Iscrizione Tribunale di Pistoia n.9/2009 del 14 maggio 2009
Mensile di Approfondimento della Valdinievole e di Pistoia a Diffusione Gratuita Anno 3 - Numero 25 - Gennaio 2012
Chi sarà il CAPITANO? LA CITTA’ DI PISTOIA SI AVVICINA ALLA TORNATA ELETTORALE TENGONO BANCO LE PRIMARIE DEL PD. TUTTO SUI QUATTRO CANDIDATI IL PDL SI RIUNISCE AL CONGRESSO: SFIDA LAPENNA - CAPECCHI
OSPEDALE
L’idea di Giuseppe Fiore: “Chiudete il Pronto Soccorso. Pescia diventi l’eccellenza della riabilitazione”
EVASIONE FISCALE: LA DIFFICILE VITA DEGLI ARTIGIANI
a Larciano Municipio - P.zza Vittorio Veneto, 1
a Monsummano
Circolo Arci Nuova Associazione Pazzera - Via Francesca Sud, 585 Edicola Il Centauro - Via Francesca Sud, 541 Bar Al Bacio - P.zza Vittorio Veneto, 249/A Trattoria Da Remo - Via Francesca Sud, 271 Edicola BiroBlu - P.zza Vittorio Veneto, 159 Bar Clarabella - P.zza Martiri di Marzabotto, 9 Circolo Arci Cintolese - Via M.L. King Tabaccheria Bonfanti - P.zza Vittorio Veneto, 155 Bar Sport - Via Pozzarello, 1355 Pizzeria Alex’s Pizza - P.zza Vittorio Veneto Circolo Arci “Vergine dei Pini” - Via di Pozzarello, 113 Bar Jabar - Via Francesca, 972/974 Bar Centrale - Via Quattro Martiri, 1 Piscina Comunale - P.zza Pertini Caffetteria Il Poggetto - Via G. Matteotti Almablanca Cafè - Via della Repubblica, 190 Bar Tabacchi Rolando - Via Risorgimento, 759 Circolo Ricreativo Arci Biccimurri - Via G. Matteotti Hair Style Professional di Cardelli Giueseppe - Via Pineta, 699 Hotel Il Colono - Via Bartolini, 500 Circolo Arci Le Case - Via C. Battisti, 1134 Pizzeria Natalino - Via E. Toti, 53 Caffè Miro - Via Martiri del Padule, 75 - Loc. Castelmartini Bar Gelateria Filippo - P.zza del Popolo, 20 Edicola L’Arcobaleno - Via Francesca - Loc. Castelmartini Bar Centrale - P.zza G. Giusti, 191 Bar Voglia Matta - Via Matteotti, 48 Kalù Kafè - Via Berlinguer, 221 L’Edicola di Caterina Calistri - Via Francesca, 1228 Restaurant Lounge Music DiciottO.1 - Via MontevettoliniEdicola Bardelli Bruno - Via Padre Donzelli, 85 Caffè Battisti - Via C. Battisti, 956 Cantagrillo, 310/A Dottor Book Centro Uffici - Via Cavour, 120/124 Tiffany Wine Bar - P.zza F. Martini Municipio - P.zza IV Novembre, 75h Caffè Martini - P.zza F. Martini, 44 Cartoleria Libreria Lapardi - V.le Martini, 96/100 Cartoleria L’angolo di Archimede - Via Pineta, 527 Bar Candalla - V.le Martini, 196 Caffè Cavour - Via Cavour Bar Snoopy - Via Empolese, 47 Bar Galligani Re del Cappuccino - Via Garibaldi, 151 Birindelli Auto - Via L. Billi, 2/4 Bar Marika - Via Francesca Nord, 687 Caffè Palaia - Via Padre Donzelli, 168
GIÙ DALLA TORRE
GIU’ DALLA TORRE e’ il nuovo spazio de IL GIULLARE dedicato ai nostri lettori. Mandateci mail (info@ ilgiullare.com) per segnalarci chi vorreste gettare giù dalla torre. Per rendere pubblico tutto quello che è sbagliato e condannabile del nostro territorio. Questo mese iniziamo, segnalando il degrado che abbiamo immortalato nei vecchi stabilimenti termali di Montecatini. Una immagine che mostra un’incuranza e una non attenzione alle bellezze e alla storia della città che non possiamo accettare. Quindi GIU’ DALLA TORRE il Comune di Montecatini e le Terme.
DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Spadoni - aspadoni@ilgiullare.com CAPO REDATTORE Diletta Severi - dseveri@ilgiullare.com REDAZIONE Roberto Grazzini Jacqueline Monica Magi Lorenzo Benedetti Simeone Clamori Antonio Pileggi Federico Liberati Antonella Gramigna HANNO COLLABORATO Maurizio Carrara Rocky Rossini FOTOGRAFIA Cristiano Bianchi - cbianchi@ilgiullare.com GRAFICA E IMPAGINAZIONE Eva Bugiani - ebugiani@ilgiullare.com STAMPA Nova Arti Grafiche - Signa (Firenze) SOCIETÀ EDITRICE Il Giullare Editore srl Iscrizione Tribunale di Pistoia n°9/2009 del 14 maggio 2009 Redazione de “Il Giullare” Via Franchetti 11 - 51100 Pistoia email: info@ilgiullare.com “Il Giullare” è visibile e scaricabile online all’indirizzo www.ilgiullare.com Cerca “Il Giullare” su Facebook
Dal Trono al Bar
L’amico de “Il Giullare” Gabrio Gamma, ha aperto un’attività a Poggi-
bonsi: “Let’s Go - Il Bar”. All’inaugurazione erano presenti il nostro Diret-
Vuoi fare pubblicità su Il Giullare? Chiamaci al 334.2251974
tore Andrea Spadoni e il nostro fotografo Cristiano Bianchi. Insieme a loro numerosi VIP della TV, tra i quali Pietro Titone (nella foto).
L’Italia un paese alla deriva? No, non vogliamo. Anzi, è compito nostro che, ogni mese, realizziamo un giornale, trasmettere sentimenti di fiducia e speranza. E’ vero che all’inizio di questo 2012 i presagi non sono stati dei migliori. La crisi economica che attanaglia il paese, la manovra monti che ha alleggerito le tasche di tutto. Il caso Cortina e questa lotta all’evasione fiscale che va a purtroppo colpire sempre i più piccoli. I deIL DIRETTORE boli. In più, tutt’oggi, sono sempre fresche Andrea Spadoni le immagini del tragico naufragio all’Isola del Giglio. Il dolore che si aggiunge al pessimismo, sembra non lasciarci via d’uscita. Ma noi vogliamo ancora crederci, questo paese può cambiare. E questo processo deve iniziare dalla nostra terra, da Pistoia, città che si avvicina alla tornata elettorale. E per risorgere, chiunque sarà il nuovo capitano, non dovrà abbandonare la nave.
Chi sarà il capitano?
24
30
in questo numero 01.2012
7
46 7
l’intervista
29
stonature
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le primarie del PD
30
il caso ospedale
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i candidati
32
oltre
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l’impertinente
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tagliati per il successo
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qui PDL
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giramondo
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la protesta
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agenda
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sindaco per un giorno
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benessere
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dialoghi
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piatto ricco
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eventi
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artigiani coraggiosi
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sport
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SOS giullare
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curiosità
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il naufragio
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social giullare
“E il cicciaio disse: mangia la ciccia, mangiane tanta e st arai ben di mente e di pancia” e
Il Cicciaio
Via Pistoiese, Borgo a Buggiano - Telefono 334 2100484 ORARIO: 08.00-13.00 16.00-20.00 chiuso domenica e mercoledì pomeriggio
Andrea Spadoni foto di Cristiano Bianchi
L’
idea di diventare editore è stata una scommessa. O, come lui stesso definisce “una bella avventura”. Dal 25 luglio (data dello sbarco ufficiale della rivista a Pistoia) è, infatti, salito al timone de “Il Giullare” e lo ha fatto crescere. Le sue scelte, sempre intelligenti e ponderate, hanno fatto sì che queste pagine siano diventate gradualmente sempre più punto di riferimento per gran parte dei lettori della nostra provincia. Moderno, accattivante, serio, libero. Questo è stato il messaggio che ha trasmesso a tutti noi della redazione, come fosse un motto della sua vita. Maurizio Carrara, 37 anni (nelle foto), non è solo un novello editore, ma è uno dei componenti della nuova generazione di una famiglia che ha portato l’industria pistoiese ai vertici mondiali, con una storia centenaria iniziata nel lontano 1873 e passata poi per il padre Mario e i due fratelli Massimo e Marco. Un percorso di successi imprenditoriali nel quale non è mai stato messo in secondo piano il legame e l’amore per la propria città, Pistoia, e per tutto il territorio circostante. Per questo motivo, nel numero che dà il via al 2012 e per la prima volta, il nostro editore ci ha concesso un’intervista e, insieme a noi, ha tracciato un bilancio politico, economico-sociale della provincia di Pistoia, ma anche, in generale, della crisi che l’Italia sta affrontando. Iniziamo, come piace a me, dai temi caldi. Quello più attuale: la politica.
A Pistoia, tra qualche mese, i cittadini saranno chiamati alle urne a scegliere il nuovo sindaco. Una tornata elettorale particolarmente importante per la città, dato che Renzo Berti ha terminato il proprio mandato. Che ne pensi? “A Pistoia la situazione politica è abbastanza delineata. In questo momento la massima attenzione è per le primarie del Partito Democratico che dovranno esprimere il candidato del centrosinistra che, presumibilmente, sarà il nuovo sindaco”. Facciamo un pronostico: il favorito? “Sinceramente non conosco le dinamiche interne del Partito Democratico. Faccio prima a dire chi vedo meglio nella rosa dei candidati: Roberto Bartoli. Lo conosco dai tempi della scuola ed è un uomo serio e capace, ha studiato ed è uno stimato professore universitario. In più ha entusiasmo e sa stimolare anche chi lo ascolta. Trasmette un sentimento di fiducia e un’immagine di rinnovamento”. Mi viene spontanea una domanda: la mancanza di alternanza è un limite per la crescita di Pistoia? “Potrebbe esserlo. Qua, una grande fetta della popolazione vive ancora sulle idee trasmesse dai nonni, con una mentalità di grande paese, non di città che si spinge verso il moderno. In un futuro, neanche troppo lontano, le cose però cambieranno. I giovani di oggi sono diversi: studiano, viaggiano, conoscono altre realtà e si fanno un’idea propria. Per questo
Pistoia cambierà Intanto io sogno le Olimpiadi Fiducia, capacità, entusiasmo: gli ingredienti del successo in politica e nello sport.
Maurizio carrara
vedo, a breve, una Pistoia diversa”. Negli ultimi anni hai deciso di investire anche a Montecatini in due locali storici come il “Gambrinus” e il “San Francisco” “Credo nelle potenzialità della città termale, anche se capisco che ripartire in un momento di congiuntura economica negativa, non sia semplice. Penso che si debbano valorizzare al massimo le sue tre principali caratteristiche: benessere, intrattenimento e offerta commerciale. Per questo insisto a dire che, accanto al rilancio termale, sia necessario creare un tessuto di locali di qualità e attrazioni che possano essere un valore aggiunto per il turista. Purtroppo mi sembra che il trend sia quello di non favorire troppo queste realtà”. Però con Miss Italia e i prossimi mondiali di ciclismo, forse, la città ha riacquistato un po’ di immagine. “Sì, ma non ci si deve fermare qui. Se resteranno eventi spot non saranno serviti a niente. Se invece, anche nei prossimi anni, si continuerà a portare a Montecatini manifestazioni di questa importanza, i risultati si vedranno. E saranno tangibili”. Oggi, tra l’altro, la crisi economica sembra aver colpito al cuore tutto il nostro paese. “L’importante è non farsi condizionare dal pessimismo generale che ci trasmettono i media. Nei momenti di crisi esistono anche grandi opportunità e la selezione, spesso, la fa il merito. Ci sono meno possibilità, ma riservate solo ai più bravi, ai migliori”. Passiamo alle tue passioni: lo sport. In primis il basket di Pistoia che vi ha visti protagonisti sempre in prima linea, sia con la presidenza di tuo padre Mario, sia come sponsor negli ultimi anni. “L’unione con il basket di Pistoia ci ha sempre dato belle soddisfazioni attraverso grandi risultati: dagli anni d’oro della pallacanestro pistoiese, con mio padre Mario al timone della società prima e poi mio fratello Massimo, fino all’ultimo ritorno in serie A, che invece ci ha visti impe-
gnati esclusivamente come sponsor. Nello sport però ci sono i cicli, così, dopo aver associato i nostri marchi al basket pistoiese negli ultimi cinque anni, abbiamo deciso di fare un passo indietro e lasciare il testimone a Giorgio Tesi Group, azienda leader nel settore vivaistico. La squadra, attualmente, sta facendo grandi risultati. Incrociamo le dita. Purtroppo, questa, per lo sport in generale e per il basket in particolare, è una fase delicata ed è sempre più difficile far quadrare i bilanci, nonostante l’impegno profuso dalla società per reperire i fondi. La speranza è che Pistoia sia tra quelle piazze che ce la faranno”. Sappiamo che giochi anche a basket. “Sì, a livello amatoriale: però, ti confido un curioso aneddoto: nonostante non abbia mai avuto a che fare con il professionismo in questo sport, posso vantare tra i miei ex compagni di squadra due atleti del calibro di Kobe Bryant e Paolo Moretti. Il primo, nelle giovanili della Libertas, quando suo padre Joe giocava a Pistoia. L’altro, fino a pochi mesi fa, nella squadra Uisp Bibliotech. Niente male per un dilettante com me”. L’altra tua passione è il tiro a volo. Vero? “Esatto, ho iniziato quando avevo poco più di 14 anni. Tutto è nato perché da bambino mi piaceva andare a caccia con mio padre. Fu lui a portarmi la prima volta al tiro a volo di Montecatini. Ho iniziato l’attività agonistica e in pochi anni ho raggiunto le massime categorie della disciplina. Dopo un periodo di inattività, sei anni fa ho ricominciato e il talento è rimasto lo stesso. Negli ultimi due anni sono stato finalista ai campionati italiani di Eccellenza classificandomi rispettivamente al terzo e sesto posto, ma ora l’obiettivo sono le olimpiadi di Londra”. Sarebbe un traguardo eccezionale. “Direi un sogno che si realizza. Mi è stato offerto di far parte della squadra della Slovenia: sono in corso le procedure per ottenere il doppio passaporto e già in questa stagione sto gareggiando con loro nelle competizioni internazionali. Se le procedure burocratiche si sbloccheranno a breve, le possibilità di andare a Londra potrebbero essere molte”. L’intervista è finita, ma vorrei provare a farti un’ultima domanda. Posso? “Mi sembra di aver detto tutto”. In verità, della tua vita privata non ne parli mai e appari una persona molto riservata. Però, vorrei tentare di sapere qualcosa di più… “Eh già, la mia vita privata. Ho avuto anche fidanzamenti lunghi, ma mai “tradizionali”. Non sono mai stato il tipo da pasticcini la domenica a pranzo a casa dei suoceri. E ora vuoi sapere se mi sposo? Credo che il 2012 sia l’anno giusto per fidanzarmi seriamente. Poi, quando sarà il momento di costruire una famiglia, deciderò di sposarmi. Ma non andrò oltre i quarant’anni. Sarà troppo presto?!”.
P7/l’intervista
QUANDO.DOVE.COME
Si vota Domenica 29 Gennaio, dalle ore 08 alle ore 21.00, muniti di documento di identità. Possono votare tutti i residenti di Pistoia, gli immigrati con permesso di soggiorno e i sedicenni. Per esprimere la preferenza, basta fare una X sul candidato prescelto. Per votare, viene chiesto di versare un euro.
LE PRIMARIE DEL
Roberto bartoli
samuele bertinelli
alberto niccolai
cecilia turco
Firenze, 16 giugno 1973.
Pistoia, 1976. Impiegato Libreria Edison di Pistoia. Consigliere Comunale, eletto Presidente della Commissione Cultura, Sport e Pubblica Istruzione a 22 anni. Capo del gruppo DS fino al 2007. Fondatore del PD, è stato coordinatore della segreteria provinciale.
Pistoia, 1 Aprile 1963.
Pistoia, 17 marzo 1956. Av-
Avvocato, titolare di uno
vocato, titolare Studio Legale
studio legale specializzato in
Turco e Associati.
diritto del lavoro. Dal 2009,
E’ stata capogruppo per la
assessore comunale, con
Sinistra indipendente in Con-
deleghe al personale, patri-
siglio comunale a Pistoia e
monio, servizi demografici,
assessore agli Affari Generali,
statistica, affari generali e
ai servizi sociali e alla Coope-
innovazione tecnologica.
razione Internazionale.
Professore di Diritto Penale Facoltà di Giurisprudenza, Ateneo di Firenze. Ha fatto politica da giovane nel partito repubblicano: eletto consigliere comunale nella lista de L’Ulivo. Tutt’oggi, quindi, in carica.
Sono un uomo libero
per servire la città
//
Convive con la compagna Aurora e con Margot, la gatta. Oltre alla filosofia, ama la musica Jazz e il vino rosso. “Aurora sostiene la mia scelta. Mi ha detto di fare ciò che sentivo giusto e per me il suo appoggio è stato fondamentale. E’ una donna intelligente ed autoironica”. Ha fondato insieme a Giovanni Capecchi, Stefano Cristiano, Lorenzo Gai e Francesca Matteoni l’”Associazione Palomar” - ispirata al celebre libro di Italo Calvino - di cui è Presidente.
samuele bertinelli
L’
impressione che hai quando incontri per la prima volta Samuele Bertinelli è di estrema rassicurazione. La stessa di quando a scuola, nel compito in classe, capiti accanto al più bravo e solo la sua vicinanza è garanzia di tranquillità per un buon risultato. Il paragone è calzante, visto che ho davanti un laureato in Filosofia con lode. Calmo, serio, toni pacati: trasuda sicurezza, consapevolezza e professio-
nalità. Si presenta così, questo trentacinquenne pistoiese cresciuto a pane, politica e cultura, che ha deciso - dopo una lunga e proficua attività politica - di candidarsi per le prossime amministrative. Primarie del 29 gennaio prossimo, permettendo. Aderisce ai Democratici di Sinistra e diventa, ad appena ventidue anni, Consigliere Comunale, eletto Presidente della Commissione Cultura, Sport e Pubblica Istruzione. Nel mandato successivo, dal
P10/i candidati
Diletta Severi
2002 al 2007, è a capo del gruppo DS. Sono gli anni in cui, dentro il cambiamento rapidissimo della politica e della società a Pistoia e nel mondo, matura una conoscenza profonda dei problemi e delle opportunità della città. Interrompe l’attività istituzionale nel 2007 (“Non mi sono ricandidato in Consiglio Comunale perché ogni esperienza, per essere significativa, deve avere un termine, e ho declinato la proposta di un mio impegno nella Giunta comunale, perchè ero convinto che occorresse una svolta più profonda nel governo della città”), ma non l’impegno politico. Fondatore del PD, è stato coordinatore della segreteria provinciale fino al 2009. La candidatura a sindaco è il giusto coronamento di un percorso politico attivo e brillante? Il mio lavoro (impiegato alla libreria Edison di Pistoia, ndr), privo di conflitti di interessi, e il mio stipendio mi hanno sempre permesso di fare politica in libertà. La decisione di candidarmi nasce da questa passione civile che nutro da sempre e dalla richiesta di una parte largamente maggioritaria del mio partito. E’ stata una scelta ponderata. Credo sia maturo il tempo nel quale una nuova generazione prenda in mano il proprio destino: una nuova classe politica non soltanto anagraficamente giovane, ma composta essenzialmente da persone serie e competenti, libere e responsabili, capaci di costruire un futuro migliore non solo per Pistoia, ma per l’Italia intera. La mia candidatura interpreta questo desiderio di futuro dei militanti di base e dei giovani del PD, e di tanti militanti ed elettori di tutto il centrosinistra. Soddisfatto di questa decisione? Sono sempre sereno nelle mie scelte: valuto non in funzione di quello che mi conviene ma di quello che credo giusto. Sono un uomo libero. Quella che sto facendo è un’esperienza formidabile, prima di tutto dal punto di vista umano, perchè arricchisce ogni giorno la mia percezione della città. Ho scelto di fare una campagna elettorale molto tradizionale, battendo palmo a palmo il territorio, incontrando i cittadini uno per uno. E’ faticoso, ma bellissimo. D’altronde, credo che per chi ama davvero la politica non ci sia traguardo più bello che fare il sindaco della propria città. Che idea ha della sua città? E andando tra la gente, qual è la sensazione che ha avuto? Di sfiducia o di timida speranza? Il suo punto di forza è il profondo radicamento alla terra: un legame antico che le permette di guardare all’essenziale. Pistoia in questi anni è cresciuta, complessivamente migliorando. Oggi vive, però, una crisi economica e sociale importante che si
traduce in un forte disorientamento civile. Da questa preocuppazione per il presente nasce un’attesa verso la politica, affinchè ridiventi catalizzatrice di cambiamenti concreti. Nonostante la politica goda di una pessima reputazione, mi sembra stia maturando l’idea che non è andando contro la politica che si possono sistemare le cose. La gente ha bisogno di partiti più aperti, trasparenti e democratici, di una politica che dia il buon esempio e che non sia soltanto predicatoria. In buona sostanza, ci deve essere coerenza tra quello che si dice e quello che si fa. Che primo cittadino potrebbe essere? Senz’altro, un sindaco che lavorerà sodo, dal primo momento, per risolvere i problemi della città, in costante dialogo con tutti. La mia priorità sarà affermare, con i fatti, il diritto per tutti alla città partendo dal diritto al lavoro: difendere quello che già c’è, dal vivaismo ad AnsaldoBreda, e ricostruire le condizioni per far crescere nuova occupazione. Pistoia ha bisogno, inoltre, di una diversa politica urbanistica, di politiche ambientali e della mobilità più rigorose e coraggiose, di una profonda ristrutturazione del welfare locale, più orientato ai bisogni, e di ripensare, dopo la fine del decentramento organizzato nelle circoscrizioni, moderne forme di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Infine, ritengo necessaria una radicale riorganizzazione delle partecipazioni aziendali del Comune per migliorare i servizi essenziali. Pistoia ha la tendenza alle divisioni: per questo, dobbiamo unire la città intorno a pochi e precisi obiettivi. Possiamo e dobbiamo uscire dalla crisi con una città più forte, moderna e giusta. Brillante carriera universitaria, amante della filosofia, tra i libri tutti i giorni: si potrebbe dire che Lei è il trait d’union tra la politica e la cultura. Lo spero. Sono fermamente convinto che la crisi della sinistra sia maturata proprio sul terreno della cultura e dei principi, molto prima dell’arrivo di Silvio Berlusconi. Per questo, credo sia necessaria una moderna pedagogia civile, che torni a dare valore alle cose che valgono. O la politica è strumento per trasformare in meglio la società o è soltanto cinismo e tecnica del potere. Per concludere. Teso? Assolutamente sereno. D’altronde, si fa quel che si deve e succeda quel che può.
P11/i candidati
Il volto rosa
alle primarie //
Sposata in seconde nozze con Aldo Fedi, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Usl 4 di Prato, è madre di Elisa, 32 anni, Camilla, 31, Beatrice e Caterina, rispettivamente 21 e 20 anni. Tra il lavoro e la famiglia, non ha molto tempo di coltivare hobby, ma non rinuncia a godere della buona musica lirica, al mare e alle lunghe passeggiate nel verde.
CeCILIA TURCO
P
otrebbe entrare nella storia, diventando il primo sindaco donna della sua città. Ma, questa possibilità non sembra crearle particolari ansie. Anzi, Cecilia Turco - che ha già il primato di essere l’unica candidata “rosa” alle prossime primarie - ha un sorriso sempre pronto a sbocciare, nonostante questo sia, per lei, un momento particolarmente stressante ed impegnativo (“Ma rifarei tutto. Sto vivendo un’esperienza faticosa, ma bella perché mi permette di conoscere
a fondo questa città, all’apparenza sorniona, ma ricca di un patrimonio di storie umane incredibili e significative” ci confida). Cecilia Turco dà l’impressione di essere una donna concreta, oltre che completa: stimata professionista che festeggia quest’anno i trent’anni di attività (avvocato, titolare dello Studio Legale Turco e Associati), madre, moglie, impegnata nel sociale ed, ovviamente, in politica. Dal 1985 al 1988 è stata capogruppo per la Sinistra indipendente in Consiglio comunale a Pistoia e
P12/i candidati
Diletta Severi
dal 1988 al 1990 assessore agli Affari Generali, ai servizi sociali e alla Cooperazione Internazionale. Attualmente, è membro del Consiglio generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e presidente del Consiglio di amministrazione della Scuola di Formazione Forense “Cino da Pistoia”, istituita dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Pistoia. Non si considera una superdonna: anzi, senza falsa retorica, sa che è routine per chi porta la gonna, doversi abilmente destreggiare tra lavoro, famiglia ed interessi personali. Lei è l’unica candidata donna. Un vantaggio? O, diversamente, una penalizzazione? Senz’altro un vantaggio. C’è grande desiderio di avere una donna alla guida della città. Sarebbe la prima volta e sono in tanti a darmi fiducia non soltanto come ex amministratrice, come persona che ha una sua storia professionale conosciuta, che ha sempre vissuto a Pistoia e la conosce bene, ma anche in quanto donna. Non sono solo le donne a fare questa riflessione, ma anche tanti uomini. Di questo sono felice perché ritengo che a Pistoia ci siano molte persone valide ed impegnate, ma che ci sia bisogno di valorizzare maggiormente le donne, oggi poco rappresentate. Da dove nasce l’intenzione di candidarsi? Dalla richiesta di molti cittadini di fare qualcosa per il mio comune. Non sono un politico di professione, ma mi sono sempre impegnata nella vita sociale e politica della città. Di fronte a tante sollecitazioni non me la sono sentita di sottrarmi a questa responsabilità perché mi sento pronta a dire la mia. Non ho nulla da perdere, sono piena di entusiasmo e voglia di fare. E credo che quello di sindaco sia uno degli incarichi più importanti, perché è dalle città che si deve cercare di superare la grave crisi che stiamo attraversando, che non è solo economica e occupazionale ma anche culturale e di partecipazione. Insistenti rumors la danno per favorita alle prossime primarie. Sono una donna concreta e ai rumors preferisco i fatti. In questo momento conta il lavoro capillare e quotidiano di confronto con la gente comune, che è il mio punto di riferimento. Così continuo con gli incontri, i colloqui, le iniziative della mia campagna elettorale, cioè con la mia “strategia dell’ascolto” di tutte le migliori espressioni della città e dei tanti paesi del nostro comune. Pistoia sta vivendo un delicato momento economico-sociale, dalla vicenda Ansaldo Breda, alla questione Aias-Apr. Qual è la Sua posizione in merito? AnsaldoBreda deve diventare una questione nazionale. Insieme alla Regione dobbiamo impegnare il Governo a considerare il settore trasporti una priorità per il Paese, nonché chiedere a Finmeccanica un serio piano industriale. Sono stati compiuti errori e sottovalutazioni, anche da parte delle Istituzioni. E’ assurdo che in un settore nel quale nei prossimi dieci anni nel mondo è
prevista una crescita a due cifre, noi rischiamo di perdere la nostra fabbrica. Ne va della vita di centinaia di famiglie pistoiesi e l’urgenza di intervenire è assoluta. Sulla vicenda Aias occorre lasciare che si compiano le azioni legali avendo come faro la tutela dei portatori di handicap delle loro famiglie e dei lavoratori. In generale, che Pistoia si troverebbe a governare qualora diventasse prima cittadina? Ho paragonato Pistoia ad una bottiglia di spumante che aspetta solo di essere stappata. Ha molte potenzialità inespresse che devono essere liberate, dalla rete delle piccole imprese, ad un centro storico che deve essere vissuto meglio nell’arco delle 24 ore e non solo di notte, ad un vivaismo di cui siamo potenza mondiale, ma che non riesce a fare sistema, al turismo che deve essere uno dei nostri punti di forza, ai tanti cittadini che vogliono essere interpellati. Il sindaco uscente Berti, in un’intervista di qualche giorno fa, ha dichiarato di lasciare un Comune “sano”. E’ d’accordo? Ogni nuovo amministratore si propone - è ovvio - di far meglio di chi l’ha preceduto. Anch’io. E’ vero che quella di Pistoia non è un’amministrazione in esercizio provvisorio, né commissariata, ma non possiamo negare elementi di criticità. Quella di una gestione attenta e riorganizzata delle poche risorse disponibili è una delle priorità. Dobbiamo far percorrere alla macchina gli stessi chilometri avendo meno soldi per acquistare il carburante. Non sarà semplice, ma qualche idea in proposito ce l’ho. A partire da sobrietà e risparmio, rivedendo tutte le voci in uscita e riorganizzando la macchina comunale in rapporto al ruolo che deve avere, comunque centrale, nella vita della città. Il suo slogan elettorale è “Pistoia cambia volto”. Ed individua 10 priorità per la città. Potete leggerle sul mio sito www.ceciliasindaco.it, ma sono tre le cose che si impongono su tutte: creare occasioni di occupazione, dedicare più attenzione a chi ha meno, a chi soffre, alle famiglie in difficoltà e dare più spazio ai giovani. Un volto diverso che va nella direzione di ricostruire il rapporto fra cittadini e istituzioni. Sul suo sito, ha realizzato piccoli spot di 30 secondi l’uno in cui descrive la città che vorrebbe. Le chiedo, ora, di usare 30 parole per la Sua Pistoia ideale. E’ un obiettivo a cui tendere perché la nostra azione deve puntare a migliorarsi sul piano dei diritti, a vantaggio dei pistoiesi e delle generazioni future. Posso elencare tante caratteristiche che vorrei vedere realizzate, ma tutto si può riassumere nell’impegno per fa sì che sia una città più umana. Per concludere. Pensa che Pistoia sia pronta ad avere un sindaco donna? Sì, credo che i pistoiesi siano pronti. E la loro convinzione mi ha dato la carica. Così anch’io sono pronta.
P13/i candidati
Bardelli analizza Pistoia
“Ritardi e delusioni a non finire” Mia Pistoia, ti amo tanto. Ma ora sei in pessime mani. E’ in corso fortunatamente la scesa in campo di persone giovani e di persone serie. Speriamo che rimettano in sesto questa “barca” alla deriva. Renzo Bardelli- 15 gennaio 2012
A
derisco all’invito de “Il Giullare” di esprimere mie valutazioni sull’attività amministrativa del Comune di Pistoia, in limine mortis ovvero alla fine del quinquennio, anzi del decennio della Giunta Berti. Il mio giudizio, molto negativo sull’ultimo ventennio (in primis col modesto sindaco Scarpetti), discende da considerazioni amare e critiche che ho maturato e fermentato nel tempo, incredulo sempre più di quel che avveniva, del vero e proprio sperpero del pubblico denaro che si è via via consumato a Pistoia, come in gran parte delle pubbliche amministrazioni. Ritengo giusto e doveroso porre la mia esperienza e la mia franchezza, in punto di etica e di documentate verità oggettive (di solito neglette sulle cronache locali non so se per incapacità o per opportunismo o inconfessabili motivi), al servizio della collettività pistoiese per agevolare sbocchi e prospettive di cui si avverte la assoluta necessità ed indilazionabilità. Le valutazioni critiche che esprimerò contengono, direttamente ed indirettamente, le proposte per il futuro: indicazioni e correzioni che, mi auguro, la nuova amministrazione e la nuova classe dirigente che scaturirà dalle prossime elezioni amministrative, potrà condividere per apportare le doverose inversioni di tendenza e avviare un nuovo ciclo di cui si avverte la necessità e la opportunità.
Mezzi finanziari del Comune E’ ricorrente e continuo il “pianto” degli amministratori del Comune di Pistoia della scarsità di disponibilità di mezzi finanziari. Sarebbe doveroso che allora fossero forniti i seguenti dati mai documentati pubblicamente: quante sono state, nell’ultimo decennio, per ogni anno, le entrate e e le uscite (milioni e milioni di euro, cifre enormi a mia conoscenza)? Quanti sono esattamente (pare più di 800) gli attuali dipendenti comunali tenendo conto che, all’atto pratico, tranne i ser-
P14/l’impertinente
vizi scolastici, nessun altro servizio pubblico è, di fatto, gestito direttamente? Sarebbe interessante per la popolazione sapere dove e come sono dislocati.
Asse dei Vivai La maggiore attività economica pistoiese, di livello mondiale, è quella vivaistica. Orbene, quanti metri (dico :metri!) di nuova viabilità sono stati finanziati in questi ultimi dieci anni per agevolare questa attività ed assicurarle un transito adeguato dei Tir che vengono e vanno in tutto il mondo? In sostanza: l’asse dei vivai, ipotizzato dall’inizio degli anni ’80, deve ancora decollare. Inaudito. Irresponsabile.
Viabilità’ della circonvallazione nord
sono spese questi soldi, mi sono chiesto come si fa a fare interventi giusti. Importante avere dettagli! Una
Altra scelta strategica e fondamentale: completare il sistema di viabilità esterna alla città urbanizzata. Dalla località “Fornaci” alla viabilità nord, che si interrompe presso la Caserma dei Carabinieri, da tempo immemorabile è tutto fermo. Incredibile. Indice di menefreghismo circa le necessità.
scuola nuova quindi costa 10 miliardi di vecchie lire o
Il nuovo Ospedale e l’invenzione della costosissima (13 milioni di euro) “quarta porta”
Intervento anche bello, ma a costi spaventosi e per far-
Il nuovo ospedale fu finanziato nel 2002 dallo Stato. I lavori sono cominciati sette anni dopo: record negativo, possibile solo in Italia e a Pistoia. Orbene: quanto è stato speso in più rispetto alle previsioni e quanto ciò è costato allo Stato, quanto alla Regione e quanto al Comune? Mi risultano cifre da capogiro, ma, per trasparenza, è bene sapere l’ufficialità. Quanto ancora si pensa debba occorrere per la conclusione dei lavori, ovvero quali previsioni finali di spesa ?
Le varie “PUBLI” e il ruolo di Pistoia
di più? Solo a Pistoia esistono queste cifre? Anzi, mi correggo, solo a Pistoia e al Sud.
L’ultimo esempio della “Cattedrale” ( ex Breda) ci cosa? Nessuno lo sa. Per ora si è inaugurato per una conferenza stampa, poi si vedrà. Senza precedenti. Il vialone centrale dell’ex Breda, da anni chiuso, è usato dalla Ditta Giusti per deposito materiale. Quanto incassa il Comune da questa area e quale incasso producono al comune i vari striscioni pubblicitari (sono autorizzati?) della Ditta Giusti per l’edilizia in Viale Pacinotti, Viale Pertini e all’ingresso del parcheggio?
Sport giovanile e formativo a zero spese Quanto viene investito per lo sport giovanile e quanto costa invece a carico del bilancio comunale la
Pistoia, è noto, conta poco nelle varie “Publi”. Molte tariffe sono pagate dai pistoiesi a banche pratesi o fiorentine o empolesi. Un record negativo che non ha eguali in nessun altro comune capoluogo della Toscana e non solo. Una scelta economicamente disastrosa e servizi inadeguati per Pistoia. Un esempio? Quelle “foglie morte” sul Viale Adua e gli altri viali della città che stazionano per mesi, intasando i tombini dell’acqua e provocando disagi a non finire.
gestione dello stadio comunale? Quanto paga la Pistoiese calcio?
Piste ciclabili Quanto ancora durerà lo sconcio di quelle piste ciclabili (si fa per dire) sul Viale Adua? Quando invece verranno realizzate vere piste ciclabili?
Copit
Il nuovo Piano Regolatore Come utilizzare Area ex ospedale ed ex Ville Sbertoli ? Problemi nevralgici mai discussi con appropriate iniziative. E questo Piano Regolatore (ovvero “Regolamento Urbanistico”) che ha registrato 1.500 osservazioni (record di tutti i tempi, indice di protesta e di mancanza di informazioni) che non si riesce a definire tanto da doversi appellare alla “bontà” delle opposizioni perché vengano meno ai propri doveri istituzionali? Soprattutto, qual è il rapporto con gli ordini professionali (Ingegneri, Architetti, Geologi, Geometri) che lamentano di non essere adeguatamente valorizzati ?
Cinque milioni e 750 mila euro (oltre 11 miliardi vecchie lire) per TRE ammodernamenti di scuole : pazzesco o no? Quando ho letto che per le scuole di Via Fattori e Via Roccon Rosso e per l’Asilo Nido di Via dei Salici, si
Vicenda esemplare, non a caso in mano alla Magistratura. Il trasporto pubblico a Pistoia, quale avvenire avrà? Costi enormi nell’insoddisfazione generale. In più, la scelta di un Presidente non pistoiese è stata assurda per un servizio che richiede conoscenze territoriali e doti manageriali.
Area metropolitana Se ne parlava 30 anni fa. Quante riunioni e quali sviluppi negli ultimi dieci anni? Chiacchiere poche e i fatti?
Fortezza di S. Barbara Last but not least. Scelta fondamentale per un luogo che dovrebbe essere da valorizzare, con l’intesa e l’impegno pubblico-privato e magari con il sostegno al volontariato. Se ne parla a intermittenza, ma è tutto fermo.
P15/l’impertinente
Andrea Spadoni
Il PDL verso il congresso
Lapenna: confronto serio e democratico Il Pdl si avvia al primo congresso provinciale. Un momento di confronto e dibattito nel quale verranno delineate le nuove cariche e le linee guida del partito. Dopo che Alessandro Capecchi ha ufficializzato la sua candidatura come coordinatore provinciale, arriva anche quella dell’attuale responsabile del partito locale, Alberto Lapenna (nella foto sotto). “La mia idea era quella di riproporre al congresso l’accoppiata formata da me e Capecchi che è stato il vicario del partito fino a oggi. In questi anni abbiamo condotto una politica unitaria che ha portato dei buoni risultati per il partito. Oggi contiamo quasi 1700 iscritti e, secondo me, era giusto che insieme traghettassimo il Pdl verso il ricambio generazionale. Appresa la notizia della sua scesa in campo, anch’io, allora, mi ripropongo alla guida del partito”. Alberto Lapenna, politico di consumata esperienza, crede fermamente che questo congresso provinciale sia un momento importante per il Pdl: “Ho sempre lavorato per tenere unito il partito in armonia, proprio con il mio vicario Alessandro Capecchi e con i vertici regionali e nazionali. Questi risultati ci devono spingere a celebrare un congresso unitario. Dato che ci saranno più candidature, si deve aprire un confronto serio, democratico. Un congresso non e’ una campagna
elettorale dove si apre lo scontro tra più partiti, ma un dibattito tra le diverse posizioni. Il tutto deve avvenire nel rispetto delle regole e a seguito di candidature regolarmente avallate dalla direzione nazionale del Pdl e non con annunci che possono sapere molto di propaganda elettorale”. Dato che saranno gli iscritti a votare le nuove cariche dirigenziali del partito, il caso in cui il congresso scegliesse Capecchi, non toglie le motivazioni ad Alberto Lapenna di proseguire con il suo impegno politico: “Continuerò a lavorare seriamente per il partito. Chiunque vinca dovrà avere l’umilta di unire”. Il vicario di Lapenna, presentato al congresso, sarà il consigliere provinciale Patrizio Lapietra (nella foto sopra): “La riorganizzazione del partito, prevede un’analisi seria delle nostre potenzialità. Quando si dice che i giovani devono avere più spazio, io preciso che se vanno premiati i giovani, dovranno essere scelti quelli capaci, facendo una selezione meritocratica. La nostra idea è quella di riorganizzare il partito creando tavoli di confronto territoriali come i coordinamenti di zona e i dipartimenti che serviranno ad analizzare tutti i settori sociali ed economici della nostra provincia”. Alberto Lapenna, si sofferma anche sulle prossime elezioni amministrative a Pistoia: “In questo momento a Pistoia la persona più qualificata a ricoprire il ruolo del candidato è Anna Maria Celesti, politica di esperienza e professionista molto stimata non solo in città”.
Cristian Granchietti, sub-Agente dal 1996 per Pistoiassicura, presenta due prodotti per garantire, a ciascuno di noi, il massimo della tranquillità: “Universo Persona” è studiato per tutelarti da quegli eventi imprevedibili (gli infortuni) che possono causare conseguenze serie; “Universo Salute”, invece, protegge la tua salute e quella dei tuoi cari.
foto di Cristiano Bianchi
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Lorenzo Benedetti foto di Cristiano Bianchi
Anche Massa ha diritto
ad un suo impianto sportivo Dalle colline di Massa si può ammirare un panorama splendido, forse uno dei più belli della provincia di Pistoia. Qui sorge un campo da calcio che da molto tempo è inutilizzabile.
che questa sia una richiesta eccessiva per l’amministrazione”. La situazione va avanti ormai da qualche anno, e per il momento non sono state prese iniziative concrete per
Allestito circa 25 anni fa, aveva lo scopo di dare uno spazio a tutti per giocare in mezzo alla grande distesa di verde presente da queste parti. Adesso il luogo di svago ha perso la sua principale mansione a causa del tempo che passa e della poca cura riservatagli; rimangono solamente le porte, con reti ancora in buone condizioni. Poi poco o niente di utilizzabile, a partire dalla recinzione, che copre solamente un lato del campo, e dal terreno di gioco, con erba alta e numerose buche. “Anni fa, per entrare nel rettangolo verde - ricorda Elena Maltagliati (nella foto), consigliere comunale di Massa e Cozzile - c’era un cancellino, che in seguito è stato tolto, dando la possibilità agli animali di entrare qui e rovinare ulteriormente il terreno. Ci sono tanti ragazzi di Massa che vorrebbero avere la possibilità di giocare a calcio nel loro paese, ma in queste condizioni non è possibile. Per restituire dignità alla zona bastano pochi euro, e gli abitanti della zona contribuirebbero alla periodica manutenzione del campo. Non penso
la riqualificazione dell’impianto. “Lo spazio è molto grande - continua Maltagliati - ed ha anche una fontana con acqua potabile. Inoltre si potrebbe usare il prato all’esterno della recinzione per organizzare un’area di ristoro, per esempio con tavoli e panchine dove fermarsi e stare in compagnia, oppure sfruttarlo come angolo barbecue. Insomma tutto sarebbe migliore rispetto a quello che stiamo vedendo adesso. Nel programma elettorale dell’attuale giunta era presente la ristrutturazione del campo, persino con spogliatoi ed illuminazione, per questo invitiamo a mantenere la promessa fatta”. Pochi chilometri più in basso rispetto a Massa, in località Vangile, è presente un altro spazio utilizzato per giocare a calcio. “Sarebbe già un ottimo risultato - conclude Maltagliati - portare il nostro campo a quel livello di cura. Spero che questo nostro progetto possa essere portato avanti, perché i cittadini di Massa meritano la totale revisione del loro impianto sportivo”.
Lorenzo Benedetti
Sindaco PER UN GIORNO foto di Cristiano Bianchi
Turismo e sicurezza per una Lamporecchio da scoprire
Filippo Simoni 23 anni
studio Titolo dSi ci entifica Maturità Professioneo
li press di Internaziona tu S i d te en nze d Stu li Studi di Fire l’Università deg
Passioni estra, viaggi Calcetto, pal
Film preferideltoGrillo”, “L’ultimo dei Mohicani” “Il marchese ti mai Non rinunceres -70, 50 ica degli anni La buona mus ità al qu di cibo gli amici,vino e
rito Piatto prefe al sale
rne, Branzino Crostini di ca
-Exupéry oine de Saint nt A i d e” p ci “Il Piccolo Prin
Libro
co l tuo sindant u s o iv tt e g g a n U Prese e
P20/sindaco per un giorno
Giuseppe Chiaramonte - Sindaco di Lamporecchio “Sindaco per un giorno” è lo spazio dedicato a tutti i nostri lettori. Sarete voi, infatti, per 24 ore, il primocittadino del vostro paese e potrete far valere le vostre idee sulle nostre pagine.
Volete diventare Sindaco per un giorno? Candidatevi scrivendo a: info@ilgiullare.com
“L
amporecchio è stato sempre associato al “brigidino”, ma le sue terre hanno molto altro da offrire. Le colline del Montalbano, il “Parco dei giardinetti”, le ville Storiche situate sul proprio territorio e i percorsi eno-gastronomici richiamano ogni anno molti turisti stranieri che, non di rado, si innamorano di questi paesaggi a tal punto da acquistarvi una residenza estiva” Filippo Simoni
Teniamo così il nostro Parco Un polmone verde per il benessere di tutti
Il parco “I Giardinetti” si trova a due passi dal centro urbano di Lamporecchio. Pochi anni fa è stato totalmente ristrutturato, e adesso è un vero piacere poter passeggiare al suo interno, da soli o in compagnia. L’amministrazione comunale ha fatto un ottimo lavoro mettendo a disposizione uno spazio verde così bello, ma adesso spetta a tutti noi sfruttarlo nel miglior modo possibile. Voglio lanciare un appello alla cittadinanza affinché, con l’aiuto di tutti, si riesca a mantenere il parco più pulito possibile, proprio come è adesso. Sono convinto che l’alto senso civico che appartiene a tutti gli abitanti di Lamporecchio farà in modo che questo non venga sporcato o subisca atti vandalici, così da dare ulteriore lustro al nostro comune.
Mettere in sicurezza il San Baronto Regolare il transito dei mezzi pesanti San Baronto è una delle frazioni storiche del nostro comune. La strada che lo percorre è famosa in tutta Italia grazie alla grande tradizione ciclistica che la circonda. Ma questo tratto, così bello e caratteristico, è altrettanto pericoloso. Infatti da qui passano spesso autoarticolati e autotreni che ingombrano gran parte della carreggiata e rallentano il traffico. Tutto ciò rende difficoltoso il transito per le macchine che giungono in entrambi i sensi di marcia, e alza il rischio di incidenti. Certamente non sarebbe giusto vietarne il transito, ma la mia proposta è quella di limitarlo, magari applicando delle fasce orarie all’interno delle quali mezzi così imponenti non possano transitare, e facilitare il passaggio dei veicoli soprattutto negli orari di punta.
Incentivare il turismo Promozione sul web per un turismo ad hoc Per un comune come quello di Lamporecchio, il turismo deve essere un fattore sul quale focalizzare l’attenzione in ogni momento dell’anno. Per poter aumentare ulteriormente il numero di visitatori del nostro paese, propongo di creare “pacchetti” per turisti, con alberghi, ristoranti e percorsi utili a valorizzare la nostra zona, non solo eno-gastronomici, ma anche da tracking o da fare in mountain bike. Con la loro promozione attraverso il sito internet del comune, da aggiornare regolarmente, crescerebbe la visibilità di questo progetto e conseguentemente quella dell’intera nostra zona. L’amministrazione si è già mossa verso soluzioni simili, con il nuovo “Percorso della salute”; adesso bisogna incrementare queste iniziative e dare loro lo spazio che meritano.
P21/sindaco per un giorno
A R E V U F La parola più usata in questo momento è CRISI. Solo di questo si ragiona. Ma crisi di cosa? Dell’economia certo, ma di quale economia? Si sta diffondendo un panico da crisi che trovo estremamente preoccupante e distruttivo, tanto che si sta assistendo anche a vari suicidi di persone che si sentono evidentemente in trappola a causa della crisi. Mi pare però che non si riesca a ragionare serenamente su questa crisi e a osservare cosa realmente sta succedendo. Non ho certo le competenze per dare soluzioni o giudizi ma vorrei riflettere su alcuni punti e invitare tutti a riflettere e a fornire le proprie idee e osservazioni, vorrei che le persone provassero a pensare realmente alla situazione senza ascoltare i media. La grande crisi economica che ho vissuto prima di questa fu quella del 1974 -75, gli anni della crisi petrolifera, quando la domenica andavamo a piedi per l’Austerity. A quell’epoca l’Italia era diversa, le famiglie vivevano perlopiù in affitto, non avevano case di proprietà, poche le auto, non moltissimi i telefoni, la tv aveva due canali, la lavastoviglie era di pochi e i vestiti si compravano per le feste. Non c’erano vari tipi di negozi per ogni categoria di merce, si andava alla merceria per l’intimo e l’unico supermercato a Montecatini era l’Esselunga, appena aperto. Oggi molte di più sono le case di proprietà, i giovani non pensano ad andare in affitto, ma a comprarsi la casa. A 18 anni si comprano l’auto e per famiglia si contano dalle due alle quattro auto. Non contiamo il numero degli elettrodomestici, non solo lavastoviglie ma asciugatrici, computers, giochi elettronici, di tutto, tanto che oggi c’è il problema di cosa regalare, perché tutti hanno tutto, sono sepolti dalle cose!!!! Appare evidente che il tenore di vita attuale di un italiano medio è molto più alto di quello di meno di quaranta anni fa e, crisi o non crisi, rimane più alto, non fosse altro per quanto già accumulato. Allora cosa è che non possiamo
CRISI? più fare a causa della CRISI? Riempirci le case di ogni oggetto possibile? Comprare per diletto e non per necessità? Ci siamo trasformati tutti in consumatori senza alcun criterio. E l’unico lavoro che pare esistere è il commercio, vendere ogni tipo di cose. Osservando le nostre città si nota che sono solo vetrine di negozi tutti uguali. Una società di venditori e compratori. Questo è quanto ora appare essere la nostra società. Non vedo altro. Non vedo persone che vogliono creare delle cose, artigiani, artisti, coltivatori. Dove sono fanno vita grama, non compresi, non considerati. Al sud sono stati fatti morire interi rami di artigianato raro, unico al mondo, all’inseguimento dell’industrializzazione. Mi riferisco alla coltivazione del bergamotto in Calabria, all’artigianato siciliano, calabrese, all’inseguimento del lavorare tutti nell’industria. Ad un certo punto della nostra storia si è abbandonata anche l’industria cercando di diventare tutti venditori, impiegati, tutti impiegati nel terziario in una ricchezza creata solo da terziario e dal finanziario. Allora mi chiedo: questa che CRISI è se non la crisi di una società basata sul nulla, sull’assenza di un vero progetto creativo, di una guida e una programmazione economica a partire dalla scuola, dove non vengono fornite ai giovani indicazioni reali sul loro futuro, su cosa sarà la società futura e cosa potranno fare realmente, una società in cui il tessuto economico si è sviluppato senza guida in modo confuso e senza reali professionalità, in cui dove le professionalità ci sono non vengono riconosciute e dove tutto è stato drogato fino ad oggi dal “clientelismo”, la principale legge dell’economia e della politica italiana fino ad ora.
Se CRISI vuol dire scoppio di quella bolla di aria in cui stiamo vivendo per giungere ad una società in cui si forniscono ai giovani linee guida di crescita, concretezza e professionalità, possibilità di far valere le loro competenze allora sono felice della CRISI. Se CRISI significa uscire da una bolla d’aria in cui tutti devono essere ricchi con il gioco finanziario, vestiti all’ultima moda tutti uguali e dotati di ogni genere di oggetto, pena l’esclusione dal mondo civile per entrare fra i nuovi emarginati della storia allora sono felice di questa CRISI. Se questa CRISI ci porta a riflettere su dove stiamo correndo e per cosa e a ripensare in modo pacato ed equilibrato, senza “ismi” di alcun genere, alla nostra società e alla nostra vita, allora è una buona CRISI. Sono stanca di vivere fra allarmismi di ogni genere, sulla pelle di noi persone comuni che svolgiamo il nostro lavoro cercando di farlo al meglio che possiamo, spinti ad una corsa di Jacqueline Monica Magi Giudice Penale Tribunale di Prato
Scrivete a Jacqueline Monica Magi all’indirizzo email info@ilgiullare.com
verso mete inutili e che non ci interessano. Sono stanca di un mondo dove i valori sono ricchezza e competizione, vorrei un mondo dove i valori sono creatività e pluralismo.
Diletta Severi foto di Cristiano Bianchi
Per colpa di uno scontrino mi avevano tolto il pane
G
li siamo piombati in negozio una domenica, nella tarda mattinata. Di fronte al bancone, i clienti. Tanti, tantissimi. Ne entrano uno dopo l’altro, oppure a gruppetti regolari. E lui, Stefano Pieretti, insieme alla moglie, al figlio e una commessa, intenti a lavorare, servire tutti e accontentare ogni loro richiesta. Nel frattempo, il pane, è finito. Ne serve altro: Stefano, il vero artefice di tutto, si sposta nella stanza a fianco, in laboratorio e, nel minor tempo possibile, sforna una schiacciata che, solo alla vista, pareva squisita. Poi, assangiandola, ho capito che lo era per davvero. Il servizio della domenica è finito pochi minuti dopo le 13 ed era iniziato all’alba, prestissimo, perché il pane deve essere fresco la mattina. Guai a ritardare: i clienti potrebbero non essere contenti. E il lavoro, subito, ne risentirebbe. Stefano e la sua famiglia infatti campano grazie alle fortune di questo grazioso negozio in via Mascagni a Montecatini, il cuore della zona musicisti. Fortune arrivate dalla genialità artigianale, ma anche dall’impegno, dall’abnegazione al proprio mesterie. Dal sacrificio. Tutto questo è iniziato sette anni fa, quando, proprio Stefano, già dipendente di un altro panificio, aveva deciso di mettersi in proprio. Un sogno che aspettava da una vita. E così nacque il “Dolce forno”.
Il cappello dell’articolo l’ho volutamente scrivere così, a metà tra cronaca e sentimentalismo, perché la vita di un artigiano o un commerciante, potremmo raccontarla come un romanzo. Dove l’amore per il proprio mestiere è il punto forte di tutta la storia. Il resto passerebbe interamente in secondo piano. Ma veniamo ai giorni nostri. Tempi diversi, fatti di pochi sogni e sacrifici ancora più pesanti che, spesso, non si trasformano in soddisfazioni o ritorni economici. Stefano Pieretti parla e racconta una storia come tante altre, anche se lui, in certi momenti, aveva pensato che questo sogno potesse finire. Perché? Non fu lui a decidere, ma nel 2007, dopo un’ispezione della Guardia di fiananza, al suo negozio vennero apposti i sigilli. Fine, attività chiusa per tre giorni. Il motivo? Un cliente che aveva acquistato del pane per pochi euro, era stato fermato e trovato senza lo scontrino fiscale. “E’ vero, avevo sbagliato, ma quando sei dietro il bancone e hai decine di clienti, uno scontrino può sfuggirti. E’ un errore umano, non volontà di evadere le tasse. Purtroppo, oltre alla multa e a sospensione dell’attività, sono finito anche sul giornale come fossi un malvivente. Incredibile”. Quello che vi stiamo spiegando è un caso come ne accadono moltissimi ogni giorno: gente onesta che lavora giorno e notte e
P24/artigiani coraggiosi
di Michele Gallicchio Commercialista
si sente criminalizzato per uno scontrino, proprio come hanno mostrato le televisioni nazionali, con
“Non sono evasori ma aziende in crisi”
inchieste ad hoc utilizzando giornalisti o sempli-
La lotta all’evasione che si sta facendo oggi è un
ci cittadini, travestiti da ispettori dell’agenzia delle
massacro per commercianti e artigiani. I control-
entrate. “E’ sbagliato criminalizzare le categorie
li andavano fatti 20-25 anni fa, quando quando i
degli artigiani e dei commercianti - prosegue Ste-
bilanci di queste imprese erano floridi. Ora invece
fano - i media nazionali hanno fatto passare l’idea
la situazione è drammatica per la gran parte delle
che i veri evasori in Italia siamo noi. Ma siamo im-
piccole aziende e questa battaglia mediatica che
pazziti? Io lavoro dodici ore al giorno, non faccio mai festa la domenica, non posso pianificare le ferie, niente. La mia missione è quella di mandare avanti questa attività, accontentare i clienti e pagare i dipendenti. Spesso, con quello che si
si sta facendo contro alcune categorie, è sbagliata e rischiosa per il nostro sistema. La realtà è sotto gli occhi di tutti: le imprese di piccole dimensioni sono sistematicamente vessate dal fisco e non
incassa, non riusciamo nemmeno a sobbarcarci
sanno come fare ad andare avanti. Il più delle volte
i costi, le tasse, perché sommate alle imposte in-
non hanno soldi nemmeno per pagare i ricorsi e il
dirette (affitto, bollette delle utenze, spazzatura e
lavoro di noi professionisti. Credo che la vera eva-
altre) arrivano a superare il 50 per cento del nostro
sione debba essere ricercata nelle grandi aziende,
volume di affari. La situazione è molto critica e io
in quelle cosiddette società “off shore”, che hanno
mi ritengo fortunato perché, comunque, al mio
sedi e conti bancari nascosti nei paradisi fiscali all’e-
negozio lavoriamo, abbiamo tanti clienti. Se non ci fossero stati quelli, avremmo già chiuso”. Stefano Pieretti parla, ma nemmeno per un secondo perde il controllo del negozio: “E’ vero, lavoriamo tanto, ma perché? Per pagare i debiti?
stero. Purtoppo, invece, la legge e i controlli puniscono sempre i più piccoli e fragili come, in questo caso, artigiani e commercianti. Io, facendo il lavoro di commercialista, ogni giorno vengo a sapere di un
Probabilmente, chi non gestisce una attività come
mio cliente al quale viene fatto un accertamento da
la nostra, non conosce la situazione e gli impegni
un organo ispettivo (Guardia di finanza, Agenzia del-
economici che abbiamo. Se poi penso che in set-
le entrate, Asl, ispettorato del lavoro). Queste sono
te anni ho avuto 15 controlli degli organi ispettivi,
persone che lavorano onestamente, ma sono mes-
mi cadono le braccia. Io sono una persona onesta
se troppo sotto pressione dallo Stato. Da parte di
e penso che le tasse si debbano pagare tutti, ma
nessuno di loro c’è la volontà di aggirare la legge. E
lo Stato non puo’ pressarci in questo modo. E invece di ordinare i controlli, credo che a noi artigiani o ai commercianti, dovrebbero dare un premio, perché facciamo del bene alla società, diamo lavoro alle persone e, come nel mio caso, rendiamo
anch’io penso che le tasse si debbano pagare tutti allo stesso modo, ma così si colpiscono le piccole imprese che sono già quasi tutte in ginocchio. Troppo alto, oltre al carico fiscale, è anche il costo dei
anche più vivaci i quartieri dove operiamo. Gli eva-
dipendenti che andrebbe drasticamente alleggerito.
sori sono altri, noi siamo semplicemente uomini
Andando avanti così, soprattutto nella nostra pro-
coraggiosi”.
vincia dove la situazione è veramente allarmante, queste aziende saranno costrette a chiudere.
P25/artigiani coraggiosi
Pubblicità ingannevoli? Il risarcimento si può ottenere Inauguriamo, in questo numero, una nuova rubrica volta a guidare il lettore nella risoluzione di problematiche da lui stesso segnalate. Gireremo le richieste di aiuto pervenute via e-mail (info@ilgiullare.com) alle professionalità competenti - avvocati, commercialisti, psicologi, consulenti del lavoro - per cercare di dare un servizio utile risolvendo questioni, dalle più comuni (rimborsi, reclami) alle più particolari, con un risparmio di tempo e soldi.
L’idea nasce dalla mail di una lettrice che, al rientro dalle vacanze, ci ha scritto questo:
Vi scrivo perché siete sempre molto attenti alle problematiche quotidiane dei cittadini. Non ho mai letto sulle Vostre pagine un caso simile al mio, pertanto ho deciso di sottoporlo alla Vostra attenzione perché possiate diffonderlo e mettere in guardia altri dai rischi delle prenotazioni on line delle vacanze. Io e mio marito abbiamo deciso di trascorrere il ponte dell’Immacolata sulla neve e pensando di risparmiare abbiamo fatto la prenotazione direttamente in rete, dal sito dell’ albergo scelto. La struttura, dalle foto di presentazione, si presentava elegante e di classe, all’altezza delle quattro stelle vantate. E anche i prezzi, quindi, riflettevano la fascia alta dell’hotel. Tuttavia, una volta arrivati sul posto, l’amara scoperta: le camere, fatiscenti, solo lontane parenti delle belle stanze pubblicate in rete. Chieste le debite spiegazioni alla reception, ci hanno comunicato che non potevano darci altre camere perché l’hotel era esaurito. E visto, comunque, che avevamo già saldato in anticipo la vacanza, non ci è rimasto altro che, con il sangue amaro, finire il soggiorno. Non voglio spingermi troppo oltre, arrivando a parlare di truffa, però state attenti. I furbi sono ovunque. Grazie per l’attenzione.” Elisa, via mail
Noi abbiamo chiesto al Dott. Giuseppe Vanità se, invece, si possa eccome parlare di truffa e di cosa si può - o si deve - fare in questi casi.
Gentile lettrice, intendo, anzitutto, tranquillizzare lei e suo marito in ordine al vostro diritto a veder riconosciuto e risarcito il danno patito a seguito della condotta “poco trasparente” della struttura alberghiera in parola, sebbene questo non serva a restituirvi l’occasione di godere di una vacanza rispondente alle aspettative giustamente maturate. A seguito del sempre più diffuso utilizzo del mezzo informatico per la prenotazione di vacanze e delle conseguenti molteplici controversie sviluppatesi, il nostro ordinamento giuridico si è, infatti, “adattato” mediante il riconoscimento del cosiddetto “danno da vacanza rovinata”. Questo tipo di danno viene individuato ogniqualvolta si presentino casi di concreta difformità sotto il profilo quantitativo e/o qualitativo tra quanto garantito a mezzo di depliants, cataloghi ecc. e quanto effettivamente offerto in loco dalla struttura turistica. In parole semplici e facendo riferimento al vostro caso, in conseguenza del disagio
Dott. Giuseppe Vanità
subìto per l’alloggio in camera di categoria inferiore rispetto a quella per la quale è stato
Laureato in Legge alla Facoltà
corrisposto il prezzo, può fondatamente ritenersi ravvisabile il diritto ad un risarcimento
di Gurisprudenza dell’Ateneo di
del danno sia di carattere patrimoniale che non. Il danno patrimoniale è identificabile nel pregiudizio di natura economica sofferto in conseguenza dell’inadempimento o, come nel vostro caso, dell’inesatto adempimento degli obblighi contrattuali. Il danno non patrimoniale consiste, invece, nel danno derivante dalla mancata possibilità di godere pienamente del momento di svago, tenuto conto del disagio sostenuto, della gravità del disservizio nonchè della possibile irripetibilità dell’occasione nel corso della quale veniva effettuato il viaggio, criteri alla luce dei quali un eventuale giudice potrà determinare il valore soggettivo che il viaggio ha assunto per te e tuo marito. Per ottenere il risarcimento in oggetto, il mio consiglio è di provare a contattare direttamente la struttura alberghiera, meglio se a mezzo di lettera raccomandata a/r (scripta manent!), illustrando la situazione venutasi a creare e richiedendo il giusto risarcimento danni. Qualora non doveste ricevere alcuna risposta o la dirigenza dell’albergo in parola dovesse negare le proprie responsabilità, potreste rivolgervi ad un legale al fine di valutare la convenienza di un’eventuale azione giudiziale. Dott. Giuseppe Vanità
Firenze nel 2008, ha maturato un’importante esperienza nel ramo contrattualistico immobiliare grazie ad un’intensa attività nel settore negli ultimi anni.
Costa Concordia Salvi per miracolo anche 14 pistoiesi Appena prima della chiusura ufficiale dei questo numero del giornale, abbiamo raccolto le ultime notizie sul naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio. Abbiamo deciso di occuparci anche noi di questo disastro, perché rappresenta una vera e propria tragedia dei nostri tempi. Il bilancio delle vittime, mentre scriviamo, è di undici morti e di oltre venti dispersi. Il comandante della nave, Francesco Schettino, 52 anni, inchiodato di fronte alle sue responsabilità di mancati soccorsi ai passeggeri, è stato prima fermato in carcere, quindi scarcerato e posto agli arresti domiciliari dal gip di Grosseto. Sul caso è scontro con la procura, che farà ricorso al Riesame contro il provvedimento. Nel frattempo, il comandante di Costa Crociere è stato sospeso. Ora il vero dramma è quello delle famiglie dei circa venti dispersi. Familiari che in parte sono ospitati in un hotel della costa maremmana e che attendono notizie. C’è stata intanto l’identificazione di un corpo precedentemente recuperato. E’ un musicista ungherese di 38 anni che faceva parte dell’equipaggio. Ma c’è anche l’appello disperato di Susy Albertini da giorni in ansia per la sorte di Dayana, la figlia di cinque anni ancora tra i dispersi, insieme al padre Williams Arlotti. In quella nave, nell’inferno, c’erano anche anche diverse persone residenti in provincia di Pistoia: sicuramente 10 passeggeri sono titolari di attività nella zona commerciale di Olmi a Quarrata e altri 4 residenti nel comune di Agliana. Tutti sono stati tratti in salvo anche se la paura è stata davvero tanta. Chi ha raccontato dell’accaduto, ancora oggi, non puo’ dimenticare quei momenti e le ore di disperazione all’interno di quella nave che stava affondando. Ma Pistoia è stata protagonista in particolare per quanto riguarda i soccorsi e le ricerche sulla Costa Concordia. Uomini dei vigili del fuoco del comando provinciale sono partiti per l’Isola del Giglio e hanno avuto un ruolo importante nel mettere in salvo numero persone. Dalla nostra provincia è partita una squadra composta da quattro specialisti in soccorso speleo-alpino-fluviale. Ancora le ricerche continuano al Giglio e l’immagine di quella immensa nave piegata in mezzo al mare, ha segnato una delle pagine più amare della storia attuale del nostro paese.
P28/il naufragio
Un “caporale” al comando della nave Concordia di Antonio PILEGGI
Anche se corriamo il rischio del già detto e scritto, un mensile della terra di Toscana non può non soffermarsi sulla tragedia della nave Concordia, naufragata all’Isola del Giglio, in questo brutto inizio dell’anno duemiladodici. Quell’evento segnerà la nostra storia per i prossimi decenni, come la tragedia del Titanic, la morte di Alfredino Rampi dentro il pozzo di Vermicino o i terremoti. Lo spavaldo e pavido comandante Schettino, di diritto, sfiderà i personaggi negativi del nostro immaginario: dal Tersite dell’Iliade, tanto codardo quanto brutto, al Don Abbondio del Manzoni, al Corrado di Pavese, in continua fuga dai pericoli. Per fortuna, di fronte a tanta miseria, ci ha soccorso la voce ferma e determinata del comandante De Falco, dalla capitaneria del porto di Livorno. Quel graduato del mare ci ha un po’ riscattati. Tuttavia, bisogna guardarsi bene dal dividere il nostro mondo in due sfere etiche separate e distanti: da un parte il codardo comandante Stecchino, dall’altra il coraggioso comandante De Falco. Dobbiamo chiederci se, in fondo, non siamo un impasto di Stecchino e De Falco e se, spesso e volentieri, il primo non prevalga sull’altro. In un’intervista ad un giornale, il comandante della Concordia si vantava del gusto di sfidare le procedure e le norme, lasciandoci la domanda - a cui, molto probabilmente, non sarà data risposta alcuna- come sia stato possibile che nessuno lo abbiamo chiamato in tempo a dar conto di un “gusto” così pericoloso ed inquietante per chi assume su di sé il carico di migliaia di vite. Anche in quell’omissione, nel non chiedere conto, c’è una grave colpa, che ci riporta alla diffusa inclinazione di sorridere, anche un po’ compiaciuti, di chi sfida le regole. Talvolta, invece, ci limitiamo a guardare dall’altra parte, per convenienza, opportunismo o per semplice distrazione. In questo atteggiamento di compiacenza o di disinteresse per il non rispetto delle regole e dei buoni comportamenti, Schettino è davvero materia che impasta un po’ tutti noi. La sua fisiognomica ricorda quella di tanti personaggi della commedia italiana, spavaldi,
cinici e un po’ vigliacchi. Un paio di giorni dall’inizio della tragedia accaduta all’Isola del Giglio, un camion ha investito un’ auto ferma in una corsia di emergenza autostradale, uccidendo cinque inermi persone; qualche giorno prima un suv, guidato da un genitore indaffarato, ha ucciso un bambino all’’ ingresso di un asilo nido, mentre, qualche giorno prima, due giovani “per bene” avevano investito ed ucciso un altro bambino, dandosi alla fuga. Ogni anno, decine di “comandanti” di auto, suv e tir, guasconi, incoscienti e pavidi, come l’ormai famigerato Schettino, sfidano divieti e obblighi, stroncando vite e distruggendo sogni. Perfino il presidente della BCE, Mario Draghi, è stato fotografato, al volante della sua auto, con il telefonino all’orecchio e senza cintura di sicurezza. Con ciò, lungi da me voler assolvere il comandante delle Concordia, che ha fatto errori inescusabili e pertanto deve pagare fino in fondo, perché, a quei livelli di responsabilità, spavalderia e sfrontatezza non sono semplici peculiarità del carattere, sono colpe senza attenuanti. Ma, se nessuna responsabilità individuale può essere emendata dai difetti collettivi, è anche vero che le responsabilità e le gravi colpe di un singolo non possono emendare i difetti e le colpe collettive. Quel ruvido ma efficace richiamo del comandante De Falco, “torni sulla nave, cazzo!”, ha un che di epico, che gli toglie ogni ombra di volgarità; quella esortazione dovrebbe essere un monito a tutti noi, per il coraggio delle responsabilità, per il rispetto dei codici comprtamentali come premesse indispensabili per il vivere civile. Alla ficcante ed antica domanda del grande Totò, “siamo uomini o caporali?”, dovremmo poter rispondere “siamo uomini”; in verità, però, siamo uomini e anche caporali, in un continuo confondersi e sovrapporsi, almeno fino a quando non apprezzeremo il valore delle regole e delle buone prassi. Solo affermandosi quella piena consapevolezza, il “caporale Schettino”, che alberga un po’ in tutti noi, non ci porterà più al naufragio.
L’idea di Giuseppe Fiore
L’ospedale di Pescia punti sulla riabilitazione
S
ulla questione dell’ospedale di Pescia e su quale sarà il futuro di questa struttura sanitaria, la politica ormai sembra aver detto tutto. Tutti si sono esposti in favore di una o un’altra soluzione. Però, tutt’oggi, la situazione non pare esser cambiata. Noi che abbiamo deciso di capire meglio, di sapere di più, ci siamo rivolti a un dottore, un medico che da molti anni lavora a Pescia. E’ vero, fa anche politica (è segretario provinciale de La Destra), ma in questo caso, chi ci parla lo fa principalmente per la volontà di veder crescere il proprio ambiente di lavoro. Anche perché, quando sei medico, la tua missione è quella di poter offrire la migliore risposta possibile ai pazienti. Per questo abbiamo incontrato Giuseppe Fiore (nella foto con i figli), diabetologo, nel suo studio all’ospedale di Pescia. “In questa struttura stiamo vivendo un clima di svuotamento. Le tante eccellenze che avevamo, man mano le stiamo perdendo e in futuro questo ospedale non sarà più all’altezza di garantire ai pazienti un servizio soddisfacente. Anzi, provo a mettermi dalla loro parte: se io un giorno avessi bisogno di cure, sarei molto preoccupato di farmi curare qua”. Giuseppe Fiore ormai da molti anni, presta la sua professione a Pescia: “Quando sono arrivato da Torino, in tanti reparti c’erano altissime professionalità. Vi erano tra i migliori medici in circolazione. In più la riforma Bindi è stata un disastro: oggi i primari, non solo a Pescia, sono assunti con contratti a tempo determinato e per questo non sono più i leader di un equipe, ma sono totalmente sottoposti alle scelte della dirigenza sanitaria”. Tra l’altro sembra che con la nascita del nuovo ospedale di Pistoia ci sia un indebolimen-
to maggiore della struttura sanitaria della Valdinievole. “Qui il discorso è ancora più articolato. Fino a qualche anno fa i due ospedali convivevano e, anzi, Pescia era un gioiellino. Ora se ci sono da fare investimenti, vengono tutti spostati a Pistoia. E il nuovo ospedale, quando sarà pronto, benché sia una struttura nuova con tredici sale operatorie, non è cosi grande per soddisfare al massimo tutte le esigenze di un paziente. E Pescia, se non sarà ben riorganizzato non servirà quasi a niente, resterà poco piu’ di un secondo pronto soccorso sul territorio. Invece penso che si dovrebbero creare due realtà complementari che potrebbero essere una a sostegno dell’altra”. Qual è la sua idea? “Credo che ci voglia il coraggio di fare una scelta politica, probabilmente impopolare, ma che potrebbe risultare positiva per tutti: chiudere il pronto soccorso di Pescia. Sembra una follìa e invece faciliterebbe tante situazioni per tutta la Valdinievole, meno i cittadini di Pescia che, forse, ne risentirebbero”.
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Si dovrebbe avere il coraggio di chiudere IL PRONTO SOCCORSO E TRASFERIre TUTTE LE URGENZE A PISTOIA. Pescia puo’ diventare una struttura di eccellenza per alcuni reparti. In questo modo i due ospedali riusciranno a convivere perfettamente e a servire al meglio la popolazone.
P30/il caso ospedale
Come sfrutterebbe quindi l’attuale ospedale di Pescia? “Oggi con il servizio di 118 che costa molto al bilancio dell’azienda sanitaria, ma che è fondamentale per il territorio e funziona molto bene, i pazienti, quando arrivano al pronto soccorso sono già stati soccorsi, assistiti e stabilizzati. Quindi, nella fase successiva, dovrebbero esser seguiti da equipe di medici qualificati per le specifiche patologie. E questo, a Pescia, non è sempre possibile. Così è necessario il trasferimento in ospedali più attrezzati come Pisa o Firenze perdendo tempo prezioso, spesso, per la salute del paziente. Se invece potenziassimo al massimo l’ospedale di Pistoia e lo rendessimo una struttura di eccellenza per tutti i tipi di emergenza, Pescia potrebbe diventare un centro specializzato per la riabilitazione o le cure di quelle patologie dove non c’è un’emergenza di intervento. Ad esempio, a Pescia, si potrebbe creare un reparto di oncologia qualificata, la protesica, la riabili-
tazione generale, ma anche quella psicogeriatrica per gli anziani. Sicuramente arriverebbero pazienti anche da altre zone, non solo della Valdinievole. Perché non si fa? Forse si vuol dare più vantaggi ad aziende sanitarie private che pare vogliano investire sul territorio?” In più la posizione del nuovo ospedale di Pistoia è strategica per le emergenze “In effetti sì e oggi sappiamo che gran parte delle patologie, in particolare quelle gravi o le emergenze, possono essere curate bene soprattutto se si interviene con un certo tempismo. L’ospedale di Pistoia sorgerà vicinissimo al casello autostradale, quindi si potrebbe raggiungere velocemente da ogni parte della Valdinievole. E non ci sarebbero perdite di tempo o trasferimenti da un ospedale all’altro. Curata la prima fase, quella appunto di emergenza, con il mio progetto, il paziente verrebbe trasferito a Pescia per la riabilitazione. E a tutti i pazienti sarebbe garantito un servizio di qualità a tutti i livelli”.
Costruzione di 14 villette e 20 appartamenti di varie metrature in Pistoia Via S. Alessio Tutti gli edifici sono realizzati in “Classe energetica A”
Il percorso per certificare la classe A inizia in fase progettuale proseguendo con un’accurata scelta dei materiali e delle tecniche costruttive per concludersi con l’attestazione del documento sull’ACE che per legge deve accompagnare gli atti di vendita
Diletta Severi foto di Cristiano Bianchi
BORGO A BUGGIANO promossi Municipio e Stazione
Biblioteca Comunale bocciata Dopo la sosta natalizia, riparte la rubrica Oltre, condotta dal nostro collaboratore Federico Liberati, dedicata alla caccia delle barriere architettoniche, nei comuni della nostra provincia.
In questo numero, siamo stati a Borgo Buggiano, con risultati abbastanza positivi.
Il Municipio di Borgo a Buggiano è di recente ristrutturazione, e, oltre ad essere esteticamente bello, risulterebbe anche funzionale e libero da barriere architettoniche. Usiamo il condizionale, perché durante la nostra visita gli uffici comunali erano chiusi, quindi non abbiamo potuto verificare che l’interno fosse a norma.
Municipio
@
Piazza Matteotti 1 TUTTO A NORMA
Come, invece, risulta essere l’esterno. Parcheggio disabili all’ingresso, con scivolo per salire sul marciapiede, nessun ostacolo per Federico lungo tutto il loggiato. Alcuni testimoni ci confermano la presenza di porte automatiche.
Se arriviamo alla piccola stazione di Borgo a Buggiano dal parcheggio riservato agli utenti Tra-
Un unico posto auto riservato
nitalia, troviamo un solo posto auto destinato ai disabili. Correttamente segnalato, ma forse troppo poco per un parcheggio molto ampio. Il per-
Posto auto riservato e libero accesso alla stazione Via della Stazione
Stazione
@
corso verso l’ingresso alla stazione è sgombro da ostacoli e facilmente percorribile, anche qualora Federico non fosse accompagnato. Seppur non ci sia un vero e proprio ingresso riservato ai disabili, con magari opportuna segnaletica, l’accesso alla banchina d’attesa è agevole.
Biblioteca
La nota dolente del nostro tour, è la Biblioteca Comunale, la cui @ sede è posta, dal 1982, nel Palazzo Carozzi Sannini, proprio sul corso principale del paese. All’ingresso ci sono due altri scalini che Federico mai potrebbe superare da solo, ed anche accompagnato la difficoltà è palese. Da segnalare la gentilezza e l’educazione di due giovani studenti che si sono offerti di aiutare il nostro collaboratore a salire le scale e che hanno confermato l’assenza di ingressi riservati ai disabili.
Corso Indipendenza 105 Federico non potrebbe entrare in biblioteca
Diletta Severi foto di Cristiano Bianchi
Imprenditori di successo
Dal Qooid giusto nasce Megamente Federico Biondi
P
arla dei successi ottenuti e dei traguardi raggiunti con la stessa semplicità e la stessa pacata modestia di chi racconta di aver
preparato un ottimo ragù. In realtà, quello che è riuscito a creare Federico Biondi, classe 1974 cresciuto a Massa e Cozzile, trapiantato a Montecatini, avrebbe di che dargli alla testa. Evidentemente, il tenere i piedi ben saldi a terra è la vera chiave del successo.
co: sarà l’inizio di una collaborazione che tutt’oggi dura e che ha fatto di questa società il fornitore unico, per prodot-
Amante dell’ingegneria informatica già dai tempi della
ti e servizi legati all’editoria, del gruppo Poligrafici. “L’azien-
scuola, comincia a lavorare nel settore con la nascita
da - ci racconta Federico - è nata con altre finalità. L’edi-
dei primi provider, negli anni ‘90. Fare siti e realizza-
toria era un settore che non avevamo in mente di trattare.
re programmi diventa la sua professione e nel 1997
Eppure, oggi lavoriamo con il 60% dei quotidiani nazionali,
fonda la prima ditta “QualitySoftware”, dedicata alla
con l’obiettivo, entro l’anno, di arrivare al 90%. Con i nostri
realizzazione di pagine web. Negli stessi anni, studia e
software, realizzati ad hoc per risolvere le problematiche
realizza l’inedito programma “Costo in Linea”, capace
del cliente, permettiamo di ridurre tempi e costi. Proprio
di segnalare agli utenti, in tempo reale, il costo della
ultimamente, abbiamo cominciato a collaborare con Radio
connessione Internet: un successo, che consente a
Italia, Capital e Radio Deejay perché utilizzano un software,
Federico di tessere importanti relazioni commerciali
da noi ideato, che permette di acquisire gli spot da man-
con colossi come Autostrade per l’Italia, Ferrovie dello
dare in onda, nei giusti termini di spazio e durata”.
Stato, Pignone. Nel 2001 fonda, insieme ad altri soci,
Snocciola nomi di importanti clienti con una non-
Megamente. Nata come web agency (creazione di siti
chalance invidiabile.
e software legati al web), contava, agli albori, 4 dipen-
Effettivamente, dà una certa soddisfazione presentarsi
denti: oggi vanta un organico complessivo di oltre 60
al cospetto di importanti manager d’azienda ed essere
dipendenti e collaboratori, dell’età media di 31 anni,
ascoltati, ritenuti credibili. Tuttavia, non è facile, oggi e in
e sedi dislocate a Firenze, Bologna e Milano. Nella
Italia, gestire l’equilibrio economico-finanziario di un busi-
prospettiva di internazionalizzazione della propria at-
ness in continua crescita.
tività, da alcuni anni detiene una società controllata in
Ma chi è Federico Biondi nel privato?
Repubblica Ceca, con sede a Praga, (specializzata in
Un padre (di Leonardo, 7 anni, ndr) e un felicemente se-
e-commerce, broker di stampa ed editoria) ed una in
parato (l’ex moglie, con la quale ha un ottimo rapporto,
Francia (specializzata in editoria). Traguardi importanti,
lavora in azienda, ndr). Viaggio moltissimo per lavoro e
raggiunti con pochi ma intensi anni di duro lavoro. Nel
sono un appassionato di golf, seppur non praticante. Non
2006, Megamente crea un software - commissionato
ho molto tempo libero, ma a lavoro mi diverto quindi non
da La Nazione - per autoimpaginare l’elenco telefoni-
sono lo stacco tra l’impegno e il divertimento.
P34/tagliati per il successo
E sul lavoro, invece, che capo è? Fino a poco tempo fa ero un capo operativo, ultimamente mi sono dovuto concentrare più sulla parte strategica e di sviluppo. Il rapporto con i dipendenti è diretto, chiaro, di massima disponibilità. In azienda c’è la mensa gratuita e il calcetto. Il mio sogno
Il sito web dedicato alla genialità
sarebbe quello di avere un approccio aziendale sull’esempio americano, ma in questo momento, in
Messo on line lo scorso 6 Ottobre, Qooid (leggere
Italia non è applicabile. Purtroppo, non c’è un cor-
quid, termine latino utilizzato per descrivere quel qual-
rispettivo tra ciò che il lavoratore si aspetta dall’azienda e quello che l’azienda può dare. Un obiettivo futuro. E un rimpianto.
cosa che contraddistingue ciascuna persona) nasce dall’intuizione dello staff Megamente che, riscontrato l’assenza di un portale in grado di gestire e consentire lo scambio di file digitali creativi e informativi, offrendo
Far crescere le quote di mercato all’estero, In-
agli autori la possibilità di ricevere un compenso per le
dia, Cina, Brasile e Francia, dove sono convinto
proprie opere, ha ideato questo sito pensato per offrire
ci siano grandi margini per lavorare bene. L’unico
a chiunque, in qualsiasi parte del mondo si trovi, una
rimpianto è quello di non essere stato sufficientemente maturo nella gestione aziendale quando
chance di far conoscere ad una platea globale le proprie abilità. L’obiettivo è quello di concentrare l’offerta di contenuti creativi e informativi in un unico spazio vir-
ho fondato Megamente. Avrei, senz’altro, evitato
tuale, all’unica condizione che le opere siano condivisi-
alcuni errori.
bili in formato digitale.
Simeone Clamori
Nel Continente Nero alla scoperta della natura
Questo mese voglio accontentare la nostra Diletta Severi, mia mentore editoriale, parlando di una destinazione, che senza ombra di dubbio, rappresenta l’essenza assoluta del fascino del safari africano d’altri tempi. Con sole dieci ore di volo notturno dall’Europa, una coincidenza a Johannesburg e poco meno di ulteriori due ore si raggiunge le Victoria Falls, sia che si atterri nell’omonimo aeroporto in Zimbabwe che al Livingstone Airport in Zambia, entrambi a meno di dieci chilometri dalle cascate. Anche per i viaggiatori più navigati, lo scenario è qualcosa di assolutamente imponente e maestoso: il fiume Zambesi che si tuffa da un fronte largo oltre 1.700 metri per un’altezza di oltre 100 lascia quantomeno esterrefatti. Due notti sono necessarie per concedersi almeno un’intera giornata per una passeggiata lungo i vari view-point, per una romantica navigazione dello Zambesi al tramonto, per effettuare il famoso “Flight of Angels” (volo panoramico sulle cascate),
spingersi in una impavida discesa in rafting lungo le rapide, o per fare l’emozionante bagno nella rinomata Devil’s Pool, una piscina naturale proprio sul vertiginoso bordo delle casca del lato zambese. Da qui, ha inizio in nostro viaggio in Botswana un paese, che a differenza di quanto si possa supporre, tutto ricorda fuorché il terzo mondo: i centri abitati, sebbene lontani dal nostro concetto di città, sono sostanzialmente puliti e ordinati, offrono ogni genere di comfort, di bene di consumo e la popolazione, molto dignitosa, parla correntemente inglese. Un paese incontaminato, ancora impermeabile alle interferenze del turismo, dove la chiara sensazione di una natura incontaminata si coniuga con un senso di pace assoluta e con la percezione di genuinità dell’esperienza vissuta. Il paese offre una grande diversità di ecosistemi, dal deserto del Kalahari alle depressioni saline dei Makgadikgadi e Nxai Pan, dal delta dell’Okavango alla savana Chobe fino al bush del Savuti e del Moremi e, considerando un periodo medio di permanenza di 10-12 notti, la soluzione migliore è quella di spostarsi all’interno del paese con piccoli aerei da turismo. Per esperienza personale, consiglio vivamente di affidarsi a Desert & Delta Safari, ottima compagnia locale titolare sia dei mezzi di trasporto che di una buona selezione di Lodge e Camps. Il Botswana è assistere da vicino alla migrazione degli elefanti africani che guadano il fiume Chobe per sconfinare a mangiare le verdi erbe della Namibia, provare il brivido dell’immancabile dimostrazione di forza del capo branco che simula le cariche verso il proprio automezzo, sventolando le immense orecchie e sollevando la polvere a colpi di proboscide. Il Botswana sono i termitai del Moremi usati dai ghepardi come osservatori per avvistare le prede a lunga distanza, o le famiglie di leoni dove i grandi maschi si crogiolano con i cuccioli all’ombra delle fronde mentre le femmine sono in caccia. Il Botswana è il Delta dell’Okavango dove il fiume anziché sfociare in mare va a morire nel deserto formando una fitta rete di canali ed isole, dando così vita ad uno dei più incredibili ecosistemi dell’intero continente africano. Navigare in mokoro lungo la rete di canali consente l’avvistamento di una varietà pressoché infinita di uccelli acquatici oltre che di animali che vivono le sue acque o le frequentano per abbeverarsi. Se ciò che cerchi è un pieno contatto con la natura, un netto distacco con il tuo quotidiano, un ritorno totale alle origini dell’uomo dove assistere a scenari straordinari, senza però rinunciare al comfort ed alla sicurezza, il Botswana è senza ombra di dubbio la tua destinazione ideale.
P36/giramondo
I nostri primi trent’anni L’otto agosto scorso il negozio Fashion Italy Parrucchieri di Luana e Maurizio ha festeggiato i primi trent’anni di attività. La partecipazione all’evento è stata grande e calorosa, proprio come lo è l’affetto che la clientela nutre per questa attività che, ormai, a Ponte Buggianese è diventata un’istituzione. Questo importante traguardo è stato festeggiato con una sfilata di presentazione di acconciature di tendenza per il prossimo veglione di capodanno.
Al LIDO’ il grande Kenny Carpenter
Party dedicato allo “Studio 54” Albert Einstein scriveva: “Le crisi recessive sono la più grande benedizione per le nazioni, portano progresso, servono per rompere la staticità ed accelerare la creatività, nell’angoscia della crisi sorge l’inventiva per uscirne fuori”. La crisi attuale somiglia molto a quella degli anni ‘70. Allora, credevo nell’Italia e negli ideali. Nella musica, da Battisti alla PFM, negli stilisti, nell’italianità che condizionava il mondo intero. L’industria italiana, nonostante la crisi, continuava a crescere sull’artigianato, il grande vero creativo indistruttibile. Nel ‘79 ero giovanissimo ed era l’anno di fuoco per il mitico “Studio 54” di New York. Avevo 17 anni, i petardi sotto i piedi. Servono idee forti per uscire dalla crisi. Le loro idee, quelle che, negli anni ’70, furono le nostre. Non a caso la “Compagnia CLIMAX” con il ‘70s Party, sta riportando “IN PISTA” gli anni ‘70, con il loro fascino, non solo nostalgico, ma come se fosse una nuova corrente che serve a trasmettere ideali. I vecchi
ideali per i nuovi giovani. E loro, insieme a noi, si divertono, si emozionano e indossano anche la parrucca. Per questo si vince, se si fa marcia indietro. Questo è il 70s Party GOOD TIMES, in scena domenica 19 Febbraio, dedicato al locale più importante di tutti i tempi: lo Studio 54 di New York. Abbiamo deciso di fare un evento storico, con l’esibizione di colui che faceva sognare dalla consolle: KENNY CARPENTER dj, in un raro tandem rievocativo con la sua cantante vocalist WENDY LEWIS, oggi voce di Mario Biondi. Obbligatorio un abbigliamento ‘70sStyle, con almeno un accessorio. E se non lo trovate, ci pensiamo noi: abbiamo messo in circolazione 500 rarissimi foulard/ invito ‘70s Style. Cercateli. Per i più pigri, il locale sarà fornito di accessori e parrucchieri grazie allo staff di BIOETICA, ma anche i bravissimi truccatori dello staff EDI MakeUpArtists. Fabio Madiai
Nella foto: Simona Chiti, Jindra Flekova, Maddalina Marcu - Staff Hidron
Nella foto: Andrea Massagli (AD Hidron) al centro tra Alessandro e Danio Carlesi (proprietari Hidron Pistoia)
In arrivo a Pistoia il benessere che mancava
3600 metri quadri coperti e 5000 metri quadri di parco acquatico. Questi i numeri di Hidron Pistoia, il nuovo ed innovativo centro Fun, Sport e Wellness che inaugurerà la propria sede il 10 marzo prossimo, in località Pontelungo. Hidron è leader in Italia per il fitness ed il tempo libero: la prossima apertura nel capoluogo pistoiese nasce dal successo dell’esperienza Hidron Firenze, che ha ispirato anche la nascita di Hidron Tirana, la prima sede all’estero. Abbiamo incontrato Andrea Massagli, Amministratore Delegato Hidron, e Alessandro Carlesi, l’imprenditore pistoiese che, insieme al padre Danio, ha creduto nel progetto e ha reso possibile l’apertura di questo centro che rappresenta un’assoluta novità per Pistoia e l’intera provincia.
eventi, serate a tema, e area shopping (con negozio Everlast e parrucchieri).
Cos’è Hidron?
Le tariffe per chi decide di abbonarsi?
È un mondo creato per farti vivere l’esperienza del benessere totale. La sua filosofia si nutre di benessere e tempo libero, di relax e divertimento. Hidron Pistoia offre servizi per adulti e bambini. Piscine al coperto, corsi di nuoto, fitness in acqua, parco acquatico esterno. Area benessere, con percorsi mirati per il tuo corpo, area beauty, con trattamenti estetici personalizzati, area fitness di ultima generazione con possibilità di corsi collettivi.
Ma i servizi non si esauriscono qui.
Hidron Pistoia sarà anche un centro specializzato di pre-abilitazione per le attività motorie. Grazie ad uno staff di professionisti (nutrizionisti, medici specializzati, fisioterapisti) sportivi, persone dismetaboliche e chi ha esigenze specifiche potrà godere di percorsi personalizzati per una perfetta forma fisica. Ed ancora, all’interno di Hidron sarà presente un ristorante, uno spazio dedicato per pranzi veloci, piccoli snack o la merenda per bambini. In più, ogni sera
Perché avete scelto Pistoia?
Prima di tutto perché la città ha un bacino di utenza importante - abbiamo già un database di 11mila clienti contattati - e, ad oggi, nella zona non ci sono competitor nella stessa tipologia di settore. Secondariamente, volevamo riqualificare un’area che, diversamente, sarebbe rimasta inutilizzata e creare opportunità di lavoro. Prevediamo di arruolare settanta, tra dipendenti e collaboratori: un personale giovane, competente e del posto. Abbiamo già fatto più di 300 colloqui ed, ancora, continuano ad arrivarci curriculum.
In generale, i nostri prezzi saranno più bassi rispetto a quelli di mercato. Per chi, poi, entra nel mondo Hidron entro il 10 marzo prossimo, riserviamo un trattamento particolare: 44€ al mese per provare l’esperienza Hidron per un anno (compreso lo spazio acquatico) oppure 63€ al mese (solo 2€ al giorno) per la Formula All Inclusive a tempo indeterminato. Info su www.hidronpistoia.it
Hidron è un mondo a prova di bambino.
I bambini sono al centro del mondo Hidron. Per loro ci sono servizi tutti dedicati con corsi di nuoto, di danza, organizzazione compleanni, campus estivi ed invernali.
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Per maggiori informazioni: Info Point Hidron Via Provinciale Lucchese, 139 Loc. Pontelungo (PT) Apertura: 10-20.
Diletta Severi foto di Cristiano Bianchi
La buona e sana tradizione toscana
in tavola “Dal Pucci”
Atmosfera familiare e cordiale, in un ambiente curato ed accattivante e, naturalmente, freschezza e alta qualità delle materie prime. Questi i punti di forza del Ristorante “Dal Pucci” di Pescia, in attività dal lontano 1951. A guidare questo ristorante di successo sono, oggi, i due fratelli Pace, Alessandro in cucina e Fulvio in sala. In tavola la miglior tradizione toscana - con un occhio di riguardo per le vecchie e genuine ricette dei nonni - ma anche il buon pesce, e qualche divagazione su una cucina originale e più ricercata (tagliata di tonno all’ananas, ad esempio). Ma il piatto forte resta lei, la Fiorentina. “Dal Pucci” si possono trovare varie proposte degustazione.
DEGUSTAZIONE CARNE €30,00 (escluso vino) DEGUSTAZIONE PESCE € 32,00 (escluso vino) DEGUSTAZIONE PIZZA € 15,00 (escluse bibite) “Dal Pucci” è il ristorante ideale per la tua pausa pranzo, con menù alla carta - semplice, genuino e casalingo - e diversi proposte (da 10€, 15€ e 20€).
Tre sale con giardino estivo, una cantina fornita, possibilità di menù vegetariano e la domenica pranzo per la famiglia (proposta menù a 22€).
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Via Amendola, 4 51017 Pescia, Pistoia Telfono 0572 476176 ORARIO: 12-15/19.15-23 Chiuso il Giovedì.
Antonella Gramigna
gennaio primavera terme montecatiniIl benessere romani trattamenti natugrazie alle Termeserenità rilassarrali fangoterapia si felici wellness remise en forme Dottoressa Antonella Gramigna Specializzata in Comunicazione, orientamento e promozione della salute e-mail: antonella.gramigna@gmail.com
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Gennaio, bel mese per pensare a noi stessi! Finite le feste è il momento della calma e della “remise en forme” per poi sbocciare in primavera. Quale metodo migliore che tornare indietro nella storia e riscoprire i benefici delle terme? L’Italia è, senza dubbio, il Paese che vanta il maggior numero di stazioni termali e di luoghi idonei a trattamenti naturali quali i bagni e la fangoterapia. E noi Abbiamo la fortuna di abitare in una città termale famosa in Europa quale Montecatini. Approfittiamone!
Apprendo, tra l’altro, dal sito istituzionale di Terme che già in epoca romana erano note le qualità terapeutiche delle acque di Montecatini, quando fondavano una nuova città, oltre al foro, ai templi, ai circhi e alle case, si preoccupavano sempre di costruire anche una o più stazioni termali. Le terme per gli antichi romani non erano solo una filosofia di vita, ma anche un modo di intrattenere relazioni sociali e di dedicare un po’ di tempo a se stessi e al proprio benessere fisico e psicologico. Il termalismo e’ un fenomeno che ha accompagnato l’evoluzione dell’uomo nella ricerca del suo benessere psico-fisico, attraverso l’acqua, nostro primo contatto prenatale, in cui ci ritroviamo e ci rigeneriamo come in una oasi tranquilla di serenità il rilassarsi e lasciare che i propri sensi si espandano in tutte le direzioni e sensazioni farà di noi persone più felici. Questo significa abbandonarsi al wellness, questo significa pensare a noi stessi, cercare un’oasi solo nostra dove stare bene! E cos’è il benessere? Il benessere (da ben - essere = “stare bene” o “esistere bene”) è uno stato che coinvolge tutti gli aspetti dell’essere umano, “lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società”. Prendersi cura si se stessi, dunque è un nostro
dovere, coccolarsi e farsi coccolare nel pieno relax di un’atmosfera ovattata e rallentata, come quella dei Centri Benessere, dove la parola d’ordine è Wellness, si entra in contatto con una nuova filosofia di vita all’insegna dell’armonia con se stessi e ciò che ci circonda. Il benessere è, insomma, la ricerca di quello stato emotivo chiamato felicità, data da un senso di appagamento generale e la sua intensità varia a seconda del numero e della forza delle emozioni positive che un individuo sperimenta. Gli stati d’animo positivi possono influire in modo considerevole sia sul comportamento sia sui processi di pensiero rendendoli maggiormente adeguati e funzionali alle situazioni di vita dell’individuo. E’ poi ovvio che tutto questo si ripercuota positivamente sullo star bene dell’individuo con se stesso e gli altri. In effetti, quando le persone sono di buon umore, pensano alle cose in modo molto diverso, rispetto a quando sono di cattivo umore. Quando si è felici si tende a valutare più positivamente la propria persona: ci si sente pieni di energia, si considerano meno gravi i propri difetti e si pensa meno alle proprie difficoltà. In ultimo, si è visto che più si è felici più si curano e si allargano i propri interessi sociali e artistici, si pone maggiore attenzione alle questioni politiche generali, ci si sente più inclini ad accettare dei compiti nuovi e stimolanti, anche se difficili. (Cunningham, 1986; 1988). Non dimentichiamo che anche con l’aumento della temperatura interna (0,5-1°C) data dai fanghi, ad esempio, determina l’accelerazione degli scambi metabolici, quindi approfittiamone per smaltire gli eccessi di gola! Rigenerare corpo e spirito facendo vita sociale? Perchè no? Da sempre fare termalismo significa anche incontrare persone, stabilire rapporti umani e sociali, in un momento di piacere per se stessi riscoprendo la voglia di comunicare con chi, magari, ci accompagna nella vita o con persone nuove, diverse, che ci danno stimoli di confronto e scoperte di noi….diversi! Un giorno rigenerante alle terme o anche un soggiorno da dedicare a se stessi o alla coppia: qualsiasi sarà il percorso che sceglierete sono certa che amerete come me l’atmosfera un pò fuori dal tempo di questa città che è Montecatini. Lo “stare bene” è nell’acqua! Ritroviamoci.
per 1 persona
Filetto di manzo 200 hg ¼ di litro di Chianti classico 50 gr di pancetta tagliata in due fette
PREPARAZIONE
INGREDIENTI
In una padella antiaderente
nella padella da ambo le parti, fino a quando i due lati assumono un colore dorato. La preparazione del filetto prosegue in una seconda padella, nella quale si versa ¼ di litro di vino. Si fa cuocere, fino a quando il vino non si amalgama con la carne e
Pane toscano
di media grandezza, versare
non si trasforma in una crema densa. L’altra metà
Olio extravergine di oliva
due cucchiai di olio, il ramet-
della pancetta, invece, si fa friggere nell’olio già a
1 rametto di rosmarino
to di rosmarino e lo spicchio
bollore, fino a quando non diventa croccante. Il
di aglio schiacciato con la
piatto si compone con il filetto e la crema del vino,
Farina 00
buccia. Aggiungere una fetta
il radicchio di Chioggia grigliato, una fetta di pane
Sale da cucina
di pancetta tagliata a cubetti
tostato e una goccia di olio extravergine di oliva.
1 spicchio di aglio
e farla rosolare insieme. Adagiare il filetto infarinato e farlo cuocere
LA RICETTA //
Filetto al Chianti classico con pancetta croccante e radicchio di Chioggia
Il filetto al Chianti classico è un piatto del periodo invernale che si sposa bene, ovviamente, con un vino rosso toscano Chianti, adatto per una cucina che richiama i sapori della tradizione, con un tocco di originalità e buon gusto. E’ una delle specialità dello chef del Ristorante Pizzeria “La Favola Mia” di Chiesina Uzzanse, Leonello Spadoni, che lo ha preparato anche per “Il Giullare”. La Favola Mia - via Cavour, 79 - Chiesina Uzzanese - Telefono 0572 480168
P42/piatto ricco
A
SAN FRANCISCO
CAFFÈ GAMBRINUS
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L’aperitivo più “in” della Valdinievole e il mercoledì cena sushi
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A MAGGIO
torna Nel centro di Lamporecchio ha aperto un
nuovo spazio dedicato ai bambini, alla loro formazione e al loro divertimento. “Anche i libri parlano”, infatti, non è solo una libreria specializzata nella letteratura per i più piccoli, ma un luogo in cui organizzare feste di compleanno, incontri con autori ed illustratori. O, ancora, uno spazio da condividere per laboratori, letture animate e tante altre iniziative che possono coinvolgere anche le scuole. Cinzia ed Ilaria, le due giovani donne che hanno dato vita a “Anche i libri parlano”, vi aspettano tutti i giorni (eccetto il lunedì mattina) dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.30.
P.zza IV Novembre, 10 - 51035, Lamporecchio (PT) Telefono/Fax: 0573-81706 email: info@ancheilibriparlano.com
ECOMOBILITY
Si rinnova , anche nel 2012, l’appuntamento con Ecomobility, la manifestazione a favore dell’ambiente, promossa da Aci Pistoia. L’obiettivo è di valorizzare la mobilità sostenibile, con veicoli a basso impatto ambientale, sia di terra, che di mare che di cielo. L’evento, che anche quest’anno sarà ospitato dal Comune di Montecatini Terme, è una vetrina per mostrare quello che offre il mercato in termini di tecnologia ecosostenibile, ma anche l’occasione per vivere le numerose esperienze “collaterali” che, ogni anno, arricchiscono la Kermesse. L’appuntamento è fissato per il 2526-27 Maggio prossimi.
Roberto Grazzini
Osvaldo Romani
foto di Cristiano Bianchi
Un’intera vita dedicata al calcio e ai più giovani
C’
era una volta la Stella Rossa Via Nova. La favola calcistica che vi raccontiamo inizia verso la fine degli anni ‘70 e parla di una piccola quanto titolata compagine amatoriale, nata nell’omonima Casa del Popolo, capace di vincere cinque titoli provinciali e uno regionale. Una squadra composta da sanguigna e verace gente del posto, dove spicca l’acume tattico di Osvaldo “Pacchino” Romani, regista a tutto tondo. Ed è proprio lui, sorretto dal fratello Paolo detto “Ringo”, dall’amico Paolo Parlanti e da Evaristo Pacini, che, appese le scarpe al chiodo, dà vita nel 1980 a quello che è sempre stato il suo sogno nel cassetto: un settore giovanile nella campagna pievarina. “Ricordo ancora quel giorno - racconta sorridendo Romani - invitai alla Casa del Popolo l’allora parroco Marino Mori e il sindaco Antenore Mazzei per parlare del mio progetto. Una sorta d’incontro fra Peppone e Don Camillo, per dirla alla Guareschi. Molti mi dissero figurati se il prete viene nella casa del demonio. E invece venne arzillo ed esclamo la frase Credevi che non sarei venuto! Eccoti servito. E’ un episodio a cui sono legato moltissimo perchè fu da quell’incontro che vennero gettate le basi di quello che adesso è il Via Nova”. La prima esperienza furono i campionati Pulcini, o meglio Piccoli Amici, sempre nell’UISP, col nome di Uc Via Nova. Due bambini si distinguevano in campo: Giovanni Evangelista che approderà al settore giovanile dell’Atalanta e Alessandro Fini, scelto della Fiorentina. Nacque così quella che era una sorta di Atletico Bilbao in miniature, in fatto di appertenenza e attaccamento alla maglia. “E’ un particolare di cui sono particolarmente orgoglioso - ammette “Pacchino” con un pizzico di commozione - pensate che oggi, dei 20 componenti della rosa della prima
“Pacchino” ci racconta la storia della Via Nova, storica realtà del nostro calcio giovanile. “Tutto è nato da un incontro alla Casa del Popolo tra l’allora sindaco Antenore Mazzei e il parroco Don Marino Mori. Quel giorno ho realizzato il mio sogno nel cassetto”
squdra, ben 15 sono cresciuti nel nostro vivaio”. Un settore giovanile dove la punta dell’iceberg è rappresentata da Fabio Galante, che dal campo della Palagina prese la via di Empoli, per poi vestire le maglie di Torino, Inter e Livorno. “Tanti ragazzi hanno fatto il salto nel calcio che conta - spiega Romani - ultimo dei quali Alessio Mariotti, ora al Catanzaro, che ha vinto diversi campionato fra serie D, C2 e C1. Ognuno di loro appena può, si fa vivo, perchè il legame è sempre forte anche a distanza di anni”. Torniamo, però, agli albori della società che giocava sul sabbioso comunale di Via Ancona per passare poi dal 1995 al centro sportivo della Palagina, all’inizio della frazione di Via Nova. Qui, al gruppo storico composto dai fratelli Romani si è aggiunta un’altra persona che sarà molto importante nella storia del club: Ivo Rastelli, scomparso prematuramente, ma che ha lasciato un ricordo indelebile. “E’ stato un grande compagno d’avventura, sempre presente e disponibile - spiega Romani - ogni anno lo commemoriamo con un torneo giovanile a livello professionistico a lui intitolato”. Nel frattempo il Via Nova ha iniziato a farsi conoscere all’estero, vincendo tornei importanti a Parigi e Tolone oltre che in Spagna. Tra i pali c’era anche un giovanissimo Andrea Spadoni, il nostro direttore, soprannominato Farfalla Smith proprio da Romani, per quelle uscite un po’ spensierate. I successi sono proseguiti, tanto che il Via Nova si è meritato un servizio su “Uno Mattina” per la vittoria al Maestrelli, con tanto di intervista a Romani da parte di Maria Teresa Ruta. Vulcanico e istintivo, specie in panchina, Osvaldo “Pacchino”, si è fatto più amici che nemici nella giungla
P46/sport
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del calcio. Fra questi l’ex nazionale Romeo Benetti, di casa alla Palagina. “Ogni volta che passa di qua mi viene a trovare e andiamo a mangiare. E’ un vero amico”. La diplomazia calcistica, il patron, l’adopera per intrecciare proficui legami con la Lucchese, grazie al buon rapporto col compianto professor Bianchi, anche se l’Empoli alla fine è diventato il partner privilegiato. “Avere legami stretti con chi crede nei giovani è essenziale” sentenzia Romani. La segreteria oggi è zeppa di foto che testimoniano i tanti momenti belli, ma che hanno comunque tolto qualcosa agli affetti personali. “Da ormai tanti anni il Via Nova mi assorbe a tempo pieno - ammette - dandomi molto in cambio. Ma esiste un dazio da pagare. Non mi riconosco affatto nel ruolo di padre-padrone del club, quanto piuttosto in quello di genitore premuroso e non mi vergogno di rullare il campo col trattore quando ce n’è bisogno”.Giardiniere, custode, magazziniere, allenatore, presidente, direttore sportivo e psicologo. Tutte qualifiche che rispondono alle caratteristiche di Osvaldo Romani, uomo che ha coronato un sogno. Il centro della Palagina è un complesso all’avanguardia non solo in Valdinievole, con un campo centrale in erba naturale, uno in sintetico di ultima generazione, più un campo di calcetto sempre in sintetico. In più c’è una sala polivalente, perfetta per quel luogo di aggregazione che Romani voleva “Ma non è tutto merito mio - precisa - ho avuto la fortuna di aver trovato un ‘amministrazione comunale sensibile alle problema-
nella via nova sono cresciuti tanti piccoli talenti del calcio. fabio galante dalla palagina fino alla champions league
tiche giovanili, che si è fatta in quattro per appoggiarmi. Magari io sono stato bravo a contornarmi di collaboratori validi come Renzo Bartolini, allenatore bravo e preparato, nonchè uno di famiglia vista la lunga militanza, o come l’insostituibile segretario Nino Boccardo”. Ma come è cambiato il calcio giovanile ? “Dovunque vado, ci sono due porte, le reti, l’area di rigore. Non inventa niente nessuno. Il calcio è sempre calcio. Io sono un romantico del football. Credo al lavoro sul campo e alle motivazioni che un istruttore sa trasmettere ai ragazzi”.Rimpianti? “Non so cosa siano. Quello che volevo fare l’ho fatto e lo rifarei nella stessa identica maniera. Spero che il nostro settore giovanile, al momento composto da oltre 200 ragazzi, cresca in maniera esponenziale e che la Palagina resti un posto sano e un punto di riferimento per i tanti giovani e le loro famiglie”. Buona fortuna Osvaldo
Serata dedicata alla moda Successo all’hotel Adua
Andrea Vergoni Dirigente Sportivo dell’anno
Successo inaspettato per la serata, presentata da Alessandro Martini, che si è svolta venerdì 6 Gennaio presso l’Hotel Adua di Montecatini Terme. Più di 150 le persone che hanno partecipato, con entusiasmo, alla kermesse dedicata alla moda e allo spettacolo. Con protagonisti, giovani talenti emergenti che hanno allietato la serata con magnifiche esibizioni canore e belle modelle in erba,
Ogni anno il Coni comitato provinciale Pistoia,
che si sono destreggiate tra passarelle e
nell’ambito della giornata del dirigente sportivo,
cambi d’abito (Fashion Designer, Benedetta Mariotti che ha presentato il suo marchio Wendy in Wonderland).
Uno show per la ricerca della sindrome Lafora A conclusione di un mese ricco di iniziative con lo scopo di raccogliere fondi da destinare all’AILA (associazione italiana Lafora), viene annunciata una importante serata a sostegno della ricerca sulla malattia. Ci saranno tanti ospiti del calibro di Nicki Giustini e si effettuerà il 25 Febbraio (ore 21) presso il Teatro del Foro Boario di Lucca. Nell’occasione sarà fatta anche la premiazione del nostro Torneo di Calcio a 5. Avevamo raccontato di questa malattia, raccontando la storia di una ragazza di Chiesina Uzzanese affetta da questa malattia. Con questa notizia invitiamo i nostri lettori ad aiutare questa associazione anche con un piccolo contributo o gesto, per riuscire a dare nuovamente una speranza alle persone che stanno combattendo con la malattia.
invita gli enti di promozione sportiva a segnalare un nominativo che si sia particolarmente distinto, nell’anno in corso, per iniziative o impegno a favore dello sport. Nel 2011, l’importante riconoscimento è stato assegnato a Andrea Vergoni (nella foto), dirigente Asd Sport Bike Rig Design, perché meglio ha rappresentato le strategie e gli indirizzi che il comitato aveva indicato:con l’appoggio convinto della sua società, è riuscito a bene interpretare il concetto che, nello sport per tutti, il fine sociale della pratica è prevalente su quello della performance. Lo ha fatto grazie alla sua capacità di promuovere, sostenere e realizzare progetti che hanno visto attori protagonisti le persone e, nel suo caso, la bicicletta come strumento. Sentite congratulazioni da tutta la redazione de “Il Giullare”.
Chiesa e “Cuoriamoci” contro l’arresto cardiaco Dal primo gennaio scorso, la Cattedrale di San Zeno in Piazza del Duomo è diventata la prima chiesa in Italia dotata di un defibrillatore. L’inaugurazione del PAD (ovvero, il punto dove è stato installato il macchinario), voluta congiuntamente dal Capitolo della Cattedrale e
dall’Associazione Cuoriamoci - la onlus pistoiese che a cinque anni dalla sua fondazione ha donato oltre 100 defibrillatori sull’intero territorio pistoiese - è avvenuta al termine della solenne Messa di inizio anno, presieduta dal vescovo Mansueto Bianchi.
Tutti i Venerdi APERICENA dalle 20
Bar - Colazioni Pranzi di Lavoro - Happy hour Ricevitoria Sisal e Superenalotto
Via Battisti 956 - Monsummano Terme (PT) Contatti: 349.0541956 - 339.6811348
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