GP Magazine giugno 2024

Page 1

ANNO 25 - Numero 274 GIUGNO 2024

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 421/2000 del 6/10/2000

DIRETTORE EDITORIALE E RESPONSABILE

Alessandro Cerreoni a.cerreoni@gpmagazine.it

REDAZIONE

Info. 327 1757148 redazione@gpmagazine.it

IMPAGINAZIONE E GRAFICA

GP Spot

HANNO COLLABORATO

Lisa Bernardini, Patrizia Brancati, Mariagrazia Cucchi, Mirella Dosi, Mara Fux, Rosa Gargiulo, Francesca Ghezzani, Silvia Giansanti, Marisa Iacopino, Marialuisa Roscino, Roberto Ruggiero

SPECIAL THANKS

Ai nostri inserzionisti, Antonio Desiderio, Dottor Antonio Gorini

EDITORE

Punto a Capo Srl

PUBBLICITA’

Info spazi e costi: 327 1756829 redazione@gpmagazine.it

Claudio Testi - c.testi@gpmagazine.it

STAMPA

GMG Grafica Srl - Via Anagnina 361 - Roma

Chiuso in redazione il 24/05/2024

Copie distribuite: 20.000

Contatti online: 4.500 giornalieri attraverso sito, web, social e App

Sito: www.gpmagazine.it

Seguici anche sui social GP Magazine

EDITORIALE

SIAMO PRONTI

PER UNA NUOVA SFIDA

Le sfide sono fatte per essere affrontate a testa alta e per arrivare fino in fondo. Fu questo lo spirito che 25 anni fa ci spinse a creare questa rivista. Dal niente. Sulle ceneri di un altro prodotto editoriale diverso da questo e senza particolari pretese. Negli anni siamo cresciuti, diventando un magazine molto apprezzato dal pubblico e dagli addetti ai lavori del mondo dello spettacolo, della musica, della cultura e dell’arte. GP Magazine oggi è una realtà consolidata e rispettata. Un giornale che rappresenta anche una vetrina importante per tutte le aziende che, giorno dopo giorno, mese dopo mese e anno dopo anno, ci hanno mostrato fiducia. Investire per essere presenti sulle nostre pagine è un’ottima opportunità di legarsi ad una rivista che offre eleganza, prestigio e preziosità. Si tratta di un eccellente ritorno di immagine che non ha nulla a che vedere con quella che si potrebbe ottenere attraverso un qualsiasi altro spazio pubblicitario sia sui quotidiani che sui social. Stare su queste pagine significa sposare il bello e supportare le storie dei protagonisti che amiamo raccontare. Significa andare oltre e fare qualcosa di diverso e di utile. Adesso la sfida che ci si pone davanti è ancora più difficile ma affascinante. Ci stiamo avviando a trasformare GP Magazine in un web magazine a tutti gli effetti. Una scelta dettata dal cambiamento degli usi e delle abitudini del pubblico. Viviamo in un mondo in cui lo smartphone è sempre tra le nostre mani. Prenotiamo una vacanza, ordiniamo un pizza, acquistiamo un biglietto aereo o ferroviario, leggiamo le notizie e le storie… in ogni momento e in ogni luogo, sempre attraverso il nostro cellulare. E idem quando siamo davanti ad un computer, lavoriamo e nei momenti di pausa ci distraiamo navigando nella Rete.

GP Magazine rafforzerà la sua presenza sul web. Abbiamo già una App funzionante, scaricata da decine di migliaia di utenti, siamo presenti su tutti i social con i quali raggiungiamo un pubblico vastissimo in ogni parte d’Italia e del mondo. E poi c’è il nostro sito, che sarà un altro nostro cavallo di battaglia. Questo per dire che stiamo abbandonando la carta per abbracciare la tecnologia al 100 per cento. Per i nostri inserzionisti non cambierà nulla e, anzi, godranno di una visibilità maggiore e di un prestigio senza eguali. E per i protagonisti che intervistiamo e raccontiamo sarà lo stesso e anche di più.

La nuova sfida è solo all’inizio…

CONDIZIONI - Nessuna parte di GP Magazine può essere riprodotta. GP Magazine è un mensile a distribuzione gratuita a servizio dei lettori. Salvo accordi scritti, le collaborazioni sono da intendersi a titolo gratuito; articoli e interviste sono realizzati in maniera autonoma dai collaboratori che ne chiedono la pubblicazione senza nulla pretendere in cambio e assumendosi ogni responsabilità riguardo i contenuti. I banner pubblicitari da noi realizzati sono di nostra proprietà e qualsiasi utilizzo al di fuori di GP Magazine deve essere da noi autorizzato dietro esplicita richiesta scritta

Sommario 3 6 CONTEMPORANEA-MENTE AMBASCIATA DELL’IRAQ 10 OLHA PRIRODA 18 DOTTOR ANTONIO GORINI LA MELATONINA 24 PATRIZIA BRANCATI NATUROPATIA 34 ITALIANI NEL MONDO VALERIA PANNOZZO 36 MASSIMO PARAVANI 39 VALERIA ANCIONE 44 EMANUELA DEL ZOMPO 49 MICHAEL E ANDREW CIPRIANI 50 MARIA ZAFFINO 52 STORIE DI RADIO ANTONELLA CONDORELLI 54 FRANCESCA ALOTTA 58 A&G GLOBAL EVENTS 10 50 54 36 39 44 52

L’EVENTO

“CONTEMPORANEA-MENTE”

GRANDE SERATA DI ARTE, CULTURA E FRATELLANZA PRESSO

L’AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA DELL’IRAQ

Con l'Ambasciatore Saywan Barzani, a fare gli onori di casa, si è svolta lo scorso 8 maggio, presso l'Ambasciata della Repubblica dell'Iraq a Roma, il Vernissage di inaugurazione della mostra d'arte "Contemporaneamente", pittura e calligrafia araba, con le opere degli artisti Karen Thomas (Germania), Mauro Russo (Italia), Nestore Bernardi (Italia) e Amjed Rifaie (Iraq).

Dall'Ambasciatore iracheno Barzani e dagli artisti sono risuonate bellissime parole dedicate alla pace e all'unione dei popoli.

Al prestigioso evento hanno partecipato diversi gruppi diplomatici, ambasciatori, gruppi delegati dall'ONU Organizzazione delle Nazioni Unite, l'Ambasciatore della Repubblica dello Stato dell'Iraq presso la Santa Sede Vaticana, le rispettive missioni diplomatiche accreditate

6
DEL MESE
Da sinistra, gli artisti Mauro Russo, Nestore Bernardi, Karen Thomas, l’ambasciatore iracheno Saywan Barzani e l’artista iracheno Amjed Rifaie

presso il Quirinale, la Repubblica di Malta, San Marino e la Santa Sede.

Tra gli illustri ospiti presenti al Vernissage: l'attrice Adriana Russo, Franco Mariotti direttore di Cinecittà Holding, Nadia Bengala Miss Italia 1988, Giò Di Sarno cantante e presentatrice, Alessandro Cerreoni direttore della rivista GP Magazine, Francesco Caruso Litrico giornalista, Sergio Ferroni di LN International, lo scrittore Rosario Sprovieri, la PR di moda Raffaella Naddeo, il prefetto Fulvio Rocco De Marinis, i galleristi di ART GALLERY GREGORIO

VII Peter Manchia e Laura Scribano, l'Ambasciatore onorario Andrea Tasciotti, il collezionista d'Arte Danilo Egidi

Il vernissage si è concluso con un ricco cocktail e buffet di specialità arabe

7
L’artista Mauro Russo e l’ambasciatore iracheno Saywan Barzani Da sinistra, il direttore di GP Magazine Alessandro Cerreoni, la presentatrice Giò Di Sarno, l’artista Mauro Russo e la PR di moda Raffaella Naddeo

COVER STORY

OLHA PRIRODA “CREARE IL MIO BRAND DI BORSE È STATA

UNA GRANDE

EMOZIONE”

Mamma a tempo pieno, modella e oggi imprenditrice con il suo brand di borse che porta il suo nome: “Olha Priroda”. Borse in vera pelle, di qualità e realizzate in Italia.

Lei, Olha, è una ragazza nata in Ucraina, che ha trovato in Italia la sua stabilità. E’ una persona semplice, con i piedi a terra ma molto determinata

Olha, sei nata in Ucraina. Come è stata la tua infanzia lì? Quali erano i tuoi sogni?

“Sì, vengo dall'Ucraina. La mia infanzia là è stata bellissima. Ho dei bellissimi ricordi della mia infanzia, iniziando dalla scuola. Per tanti anni ho praticato la danza classica/moderna. Durante l'estate andavamo nel paese insieme alla nonna e trascorrevo l'intera estate immersa nella natura. Inventavamo giochi interessanti e creativi, un ricordo bellissimo”.

Hai sempre avuto passione per la moda o è nata crescendo?

“Da piccola mi piaceva tantissimo la moda. Spesso con la mia paghetta compravo le riviste. Mi piaceva osservare i vestiti e ritagliare i pezzi che mi piacevano di più. A 9 anni sono riuscita a creare un vestito da sola, utilizzando una t-shirt di mio fratello, e devo dire che era venuto davvero benissimo”.

Cos’è che ti piace della moda?

“Per me, la moda è un modo per esprimere la propria identità, non necessariamente seguendo le tendenze del momento, ma creando uno stile personale unico. Mentre in passato le persone indossavano vestiti simili, oggi abbiamo molte più opzioni che ci permettono di mostrare la nostra personalità”.

Hai lavorato come modella. Hai fatto sfilate? Sei stata testimonial di qualche azienda?

“Sì, sono testimonial di HL Italia dal 2022 ad oggi! E devo dire che sono molto contenta di esserlo perché i loro prodotti sono professionali e veramente molto efficaci. Quindi se posso consigliare i prodotti per la skincare certamente consiglio HL. Invece non ho mai partecipato alle sfilate,

10

www.olhapriroda.it

11

COVER STORY

ad eccezione di alcune sfilate svolte presso al cune accademie di moda e costume a Roma”.

Qual è il tuo stile nel vestirti?

“Molto semplice, femmi nile e mai troppo aperto. I colori che pre ferisco sono delicati, come tonalità pastello o neutre. Mi piace creare un aspetto pulito, ordi nato e senza mai risul tare troppo decorato. Tuttavia, molto spesso opto semplicemente per una comoda tuta spor tiva”.

E’ vero che lavorare come modella non sempre ti sei sentita libera? Perché?

“È vero, perché ovvia mente ogni brand e ogni cliente ha le pro prie richieste su come desidera presentare i propri abiti, accessori, trucco, ecc. Pertanto è giusto che il cliente for nisca indicazioni. E se ad esempio tu vedi un certo abito in un modo diverso dal cliente, questo potrebbe rappresentare un limite poiché non puoi mostrare il tuo punto di vista. Personalmente, ho sempre avuto idee chiare su come vestirmi e su come desideravo apparire. Questo è il motivo per cui ho rifiutato diversi lavori da modella che non rispecchiavano il mio stile e la mia identità”. Hai creato un tuo brand di borse. Ne vogliamo parlare?

www.olhapriroda.it”. Come è nata l’idea di creare il tuo brand? E soprattutto hai incontrato difficoltà?

“L'idea è nata durante la mia gravidanza. Successivamente, dopo la nascita della mia bambina, ho capito che volevo cominciare. Sì, ho incontrato delle difficoltà fin dall'inizio, specialmente durante la produzione della borsa ‘03’ e in altre occasioni che mi hanno bloccata. Tuttavia, nonostante tutto, ho lanciato il mio brand grazie all'incoraggiamento e all'aiuto di mia madre. Poi mia figlia mi ha dato una grande dose di coraggio e mio marito mi ha ispirato moltissimo. Lui è una persona che si impegna tantissimo nel proprio lavoro mettendoci amore, impegno, costanza e dedizione. Sono grata a Dio per loro. Credo in Dio e credo che dovremmo essere sempre grati per tutto”.

Sei diventata mamma da poco. Come riesci a conciliare il lavoro da imprenditrice con la famiglia?

“Sì, è davvero emozionante sentire parlare del mio brand di borse, una frase che fino a poco fa era solo un desiderio. Ora posso finalmente parlare del mio brand che ho lanciato, mostrando la moda, la femminilità e lo stile secondo la mia visione”.

A quale tipologia di donna sono indicate le tue borse?

“Le nostre borse sono veramente adatte a tutte le donne, indipendentemente dall'età. Abbiamo creato una collezione versatile e variegata che si adatta ad ogni stile e personalità. Le nostre borse sono in vera pelle e Made in Italy, che poi sono i due criteri più richiesti dalle donne per una borsa”.

Chi è interessata dove può acquistarle?

“Può acquistare in modo facile e sicuro sul sito

“Con una buona organizzazione si può fare tutto. Sono una mamma a tempo pieno e sono sempre con la mia bimba. Riesco a lavorare solo quando lei dorme e non sempre è sufficiente, quindi non riesco sempre a fare tutto. Nonostante le difficoltà, so che è possibile farlo, basta avere il desiderio e l'organizzazione necessari. Il mio esempio migliore è sempre stata mia madre e spero di poter essere anch'io un esempio così per mia figlia”.

La tua attività di modella continua o l’hai abbandonata?

“Diciamo che per adesso è abbandonata, dedico tutto il mio tempo disponibile al lavoro sul mio brand”.

Hai un sogno nel cassetto?

“Il mio sogno è molto semplice: desidero la pace in tutto il mondo e una vita felice per ogni bambino e persona su questa terra! Tutto il resto sono i miei obiettivi che intendo raggiungere”.

12
13

Emicrania con aura negli adolescenti perché è importante intervenire e curarla

L'emicrania con aura è un disturbo che si può presentare durante l’adolescenza e condizionare la vita dei ragazzi, causando significativi disagi psicofisici e compromettendo la qualità della loro vita. L’emicrania con aura, è stato ampiamente dimostrato da numerosi studi scientifici, non solo causa mal di testa (cefalea), ma è accompagnata da una serie di altri sintomi neurologici, come disturbi della vista (scotomi scintillanti, annebbiamento), formicolii, difficoltà a parlare (afasia, disartria), tremore “interno”, parasonnie, sindrome delle gambe senza riposo. Oltre al disagio immediato, l'emicrania con aura, rivelano gli studi scientifici, pubblicati su “Cefalalgia, Frontiers in Neurology, Current Pain and Headache Reports”, può avere negli adolescenti, anche conseguenze a lungo termine, tra cui la riduzione del rendimento scolastico, problemi di socializzazione, rischio di abuso di farmaci antidolorifici. Di tutto questo e molto altro, ne parliamo oggi con Adelia Lucattini, Psichiatra e Psicoanalista, Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana e componente dell’International Psychoanalytical Association

Dottoressa Lucattini, Quali sono le dimensioni del fenomeno?

“Secondo l’OMS, la cefalea è la seconda causa di disabilità nel mondo e rappresenta un grave problema sanitario per il suo elevato impatto sulla qualità della vita e la compromissione della vita sociale, accademica e lavorativa. La prevalenza mondiale degli attuali disturbi di cefalea negli adulti è di circa il 46%, la prevalenza nei bambini è di circa il 58%. L'emicrania è tra le 10 malattie più invalidanti al mondo con una prevalenza approssimativa dell'11% negli adulti e del 10% negli adolescenti. Le cefalee primarie, cioè che non dipendono da altre patologie, rappresentano lo 0,7 e il 2,6% di tutti gli accessi pediatrici annuali ai Pronto soccorso e di questi il 20% è rappresentato da casi di emicrania. Il picco è tra gli 11 e i 13 anni. L’età media di insorgenza è sia intorno agli 8 anni, che entro i 15 anni di vita. L’ 82% ha avuto almeno un episodio di cefalea. In età scolare i maschi sono maggiormente colpiti, mentre dopo il periodo puberale, il disturbo prevale nelle ragazze”.

Quanti sono gli adolescenti affetti da emicrania con aura e come si manifesta?

“Innanzitutto, è necessario precisare che l'emicrania è una malattia cronica ad andamento recidivante, ovverosia, si ripresenta periodicamente. L'attacco di mal di testa è preceduto da sintomi sensoriali una settimana prima e una volta cessato, permangono una sensazione di confusione, ottundimento, rallentamento, i disturbi possono continuare per un'altra settimana. Possono, tuttavia, esservi fenomeni di aura emicranica senza il mal di testa. Secondo recenti studi pubblicati sul ‘Journal of Headache Pain’, l’11% degli adolescenti soffre di emicrania, di questi il 3% sono afflitti dall'emicrania con aura, una forma specifica di emicrania che è associata a disturbi del linguaggio (afasia, disartria), visivi, uditi, cutanei, nausea, vomito, tremore “interno” percepito soprattutto a livello toracico, parasonnie, immagini durante l’addormentamento, sindrome delle gambe senza riposo. Inoltre, è frequentemente associata a disturbi emotivi e psicologici, in parte correlati all’emicrania in sé (iperattività, agitazione), ma per la gran parte dovuti agli effetti traumatici dell’aura che angosciano soprattutto gli adolescenti, quando la malattia si manifesta in modo più intenso e persistente”. Quali sono le sensazioni più comuni che gli adolescenti affetti da emicrania con aura possono sperimentare? “I sintomi visivi, sensoriali o del linguaggio che precedono il mal di testa, possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita degli adolescenti. Sebbene l’aura emicranica duri dai 10 ai 30 minuti, il non trovare le parole (nomi propri e comuni), scambiare le parole, non riuscire pronunciarle bene, spaventa e raggela. Sentire fischi, sibili, avere un’eco di voci, vedere scintille, ragnatele o avere episodi di cecità parziale, causano ansia, disorientamento e preoccupazione. I disturbi durante l’addormentamento (vedere ombre che si muovono, percepire il letto che trema, avere movimenti involontari delle gambe o del torace) angosciano e possono causare insonnia, associata all’ansia anticipatoria”. Quali sono le principali implicazioni psicologiche dell'emicrania con aura sugli adolescenti?

“Ansia, depressione, fobie, difficoltà di concentrazione, insicurezza e insonnia, fobia scolastica. L’evitamento delle situazioni sociali quali sport e attività ricreative, sono solo alcune delle conseguenze sulla vita dei ragazzi che soffrono di mal di testa”.

In che modo, l'emicrania con aura può contribuire a generare sensazioni di impotenza e di isolamento sociale nei ragazzi?

“I sintomi sensoriali o del linguaggio negli adolescenti che soffrono di emicrania con aura, possono avere un impatto

14
ZOOM

serio sulla qualità della loro vita, come dicevamo poiché causano ansia, fobie, disorientamento, depressione, insonnia. Inoltre, si sentono impotenti se non riescono a controllare il dolore, hanno attacchi di panico per le dispercezioni visive e uditive e si isolano, poiché i rumori forti scatenano il mal di testa per cui è difficile stare in classe, in palestra, in luoghi affollati al chiuso, ad esempio in discoteca. È importante una diagnosi precoce, già nell'infanzia anche se nella maggior parte dei casi, la diagnosi avviene intorno ai 16 anni quando il gradiente di difficoltà scolastica aumenta. È noto, infatti, che lo stress causato dalla permanenza in aula, dalle richieste senza pause di attenzione e rendimento nello studio sono dei fattori scatenanti del mal di testa. In particolare, i bambini i emicranici manifestano tra i 7 e gli 8 anni i loro sintomi perché proprio in terza elementare (Scuola Primaria) aumenta il gradiente di difficoltà, così come alle superiori (Scuola Secondaria di Secondo grado) tranne casi particolari si hanno episodi severi, sia al primo anno per i 14 anni, che successivamente, al terzo anno, interno ai 17 anni. Il sostegno psicologico va impostato immediatamente, poiché nella prima fase dell’analisi vi è un lavoro necessario di comprensione dei sintomi e non è semplice accettare di avere una malattia e che se non curata può diventare persistente, sia che si tratti di un bambino, sia che si tratti di un adolescente. Convivere con un disturbo che già si sa di avere anche prima dell'incontro con lo psicoanalista, anche se non si comprende bene cosa sia e che si ripresenta periodicamente, è molto difficile da sopportare sia da bambini che da adolescenti”. Qual è l’importanza del sostegno psicoanalitico per gli adolescenti affetti da emicrania con aura? “Il sostegno psicoanalitico è necessario in quanto i sintomi ansioso-depressivi provocano disturbi fin da bambini, per il mal di pancia (emicrania addominale), per la nausea e il vomito. In adolescenza anche per le limitazioni sociali, per la frustrazione di non riuscire a raggiungere i risultati desiderati e non poter frequentare luoghi affollati, andare alle feste o in discoteca. Infatti, il mal di testa è scatenato dai rumori forti e da alcune tonalità specifiche di rumore che ritroviamo in classe, in palestra e in discoteca, in luoghi chiusi, rumorosi e affollati. È fondamentale sottolineare che non ci sono cure farmacologiche nell'infanzia, fatta eccezione degli antidolorifici, per cui il trattamento di fondo e la prevenzione resta psicoterapeutico e psicoanalitico. Dopo la pubertà, è possibile impostare delle terapie farmacologiche idonee, l'intervento psiconalitico con orientamento anche psicoeducativo resta di prioritaria importanza”.

mente che c’è qualcosa che non va dentro se stessi, fuori dal loro controllo. Il dolore determina una sensazione di pericolo e impotenza, l’aura fa sentire “strani” e in balia di fenomeni bizzarri. Questo finché, grazie alle cure neurologiche e psicoanalitiche, imparano a conoscere l’emicrania e i suoi disturbi, e ad intervenire autonomamente. Se non trattata, l’emicrania può andare incontro a cronicizzazione, ad attacchi più frequenti e duraturi. Da un punto di vista psicologico può portare alla stabilizzazione dei sintomi ansioso-depressivi e delle fobie”.

Quali consigli sente di dare ai genitori e agli stessi adolescenti, che vivono il disagio di avere con frequenza questo problema di salute?

“Un attacco di mal di testa può capitare nella vita, bisogna saperlo gestire con gli antidolorifici su prescrizione medica. Di non spaventarsi, poiché se non torna possiamo ben dire che “una rondine non fa primavera”; Avere consapevolezza che l'emicrania e l'emicrania con aura è una malattia curabile sia con i farmaci che con un trattamento psicodinamico o psicoanalitico, ma che va riconosciuta il prima possibile attraverso una visita specialistica con un neurologo o psichiatra specializzato in cefalee e dolori cranio-facciali che richiederà inevitabilmente molti accertamenti prima di fare una diagnosi di emicrania primitiva tra cui risonanza magnetica dell'encefalo, elettroencefalogramma, analisi del sangue, visita oculistica, visita otorinolaringoiatrica e altro.

Sapere che la maggior parte delle emicranie primitive (non provocate da altri fattori ad esempio un trauma cranico, sinusite cronica, etc.) e anche l'emicrania con aura, sono malattie familiari, con componente ereditaria. Quindi chiedere sempre se c'è in famiglia qualcuno che soffre di mal di testa ricorrente, stagionale, legato al ciclo mestruale e rivolgersi ad uno specialista; Attivare sempre un Programma didattico personalizzato (PDP), poiché è una patologia che rientra nella legge sui Bisogni educativi speciali (BES). Gli studenti emicranici hanno bisogno di poter uscire se c'è troppo rumore in classe, interrogazioni programmate per gestire meglio le crisi emicraniche, e dei giorni di assenza per emicrania, rientrano infatti nel computo delle assenze per malattia e non nel computo generale delle assenze.

Avere un po’ di coraggio e chiedere un supporto psicologico e specialistico. Avere un dolore intenso o leggero ma duraturo, a scadenza regolare, che si accentua a scuola o quando si pratica sport, crea inevitabilmente un disagio profondo, fa temere di non riuscire a realizzare e i propri desideri e le proprie aspirazioni.

Quali possono essere le conseguenze a lungo termine?

“Se non si interviene tempestivamente sia con un trattamento dell'emicrania in sé, sia con un trattamento psicoanalitico per la gestione del mal di testa e dell’aura, questi costituiscono dei microtraumi cumulativi che negli anni possono determinare importanti sintomi psicologici (depressione, angoscia, ansia anticipatoria, evitamento, fobie somatiche). Infatti, sia i bambini che gli adolescenti, si sentono aggrediti dall'interno, percepiscono chiara-

Per i genitori, avere attenzione e comprensione per i figli, solitamente solo uno dei due genitori è emicranico, più frequentemente si pensa alla madre, ma il padre può esserlo e avere crisi scatenate da fattori (trigger) differenti. Non avere nessuna titubanza a rivolgersi a uno a uno specialista e a uno psicoanalista. Se compare nell'infanzia, sono consigliabili delle sedute di terapia psicoanalitica familiare per una gestione “familiare” dell'emicrania e del disagio psicologico, insieme tutto si affronta meglio”.

15

SALUTE & BENESSERE

Melatonina Le sue funzioni vitali e perché è bene integrarla

Cos’è esattamente la melatonina? C’è necessità di integrarla? A quali soggetti è indicata l’integrazione? Quali benefici apporta se la assumiamo sotto forma di integratore?

Qual è la quantità giusta?

Ne parliamo con il dottor Antonio Gorini (*) un medico che ha scelto la mission professionale di mettere al centro la persona nella sua complessità e trovare la cura che sia personalizzata e volta a ristabilire uno stato di salute prolungato

Cos’è la melatonina?

“La melatonina è una molecola che esiste da 2,5 miliardi di anni ed è presente in tutti gli organismi viventi, dai batteri all’essere umano. E ciò che è ancora più incredibile è che la sua struttura molecolare non è mai cambiata! È prodotta da una ghiandola posta al centro del cervello, la ghiandola pineale o epifisi. Viene rilasciata la notte e intorno alle ore 2 abbiamo il picco massimo di concentrazione nel sangue. Con l’età la produzione di questa molecola fisiologicamente si riduce. Tra i 50 e i 60 anni la quantità prodotta è 1/3 di quella che veniva sintetizzata tra i 5 e i 10 anni di età. La ghiandola pineale si chiama così perché ha la forma di una pigna. È l’unica ghiandola del nostro corpo che è sensibile alla luce e ai campi elettromagnetici. Per questo la pigna viene usata da secoli come simbolo religioso ed esoterico. Numerose sono le rappresentazioni artistiche della pigna in stemmi, quadri, sculture, chiese e templi”.

Quali sono le sue funzioni?

“Considerando che Madre Natura non ne ha modificato la struttura nel tempo e che ogni essere vivente ne è munito, direi che la sua funzione è vitale! È considerata la molecola della “lunga vita” nel senso che controlla diverse funzioni tra cui il regolare svolgimento dei ritmi biologici. Mi spiego. Il funzionamento cellulare è sottoposto a ritmi legati alla produzione di varie sostanze con una modulazione ben precisa. Basti pensare al ritmo circa mensile del ciclo femminile. Ormoni che si alternano nell’arco di 28 giorni per favorire prima l’ovulazione e poi il ricambio del tessuto endometriale in assenza di gravidanza. Ancora più importanti i ritmi giornalieri (o circadiani), come, ad esempio, la produzione del cortisolo che è maggiore al mattino e decresce la sera con il minimo nelle ore notturne. Ciò è funzionale al suo ruolo di mantenerci in attività nelle ore diurne e deve diminuire la sera per favorire il riposo. Anche la melatonina ha il suo ritmo, come dicevamo. Infatti, viene rilasciata la notte e durante le 24 ore subisce una serie di trasformazioni chimiche a seconda delle necessità del sistema biologico nelle varie ore della giornata. Tra i suoi compiti principali vi è, quindi, di fare da regista dei ritmi

18

biologici, come un direttore d’orchestra che indica i tempi e le modalità di esecuzione a tutti gli altri sistemi biologici (neuro-endocrini-immunitari). Per questo motivo regola anche il sonno, pur non avendo il meccanismo d’azione dei comuni sonniferi. In età giovanile la melatonina dirige la crescita corporea e lo sviluppo dei caratteri sessuali. Ha un’azione antiossidante, di protezione dei neuroni, di stimolo e rinnovamento del sistema immunitario, riduce l’invecchiamento, ha un’azione “anti-stress” riducendo l’eccesso degli ormoni coinvolti nelle risposte allo stress prolungato come il cortisolo e la prolattina”.

A chi e quando può essere utile l’integrazione?

“Per quanto detto sopra l’integrazione di melatonina può essere di aiuto a tutti sopra i 50 anni. Ha un vero e proprio effetto “antiaging”! Inoltre, può essere utilizzata nei deficit di accrescimento, nei disturbi del sonno e più in generale nei disturbi legati allo stress psico-fisico. Fondamentale il suo ruolo nel campo immunologico e oncologico. Può essere anche utile nel ridurre gli effetti del jet lag. Può essere assunta per lunghi periodi e non ha effetti collaterali. In pochi casi alcune persone possono riferire sonnolenza al risveglio e ciò li fa abbandonare l’uso della melatonina. In questi soggetti magari la produzione interna era sufficiente oppure il riequilibrio dei ritmi sonno-veglia indotto dall’integratore di melatonina stimola una necessità di “riposo” maggiore. In effetti, molto spesso, facciamo una vita che non rispetta i cicli sonno-

veglia naturali, andando a dormire molto tardi e/o svegliandoci troppo presto, il tutto con livelli alterati di ormoni a causa di stress h24…”. In caso di assunzione a livello di integrazione, come orientarsi nella scelta e a cosa bisogna prestare attenzione?

“Per le regolamentazioni italiane in commercio si possono trovare solo compresse da 1 mg, ma questo può essere un dosaggio insufficiente per alcuni. Per fortuna esistono anche le formulazioni in gocce nelle quali una goccia corrisponde ad 1 mg di melatonina, quindi, sarà più comodo aumentare il dosaggio se necessario. In commercio, inoltre, si trovano numerosi prodotti in cui la melatonina è una delle molecole utilizzate. La maggior parte di questi integratori hanno indicazione per i disturbi del sonno. In questo caso fate attenzione perché la materia prima dei fitoterapici associati alla melatonina e la giusta dose sono fondamentali per l’efficacia. Molto spesso si sente dire: “ho preso il prodotto X e non mi ha fatto nulla (per dormire)”. La qualità della materia prima e le dosi corrette sono fondamentali! Ricordatelo! Inoltre, i disturbi del sonno sono legati a molteplici fattori e molto spesso non risolvibili con una compressina di fitoterapici (con o senza melatonina). Chiedete sempre aiuto ad un medico esperto in medicina naturale o integrata”.

E’ vero che la melatonina a livello di medicina integrata è utilizzata come “pacchetto” di una terapia più ampia?

“L’approccio alla salute della medicina integrata vede la persona nel suo insieme di corpo-mente

19

SALUTE & BENESSERE

e spirito, pertanto, la terapia consigliata sarà sempre un insieme di rimedi volti a regolare il sistema che si trova in difficoltà in quel momento”.

In tal caso, quali sono le patologie che si curano anche con l’integrazione della melatonina?

“Non parlerei di “cura”, ma di supporto integrativo. Sicuramente la dobbiamo utilizzare nei disturbi legati al sonno, all’ansia e allo stress. Spesso questi tre aspetti sono concomitanti… Anche nelle problematiche di deficit del sistema immunitario e negli stati infiammatori importanti. Inoltre, vi sono numerosi studi sull’uso della melatonina ad alte dosi in oncologia. Ad alte dosi la melatonina, ed alcuni suoi metaboliti, hanno un’azione antitumorale diretta oltre a stimolare quella parte del sistema immunitario che di -

strugge le cellule malate. Inoltre, ridurre cortisolo e prolattina con la melatonina è molto utile in quanto essi sono o promuovono fattori di crescita per le cellule tumorali. Nei casi in cui sia indicata una dose più alta di melatonina è necessario ricorrere ad un medico esperto, che può far preparare il prodotto in una farmacia galenica, seguire l’evoluzione del disturbo e gestire la terapia al meglio”.

Andando incontro all’estate, stagione nella quale i disturbi del sonno sono più accentuati, potrebbe essere utile assumerla?

“A mio avviso dopo i 50 anni è utile assumerla sempre e tutto l’anno, così come dovremmo fare per la vitamina D nutrizionale. Laddove si abbiano dubbi, è possibile sapere quanta melatonina liberiamo in circolo, facendo il dosaggio della molecola nel sangue o con test salivare. In questo modo abbiamo la certezza della necessità di integrazione e la possiamo monitorare nel tempo. Per il resto si seguano i disturbi. Il corpo manda segnali in continuazione, se li ascoltassimo, potremmo prevenire una grande quantità di disturbi e malattie”. E per chi viaggia verso località lontane e in presenza di fuso orario dalle 5 ore di differenza in su?

(*) Il dottor Antonio Gorini è esperto di Nefrologia, Oncologia Integrata, Medicina Funzionale di Regolazione, Low Dose Medicine, Medicina Integrata, Fitoterapia, Omeopatia e Omotossicologia, Microimmunoterapia, Ossigeno Ozono Terapia, Statistica della Ricerca e Pratica Clinica, Agopuntura. E’ docente presso l’International Academy of Physiological Regulating Medicine

“Molto interessante il ruolo della melatonina nel famoso effetto “jet lag”. L’uomo non è fatto per “volare” con macchine capaci di attraversare più fusi orari nel giro di poche ore. Quando accade la nostra ghiandola pineale (epifisi) registra un rapido cambio nel campo magnetico terrestre e non è in grado di adeguare la produzione e liberazione di melatonina in tempi così rapidi. Da ciò deriva lo stordimento e la difficoltà di adeguare il ritmo sonno veglia così come gli altri ritmi circadiani, cioè il famoso effetto jet lag.In tali occasioni è importante assumere il “regolatore” dei ritmi circadiani, la melatonina”.

Via Archimede 138 - Roma

Info. 06 64790556 (anche whatsapp) www.biofisimed.eu antonio.gorini@biofisimed.eu www.miodottore.it/antonio-gorini/internista-nefrologo-omeopata/roma

20

PSICOLOGIA

ROBERTA CAPPELLUTI

“SUL

CAMPO” PER CONTRASTARE

BULLISMO E CYBERBULLISMO

Roberta Cappelluti, Psicologa clinica e dello sport, è membro dell’equipe tecnico scientifica di Roma capitale per il tavolo tecnico di lotta al contrasto bullismo e cyberbullismo promosso dalla Lega Nazionale Dilettanti in sinergia con l’Assemblea Capitolina di Roma Capitale e col supporto del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

A partire dal mese di settembre, un primo gruppo di scuole e di società sportive dilettantistiche della Capitale saranno coinvolte in un progetto diffuso che mira a rafforzare le azioni di prevenzione e la crescita di consapevolezza rispetto il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo mediante azioni pratiche e mirate.

Per sviluppare il progetto, saranno messi a disposizione degli insegnanti di ruolo e dei tecnici qualificati di Federcalcio un manuale e diversi moduli e-learning, mentre da ottobre i docenti inizieranno la sperimentazione attiva nelle classi seguendo le tecniche apprese.

Dietro alla stesura del protocollo e del manuale in e-learning c’è anche l’approccio di Roberta Cappelluti che, in qualità di membro dell’equipe scientifica, ha contribuito a definire i contenuti della progettualità e, da settembre, sarà sui campi per spiegare il protocollo alle società che vi hanno aderito.

“L’obiettivo è quello di favorire l’alfabetizzazione emotiva e digitale delle giovanissime generazioni, incontrandole dove si fa lezione o dove si fa sport – afferma Roberta Cappelluti – L’applicazione del protocollo permetterà di migliorare le competenze emotive e sociali degli studenti, oltre che di riflettere in maniera collettiva sul ruolo delle parole, dette di persona o in rete, e sul legame che ciascuno di noi ha con le proprie emozioni”.

loga Roberta Bruzzone, è composta da docenti uni versitari specializzati in diversi settori. Una formazione multidisciplinare che trova il suo raggio d’azione nella psicologia infantile in ambito sistemico relazionale e nei disturbi del comportamento alimentare, fino a chiamare in campo competenze nel settore della devianza sociale, della criminologia e della psicologia dello sport.

L’equipe scientifica, della quale fa parte la crimino-

CONTATTI SOCIAL @roberta.cappelluti

22

NATUROPATIA & BENESSERE

CHE STRESS! COME GESTIRLO IN NATUROPATIA

Inizio questo viaggio, avventurandomi nella jungla urbana, nelle corse che cominciano di prima mattina e trovano forse pace nelle tarde ore serali... in cui non ci si trova più intorno ad un tavolo a chiacchierare, condividere e scaldarsi gli animi, ma spesso si riversa lo stress di un'intera giornata nell'ambiente familiare e di coppia... Quanto giova tutto questo alla salute ed al benessere dell'essere umano moderno dell'era post industriale, quella della quarta rivoluzione, della digitalizzazione, dello smart working, dell'intelligenza artificiale?

Stimoli continui, veloci, ritmi frenetici... click!

Quotidianamente siamo sottoposti a diversi stressors, ossia agenti o fattori stressanti che attivano più risposte adattative. Gli stressors possono essere sia eventi piacevoli che spiacevoli, e quelli più comuni alla vita di tutti i giorni, sono preoccupazione, conflitto, paura, disoccupazione, carenza di tempo libero, alimentazione scorretta, ritmi frenetici, necessità di dover essere multitasking, e tutti portano a stress fisico, mentale, psicologico ed emotivo. Tuttavia, nell'ambiente urbano, siamo esposti anche ad una grande varietà di sostanze chimiche di sintesi, che negli ambienti naturali e preindustriali erano assenti. Entriamo in contatto non con singole sostanze, ma con una miscellanea complessa di sostanze, riscon-

24

trate contemporaneamente in aria, particolato atmosferico, acqua e cibi. A tutto questo si aggiunge l'inquinamento da campi elettromagnetici artificiali (tablet, pc, cellulari, ecc.), che costituiscono, insieme a quelli già elencati, un ulteriore tipo di stressors che si somma a tutti gli altri, attivando molteplici risposte adattative.

Ne deriva che lo stress, inteso come "risposta psicologica e fisiologica che l'organismo mette in atto nei confronti di compiti, difficoltà o eventi della vita valutati come eccessivi o pericolosi", si arricchisce nella sua accezione di nuovi significati, in quanto determinato anche da fattori esterni invisibili e spesso incontrollabili, che si sommano a tutti gli stressors finora conosciuti. L'adattamento allo stress, si caratterizza per una fase iniziale di allarme, tipicamente definita "combatti o fuggi", seguita da una successiva fase di resistenza e da un crollo, se lo stimolo stressogeno è protratto nel tempo. L'intensità e la durata delle fasi varia da individuo ad individuo, e si può manifestare con un insieme di sintomi vaghi ed aspecifici quali ansia, insonnia, astenia, angoscia, difficoltà di concentrazione, disturbi del tono dell'umore, somatizzazioni viscerali ed algie diffuse, in quanto aumenta l'infiammazione sistemica e generalizzata e lo stress ossidativo. Se siamo costantemente sotto stress, la produzione degli ormoni adrenalina, noradrenalina e cortisolo, il cui rilascio è funzionale all'attivazione dell'asse dello stress, rimane elevata, e ciò può provocare disturbi sia psicologici, che fisici, come aumento della pressione arteriosa, malattie cardiache, obesità e diabete.

Quali strumenti in via generale consiglio per far fronte a tutto questo, per mantenere e preservare un equilibrio bio-psico-fisico-emozionale e spirituale?

L'intervento primario è sullo stile di vita ed è personalizzato per ogni individuo.

Ci sono tuttavia delle indicazioni generali che ognuno può scegliere di seguire:

Praticare la respirazione diaframmatica in diversi momenti della giornata, il primo dei quali, al mattino appena svegli. Sotto stress il respiro diventa corto, a volte affannoso e si può avere un senso di costrizione al torace e di tensione cervicale e scapolo omerale. La respirazione conferisce migliore ossigenazione ad organi e tessuti, chiarezza e lucidità mentale ed induce un senso di calma.

Aumentare il livello di idratazione, soprattutto in coloro che si dimenticano di bere, non sentono lo stimolo della sete o non bevono per mancanza di tempo.

Praticare esercizio fisico in misura non inferiore a 150 minuti alla settimana, allenando resistenza e forza, ed evitando le ore serali, per mantenere una fisiologica circadianità.

Ripristinare il ritmo sonno/veglia, attraverso un sonno e riposo rigeneranti di 7/8 ore.

Evitare tossici ambientali e imparare a gestire la dipendenza tecnologica da cellulari e smartphone, per

limitare e contenere i danni biologici da inquinamento elettromagnetico.

Migliorare il rapporto con il cibo e con una sana alimentazione naturale, a basso indice glicemico e circadiana, che rispetti il nostro orologio biologico ed ormonale. Lo stress, non è un buon motivo per rifugiarsi in zuccheri, dolci, pane, pasta, pizza, farine bianche e raffinate, grassi saturi e trans, alcol, salumi ed insaccati, bevande gassate ed edulcorate, latte e derivati in eccesso, cibi pronti e confezionati industrialmente nella plastica e successivamente scaldati nel microonde.

Prediligere alimenti come verdure, cereali integrali in chicco, semi oleosi, legumi, se tollerati, olio extravergine di oliva spremuto a freddo, tutti preferibilmente biologici, meglio se a km 0. Selezionare carni, pesci, uova, latte e derivati, che non provengano da allevamenti intensivi, in cui gli animali sono spesso alimentati, in alcune fasi della loro crescita con ormoni ed antibiotici, che inevitabilmente finiscono nella catena alimentare.

Prediligere alimenti antiossidanti, come mirtilli, frutti di bosco, broccoli, noci e semi, açai, bacche di goji, avocado, uva nera, sempre tenendo conto della stagionalità e della provenienza.

Fare meditazione e pratiche di lunga vita come yoga, qi gong, thai chi.

Utili, per il rilassamento, trattamenti manuali ed energetici o l'automassaggio con oli vegetali biologici, spremuti a freddo con l'aggiunta di qualche goccia di olio essenziale, dalle proprietà rilassanti e pacificanti.

Coltivare le relazioni che fanno stare bene.

Dare spazio ad una passione che porti ad esplorare ed esprimere uno o più talenti.

Ritagliarsi settimanalmente uno spazio in cui stare a contatto con la natura.

Invito al rito della tisana serale, sia essa digestiva o rilassante, una coccola semplice, da sorseggiare con attitudine calma e grata per essere giunti alla fine di una giornata super impegnativa.

Quando e come fare tutto questo?

Anche qui basta... un click!

E questa volta avviene dentro di te e si chiama cambiamento.

Inizia da poche, sane abitudini, ripetile tutti i giorni, con costanza e forza di volontà. I tempi per innescare un cambiamento duraturo sono medio lunghi, fatti anche di ricadute, ma le soddisfazioni immense per la forza, l'energia e la stabilità interiore che acquisisci.

Apri lo sguardo e scorgerai un filo d'erba, un fiore, un parco in cui riconnetterti con la natura, un sorriso che illumina la tua giornata.

Per saperne di piu: www.patriziabrancati.it

"Le informazioni contenute in questo articolo, non costituiscono nè terapia, nè cura ed hanno scopo puramente informativo ed in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento"

25

Un salto a Fisherman’s Wharf

Il centro nevralgico del turismo (e del gusto) a San Francisco

Impossibile visitare la California e San Francisco senza fare un salto a Fisherman’s Wharf! Da oltre 120 anni è il molo dei pescatori della città, dove ancora oggi sono ormeggiati pescherecci che rendono unica l’esperienza di gustare la cucina di mare a San Francisco. Si narra che i primi pescatori a San Francisco fossero italiani, e ancora oggi tante famiglie dalle antiche radici italiane procedono da generazioni nel portare avanti il proprio mestiere. Da un lato un viale che conduce lungo il mare in una scelta tra diversi ristoranti e musei fino a piazza Ghirardelli, che prende il nome dal cioccolatiere italiano (di Rapallo) Domenico Ghirardelli dalla cui professionalità imprenditoriale ha preso vita la Ghirardelli Chocolate Company, ad oggi terza azienda produttrice di cioccolato più antica d’America. Oggi, qui dove un tempo sorgeva la sua prima sede, sono presenti un albergo, ristoranti e negozi, tra cui naturalmente uno interamente dedicato alla cioccolata a marchio Ghirardelli, da gustare in tavolette di ogni dimensione o da assaporare densa e calda con un ciuffo di panna montata come tanto piace fare a turisti e locali. Dall’altro lato del Fisherman’s Wharf, una camminata che rende ancor più ben visibile le prigioni di Alcatraz site sulla piccola isola che sorge tra le acque che tutti qui narrano essere ben popolate da squali. A seguire si entra naturalmente nel molo “Pier 39”, all’interno del quale è stato costruito un centro commerciale all’aperto che non annoierà di certo anche chi non ama lo shopping. Questo luogo offre infatti attrazioni e spettacoli a sorpresa in strada, una serie di ristoranti tra cui il curioso Bubba Gump Shrimp Company, che si scopre essere una vera e propria catena americana che serve gamberi in tutte le salse dedicando la sua filosofia ai protagonisti del film Forrest Gump (il cibo qui non è in realtà di qualità eccelsa, ma vale la pena fare un salto nello shop tutto dedicato alle frasi celebri del film nonché ancora ai gamberi). Aperto sin dal 1978, Pier 39 attira oggi turisti americani e stranieri anche grazie alla presenza dell’Acquario cittadino e di una sala video all’avanguardia che offre proiezioni tridimensionali in realtà virtuale. Camminando all’esterno della parte dedicata al centro commerciale, il molo è reso inoltre molto particolare dall’invasione dei leoni marini che prendono il sole su degli ampi pontili costruiti appositamente per loro. Ma ciò che attirerà maggiormente i buongustai, e che non potrete assolutamente perdere in occasione di una visita turistica in zona, sono di certo le vongole e il granchio “dungeness”. Nella stagione estiva si possono trovare

26 GUSTO

chioschi che li vendono in formato “street food” (come il granchio con pane e abbondante burro fuso in cui lo stesso viene immerso), ma sarà un’esperienza anche scegliere di accomodarsi in un ristorante per gustarli comodamente vivendo tutta l'atmosfera di un pasto in stile americano. Le vongole pescate sulla costa pacifica americana potranno essere assaggiate ad esempio all’interno del boudin, una zuppa molto simile a un chowder, servita dalla storica Boudin Bakery sita a Fisherman’s Wharf all’interno del celebre San Francisco Sourdough (il loro pane morbido al lievito madre). Scegliendo uno dei tanti ristoranti lungo il mare si potrà invece gustare comodamente il granchio di Dungeness in diverse versioni, da quella pura a quelle accompagnate con salse o ancora gratinate al forno. Ritrovarselo nel piatto fa senza dubbio un certo effetto, vista la grandezza. qui a San Francisco lo chiamano amichevolmente “dungie”, che abbrevia il loro nome proveniente dal porto di Dungeness (sito nello stato di Washington) dove per la prima volta vennero pescati a scopi commerciali. Per anni la pesca di questo granchio ha rappresentato un’attività redditizia preziosa per l’industria ittica californiana, ma accanto a ciò il granchio è soprattutto diventato un’icona culturale delle comunità costiere da nord a sud della California, e non di meno si eleva a cibo simbolo della condivisione per i locali, che lo hanno reso un must da consumare a tavola durante le occasioni di festa con la famiglia o con gli amici. Dopotutto è proprio lui che rende ancor più unica l’atmosfera a Fisherman’s Wharf: la sua immagine accoglie sull’installazione nella piazzetta centrale (nella foto di copertina), è riportata sugli orologi degli edifici, sui cartelli, sulle imbarcazioni, ed è non di meno frutto di giochi di parole divertenti, viene stampato sulle magliette, ed ancora è il pupazzo di peluche che tutti i bambini qui in vacanza desidereranno portare via con sé come ricordo.

La ricetta del mese: Granchio in insalata estiva

Ingredienti per 4 persone: Granchi reali cotti, 2; Prezzemolo fresco, 20g; Finocchi, 200g; Papaya, 200g; Pomodorini rossi e gialli, 150g; Erba cipollina, 3 ciuffi; Olio extravergine d’oliva, q.b.; Fior di sale, q.b. Per la citronette ai lamponi: Lamponi freschi, 40g; Succo di 1 limone; Acqua, 1 cucchiaio; Olio extravergine d’oliva, 30ml

Preparazione: Spolpate i granchi aiutandovi con gli appositi strumenti da cucina per aiu tarvi a spaccare il carapace, raccogliete la polpa in un recipiente e conditela con appena un filo d’olio e un pizzico di fior di sale. Subito dopo, procedete a passare del prezzemolo fresco e ben lavato alla centrifuga o ancor me glio all’estrattore, per ricavarne il suo succo verde. Riunite la polpa degli astici in un reci piente, per poi condirla con l’estratto di prez zemolo ottenuto (ne basteranno due cucchiai per ciascun granchio utilizzato), mescolando bene per conferirgli colore e sapore. Mondate e lavate le verdure, poi procedete tagliando il finocchio e la papaya sbucciata a cubetti. Ri muovete in seguito la parte apicale dei pomodorini e tagliateli in quarti. Per completare, preparate una salsa veloce d’accompagnamento, riponendo in un contenitore cilindrico i lamponi freschi insieme al succo di un limone, un cucchiaio d’acqua e l’olio di semi di canapa. Frullate il tutto ad immersione fino ad ottenere una salsa fine. Filtratela al passino per rimuovere i semi dei lamponi. Al momento di servire, riunite frutta e verdure in un recipiente, conditele con l’erba cipollina tritata, un pizzico di fior di sale e un filo d’olio extravergine. Utilizzate un coppapasta rotondo per dare forma alla vostra insalata nel centro del piatto di servizio. Infine, adagiate in superficie il granchio al prezzemolo e rifinite con la citronette ai lamponi.

27

Paestum Capitale della Moda

Grande successo per l'l’ottava edizione 2024 del Premio Fashion in Paestum Città dei Templi. Ha ritirato il Premio sezione Moda il presidente onorario Gattinoni Couture dott. Stefano Dominella. La kermesse internazionale diretta da Lucio Di Filippo sotto il patrocinio del Comune Di Capaccio Paestum, Istituzione Poseidonia, Parco del Cilento, Diano ed Alburni, Fare Ambiente Italia, Lions International, Proloco Rettifiliamo e Proloco Capaccio Paestum. Il premio "Fashion" con le sculture di Lorenzo Vicino alla BCC Aquara e Abn Energy&Efficiency in tema di Sostenibilità e Future Green. Premiata inoltre la dott.ssa Giulia Leone per la Legalità. La serata presentata da Sofia Bruscoli e Anthony Peth ha visto calcare la passerella Moda Paestum creati da Massimiliano Giangrossi e Richa dal titolo "Oriente & Occidente". hanno collaborato alla realizzazione dell'evento per l'Hair Styling a cura di Gionathan Contino e Salvatore Miele, Make-up dell'Accademia Miky di Michela Di Lorenzo. Foto di Gennaro D' Angelo, Claudio Tramonto, Alfonso D'Alessandro e Giovanni D'Agosto.

30 EVENTI CON GUSTO

L’Ospedale delle bambole di Napoli vi aspetta!

Napoli, città straordinaria. Di memorie storiche, di religiosità. Di bellezze artistiche, di suggestioni poetiche. Napoli e lo stu pore dei suoi presepi, in vendita tutto l’anno a via San Gregorio Armeno. Napoli e la magia dei suoi vicoli. Non pensavamo di trovare a Napoli perfino un Ospedale delle Bambole, eppure lo abbiamo trovato! Come fosse uno dei miracoli di S. Gen naro, il santo patrono di questa città unica, dove oltre allo scio glimento del sangue si osannano pizza, calcio e Maradona. Sulla homepage del sito di questo Ospedale speciale, si trova in bella vista la scritta: Dal 1800 restauriamo bambole, orsetti e compagni di infanzia. Se ci fossimo imbattuti in questa realtà girovagando per caso sul web, probabilmente non ci saremmo sbalorditi come invece abbiamo fatto girovagando per caso al centro di Napoli, ed aver varcato per curiosità “quella” porta. Ed aver soprattutto toccato con mano la inesauribile fantasia di Napoli, e dei napoletani. La storia che porta con sé questo luogo così particolare (un Museo, con all’interno – funzionante - ancora una bottega ar tigiana) risale alla fine dell’Ottocento, ed inizia con tal Luigi Grassi. Una faccia curiosa, la sua, a giudicare dal ritratto in bella vista, quando lo si nota appena pagato il biglietto del Museo e si entra. Un baffo arrotolato all’insù, ed un boccolo al centro del capo. Chi era Luigi Grassi? Uno scenografo dei teatri di corte e dei teatrini dei pupi. L’Ospedale delle bambole è ubicato ancora oggi dove è sorto: nel Palazzo Marigliano nella centralissima Spaccanapoli. Esattamente, a Via San Bia gio Dei Librai nr. 39. E per arrivare ad oggi, alla discendente Tiziana Grassi e alla sua famiglia che ci fa conoscere la vi cenda, come si è sviluppata questa realtà? Per respirare la magia della storia che ruota attorno al mondo dei ricordi, del l’infanzia e a questo Ospedale speciale, visitate intanto il sito www.ospedaledellebambole.com

E poi correte subito a vederlo con i vostri occhi! Non ve ne pentirete.

31

ITALIANI NEL MONDO

VALERIA PANNOZZO UNA FINESTRA SULLA CINA

In un tempo in cui ci si sposta di frequente per necessità o per diletto, chi si trasferisce porta con sé la memoria del proprio luogo per adattarla al nuovo, per ridefinire, con qualche linea certa, i confini del suo stare al mondo, in un processo di adattabilità che è insieme movimento e permanenza.

A chiusura del breve incontro con Italiani nel mondo, una giovane sinologa che ha deciso di “esplorare le possibilità lavorative” in Cina.

Lei è Valeria Pannozzo, e ci apre una finestra su un Paese tanto lontano quanto complesso.

Da dove nasce il tuo amore per la Cina?

“Ho scoperto l'Estremo Oriente a sei anni, quando tra le mani mi è capitato un fumetto giapponese di Sailor Moon. Poi è stata la lettrice Zhang Tongbing, alla facoltà di Studi Orientali di Roma, a trasmettermi la passione per la cultura cinese. Mi sono trasferita per realizzare un mio sogno orientale, capire se fosse fattibile o non rincorressi una chimera”.

E’ stato radicale il cambiamento per te, giovane donna occidentale?

“In Cina la vita è molto diversa. Se a Roma e provincia devi stare attenta che nessuno ti segua la sera, o ai borseggiatori nella metro, qui puoi camminare da sola a notte fonda senza avere timori. Alcune differenze del microcosmo quotidiano: le lavatrici funzionano ad acqua fredda; gli assorbenti sono lunghi 43 centimetri! Devi poi capire come cucinare cibi mai provati, o come trovare una tintoria, imparare a fare la spesa on line. Inoltre, ci sono aspetti interiori: essere una giovane donna qui non è semplice, soprattutto se hai più di trent'anni e vorresti conoscere giovani uomini, perché la maggior parte è ‘presa’. Si sposano presto, anche se la società sta cambiando. C’è l’attrazione dell'elemento esotico, perché hai i tratti occidentali (occhi e pelle chiara, naso ‘alto’) che loro amano molto e sono rari da vedere, ma gli elementi culturali o il pregiudizio che poi torni a casa potrebbero essere deterrenti”.

34

Cosa fai esattamente a Qingdao? *

“Insegno lingua e cultura italiana in un liceo artistico pubblico, dove c'è un programma speciale per alcune classi. La Italy China Council Foundation mi ha chiamata a ricoprire il ruolo. La scuola è direttamente connessa alla prestigiosa Accademia di Brera e alle Accademie di Belle Arti italiane. Gli studenti scelgono l'indirizzo con lingua italiana perché, poi, vogliono proseguire gli studi artistici in Italia”.

C’è qualche aneddoto che vorresti raccontarci?

“Molti! Per strada chiedo indicazioni ai passanti, coetanei o più anziani che siano, e gli viene naturale chiedermi perché mi trovi in Cina. Appena sanno che faccio l'insegnante, si scusano e mi danno del ‘Lei’. Anche la loro postura cambia, è più riverente. Questo mi crea un po’ disagio, ma mi è stato spiegato che l'insegnante qui ricopre un alto status sociale. La gentilezza, il calore e la curiosità cinesi si toccano con mano: sentirmi chiedere da ragazze per strada "facciamo una foto insieme?"; e il tassista di Jinan che offre a me e alla mia amica ‘torte di luna’ preparate e impacchettate a regola d'arte dalla moglie; gli studenti di altri corsi che mi vengono a cercare in sala professori solo per dirmi "ciao" o presentarsi”.

Cosa hai portato là dall’Italia, e che cosa porteresti in Italia da lì?

“Ho portato la mia italianità. Solo stando qui ho imparato ad apprezzare la mia cultura, il portamento, il vestire, il parlare. Poi i gesti italiani, su cui ho anche tenuto una lezione; chiedere a qualcuno "come stai?", non è scontato. La società cinese viaggia rapida, lavoro lavoro e ancora lavoro. Se glielo chiedi, ti guardano come se non capissero la propria lingua, poi però si sciolgono e na-

scono le migliori relazioni. Ma soprattutto porto con me la storia italiana, in tutto ciò che sono si riflette la provenienza. I cinesi amano moltissimo la storia, in particolare quella italiana, che è lunga e grandiosa come la loro. Ho l'impressione che proprio questo ci legittimi a essere visti come dei pari. In Italia porterei i punti di contatto tra le due culture, il forte valore della famiglia, dell'amicizia, l'importanza del lavoro. Ricorderei agli Italiani di restare curiosi: imparare a vedere le cose da diverse prospettive ci aiuterebbe a non avere più paura del diverso, dello sconosciuto, abbandonare la mentalità da ‘popolo invaso.’ Porterei anche l'efficienza cinese: una cosa decisa si fa, non si aspetta domani. E poi, la mancanza di pregiudizio verso il denaro. I cinesi ne parlano tranquillamente come qualsiasi altro aspetto della vita. In Italia puoi sapere vita, morte e miracoli del migliore amico, ma non quanto ha in banca!”.

Per il futuro cosa desideri, al di là della nazione in cui sceglierai di vivere?

“Quando parlo con amici, cinesi e non, noto che, alla fine della storia, vogliamo tutti le stesse cose, indipendentemente dalla cultura e nazionalità: una vita dignitosa e serena, costruire seguendo le proprie aspirazioni, essere amati e tornare a casa dai cari. Personalmente, anche mantenere la libertà di scegliere, soprattutto come donna, di poter restare in un Paese diverso dal mio o poter tornare in Italia. Se guardo al momento attuale, sembra una scelta che in futuro si spegnerà per tanti giovani italiani all'estero”.

*Città della penisola dello Shandong, nella Cina orientale

35

LIBRI & ARTE

MASSIMO PARAVANI

“IL

MONDO HA LA FORMA DI UN PALLONE”

Lui è un personaggio poliedrico. E’ scrittore, artista e opinionista radiotelevisivo. Nutre una passione smisurata per il calcio, lo sport e l’arte. Proprio di recente ha pubblicato la sua ultima opera letteraria: “Il mondo ha la forma di un pallone”. Ce lo racconta direttamente Massimo Paravani attraverso questa intervista.

“Il mondo ha la forma di un pallone”, un titolo che fa intuire che il calcio sia il tema portante del tuo libro. Giusto?

“Sì, è giusto, il calcio è l’argomento principale del libro, ma non si parla solo di calcio, anzi, per alcuni aspetti il calcio diventa quasi lo strumento per raccontare altro e di più. Attraverso quasi 70 anni di storia del football (da Puskas, quindi inizio anni ’50, fino a Totti e Del Piero, seconda decade degli anni 2000) si racconta anche una parte del mondo che via via è andato cambiando. Johan Cruijff, solo per fare un esempio, è il “prodotto calcistico” di un Paese, l’Olanda, che in quel periodo stava vivendo un momento importante di trasformazione culturale e sociale. Il celebre “calcio totale” è solo la trasposizione sportiva di un movimento che si stava espandendo in molti ambiti, non a caso si parlerà anche di “architettura totale” ad esempio. La Lazio di Giorgio Chinaglia e dello scudetto del 1974 si cala perfettamente nel clima complicato della metà degli anni ’70; i due “universi” si toccano indubbiamente, ma anche inevitabilmente. Il calcio è lo specchio che restituisce un’immagine, certo parziale, ma veritiera della società, perché se è vero che “Il mondo ha la forma di un pallone” è altrettanto vero che anche il pallone ha la forma del mondo”. Come ti è venuta l’idea? Cosa ti ha ispirato? “Innanzitutto l’amore per il calcio, per la pittura e per la scrittura. Ho realizzato alcune tele su questi campioni e mentre lo facevo mi è venuta voglia di raccontarli anche a parole e non solo con i disegni e i colori. Ma volevo farlo in un modo diverso, cercando di scavare nelle vite dei campioni e nel mondo che hanno abitato. Volevo farlo anche raccontando una storia che potesse contenere tutte queste vite. Ho descritto quindi l’ultima notte che un pittore passa nella casa che sta per abbandonare. Il ritrovamento di 16 tele sulle leggende del calcio che aveva realizzato anni prima sarà il pretesto per intraprendere un viaggio nel tempo. Il calcio ha segnato gli anni della mia vita, ne ha scandito le varie fasi e questa credo sia una cosa comune a molti di noi, anche magari non così appassionati come me. Ci ricordiamo dove eravamo la sera della finale Mundial del 1982, o di Roma-Liverpool dell’84 o ancora di Germania 2006. Con chi eravamo, come abbiamo festeggiato o smaltito l’eventuale delusione. Tutto questo bagaglio di emozioni in memoria è quello che volevo raccontare. Del resto cosa c’è di più bello, vitale e profondo delle emozioni?”. Qual è il fil rouge che lega le storie che narri nel libro?

“Ce n’è più di uno. Il primo, quello che regge tutta la struttura del libro, riguarda la scelta dei protagonisti. Ovviamente sono tutti campioni, ma questa caratteristica, nella mia selezione, non era sufficiente. Volevo di più, cercavo oltre. Il minimo comune denominatore sono le loro storie: tutti hanno una storia importante da raccontare e tutti sono simboli,

36

miti, leggende. Menzionare uno di quei nomi significa evocare una squadra, una tifoseria, un popolo, un’epoca. Se dico Gigi Riva immediatamente penso al Cagliari e a Cagliari, alla Sardegna, al mare, a un popolo, ad un periodo irripetibile dove i soldi non erano tutto, dove c’era ancora spazio per quei valori che oggi si stanno perdendo. Poi c’è un altro filo che lega queste storie, ma questo è più casuale e frutto di un giochino che durante la stesura del libro mi è venuto in mente. Tranne Pelè che, per una sorta di rispetto dovuto, ho scelto come primo capitolo, le altre storie si sono susseguite con un ordine casuale. Il “giochino” è stato trovare un legame tra una storia e la successiva senza averlo prestabilito prima, una sorta di sfida per trovare punti di contatto. Alcuni sono stati semplici e inevitabili, come per esempio Cruijff che precede scontatamente il suo erede naturale Van Basten, ma alcuni sono stati veramente particolari. Senza voler “spoilerare” niente posso anticipare che del “punto di contatto” tra Giorgio Chinaglia e George Best ne vado particolarmente fiero!”. Parli dei più grandi calciatori, quelli che hanno avuto le storie più particolari?

modo puro. Ricordo perfettamente quel periodo… ero sì assolutamente “Romanista” (lo sono da prima di venire al mondo!) ma amavo e ammiravo tutte le squadre, non era presente nella mia anima ancora candida nessuna traccia di quella bruttissima abitudine che c’è nel calcio di “Tifare contro”. Quella è stata la soluzione e posso dire una cosa al riguardo: questa “regressione” mi ha fatto benissimo, oggi ho recuperato un po’ di quel sano equilibrio che fa vivere meglio!”.

Non è il primo libro che scrivi, ce ne sono altri scritti a quattro mani. Li possiamo ricordare?

“Sì, certo. Come ho già detto prima, l’aspetto calcistico non è stato l’unico che ho tenuto in considerazione nella selezione del mio “Dream Team”! L’aspetto umano e le vicende personali sono stati decisivi. Come non citare, a dimostrazione di questa mia affermazione, la scelta di raccontare la storia straziante di Gigi Meroni?! Questa modalità ho cercato di metterla in atto non soltanto raccontando storie particolari, ma anche cercando di evidenziare momenti e aspetti meno noti nelle vite, diciamo così, più “normali”: Il bambino Del Piero che si allena calciando la pallina da tennis nel salotto di casa, il problema dell’alcolismo di George Best che gli sarà fatale, Il bimbo Maradona che palleggia allo stadio negli intervalli delle partite della prima squadra e il pubblico che non vuole che smetta. Nel libro c’è sì calcio, ma c’è anche molta vita”. Tra i calciatori che narri nel libro, qual è quello che è rimasto nel tuo cuore?

“È un po’ come chiedere: a chi vuoi più bene a mamma o a papà? Scherzi a parte, li ho adorati tutti ovviamente sia perché rappresentano quel calcio che amo sia perché per raccontarli con la dovuta e necessaria passione non potevo fare altrimenti. Io sono “Romanista” nel DNA, quindi ho un’endemica, genetica, inevitabile, religiosa predilezione per Bruno Conti, Paulo Roberto Falcao e Francesco Totti che spero non traspaia in maniera evidente tra le pagine. All’inizio temevo che questa mia inclinazione giallorossa potesse inficiare in qualche modo la buona riuscita del libro, la mia attendibilità. Temevo potesse verificarsi uno squilibrio tra i vari capitoli soprattutto a sfavore di campioni come Chinaglia, storico “avversario” biancoceleste. Con mia grande soddisfazione e sollievo, ho trovato però quasi subito la chiave di volta per risolvere il problema: tornare a quando ero bambino e vedere il calcio in quel

“Questo è il mio terzo lavoro. Il primo, del 2013, è “Ho letto che è per sempre”, una raccolta di 8 racconti che ho pubblicato con Lampi di stampa. Ricordo con piacere quella raccolta, il mio primo, timido, ingenuo tentativo di mettere su carta le mie emozioni. È un libro che è fortemente caratterizzato dall’aspetto emozionale, ci sono alcuni racconti anche molto toccanti, come quello d’apertura che racconta la tragica vicenda di Alfredino Rampi dal punto di vista di un bambino (io) che l’ha vissuta da vicino. Ma ci sono anche racconti più leggeri e ricchi di speranza. Il secondo libro è stato scritto insieme alla mia amica giornalista Susanna Marcellini e si intitola “L’anno magico”. È un libro del 2023 che celebra i 40 anni dal secondo scudetto dell’A.S. Roma. Quando mi proposero di scrivere di quello scudetto non riuscivo a crederci, più volte mi è sembrato di sognare. Per me, che come ho già ampiamente dichiarato, sono “Romanista” in ogni cellula del mio corpo, quella squadra è la Roma più bella di tutti i tempi, o comunque quella che amo di più, quindi poterne scrivere è stato veramente un’esperienza quasi trascendentale! Inoltre questo libro mi ha dato l’opportunità, per me incredibile e che mai avrei immaginato realizzabile, di poter parlare con quelli che da sempre sono stati i miei eroi calcistici. Non voglio fare nomi altrimenti dovrei citarli tutti e la lista sarebbe lunghissima, ma parlare con loro e ascoltare i racconti di quel periodo fantastico è stata un’emozione che non potrò mai descrivere in maniera adatta e che mai dimenticherò”.

Qual è il messaggio del tuo libro?

“Non c’è un vero è proprio messaggio. Diciamo che vorrei far comprendere a chi tratta il calcio in maniera troppo snob, che quei 22 “omoni” in mutande su un prato verde non sono solo quello. C’è molto, molto, molto di più. Le pagine del libro sono pervase da una leggera e romantica nostalgia, quella che arriva inevitabile quando si va ad aprire la scatola dei ricordi. Ho provato a scrivere di calcio attingendo ai campi più disparati, provando a parlare di Maradona citando De André; per descrivere l’Olanda nei primi anni ’60 sono ricorso a Camus; Cruijff l’ho equiparato a “…l’opera d’arte figlia del suo tempo…” di cui scriveva Kandinsky e così via. Qualcuno diceva “chi sa solo di calcio non sa niente di calcio”. Ecco, forse il mio libro prova a certificare quest’affermazione”.

37

VALERIA ANCIONE

“RACCONTO LE DONNE E L’AMORE IN OGNI SUA FORMA”

Siciliana, nata a Palermo, cresciuta a Messina, dal 1989 vive a Roma. Giornalista professionista, lavora al “Corriere dello Sport” dal 1991. Ama raccontare le donne. Si è occupata di calcio femminile, sostenendo sulle pagine del suo giornale la battaglia contro pregiudizi, stereotipi e discriminazione di genere. Al lavoro di giornalista affianca quello di scrittrice. Valeria, nel 2015 hai esordito in narrativa con “La dittatura dell’inverno” per Mondadori, uscito peraltro di recente in new edition in stampa, ebook e audiolibro de “Il Narratore”. In questi nove anni tanti i libri pubblicati… c’è un fil rouge tra di loro?

“Sicuramente le donne. E direi anche l’amore in ogni sua forma. Le donne tornano sempre nei miei romanzi perché è come se non avessi scandagliato abbastanza l’animo femminile, con i suoi travagli, i suoi dubbi, le sue sensibilità. Per me la donna è un racconto infinito. E poi l’amore senza definizioni, che non fa differenze, un amore che ama e che è moltiplicatore stesso di amore, come dice Nina ne La dittatura dell’inverno”.

passionevole ma come appartenenza, che rende tutto normale”.

Come pensi che il tema della “diversità” sia raccontato da chi si occupa di comunicazione?

Dopo il successo de Il resto di “Sara sei tornata” in libreria con “E adesso dormi”, pubblicato dalla casa editrice Arkadia, collana Eclypse. È un libro particolare, a cui so che tieni molto. Perché?

“Perché era il mio romanzo nel cassetto, terminato di scrivere nel 2013 ha aspettato il suo momento per uscire, dopo tanti rimaneggiamenti fatti nel corso degli anni. Ho raccontato della violenza dell’uomo sulla donna, e del coraggio che la mia protagonista trova per cambiare il suo destino. Quel coraggio si chiama Jonathan, il figlio disabile di Gina, che è fatica ed è riscatto. Per me era un’urgenza anche parlare di disabilità, non in modo com-

“Credo che difetti nel linguaggio a mio avviso pregiudizievole. Definire una persona come disabile, omosessuale, straniera la ghettizza e marca la diversità. Ma la diversità è tale finché non ci appartiene, purtroppo nella comunicazione emerge il racconto dell’altro, di qualcosa che non ci riguarda”. Credi che la vita sia una questione di fortuna o un inanellamento di scelte giuste e sbagliate che producono effetti e conseguenze?

“La fortuna e la sfortuna non esistono. Esistono le occasioni che si perdono, che non vediamo, che sottovalutiamo. E quelle che siamo capaci di riconoscere e sfruttarle. E lì si aprono e chiudono porte. Però non è facile essere arbitri del proprio destino e si finisce spesso con addossare responsabilità agli altri, alla fortuna o alla sfortuna. Cerchiamo rispo-

39 LIBRI

ste, senza farci domande semplici e giuste e finiamo con l’incastrarci in gabbie, non assecondando l’evoluzione della persona e del suo percorso. Poi in senso macroscopico possiamo dire, come oggi si dice, che siamo fortu nati a essere nati in questa parte del mondo e non lo sono quelli nati in Paesi di povertà, fame e guerre, ma rischia di diventare una banalizzazione delle atrocità che, così come la diversità, ci riguardano anche se non ci apparten gono. Quindi in questo senso direi che l’umanità smarrita non può essere una questione di fortuna o sfortuna”.

Questo è un romanzo sull’amicizia, condito anche da un piccolo mistero. Insomma, non manca proprio niente, vero?

“Davvero! Mi hanno detto anche che c’erano troppi argomenti… Ma io non ho la pretesa di ‘trattare’ argomenti, mi preme piuttosto evidenziare certi comportamenti, certe reazioni emotive e sentimentali in determinate situazioni della vita. L’amicizia è un tema fondante, secondo me: c’è in E adesso dormi, come negli altri romanzi, e probabilmente in quelli che scriverò. Il mistero è stato un caso e una strategia narrativa. Nessuna pretesa di giallo. Il mistero è il ritrovamento di un cadavere e la ricerca

della verità sulla morte dell’uomo, ma è mistero anche il ciglio del burrone sul quale Gina gira attorno, che diventa sinonimo del burrone delle nostre vite, al di là del quale c’è la soluzione e per questo abbiamo paura di affacciarci. Mistero è anche il segreto, un tema che mi affascina molto”.

E ora, oltre a goderti il recente ritorno di “La dittatura dell’inverno”, sai già a quale nuova storia ti dedicherai?

“Ho terminato da poco un altro romanzo per ragazzi. Dopo Volevo essere Maradona, uscito nel 2019 per Mondadori, una biografia romanzata dell’ex calciatrice Patrizia Panico, questo racconta di un gruppo di ragazzini uniti dalla passione per il teatro. L’io narrante però stavolta è maschio: un ironico Arturo e gli adulti visti dai suoi occhi di undicenne”.

40 LIBRI

Il teorema del tulipano

Vanni Marano è il protagonista del romanzo di Marco Sagliocchi, “Il teorema del tulipano” (Armando De Nigris Editore), un trentenne chiamato ad affrontare il giro di boa dalla gioventù all’età adulta. La sua storia è il paradigma di un’intera generazione, che fatica ad abbandonare l’età post adolescenziale. Vanni si barcamena in una routine fatta di tornei ai videogiochi, o in compagnia degli amici, un lavoro insoddisfacente ma non troppo impegnativo, e il desiderio della sua compagna di avere un figlio. Sarà proprio questa aspettativa a costringerlo a fare i conti con sé stesso.

Tra incomprensioni, litigi, riappacificazioni e crisi esistenziali, un evento inaspettato rimescolerà completamente le carte.

Con uno stile fluido, ironico e assolutamente moderno, Marco Sagliocchi descrive efficacemente le ansie e le aspettative, le preoccupazioni e le speranze della sua generazione.

Il regno animale

Esordio narrativo per Alfonso Tramontano Guerritore, con il romanzo "Il Regno animale". Protagonisti, Totò e Nina: lui a capo di una banda di strada, lei impegnata a reggere le sorti di un night. Totò detiene l’egemonia sul rione degli Scavi, terra di malavita dalle mura antiche; il territorio di Nina è la Baia - popolata dagli africani. I due si perdono e si ritrovano nel corso del tempo, fino al momento in cui Totò va in carcere e Nina lo tradisce. La vendetta connoterà le vicende dei protagonisti, in una dimensione e con dinamiche che li legheranno in maniera sorprendente alla natura e all’essenza dell’animalità insita in ogni essere umano.

42 LIBRI

Vorrei vedere i bambini giocare

Laureata in Infermieristica ed esperta in emergenza clinica, Marina Castellano ha collaborato con importanti ONG come Emergency e Medici Senza Frontiere – operando in numerosi teatri di guerra, dall’Afghanistan alla Repubblica Centrafricana, dal Kurdistan alla Libia, Haiti e Sierra Leone. Da qualche anno si dedica al soccorso dei migranti nel Mediterraneo, occupandosi di organizzazione e coordinamento sanitario su navi

Search and Rescue. Dalle sue esperienze sul campo, nasce il libro “Vorrei vedere i bambini giocare” - per tenere fede alla promessa fatta a Emanuel, un ragazzo di 14 anni incontrato in ospedale a Bangui. Un racconto che si dipana attraverso le pagine di un ipotetico diario, recuperando la memoria di incontri, persone, drammi, storie di solidarietà e speranza. Parole dirette, immediate ed efficaci, molto spesso dure e crude, come purtroppo è la guerra –a tutte le latitudini.

Marina Castellano ci restituisce il ritratto di un’umanità che fa fatica a ritrovare il sentimento della fratellanza e dell’uguaglianza, illuminandosi tuttavia con squarci di sensibilità e compassione, speranza e voglia di vita – come solo i bambini sanno provare!

Il suo libro racconta la loro storia, ma non solo: Marina ricorda anche donne e uomini incontrati nei Paesi in guerra, con uno stile scevro da ogni retorica, caratterizzato dall’urgenza di far conoscere la verità –spesso taciuta o ignorata. Tutta la verità sull’assurdità e inutilità della guerra!

Letti per Voi

43

EMANUELA DEL ZOMPO

“NON GIUDICARE

QUALCUNO

DALL'APPARENZA

PRIMA DI CONOSCERLO!”

Intervista ad Emanuela Del Zompo che posa in foto esclusive in lingerie sexy e lancia un messaggio provocatorio sia agli uomini che alle donne

Giornalista, regista, scrittrice, attrice e cantante gospel ha pubblicato il libro sulla vita di Grace di Monaco, il fumetto “Grunda l'angelo dalle ali rotte” e la fantasy story “The legend of kaira”, da cui sono stati realizzati due cortometraggi distribuiti da Rai Play e selezionati nei maggiori festival nazionali ed internazionali. CMN Magazine (Canada) le dedica la copertina ma non è il solo media internazionale che la intervista. In Inghilterra sia Fabuk Magazine che Reel Social Magazine le dedicano diversi articoli. America Oggi (New York) recensisce il suo libro su Grace Kelly così come il Corriere di Los Angeles e Teleitalia Los Angeles. Recita con Tinto Brass, Francesco Massaro, Tato Russo, Christian Voss e Robin Ritter. In tv appare accanto a Maurizio Costanzo, Luca Laurenti e Claudio Lippi. Lavora per Moving Pictures Magazine (USA) e CMN Magazine (CANADA).

Ha una visione filantropica della vita e i suoi progetti sia contro la violenza sulle donne, che quelli dedicati al mondo della disabilità hanno lo scopo di veicolare messaggi sociali. Ha preso parte a diversi dibattiti nelle scuole per la formazione dei giovani, fa parte dell'associazione polizia penitenziaria per le politiche femminili e la formazione degli studenti. Ama lo sport, pratica il pattinaggio, lo sci e da poco si è avvicinata al mondo dell'equitazione. Canta in un coro gospel e sta lavorando ad una canzone dal titolo It Was Just a Dream.

Questo servizio fotografico di Antonello Martone, richiama molte le pin up degli anni 50, come mai hai deciso di posare così?

“E' una domanda provocatoria che ha bisogna di un altrettanto risposta provocatoria. Faccio un notevole lavoro intellettuale, impegnata in argomenti importanti, tra cui disabilità, violenza e bullismo. E sono stata anche io vittima di bullismo e bodyshaming, per questo ho deciso di mettere a "nudo" le mie emozioni, i miei pensieri e le mie risposte a tanta cattiveria che ho subito nel mondo dello spettacolo sia da uomini che da donne, soprattutto da donne. Le donne rispetto agli uomini non si supportano a vicenda, si osteggiano, si invidiano e si fanno del male”. Sono parole forti, puoi andare più a fondo della vicenda?

“Sono una persona che ama fare del bene, che cerca sempre di aiutare gli altri, i più deboli ma soprattutto le

44 SPETTACOLO

altre donne, che ahimè nella maggior parte dei casi vuoi per invidia, o per insicurezza personale, ma soprattutto per il gusto di far del male, mi sono trovata di fronte a fenomeni di bullismo vero e proprio. C'è stata un'aspirante attrice, che ho anche promosso con la mia attività di regista, che ha cercato di sabotarmi il progetto che mi vedeva come protagonista solo per invidia e avevo trattato questa persona come una sorella. Un'altra donna era testimone di una vicenda dove un socio in affari mi molestava, ha preferito stare zitta e non difendere un'altra donna vittima di violenza psicofisica (me) e di ricatto lavorativo perché ci teneva poi ad ottenere lavoro da questo mio socio. Però in compenso, quando la stessa doveva apparire davanti ai fotografi per manifestare contro la violenza sulle donne era sempre in prima linea specie in presenza di una Tv. L'ipocrisia umana! In un'altra occasione durante uno spettacolo teatrale, una collega mentre salivo i gradini del palcoscenico, mi ha deliberatamente tirato la tunica per farmi cadere e far fare brutta figura dinanzi al regista. Durante un festival del cinema ero lì per fare il mio lavoro come giornalista per una tv locale e, nonostante l'accredito, facevano passare l'operatore per le riprese ma non me per fare le interviste. Ho dovuto far intervenire il sindacato per far valere i miei diritti. Naturalmente a capo dell'ufficio stampa c'era una donna. In altra occasione, sempre durante un festival del ci-

nema, indossavo un abito da sera che mostrava le mie curve, un'organizzatrice di un evento parallelo disse ad un collega giornalista, non accorgendosi che lpotevo sentirla, che non mi doveva far entrare in sala perché attiravo troppo l'attenzione. Insomma ci sono ancora decine di situazioni che potrei raccontare, tanto da farci un libro”.

E gli uomini quale è il loro atteggiamento nei tuoi confronti?

“Se le donne mi invidiano, gli uomini mi desiderano, e quando si beccano un no, diventano vendicativi. Ahimè poi ci rimette sempre il lavoro. Sono una professionista che non mescola il lavoro con il privato. Finché uno ti corteggia e si ferma lì, non mi arrabbio più di tanto, ma quando si arriva allo stalking, al perseguitare una persona, a ricattarla con lo strumento del lavoro non ci sto e ricorro all'avvocato. Il rispetto soprattutto nel lavoro viene prima di tutto! Dopo anni secolari di lotte ancora siamo molto lontani dall'ottenere gli stessi diritti degli uomini. Viviamo nel medioevo e l'altra forma di violenza più subdola è quella psicologica, poi economica. Inoltre ho ricevuto anche offese sulla mia fisicità, body shaming. Secondo alcuni vecchi produttori, le attrici devono essere magre, io con le mie curve secondo loro non rientro nella categoria ‘attrice’ come se l'espressione, la recitazione dipendesse dal peso corporeo. In passato ho avuto anche un fidanzato che la pensava in questo modo, più che altro era geloso del mio ambiente lavorativo, quindi non supportava le mie scelte. Un compagno deve prima di tutto condividere i tuoi interessi”. Hai posato come Sophia Loren in un celebre film con Mastroianni, perché?

“E' una delle attrici che ammiro di più, per il suo talento, i suoi valori, la sua sensualità. Ha saputo conciliare lavoro e famiglia, ha recitato con tanti diversi attori internazionali. Credo che la sensualità sia un elemento che mi accomuna a questa donna e lo dico con orgoglio perché in America anni fa lo stesso Arnold Schwarzenegger, per farmi un complimento, mi chiamò Sophia, indicando l'attrice”.

In una foto mostri un cuore, che vuol significare?

“Che in tutto quello che faccio ci metto passione, che non sono una donna oggetto. Mostro fiera il mio sex appeal ma non per questo sono una persona superficiale. Ho dei grandi valori, credo in Dio, e quando amo qualcosa o qualcuno, lo faccio con tutto il mio cuore che è talmente fragile, che deve essere maneggiato con cura. Voglio dire che, se non sei altrettanto impegnativo come me e non hai gli stessi valori, non hai chance di potermi conquistare. Amo i puri di cuore!”.

© Foto di Antonello Ariele Martone

45

GILLES ROCCA E ANDREA DIANETTI

PROTAGONISTI AL CINEMA ADRIANO IN “DOPPIO

SET”

Scrosci di risate e grandi applausi hanno accolto al Cinema Adriano la proiezione di “DOPPIO SET” divertente commedia dal sapore squisitamente romano scritta e diretta da Walter Croce che nel giocoso dipanarsi di scene e battute vanta senza’altro la paternità artistica del nuovo duo Gilles Rocca – Andrea Dianetti titolari assoluti del ruolo protagonista. Prodotto da Francesco Bellomo strappato per l’occasione agli impegni legati ai numerosi spettacoli teatrali in tour nazionale, il film ha goduto della presenza di numerosissimi ospiti tra cui Enzo De Caro, Pino Ammendola, Nadia Rinaldi, Alessandra Canale, Beppe Cantore, Max Vado, Pietro Romano, Cinzia Berni, Emy Bergamo, Maria Monsè, Christian Marazziti, Sofia Bruscoli, Beppe Convertini, Roberto Croce, Roberta Mastromichele, Edoardo Tavassi, Simone Gallo, Carlo Belmondo, Luigi Russo, Stefano Venaruso, Fabio Ferrari, Giancarlo Nicoletti, Elena Cianni, Maria laura De Vitiis, Nicole Di Mario Presenti gli attori del cast a cominciare da Stefano Ambrogi e Giorgio Gobbi, autentici camei nella pellicola per proseguire con Alessandro Mario, Raffaella Anzalone, Samuele Zappavigna, Marco

46 SPETTACOLO
Edoardo Tavassi, Andrea Dianetti e Micol Francesco Bellomo, Giles Rocca, Andrea Dianetti, SamueleZappavigna

DeVitiis,

Delle Fratte, Roberto Iannone, Fabrizio Giannini, Shaen Barletta con la figlia,la giovanissima attrice Honey Taves Rota, Rossella Romano, Elena Alfieri, Gabriella Silvestri, Caterina Milicchio, Margò Paciotti; grandi assenti Veronica Logan e Martina Difonte ambedue impegnate su nuovi set.

© FOTO DI MAURIZIO D’AVANZO

Francesco Bellomo, Elena Cianni, Giorgio Gobbi, WalterCroce

47
Gilles Rocca e Andrea Dianetti Alessandra Canale Beppe Convertini Sofia Bruscoli Gilles Rocca e Enzo De Caro Maria Laura BeppeCantore, Nicole Di Mari

Vi aspettiamo con le novità cinematografiche più attese

A TU PER TU CON MICHAEL E ANDREW CIPRIANI I NUOVI FRATELLI SALVATORE

Richiesti nelle migliori passerelle, eventi e progetti cinematografici… qual è il vostro sogno e il vostro obiettivo artistico?

“Quello di apparire nel grande schermo. Il nostro sogno è il cinema; fin da piccoli abbiamo capito che era il nostro mondo e stiamo cercando di farlo avverare in tutti i modi possibili. Lo stesso vale per il nostro obiettivo da raggiungere, per il quale stiamo lavorando molto per affrontare il tutto con la migliore preparazione che ci possa essere”.

Quali sono le richieste che vi sono arrivate maggiormente dopo l'uscita del libro che vi vede protagonisti in copertina?

“Le richieste che ci sono arrivate, tralasciando il fatto che ormai ci vedono un po’ come i ‘nuovi fratelli Salvatore’, riguardano un cortometraggio che gireremo a Bologna nei prossimi mesi dove interpreteremo due vampiri fratelli… sarà a livello europeo. Ringraziamo per la possibilità e a breve sapremo la data precisa”.

Ci sono tante organizzazioni di fashion show che vi richiedono in lungo e in largo nel bel Paese. Di recente siete stati anche i padrini di un evento moda di successo nella Capitale. Un segreto del vostro successo può essere proprio che siete due gemelli?

“Attualmente siamo molto impegnati con la moda e siamo stati chiamati come padrini del evento per una sfilata che è stata tenuta al salone di bellezza Myreabeautysalon situata al centro di Roma in via Silvio Spaventa. E’ stato un bellissimo evento ed è stato un po’ come la prima esperienza ad avere un salone aperto ad una passerella con gli abiti della stilista Paola Tienforti. Ringraziamo anche la proprietaria Marina Gallo per la possibilità che ci è stata data. Insieme siamo vincenti è vero, e siamo tanto richiesti. Siamo stati anche con-

tattati per uno shooting di un nuovo brand di cui non possiamo parlare da contratto per via della privacy sottoscritta”.

Progetti futuri?

“Sono tutti quelli di cui parliamo ogni volta e che stiamo cercando di mettere in pratica, che con pazienza e preparazione stiamo cercando di concretizzare”.

Di gavetta ne avete fatto tanta, non solo in Italia ma anche all'estero. Quanto è importante la preparazione e lo studio oltre alla bellezza?

“E’ vero, ne abbiamo fatta tantissima: un po’ come tutti i lavori sembra che non finisca mai. Il desiderio di fare quel qualcosa che rappresenta il nostro sogno nel cassetto fa sì che sembri una cosa infinita. Ma come tutto fa parte del gioco. Una buona preparazione, oltre alla bellezza, serve eccome. Bisogna essere completi come in tutte le cose… Concludiamo dicendo che le cose con la dovuta pazienza accadono quando meno te lo aspetti. Un Saluto dai Nuovi Fratelli Salvatore. A presto!”.

49 SPETTACOLO

SPETTACOLO

Ballerina di successo e amata dal pubblico. E’ stata anche coach di “Amici” che le ha dato notorietà.

Oggi è insegnante di danza e ha una Accademia tutta sua

MARIA ZAFFINO

“MARIA DE FILIPPI È STATA LA PRIMA A CREDERE IN ME”

Maria, raccontaci i tuoi primi esordi e come nasce il tuo amore per la danza...

“Il mio amore per la danza nasce all’età di 4 anni, grazie al supporto di mia mamma, che ha notato in me subito questa grande passione e crescendo si fece sempre più forte guardando e ammirando Lorella Cuccarini ed Ether Parisi in televisione. Ho iniziato da subito con il classico, che trovo sia la base di tutto, e poi da lì è arrivato tutto il resto di cui sono orgogliosissima”.

Quale è stata la tua prima esperienza professionale?

“La mia prima esperienza professionale, al livello televisivo, è stata “Buona Domenica” con Gabriella Carlucci e Gerry Scotti e “Re per una notte” con Gigi Sabani, a soli 17 anni”.

Sei stata conosciuta al grande pubblico tramite il talent "Amico". Quali ricordi?

“Di ricordi ce ne sono tantissimi che potrei scrivere un libro. Devo dire che soprattutto i primi anni è stato tutto molto bello e tempestivo, anche la stessa notorietà o comunque l’amore del pubblico, che non mi sarei mai aspettata arrivasse in così poco tempo e soprattutto rimanesse per così tanto, perché a oggi ancora in molti si fanno sentire. Un ricordo in particolare di “Amici” è stato l’approccio che ho avuto con Maria. E’ stata la prima persona a credere in me e questo credo sia uno dei ricordi più belli che ho, soprattutto quando lei stessa mi chiese di far parte di questo programma, che io tra l’altro non ne volevo far parte, perché comunque essendo stata riconfermata a “Buona Domenica” ed essendo una famiglia per me, avevo paura di lasciare quella realtà per cominciarne una nuova. Invece lei è riuscita, con la sua bravura da persona che riesce a essere in gamba a scoprire il talento, a

50

convincermi a prendere questa strada”. Come ricordi i serali in cui danzavi?

“Ricordo innanzitutto che avevamo la tachicardia prima di entrare in ogni puntata. Infatti non c’è una puntata dove l’emozione non era immensa. Già da quando passavi davanti al pubblico per andarti a preparare, fino a che non finivi di ballare, però quello che ricordo del serale è che erano veramente bellissimi e trovo che erano ancora più belli di adesso. Anche perché la cosa bella era che c’eravamo noi ballerini, il palco e un videowall cioè non c’era tanta scenografia, quindi ti concentravi di più su quello che realmente stavi facendo. Una cosa bellissima che ricordo tanto è la sicurezza che cercavo di dare ai ragazzi e vedere i loro visi rilassarsi nel momento in cui entravo; ed è stata anche la mia gioia più grande”. Amicizie e rapporti lavorativi se ne sono creati? Con chi?

“La parola amicizia è una parola grandissima. All’interno di “Amici” si sono creati sia rapporti di amicizia e sia rapporti che sono rimasti lavorativi, comunque indubbiamente c’era tanto rispetto tra noi colleghi. Ci sono state delle persone che sono rimaste nel mio cuore anche se non vedo spesso e sono persone di cui, a oggi, ho ancora tanta stima e a cui voglio bene, e posso usare la parola amicizia. Queste persone sono: Gianni Sperti, Leon Cino, José Perez ed Eleonora Scopelliti. Con il resto continuiamo a incontrarci in vari eventi e rimanere sempre legati da questo ricordo”.

Da diversi anni gestisci un'Accademia di Danza. Quali responsabilità senti?

“Forse sarebbe meglio chiedere quale responsabilità non senti. A parte gli scherzi, di responsabilità ne sento tantissime. La prima è la psiche dei ragazzi, ma la cosa che più mi piace, di cui mi sento ancora più responsabile è quello di trasmettere a loro tantissimo amore per la

danza, che io ho fin da bambina e comunque di proteggerli da qualsiasi cosa possa loro intralciare nella vita privata, anche quando siamo in sala. Quindi la responsabilità più grande è sicuramente quella di vedere i ragazzi sempre felici ogni giorno, di riuscire a fare il mio lavoro e di essere un insegnate e direttrice nel migliore dei modi”.

Che differenze ci sono da quando eri ballerina e ora da insegnante?

“Sicuramente la prima cosa è l’età, perché quando ero più giovane avevo chi mi coreografava o comunque riusciva a cucirmi un vestito addosso o farmi rendere tutto ciò che creava nel migliore dei modi. L’emozione era tanta e soprattutto mi piaceva tanto trasmettere ciò che provavo quando ballavo e devo dire che a oggi sono consapevole di averlo trasmesso veramente a tante persone. Con gli anni sono venuta a conoscenza di tante persone che hanno iniziato a ballare perché mi vedevano e molte mi chiedono ancora “perché non ti vediamo ballare nei programmi o nei teatri?”. La parte dell’insegnante, a differenza di quella da ballerina, è che a oggi cerco una piccola Maria Zaffino, perché insegnare mi piace tantissimo, soprattutto ai più piccoli fino a poi renderli più grandi e non c’è cosa più bella per un insegnante di vedere i propri progressi sui suoi allievi di giorno in giorno, partendo da una base minima. Quello che provo per i miei allievi è indescrivibile soprattutto perché in sala si respira aria di famiglia”.

Sei anche mamma...

“Sì, sono mamma ma veramente anche nonna, quindi doppiamente mamma e credo che sia la cosa più bella in assoluto. Ancora oggi ringrazio di essere diventata mamma molto giovane e di essermi goduta mia figlia e anche la seconda, quando è arrivata. Sono orgogliosissima di loro perché sono due bravissime e bellissime ragazze e soprattutto dolcissime e con tanti valori. Quindi l’essere mamma è sicuramente un valore in più, un valore aggiuntivo e ne vado fiera”.

Se volessi riassumere la danza in una parola quale sarebbe?

“Essenziale”.

In collaborazione con:

51

STORIE DI RADIO

ANTONELLA CONDORELLI

Q UEL DEBUTTO AVVENUTO A 16 ANNI

CON R ENZO A RBORE ... E LA STORIA EBBE INIZIO

E’ una conduttrice radiofonica talmente brava e affermata che anche quando non è in onda, è come se lo fosse sempre. Non a caso nel settore radiofonico è denominata la Regina

La grandezza di Antonella risiede nella sua classe e nel suo modo di fare. L'approccio con la radio risale al lontano 1972 e anche per lei, come del resto per molti colleghi, è partito un po' tutto per caso. Evidentemente la sua fortunata strada era già tracciata a sua insaputa. E' stata seguita ed amata per anni sulla Rai e sulla prima Dimensione Suono. Antonella, quando e come è avvenuto l'aggancio con il mondo della radio?

“Ho avuto un percorso particolare, l'inverso diciamo, per la maggior parte che sono passati dalle private alla Rai. Avevo appena sedici anni quando ho debuttato nella storica trasmissione Rai su Radio Uno 'Per voi giovani', un programma firmato da Renzo Arbore, gestito successivamente da Paolo Giaccio. Con me c'erano Mario Luzzatto Fegiz, Carlo Massarini, Raffaele Cascone e la buon'anima di Claudio Rocchi. Un bellissimo cast e un'avventura durata un anno, eravamo nel 1972”.

Visto che eri giovanissima, c'erano anche gli studi immagino.

“Certamente, ho proseguito con la mia scuola e gli studi universitari. Nel frattempo nascevano in Italia le prime radio private e chi non ha avuto un amico che ha fatto un'esperienza? Un giorno ricevetti una telefonata di Cesare Pierleoni che era ricoverato in clinica e che mi propose di condurre una trasmissione sempre su Radio Uno su Bob Dylan. Fu un programma molto serio che vedeva come inviato Gianni Minà e come consulente Fernanda Pivano. E' durato sei mesi. Dopodiché c'è stata la grande avventura con Dimensione Suono agli albori”. Cosa ricordi?

“Una partenza dalla mansarda di Roberto Giorgio che fu il fondatore, dapprima in zona Balduina a Roma e poi all'Hotel Ritz. C'è stato un momento in cui andava di moda nella Capitale, trasmettere dagli alberghi. Abitavo dietro quella nuova sede. In quel periodo abbiamo dato il meglio del meglio, addirittura la gente ci riconosceva per strada o negli esercizi commerciali, dalla voce. Fu un periodo magico e irripetibile. Ci tengo a ribadire che non siamo stati solo semplici colleghi, ma veri amici che poi sono diventati colleghi”.

Siete ancora in contatto?

“Ma certo! Alla recente presentazione del libro di Corrado Rizza e Cristiano Colaizzi, avvenuta presso la libreria dell'Auditorium parco della Musica, c'era tutto il nucleo della prima Dimensione Suono, ovvero io, Francesco Scelta, Mario Tagliaferri e Faber Cucchetti. Ancora oggi in molti mi chiedono quando torneremo

52
Antonella ai tempi di Radio Dimensione Suono insieme ai suoi colleghi di allora

in radio tutti insieme”.

Poi è arrivata di nuovo la Rai e più precisamente Radio Due.

“L'aggancio è avvenuto tramite il grandissimo amico e compianto Roberto Raspani Dandolo.

Il figlio della splendida attrice Giusy Raspani Dandolo, conduceva all'epoca un programma intitolato 'Radio Due presenta'. Al termine del contratto sarebbe arrivata Ester Vanni, moglie di Paolo Frajese. Ma poco prima dell'inizio del contratto, Ester Vanni andò a lavorare in tv nella redazione di 'Porta a Porta'. Panico totale, in quel momento non c'era nessuno disponibile che potesse prendere il suo posto. Ecco che Roberto suggerì il mio nome”.

quiz, interviste e trasmissioni di ogni genere”.

Avevi lasciato Dimensione Suono o facevi contemporaneamente tutte e due?

“Entrambe, all'epoca si poteva fare. Dette solo fastidio alla Rai un episodio legato alla mia immagine per un servizio fotografico”.

Una trasmissione di Radio Due che ti è rimasta nel cuore?

“Quella con Vincenzo Mollica dal titolo 'Parole parole, storie di canzoni', un magnifico programma che andava in onda dall'auditorium di via Asiago. I cantautori raccontavano come sono nate alcune delle loro canzoni, suonandole anche dal vivo. E' stato un grande successo”.

Il classico momento giusto, quindi oltre al talento hai avuto quel pizzico di fortuna che ti ha aiutata.

“Certamente. Mi telefonò a casa, visto che non esistevano i cellulari, la dirigente dell'epoca. Così andai al colloquio e subito dopo fui contrattualizzata. Da quel momento dopo la segnalazione di Roberto Raspani Dandolo, non mi hanno più lasciata. Ho fatto tante di quelle cose a Radio Due che neanche mi ricordo, tra Hit Parade, concerti,

Un parere sulla radio odierna.

“Noto appiattimento come prodotto radiofonico e poca personalità da parte dei conduttori, mi sembrano tutti uguali. Molti non hanno neanche il talento artistico. Un conto è parlare al microfono e un altro è condurre. Se oggi si affidano programmi ad un personaggio, solo perché è un nome, mi spiace, ma si sente! Sono anche contro la radiovisione, la radio è un conto e la televisione è un altro”.

53
Antonella al centro, insieme a (da sin.) Corrado Rizza, Francesco Scelta, Mario Tagliaferri e Faber Cucchetti

COSE BELLE

LA SECONDA VITA

DI FRANCESCA ALOTTA

“DIVERSA” È IL SUO NUOVO DISCO

Ha tutto il sapore di una rivincita ciò che possiamo ascoltare nel nuovo disco di Francesca Alotta, da poco uscito sia in digitale che disco fisico su etichetta Anima Mediterranea. “Diversa” è il titolo dell’album, che contiene dieci brani di cui sette con testo e musica della cantautrice. A questi si aggiungono due canzoni a cui l’artista è molto legata: “Un anno di noi” da Sanremo ‘93 e “Sentimenti”, pubblicata nel ‘92, entrambe prodotte dal grande Giancarlo Bigazzi, con un arrangiamento speciale e un quartetto d’archi orchestrati da Gabriele Semeraro e la produzione musicale di Giuseppe Di Gioia.

Questi brani, insieme ai sette scritti da Francesca e a “Consapevole”, scritto da Silvia Pellegri, Max Marcolini e Antonello Pudva, fanno da cornice alla sua lunga e splendida carriera. A rendere ulteriormente speciale l’album si aggiungono gli arrangiamenti di Max Marcolini, già arrangiatore e co-produttore di Zucchero Fornaciari da più di vent’anni, che ha prodotto l’album insieme a Francesca.

“Ogni canzone in realtà ha la sua natura, il suo carattere. Questo mio album raccoglie brani assolutamente differenti tra loro e ho voluto intitolarlo ‘Diversa’ per sottolineare non solo questa loro unicità, ma anche come sono cambiata, come artista e come donna. Oggi, a dif-

54

#CoseBelle

ferenza di prima, scrivo testi e musica, grazie a una maturità artistica e personale che mi ha resa più sicura di me e libera di mettere in gioco ogni mia sfumatura”.

Temi importanti, pagine di vita che la cantautrice ha deciso di racchiudere in un progetto musicale autobiografico ma universale, coccolato a lungo e in cui ritroviamo tanti stili e ritmi diversi, culminanti nel brano “Vastasa”, una canzone dal sapore teatrale in dialetto siciliano dedicata a sua madre, che non accettava il suo essere ribelle, e dunque “vastasa”, cioè maleducata: è una canzone dedicata anche a tutte le donne che combattono per la loro identità, con il violoncello di Giovanni Sollima, che insieme al tamburo del percussionista Alfio Antico regala al brano una veste che profuma di Mediterraneo, con un ritmo travolgente e sensuale.

“Queste canzoni sono come ‘figli’ e mi hanno regalato la forza di superare dei momenti davvero difficili. Posso dire grazie alla musica, agli amici, alla mia famiglia, di cui fanno parte anche i miei bimbi pelosi, se ho ritrovato la forza e la voglia di essere davvero Francesca e la strada per condividere con gli altri questa seconda opportunità”.

Francesca Alotta ha radici profonde che la legano alla sua terra e la sua voce calda, intensa, conserva tutto il sole e i sapori del sud. È un’artista eclettica, forte ed emotiva, che nelle sue interpretazioni sa coinvolgere e toccare le corde più intime e profonde. Di strada ne ha fatta tanta da quando vinse Sanremo nel ‘92, e di lei abbiamo potuto apprezzare tutte le sue sfaccettature d’interprete, di musicista, percussionista e cantautrice. Ma oggi è davvero “Diversa”, una donna matura che ha scavato dentro di sé, ritrovando lo slancio non solo per ripartire ma anche per superare i propri limiti. E il nuovo album è un regalo a sé stessa e al suo pubblico.

“Eccomi qua, a vivere questa mia seconda vita: una nuova chance che non intendo sciupare in nessun modo. Grazie a chi mi ama, chi mi ascolta dimostrando di conoscere a fondo la mia anima! Dedico questo nuovo progetto a voi. Vi amo”.

E i fan sono pronti ad ascoltare questo disco… “diverso”, ma con lo stesso, immutato, affetto per questa straordinaria artista.

55

JP VOCAL STUDIO ACADEMY GRANDI NOVITÀ

PER LA VOCAL COACH JOHANNA PEZONE

Grandi novità riguardanti la Vocal Coach Johanna Pezone dopo il restyling dell'Accademia e l'apertura della sede di Roma includono una serie di progetti lavorativi in corso.

1. Corsi di Canto: Johanna Pezone offre corsi di canto per coloro che vogliono avvicinarsi al mondo della musica e per coloro che desiderano perfezionare le proprie tecniche vocali. Questi corsi sono adatti a tutti i livelli, dai principianti ai professionisti.

2. Percorso formativo per insegnanti di Canto: Per coloro che desiderano trasformare la propria passione per il canto in una carriera, Johanna Pezone offre un percorso formativo specifico per insegnanti di canto. Questo corso fornisce le competenze necessarie per diventare un insegnante di canto qualificato e offre un'opportunità di sviluppo professionale.

3. Master di Canto: Johanna Pezone tiene anche un master di canto aperto a tutti. Questa è un'opportunità per cantanti di ogni livello di esperienza di lavorare direttamente con la Vocal Coach e approfondire le proprie abilità vocali. Il master offre un ambiente di apprendimento intensivo e personalizzato.

Queste sono solo alcune delle iniziative in corso presso l'Accademia della Vocal Coach Johanna Pezone. La sua missione è di fornire supporto e formazione di alta qualità nel campo del canto, aiutando gli studenti a sviluppare le proprie abilità vocali e realizzare i propri obiettivi nel mondo della musica.

Info: 375 7445664

Sede di Roma - Via Tancredi Cartella 63

Sede di Tivoli - Via Eugenio Tognazzi 1

56
MUSICA

A&G GLOBAL EVENTS

DA OLTRE DIECI ANNI

PROFESSIONISTI DEGLI EVENTI

Da più di dieci anni la A&G Global Events è vicina alle persone in tanti momenti della loro vita: dall’organizzazione di una festa, ad un meeting aziendale, ad un congresso medico. I volti della A&G sono quelli sorridenti di Barbara Ancillai, Silvia Leopardi e Giordano Sforza. “Siamo soci, ma anche parenti”, spiega Barbara, la creativa del gruppo. “Silvia è mia cugina, mentre Giordano mio marito. Sul lavoro ci confrontiamo con veemenza proprio come accade in famiglia. Perché l’obiettivo è quello di arrivare al miglior risultato”.

Due sono le divisioni della A&G: quella specializzata nell’organizzazione di congressi medici nazionali, corsi ECM e servizi nell’ambito farmaceutico e della medicina in genere. E quella specializzata nell’organizzazione di eventi aziendali e istituzionali. “Siamo un Provider riconosciuto dal Ministero della Salute

58
EVENTI

per l’erogazione di Corsi ECM, ma mettiamo anche a disposizione di chi ci dà fiducia creatività, preparazione e raffinatezza per creare eventi unici e personalizzati”, continua la Ancillai.

Qual è la vostra forza?

“Negli anni, ciascuno di noi ha maturato una lunga esperienza in diversi settori, ideando, implementando e finalizzando progetti, curandone ogni singola attività, con forte operatività: dal concept creativo alla finalizzazione dei più piccoli dettagli. Oggi riusciamo a creare il giusto feeling con i clienti che ci danno fiducia per creare eventi unici. Anche negli eventi aziendali riusciamo ad associare una parte informativa ad una più relazionale”.

Il Covid ha modificato il vostro lavoro?

“Prima della Pandemia avevamo fatto sempre eventi in presenza. Poi, a seguito di tutte le varie restrizioni, Giordano ha dato vita ad una piattaforma dove abbiamo potuto creare uno spazio virtuale dove creare non solo eventi formativi a distanza, ma anche eventi ludici”. Oggi, per fortuna, siamo tornati alla normalità.

“Siamo di nuovo con la valigia in mano per correre da una parte all’altra dell’Italia. Non ci annoiamo mai. Il nostro è un lavoro dinamico con possibilità incredibili di fare rete dove non te l’aspetti. La nostra miglior pubblicità, infatti, è il passaparola. Di anno in anno ci chiamano i vecchi clienti per presentarcene di nuovi. Vuol dire che veniamo apprezzati”. Come si organizza un evento?

“Innanzitutto, facciamo una chiacchierata informale per acquisire i desideri del nostro cliente. Poi traduciamo il suo pensiero in un progetto fatto su misura. Non ci piace vendere pacchetti preconfezionati.

Silvia conosce la realtà medica nei minimi dettagli. Io uso la mia creatività per realizzare qualcosa di nuovo. Anche per gli eventi didattici e professionale riusciamo a creare qualcosa di diverso dal solito”. L’estate è la stagione ideale per realizzare eventi all’aperto. Quali possono essere delle idee diverse per dei diciottesimi?

“È fondamentale capire il carattere di chi compie gli anni. Si può proporre una formula a sorpresa o un viaggio. Oppure se si tratta di un ragazzo sportivo si può prevedere una sessione su un campo da calcio o una formula auto su un circuito. Le possibilità sono infinite. L’importante è assecondare sempre i desideri di chi compie gli anni”.

Quali sono le novità 2024 della A&G?

“Abbiamo da poco iniziato una collaborazione con due grossi gruppi economico-finanziari. Stiamo organizzando per loro alcune giornate informative che terminano poi con delle “coccole” in location esclusive. E poi siamo approdati nel mondo del calcio perché, come diceva Pasolini, è un fenomeno di costume, un linguaggio. Allo Stadio ‘B. Stirpe’ di Frosinone organizzeremo un congresso ECM sulla "Gestione del dolore osteoarticolare nello sportivo". Lo scopo è mettere a confronto le esperienze lavorative di specialisti in Medicina dello Sport, Terapia del Dolore, Ortopedia, Fisiatria, Fisioterapia e Radiologia avendo come obiettivo principale quello della conoscenza e dello scambio di tecniche innovative per permettere, oltre al controllo del dolore, un più rapido recupero dell’atleta evitando al contempo l’abuso di farmaci. Ma le novità da noi sono continue. Chi vuole seguirci può farlo attraverso il nostro sito www.agglobalevents.it o le pagine social”.

59
Barbara Ancillai Silvia Leopardi

GRANDE FESTA PER IL COMPLEANNO DI CRISTINA RONCALLI AL DONEY CAFÈ DI VIA VENETO

C'era davvero tanta gente al Doney Cafè di Via Veneto a Roma per il compleanno di una meravigliosa Cristina Roncalli che ha scelto di dedicare questo suo evento al mito di Marilyn Monroe. Tanti ospiti e amici non si sono voluti perdere la serata tra luccichii, musica, drink e una buonissima torta.

Su tutti la presenza delle "Bollicine avvolte ritornano", il gruppo che sta portando avanti Cristina Roncalli, insieme ad Angelo Peluso e ad ex showgirl di "Non è la Rai", "Domenica In", "Sarabanda", "Macao", "Bulli&Pupe" e di altri programmi della televisione italiana, nonché attrici di teatro: Patrizia Abbadi, Letizia Sedrick Boupkoulee, Veronica Bartoli, Arianna Becchetti e Paola Barzi. Tutti insieme sono protagonisti di un programma televisivo su ReteOro che porta il medesimo nome e di una canzone scritta proprio da Cristina.

Presenti vari personaggi della scena della moda e dello spettacolo: l'attore Enio Drovandi, l'ex Miss Italia sempre bellissima Elisabetta Viaggi, il ritrattista delle Dive Daniele Pacchiarotti che ha donato un bellissimo ritratto a Cristina Roncalli, il sosia di Johnny Depp Marco Scimia, la nota conduttrice radiofonica di Dimensione Suono Soft (gruppo RDS) Silvia Giansanti che nello stesso giorno ha festeggiato i 40 anni di radio, l'attrice e showgirl Maria Monsè, poi Conny Caracciolo, il look maker Michele Spanò, l'attrice Claudia Cavalcanti, il musicista Gaspare Maniscalco, Tiziano Leonardi componente dei Cugini di Campagna, l'opinionista Jolanda Gurreri, il soprano Sara Pastore, l'attrice Emilia Sak, la giornalista e autrice Emanuela Del Zompo, il chirurgo dei vip Andrea Bitonti, Gino Fo-

60 EVENTI

glia, la talent scout Laura Maroldi, il look maker Sergio Tirletti e tanti altri.

Presenti anche le telecamere di Striscia la Notizia con il simpatico e irriverente Enrico Lucci. E poi... fotografi e paparazzi come se non ci fosse un domani.

© Foto di Antonello Ariele Martone

61
Cristina Roncalli accolta da Enrico Lucci di “Striscia” Il gruppo di “Bollicine avvolte ritornano” La conduttrice radiofonica Silvia Giansanti con Elisabetta Viaggi Cristina con il sosia di Johnny Depp Marco Scimia e Jolanda Gurreri Cristina riceve il suo ritratto dal ritrattista delle Dive Daniele Pacchiarotti

ANIMAL DAYS

ARTE, SCIENZA E GIOCO, EVENTO DI CULTURA SOLIDALE

ISPIRATO AL MONDO DEGLI ANIMALI IDEATO DA SILVANA LAVIOLA

L’Animal Days, il nuovo format di evento lanciato a Matera, dedicato agli animali, il 27 e 28 aprile scorsi, ideato da Silvana Laviola, Project manager for events, vicepresidente WFE, ha raccontato il loro mondo attraverso la scienza, l’arte, il gioco, con tante attività educative rivolte a bambini e adulti, per aumentare la percezione del vero valore degli animali, preziosi e indispensabili nella vita delle persone. Questa iniziativa di cultura solidale si è svolta presso il Dichio Garden Center che ha accolto la proposta dell’evento per scopo sociale.

“Animal Days”, vista l’utilità pubblica, ha avuto il Patrocinio della Città di Matera e dall’Ordine Provinciale dei Medici Chirurgi e degli odontoiatri di Matera; è stato realizzato inoltre grazie alla collaborazione dell’ Associazione di promozione sociale “L’ultima Luna” di Potenza, con il supporto dell’ufficio stampa della testata giornalistica Wine&Fashion Europe Magazine.

Il 27 aprile la show girl televisiva Stefania Orlando e l’attrice Anna Rita Del Piano sono state presenti per sostenere la mission dell’evento.

La dottoressa Silvana Laviola racconta come è nato il progetto da lei ideato e coordinato non a caso nella natura, in un importante “polmone” verde con la proprietà del Vivaio Dichio, azienda, a cui è stato proposto la prima edizione del 2024: “Lo scopo di questo evento ANIMAL DAYS è di stimolare una maggiore consapevolezza e rispetto nei confronti del mondo animale e della natura.

Noi, erroneamente, parliamo di animali come “oggetti” di casa... Ma sono proprio loro gli attori principali delle nostre vite in quanto, oltre a fare compagnia a bambini, adulti e anziani, aumentano considerevolmente il benessere psicofisico di persone con situazioni di disagio o disabilità fisica e mentale.

Più che un progetto in senso fisico direi che il mio è un progetto culturale poiché ciò che mi ha interessato e coinvolto con particolare evidenza negli ultimi anni è la capacità di azione/reazione della “nuova” cultura, impostata sull’importanza degli animali e della natura che ci circonda, che oggi è aggiornata e senz’altro partecipata al dibattito internazionale recitando un ruolo da protagonista, sia del mondo animale che del mondo della natura forti di una capacità di visione e interpretazione della realtà di straordinario interesse. Dobbiamo essere disponibili al cambiamento e a rimediare e recuperare con grande velocità, guardarci intorno ottimizzando l’importanza che rivestono gli animali nelle nostre vite, e il ruolo determinante che la natura stessa rappresenta, fattori che ci indicano il cambiamento e con questo la nostra capa-

EVENTI 62

cità di innovazione, facendoci dialogare con l’ambiente, migliorandolo”.

Emozionante la presenza dei ragazzi dell’A.I.A.S di Melfi (PZ) che sono stati felicissimi di partecipare alla baby dance, al trucca bimbi, di accarezzare Fiamma, la cagnolina amica dei bambini di Loredana Labriola, e tanti altri dolci cagnolini dei punti di adozione dei canili di Matera

Elle Elle e Argo. L’artista Michele Volpicella ha realizzato, in linea con il concept dell’evento, delle splendide opere che raffigurano una modella con un bassotto, con un gattino e con un barboncino

Molto importante il seminario scientifico sulla Pet Therapy, come co-terapia nell’utilizzo delle risorse sanitarie che si è tenuto il giorno 27 con importante intervento di relatori come Paola Serio, medico veterinario, zooterapeuta che ha parlato degli interventi assistiti con gli animali; Vincenzo Pierro medico psichiatra che ha parlato dell’importanza

della PetTherapy nella riabilitazione psichiatrica; Lucia Carriero, neuroscienziata che ha presentato uno studio sugli effetti benefici che genera il contatto con gli animali sul cervello umano e Bruno Laurita il presidente di promozione sociale “L’ultima Luna” di Potenza che ha parlato dell’esperienza di vita di una sua associata con gli animali. Il giorno 28 si è svolto un importante appuntamento che ha visto le esibizioni dei cani dell’Associazione Nazionale Carabinieri Basilicata, sezione di Tricarico, per la ricerca di persone disperse, con la rappresentanza del Generale di Divisione Luigi Finelli. Con gli organizzatori che mi hanno supportato possiamo dire con soddisfazione che l’evento ha registrato un grande consenso quasi inaspettato. Il Progetto “ANIMAL DAYS” è di proprietà intellettuale della Dottoressa Silvana Laviola, event planner.

Per info: ufficiostampa.wfe@gmail.com

63
VIGNETTANDO by Nadia Ludovici

…E LO SKATER DISSE SPACCA!

Tra le vie del centro storico di Roma, nei pressi di piazzale Flaminio, è facile udire il fragore delle ruote di ragazzi in skateboard che solcano il cemento dirigendosi verso il loro skate shop di fiducia. In Via Flaminia 47 infatti si trova “7Hills” che da oltre 10 anni rifornisce, non solo gli appassionati di skateboard di ogni genere ed età, ma anche gli skate shop di tutta Italia con materiale tecnico e brand esclusivi. Lungi dall’essere soltanto un negozio, 7Hills è divenuto punto di riferimento della scena romana di skateboard, promuovendo iniziative ed ospitando eventi, tra cui video premier e collaborazioni artistiche. Tant’è che sabato 11 maggio 2024 l’attenzione di tutti gli skaters era rivolta lì, per il release party di Spacca Skate Magazine, il nuovo skate mag italiano con una particolare messa a fuoco su Roma e dedicato alla iniziativa D.I.Y. (do it youself) sotto il Ponte della Musica Armando Trovaioli, dove da circa una dozzina di anni gli/le skaters autogestiscono uno spazio in cui costruiscono strutture che, sebbene siano fai da te, tengono testa ai migliori skateparks d’Europa.

La rivista creata da Riccardo Romano ed Andrea Burchiani ci mostra lo skate per quello che è veramente, non solo tricks e tecnicismi modaioli ma creatività, amicizia e libertà che per realizzarsi in soddisfazioni concrete richiedono fatica, lavoro e tante tante cadute. “Costruisci, skatea e Spacca” è il motto di Riccardo che, con Andrea e l’aiuto di una piccola redazione di amici, la produzione e la distribuzione di 7Hills ed il contributo degli sponsors Plazaboards, Out of range e Ten minutes to moon, è riuscito ad offrire un magazine semestrale gratuito ma in grado di finanziare la costruzione di nuove strutture in quel luogo, sotto il Ponte della Musica, e che sarebbe riduttivo definire soltanto “skatepark”, dove tutto ebbe inizio.

64
LIBERO
TEMPO

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.