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Iscrizione Tribunale di Pistoia n.9/2009 del 14 maggio 2009

Anno 4 - Numero 40 - Giugno 2013

Mensile di Approfondimento della Valdinievole e di Pistoia a Diffusione Gratuita




Via della Torretta, 9 (presso Palazzo dei Congressi) - Montecatini Terme Telefono 0572 031348 - Cellulare 392 0128607 - www.officinamarina.it


Direttore Responsabile Andrea Spadoni aspadoni@ilgiullare.com

Giornalista Lorenzo Benedetti

Fotografia Chiara Ghilardi

INFO@ILGIULLARE.COM

A CURA DI ALESSIO BERTI

Collaboratori Maurizio Carrara Roberto Grazzini Federico Liberati Marco Mungai Rubriche Alessio Berti Antonio Pileggi Jacqueline Monica Magi Antonella Gramigna Giulia Nannini Valerio Buongiorno Alberto Scarsi Stampa Nova Arti Grafiche Signa (Firenze)

Martina Frosini Hanno collaborato Luca Castellani Marta Colombo

L’allegato

La redazione

Società editrice Il Giullare Editore srl

“A chi verrà dopo di me..” Lascerò un letto di sogni e un cuscino specchi d’argento sarai tu abat jour del suo comodino la sua finestra aperta dal vento Lascerò acqua dai lavandini calda da scorrere lenta sui diti e il tuo odore di lavanda per tutti i mattini rugiada su marmi e graniti Lascerò una sedia con vista sul sole terrecotte e profumo di ciclamini scaldagli il cuore brucialo d’amore vola su valli e giardini. Lascerò tutto, ma prima di dirsi addio

Consulenza Legale Avvocato Giuseppe Vanità

tre camere due bagni e una veranda se non paga il mutuo al posto mio per me continuate a trombare nella Panda.

Iscrizione Tribunale di Pistoia n°9/2009 del 14 maggio 2009 Layout Grafico e Impaginazione Eva Bugiani ebugiani@ilgiullare.com

Redazione de “Il Giullare” Via Franchetti 11 - 51100 Pistoia email: info@ilgiullare.com

Contenuti Extra Grafica Pagine Pubblicitarie Alessandra Maccanti amaccanti@ilgiullare.com

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Và dove ti porta...Il Giullare la nuova rubrica di Alberto Scarsi


Siamo tutti da serie A?

8 #A1iltrionfo

DI ANDREA SPADONI

16 Questo mese abbiamo deciso per una copertina essenziale: la “A” grande che prende tutta la pagina e che in questi giorni assume un significato particolare, importante. Anzi, più di uno. Il primo, senza dubbio, è legato al trionfo della Giorgio Tesi Group che dopo 21 anni ha riportato il basket di Pistoia nella massima serie. Non me ne vogliano i miei cari amici di Montecatini: il campanilismo è sacro, è bello ed è il sale della nostra civiltà, specialmente in Toscana, che fonda le radici su di esso sin dai tempi dei Guelfi e dei Ghibellini e della affermazione dei liberi Comuni nel Granducato, in epoca rinascimentale. Per inciso, non puoi chiedere a un senese di gioire dei successi dei fiorentini. E’ più facile invece trovare, ancora oggi, auto con l’adesivo “Montaperti io c’ero”. Un po’ questa è anche la nostra storia cestistica: rossoblù e biancorossi (prima biancoazzurri), da sempre rivali. Sul campo e fuori. Un esempio di come il basket sia un fenomeno non solo sportivo, ma anche di costume e sociale. Il Giullare, da qualche anno ormai, sta tentando, forse, un’impresa troppo ambiziosa: farci sentire tutti parte della stessa provincia, perché vogliamo essere il giornale di tutti, in Valdinievole e a Pistoia. Nessuno chiede a un montecatinese di diventare tifoso dei vicini, storici nemici al palazzetto, anzi, mi parrebbe un po’ ridicolo, ma di riconoscerne il merito. Perché se Pistoia è in serie A nel basket, tutti noi un po’ lo siamo. E, ripeto: nasce da qui la scelta della A grande in copertina, perché non dobbiamo fermarci allo sport, ma avere tutti avere l’ambizione di arrivare in serie A. Perché è con la passione, l’attaccamento alla nostra terra che possiamo tornare grandi, tutti. Che questo successo sia l’inizio di una nuova epoca? Buona lettura e buona estate a tutti.

#l’intervista

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Sommario 10

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#itifosi

#giramondo

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#A1curiosità

#cogitoergozoom

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#ilcampione

#l’evento

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#amarcord

#psicoumanitas

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#stonature

#rossettoecioccolato

#sentisechaunamico

36 #vitadafans

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#politica

#lugliopistoiese

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#ilcasodeilgiullare

#sorrisiesalute

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#scriviailgiullare

#pillole

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#brevi

#piattoricco

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#laprimacosabella

#eccellenze



di Andrea Spadoni foto di Luca Castellani

Gioia immensa dei tifosi PalaCarrara spettacolare Dopo 21 anni è serie A1 Pistoia torna nell’olimpo Ventuno anni fa, la Kleenex Pistoia, allora squadra biancoazzurra, nella storica trasferta di Napoli, conquistava per la prima volta nella sua storia la serie A1. In campo i protagonisti erano Claudio Crippa e Ron Rowan. Sabato scorso, al PalaCarrara, c’erano molte delle persone che avevano vissuto quel sogno: tifosi, dirigenti, persone che erano state vicine alla squadra, quel tempo. Alla fine piangevano, gioivano come bambini, nonostante l’eta sia un’altra, i capelli un po’ meno o più bianchicci, mentre i chili, forse di più. E piangevano assieme a più giovani, i tifosi di oggi. Un miracolo riscritto da zero, da una città che ha la pallacanestro instrisa nel suo Dna e ha unito due generazioni. Al suono della sirena, il risultato finale è 60 a 47, con una prova dei ragazzi di Moretti straordinaria, in particolare nell’ultimo dove

#A1iltrionfo

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hanno imposto un parziale da urlo, con i lombardi capaci di segnare solo 6 punti. Io, di basket, a livello di regolamento e gioco, non me ne intendo. Ma ho respirato il grande momento che lo sport pistoiese e tutta la città stanno vivendo. Ho colto uno spettacolo straordinario, una passione fuori dal comune. Giovani, adulti, genitori e bambini a festeggiare e urlare il proprio orgoglio biancorosso, i colori che oggi dipingono una nuova storia di Pistoia. In questo abbiamo vinto tutti noi che eravamo lì, in un clima così caldo che per chi non era abituato, in particolare per quei ragazzi ai quali va dato il merito della sportività, partiti al mattino da Brescia in supporto della propria squadra, poteva sembrare un inferno. In realtà è stata semplicemente un grande festa, bellissima. Il successo del Pistoia Basket 2000 è veramente un esempio di come i grandi risultati arrivano, prima di tutto, con la serietà e la grande passione mai venuta meno a Pistoia, anche dopo la cessione del titolo dell’Olimpia, nel 1999, e nei momenti più difficili. Sabato scorso c’erano addirittura quattromila persone in delirio a festeggiare questo nuovo straordinario successo della squadra e del coach Paolo Moretti che noi de Il Giullare, nei mesi scorsi, abbiamo intervistato e pubblicato in copertina, scoprendo le sue grandi qualità anche umane. E’ stato lui il condottiero di un gruppo capace di portare a termine una stagione da incorniciare con 28 vittorie e 13 sconfitte. Un sogno, come quello di ventuno anni fa.


Maurizio Carrara: “Questo successo, per noi,

ha un significato particolare” Tra le persone più emozionate al termine della gara che ha decretato il ritorno in serie A1 del basket di Pistoia, c’era anche il nostro editore, Maurizio Carrara: “Per noi, per la nostra famiglia, tornare nella massima categoria del basket, là dove ci eravamo lasciati, assume un significato particolare. Conquistare questo grande risultato a Pistoia, davanti al nostro pubblico e nel palazzetto intitolato a mio padre, mi ha trasmesso emozioni veramente importanti e uniche. Il merito grande di questa stagione è stato quello di riportare entusiasmo in città e far sì che il basket tornasse di nuovo a essere quell’elemento di aggregazione che era stato negli anni d’oro. La storia si ripete con interpreti diversi, ma con la stessa intensità, forza e passione. Questo è un sogno che si realizza e per arrivarci ci sono voluti impegno e dedizione. Per questo ringrazio tutti quelli che, come noi, ci hanno creduto fino in fondo”. Anche il main sponsor Fabrizio Tesi è travolto dalle emozioni: “Una gioia immensa – ha dichiarato –. La finale è stata una partita bellissima e intensa. Giocata in una cornice spettacolare, con un pubblico fantastico che ha incitato e rispettato l’avversario. La squadra ha giocato con il cuore e il coach come sempre, è stato magistrale nelle scelte. Sono serate che non si dimenticheranno mai. Ora è il momento di gioire e ringraziare tutti quelli che con grande impegno e passione hanno contribuito a questo risultato. La società, il suo presidente, il vicepresidente Lucchesi, il direttore sportivo Iozzelli e tutti gli sponsor. Lo staff tecnico e il coach che tutte le società ci invidiano, fino ad arrivare ai giocatori che hanno dimostrato di essere un gruppo e avere grandi valori di attaccamento alla società e alla città. Infine un ringraziamento ai tifosi che hanno dimostrato una grande maturità sostenendo la squadra anche nei momenti di difficoltà. Credo che questo sia importante anche per Pistoia. I successi sportivi non risolveranno i problemi indotti dalla crisi economica ma possono essere grandi iniezioni di ottimismo. Avere una squadra in serie A vuol dire contribuire a far crescere l’immagine della città e creare un movimento positivo intorno allo sport che può portare benefici anche all’economia locale”. Il presidente Roberto Maltinti aggiunge: “Dopo i successi nel ciclismo e nel calcio, devo confessare che la serie A di basket mi mancava: mi ero fermato all’A2. In questo momento posso solo dire che da lunedì penseremo ai problemi. Oggi e domani si fa festa. Voglio ringraziare tutti: i ragazzi, gli allenatori, lo staff, i dirigenti, i custodi, nessuno escluso. L’artefice di questa promozione è sicuramente il gruppo; dai ragazzi delle giovanili ai più esperti”.


di Marco Mungai foto di Marta Colombo

Il diario dalla curva di un tifoso di Pistoia

“Lacrime, gioia, abbracci e quel pensiero: io c’ero”

8 GIUGNO: GARA 1

#itifosi

E’ l’8 Giugno, sono le 19:30 e fra poco ci sarà Gara1 della attesissima finale dei playoff, valida per la promozione in A1. Entrati nel palazzetto si viene avvolti da un calore particolare. Io, come sempre, me ne sto in curva, in basso per. Perché da lì si vede meglio: sia la partita, sia il palazzetto. Il colpo d’occhio stasera è magnifico. Il tifo organizzato pistoiese per questa sera ha distribuito magliette bianche e chiesto a tutti di indossarne una, è un mare candido che abbraccia il PalaCarra10 ra. La coreografia è anch’essa magnifica, all’altezza dell’occasione: un encefalogramma che percorre tutte le aree del palazzetto, per confluire nel centro della Curva Piperno in un gigantesco cuore rosso vibrante. Presentazione delle squadre, fischi assordanti alla squadra ospite e ovazione mostruosa per i nostri: si inizia. Subito break di 4 a 0 per Pistoia, che però viene interrotto da un evento fra i più rari. Su una schiacciata del capitano Toppo si infrange il vetro del tabellone: gioco fermo per consentire ai funzionari del cambio di rimuovere il vetro rotto e sostituirlo, le squadre rientrano negli spogliatoi. Al rientro inizia quello che sarà il tema di tutta la partita, piccoli allunghi di Pistoia e repentini di recuperi di Brescia. E’ la classica partita che rischi di condurre fino alla fine e poi di perderla per un episodio sfortunato. Il pubblico lo sa, la tensione si affetta col coltello. Fra fine 3° quarto e inizio 4° blackout biancorosso con circa 6/7 minuti a secco di punti e Brescia che si fa pericolosamente sotto, riuscendo anche a portarsi in vantaggio. Pistoia è alle corde, ma ci pensa capitan Toppo con un pesantissimo canestro da 3 a sbloccare i suoi e a infiammare il PalaCarrara che si era assopito incredulo. Subito diventa un girone infernale, il pubblico che stava temendo il peggio, ci crede e fa bene, perché complice un finale di Hicks sontuoso, arriva la vittoria e Pistoia si porta sull’1 a 0 nella serie.

10 GIUGNO: GARA 2 Dopo un paio di giorni, la città si riversa nuovamente al PalaCarrara, questa sera c’è il tutto esaurito e non si tratta di retorica. E’ una partita strana, non decolla, punto a punto. Le squadre si studiano, Pistoia dopo un inizio non positivo riesce a riportarsi su ma, come in gara 1 non riesce a prendere il largo. Del resto è una finale e le vittorie vanno sudate fino al 40’. La partita si trascina fino all’ultimo quarto con una sostanziale monotonia, a illuminarla ci pensa Cortese con una schiacciata di pregevole fattura, in faccia all’avversario dopo una con ricezione volante su assist di Toppo. E’ incredibile come basti un episodio, un canestro a animare

ancor di più il pubblico. Di là però la classe cristallina di Brkic mette in seria difficoltà i biancorossi. Ci pensa il solito Hicks, dopo una prova opaca, a tirare fuori il coniglio dal cilindro, dopo aver realizzato due tiri liberi fondamentali. Pistoia è sotto di 1 e mancano pochi secondi al termine, il pubblico teme la sconfitta. Hicks penetra a canestro e sbaglia, vola però a rimbalzo come un leone e segna subendo il fallo. E’ la giocata che gira definitivamente l’inerzia del match, nel finale Brescia ci prova ma non riesce a ribaltare il risultato. Pubblico festante, invasione pacifica di campo e 2 a 0 nella serie. Come direbbe il beniamino Graves: one more!

16 GIUGNO: GARA 3. Tutti a Brescia La serie si sposta a Brescia ed io e i miei amici, sotto lo striscione “Ospiti d’onore” e con la nostra bandiera di Amsterdam, comprata durante una vacanza, seguiamo come sempre la nostra squadra. Quella bandiera che ai più potrà apparire decontestualizzata, per noi vuol dire tanto. Oltre al feeling cromatico con i colori sociali del Pistoia Basket, c’è di più. Rappresenta la nostra unione e la nostra amicizia, il portarla in ogni palazzetto simboleggia il nostro essere, sempre comunque e ovunque, insieme. E’ un mare biancorosso quello che si riversa in Lombardia: quattro pullman organizzati, più un sacco di gente che arriva autonomamente. In pullman, all’andata, c’è una bella unione di ilarità e tensione che ci accompagna per tutto il lungo viaggio. Arrivati al palasport, noi pistoiesi iniziamo subito a cantare, accendere i fumogeni e a incitare la squadra, nell’incredulità generale dei bresciani, quasi sorpresi da questo nostro entusiasmo. Il due aste che avevo preparato, (“Me tife Pistoja”, sfottò che storpia uno striscione avversario, in dialetto bresciano) non passa i controlli, aste troppo rigide e poco flessibili, pericolose. Entriamo e le note sono sempre le solite: un vulcano biancorosso armato di striscioni, bandiere, due aste, trombette e tanto tanto tanto fiato.. esplode appena entrato: “Siamo l’Armata Biancorossa / e mai nessun ci fermerà! / Noi saremo sempre qua / quando Pistoia giocherà / perché Pistoia è la squadra del nostro cuooooor!!”. Decido comunque di posizionare lo striscione (senza le aste) dietro il canestro, ben in vista. Fra i nostri c’è la consapevolezza che può arrivare uno scatto d’orgoglio biancoblù, ma noi in fondo ci crediamo. Sarebbe favoloso chiudere la serie 3 a 0. Partiamo bene, Brescia, trascinata da Giddens, prima ci riagguanta e poi se ne va. Partita persa, ma i pistoiesi ci credono ancora.

18 GIUGNO: GARA 4


“A due minuti dalla fine siamo sopra di sette, il vantaggio aumenta e il cuore inizia a battere forte. I ricordi del finale di match, gli ultimi canestri, sono completamente spariti dalla mia testa, cancellati dal mio guardarmi intorno. Sono inebetito: un mio amico inizia a piangere come un bambino, un altro mi stringe le mani al collo e mi sussurra “Manca poco.”, un altro urla “Si va a Siena Munga!”, un mio amico che era alla prima volta al palazzetto sta saltando e cantando accanto a me, è il classico tifoso occasionale, ma questa volta per fortuna non ha portato male, come dice il detto ultras “tifoso occasionale, porti male”.

Ignorando ogni minima possibilità di buon senso, mi presento anche a gara4, a Brescia. Mi spiego: la mattina ho un esame alle 11 a Firenze e il ritrovo per partire è alle 13:30 al PalaCarrara. Decido di non far caso ai rimproveri (giusti) dei miei genitori, nel momento in cui comunico loro la volontà di fare entrambe le cose. Professore che ritarda di un’ora, faccio l’esame e faccio le corse per tornare, passo a casa, mi faccio una doccia, cerco nell’armadio la maglia biancorossa dell’Ajax e alle 2 sono davanti al Palazzetto. Riesco a partire. Siamo un po’ meno dell’altra volta: tre pullman invece di quattro, ma c’è comunque tanta altra gente in macchina. Solito viaggio pieno di entusiasmo, goliardia, birre, cori e tante risate. Arriviamo e scopriamo che ci hanno spostati: non più in gradinata laterale, ma in “curva”, dietro il canestro. Posiziono subito il mio striscione. Una curva tutta per noi. La struttura però, momentanea e metallica, sembra traballante. Nel momento in cui saltiamo e cantiamo, il tabellone del canestro trema, tant’è che gli arbitri ci invitano a non esagerare, per poter far partire la gara. Brescia gioca meglio, con il solito Giddens che trascina i suoi. La gara diventa nervosa, entra Borra e subito scatta l’espulsione per lui e un giocatore avversario. La partita finisce, siamo 2 a 2.

questa squadra si combatte per un centimetro…perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri, il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire.”. A due minuti dalla fine siamo sopra di sette, poi il vantaggio aumenta e il cuore inizia a battere sempre più forte. I ricordi del finale di match, gli ultimi canestri, sono completamente spariti dalla mia testa, cancellati dal mio guardarmi intorno, quasi inebetito, con le mani sulla testa: un mio amico inizia a piangere come un bambino, lacrime che vanno a posarsi sulla sua bocca sorridente, un altro mio amico mi stringe le mani al collo e mi sussurra “Manca poco.”, un altro mi urla “Si va a Siena Munga!”, un mio amico che era alla prima volta al palazzetto sta saltando e cantando accanto a me, è il classico tifoso occasionale, ma questa volta per fortuna non ha portato male, come dice il detto ultras “tifoso occasionale, porti male”. La gente inizia ad abbracciarsi, gli ultimi cori lanciati dalla Baraonda vengono seguiti dall’intero palazzetto, che sembra indemoniato, posseduto, sulle ali dell’entusiasmo. Manca meno di un minuto, tutti scendono dai propri posti e si ammassano al cancelletto, nemmeno il tempo di far trascorrere i secondi finali sul tabellone che esplode l’invasione pacifica, una marea umana bagna il parquet.

22 GIUGNO: LA FINALE ED E’ SERIE A1 IL SOGNO SI AVVERA

I giocatori volano le maglie in aria, Galanda salta sopra il tavolo degli

A Pistoia c’è un clima surreale, è come se la città fosse col fiato sospeso. L’obiettivo, che dopo le prime due partite pareva a un passo, ora va sudato. E’ l’ultima chanche. Io e i miei amici arriviamo con un anticipo siderale: alle sei e mezzo siamo già al Palazzetto, due cori per stemperare la tensione, un panino, una birra ma il tempo sembra non passare mai. Quando si aprono i cancelli, il palazzetto si riempie velocemente, ma dovrei trovare un’altra parola: la gente è ovunque. E’ un metaforico abbraccio della città alla squadra, nel momento più delicato dell’anno. Il risultato parla da sé e in fondo conta poco parlare della partita. Basta riprendere una citazione di Al Pacino di “Ogni maledetta domenica: “la vita è un gioco di centimetri, e così è il football. Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine di errore è ridottissimo. Capitelo. Mezzo passo fatto un po’ in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa. Ma i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In

il taglio della retina. Il suo tagliarla, pezzo per pezzo, è scandito dagli olè

arbitri, un mio amico si prende l’onere e l’onore di salire sulle spalle di un ragazzo per compiere l’atto più simbolico di tutti nel mondo del basket: del pubblico fino all’esultanza finale e alla consegna a capitan Toppo che la indossa a mò di collana. Graves sale in curva e inizia a suonare il tamburo, Meini abbraccia chiunque veda, Hicks canta in curva coi tifosi. Sono scene che rimarranno impresse per tutta la vita a chiunque fosse al palazzetto ieri sera. Poi il carosello si sposta in centro. Sulla Sala, il Ristorante “La Degna Tana”, locale gestito da un capo Red Devils (gruppo ultras) si trasforma in un teatro di nuovi cori, canti, esultanze, balli, brindisi e festeggiamenti. Poi il tifo pistoiese si riversa alla “Bisteccheria Toscana” dove cenano i giocatori. I festeggiamenti continuano, pure il giorno dopo, l’arrivo in piazzetta degli Ortaggi da parte di Toppo, Rullo e Galanda, con le rispettive compagne, è accompagnata da un’ovazione surreale, cornice di applausi per i giocatori. Che dire, come chiudere questo pezzo, ho vissuto forse l’evento sportivo più significativo della storia di Pistoia e posso solo dire che IO C’ERO.


di Giulia Del Rosso

Il derby con Montecatini è vivo sui social Facebook e Twitter al posto del palasport

#A1curiosità

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Nicola Natali

convocato in nazionale per i Giochi del Mediterraneo C’è anche una Montecatini del basket che sorride. E’ la storia di Nicola Natali, atleta di 25 anni, quest’anno nelle file della Le Gamberi Foods Forlì, che è stato convocato per le attività post season della nazionale italiana sperimentale. Un risultato importante per il cestista montecatinese doc, figlio d’arte di Gino Natali, una delle bandiere della pallacanestro locale e poi manager prima della società rossoblù e poi anche di società blasonate come l’Armani Milano e Roma. Nicola è partito con la nazionale sperimentale al raduno di Folgaria ed è stato inserito nella rosa dei dodici giocatori che stanno prendendo parte ai Giochi del Mediterraneo a Mersin in Turchia. Una bella soddisfazione per un nostro atleta che sta raggiungendo i vertici nazionali del basket.

Chissà in quanti, sabato scorso al PalaCarrara, mentre dalla curva biancorossa si intonava il coro: “Chi non salta è un termale”, presi dall’entusiasmo, hanno abbozzato la mossa e poi, risvegliatisi da un attimo di appannamento, sono rimasti fermi, lì al proprio posto. Le emozioni, a volte, possono giocare brutti scherzi. Perché, essendo cresciuto a Ponte Buggianese e quindi superpartes, a un certo punto della partita, anche io ho avuto i brividi. Il clima del palasport era davvero coinvolgente. Curioso era osservare i volti del pubblico e scovare, tra loro, tanta gente di Montecatini, rivali storici dei pistoiesi. Quasi nascosti, come per dimostrare che si trovavano lì per caso. Per chi avranno fatto il tifo? Quando glielo chiedi, rispondono che, da amanti dello sport, speravano di vedere una bella partita. Ci crediamo? Insieme a loro c’erano anche quelli più sfrontati che, invece, hanno sdoganato le antiche ruggini, tifando ed esultando per il successo di Pistoia, ritendendola una “vittoria di tutti”. Un po’ troppo, forse? Questo, insomma, accadeva al palazzetto. Ma il derby vero, quello più sentito, si è giocato su Facebook e su Twitter. In campo non più Mario Boni e Niccolai, contro Crippa e Minto, ma status, a volte offensivi e in altri casi, davvero esilaranti. E’ stata una partita con tanti colpi proibiti, a suon di parole. Sembrava che in campo ci fossero ancora loro, i rossoblù e che sugli spalti i cori partissero dall’On-

da d’Urto. In realtà no. E mentre Pistoia, passo dopo passo, si avvicinava sempre di più al sogno della serie A, gli appassionati di pallacanestro (ma non solo) di Montecatini, scrivevano di tutto: “Pistoia non è la mia provincia”. “Sarete in serie A, ma siete e restate…beeep”. E qui ci si ferma. Qualcuno, più romantico, ha lanciato il grido di battaglia: “Con questa storia di Pistoia mi è tornata la voglia di rossoblù. A ottobre, ragazzi, tutti al palazzetto”. Infine c’è chi ha emesso una secca sentenza: “voi che siete andati a tifare per Pistoia, vi prego di cancellarvi dalle mie amicizie”. Di Facebook, ovviamente. Dall’altra parte, invece, nella curva biancorossa, i tifosi hanno sventolato uno striscione: “Gufo termale, cambia canale”. E’ anche questo il bello dello sport, perché se non ci fossero amore per i propri colori e il campanilismo, mancherebbero le vere emozioni e lo stimolo per migliorarsi. E quindi, se è vero che quella di Pistoia, è la vittoria di tutti, a Montecatini si dovrebbe ripartire proprio dal successo degli storici rivali per provare tornare grandi, come in passato. Un primo segno che il basket può unire e non solo dividere, arriva proprio da uno dei protagonisti in campo, uno dei migliori nella gara decisiva di sabato: Guido Meini. Atleta cresciuto in Valdinievole, a Borgo a Buggiano, che in passato ha anche vestito la maglia rossoblù del Montecatini.



Lamporecchio e Mastromarco in rosa per Nibali

#ilcampione

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E’ stata festa grande a Mastromarco e Lamporecchio per il campione Vincenzo Nibali, trionfatore all’ultimo giro d’Italia. Lo “squalo di Messina”, che nel 2010 si era aggiudicato la Vuelta, ha preceduto in classifica il colombiano Rigoberto Uran e l’australiano Cadel Evans. Nel corso della festa, non è mancato nemmeno un pensiero del campione per i ragazzi del suo fans club “I Cannibali” che ha sede anche a Mastromarco: “Questo momento è dedicato a mia moglie e alla squadra. La squadra ha sempre creduto in me, ha voluto che facessi il Giro, abbiamo sempre lavorato tutti insieme da inizio stagione fino ad ora. Ora voglio godermi la vittoria con loro e poi con gli amici e i fans che mi hanno sempre sostenuto”.



di Andrea Spadoni

“I Mondiali di ciclismo saranno un grande evento Le Terme? C’è fiducia per i lavori alle Leopoldine”

#l’intervista

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“Sono contento per la riapertura dell’ippodromo Sesana. E’ una questione in cui mi sono impegnato in prima persona. C’erano in ballo molti posti di lavoro e una tradizione dell’intrattenimento di Montecatini”.

Giuseppe Bellandi, al quarto anno del suo mandato da sindaco, appare fiducioso sul futuro di Montecatini. Dal primo giorno di insediamento nel palazzo del Comune, non si è mai sottratto agli impegni del suo ruolo, nonostante le numerose difficoltà che la città deve affrontare in un periodo di pesante recessione economica di tutta l’Italia. Sicuramente, il nodo maggiore da sciogliere è quello delle Terme e di quel sogno chiamato Leopoldine che ancora oggi appare un enigma da risolvere. Se ne parla tanto del cantiere delle Leopoldine. Sembra sempre che i lavori possano ripartire da un giorno all’altro, però poi resta tutto fermo. Qual è ad oggi la situazione? “Il cantiere è fermo da due anni per le vicissitudini che la città conosce. Quando il progetto è stato varato era il 2007 e questa amministrazione ha ereditato l’onere di portare a termine i lavori. Erano, però, altri tempi e non si poteva prevedere che l’Italia precipitasse in un periodo così lungo e pesante di instabilità economica. Lo stabilimento, una volta ultimato, sarà bellissimo. Il progetto è stato fatto da un architetto famoso in tutto il mondo e viene concepito come un gioiello nel settore ludico/termale”. Perché, allora, non si fa di tutto perché si sblocchi questa situazione?

“Le problematiche, principalmente, sono di natura economica. Nel corso dei lavori i costi sono lievitati perché si tratta di un’opera complessa che prevede anche il recupero storico di una struttura di fine ‘700. E l’azienda, tra l’altro, ha lavorato molto bene. Quando esattamente si riaprirà il cantiere non si può dire, ma se è fiducioso il consulente straordinario della Regione Toscana, Giancarlo Sassoli, che ha detto che i lavori potranno ripartire a fine settembre, vuol dire che i presupposi ci sono. Dopodiché in diciotto mesi dovrebbe essere tutto ultimato e nel 2015 Montecatini avrà la sua piscina”. In più c’è stata una manifestazione di intenti di una importante azienda per creare allo stabilimento della Salute una parco acquatico ludico. “Sarebbe il completamento del progetto di Montecatini. Le Leopoldine, le piscine ludiche a La Salute e non dimentichiamoci delle Redi che sono una eccellenza a livello europeo per quanto riguarda il settore sanitario termale e dove si lavora a pieno ritmo. L’offerta che è arrivata alle Terme è interessante, vedremo se andrà a buon fine. E’ comunque un bel segnale che brand di livello internazionale siano interessati a investire a Montecatini, vuol dire che il nome della città è sempre appetibile ed è


“Il mercato del turismo dei russi è molto florido e può rappresentare una grande opportunità per la nostra città. Sono stato in Siberia e ho notato un particolare interesse per Montecatini e la Toscana. La mia idea è quella di creare dei pacchetti totali dove si valorizzano le bellezze di tutto il nostro territorio, i prodotti tipici e le tradizioni storiche. Siamo in una posizione geografica ideale, abbiamo le potenzialità per essere un gioiello turistico. Ci stiamo impegnando anche per la sicurezza dei cittadini e insieme alle forze dell’ordine stiamo mettendo in atto piani che daranno frutti”.

commercialmente interessante per gli operatori del termalismo e del benessere. I presupposti, quindi, per un rilancio concreto ci sono tutti. Noi stiamo mettendo delle basi solide. Anche la nomina di Fabrizio Raffaelli come amministratore unico della società Terme è una buona notizia. E’ un manager di grande esperienza e conoscitore del marketing. Sicuramente proseguirà il buon lavoro fatto da Paola Paganelli”. Intanto i clienti sono sempre meno, anche se Montecatini sembra piacere particolarmente ai russi. Potrebbe essere una importante opportunità? “Certo che lo è. L’arrivo dei russi nella nostra città è figlio del lavoro che abbiamo fatto per raggiungere quel mercato, anche grazie al mio viaggio in Siberia nella città di Novy Urengoy. Quando ero là, ho notato un certo interesse per la nostra città e per la Toscana. Si tratta di mercati molto floridi perché spostano persone che hanno anche possibilità di investire e realizzare progetti importanti. Montecatini si trova in una posizione ideale anche per offrire pacchetti turistici totali che non si fermano alle terme, ma alla visita delle città storiche, ai prodotti tipici. Siamo in un territorio meraviglioso e dobbiamo valorizzarlo”. Avevate puntato sui grandi eventi, però Miss Italia è già saltata… “Reputo piuttosto positive sotto ogni punto di vista, soprattutto promozionale, i due anni di rapporto tra Montecatini Terme e Miss Italia. Patrizia Mirigliani ha deciso di fare altre scelte, probabilmente a causa delle troppe critiche che ha ricevuto in città. Sono rimasto solo a difendere Miss Italia e mi dispiace che le cose siano andate in questo modo”. Però ci sono i mondiali di ciclismo… “Sarà un grandissimo evento, direi indimenticabile. A Montecatini partiranno cinque delle dodici partenze e sarà realizzato il Villaggio Mondiale per le squadre partecipanti. Sarà una settimana di grande ferment e visibilità per la città, dal 22 al 29 settembre”.

Intanto, in centro, ci sono molte polemiche per i continui episodi di microcriminalità. Montecatini non sembra più una città sicura. “Sul fronte della sicurezza ci stiamo impegnando al massimo. Insieme a Riccardo Sensi, siamo andati a Roma, accompagnati dai parlamentari Fanucci e Bini, per incontrare il sottosegretario alla sicurezza Domenico Menzione. Abbiamo portato alla luce le problematiche del nostro territorio e abbiamo chiesto di inserirlo tra le priorità da risolvere. Stiamo facendo il possibile per rafforzare le squadre al lavoro, abbiamo installato le telecamere. Insomma, da parte nostra e delle forze dell’ordine c’è la massima attenzione. Presto si vedranno i frutti”. Può essere che l’area pedonale in piazza del Popolo abbia svuotato la città e quindi abbia dato più spazio a questi balordi? “Non sono 150 metri di piazza chiusa che possono creare tali situazioni. Il centro oggi appare meno popolato di attività, perché si sta vivendo un’epoca di pesante crisi economica in generale. Il resto della città, comunque, è aperto come prima e i cittadini sono contenti di questa nostra idea che, peraltro, avevamo programmato già in campagna elettorale. Con la Ztl di notte, poi, è l’opposto: una zona chiusa è più facile da controllare. Il completamento di tutto sarà il piano Città Nuova che sarà un abbellimento del centro e potrà portare solo benefici”. Il 29 giugno ripartiranno le corte all’ippodromo. Lei è un artefice della riapertura. “Siamo riusciti a trovare un accordo ed era esigenza di tutti che non si perdesse questa stagione. In primis dei lavoratori, che sono tanti e che non dovevano restare senza occupazione. In secondo luogo le attività dell’ippodromo sono una tradizione di Montecatini e sono importanti anche da un punto di vista turistico per le possibilità di intrattenimento che si offrono in città”.

Addio bellezza: Miss Italia lascia Montecatini. “Troppe critiche ricevute dalla città” “Non sara’ Montecatini Terme a ospitare l’edizione 2013 di Miss Italia - così in una nota ufficiale, Miren, la societa’ che organizza il concorso svoltosi nelle sue ultime due edizioni nella città termale ha dato la notizia - il contratto con Montecatini Congressi Convention Bureau - si precisa - e’ scaduto lo scorso anno’’. Su dove si svolgera’ Miss Italia, che a quanto si sa non e’ nel palinsesto tv Rai, ancora non vi sono novità: “allo stato attuale sono in corso trattative avanzate con regioni e comuni d’Italia” – ha aggiunto Patrizia Mirigliani. L’ufficializzazione di una rottura che era già nell’aria, ha fatto scoppiare numerose polemiche in città. Le sensazioni sono molte e le reazioni sono di due tipi: c’è chi come il sindaco Bellandi si è rammaricato di questo epilogo sostenendo che “Patrizia Mirigliani ha lasciato Montecatini per le troppe critiche ricevute”, mentre altri pensano che, forse, per la città sia meglio così, dato che i costi da sostenere erano alti. Noi ci chiediamo: ma Miss Italia, dato che è già stata bocciato dalla Rai, può essere considerato ancora un evento importante?


di Andrea Spadoni

Moncini, lo chansonnier di Montecatini: “Ma la città non è più la stessa” Ancora giovanissimo, Roberto, aveva ereditato il palcoscenico del Gambrinus da Luciano Virgili. “Gli anni sessanta erano bellissimi e i turisti che venivano da noi erano di alto livello. Mi sono esibito insieme ai più grandi artisti dell’epoca: Claudio Villa, Nilla Pizzi e Alighiero Noschese. Per fortuna il Gambrinus è tornato a splendere perché è un simbolo della storia di tutta la città”

#amarcord

18 Se lo incontri per strada a Montecatini, lo riconosci subito, al primo impatto, per l’eleganza e quei modi raffinati che sono quasi un pedigree della passata generazione di montecatinesi. Stiamo parlando di un grande testimone di quel tempo, degli anni d’oro della città termale: Roberto Moncini, cantante simbolo del Gambrinus negli anni ’60 che prese il testimone da Luciano Virgili, artista di fama nazionale che decise di espatriare negli Usa. “In realtà canto ancora, ma ormai è un hobby. Faccio tre concerti alle Terme Tettuccio nel corso dell’estate: il primo è stato il 16 giugno, poi il 17 luglio e quindi il 12 settembre. C’è sempre molta gente che mi segue e viene ad ascoltare la mia musica”. Moncini aveva iniziato molto giovane a calcare il palcoscenico: “Sì, ero un ragazzo e mi avvicinai alla realtà del Gambrinus che all’epoca, a inizio anni ’60, era uno dei locali più belli e prestigiosi d’Italia. Fu Luciano Virgili a lasciarmi il testimone perché lui voleva andare a far carriera in America. All’epoca Montecatini era una città elegantissima e per stare seduto al Gambrinus dovevi indossare gli abiti giusti. Venivano tutti i più grandi personaggi – ricorda con un velo di malinconia – non solo a cantare, ma come ospiti della città: Nilla Pizzi, Noschese, Domenico Modugno e tanti altri. Era un posto magico”. Roberto Moncini era

un vero talento della musica: “Nel ’66 partecipai a un festival musicale a Venezia molto importante in Eurovisione. La manifestazione era organizzata dal grande Gianni Ravera. Prima di partire promisi a me stesso che se non avessi vinto il concorso, avrei smesso di cantare. Detto fatto, arrivai secondo e mollai il microfono. Avevo solo 24 anni e già incidevo per la Rifi Records. Cantavo al Gambrinus e al Paskosky di Firenze”. Tre anni dopo, Roberto si è sposato: “Con Marilena è un matrimonio felice. Siamo insieme da 50 anni. Smesso di cantare, diventai un funzionario della birra Peroni. Ma la musica mi è rimasta dentro, così, una volta in pensione, c’è stato il ritorno di fiamma. E ora sono ancora qui, a fare i miei concerti”. Moncini è innamorato di Montecaitini e per questo, vuole sottolineare il cambiamento dei tempi: “Mi sembra che la città si sia adagiata sugli allori, per fortuna almeno hanno riaperto il Gambrinus che è un locale bellissimo. Qualche anno fa, la mia amica Katia Ricciarelli che era ospite a Montecatini, mi disse che aveva alloggiato nella suite di un hotel importante e l’avevo trovato davvero decaduto. Ci vogliono idee nuove e tanta volontà per far ripartire questa città che ha le potenzialità per essere un gioiello nel mondo”.



P I L E G G I

{

A N T O N I O

Veltroni a Giaccherino, democratico non pentito Nel suggestivo ambiente del Convento di Giaccherino, a Pistoia,

te polemica del presidente della Toscana Rossi?- contro chi oggi

da qualche giorno riaperto al pubblico, agli eventi, alle iniziative

riscopre il nemico nei “padroni”, ricordando che il paese si regge

pubbliche e private, l’ex segretario e fondatore del PD, Walter Vel-

su piccole e medie imprese, nelle quali datori di lavori e lavoratori

troni, nei giorni scorsi, ha presentato il suo ultimo libro. Lo ha fatto

devono essere considerati alleati in un comune impegno a garan-

, alimentando – nolente o volente-, l’amara sensazione del tempo

tire sviluppo ed occupazione. La contrapposizione fra produttori

perduto, come del resto è emerso anche da alcune domande del

oggi sarebbe anacronistica ed inutile. E’ del tutto evidente, perciò,

pubblico che ha ascoltato il dirigente democratico. La malinconia

che un partito che ha l’ambizione di una approccio così innovatore

nasce, appunto, dalla consapevolezza che il Partito democratico

ai problemi del paese, ha bisogno prima di tutto di consenso, in

come fu impostato al suo nascere, che tante aspettative aveva

#stonature

20 prodotto e tanta gente aveva mobilitato, nella realtà non si sia mai pienamente realizzato. Veltroni è ben consapevole di questo limite, al punto di assumersi direttamente la responsabilità di non aver avuto la necessaria determinazione, perché quel partito che aveva in mente potesse avere gambe solide e camminare speditamente. Da questa autocritica, che costituisce la premessa anche di ciò che ha vergato su carta, l’ex segretario però trae la forza e la lucidità per rimettere in fila il suo ragionamento, che parte dall’affermazione centrale e strategica, per cui la sinistra riformista per definizione non può non cambiare l’esistente; non può essere il partito del “non si tocca”, “non si cambia”. Di fronte all’emergenza di un paese che sta annientando il futuro dei propri figli, di uno Stato sociale arroccato nella difesa di chi spesso ha già garanzie, la sfida del riformismo è il profondo ripensamento dei modi e

una società dove ormai si spostano da un giorno all’altro milioni di voti, senza più legami ideologici; pertanto il partito “a vocazione maggioritaria”, che Veltroni ripropone, non è un’idea spocchiosa, ma lo stimolo a lavorare per convincere, per spostare voti e consensi; il partito maggioritario non esclude le alleanze,ma le considera l’eventuale punto di arrivo di percorsi autonomi e distinti e non il rifugio sicuro dei numeri stabiliti prima, sacrificando però la chiarezza dei progetti. Ne discende che il doppio turno alla francese, ed anche il semi presidenzialismo, sono obiettivamente gli strumenti possibili, perché una forza di trasformazione ed innovazione possa realizzare i propri obiettivi. Nel paese della spesa pubblica improduttiva, delle mille rendite, dei monopoli, dei privilegi, dei cartelli, che lavorano per sé stessi e non per i cittadini; nel paese dell’inefficienza che produce profitti illeciti ed evasione

degli strumenti , attraverso cui le scarse risorse vengono ripartite

fiscale; nel paese della burocrazia fattasi casta, trasversalmente

e riequilibrate fra i bisogni, che cambiano. Per un cambiamento

difesa e coccolata, è del tutto evidente che la politica riformista

così radicale dell’esistente serve, quindi, uno strumento efficace,

deve avere idee coraggiose, ma anche strumenti istituzionali per

che significa un partito in grado di assumere in sé stesso diver-

realizzarle; altrimenti, per il centrosinistra, dietro l’angolo, ci sareb-

se culture e sensibilità, trovando poi sintesi che diventa progetto

be l’ennesima alleanza modello “Ulivo”, la solita Babele inefficiente

e capacità di governo. Nel delineare questa sintesi strategica e

e contraddittoria. E l’Italia non ha più tempo da perdere. Così la

programmatica, Veltroni polemizza – si riferisce anche alla recen-

pensa Veltroni. Così la pensano in molti.


di Altero Matteoli

“Sosteniamo con forza il governo Letta-Alfano e ci auspichiamo che anche nel Pd prevalga senso di responsabilità” Il senatore Altero Matteoli del Pdl: “Dopo due mesi di incredibili perdite di tempo dovute alla cocciutaggine dell’ormai ex segretario del Pd, Bersani, si è riusciti ad eleggere il presidente della Repubblica e a dar vita ad un governo di larghe intese L’unico possibile, visto il risultato elettorale dello scorso febbraio”

Dopo due mesi di incredibili perdite di tempo

verno saprà superare anche questo ostacolo. Gli

dovute alla cocciutaggine dell’ormai ex segreta-

altri provvedimenti urgenti dovranno riguardare

rio del Pd, Bersani, si è riusciti ad eleggere il

la creazione di nuova occupazione a cominciare

presidente della Repubblica e a dar vita ad un

da quella giovanile e mi pare che il presidente

governo di larghe intese L’unico possibile, visto il risultato elettorale dello scorso febbraio. Non è che abbiamo risolto tutti i problemi politici e del Paese ma si è aperta una strada che mi auguro possa essere percorsa fino in fondo. La riconfer-

anche in Europa. E credo che per raggiungere questo obiettivo non si possa prescindere dall’apertura dei cantieri delle infrastrutture per le qua-

ma di Napolitano è stata dettata dalla necessità

li serve una grande ripartenza dopo un anno e

di evitare un pericolosissimo stallo istituzionale

mezzo di sole parole e pochi fatti. Sullo sfondo

dopo che il Pd, che si dibatte in una crisi mai

ci sono le riforme della Costituzione e della leg-

riscontrata in un partito, aveva impallinato prima

ge elettorale che sono il fulcro del programma 21

l’elezione di Marini (gradito anche al Pdl) e poi

di governo. Il Pdl resta convinto che si debba

quella di Prodi, quest’ultimo cecchinato da ben

arrivare all’elezione diretta del Capo dello Sta-

101 grandi elettori della sinistra. Non si è tratta-

to dotandolo di forti poteri e che a seguito di

to di un semplice disguido, ma della prova del marasma nel Pd, dove sono state bocciate due diverse candidature, la prima quella di Marini favorevole ad un governo di larghe intese, la seconda quella di Prodi ad un governo Pd-Cinque Stelle. La riconferma di Napolitano ha portato

tale riforma si debba approvare una legge elettorale confacente alla nuova forma di governo. Si stanno predisponendo in Parlamento gli strumenti procedurali per avviare l’iter delle riforma costituzionali e già prima dell’estate dovremmo

poi al governo Letta-Alfano, dal quale si aspet-

raggiungere un primo risultato concreto. Il Pdl

tano provvedimenti concreti svincolati dalle ide-

supporterà con forza e con convinzione questo

ologie ma tesi a fronteggiare la crisi economica

governo, ma i problemi come dicevo non sono

e occupazionale. I primi provvedimenti del nuo-

tutti risolti. Bisognerà che il Pd riesca a far pre-

vo esecutivo sono positivi, è stata rinviata l’Imu

valere al suo interno e soprattutto nella rappre-

sulla prima casa in attesa di un riordino dell’im-

sentanza parlamentare le cose che uniscono le

posizione sulle abitazioni e noi intendiamo ri-

forze di maggioranza non quelle che dividono.

spettare gli impegni elettorali della cancellazione dell’imposta sulla prima casa. Adesso occorrerà stoppare l’aumento dell’Iva previsto a partire da luglio. Le conseguenze che tale aumento determinerebbe come la chiusura di altre diverse mi-

Ed in questo senso si registrano tentativi, come la richiesta di ineleggibilità di Berlusconi, o come l’approvazione di talune leggi attraverso le cosiddette maggioranze variabili, che se portati a

gliaia di esercizi commerciali e di imprese e una

compimento determinerebbero ipso iure la ca-

ulteriore contrazione dei consumi impongono di

duta dell’esecutivo. Mi auguro che non accada

trovare la copertura nel bilancio dello Stato per

per il bene del Paese e per questo auspico che

non aumentare l’Iva e siamo fiduciosi che il go-

prevalga il senso di responsabilità.

#politica

“Necessario bloccare l’aumento dell’Iva che determinerebbe la chiusura di altre diverse migliaia di esercizi commerciali e di imprese e una ulteriore contrazione dei consumi”

Letta stia muovendo a riguardo passi importanti


di Lorenzo Benedetti

Ancora tre auto abbandonate Dov’è: Gallo, zona privata Modello vettura: Fiat Brava Assicurazione: scaduta il 18/06/2004 Perché questa volta ci sembra doveroso iniziare la rassegna con una Fiat in località Gallo, con assicurazione scaduta dal 2004, che si trova su una proprietà privata, dove quindi i soli a poter intervenire sono i proprietari. Ma l’auto è abbandonata davanti all’ingresso di una tabaccheria, di fronte ad un ristorante molto frequentato, ha un vetro frantumato. Tutti elementi che non fanno onore al contorno

Il caso lanciato da “Il Giullare” Siamo arrivati al terzo appuntamento della nostra inchiesta riguardante le auto abbandonate in provincia di Pistoia, cioè quel nutrito numero di vetture dimenticate per anni dove sono state posteggiate l’ultima volta. Grazie alle vostre numerose segnalazioni, siamo riusciti a rintracciarne altre, situate in luoghi pubblici e, per una volta, privati.

sociale, e almeno per decoro cittadino si dovrebbe provare a intervenire in qualche maniera.

Dov’è: Ponte Buggianese, Via Silvio Pellico Modello vettura: Wolksvagen

#ilcasodeilgiullare

22

La campagna de “Il Giullare” In questo ci sono anche delle notizie positive, che testimoniano come

Spostiamoci ora sull’ambito pubblico, quelle zone

qualcosa si stia muoven-

cioè in cui si può e si deve intervenire. A Ponte Bug-

do. L’auto abbandonata

gianese, via Silvio Pellico, una Wolksvagen giace in

in Cerbaia che vi avevamo

pessime condizioni da diversi anni. Anche qui il solito

segnalato nel mese di

copione che si ripete: il vetro anteriore destro che

maggio, è stata rimossa

non esiste più, parabrezza incrinato, tagliando assi-

dopo l’uscita dell’ultimo

curativo che non c’è e macchina abbandonata in un

numero de “Il Giullare”.

parcheggio pubblico situato davanti a una palazzina

Questo significa che le

condominiale. Intanto i cespugli si allargano intorno

cose si possono cambiare

all’auto e l’erba cresce anche sotto la stessa.

lavorando insieme, voi come segnalatori e noi come megafoni. Anche da queste piccolezze

Dov’è: Borgo a Buggiano, Via Garibaldi Modello vettura: Ape Car Assicurazione: scaduta 17/05/2011

nascono paesi migliori .Non esitate quindi a fare ulteriori segnalazioni alla nostra casella di posta

Da qui finiamo a Borgo a Buggiano dove, grazie ad

elettronica info@ilgiullare.

una mail inviataci da un lettore, scoviamo una Ape

com. Insieme a voi, per

Car accostata in via Garibaldi posto dal quale non

migliorare le cose.

viene spostata da diversi anni. Assicurazione scaduta nel 2011, gli abitanti del luogo ci hanno riferito come spesso capiti il celeberrimo “cassone” del veicolo sia scambiato per i cassonetti dell’immondizia adiacenti, rendendo ancor più grottesca una situazione di per sé anomala.


Quando l’amico di facebook e’ un pericolo virtuale “Dietro a quel computer si nascondeva un pedofilo?” inconsapevoli e ancora pieni di fiducia nel prossimo, si ritrovano a vivere un incubo nato in una chat. Ho pensato a mia sorella, mi è venuto spontaneo. Ho iniziato a pensare a come sarebbe potuta andare se invece di parlare con me avesse parlato con lei, che ha soli 14 anni. Conosco mia sorella e so che è una ragazza prudente, ma quelle persone sono subdole, strategiche, inventerebbero chissà cosa pur di approfittarsi di giovani innocenti a cui togliere il futuro per poter vivere con loro quello che non riescono a vivere con gente della loro età. Pedofili. È inutile girarci intorno, è questo che sono. Uomini malati che non ammettono la verità nemmeno a loro stessi e per colpa di questi migliaia di ragazze e di ragazzi nel mondo sono stati uccisi, stuprati o in cura da psicologi per poter superare un dramma che poteva essere evitato. Lo scopo iniziale di questo social network non era quello di far trovare le prede a questi mostri. Il suo scopo era quello di far sentire vicine persone lontane, farle mantenere in contatto. Era quello di poter parlare gratuitamente e in tempo reale con le per- 23 sone. Era una chat di studenti universitari. Non un luogo di depravazione. Noi ragazzi non dovremmo essere sottoposti a questi pericoli virtuali. Non dovremmo essere spaventati nel rispondere a persone che non conosciamo per paura che queste siano depravate e con secondi fini. Vedi caro Giullare, ho voluto sfogarmi con te per capire cosa ne pensi, per sapere se anche tu credi che tutto questo sia uno schifo. A mia sorella, per tutelarla, ho detto di non cercare l’amore o l’amicizia tramite un computer, le persone che vale la pena conoscere si guardano negli occhi quando ti si presentano e vogliono entrare nella tua vita. Spero che tutte le ragazze seguano lo stesso consiglio che ho dato a mia sorella. Un bacio! Cecilia, 18 anni #scriviailgiullare

“Un ragazzo mi ha contattata. Mi ha scritto “Ciao”. Poi ha iniziato a farmi battute sul sesso. Era insistente. Così ho studiato il suo profilo e ho visto che si trattava di un fake. L’ho cancellato. Ma se fosse accaduto a mia sorella più piccola, come avrebbe reagito?”

Ciao Giullare, ti scrivo per dirti che ieri sera ero su Facebook e un “ragazzo” mi ha contattata. Ora ti racconto. Ero sul divano, dopo cena a guardare la tv, e ad un certo punto mi arriva un messaggio. Apro la posta e vedo che un ragazzo mi ha scritto “ciao”. La mia risposta e stato un secco “ciao.”per fargli subito capire che non avevo ne voglia ne intenzione di parlare con lui, ma a quanto pare il messaggio non è stato recepito visto che ha continuato chiedendomi cosa stessi facendo. Sempre bruscamente gli rispondo “nulla”, ma, da perfetto idiota quale si è in seguito dimostrato, ha risposto, senza che io gli chiedessi niente, dicendomi “io mi gratto”. Credevo intendesse che anche lui non stava facendo niente e gli rispondo “interessante..” A quel punto, dopo la risposta che mi ha dato, ho capito. Ho capito che non si trattava di ciò che pensavo. Mi ha risposto dicendo che 26 cm di solito interessano eccome. Non so spiegarti cosa ho provato in quel momento, e stato un mix di disgusto e pena. Mi ha infastidito il modo diretto e ingiustificato con cui ha voluto parlare delle sue “doti”. Il discorso e continuato per altri 10 minuti con lui che insisteva nel voler continuare a parlare con me. Era troppo insistente. Sono andata sul suo profilo e ho notato che aveva un’unica foto e che si era iscritto a Facebook da solo un mese. Finalmente mi era tutto chiaro. Un ragazzo di 21 anni, per quanto immaturo e pieno di se’ possa essere, non farebbe mai questo tipo di discorsi con una ragazza, per lo più fidanzata. Ovviamente non ha 21 anni e il nome che ha usato per creare il profilo non è il suo. Era ed è tutt’ora un fake. Un falso, una banconota del Monopoli. È inquietante come una pagina creata da un ragazzo per i ragazzi sia riuscita in così poco tempo a diventare un raduno di pedofili pervertiti. Adescatori che come unico scopo nella vita hanno quello di rovinare la vita a ragazzine e ragazzini che,



Riccardo Corredi attore nel nuovo film di Vanzina: “Sapore di te”

Riccardo Corredi, noto imprenditore di Montecatini, specializzato in materassi e titolare del marchio diffuso in tutta la Toscana, è sempre stato anche molto bravo e di successo di fronte la telecamera, sia negli spot, che nei programmi televisivi a cui ha preso parte e lavorato per trent’anni. Un’altra conferma arriva proprio in questi giorni, quando siamo venuti a sapere che il regista Carlo Vanzina, l’ha scelto come protagonista di due scene nel nuovo film “Sapore di te..” che rievoca gli anni ‘80 e la pellicola “Sapore di mare”. Il film è girato in gran parte in Versilia e uscirà nelle sale cinematrografiche nel febbraio 2014.

Corina Negut, dalla moda al cinema: recita con Checco Zalone

Ne avevamo parlato alcuni mesi fa su Il Giullare. Avevamo raccontato la sua storia definendola la modella emergente di Montecatini. Corina Negut, infatti, sta passando un momento d’oro della sua crescita artistica. E’ stata scelta anche come attrice nel film “Sole a Catinelle” con Checco contattata dai fotografi più importanti di moda per book e campagne pubblicitarie. Corina Negut ha girato anche il cortometraggio Magic Moment. Che la bella rumena sia la nuova stella nascente in città?

Successo per il Festival di Castrocaro La manifestazione è partita da Montecatini

E’ arrivato alle fasi finali il festival di Castrocaro, manifestazione partita da Montecatini, dalla bellissima location del Golf Club e che si è protratta per tutto il mese di giugno. L’evento organizzato da Roberta Mucci, consulente di numerosi programmi Rai, ha riscosso un grandissimo successo. In gara trenta ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia. Importanti personalità in giuria: Massimo Cotto, giornalista Rai e direttore artistico del festival di Castrocaro, Franco Fasano, Andrea Lo Vecchio. Presenti anche Luigi Dall’Aglio, Renato Raimo, Maurizio Novi e Stefano Vincenti, tastierista e voce degli Homo Sapiens. Conduttore di tutte le tappe, il bravo Mirko Volpi di Radio Bruno. L’appuntamento ora è per la finalissima in programma in prima serata su Rai Uno il prossimo 19 luglio. Tutte le info, foto e video sono pubblicate sul sito www.mucciproduction.it.

Progetto per il ben-essere a Massa e Cozzile Il comune di Massa e Cozzile, tramite la consigliere Elena Maltagliati, in sinergia con Carlo Pellegrini (consigliere di “progetto rilancio” e presidente della Misericordia) ha dato vita al progetto: percorso “Ben-Essere” – il corpo come risorsa. I principali punti di forza del progetto sono l’utilizzo di una metodica esperienziale, che permette l’acquisizione di strumenti efficaci e semplici da utilizzare per poter vivere meglio, per un Ben-essere. Il percorso è rivolto a tutti, senza alcuna distinzione di sesso, età, nazionalità. Ogni individuo è uguale all’altro in uno spazio di consapevolezza, lontano dallo schema sociale della paura del diverso. Il percorso si sviluppa in un programma che prevede un minimo di 10 incontri. Due incontri settimanali, giorni individuati martedì e giovedì, dalle ore 10.00 alle ore 11.00. L’incontro ha una durata di 1 ora. Per info: Sabrina Cecconi mobile 3471894980

25 #brevi

Zalone. In più viene costantemente


#laprimacosabella

26

Rudargia Reef - “Riflessi-Oni in piazza�.


Nuove foto per “La prima cosa bella”, il nuovo concorso fotografico de “Il Giullare”. Perché questo titolo che richiama lo straordinario film di Paolo Virzì? Perché ai nostri lettori, appassionati di fotografia, chiediamo di immortalare la loro “prima cosa bella”, quello che li colpisce subito, vivendo e passeggiando tutti i giorni nella nostra provincia pistoiese, oppure ad Altopascio. L’unico requisito che chiediamo è che gli scatti rappresentino “cose belle”. Scorci della natura, del paesaggio, centri cittadini, angoli storici dei nostri paesi, specialità gastronomiche, prodotti dei nostri campi. Dovranno essere fotografie che valorizzano la nostra straordinaria terra, fatta di natura, storia e tradizioni. Gli scatti inviateli a info@ilgiullare.com. Date un nome alla fotografia e il fotografo dovrà lasciare il suoi dati e il recapito. A fine anno, a Natale 2013, premieremo lo scatto più bello e nei nostri nuovi uffici allestiremo la mostra con tutte le fotografie che ci saranno inviate. Abbiamo ricevuto anche le fotografie di Franca Sabbatini “Le Morette” e di Graziana Vanità “Serendipity” che potete vedere sul sito www.ilgiullare.com e saranno pubblicate sui prossimi numeri de Il Giullare.

È necessario inviare foto in alta risoluzione, altrimenti non sarà possibile pubblicarle.


di Jacqueline Monica Magi

“Sicilia, terra magica e incantata che non è solo una regione, ma sembra un continente”.

#giramondo

28

Sui testi di tutela dei beni culturali si scrive che il 40% del patrimonio culturale del mondo e’ in Italia, dato che di suo spaventa, pensando a quanto siamo piccoli e abbiamo quasi la metà del patrimonio, ma ancora più stupefacente il dato che di questo 40% il 24% e’ in Sicilia, nella sola Sicilia cioè abbiamo il 24% del patrimonio culturale mondiale. Tutto questo però non mi ha creato dubbi, proprio perché ho scoperto il dato questa settimana appena dopo il ritorno dalla Sicilia. Tre soli giorni ma intensissimi e di un valore culturale sublime. E, appunto, ovunque, il simbolo UNESCO di tutela del patrimonio artistico. La Sicilia e’ un continente, un mondo che ho frequentato in molti modi, anche per lavoro. Un mondo che continua a incantar mi ogni volta di più. Ricordo la volta che con i Carabinieri e la Polizia Postale siamo stati svegli 36 ore quasi senza mangiare per arrestare due commercianti di materiale pedo pornografico. Durante la notte mentre in una Stazione dei Carabinieri dei dintorni di Catania facevamo gli interrogatori non potevo non ammirare la bellezza del piccolo paese in cui eravamo, sotto le pendici del grande vulcano. Quest’anno ho finalmente realizzato il sogno che avevo dal 1985: vedere le tragedie greche al Teatro greco di Siracusa. Così ho visto di persona quello che raccontano i libri ancor prima di leggerlo. Ovunque campeggiava

il simbolo dell’Unesco su fondo marrone, dovunque fossimo trovavamo un patrimonio dell’Umanita’. Come non dare ragione all’Unesco di fronte ai palazzi di Scicli, a città come Siracusa o Ragusa Ibla, questa fin troppo sconosciuta rispetto alla propria bellezza, a scapito di città meno belle ma più decantate. Camminare per Ragusa Ibla o per Siracusa e’ come immergersi nel barocco, entrarci dentro. Perfino ogni singolo terrazzo delle civili abitazioni più antiche attira la vista sulle meraviglie che lo sostengono, tralci, tronchi quando non anche animali in pietra bianca, finemente scolpiti. Insieme alla vista i profumi solleticano l’olfatto, dai romantici profumi delle zagare e dei gelsomini giganti fin ai più prosaici ma non meno interessanti profumi culinari. Il gusto trova pure la sua grande soddisfazione nella ricchezza di una cucina che ha mischiato diverse culture e unisce sapori arabi e orientali a quelli mediterranei. I pochi giorni che avevamo a disposizione non sono stati sufficienti ad assaggiare la vastissima gamma di dolci, gelati e granite disponibili, con le varianti locali e provinciali e le specialità di pesce, cucinate in modo diverso al cambiamento di luogo. Per non parlare delle arancine, ormai cucinate in mille modi, da quella classica ragù’ e piselli a quella alla “norma” a quella al pistacchio, fino all’arancino al pesce spada, al tonno, al pesce azzurro, alla ricotta....


Camminare per Ragusa Ibla o per Siracusa e’ come immergersi nel barocco, entrarci dentro. Per- fino ogni singolo terrazzo delle civili abitazioni più antiche attira la vista sulle meraviglie che lo sostengono, tralci, tronchi quando non anche animali in pietra bianca, finemente scolpiti. Insieme alla vista i profumi solleticano l’olfatto, dai romantici profumi delle zagare e dei gelsomini giganti fin ai più prosaici ma non meno interessanti profumi culinari.

Anche perché ci siamo pure “imbarcate” in una delle ultimissime novità che un viaggiatore può trovare in Sicilia. La caccia ai luoghi di Montalbano, si del Commissario Montalbano, personaggio uscito dalla penna di Camilleri e portato in tv da Luca Zingaretti. Pensavo fosse un nostro sfizio pseudoculturale la ricerca dei luoghi in cui sono stai girati gli episodi della fiction ed invece abbiamo scoperto che la caccia ai luoghi di Montalbano e’ un’attività frequente e redditizia tanto che vi sono i segnali stradali turistici che indicano i luoghi di Montalbano e una volta raggiunti detti luoghi sono pieni di turisti, sono i luoghi maggiormente visitati. Così partite da Avola ci siamo dirette a Punta secca di Marina di Ragusa dove si trova la “casa di Montalbano”, cioè la casa sulla spiaggia utilizzata per gli esterni della fiction come casa del Commissario. La casa, abitata da cittadini comuni, e’ metà di un vero e proprio pellegrinaggio di viaggiatori che si immortalano a “Marinella” ( come il luogo e’ chiamato nei libri). Per arrivare a Marina di Ragusa abbiamo avvistato la Mannara, luogo di prostituzione dei romanzi, luogo protagonista di uno dei primi romanzi di Camilleri. Ci siamo poi dirette a Scicli, altro patrimonio UNESCO, il cui Municipio nella fiction rappresenta l’ingresso del Commissariato di Vigata, mentre un vicino palazzo nobiliare del XVII secolo rappresenta la Questura di Montelusa. Infine superando l’altissimo viadotto ripreso nella

sigla della fiction, siamo giunte a Ragusa Ibla, dove si trova la piazza principale di Vigata, il Circolo dove il dottor Pasquano si reca a giocare a carte, molte delle locations della fiction ed anche la famosa Trattoria da Calogero, il cui reale nome omettiamo perché ci ha chiuso le porte in faccia, urlandoci in un approssimativo inglese ( evidentemente non ha capito che siamo italianissimi) “ closed” ( letto come si scrive) perché erano le 14,45 e chiedevamo di pranzare. Consolatici con una “cipollata di tonno” presso altro ristorante del rifiuto calogeriano ci siamo mestamente riavviate all’aeroporto di Catania, piene del sole e del mare che in soli tre giorni siamo riusciti ad incamerare in notevole quantità. Ma non vi ho poi detto delle tragedie greche, motivo del viaggio. Come raccontare cosa significa essere in un teatro greco dall’acustica eccezionale ( anche se non è’ Epidauro) e vedere uno spettacolo bellissimo, una prosa tanto bella e completa da poter essere paragonata soltanto alla lirica nei grandi teatri come il San Carlo di Napoli, La Scala o L’Arena di Verona? Non si può descrivere la bellezza e la completezza di Sofocle ben recitato nella cornice di un teatro come quello di Siracusa. Posso solo dire che i colori, le emozioni, i sapori e gli odori di questa terra me li porterò dentro sempre perché la Sicilia e’ l’esplosione dei sensi: olfatto, gusto, vista vivono il loro trionfo.


di Andrea Spadoni foto di Chiara Ghilardi e Martina Frosini

04 Giugno Giorgio Panariello, insieme al direttore artistico e presentatore dell’evento, Walter Santillo, si è presentato in grande forma al Gambrinus per la conferenza stampa. Subito ai giornalisti ha detto: “Vogliamo risvegliare Montecatini che mi sembra si sia un po’ assopita”.

#sentisechaunamico

I primi tre appuntamenti di “Senti se c’ha un amico” sono stati un grandissimo successo, sia di pubblico, sia di contenuti e anche per l’attenzione che la stampa, le istituzioni e la città hanno rivolto al primo evento organizzato da “Il Giullare”. Il Gambrinus, gremito come negli anni d’oro 30 di Montecatini, ha fatto rivivere sensazioni particolari a chi era presente. Ma ancora la stagione è lunga e sono attesi importanti ospiti: il 4 luglio Lele Mora, ma anche Dario Ballantini, Leonardo Pieraccioni, Andrea Bocelli, Paolo Brosio, il direttore del Tg4 Giovanni Toti, Mario Giordano, direttore di Videonews e tanti altri.

13 Giugno Un bagno di folla ha accolto il debutto al Gambrinus dell’ideatore della manifestazione Giorgio Panariello, accompagnato dall’amico, enfant prodige di Montecatini, Giampaolo Pazzini. Un bellissimo confronto moderato dal conduttore Walter Santillo.

20 Giugno Un ciclone al Gambrinus con l’arrivo a “Senti se c’ha un amico” della coppia più irriverente e, talvolta, incontrollabile della Toscana: Alessandro Paci e Massimo Ceccherini. E’ stato un incontro davvero da ridere con la piazza che ha registrato il tutto esaurito.


06 Giugno L’apertura della manifestazione è con un ospite veramente eccezionale: Carlo Conti con l’amico Gianfranco Monti. Il presentatore dei programmi Rai di maggiore successo ha raccontato molti aneddoti della sua carriera e ha divertito con i suoi “Noi che…” scritti nel suo libro.


ANTONELLA GRAMIGNA

{

Oltre il social: un inno alla vita non esiste la possibilità di poter interagire con i social eppure

mai, non è mio costume, ma questo oggetto è qualcosa che mi

comunicano. Eccome. Vengono infatti usati mezzi quali colori,

ha veramente colpito. Un qualcosa che girato e rigirato attorno

gesti,oggetti posti in un modo anziché un altro. Codici cono-

32 al polso diventa per l’occasione un elastico per capelli, una ca-

sciuti e tramandati tra loro. Quasi alfabeti nuovi. Oppure antichi

vigliera, una collana e ,guarda un po’, un segnale comunicativo.

ormai persi? Ecco perché alla vista di questo oggetto strano che

Chi ha ideato questo modello innovativo,”Perlopiù”, ha inteso

mi è stato donato che definire bracciale è riduttivo, anche per-

perseguire oltre al fine logico, quindi, dell’avere un braccialetto

ché gli ideatori lo chiamano simpaticamente “mattoncino” e an-

carino e colorato anche estivo se si vuole, che si trasforma a

che il nome la dice lunga sul tipo di oggetto, ho sentito di dover

seconda dell’uso che se ne vuole fare, un obbiettivo ben più

fare una riflessione. E’ sacrosantamente vero che si comunica in

ampio. Quello di essere un mezzo di comunicazione. Qua siamo

ogni direzione, ormai è ben noto anche ai non addetti ai lavori.

avanti, oltre il concetto del social, oltre. Capiamone il perché. I

La famosa frase” non ho voglia di comunicare” comunica ecco-

deputati indiscussi della interazione sociale al momento sono i

me!. Il “mattoncino” in questione , che diventerà sicuramente

social network. Permettono di creare reti di relazioni, legami e

un simbolo , ecco che porta con sè sul davanti dei segni,sopra

condivisioni, permettono di ascoltare, di comunicare seppur per

incisi, una sorta di codice numerico fatto da simboli quali “X l

moltissimo solo in via virtuale. Sono pochi gli “amici” che si co-

O +” , numeri , lettere, ma che messi in fila sono parole, sono

noscono davvero, qualcuno ha incontrato l’amore della vita, altri

messaggi, i famosi “segni” che comunicano. Dall’altra, sul retro,

solo avventure occasionali , altri amicizie “simili” e altre amicizie

nulla, mi viene detto che anche questo è un codice perché se la

vere. Perché esistono anche se incontrate nel percorso social.

piastrina viene girata è segno che la persona non desidera co-

È immenso lo sviluppo che hanno avuto negli ultimi tempi , spe-

municare oppure sta lanciando un messaggio di disappunto per

cie il più importante Facebook, e il loro straordinario impatto

la situazione che sta vivendo. I simboli sul fronte , letti in sequen-

sociale sulla popolazione. Sono sempre di più coloro che fanno

za, rappresentano un inno alla vita: simbolo della donna “O” +

uso di questi nuovi mezzi comunicativi. Anzi, pare che sia ormai

simbolo maschile “I” moltiplicano “X” la vita. Un mattoncino che

il solo canale comunicativo che sappiamo fare!. La questione

come dicono gli ideatori “non divide, non sottrae ma si moltiplica

è sempre la stessa: siamo animali sociali che hanno bisogno

e si somma”. Bello. Mi piace. In un momento di tristezza sociale

costantemente di comunicare, parlare, esprimersi.In tal senso

ed economica tale da non potersi neppure permettere di pen-

posso dire di aver avuto occasione di documentarmi anche sulla

sare ad una crescita familiare mi pare un bellissimo messaggio.

realtà carceraria, una realtà diversa ,ed ho imparato molto sulle

Uniamoci per l’Amore e per la vita. Un “mattoncino” dopo l’altro

capacità di comunicazione che vengono sviluppate all’interno

e forse ce la faremo anche a cambiare questo mondo e a ren-

di queste strutture , sorvegliate e ben recintate. Un luogo dove

derlo migliore. Bravi!

#cogitoergozoom

Un bracciale? molto di più. Non è mera pubblicità, non ne faccio


di Lorenzo Benedetti foto di Martina Frosini

“Format è piacevole e azzeccato e l’evento piace a tutta la città”

33 “Montecatini mi sembra un po’ addormentata, noi vogliamo farla rialzare così”. Con queste parole Giorgio Panariello presentava il suo talk show “Senti se c’ha un amico”, che va in scena ogni giovedì al Gambrinus per portare nella città termale le eccellenze toscane, parlando di cinema e di musica, di arte e di sport, di politica e di economia. Il tutto cercando sempre di offrire una forma di intrattenimento e di coinvolgimento di un pubblico senza limiti di età. “La cosa migliore è che in città si parla di questo evento e degli ospiti che saranno presenti la settimana successiva”, ci dice Selvaggia Novi, moglie di Andrea Niccolai. “Una cornice come quella del Gambrinus non può non essere sfruttata. Chi non abita qui e vede i suoi portici e la piazza ne rimane estasiato”. “Un ringraziamento va a Maurizio Carrara” commenta invece il noto politico Alberto Lapenna, “che da privato ha investito su un evento di questa portata. Il bello di questi incontri è che non ci si chiude su un tema unico, ma ogni settimana si affrontano cose diverse a 360 gradi. In più l’iniziativa è valida e il format efficace”. Uno degli obiettivi già raggiunti da “Senti se c’ha un amico” è quello di essere riuscito a creare un’atmosfera familiare, un occasione per passare 2 ore insieme in modo spensierato, come ci dice una figura

di massimo rilievo del basket montecatinese e italiano, Gino Natali: “Il primo giovedì in cui ho partecipato ho avuto la sensazione di trovarmi con gli amici per fare un aperitivo. E’ un’idea che mi piace molto, intelligente e concretizzata in un contesto affascinante come quello del Gambrinus che, per quanto se ne possa dire, resta un luogo incantevole”. Chi si è avvicinata all’evento per pura curiosità è la montecatinese Tanita Toci, 23 anni, che dopo aver assistito a due puntate ha commentato: “Sono rimasta impressionata dalla grande risposta della gente. Ogni settimana il centro si riempie come non si vedeva da tempo in un giorno infrasettimanale, e questo è il risultato migliore. In più voglio fare i complimenti al presentatore delle serate, Walter Santillo, che sa davvero fare molto bene il proprio mestiere”. Questa la risposta del pubblico dopo il primo assaggio di “Senti se c’ha un amico” che proseguirà per tutto il mese di luglio e di settembre. Ci aspettano altre interviste, incontri con personaggi mai banali e, in tutto questo, voi potete essere protagonisti. Scrivete le domande che volete porre agli ospiti all’indirizzo mail info@ilgiullare. com, oppure sulla pagina ufficiale di Facebook di “Senti se c’ha un amico” e noi gliele chiederemo per voi.

#l’evento

“Al termine di ogni appuntamento ci si chiede già chi siano gli ospiti del giovedì successvo. Chi investe deve essere ringraziato”


{ PER CONTATTARE I NOSTRI ESPERTI e-mail : lucanapoli.psicoumanitas@gmail.com Telefono 0573 1941263 Pistoia - Via nazario Sauro 9 Montecatini Terme - Via Ugo Foscolo 8/10 (c/o Farmacia Asciotti) Firenze - P.zza San Lorenzo, 1

Mio figlio vuole stare sempre con me, vuole sempre dormire nel lettone è molto introverso e non passa il tempo con i bambini della sua età, come posso fare per gestire la situazione?

#psicoumanitas

34

LA LETTERA

L’ESPERTO

Buongiorno,

Cara Daniela,

sono Daniela, ho un figlio di 5 anni, che in questo momento sem-

diventare genitori rappresenta un momento particolarmente felice ma

bra molto timido e introverso.

al contempo delicato, ricco di cambiamenti, stravolgimenti e momenti

Vorrebbe stare sempre insieme a me, preferendo la mia compa-

che possono essere vissuti come delle vere e proprie crisi, proprio

gnia a quella dei suoi pari.

come questo. Se da un lato al termine crisi si tende a dare un ac-

La sera vuole sempre dormire con me nel lettone, costringendo

cezione negativa, allo stesso tempo la crisi può rappresentare un

mio marito ad andare a dormire sul divano. E’ troppo legato a me

“momento svolta” estremamente importante e utile per un possibile

e ciò non gli permette di viversi i suoi momenti di socializzazione

cambiamento nel sistema famiglia. Spesso infatti i legami di attac-

ma io non so cosa fare, mi dispiace vederlo così pertanto accon-

camento instaurati con i figli possono rispecchiare “copioni”, ovvero

tento ogni sua richiesta.

modalità ripetute nel tempo, già sperimentate nel nostro essere, oltre

Io, nello stesso tempo, faccio molta fatica a lasciarlo per dedicar-

che genitori, anche figli. Può accadere quindi che ci sia la tendenza a

mi al mio lavoro e a mio marito.

mettere in atto comportamenti spesso inconsapevoli e sperimentati,

La situazione si protrae ormai da diverso tempo e io non so più

tali da infonderci un senso di sicurezza oltre a placare le nostre piccole

come comportarmi.

e grandi ansie da genitori. Il problema può insorgere nel momento

Chiedo un vostro aiuto rispetto a come gestire questa situazione.

in cui, nell’intento di proteggere e prendersi cura dei nostri bambini, impediamo loro di viversi i naturali momenti di esplorazione del mondo esterno/ socializzazione, invece di essere una base sicura, da cui il

GLI INCONTRI Gruppo di Incontro “Stringimi forte. Relazioni che scaldano…Relazioni che soffocano” Una serata dedicata al modo in cui prendiamo cura di noi stessi e degli altri. Martedì 25 giugno, 20.00-23.00, “Centro Melos”, Via dei Macelli 11, Pistoia

bambino si possa affacciare nell’ambiente e a cui possa ritornare sapendo che sarà accolto, nutrito, rassicurato. Il senso di sé e l’autostima si costruiscono infatti grazie anche e soprattutto tale relazione di attaccamento primaria. E’ dal primo sguardo che la madre posa sul bambino che lo stesso imparerà a riconoscere in quegli occhi serenità e accoglienza oppure ansia, diniego e rifiuto. E’ importante, prima di tutto, riuscire a cogliere se si tratta di segnali di un particolare disagio del bambino, legato allo stile di attaccamento instaurato oppure se con semplice regole, queste difficoltà si placano.

Seminario gratuito rivolto a psicologi e medici “Assessment Collaborativo: MMPI-2 e Rorschach, dalla somministrazione alla diagnosi nel contesto terapeutico” Durante tale occasione si offrirà la possibilità di partecipare a un intero week-end didattico della Scuola e si forniranno informazioni sui corsi 6/7 Luglio, 10.00-18.30 “Centro Melos” , Via dei Macelli 11, Pistoia

Ad esempio, per quanto riguardo il momento del sonno, può essere utile creare un “rito” da ripetere tutte le sere nel suo lettino in cui, sia lei che suo marito, potete raccontargli una favola o cantargli una canzone in modo da indurre nel bambino un maggior senso di sicurezza e tranquillità. Se la routine viene rispettata è possibile raggiungere in breve tempo una maggiore serenità nel gestire il momento del sonno. Infine, la saluto con il dono di una citazione che io amo particolarmente “Compito dei genitori è donare due cose ai figli: le radici e le ali”.


di Giulia Nannini

Rossetto e Il principe azzurro non esiste Cioccolato bella squadretta di calcio, appoggiare i suoi bei stiva-

che fin da piccole ci ha fatto credere che un giorno

loni sul tavolino davanti al fuoco e godersela mentre

sarebbe arrivato un figone di due metri su un cavallo

la povera Biancaneve avrebbe gestito la progenie.

bianco con cui avremmo vissuto per sempre felici e

Grimilde alla fine voleva solo salvarla da una vita in-

contente: quel bugiardo di Walt Disney. A volte mi

fernale da casalinga sforna-nani. Valla a biasimare.

chiedo cosa gli sia passato per la testa, andrebbe

E la Bella Addormentata nel bosco? Aurora, un’altra

denunciato per plagio di menti incapaci di intende-

figa atomica con il surplus di tre domestiche al se-

re e di volere. Ha manipolato il nostro cervello inne-

guito! Ok, un po’ pasticcione, ma vogliamo mettere?

scando il meccanismo del “ma tanto prima o poi

Torte, abiti e pulizie che si fanno da sè, per non par-

arriverà il principe azzurro”. Malefico Walt Disney.

lare di poter cambiare i colori dei vestiti a piacimento

Dicesi per definizione “Principe Azzurro” un aitante

che, con il trend del color block, sai la comodità? Il

giovinotto con la faccia di Brad Pitt, la sensualità di

principe Filippo dovrebbe stringerle la mano alla po-

Aston Kutcher, gli addominali di Bradley Cooper e

vera Malefica, non ucciderla! È grazie a lei se può

il lato B di Ryan Goslin che prima o poi arriverà sul

avere una mogliettina che alla necessità si spegne.

suo cavallo bianco, si scosterà il mantello con molta

Rompe i maroni con canzoncine smielate? La trovi a

grazia, ucciderà il drago che ci tiene prigioniere, ver-

limonarsi il gufo nel bosco? Zac, basta pungerla con

rà con passo sicuro verso di noi, ci guarderà negli

un aghetto e la metti fuori uso. Quale uomo non vor-

occhi, inizierà a cantare con gli usignoli una canzone

rebbe una compagna che si spenge a comando?

d’amore e poi ci darà il bacio più bello della nostra

Poi c’è la casalinga disperata per eccellenza, ovvia-

vita. Ora, anche sotto l’effetto dei migliori stupefa-

mente: Cenerentola. Lava, stira, rammenda, cuce,

centi, è chiaro che una situazione del genere non

cucina, pulisce, intesse, rigoverna, ha due metri di

si verificherà. Le aspettative sono decisamente fuo-

gamba, le labbra rosate, i capelli biondi e gli occhi

ri portata: lotte feroci contro draghi, streghe, entità

azzurri. Onestamente, chi non se la sposerebbe? E

oscure per raggiungere ed infine conquistare il cuore

Aladdin? C’è da ammettere che lui si dà un po’ più

dell’amata. La verità è che il principe azzurro non esi-

da fare.. ma la posta in gioco è discretamente più

ste più. Ma adesso vi domando: siamo sicuri che sia

alta. Da poveraccio a futuro sultano, chi se la fareb-

solo colpa dei principi estinti? Perché ci stupiamo se

be scappare un’opportunità così?! Dai, Aladdin ha

gli uomini vogliano la donna che lava, stira, cucina,

appeso il cappello al chiodo! Possiamo biasimarlo?

canta, balla e si tiene tutta bella e perfetta? È tutta

Lei è un’altra gnocca fuori dal comune, è pure ricca,

colpa delle principesse, ovvio: creano una visione

pur di andare contro il volere del padre si innamora

distorta della donna. In fondo anche gli uomini li han-

dello straccione, e con il genio al seguito dovessero

no guardati i cartoni animati, e se noi ragazze siamo

esserci problemi una bella magia e via. Questi prin-

cresciute convinte che un giorno il morone col riporto

cipi qui non sono poi così fighi: c’hanno pensato un

e il sorriso a sessantaquattro denti sarebbe venuto a

po’, e hanno visto che gli conveniva uccidere il dra-

portarci via, c’è da dire che gli uomini sono cresciuti

go. Per fortuna che oggi le principesse si salvano

con la convinzione che tornando dal lavoro avreb-

da sole. ll mondo è sopravvissuto all’estinzione dei

bero trovato una biondina con la pelle d’ebano che

dinosauri, supereremo anche quella di principi, prin-

avrebbe volteggiato per casa ballando con i topini

cipesse e lieti fine creando nuovi equilibri. Sempre

mentre passava il Mocio Vileda. O no? Analizziamo

con la speranza che la versione moderna non porti a

alcune favole. Biancaneve: bella, bianca, eterea, ma

scoprire che il principe azzurro ha un’inclinazione per

soprattutto capace a gestire sette piccoli nani dai più

le MILF e scarica Biancaneve per la sostituta di Gri-

disparati caratteri e ottima donna massaia tutto fare.

milde, il principe Filippo a forza di punzecchiare Au-

Secondo voi il principe Azzurro non si sarà fatto due

rora ha sviluppato un interesse per gli aghi, e Aladdin

conti? Non avrà pensato “se la salvo sono a posto

è scappato con il genio e i soldi in un isola sperduta

per la vita”? Io credo premeditasse di metter su una

lasciando Jasmine in braghe di tela.

Di chi è la colpa se il Principe azzurro non esiste? Prima di tutto a chi ci ha fatto credere al contrario raccontandoci le favole. A chi ci ha detto che prima o poi sarebbe arrivato Brad Pitt su un cavallo bianco a prenderci: Walt Disney. 35 #rossettoecioccolato

La colpa va in maniera univoca ed unilaterale a colui


di Marco Mungai foto di Martina Frosini

#vitadafans

36

6 LUGLIO


Pietro Pisaneschi 23 anni, diplomato al Liceo Classico Forteguerri di Pistoia, laureando in Giurisprudenza, con la passione maniacale per la musica e lo sport, dal calcio alla pallacanestro, passando per il ciclismo, nel quale si cimenta nel tempo libero sfidando il San Baronto.

L

Francesca Bove 21 anni, diplomata al Liceo Scientifico, ora frequenta il secondo anno di Giurisprudenza. Il suo amore per Liam è al limite della devozione ed è attestato da un tatuaggio che campeggia sul suo braccio, con la scritta “Mad for it”.

Mattia Saraniti 22 anni, diplomato all’Istituto Pacini, nel corso di Ragioneria, ora frequenta Economia Aziendale a Firenze. E’ senza dubbio fra i portieri più forti nel panorama calcistico giovanile pistoiese, amante sfegatato degli Oasis e del rock inglese, non disdegna però incursioni elettroniche, altro suo pallino è infatti Paul Kalkbrenner.

Arianna Guercini 20 anni, diplomata al Liceo Scientifico Amedeo Duca d’Aosta di Pistoia, frequenta il primo anno di Giurisprudenza, ama la musica, l’arte e il cinema, nel tempo libero si diletta nel tennis.

Liam, fra genio e sregolatezza: un personaggio che, anche a Pistoia, non puo’ passare inosservato… iam Gallagher è senza ombra di dubbio una delle più grandi icone viventi della musica mondiale. Insieme al fratello Noel, vero e proprio deus ex machina del gruppo, ha creato la celeberrima band degli Oasis che, insieme agli acerrimi “nemici” musicali, i Blur, ha portato alla ribalta mondiale un genere, il cosiddetto britpop, che ha appassionato milioni di giovani e fatto cantare a squarciagola intere generazioni. Per rendere bene l’idea del loro successo planetario, basta citare il fatto che, fra le varie stelle che si sono esibite sul palco alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Londra la scorsa estate, c’erano proprio loro con i loro pezzi più famosi. E’ praticamente impossibile trovare un ragazzo sotto i 40 anni che non abbiamo mai sentito o canticchiato almeno una loro canzone, magari schitarrando “Don’t look back in anger” insieme ai propri amici intorno al fuoco di un falò in spiaggia, o magari dedicando “Wonderwall” a una persona a cui teneva particolarmente, o magari fischiettando “Whatever” dopo averne sentito l’indimenticabile intro in qualche pubblicità televisiva. Icona di stile, di arroganza, di genialità folle, di sregolatezza totale, look stravagante, occhiali da sole, lenti specchiate e tonde, indossati praticamente sempre, come direbbe Battiato “per avere più carisma e sintomatico mistero”, basette talvolta volutamente esagerate, un tipo sempre sopra le righe, mai banale e scontato, sfacciato e irriverente, senza peli sulla lingua, canzoni melodiche, ritmi piacevoli e ricercati pur nella semplicità, testi talvolta orecchiabili e ripetitivi, ma che sanno anche essere profondi e scuotere le corde dell’animo di orde di giovani, riuscendone a incarnare al meglio le problematiche adolescenziali e anche più adulte, descrivendone dubbi e perplessità, pensieri e atmosfere sentimentali. Questo è Liam Gallagher: una ricetta con tutti gli ingredienti per essere amata dai giovani (e non solo). E questa estate, al Pistoia Blues Festival, ci sarà proprio Liam Gallagher in carne ed ossa, a cercare di tenere accesa la fiamma del proprio successo musicale, con la nuova band, i Beadie Eye, gruppo formatosi dopo la scissione col fratello Noel, che ha invece dato vita ai Noel Gallagher’s High Flying Birds. E noi de “Il Giullare”, non possiamo assolutamente ignorare questa entusiasmante presenza a Pistoia, ma vogliamo farlo in maniera originale: vogliamo raccontare dettagliatamente e descrivere l’amore di qualche giovane pistoiese per questo personaggio unico, oltre che l’ attesa fremente per il grande evento, che sarà accolto il prossimo 6 Luglio, dalla stupenda cornice di Piazza del Duomo, a Pistoia.


“Liam Gallagher ve lo raccontiamo noi che lo conosciamo bene” La prima canzone che sentii fu “Supersonic”, mi colpì subito la voce, così decisi di vedere il video. E lì oltre alla voce mi col- pì lui. Un po’ come per Arianna, fu amore. Mi faceva impazzire lui e mi piacevano i testi, oltre alla cornice musicale anch’essa molto orecchiabile e piacevole.

Pistoia Blues 2013 mercoledì 3 luglio Ben Harper & Charlie Musselwhite (unica data italiana) giovedì 4 luglio The black Crowes venerdì 5 luglio Van der Graaf Generator sabato 6 luglio Beady Eye (unica data italiana) domenica 7 luglio Robert Cray band, Robben Ford, Lucky Peterson

Come ti sei avvicinato/a a Liam, o insomma agli Oasis? Ricordi un episodio particolare relativo alla prima occasione in cui hai ascoltato una loro canzone… o comunque quali sono state le tue impressioni iniziali? PIETRO: [ Arriva con uno zainetto grigio in spalla e mi porta una quantità di cimeli clamorosa. Dalla sua chilometrica collezione di album e singoli introvabili, gelosamente riposti in un porta cd di cartone scocciato, alle magliette dei concerti o quelle comprate a Londra nel negozio di Liam, passando per vecchi numeri di “Rolling Stone” preziosamente conservati e foto del suo beniamino. ] Lo ricordo benissimo, ascoltai “Stop crying your heart out” su Mtv, avevo 12 anni e subito dopo andai a comprate il singolo. Comun-

que mi avvicinai a loro più tardi, verso la fine del Liceo, l’ultimo anno comprai “What’s the story, Morning Glory?”. Fu un mio cugino di Livorno che mi trasferì questo fanatismo, mi dette una lista di canzoni loro da ascoltare assolutamente e fu colui che mi iniziò al vero culto degli Oasis. Certo li conoscevo già, ma la malattia partì a 19 anni. ARIANNA: [ L’occhiale con cui si presenta è perfetto: Ray Ban tondo alla Liam, coerente col suo amato personaggio. Porta un paio di interessanti giornali musicali in inglese, di una rivista a cui era abbonata in passato, attestando così la sincerità della sua mania. ] E’ stata una passione ereditata da mio fratello, che era molto appassionato. Mi ricordo quando vidi, per la prima volta, il video su Mtv di “The im-


Falling down” mi serve per scaricare la tensione, ha un effetto terapeutico su di me. Ma la mia preferita forse è “Cast no shadow”, dedicata a Richard Ashcroft, cantante dei Verve.

portance of being Idle”, me lo ricordo benissimo, è un video stupendo, fu una sorta di colpo di fulmine. Il primo album che comprai fu “Dig out your soul”. MATTIA: [ Incredibilmente coerente nel modo in cui emula il suo idolo. Maglia del Manchester City (squadra per cui fa il tifo Liam) con scritto dietro Gallagher, occhiali da sole e basetta accentuata. Gli chiedo se vuole qualcosa e mi risponde candidamente, “Una Tennent’s, grazie Munga!”: è semplicemente perfetto! Si è portato con sé anche una bandiera del Regno Unito, oltre a foto e cd. ] Non è facile capire quando mi innamorai, proverò a sforzarmi. Credo che la svolta sia avvenuta in seguito a una chiacchierata di musica con un mio amico. Subito dopo comprai “What’s the Story, Morning Glory?”. Già li conoscevo ma iniziai a riascoltarli meglio, il mio fu una sorta di passaggio dai Beatles agli Oasis, ci sono molti punti di contatto fra le due band. Ricordo poi una gita a Londra, in 5° e ho ancora impresso il ricordo del mio camminare per le vie londinesi con le cuffie e gli Oasis nell’iPod, ero come ipnotizzato, trascinato dalla musica e dall’atmosfera british. Il primo video che vidi fu “Falling down” e mi piacque tantissimo! FRANCESCA: [ Sull’avambraccio sinistro ha tatuato il suo motto, che è il motto dei fan: “Med fer it” che simboleggia l’essere pazzi per gli Oasis. E lei lo è eccome… ] La prima canzone che sentii fu “Supersonic”, mi colpì subito la voce, così decisi di vedere il video. E lì oltre alla voce mi colpì lui. Un po’ come per Arianna, fu amore. Mi faceva impazzire lui e mi piacevano i testi, oltre alla cornice musicale anch’essa molto orecchiabile e piacevole. Quando comprai il mio primo loro album, “What’s the story, Morning Glory?” ricordo che tornai a casa, mi chiusi in camera e l’ascoltai di botto. Fu il cosiddetto colpo di fulmine. Cosa ami di Liam? PIETRO: La spocchia! Lui sa di aver creato una band storica. Ha tutta una serie di atteggiamenti che molto probabilmente in un conoscente o in una persona qualsiasi, odierei. Ma lui può permetterselo, è il vero frontman per eccellenza, amo la sua arroganza, lo stile e, chiaramente, amo come canta. Riesce, in tutti quello che fa, a non essere mai banale. Fa di tutto per rimanere antipatico a chi non lo ama e questo mi fa impazzire, perché è in linea con la sua boria. O lo ami o lo odi, io la mia scelta l’ho già fatta. ARIANNA: Per me all’inizio fu una vera e propria “cotta” adolescenziale! [dice arrossendo e ridendo] Mi piaceva tutto di lui, mi colpì a livello estetico, per quei capelli lunghi e quel viso, ma anche per il suo modo di fare. Adoravo la sua voce particolare e il suo atteggiamento sicuro di sé e spaccone. Tutte caratteristiche che fecero colpo su di me da ragazzina e mi piacciono ancora. MATTIA: Per me Liam è Dio! E più che un idolo. [Al che io gli rivolgo una domanda ironica ma fingendo un tono serio,

“Liam è Dio, oppure… Dio è Liam? Perché è diverso…” Dopo una risata di gruppo proseguiamo. ] E’ un modello che mi ispira molto. Adoro il suo stile british, il modo in cui indossa il suo parka, il suo essere menefreghista, il suo raccontare e condurre una vita da pub fatta di birre, amici, donne, arroganza e irriverenza. Poi mi piace il fatto che tifi Manchester City, io sono un tifoso del Leeds Utd, squadra tradizionalmente nemica del Manchester Utd, l’altra squadra di Manchester. Insomma, chi è nemico del mio nemico, è mio amico! Adoro come cammina, il suo modo di cantare con le mani dietro la schiena e la sua voce unica. FRANCESCA: Ricordo che ero (e lo sono ancora!) proprio fissata. Mi piace il suo dire quello che pensa, senza avere assolutamente peli sulla lingua, senza preoccuparsi di quello che dicono gli altri. Amo la sua voce strascicata. Amo il suo essere completamente matto, ricordo un episodio che mi colpì: era a guardare una sfilata a Londra e mentre sfilavano i modelli, lui non fece discorsi, prese e salì sulla passerella, iniziando pure lui a sfilare, nell’ilarità generale. E’ il primo concerto con Liam che vedrai? Se sì, come te l’aspetti? Se no, raccontami com’ e’ andata... PIETRO: No, ho già avuto la fortuna! Andai a vedere gli Oasis a Firenze il 24 Febbraio del 2009, il mio primo concerto. Liam perse la voce alla prima canzone e lo ammise sorridendo, alla parola “city” di “Rock n’ Roll star”, comunque fece di tutto pur di arrivare in fondo. Ricordo “The Masterplane” cantata da Noel, avevo i bordoni, se ci ripenso mi viene la pelle d’oca. Era posizionata a metà concerto, fu un concerto congegnato bene, riescono a tenerti sveglio e pimpante per l’intera durata, nonostante certi pezzi più tranquilli. Se volevo dormire andavo a vedere i Coldplay! [dice facendomi l’occhiolino] Ricordo il pogo pazzesco su “Supersonic”. Poi sono stato a vedere Liam a Londra, il 10 Marzo 2011. Era un concerto sold out da mesi, ma comprai i biglietti da un bagarino. La location era un teatro decò, con una moquette floreale (che dopo fu sommersa di bicchieri di birra). Era un’atmosfera molto accogliente. Fece solo il primo album “Different Gear”, non si levò mai il parka, era intriso di sudore e disse “I’m really sweat, i’m don’t fake in it!”. Gli inglesi sono matti, tiravano di tutto, su “Bring the light”, partì il pogo, ricordo che mi vidi una Superga passare a un centimetro dalla testa! ARIANNA: Per me è la prima volta, mi aspetto davvero tanto. Come mi piace dire, ho comprato il biglietto proprio per essere lì in piedi sotto il palco e farmi guardare dall’alto con superiorità e arroganza. MATTIA: Unluckily it’s my first time! Mi aspetto molto. E speriamo che venga soprattutto, conoscendo il tipo. La piazza è stupenda e sarà un grande spettacolo. Ho già visto Noel a Firenze, lo scorso Ottobre. Fu un concerto molto sobrio quella sera, diversamente da me! Ricordo l’emozione pazzesca su “Don’t look back in anger” e poi “Talk tonight”, scritta in viaggio da L.A. a Las Vegas, che parla di un litigio fra i due fratelli. FRANCESCA: Sono stata a vedere gli Oasis il 24 Febbraio 2009 a Firenze. Lo guardai in piedi, avevo il biglietto nel palchetto ma nell’atmosfera del momento ignorai volutamente questa cosa per


#lugliopistoiese

buttarmi nella mischia. Ero emozionatissima, “I’m outta time” mi dette i brividi, non so se mi uscì proprio qualche lacrima. Ricordo il carisma di Liam, il suo saper interagire alla grande col pubblico e poi ricordo un momento particolare, un bell’abbraccio con Andy, il chitarrista, a fine concerto. Poi sono stata a vedere i Beady Eye al Sashall, concerto nel quale fecero solo canzoni nuove. La ragazza che era con me svenne all’emozione! Ah, e poi ho visto i Beady Eye pure a Roma, al PalaLottomatica, dove fecero anche pezzi degli Oasis. Fu stupendo. La tua canzone preferita? E invece il testo a cui sei piu’ affezionato/a? Quello in cui ti ritrovi di piu’ insomma... PIETRO: “Rockin Chair”, b-side di “Roll with it”, traccia 3. Mi piace sia come canta Liam che la melodia. Risalta alla grande la voce di Liam, quella pulita degli inizi, è la classica ballad da Oasis ancora acerbi. Il testo a cui sono più legato forse è “Supersonic”, mi fa venire voglia di sbronzarmi, di divertirmi e staccare con tutto il resto, è incredibile per sfogarsi. Sono affezionato anche a “Aquiescence”, c’è un coro di due voci unico e mi piace sentirla e canticchiarla con uno dei miei migliori amici, Alessandro. ARIANNA: Amo “She’s Eletric”, è una canzone che parla di una ragazza da cui un ragazzo è preso follemente, come una scossa elettrica. Mi da la carica e, per le sue sonorità, riesce sempre a mettermi di buon umore e ravvivarmi. E poi mi piace immaginare che l’abbia scritta per me! [risata comune]. Il testo a cui sono più legata è “Champagne Supernova”, forse perché la collego a un certo momento della mia vita, la ritengo davvero poetica e secondo me c’è la vita dentro, l’attacco è stupendo con quelle tre domande che mi hanno sempre emozionato: “How many special people change? 40 How many lives are living strange? Where were you when we were getting high?” MATTIA: “Falling down” mi serve per scaricare la tensione, ha un effetto terapeutico su di me. Ma la mia preferita forse è “Cast no shadow”, dedicata a Richard Ashcroft, cantante dei Verve. Il testo che mi piace di più è quello di “Don’t look back in anger”, titolo per il quale ho anche in progetto un tatuaggio. “Non guardare al passato con rancore.” Può accadermi di tutto ma ascoltandomela, riesco a rialzarmi e ad andare avanti anche nei momenti più duri. FRANCESCA: Amo “Gas Panic” ma la mia preferita è “Slide Away”, oltre a ritenerla oggettivamente bellissima, la ricollego a certi momenti della mia vita e ogni volta è un’emozione ascoltarla. Il testo che ritengo più bello e significativo forse è “Cigarettes & Alchol” nel quale si racconta come gli inglesi, per staccare dalla tensione lavorativa della settimana, nel week end si distraggano alla grande in compagnia.

A Pistoia tanti eventi in tutto il mese di luglio dal palio di basket alla Giostra dell’Orso. Palio dei Rioni di Basket 11-12 luglio Due campi e torneo anche junior. Raddoppia, quest’anno, il palio dei rioni di basket che l’anno scorso è tornato in piazza del Duomo dopo trent’anni e ha riscosso un grandissimo successo. Si parte l’11 e il 12 luglio. L’iniziativa, che fa parte del cartellone del Pistoia Festival ed è legata in particolar modo agli eventi che anticipano la Giostra dell’Orso. Si sfideranno a pallacanestro, quattro squadre formate da bambini di età compresa tra 9 e 12 anni per un totale di 80 tra quelli in campo e quelli in panchina. Ogni squadra avrà il nome di uno dei rioni cittadini: Leon D’Oro, Cervo Bianco, Drago e Grifone. Tutto ciò sarà possibile perché nella piazza medievale saranno allestiti due campi da basket con tappeti tecnici professionali sui quali si disputeranno le partite. L’11 luglio i negozi del centro saranno tutti aperti, mentre il 12, sarà il momento dell’esibizione dei Damove (basket free style)». Le partire si giocheranno dalle 17, contemporaneamente su due campi.. Dalle 20 a mezzanotte, invece, verrà disputato il Palio dei Rioni con giocatori di pallacanestro professionistico organizzato da Giacomo Galanda del Pistoia Basket Giorgio Tesi Group. Durante la serata sarà usato solo un campo da gioco e così nell’altro i bambini presenti in piazza Duomo potranno provare a giocare a basket, fare dei tiri a canestro opppure slalom.

Giostra dell’Orso 25 luglio Luglio, a Pistoia, è anche il mese della Giostra dell’Orso. Si inizia il 21 quando nella piazza di fronte alla cattedrale, si compie la cerimonia della vestizione della statua di San Jacopo. Tale evento consiste nel mettere un grosso mantello di lana rossa sulla statua che troneggia sulla cattedrale del duomo. Il “mantellino” rosso assume un’accezione tutta simbolica ed è legato ad una vicenda che la tradizione orale non ha smesso di tramandare nel corso dei secoli di cui è protagonista il santo. Il 25 luglio la mattina è il momento del corteo storico che reproduce l’antica e solenne processione della vigilia di San Jacopo. La sera è il momento di tutte tradizioni della manifestazioni e della gar ache l’anno scorso ha visto la partecipazione di 4500 persone in piazza.



di Giulia Nannini

Francesco Guasti, protagonista a The Voice con il suo rock abbestia Non pensavo di arrivare così lontano, quando ti trovi in questi contesti non ci credi mai, pensi sempre che passerà qualcun altroal posto tuo. Poi io sono un pessimista di natura! Sapevo che Piero Pelù era molto contento della mia timbrica , ma da lì a dire che mi avrebbe salvato tre volte di fila. Era un obiettivo quello della semifinale, perché se riuscivi ad accedervi avevi la possibilità di incidere il singolo con la Universal.

“The voice” è stata una bella esperienza, un po’ perché mi ha dato la possibilità di lavorare con dei professionisti del settore come Piero Pelù.

#talenti

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E’ pratese, ha 30 anni, gira col cappuccio alzato da vero rocker, ha un timbro di voce strepitoso e fino a quattro mesi fa gestiva negozi per un’azienda di vestiti. Adesso, finalmente, fa il cantante. E’ Francesco Guasti, uno dei volti giovanili attualmente più riconosciuti sul territorio toscano e non solo. Il suo successo lo deve a The Voice, il programma andato in onda su Rai 2 il giovedì sera fino ad un mese fa. Tanto per fare la giornalista seria e non essere di parte, inizio subito dicendo che un ragazzo come Francesco il successo se lo merita tutto. Non solo perché è il classico “bravo ragazzo”, con la faccia pulita, la testa sulle spalle, molto umile e sempre disponibile verso gli altri, ma anche perché Francesco ha fatto per tanti anni una di quelle cose fondamentali per arrivare al successo: la gavetta. Canta da quando era piccolo e prima dei quattro milioni di spettatori su Rai 2 il suo pubblico erano le cinquanta, sessanta persone ai pub dove suonava, al posto dei grandi studi di registrazione della Universal c’era un piccola sala prove affittata ogni lunedì sera con il suo gruppo, e le veci del coach Piero Pelù le faceva un normalissimo insegnante di canto della zona. Poi è capitata l’occasione del casting per The Voice, ma quando quella situazione è capitata, un po’ per caso, un po’ per fortuna, state pur certi che Francesco era pronto e preparato abbastanza da salire su quel dannato treno del destino e rimanerci. “Una sera stavo suonando ad un pub a Prato e il titolare mi ha informato che stavano iniziando i provini per un nuovo talent di canto. Decisi di provare a partecipare. Mai mi sarei immaginato di arrivare fino alla semifinale!”. The Voice è un talent di canto innovativo: il cantante ai provini canta con i quattro giurati (Raffaella Carrà, Noemi, Riccardo Cocciante e Piero Pelù) voltati di schiena, i quali posso decidere se prendere nella propria squadra il cantante, e quindi “girarsi” verso di lui, solo sentendo la sua voce, per questo il programma si chiama The Voice. Quando ha cantato Francesco ai provini per lui si sono girati sia Raffaella Carrà che Piero Pelù: entrambi lo volevano nella propria squadra. Stava a Francesco scegliere

con quale coach proseguire il cammino verso la finale. E lui sceglie Piero Pelù: “Facendo e amando il rock direi era una scelta quasi obbligata: sono un fan dei Litfiba da quando ero bambino”. Ed è proprio Piero che poi decide di accompagnarlo per mano verso la semifinale, salvandolo per ben tre volte consecutive e dimostrandogli una discreta affezione: “Piero mi ha salvato tre volte, prima alle battle, poi ai live show”, racconta Francesco, “Non lo pensavo.. quando ti trovi in questi contesti non ci credi mai, pensi sempre che passerà qualcun altro al posto tuo. Poi io sono un pessimista di natura! Sapevo che Piero era molto contento della mia timbrica , ma da lì a dire che mi avrebbe salvato tre volte di fila.. beh, sono tante! Era un obiettivo quello della semifinale, perché se riuscivi ad accedervi avevi la possibilità di incidere il singolo con la Universal.” E infatti riesce incidere il suo primo singolo con una vera casa discografica, la grande Universal appunto. “Il brano si intitola ‘Un giorno in più’. Il testo l’ho scritto io, mentre nell’arrangiamento mi hanno aiutato Simone Papi, e Marco Carnesecchi. Piero ci ha dato dei consigli su come cantare il brano: quando gliel’ho fatto ascoltare gli è piaciuto molto”. Una melodia che convince e rimane subito in testa quella di ‘Un giorno in più’, la canticchi inevitabilmente per tutto il giorno, unita poi al timbro graffiante di Francesco la rende un brano forte, che “spacca”, come direbbe Francesco. E parliamo anche di talent. “Molta gente oggi li critica” dice il cantante pratese, “Anch’io prima non ero un amante di questo genere, nel senso che non li ho mai seguiti assiduamente, però ora come ora secondo me è l’unico modo per farsi conoscere. Non ci sono più i talent scout che girano per i pub. Mi fa sorridere la gente che pensa che quella di partecipare ad un programma televisivo sia una scorciatoia: io canto da quando ero bambino, è vent’anni che canto, la mia gavetta l’ho fatta. The voice è stata una bella esperienza, un po’ perché mi ha dato la possibilità di lavorare con dei professionisti del settore come Piero Pelù, un po’ perché per uno che come me era abituato a cantare in locali della zona, avere la possibilità di farsi vedere da tre, quattro milioni di persone a sera è una bella soddisfazione”. E quando gli domando cosa consiglierebbe oggi ad un ragazzo che vuole approcciarsi al mondo della


“The Voice” è un talent di canto innovativo: il cantante ai provini canta con i quattro giurati (Raffaella Carrà, Noemi, Riccardo Cocciante e Piero Pelù) voltati di schiena, che decidono se prendere nella propria squadra il cantante solo sentendo la sua voce.

musica mi risponde: “Sono dell’idea che purtroppo in Italia ci sia un po’ di rassegnazione: i sogni ci sono nel cassetto, il problema è che oggi in quel cassetto sono chiusi a chiave. Io la speranza di riuscire a fare il cantante nella vita l’ho sempre avuta. Il segreto è il non mollare mai, cercare di non abbattersi di fronte alle difficoltà e andare avanti, sempre a testa alta”. E per concludere gli chiedo qual era il suo lavoro prima di arrivare a The Voice: “Gestivo quattro negozi per un’azienda di vestiti. Adesso sono fermo, mi sono preso una pausa da quel lavoro per dedicarmi totalmente alla musica. Anche perché sono dell’idea che le cose o si fanno per bene, o non si fanno”. Vai Franci, spacca tutto.


Sorrisi e Salute MARCO buongiorno Medico Odontoiatra Specialista in Ortognatodonzia Università di Roma “Tor Vergata” www.ortodonziapertutti.it

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Ortodonzia letteralmente significa “denti diritti” ed è il ramo dell’odontoiatria che nei bambini si occupa di seguire la crescita delle ossa facciali e di curare le malocclusioni, ovvero errate chiusure dei denti, ricercando una perfetta funzione ed un’ottima resa estetica. Finora l’Ortodonzia veniva messa in pratica mediante trattamenti lunghissimi della durata di molti anni in cui i bambini piano piano perdevano la pazienza, la collaborazione e la fiducia. Secondo l’Associazione Americana degli Ortodontisti (AAO) e la Società Italiana di Ortodonzia (SIDO), una moderna visione dell’Ortodonzia deve prevedere una prima visita entro i 7 anni di età e brevissimi trattamenti intercettivi della durata massima di 16-18 mesi per mantenere sempre elevato il grado di entusiasmo e di collaborazione in tutti i piccoli pazienti. In Ortodonzia infatti non esistono situazioni di emergenza, come per le altre branche dell’Odontoiatria; esistono però delle condizioni, sia scheletriche che dentali, che se intercettate rapidamente consentono di ottenere, con un piccolo sforzo, risultati ottimali che sarebbero diffi-

PRIMA

DURANTE

cilmente o non altrimenti ottenibili in un’età più avanzata. L’Ortodonzia non deve poi limitarsi a studiare solo i denti ma deve avere una visione globale del corpo umano, nel pieno rispetto di una postura corretta e in equilibrio. Quando subentrano fattori genetici, stress, traumi fisici ed emotivi, respirazione scorretta, ecc. l’equilibrio corporeo infatti viene messo in difficoltà. Una visita ortodontica completa consiste in una parte psicologica, in una parte posturale ed in una parte ortodontica. La prima parte è fondamentale per conoscersi, per capire il carattere ed il grado di maturazione psicofisico; la seconda parte consiste nel valutare le curve fisiologiche o patologiche della colonna vertebrale, la lunghezza degli arti, i movimenti di escursione della testa, la distribuzione del peso sulla pianta dei piedi, eventuali contratture muscolari; la terza parte consiste nel valutare infine l’occlusione e nell’intercettare eventuali malocclusioni, ovvero errate chiusure delle arcate dentali, dovute sia a problematiche scheletriche sia a problematiche dentali.

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Notte bianca di Monsummano: la guest star e’ Alexia

Tanta attesa anche per l’arrivo del papeete Grandi novità per la quarta edizione della Notte Bianca a Monsummano, in programma sabato 6 luglio dalle 19 fino a dopo l’alba. Gli organizzatori (associazione commercianti Vivi Monsummano) hanno messo sul piatto un evento veramente ricco di iniziative e appuntamenti da non perdere. La guest star è Alexia e ad animare le danze ci penseranno anche i deejay e i vocalist del “Papeete Beach”, il più famoso disco beach d’Europa, direttamente da Milano Marittima. A Monsummano arriverà al gran completo, compresa la sabbia, gli ombrelloni e le sdraio griffate Papeette. Un allestimento, oltre che affascinante, anche complesso, per questo la location dove posizionare pedana e pista da ballo non è ancora stata decisa. Ma non mancherà neppure un po’ amarcord: si va inedietro nel tempo, siamo alla fine degli anni ‘70 inizio anni ‘80, con gli “Abba Dream”, una spettacolare rappresentazione in chiave di cover della band svedese, mito della pop music e della discodance e poi spazio anche ai bravissimi artisti della discoteca Mamamia di Torre del Lago. «Inseguivamo Alexia da tempo – ha detto Alessandro Marraccini, il presidente del Comitato – e finalmente siamo riusciti a portarla alla nostra festa. Poi il Papeete, che penso che sia conosciutissimo dai più giovani: sarà la loro quarta apertura stagionale e arriveranno direttamente dalla Notte Rosa della riviera romagnola” dell’ospedale Mayer e della Dynamocamp,dove potranno essere,in cambio di un palloncino,fatte offerte a queste due strutture ed inoltre giovedi 27 i palloncini saranno liberati in cielo alle ore 18.00 in concomitanza all’inaugurazione del PISTOIA NURSERY PARK. All’interno dell’iniziativa sara’ promosso il PREZZO VERDE. Ogni negoziante avra’ la possibilita’ di applicare una formula di vantaggi riservati ai visitatori del centro storico. Nei giorni venerdi 28 e sabato 29 i negozi rimarranno aperti anche dopo cena e domenica 30 tutto il giorno. Il comune mettera’ a disposizione gratuitamente delle navette che porteranno in centro i visitatori del Nursery Park e per chi lo vorra’,ci saranno guide turiche faranno scoprire gli angoli piu’ belli della nostra citta’.

13° Torneo in ricordo di Alessio Langiano. La famiglia ringrazia.

Anche quest’anno si è svolta con successo,

stimato da tutti. Per questo motivo, la mam-

la tredicesima edizione del torneo di calcio

ma Rita, il padre Antonio e la sorella Simona,

giovanile, per gli esoridenti a 9, “memorial

ringraziano la società Ponte 2000 ed in par-

Alessio Langiano”, ex calciatore della squa-

ticolare Roberto Benedetti e Luca Lenzi, per

dra biancorossa, prematuramente scomparso

l’impegno che ogni anno mettono nell’orga-

tredici anni fa a causa di un male incurabile.

nizzazione del torneo in memoria di Alessio.

E’ una iniziativa importante per ricordare ogni

Un’occasione per ricordarlo assieme a tanti

anno un giocatore del paese che era amato e

altri giovani che, come lui, amano il calcio.

45 #pillole

Centoventi negozi uniti nell’iniziativa Che unisce il commercio a Vannucci Piante

Sono 120 i negozi che parteciperanno all’iniziativa promossa da Commercio Pistoia in collaborazione con l’azienda Vannucci piante. Si tratta dell’allestimento delle vetrine con tre temi che riguardano l’mbiente,il rispetto e la responsabilita’ civile. In ogni strada del centro troveremo quindi la vetrina TRACCIA SORRISI,il cui messaggio sara’ quello di donare 40 sorrisi al giorno,coinvolgendo tutti i passanti che vorranno lasciare l’impronta del proprio sorriso sullo smile predisposto. Il tema della seconda sara’ l’OSSIGENO e quindi troveremo 50 bottigliette alimentate da una pianta tramite un tubicino per dare il messaggio di donare 10 litri di puro ossigeno.La terza e ultima avra’come tema i PALLONCINI con un vaso pieno di questi recanti la stampa del logo


Il pesce come al mare Al ristorante La Favola Mia, in tutto il periodo estivo, trovi la migliore qualità di pesce, abbinata

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a un prezzo giusto per qualsiasi tipo di clientela. I piatti storici del ristorante, che fonda il suo successo sulla tradizione e sulla cucina curata dallo chef Leonello, sono appunto la degustazione di mare, ma anche le famose Trofie pesto e frutti di mare e come

#piattoricco

46

secondo piatto la Cascata di diamanti. A La Favola Mia puoi mangiare anche piatti di carne di prima qualità e la buonissima pizza di Pellegrino.

Salmone affumicato 2 fette Salmone affumicato Crostino di pane Burro aromatizzato alle erbe Zuppetta di moscardini 5 Moscardini freschi Prezzemolo, aglio, peperoncino Una goccia di vino bianco Brodo di pesce Un cucchiaio di pomodoro Crostino di pane

Insalata di mare 2 gamberetti, 1 calamaro media grandezza 1/2 scampo fresco Zucchine, sedano e carote tagliate a la julienne Olio, limone e sale. Polpo con patate 50 gr di polpo fresco. Mezza patata. Pomodorini ciliegini Glassa di vino rosso Piatto del giorno (qui presentiamo le alici fritte) Due alici fresche Farina Olio di semi

La Ricetta Salmone affumicato

Insalata di mare

Il salmone affumicato viene presentato con il pane e il burro aromatizzato e condito con una vinaigrette al balsamico.

Calamari e gamberetti freschi si mettono a bollire per pochi minuti. Dopodiché vengono adagiati nel piatto con le verdure tagliate a la juliene e condite con una emulsione di olio e limone.

Zuppetta di moscardini

Polpo con patate

I moscardini freschi si fanno bollire per dieci minuti, dopodiché vengono messi in una piccola casseruola con prezzemolo, aglio, peperoncino e pomodirini concassè. Appena il pesce appare “abbronzato” si aggiunge una goccia di vino bianco, il brodo di pesce e quindi, alla fine, aggiungere un cucchiaio di salsa di pomodoro e cuocere ancora per quindici minuti. Si presenta con il pane tostato,

Il polpo si mette a bollire. Dopodiché si taglia a fette e si unisce alle patate e ai pomodorini ciliegini, tagliati concassé. Il tutto si condisce con olio e glassa di vino rosso. Alici fritte Per friggere le alici fresche e avere un ottimo risultato, si devono solo infarinare in modo da mantenere inalterato il sapore del pesce e la croccantezza.


foto di Chiara Ghilardi

Le eccellenze della cucina a Montecatini Il premio Eurotoques a Sirio Maccioni

47 #eccellenze

Montecatini al centro del mondo per l’eccellenza culinaria. Il 28 maggio scorso, infatti, in città si è svolta la tre giorni di Euro Toques, la comunità europea dei cuochi. Tra i soci ha partecipato all’evento Giuseppe Argentino, chef da dodici anni al Grand Hotel Grotta Giusti, che per l’occasione si dedicherà a creare un secondo piatto originale. “Sono entusiasta di essere stato presente a questa importante iniziativa e soprattutto di aver fatto assaggiare ai presenti una mia creazione, preparata nel rispetto dei principi che stanno alla base della filosofia di Euro Toques: qualità ed eccellenza nelle materie prime sono i punti cardine di una professione che punta ad offrire un servizio di alto livello.” L’associazione Euro Toques, nata da un’idea di Pierre Romeyer, uno dei più grandi chef belgi, raggruppa i più importanti chef italiani, con l’obiettivo di difendere la qualità degli alimenti. I cuochi aderenti rifiutano la standardizzazione dei prodotti alimentari ed invocano il rispetto delle diversità al fine di mantenere i sapori ed i colori d’origine. Alle Terme Tettuccio erano presenti i Presidenti Fondatori di Euro Toques Paul Bocuse e Gualtiero Marchesi che, insieme al Presidente in carica Enrico Derflingher, hanno consegnato al grande ristoratore Sirio Maccioni, il Premio Internazionale Euro Toques Italia. Nella stessa occasione sono stati premiati, in onore delle loro grandi carriere i Presidenti Fondatori di Euro Toques Paul Bocuse e Gualtiero Marchesi e Sirio Maccioni. Parte del ricavato del pranzo è stato devoluto all’associazione Dynamo Camp onlus.


Il ristorante San Francisco si sposta nella suggestiva piazza del Gambrinus

Grande novità quest’anno al Gambrinus Cafè che diventa a tutti gli effetti un ristorante di prima qualità. Infatti dalla scorsa settimana, il ristorante San Francisco, con il suo staff, con I menu e I prodotti di prima qualità, si è trasferito nella bellissima e suggestive piazza liberty del centro di Montecatini. E’ un’offerta unica che alza il livello e arricchisce ancora uno dei locali più belli d’Italia dove così puoi pranzare, bere un caffè, invitare un amico a un aperitivo, ma anche cenare a lume di candela con un menu che presenta piatti di pesce freschissimo, grigliate, crostacei e anche gli altri prodotti tradizionali del San Francisco come le tartare, amate dai suoi clienti. Di alto livello anche la scelta dei vini e degli champagne.


Nasce a Monsummano il nuovissimo studio dentistico Buongiorno E’ stato un appuntamento che ha attirato davvero tanta gente, l’inaugurazione dei nuovi studi dentistici dei fratelli Marco e Valerio Buongiorno, a Monsummano. Una bella struttura alle porte della cittadina della Valdinievole che è molto diversa da un classico studio dentistico. I colori sono moderni, come i macchinari che utilizzano tecnologie di ultime generazione e un ambiente, in generale, che ti accoglie come fosse un posto per te familiare. Nello studio dentistico di Marco e Valerio Buongiorno si effettuano tutti gli interventi, le terapie e i controlli per la cura dentale. Lo studio si trova in via Empolese 150 a Monsummano Terme. Telefono: 0572-952694


Gli studenti di San Marcello si aggiudicano il secondo trofeo Ready2go al concorso Ricomincio da Smart

#aci

50 Il concorso “Ricomincio da Smart – 2° trofeo Ready2go” dove si chiedeva agli studenti di rappresentare in un video la loro ideale smart city, è l’ennesima testimonianza dell’attenzione che l’Aci dà ai giovani e alla loro sicurezza. Il concorso è stato vinto dall’istituto Onnicomprensivo di San Marcello Pistoiese. Il gruppo è composto da dieci studenti della 5 Iti: Salvatore Andò, Emanuele Bertini, Rossano Bicocchi, Christian Di Cagno, Francesco Ferrari, Iacopo Lenzi Jan Luis,Passero, Emanuele Petrucci, Morgan Petrucci, Luca Sichi, guidati dai professori Fedi, Spinicci, Danesi e Petrucci. Il video è ambientato in un giardino (il Parco della Rana di Pistoia) completamente rivisto, con strutture innovative, soluzioni che sfruttano energie alternative, idee interessanti che tengono conto della qualità della vita di tutti i cittadini, compresi gli anziani. Tra gli altri sei Istituti (Fedi-Fermi, Pacini, Artistico di Pistoia, Alberghiero di Montecatini, Sismondi-Pacinotti di Pescia, Tullio Buzzi di Prato) tutti secondi ex aequo, si sono distinti il Sismondi-Pacinotti di Pescia che ha avuto la menzione per ‘capacità di suscitare emozioni’, e il Buzzi di Prato che ha avuto la menzione ‘efficacia nella comunicazione’. Il presidente ACI Antonio Breschi e il direttore Pasquale Amoroso, con le molte autorità presenti (Prefettura, Questura, Polizia Stradale, Provincia, Comune) e l’ottima conduzione del presentatore Fausto Livi, hanno mostrato i video delle scuole, intervistato

e premiato i ragazzi, esposto le tante attività che ACI organizza per i giovani e la sicurezza stradale. I giovani, oltre alle targhe per le scuole, hanno avuto come premi speciali biglietti per concerti del circuito Boxoffice (offerti da aci), biglietti del Pistoiablues (offerti dal comune, rappresentato dall’ass.Mario Tuci) ed una promozione particolare da utilizzare presso le Autoscuole Ready2Go “Fedi Moreno di Pistoia” e “Lucarelli Alvaro di Pistoia e di Quarrata”, dove agli studenti che si iscriveranno al Corso Patente saranno offerte due lezioni di guida gratuite. I lavori dei ragazzi saranno anche mandati in onda su Tvl nel corso del programma “Il cando al balì” di Luigi Bardelli. Dai video-spot realizzati dagli studenti emerge quello che i giovani vorrebbero per la loro città. Le visioni spaziano e declinano soprattutto due aspetti: la necessità/utilità di tecnologie sempre più avanzate e un desiderio più ‘atavico’ di libertà, socializzazione, semplicità. In ogni caso, la città ideale, dal punto di vista organizzativo e strutturale, dovrebbe investire maggiormente in spazi verdi per attività sportive, strutture per il tempo libero, soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti; uso di tecnologie semplici e alla portata di tutti, miglioramento della rete viaria e ferroviaria, valorizzazione delle aree cittadine meno conosciute. La Smart City non deve infine dimenticare le esigenze dei suoi cittadini in difficoltà, come anziani e portatori di handicap.



DA UN’IDEA DI GIORGIO PANARIELLO PRESENTA WALTER SANTILLO TUTTI I GIOVEDI @GAMBRINUS BAR


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