GP Magazine dicembre 2022

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dire quello che penso. Mi piace la libertà di potersi esprimere, sempre nel massimo rispetto delle persone. Il rispetto è la prima condizione”.

Tanta televisione, in veste di conduttrice (ricordiamo programmi come Colorado Cafè, Wind Music Awards, Mammoni, RDS Academy) ma anche da attrice (con partecipazioni nelle serie di Don Matteo, Così fan tutte, Vita da Carlo). Videoclip, doppiaggio, spot pubblicitari. Tanto teatro (dall’esordio con “Attila a Birra Flash” con Sandro Massimini, “Luci del Varietà”, “Amarcord”). Un curriculum lungo e variegato. Cosa consiglieresti ai giovani che cominciano a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo?

“Di essere affamati di curiosità. È stata la curiosità a portarmi molto oltre la danza. Non ho mai smesso di sperimentare, studiare, esplorare… credo che nella vita bisogna essere curiosi e studiare. E poi, non mollare mai, continuare a crederci. È importante che i giovani trovino un equilibrio, mentale e fisico, e che mettano a fuoco i talenti che possono sviluppare. Ma per farlo, credo che debbano lasciare un po’ da parte telefonini e social, utilizzandoli in maniera appropriata. Dovrebbero dedicargli un tempo ridotto, impegnandosi a costruire un percorso che li rappresenti e li soddisfi”.

Quel percorso che certamente Rossella ha saputo costruire per sé, con entusiasmo e determinazione, ma anche con quella curiosità di cui parla, che le ha consentito di aprire un sentiero ricco e stimolante, che ogni giorno le dà la carica giusta per continuare ad essere un’artista completa, che può indossare panni diversi e sentirsi sempre a suo agio.

COVER STORY
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© Foto di Marco Barbaro Gioielli: Il Diamante

parole, di soffermarsi sui particolari, di ritornare su un concetto ombroso, di soffermarsi a godere di un suono, di una parola, proprio quella, ricca di significato per sé stessi. È una macchia del tempo che ci avvicina al nostro passato stendendolo davanti ai nostri occhi e ci proietta nel futuro ricchi di nuovi progetti, pieni di speranza e di piacere”.

Con 'serendipity', si indica la logica della scoperta casuale o in senso più ampio il fenomeno della conoscenza accidentale. Secondo Lei, quali sono gli elementi che agiscono sulla nostra mente attraverso la serendipity, leggendo un passo di un libro?

“La lettura evoca atmosfere straordinarie, le parole accompagnano in nuovi mondi, il dialogo con la voce narrante suscita emozioni mai vissute prima. Quando appare argomento un concetto o un’informazione. Ehi prima sconosciuta, improvvisamente lo si nota ovunque. I libri sono scritti proprio per trasmettere conoscenze ma hanno il potere di far risuonare dentro sé stessi cose note inconsciamente e intuitivamente, mai condivise prima, rendendole reali. Nel momento in cui avviene questo incontro, la scoperta attiva una cascata associativa che piano piano si trasforma in una rivelazione, un insight, una presa di coscienza. La lettura arricchisce anche per questo e causa quella che amo definire 'l’incurabile dipendenza dal sapere'”. Quali consigli si sente di dare a chi sottovaluta l'importanza della lettura o a chi decide di rinunciarci? “I racconti stimolano la fantasia e la creatività, aiutano di costruire narrazioni e alimentano la capacità di raccontare sé stessi. Nei bambini la voce della mamma e del papà che leggono una fiaba, un racconto, una filastrocca li avvicinano alla realtà attraverso una voce amata e carica di affetto. La voce di un genitore che legge, dà un grande piacere, incuriosisce verso i libri in sé e la lettura, abitua all’ascolto di audiolibri, podcast e musica, incuriosisce su quello che gli “altri” hanno da dire. Leggere aiuta a stare meglio, è una “medicina naturale”, è curativa, divertente, rilassante, emozionante. Oggi sappiamo che soltanto il 16% della popolazione legge un libro, è una grande perdita per chi non lo fa. Per essere stimolati a leggere bisogna leggere ciò che piace. Leggere non è una punizione, un dovere, un obbligo. Libri cartacei, in pdf, ebook per chi inizia si equivalgono, il contenuto arriva lo stesso. Agli adolescenti, bisogna dire che leggano quello che piace loro, fantascienza, fantasy, 'graphic novels', tutto quello che può avvicinarli piano piano alla lettura dei classici. Molte persone si scoraggiano perché fanno un percorso al contrario, iniziano con 'mattoni' indigeribili perché linguisticamente troppo complicati e senza una gradualità tra linguaggio semplice del parlato dei Social e il linguaggio più articolato e complesso della scrittura. Per poter apprezzare un libro bisogna poterlo capire. La parola d'ordine è 'un passo alla volta'”.

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Diego, leggendo alcuni commenti sui social, si deduce che la signora Gilda è anche terapeutica.

“Totalmente terapeutica. Tante persone hanno avuto un terribile trascorso alle spalle e quindi davanti ad un video di Gilda, dimenticano per un attimo il dolore e sorridono”.

Gilda tratta a suo modo alcune tematiche importanti. Ecco, affrontiamo il tema degli haters. Come reagisce questa signora ruspante?

“Grazie al cielo, ce ne sono stati pochissimi. Non bisogna stare zitti davanti a questi soggetti, ma bisogna metterli nella stessa condizione in cui vogliono che stiano gli altri. Sotto Gilda c'è uno stronzo come Diego in cui incappano e quindi poi si pentono”. Quali attinenze ci sono tra Diego e Gilda?

“Sono caratterialmente uguali, l'unica differenza è che Gilda è una mamma. Il nostro messaggio arriva diretto senza mezzi termini, ragioniamo alla Funari”. Quando è nata Gilda?

“Dopo il lockdown, Gilda è nata per caso e mi ha cambiato la vita, nel senso che mi ha totalmente assorbito come lavoro dietro”.

Nel passato gravitavi nel mondo dello spettacolo o eri estraneo?

“Ho ballato per tanti anni il latino americano. Inoltre per quanto riguarda canto, recitazione e doppiaggio, mi sono sempre mosso da autodidatta”. Che lavoro svolgevi?

“Ho sempre avuto una predisposizione alla vendita. Ho,lavorato anche in un call center”. Da dove hai preso l'ispirazione per il personaggio?

“Dalla mia mamma. E'nato tutto per un presa in giro a mia madre. Da poco era venuto a mancare il mio papà . Io vivevo a Roma e mia nonna nel frattempo è stata ricoverata in una struttura perchè bisognosa di continua cure. Così mi sono trasferito nella casa che era rimasta vuota. Quella vestaglia rossa che si vede nei video e che ho trovato in quella casa, la utilizzavo veramente in quanto a Rocca di Papa fa freddo. Ho trovato anche una parrucca in un ripostiglio. Per gioco ho iniziato a postare video e da lì è partito tutto”. Quando produci i video urlando e imprecando contro i figli, i tuoi vicini di casa si mostrano disturbati?

“No, no. Anzi si divertono. Il caso vuole che la figlia di Gilda si chiami Flavia, proprio come una vicina”. Gilda è molto richiesta, hai in cartellone alcune date?

“In questo mese di dicembre sono il 9 in una bruschetteria a Cisterna di Latina, il 16 alla Perla di Castel Gandolfo e in più sono previste varie tombolate sparse. La sera del 31 sarò all'Uliveto, un ristorante di Velletri”.

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con l'obiettivo di realizzare progetti innovativi che tengano anche conto delle esigenze dell'utilizzatore”.

Come è nata la passione per il design?

“Ho conseguito il diploma di Liceo scientifico ma ho sempre avuto interesse per le materie artistiche e per il disegno tecnico. Quindi al termine dei 5 anni di liceo al mondo scientifico ho preferito quello più creativo, che mi avrebbe potuto aiutare a sviluppare questo mio interesse”.

Parlaci di queste tue prime creazioni legate all'illuminazione attraverso oggetti di riuso come il cd. Come è nata l'idea?

“In questi ultimi anni sentiamo spesso parlare di sostenibilità, economia circolare, il problema dello smaltimento dei rifiuti e il mio primo pensiero è stato quello di creare qualcosa utilizzando oggetti riciclabili che avrebbero anche avuto un costo complessivo ridotto. Ecco l'idea di utilizzare i cd, messi uno accanto all'altro, ho cercato di dare una forma e da qui una lampada. Mi sono ispirato ad un pittore russo Kandinsky nelle cui opere d'arte esponeva le teorie sull'uso del colore: secondo lui il colore ha odore, sapore ma soprattutto un suono e da qui la mia scelta dell'utilizzo dei colori dell'arcobaleno”.

Che significato hanno?

“Per me hanno un significato molto importante, innanzitutto perché sono i primi progetti che ho realizzato al di fuori del programma universitario, ma anche perché sono un modo per esprimere me stesso: cd è musica, musica è luce, colore, allegria”. Oltre ai cd che altro materiale hai utilizzato?

“Ho utilizzato anche tappi di bottiglie di acqua in plastica trasparente, che ho colorato proprio con i colori dell'arcobaleno, ciascuno con un colore diverso; ho scelto i tappi di plastica trasparente per far passare la luce e dare leggerezza alla struttura”.

La particolarità è data dal gioco di colori che le luce hanno attraverso i riflessi dei cd, giusto?

“Sì esatto, la luce della lampadina riflette proprio sui cd creando questo gioco di colori che si ritrovano anche nei tappi, in modo da attirare l'attenzione di chi lo guarda”.

Hai in mente altre creazioni simili?

“Mi piacerebbe molto pensare a nuove creazioni, ma ora devo concentrarmi sui lavori, su progetti che mi vengono assegnati come programma universitario che è molto impegnativo”. Nel settore dell'architettura e del design, cos'è che ti appassiona maggiormente?

“Mi piace l'idea di poter mettere in un progetto creatività, utilità, bellezza, originalità, qualità tutte combinate tra loro. Mi piace trasmettere emozioni a chi osserva”. C'è qualche altro progetto su cui ti stai impegnando?

“Per il momento ho alcune idee ma sono solo bozze, solo idee che restano nella mia testa, in attesa di avere nuovamente un po' di tempo per concretizzarle. Proseguendo nel mio percorso potrò imparare nuove nozioni che mi aiuteranno e ispireranno per i miei progetti futuri”.

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Il pubblico da casa ha imparato a seguirla, ad apprezzarla e ad ammirarla. Giuliana Balestra è uno dei personaggi esplosivi ed emergenti della scorsa estate televisiva. Grazie alla sua presenza su Sportitalia, ha conquistato tutti per bravura e bellezza ma vola bassa. Alla sua immagine ha sempre scelto di affiancare la sua professionalità. Per lei, che sogna da sempre di diventare una giornalista sportiva, lavorare in tv è un trampolino di lancio verso sogni ancora tutti da realizzare. Nata e cresciuta ad Udine, diplomata in Ragioneria, è una delle predestinate del mondo televisivo. Lo sa bene il popolo del web che ormai da tempo l’ha incoronata fra le bellissime di Instagram. “Ma io non amo pubblicare tutta la mia vita privata sui social, mi limito a pubblicare il minimo – racconta –per me il mondo dei social è un bellissimo passatempo, al quale però do la giusta importanza”.

Ripartiamo proprio da qui: la tua immagine conquista per classe e eleganza.

“Sì, a maggior ragione non mi interessa il pensiero, o peggio il giudizio, che qualcuno possa fare limitandosi a guardare la mia immagine. La gente, attraverso i social, si

crea l’immagine che vuole e i giudizi vengono dati con troppa facilità”.

Il tuo “mondo” sta diventando la tv. “Ho iniziato a lavorare in Tv qualche anno fa: ho partecipato ad uno scherzo de Le Iene, poi ho trattato il calciomercato su Sportitalia, infine ho partecipato ad una puntata di Tiki Taka. Tantissime esperienze, ma resto con i piedi per terra: penso che la strada sia ancora lunga e che ho ancora tanto da studiare”.

Certo, questa è la tua strada… “Lavorare in tv è sempre stato il mio sogno nel cassetto, con professionalità e competenze voglio guadagnarmelo sul campo. Anche grazie all’esperienza a SportItalia mi sono convinta che la differenza la faccia, sempre e comunque, la competenza che una persona è in grado di mostrare su un determinato argomento”.

Certo, la tua immagine non sfugge… “Sì, ma la fotografia e la cura estrema della propria immagine, sono armi a doppio taglio. Diciamolo sinceramente: è facile mettersi in gioco ma è molto difficile essere “forti” e ignorare i giudizi ed i pregiudizi che la gente si fa al riguardo. Tutto questo mondo, che in apparenza è principalmente strutturato sull’immagine, è molto più duro di quanto si posso immaginare”. Insomma, non basta essere belle!

“Su questo… poco ma sicuro! Ho solo 21 anni, ho fatto poche esperienze in questo mondo e non mi sento ancora pronta per dire che questa sarà la mia strada. Tuttavia, posso dire che sto valutando i pro e i contro”. E, soprattutto, vuoi continuare a crescere senza smettere di essere la ragazza che sei… “Nel quotidiano mi reputo una ragazza semplice: mi piace vestirmi bene e sentirmi sempre pronta in ogni occasione, ma le semplici cose per me hanno un valore imparagonabile. Non mi reputo materialista e, anzi, ci tengo più ad essere una bella persona dentro che una bella persona fuori”.

Insomma, ci sono ancora molte strade da scrivere.

“Proprio così, per ora non smetto di lavorarci sopra! Ho ancora troppa poca esperienza nel mondo dello spettacolo per potermi immaginare una carriera in questo mondo, però posso dire che per me é molto importante il percorso di studi che inizierò a settembre. Mi metterò a studiare per diventare una giornalista sportiva e per provare a trovare la strada che faccia al caso mio!”.

Contatto social: @giulianabalestra

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luciana FraZZetto

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E’ la protagonista assoluta di “Tutti Pazzi per Mamma”, lo spettacolo diretto da Massimo Milazzo che sta conquistando i vari teatri italiani. Luciana Frazzetto interpreta Marisa, personaggio principale della commedia, che vede nel cast anche Nino Taranto, Paciullo e Barbara Russo. Uno spettacolo comico, ma che lancia anche dei messaggi importanti. In questa intervista, Luciana ci ha parlato anche della sua esperienza nel film “Io sono l’abisso” di Donato Carrisi svelandoci i suoi prossimi progetti. Luciana, sei in tournée con lo spettacolo “Tutti pazzi per mamma” in cui interpreti Marisa. Cosa ti ha più colpito di questo personaggio? Hai dei punti in contatto?

“In questa divertentissima commedia interpreto Marisa, mamma di Paolo e moglie di Maurizio. Marisa mi cattura e mi entusiasma ogni sera. E’ una donna con un carattere forte e determinato; una donna che fa le veci del vero capofamiglia riuscendo a tenere le fila fra un marito, un figlio e una fidanzata che da soli provocherebbero solo disastri. Lei è una donna romana, verace, simpatica e senza peli sulla lingua, con un passato di attrice cinematografica. E’ una donna che per il suo uomo ha rinunciato alla sua carriera. E’ nobile d’animo, schietta, allegra, ironica e con tanta voglia di vivere ma soprattutto è molto altruista. Questo personaggio l’ho calzato a pennello. In scena Luciana-donna, e Marisa-personaggio, sono due donne travolgenti, tenaci e sanguigne. Abbiamo moltissime cose in comune”.

Nello spettacolo si affronta anche il tema del femminismo. Marisa ad un certo punto viene scritturata come

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attrice e dovrà trasferirsi in America. Nella tua vita sei sempre riuscita a trovare un equilibrio tra le due sfere o hai dovuto mettere da parte in alcuni momenti uno dei due?

“Nella mia vita ho cercato di trovare un equilibrio tra la mamma e l’attrice, cercando di fare entrambe le cose nel modo giusto anche se non è stato facile. Nel lavoro ho fatto sicuramente delle rinunce importanti perché mi allontanavano per troppo tempo da mio figlio, ma l’ho fatto volentieri perché la famiglia è più importante di ogni cosa, anche dei propri sogni. Spero però di essere riuscita a conciliare la vita privata con il lavoro e se invece, inconsapevolmente non l’ho fatto… allora chiedo scusa”.

Al tuo fianco, nel cast, ci sono Nino Taranto nel ruolo di Maurizio, suo marito, e Paciullo e Barbara Russo, in quello del figlio Paolo e dell’aspirante nuora Cristina. Come ti sei trovata ad interagire con loro?

“Con i miei colleghi Nino, Paciullo e Barbara, mi sono trovata benissimo. Sono tutti bravi, allegri e divertenti. Veri professionisti. Con Taranto e Paciullo, poi, ci conosciamo da anni e finalmente Massimo Milazzo, è riuscito a riunirci e farci lavorare finalmente insieme. Insomma siamo un quartetto formidabile, ognuno con le proprie caratteristiche e con una vis comica straordinaria”.

Hai preso parte anche al film “Io sono l’abisso” di Donato Carrisi. Che esperienza è stata?

“Sono stata molto felice di aver partecipato al film 'Io sono l’Abisso'. E’ stata una bellissima esperienza. Io provengo dal cinema, ho lavorato con grandi registi, grandi personaggi: Federico Fellini, Damiano Damiani, Salvatore Samperi, Castellano e Pipolo, i fratelli Vanzina, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi…. Ma lavorare con Carrisi è stata un’esperienza particolare. I personaggi sono stati curati nei minimi particolari. Riprese con luci soffuse, inquadrature molto strette sui dettagli. Non ho ancora visto il film perché quando è uscito io debuttavo in teatro e quindi non vedo l’ora di andare a vederlo. Tutti i personaggi sono stati costruiti a tavolino dove venivano delineati i tratti psicologici di ognuno di noi: l’uomo, la ragazza, la cacciatrice di mosche, le donne di una certa età che frequentano i club per adulti”.

I teatri hanno vissuto una situazione complicata durante la pandemia. Secondo te oggi si può parlare di ripartenza? Sei ottimista al riguardo?

“E’ stato sicuramente un periodo buio per noi artisti e per tutti i teatri, soprattutto per i piccoli che non godono di sovvenzioni di nessun tipo ma sono solo Teatri privati come il nostro teatro che abbiamo aperto io e mio marito Massimo Milazzo, ai Castelli a Rocca Priora: Teatro Le Fontanacce. Siamo stati chiusi due anni per la pandemia e abbiamo dovuto annullare una stagione di spettacoli interessanti. Ora però credo che pian, piano il pubblico, anche se timoroso, si stia risvegliando e stia cominciando a frequentare nuovamente i teatri perché ha bisogno di evadere, di ridere e di divertirsi e noi attori siamo pronti ad accoglierli. E’ bello vedere il teatro nuovamente pieno. Quindi… si, sono ottimista. Dobbiamo ricominciare a vivere e a socializzare”.

Prossimi progetti?

“A marzo ho già diverse date programmate con un mio monologo tragicomico scritto a quattro mani da me e Riccardo Graziosi, 'Nei Panni di una Donna' per la regia di Massimo Milazzo che tocca anche il tema del femminicidio. E’ un monologo, che affronta il delicato ed attuale tema della violenza sulle donne attraverso un’esperienza uomo /donna che racconto con profonda energia, inizialmente con un’ironia graffiante, fino a svelare poi tutta la sua drammaticità. E per finire c’è anche un progetto televisivo, e anche se non sono superstiziosa, non svelerò nulla”.

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aaron asteria

Dalla sviZZerailcantautore

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Aaron Asteria muove i primi passi nella musica fin da bambino, quando nella soffitta di casa trova una vecchia chitarra della madre. Proprio grazie a questo ritrovamento inizia a comporre i suoi primi brani. Nel 2020 quello che sembrava essere soltanto un hobby diventa per lui una vera e propria fonte di guadagno. Complice la pandemia e le misure restrittive in atto, il cantautore rivoluziona il concetto di live dedicandosi all’attività di buskers partecipando ad oltre 40 concerti tra festival, live streaming e opening act. La svolta arriva l’anno successivo quando vince il contest indetto da Coca Cola “MyCoke Music Soundcheck” dove riesce ad imporsi su oltre 400 partecipanti con il brano “Young & Hot”. Il suo ultimo singolo “The Boats Are Back” ha superato di recente i 47 mila ascolti su Spotify. “Blood Sky” è il primo tassello di una nuova grande avventura che lo porterà alla scoperta dell’Italia e del mondo intero. Dallo scorso 28 ottobre è disponibile in digital download e in rotazione radiofonica “Blood Sky” (Gotham Dischi/INgrooves). Dopo la vittoria al MyCoke Music Soundcheck, contest indetto da Coca Cola con oltre 400 iscritti, l’artista svizzero approda nel nostro Paese per far innamorare anche il pubblico italiano.

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Come ti sei avvicinato alla musica?

“La prima volta che mi sono avvicinato alla musica è quando ho trovato una chitarra in una vecchia soffitta. La chitarra era di mia madre e aveva solo tre corde, però ho iniziato subito a suonarla e a inventare le prime canzoni. Da bambino mi piaceva sempre far divertire le persone ed ero creativo e scrivevo dei piccoli brani”. Qual è stato il primo artista che ti ha colpito musicalmente?

“Il primo artista che per me è stato importante è stato Bruce Springsteen. Mi ricordo che mio padre mi fece ascoltare un suo brano "My hometown" e mi sono immedesimato tanto nella canzone ed è stata la prima volta in cui ho pensato che avrei potuto scrivere una canzone anche io. Avevo 11 anni”.

In che maniera ti definisci come artista, chi è Aaron Asteria?

“In italiano c'è una parola che mi piace molto per definire chi sono: cantautore. Per me non è solo importante scrivere brani ma anche cantarli. Mi definisco quindi un cantautore”.

Quali sono le differenze che pensi ci siano tra la Svizzera e l'Italia per la musica?

“Le persone italiane sono molto più legate alla musica rispetto alla Svizzera. In Italia quasi tutti conoscono le parole delle canzoni e le cantano. Il popolo italiano canta sempre e quasi come se ogni persona sapesse cantare e conoscono moltissimi brani. In Svizzera non è così, la musica è sempre un sottofondo, un retroscena; la musica ci piace ma non é una cosa che ci fa muovere”. Come nasce “Blood Sky”?

“'Blood Sky' racconta un amore vietato, due persone che si incontrano in una foresta per compiere un rituale e vivere liberamente il loro amore. Io amo il film horror e per il sound e le atmosfere anche del videoclip mi sono ispirato molto al cinema horror. Nel video sono voluto andare oltre al significato della canzone e raccontare una storia più ampia. Racconto la storia di una strega che trova delle scatole misteriose, ma per scoprire tutta la storia dovete vedere il video! Non vi posso rivelare altro”.

C'è un artista italiano che ti piace particolarmente? “Sì, mi piace moltissimo Lucio Battisti e in particolare "La canzone del sole". Poi anche i Coma Cose mi piacciono da morire, soprattutto la voce della cantante”. Ti vedremo live? Puoi anticiparci i tuoi prossimi progetti?

“Sì, ci saranno dei Live anche in Italia. Il 22 novembre ho suonato a Milano in occasione della Milano Music Week e poi tanti concerti anche nel mio Paese. Per restare aggiornati su tutto, potete vedere i miei prossimi concerti sulle mie pagine social, su Instagram in particolare. Per il futuro ci sarà tanta nuova musica, ci sto lavorando e per ora non posso dirvi altro”.

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cinecittà WorlD

laFestaDi caPoDannoPiùGranDeDi roma

L’arrivo del nuovo anno si festeggia a Cinecittà World con la festa più grande di Roma e dodici ore di puro divertimento. Il 31 dicembre il Parco a tema del Cinema e della Tv della Capitale si trasforma in un mega Villaggio del divertimento dove aspettare il 2023 scegliendo tra diverse tipologie di cenoni a tema, 40 attrazioni aperte fino a tarda notte, concerti, discoteche, dj set e spettacoli dal vivo. Dalle 18 fino alle 6 del mattino si ride, si balla e si canta con i grandi ospiti che si alterneranno sui palchi di Cinecittà World - annunciati sul sito www.cinecittaworld.it - per regalare emozioni in un Capodanno all’insegna della gioia e della spensieratezza. Il divertimento è pensato per i gusti di tutti, grandi e bambini, grazie a un’offerta ricca e variegata. L’esperienza comincia dalle proposte culinarie. I menù differenti del Charleston Club, del Ristorante Roma, del Saloon e delle Cene Spettacolo nei Teatri rispondono ai diversi desideri gastronomici per aspettare l’arrivo della mezzanotte, accompagnato dallo scoppiettante spettacolo dei fuochi d’artificio.

Tra luci e colori, la Cinecittà Street vestita a festa sarà la cornice ideale per un brindisi da ricordare. È da qui che Babbo Natale, i mercatini e il Festival delle luminarie “Polvere di Stelle” accompagneranno i visitatori in un percorso suggestivo, tra pinguini, orsi bianchi e alberi colorati, che dal tramonto fino a chiusura illumineranno tutto il

parco. C’è una festa per ogni ospite. Per i più scatenati la destinazione è il Teatro1 dove ballare fino al mattino con la maratona dj set in cui si alterna musica commerciale, house, tecno e hip hop. Allo Spazio Eventi il calore latino travolgerà tutti con l’allegria dei balli latino americani, il luogo perfetto per chi vuole divertirsi al ritmo di salsa, bachata e merengue. E ancora, risate e brividi al Teatro 4 con lo show Trucchi Da Paura. Nell’Arena Stunt sale l’adrenalina con lo spettacolo di auto e monster truck.

Nel Regno del Ghiaccio, l’unico snow park al coperto d’Italia, i più piccoli potranno giocare con la neve, quella vera! Quattro le attrazioni con cui divertirsi: Pattiniamo la tradizionale pista di pattinaggio, Scivolone la multipista per sfidare gli amici in divertenti discese, Palle di neve dove arrampicarsi su morbide montagne bianche e Kamikice per precipitare senza freni tra le curve di un vorticoso scivolo.

Per gli amanti del genere irrinunciabile il nuovo Scivolo di Natale dove ridere di gusto, sotto un cielo di stelle, durante le divertenti discese con amici e parenti.

Il programma dettagliato della serata è disponibile sul sito: www.cinecittaworld.it

Un Capodanno con i botti a partire da €40 e tutto in un solo biglietto!

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