N°1
Politecnico di Milano Corso di laurea magistrale in Design della Comunicazione A.A. 2014/2015 Sociologia dei media Siliato Francesco De Pirro Michele Ciastellardi Matteo
PRIMA EDIZIONE
27 GENNAIO 2015 Marta Barducchi 833712 marta.barducchi@gmail.com
Chiara Bonsignore 833595 bonsignore.chiara@gmail.com
Giulia Piccoli Trapletti 833517 giuliapiccolitrapletti@gmail.com
FONTI
Laura Toffetti 837715 lau.toffetti@gmail.com
MARTEDÌ
#UPWIND
Media: internet, giornali, televisione Fonti: web, testate giornalistiche, telegiornale. Social Network: Facebook, Twitter, Instagram, Tumblr.
LA MORTE DI GARNER
La vicenda LA REDAZIONE
Quello che è successo lo scorso 17 luglio è stato filmato da un testimone in modo molto chiaro (vedi box nero). Alcuni agenti, tra i quali il poliziotto Daniel Pantaleo, si erano avvicinati a Eric Garner, un afroamericano, lungo una strada di Staten Island: Garner era sospettato di contrabbandando di sigarette. Dopo una conversazione, durante la quale Garner si rifiutò verbalmente
Testate analizzate: The New York Times, Il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Messaggero, The Post Internazionale di essere ammanettato, il poliziotto cercò di arrestare in modo piuttosto brutale Garner, prendendolo per il collo. Nel video, si vedono anche altri agenti che intervengono per bloccare l’uomo afroamericano, gettandolo a terra e schiacciandolo con i loro corpi. Garner, indifeso, disse per ben undici volte “non riesco a respirare (I Can’t Breathe)”, prima di perdere conoscenza e morire nel giro di pochi minuti, dopo essere stato portato in ospedale. La perizia medica ha concluso che le cause del decesso sono state la compressione e il successivo soffocamento avvenuti durante la discussione con gli agenti. Garner aveva 43 anni, sei figli, era in sovrappeso e soffriva d’asma. Mercoledì 3 dicembre il Grand Jury di Staten Island, New York, ha deciso di non incriminare il poliziotto Pantaleo. Dopo la decisione ci sono state molte proteste sia a New York che in altre città: a Washington, a Manahattan, a Atlanta, a Seattle, a Oakland, ma anche nella contea di St. Louis, nel Missouri. segue a pagina 2
Luogo dell’uccisione di Eric Garner
FREE PRESS
Periodo di analisi dal 3 al 24 dicembre
Upwind è un gruppo editoriale autodidatta che ogni giorno si incentra su una particolare notizia con l’obiettivo di far emergere tutti gli aspetti comunicativi ad essa
correlati. Il nome nasce dalla volontà di trattare un solo argomento seguendo una logica insolita: da un particolare si passa all’analisi generale della notizia.
#ICantBreathe
Primo piano. L’evolversi della notizia sui social più famosi del web
Analisi e considerazioni sull’evoluzione quantitativa e qualitativa dell’hashtag LA REDAZIONE
Abbiamo voluto enfatizzare già nelle prime pagine l’aspetto social della notizia: è stato riscontrato, infatti, una grande evoluzione dell’hashtag, soprattutto grazie alle potenzialità di diffusione di Twitter. Infatti, è proprio grazie a questo social network che la protesta ha coinvolto un gran numero di persone, dando loro la possibilità di esprimere il proprio disprezzo sul fatto accaduto e sul razzismo, più in generale, in diversi modi e in diverse forme, sia testuali che figurative/fotografiche. segue a pagina 4
Il nostro approccio LA REDAZIONE
della comunicazione della notizia sul territorio statunitense, per passare dopo a quello europeo (con la BBC) ed infine a quello italiano (con due tg e la selezione di alcune testate).
In questo artefatto analizzeremo il modo in cui la notizia è stata trattata sui diversi media, sia cartacei che digitali, dando più attenzione a quest’ultimo settore. Infatti, viene data particolare importanza all’uso dell’hashtag #ICantBreathe (strettamente connesso alla notizia), al suo evolversi nel tempo e nello spazio e ai dati quantitativi ad esso correlati. Successivamente, si passa all’analisi di alcune testate che hanno affrontato l’argomento. La notizia è stata scelta per la rilevanza che ha assunto nel mondo social già a partire dalle prime ore e per le potenti modalità comunicative adottate durante e dopo la protesta.
® riproduzione riservata
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Staten Island
Organizzazione contenuti LA REDAZIONE
Dopo una visione generale sui fatti accaduti, si passa all’approfondimento sull’uso dell’hashtag, partendo da Twitter, per poi passare a Instagram, Tumblr e Facebook. Si procede poi all’analisi
FOTOGRAMMI TRATTI DAL VIDEO SHOCK DELL’UCCISIONE DI ERIC GARNER.
Evoluzione comunicativa
segue a pagina 4
SUPPORTA ERIC GARNER CON QUESTA MAGLIETTA!
In queste due pagine del quotidiamo ci siamo concentrate sulle diverse forme che l’hashtag/slogan ha assunto all’interno del web, enfatizzando l’evoluzione che esso ha intrapreso sui diversi social network analizzati. #ICantBreathe segue a pagina 18