Dublin IR

Riga LV

Utrecht NL

Lisbon P

Arkhangelsk RUS Chita RUS Murmansk RUS Nizhny Tagil RUS Petropavlovsk-Kamchatski RUS Prokop’evsk RUS

Makiyivka UA

1970

A CITTA’ IN CONTRAZIONE

1975

1980

1985

1990

27


forte della popolazione e dei nuclei familiari area diminuzione urbana con almeno 10.000 abitanti La contrazione Venezia

VENEZIA forte diminuzione della popolazione e dei nuclei familiari area urbanaManchester con almeno 10.000 abitanti Liverpool

Venezia La contrazione fenomeno parallelo alla metropolizzazione ESTER/Il LIVEPOOL

elevato tasso diCITTA’ abitazioniINsfitte e vacanti per un lungo period CONTRAZIONE forte diminuzione della popolazione e dei nuclei familiari

VENEZIA elevato tasso di abitazioni sfitte e vacanti un lungo periodo forte diminuzione della popolazione e deiper nuclei familiari

Oggi

Unito nti nti

Il fenomeno parallelo alla metropolizzazione Oggi

Centro storico, Venezia, Italia 1950: 174.808 abitanti 2010: 59.621 abitanti

££ $

$£$

€$

Venezia

£ €€$

€ VENEZIA elevato tasso di abitazioni sfitte e vacanti per Decrescita, un lungo1950-2010: periodo -75,9% 02: -44,9% forte diminuzione della popolazione e dei nuclei familiari

$£$

££ $

€$

crisi economica strutturale con notevole crisi occupazionale

elevato tasso di abitazioni sfitte e vacanti per un lungo periodo € £ £$ RIPERCUSSIONI SOCIO-CULTURALI € Ripercussioni socio culturali

Manchester

Liverpool

€ £ €€$

In termini pragmatici, la fase pre-architettonica include la scelta degli usi Estuario, Venezia, Italia 1950: 44.037 abitanti Venezia $£$ €$ £ €€$ $ $ £ e la€ ricerca dei clienti e dei fondi. £ € 1970: 50.729 abitanti € $ € $ £ $ £ £ $ € 2010: 29.933 abitanti £ €La necessità €strumenti elevato tasso dipianificazione abitazioni sfitte e evacanti per occupazionale un lungo periodo crisi economica strutturale con notevole crisi £ di sviluppare nuovi di di costru£ 02: -48,5% 1. reinventare attività lavorative, ludiche, £$ 1950-2010: -75,9% Decrescita, 1970-2010: zione è ABITAZIONI comparabile allaCentro situazione del-41%Modernismo Classico. La fase ricreative NCHESTER NUOVE € to storico, Venezia, Italia RIPERCUSSIONI SOCIO-CULTURALI 1950: 174.808 abitanti della “Nuova Costruzione” degli anni ‘20 sarebbe stata inconciliabile 43% nezia, Italia 2010: hi Terra59.621 ferma, abitanti Venezia, Italia $£$ sobborg €$ crisi economica strutturale con notevole crisi occupazionale $ 7 abitanti £ €€ senza lo sviluppo di un intero arsenale strumenti 1950: 96.966 abitanti di nuovi £ $per la realizza€ € 9 crisi abitantieconomica strutturale con notevole crisi occupazionale £ £ 1980: 207.811 abitanti elevato tasso di abitazioni sfitte e vacanti per un lungo periodo 1950-2010: -75,9% 3: -44,9% abitanti £ $PER MODELLI DI CITTA’ INE LINEE GUIDA Manchester zione della pianificazioneDecrescita, e2010: dell’architettura: la formazione di comunità e 181.300 abitanti 1. reinventare attività lavorative, ludiche, 2. cambiamento delle abitudini in base alle RIPERCUSSIONI SOCIO-CULTURALI € cooperative come clientiEstuario, delleVenezia, nuove opere di costruzione, l’introduzione 1970-2010: -41% SOCIO-CULTURALI Italia ricreative occasioni contestuali co, Venezia,RIPERCUSSIONI Italia Decrescita, 1980-2010: -13,7% 1956 - 1976 1. capire lo sviluppo peculiare proprio di ogni 2. delin 1950: abitanti 808 abitanti di nuovi usi e lo sviluppo di44.037 innovativi modelli di tassazione e di finan50.729 abitanti 21 abitanti £ $1970: ABITANTI città interessata dalla contrazione ne debo / TURISTI OCCUPATI INDUSTRIA POSTI DI$ LAVORO PERSI $ € € Venezia, Italia crisi economica strutturale con notevole crisi occupazionale 2010: 29.933$ abitanti £ € sono249.000 ziamento stati essenziali per l’ascesa dell’architettura modernista $ £ € € abitanti 6 abitanti £ :1950-2010: -48,5% turisti/giorno£ 1. reinventare attività lavorative, ludiche, 2 11 abitanti -75,9% £e al pari dell’invenzione di nuovi 1970-2010: metodi di costruzione nuovi $ diabitudini GUIDAdelle PER CITTA’ INEDITI 2001 1. reinventare attività lavorative, ludiche, 2.LINEE cambiamento inmateriali baseDIalle 3. rinnovata fruizione degli spazi Decrescita, -41% 3.000 3MODELLI 00 abitanti ricreative o HESTER NUOVE ABITAZIONI € RIPERCUSSIONI SOCIO-CULTURALI ricreative occasioni contestuali urbani da costruzione. Analogamente, per modellare i processi di contrazione, nezia, Italia 43% 13.000 1980-2010: 83.000 Terra ferma, Venezia, borghi 37 abitanti 35.000 -13,7% sobdevono nuovi strumenti essere introdotti favorire, in primo 1.Italiacapiretali lo da sviluppo peculiare proprioluogo, di ogni 2. delineare azioni basate sull’idea di “pianificazio- 3. utilizz 1981 - 1996 1950: 96.966 abitanti 29 abitanti città interessata dalla contrazione ne debole” e la nasc I33/ TURISTI OCCUPATI INDUSTRIA 1980: 207.811 abitanti crisi economica strutturale con notevole crisi occupazionale abitanti un effettivo intervento. 2010: 181.300 abitanti Linee Guida per Modelli di cittàDIinedite LINEE GUIDA PER MODELLI CITTA’ INED Manchester nanti nel anti 1. reinventare attività lavorative, ludiche, 2. cambiamento delle abitudini in base alle LINEE GUIDA PER MODELLI DI CITTA’ INEDITI turisti/giorno 1970-2010: -41% degli Studi di Ferrara|Facoltà occasioni Università di Architettura Biagio ricreative Rossetti|a.a. 2010-2011|Sessione di Laurea Straordinaria Marzocontestuali 2012 33.000 RIPERCUSSIONI1956 SOCIO-CULTURALI Decrescita, 1980-2010: -13,7% - 1976 1. capire lo sviluppo peculiare proprio di ogni 2. deline

ito o, Venezia, Italia nti 08 nti abitanti 1 abitanti

160.000

16.000

120.000

12.000

80.000

8.000

40.000

4.000

1950

2010

1965

2005

16.000 12.000 8.000

4 1. capire peculiare ogni /2. delineare azioni basate sull’idea di “pianificazio- 3. utilizzare strumenti leggeri: lo sviluppo culturale città interessata dalla contrazione ne debole 13.000 di ABITANTI TURISTI OCCUPATI INDUSTRIA POSTI DI LAVORO PERSI proprio Venezia, Italia lo sviluppo città interessata dalla contrazione ne debole” e la nascita di social network risultano più determi66 abitanti 2005 249.0001965 2010 16 16 abitanti turisti/giorno 811 abitanti nanti nella costituzione della forma urbana 12 12 LINEE GUIDA PER MODELLI DI CITTA’ INEDITI 0 300 abitanti 2001 33.00abitudini 1. reinventare attività lavorative, 8 ludiche, 2.8 cambiamento delle in base alle 3. rinnovata fruizione degli spazi ricreative occasioni contestuali urbani 4 4 0 0 ura Biagio-13,7% Rossetti|a.a. 2010-2011|Sessione di Laurea Straordinaria Marzo 2012 3.0 1980-2010: 83.000 1. capire lo sviluppo peculiare 1proprio di ogni 2. delineare azioni basate sull’idea di “pianificazio- 3. utiliz 35.000 2005 1965 1981 - 1996 1950 2010 città interessata dalla contrazione ne debole” e la nas TI / TURISTI OCCUPATI INDUSTRIA 16 nanti ne itanti .000

0.000

0.000

.000 .000

0.000

.000

0.000

.000

.000

LINEE GUIDA PER3.0MODELLI DI CITTA’ INEDITI 00

turisti/giorno

12.000

3 Università degli Studi di Ferrara|Facoltà di Architettura Biagio Rossetti|a.a. 2010-2011|Sessione di Laurea Straordinaria Marzo 2012 8 1. CITTA’ IN CONTRAZIONE Straordinaria Marzo 2012 4 13.000 1. capire lo sviluppo peculiare proprio di ogni 2. delineare azioni basate sull’idea di “pianificazio- 3. utilizzare strumenti leggeri: lo sviluppo culturale 2005 1965 2010 città interessata dalla contrazione ne debole” e la nascita di social network risultano più determinanti nella costituzione della forma urbana .000 .000

ttura Biagio Rossetti|a.a. 2010-2011|Sessione di Laurea Straordinaria Marzo 2012 28


75

San Lazzaro di Savena

Castel Guelfo

Ozzano dell’Emilia

1980

1985

9

1990

1995

2000

2005

22

Castel San Pietro Terme Imola

17

18

19

BOLOGNA

1970: 493.070 1975: 489.682 1980: 466.583 1985: 437.203 1990: 411.803 1995: 386.491 2000: 379.964 2005: 373.743 2010: 380.181

Pianoro

7

2010

Abitanti

Sasso Marconi

8

21 20

APPE DELLO SVILUPPO URBANO

INQUADRAMENTO GEOGRAFICO

IL COMUNE: I NUMERI

LA PROVINCIA

1970 - 2010

La popolazione bolognese

1940

A PROVINCIA: I NUMERI

Bologna

1960 La1950popolazione nella provincia bolognese ha conosciuto negli ultimi 40 1970 ha raggiunto quantitativamente il suo apice nei primi anni un percorso inverso rispetto a quello del comune. essere anni 70 (oltre Sembra 493.000 unità). Da quel momento si la provincia, o comunque l’hinterland, il soggetto che ha conosciuto la è avviato un processo di A14 / tangenziale VARIAZIONE ASSOLUTA DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE PER COMUNE diminuzione dei residenti linea ferroviaria maggiore crescita a seguito dellovia Emilia spopolamentochedel comune, ha portato in una anche se ventina d’anni alla perdita di con valori numerici molto inferiori (+60.000 unità circa). Le cause sono circa 90.000 unità. Negli ultimi 20 anni questa da ricercare nell’offerta di una migliore qualità etendenza di unhaminor costo della avuto un incidenza minore e la vita al di fuori del capoluogo. perdita è stata di circa altre unità. A conoscere una forte diminuzione del numero 23.000 di abitanti all’interno del territorio provinciale sono stati soprattutto il capoluogo e i comuni della prima cintura che avevano conosciuto un consistente aumento della popolazione negli anni precedenti. I comuni con il maggiore aumento del numero di abitanti sono quelli di confine della prima cintura mentre al di fuori di essa di registrano aumenti numericamente inferiori ma che riguardano una fascia di territorio più ampia. Sui confini della provincia si registrano sia aumenti che diminuzioni di grossa entità, i primi riguardano la zona di pianura, i secondi le zone montane. Da metà degli anni 80 l’emigrazione verso la provincia ha avuto un andamento altalenante con due picchi agli inizi degli anni 90 e 2000 mentre oggi sembra essere un fenomeno in calo. Si sono mantenute stabili le emigrazioni verso il resto d’Italia mentre quelle verso l’estero e verso il resto della regione hanno avuto un lieve ma costante incremento soprattutto negli ultimi 15 anni. Abitanti 493.070 Analizzando dati riguardanti i le emigrazioni verso1970: provincia si è notato 1975:la 489.682 1980: 466.583 1985: 437.203 come fra il 1970 ed il 1990 gli spostamenti siano avvenuti soprattutto 1990: 411.803 1995: 386.491 Relatore: Nicola ovest-est, Marzot|Laureandi: Giulia De Vita - Francesco Daniela ZerbiniQuesta Università degli Studi di Ferrara|Facoltà di Architettura Biagio 2000: 379.964tendenza sull’asse cioè lungo la Ferretti via -Emilia. è andata 2005: 373.743 Comuni

ne nella provine ha conosciuto 40 anni un erso rispetto a omune. Sembra provincia, o l’hinterland, il ha conosciuto e crescita a o spopolamento anche se con merici molto +60.000 unità ause sono da l’offerta di una alità e di un della vita al di oluogo.

San Pietro in Casale

San Giorgio di Piano San Giovanni in Persiceto

1 - Bologna 2 - San Lazzaro di Savena 3 - Pianoro 4 - Casalecchio di Reno 5 - Zola Predosa 6 - Crespellano 7 - Anzola dell’Emilia 8 - Calderara di Reno 9 - Castelmaggiore 10 - Granarolo dell’Emilia 11 - Castenaso 12 - Ozzano dell’Emilia 13 - San Giovanni in Persiceto 14 - Crevalcore 15 - Minerbio 16 - Budrio 17 - Molinella 18 - Medicina 19 - Castel San Pietro Terme 20 - Imola 21 - Vergato 22 - Porretta Terme Altedo

dati 1991 - 2001

A conoscere una forte diminuzione del numero di abitanti all’interno del territorio provinciale sono stati soprattutto il capoluogo e i comuni della prima cintura che avevano conosciuto un consistente aumento della popolazione negli anni precedenti. I comuni con il maggiore aumento del numero di abitanti sono quelli di confine della prima cintura mentre al di fuori di essa di registrano aumenti numericamente inferiori ma che riguardano una fascia di territorio più ampia. Sui confini della provincia si registrano sia aumenti che diminuzioni di grossa entità, Molinella i primi riguardano la zona di pianura, i secondi le zone montane.

Minerbio

Castel Maggiore

14

Calderara di Reno

15 8 9 10 16 11 1 4 Budrio 2 12 Granarolo dell’Emilia 19 3 21

0

60000 0 55000 0

50000 0 45000 0 40000 Bazzano 0 35000 0 30000 0 25000 0 20000 0 15000

22

Crespellano Bologna Zola Predosa Casalecchio di Reno

0

10000

1986

1989

1992

1995

1998

Sasso Marconi

2001

2004

2010

Pianoro

40000 0 35000 0 30000 0 25000 0 20000 0 15000

18

20

Castello d’Argile + 1.382 (+37,7%) Sant’Agata Bolognese + 1.046 (+21,2%) S.Giovanni in Persiceto + 1.494 (+6,6%)

Castenaso

Medicina

0

10000

0

50000

Bologna - 33.161 (-8,2%) Casalecchio di Reno - 1.474 (-4,3%) San Lazzaro di Savena - 866 (-2,9%)

San Pietro in Casale + 1052 (+11,9%) Molinella + 1661 (+13,8%)

Budrio + 1232 (+8,7%) 1970 Granarolo + 1762 (+25,4%) 1975 Medicina + 1100 (+8,8%)

Castel San Pietro Terme + 1231 (+6,9%)

Monte San Pietro Castel Guelfo + 2712 (+35,8%) Pianoro + 1839 (+12,8%) Marzabotto + 1010 (+19,2%)

Ozzano dell’Emilia

2007

0

17

San Lazzaro di Savena

0

50000 1983

50000 0 45000

13

6 7 5

Anzola dell’Emilia

65000

variazione negativa da 1 a 300 da 301 a 750 da 751 a 1500 oltre 1500

Imola + 1781 (+2,8%)

Marzabotto + 1010 (+19,2%)

Castel San Pietro Terme

i Bologna

Serie storica della popolazione della provincia di Bologna NDED PLACES |USI TEMPORANEI PER LA CITTA’ IN TRANSIZIONE 5 km

Imola

2010: 380.181

29

19


1980

1990

2000

CITTA’ IN CONTRAZIONE MOVIMENTI MIGRATORI dati 2010

ANDAMENTO DELLE EMIGRAZIONI DA BOLOGNA

1990 Italia 2973

dati 1986 - 2010

Prima cintura 3218

Estero 625

Estero Italia Emilia Romagna Provincia Totale

Bologna Emilia Romagna 1292

ANDAMENTO DELLE EMIGRAZIONI DA BOLOGNA dati 1986 - 2010 Estero Italia Emilia Romagna Provincia Totale

1990

metà degli anni 80 migrazione versoDIREZIONI la DELLE EMIGRAZIONI dati 1970 - 2010 vincia ha Analizzando avuto dati un riguardanti i le emigrazioni verso la amento altalenante provincia si è con notato come ANDAMENTO DELLE il 1970 ed il 1990 gli dati 1986 - 2010 picchi agli fraspostamenti inizi degli siano avvenuti soprattutto sull’asse ovesti 90 e 2000 mentre oggi est, cioè lungo la via Emilia. Estero Questa tendenza è andata mbra essere un calandofenomnei venti anniItalia successivi quando i comuni in calo. Si sono manteche hanno accolto i primiEmilia Romagna grandi movimenti migratori e stabili le emigrazioni si sono stabilizzati e così Provincia i movimenti si sono spostati so il resto d’Italia mentre sull’asse nord-sud, i cuiTotale comuniehanno conosciuto lle verso l’estero verso una decisa crescita demoDa grafica. sto della regione hanno metà degli anni 80 l’emigrazione verso la to un lieve ma costante provincia diha unMarzo 2012 emento soprattutto Biagio Rossetti|a.a. 2010-2011|Sessione Laurea avuto Straordinaria andamento altalenante con li ultimi 15 anni. due picchi agli inizi degli anni 90 e 2000 mentre oggi sembra essere un fenomeno in calo. Si sono mante19 nute stabili le86emigrazioni 1 90 9 19 verso il resto d’Italia mentre quelle verso l’estero e verso 95 il resto della regione hanno avuto un lieve ma costante a incremento soprattutto 30 negli ultimi 15 anni.

Casale 11,9%)

olinella 13,8%)

Resto provincia 2725

12000 11000 10000 9000 8000 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0

Da metà degli anni 80 l’emigrazione verso la provincia ha avuto un andamento altalenante con due picchi agli inizi degli anni 90 e 2000 mentre oggi sembra essere un fenomeno in calo. Si sono mantenute stabili le emigrazioni verso il resto d’Italia mentre quelle verso l’estero e verso il resto della regione hanno avuto un lieve ma costante incremento soprattutto negli ultimi 15 anni.

1 86 9

EMIGRAZIONI DA BOLOGNA

Budrio +8,7%) anarolo 25,4%) edicina +8,8%)

Terme +6,9%)

Imola +2,8%)

zabotto 19,2%)

1970 - 1990

2 00 0

2 05 0

2000

1 90 9

1 95 9

2 00 0

2 05 0

12000 11000 10000 20 10 9000 8000 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 1. BOLOGNA|CITTA’ IN CONTRAZION 0 1990 - 2010

2 10 0


BOLOGNA

<< Movimenti emigratori < Andamento delle emigrazioni a Bologna

calando nei venti anni successivi quando i comuni che hanno accolto i primi grandi movimenti migratori si sono stabilizzati e così i movimenti si sono spostati sull’asse nord-sud, i cui comuni hanno conosciuto una decisa crescita demografica. LA CITTA’ Nell’evoluzione del territorio bolognese, che ha portato possono essere distinte due fasi. La prima si protrae dall’immediato dopoguerra sino alla seconda metà degli anni ‘70. Essa conclude il grande ciclo della trasformazione industriale del territorio bolognese, iniziatosi sul finire del XIX secolo, ed ha come esiti specifici dapprima la costituzione di Bologna come città-fabbrica , quindi la sua evoluzione verso un assetto tipico delle “metropoli di prima generazione” (seppur di media dimensione). La seconda conduce dagli anni ‘80 ai giorni nostri ed ha come elemento caratterizzante la trasformazione in senso terziario metropolitano. In essa iniziano a stagliarsi le forme della “metropoli di seconda generazione”, in cui sono fortemente avvertibili i temi della cosiddetta globalizzazione. Da un lato la terziarizzazione ha indotto una concentrazione sempre più accentuata di funzioni ricche nel cuore urbano. Dall’altro essa ha dato vita ad un’urbanizzazione ancora più insistita dei territori periferici: lungo le direttrici di pianura, ma anche nella zona collinare e negli interstizi delle protuberanze urbane. L’ulteriore espansione urbana, tuttavia, è stata sospinta non tanto dal decentramento industriale, quanto dal decentramento residenziale (il secondo è, in una certa misura, prodotto dal primo). Negli anni ‘90, infatti, hanno proceduto in parallelo, con un’intensità straordinaria, due processi: la redistribuzione della popolazione sul territor 31


VARIAZIONE ASSOLUTA DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE PER COMUNE dati 1991 - 2001

A conoscere una forte diminuzione del numero di abitanti all’interno del territorio provinciale sono stati soprattutto il capoluogo e i comuniVARIAZIONE della prima ASSOLUTA dati 1991avevano - 2001 cintura che conosciuto un consistente A conoscere una forte aumento della del popolazione diminuzione numero di negli anni precedenti. abitanti all’interno Idel comuni conprovinciale il maggiore territorio sono aumento del numero di stati soprattutto il capoluogo abitanti sono quelli di e i comuni della prima confine prima cintura cinturadella che avevano mentre al di fuori essa di conosciuto un diconsistente registrano numeriaumentoaumenti della popolazione camente inferiori ma che I negli anni precedenti. riguardano una ilfascia di comuni con maggiore territorio più ampia. Sui aumento del numero di confini provincia abitantidellasono quelli si di registrano sia aumenti che confine della prima cintura diminuzioni mentre al didigrossa fuori dientità, essa di i primi riguardano la zona di registrano aumenti numeripianura, i secondi le zone camente inferiori ma che montane. riguardano una fascia di

18 20

16

17 18 20

da 1 a 300 da 301 a 750 da 751 a 1500 oltre 1500

DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE PER COMUNE

Castello d’Argile + 1.382 (+37,7%) Sant’Agata Bolognese + 1.046 (+21,2%) S.Giovanni in Persiceto + 1.494 (+6,6%)

Bologna - 33.161 (-8,2%) Casalecchio di Reno - 1.474 (-4,3%) Castello d’Argile San + Lazzaro Savena 1.382di(+37,7%) - 866 (-2,9%) Sant’Agata Bolognese + 1.046 (+21,2%) Monte San Pietro + 2712 (+35,8%) S.Giovanni in Persiceto Pianoro + 1.494 (+6,6%) + 1839 (+12,8%) Marzabotto + 1010 (+19,2%) Bologna - 33.161 (-8,2%) Casalecchio di Reno - 1.474 (-4,3%) San Lazzaro di Savena - 866 (-2,9%) Monte San Pietro + 2712 (+35,8%) Pianoro + 1839 (+12,8%) Marzabotto + 1010 (+19,2%)

1970 negativa CITTA’variazione IN CONTRAZIONE

territorio più ampia. Sui confini della provincia si registrano sia aumenti che diminuzioni di grossa entità, i primi riguardano la zona di pianura, i secondi le zone montane.

17

15

9

1960

32 Laureandi: Giulia De Vita - Francesco Ferretti - Daniela Zerbini

variazione negativa da 1 a 300 da 301 a 750 da 751 a 1500 oltre 1500

San Pietro in Casale + 1052 (+11,9%) Molinella + 1661 (+13,8%) Budrio + 1232 (+8,7%) Granarolo + 1762 (+25,4%) Medicina Pietro in Casale +San 1100 (+8,8%) + 1052 (+11,9%) Castel San Pietro Terme + 1231 (+6,9%) Molinella + 1661 (+13,8%) Imola + 1781 (+2,8%) Budrio + 1232 (+8,7%) Granarolo Marzabotto + 1762 (+25,4%) + 1010 (+19,2%) Medicina + 1100 (+8,8%) Castel San Pietro Terme + 1231 (+6,9%) Imola + 1781 (+2,8%) Marzabotto Università degli Studi di Ferrara|Facoltà di Architettura Biagio + 1010 (+19,2%)

Ana i le pro fra spo sop est, QueA calai sucp chef gras si ss moe sullQ com c unas grac

g s m Rossetti|a.a.s c u


BOLOGNA

<Variazioni popolazione Provincia di Bologna

io ed il suo rimescolamento (sociale, abitativo, demografico ed anche etnico). Si stabilizza l’ammontare della popolazione della prima cintura, così come di quella residente nelle aree periferiche. Crescono invece gli abitanti della seconda cintura, raggiungendo ormai la consistente demografia della prima cintura. Ma se la progressiva terziarizzazione, contrariamente alla precedente industrializzazione, sembra non lasciare segni evidenti della propria supremazia, se, in altre parole, essa sembra non mutare la forma della città, certamente genera evidenti mutamenti nella razionalità del suo funzionamento e, conseguentemente, nella qualità del suo ambiente. Più in particolare cambia radicalmente il grado di accessibilità alle sue diverse parti e, conseguentemente, il tenore di qualità ambientale complessivo. Ciò è dovuto principalmente al fenomeno che ha accompagnato, in modo sempre più esasperato, il progressivo decentramento residenziale della popolazione dal centro del sistema, tornato ad essere il luogo privilegiato della produzione e dell’attività (terziaria), vale a dire la motorizzazione. Come negli anni ‘50 e ‘60, il centro urbano torna ad essere il fulcro attrattore degli spostamenti pendolari. Ma con più di una differenza. La prima è relativa al carattere sociale dei pendolari. Mentre negli anni ‘60 la città era destinazione quotidiana per operai residenti in campagna, ora lo è per impiegati che vivono nelle zone rurali dopo essere fuggiti dalla congestione urbana. Da ciò la seconda differenza, che riguarda il numero e la natura stessa degli spostamenti: i tragitti sono più lunghi e i viaggi più numerosi e meno sistematici. In più, si affaccia in questi ultimi anni una profonda trasformazione della stessa attività produttiva e distributiva delle merci. Emerge, con crescente evidenza, la questione logistica delle merci. L’alto costo del denaro, 33


CITTA’ IN CONTRAZIONE

l’onere finanziario ed organizzativo degli immobilizzi di materie prime e di prodotti semilavorati e finiti, le forti dinamiche del mercato dei consumi e dell’organizzazione della distribuzione stimolano i modelli organizzativi della produzione e della distribuzione a ridurre al minimo il livello delle scorte e a condurre la logistica dal campo della semplice “gestione” industriale a vero e proprio ramo dell’economia, costituendo il fattore di innovazione principale all’interno dell’universo del trasporto. Sotto il peso di queste trasformazioni la rete viaria dell’area bolognese comincia comprensibilmente ad entrare in crisi funzionale, ponendo la questione della mobilità al primo posto tra le preoccupazioni degli amministratori bolognesi. L’evoluzione degli anni ‘90 e dei primi anni del 2000 confermano le tendenze del decennio precedente. Continua, se pure con toni progressivamente meno accentuati, l’esodo dal comune capoluogo: mentre la popolazione cala ulteriormente, la popolazione provinciale è pressochè costante. Cresce la seconda cintura di pianura e l’ambito collinare e montano. Si avvertono i primi segnali seri di cedimento demografico anche nei comuni di prima cintura che, negli anni ‘60, avevano costituito il primo recapito del decentramento industriale e residenziale del capoluogo: Casalecchio, San Lazzaro, Zola Predosa. Il processo di decentramento è il motore fondamentale a cui si deve questa transizione urbana, processo che ha registrato tra l’altro un elevato livello di condivisione da parte sia dell’area centrale, sia delle aree periferiche.

34


BOLOGNA

POPOLAZIONE Al 31 dicembre 2007, si contavano in anagrafe 372.256 residenti, a cui devono essere aggiunte quasi 60000 persone che sono presenti in modo sistematico in tutta la città (di cui quasi 40000 studenti universitari fuori sede). Inoltre, circa 100.000 persone ogni giorno vengono nel capoluogo per studiare, lavorare o per altri motivi ( turismo, acquisti, spettacoli…), facendo di Bologna una città vissuta ogni giorno da circa 500.000 persone. IL RICAMBIO ETNICO L’elemento chiave della shrinking city, ovvero lo spopolamento, è iniziato ed è andato via via aumentando dal 1974 fino al 2003, per poi arrestarsi grazie al fenomeno dell’immigrazione, diffusa, seppur in misure diverse, in tutta Italia. Il deficit naturale, infatti, è ormai da anni almeno in parte compensato dall’ammontare ampiamente positivo del saldo migratorio, con valori attivi particolarmente accentuati nei confronti dell’Italia meridionale e dei Paesi Esteri. Particolarmente rilevanti risulta la presenza tra gli immigrati di persone di cittadinanza straniera: le nazionalità più rappresentate risultano le Filippine, la Romania e il Marocco. UNA CITTA’ ANZIANA L’immigrazione ha incentivato il ricambio sociale, mentre l’allungamento della vita media ha provocato un aumento del numero degli anziani non 35


8 - Murri 9 - San Mamolo 10 - Costa Saragozza 11 - Saffi 12 - Porto 13 - Beverara Lame Pescarola 14 - Bolognina 15 - San Donato 16 - Massarenti Mattei 17 - Fossolo 18 - Due Madonne 19 - Pontevecchio Mazzini 20 - Savena 21 - San Ruffillo 22 - Colli 23 - Reno 24 - Barca 25 - Santa Viola 26 - Casteldebole 27 - Pontelungo Birra 28 - Borgo Panigale 29 - Corticella 30 - Pilastro

è avviato un processo di diminuzione dei residenti che ha portato in una ventina d’anni alla perdita di circa 90.000 unità. Negli ultimi 20 anni questa tendenza ha avuto un incidenza minore e la perdita è stata di circa altre 23.000 unità.

A14 / tangenziale linea ferroviaria via Emilia

San Pietro in Casale

Altedo San Giorgio di Piano San Giovanni in Persiceto

abitanti. Molte zone presentano variazioni minime, specchio di una sostanziale stabilità; gli aumenti più importanti si registrano in poche zone isolate mentre le diminuzioni riguardano zone più ampie ma ugualmente distribuite su tutto il territorio.

da 301 a 500 oltre 500

variazione totale

CITTA’ IN CONTRAZIONE

Minerbio Molinella Castel Maggiore

500000

Calderara di Reno

450000 400000 350000 300000 250000 200000 150000

Anzola dell’Emilia Budrio

Granarolo dell’Emilia

Bazzano

Castenaso Crespellano

29 28 13 27 14 25 26 15 24 11 12 4 23 10 1 5 3 16 2 6 17 8 9 18 7 19 22 21 20

100000

Bologna

50000

Zola Predosa Casalecchio di Reno

1970

Medicina

San Lazzaro di Savena

1975

1980

Castel Guelfo

Ozzano dell’Emilia

1985

1990

1995

2000

2005

30

2010

1 75 9 8 19 19 0 85 19 90 9 19 20 5 00 0

Abitanti

Sasso Marconi

1970: 493.070 1975: 489.682 1980: 466.583 1985: 437.203 1990: 411.803 1995: 386.491 2000: 379.964 2005: 373.743 2010: 380.181

Pianoro Castel San Pietro Terme Imola

5 km

Dagli anni 70 il numero di decessi è rimasto su valori stabili, il numero delle nascite è invece crollato drasticamente risollevandosi solo a partire dagli anni 90, in contemporanea con il rimoltiplicarsi dei flussi migratori verso la città. Quindi il saldo naturale della popolazione si è attestato su valori negativi e secondo le previsioni è destinato a peggiorare. Comunque il fattore che ha influenzato maggiormente la decrescita della popolazione residente è stato il sempre maggiore numero di migrazioni, numero che solo nell’ultimo decennio sembra aver rallentato la sua crescita

TAPPE DELLO SVILUPPO URBANO

1940

1950

1960

1970

1980

LA PROVINCIA: I NUMERI 1983 - 2010 La popolazione nella provincia bolognese ha conosciuto negli ultimi 40 anni un percorso inverso rispetto a quello del comune. Sembra essere la provincia, o comunque l’hinterland, il soggetto che ha- 2010 conosciuto dati 1975 la maggiore crescita a seguito dello spopolamento iscrizioni anagrafe del comune, anche se con nascite molto valori numerici inferiori cancellazioni (+60.000 unitàanagrafe circa). Le cause sono da morti ricercare nell’offerta di una migliore qualità e ditotale un variazione minor costo della vita al di fuori del capoluogo.

1 - Bologna 2 - San Lazzaro di Savena 3 - Pianoro 4 - Casalecchio di Reno 5 - Zola Predosa 6 - Crespellano 7 - Anzola dell’Emilia 8 - Calderara di Reno 9 - Castelmaggiore 10 - Granarolo dell’Emilia 11 - Castenaso 12 - Ozzano dell’Emilia 13 - San Giovanni in Persiceto 14 - Crevalcore 15 - Minerbio 16 - Budrio 17 - Molinella 18 - Medicina 19 - Castel San Pietro Terme 20 - Imola 21 - Vergato 22 - Porretta Terme

BOLOGNA: ANDAMENTO DEMOGRAFICO NEL COMUNE

a - 150 a -50 da - 49 a 50 da 51 a 150 da 151 a 300 da 301 a 500 oltre 500

VARIAZIONE ASSOLUTA DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE PER COMUNE

Comuni

INQUADRAMENTO GEOGRAFICO

dati 1991 - 2001

A conoscere una forte diminuzione del numero di abitanti all’interno del territorio provinciale sono stati soprattutto il capoluogo e i comuni della prima cintura che avevano conosciuto un consistente aumento della popolazione negli anni precedenti. I comuni con il maggiore 000 aumento del numero di abitanti sono quelli di 000 cintura confine della prima A14 / tangenziale mentre al di fuori di essa di 00 0 numerilinea ferroviaria registrano aumenti camente inferiori ma che via Emilia 00 riguardano una 0fascia di territorio più ampia. Sui 000 confini della provincia si registrano sia aumenti che 000 diminuzioni di grossa entità, i primi riguardano 000la zona di pianura, i secondi le zone montane. 00

1970 - 2010

14

13

6 7 5

650000

600000 550000

21

500000 450000 400000 350000 300000 250000 200000 150000

22

50000

1986

1989

15 8 9 10 16 11 1 2 12 19

3

17

1992

1995

1998

2001

2004

2007

2010

36

Emilia Romagna 1292

DIREZIONI DELLE EMIGRAZIONI dati 1970 - 2010

20

TAPPE DELLO SVILUPPO URBANO

Analizzando dati riguardanti i le emigrazioni verso la provincia si è notato come fra il 1970 ed il 1990 gli spostamenti siano avvenuti soprattutto sull’asse ovestest, cioè lungo la via Emilia. Questa tendenza è andata calando nei venti anni successivi quando i comuni che hanno accolto i primi grandi movimenti migratori si sono stabilizzati e così i movimenti si sono spostati sull’asse nord-sud, i cui comuni hanno conosciuto una decisa crescita demografica.

San Pietro in Casale + 1052 (+11,9%)

Castello d’Argile + 1.382 (+37,7%) Sant’Agata Bolognese + 1.046 (+21,2%) S.Giovanni in Persiceto + 1.494 (+6,6%)

Molinella + 1661 (+13,8%) Budrio + 1232 (+8,7%) Granarolo + 1762 (+25,4%) Medicina + 1100 (+8,8%) Castel San Pietro Terme + 1231 (+6,9%)

Monte San Pietro + 2712 (+35,8%) Pianoro + 1839 (+12,8%) Marzabotto + 1010 (+19,2%)

2010: 380.181

dati 1986 - 2010

Estero 625

Imola + 1781 (+2,8%)

500000

Università degli Studi di

Prima cintura 3218

Estero Italia Emilia Romagna Provincia Totale

Zone

18

*escluso il Comune di Bologna

5 km

Italia 2973

1 - Irnerio Da metà degli anni 8 2 - Galvani l’emigrazione verso 3 - Malpighi provincia ha avuto 4 - Marconi andamento altalenante c due picchi agli inizi de 5 - Cirenaica anni 90 e 2000 mentre og 6 - Mengoli Sant’Orsola sembra essere un fenom 7 - Dagnini Lunetta eno in calo. Si sono mant 8 - Murri nute stabili le emigrazio 9 - San Mamolo verso il resto d’Italia men 10 - Costa Saragozza quelle verso l’estero e ver 11 - Saffi il resto della regione han Resto avuto un lieve ma costan provincia12 - Porto incremento Pescarola soprattu 2725 13 - Beverara Lame 14 - Bolognina negli ultimi 15 anni. 15 - San Donato 16 - Massarenti Mattei 17 - Fossolo 18 - Due Madonne 19 - Pontevecchio Mazzini 20 - Savena 21 - San Ruffillo 22 - Colli 23 - Reno 24 - Barca 25 - Santa Viola 26 - Casteldebole 27 - Pontelungo Birra 28 - Borgo Panigale 29 - Corticella 30 - Pilastro

Bologna

Bologna - 33.161 (-8,2%) Casalecchio di Reno - 1.474 (-4,3%) San Lazzaro di Savena - 866 (-2,9%)

100000

1983

4

ANDAMEN

dati 2010 variazione negativa da 1 a 300 da 301 a 750 da 751 a 1500 oltre 1500

La popolazione bolognese ha raggiunto quantitativamente il suo apice nei primi anni 70 (oltre 493.000 unità). Da quel momento si è avviato un processo di diminuzione dei residenti che ha portato in una ventina d’anni alla perdita di circa 90.000 unità. Negli ultimi 20 anni questa tendenza ha avuto un incidenza minore e la perdita è stata di circa altre 23.000 unità.

17 16 15 14 Dagli anni 70 il numero di decessi è rimasto su valori 13 stabili, il numero delle 12 nascite è invece crollato 11 drasticamente risollevandosi solo a partire dagli 10 0 anni 90, in contemporanea 9000 con il rimoltiplicarsi dei 8000 flussi migratori verso la San Pietro in Casale città. Quindi il saldo 7000 naturale della popolazione 6000 si è attestato su valori Altedo 5000 negativi e secondo le San Giorgio di Piano previsioni è destinato a 4000 peggiorare. ComunqueSanilGiovanni in Persiceto 3000 fattore che ha influenzato Minerbio Abitanti* 2000 maggiormente la decre1983: 477.142 1986: 484.610 Molinella scita popolazione 1989: 494.305 della 1000 1992: 507.618 residente è stato il sempre 1995: 519.347 0 1998: 531.113 Castel Maggiore maggiore numero di 2001: 544.446 2004: 569.872 -1000 migrazioni, numero che 2007: 591.818 Calderara di Reno 2010: 604.161 solo nell’ultimo decennio -2000 Anzola dell’Emilia sembra aver rallentato la Budrio -3000 Granarolo dell’Emilia sua crescita -4 000 Relatore: Nicola Marzot|Laureandi: Giulia De Vita - Francesco Ferretti - Daniela Zerbini OPEN ENDED PLACES |USI TEMPORANEI PER LA CITTA’ IN TRANSIZIONE -5000 Bazzano Castenaso -6000 Crespellano Bologna -7000 Zola Predosa Casalecchio di Reno -8000 Medicina San Lazzaro di Savena -9000 -10000 Castel Guelfo -11000 Ozzano dell’Emilia -12000 -13000 Abitanti 1 Sasso Marconi Pianoro 1970: 493.070 75 9 8 19 19 -14000 Castel San Pietro Terme 0 85 19 1975: 489.682 1980: 466.583 90 9 19 20 Imola -15000 1985: 437.203 5 00 20 1990: 411.803 -16000 05 1 20 1995: 386.491 0 2000: 379.964 -17000 2005: 373.743 Bologna

MOVIMENTI MIGRATORI

IL COMUNE: I NUMERI

450000 400000 350000 300000 Ferrara|Facoltà di 250000 200000 150000

Marzabotto + 1010 (+19,2%)

1970 - 1990

Architettura Biagio Rossetti|a.a. 2010-2011|Sessione di Laurea Straordinaria Marzo 2012

100000 50000

1970

1975

1980

1985

1990

1995

2000

2005

2010

29 28 13 27 14 25 26 12 15 24 11 4 23 10 1 5 3 16 2 6 17 8 9 18 7 19 22 21 20


da 301 a 500 oltre 500

2012

000

15000 14000 13000 12000 11000 10000 9000 8000 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 -1000 -2000 -3000 -4000 -5000 -6000 -7000 -8000 -9000 -10000 -11000 -12000 -13000 -14000 -15000 -16000 -17000

variazione totale

Dagli anni 70 il numero di decessi è rimasto su valori stabili, il numero delle nascite è invece crollato drasticamente risollevandosi solo a partire dagli anni 90, in contemporanea con il rimoltiplicarsi dei flussi migratori verso la città. Quindi il saldo naturale della popolazione si è attestato su valori negativi e secondo le previsioni è destinato a peggiorare. Comunque il fattore che ha influenzato maggiormente la decrescita della popolazione residente è stato il sempre maggiore numero di migrazioni, numero che solo nell’ultimo decennio sembra aver rallentato la sua crescita

1 75 9 8 19 19 0 85 19 90 9 19 20 5 00 20 05 1 20 0

1990

2000

Sviluppo morfologico citta’ ANDAMENTO DELLE EMIGRAZIONI DA BOLOGNA di Bologna 1940-2000 dati 1986 - 2010

Prima cintura 3218

Estero Italia Emilia Romagna Provincia Totale

12000 11000 10000 9000 8000 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0

Da metà degli anni 80 l’emigrazione verso la provincia ha avuto un andamento altalenante con due picchi agli inizi degli anni 90 e 2000 mentre oggi sembra essere un fenomeno in calo. Si sono mantenute stabili le emigrazioni verso il resto d’Italia mentre quelle verso l’estero e verso il resto della regione hanno avuto un lieve ma costante incremento soprattutto negli ultimi 15 anni.

Bologna

Resto provincia 2725

1 86 9

1 90 9

1 95 9

2 00 0

2 05 0

2 10 0

1970 - 1990

1990 - 2010

1. BOLOGNA|CITTA’ IN CONTRAZIONE

<< Bologna andamento demografico comune <Bologna serie storica popolazione

BOLOGNA

solo del comune ma di tutta la provincia. Mentre risulta ormai bloccata la crescita di anziani tra i 65 anni e i 79, è in espansione e continuerà ad espandersi nel prossimo ventennio invece quella riguardo ad età maggiori di 80 anni. L’aumento della popolazione giovanile mitiga in qualche modo il processo di invecchiamento della popolazione, portando una diminuzione dell’indice di vecchiaia (rapporto tra persone sopra i 65 anni e giovani al di sotto dei 15 anni), che oggi si attesta con 258 anziani ogni 100 giovani. La natalità si mantiene su livelli elevati. Nel 2007 sono nati 3.022 bambini, 535 dei quali hanno entrambi genitori stranieri (16% del totale), mentre 223 sono nati da coppie miste. I decessi continuano ad essere più numerosi delle nascite, e il saldo naturale è ora pari a -1.754 unità. Il cambiamento più evidente, che investe come le altri elementi tutta Italia e anche l’Europa, è quello relativo alla composizione familiare. Rispetto alla diminuzione dei numeri di residenti, si assiste all’aumento del numero dei nuclei familiari, data dalla riduzione del numero medio dei componenti. A fine 2007 le famiglie residenti risultavano 194.708, con una prevalenza di nuclei unipersonali e una dimensione media familiare veramente bassa e pari a 1,89 componenti. Se si considera però le coabitazioni “non legalizzate”, il numero sale però a 2,07.

37


CITTA’ IN CONTRAZIONE Bologna A14 / tangenziale linea ferroviaria via Emilia

San Pietro in Casale

Altedo San Giorgio di Piano San Giovanni in Persiceto Minerbio Molinella Castel Maggiore Calderara di Reno Anzola dell’Emilia Budrio

Granarolo dell’Emilia

Bazzano

Castenaso Crespellano Bologna Zola Predosa Casalecchio di Reno

Medicina

San Lazzaro di Savena

Castel Guelfo

Ozzano dell’Emilia

Sasso Marconi

Pianoro Castel San Pietro Terme Imola

5 km 38


00

9 19 90 9 19 20 5 00 20 05 1 20 0

-5000 -6000 -7000 -8000 -9000 -10000 -11000 -12000 -13000 -14000 -15000 -16000 -17000

1980

MOVIMENTI MIGRATORI

1990

2000

ANDAMENTO DELLE EMIGRAZIONI DA BOLOGNA

dati 2010

dati 1986 - 2010

Italia 2973

Estero 625

Prima cintura 3218

Estero Italia Emilia Romagna Provincia Totale

Bologna

Emilia Romagna 1292

1990 <Comuni della Provincia di Bologna Resto provincia 2725

Da metà degli anni 80 l’emigrazione verso la provincia ha avuto un andamento altalenante con due picchi agli inizi degli anni 90 e 2000 mentre oggi sembra essere un fenomeno in calo. Si sono mantenute stabili le emigrazioni verso il resto d’Italia 2000mentre quelle verso l’estero e verso il resto della regione hanno avuto un lieve ma costante incremento soprattutto negli ultimi 15 anni.

ANDAMENTO DELLE EMIGRAZIONI DA BOLOGNA dati 1986 - 2010 Estero Italia Emilia Romagna Provincia Totale

12000 11000 10000 9000 8000 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0

DIREZIONI DELLE EMIGRAZIONI

aati 1970 metà- 2010 degli anni 80 migrazione verso la o dati riguardanti ovincia ha avuto un razioni verso la damento altalenante con i è notato come ue picchi agli inizi degli 0 ed il 1990 gli ni 90 e 2000 mentre oggi ti siano avvenuti mbra essere un fenomsull’asse ovesto in calo. Si sono mantengo la via Emilia. te stabili le emigrazioni ndenza è andata rso il resto d’Italia mentre nei venti anni uelle verso l’estero e verso quando i comuni resto della regione hanno accolto i primi uto un lieve ma costante vimenti migratori cremento soprattutto abilizzati e così i gli ultimi 15 anni. si sono spostati nord-sud, i cui anno conosciuto crescita demo-

BOLOGNA

1 86 9

1 90 9

1 95 9

1970 - 1990

2 00 0 2 05 0 2 10 0 0-2011|Sessione di Laurea Straordinaria Marzo 2012

1990 - 2010

1. BOLOGNA|CITTA’ IN CONTRAZIONE

Andamenti principali degli spostamenti nella provincia

FLUSSI E SPOSTAMENTI

12000 11000 10000 9000 8000 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0

Nel 2007 a Bologna si sono insediate 13800 persone (in maggior parte provenienti dall’estero o dall’Italia meridionale), mentre 12300 si sono 1 trasferite fuori città(prevalentemente nei comuni della provincia). Solo il 86 9 19 90 1 95 9della 2 36% popolazione bolognese abita in città dalla nascita. 00 0 2 05 0 2 10 0 Quindi la popolazione del comune negli ultimi anni tende a spostare la propria residenza soprattutto nei comuni limitrofi della prima cintura. Parimerito risulta l’emigrazione verso il resto della provincia e verso il resto d’Italia, per ragioni legate al lavoro, mentre una parte più piccola si sposta all’interno della regione Emilia Romagna o emigra all’estero. Negli ultimi anni si registra un leggero aumento dell’emigrazione dei bolognesi verso il resto d’Italia o all’estero, mentre la provincia, dopo essere stata meta di emigrazione agli inizi degli anni ’90 e del 2000, rispetto 1. BOLOGNA|CITTA’ IN CONTRAZIONE agli anni scorsi rimane meno appetibile. La densità abitativa segue le principali vie di comunicazione, ma proprio queste zone sono quelle che hanno conosciuto un maggiore spopolamento rispetto al resto della Provincia. Comuni lontani dal centro ma ben connessi, come Imola, Pianoro o Molinella, hanno conosciuto il maggior aumento percentuale della popolazione. Gli spostamenti della popolazione da un quartiere all’altro tendono a bilanciarsi, a parte borgo panigale che rimane un caso isolato. La densità della popolazione all’interno del comune segue le dinamiche della provincia, ovvero le principali vie di comunicazione. In particolare la fascia a Sud, ovvero quella dei quartiere che sono semrpe stati principalmente residenziali, mantiene la concentrazione più alta, mentre a Nord si registra una densità maggiore nel quartiere San Donato. 1990 - 2010

39


CITTA’ IN CONTRAZIONE

L’espressione “esplosione della città” riassume immediatamente ciò che è avvenuto nell’ultima fase del nostro processo d’hurbanizzazione e che ha determinato la dispersione sul territorio delle attività e dei flussi, come pure la trasformazione interna dei nuclei urbani; di conseguenza, va interpretata sia in base a processi più evidenti, come la dispersione territoriale, sia in base ad altri meno visibili come i cambiamenti interni, nel tentativo di stabilire dei nessi tra gli uni e gli altri. Parliamo di “nuova” metropolizzazione per distinguerla da tutti i processi verificatisi nei paesi della nostra area dagli anni ‘60 fino ai primi anni ‘70 del secolo scorso, evidenziando la nuova dinamica e la diffusione dei processi oggi in atto e, soprattutto, la diversa natura del fenomeno che presenta, rispetto al passato, modalità differenti di produzione della città in territori e società molto lontani da quelli di allora. Siamo, dunque, in una fase diversa in cui elementi caratterizzanti sono: un’utilizzazione estensiva e “allungata” del territorio, con un’accentuata mobilità, dovuta alla dispersione della popolazione e delle attività, in strutture spaziali in cui sono meno nette le gerarchie tra i diversi nuclei urbani della regione metropolitana. I tratti principali di questa trasformazione: - il cambiamento delle dinamiche tradizionali della crescita urbana, che provoca un aumento demografico in città e territori e territori sempre più distanti dal centro metropolitano, il quale, di contro perde popolazione; - il decentramento delle attività dell’industria e del terziario con minore valore aggiunto nella periferia metropolitana, di pari passo con le trasformazioni del sistema produttivo e delle tecnologie della telecomunicazione; - il trasferimento, spesso obbligato, della residenza verso le aree sempre 40


BOLOGNA

più lontane, dovuto agli elevati prezzi degli alloggi o al decentramento dei posti di lavoro; con la conseguenza che si trasformano le vecchie urbanizzazioni destinate alla “seconda casa” in residenza principale e che si occupano nuovi quartieri residenziali dei comuni metropolitani più distanti; - l’incremento notevole dei flussi di merci e di persone, con un uso sempre più estensivo ed intensivo del territorio, dovuto alla dispersione territoriale della residenza, degli alloggi, dei servizi, ecc.; - la continua perdita degli spazi “naturali” e la loro “insularizzazione” e l’eccessiva “mineralizzazione” degli spazi liberi; - alcuni interventi di rinnovamento interno (aree di nuova centralità) nelle città di medie e grandi dimensioni, in cui il terziario e le infrastrutture svolgono generalmente un ruolo rilevante. Si tratta di trasformazioni recenti che riflettono sul territorio i profondi cambiamenti occorsi nella struttura economica della nostra società, con importanti conseguenze per l’organizzazione della comunità locale, l’alterazione del paesaggio, del comportamento e dello stile di vita, ecc.; I problemi di carattere sociale sorti in seguito a quei processi che sfociano in dinamiche e modalità di organizzazione dello spazio fino ad ora sconosciute, indicano la necessità di un progetto territoriale alternativo che dia delle risposte a scale diverse e nelle specifiche situazioni in cui i problemi insorgono, sia il bisogno di un rinnovamento degli strumenti tecnici e delle istituzioni di governo, nell’ambito di un patto della società civile per il riassetto del territorio metropolitano.

41


Affermazione della piccola meia impresa come sistema-produttivo. trasformazioni del sistema produttivo Cresciuto bisogno di interdipendenze, la produzione sempre legata alle relazioni che riesce ad attivare. - uso più tecnologie informatiche Il processo di integrazione produttiva non avviene più concentrando la produzione, ma appunto controllando la catena di produzione del valore aggiunto, utilizzando le innovazioni nelle telecomunicazioni e nei trasporti.

Struttura policentrica con nucleo dominante e crescita concentrata. Da una dinamica centripeta (concentrazione) a una centrifuga (dispersione). La tendenza è quella distribuire le funzioni nel territorio punti di specializzazione , diversificati ma, integrati tra loro, a formare un tutt'uno. 30

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Bologna e la provincia

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Costo dell’abitazione diventa “filtr

Aumento dei costi nella zona centrale diventa u Abitazione deve facilitare l’accessibilità ai servi

Le scelte insediative delle famiglie oggi appaio 3500 < 4000

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bisogno di interdipendenze, la produzione sempre più legata alle relazioni che riesce ad attivare. DATICresciuto 1991 - 2001 Il processo di integrazione produttiva non avviene più concentrando la produzione, ma appunto controllando la catena di produzione del valore aggiunto, utilizzando le innovazioni nelle telecomunicazioni e nei trasporti.

ABITAZIONI: I DATI

NUOVE CostoABITAZIONI dell’abitazione diventa “filtr o ov nu Aumento deiDI costi nella zona centrale diventa u PROVINCIA BOLOGNA

deve facilitare l’accessibilità ai servi DATIAbitazione 1991 - 2001 Le scelte insediative delle famiglie oggi appaio ricerca di condizioni insediative ritenute, a torto La Provincia < 2000

TERRITORI METROPOLIZZATI

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Bologna e la provincia

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Struttura policentrica con nucleo dominante e crescita concentrata. 2500 < 2750 Da una dinamica centripeta (concentrazione) a una centrifuga (dispersione). La tendenza è quella distribuire le funzioni nel territorio punti di specializzazione , diversificati ma, integrati tra loro, a formare un tutt'uno. 2750 < 3000

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0k città, per approdare Si è consolidata la tendenza generale a una ricollocazione delle attività produttive. Queste a minor valore aggiunto si allontanano dalla Industria territorio metropolitano. Avviene così una "periferizzazione" selettiva dell'industria e del settore terziario: in tutte le aree aumenta la presenza del settore nell'adiacente km terziario, producendo una diffusione dei servizi un tempo concentrati nel cuore della città.

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MARSIGLIA - FRANCIA

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Relatore: Nicola Marzot|Laureandi: Giulia De Vita - Francesco Ferretti - Daniela Zerbini

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Barcellona

Relatore: Nicola Marzot|Laureandi: Giulia De Vita - Francesco Ferretti - Daniela Zerbini

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Si è consolidata la tendenza generale a una ricollocazione delle attività produttive. Queste a minor valore aggiunto si allontanano dalla città, per approdare

Negli ultimi anni si è registrato un lieve rallentam interna della popolazione. Questo è il risultato del


METROPOLIZZAZIONE

MORFOLOGIA DELLA METROPOLIZZAZIONE

Bologna e la provincia

INTRODUZIONE La dispersione negli ultimi anni va posta sotto una luce diversa ed ha assunto un nuovo significato: la dispersione genera la metropolizzazione del territorio e quest’ultima impedisce che la dispersione impoverisca la vita sociale e individuale ma cheDELLA al contrario, a certe condizioni, possa FATTORI METROPOLIZZAZIONE generare crescita economica e sviluppo sociale. PRODUZIONE Del resto se fosse vero, come in parte lo è sicuramente, che si è di fronte Contrazione / dinamica centripeta a grandi trasformazioni nelle tecniche di produzione, per le strette relazioni esistenti tra queste ultime e l’organizzazione dello spazio, non deve meravigliare che l’organizzazione dello spazio sia sottoposta a tensioni e a trasformazioni. La tendenza non è più quella di concentrare in un unico punto (città centrale) le funzioni principali, quelle economiche e dei servizi superiori, ma piuttosto a distribuire nel territorio ampio punti di specializzazione , diversificati ma, appunto, integrati tra loro, che fanno, come dire, un tutt’uno. - trasformazioni del sistema produttivo I movimenti di persone non sono più monodirezionali (centro-periferia) - uso tecnologie informatiche ma diventano pluri-direzionali in tutte le direzioni comprese quelle dal centro alla periferia, come esito di diffusione nel territorio non solo di popolazione ma anche di attività, di funzioni commerciali, di servizi, ecc.

D

dellaPROCESSO “grande fabbrica” FATTORI ATTIVANTICrisi DEL Affermazione della piccola meia impresa come sistema produttivo.

Struttura policentrica con nucleo dominante e crescita concentrata. Da una dinamica centripeta (concentrazione) a una centrifuga (dispersione). La tendenza è quella distribuire le funzioni nel territorio punti di specializzazione , diversificati ma, integrati tra oro, a formare un tutt'uno.

Cresciuto bisogno di interdipendenze, la produzione sempre più legata alle relazioni che riesce ad attivare. Il processo di integrazione produttiva non avviene più concentrando la produzione, ma appunto controllando utilizzando le innovazioni nelle telecomunicazioni e nei trasporti.

E’ possibile attribuire una tendenza generale a processi tra di loro molto simili che presentano nei casi specifici diversità e specificità proprie e che alla propria originePRODUZIONE: si possono individuare TERRITORI METROPOLIZZATI I DATI fattori diversi. La ragione di tale diversità va ricercata nel fatto che, mentre l’esistenza di una tenNUOVE IMPRESE E ISTITUZIONI BOLOGNA E LA METROPOLIZZAZIONE NELL’EUROPA MERIDIONALE a ov ra denza generale fornisce l’indirizzo ed indica un percorso da realizzare, nupertu PROVINCIA DI BOLOGNA DATI 1991 - 2001

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Crisi della “grande fabbrica”

Bologna e la provincia

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Struttura policentrica con nucleo dominante e crescita concentrata. Da una dinamica centripeta (concentrazione) a una centrifuga (dispersione). La tendenza è quella distribuire le funzioni nel territorio punti di specializzazione , diversificati ma, integrati tra loro, a formare un tutt'uno.

Aumento Abitazion Le scelte ricerca di

CITTA’ IN CONTRAZIONE

negativa Crisi della “grande fabbrica” PRODUZIONE: I Variazione DATI Affermazione della piccola meia impresa come sistema produttivo.

e la provincia TERRITORIBologna METROPOLIZZATI Struttura policentrica con nucleo dominante e crescita concentrata.

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Cresciuto bisogno di interdipendenze, la produzione sempre più legata alle relazioni che riesce ad attivare.

Da una dinamica centripeta (concentrazione) a una centrifuga (dispersione).

NUOVE NUOVE AB BOLOGNA E LaLAtendenza METROPOLIZZAZIONE NELL’EUROPA MERIDIONALE Il processo di integrazione produttiva non avviene più concentrando la produzione, ma appunto controllando la catena di produzione del valore aggiunto, è quella distribuire le funzioni nel territorio punti di specializzazione , diversificati ma, integrati tra IMPRESE E ISTITUZIONI a ov ra utilizzando le innovazioni nelle telecomunicazioni e nei trasporti. loro, a formare un tutt'uno. nupertu PROVINCIA DI BOLOGNA PROVINCI a

FATTORI DELLA METROPOLIZZAZIONE

DATI 1991 - 2001

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DATI 1991 - 2

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Aumento dei costi nella zona centrale diventa un fattore di espulsione. Abitazione deve facilitare l’accessibilità ai servizi e al luogo di lavoro. Le scelte insediative delle famiglie oggi appaiono meno vincolate rispetto a ricerca di condizioni insediative ritenute, a torto o ragione, desiderabili.

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FATTORI DELLA METROPOLIZZAZIONE

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Costo dell’abitazione diventa “filtro” sociale

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Crisi della “grande fabbrica”

PRODUZIONE: I DATI

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APERTURA / CHIUSURA IMPRESE a o ov ra ius km nu ertu > 100 ch PER 20 Industria aumento totaleAMBITO PRODUTTIVO aumento ap 50 - 99 totale km 1 -Provincia 49 5 in Provincia in PROVINCIA DI BOLOGNAPLACES |USI 0kTEMPORANEI OPEN ENDED PER LA CITTA’ IN TRANSIZIONE m Commercio APERTURA / CHIUSURA IMPRESE PER AMBITO PRODUTTIVO PROVINCIA DI BOLOGNA

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< 2500

Negli ultimi interna della spostament abitazioni di


METROPOLIZZAZIONE

la concreta tipologia di trasformazione dipenderà dalla combinazione dei fattori che operano in ciascun territorio. In sostanza, in presenza di una tendenza generale, anch’essa originata da fattori diversi, la specifica forma che la trasformazione assume a livello locale è figlia sia della tendenza generale che dei fattori specifici operanti a livello locale. MODIFICHE DEL PROCESSO PRODUTTIVO Le trasformazioni che hanno interessato la sfera economica sono abbastanza note; tra le principali si possono mettere in evidenza: la crisi della “grande fabbrica” determinata dalle trasformazioni tecnologiche e di consumo; l’affermarsi della piccola e media impresa come sistema di produzione; lo sviluppo di una “economia dei servizi”; il collegamento sempre più stretto tra ricerca scientifica, innovazione tecnologica e sviluppo produttivo; l’allargamento del mercato mondiale che ha determinato una nuova divisione internazionale del lavoro; il potere economico d’impresa focalizzato sulla “catena del valore aggiunto” da una parte e sulla finanziarizzazione dall’altra. Il processo di produzione delle merci tende a disarticolarsi utilizzando al meglio le specializzazioni “diffuse”, dando corpo spesso ad un’organizzazione produttiva fondata sulla piccola e media impresa. Il processo di produzione ha bisogno di rafforzare e ampliare la propria rete di relazioni sia con i diversi segmenti che contribuiscono alla realizzazione della merce, sia con una rete di “servizi” che la piccola e media impresa in generale non può produrre al proprio interno. Si può rilevare come sia fortemente cresciuto il bisogno di interdipendenze; sempre meno l’impresa è un mondo a sè, la sua vitalità è sempre 45


ABITAZIONI Dispersione / dinamica centrifuga

MOBILITA’ Dispersione / dinamica centrifuga

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Multidirezionalità

Monodirezionalità (radiale)

CITTA’ IN CONTRAZIONE MOBILITA’

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ca centrifuga

Monodirezionalità (radiale)

- elevati prezzi degli alloggi - decentramento dei posti di lavoro

- facile accessibilità - maggiore mobilità

Multidirezionalità

Costo dell’abitazione diventa “filtro” sociale

Aumento dei costi nella zona centrale diventa un fattore di espulsione. Abitazione deve facilitare l’accessibilità ai servizi e al luogo di lavoro. Le scelte insediative delle famiglie oggi appaiono meno vincolate rispetto al passato e sono determinate da una parte dal calcolo economico e dall'altra dalla ricerca di condizioni insediative ritenute, a torto o ragione, desiderabili.

che riesce ad attivare. ne, ma appunto controllando la catena di produzione del valore aggiunto,

MOBILITA’

uga

La rete delle infrastrutture diventa lo “scheletro” della metropolizzazione.

L’accessibilità è un tratto imprenscindibile del nuovo territorio metropolitano. I movimenti di persone non sono più monodirezionali (centro-periferia) ma diventano pluri-direzionali. Nella nuova condizione di domanda di servizi, l'offerta sceglie la localizzazione non tanto vicina alla domanda, ma piuttosto comoda da raggiungere. Funzionale a tale strategia è una relativa integrazione di diverse offerte concentrate nello stesso polo.

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Monodirezionalità (radiale)

NUOVE ABITAZIONI PROVINCIA DI BOLOGNA

MOBILITA’: I DATI Multidirezionalità

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DATI 1991 - 2001

INFRASTRUTTURE PROVINCIA DI BOLOGNA

- facile accessibilità - maggiore mobilità - facile accessibilità - maggiore mobilità > 800 601-800 401-600

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ll'altra dalla

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lo “scheletro” della metropolizzazione.

L’accessibilità è un metropolitano. tratto imprenscindibile del nuovo territorio metropolitano. L’accessibilità è un tratto imprenscindibile del nuovo territorio I movimenti di persone non sono più monodirezionali ma diventano pluri-direzionali. <200 I movimenti di(centro-periferia) persone non sono più monodirezionali (centro-periferia) ma diventano pluri-direzionali. Nella nuova condizione di domanda di servizi, l'offerta sceglie la localizzazione non tanto vicina alla domanda, ma piuttosto comoda da raggiungere. Funzionale a tale strategia è una relativa integrazione di diverse offerte concentrate nellodomanda stesso polo. di servizi, l'offerta sceglie la localizzazione non tanto vicina alla domanda, Nella nuova condizione di dalla tale strategia è una relativa integrazione di diverse offerte concentrate nello stesso polo.

viabilità principale su gomma viabilità ferroviaria

MOBILITA’: I DATI INFRASTRUTTURE PROVINCIA DI BOLOGNA

ma piuttosto comoda da raggiungere. Funzionale a

viabilità secondaria su gomma

aumento totale in Provincia

COSTO DELLE ABITAZIONI (€ / mq)

FLUSSI PENDOLARI COMUNI DELLA PRIMA CINTURA

MOBILITA’: I DATI

DATI 2010

Castel Maggiore

Calderara di Reno

INFRASTRUTTURE PROVINCIA DI BOLOGNA

3872

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Il Comune

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2542

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1635 3040

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0 00 0 Casalecchio di Reno

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La Provincia

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46

>3000

FLUSSI PENDOLARI Negli ultimi anni si è registrato un lieve rallentamento della crescita demografica all'interno della regione metropolitana mentre si osserva una crescita di mobilità della popolazione. Questo è il risultato del cambiamento del luogo di residenza, causato principalmente dal costo delle abitazioni nelle aree centrali e dallo COMUNI DELLA PRIMA CINTURAinterna spostamento verso i luoghi di lavoro. A tal proposito si deve sottolineare il ruolo decisivo del mercato immobiliare come filtro sociale e la rigidità rappresentata dalle

Queste a minor valore aggiunto si allontanano dalla città, per approdare ndustria e del settore terziario: in tutte le aree aumenta la presenza del settore DATI 2010 ttà.

Vita - Francesco Ferretti - Daniela Zerbini

abitazioni di proprietà nell'attuale situazione di decentramento e precarietà del lavoro e di mancanza di abitazioni in affitto.

Calderara di Reno

Molti cambiamenti nella mobilità intercomunale sono spiegabili con i processi di rilocalizzazione della produzione e dei servizi e con dinamiche demografiche. Sembra esserci un collegamento relativamente chiaro tra lo sviluppo delle infrastrutture e la forma adottata dalla dispersione urbana, tanto residenziale quanto industriale. Esiste una maggiore libertà di movimento, possibile soprattutto per l'accresciuta possibilità di mobilità individuale, che genera grandi flussi di pendolarismo ma i costi di tale possibilità la fanno risultare una scelta meno felice di quanto si potesse immaginare.

Castel Maggiore

3872Rossetti|a.a. 2010-2011|Sessione di Laurea Straordinaria Marzo 2012 Università degli Studi di Ferrara|Facoltà di Architettura Biagio Granarolo dell’Emilia

3. METROPOLIZZAZIONE


METROPOLIZZAZIONE

più legata alle relazioni che riesce ad attivare in tutte le fasi del suo stes so processo produttivo. Il processo di integrazione produttiva che in ultima istanza è quello che determina le economie di scala nel nuovo contesto non avviene più concentrando la produzione, ma appunto controllando la catena di produzione del valore aggiunto, utilizzando a questo scopo le risorse messe a disposizione dalle innovazioni nelle telecomunicazioni e nei trasporti. MODIFICHE NELLA VITA QUOTIDIANA Le trasformazioni recenti sono state numerose e complesse e si è ipotizzato che tali cambiamenti hanno aumentato le nostre esigenze, in senso lato, per effetto dei mutamenti nell’organizzazione del lavoro e nella struttura della famiglia, per il prolungamento della vita, per la crescita dei single, per l’aumento del tempo non obbligato, per le nuove tecnologie che hanno investito la casa e il nostro quotidiano, per l’aumentata scolarità, ecc. Sempre più le condizioni nelle quali si svolge la vita quotidiana, la ricerca continua del suo miglioramento, l’accresciuto livello culturale, i modelli di comportamento suggeriti e imposti dai mezzi di comunicazione di massa,ecc. portano ad una crescente domanda di servizi. Contemporaneamente l’offerta di servizi tiene conto fondamentalmente di due elementi: da un lato il raggiungimento di una dimensione economicamente conveniente o di un bacino di utenti che permetta di raggiungere risultati economicamente positivi; dall’altro, in funzione del precedente obiettivo, è posta molta attenzione alla localizzazione che permetta una facile accessibilità e che, secondo la tipologia del servizio potrà essere di 47


utilizzando le innovazioni nelle telecomunicazioni e nei trasporti. Crisi della “grande fabbrica”

Affermazione della piccola meia impresa come sistema produttivo. Contrazione / dinamica centripeta Cresciuto bisogno di interdipendenze, la produzione sempre più legata alle relazioni che riesce ad attivare. Il processo di integrazione produttiva non avviene più concentrando la produzione, ma appunto controllando la catena di produzione del valore aggiunto, utilizzando le innovazioni nelle telecomunicazioni e nei trasporti.

PRODUZIONE: I DATI

NALE

NUOVE IMPRESE E ISTITUZIONI PROVINCIA DI BOLOGNA

ABITAZIONI:DATI I DATI 1991 - 2001 NUOVE ABITAZIONI PROVINCIA DI BOLOGNA

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> 800 601-800

Costo dell’abitazione diventa “filtro” sociale

> 800 401-600 Aumento dei costi nella zona centrale diventa un fattore di espulsione. Abitazione deve facilitare l’accessibilità ai servizi e al luogo di lavoro. 601-800 201-400 Le scelte insediative delle famiglie oggi appaiono meno vincolate rispetto al passato e sono determinate da una parte dal calcolo economico e dall'altra dalla ricerca di condizioni insediative ritenute, a torto o ragione, desiderabili. 401-600

101 - 200

Variazione negativa

201-400 - elevati prezzi degli alloggi - decentramento dei posti di lavoro <200

ABITAZIONI: I DATI

aumento totale in Provincia

La rete delle infrastrutture diventa lo “scheletro” della m

L’accessibilità è un tratto imprenscindibile del nuovo territorio metropolitano I movimenti di persone non sono più monodirezionali (centro-periferia) ma d Nella nuova condizione di domanda di servizi, l'offerta sceglie la localizzazio tale strategia è una relativa integrazione di diverse offerte concentrate nello s

<200

- elevati prezzi degli alloggi - decentramento dei posti di lavoro

<101 Variazione negativa

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201 - 300

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MOBILITA’

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Dispersione / dinamica centrifuga

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INFRASTRUT PROVINCIA

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DATI 1991 - 2001

ABITAZIONI

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ABITAZIONI: I DATI

NUOVE ABITAZIONI PROVINCIA DI BOLOGNA

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TI 1991 - 2001

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Aumento deiDispersione costi nella zona/ dinamica centrale diventa un fattore di espulsione. centrifuga Monodirezionalità (radiale) Abitazione deve facilitare l’accessibilità ai servizi e al luogo di lavoro. Le scelte insediative delle famiglie oggi appaiono meno vincolate rispetto al passato e sono determinate da una parte dal calcolo economico e dall'altra dalla ricerca di condizioni insediative ritenute, a torto o ragione, desiderabili.

a ov ra nupertu a

PRODUZIONE: I DATI DATI 1991 - 2001

UOVE IMPRESE E ISTITUZIONI ROVINCIA DI BOLOGNA

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NUOVE ABITAZIONI PROVINCIA DI BOLOGNA

aumento totale in Provincia

o

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MOBILITA’: I DATI INFRASTRUTTURE PROVINCIA DI BOLOGNA

viabili

viabili

APERTURA / CHIUSURA IMPRESE COSTO ABITAZIONI (€ / mq)lo “scheletro” della metropolizzazione. La reteDELLE delle infrastrutture diventa Costo “filtro” sociale viabili a in Provincia DATIdell’abitazione 1991 - 2001 diventa so ov ra nu ertu L’accessibilità è un tratto imprenscindibile del nuovo territorio metropolitano. PERAumento AMBITO PRODUTTIVO dei costi nella zona centrale diventa un fattore dichiuespulsione. ap I movimenti di persone non sono più monodirezionali (centro-periferia) ma diventano pluri-direzionali. Abitazione deve facilitare l’accessibilità ai servizi e al luogo di lavoro. PROVINCIA DI BOLOGNA Nella nuova condizione di domanda di servizi, l'offerta sceglie la localizzazione non tanto vicina alla domanda, ma piuttosto comoda da raggiungere. Funzionale a lore aggiunto, Le scelte insediative delle famiglie oggi appaiono meno vincolate rispetto al passato e sono determinate da una parte dal calcolo economico e dall'altra dalla 1991 - 2001 PERTURA / CHIUSURADATI IMPRESE COSTO DELLE ABITAZIONI / mq) FLUSSI PEN tale (€ strategia è una relativa integrazione di diverse offerte concentrate nello stesso polo. ricerca di condizioni insediative ritenute, a torto o ragione, desiderabili. a o ov ra ius nu ertu ch ER AMBITO PRODUTTIVO COMUNI DE ap La rete delle infras DATI 2010 Costo dell’abitazione diventa “filtro” sociale ROVINCIA DI BOLOGNA

ABITAZIONI:Aumento I DATI dei costi nella zona centrale diventa un fattore di espulsione.

TI 1991 - 2001

L’accessibilità è un tratto i I movimenti di persone no Nella nuova condizione di tale strategia è una relativ

MOBILITA’: I DATI

Abitazione deve facilitare l’accessibilità ai servizi e al luogo di lavoro. Il Comune NUOVE ABITAZIONI Le scelte insediative INFRASTRUTTURE del valore aggiunto, o delle famiglie oggi appaiono meno vincolate rispetto al passato e sono determinate da una parte dal calcolo economico e dall'altra dalla ov < 2500 nu PROVINCIA DI BOLOGNA PROVINCIA DI BOLOGNA ricerca di condizioni insediative ritenute, a torto o ragione, desiderabili. DATI 1991 - 2001 Il Comune < 2500

ABITAZIONI: I DATI DATI 1991 - 2001 > 800

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INFRASTRUTTURE PROVINCIA DI BOLO

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3000 < 3500

2500 < 3000 LA V IN O D I

NUOVE ABITAZIONI PROVINCIA DI BOLOGNA

2500 < 3000

2000 < 2250

2250 < 2500

2000 < 2250

Diminuzione 201-400

2500 < 2750 2250 < 2500

Aumento <200 2500 < 2750

Industria

aumento totale Provincia aumentoin totale

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2750 < 3000

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viabilità secondaria su gomma

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viabilità ferroviaria

viabilità principale su gomma 2750 < 3000

in Provincia Servizi

DELLE ABITAZIONI COSTOCOSTO DELLE ABITAZIONI (€ / mq)

(€ / mq)

>3000 viabilità ferroviaria

FLUSSI PENDOLARI

FLUSSI PENDOLARI COMUNI DELLA PRIMA CINTURA

Negli ultimi anni si è registrato un lieve rallentamento della crescita demografica all'interno della regione metropolitana mentre si osserva una crescita di mobilità >3000 COMUNI DELLA PRIMA CINTURA interna della popolazione. Questo è il risultato del cambiamento del luogo di residenza, causato principalmente dal costo delle abitazioni nelle aree centrali e dallo Si è consolidata la tendenza generale a una ricollocazione delle attività produttive. Queste a minor valore aggiunto si allontanano dalla città, per approdare DATI 2010 spostamento verso i luoghi di lavoro. A tal proposito si deve DATI sottolineare nell'adiacente territorio metropolitano. Avviene così una "periferizzazione" selettiva dell'industria e del settore terziario: in tutte le aree aumenta la presenza del settore 2010il ruolo decisivo del mercato immobiliare come filtro sociale e la rigidità rappresentata dalle abitazioni di proprietà nell'attuale situazione di decentramento e precarietà del lavoro e di Maggiore mancanza di abitazioni in affitto. terziario, producendo una diffusione dei servizi un tempo concentrati nel cuore della città. Castel Calderara didella Renoregione metropolitana mentre si osserva una crescita di mobilità Negli ultimi anni si è registrato un lieve rallentamento della crescita demografica all'interno Molti cambiam > 800 3872delle abitazioni nelle aree centrali e dallo interna della popolazione. Questo è il risultato del cambiamento del luogo di residenza, causato principalmente dal costo Sembra esserc Si è consolidata la tendenza generale a una ricollocazione delle attività produttive. Queste a minor valore aggiunto si allontanano dalla città, per approdare Calderara di Reno Granarolo spostamento verso i luoghi di lavoro. A tal proposito si deve sottolineare il ruolo decisivo del mercato immobiliare come filtro sociale e la rigidità rappresentata dalle dell’Emilia triale. Esiste un nell'adiacente territorio metropolitano. Avviene così una "periferizzazione" selettiva dell'industria e del settore terziario: in tutte le aree aumenta la presenza del settore di proprietà nell'attuale di decentramento precarietà del lavoro e di mancanza di abitazioni in affitto. ma 2012 i costi di ta erziario, una diffusione dei servizi un tempo concentrati nel cuore della città. Relatore: Nicola Marzot|Laureandi: Giulia De Vita - Francesco Ferretti - Daniela Zerbini abitazioni Università degli Studi situazione di Ferrara|Facoltà die Architettura Biagio Rossetti|a.a. 2010-2011|Sessione di Laurea Straordinaria Marzo TA’ INproducendo TRANSIZIONE Servizi

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Università degli Studi di Ferrara|Facoltà di Architettura Biagio Rossetti|a.a. 2010-2011|Sessione di Laurea Straordinaria Marzo 2012


METROPOLIZZAZIONE

tipo collettivo o individuali, ma di fatto con una spiccata preferenza per l’accessibilità automobilistica. In sostanza nella nuova condizione di domanda di servizi, l’offerta tende a scegliere quella localizzazione non tanto vicina alla domanda, ma piuttosto comoda da raggiungere da parte degli utenti. Funzionale a tale strategia è una relativa integrazione di diverse offerte concentrate nello stesso polo. DIVERSIFICAZIONE DELLA RENDITA

<Costi delle case euro|mq Comune di Bologna

<Costi delle case euro|mq Comune di Bologna

Sebbene la rendita non sia strettamente legata agli andamenti del mercato, si può ragionevolmente sostenere che è il successo, percepito a livello sociale ed economico, di una città che determina la dinamica positiva dei valori immobiliari. L’andamento positivo della rendita costituisce fattore di espulsione, ma non dei soggetti marginali, che nel contesto della città possono trovare situazioni adatti nei così detti interstizi urbani, quanto dei soggetti medi. In sostanza nel cuore delle aree metropolitane si riscontra una tendenza alla polarizzazione alta/bassa, sia dal punto di vista sociale che economico produttivo; restano in questa zona le famiglie a basso reddito o le situazioni di emarginazione sociale, le attività economiche a basso rendimento o di modesta innovazione o di tipo servile, insieme alle famiglie e alle attività ad alto reddito ed alto rendimento. Quello che in qualche modo può essere considerata una fenomenologia nuova non è tanto l’espulsione sociale, o delle attività economiche, ma piuttosto la dimensione del fenomeno e le motivazioni che lo caratterizzano. 49


CITTA’ IN CONTRAZIONE

Quindi si vengono a determinare delle polarità di specializzazione determinate dalla distribuzione delle famiglie e delle attività in ragione della loro capacità di sopportare i diversificati livelli di rendita (e viceversa). UN INTRECCIO DI FATTORI Appare subito evidente che l’intreccio delle tre precedenti variazioni è determinante per generare il fenomeno della metropolizzazione del territorio. Oggi risulta perdere valenza il fenomeno dell’aggregazione, le nuove tecnologie delle telecomunicazioni e l’accresciuta mobilità delle persone e merci permettono di ottenere gli stessi obiettivi con la disseminazione delle imprese nel territorio. In più la dispersione, in una prima fase, permette di ridurre gli effetti negativi della congestione nei trasporti, anche per effetto dell’autorganizzazione. Le imprese, in sostanza, hanno tutta la convenienza a disperdersi nel territorio utilizzando a loro vantaggio la diversificazione spaziale della rendita e facendosi forte delle nuove tecnologie. Le scelte insediative delle famiglie oggi appaiono meno vincolate rispetto al passato e sono determinate da una parte dal calcolo economico e dall’altra dalla ricerca di condizioni insediative ritenute, a torto o ragione, desiderabili. Tale maggiore libertà di scelta è possibile soprattutto per l’accresciuta possibilità di mobilità individuale ma i costi di tale mobilità contemporaneamente fanno risultare molte di queste preferenze insediative meno felicidi quanto ci si potesse immaginare e sperare. In sostanza se si guarda alle tre possibili variazioni, ai loro intrecci e alle 50


METROPOLIZZAZIONE

conseguenze che ne derivano ci si trova davanti a diversi mosaici metropolitani, tutti però dipendenti da una logica così sintetizzabile: i risultati positivi dell’agglomerazione oggi possono essere realizzati, per effetto delle nuove tecnologie e della crescita della mobilità, anche in una situazione di dispersione; conseguentemente la dispersione assume il segno non già dell’isolamento ma della connessione e interdipendenza. Il segno forte del nuovo mosaico metropolitano è quindi una forte integrazione in un contesto di dispersione. I territori metropolizzati sono segnati dai seguenti caratteri comuni: - esistenza di polarità non di grande dimensione ma con qualche elemento di specializzazione e localizzate in ragione dell’accessibilità - accentuata mobilità pluridirezionale, sia quella obbligatoria che quella occasionale - eccessivo consumo di suolo - relazioni funzionali di tipo produttivo anche esse pluridirezionali - alto consumo di energia sia con la mobilità che con i consumi abitativi - uso dei territori “naturali” come strutture “urbane” disponibili per la popolazione Quindi queste forme metropolitane presenteranno una nuova serie di fenomeni: - una distribuzione nel territorio del potenziale produttivo, sia per i poli compatti che diffusi. Le città maggiori tendono a perdere le attività di produzione materiale; - la distribuzione nel territorio di numerosi poli specializzati di servizio, localizzati in modo da privilegiare l’accessibilità fisica; - flussi di pendolarismo obbligatori pluridirezionali sia per lavoro che per studio; 51


CITTA’ IN CONTRAZIONE

- mobilità non obbligatoria anch’essa multidirezionale perchè i poli risultano distribuiti su tutto il territorio; - tendenza a densificare le zone urbanizzate sparse; - relazioni intense tra le diverse parti del territorio non solo materiali ma anche immateriali. Non bisogna pensare che i nuovi territori metropolitani siano privi di centro, in una sorta di piatta omogeneità territoriale, ma si creano e si sviluppano diverse centralità. Infatti si è modificato il carattere di tale centralità: mentre nel passato questa era espressione di massa, oggi essa si caratterizza piuttosto come espressione di potenza. Ciò che caratterizza le nuove centralità è la concentrazione dell’attività di governo e di indirizzo. In sostanza, mentre nelle precedenti fasi metropolitane la forza prevalente era una forza centripeta, che portava al massimo della concentrazione, nella nuova situazione la forza prevalente è una forza centrifuga per quanto attiene alle produzioni materiali e ai servizi banali ma è centripeta per quanto attiene alle funzioni di governo e di indirizzo. Si determina così un territorio in “rete”, intendendo una interrelazione che utilizzi tutti i mezzi e gli strumenti di relazioni e che tali relazioni insistano su tutto il territorio con delle “centralità” articolate. Questa rete di relazioni, questa forma in parte nuova di utilizzazione del territorio, questa accentuata mobilità, questa minore gerarchia costituiscono il tratto prevalente e caratterizzante dell’insediamento nel territorio metropolitano.

52


METROPOLIZZAZIONE

LE TAPPE a. 1950-1975 l’industrializzazione moderna e boom immobiliare. l’industrializzazione raggiunge le grandi città, portando con sé un considerevole flusso migratorio ed esigenze urbane di ogni tipo: Le necessità residenziali e la crescita industriale diedero luogo a un enorme boom immobiliare. Questo, a sua volta, portò alla nascita di alcune periferie urbane prive di infrastrutture e caratterizzate prevalentemente da: densificazione del tessuto suburbano, aree di sviluppo marginale e di edilizia pubblica, fattori che contribuirono alla sottodotazione delle aree periferiche in termini di spazi aperti, servizi, infrastrutture e trasporti. b. 1975-1986 crisi internazionale dell’energia. a partire dalla metà degli anni ‘70 si assiste ad una crici economica e ad un periodo di stabilizzazione urbana con notevoli conseguenze di carattere sociale, politico e urbanistico. Cambiano le dinamiche demografiche, con una riduzione della componente migratoria ed i primi segni riconoscibili di un decentramento residenziale; da quel momento, la popolazione dei centri storici iniziò a diminuire. Anche la struttura economica dell’area ha subito una graduale trasformazione: il settore terziario ha sostituito per importanza quello industriale, portando al decentramento delle attività industriali verso le periferie.

51


CITTA’ IN CONTRAZIONE

c. 1986-2004 la ripresa economica verso la metà degli anni ‘80 produzione e consumi sono entrati in una fase di ripresa e, di conseguenza, anche le dinamiche urbane sono profondamente mutate. Si costuiscono elementi legati all’accessibilità, per migliorarla e incrementarla. L a stabilità economica ha spesso vacillato, da questo la scelta di operare interventi sul territorio già consolidato, trasformandolo, sostituendone parti o rielaborandole modificando le originali destinazioni d’uso.

LE CARATTERISTICHE SOCIO-ECONOMICHE 1. dinamiche demografiche: il centro città ha subito un calo demografico: la popolazione si è spostata verso l’area della regione metropolitana. Solo di recente, e grazie all’immigrazione, il calo demografico nella capitale metropolitana ha cominciato a presentare un diverso andamento. Negli ultimi anni si è registrato un lieve rallentamento della crescita demografica all’interno della regione metropolitana mentre si osserva una crescita di mobilità interna della popolazione. Questo è il risultato del cambiamento del luogo di residenza, causato principalmente dal costo delle abitazioni nelle aree centrali e dallo spostamento verso i luoghi di lavoro. A questo proposito si deve sottolineare il ruolo decisivo del mercato immobiliare come filtro sociale e la rigidità rappresentata dalle abitazioni di proprietà nell’attuale 52


METROPOLIZZAZIONE

situazione di decentramento e precarietà del lavoro e di mancanza di abitazioni in affitto. 2. rapporto fra attività produttive e lavoro: si è consolidata la tendenza generale a una ricollocazione delle attività produttive. Queste a minor valore aggiunto si allontanano dalla città, per approdare nell’adiacente territorio metropolitano. Avviene così una “periferizzazione” selettiva dell’industria e del settore terziario: in tutte le aree aumenta la presenza del settore terziario, producendo una diffusione dei servizi un tempo concentrati nel cuore della città. 3. infrastrutture e mobilità: molti cambiamenti nella mobilità intercomunale sono spiegabili con i processi di rilocalizzazione delle attività produttive e dei servizi e con dinamiche demografiche. Sono aumentati i movimenti radiali. Sembra esserci un collegamento relativamente chiaro tra lo sviluppo delle infrastrutture e la forma adottata dalla dispersione urbana, tanto residenziale quanto industriale. Il decentramento selettivo delle attività produttive, i cambiamenti nel modello di accessibilità territoriale e la crescita urbana frammentata e dispersa sono le caratteristiche principali del crescente processo di nuova metropolizzazione, dalla quale derivano nuovi comportamenti sociali e nuovi stili di vita e l’emergere di nuove modalità di organizzazione spaziale. 53


CITTA’ IN CONTRAZIONE

Nel momento stesso in cui va espandendosi e integrandosi, la regione metropolitana si avvia verso un modello di città frammentata: una città diversa, in cui la popolazione, i servizi per le persone e un segmento significativo delle attività produttive e dei servizi tendono a diffondersi nel territorio, infrangendo il vecchio schema metropolitano. Siamo di fronte ad una regione urbana avviata verso un modello policentrico, disperso, dotato di una morfologia eterogenea e multipla, meno gerarchizzata e basata su reti spaziali e temporali la cui geometria è variabile. E’ proprio dell’integrazione del territorio metropolitano, tuttavia, che dipendono tanto le potenzialità e le opportunità, quanto i problemi funzionali, formali e sociali più importanti

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