Anno 4 - Numero 35 - Gennaio 2013
Mensile di Approfondimento della Valdinievole e di Pistoia a Diffusione Gratuita
Bufera sul Palazzetto Il sindaco dichiara di voler vendere il PalaCarrara. I tifosi insorgono: “Il basket non si tocca”.
Verso le elezioni
Iscrizione Tribunale di Pistoia n.9/2009 del 14 maggio 2009
Intervista all’ex Ministro Altero Matteoli. I nomi di tutti i candidati. Scarpetti (PD): “Vincerà Bersani”
Scusa, ma ti voglio sposare
“Lei era una trans, ora è mia moglie”
Direttore Responsabile Andrea Spadoni aspadoni@ilgiullare.com
Capo Redattore Diletta Severi dseveri@ilgiullare.com
Giornalista Lorenzo Benedetti
Fotografia Pierluigi Losco
INFO@ILGIULLARE.COM A CURA DI ALESSIO BERTI
Collaboratori Maurizio Carrara Roberto Grazzini Jacqueline Monica Magi Simeone Clamori Antonio Pileggi Federico Liberati Antonella Gramigna Ilaria Michelucci Alessio Berti Alessandro Scerbo
Tripadvisor “Mangiato malissimo
“Pessimo il ristorante
sia a pranzo che a cena”
e la sera sempre un brodino”
ha scritto il ragioniere di Cesena
ha scritto il commerciante di Torino
“La sera è tutto chiuso
E’ tutto un lamentarsi su quel sito
e niente piano bar nell’albergo”
però ritornano ogni anno
ha scritto l’avvocato di Viterbo
si vede che qualcosa gli è garbato ma non lo scriveranno .
“Struttura vecchia e mal curata necessita di lavori di ristrutturazione”
Allora ce l’ho io la soluzione
Stampa Nova Arti Grafiche Signa (Firenze)
ha scritto l’architetto di Riccione
che metterà d’accordo giunta
“Solo canali a pagamento
per Montecatini Terme d’Europa
Società editrice Il Giullare Editore srl
e troppo piccolo lo schermo”
ci vorrebbe un Tripadvisor
ha scritto il professore di Palermo
per la topa.
Consulenza Legale Dott.Giuseppe Vanità
Iscrizione Tribunale di Pistoia n°9/2009 del 14 maggio 2009
Layout Grafico e Impaginazione Eva Bugiani ebugiani@ilgiullare.com
L’allegato
La redazione
e opposizione:
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sbarca a Pitti Uomo e nello stand di Fred Mello scova il ballerino di Amici Stefano De Martino intento a sorvegliare Belen, futura mamma del suo bambino, testimonial del marchio.
6 Il dottor Stranamore
#l’intervista
Sommario
D I A N D R E A S PA D O N I
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#let’stalk
#ilblogdiclarabella
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#dialoghi
#quattroristorantiper
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#stonature
#ilgiornaleinfesta
piaceva così. E perché, la storia che vi
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proponiamo in apertura di questo nu-
#fuoriporta
#click
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#ilcaso
#instagiullare
può essere strano, può cambiarti la
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vita in un attimo. Ma ti aiuterà a dare
#lettereanonime
#ilconcorso
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#sociale
#sosgiullare
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#quiPD
#giovani
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50
#benessere
#pillole
15 #l’inchiesta
E’ ovvio che il titolo del nostro editoriale non si riferisce direttamente alla pellicola di Stanley Kubrick. Ne riprende solo il significato letterale, perché mi
mero de “Il Giullare”, il primo del 2013, ci può insegnare ad amare. Oltre ogni confine personale e sociale. Una lettura che, forse, per chi si pone delle
28 #quiPdl
barriere, soprattutto quando si entra nel campo dei sentimenti, può essere terapeutica. E qui, si torna al titolo: il dottor Stranamore. Perché sì, l’amore
un senso a tutto a ciò che hai fatto fino a quel giorno e a scovare un raggio di sole anche nelle giornate più buie. In poche parole: se nella tua vita non ami, che gusto c’è? Su “Il Giullare” di questa edizione, parliamo anche di sport: dalla polemica esplosa a Pistoia intorno al PalaCarrara e del momento difficile dei settori giovanili del calcio. Ma anche di politica: chi vincerà le prossime elezio-
48 #sport
ni? Ad ascoltare i politici sembra che tutti abbiano già in tasca la ricetta “SalvaItalia”. Ma, in realtà, sappiamo che, forse, non sarà così. Allora chi ci salvera? Di sicuro, l’amore. Buona lettura.
di Andrea Spadoni foto di Alessandro Scerbo
#l’intervista
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LA STORIA “Il nostro amore contro i pregiudizi: il bello è vivere alla luce del sole” Il campione di rally, Paolo Garavaldi e la sua compagna Shaylla, si sono sposati lo scorso 27 ottobre nel Comune di Montecatini. Lei, fino a due anni fa, era un transessuale. “In realtà era una donna a tutti gli effetti, intrappolata nel corpo di un uomo”. Solo dopo il delicato intervento al quale lei si è sottoposta due anni fa in Thailandia, è stato possibile celebrare il rito civile. “Un sogno che si è avverato. Stiamo insieme dal 2007, oggi anche chi era scettico, è felice per noi”.
L
ui si chiama Paolo, lei Shaylla. Dal 27 ottobre del 2012, dopo il rito civile che si è celebrato in Comune a Montecatini, sono marito e moglie. Lui è un campione di rally di fama nazionale. Lei, oggi come oggi, fa la donna di casa e segue i due cagnolini che completano la famiglia: Samy, un volpino di 5 anni e Susy, incrocio tra chihuahua e volpino, di due anni. E sono felici. Da qua iniziamo a raccontare questa bella storia. Dall’immagine leggera e positiva che ci siamo trovati di fronte, quando una domenica pomeriggio siamo andati a trovarli nella loro casa, nel centro della città termale. Paolo Garavaldi, 45 anni, come già accennato, è molto conosciuto nel mondo dello sport e la sua bacheca è piena di riconoscimenti, premi, trionfi e momenti esaltanti della sua carriera. Shaylla, invece è nata 27 anni fa a Recife, in Brasile ed è arrivata in Italia da un po’ di tempo. Aveva un corpo di una giovane donna, ma sui documenti, il nome era quello di un uomo. In pratica, Shaylla, era un transessuale. Perché scrivo al passato? Perché da due anni, anche grazie all’amore e la sicurezza che Paolo ha saputo trasferirle, è una donna a tutti gli effetti, dopo un lungo percorso di cure e quell’aereo che l’ha portata lontano, in Thailandia, il paese che le ha regalato il sogno più grande, perché lì si è sottoposta al delicato intervento di cambio di sesso. E’ stato un passaggio necessario, perché se l’amore tra loro era
ben saldo da cinque anni, in Italia, a questa coppia, non sarebbe stato permesso di unirsi in matrimonio. Da quello che capisco dal racconto, il vostro rapporto è sempre stato alla luce del sole. Paolo: “Sì, fin dal primo momento. Ho sempre pensato che la vita vada vissuta al cento per cento, alla luce del sole, senza mai omettere quello che sei realmente. Così, da quando ho conosciuto Shaylla, non mi sono mai posto il problema che lei fosse un transessuale”. Allora, a questo punto, ti faccio un’altra domanda: nei tuoi amici, sul lavoro, nella tua vita quotidiana, quando sapevano che eri fidanzato con un transessuale, hai notato una certa ostilità da parte di qualcuno? Paolo: “Sai qual è il bello? Aver visto il cambiamento in tante persone. Se all’inizio mi criticavano, mi guardavano con sospetto o addirittura cercavano di escludermi, oggi tutti quelli che ci conoscono, chi ci ha visto insieme, sono diventati i nostri migliori amici e più assidui compagni di cene, serate. Lo stesso vale per Shaylla: alcune ragazze avevano difficoltà a instaurare un rapporto con lei, mentre ora la chiamano tutti i giorni, escono. Vanno a fare le cose da donne, insomma”. E in famiglia? Paolo: “E’ ovvio che c’è stato un momento in cui sarebbe stato meglio che per loro la mia compagna fosse una poco di buono, rispetto a un transessuale.
“All’inizio non è stato semplice far capire alla mia famiglia che la mia fidanzata era un transessuale. Ma oggi mia madre ci chiama tutti i giorni”
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Mentre ora, anche mia madre, ci chiama spesso, ci dice di andare a casa a prendere i fagioli, il sugo. Ha capito che Shaylla è una ragazza a posto e che io sono felice così. Purtroppo capisco che viviamo in una società piena di sovrastrutture e pregiudizi, ma è ora di finirla con le ghettizzazioni per i gusti sessuali delle persone, oppure per il bianco e il nero. Quando due persone si vogliono bene, perché non possono stare insieme e sposarsi? E anche sulla questione dei transessuali: se uno si fidanza o si sposa e vive un amore alla luce del sole, non va bene? Mentre se sei sposato con figli e la notte alle tre, ti fermi per strada, carichi un trans in macchina e ci fai sesso, è tutto a posto?”. Shaylla: “Anche perché te lo posso dire con certezza: in Italia, il 70% degli uomini è stato con un transessuale”. Il giorno del matrimonio deve essere stato molto emozionante per voi. Presumo sia stata una importante vittoria. Paolo: “Abbiamo fatto un matrimonio molto semplice, lo scorso 27 ottobre, che è la data in cui ci siamo conosciuti nel 2007. Settanta invitati, prima in Comune e successivamente a pranzo al Montecristo. Anche questa è stata una occasione per osservare come le persone, spesso, si fanno dei pregiudizi inutili. All’inizio c’era quasi il gelo tra le amiche di Shaylla e gli altri. Alla fine del pranzo erano tutti amici e ridevano assieme. Comunque, sì, è stato un bel giorno, una bella soddisfazione che ha concluso il nostro percorso insieme. E poi è stato necessario anche per regolarizzare i documenti di mia moglie, perché, lo ammetto, è stata una trafila piena di burocrazia, lunghissima. E sofferta”. Shaylla: “E’ vero. Ho vissuto questi anni sempre con il permesso di soggiorno temporaneo, ogni tanto dovevo tornare in Brasile, a volte restavo qui nascosta per non allontanarmi da Paolo. E poi, il desiderio di operarmi, diventare donna a tutti gli effetti e sposarmi, era grande. Ce l’abbiamo fatta. Sono molto felice”. Paolo: “Ancora, comunque, non è finita: Shaylla ora può stare in Italia in quanto mia moglie, ma stiamo ancora attendendo la sua nuova carta d’identità. Poi, tra alcuni anni, potrà avere anche la cittadinanza. Lo sai, però, cosa mi fa arrabbiare? Quando, a volte, mi fermano di notte. Sembra che abbiano scoperto il cliente con la prostituta, vogliono sempre farti passare in qualche modo strano, pazzo. O ubriaco. Non è possibile aver semplicemente fermato marito e moglie?”. Per quanto ne so io l’operazione di cambio di
sesso è un intervento molto duro da superare. Vero? Shaylla: “Sono partita per la Thailandia molto convinta di quello che stavo facendo, perché era il mio sogno. E non è un caso che sono andata in quel paese, perché là ci sono i migliori dottori al mondo per questo tipo di interventi chirurgici. Non è certo una passeggiata, però la felicità ha superato ogni difficoltà”. Paolo: “In effetti, la forza di Shaylla è proprio il carattere. Ha molta forza e standole accanto ho imparato tanto. Quando due anni fa è partita per la Thailandia ero più preoccupato io di lei e, soprattutto, mi dispiaceva non poterle stare vicino. Ma i miei impegni di lavoro non me l’hanno permesso. Però, alla fine, è andato tutto bene”. Tra l’altro, in questa campagna elettorale, la questione delle unioni civili anche tra coppie gay, è uno dei temi principali. Anche Berlusconi, quindi il centro destra, ha aperto a questa possibilità, che ne pensi?
In questa sequenza di im-
Paolo: “E’ giusto che si possa dare una tutela alle
magini, si mostrano alcuni
coppie, anche gay, che si amano. E che le persone
momenti felici della storia
che hanno passato una vita insieme possano avere dei diritti nel caso in cui uno dei due venga a mancare. Sono contento che anche Berlusconi abbia dato
d’amore tra Paolo Garavaldi e Shaylla. In alto, uno scatto del loro matrimonio nella sala del Comune di
questo input, anche perché io, alle prossime elezioni,
Montecatini. Sotto Shaylla
lo voterò”.
mostra il suo tatuaggio sul
Oggi siete marito e moglie, ma avete mai pen-
polso con la data in cui si
sato di adottare un figlio, per completare la fa-
sono conosciuti. Quindi,
miglia? Paolo: “Per ora ne abbiamo due: Samy e Susy, i nostri cani. Più avanti, vedremo. Se ci sarà qualcuno, un ragazzino che avrà bisogno di essere aiutato a crescere, perché no?”. Insomma, quello che si prova a passare un pomeriggio accanto a voi, è che siete felici insieme… Paolo: “Certamente. Questa storia mi ha insegnato tanto. In particolare che nella vita non si deve pensare solo a noi stessi, che è bello anche condividere e non pensare solo agli affari. Ed è una soddisfazione tornare a casa e trovare una persone che sorride, che è contenta della propria vita. Alla fine il succo di tutto è dare senza chiedere niente in cambio ed essere felici anche della felicità degli altri. Come si chiama questa cosa? Amore?”.
in basso, altre immagini di viaggi in Brasile e momenti felici anche a casa con i cagnolini Samy e Susy.
In questa colonna, nelle foto, Paolo e Sahylla con i cagnolini Samy e Susy, durante i festeggiamenti delle nozze e, in basso, una foto di Shaylla con lo staff di medici e infermieri dell’ospedale in Thailandia dove si è operata.
Matrimoni gay, siete d’accordo? In Italia, le unioni civili sono impossibilitate dalla normativa sul diritto di famiglia. E’ uno dei temi principali di questa campagna elettorale
I matrimoni gay, ad oggi, risultano impossibilitati dalla normativa italiana sul diritto di famiglia. Tali tipi di unione, infatti, vengono ritenuti non coincidenti con i principi del nostro ordinamento. Tuttavia, la Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo, La Carta di Nizza e diverse Risoluzioni del Parlamento Europeo hanno sancito per molti anni la necessità di evitare discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale nel diritto ad avere una famiglia. In tutto questo
l’Italia si pone al di fuori di qualsiasi confronto giustificandosi con il ricorso ad una matrice religiosa che determinerebbe l’impossibilità di celebrare matrimoni gay. In questa fase politica, alcuni partiti, hanno fatto di questo tema, uno dei principali punto del proprio programma. Ultimamente anche Berlusconi, ha aperto alle unione civili tra omosessuali. Che ne pensate?
“Liberi di amare e di sposare chi vogliamo” Guido Del Fante, presidente dell’associazione Apois, interviene sul tema che abbiamo lanciato nel nostro spazio di dibattito: “Il problema è il nome “matrimonio”? Bene, cambiamo il nome dell’istituto. In Italia transessuali e trans gender sono ancora discriminati sul lavoro”
#let’stalk
10
La nostra Costituzione non vieta né i matrimoni né i rapporti tra le persone dello stesso sesso. L’Italia, rispetto anche a pochi anni fa, sul tema dell’omosessualità è maturata e cresciuta e il dibattito finalmente è diventato uno dei temi centrali del nostro paese. Quasi tutti i paesi europei, salvo noi e la Grecia, hanno una legge a tutela e riconoscimento delle persone e delle coppie gay, che possono essere il matrimonio o delle civili partnership in stile inglese o tedesco. La mia visione è che ogni persona dovrebbe essere libera di amare e poter sposare la persona che ama, indipendentemente se questa sia uomo o donna. Il problema è il nome “matrimonio” che tanto scandalizza politici e alcune persone? Cambiamo il nome dell’istituto ed estendiamolo a
tutti, senza tanti problemi nella creazione di istituti di serie A e serie B. Quello che manca ancora in Italia è la giusta informazione nei confronti di transessuali e trans gender che ad oggi sono discriminate anche nell’ambito lavorativo. Molte associazioni parlano di tutelare i diritti delle persone Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisex,Trans) ma poi nella pratica si parla sempre e soltanto dell’omosessualità maschile e femminile. I diritti dovrebbero partire dalla tutela delle persone, del loro fisico e del loro spirito e pensiero, invece si tende a definire le persone che vogliono cambiare sesso come deviate e malate. Ma chi si può arrogare il diritto di definire e catalogare qualcuno? Quale legge mondiale o divina potrebbe stabilire una simile crudeltà? La sessualità è varia, ampia e aperta e fermarla non serve a nulla. Perché tappare e voler cancellare le diversità? Le diversità sono ricchezza per le persone e per il paese stesso. Quando due persone sono consenzienti, perché non dovrebbero sposarsi? Sono coscienti di quello che stanno facendo e sanno che il loro futuro insieme lo vogliono e lo desiderano allo stesso modo. Il mondo, le persone, i cittadini stanno maturando e stanno imparando a comprendere il mondo omosessuale, che alla fine non è poi così diverso da loro. E’ “solo” pieno di discriminazione, difficoltà ma anche di felicità e gioie. Guido Del Fante Presidente Associazione Apois
Daiana leporatti, presidente di arcigaY di pistoia si sta impegnando per garantire informaZione e accoglienZa alle persone cHe Hanno bisogno di aiuto: “La felicita’ delle persone non e’ merce politica. riconoscere il matrimonio tra due persone cHe si amano e’ un diritto fondamentale della persona”
“Ci sono tante persone che coronano i propri sentimenti altrove”
Anche se non appaiono spesso sulle pagine dei giornali, i matrimoni “LGBTQI” (acronimo utilizzato come termine collettivo per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) ci sono e anche tra italiani che, costretti da una legislazione impari e da una religione che non conosce apertura e contemporaneità, coronano i propri sentimenti altrove.
L’amore prima di tutto Una cosa però emerge e rimane nell’anima di chi come me ascolta queste storie, che tutto parte dall’amore, per se stessi e per gli altri. Nel primo modo di rivolgere il proprio amore vi è la necessità di vivere una condizione di benessere psicofisico, stare bene con la percezione di noi stessi, sentirsi bene e realizzati all’interno del proprio corpo e del nostro orientamento sessuali. Il secondo è l’insindacabile diritto umano a poter amare quello di cui si è innamorato il nostro cuore e non una serie di convenzioni sociali, politiche e religiose, non essere schiacciati dal pregiudizio dentro uno sguardo, la piega di una morfia o di una parola come matrimonio che a questo punto non esprime più l’amore fra due persone ma l’unione morale tra un maschio e una femmina.
Non esistono persone di serie A Ciò che preoccupa di più è che in un Italia lacerata da problemi economici, fatta di persone che faticano ad arrivare a fine mese, di sprechi istituzionali, di politici che vanno in tabaccheria con l’auto blu, partiti politici prendano a pretesto, come successo più volte negli anni e legislazioni passate, le rivendicazioni del mondo lgbt per carpire voti creando false aspettative. Pensare i diritti delle persone, perchè gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, queer ed intersessuali sono prima di tutto persone e non persone di serie B ma magari Vostri vicini di casa, o il figlio che alzate la mattina dal letto per vestirlo e portarlo a scuola, spacchino realmente l’unità di programmi politici.
La felicità non è politica Che la felicità delle persone sia merce politica, che riconoscere il matrimonio tra persone che si amano, di avere gli stessi diritti di chi, a volte si sposa per convenienza, perbenismo e stereotipo sociale, che i diritti fondamentali di tutti non siano alla base del programma politico di qualsiasi fazione politica che si ritenga di buon senso, che a governare l’Italia non sia il suo popolo a ma regole e dogmi provenienti da chi pur stando sul suolo italiano è un altro stato a tutto gli effetti. Sembra che in questo paese la classe politica abbia la volontà di rimanere lo zimbello e la barzelletta del mondo civile. Cambi radicali di visione si fanno in nome di presunti voti e privilegi di casta. Questo è quello che è contenuto in ogni storia che ascolto, di ragazzi vittima di bullismo, di persone buttate fuori da posti di lavoro o da stage solo perchè si permettono di amare veramente e per chiunque pensi che queste cose accadono solo altrove posso amaramente assicurare che se parlassimo di più con la gente che conosciamo sicuramente ci accorgeremmo che facciamo parte di questo mondo.
L’opera di Arcigay Proprio questo Arcigay Pistoia si sta organizzando per accogliere in un posto sicuro tutte quelle persone che si sono rivolte a noi negli anni e che vogliono rivolgersi a noi. Presto dopo ben 10 anni dalla fondazione del circolo pistoiese riusciremo a dargli una collocazione sua presente e fissa, senza dover più correre a cercare posti per accogliere precariamente le persone, le loro storie, la forza e la volontà delle persone che ci aiutano e supportano ogni lavoro, progetto, iniziativa creata dal comitato. Dopo che 10 anni anni di governo pistoiese di sinistra ci ha palesemente ignorati e illusi è stato proprio dalle persone che stiamo trovando la forza di realizzare il progetto di cui ogni associazione avrebbe diritto, una casa. Ricordiamo che siamo sempre a disposizione ai seguenti riferimenti pistoia@arcigay.it o per telefono al 347.69.26.658. Siamo una storia nelle storie. Daiana Leporatti Presidente ArciGay
{
JACQUELINE MONICA MAGI
Cenni di feudalesimo strisciante Vorrei partire da alcune notiZie degli ultimi tempi, cHe tutti avete potuto leggere sui quotidiani. Mi riferisco alla manifestaZione di Parigi riguardante la protesta contro la possibilitÀ di legittimare le unioni omosessuali e alla polemica sui poteri-diritti-
doveri dei giornalisti. La prima manifestaZione mi Ha lasciato senZa parole e riportato alle lotte delle donne degli anni settanta in Italia per avere la legge sul divorZio e poi quella sull’aborto. appare diffuso particolarmente in Italia, almeno a quanto mi dicono
delle donne nel senso della loro autodeterminazione, sia nel ma-
vari cittadini stranieri che vivono in Italia, che ho intervistato, che
trimonio che nella maternità, ci fu una levata di scudi da parte del
provengono da diverse parti del mondo, Europa, Africa, America,
mondo cattolico che propose i due referendum abrogativi prima
Asia. Appare un atteggiamento che denota infantilismo in un po-
della legge sul divorzio, poi della legge sull’interruzione di gravidan-
polo che, invece di rispettare la libertà di tutti, degli altri e la propria,
za, perdendoli entrambi.
vive in limiti che si fa dare, si fa imporre e cerca di imporre i limiti 13
Queste due leggi furono ostacolate in ogni modo, in particolare
agli altri.
quella sull’interruzione di gravidanza, in nome di principi metagiuri-
Da qui l’appoggio a leggi che limitano la libertà di scegliere, limi-
dici, cioè non attinenti alla sfera giuridica, ma ad altra sfera, quella
tano la libertà di scegliere se essere madri o no, di scegliere con
religiosa privata.
chi si vuole costruire una famiglia, se con un uomo o una donna,
Compito di uno stato democratico laico e’ garantire i diritti a tutti
di scegliere come vivere la propria vita e limitano anche la libertà di
i cittadini senza distinzione di sesso, razza, religione, come recita
parlarne, di parlare liberamente.
la nostra Costituzione all’art. 3, quindi in uno stato democratico
Da qui l’appoggio ad un sistema giuridico che ci limita in molti
non può esservi posto per limitazione di diritti date da convinzioni
aspetti della vita, come si devono limitare i bambini piccoli perché
religiose. Altrimenti si costruisce uno stato confessionale, come i
non facciano danni, come si limita un popolo che deve rimanere
moderni stati islamici, Iran, Arabia Saudita e gli altri.
infantile per non sapere e poter scegliere che leggi vuole avere, che
Appare singolare che adesso si intervenga per tutelare i diritti dei
vita vuole scegliere, da quale governo vuole essere governato. Il li-
cittadini violati in alcuni stati confessionali, come l’Afghanistan,
mite è fondamentale per la convivenza civile, ma occorre riflettere
quando fino a poco fa proprio in Italia si ragionava in termini con-
su quali sono i limiti essenziali, quali quello di non danneggiare gli
fessionali, nel senso che se la Chiesa è contraria all’aborto allora lo
altri, con i limiti non necessari, che, anzi, limitano la libera espres-
Stato non deve avere la legge che permette l’aborto legalmente.
sione della personalità quale puo’ essere la personalita’ sessuale
Siamo riusciti a superare questa impostazione confessionale al-
e diventano dannosi.
meno formalmente, ma sarebbe interessante indagare quanto
Le scelte personali di ognuno non sono sindacabili fino a che non
ancora sussistano pregiudizi verso le donne che interrompono la
creano danni alla libertà altrui e non riesco a capire che danno
gravidanza in ospedale, quanto ancora si confonda libertà di auto-
mi possa fare a me se una persona e’ omosessuale, nera, mu-
determinazione della donna con difesa della morale. Sono convin-
sulmana, ebrea, protestante o altro, ciò che mi fa male e’ se una
ta che ancora oggi, nel 2013, vi sia chi storce la bocca davanti ad
persona, di qualunque colore, razza, religione, turba la mia vita con
una donna che sceglie di interrompere la gravidanza, tranciando
violenza, con minaccia, ostacolando la mia libertà.
giudizi sulla vita di una persona diversa da se stessa.
Occorre riflettere sui limiti essenziali, spesso non rispettati, come il
Questo atteggiamento diffuso, sottile, che porta molti a vivere giu-
guidare con prudenza, dai limiti non necessari ma dettati da pre-
dicando le vite altrui secondo i propri metri, più o meno limitati,
giudizi.
#dialoghi
Di fronte ad una nazione che chiedeva che fossero rispettati i diritti
#l’inchiesta
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Il caso E’ bufera sul Palasport. Il sindaco Bertinelli vuole vendere la struttura. I tifosi non ci stanno.
Tutto è iniziato con la conferenza stampa di inizio anno del primo cittadino di Pistoia e le sue previsioni per il 2013. Gli ultras biancorossi hanno esposto uno striscione polemico durante la partita casalinga contro Veroli.
di Andrea Spadoni
Quale sarà il futuro del Palazzetto dello Sport? Dopo la polemica dei tifosi contro il sindaco Samuele Bertinelli, nel corso della gara casalinga della Giorgio Tesi Group contro Veroli, è arrivata subito una nota ufficiale dagli uffici del Comune dove si sono spiegate nel dettaglio le motivazioni della volontà di vendere la struttura sporiva: “Nessuna volontà di privilegiare alcune discipline sportive rispetto ad altre”. La polemica è solo all’inizio. Perché quando si toccano le pas-
le emozioni più grandi, è disposto a tutto. Come dire: i so-
sioni e la storia di una città che, dagli anni ’80, si è innamo-
gni, signor sindaco, non sono in vendita. E così ne è nato uno
rata perdutamente della pallacanestro - sport che, tra l’altro,
scontro che, nello stile dei tifosi, è a visto aperto. Da una parte
ha portato Pistoia ai vertici nazionali e in Europa - si vanno a
il primo cittadino di Pistoia, dall’altra gli appassionati, quelli più
stuzzicare quei sentimenti, per i quali, chi ha affidato ad essi
veraci, del pallone a spicchi.
Le intenzioni del Sindaco
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Tutto è iniziato con la conferenza stampa di inizio anno di Samuele Bertinelli, la prima del suo mandato da sindaco. Tra i progetti in cantiere, spunta l’idea della cessione del palazzetto di Via Fermi: «Uno degli obiettivi del 2013 per il Comune è vendere il PalaCarrara e, con i soldi incassati, dare strutture migliori agli sport minori. Inoltre, è necessario valorizzare lo stadio, visto che su di esso c’è un progetto ambizioso del quale parlare ed il mese di marzo, in tal senso, sarà decisivo per capirne il futuro». Parole che il mondo del basket pistoiese non ha digerito: realtà sportiva, per altro, con un seguito di 3.000 tifosi al palazzetto ogni domenica. Molti, addirittura, si sono chiesti se l’idea di vendere la struttura sia necessaria per reperire fondi da investire nella ristrutturazione dello stadio. In realtà, questo, il sindaco non l’ha mai dichiarato. Ma, soprattutto, molti non digeriscono il fatto che il Comune voglia vendere ciò che, nel 1988, è stato costruito, principalmente, con investimenti privati.
Striscioni e volantini
I tifosi, comunque, non la mandano certo a dire a Bertinelli. Durante la gara casalinga contro Veroli, il gruppo della “Baraonda Biancorossa”, tifoseria organizzata dei biancorossi, ha riempito il PalaCarrara di volantini con la faccia del sindaco dentro un divieto d’accesso e la scritta: “Io qui non sono gradito”. Quindi, durante la partita, hanno esposto anche uno striscione con un significato evidente: “Bertinelli, a Pistoia non puoi fare distinzioni, o fai il sindaco di tutti o vai fuori dai coglioni”. I tifosi hanno anche spiegato la loro posizione in modo più dettagliato: «Crediamo che la vendita sia una cosa positive, a patto che venga ceduto ad una cifra simbolica perché in questi anni il Comune non ci ha mai speso niente. Le parole del sindaco non ci sono piaciute perché sembra che si voglia dare la priorità al calcio dicendo che quello che si incassa dalla vendita del Palasport servirà per incentivare lo sviluppo delle strutture per gli sport minori. Il Pistoia Basket non deve essere abbandonato a se stesso perché, anche qui, c’è impegno sociale e si crea uno svago per tanti ragazzi”. In pratica, nel caso di una cessione praticamente gratuita, la società Pistoia Pallacanestro che attualmente gestisce la struttura, sarebbe ben disposta a prenderlo.
“Anche il Comune ha contribuito alla realizzazione dell’impianto sportivo. Dal 1988 al 1993 è stata erogata una somma pari a circa 1,5 miliardi di vecchie lire, suddivisia in rate da 100 mila euro all’anno”.
La risposta del Comune In seguito alla protesta dei tifosi, Samuele Bertinelli, ha diffuso una nota ufficiale per spiegare bene la questione e precisare che non esiste nessuna idea di privilegiare altri sport: “L’intenzione dell’Amministrazione non è affatto quella di privilegiare alcune discipline sportive rispetto ad altre, come erroneamente ritenuto dalla “Baraonda Biancorossa”, ma, al contrario, quella di trovare gli strumenti migliori per continuare a sostenere tutti gli sport, cercando semmai di dare risposta anche alle legittime richieste di quelle attività sportive che, definite ingiustamente “minori”, contribuiscono a dar lustro a Pistoia”.
I numeri Il sindaco Samuele Bertinelli entra anche nel dettaglio delle spese sostenute dal Comune nella realizzazione e manutenzione del palazzetto: “La realizzazione della struttura è stata possibile anche grazie ad un cospicuo investimento da parte del Comune, che, unitamente alla Provincia di Pistoia e alla Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, ha corrisposto somme annuali, convenzionalmente pattuite, in conto interessi per l’ammortamento dei mutui accesi dalla Pistoia Pallacanestro (la società che gestisce il palasport, ndr). La somma erogata dal Comune risulta essere di circa 1,5 miliardi di vecchie lire (pagate, dal 1988 al 1993 con rate da 100.000.000 all’anno e successivamente, e fino al 2000, con rate di 125.000.000), a fronte di un costo complessivo di realizzazione della struttura di circa 4 miliardi di lire. Anche in tempi più recenti, l’Amministrazione ha continuato a destinare alla struttura ulteriori risorse: nel 2007 sono stati spesi 150.000 euro per contribuire al rifacimento del parquet; nel 2009 inoltre, il Comune di Pistoia, pur in contenzioso con la società Pistoia Pallacanestro S.r.l., al fine di evitare atti esecutivi sull’immobile, ha versato 350.000 euro in favore della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Nel 2012, infine, sono stati spesi 22.385 euro per i lavori di risistemazione del tetto”.
Cosa succederà? Saranno soddisfatti i tifosi (e gli appassionati) biancorossi della risposta del loro primo cittadino? Il PalaCarrara, quindi, verrà ceduto a una cifra simbolica in modo che possa tornare un patrimonio degli sportivi e, nello specifico, della società che già gestisce l’impianto? Di una cosa siamo certi:. se l’amore è incoscienza, lacrime, gioia, rabbia, quella stessa rabbia che ha spinto anche a lanciare una provocazione forte, un messaggio duro attraverso uno striscione o dei volantini, non può esaurirsi in un calcolo matematico o in un bilancio di un Comune. E quello tra Pistoia e il suo basket è amore.
Fu costruito nel 1988 ospita 5.500 spettatori. Intitolato in questa stagione a Mario Carrara Il Palazzetto dello Sport di Pistoia è situato nella principale zona industriale della città (Sant’Agostino). Fu costruito nel 1988 per ospitare le partite interne della squadra di pallacanestro Olimpia Basket Pistoia, che l’anno precedente aveva ottenuto la promozione in serie A2. Nel 2007, in occasione della promozione in Legadue della squadra di pallacanestro, Pistoia Basket 2000, benificiaria dell’impianto, è stato rifatto il parquet ed è stata riorganizzata la curva dedicata ai tifosi ospiti (Curva Firenze), in modo da rispettare le normative di sicurezza. I lavori hanno consentito di ottenere l’omologazione per una capienza di 3.916 posti, di cui circa 400 dedicati alla tifoseria ospite. Al momento della costruzione l’impianto poteva ospitare fino a 5.500 spettatori. Attualmente il PalaCarrara è utilizzato per le gare interne e gli allenamenti del Pistoia Basket 2000. Il Palazzetto dello Sport di Pistoia, fino a quel momento conosciuto come PalaFermi, il 18 marzo 2012 è stato intitolato a Mario Carrara presidente dell’Olimpia Basket Pistoia negli anni Ottanta e Novanta, prendendo così la denominazione attuale di PalaCarrara.
P I L E G G I
{
A N T O N I O
L’anno della cronaca nera Se dovessimo indicare una cifra per l’anno che ha lasciato i no-
anzi possono costituire ancora di più, un efficace presidio contro
stri territori, credo che potremmo parlare di vero e proprio “anno
la violenza ovvero contro la legittimazione della violenza.
della cronaca nera”.
D’altra parte, un grande intellettuale come Pasolini, oltre qua-
In questi casi, so bene che può esserci qualcuno pronto a ri-
rant’anni fa, già scrisse di un paese che stava subendo una vera
battere che, statistiche alla mano, in verità, i reati sono stazionari o addirittura diminuiti; tuttavia, anche fosse così, è del tutto evidente che la qualità dei reati ovvero il loro risalto pubblico, in questi mesi, ha di certo elevato la percezione dei nostri cittadini (ma anche e soprattutto “periferici” e “campagnoli”) di trovarsi di fronte ad una dimensione non conosciuta prima.
e propria “mutazione antropologica” e, se il poeta cercava conforto nella nostalgia (invocando la “grazia perduta” del paesaggio italico, dei suoi villaggi e dei loro abitanti), noi dobbiamo invece stare dentro un presente che ci impegna ad aprirci, al confronto; perché soltanto in questo modo, conoscendo, riusciamo a distinguere ed a “difendere” la nostra qualità di vita in modo ragio-
felici”, ammesso che di “isole” si sia trattato, dobbiamo misurarci
nato e non certo ergendo mura.
con il fatto che, in realtà, viviamo in luoghi fortemente connessi, potendo permetterci, al massimo, di considerarci “penisole”.
Un approccio alla violenza urbana che socializza e non discri- 19 mina, non toglie -come qualcuno sembra credere- che non ci
Abbiamo iniziato il duemiladodici con il dispiegarsi della vicenda
sia da fare anche un lavoro di tradizionale ordine pubblico e, a
delle violenze ai bambini nell’asilo privato di Pistoia, proseguendo
tal proposito, se è apprezzabile il lavoro che viene svolto dalle
con un lungo elenco di rapine (spesso violente) e furti ai danni di
forze di polizia, devo dire con chiarezza che, recentemente, sono
ville ed abitazioni, per finire con il tremendo omicidio di una ex marito ai danni della ex moglie e il massacro di un parroco nella sua canonica. Non ci vuole un sociologo per comprendere che qualcosa sta cambiando ovvero è irrimediabilmente cambiato, anche se evi-
rimasto quanto meno perplesso nel leggere autorità pubbliche raccomandare ai cittadini di difendersi da furti e rapine, dotandosi di finestre con inferriate e porte blindate. Per quanto un consiglio di quel genere sia comprensibile (anche
terei – lo dico con chiarezza- la scorciatoia o la tentazione di
se non credo sia necessario essere esperti di ordine pubblico per
spiegare tanto di queste storie nere con la crisi economica ; a
farselo venire in mente), deve essere somministrato con cautela,
giudicare dai protagonisti, questa relazione mi sembra, oggetti-
altrimenti rischia di essere percepito come un arretramento della
vamente, al momento, ben poco rilevante.
capacità dello Stato di esercitare la funzione fondamentale che
La verità è che, in un mondo sempre connesso, sarebbe illusorio
è quella di controllare il territorio e garantire la sicurezza dei cit-
pensare che i nostri luoghi possano salvarsi dalla violenza che,
tadini. Se passa l’idea che lo Stato non è in grado di garantire
comunque, appare ormai una componente difficile da sterilizza-
l’ordine pubblico, il rischio è davvero il panico sociale con quello
re. La complessità sociale, favorita appunto dalla società aperta,
che ne discende.
porta con sé valori ma anche un precipitato di contraddizioni e tensioni; riconoscere questo non significa aprire la strada a posizioni di chiusura verso l’altro, ma avere la piena consapevolezza che, con questi problemi, dovremo confrontarci, senza il timore che questo significhi riconoscere chissà quale sconfitta ovvero
Un’annotazione a margine, ma non marginale. Nei giorni scorsi la cronaca cittadina ha reso noto (anche in questo caso non siamo di fronte a chissà quale novità) che la Questura di Pistoia è in condizioni di sostanziale inadeguatezza strutturale, con evidenti
provochi una sorta di downgrading delle nostre società locali.
disagi (e rischi) per chi ci lavora e per i cittadini che devono uti-
Anzi, noi dobbiamo potenziare e rafforzare quel nostro peculiare
lizzarne i servizi. Ora, volendo schematizzare, sarebbe un buon
patrimonio, costituito da centri di aggregazione e servizi, quella
contributo all’ordine pubblico (ed alle serenità degli operatori) se,
rete di relazioni, quelle presenze vigili che costituiscono ancora,
intanto, fosse in “ordine” anche la sede della polizia di Stato.
#stonature
Siccome ci piace parlare di noi, delle nostre terre come “isole
di Andrea Spadoni
Blocca il rapinatore e diventa “l’eroe dalla pelle scura” Tra Natale e Capodanno, ad Altopascio, a due passi dal casello autostradale, un rapinatore si era presentato mascherato e armato in una sala giochi. A fermare la sua azione un ragazzo marocchino che gli si è scagliato addosso. Nella colluttazione, il rapinatore (un uomo italiano che abita in zona) è rimasto gravemente ferito. Il sindaco ha deciso di aiutare “l’eroe”.
Due rapine in poco tempo. Diverse, ma lo stesso, hanno segnato la vita del paese di Altopascio. Due eventi che hanno terrorizzato e messo in guardia cittadini. Ma hanno anche responsabilizzato l’amministrazione comunale e le forze dell’ordine, impegnati insieme nel contrastare il dilagare di questi episodi. Il primo fatto si è verificato nel cuore delle vacanze natalizie, il 29 dicembre, a due passi dal casello autostradale. Ed è stato quello che ha destato più scalpore.
L’eroe dalla pelle scura Molti, ormai, lo chiamano così in paese. Si tratta di un ragazzo marocchino di 27 anni, Mouhad Hassan, da qualche tempo residente in via Regina Margherita a Altopascio. E’ stato lui a sventare la rapina alla sala giochi Match Point in via delle Cerbaie. Un episodio che ha terrorizzato tutti i clienti e i gestori del locale, finita nel sangue. Il rapinatore, infatti, è stato colpito alla testa da un proiettile partito per caso da una delle due pistole che possedeva. E’ accaduto durante una lunga colluttazione con il marocchino che, appena ha capito le sue intenzioni, gli si è buttato addosso per bloccarlo. Il rapinatore, Maciste Tangari, conosciuto in zona e con precedenti penali, è andato in coma. Ancora le sue condizioni risultano gravi. Il suo gesto ha fatto parlare tutto il paese, tanto che il sindaco Maurizio Marchetti, lo ha invitato in Comune, per complimentarsi con lui e si è impegnato nell’aiutarlo (nella foto di sinistra l’incontro): “Questo ragazzo ha dimostrato coraggio nel corso della rapina e merita di essere apprezzato. Mi sono voluto complimentare con lui e lo segnalerò agli uffici del sociale in comune perché lo si possa in qualche modo aiutare in questa fase difficile”. Anche rappresentanti politici hanno volute sottolineare il gesto del marocchino. “Questa volta – ha dichiarato Lara Fiorini dell’Idv di Lucca – l’eroe è un extracomunitario che
spesso molti vorrebbero rispedire a casa”.
Ferito con la pistola Il secondo episodio è proprio di questi giorni, il pomeriggio del 19 gennaio. Di nuovo una rapina, di nuovo pistole che sventolano tra le casse del supermercato Conad. Il panico che gela le persone intente 21 a fare acquisti tra gli scaffali. Stavola, i bandini sono in due. Armi, volto coperto. Poi, all’improvviso scatta una lite. Il cliente non ci sta a subire, prova a reagire, ma tutto degenera. Uno dei rapinatori lo aggredisce e lo colpisce ripetutamente sulla testa con il calcio della pistola (era vera o finta?). L’uomo è rimasto ferito, a terra, di fronte alla moglie che ha assistito a tutta la scena. Nonostante questo i ladri sono riusciti a svuotare le casse e far perdere le proprie tracce, scappando in sella a uno scooter. La notizia è finita qua, cioè il fatto. Ma è la ferocia con la quale, oggi, agiscono, in questi episodi, i rapinatori, che fa riflettere. E non sempre c’è qualcuno, come il marocchino, che ha il coraggio di intervenire. Di reagire. Perché, se anche qualcuno volesse, il rischio è alto. Come è accaduto al signore della Conad. #fuoriporta
Nei giorni scorsi, un’altra feroce rapina si è verificata al supermercato Conad, sempre ad Altopascio. Un bandito ha litigato con un cliente e l’ha colpito più volte alla testa con il calcio della pistoia. Paura in tutto il paese per i numero episodi di microcriminalità che si sono verificati recentemente.
Ma allora qual è la soluzione? Di chi è la colpa? Degli stranieri? Dai fatti appena raccontati, sembra proprio di no. Della crisi? Ci vogliono maggiori controlli? Eppure, le forze dell’ordine e le istituzioni, stanno mettendo il loro massimo impegno per coprire il territorio. E, come abbiamo anche analizzato in una nostra rubrica, il pericolo è sempre alto. Noi de Il Giullare possiamo dare voce ai fatti, a chi è stato vittima di questi episodi o a chi vuole dire la propria idea. Diteci la vostra: commentate questo articolo su nostro sito www.ilgiullare.com oppure inviateci una mail a info@ilgiullare.com
di Diletta Severi
Parlano i gestori del parcheggio del Kursaal: “Nessuna attività di prostituzione, solo assurde illazioni. Oltre al sistema di videosorveglianza, siamo noi a garantire un servizio di custodia degli accessi e delle auto posteggiate”.
In seguito al nostro articolo uscito sullo scorso numero de Il Giullare, in cui si parlava diffusamente del parcheggio Kursaal, messo sotto accusa da alcuni (ex) clienti perché poco sicuro e poco valorizzato, la società Mi.Se.Tec che lo ha in gestione, nelle persone di Alessio e Marco Cappabianca, si è messa in contatto con la nostra redazione per fare alcune, doverose, precisazioni. “La prima precisazione riguarda le assurde illazioni su una possibile attività di prostituzione all’interno della nostra struttura: smentiamo categoricamente. Per quanto riguarda, invece, la questione della sicurezza, esiste un sistema di videosorveglianza agli accessi, sia quello delle auto, sia quello pedonale. E’ vero, come sostenuto dal vostro articolo, che manca internamente ma noi garantiamo un servizio di custodia: siamo molto spiacenti per l’episodio accorso alla Signora Alessandra Sbarra, ma questo è avvenuto in un momento di chiusura del parcheggio (la domenica mattina, appunto). Non vuole certo essere una giustificazione, però nei momenti in cui il servizio è attivo il servizio non è mai accaduto niente di simile. Tuttavia, ci stiamo impegnando per dotare la struttura di un’adeguato sistema di videosorveglianza. Anche noi, paradossalmente, siamo vittime di questi soggetti poco raccomandabili che popolano non il nostro
garage, ma Piazza Aldo Rossi, danneggiando, così, anche la nostra immagine. Più volte abbiamo sollecitato l’intervento delle forze dell’ordine che, però, purtroppo non possono intervenire finché concretamente non succede qualcosa. Per quanto riguarda, invece, lo scarso utilizzo del parcheggio stesso, il problema concerne esclusivamente gli “occasionali”. Ovvero: attualmente, la struttura viene sfruttata principalmente per la sosta lunga degli abbonati e degli alberghi. Questo, essenzialmente, per la difficoltà di accesso. Quando l’anno scorso, a giugno, l’Amministrazione Comunale cambiò il senso di marcia a Via Puccini, il parcheggio era pieno perché il traffico confluiva da Viale Amendola. Ora, invece, con Via Puccini di nuovo a senso unico e Corso Roma chiusa al traffico all’altezza dell’incrocio con Via Martini e Viale Balducci, gli “occasionali” non hanno modo di raggiungerci. E quando lo fanno, perché magari gli assistenti al varco di accesso al centro città lo permettono, si snatura e si stravolge una ZTL tanto voluta. Noi siamo disponibili ed aperti al dialogo, al confronto per venire incontro alle esigenze del pubblico. Però, anche noi, vogliamo essere messi in condizione di poter lavorare al meglio”.
#ilcaso
“Anche noi vittime di vandali e balordi”
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Lettera anonima contro la vendita del pane la domenica. I commercianti: “Noi siamo in regola”
#lettereanonime
La storia riguarda la frazione di Anchione, nel Comune di Ponte Buggianese. E ci è stata segnalata direttamente dai titolari della storica mesticheria del paese “D.E.T”, di Domenico Scardigli e Tamara Scarnato. Oggi, il negozio, è un punto polivalente e all’interno della stessa struttura ospita anche l’edicola “La Piazzetta”, per la vendita dei giornali e della cartoleria. Ma non solo, Domenico e Tamara, da un po’ di tempo hanno ampliato l’attività: chiedendo le necessarie autorizzazioni e dotando tutti gli spazi delle attrezzature più idonee, alla “D.E.T” c’è anche una piccola vendita al dettaglio di mangimi per animali, in una stanza chiusa e ben separata. Fino a qui, niente di strano. Da alcuni mesi, i titolari, dato che ad Anchione, la domenica mattina i panifici del capoluogo non portano il pane, avevano deciso di informarsi alle autorità competenti: gli uffici del Suap del Comune e la Asl. Ricevuti tutti i permessi, hanno iniziato a vendere il pane che, al mattino di ogni domenica, arriva bello caldo da un panificio della Valdinievole. Poche settimane dopo cosa è accaduto? Al Comune, alla Asl e anche agli altri uffici di ispezione è stata inviata una lettera anonima (che pubblichiamo 25 qui a fianco) nella quale si segnalava che al negozio di Anchione si vendeva il pane in modo assolutamente abusivo e senza i requisiti igienici. Così, gli ispettori dell’igiene pubblica, hanno effettuato un secondo sopralluogo all’interno dell’attività, rilevando di nuovo che, invece, era tutto perfettamente in regola. E alla “D.E.T” si può vendere il pane. Domenico e Tamara, a quel punto, sono riusciti a farsi inviare una copia della lettera e l’hanno esposta all’interno del negozio: “Pensavamo semplicemente di offrire un servizio alla comunità di Anchione – spiega Domenico Scardigli – dato che nessuno portava il pane qua, ci siamo informati, messi in regola. Abbiamo acquisito tutte le autorizzazioni e abbiamo iniziato la vendita. Sarebbe stato folle non procedere in questo modo, anche perché a noi, a livello di incasso, non cambia molto. Anzi – prosegue Domenico – nonostante possediamo le autorizzazioni per vendere il pane ogni giorno, lo facciamo solo la domenica mattina, proprio per rispetto degli altri commercianti del settore che gli altri giorni lavorano regolarmente e portano il pane qua. Ci dispiace che chi ha scritto la lettera e si firma come un “cittadino di Ponte Buggianese” - anche se in realtà, secondo noi, è un commerciante - non abbia visto di buon occhio questa nostra iniziativa”. Tamara Scarnato poi conclude: “Invece di fare questi atti assolutamente di invidia, credo che al giorno d’oggi, in una epoca dove la gente compra tutto nei centri commerciali, tra noi commercianti di paese dovrebbe esserci una totale solidarietà e collaborazione, per contrastare questo fenomeno e andare avanti. Ma, forse, gli altri non la pensano così”.
#sociale
26
Alla Misericordia, centro psicologia e psicoterapia Le dottoresse Francesca Doretti e Simona Novelli dell’associazione Porto Sicuro, sono a disposizione per prevenire il disagio psicologico e sociale sia per singoli individui, sia per percorsi di famiglia.
Ormai dal 2009, la Misericordia di Montecatini, in collaborazione con l’Associazione Porto Sicuro, svolge un’attività di supporto psicologico e psicoterapeutico per singoli, coppie e famiglie. L’iniziativa nasce dall’ idea di mettere a disposizione di cittadni di Montecatini e dell’intera Valdinievole, un punto d’ascolto e intervento che risponda in tempi rapidi al bisogno sempre più crescente, che potremmo ormai definire sociale, degli individui e dei nuclei familiari di essere sostenuti e aiutati in modo competente e professionale. Partendo dalla convinzione che la psicoterapia, così come la consulenza psicologica, devono essere una risorsa accessibile per tutti coloro che ne necessitano, le dottoresse Francesca Doretti e Simona Novelli, psicologhe psicoterapeute, unitamente alla Misericordia di Montecatini, si sono impegnate in questi ultimi anni affinché l’idea si concretizzasse e diventasse una realtà conosciuta e visibile. Lo scopo dell’Associazione è duplice: prevenire il disagio piscologico e sociale, da una parte, ridurre o eliminare i fattori di rischio che, con il tempo, potrebbero compromettere la qualità di vita della persona o della famiglia e intervenire efficacemente dove sia già presente una patologia conclamata, dall’altra. Grazie al sostegno della Misericordia di Montecatini Terme, l’Associazione ha inoltre stabilito scaglioni di reddito sulla base dei quali vengono garantite riduzioni del
tariffario rispetto alle prestazioni fornite. Quando nel 2009 l’Associazione ha avviato questa attività, lo ha fatto con la speranza di ricevere risposte tangibili, che si sono concretizzate in 146 invii pervenuti, tra interventi individuali, familiari e di coppia. L’attività dell’Associazione è caratterizzata da ascolto, empatia e sospensione del giudizio, con l’obiettivo di offrire sostegno in momenti di crisi, disorientamento e cambiamento. L’intervento professionale si propone di affiancare l’individuo, la coppia o la famiglia lungo un percorso di comprensione di sé che consenta di acquisire maggior consapevolezza dei propri bisogni e delle proprie emozioni. L’individuo può rivolgersi alle responsabili del servizio per superare una sofferenza psicologica che perdura nel tempo e che può manifestarsi attraverso precisi sintomi o con differente intensità in contesti relazionali diversi. Le coppie e le famiglie possono ricevere aiuto nell’affrontare un momento di crisi dovuto a difficoltà comunicative, a conflitti legati a separazioni o dovuti al comportamento di uno dei suoi membri, in particolare bambini in età pre-scolare o scolare e adolescenti. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì su appuntamento. Per informazioni è possibile rivolgersi alla Misericordia di Montecatini ai numeri 0572 75566-7.
“I colori della Ceiba”: associazione in aiuto dei bambini e delle donne nei paesi dell’America Latina. Molti i progetti e i risultati raggiunti L’associazione “I colori della Ceiba”, nasce a seguito di una serie di viaggi in America Latina a conoscenza della situazione socio-economica di tale realtà. L’ultimo viaggio, quello del Giugno del 2012, in Perù è stato determinante alla nascita dell’associazione. Tra gli scopi dell’associazione vi sono la costruzione di ambienti idonei allo sviluppo psico-fisico dei bambini e delle donne intraprendere un miglioramento nutrizionale attraverso l’utilizzo delle risorse disponibili locali, con processi di istruzione mirati ad una maggior efficacia produttiva, che possa determinare una risorsa economica locale. Favorire l’attività scolare, Intraprendere campagne sanitarie di vaccinazione o controllo, prediligendo l’informazione sanitaria di prevenzione. Diffondere il principio fondamentale del rispetto dei diritti umani a favore delle persone soggette a maltrattamento, sfruttamento, discriminazione. Attualmente l’associazione si è fatta carico di realizzare un asilo in una comunità alla periferia di Cuzco. Grazie al contributo volontario di un geometra, siamo riusciti a poter presentare un progetto edilizio veramente straordinario, la struttura che intendiamo andare a realizzare è composta di due aule educativo ri-
creative, una sala mensa, una cucina, quattro bagni e la realizzazione di un’area destinata ai volontari che intenderanno avvicinarsi ad un’esperienza internazionale unica. Con il mese di Dicembre, grazie alla sensibilità sviluppatasi sul progetto associativo presentato, sono stati creati alcuni eventi atti a sostenere il progetto, ringraziamo la famiglia Renieri di Pescia che ha permesso lo svolgimento di un torneo di Burraco con il quale abbiamo devoluto 410 euro, il 15 di Dicembre si è svolta la prima cena di beneficenza, riuscendo a raccogliere 610 euro, ringraziamo gli esercenti locali che ci hanno supportato affinchè gli eventi svolti potessero avere luogo (Nencini Sport, Italpork, Salumificio Moschini, Lui&Lei di Piattelli Luca, Trony di Marchetti, e tanti altri ancora). Chiunque fosse interessato a mettersi in contatto con l’associazione, può farlo contattandoci direttamente tramite mail: icoloridellaceiba@gmail.com, oppure tramite la pagina FB I colori della Ceiba o telefonando ai seguenti numeri: Forassiepi Gabriele(Presidente) 380/1055971 Gori Damir (VicePresidente) 333/6249270.
di Andrea Spadoni
Il 24 e 25 febbraio il popolo italiano è chiamato di nuovo a votare per scegliere i parlamentari. Chi vincerà?
#quiPdl
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Dopo aver iniziato la campagna elettorale rassegnato alla sconfitta, il Pdl ora crede seriamente in una rimonta. Merito dell’exploit di Silvio Berlusconi a Servizio Pubblico. Dario Di Vico: «Come nel 2006 Berlusconi usò il convegno confindustriale di Vicenza per lanciarsi alla rincorsa di un Prodi già dato per trionfatore, così da Santoro il leader del centrodestra ha cambiato marcia. La puntata di Servizio pubblico con lo scontro Berlusconi-Santoro ha totalizzato il 33,59% di share con 8.670.000 spettatori medi e quasi 15,6 milioni di contatti. Più di un italiano su quattro giovedì sera ha visto almeno un minuto del programma. La trasmissione ha raggiunto picchi del 51,48% di share (a mezzanotte in punto) e ha sfiorato i dieci milioni di telespettatori nel singolo minuto (9.893.030, alle 22,44). È il miglior risultato di sempre per La7 e per un programma di Santoro. (Articolo tratto da IL FOGLIO)
Chi vincerà le prossime elezioni? La rimonta di Berlusconi mette in crisi il centrosinistra di Bersani
Altero Matteoli: “Abbiamo ottime possibilità di battere un centrosinistra in ribasso” “A noi non mancano gli argomenti e i contenuti: abbattimento dell’Imu, aiuti a chi produce posti di lavoro. I tecnici hanno generato solo una pesante recessione generale”.
Mancano poche settimane ed il 24 e 25 febbraio gli elettori potranno scegliere da chi essere governati. Il ruolo essenziale ed insostituibile della politica ritorna dopo l’esperienza del governo dei tecnici guidato da un supertecnico trasformatosi in politico di una parte, una piccola parte, la cui principale aspirazione è quella di vendicarsi del Pdl e di Berlusconi colpevoli di aver fatto cadere il suo esecutivo che ha aggravato i problemi economici del Paese, in nome di una inaccettabile sudditanza alla Germania. Questo è un dato di fatto inconfutabile che le famiglie e le imprese italiane stanno pagando in modo pesante mentre i nostri giovani vedono compromesso il futuro. Per affrontare la campagna elettorale, il Popolo della libertà ha costruito una nuova coalizione con ottime possibilità di vincere impedendo che l’Italia sia affidata ad un governo di sinistra capeggiato da Bersani e Vendola, a cui si aggiungerà la stampella delle liste che fanno capo a Monti. La nuova coalizione del Pdl, oltre ad un rinnovato accordo con la Lega, prevede alleanze con formazioni minori, tra cui anche quella di alcuni amici che hanno ritenuto di staccarsi dal Pdl per formare una nuova lista. Scelta che rispetto ma non condivido perché convinto assertore delle ragioni del Popolo della Libertà e quindi continuerò in questo grande partito a rappresentare i valori, i principi e gli ideali della destra. Nessuno mai - tantomeno Berlusconi ha impedito a me e ai tanti parlamentari, che come me hanno una radice di destra e che hanno condiviso la scelta di dar vita al Pdl, di difenderli e di attuarli. Il Popolo della Libertà si presenta al voto con ottime possibilità di vittoria. Tutti i sondaggi danno il Pdl in
rapida risalita e se, come mi auguro, riusciremo a spiegare agli elettori il pericolo che si corre con un eventuale nuovo anomalo governo Bersani-Vendola-Monti, il 25 febbraio l’Italia potrà contare su un nuovo esecutivo di centrodestra. La grande capacità comunicativa del nostro leader Silvio Berlusconi ha riacceso un forte entusiasmo tra i nostri elettori e simpatizzanti, quindi la campagna elettorale sarà decisiva per riconquistare la fiducia di quanti erano rimasti delusi. A noi non mancano gli argomenti e i contenuti che vogliamo perseguire. Dall’abolizione dell’Imu sulla prima casa, all’abbattimento del debito pubblico per ridistribuire risorse in favore della diminuzione dell’imposizione sul lavoro sia a carico delle imprese che dei lavoratori. Solo agevolando la ripresa dei consumi che determina maggiore produzione si potrà sperare di aiutare la crescita economica. Un altro punto programmatico importante che vogliamo attuare è il ruolo dell’Italia in Europa e quello della stessa Europa rispetto al mondo. Noi vogliamo più Europa solidale e un ruolo da protagonista nel mondo, non vogliamo più sottostare ai diktat tedeschi che hanno aggravato le condizioni economiche e finanziare dell’Italia. Vogliamo in pratica realizzare una politica economica di segno opposto a quella attuata dal governo dei tecnici che ha generato più recessione, minore produzione, minori consumi e minori investimenti. Alla luce di un programma semplice, liberale e comprensibile ci giochiamo la partita, sostenuti dalla passione e dall’impegno della nostra gente. Altero Matteoli
di Andrea Spadoni
In quattro per un posto in Parlamento: Lapenna, Celesti, Marchetti e Tomasi A meno di un mese dalle elezioni nazionali c’è grande fermento nelle fila del Pdl. Una donna un giovane, un sindaco e un veterano della politica locale concorreranno per una delle poltrone che contano.
Vertici provinciali: “È importante riprendere con rinnovato impegno l’azione politica nel territorio pistoiese” 30
Mentre scriviamo le ultime pagine de “Il Giullare”, il Pdl nazionale, ha ultimato le scelte per la composizione delle liste elettorali in vista delle prossime elezioni politiche. Al Senato
all’ottavo posto c’è il coordinatore di Pistoia, Alberto Lapenna. Alla Camera, il sindaco di Altopascio Maurizio Marchetti, Anna Maria Celesti e il giovane Alessandro Tomasi.
I nomi
Dai vertici provinciali “si ritiene importante e
guire Francesco Barni, Luca Benesperi, Marco
necessario riprendere con rinnovato impegno
Borgioli, Alessandro Capecchi, Carluccio Cec-
l’azione politica nel territorio pistoiese convinto
carelli, Anna Maria Celesti, Roberto Cipolla,
di poter riconquistare gli elettori delusi del cen-
Sandra Palandri, Eugenio Pancioli, Giovanna
trodestra e ripetere il risultato elettorale delle
Perone, David Scatragli, Alessandro Tomasi e
ultime elezioni politiche”. La lista dei nomi è
Riccardo Sensi. Fino a oggi, l’area politica del
aperta dal coordinatore provinciale Alberto La-
Pdl non è mai riuscito ad ottenere da Pistoia
penna e dal suo vice Patrizio La Pietra. A se-
un seggio parlamentare.
Alessandro Capecchi
nibile – ha dichiarato in una nota resa pubblica sui quotidiani locali – e con molti altri dirigenti ritengo un gravissimo errore aver stilato un elenco di 14 persone, tra cui peraltro figurano nomi nemmeno discussi dal coordinamento provinciale, così come ritengo inopportuna la candidatura del coordinatore Lapenna, che al congresso del febbraio scorso prese impegno di lavorare all’organizzazione del partito e rinunciare ad ogni tipo di candidatura. Lo stesso vale per la candidatura di Patrizio La Pietra, già capogruppo in Provincia e coordinatore vicario del partito. A loro chiedo, come sto facendo io, di fare un passo indietro, nell’interesse dell’unità del partito, che
“Non sono disponibile” Il primo no, quello che ha fatto più scalpore,
ancora può e deve individuare due-tre nomi condivisi, selezionati con criteri di consenso, capacità, rappresentanza territoriale, merito e competenza professionale, e con un do-
riguarda proprio il primo dei non eletti alla Ca-
cumento politico che ne chieda al coordina-
mera dei Deputati alle scorse elezioni politi-
mento nazionale l’inserimento in lista in una
che, Alessandro Capecchi. “Non sono dispo-
posizione adeguata”.
Alberto Lapenna
“Unità necessaria per impedire la vittoria della sinistra” Il coordinatore provinciale, Alberto Lapenna, critica i “mal di pancia” e ritiene nocive le polemiche in questa fase pre - elezioni: “Silvio Berlusconi sta facendo uno sforzo immane per recuperare i consensi e gli ultimi sondaggi ci danno in costante crescita. Andamento che ci pone di nuovo in corsa per la vittoria di queste elezioni. Tali mal di pancia danneggiano l’immagine del partito che, in questo momento, deve proporsi per una sfida elettorale ed essere forte. Non serve infatti questa confusione, ma è importante avere una unità necessaria per impedire la vittoria della sinistra. Poi, le battaglie, i confronti, si fanno all’interno del partito, dove ognuno è legittimato a esprimere la propria posizione, in un dibattito che deve essere sempre costruttivo. Da ora in poi, occorre che il partito inizi a mobilitarsi in tutta la provincia per organizzare questa campagna elettorale. In ogni comune, infatti, saranno nominati i vari responsabili che saranno coadiuvati dai vari coordinatori, dirigenti locali e amministratori”. Alberto
Patrizio La Pietra
“Capecchi, da che parte stai?” Il vicario del Pdl pistoiese, Patrizio La Pietra, è, invece, duro con la posizione di Alessandro Capecchi: “È legittimo che ognuno abbia il diritto di cambiare idea, ma è altrettanto vero che un minimo di coerenza è richiesta a chi vuole avere un ruolo politico. Al coordi-
Lapenna, spiega anche i criteri della scelta della rosa dei nomi presentati agli organi nazionali del partito, per le candidature a Camera e Senato: “Sono stati scelti nomi che hanno lavorato bene sul territorio e nei consigli comunali. Ad esempio: Sensi e Pancioli hanno fatto bene nel consiglio comunale di Montecatini, Capecchi e Tomasi rappresentano i giovani emergenti del partito. Poi Anna Maria Celesti, scelta non solo in quanto donna, ma personaggio di spicco del partito che ha sulle spalle vent’anni di attività politica e che anche alle ultime elezioni amministrative a Pistoia, ha conseguito un ottimo risultato. Poi, un altro consigliere comunale importante, Giovanna Persone. Inoltre ci sono sindaci Marco Borgioli di Chiesina Uzzanese, David Scatragli di Montale e Carluccio Ceccarelli di Cutigliano. E gli altri, tra i quali Roberto Cipolla, sono comunque rappresentanti di lungo corso della nostra area politica, che hanno sempre confermato larghi consensi e serietà”.
namento abbiamo portato in discussione una rosa di nomi scelti con criteri oggettivi: rappresentanza politica, istituzionale, territoriale e che tenesse conto anche di una rappresentanza di genere: i due coordinatori del partito, i sindaci del territorio, tre donne capogruppo nei consigli dei propri comuni e due trentenni, Capecchi e Tomasi. Nel corso della discussione alcuni hanno chiesto di ridurre la lista, ma sono stati una minoranza e lo stesso Capecchi ha chiesto l’inserimento nella lista di Cipolla e Sensi. Peraltro il giorno dopo lo stesso Capecchi ha confermato la sua disponibilità, come tutti gli altri. Quindi lo poteva dire subito che non voleva essere candidato, ma forse questo non gli avrebbe consentito di avere un pretesto per uno spazio mediatico”. Secondo La Pietra Capecchi sta solo cercando di fare il “Renzino” del Pdl: “Per questo credo sia opportuno che chiarisca la sua posizione all’interno del Pdl, visto che afferma che per candidarsi si deve condividere il progetto e il simbolo e che lui non si candida. Da queste sue affermazioni posso solo dedurre che non intende più svolgere attività politica nel Pdl? Se così fosse, mi dispiace ma ne prendo atto. D’altra parte questo è il momento di scegliere da che parte stare”.
di Andrea Spadoni
“Il centrosinistra, con Monti, può garantire un governo stabile” Lido Scarpetti è pronto a lasciare il posto alla Camera dei Deputati ai suoi successori
#quiPD
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“Quando la fai con passione, anche se decidi di abbandonarla, è la politica che abbandona te. Con questa legislatura si chiude un ciclo di vent’anni di cui vado fiero”.
Di sicuro, quando pensi alla vita politica degli ultimi vent’anni a Pistoia, e non solo, ti viene in mente il nome di Lido Scarpetti. Indiscusso protagonista degli anni ’90, prima nei Ds e poi nel Partito Democratico, proprio in vista delle prossime elezioni politiche, quando saranno sciolte le camere, si appresta a lasciare i banchi del Parlamento. Per questo abbiamo deciso di incontrarlo non solo per farci raccontare i passi fondamentali della sua carriera, ma anche (e soprattutto) per avere un pronostico sui risultati che usciranno dalle urne il prossimo 24 e 25 febbraio. Scarpetti, non a caso, lo abbiamo incontrato al Michi Wine Bar in piazza del Duomo, il cuore pulsante della città che lui ha amministrato per dieci anni, dal 1992 al 2002, proprio di fronte a Palazzo di Giano. E non vuole essere solo un amarcord, ma un modo per stimolarlo nei ricordi, farlo riflettere a approfondire. Lido, così vuol farsi chiamare, è stato disponibile al dialogo, si è aperto e ci ha fatto un quadro chiaro di quello che in Italia potrebbe accadere, ma anche del suo stato ideale di quello che erano e sono i suoi sogni politici. Tra poche settimane, quando il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scioglierà le camere, si chiuderà il suo secondo mandato in Parlamento (dal 2006 al 2008 al Senato, quindi alla Camera dei Deputati). Forse l’ultimo della sua carriera politica. “In effetti si chiude un ciclo durato vent’anni, per me molto importante. Tornerò alla mia scrivania responsabile delle relazioni esterne di AnsaldoBreda, come ho sempre fatto. Nella vita, alla fine, ho raggiunto 35 anni di contributi all’Inps: 17 anni di politica, il resto, ripeto, con il mio lavoro”. Ci sta dicendo che abbandonerà definitivamente la politica? “No, non era questo il senso. E’ pur vero che se anche continuerò a interessarmi di politica, si è concluso un percorso durante il quale ho avuto la fortuna di ricoprire incarichi di assoluto rilievo, prima qui, nella mia città, successivamente a livello nazionale. Però, vede, quando sei come me, cioè che ti sei avvicinato alla politica per passione, con il sogno di poter essere utile al tuo paese, anche se la vuoi lasciare, è la politica che non lascia te”. Tra l’altro si era candidato anche alle ultime primarie parlamentari del Partito Democratico a Pistoia. Ma il risultato non l’ha premiata. “Leggendo semplicemente i numeri, è vero, il risultato è negativo. Ma dopo un’attenta analisi, sono
comunque contento dei quasi 1300 voti che ho raccolto. Chi ha scelto me, sono tutte persone che mi conoscono e mi stimano. Chi ha preso più preferenze di me, ha usufruito di un voto organizzato, indotto da partito che ha deciso di puntare su altri candidati. Poi è determinante anche il vento che, in politica, si respira in questa epoca. Cioè con questa aria di rinnovamento generale, uno come me che arriva da due legislature in Parlamento, viene considerato uno della casta, uno di quelli, come si sente dire in giro, da mandare a casa. In realtà non è sempre così: ci sono politici che in Parlamento lavorano seriamente, con onestà e competenza. E, devo dire, che io, in tutto questo percorso, di cose ne ho fatte. Lo stesso, infatti, è accaduto anche alle primarie di altre province, dove si erano candidati ex parlamentari veramente capaci e importanti che, però, non sono riusciti a entrare nelle liste dei candidati a scapito dei giovani che sono considerati il nuovo, ma che, in alcuni casi, mi sembra si approccino alla politica non con quella passione di cui ti parlavo prima, ma come una opportunità di carriera”. In tutta la carriera politica, quali sono stati i momenti che hanno segnato il suo impegno? “L’esperienza più densa, importante, esaltante, ma anche onerosa e impegnativa, anzi, direi massacrante, è stata quella di sindaco di Pistoia. I cittadini mi hanno rinnovato più volte la fiducia e ho avuto l’opportunità di lavorare con una squadra capace e affiata, che ha permesso di apportare dei cambiamenti importanti a Pistoia. Ancora oggi, basta fare un giro in via Pacinotti nell’area ex Breda, i segni del nostro lavoro sono tangibili. In Parlamento, in Senato, ricordo ancora il clima che si respirava nel periodo del governo Prodi. La maggioranza dei partiti dell’Unione era veramente risicata e, nonostante i danni evidenti che aveva fatto Berlusconi, la colpa del centrosinistra, in quel periodo, è stata quella di non aver dato un governo stabile al paese”. Qual è, secondo lei, lo scenario che si prospetterà alle prossime elezioni del 24 e 25 febbraio? “La coalizione Bersani-Vendola, vincerà le elezioni. Alla Camera avranno il 55 per cento dei deputati, mentre al Senato, probabilmente sarà necessario allearsi con le forze di centro rappresentate da Monti, altrimenti ne verrà fuori un paese di nuovo ingovernabile. Di questo ne sono convinto perché credo che dialogare con Monti sia una opportunità per
Il centrosinistra non Ha perso una grande occasione con matteo renZi, piuttosto il giorno in cui walter veltroni Ha rassegnato le dimissioni da segretario del partito democratico. avevo creduto molto nel suo progetto politico.
L’opinione di Perniconi Caterina Giornalista de “Il Fatto Quotidiano”
“Bersani vuole vincere, gli altri si accontentano del pareggio. L’ Italia perderà” Josefa Idem (Pd), Valentina Vezzali (lista Monti), Manuela Di Centa (Pdl). Più che elezioni Politiche sembrano le Olimpiadi. Dove ti giri spunta una medaglia d’oro. È a ben vedere il voto del 2425 febbraio un po’ “olimpico” lo è. Almeno nello spirito. L’unico che vuole vincere a ogni costo è Pier Luigi Bersani. Gli altri si ispirano a Pierre de Coubertin: l’importante è partecipare. E pareggiare, almeno al Senato.Fino a due mesi fa in pochi erano pronti a mettere in dubbio il successo ampio del centrosinistra. Poi, però, Mario Monti ha deciso di “salire” in politica, Antonio Ingroia di tornare dal Guatemala per fare la “Rivoluzione civile”, Silvio Berlusconi di lanciare la sua offensiva mediatica. Risultato? L’ipotesi che a Palazzo Madama possa esserci una maggioranza molto ristretta si è fatta dare stabilità al paese e fare tutte le riforme necessarie. E’ un momento questo, per l’Italia, in cui non si può vivere più nell’incertezza: c’è da affrontare un periodo di pesante crisi economica ed è necessario trasmettere fiducia ai cittadini. E poi, Monti, anche con il nostro sostegno, in un anno di governo ha fatto più riforme rispetto ai vent’anni precedenti”. L’improvvisa ascesa di Berlusconi, secondo lei, non è una “minaccia” per il centrosinistra? “Assolutamente no. Lo spirito innovativo del Berlusconi del ’94 si è definitivamente concluso. E i cittadini ormai hanno capito che quel progetto del centrodestra è stato un totale fallimento”. Tornando al rinnovamento: pensa che quella di Matteo Renzi sia stata una occasione perduta per un vero cambiamento della politica? “Più che con Renzi, credo che il centrosinistra abbia perso una grande occasione di rinnovamento, il giorno in cui Walter Veltroni ha rassegnato le dimissioni da segretario partito. Ho creduto molto nel suo progetto. Il Pd, seguendo il suo percorso, poteva diventare un vero partito moderno, riformista, a vocazione maggioritaria. Alla fine, per me, il paese ideale, dovrebbe avere solo due grandi partiti, una sola camera, con il Senato ridotto solo alle autonomie locali e un sistema elettorale con il doppio turno. Sarebbe il cambiamento di cui l’Italia necessita”.
più concreta. Così ora tutti giocano per il pareggio cercando di arginare l’avanzata dei Democratici alleati con Nichi Vendola. Sfidandoli anche sul terreno delle liste un po’ più pulite, di candidati più presentabili e di qualche “figurina” di rito, a partire dalle tre portabandiera. Vezzali e Idem l’hanno già annunciato: continueremo ad allenarci. Loro sì, vogliono vincere. Invece se al Senato finirà zero a zero la partita elettorale si potrebbe rigiocare già l’anno prossimo, insieme a quella per le Europee. Anche se Monti, arrivato direttamente da Bruxelles per farci battere la Grecia e anche la “cantera” spagnola, potrebbe sfruttare l’incertezza elettorale per tornare nuovamente a Palazzo Chigi. In tutto questo caos verrebbe da dire, fedeli ai valori dello sport, vinca il migliore. La sensazione è che, alla fine, l’unica a perdere sarà comunque l’Italia.
Stress da campagna elettorale: ecco i rimedi
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ANTONELLA GRAMIGNA
L’unico modo per affrontare lo
do della comunicaZione, la cor-
stress della campagna eletto-
sa alla notiZia dell’ultimo minuto
rale e’ “affrontarla giorno per
impera. Tutti di corsa, i politici, i
giorno”. Lo Ha confessato Mi-
giornalisti, i supporter dei can-
cHelle Obama. Mi pare un’ottima
didati, un vero stress. CercHia-
risposta. Del resto, come poter
mo di capire come poter limitare i
fare altro? Prima le primarie,
danni e come fare per attenuare
adesso le “secondarie”. Nel mon-
il fenomeno. progetto che inizia molto prima della “volata finale” mi fa venire in mente che è anche la condizione in cui si trova l’artista nel corso di una tournèe o di una mostra. E’ lì che si sente il peso del lavoro precedente e che scoprirà se, quanto fatto, piace o meno agli altri. Ma, cari candidati, attenzione: lo stress da campagna elettorale può anche farvi ingrassare. L’avvertimento arriva dall’Associazione dei Dietisti Italiani (Andid), riunitasi a Firenze. Ha fornito alcuni buoni consigli agli esponenti politici che in questi giorni si stanno affannando alla caccia di qualche voto in più, e allo staff che li segue. 35 Per evitare di mettere su chili «i politici portino con sé un pacchetto di crackers o un frutto per evitare lunghi digiuni e grandi abbuffate a cena, così sopporteranno meglio la campagna elettorale». Il suggerimento viene direttamente dalla presidente di Andid, Giovanna Cecchetto. L’errore principale è saltare i pasti: questo comportamento può sfociare in abbuffate ipercaloriche e irregolari a cena. E allora come fare ad essere pieni di energie per affrontare al meglio la tornata elettorale? Con una buona colazione ,non saltando i pasti o, se è proprio necessario farlo, attivando il metabolismo con un pacchetto di crackers o un frutto, mangiare a orari regolari per attivare un autocontrollo del senso di fame e di sazietà. Insomma, la ricetta per vincere le elezioni non esiste, ma quella per stare in linea, pare proprio di sì. E, magari, se un candidato vincerà lo stress riuscirà anche a dare una buona immagine di sé e metterà in tranquillità anche chi ha al suo fianco e collabora con lui? Forse si. Buone elezioni. #benessere
In questi giorni, diversi medici sono stati interpellati sul rapporto tra medicina e politica. Ne è uscito un quadro davvero inquietante, tra i potenziali rischi per il candidato tipo. Sentiamo cosa ha detto, tra i vari esperti, Massimo Di Giannantonio, psichiatra dell’università Gabriele D’Annunzio. Egli afferma che le elezioni politiche sono “un concentrato di stress e tensione per gli aspiranti premier, deputati e senatori paragonabile a una finale olimpica o di campionato del mondo per uno sportivo e, come tale, comportano la necessità di attingere a ogni più recondita energia disponibile, non solo fisica, ma anche economica, sociale, motivazionale, relazionale, psichica e personale. E gli effetti sul fisico dipenderanno dalle condizioni di base e dagli stili di vita. Chi fuma, per esempio, rischia di ricorrervi di più fino a “intossicarsi” di tabacco, mentre chi ha difficoltà a dormire o soffre di ansia potrà vedere accentuarsi il problema. I rischi maggiori, comunque, si hanno negli ultimi giorni di campagna elettorale, quando cioè lo stress raggiunge i massimi livelli. “È in questa fase - ha spiegato Di Giannantonio - che in alcuni casi si può manifestare un allontanamento dalla realtà. Anzi, la perdita del senso della misura sarebbe proprio una spia dell’accumulo eccessivo di tensione e ansia”. L’esperto aggiunge che, per un politico, “l’eventuale non elezione costituisce un drammatico crollo dell’autostima. E dunque in questi ultimi giorni di campagna elettorale si farà di tutto per garantirsi il risultato”. La metafora dello sportivo regge bene, e così come nello sport bisogna saper perdere. Tuttavia, questa condizione altamente stressante data in realtà dal tempo, dalle energie impiegate e dalla passione investite in un
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ristoranti da
CONSIGLIARE
Ristorante San Francisco
Ristorante La Favola Mia
Ristorante Santopalato
Il nuovo Gattopardo
Corso Roma, 112 51016 Montecatini Terme Telefono 0572 902615 www.ristorantesanfrancisco.it
Via Cavour, 79 51013 Chiesina Uzzanese Telefono 0572 480168 www.facebook.com/lafavolamia
Via Duca degli Abruzzi, 7 51100 Pistoia Telefono 0573 31144 www.santopalato.it
Via Crociale del Sarto, 105 51019 Ponte Buggianese Telefono 0572 635930 338 8051780 - 338 3617736
Il Ristorante San Francisco di Montecatini Terme, con il nuovo anno, continua a regalarvi l’apertura anche all’ora di pranzo. Dal dicembre scorso, infatti, l’elegante locale montecatinese vi ospita nelle sue accoglienti sale anche di giorno, con un menù alla carta, per l’occasione arricchito dallo Chef Francesco Gabriele. Martedì 29 Gennaio, il Ristorante San Francisco sosterrà l’Associazione A.M.B.O Onlus devolvendo l’intero ricavato della cena in favore delle mamme e dei bambini in Ospedale. Il menù della serata prevede: flan di branzino su vellutata di zafferano, insalatina di mare caldo, risotto crostacei e agrumi, catalana di crostacei e dessert. Un’occasione per assaggiare l’ottima cucina del ristorante montecatinese e regalare un sorriso a chi ne ha bisogno.
A La Favola Mia, ristorante di Chiesina Uzzanese, ormai punto di riferimento per chi ama il cibo di qualità, si prosegue con la solita ricerca di piatti che possono essere un mix tra tradizione e originalità. Lo chef Leonello sta preparando numerose soprese per i suoi clienti, soprattutto in occasione della serata dell’amore: San Valentino. Come al solito, seguendo la filosofia del ristorante, non vi sarà un menù a prezzo fisso, con piatti già prescelti, ma potrete essere voi a decidere cosa mangiare dalla carta del locale che cambia ogni stagione o nelle occasioni speciali. Sicuramente saranno tutti prodotti di prima qualità. Per informazioni o prenotazioni potete telefonare al numero: 0572-48018.
Il Ristorante Santopalato di Pistoia non ha certo bisogno di presentazioni: da anni, ormai, offre serate all’insegna del glamour e della buona cucina. Grazie all’estro del proprietario Fabio, il locale si è da subito imposto come una delle migliori location della nightlife pistoiese. Per San Valentino, il ristorante Santo Palato propone due diversi menù: il primo a 50 euro a coppia, con antipasto, primo, secondo, dessert e vino; il secondo, invece, a 40 euro a coppia (studiato per i più giovani) con antipasto, pizza dolce e bevande. Un modo informale ma divertente per trascorrere la festa degli innamorati, con un ochhio alla spesa senza rinunciare alla qualità.
Aperto da poco più di un mese, Il nuovo Gattopardo è una delle rivelazioni della ristorazione in Valdinievole. Nel 2013, oltre al menù ricco di specialità del luogo proposti da “quelli della sagra dell’Anchione”, dai ranocchi alle anguille fino al cinghiale, ci sarà una serata a tema culinario: il giovedì. Primo appuntamento il 31 gennaio con il baccalà, il 7 febbraio con la cacciagione e il 21 con il cavolo nero in tutte le sue declinazioni. Giovedì 14 febbraio sarà invece dedicato agli innamorati, con un menù fisso a 25 euro tutto a base di pesce. Dolce e vino compresi. Per gli appassionati di calcio, martedì e mercoledì con la Champions League e un menù dall’antipasto al dolce con giro di pizza a soli 15 euro. Partite anche il sabato e la domenica con menù alla carta.
#quattroristorantiper
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Festa grande al San Francisco: e “Il Giullare” si diverte
Venerdì 21 dicembre scorso, al Ristorante San Francisco di Montecatini Terme, la redazione de Il Giullare (purtroppo, non al completo) si è riunita per la tradizionale cena degli auguri. L’occasione è stata ghiotta anche per godere delle serate musicali organizzate dal locale, un venerdì al mese. Stefano Busà ha, infatti, trattenuto i numerosi clienti del ristorante con musica dal vivo. Una bella serata per consolidare l’affiatamento del gruppo “Il Giullare”.
#giullareinfesta
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Nella foto centrale parte della redazione simpaticamente in posa per lo scatto natalizio. Nelle altre foto alcuni partecipanti della serata musicale al locale. In alto, nella foto centrale, il nostro inviato Federico Liberati coccolato dal Direttore e dall’Editore.
I vostri ricordi Uno spazio dedicato alle foto del passato
1976
INVIA LE TUE FOTO A INFO@ILGIULLARE.COM
2012 Dopo oltre quarantanni, l’amicizia continua. Emireno Montanelli, volontario dal 1966 al Soccorso Pubblico di Montecatini e ancora in servizio, ci ha fatto recapitare questa fotografia che ha trovato nella scatola dei suoi ricordi. Così ha deciso di ricontattare gli amici volontari di una volta e organizzare una rimpatriata. “Rivedersi dopo 45 anni è stato veramente emozionante. L’amicizia e i ricordi sono una cosa che ci appartiene - dice Emireno - e che non dobbiamo mai dimenticare”.
#click
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VIP watching
Quando i Vip arrivano nella nostra provincia non possono sfuggire all’obiettivo de Il Giullare
Povia ad Agliana per un concerto organizzato dall’Agenzia dei Vip Vegastar Il 12 gennaio scorso al Teatro “Il Moderno” di Agliana, è andato in scena il concerto di Povia. Uno spettacolo intimo e raccolto, solo chitarra e voce, che anticipa l’uscita del nuovo lavoro del cantautore toscano, prevista per settembre prossimo. Nell’occasione, il nostro caporedattore ha realizzato un’intervista per le telecamere di TVL e Antonella Testi ne ha approfittato per farsi fotografare con il cantante.
I vostri istanti Uno spazio dedicato alle vostre foto
INFO@ILGIULLARE.COM
Instagiullare racconta noi e voi, attraverso un momento. Un’istantanea. Fotografatevi con la vostra rivista preferita, mentre la leggete o quando ve la portate a lavoro, in ufficio o in casa vostra. Dove e come volete voi, e subito dopo, taggatevi sulla nostra pagina ufficiale, su Facebook, oppure inviateci le immagini all’indirizzo mail: info@ilgiullare. com. Ma potete anche fare più velocemente: pubblicate la vostra foto su Instagram con l’hashtag #IlGiullare. Le migliori immagini saranno pubblicate, ogni mese, sul giornale.
#instagiullare
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Nelle tre immagini scattate da Chiara Ghilardi, sono stati immortalati tre momenti di vita de Il Giullare a Pistoia. Il magazine è così bello e interessante che anche le statue lo leggono. Il gatto Golia che non abbandona mai il suo magazine e nemmeno il suo padrone e nostro amico Andrea Morandi, lettore affezionato della rivista.
ACI Pistoia Un grande successo la prima edizione del concorso fotografico: un’alta partecipazione di qualità
#ilconcorso
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Si sono svolte domenica 9 Dicembre scorso al Convento di Giaccherino di Pistoia, le premiazioni del primo concorso fotografico promosso da Aci Pistoia, con la stretta e qualificata collaborazione tecnica dello studio Angelo Fragliasso Communication. Il concorso aveva preso il via in settembre, ricevendo subito un ottimo numero di iscrizioni: ben 64 in totale, provenienti da tutte le parti di Italia. Il tema prendeva spunto dall’aforisma di Leonardo da Vinci “Il moto è causa di ogni vita”, scelto per stimolare a trovare le più diverse interpretazioni di come il movimento conduca alla vita. Le fotografie pervenute sono state sono state valutate da una giuria composta dal Presidente Aci Pistoia Antonio Breschi, l’Assessore Elena Becheri, la Preside del liceo artistico Elisabetta Pastacaldi, il nostro Caporedattore Diletta Severi, oltre agli sponsor Antologia
Viaggi, Bonacchi Expert e Ristorante Bistecca Toscana che hanno messo in palio, rispettivamente, il primo, secondo e terzo premio. Tra le 32 opere finaliste, il primo premio assoluto è andato allo scatto di Renzo Ferrari (“Renne a Capo Nord”), il secondo ad Alberto Camera (“Forza crea moto, acqua crea vita) ed il terzo a Davide Senesi (“Non mi arrendo”). Il premio della giuria popolare è andato a Fabrizio Sichi (“Il moto dell’immaginazione tra cielo, terra, vita”), mentre il premio speciale “Il Giullare” (istituto proprio dalla nostra rivista) se l’è aggiudicato Claudio Bani (“Rapido”); infine, il premio speciale Aci è andato a Tosawi Castellan (“Movimento alternativo”). Alle premiazioni al Convento di Giaccherino erano presenti oltre 120 persone, intrattenute anche da una ricca colazione allestita dal catering di Valerio Ricevimento.
Il commento del Direttore ACI Pasquale Amoroso
Il primo concorso fotografico ACI, oltre che un successo per partecipazione e livello artistico delle opere, è stato la testimonianza di come l’Automobile Club si impegni per tenere viva proprio quella “vita di club” che i soci apprezzano, insieme ai servizi legati all’auto che la tessera Aci garantisce loro. Un successo come questo sta sicuramente nella forza della proposta e nelle qualità artistiche dei concorrenti, ma anche nella capacità della struttura di promuovere iniziative in ambiti graditi e partecipati.
Il commento dell’Organizzatore Angelo Fragliasso
Sono molto soddisfatto per la qualità e la partecipazione delle 64 opere in gara. Tutti i concorrenti hanno dimostrato grande originalità nell’interpretazione del difficile tema, cogliendo pienamente lo spirito dell’iniziativa. L’ adesione di concorrenti provenienti anche da altre regioni d’Italia, ha premiato l’utilizzo di mezzi efficaci e moderni per la promozione, in special modo i social network ed i forum del settore. Ribadisco, anche sulle pagine de Il Giullare, i ringraziamenti ad Aci, alla giuria, agli sponsor ed al mio staff che mi hanno sostenuto, lavorando sodo perché tutto funzionasse a dovere. L’ottimo feedback ricevuto dai concorrenti durante il concorso e nei giorni immediatamente successivi alla sua conclusione ci incoraggia a mettere in cantiere, fin da subito, l’edizione 2013.
Nelle foto alcuni momenti della premiazione: a sx, in alto e in basso, il vincitore del premio speciale “Il Giullare” Claudio Bani con “Rapido”, premiato con una tela realizzata per l’occasione da Anna Maccanti ed incorniciata dalla Bottega Artigianale Roberta Brizzi; al centro in basso il premio della giuria popolare vinto da Fabrizio Sichi con “Il moto dell’immaginazione tra cielo, terra, vita”; nel centro in alto la premiazione del vincitore assoluto Renzo Ferrari con “Renne a Capo Nord”; a destra, in alto e in basso, lo scatto vincitore del premio speciale Aci di Tosawi Castellan “Movimento Alternativo”.
Il vademecum per capire, in tempo, come funziona il redditometro Dopo qualche mese di sospensione, riapre i battenti la nostra ru-
Di seguito, affronteremo un tema di strettissima attualità che inte-
brica interamente dedicata ai problemi dei nostri lettori. Se anche
resserà, senz’altro, tanti dei nostri lettori che si stanno interrogan-
voi avete il bisogno di confrontarvi con i nostri professionisti invia-
do sulla grande incognita (fiscale) del momento: il redditometro. Ci
teci una richiesta di aiuto a info@ilgiullare.com
spiega tutto il nostro commercialista Alessandro Fiaschi.
Caro “Il Giullare” in questi giorni si sente spesso parlare di questo redditometro e della sua possibilità di far emergere gli evasori.
Alessandro Fiaschi Commercialista iscritto all’Ordine di Pistoia e revisore contabile, ha lo studio in Viale Bicchierai, a Montecatini Terme.
#sosgiullare
44 Qualcuno, però, sostiene che possa diventare uno strumento di accertamento di massa di fronte al quale non vi è forma di difesa. Sono preoccupato anche perché non ne capisco il funzionamento e cosa debbo fare. Alberto, via mail
Risponde l’esperto Gentile Alberto, lo strumento a cui lei si riferisce è l’ultimo tentativo, in ordine di tempo, che il Fisco ha messo in campo per contrastare l’evasione. A differenza di altri che in precedenza colpivano essenzialmente i soli lavoratori autonomi e le imprese, concentrandosi sulla capacità di reddito degli stessi in base agli elementi dell’attività, colpisce un po’ tutte le categorie, compresi lavoratori dipendenti e pensionati. Si basa, però, sul concetto di spesa dell’individuo, o meglio del suo nucleo familiare. Mi spiego meglio: dovranno essere conteggiati tutti i redditi della famiglia e messi a confronto con le spese della famiglia stessa suddivise nelle categorie di abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero e cura della persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari. Non mi dilungo nella tipologia di ogni spesa perché le istruzioni sono abbastanza chiare, ma è importante dire che devono essere inserite le spese e i reddi-
ti suddivisi anno per anno e poi il programma farà il confronto. Dal confronto emergerà la congruità o meno del nucleo familiare e non del singolo contribuente: questo è importante perché, ad esempio, uno dei componenti potrebbe avere sostenuto le spese ma non avere reddito (ad esempio perche disoccupato o casalinga), ma viene compensato dall’altro componente che, invece, produce reddito. Tecnicamente, quindi, significa che si abbandona il ricorso alla presunzione della disponibilità di pochi beni e ci si concentra sulla spesa effettuata dal contribuente e al suo rapporto con il reddito dichiarato. Il calcolo verrà elaborato dall’Agenzia delle Entrate e, nel caso di scostamento e non congruità, sarà la stessa Agenzia a segnalarlo al contribuente. Se il lettore vuole può comunque provare i calcoli scaricando il test di prova (redditest) sul sito dell’Agenzia delle Entrate e vedere la sua posizione. Una volta che l’Agenzia avesse verificato la non congruità del contribuente lo stesso può comunque fornire prova contraria e difendersi con gli strumenti previsti dalla legge. In ogni caso anche la Corte dei Conti ha ammonito l’Agenzia sostenendo che occorre “evitare un uso disinvolto delle informazioni non verificate” e che gli uffici abbiano “massima attenzione e massima cautela” nell’uso dei dati.
di Lorenzo Benedetti foto di Pierluigi Losco
Il sogno americano dei “Piqued Jacks” La band di Borgo a Buggiano è appena tornata da un viaggio in Usa dove ha registrato il suo primo album. “Da noi in provincia, così come nel resto d’Italia, se un ragazzo giovane vuol cercare di sfondare nel mondo della musica è uno sfaticato e mantenuto, mentre là vuol dire aver voglia di fare. E poi, in America, nel mondo del lavoro, vige solo una legge: la meritocrazia”.
#giovani
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La storia di quattro ragazzi, amici da una vita, diventati, oggi, uno dei gruppi musicali più apprezzati di tutto il territorio. I loro brani, esclusivamente inglese, si ispirano ai Red Hot Chilli Peppers Era il 5 settembre del 2006 quando Andrea Lazzeretti e Francesco Bini, allora sedicenni, hanno convito i fratelli Matteo e Francesco Cugia che la loro fosse l’idea giusta. E a sei anni di distanza non possono che ringraziarli. Questi quattro ragazzi di Borgo a Buggiano, amici da sempre e cresciuti fianco a fianco, fanno parte di una delle band più promettenti del momento, i Piqued Jacks, “Jacks eccitati” in italiano, nome ispirato da un connettore audio piegato all’insù. Ora hanno 23 anni, a parte Matteo di due più piccolo, e sono rientrati in Italia dopo un entusiasmante viaggio in America, a Los Angeles. Grazie all’aiuto di Brian Lanese, produttore artistico molto apprezzato nel mondo americano e frontman dei Permanent Ability, nominato anche per il prestigioso Grammy. Ma come nasce la collaborazione? “Abbiamo mandato la nostra musica a molti produttori nel mondo – ci dice il chitarrista Francesco Cugia. Ci siamo focalizzati sul mercato estero perché è quello che più ci rappresenta. Il primo a risponderci è stato lui: gli è piaciuto il nostro lavoro e ci ha invitati in America per completare la registrazione del nostro E.P., “Just a machine”, e ci ha permesso di utilizzare il magico studio “Fourth
Street Recording”. “In pratica - interviene Matteo, batterista del gruppo - ho suonato con la stessa batteria con cui i Red Hot Chili Peppers, nostra band preferita, hanno registrato alcuni loro album, un sogno che diventa realtà”. Ma da cosa nasce l’esigenza di dover lasciare l’Italia e volare lontano per raggiungere il successo? “È un fatto di cultura – risponde il cantante Andrea. Da noi in provincia, così come nel resto d’Italia, se un ragazzo giovane vuol cercare di sfondare nel mondo della musica è uno sfaticato e mantenuto, mentre là vuol dire aver voglia di fare. Inoltre è anche una questione di applicazione al lavoro, sicuramente migliore in America. In Italia non mancano tanto le strutture, che forse sono addirittura migliori, quanto la professionalità degli addetti. Per fare una metafora, si può dire che loro hanno una 500, noi un’Alfa Romeo: eppure ci staccano di chilometri. Così ci siamo innamorati di quella terra e se potessimo ci torneremmo immediatamente. Là vige una sola legge, la meritocrazia. Qui non è così”. Se non paga essere italiani nel territorio pistoiese o nel resto della penisola, ha invece ripercussioni positive se ti trovi
Il loro EP si intitola “Just a Machine” ed è composto da sei tracce molto intense. “I pezzi in italiano, per ora, non rientrano nei nostri piani. Questa è la strada che sentiamo più nostra”.
in America. “L’Italia è molto rispettata artisticamente parlando – conferma il bassista Francesco Bini - e quindi già il fatto di essere italiani ti offre una credibilità non indifferente che può aiutare nel corso del tempo”. Il ritorno d’immagine che ai quattro “Piqued Jacks” ha assicurato questa esperienza si fa sentire. L’EP, perfezionato a Los Angeles dopo mesi di lavoro nella loro sala prove a Borgo a Buggiano, “Just a machine” è fatto da 6 tracce, tutte rigorosamente in inglese: “Quelle in italiano non rientrano nei nostri piani – ci dice il Andrea . Nel futuro non si può mai sapere, ma la strada che più sentiamo nostra è questa”. Con quantità industriali di entusiasmo, i ragazzi si gettano a capofitto nel lavoro quotidiano, dividendosi tra studio e musica. Prove per almeno due ore al giorno, altrettanto tempo speso per promuovere l’EP e il video ufficiale della canzone “Welcome to the future” e organizzare concerti che li vedranno protagonisti in tutta la Toscana, continuando nella loro gavetta. Come sottofondo una canzone e un sogno, “Californication” in stile Red Hot Chili Peppers.
di Roberto Grazzini
Marco Teglia, tecnico della federazione di Pistoia:
#sport
“Stiamo lavorando per preparare giovani entusiasti che possano essere dei veri istruttori. Al centro di tutto la maturazione 48 tecnica del ragazzo”.
INCHIESTA SUL CALCIO GIOVANILE “Quale futuro per i ragazzi del pallone?” “Oggi molti allenatori iniziano questo tipo di attività solo per fare carriera - dichiara Alessandro Madocci - nei campi sportivi mancano i veri istruttori di calcio come una volta. Si predilige la tattica, ma si bada poco alla crescita del ragazzo e a insegnare i fondamentali”. “Quando da voi un giovane debutta in seria A, a 18 anni, è troppo giovane. Da noi è troppo vecchio”. Parole e musica sono di Johan Cruyff, ex stella dell’Olanda e monumento del football mondiale. Servono per introdurre un
argomento che, nel mondo della sfera di cuoio, sta prendendo sempre più corpo: la gestione dei settori giovanili. Per questo motivo, abbiamo deciso di intervistare alcuni addetti ai lavori per capire la situazione attuale.
Madocci Docet
Un grande esperto in merito è senza ombra di dubbio Alessandro Madocci, romano di Casalotti, ma da 25 anni cittadino adottato del “sottoverga” di Montecatini. Ex calciatore professionista con trascorsi pure nella Pistoiese, ha chiuso la lunga carriera vestendo i colori biancocelesti della squadra della cittadina termale. Come tecnico è stato secondo di Massimo Morgia a Foggia e Palermo e, come primo allenatore, fra le altre, ha guidato il Pavia e il Giuliano in C. Da tre anni fa parte stabile dello staff tecnico di osservatori qualificati che la Juventus manda a giro per l’Italia alla ricerca di talenti. Persona schietta e genuina. “Il primo dei settori giovanili – dice - sono gli allenatori. La maggior parte di loro vede tale esperienza solo come un trampolino di lancio verso un approdo alla guida di una prima squadra. Una volta, gli allenatori, erano soprattutto istruttori. Insegnavano i fondamentali e non solo la tattica, diventata, ahimè, padrona assoluta delle sedute d’allenamento e si bada poco alla crescita del ragazzo. Tutto è mirato solo all’effimera ricerca del risultato. L’altro aspetto è che il mondo è cambiato. In passato, quando il ragazzo non aveva gli
allenamenti, faceva le partitelle all’oratorio o per strada. Vi sembrerà strano, ma quella era un’altra importante scuola dove affinare la tecnica e accettare la selezione e la competizione che un giovane, oggi, digerisce malvolentieri. Adesso si siedono al computer o giocano col telefonino. La terza ed ultima questione – conclude Madocci - sono i genitori che hanno troppe aspettative nei confronti dei figli. Se vanno male a scuola poco importa, basta che diventino dei calciatori di professione”. Sugli eventuali rimedi questa è la sua ricetta. “Intanto bisogna far divertire il ragazzo al campo – spiega – e curare molto di più l’aspetto tecnico. Le forche e il muro non li adoperano più in molti e questo è un altro sbaglio. Poi occorre prendere esempio da Paesi come l’Olanda, la Germania o la Spagna che hanno allenatori radicati nei propri settori giovanili e la cui maggiore aspirazione non è quella di vincere, ma di far maturare i talenti. In Italia mi piacerebbe vedere sempre più società che all’allenatore affiancano un’altra figura: un istruttore emergente e volenteroso che a turno cura singolarmente un reparto ed il singolo giocatore. Un bel modo per crescere insieme”.
La parola a Marco Teglia
Coordinatore tecnico provinciale e responsabile dell’attività di base (dai 5 ai 12 anni) per il comitato di Pistoia, nonché da anni selezionatore delle varie rappresentative giovanili provinciali, il professore Marco Teglia è un’ altra voce esperta in materia. “Condivido in gran parte la visione di Alessandro Madocci e proprio per questo, negli ultimi anni, la nostra attenzione si è basata sulla formazione di istruttori, sottolineo istruttori e non allenatori, per la scuola calcio. Immaginiamo infatti il settore giovanile come un grande palazzo di tanti piani: le fondamenta, capaci di reggere qualsiasi scossone, sono rappresentante dalla scuola calcio. Credo che abbiamo formato giovani, entusiasti e motivati che hanno capito l’importanza del lavoro sui più piccoli, finalizzato esclusivamente alla crescita del
bambino. Confrontandomi spesso con le altre realtà della nostra regione – aggiunge Teglia - posso affermare, senza timore di essere smentito, che la nostra provincia è all’avanguardia sotto il profilo della preparazione della mentalità. Le cose adesso devo per forza migliorare nelle categorie dagli Esordienti a salire, dove sovente un ragazzo esegue bene una diagonale, ma non riesce nella marcatura ad uomo. Infatti si continua a lavorare troppo sulla tattica collettiva e non sulla tattica applicata e sulla tecnica individuale. Geometricamente parlando devono ancora combaciare bene i tre lati del triangolo composto da giovane atleta, società ed istruttore: al centro c’è ovviamente la maturazione tecnica ed educativa del ragazzo”.
Il pensiero della Federazione
Dopo aver guidato per due mandati ed otto anni totali, il comitato provinciale di Pistoia della FIGC, il pesciatino Stefano Riccomi nello scorso dicembre è stato eletto consigliere regionale. Una carica importanza e di grande responsabilità. “Mi auguro che il mio bagaglio personale d’esperienza possa essere d’aiuto alla Federazione e alle squadre della Toscana. Per ciò che concerne il mio operato precedente e, nello specifico dell’attività del settore giovanile, ci siamo concentrati sul rapporto franco e sincero con le società, confrontandoci spesso con i genitori dei ragazzi. La famiglia è il punto fermo e la società un porto sicuro dove crescere. In provincia direi che la situazione è buona, ma aggiungo che in tutta la Toscana, pur con molto lavoro ancora
da fare, le cose vanno migliorando sotto la cura del presidente Bresci e del Responsabile tecnico Mangini. Recentemente sono state premiate dalla FIGC le 15 società più meritevoli come attività del settore giovanile e non, per i risultati in Italia. Dieci di queste erano toscane. Senza contare che ogni anno, e parlo della provincia di Pistoia, le squalifiche nella categoria giovanissimi ed allievi sono in costante diminuzione. Il problema permane invece tra gli juniores, età difficile del ragazzo. In merito poi all’utilizzo del 17enne (l’anno prossimo sarà del 1996) titolare in Eccellenza e Promozione, sono sempre stato favorevole. E’ una norma che deve spingere i club a migliorare il proprio vivaio e costruire le proprie risorse in casa”.
I familiari e tutto il paese di Ponte Buggianese, ricordano Pluto Irmeni a due anni dalla scomparsa
“Due Sbirri per caso”, una pellicola tutta Made in Valdinievole
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Il 5 febbraio di due anni se ne andava il conosciutissimo fotografo, Pluto Irmeni. In Valdinievole era non solo un professionista della fotografia e un commerciante di successo, ma uno di quei personaggi che lasciano il segno nella vita della nostra comunità. Aveva tante passioni: il calcio e il biliardo. Aveva fondato anche due squadre, raggiungendo importanti risultati a livello non solo locale. Ma Pluto, più di ogni altra cosa, amava la sua bella famiglia. In occasione della ricorrenza della sua morte, infatti, lo ricordano con amore la moglie Giuliana, i figli Niccolò, Alberto ed Helenio, i nipoti e tutti i parenti.
Il saluto degli amici al gioielliere Andrea Zucconi
Ringraziamento per il reparto di pneumologia dell’ospedale di Pistoia
A Marzo l’inizio delle riprese della puntata pilota della nuova serie TV “Due Sbirri Per Caso”, prodotta dalla Kappa Film Production in Collaborazione con la Sedicinoni Film Production e il Patrocinio del Comune di Montecatini Terme. La Fiction verrà girata interamente nella cittadina Termale e il Cast principale è composto da i 2 Autori Massimo Di Stefano e Raffaele Totaro, Niki Giustini, Gianni Giannini, Guido Genovesi (ex grande Fratello), Federico Castellani, Alessandro Ingrà, Alessandro Baccini, Massimo Bianchi (Loppa), Eleonora Lari, Jessica Favilli e Sara Menci, mentre la Regia è affidata al pistoiese Alessio Biagioni (per la puntata pilota). Questa la trama della puntata pilota: “Rocco Piacenza (Massimo Di Stefano) è un poliziotto dai modi duri e spicci in servizio a Napoli, sulle tracce del capo clan Gennaro Scognamiglio. Quasi sul punto di catturare il boss, Piacenza viene trasferito in un paesino toscano per motivi disciplinari. Nel commissariato del borgo troverà il suo nuovo collega: Martino Tristano, detto Pacino (Raffaele Totaro), uno sbirro all’apparenza dai tratti semplici e un po’ ingenuo. Dopo varie avventure e le prime incomprensioni i due si troveranno quasi per caso sulle tracce del perfido Scognamiglio e dovranno fare squadra per opporsi ad esso e al suo potere”. La produzione è alla ricerca di sponsor da inserire nella puntata pilota con la tecnica del product placement (inserimento di un marchio all’interno di una pellicola). Le aziende interessate possono contattare il 392/3834291 oppure tramite email a duesbirripercaso@gmail.com. Questo il sito ufficiale della serie Tv: www.duesbirripercaso.altervista.org
Una notizia di buona sanità arriva dal commercialista di Montecatini Terme, Michele Gallicchio, che recentemente è dovuto ricorrere alle cure dell’ospedale del Ceppo di Pistoia. “Volevo ringraziare tutto lo staff del reparto di Pneumologia diretto dal dottor Franco Vannucci – dice - per le cure che mi sono state prestate. Ho trovato un reparto ben organizzato con un gruppo di dipendenti, gentili, premurosi e professionali. Non avrei mai creduto di trovare un livello così alto in un ospedale pubblico. Per questo motivo è importante segnalare quando le cose vanno bene e quando ci sono persone che prestano il proprio lavoro con senso di umanità e dedizione”. Michele Gallicchio.
Andrea Zucconi, morto il 18 ottobre 2012 all’età di 51 anni dopo una breve malattia, era molto conosciuto a Montecatini, essendo uno storico commerciante del centro della città. Gestiva la gioielleria insieme al fratello Paolo. Nella foto lo vediamo con alcuni amici, che assieme alla compagna e alla famiglia, lo ricordano con questo semplice ma essenziale pensiero: “Cinquantun’anni, troppo pochi per morire.”
Marcello Lippi e Vannucci insieme per l’educazione sportiva
Nicola Natali idolo a Forlì Lo chiamano il “sindaco”. E’ nata una nuova stella del basket di Montecatini
Marcello Lippi e Vannino Vannucci si sono incontrati nei giorni scorsi per ribadire insieme l’importanza dell’educazione sportiva dei giovani calciatori. L’ex Ct della Nazionale ha colto l’occasione per dedicare alla scuola di calcio A.C. VANNUCCI un augurio per un entusiasmante 2013.
Daniele Michi un’altra stagione da protagonista nel rally mondiale
Il noto copilota di Chiesina Uzzanese è stato grande protagonista sui selettivi fondi innevati del Rally di Montecarlo, al fianco del noto imprenditore ligure Gabriele Noberasco, divenuto, negli anni ‘80, emblema del rallismo nazionale. Una “cinque giorni” che ha inaugurato il Mondiale Rally 2013. Un evento che Daniele Michi ha affrontato sul sedile destro della Mitsubishi Lancer Evo IX, alla terza partecipazione sulle strade iridate francesi. Obiettivo: replicare le ottime performance espresse nel biennio 2010-2011, a concretizzazione di un nuovo impegno nel contesto rallistico per eccellenza. E’ stato un appuntamento di assoluto livello, quello che ha visto il talentuoso codriver chiesinese “dettare le note” a Gabriele Noberasco. “Essere tra i partenti del Rally di Montecarlo è stata una soddisfazione che, da qualche anno, riesco a provare. – ha commentato Michi – Per me, questa è stata la terza partecipazione in carriera, dopo gli ottimi risultati conseguiti nel 2010 e nel 2011. Con Noberasco ho già condiviso i fondi monegaschi e, proprio questa estate, con lui mi sono reso compartecipe di una ottava posizione assoluta al Rally San Marino, valido per il Campionato Intercontinentale”.
A Montecatini, il basket è ancora una risorsa importante. Ne è prova l’exploit del giovane Nicola Natali, figlio di Gino, ex cestista e manager dei club più importanti d’Italia, protagonista di un grande campionato con la maglia del Forlì in Legadue. Classe 1988, quindi ancora, giovanissimo “gli è bastata una stagione e mezzo nella Fulgor Libertas – scrivono sul Corriere di Forlì – per diventare il beniamino di tutti”. Addirittura, appassionati, giornalisti di settore, lo hanno definito “Sindaco del parquet”. D’altronde, la pallacanestro, nella sua famiglia, scorre nelle vene: oltre al padre Gino, anche la mamma Tina e lo zio Franco, hanno giocato a basket. In più la sorella Monica è sposata con l’ex calciatore professionista Francesco Colonnese. Non sarà pallacanestro, ma di sport di primo livello si parla lo stesso. Le qualità di Nicola, cresciuto proprio con i colori rossoblù, ormai sono evidenti e sono dovute anche alla sua intelligenza in campo e a una applicazione quotidiana negli allenamenti, senza lasciare gli studi, dato che si sta laureando anche in Scienze Giuridiche. Insomma, a Forlì, ormai tutti lo amano ed è il punto di riferimento della squadra. Anche i numeri sono dalla sua parte e mostrano una crescita netta, esponenziale rispetto alla passata stagione: gioca di più (21.8 minuti contro i 19.5), segna di (6.5 contro 5,4) e tira meglio, con una media ai tiri liberi altissima (85 per cento). Insomma, un momento d’oro per il giovane Nicola. E’ nata una nuova stella a Montecatini?