GP Magazine dicembre 2024

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ANNO 25 - Numero 280

DICEMBRE 2024

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EDITORIALE

LE STRANEZZE DEL VECCHIO STIVALE

Siamo il Paese dove si premia chi giudica e si puniscono il talento e il lavoro. Siamo un Paese strano, noi. Prendendo spunto da due vicende diverse, lontane tra loro, ma significative, cerchiamo di fotografare la realtà di un’Italia che sarebbe da rifare partendo da alcuni (tanti, troppi) italiani.

Proprio di recente si è conclusa positivamente una vicenda che ha riguardato per lunghi sette anni un senatore della Repubblica Italiana e di riflesso un suo amico imprenditore, che per tutto questo ha dovuto chiudere un’azienda che andava a gonfie vele. Tutto perché un PM si era intestardito a trovare a tutti i costi e a suon di intercettazioni eccessive un capo d’accusa per inchiodare l’esponente politico, reo forse di essere diventato scomodo per alcune sue posizioni che facevano a cazzotti con le ideologie di una parte politica, guarda caso la stessa della quale lui faceva parte. Ebbene, l’inchiesta, essendo basata sul nulla e su forzature e scorrettezze di bassa lega, è stata archiviata da altri suoi colleghi, forse dotati di buon senso, ma l’ormai ex senatore e il suo amico politico hanno avuto la vita distrutta. Il PM? E’ ancora lì al suo posto a fare il suo lavoro (?!). Come se niente fosse accaduto. Diversa, ma non troppo, la vicenda che ha riguardato un noto varietà del sabato sera: “Ballando con le Stelle”. Qui i nomi li facciamo perché siamo più vicini al nostro campo. Anche qui la storia riguarda un giudice e un professionista. Anzi, un giurato, o meglio una giurata, e un ballerino, un maestro di ballo. Lei è Selvaggia Lucarelli. Simpatica o antipatica, non sta a noi dirlo. Quello che pensiamo ce lo teniamo per noi e per non urtare la suscettibilità di nessuno. Lui è Angelo Madonia, che nel varietà di Rai Uno è stato il maestro di ballo di una certa Federica Pellegrini, una che nella vita ha fatto i successi del nuoto italiano. Uno scontro verbale, frutto di provocazioni di chi vive proprio di questo, e i due finiscono l’uno contro l’altro. Chi ha pagato? Il talento. Il ballerino. Il maestro di ballo. Colui che prende per mano un vip e lo porta a ballare, insegnandogli tutto e rendendo “Ballando con le Stelle” interessante e seguito proprio per questo. Così Angelo Madonia è finito fuori, espulso. L’artista ci ha rimesso. La giurata è ancora lì al suo posto a giudicare, lei che di ballo ci capisce come Jerry Calà può capire di fisica nucleare. Questa è l’Italia, ma non facciamoci il sangue amaro. E’ Natale e dobbiamo essere tutti più buoni.

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L’EVENTO DEL MESE

WOMEN FOR WOMEN

“CAMOMILLA AWARD”: SUCCESSO PER L’EVENTO

TV DEDICATO ALLE DONNE

L’Auditorium del centro RAI di Napoli ha ospitato la registrazione tv della IX edizionedell’evento: “Women for Women against Violence – Camomilla Award”, una kermesse straordinaria e unica dedicata ai due killer delle donne, la violenza di genere e il tumore al seno, che è stata presentata da Arianna Ciampoli e Beppe Convertini per la regia di Antonio Centomani la cui messa in onda è prevista a gennaio 2025 in seconda serata su Rai Due. Quasi sempre si parla di chi muore e non ce la fa, Women for Women, ideato, prodotto e organizzato dalla giornalista Donatella Gimigliano, Presidente dell’Associazione Consorzio Umanitas, che ne è anche l’autrice con Fabrizio Silvestri e Cristina Monaco, è patrocinato dal Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero della Cultura, CUG del MIC, Unicef, Croce Rossa Italiana e LILT (Lega Italiana Lotta contro i Tumori), e vuole dare voce alla forza delle donne che non smettono mai di combattere e che vincono ogni giorno.

Un evento pensato anche per ricordare che ogni anno in Italia oltre 110 donne vengono uccise da uomini che, quasi sempre, sostengono di amarle, e per ricordare, inoltre, che il tumore al seno, nel nostro Paese, è il big killer più letale e più frequente del genere femminile e principale causa di mortalità oncologica (12 mila all’anno).

Ha aperto la serata, che ha visto la collaborazione della giornalista Cinzia Profita, il fenomeno emergente della scena musicale napoletana amatissima sui social, la giovane cantante STE con il brano “T’aggiu vuluto bene”, accompagnata da due straordinari dancers di fama internazionale: Antonio Fini & Abby Silva Gavezzoli. Le luci dei riflettori si sono accese poi per ascoltare le toccanti testimonianze di Rosanna

Da sinistra: Gemelli di Guidonia, Carolina Marconi, Beppe Convertini, Arianna Ciampoli, Giuseppe Brindisi, Cristina Donadio, Simona Sala, Domenico Contessa, Luxuria, Ilaria Capponi

Banfi, Nicolò Maja, giovane orfano del femminicidio che si è chiesto: “Come posso perdonarti papà?”, dedicato all’autore della strage della sua famiglia di cui lui è l’unico sopravvissuto, che ha festeggiato il suo nuovo lavoro nell’azienda Leonardo e ha premiato con il camomilla Award il managerAntonio Liotti (Chief People & Organization Officer Leonardo Spa), sorpresa per il giovane da parte di Claudia Gerini che gli ha inviato un affettuoso messaggio augurale, a seguire ancora la storia di Nadia Accetti, una combattente che ha trasformato la violenza, e i gravi disturbi alimentari che le ha causato, in forza e resilienza. La kermesse ha ospitato anche due donne raccontate nelle precedenti edizioni che hanno ricevuto un bellissimo viaggio rivelato sul palco da Leonardo Massa, Vice President Southern Europe della Divisione Crociere del Gruppo MSC, Valentina Pitzalis, la stilista Antonietta Tuccillo, che ha presentato la sua nuova creatura dedicato all’award della kermesse, l’abito “Camomilla”, indossato dalla bellissima modella e inluencer Ilaria Capponi, che ha ricevuto anche il riconoscimento “Women for Women Social” per il suo attivismo contro il body shaming. Una emozionante sorpresa anche per Carla Caiazzo, vittima di violenza e Presidente dell’Associazione “Io rido ancora” che ha ricevuto dal chirurgo Dario Martusciello un gioiello di una anonima donatrice. Premio “Camomilla Award”, scultura realizzata dal maestro orafo Michele Affidato che si ispira alla virtù terapeutiche del fiore della piantache aiuta le piante malate a guarire, a Carmela Pace, Presidente dell’Unicef, Rosario Valastro, Presidente Croce Rossa Italiana, allo Chef Gennaro

Rosanna Banfi
Premio a Emanuela Folliero

L’EVENTO DEL MESE

Esposito, Simona Sala, Direttrice Rai Radio 2, al giornalista Giuseppe Brindisi, al timone del programma Mediaset “Zona Bianca”, al regista Giuseppe Nuzzo (per il corto e testimonianza di Cristina Donadio “La scelta”), alla conduttrice tv Emanuela Folliero, all’attivista, scrittrice e opinionista Vladimir Luxuria, alla fotografa Tiziana Luxardo, firma di “Women for Women against Violence – la Mostra”, alla kosovara Adelina Trshana, studentessa della World House di Rondine – Cittadella della Pace. Special guests gli esilaranti Gemelli di Guidonia che hanno entusiasmato il pubblico con performance tratte dal loro spettacolo “Intelligenza musicale”, la violinista elettrica dall’archetto luminoso Elsa Martignoni, i Maestri Flautisti Giuseppe Mario Finocchiaro e Camilla Refice, le pianiste Scilla Lenzi e Cristina Donnini. Tra le personalità che presenti alla kermesse Francesco Schittulli (Presidente Lega Italiana Lotta contro i Tumori), Carolina Marconi con le Dancers for Oncology di Carolyn Smith, Maria Rita Grieco, Vicedirettrice Tg1, Gianluca Mech, da tempo sostenitore della kermesse, Emanuela Ferrante, assessore allo Sport e Pari Opportunità del Comune di Napoli, Patrizio Rispo con una nutrita rappresentanza di attori del cast di Un Posto al Sole, il manager e partner dell’evento Sergio Sgaglione, Alessandra Positano, marketing Manager Carpisa.

A seguire tutti gli ospiti hanno partecipato al Gran Gala a Villa Domi del patron Domenico Contessa dove è stato organizzato un dinner dedicato alle eccellenze della Campania in collaborazione con Coldiretti e Campagna Amica curato da una brigata di chef capitanata da Bruno Brunori. La realizzazione dell’evento è stata possibile grazie al sostegno di Top Executive Partner: MSC, Banca

Generali. Executive Charity Partner: Villa Domi, Nex Hotel, Michele Affidato. Executive Partner: Fanaticherie, Italpreziosi; Collistar, Paul Mitchell, Ulturale, Carpisa, L.G.R., Tisanoreica, Cioccolateria Origine. Charity Partner: Musitalia, Monethica, La Torre del Saracino. Partner: Avidalab, Vecchio Amaro del Capo, Inprinting, Mix Art, Massimo Polese Make Up Artist, Babà Re, La Botteghella, Picano Rent, Roma Virtuale, Cavallucci. Donors: Mp Assicura, Fruit Viaggi. Media Partner: RAI in collaborazione con RAI CAMPANIA, Askanews, GMP Periodici, Bella, Ciao Donna, Giornalisti Italia, Informazione Quotidiana.

Giuseppe Brindisi
Gianluca Mech
Nicolo Maja premia Antonio Liotti Di Leonardo

COVER STORY

GEORGIA MOS

DJ, PRODUTTRICE, CONDUTTRICE, BALLERINA E MODELLA, IL TALENTO POLIEDRICO

DI UNA RAGAZZA FUORI DAL COMUNE

Conosciuta come una delle migliori dj e producer tra le donne più acclamate della scena contemporanea, Georgia Mos (di Sanremo ma milanese d'adozione), ha vissuto tantissimi anni a Londra dove si è formata dal punto di vista musicale. il successo arriva quando viene scelta dal programma televisivo italiano “Top dj” andato in onda su Italia Uno come unica concorrente donna. Inizia il suo tour in Europa e Asia (China, India, Nepal) in alcuni tra i più importanti clubs e viene premiata come “Best new comer dj of the year” rientrando fino al 2021 nella classifica mondiale di Djane Mag delle Top 100 dj donne del mondo. Ha raggiunto in parecchi anni di gavetta una popolarità sempre maggiore che l’ha portata nel corso degli anni a collaborazioni di prestigioso internazionale. Il suo brano “If you had my love”, re-work della celebre hit di J.Lo, ha raggiunto in poco tempo oltre 3 milioni di ascolti su Spotify, sino alla recentissima collaborazione discografica con l'artista svizzera Pull N Way nel brano "Will you follow me?", sono solo alcune delle chicche a cura di Georgia Mos. Tra i suoi grandi successi anche “Call 911” feat Ella Loponte e “Amami a tempo” disco cantato e co-prodotto da Georgia per Universal Music, e Ego Music “Y U?” feat Nino Lucarelli. celebre anche il suo remix de "la primavera di Jovanotti". "Confetti" è il suo ultimo singolo e l'artista dopo un 'estate all'insegna dei sold out si prepara al nuovo tour invernale che la vedrà nei prossimi mesi dui più prestigiosi palchi. Sei una delle dj di maggior successo in Italia e non solo. come è nata la tua passione per questo mondo?

“La passione per la musica è nata nella mia città Sanremo all’ età di 7 anni quando ho iniziato a studiare canto e chitarra classica. La passione invece per il DJING arriva più tardi quando decido di trasferirmi a Londra per avere nuovi stimoli musicali (volevo produrre e lavorare su tracce che in Italia mi dicevano essere troppo avanti per il mercato). A Londra ho iniziato a fare un corso di produzione e lezioni di Djing e ho iniziato a suonare in un locale che all’epoca si chiamava Maison House. Da passione piano piano si è trasformato in un lavoro con tanta perseveranza, dedizione e passione che è la cosa fondamentale”.

“Confetti” è il tuo nuovo singolo. cosa ha ispirato

il brano e la produzione e cosa rappresenta per te questo nuovo progetto?

“È’ il primo disco di una serie che seguiranno, sonorità afrohouse e tech house s'intrecciamo perfettamente ed è interamente cantato da me . Prodotto con Alessia Labate, Dualities e Ludovica Russo è un brano che è nato durante un Camp di Produzione proprio a Sanremo. Un disco provocante, cool e ballabile che è accompagnato da un videoclip uscito su YouTube con ballerini e look coloratissimi”.

La dimensione live ti porta sempre in giro per l'Italia e per il mondo a suonare. Che differenza noti tra il pubblico italiano e quello estero? La musica è a tuo avviso un linguaggio universale in grado di unire le culture anche distanti?

“All’estero sono un po’ più aperti sulla musica elettronica e sui vari generi musicali. sicuramente la cultura dell'elettro music è molto più sdoganata. In Italia attualmente le nuovissime generazioni sono principalmente focalizzate sulla trap o sulla musica che prevale nelle prime posizioni delle classifiche. Chiaramente essendo italiana è sempre bello suonare nel mio paese ma i posti in cui per ora mi sono divertita di più sono stati in Asia, in India e Cina per esempio l’accoglienza è calorosissima!”.

Hai appena finito il tour estivo e presto ripartirai con il tuo tour invernale. Che tipo di show ti piace portare sul palco? Quali sono le emozioni che guidano i tuoi live?

“I live sono una delle cose più emozionanti, il palco è casa mia, mi sento davvero a mio agio. Durante un live mi sento sempre molto responsabile perché le scelte musicali di un dj in generale regalano diversi tipi di emozioni sulla pista e possono cambiare il mood anche solo con un brano! Mi piace creare dinamica nel mio set con un viaggio "musicale" che siamo sempre in salita ed energico . Nella maggior parte delle volte seguo le vibes delle persone e il tipo di evento in cui mi trovo senza prepararmi nulla è più elettrizzante e nello stesso tempo più divertente e coinvolgente, meno scaletta e più energia del momento”.

Possiamo dire che il successo è arrivato dopo il programma cult “Top dj” su Italia 1 e da lì non ti sei più fermata diventando una delle migliori protagoniste della scena house contemporanea.

In un mondo in cui le donne si stanno conquistando il loro "posto nella musica" ci sono ancora pregiudizi nel mondo del dj? A che punto siamo dal tuo punto di vista? Immaginiamo ci sia ancora molto da fare… “’Top dj’ mi ha dato tanto sia artisticamente ma soprattutto umanamente conoscendo tanti colleghi e mettendomi davanti ad un percorso per nulla facile dove appunto ero l’unica donna. Sicuramente rispetto a tanti anni fa ci sono più figure femminili nell’am biente ma è ancora un’industria prevalentemente al maschile e come in tanti campi ancora con dei pregiudizi. Dobbiamo ricordarci che il genere femminile o maschile non determina la bravura (in nessun lavoro).

La strada è sempre in salita ma l’importante è metterci passione e perseverare”.

Nella tua carriera hai avuto anche il privilegio di collaborare e incontrare numerosi artisti? tra le tue collaborazioni quali ricordi con maggiore entusiasmo?

“Sicuramente la collaborazione con Jovanotti mi ha dato molta soddisfazione. E’ stato bello lavorare con lui per il remix della sua ‘La primavera’. Ogni ha artista ti da qualcosa di diverso, sono personalità differente ma la cosa bella è che abbiamo tutti come denominatore comune la grande passione per la musica. Porto con me grandi emozioni. Tenetevi forte perché ho un'altra collaborazione che presto vi svelerò”.

Hai partecipato al cast di “Lady j” come unica giurata donna, il format che ha supportato le dj donne di domani dandoli la possibilità di suonare in giro per l'Italia. Sosa ti ha lasciato quest'esperienza e che consiglio daresti alle giovani donne che vogliono avvicinarsi al mondo della consolle?

“Sì ho avuto l’onore di essere stata scelta tra i giudici/ coach di questo nuovo talent ed è stata una bella soddisfazione e anche una grande responsabilità perché decidere le “sorti” di qualcun altro è sempre difficile. Fortunatamente mi è capitata come allieva una ragazza molto talentuosa in cui credo molto con una forte personalità, c’è stata da subito una stima reciproca. Io a prescindere sono sempre per supportare le altre donne. I miei colleghi sono stati sempre molto gentili ed è stato davvero bello condividere ‘la cattedra’ con Tommy Vee che anni fa proprio a ‘Top Dj’ andato in onda su Italia Uno è stato il mio coach e ha sempre creduto molto in me. Passare da allieva a giudice è stato divertente anche se non si smette mai di imparare, devo dire che tutte le partecipanti mi hanno trasmesso moltissimo sia artisticamente che umanamente”. Dj, produttrice, conduttrice, ballerina e anche modella, insomma un talento poliedrico. Come sei riuscita a coltivare così tante passioni e come convivono in te?

Sei stata una delle prime donne dj a suonare in uno stadio. Raccontaci tutto che esperienza è stata, immaginiamo pazzesca.

“E’ stato meraviglioso in quanto era un mio sogno da tempo, sapete quei desideri che scrivi nella lista? Ecco suonare allo stadio per la mia squadra, ovvero la Juventus, era uno di quelli, anche quello di mio papà. Credo sia stato davvero una delle cose più emozionanti di questo 2024, ne vado molto orgogliosa e sono stati momenti indelebili che rimarranno nel cuore”.

“Ho iniziato sin da piccola a coltivare il canto e la danza. Le mie giornate erano scuola, musica e danza ininterrottamente ogni giorno. Crescendo ho sperimentato anche la conduzione perché uno dei miei sogni è sicuramente condurre un programma musicale. Cerco di fare tutto con passione e preparandomi al meglio non mi piacciono le persone improvvisate , oggi giorno si ha la tendenza soprattutto nella nuovissima generazione di diventare prima ‘Social’ e dopo studiare, io invece sono cresciuta con la gavetta dura ed è quella che a lungo andare ripaga sempre”.

Orientamento allo sport

Quale disciplina è più adatta

per i nostri figli? Le indicazioni

della dottoressa Adelia

Lucattini

L’orientamento sportivo per i nostri figli è una scelta importante che può influenzare la loro crescita, il benessere e la socializzazione. Ecco allora in questa intervista alla dottoressa Adelia Lucattini, Psichiatra e Psicoanalista, Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana, alcune indicazioni utili per i genitori su quali possano essere le attività sportive e motorie più adatte da scegliere, anche in base allo specifico target di età

Dottoressa Lucattini, come lo sport può contribuire alla crescita armoniosa del bambino e al suo benessere psicologico?

“La pratica sportiva è fondamentale per una buona crescita dei bambini, infatti, contribuisce al loro sviluppo sia fisico, che psicologico. Innanzitutto, li aiuta a conoscere il proprio corpo e a prendere consapevolezza del movimento in sé, nello spazio e con un attrezzo (racchetta, palla, sci, etc.) oppure, in elementi specifici come l’acqua, l’erba, la neve, il legno, etc., ampliando la sensorialità e sviluppando una sensibilità specifica “al tocco”, diversa a seconda dei contesti, ma ugualmente utile. Inoltre, attraverso la pratica di qualsiasi sport, i bambini sperimentano la propria forza, la resistenza fisica e mentale, l’equilibrio con le sue potenzialità e i propri limiti. Limiti dati dall’ambiente esterno, dalla disciplina sportiva e che provengono dall’interno, da se stessi. Il senso del limite sviluppa la prudenza, la forza e la resistenza, anche mentali, spinge a superarli, ad andare oltre, infine, sviluppa il coraggio e l’intraprendenza”.

Come è possibile scegliere lo sport più adatto per i propri figli?

“Innanzitutto, bisogna prestare un’attenzione particolare alle loro inclinazioni, ai loro bisogni tenendo presente anche la loro salute fisica, ai loro desideri e al tipo di personalità che hanno. Quando un’attività sportiva è adatta, è vissuta dal bambino con grande piacere e non come un dovere per rendere felici i genitori. All’inizio, è inevitabile una “sperimentazione” di diversi sport, fermo restando alcuni fondamentali. Il primo è il nuoto, per la prevenzione dell’annegamento. Basti pensare che secondo i dati ISTAT di luglio 2024, dal 2003 al 2020, indicano che sono morte per annegamento 6.994 persone, con una media annua di 389 decessi, scesa a 342 negli ultimi otto anni. I bambini sono particolarmente soggetti agli annegamenti, in particolare, i bambini piccoli che stanno annegando, non si agitano e non gridano aiuto. Secondo l’ISTAT, dal 2017 al 2021 ci sono state 206 vittime per annegamento tra i 0-19 anni, con una media di circa 41 decessi annui. Più dell’80% delle vittime sono maschi e il 47% ha meno di 15 anni”.

Quali sono gli sport praticati dai bambini in Italia?

“Secondo l’indagine sui minori e lo sport (2024), realizzata dall’ Osservatorio con i bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per contrasto della povertà educativa minorile, tra i più piccoli (3-10 anni), il nuoto è uno degli sport più praticati, il primo tra le bambine (48,7% di chi fa sport) e il secondo, tra i bambini (39,4%). A seguire, il calcio (43,7% ). Sono praticati poi, sport come pallacanestro, ginnastica e arti marziali (10% circa). Tra le bambine con meno di 10 anni, sono aumentati gli sport nautici, il rugby e pallamano. Rispetto al passato, i maschi con meno

di 10 anni praticano di più soprattutto le arti marziali (+3,9 punti), gli altri sport (+2,6), l’atletica leggera (+1,7) e il calcio (+1,4). Questo non dipende soltanto dalle scelte dei genitori, ma anche dalla disponibilità degli impianti sportivi e dal costo. Anche nel 2024, è stata finanziata l’iniziativa “Racchette in classe” che prevede tennis, padel, beach tennis, tennistavolo (ping-pong) e il pickleball per avvicinare i bambini a questi sport a partire dall’ambito scolastico”.

Quali sono gli altri sport ritenuti formativi nell’infanzia?

“La ginnastica è adatta sia per le bambine, che per i bambini, sia ritmica che artistica. Come la danza, favorisce lo sviluppo di equilibrio, flessibilità e coordinazione e forza. Naturalmente, con insegnanti formati e preparati che sappiano modulare l’intensità e la difficoltà in base all’età dei loro piccoli allievi. L’atletica leggera, poiché offre diverse discipline (corsa, salto in alto, salto in lungo, etc.) permette di sperimentare sia gli aspetti individuali che di gruppo, basta pensare alla staffetta. La scherma sviluppa la reattività, l'elasticità, i riflessi e la coordinazione motoria, inoltre, attiva e rinforza la creatività, poiché richiede di trovare velocemente soluzioni originali all’interno di regole nette e definite. Tirare di scherma è come scrivere in testo in poesia rispettando la ritmica della Divina Commedia, essere creativi all’interno di uno schema preciso, le terzine incatenate (ABA BCB ecc.). Ad essere favoriti, in quanto ritenuti efficaci, anche gli sport all’aria aperta, sempre adattati all’età dei bambini e con dei maestri, come sci, trekking, passeggiata veloce. E ancora tutti quegli sport, che permettono ai bambini di stare a contatto diretto con ambienti naturali e conoscerli meglio. Mentre giocano, imparando un nuovo sport, sviluppano amore per la natura e apprendono come rispettarla e prendersene cura. Se praticati con i genitori, fratelli e sorelle o amichetti, hanno particolare efficacia nel creare e mantenere il benessere psicologico dei bambini”.

E per gli sport di squadra?

precise di cui il maestro, l’arbitro e i genitori, ne sono i garanti”. Quali sono i segnali che indicano che un bambino sta vivendo difficoltà o non è adatto per uno sport?

“Se i bambini si sentono stanchi è bene prima consultare il pediatra, che non vi siano delle ragioni fisiche. Il disagio psicologico che si manifesta verso lo sport è spesso un segnale di un disagio psicologico di altro tipo, personale del bambino in un altro ambito, ad esempio a scuola. Qualche volta, è specchio di difficoltà relazionali in ambito sportivo. Le manifestazioni spesso sono generiche o sono solo dei piccoli indizi, che però è importante cogliere: resistenze ad andare, pianto frequente, litigi con i compagni e impertinenza con i maestri, blocco nell’apprendimento nello sport e a scuola, o un peggioramento nell’andamento”. Non essere adatti per uno sport non è una questione che interessa ai bambini, né che pone loro problemi. Si vedono spesso bambini che non sono assolutamente portati per un’attività e che la praticano con grande piacere, perché hanno un bel rapporto con i compagni o con l'insegnante, e si divertono. Poiché nell'infanzia, “sperimentano”, prima o poi troveranno uno sport per cui sono più portati. Bisogna prestare molta attenzione però al fatto che una difficoltà sportiva non possa essere espressione di un problema di coordinazione motoria, di una disprassia o indice di depressione. Spesso gli insegnanti sono in grado di rendersi conto e di comunicarlo alla famiglia che può quindi muoversi di conseguenza verso un approfondimento o una diagnosi di altro tipo. Inoltre, questi disturbi si manifestano sempre anche in ambito scolastico, lo sport ne è una conferma”.

Quali consigli si sente di dare ai genitori?

“Scegliere degli sport fondamentali e formativi, soprattutto il nuoto per la prevenzione dell'annegamento; Far sì che lo sport sia vissuto dai bambini sempre come un gioco e mai come una rigida imposizione;

“Certamente, alcuni sono adottati anche a scuola. Ogni sport, anche individuale, sviluppa un senso di apparenza e un’identità, di cui resta traccia per sempre. Gli sport di squadra lo fanno in modo tecnicamente caratteristico. Il calcio è molto popolare, divertente e appassionante, soprattutto se i Mister sono attenti ai bisogni dei bambini e se i genitori non forzano i loro figli di mostrare talenti straordinari fin da piccolissimi. Campioni si diventa per predisposizione personale e familiare, a mano a mano che si cresce fisicamente e mentalmente. Più si gioca da piccoli e più si affianca lo sport ad attività artistiche, più si sviluppano qualità utili nella vita. Basti pensare alla campionessa del mondo e olimpica Rossella Fiammingo, schermitrice, diplomata in pianoforte al conservatorio e laureata. Molti sport di squadra sono ugualmente formativi fin dall’infanzia, il rugby, il basket, la pallavolo, la pallamano, il nuoto sincronizzato, l'hockey, il baseball, la pallanuoto. Tutti favoriscono lo sviluppo della capacità di stare e cooperare in un gruppo, di lottare insieme per un obiettivo all’interno di regole

Rispettare i tempi dei propri figli, non tutti sono pronti allo stesso momento di dedicarsi all'attività pre-agonistica o agonistica;

Non affollare la giornata e la settimana dei bambini con troppe attività, sono già abbastanza affaticati dagli impegni scolastici;

Confrontarsi con i maestri e gli insegnanti, che possono dare delle utili indicazioni sia sulle inclinazioni dei propri bambini, su eventuali segnali di disagio come resistenza a praticare lo sport, litigi, capricci, calo dell'attenzione, difficoltà nell'apprendimento progressivo, etc.;

Osservare i bambini e parlare con loro, se si sentono molto stanchi o per troppo tempo, consultare il pediatra;

Se il bambino ha un disagio emotivo manifesto, insonnia, irrequietezza, tristezza, anche nello sport, chiedere una consulenza ad uno specialista e ad uno psicoanalista infantile che possa dare indicazioni non solo su come affrontare e superare il disagio, ma anche sullo sport più adatto da praticare in quel momento”.

SALUTE & BENESSERE

La Quercetina Azione, efficacia e circa 30.000 studi su Pubmed

Scopriamo questo flavonolo che ha una notevole azione antiossidante e antinfiammatoria. Ci sono studi che ne comprovano l’efficacia? Come si assume? E’ utile in questo periodo contro l’influenza? Ce ne parla il dottor Antonio Gorini (*) un medico che ha scelto la mission professionale di mettere al centro la persona nella sua complessità e trovare la cura che sia personalizzata e volta a ristabilire uno stato di salute prolungato

Che cos'è la Quercetina?

“La quercetina è un flavonolo presente in molti frutti e verdure. Ha la funzione di proteggere la pianta da aggressioni virali e dagli stress ambientali”.

Quali sono le sue proprietà?

“Ha una grande azione antiossidante e anche antinfiammatoria. La protezione dallo stress ossidativo permette alle cellule di vivere più a lungo e meglio. La funzione antiossidante nell’uomo è indispensabile e per questo abbiamo tantissime molecole che agiscono su questi complessi meccanismi. Contrastare l’eccesso di stress ossidativo è indispensabile per “mantenersi giovani” o quantomeno rallentare l’invecchiamento fisiologico. In tal modo, insieme all’azione antinfiammatoria, è utile nel prevenire la maggior parte delle malattie croniche. Inoltre, ha anche funzione antivirale. Può avere anche un’azione antistaminica in quanto capace di inibire il rilascio di istamina da parte dei basofili attivati. Viene molto utilizzata nella gestione dell’insulino-resistenza. La quercetina è in grado id agire sul metabolismo degli zuccheri stimolando l’espressione genica delle sirtuine e dell’adiponectina. Quest’ultima è sintetizzata dal tessuto adiposo ed è ridotta nei soggetti obesi e/o diabetici. Un incremento dell’adiponectina aumenta la tolleranza al glucosio a livello epatico e muscolare, inoltre, aumenta il colesterolo HDL (quello “buono”), e riduce la sintesi di trigliceridi. In studi su animali la quercetina ha mostrato la capacità di

migliorare la funzione vascolare. Pertanto, chi avesse un po’ di arteriosclerosi (invecchiamento dei vasi sanguigni) potrebbe avvantaggiarsi dall’uso di questa molecola naturale”.

Come va assunta?

“L’introduzione per via alimentare garantisce un introito minimo. I vegetariani riescono ad introdurre quantitativi maggiori, ma sempre insufficienti per un effetto terapeutico. Quindi, quando si vuole assumere la quercetina per avere un effetto preventivo o terapeutico dovremmo assumere per bocca capsule da 200 mg due o tre volte al giorno”.

In natura, quindi negli alimenti, dove possiamo trovarla?

“Si trova in alta concentrazione in cipolle, broccoli, rape, capperi, ma anche nel miele, mele, arance e nel tè verde. In minore quantità è presente in tantissimi frutti e verdure”.

Quanto è efficace? Ed esistono studi che ne comprovano l’efficacia riguardo ai benefici sulla nostra salute?

“Digitando su Pubmed, il più noto e grande motore di ricerca in campo medico, la parola “quercetin” si rilevano ad oggi 29.773 studi. Ciò dimostra il grande interesse della comunità scientifica su questa molecola e la sua efficacia in diversi campi della medicina”.

In questo periodo è particolarmente in-

SALUTE & BENESSERE

dicata per prevenire e combattere l’influenza stagionale?

“Può essere utile insieme alla vitamina C nella prevenzione delle malattie da raffreddamento. Non è un caso che la quercetina sia presente in molte piante tipiche del periodo invernale. Supporta il sistema immunitario e riduce la quota infiammatoria coadiuvando i naturali meccanismi di difesa dell’organismo. Inoltre, la quercetina inibisce alcuni enzimi necessari al virus per la replicazione, bloccando in tal modo ai primi stadi la diffusione virale”.

Possono assumerla tutti o c’è qualche controindicazione?

“L’assunzione di quercetina non ha alcuna controindicazione. Si richiede sempre prudenza nell’uso nei bambini e nelle donne in gravidanza”.

Può essere utile anche come integrazione a terapie oncologiche?

“Ci sono studi che mostrano la sua attività inibente la crescita cellulare in oncologia così come la capacità di stimolare la morte cellulare nelle cellule malate. Al momento, però, vi sono solo studi pre-clinici (non sull’uomo). Comprovata è l’azione antinfiammatoria e antiossidante che è indispensabile nel paziente oncologico. Alcune ricerche epidemiologiche hanno mostrato come la quercetina sia in grado di ridurre il rischio di cancro del pancreas nei fumatori e di cancro ovarico”.

(*) Il dottor Antonio Gorini è esperto di Nefrologia, Oncologia Integrata, Medicina Funzionale di Regolazione, Low Dose Medicine, Medicina Integrata, Fitoterapia, Omeopatia e Omotossicologia, Microimmunoterapia, Ossigeno Ozono Terapia, Statistica della Ricerca e Pratica Clinica, Agopuntura. E’ docente presso l’International Academy of Physiological Regulating Medicine

A livello di medicina integrata, la quercetina può essere associata a qualche altro integratore per rafforzare l’efficacia?

“Certamente. In primis si può associare alla vitamina C, anche in piccole quantità. Può essere associata anche all’esperidina, al cardo mariano, all’epigallocatechina gallato da the verde. Tutto dipende dall’obiettivo terapeutico che vogliamo raggiungere”.

Via Archimede 138 - Roma

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INTIMITÀ

DELLA COPPIA A RISCHIO

PERCHÈ SI FA MENO SESSO?

L’importanza della sessualità nella coppia. Perché si fa sempre meno sesso? Quali fattori di rischio? Perché esiste il calo del desiderio? Ne parliamo con la dottoressa Maria Tinto, Psicologa Clinica, Psicoterapeuta a indirizzo Breve Strategico e Educatrice Professionale socio-pedagogica. La dottoressa Tinto è Specializzata nei disturbi della Sessualità presso l’Università di Pisa e Esperta in Psicologia del trauma, Formatrice, Mental Coach FIT, Consulente Giuridico e Giornalista pubblicista. Inoltre, è Specialista in Tecniche di rilassamento antistress e di visualizzazione guidata. E’ anche autrice di libri e saggi.

Dottoressa Tinto, quanto è importante il sesso in una coppia?

“La sessualità è un aspetto imprescindibile da una vita sana di coppia. Infatti, è da considerare come un termometro del - benessere della coppia. Quando la sessualità non funziona, è il rapporto di coppia nell'insieme che dovrebbe essere analizzato. La maggior parte delle relazioni di coppia che funzionano, hanno una vita sessuale attiva e soddisfacente”.

Perché in questi ultimi tempi si parla di sessualità come di un problema? Cosa è cambiato?

“La sessualità non è il problema della coppia, ma quello che emerge quando la coppia non funziona. Oggi la relazione di coppia si è modificata. Il rapporto di coppia negli ultimi venti anni ha subito profonde modificazioni, anche grazie alle relazioni virtuali, queste ultime hanno dato la possibilità di avere aperture di corrispondenze comunicative, fino a pochi anni fa ritenute inimmaginabili. Sono cambiati i parametri di riferimento che, fino a qualche decennio fa, tenevano insieme una coppia. La coppia e con essa la famiglia, si è modificata, ma né l'una né l'altra riescono a tollerare il peso di questo cambiamento. La fluidità dei rapporti, rende la coppia più fragile e maggiormente esposta alla crisi, e poiché ci sono nuovi e diversi modi di essere in coppia, non sempre queste diverse modalità vengono accettate e considerate”. Quali sono i fattori di rischio che incidono nel calo del desiderio all’interno di una coppia?

“Nella vita sessuale di una coppia sono importanti quattro elementi: la motivazione, l'immaginazione, la pulsione sessuale e il desiderio. Quando c'è una buona sinergia tra questi elementi, la sessualità viene vissuta in modo naturale e soddisfacente. I disturbi della sessualità sono determinati perlopiù dalla mancanza di motivazione, che determina una caduta verso il basso dell'immaginazione e del desiderio. La pulsione è da considerare come un elemento istintivo, che può essere "governato" quando viene tenuto in stato di soggezione dalla razionalità, con conseguente frustrazione. Ad esempio, quando c'è conflittualità in una coppia, la pulsione viene soffocata, con la conseguenza di una maggiore de-

motivazione e allontanamento dall'altro/a. Molti disturbi della sfera sessuale hanno matrici profonde e complesse, che, in molti casi, rimandano a sistemi di attaccamento e dinamiche affettive disfunzionali prodotte nell'infanzia, che purtroppo si riproducono all'interno delle dinamiche di coppia. La sessualità maschile e quella femminile sono molto diverse. Questa diversità dovrebbe sempre essere tenute in considerazione, quando si affrontano problemi di coppia legati alla sessualità. Ad esempio, una donna che si sente trascurata per tutto il giorno dal compagno, che non percepisce di ricevere attenzione dal proprio partner, non sarà disponibile ad accogliere alcun desiderio sessuale di questi, anzi sarà propensa a negare ogni possibile approccio alla sessualità. Potremmo dire che per molte donne la motivazione è essenziale, mentre per molti uomini è la pulsione a prendere il sopravvento, ma quando è il desiderio ad avere la meglio, anche i conflitti sono messi a tacere e l'armonia sessuale ritrova il suo equilibrio. E' importante sottolineare che il desiderio vince, solo quando la coppia ha sempre vissuto una sessualità attiva e soddisfacente. Il sesso, potremmo dire che è l'espressione autentica di quello che siamo, nel bene e nel male. La parte oscura di noi o quella più palesemente espressiva. In ogni caso, è quella zona di libertà assoluta dove è possibile esprimere se stessi, ecco perché spesso se ne ha paura e/o si rifiuta”.

Come si può riattivare il desiderio?

“Esiste la menopausa per la donna, come esiste l'andropausa per l'uomo. Bisogna sfatare il preconcetto che la menopausa sia un momento di arresto della vita sessuale di una donna. Anzi, bisogna considerare il contrario, ovvero che l'attività sessuale femminile è sempre attiva, perché ha una fisiologia diversa, meno appariscente di quella maschile. I problemi che possono essere connessi al pavimento pelvico, non sono così rilevanti da costituire un ostacolo alla vita sessuale di una donna e non riguardano tutte le donne. Purtroppo, ci sono tanti preconcetti legati a questo argomento, che andrebbero sfatati. E' piuttosto la sessualità maschile che subisce un arresto, generalmente dopo i sessant'anni, anche se ci sono maschi attivissimi anche oltre i settanta. Tutto dipende dalla propria fisiologia, ma anche dal modo in cui si è vissuti il sesso. Certo è che i problemi legati all'erezione, sono molto frequenti anche prima dei cinquant'anni, per questo è fondamentale chiedere supporto e superare le difficoltà, con adeguati percorsi psicoterapeutici”.

Può essere utile l’utilizzo di sex toys per risvegliare l’intimità?

“La sessualità è libertà e gioco, quindi i sex toys vanno bene, se sono condivisi da entrambi. Se la coppia stabile non ne ha mai fatto uso, bisognerebbe introdurli con molta cautela, per non offendere la sensibilità dell'altro/a. Sono comunque degli strumenti, che, in molti casi, risolvono momenti di difficoltà legati alla vita sessuale”.

“Riattivare il desiderio? E' possibile, ma molto dipende dalla motivazione. Domandarsi: Mi piace ancora questa donna o quest'uomo? E' la persona con cui voglio dividere la mia libertà? E' ancora attraente ai miei occhi? Lo/la guardo e cosa vedo? Sono attratto/a da lei/lui? Mi sento desiderato/a? Bene, queste sono alcune delle domande a cui risponde la motivazione”.

Perché all’interno di una coppia stabile, dopo i 50 anni si tende a fare meno sesso?

“Dopo i 50 anni si fa meno sesso? Mi viene da pensare che, evidentemente, se ne era fatto poco anche prima. Il sesso è una zona franca di libertà e di gioco, dove poter essere se stessi in modo gioioso e piacevole. Una coppia stabile, con una vita relazionale alle spalle soddisfacente, anche a sessant'anni e oltre avrà una vita sessuale attiva e sana. Considerando che ci sono tanti modi di vivere la sessualità”.

Ritieni che la scarsa comunicazione legata a quelli che possono essere i propri gusti sessuali possano avere un certo peso?

“Penso che del sesso non si deve parlare, il sesso si fa. I gusti sessuali vanno condivisi con i fatti, non con le discussioni, altrimenti se ne sviliscono le intenzioni e si perde quel particolare fascino di cui sono connotati. Se il partner non condivide, ci sono mille modi per capirlo, senza mai insistere o forzare. Quando c'è intesa sessuale, non c'è bisogno di comunicare verbalmente nulla”.

Laddove ci sono problematiche fisiologiche legate alla post menopausa, alle condizioni del pavimento pelvico che incidono sulla qualità del rapporto sessuale, lavorare a livello mentale è possibile superare questi ostacoli e rendere il sesso desiderabile e piacevole?

Da esperta psicoterapeuta e sessuologa quali consigli ti senti di dare alle coppie?

“L'inizio di una storia d'amore è fondamentale, per una vita di coppia felice. Il mio consiglio è quello di stabilire "regole" sin dall'inizio. Regole non scritte, né verbalizzate, ma dettate dai fatti. Mi spiego meglio. Se il sesso non funziona dalle prime battute, inutile insistere, vuol dire che mancano gli elementi fondanti, magari c'è la pulsione, ma non c'è il desiderio, né la motivazione, oppure quest'ultima non è abbastanza forte da determinare quel grado di sinergia fisica che serve a creare l'armonia di coppia, e stabilire un attaccamento adeguato e funzionale. Capire questo sin dai primi approcci, vuol dire fare una scrematura, vuol dire scegliere. Soprattutto vuol dire considerare la vita sessuale fondamentale e non un corollario. Perché se la sessualità non funziona all'inizio di una storia, quando c'è l'esplosione dell'entusiasmo, col passar del tempo sarà sempre peggio, magari la storia della coppia li condurrà anche al matrimonio, ma senza aver mai sperimentato il vero benessere sessuale. Una vita relazionale senza sesso è una vita poco allegra e poco incline alla felicità. Il rischio è quello di sentirne il bisogno col passare del tempo, e di non trovare, nella persona accanto, nessuna rispondenza. Considerare il sesso essenziale in un rapporto di coppia, riduce sensibilmente non solo la conflittualità, ma anche un'eventuale possibilità di separazione. Quando i problemi sessuali sopraggiungono, dopo alcuni anni trascorsi insieme, chiedere aiuto è già un passo vincente, perché vuol dire ammettere di avere una difficoltà. In psicoterapia non ci sono misteri, ma soluzioni, ed i problemi esposti trovano spesso esiti talvolta inaspettati, ed anche risoluzioni in tempi brevi, basta intraprendere la strada più idonea da percorrere”.

La dottoressa Maria Tinto

STORIE & PERSONAGGI

ELISA PALADINO UNA MISS NONNA… TUTTA DA SCOPRIRE

Energia, solarità e semplicità sono i suoi “plus”, fattori che nella vita l’hanno accompagnata in tutte le sue esperienze compresa quella – assolutamente straordinaria – che nel 2023 l’ha portata ad essere incoronata Miss Nonna Italiana. Elisa Paladino è mamma, nonna, donna e manager, una figura polivalente dal punto di vista artistico e professionale, con un lato di sana vivacità che l’ha spinta negli anni ad affrontare il mondo della tv e più di recente dei concorsi. Tempo addietro è arrivata fino agli schermi di Uno Mattina per alcune lezioni a distanza di Salsa, Merengue e Bachata, che poi sono anche la sua grande passione, un annetto fa invece si è tolta la soddisfazione di conquistare il titolo di Miss Nonna Italia 2023 nel concorso ideato e organizzato da Paolo Teti. Una nonna giovanissima, un figlio e due nipoti, che ora ha voglia più che mai di mettersi in gioco e togliersi qualche ulteriore sfizio. “Nell’ultimo anno ho seguito un corso di recitazione per riannodare i sogni che avevo da giovanissima, sogni riposti nel cassetto per la necessità di conciliare i miei ritmi con quelli del mio essere mamma – racconta Elisa – Sto riscoprendo una parte di me che ho voglia di mettere in gioco”

Riavvolgendo il nastro, da giovanissima

Elisa aveva partecipato alle selezioni di Miss Italia, poi è arrivata la gravidanza e, naturalmente, le priorità della vita si sono invertite. Finché poi è arrivata la sfida di un concorso come quello di Miss Nonna Italiana, con la finale nel cuore della Riviera romagnola e il desiderio di vivere un weekend divertente, utile per sfuggire all’inevitabile monotonia quotidiana. “Ero lì solo per svagarmi e invece… mi sono ritrovata con la corona in testa! – racconta – Quasi mi è preso un colpo! Ma sono felice di aver trasmesso la mia spontaneità, la mia solarità, il sorriso che mi accompagna in tutto ciò che faccio. Ho messo in gioco tutta me stessa, la mia energia, il mio

talento nel campo della danza e ho vissuto il tutto senza ansia…”. La corona di Miss l’ha restituita solo poche settimane fa alla vincitrice dell’edizione 2024, ma la sensazione è che quel titolo possa aprirle numerose porte. “Vent’anni fa avevo avuto collaborazioni nel campo della moda, ora vorrei riannodare il filo e proseguire su quel percorso. Sono una donna, anzi una nonna, determinata, naturale e passionale, mi differenzio per la mia semplicità con la conseguenza che talvolta vengo notata… anche quando non vorrei essere notata!”

Insomma, il suo futuro sembra tutto da scrivere. Nel mentre c’è un presente che l’ha portata ad essere riconosciuta per il titolo conquistato e un rinnovato desiderio di mettersi in gioco sotto i riflettori unendo la parte estetica alla sua ricerca interiore: “Adoro il mare, adoro leggere e scrivere, mi sto riavvicinando alla filosofia e mi gusto i miei due nipotini. La musica e il ballo sono le mie passioni e… ma ora ho davvero voglia di provare esperienze nuove che mi permettano di dimostrare chi sono oggi”.

CONTATTI SOCIAL

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TikTok: @elisapaladino

CREDITS FOTOGRAFICI: Ph. Gloria Teti

STORIE & PERSONAGGI

MAURO PEDRETTI

SI GUARDA OLTRE

L'ASPETTO

ESTERIORE E SI VA

ALLA SCOPERTA

DI GENTE COMUNE

MA SPECIALE

“Non è l'aspetto esteriore a classificare una persona, rimango un uomo normale con i piedi per terra, capace di viversi gli attimi e le esperienze che possono portare qualcosa di buono. Sono uno che vive per la sua famiglia”. Il giovanotto in questione si chiama Mauro Pedretti, ha 34 anni ed è nato in provincia di Novara. Già all'età di sette anni ha iniziato a praticare il gioco del calcio di cui è fortemente appassionato, tanto da farne un lavoro vero e proprio nel momento in cui è diventato maggiorenne. Oggi svolge altro e ha una marea di tatuaggi sul corpo.

Mauro, dove hai avuto la possibilità di giocare?

“Sono arrivato in serie D, ma poi per una serie di situazioni e di scelte la mia strada è terminata molto presto”.

Sei rimasto nel campo sportivo?

“No, ho iniziato a lavorare come sicurezza all'Esselunga, dove sono rimasto per circa cinque anni. Successivamente sono passato a fare il magazziniere e nel frattempo lavoravo come buttafuori per alcuni locali di Milano. Questo secondo lavoro mi ha aiutato molto, soprattutto quando l'azienda per cui prestavo servizio, ha licenziato tutti. E' stato una sorta di jolly della mia vita”.

Che tipo di persona ti ritieni?

Non mi ritengo una persona comune, ma non perché sono pazzo, semplicemente perché ho una grande passione che non a tutti può piacere, quella del tatuaggio ad esempio. Infatti il mio tatuatore è felice quando lo chiamo per fissare un nuovo appuntamento”.

Quando hai fatto il tuo primo tatuaggio?

“A sedici anni e ricordo ancora quel giorno. Ero con mia mamma e ho fatto incidere una specie di

tribale. Ero attratto da quel tipo di disegno. Nel corso degli anni li ho aumentati fino ad arrivare a quelli più significativi ed importanti, che sono quelli dei miei due figli, di mia moglie e di mio fratello”.

Come ha preso questa cosa tua moglie?

“Ha perso le speranze”. Hai fatto qualche follia?

“Un giorno ho deciso di tatuarmi la faccia di pinocchio in una zona particolare. Ogni tanto è costretto a dire una bugia ed ecco che si allunga il naso!”.

Ma tornado al lavoro di buttafuori, hai qualcosa da raccontare?

“Sì, un giorno ho fatto una bellissima esperienza. Sono stato contattato dal conduttore de 'Le Iene', visto che in quel momento cercavano due personaggi particolari. Il mio ruolo era quello di aiutare il conduttore a portare a termine gli scherzi ai vip con l'ausilio dell'intelligenza artificiale, dopo aver preso loro il telefono allo scopo di mandare una serie di messaggi simpatici a tutta la rubrica. Il mio compito era quello di bloccare il personaggio famoso con dello scotch, legandolo ad una sedia. Poverini”.

Parliamo invece di qualche aspetto del tuo lavoro.

“Il mio lavoro da buttafuori non è facile, però è sempre una continua sfida. Per mantenere l'autocontrollo in determinati momenti ce ne vuole. Se non sei bravo a gestire le emozioni è un disastro. Immagina figli di papà che si presentano già brilli fuori dal locale e che vogliono picchiarti perché non li fai entrare. Noi tatuati siamo giudicati male, invece la gente dovrebbe imparare a guardare oltre l'aspetto”.

Profumo di pan di zenzero

C’era una volta…l’omino di pan di zenzero, meglio conosciuto in inglese con l’appellativo di ginger bread man! Questi biscotti tipicamente speziati e solitamente a forma di omino (ma anche altre natalizie come stelle, alberi e fiocchi di neve) sono un’evoluzione del più semplice pan di zenzero diffuso in tutta l’Europa del Nord. Ma il successo di questo dolcetto non è legato solo al suo sapore distintivo, ma anche ad una storia particolare, che ha contribuito a renderlo celebre e a consentirgli persino di varcare i confini della cucina per approdare sul grande schermo (basti pensare al personaggio del cartone animato Shrek).

Le sue origini in realtà sono avvolte nel mistero: c’è chi sostiene che questo biscotto speziato nasca in Armenia nel X secolo d.C., per poi essere esportato dai monaci in tutta Europa. Secondo un’altra versione, invece, il ginger bread sarebbe nato nel XVI secolo in Gran Bretagna, più precisamente alla corte di Elisabetta I che avrebbe particolarmente amato preparare i gingerman per i suoi ospiti, in modo che ricordassero le loro stesse sembianze. Ma esiste una terza versione della storia che svela l’origine di questo dolce tipico, una vera fiaba tramandata soprattutto nel Nord Europa dalla tradizione popolare come storia per bambini. E in alcune versioni s’intreccia persino con la leggenda di Babbo Natale.

“Run, run as fast as you can. You can’t catch me, I’m the Gingerbread Man”: è questa filastrocca celebre nel mondo anglosassone che racchiude la leggenda fiabesca. Si narra che in una casetta sperduta in un bosco vivesse una coppia di anziani coniugi; mentre la donna era intenta nella preparazione dei biscotti allo zenzero a forma di omini, sentì proprio uno di questi chiamarla dal forno chiedendole aiuto. Fu così che ella aprì il forno, ma il furbo omino dimostrò di non aver fatto altro che escogitare il miglior piano per fuggire nel timore di esser mangiato. Una volta fuori dal forno esclama dunque la frase riportata sopra:

“Corri, corri più veloce che puoi. Tanto non mi prenderai, sono l’omino di pan di zenzero”. Nel corso della fuga l’omino di pan di zenzero dovette scampare numerosi pericoli, in quanto il suo essere appetitoso faceva sì che chiunque lo incontrasse volesse mangiarlo, e per questo con tutti iniziava a

scappare, per ripetere sempre la stessa cantilena “Corri, corri più veloce che puoi…”. Un giorno l’omino di pan di zenzero si trovò davanti a un torrente, e dovette soffermarsi a trovare una soluzione per attraversarlo, per evitare di inzupparsi irrimediabilmente. Fu qui che incontrò una volpe, che gli offrì aiuto rendendosi disponibile a trasportarlo sul suo dorso fino alla sponda opposta. Quando furono arrivati a metà del tragitto, immersi nel cuore del torrente, la volpe disse al biscotto: “L’acqua qui è più profonda, e se ti bagni ti scioglierai, arrampicati fino al mio naso così sarai al sicuro”. L’omino ingenuo si fidò così dell’animale astuto…che se lo mangiò in un sol boccone! E Buon Natale a tutti con la ricetta per un piccolo capolavoro di pasticceria per stupire in tavola i vostri ospiti in attesa della notte più magica dell’anno.

La ricetta del mese

Torta di Natale alle nocciole & pan di zenzero

Per il pan di Spagna alle nocciole: Uova intere, 200 g; Tuorli, 50 g; Zucchero semolato, 170 g; Farina "00", 110 g; Farina di nocciole, 80 g; Fecola di patate, 40 g; lievito per dolci, 3 g; Cannella in polvere

Per la crema al burro e nocciole: Zucchero semolato, 350 g; Albumi, 175 g; Acqua, 100 g; Burro morbido, 475 g; Pasta di nocciole, 25 g

Per i biscotti di pan di zenzero: Burro, 100 g; Sciroppo d’acero, 3 cucchiai; Zucchero di canna, 100 g; Zucchero a velo, 50 g; Bicarbonato di sodio, mezzo cucchiaino; Zenzero in polvere, 1 cucchiaio raso; Cannella in polvere, 1 cucchiaio raso; Farina 00, 265 g; Ghiaccia reale (dose nel procedimento)

Preparazione: Per il pan di Spagna alle nocciole, riscaldate le uova, i tuorli e lo zucchero a 45°C in una bastardella a bagnomaria mescolando di continuo con una frusta, poi trasferite il composto in planetaria e procedete con il montaggio. A parte, setacciate farina e fecola, aggiungetevi la farina di nocciole, la cannella, il sale, il lievito e miscelate il tutto. Aggiungete quindi manualmente le polveri alla montata di uova con un movimento veloce ma delicato dal basso verso l’alto, utilizzando una marisa o un ampio cucchiaio. Versate l’impasto in uno stampo alto ben imburrato ed infarinato, e cuocete il pan di Spagna a 170°C in forno ventilato per 20-25 minuti circa (inserite uno stuzzicadenti nell’impasto per testare la cottura). Fate raffreddare su una griglia, decorticate il pan di Spagna e tagliatelo in quattro dischi.

A parte, preparate una meringa italiana come base per la crema al burro e nocciole: riponete lo zucchero con l’acqua in un pentolino e portatelo sul fuoco senza mai mescolare. Attendete che lo zucchero si disciolga completamente e inizi a bollire. Nel frattempo, iniziate a montare gli albumi in planetaria. Quando lo sciroppo di zucchero avrà raggiunto i 121°C e gli albumi risulteranno ben spumosi e chiari, ma ancora morbidi e non ancora del tutto montati, unitevi a filo lo sciroppo bollente continuando a montare finché il composto non risulterà freddo. Per completare aggiungete il burro morbido e la pasta di nocciole, e fate montare a velocità medio-bassa fino a dar vita ad una crema omogenea, soffice e spumosa. Farcite gli strati di pan di Spagna alle nocciole con un sottile strato di crema e sovrapponeteli nel piatto da portata, poi procedete ricoprendo l’intera parte esterna della torta con la crema rimanente. Mettete a raffreddare in frigorifero, e nel frattempo dedicatevi alla preparazione dei biscotti. Tagliate il burro a cubetti, riponetelo in un pentolino o in microonde e lasciatelo scaldare solo il minimo necessario per farlo ben ammorbidire. Aggiungete al burro morbido le spezie (piuttosto generose), lo sciroppo d’acero e lo zucchero di canna e a velo, lavorando il tutto a mano per ottenere un impasto morbido. A parte, in un recipiente mescolate insieme farina e bicarbonato. Unite il composto di ingredienti secchi in quello di burro e zucchero e lavorate fino ad ottenere un panetto di consistenza similare a quella della pasta frolla. Avvolgete l’impasto in pellicola alimentare e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno 20-30 minuti prima di lavorarlo. Stendete l’impasto a circa ½ cm di spessore, e ricavate i biscotti utilizzando le vostre formine tagliapasta natalizie preferite. Cuocete i biscotti disposti su teglie rivestite con carta forno nel forno preriscaldato a 190°C. Una volta inseriti i biscotti, abbassate subito a 170°C e cuocete per circa 12-14 minuti (a seconda della dimensione dei biscotti). Lasciate raffreddare bene i biscottini prima di spolverarli con zucchero a velo. Potrete divertirvi a decorarli con un sac à poche, utilizzando una ghiaccia reale ottenuta montando 1 albume d’uovo con 130 g di zucchero a velo. Utilizzate i biscotti di panpepato decorati per guarnire la torta lungo il suo perimetro e in superficie.

EVENTI CON GUSTO

Bulgaria - Italia: 145 anni di amicizia

145 anni di cooperazione evento memorabile grande suc cesso per l’evento di chiusura delle celebrazioni dedicate ai

145 anni di amicizia Bulgaria - Italia. Nei magnifici saloni di Villa Centurini, Sede dell’Ambasciata di Bulgaria a Roma, Sua Eccellenza Todor Stoyanov, Ambasciatore di Bulgaria, ha of ferto all’illustre parterre uno spettacolo straordinario in cui Italia e Bulgaria si sono fuse dando vita ad un evento me morabile magistralmente condotto dall’anchorman Anthony Peth. I selezionati invitati hanno potuto vivere la Bulgaria gra zie ai suoi piatti tipici, canti Maestro Nikolay Slaveev e balli tradizionali con la “Rosa Damascena”. Un Viaggio tra le Ec cellenze Italiane e Bulgare in cui Doc Italy per omaggiare Sua Eccellenza Todor Stoyanov ha messo in scena un vero e proprio spettacolo del gusto, una ricca kermesse con come protagonista la cucina Italiana con tutte le sue declinazioni e accezioni, un giro d’Italia che ha toccato tutte le regioni e tutti i settori.

Evento suggestivo a Castiadas

Streghe urlanti che rompono il silenzio della notte, musiche spettrali che fanno da colonna sonora a un ambiente infestato da vampiri e fantasmi, lapidi che spuntano nel giardino trasformato per l’occasione in un cimitero: “Sa Bruxia vampira”, appuntamento organizzato dalle regine del wedding sardo, Alessia Ghisoni e Cinzia Murgia – titolari di Oggi sposi & Exclusive wedding - in collaborazione con l’amministrazione comunale di Castiadas, è stato un successo che ha richiamato persone da tutta la Sardegna. Condotto da Anthony Peth ha visto la presenza di centinaia di ospiti. Giunto alla quinta edizione diventa un evento cult per la regione Sardegna.

INTERNATIONAL POLICE AWARD ARTS FESTIVAL 2024: Cinema, Televisione, Teatro, Musica, Arte e Sport in Divisa

Anno importante il 2024, in cui ricorrono i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi, 100 anni di radiofonia italiana e i 70 fantastici anni di Rai Radiotelevisione Italiana. A celebrazione del compleanno di Mamma Rai, in occasione della Giornata Mondiale dell’Audiovisivo UNESCO, il Museo dei Mezzi di Comunicazione (MUMEC) di Arezzo, in collaborazione con l’International Police Award Arts Festival ed i Club UNESCO di Arezzo, Firenze e Torino, ha organizzato due ricche giornate di convegno, dedicate a questo straordinario mezzo di comunicazione. L’iniziativa, ad ingresso libero, è stata inserita nel calendario del MUMEC “Il Mondo in tasca”, patrocinato dal Comitato Nazionale Marconi 150 del Ministero per i Beni Culturali. L’Audtorium del Museo ha accolto gli studenti del Liceo Vittoria Colonna, dell’ISIS Margaritone, e del Liceo Artistico di Arezzo, oltre che un pubblico di curiosi e nostalgici dei tempi d’oro della televisione e dei suoi protagonisti. Curato dall’International Police Award Arts Festival, è stato dedicato ai personaggi che hanno fatto la storia della RAI Radiotelevisione Italiana. Hanno aperto l’incontro il Direttore Artistico del Festival, Col. Orazio Anania, la Direttrice e il fondatore del Museo MUMEC, Dott.ssa Valentina Casi e Prof. Fausto Casi, e la Direttrice del Club UNESCO Arezzo, Prof.ssa Besi Luigia, che hanno poi lasciato spazio al Conduttore Anthony Peth e all’ospite speciale della giornata, Massimiliano Canè, Autore Rai. Nel corso dell’evento, oltre ad essere stati ricordati grandi artisti del panorama culturale nazionale, sono stati mostrati agli spettatori alcuni costumi originali di tre dive italiane, come un abito di Iva Zanicchi, un body di Raffaella Carrà, indossato nella trasmissione “Pronto, Raffaella?”, e l’iconica tuta colorata, e sgambata, di Heather Parisi. e raccontati gli aneddoti ad essi correlati.

“Storie di Donne” – Special Fair Play Edition festeggia il decimo anno La decima edizione di “Storie di Donne” ha chiuso con successo: lo scorso 8 novembre dalle ore 10.00, presso la Sala Giunta del CONI al Foro Italico (Palazzo ad H). Organizzata dall’Associazione culturale Occhio dell’Arte APS di Anzio, quest’anno in collaborazione strategica con il Comitato Nazionale Italiano Fair Play ed ACSI – Associazione di Cultura Sport e Tempo Libero. “Storie di Donne” ha il merito di portare all’attenzione del pubblico e della comunicazione quelle donne, note o meno, che si sono distinte nel campo delle professioni e, con abilità e dedizione, hanno saputo portare un contributo rilevante alla società contemporanea. L’edizione del decimo anno ha seguito una particolare declinazione fair play ed un fil rouge sociale, soffermandosi sull’ importanza della prevenzione della salute. Le premiate 2024, da campi professionali diversi, sono state : S. E. Sig.ra Eleni Sourani, il Tenente Colonnello Giulia Cornacchione, la giornalista TG2 Laura Berti, Annalisa Minetti, Ginevra Barboni, Michela Perrotta, Grazia Urbano. A coordinare gli interventi dei presenti è stato Anthony Peth, conduttore Tv e testimonial AISOS - Associazione Italiana Studio Osteosarcoma. Presente una formazione da camera tutta in rosa della Banda dell’Esercito Italiano, con la direzione del Maggiore Antonella Bona.

Continua il successo di “Riscatto” del siciliano Federico Bianca

Continua il successo di “Riscatto”, antologia di racconti (Felici Edizioni), che ha segnato il debutto letterario di genere narrativo del siciliano Federico Bianca. Il docente catanese, già autore di una serie di opere accademiche e scientifiche, è approdato ad un successo che ha fatto parlare gli ambienti di settore. Questo scrittore scardina ogni infelice concetto di predestinazione che assoggetta gli uomini alla limitante sfera della necessità, e concede ai propri personaggi quel libero arbitrio che prescinde da ogni giudizio morale e sociale. Senza compenso o contropartita, cedendo energie, tempo e sentimenti, pronto a cogliere ogni aspetto più singolare dell’esistenza, Federico Bianca propone una riflessione arguta sulle infinite supposizioni, astratte e/o concrete, di una felice intuizione: il riscatto. Bianca si avvicina al mondo della letteratura, dei fumetti e del cinema sin da bambino. Diploma di Maturità Classica, e poi Laurea triennale in Lettere Moderne. A seguire, la Laurea Specialistica in Filologia Moderna e un Dottorato di Ricerca in Italianistica. Continua a vivere nella sua terra, specializzato nell’insegnamento della lingua italiana agli stranieri. Tutor esterno alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania, nonché docente di ruolo di materie letterarie negli istituti secondari di secondo grado. Finora ha pubblicato tre monografie per Convivio Editore, dimostrando il suo spiccato interesse per un’ottica europea e internazionale e per la multidisciplinarietà: “Lolita, un mito euramericano tra romanzo e sceneggiatura”; “Carlo Alianello nella cultura italiana e europea”; “Giovanni Papini: la vita, le opere, la poetica”.

Recensioni ottimali per l’ultimo libro di Mariagloria Fontana “Vieni dal Buio” “Vieni dal Buio” (Castelvecchi Editore) di Mariagloria Fontana è un romanzo con una forte aderenza alle relazioni odierne e dai poderosi riferimenti culturali, con uno stile curato e ordinato, delineato da una precisione e attenzione per il linguaggio. Mariagloria Fontana accompagna lettori e lettrici nella magia di Parigi, nella decadente e affascinante Napoli, nel caos di Roma per raccontare gli anfratti più ombrosi e impenetrabili delle relazioni sentimentali. Non mistifica niente, l’autrice, né protegge o redime nessuno dalle più umane fragilità. Sono sempre lì, davanti agli occhi e dentro l’anima di ciascuno. Non c’è, né cerca riparazione questa storia che di luminoso nell’amore racconta solo le sue intenzioni. E, forse, se una risposta ci sarà, si scoprirà solo in un colpo di scena capace di turbare e interrogare ancora la mente di chi legge. Mariagloria Fontana nel 2017 pubblica il suo romanzo di esordio, “La Ragione era Carnale” (Curcio Editore). Nel 2022 “Affari di libri” (Giulio Perrone editore). Collabora con le pagine culturali del quotidiano «La Verità» e dal 2017 conduce il programma culturale Affari di Libri, in onda su Radio Radio e Radio Radio Tv (Sky 826 e Dtt253) con i più importanti scrittori italiani e stranieri. Ha un blog letterario su Huffington Post Ha fondato e dirige il Premio Le Città delle Donne, valorizzando le personalità femminili che si contraddistinguono in ambito culturale, politico e sociale.

ARTE

VYTAUTAS LAYSONES

LA PITTURA, FRAMMENTI DI EMOZIONI

“La pittura è una sosta momentanea nel flusso continuo e mutevole dell’immaginazione. Attraverso un dialogo intimo, l’artista cattura attimi ed emozioni dell’inesauribile fiume creativo, ne argina l’abbondanza, fissando frammenti che si fanno combinazione fisica di colori, forme e texture”.

E’ quanto ci racconta Vytautas Laysones, cinquantanovenne pittore lituano il cui stile, in una tecnica mista con olio e acrilico, combina la pittura tradizionale con elementi moderni e sperimentali. Le sue opere sono esposte in mostre, in gallerie locali e internazionali.

Da dove nasce la tua esigenza di esprimerti con la pittura?

“Come ti dicevo, la pittura è per me un'esperienza meditativa che mi permette di immergermi nel processo creativo. In quest'intima connessione tra il mondo interiore e l'immagine esterna, ho l'opportunità di esprimere ciò che a volte rimane non detto nella comunicazione quotidiana”.

La scelta dei colori è funzionale a esprimere gli stati d'animo?

“I colori sono uno strumento molto potente per esprimere gli stati d'animo. Hanno un significato emotivo e psicologico, quindi possono trasmettere e rafforzare determinati sentimenti. Il processo creativo, del resto, cambia a seconda di come l'artista si sente in quel momento. Quindi una singola opera può racchiudere diverse atmosfere cromatiche e creare un certo viaggio emozionale attraverso l'opera”.

Ci sono pittori che ti hanno influenzato o aiutato a formarti artisticamente?

“Ce ne sono parecchi. Ma il primo autore che mi ha impressionato con il suo lavoro è stato il pittore nativo Vytautas Masiulis. Fin dalla più tenera età, i suoi dipinti mi affascinavano così tanto che potevo rimanere a fissarli per ore”.

Cosa vuoi trasmettere attraverso i tuoi dipinti a chi li osserva?

“Non esiste un'unica risposta o interpretazione "giusta". I dipinti invitano lo spettatore a interpretarli a modo proprio, tenendo conto delle esperienze e dei sentimenti personali. Ognuno può trovare per sé qualcosa di unico, forse anche cose che io, come artista, inconsciamente non intendevo trasmettere. Il mio è comunque l’invito a compiere un viaggio emotivo e di pensiero. L’obiettivo non è solo quello di creare un'esperienza visiva, ma di aprire la porta a un mondo interiore più profondo. Voglio che lo spettatore si senta coinvolto in uno stato d'animo che evochi ricordi o riflessioni. I motivi della natura prevalgono nelle mie opere, come metafore

delle relazioni umane, dello stato spirituale, dei cicli di vita. Alcune opere rappresentano un ‘promemoria’ della nostra temporalità, e al tempo stesso dell'eterno movimento del mondo. Insomma, mi aspetto che l’osservatore senta questa connessione, e magari trovi la propria intima relazione con l'ambiente.

Con il mio lavoro cerco inoltre di trasmettere la ricerca di pace interiore e armonia”.

Che cosa significa per te essere pittore oggi?

“E’ una domanda molto interessante e sfaccettata. Essere un pittore oggi significa molto più che saper lavorare con pennello e colori. L’artista contemporaneo affronta sfide e opportunità diverse rispetto ai tempi passati, quando le forme e le tecniche tradizionali dominavano il mondo dell’arte. Oggi significa non soltanto comprendere e rispettare la storia e le tradizioni della pittura, ma anche cercare costantemente il modo per trasformarle, addirittura trascenderle. Molti artisti conoscono le tecniche della pittura classica e le applicano abilmente in un contesto contemporaneo. Al tempo stesso, sono alla ricerca di nuove forme espressive che risuonino con il pubblico odierno”. Pensi che attualmente, e più che in passato, l’arte veicoli anche altri temi oltre quelli artistici?

“Oggi l'arte non riguarda solo esperienze estetiche, spesso serve come veicolo per la discussione di importanti questioni sociali, politiche, ecologiche. Un pittore può diventare una voce che commenta gli avvenimenti del nostro tempo, esplora temi complessi come l’identità, il cambiamento climatico, i diritti umani. Inoltre, il pittore esiste non solo nello spazio fisico, ma anche in quello digitale. I social network, le gallerie online e le mostre virtuali offrono l'opportunità di raggiungere un pubblico globale. Ciò dà agli artisti l'opportunità di diffondere il proprio lavoro a un pubblico molto vasto, ma allo stesso tempo comporta nuove sfide: come differenziarsi in questo mare visivo di rumore e mantenere la propria autenticità? Perché la pittura, nonostante tutte le nuove tecnologie, rimane sempre una forma potente in grado di creare connessioni intime e dirette con le persone. In sostanza, oggi essere pittore significa saper stare in equilibrio tra storia e innovazione, bisogno di espressione personale e responsabilità sociale, tra mondo materiale e mondo digitale. È una ricerca costante di autenticità che ci permette di rivelare le dimensioni più profonde dell'esperienza umana”.

Per concludere, quali sono i tuoi progetti per il futuro?

“Finché il fiume della creatività non si prosciugherà, e potrò ancora deliziare l'occhio e l'anima dello spettatore con la mia arte, questo è tutto quello che intendo fare”.

PAOLA LANFRANCO

“IL MIO LIBRO

RAPPRESENTA, PER ME, UNA

FORMA SCRITTA

DI UN PROGETTO

DI VITA”

Psicologa, psicomotricista e psicomamma. Da circa un ventennio Paola Lanfranco si occupa di consapevolezza del femminile. Ha creato e condotto corsi per sensibilizzare le donne a ritrovare le proprie radici profonde, nella convinzione che, attraverso la riscoperta, si possa costruire un nuovo modello di società basato sull’integrazione e non la contrapposizione.

Da circa tre anni gestisce il blog “Donna Incanto” e dal 30 settembre scorso è in libreria con “Il coraggio di un sorriso”, pubblicato da Rossini Editore. Di recente l’abbiamo anche vista prendere parte al cartellone OFF, che quest’anno è diventato nazionale, del Festival L’Eredità delle Donne 2024 giunto alla VII edizione e con la direzione artistica di Serena Dandini.

Paola, partiamo dal fondo e torniamo al 22 novembre da poco passato con lo spettacolo/reading dal titolo “Il coraggio di un sorriso. 13 donne, tra parole e danze di rinascita”. Raccontaci come è nata questa opportunità all’interno di un contesto prestigioso quale il Festival che, lo ricordiamo, è un progetto di Elastica con Fondazione CR Firenze e Gucci come partner fondatori e con la co-promozione del Comune di Firenze e patrocinio della Regione Toscana. Il progetto, in collaborazione con Elle, è stato reso possibile grazie a Intesa Sanpaolo e Rai Radio 2 è stata media partner ufficiale.

“Talvolta gli eventi nascono e si sviluppano perché impariamo ad ascoltarci nel profondo e desideriamo un cambiamento e, per quel cambiamento, siamo disposte a metterci la faccia. Il libro, per me, rappresenta una forma scritta di un progetto di vita. È sempre stato un mio desiderio profondo poter aiutare le persone ad esprimere, al meglio, la propria essenza e ad essere coerenti con il proprio Io Selvaggio, come scrive Clarissa Pinkola Éstes. Forse sono arrivata a candidarmi al programma OFF dell’Eredità delle donne per strappare un sorriso a tutte le donne che, come me, lottano tutti i giorni per mantenerlo. La programmazione degli eventi per far conoscere il mio lavoro mancava di qualcosa… non riuscivo ad immaginarmi seduta su una sedia a raccontare il mio percorso e quello delle eroine silenti narrate. Sarebbero rimaste incastrate nelle parole del libro, affiancate alle bellissime immagini di Ily Ramone, ma non percepivo la loro anima, il loro Io Selvaggio, mancava il corpo a quelle parole d’inchiostro con pennellate di colore. Alla mia porta psichica sono giunte Elena Fossati e Marta Montorfano, due professioniste con cui ho collaborato negli anni. Insieme avremmo potuto dare anima all’anima attraverso una danza sacra. Le ho contattate e il 10 agosto sono partita con Monica Cargnino e Luana Lucchesi per raggiungerle. Abbiamo danzato sulla coreografia di Marta, ognuna con la propria essenza e presenza ed abbiamo creato un video potentissimo. Poi sono inciampata nell’articolo dell’Eredità delle donne, ho letto, quasi incredula, che stavano cercando una narrazione proprio in linea

con il mio progetto. Ho chiamato immediatamente Elena e Marta e fra una call su zoom, un ombrellone in spiaggia e carta e matita abbiamo preparato la nostra candidatura. Un clic, un invio e una risposta affermativa, eccoci qui, piene di entusiasmo e gratitudine convinte che si possa cambiare il mondo. Basta issare le vele e non temere la marea!”.

Veniamo al tuo libro. Perché scriverlo?

“Ho trascorso molti anni alla ricerca di una letteratura che mi aiutasse a comprendere la vera essenza femminile. Ho partecipato ad un percorso sull’identità del femminile molti anni fa e, quel corso, è stato il mio battesimo. Ero sempre più curiosa e interessata a comprendere l’universo femminile, non inteso con i canoni della società moderna, ma che mi aiutasse a comprendere chi siamo e chi sono. Non mi sono mai riconosciuta nello stereotipo della bomba sexy e non avevo nessuna intenzione di aderire a quel modello. Dopotutto non siamo solo corpi! Io mi sentivo anche anima e cervello, ma quale era la via per poter trovare la mia natura? La mia curiosità mi ha spinta a creare dei percorsi per le donne, per accompagnarle nella ricerca del femminile sacro. Ho scoperto di non essere la sola a provare la sensazione che essere donna non significa aderire ai modelli culturali attuali. Ho conosciuto altre donne che, come me, sentivano il bisogno di riscoprire, trovare e avere confidenza con quel femminile. Col tempo ho compreso che le mie ipotesi erano supportate da molte donne, avvertivo l’esigenza di risvegliare un popolo silente più vasto e da qui è nata l’idea di trovare donne disposte a raccontare la loro rinascita per poter aiutare altre a compiere il passo. Credo che il libro possa essere una buona cassa di risonanza e spero che molte donne possano leggerlo e engrammarlo per iniziare la loro metamorfosi e trasformarsi in bellis sime e colorate farfalle, fiere dei propri colori e della capacità di volare al di sopra delle convenzioni”.

La danza, un blog, un libro… e se le tue pagine diventassero una fiction a pun tate, quali attrici interpreterebbero le tue eroine silenti?

“Se mai dovesse accadere che le mie pagine diventassero una fiction a puntate credo che, in coerenza con le eroine silenti e il mio modo di rappresentarle attraverso pagine d’inchiostro e pennellate di colori, le attrici non dovrebbero essere famose, ma dovrebbero avere una ca ratteristica importante: quella di saper rappre sentare al meglio le loro emozioni e il loro viaggio psichico verso la rinascita. Ho visto film meravigliosi interpretati divinamente da attori poco blasonati, ma la loro capacità di dare anima alle emozioni dei personaggi interpretati ha fatto vibrare il mio cuore… e questo non ha prezzo”.

Il Rifugio dei Ciliegi

Marco Gianasso è in libreria con il romanzo “Il rifugio dei ciliegi” (Intrecci Edizioni) – storia di una coppia di ragazzi, Edoardo e Tea, la cui storia d’amore ci appassionerà fino all’ultima pagina.

Quanti giovani rinuncerebbero a milioni di dollari? Edoardo e Tea lo scopriranno, quando le loro vite verranno illuminate dai riflettori della notorietà. Una storia essenziale e semplice, di due ragazzi “controcorrente”.

L’ordine dei sogni

Serena Bedini - scrittrice, giornalista e critica letteraria, torna in libreria con “L’ordine dei sogni” (78edizioni) –libro composto da tre storie e tre protagonisti. Se non vi piace la prima, potete decidere di passare alla seconda o alla terza, vivendo un’esperienza di lettura interattiva e non convenzionale. Altro focus narrativo è quello che dà il titolo al romanzo: tutto accade come in un sogno, in una realtà che non lo è davvero (o forse sì), e mentre la lettura si dipana ci troveremo di fronte a diversi bivi, dovendo necessariamente stabilire quale percorso intraprendere per continuare. E non ci sono scelte giuste o sbagliate, solo possibilità. Un libro che è proprio come la vita: per goderne, bisogna scegliere la strada preferita. Singolare nella sua struttura e coinvolgente in maniera non convenzionale.

Letti per Voi

L’insaziabile

A.K. Blakemore torna in libreria con un nuovo straordinario romanzo. “L’insaziabile” conferma il grande talento narrativo dell’autrice britannica, alla sua seconda opera – che ne decreta una maturità stilistica e linguistica fuori dal comune.

Protagonista del romanzo, un giovane francese che vive alla fine del Settecento e che resta orfano di padre nel momento stesso in cui sta venendo alla luce. In una Francia disorientata e contraddittoria, Tarare cresce e viaggia – accompagnato da una fame atavica, che gli vale l’appellativo di “grande Tarare”, conosciuto ovunque per la sua capacità di mangiare di tutto… e sarà proprio la sua fame smodata e terribile a condurlo alla morte. Ma prima, il suo racconto sarà raccolto da una giovane suora, che lo ascolta durante le ultime ore…

Ritmo incalzante, perfetto l’uso del flashback e straordinaria l’abilità dell’autrice a “parlare” come i suoi protagonisti, in un efficace esercizio linguistico.

EMANUEL CERUTI

CON “RESTA CU’ ME” IL GIOVANE COMICO

RACCONTA L’AMORE CON LA “A” MAIUSCOLA

A tu per tu con Emanuel Ceruti, fenomeno comico del web da migliaia di followers nonché attore di teatro, autore, creator e tiktoker tra i più amati e seguiti in Italia. Lo abbiamo intervistato in occasione dell’uscita del suo primo libro “Resta cu’me” con il quale analizza con una spontaneità disarmante le sensazioni e i sentimenti che ruotano attorno alle molteplici declinazioni dell’amore in tutte le sue forme. Il fil rouge dell’intera opera è l’amore, quell’amore romantico e passionale nei confronti della persona che ci fa brillare gli occhi quando li stiamo vicino, ma anche quell’amore verso noi stessi senza avere paura di mostrare il nostro lato più fragile, imparandolo a coltivare per essere più forti domani. E’ sempre l’amore che nelle sue molteplici forme verso gli altri e verso noi stessi ci dà sempre la forza di andare avanti, l’amore è sempre più forte di noi.

Emanuel Ceruti è content creator che racconta in chiave ironica la quotidianità delle nuove generazioni. Arriva in TV nel 2018 con Made in Sud, celebre programma in diretta in prima serata della Rai, per poi continuare questo percorso nelle successive due edizioni. Coltiva contestualmente la passione per il teatro con commedie scritte e dirette da lui: “Scheletri nell’armadio”, “Doppia spunta blu” e infine il suo grande debutto al teatro Augusteo con “Buco”.

Emanuel Ceruti è appena uscito il suo primo libro "Resta cu' me". Un racconto sull'Amore in tutte le sue declinazioni. Come nasce questo nuovo progetto?

“L’idea nasce dall’esigenza di raccontare un lato di me che il pubblico dei social ancora non conosce. Far uscire il mio lato romantico e allo stesso tempo malinconico che comprende gran parte dei comici. La mia sensibilità è e empatia mi ha portato ad aprire un nuovo capitolo della mia vita artistica. Raccontare una storia, scrivere un romanzo è sempre stato un mio grande desiderio a cui finalmente ho dato la luce”.

“Resta cu’ m”e ha dei messaggi a te cari che vuoi lanciare? E’ dedicato a qualcuno in particolare o sono storie in cui tutti ci possiamo ritrovare?

“Il libro è dedicato a chi è ‘innamorato dell’amore’. In un’epoca dove tutti i giovani hanno difficoltà ad esternare i propri sentimenti, poiché per la società è sintomo di debolezza, trovo giusto lanciare un messaggio forte mettendo l’amore al centro di tutto”.

E’ sempre l’amore che nelle sue molteplici forme verso gli altri e verso noi stessi ci dà sempre la forza di andare avanti, l’amore è sempre più forte di noi. Cosa ne pensi?

“L’amore è più forte di ogni cosa. Per quanto una persona possa stare bene da solo in pace con se stessa secondo la mia opinione non può sentirsi al 100 per cento completa senza che condivida la sua vita con qualcun altro. I momenti belli come quelli difficili accompagnati da chi si ama hanno tutt’altro valore”.

Poliedrico e trasversale, sei un artista in grado di muoversi con agilità tra diversi range e linguaggi artistici. Attraverso “Resta cu’ me” prosegui così il tuo nuovo percorso artistico e personale ancora più introspettivo in cui mostri per la prima volta la tua vera essenza, senza paura di mostrare anche le fragilità che un ragazzo giovane può incontrare. Fa parte dell’essere arista maturare una nuova consapevlezza?

“La consapevolezza artistica nasce con il tempo e di conseguenza il potersi misurare in nuove esperienze viene quasi in maniera naturale. nel mio cuore ho sempre maturato un lato di me estremamente romantico e sensibile che volevo far uscire e condividere con il mio pubblico, con questo libro ho iniziato probabilmente un nuovo capitolo della mia carriera arti arti”.

L’amore negli anni ha subito moltr trasformazioni, oggigiorno sembra che il sentimento dell’amore sia vissuto in maniera superficiale dai ragazzi? Cosa a tuo avviso è cambiato? Credono ancora nell’amore a tuo avviso? Raccontaci cosa pensi a riguardo

che parla d'amore... il passo non è proprio breve.

“Sono innamorato dell’amore, ammetto di essere un romantico, cresciuto con i classici della Disney e con quelle commedie rosa degli anni 2000. nei tempi odierni l’amore ha cambiato forma, a tratti è superficiale, da qui l’esigenza artistica di scrivere questo mio primo libro, un tributo a quell’amore con la A maiuscola, l’amore a 360 gradi in cui perdersi e ritrovarsi, quell’amore che muove le nostre vite”.

Che ricordi hai della sua prima volta sul palco?

“La prima mia volta in scena è stata a soli otto anni, avevo solo una piccola battuta ma per me è stato un momento iconico che non dimenticherò mai. Forse proprio lì mi si è aperto un mondo. Quel mondo che avrei voluto vivere per sempre”.

“L’amore ai giorni d’oggi sta subendo una mutazione importante, non ci sono più i valori condivisi dai nostri nonni. Si associa all’amore la sofferenza, il senso di abbandono. I giovani tendono a legarsi spesso ‘a chi li fa soffrire’. Inolltre le opportunità che ci vengono date dai social su larga scala fanno sì che non si dedichi il giusto sacrificio e a coltivare un amore, ma si cerca sempre la novità, come se volessimo velocemente voltare pagina e cercare qualcosa che sia sempre migliore”.

Da comico di "Made in Sud" (Rai 2) a scrittore

Quando hai capito cosa avresti fatto da grande?

“L’ho capito forse il primo giorno che sono entrato in Teatro. Nel passeggino mio padre mi ha sempre descritto il mio incanto, il mio osservare in silenzio in maniera attenta nonostante la fanciullezza. Inoltre a scuola avevo sempre la testa fra le nuvole, una spiccata bravura a scrivere temi e dunque storie ma una scarsa dedizione verso le materie scientifiche e tutto ciò quello che c’è di pragmatico e fortemente teorico dentro e fuori la scuola”. Ha uno o più sogni nel cassetto?

“Il vero sogno è quello di lavorare attraverso la mia passione, continuando a fare l’artista e con la leggerezza di svegliarmi al mattino sapendo di sacrificare la mia giornata per qualcosa che amo. Tutto questo ad oggi sta accadendo con piccoli e buoni risultati, ma spero che attraverso gli alti e bassi possa continuarlo a fare per sempre”.

Un progetto prossimo?

“Un prossimo progetto sicuramente è quello di portare la mia comicità oltre che in teatro e sui social anche in TV o magari al cinema, ma c’è ancora tanta strada da fare e di questo ne sono consapevole. Sicuramente voglio godermi anche se con fatica tutti gli attimi e le gioie che questo mestiere mi regala, e perché no anche i i dolori e dunque i giusti insegnamenti”.

SPETTACOLO

CARLO ALOIA

“È STATA UNA GRANDE SODDISFAZIONE QUELLA

DI AVER FATTO BALLARE SONIA

BRUGANELLI”

Il successo del programma televisivo “Ballando con le Stelle” ha messo in rilievo le sue grandi doti di maestro di ballo. Carlo sogna anche il cinema

Anche Carlo Aloia da qualche anno fa parte dell'infinito mondo dello spettacolo e lo sta riempiendo alla grande con le sue performance di ballerino. Di lui si parla per via della bella esperienza con “Ballando con le Stelle”, accanto a Sonia Bruganelli, che è riuscito in poco tempo a farla volare con i piedi. “Sonia ha fatto progressi eccezionali. Se penso che all'inizio non era capace neanche di allacciarsi le scarpe da ballo”. Parlando con Carlo, un giovane molto galante e virtuoso, notiamo che il suo vocabolario è farcito di parole inglesi, segno che ha girato il mondo con il suo lavoro. Sogna di poter continuare con il programma di Milly Carlucci e di avere una strada nel campo cinematografico. Carlo, come è partita la tua avventura artistica?

“Il ballo come passione ha sempre albergato in me. Una ventina di anni fa ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo, lavorando per Sky. Andando quindi a ritroso con gli anni, nel 2010 è arrivata l'esperienza con Sky, ho registrato quattro puntate in un programma di ballo, dando lezioni. L'anno seguente sono approdato a Mediaset, ballando con la produzione di Canale 5 chiamata 'Baila' e condotta da Barbara D'Urso. In seguito sono partito per l'America e ho tenuto spettacoli in diversi teatri del mondo, sono stato perfino a Dubai. Tutto que-

SPETTACOLO

sto fino al 2023. Ho avuto l'opportunità di lavorare sulle navi da crociera sempre tenendo spettacoli live e poi è arrivata l'esperienza attuale”.

Ecco, in che modo sei approdato a “Ballando con le stelle”?

“Nel modo più classico. Ho saputo che cercavano maestri di ballo per la nuova trasmissione, così ho inviato un curriculum alla produzione e mi hanno preso dopo l'audizione. Ho riorganizzato la mia vita in Italia, dal momento che mia moglie aspettava una bambina”.

Sei soddisfatto dei risultati che ti ha dato la tua partner Sonia Bruganelli?

“Sono molto soddisfatto di Sonia, la reputo davvero brava. In poco tempo ha fatto passi da gigante. Ogni settimana ha avuto un piccolo intoppo, dovuto dal fatto che il suo fisico è stato messo a dura prova da tante ore di allenamento in settimana. Ha fatto un lavoro enorme sotto il profilo psicofisico”.

Come hai affrontato le terribili critiche di Selvaggia Lucarelli o della giuria in generale?

“Hai toccato un bel tasto. Ho sempre difeso la mia partner, poiché da tecnico so giudicare il suo lavoro e il suo grande impegno dietro le quinte. Non è mai stata quella da scartare. Mi giudico un uomo galante e a volte mi sono dovuto trattenere davanti a personaggi della giuria che sono stati sopra le righe. L'unica vera esperta della giuria è Carolyn Smith. Bisogna contenersi davanti a migliaia di telespettatori e trovare il giusto equilibrio nelle risposte”.

Dove vorresti arrivare in un futuro artistico?

“Mi piacerebbe continuare con 'Ballando con le Stelle'. Nel nuovo anno ho intenzione di iniziare un'accademia di recitazione, perché ho sempre avuto la passione per il cinema”. Cosa provi nel profondo quando balli?

“Avverto una sensazione di libertà. Interpretare con il proprio corpo è fantastico”.

Parlando della tua vita privata, hai avuto una bimba da una tua collega. Ti spaventa questa nuova esperienza?

“Da una parte ho paura di non essere all'altezza e dall'altra sono elettrizzato. Devo ringraziare il 2024 che mi ha regalato tante emozioni”.

STORIE DI RADIO

MASSIMO EMANUELLI

LA STORIA DELLA RADIO IN PERSONA

Conduttore radiofonico, docente, è considerato il massimo esponente a livello di conoscenza in materia radiofonica. Ha scritto due importanti volumi sulla storia e altri due sono in arrivo

Potremmo definire Massimo Emanuelli la storia della radio italiana in persona, non tanto per i suoi esordi avvenuti durante la fine degli anni '70 e neanche perché - come moltiama alla follia questo potente e magico mezzo, ma per la sua enorme conoscenza in materia, che ha dato vita a due volumi di storia della radio. Il materiale è talmente tanto, che ne sono in preparazione altri due per l'anno venturo. Massimo Emanuelli è un nostalgico dell'analogico e attualmente si è dovuto adeguare, facendosi trasportare nel mondo delle web radio, dove conduce un programma.

Massimo, quando ti sei appassionato per il mezzo radiofonico?

“La passione è venuta fuori con il tempo, a differenza della maggior parte dei conduttori, che invece l'hanno sviluppata subito. Entrai per sbaglio in una radio locale per svolgere la mansione di fattorino, quindi nulla a che vedere con il microfono. In seguito sono passato in un'altra radio locale di Milano dove raccoglievo i telefax e le notizie. Era Radio Monte Stella, dove sono transitati nomi importanti come ad esempio Mila By Night. Lavoravo dietro le quinte”.

Ti ricordi l'anno in cui hai iniziato?

“Come fattorino nel 1977 e davanti ad un microfono nel 1979. Posso dire di aver assistito a tante storie che sono avvenute nell'ambito delle

STORIE DI RADIO

radio locali a Milano. Oggi, diversamente da Roma, ci sono solo i network, tranne la regionale Radio Lombardia”.

Un incontro che ricordi particolarmente.

“Quello con Gigi Vesigna, lo storico conduttore di 'Tv Sorrisi e Canzoni'. Mettendo in pratica la mia laurea, desideravo fare il critico letterario e gli presentai un mio articolo su Cesare Pavese. Ma mi fu richiesto di scrivere d'altro, di cui non si era mai occupato nessuno fino ad allora. Ecco che iniziai a scrivere sulle radio e sulle tv locali. All'epoca non c'era la rete come motore di ricerca e quindi mi recavo direttamente in loco nelle varie sedi. Ancora oggi tutto questo patrimonio mi è rimasto dentro. Per quarant'anni ho scritto di radio e di tv locali e penso proprio di essere stato il primo a farlo. Oggi non sono più l'unico”.

Ti ritieni più un critico o un conduttore?

“Un critico, come conduttore, da buon professore quale sono, non mi merito neanche la sufficienza e ho lavorato per piccole radio”. Hai avuto l'occasione di conoscere personaggi anche lavorando in piccole realtà?

“Certamente. Ho avuto come ospiti personaggi del calibro di Gino Paoli e Beppe Grillo”. Sei più analogico o digitale?

“Avendo iniziato in quegli anni, sono nostalgico dell'analogico. Oggi è cambiato tutto il modo di operare. Tutte le radio si sono adeguate alle nuove tecnologie e ai nuovi stili. Sono comunque ottimista, perché la radio con tutte le tecnologie è rinata. Noto scarso interesse nei giovani, sia di chi la fa e sia di chi l'ascolta. La passione vera c'era un tempo. Si è meno appassionati e più materiali. Inoltre noto nelle radio una politica di ringiovanimento, di rottamazione, che secondo me regge fino ad un certo punto, perché ci sono vecchie guardie che ancora potrebbero dare e dire molto”.

Da buon esperto, secondo te la radio in FM quanto ha ancora di autonomia?

“Ti posso dire che un grande come Claudio Cecchetto ha puntato sul web e sul dab, infischiandosi

dell'FM e Radio Cecchetto sta andando molto bene. Se lo ha capito lui, che ha sempre avuto una marcia in più prima degli altri, non vedo un futuro roseo per l'FM. Prima o poi si arriverà ad un cambiamento”

Cosa ne pensi della realtà web?

“Ci sono indubbiamente delle belle realtà, ma ci sono tante radio insignificanti, che non meritano di essere seguite. Quelle di qualità hanno dato la possibilità a tanti conduttori di tornare in onda. Attualmente sono su Radio Free, di matrice campana e molto bene organizzata. Ormai con la rete si può trasmettere a distanza. Non subito ho capito l'importanza della web radio”.

Chiudiamo con i preziosi volumi sulla storia della radio a cui hai recentemente dato vita.

“Si tratta di due volumi in cui ripercorro tutta storia della radio italiana dagli albori ai tempi di Marconi, partendo poi da Maria Luisa Boncompagni, fino ad arrivare a Luca Barbarossa, che da cantante si è dimostrato un ottimo conduttore radiofonico. Non me lo sarei mai aspettato. I due volumi sono composti da 1200 pagine, in cui oltre alla storia

della Rai, ci sono alcune finestre sulle radio locali. Il titolo è 'L'avventurosa storia della radio pubblica italiana', con dentro anche i network. Sicuramente qualcosa è rimasto fuori, non è stato facile ricostruire il tutto, ma fortunatamente mi sono aiutato con gli articoli che ho prodotto nel passato per 'Tv Sorrisi e Canzoni' e per la rivista specializzata del settore 'Millecanali'. Per il 2025 ci sono altri due volumi in preparazione e per questo faremo anche a supporto dei cinquant'anni delle radio libere, diverse presentazioni”.

MUSICA

SPERO BONGIOLATTI

INCANTA CON UNA NUOVA VERSIONE DI “WHITE CHRISTMAS”

Il tenore Spero Bongiolatti è pronto a incantarci nuovamente con la sua voce calda e avvolgente. Lo scorso 5 dicembre è uscito il suo nuovo singolo natalizio, “White Christmas”, disponibile in due versioni: una in inglese e una in italiano, intitolata “Bianco Natale”. In contemporanea sul canale YouTube dell’artista sono usciti due videoclip girati all’Iperverde Zoogarden di Castione Andevenno (So), location ideale per immergersi nell’atmosfera natalizia della canzone. “White Christmas” è il classico intramontabile composto da Irving Berlin nel 1940 che ha conquistato generazioni di ascoltatori in tutto il mondo evocando immagini di paesaggi innevati e atmosfere festive. La canzone fu eseguita per la prima volta nel 1941 durante il programma radiofonico "The Kraft Music Hall". La versione più celebre è quella interpretata da Bing Crosby nel film "Holiday Inn" del 1942. Il singolo raggiunse la vetta delle classifiche e è ancora il più venduto di tutti i tempi, con oltre 50 milioni di copie vendute.

"White Christmas" è stata reinterpretata da innumerevoli artisti, in diverse lingue e generi musicali, mantenendo la sua popolarità nel corso degli anni.

Bongiolatti ha voluto reinterpretare questo brano iconico, donandogli una nuova veste ricca di emozione e profondità. In questa versione intima e coinvolgente, il tenore accompagna la sua voce al

pianoforte, creando un’atmosfera magica e sognante. L’arrangiamento, originale e delicato, evoca l’immagine di un Natale bianco, dove la neve cade lentamente, avvolgendo tutto in un manto candido.

“Ho immaginato un Natale lontano dalla frenesia quotidiana, un Natale dove poter ritrovare la purezza e la semplicità dei gesti”, racconta Spero Bongiolatti. “Un Natale dove i bambini possano giocare spensierati nella neve e dove regni la pace in tutto il mondo”.

“White Christmas” è più di una semplice canzone natalizia: è un invito a riflettere sul vero significato del Natale, a riscoprire i valori dell’amore, della famiglia e della solidarietà.

Spero Bongiolatti è un Tenore italiano specializzato nel Bel Canto che nel 2025 festeggerà venticinque anni di carriera. Debutta, infatti, giovanissimo in varie trasmissioni televisive. Una su tutte “Carramba, che sorpresa!”. Grazie all’incontro con il Tenore Franco Corelli, troverà la sua vocazione nel canto lirico fino a diventare uno dei nostri rappresentati più apprezzati nel mondo. La sua dote naturale per il canto, unita ad un intenso percorso di studio, lo portano ad

essere molto apprezzato all’estero dove è intensissima la sua attività concertistica come solista dove intrattiene il pubblico passando dall’Opera al Pop in modo elegante ed innovativo. Al suo attivo ha un vasto repertorio discografico e in continua evoluzione. E contemporaneamente è vocal coach e produttore di giovani artisti emergenti, già vincitori di prestigiosi concorsi musicali e canori.

Crediti:

Casa discografica: iMD-HLSBProduction

Voice: Spero Bongiolatti

Pianoforte: Spero Bongiolatti

Recording: SOS Recording studio (SO) Italy

Mix: Alan Mesic

Photo end Video maker: Andrea Bordignon

Editing White Christmas: Elio Romeri e Alan Mesic

Editing Bianco Natale: Spero Bongiolatti

Location Photo & Videoclip: IPERVERDE ZOOGARDEN VALTELLINESE (SO)

Web site: www.sperobongiolatti.com https://www.youtube.com/@SperoBongiolatti https://www.instagram.com/sperobongiolatti/ https://www.facebook.com/@sperobongiolattitenor

MUSICA

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Con l'avvicinarsi del Natale, la frenesia dei regali inizia a farsi sentire. Se stai cercando un'idea originale e significativa, perché non considerare un regalo che possa ispirare e far crescere la passione per la musica? JP Vocal Studio Academy è la risposta perfetta!

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FAUSTO LEALI COLONNA SONORA DELLE FESTE: “VI REGALO… IL MIO NATALE”

Fausto Leali ha deciso di festeggiare i suoi primi ottanta Natali regalandosi e regalando al suo pubblico “Il Mio Natale”, una raccolta di brani che con la loro magia rappresentano la colonna sonora dei ricordi più belli e del tempo trascorso con i propri cari. Il progetto, nato da un’idea di Pasquale Mammaro – che da anni cura il management televisivo e discografico dell’artista –vede coinvolto nella produzione il maestro Luca Chiaravalli, ed è affidato alla Warner Music con la supervisione di Renato Tanchis. Per l’album è prevista una doppia uscita, sicuramente molto apprezzata dai fan: il 22 novembre in versione CD e il 6 dicembre in Vinile bianco autografato. Questa è la tracklist: ‘Così Celeste’, ‘Over the Rainbow’, ‘Jingle Bell Rock’, ‘Hallelujah’, ‘What a Wonderful World’, ‘Happy XMas (War is Over)’, ‘Amazing Grace’, ‘It’s a Man’s Man’s Man’s World’, ‘Astro del Ciel’ e l’inedito ‘Amo tutto’, per una scelta condivisa con Chiaravalli, che racconta: “Fausto, con questa voce così versatile, ci ha permesso di fare arrangiamenti diversi su brani evergreen, mettendo un pizzico di elettronica in brani super classici come ‘Astro del Ciel’ o fare una versione minimale di ‘What a Wonderful World’. Invece, dove canta con voce piena, c’è l’orchestra a sostenere la sua potenza, anche perché quando Fausto apre bocca trasforma tutto in qualcosa di speciale. La

#CoseBelle

sua versatilità ci ha permesso di mettere in luce tutte le sue potenzialità vocali: l’arrangiamento è un abito, tagliato su misura, che deve tenere conto della figura di chi lo indossa esaltandone ogni dettaglio”. In questo disco Fausto interpreta con eleganza e rispetto brani indimenticabili, da grande artista che sa fare sue canzoni tanto note quanto intoccabili: con cura regala loro una nuova veste grazie al suo celebre “graffio” e una voce inconfondibile con cui ha scritto pagine importanti della storia della musica italiana. “Abbiamo scelto brani natalizi, ma non solo, perché ci sono canzoni che, pur non essendo prettamente natalizie, sono legate a quella speciale atmosfera che si respira durante le feste. ‘Over the Rainbow’, per esempio, resa celebre da Il Mago di Oz con Judy Garland, è la colonna sonora di un film che si guarda in famiglia, da generazioni. Abbiamo scelto di cantarle e arrangiarle con delicatezza trovandoci d’accordo, da subito, con Luca Chiaravalli di non stravolgerne la bellezza. Anche la scelta dell’inedito – sottolinea Fausto Leali – è stata fatta con lo stesso sentimento, lo stesso mood. Volevamo che fosse una canzone che potesse essere il comune denominatore di un album che ha come protagonista l’amore. ‘Amo tutto’ è festosa e positiva: un vero inno non solo all’amore ma alla vita. Dovremmo essere più attenti all’amore, quello che accade anche quando non lo aspettiamo o non lo sappiamo riconoscere, distratti dalle cose negative che accadono intorno a noi. L’amore è sempre lì. L’uomo sa fare cose grandi: giocattoli per bambini, attraversare gli oceani e il cielo, ma a muoverlo, a dare energia e impulso è sempre e solo l’amore. Oggi, con i miei ottanta natali sono grato alla vita per tutto l’amore che ho avuto e grato alla donna che ho accanto che rende sempre più forte e grande il nostro Amore. Questo è il messaggio che vorrei scrivere sul biglietto di auguri di questo album, che mi piace immaginare tra i doni sotto l’albero di Natale”. E noi siamo grati a Fausto per questo regalo da mettere sotto l’albero, come un promemoria di quale dono immenso sia la vita.

Ad ogni allestimento, trasforma le vostre attività e dimore

Emanuele Salci, noto Event Planner della Capitale

EMANUELE SALCI

“NATALE

IN ARRIVO SEGUIAMO LE TRADIZIONI”

Ormai il Santo Natale è alle porte, non solo eventi e matrimoni, il tuo ruolo di esperto nel settore si evolve verso le migliori soluzioni per queste festività. In cosa consiste il ruolo del Christmas Planner?

“Il Christmas Planner è una specie di super eroe del Natale, colui che ti crea la giusta atmosfera e ti fa risparmiare tempo. Ecco, quando ho iniziato questa attività sono stato spinto da due cose. In primis dalla passione smisurata per il Natale e poi dalla voglia di aiutare le persone a vivere questo periodo in maniera più serena e con meno stress. Sai che l’atmosfera natalizia mette di buonumore? Beh, posso dirti che i miei clienti quando finisco gli allestimenti, che si tratti di un albero di Natale o di un locale intero, mi ringraziano e mi fanno sentire importante, quasi come un super eroe”.

Quali sono le attività che segui fino alla realizzazione del progetto?

“Mi occupo di ogni tipo di allestimento, dalle semplici vetrine all’intero negozio, dagli uffici, agli studi professionali, allestisco strutture ricettive e angoli di casa, o anche singoli alberi di Natale. Mi occupo, inoltre, dell’organizzazione dalla A alla Z di cene aziendali, mi contattano anche per creare una mise en place speciale per un pranzo o una cena importante. Insomma dove c’è aria di Natale, ci sono io. Dopo il classico sopralluogo, preparo il progetto e lo realizzo curando ogni minimo dettaglio, in questo posso dirti che l’esperienza come wedding planner mi aiuta, ogni cosa deve essere perfetta”.

L’ allestimento e la scelta sono legati alla location che vai ad allestire, scelte dei colori e delle scenografie, come devono avvenire?

“Dopo uno studio della location e del suo concept dialogo con il cliente cercando di carpire quello che sono i

suoi desideri. È una fase importante quella del confronto perché mi permette di ascoltare le richieste e avanzare le mie proposte. Solitamente dopo questo primo incontro le idee sono chiare, quindi si procede alla creazione del progetto che include misure, selezione degli elementi decorativi e bozza visual. Se il progetto piace si passa alla sua realizzazione e non sai che soddisfazione vedere un progetto che prende forma”.

Al termine della festività la disinstallazione come viene eseguita? E’ un servizio compreso nella vostra attività professionale?

“Certo, anche perché mi rendo conto che si tratta della parte più antipatica. Voglio dire, allestire richiede estro e ti mette entusiasmo, il disallestimento è una parte più noiosa, talvolta anche un po’ triste e quindi è giusto che a farlo sia proprio io, cioè il Christmas Planner, che anche in questa fase è visto come un super eroe”. Natale 2024. Usi e tradizioni, cosa va di moda quest’anno che non può mancare?

“Quest’anno vanno di moda i fiocchi in materiali e dimensioni differenti, gli alberi innevati e gli elementi naturali, anche le decorazioni in carta perché strizzano l’occhio all’ambiente e alla sostenibilità. Un altro trend è rappresentato dalle decorazioni originali e posso dirti che quest’anno il food sta andando forte. Tra le più amate ci sono le decorazioni golose come candy cane, omini biscottini, ciambelle, dolcetti e casette di cioccolato che mettono d’accordo grandi e piccini. Il trend dei trend però è senza dubbio rappresentato dall’arco decorativo che si può addobbare come un albero di Natale. In base alla tipologia di attività si può arricchire e personalizzare in tantissimi modi. Ad esempio per un effetto minimal-chic possono bastare le lucine, ma devono essere tantissime, funziona bene anche la combo cromatica di palline di Natale lucide e opache, per un ri-

sultato più femminile e bello carico consiglio l’aggiunta di fiori, ma in generale l’arco si presta ad un’infinità di allestimenti. Pensa che molti miei clienti stanno valutando di lasciarlo come elemento decorativo per tutto l’anno, ovviamente modificando stagionalmente le decorazioni… Trovo che sia davvero una bella idea!”. Quale fra i vari allestimenti che hai realizzato negli ultimi anni ha richiesto maggiore attenzione?

“Posso dirti che in generale ogni progetto, anche quello apparentemente più semplice richiede tanta cura e dedizione. Sicuramente allestire spazi grandi come ristoranti o strutture alberghiere risulta più complesso perché devi esser bravo a calcolare le giuste quantità di elementi che occorrono, diversificando i pezzi, creando mix che mantengano armonia e poi devi studiare sempre tecniche nuove che garantiscano una resa e una durata importante, anche a prova di bambini che frequentano gli spazi”.

Fra gli addobbi esterni e quelli interni ci sono delle differenze? Devono essere in armonia fra loro o possono essere distinti?

“Quello che consiglio sempre è di creare un fil rouge tra i due addobbi, ad esempio deve esserci un elemento caratterizzante che ritorna. L’esterno, soprattutto per un negozio deve risultare di grande impatto, deve catturare l’attenzione, spingerti a voler entrare e le decorazioni per gli interni di tutta risposta hanno come mission quella di rendere ancor più accoglienti gli spazi. L’ allestimento natalizio va considerato come una coccola per il cliente, deve regalargli un’emozione, deve trasmettere calore e così con la scelta delle giuste decorazioni possiamo fare in modo che chiunque sia all’interno riesca a percepire la magia del Natale”. Diventa virale Lele Natale, il nuovo tormentone musicale per le imminenti festività.

“Sì, ‘Lele Natale’ è praticamente la colonna sonora del Christmas Planner…Il Natale mette allegria e mentre allestisci ti viene voglia di cantare, no? Così ho pensato che sarebbe stato bello avere un tormentone dedicato. Ho raccontato la mia idea a Dayana Mangano e devo dire che è stata bravissima a trasformarla in musica sia per quanto riguarda il testo, sia l’ arrangiamento. Dopo il secondo ascolto ti entra in testa e ti viene da canticchiarla, provare per credere! La sto utilizzando sui social e mi stanno suggerendo di farne un videoclip, chissà…”.

Ma prima di salutarci, consigli da un esperto come te per la realizzazione un allestimento perfetto… “L’allestimento perfetto è quello in grado di raccontare l’essenza dell’ attività, rispettando il mood, lo stile e i colori. Se parliamo dell’allestimento degli spazi di casa sicuramente bisogna avere un occhio ancora più attento, è importante rispettare la tipologia di arredamento, le tonalità, le abitudini della famiglia perché l’allestimento natalizio deve essere un plus che arricchisce la vita, deve risultare armonico e funzionale e allora sì, quello per me è l’allestimento perfetto”.

Colui che ha una grande ricchezza in se stesso è come una stanza pronta per la festa di Natale, luminosa, calda e gaia in mezzo alla neve e al ghiaccio della notte di dicembre (Arthur Schopenhauer)

Auguri di un Sereno Natale e di un Felice 2025

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