Alce News Magazine n. 4/2024

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Periodico di attualità, cultura, spettacolo, salute, ambiente e tecnologia

Monia Cupellini

La mental coach rivelazione che in due anni ha scritto un libro e ha creato un progetto innovativo

ALCE NEWS MAGAZINE

NUMERO 4 - 2024

Autorizzazione Tribunale di Tivoli n.1/2023 del 17/04/2023 n. cronol. 2861/2023

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Ospedale virtuale

Il primo in Italia è nato a Viareggio poi toccherà a Como e Cosenza

Con la telemedicina un risparmio di 2,64 miliardi di euro

Un’assistenza continua, per 24 ore al giorno, sette giorni su sette, 365 giorni l’anno. Che migliori l'accesso alle cure, riducendo i tempi di attesa e ottimizzando l'utilizzo delle risorse sanitarie, con enormi risparmi per il Servizio Sanitario Nazionale. È una vera e propria rivolu-

alla Festa della Salute iCARE di Viareggio. “Il primo progetto – ha spiegato Zanon nell’ultima giornata dell’evento promosso con il contributo del Comune e organizzato in collaborazione con Motore Sanità – partirà proprio da Viareggio, con un piano che, in base alle nostre

che di ogni territorio. “Attraverso una customizzazioneha spiegato Zanon - risolverebbe molti problemi anche qui da noi”. In Italia, dove si registra una delle più basse percentuali di posti letto per Long Terme Care, “i reparti ospedalieri si troveranno sempre più spesso in condi-

zione quella già sperimen tata all’estero con gli ospedali virtuali. Che ora si preparano ad aprire i battenti in Italia, con un primo progetto pilota presentato da Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità,

stime, potrà portare un ri sparmio per la Regione Toscana di 211 milioni di euro”. Il modello è il Mercy Virtual Hospital, operativo dall’autunno del 2015 negli Stati Uniti. Ma richiede un adattamento alle esigenze specifi-

zione di aver bisogno di un’infrastruttura tecnologica capace di virtualizzare il ricovero, mantenendo il controllo costante del paziente e attivando al tempo stesso una vera e propria “collaborazione clinica remota” che

coinvolge il medico di medicina generale, gli infermieri territoriali, la farmacia territoriale, il caregiver”.

“La creazione di un ospedale virtuale in Italia – spiega

Zanon - rappresenta una sfida complessa, ma anche un'opportunità per innovare il sistema sanitario e offrire cure più accessibili, efficienti e personalizzate ai cittadini”. Il primo progetto pilota si avvarrà di una struttura inizialmente di circa 1000 metri quadri, appositamente ristrutturata secondo il modello costruttivo del Mercy Virtual Care Center o simili.

L’ospedale virtuale sarà replicabile in ogni territorio. "Strategica – sottolinea

Zanon - sarà la fornitura del servizio tecnologico da parte di un Consorzio che verrà costituito, essendo i Virtual Hospital non adibiti ad assistenza in presenza di pazienti, oltre che la messa a disposizione di risorse umane private iniziali che avviino il Virtual Hospital e addestrino il personale pubblico che parteciperà al progetto principalmente in libera professione”.

I pazienti, attraverso l’ospedale virtuale, possono accedere a servizi medici online tramite videochiamate, chat, e-mail o applicazioni mobili. Possono ricevere consultazioni mediche, prescrizioni, monitoraggio delle condizioni di salute, e gestione delle malattie croniche da remoto. I pazienti possono essere seguiti da un team medico virtuale per la gestione delle loro esigenze mediche, con visite di followup regolari e supporto continuo. E poi ci sono i risparmi per il Servizio Sanitario. “Basandosi su una stima di 527.050 ricoveri evitabili per malattie croniche e un costo medio di 5.000 euro per ricovero, i potenziali risparmi per il sistema sanitario italiano ammonterebbero a circa 2,64 miliardi di euro. E calcolando che la Toscana cuba circa l’8% della spesa sanitaria nazionale, stima grezza, il risparmio per la Regione sarebbe di 211 milioni di euro”. “Per Viareggio –prosegue Zanon – abbiamo già preso contatti con il sindaco, con le autorità sanitarie. E poi ci sono altri due

progetti: il primo, nella città di Como, il terzo a Cosenza”.

“Dobbiamo fare in modo che la tecnologia sia la più inclusiva possibile – ha detto il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, presente a Viareggio - e per fare questo c’è bisogno di coinvolgere tutti gli stakeholders. La tecnologia è una sorella maggiore che dobbiamo considerate con molta attenzione e allo stesso tempo con molta fiducia”. Butti ha voluto sottolineare anche “il valore della cooperazione e della co-progettazione, due azioni che sono alla base del nuovo Tavolo delle best practice digitali e tecnologiche, un vero e proprio Osservatorio dedicato alla tecnologia e a tutto ciò che ruota intorno ad essa. Sarà operativo a breve e sarà aperto a tutti gli operatori, le associazioni pazienti, le aziende di ICT. E posso dire fin da ora che tra le best practice, ci sarà quella dell’ospedale virtuale”.

“Il processo di virtualizzazione dei servizi sanitari – ha detto ancora Butti - è soste-

nuto dalla implementazione tecnologica di cui mi sto occupando, ed è sempre più determinante. Noi abbiamo la necessità di alleggerire il carico degli ospedali, dei Pronto Soccorso, di attivare una assistenza territoriale migliore e, soprattutto, sfruttare la tecnologia. Questo ci farebbe risparmiare tantissime risorse che potremmo destinare alla cura vera dei pazienti e dei malati, ma soprattutto ci consentirebbe di

rendere ancor più efficiente ed efficace l’intervento a distanza e, quando necessario, in presenza”.

Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Viareggio, ha dichiarato: "Siamo orgogliosi di ospitare il primo ospedale virtuale d'Italia, un progetto innovativo che permetterà ai cittadini di accedere a cure mediche di qualità direttamente da casa. Questa iniziativa rappresenta un passo avanti nella modernizzazione

dei servizi sanitari, facilitando la comunicazione tra pazienti e medici e garantendo un supporto continuo, soprattutto per coloro che hanno difficoltà a spostarsi o per chi soffre di malattie croniche. Serviranno approfondimenti e attenzione ma il futuro va in questa direzione e Viareggio è pronta: la tecnologia sarà un potente alleato per migliorare la salute e il benessere della nostra comunità."

Il male degli Oceani

Presenti tra i 75 e i 199 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica. Si prevede che entro il 2050 la plastica supererà la quantità di tutti i pesci presenti nel mare

L’inquinamento degli oceani viene costantemente monitorato e, negli ultimi anni, è diventato sempre più evidente e allarmante. L’attuale situazione marina è un problema globale urgente che necessita di attenzioni e interventi immediati. Ma da cosa deriva principalmente l’inquinamento marino? Si tratta di una miscela molto complessa formata da metalli tossici, plastica, petrolio, deflussi agricoli e minacce biologiche sempre più frequenti.

Se gli oceani sono i polmoni della Terra, il nostro Pianeta è in serio pericolo. Oggi, le acque degli oceani sono delle vere e proprie discariche piene di elementi inquinanti. Secondo alcuni dati raccolti e analizzati da Our World in Data, OCSE e Statista, si stima che nei nostri oceani siano presenti tra i 75 e i 199 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica e ogni anno entrano nell’ambiente marino poco meno di 15 milioni di tonnellate di plastica.

Se si continuerà di questo passo, nel 2050 la plastica supererà probabilmente tutti

i pesci presenti nel mare. L'80% dell'inquinamento marino globale deriva dal deflusso agricolo, dalle acque reflue non trattate e dallo scarico di nutrienti e pesticidi. Il 20% dell'inquinamento da plastica degli oceani deriva dalla pesca industriale. Se queste tendenze continueranno, l'inquinamento degli oceani causato dalla plastica triplicherà nel giro di 40 anni, con rifiuti che supereranno un miliardo di tonnellate. Nonostante la situazione sia grave in tutto il mondo, è bene sapere che si stanno compiendo sforzi concreti per permettere di salvare gli oceani. Riducendo l'uso della plastica, gestendo la pesca in modo sostenibile e mitigando per quanto possibile il cambiamento climatico, ognuno di noi può contribuire a proteggere gli oceani. Proprio in quest’ottica ha parlato Giorgia Serrati, Presidente Emerito di Icat Food, una delle maggiori aziende che lavorano con i prodotti del mare, che ha dichiarato: “Siamo consapevoli che l’impegno per la

salvaguardia ambientale unito all’impegno per lo sviluppo sociale siano una scelta irrinunciabile per garantire un futuro migliore alle prossime generazioni. Vogliamo contribuire a questo impegno attraverso un modello di sostenibilità in grado di intervenire concretamente in ogni fase della nostra filiera di attività”.

Ed è proprio in quest’ottica che è stato pubblicato il Primo Bilancio di sostenibilità, una vera e propria sfida, ma anche un’opportunità per capire dove migliorare ancora. Il percorso di sostenibilità di Icat Food, infatti, è iniziato anni fa ed è frutto della volontà di far crescere l’azienda coniugando la tradizione con la sostenibilità ambientale, tutelando le risorse naturali, sostenendo le comunità e i territori di riferimento e garantendo un luogo di lavoro inclusivo e sicuro. Da più di 170 anni l’azienda lavora sul mare e per il mare nel pieno rispetto dell’ecosistema marino. Le azioni concrete messe in campo spaziano dalla riduzione dell’utilizzo

dell’olio di oliva alla realizzazione di un nuovo magazzino ecosostenibile, fino all’abbattimento dell’utilizzo delle plastiche per oltre il 35% grazie all’utilizzo del “Film Green” durante la lavorazione della merce in uscita dai magazzini. Oggi le aziende con l'introduzione della CSRD hanno davvero l’opportunità di percorrere una strada orientata alla sostenibilità. Le valutazioni ESG permettono di avere una visione completa della capacità delle imprese di generare nuovo valore e di essere protagonisti di azioni e

comportamenti che determinano il benessere di oggi e di domani. In ballo ci sono scelte che coprono tutti gli aspetti del fare impresa e

fare sviluppo nella salvaguardia delle risorse ambientali e umane! L’uomo cresce e si salva solo salvando l’ambiente.

Nicola Giotti

Pasticceria e arte si incontrano nel nome del ciclismo

di Ilaria Solazzo

Un connubio – importante e non consueto – tra arte, culinaria e ciclismo. Una combinazione che ha trovato la sua materializzazione grazie all’incontro tra due differenti anime artistiche italiane: da un lato Nicola Giotti, rinomato campione dell'alta pasticceria nazionale, dall’altro il professor Antonio Trimani , artista concettuale e docente dell'Accademia delle Belle Arti.

Proprio la convergenza delle ispirazioni e delle attitudini di questi personaggi, così diversi tra loro eppure intimamente legati, ha dato vita alla creazione di un’opera di pasticceria capace di coniugare l’amore per l’arte e in particolare per quella pugliese, con

la passione per le due ruote. Nasce, così, un progetto dedicato da Giotti ai rosoni, che costituiscono un aspetto non marginale ma centrale dello sviluppo artistico della Puglia. Trimani ha spronato il suo contraltare alla creazione di un tributo a questo orpello architettonico, invitandolo a esplorarne i significati profondi e simbolici, sfidando le convenzioni per proporre qualcosa di nuovo e inusitato. Il tutto è stato poi coniugato anche col ciclismo: la maglia azzurra della nazionale italiana delle due ruote, compare, infatti, sul bordo laterale del dolce realizzato con la sua unica maestria da Giotti.

Per festeggiare la nascita di

questo nuovo prodotto, si è scelta la cornice del Kursaal Santa Lucia di Bari. All’evento erano presenti – oltre ai già citati protagonisti - Daniele Bennati, allenatore della nazionale italiana di ciclismo e Cardiano Danioni, presidente della Federazione Ciclistica Italiana. Tra gli invitati, anche Tommaso De Palma, ex sindaco di Giovinazzo, che ha assunto un ruolo chiave nel mondo del ciclismotricolore, diventando responsabile dei progetti legati alla crescita di questo sport. Inoltre, è stato nominato consigliere del presidente della Regione, Michele Emiliano, per il progetto "Puglia Meta del Turismo Sportivo": un'iniziativa volta a promuovere l’in-

tera zona a destinazione di rilievo per eventi sportivi di respiro internazionale.

Oltre alla dimensione sportiva, la manifestazione ha sottolineato l'importanza artistica e culturale dei rosoni pugliesi, altissima espressione della maestria artigianale locale. Un fatto di grande im-

portanza, se si pensa che, attraverso le istituzioni dedicate a seguirne l’iter, i rosoni sono candidati a diventare patrimonio artistico mondiale dell'UNESCO. Un riconoscimento che rafforzerebbe ulteriormente il valore simbolico di questa eccellenza artistica e culturale italiana, che oggi trova

espressione – proprio grazie a Nicola Giotti – anche nel campo della pasticceria. Il rinomato artista dei dolci ha dimostrato ancora una volta come l'arte, in ogni forma, possa essere veicolo di valori profondi e tradizioni radicate, unendo mondi apparentemente distanti come lo sport e l'alta pasticceria.

Monia Cupellini la mental coach rivelazione

In soli due anni ha scritto un libro, creato un progetto innovativo per l’empowerment femminile e fondato l’associazione “Attraverso nuovi occhi”.

Ma il suo spirito non si ferma mai: con progetti sempre nuovi all’orizzonte

Monia Cupellini è una mental coach instancabile, che in soli due anni ha scritto un libro, creato un progetto innovativo per l’empowerment femminile e fondato l’associazione “Attraverso nuovi occhi”. Ma il suo spirito non si ferma mai: con progetti sempre nuovi all’orizzonte, Monia continua a spingere i confini del cambiamento, ispirando e guidando le persone a trasformare le loro vite. In questa intervista, ci racconta come il suo approccio alla crescita personale sia alla base di successi straordinari e come la sua visione continua a evolversi per af-

frontare le sfide future Sin da piccola il tuo carattere ti ha permesso di affrontare le avversità della vita. Il tuo e’ un percorso sempre più in crescita. Quali sono secondo te, le caratteristiche che contraddistinguono il tuo percorso formativo “Tu donna”, condivisibile al prossimo?

Il mio percorso formativo “Tu Donna” nasce dalla mia esperienza personale, affrontando con coraggio le difficoltà e trasformando le sfide in opportunità, questo è ciò che trasmetto alle donne: il coraggio e la capacità di vedere

oltre gli ostacoli. Il percorso tu donna è unico perché integra la competenza di una psicoterapeuta è quella di una mental coach due figure professionali che lavorano in sinergia. La psicoterapia lavora in profondità sulle dinamiche emotive e psicologiche, mentre io, come mental coach, mi focalizzo sulla motivazione e sull’empowerment femminile, aiutando le donne a riscoprire la loro forza interiore a realizzare una vita che sentono di poter controllare. Questo straordinario programma è stato progettato per unire tutti i puntini e offrire alle donne un’esperienza com-

pleta che le aiuti a sentirsi realizzate sotto ogni aspetto della loro vita. Nel cuore di questo progetto c’è l’idea che il benessere femminile non può essere affrontato solo in modo isolato, ma deve essere considerato nella sua interezza. Per questo motivo, “Tu Donna” si concentra su diversi ambiti cruciali, tra cui: formazione, prevenzione e salute, benessere fisico, mentale e alimentare, viaggi e cultura, cinema e teatro, nonché la tutela delle donne contro la violenza. Inoltre, “Tu donna” offre un’esperienza culturale unica, con viaggi avventurosi e visite in

luoghi iconici che ispirano la mente il cuore. Il progetto incoraggia anche la partecipazione attiva nel mondo dell’arte, con incontri dedicati al cinema e al teatro, che offrono alle donne l’opportunità di esplorare tematiche importanti e stimolare la riflessione. Ciò che rende “Tu donna” veramente speciale è il suo impegno per la tutela delle donne contro la violenza. L’associazione si impegna a fornire supporto grazie alla collaborazione dell’associazione A.I.D.E. e la Fondazione Puzzilli, che offrono aiuto alle donne a proteggere sé stesse

dall’abuso e dall’oppressione. Organizziamo workshop, seminari e incontri educativi sulla prevenzione della violenza, fornendo alle donne strumenti pratici per riconoscere i segni di violenza e proteggere sé stesse e le proprie comunità. Questi programmi educativi promuovono la consapevolezza, l’empowerment e la sicurezza personale. Collaborando con l’associazione A.I.D.E, si vuole fornire alle donne accesso a una vasta gamma di risorse, tra cui lo sportello a contrasto alla violenza sulle donne “Uscita di Sicurezza” gestito da Anna

Silvia Angelini presidente

AIDE Nettuno, associazione indipendente donne europee (contro la violenza sulle donne e di genere). Inoltre, collaboriamo con la Fondazione Puzzilli per il progetto Agata, che garantisce alle donne una tutela concreta attraverso l’investigatore privato. Il progetto “Tu Donna” dell’Associazione APS “Attraverso Nuovi Occhi” è un rifugio sicuro e solidale per le donne che cercano supporto e risorse per affrontare e prevenire la violenza. Ci impegniamo a fornire un ambiente inclusivo e compassionevole in cui ogni donna potrà trovare la forza e il sostegno necessari per vivere una vita piena e libera. Inclusione: “Tu donna” rappresenta un’opportunità straordinaria per le donne di ogni età e provenienza di investire nel loro benessere e di realizzare il loro pieno potenziale grazie all’impegno e alla visione innovativa di Monia Cupellini. Questo progetto promette di trasformare la vita delle donne in meglio. Oggi viviamo in una società dove l‘ immagine e i social sono al centro di tutto, che

consigli vuoi dare a chi ti segue per andare oltre l’ esteriorità?

Come Mental Coach, direi che l’immagine e i social possono essere strumenti utili, ma è fondamentale non farci definire solo da ciò che mostriamo all’esterno. Il mio consiglio è di coltivare una consapevolezza interiore più profonda, perché l’autostima autentica non deriva dai “like” o dall’approvazione esterna, ma dalla conoscenza di se stessi e della propria crescita personale. Uno dei punti chiave è imparare a distinguere tra ciò che si vede e ciò che si è realmente. Non dobbiamo cadere nella trappola di vivere per l’apparenza o per soddisfare le aspettative degli altri punto bisogna lavorare e sul sentirsi in equilibrio con i propri valori, imparando a vedere i social come un mezzo per esprimere chi siamo virgola non per ottenere conferme esterne. A chi mi segue, suggerisco di investire più tempo nello sviluppo personale, di imparare a vivere le emozioni in modo funzionale e di investire nelle proprie risorse, molto spesso inconsapevoli. Questo tipo di lavoro

su se stessi ci permette di capire cosa vogliamo veramente virgola di scegliere con consapevolezza le nostre azioni e di sentirci sicuri senza il bisogno di dimostrare nulla a nessuno.

Il tuo primo libro “Attraverso nuovi occhi” in breve tempo è diventato un cult.

Di cosa parla?

“Attraverso nuovi occhi” e la mia autobiografia, un libro molto intimo che racconta il mio percorso di vita, delle difficoltà dell’infanzia fino a traguardi che ho raggiunto come Donna e come Mental Coach. E’ una storia di crescita, di forza interiore, e soprattutto di speranza. Il libro parla della Monia bambina, che vive in una famiglia difficile, con un padre assente e una madre coinvolta in una relazione tossica, e di come, già da piccola, cercavo di vivere oltre le sofferenze, trovando sempre un’opportunità dietro ogni sfida. Quello che rende unico questo racconto è il dialogo tra Monia e adulta, quella che sono oggi, e la Monia bambina, quella che cercava soluzioni per aiutare la famiglia nonostante le difficolta. In questo viaggio interiore,

prendo per mano quella bambina e ripercorro insieme a lei tutte le tappe della mia vita: la violenza domestica, la mancanza di stabilita emotiva, ma anche la forza che ho sempre trovato negli amici e nelle persone care. Parlo apertamente delle lotte personali e familiari, come la tossicodipendenza di mio fratello Dino, e di come oggi, grazie alla sua forza di volontà, siamo riusciti a superare insieme questi momenti bui, tanto da andare a condividere la nostra esperienza nelle scuole per dare un messaggio di speranza.

Sei una donna attenta non solo a seguire il percorso di crescita interiore delle persone adulte ma anche dei più piccoli. Di recente ti sei avvicinata alle scuole.

Il mio obiettivo di entrare nelle scuole non è solo un obiettivo, ma un grande sogno che nasce dalla mia esperienza personale. Come racconto nel mio libro, da bambina non ho ha avuto la possibilità di studiare come avrei voluto, non perché non amassi la scuola, ma perché vivevo una situazione familiare difficile, con genitori che litigavano spesso,

e per sfuggire a quelle tensioni uscivo di casa, perdendo il contatto con lo studio. Questo ha creato tante difficoltà nel mio percorso scolastico, ma non ne parlavo con nessuno nascondevo tutto. Oggi, avendo superato quegli ostacoli, il mio sogno è quello di aiutare i ragazzi a non fare lo stesso errore, a trovare uno spazio di ascolto e di dialogo. I giovani di oggi affrontano enormi pressioni e problematiche familiari, e spesso non trovano le risorse o il coraggio per parlarne. Purtroppo, i notiziari sono pieni di storie di ragazzi che prendono decisioni estreme, come il suicidio o atti di violenza. Queste tragedie riflettono un vuoto di comunicazione e supporto, ed è per questo che credo sia fondamentale lavorare all’interno delle scuole. Voglio aiutare i ragazzi a sentirsi liberi di esprimere le loro difficoltà e a trovare in se stessi la forza per affrontarle. Sono riuscita a fare il primo passo in questo sogno grazie alla presenza di Loredana Di Tommaso dell’istituto comprensivo Paolo Borsellino di Montecompatri, che è stata l’unica ad accogliermi. Nono-

stante avessi contattato tante scuole, è stata lei a darmi l’opportunità di presentare il mio libro e tenere un seminario che ha avuto un grande riscontro. Grazie a lei posso realizzare un progetto pilota nella sua scuola, che mi vedrà come docente per l’intero anno scolastico. Attraverso dei test valuteremo se il coaching può realmente apportare benefici nel contesto scolastico. Quali sono i punti cardine quando lavori nelle tue master?

I punti cardine su cui mi concentro sono strettamente legati ai valori della persona, alla sua scala di priorità e ai criteri con cui mette in pratica questi valori nella vita quotidiana. Ogni persona ha una propria scala di valori fondamentali che influenzano le scelte e le azioni. Il primo passo è aiutare i partecipanti a identificare questi valori e a comprendere le regole che utilizzano per metterli in atto. Un altro aspetto cruciale riguarda i bisogni. Non parlo solo dei bisogni primari della sopravvivenza, come mangiare o dormire, ma di quelli più profondi e legati all’iden-

tità personale, come il bisogno di sentirsi amati, apprezzati e riconosciuti. Molto spesso, il conflitto interiore nasce proprio da come cerchiamo di soddisfare questi bisogni. Spesso tendiamo a dipendere dagli altri per sentirci amati o importanti, quando in realtà il primo passo dovrebbe essere quello di trovare dentro di noi il modo per soddisfare questi bisogni. L’approccio che insegno nei miei master è quello di capire che la responsabilità di soddisfare i propri bisogni spetta prima di tutto a noi stessi. Solo quando impariamo a nutrire il nostro valore e a sentirci completi senza aspettative esterne, possiamo realmente costruire relazioni sane e raggiungere un benessere duraturo. I criteri con cui scegliamo di attuare questi valori e bisogni sono fondamentali, perché influenzano ogni aspetto della nostra vita: dal lavoro alle relazioni personali, fino alla nostra crescita interiore.

Nel tuo percorso si affidano tante persone in difficoltà, persone che cercano la vera essenza di felicità, vuoi rac-

contarci un caso che hai seguito perseguendo un successo inaspettato?

Prima di raccontarvi questa storia vogli precisare una cosa, oltre ad essere una Mental Coach, sono anche master in PNL (Programmazione NeuroLinguistica), una disciplina che studia come il linguaggio e i processi mentali influenzano il comportamento umano, aiutando le persone a modificare schemi limitanti e a raggiungere i propri obiettivi. Nel mese di marzo di quest’anno mi ha contattato un giovane di 24 anni, Fabrizio, che stava vivendo un momento difficile. Lui, che amava tanto viaggiare, dopo aver avuto un’esperienza traumatica su una montagna russa al buio, aveva sviluppato una forte paura di volare. Non riusciva più a prendere l’aereo, poiché la sensazione del vuoto e delle turbolenze lo metteva in seria difficoltà. Sin da subito, Fabrizio ha dimostrato una grande determinazione nel voler superare questa paura e tornare a viaggiare. Con la PNL, si utilizzano tecniche specifiche per aiutare le persone a superare paure e blocchi emotivi, ma ci

tengo sempre a precisare che la utilizzo solo in situazioni in cui è veramente appropriata, e sempre con grande attenzione. Quando ho conosciuto Fabrizio, gli ho suggerito di consultare anche una psicoterapeuta, visto che nell’associazione “Attraverso nuovi occhi” abbiamo una rete di professionisti. Tuttavia, lui ha voluto continuare con me, sentendo subito una connessione positiva. Abbiamo iniziato a lavorare insieme, fissando un obiettivo: riuscire a volare di nuovo entro un anno. Nel coaching, la chiave del successo non è solo l’approccio del coach, ma soprattutto l’impegno della persona a mettere in pratica gli strumenti che noi Coach offriamo. Fabrizio è stato eccezionale: ha seguito ogni indicazione, ha lavorato su di sé e, dopo solo tre mesi, si è presentato nel mio studio dicendomi: “Coach, sono pronto a prendere l’aereo.” Attenta anche a tematiche sociali e cause benefiche. Oltre al mio ruolo di Mental Coach, ho fondato l’associazione “Attraverso nuovi occhi”, un progetto che rappresenta un sogno divenuto

realtà grazie al supporto di persone speciali come Adolfo Lucia, che oggi ha il ruolo di Cordinatore di progetti, che mi è stato accanto fin dal primo giorno. L’associazione è nata per offrire sostegno, ispirazione e guida a chiunque desideri prendere in mano la propria vita e trasformarla in un capolavoro, indipendentemente dall’età, dal sesso o dalle circostanze. È un luogo dove chiunque affronti difficoltà o voglia crescere personalmente può trovare supporto e risorse per vedere il mondo con una nuova prospettiva. In un’epoca complessa e incerta come la nostra, è facile sentirsi sopraffatti dalle sfide quotidiane e dalla paura del futuro. Tuttavia, crediamo fermamente che, anche in mezzo al caos, sia possibile trovare la forza interiore per superare le avversità e crescere. Ogni giorno è un’opportunità per rafforzare la propria resilienza, ed è questo il messaggio che l’associazione vuole trasmettere a tutti coloro che si rivolgono a noi. Il nostro lavoro si basa su un percorso in otto passi, strumenti che mi hanno aiutato

personalmente a evolvermi. Il primo passo, “Psycho-Coaching”, unisce la mia esperienza di Mental coach e quella della Dott.ssa Eleonora Campelli per lavorare sull’empowerment psicologico. Seguono poi passi dedicati all’equilibrio di vita con il nostro personal Traine Carlo Di Stefano e la Dott.ssa Antonella Catenazzo dietista specializzata nella scienza della nutrizione umana, prevenzione e benessere, fino ad arrivare al progetto “Tu Donna”, che si concentra sull’empowerment femminile e sulla tutela delle donne. Inoltre, offriamo attività culturali come viaggi e laboratori teatrali, perché crediamo che esplorare il mondo e noi stessi sia fondamentale per crescere come individui. Abbiamo anche un programma chiamato “Metti in scena la tua vita”, guidato da Angela Pariota, che utilizza il cinema e il teatro come strumenti di crescita personale. L’associazione, però, non sarebbe ciò che è oggi senza il prezioso contributo del team che mi accompagna. Alessandra De Andrea, che si occupa di tutto il merchandiser, siamo

un gruppo di professionisti uniti da valori comuni come la collaborazione e il desiderio di contribuire al benessere degli altri. Inoltre, abbiamo una biblioteca virtuale diretta da Ilenia Simoni, un ponte tra il mio libro autobiografico e la crescita personale. Molti si chiedono come faccio a gestire così tanti progetti. Fortunatamente, ho al mio fianco una straordinaria assistente, Simona Giampieri, che mi supporta in ogni passo di questo viaggio. Grazie a questa squadra, riusciamo davvero a fare la differenza.

Progetti futuri?

In merito ai progetti futuri, uno dei miei obiettivi principali è la creazione di un’accademia dedicata alla formazione di coach allineati ai miei stessi valori e principi. Vista la crescente richiesta di lavoro e di contributo che sto ricevendo, ritengo sia il momento giusto per fare un passo avanti in questa direzione. Oggi esistono molte accademie di coaching, alcune molto valide, ma poche realmente mettono in pratica ciò che insegnano, soprattutto in termini di coerenza.

“Ritorno a Sukut” Tornato sul mercato editoriale lo scrittore Sergio Martini

Uscito in libreria lo scorso 11 ottobre il libro di Sergio Martini dal titolo “Ritorno a Sukut” (Felici Editore), nella collana AcquaRagia diretta da Antonio Celano.

Laureatosi in Giurisprudenza, Sergio Martini è Responsabile degli affari generali in una società di La Spezia. Nato a Carrara nel 1985, nonostante non si dedichi alla scrittura come lavoro principale e sia solo al suo secondo romanzo, è da molti addetti ai lavori già considerato una promessa letteraria. Con la sua prima opera, Vascelli di carta, si era classificato in testa, ben prima della sua pubblica-

zione, al premio «Gli Inediti 2019» di Sarzana e, sempre nello stesso anno, al premio letterario internazionale «Città di Pontremoli – Sezione narrativa inedita».

Grande attesa, pertanto, per questa sua seconda prova. La trama traspare avvincente anche in poche righe. Un uomo, prigioniero di un’esistenza ormai piatta e noiosa, ritrova per caso l’agenda su cui aveva appuntati i suoi sogni di adolescente, quando aveva progettato un lungo viaggio in treno per Sukut, una città di un Oriente estremo e misterioso, allora occupata da un regime mili-

tare. Alla stazione, come colto da un raptus, abbandona tutto e sale su un treno per realizzare il suo antico progetto di gloria. Dopo aver conosciuto singolari anime e attraversato deserti, steppe e città, allegorie di antichi sogni di gloria che il tempo ha logorato e vinto, all’arrivo, scopre che Sukut è stata liberata grazie a un uomo mascherato chiamato il Kesa. Ma che la libertà non è diventata Libertà. A partire da qui le tracce dei due si confondono come in un tragico gioco di specchi tra aneliti all’indipendenza e ritorni all’oppressione. E, dunque, chi è il

Kesa? Un liberatore, un dittatore o solo una maschera? E chi è il suo antagonista? Un eroe, un uomo confuso dai riflessi del suo io o solo un altro inganno della Storia?

L’uomo fuggito da se stesso arriverà alle definitive risposte in una New York malinconica e ingorgata di rimpianti, dove il delirio di gloria e fuga, come nella leggenda di Eleazar a Masada, avviene in una prigione da cui non si è mai veramente fuggiti. “Ritornoa Sukut” è un romanzo potente e visionario. La scrittura evocativa e ricca di dettagli crea un'atmosfera surreale e onirica, lasciando al

lettore la libertà di interpretare i molteplici livelli di significato del testo.

Abbiamo incontrato l'Autore per una veloce chiacchierata. Quali sono le principali tematiche affrontate nel romanzo “Ritorno a Sukut”?

Il ritorno a Sukut è un percorso a bordo di un treno vetusto sul quale il protagonista insieme ad altre personedallo stesso soprannominate “relitti”- si troverà a trattare le principali tematiche dell’esistenza come l’ambizione, affrontata durante l’attraversamento del lago prosciugato di Aral o nei minatori di Suroxi; la tematica dell’appa-

renza, affrontata durante la sosta a Jana Pearl, città dalle case con le facciate di carta; o quella della fede, oggetto di un dialogo toccante all’interno della chiesa disegnata con l’immaginazione dal protagonista, nel cuore del deserto. Insomma, un viaggio verso l’estremo oriente del mondo e verso l’estremo confine della propria introspezione.

Qual è la relazione tra Sukut e la condizione umana? Sukut, destinazione ultima del viaggio del protagonista, è una città oppressa da un regime totalitario, il più classico esempio di privazione della li-

bertà, di soppressione dello stato di diritto, che ritroviamo di frequente anche nella cronaca contemporanea. Tuttavia esistono esempi di privazione più o meno velati nelle vita di tutti i giorni. Ad esempio, nella frustrazione diffusa che ci opprime di anno in anno un po’ di più. Il protagonista, con questo viaggio, prova a soverchiare la sua condizione, tentando di liberare una delle tante Sukut che ci circondano.

Quali sono le motivazioni del protagonista, e quali sono le conseguenze del suo viaggio?

Il protagonista, in quel suo anelito fanciullesco, si era prefissato di liberare la città di Sukut, motivato dagli intenti tipici del filantropo. In età adulta, questo viaggio assume lineamenti differenti: le intenzioni si fanno inconsciamente meno nobili. L’uomo riprende il suo vecchio proposito, ma a muoverlo, questa volta, non è più una sensibilità verso l’altrui privazione di libertà, bensì verso la propria, compressa dalle rinunce fatte per il compromesso di una confortevole ed

ordinaria tranquillità a discapito di nebulose ambizioni. La conseguenza sarà il cambiamento con le molteplici visioni che questo può assumere, compresa l’incertezza.

Ulteriori info su Casa Editrice ed Autore: www.felicieditore.com - www.sergiomartini.net

Domenico Auriemma

Riconoscimenti per il “re del made in Italy” tra cui il premio a Firenze dell'Associazione Italiana Ottici e Optometristi

di Ilaria Solazzo

Nel panorama mondiale del lusso e della moda, pochi nomi riescono a risplendere di eleganza e autenticità come quello di Domenico Auriemma, recentemente insignito dell'ennesimo premio per il 2024. Un riconoscimento che lo ha proclamato “re” del Made in Italy nel mondo. Sulla pergamena che accompagna il premio si legge "In nome dell’eccellenza e del prestigio, è con grande onore che conferiamo il titolo di Eccellenza Italiana del Made in Italy Internazionale a Domenico Auriemma per il suo straordinario contributo alla promozione e valorizzazione dell’artigianato e del design italiano nel mondo". E ancora: "Con passione, maestria e dedizione, Domenico Auriemma incarna valori e tradizione del Made in Italy, portando le nostre creazioni a livelli eccelsi, tanto da meritarsi di riconoscimento internazionale. Con profondo rispetto e ammirazione per il suo impegno, ci congratuliamo con lui per i traguardi raggiunti e gli auguriamo un futuro ancora più ricco di successi". Il Made in

Italy non è solo una semplice etichetta, ma un simbolo di eccellenza riconosciuto a livello globale. Un marchio che rappresenta qualità, raffinatezza e una tradizione millenaria di artigianato. Auriemma, nel corso della sua carriera, ha incarnato perfettamente questi valori, diventando uno dei più grandi ambasciatori dell'occhialeria italiana di lusso. Con la sua dedizione, è riuscito a creare un ponte tra tradizione artigianale nazionale e mercato globale, portando l'eccellenza del design italiano in contesti internazionali sempre più ampi. Questo è un risultato non solo imprenditoriale, ma culturale: la diffusione del Made in Italy è anche la trasmissione di un patrimonio artistico e culturale che fa parte della nostra identità nazionale. Il successo di Domenico non è frutto del caso, ma risultato di una visione chiara e lungimirante. La sua capacità di anticipare le tendenze, unita ad un profondo rispetto per le radici del design nostrano, lo ha reso un punto di riferimento nel suo settore. Auriemma ha

saputo coniugare tradizione e innovazione, creando prodotti che, pur rimanendo fedeli alla qualità artigianale, ambiscono a rispondere alle esigenze di un mercato sempre più dinamico e sofisticato. La sua eccellenza si distingue non solo per l'innegabile competenza, ma anche per l'attenzione alla sostenibilità e alla responsabilità sociale, elementi oggi imprescindibili per chiunque desideri operare con successo a livello internazionale. Auriemma ha dimostrato come il lusso possa essere non solo sinonimo di esclusività, ma anche di etica e rispetto per l'ambiente. Il titolo di “re” del Made in Italy nel mondo rappresenta il giusto riconoscimento per un uomo che ha dedicato la propria vita a promuovere la bellezza e l'eccellenza del nostro Paese. Non parliamo solo di un imprenditore di successo, ma di un reale ambasciatore della cultura italiana. In un'epoca in cui la globalizzazione rischia di appiattire le diversità culturali e artigianali, la figura di Domenico Auriemma ci ricorda

l'importanza di valorizzare le nostre tradizioni e portarle con orgoglio sulla scena internazionale. Il premio conferitogli questo settembre non è solo una celebrazione del suo straordinario contributo, ma anche un simbolo di speranza per tutti coloro che credono nel potere della creatività e della qualità italiana. Domenico Auriemma è, e continuerà ad essere, una fonte d'ispirazione per chiunque ami e intenda valorizzare il vero Made in Italy.

Firenze premia

Domenico Auriemma

“Maestro Ottico”

L'Associazione Italiana Ottici e Optometristi (AIO) ha conferito a Domenico Auriemma il prestigioso diploma d'onore come “Maestro Ottico”. La cerimonia, tenutasi nella suggestiva cornice della Sala Imperiale di Palazzo Borghese, è stata organizzata in collaborazione con la rivistaL'Ottico e sostenuta da Omisan Farmaceutici e MIDO. Auriemma entra a far parte, dunque, della rosa di professionisti più rappresentativi e stimati del settore.

Durante l'evento sono state assegnate altre onorificenze, tra cui gli Attestati Club Maestri Ottici, Negozi Storici 100 e Negozi Storici, oltre alle Croci e Targhe d'Onore e di Eccellenza, a testimonianza dell'impegno e della dedizione dei professionisti italiani dell'ottica.

Visibilmente emozionato, Domenico Auriemma ha dichiarato di sentirsi onorato e grato: “Ho sempre cercato di portare innovazione, professionalità e maestria in ogni mio prodotto. Sono felicissimo che il mio impegno sia stato apprezzato” ha affermato al termine della cerimonia.

Il riconoscimento ricevuto rappresenta un traguardo significativo: “Sono trent'anni che svolgo questa professione con passione e dedizione. È un percorso fatto di momenti splendidi e altri più difficili, ma sempre all'insegna dei valori in cui credo. Ogni giorno mi impegno per integrare innovazione e tradizione, cercando di cre-

scere e migliorarmi costantemente”.

A premiarlo, Paolo Seminara, tra i designer più conosciuti del settore, e grande amico di Auriemma: “Se avessi potuto scegliere qualcuno, sarebbe stato Paolo Seminara. Per uno straordinario caso del destino, è stato proprio lui a consegnarmi il diploma d'onore”.

Auriemma ha poi concluso con un pensiero per la figlia Antonia, presente in sala: “Vedere l'orgoglio nei suoi occhi è stata per me la gioia più grande”.

Giusy Meloni

Il nuovo volto di DAZN

che ha già conquistato i tifosi di calcio

In questi primi mesi della nuova stagione calcistica, al pubblico di DAZN non è passato inosservato un nuovo volto femminile, che sta affiancando quello di Diletta Leotta nel cuore dei tifosi di calcio. Parliamo di Giusy Meloni, entrata da poco nella redazione di DAZN.

Nata a Roma il 1 aprile del 1999, la giovane giornalista viene da altre esperienze televisive. Ha iniziato la carriera su Sportitalia. Successivamente è passata alla Rai, dove ha preso parte alla “Domenica Sportiva” e alle “Notti Europee”. Giusy Meloni ha collaborato anche con Milan TV.

Una volta conseguito il diploma di maturità decide di intraprendere una carriera da attrice in quanto sogna un futuro nel mondo dello spettacolo. Si iscrive quindi all’Accademia del doppiaggio dove studia con grandi professionisti. Nel 2022 arriva il debutto televisivo su Sportitalia. La scorsa stagione ha condotto su Radio Serie A TV, un programma radiofonico che tratta di calcio prodotto da RDS e Lega Serie A. Riguardo alla sua vita privata si sa poco o niente e l’unica certezza è che non ha alcun grado di parentela con la attuale Premier Giorgia Meloni

Perla Maria Monsè

Una festa indimenticabile per i 18 anni

della figlia di Maria Monsè a Villa Fravili

È stata una festa sicuramente "con il botto". Il party esclusivo si è svolto nella splendida cornice di Villa Fravili a Fonte Nuova alle porte di Roma, che per l’occasione splendeva di una luce particolare.

La festa è stata organizzata dalla famosa Event Planner Alessia Di Bella, che ha curato l’allestimento del party di Perla Maria Monsè, la figlia della celebre attrice siciliana. Per l’occasione le composizioni floreali di Creo per Te di Daniele Lo Iacono erano a tema con il dress code della serata e le composizioni di palloncini erano a cura di Samau bomboniere di Christian Maltoni.

Maria Monsè e la figlia sono state truccate dalle sapienti mani della make-up Artist Vincenza Toucro e dalla figlia Alessandra ed acconciate dall’Hair stylist Roby Ceccarelli.

Arrivate a bordo di una meravigliosa limousine di Ghisu Autonoleggio avvolte in abiti super eleganti dalle tonalità dell’arancio e del color pesca, realizzati con

maestria da Paola D’Onofrio Atelier.

Tutti scatenati in pista grazie all’intrattenimento musicale di Andrea Salvatori e al dj set Omav eventi .

Tra le attrazioni Ciack

Photo Booth che ha regalato a tutti gli invitati

una Polaroid ricordo scattata nel pulmino vintage color tiffany. Inoltre, grazie all’agenzia Anima Roma

Eventi di Erjon è stato possibile avere la famosa pedana chiamata “360° “ che realizza dei video in movimento per i social. Sempre grazie a questa agenzia, Perla Maria ha potuto fare il suo ingresso sul Red Carpet illuminata da splendide fontane pirotecniche.

Entusiasti gli invitati, hanno brindato fino a notte fonda con i super drink di Santero ed i fantastici cocktail preparati dal cocktail bar “papà non vuole” di Antonio Schiavello.

Il menù a base di specialità romane come la pasta alla Matriciana della Fraschetteria di Castel Sant’Angelo, la Fraschetteria di Grotta Perfetta e la Romaneria di

Porta Portese

Le pizze invece sono state opera dal noto pizzaiolo

Marcello Fotia della pizzeria la Divina Commedia di Anzio.

I gustosi fritti espressi invece sono arrivati da Napoli da “Sapori di Napoli”. Così come da Napoli è arrivata anche la mozzarella di Enzo Tammaro.

Tantissimi dolci squisiti di Sweet Chocolate di Maria De Vito che per l’occasione ha realizzato una scenografica torta a cinque piani il tutto si è svolto nella spettacolare zona della piscina con le meravigliose cascate di acqua accompagnate dallo straordinario sfondo dello spettacolo pirotecnico musicale di Pyrowedding.

Tante le attrazioni della serata tra cui i ballerini di Immaginarium Dancers Group. Come tutti gli eventi che si rispettino non mancava un servizio di sicurezza eccellente curato da Salvatore Imposimato.

La serata si è svolta all'insegna del divertimento e dell'eleganza immortalata dagli scatti dei fotografi

Antonello Martone, Marco

Proietti Onori e del video Maker Vincenzo Motta. Presente anche il ritrattista delle dive Daniele Pacchiarotti che ha voluto donare un bellissimo ritratto a Perla Maria.

Tanti gli amici presenti, tra i quali Giucas Casella, Marco Senise e Amedeo Goria, e tanti anche i momenti emozionanti, come il ballo tra la madre e la diciottenne con la canzone a quest'ultima dedicata "Il senso di ogni cosa" di Fabrizio Moro.

Villa Fravili di Loredana e Alessandra Fravili è stata

dunque sede di un evento indimenticabile, preparato con cura e organizzato nei minimi dettagli.

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