GP Magazine settembre 2022

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7 nare la gente all’arte floreale”, ha spiegato Serena Margiotti, Presidente EAFA (European Athenaeum of Floral Art). “Non è stato facile ripartire, ma alla fine ce l’abbiamo fatta ed è stata una grande emozione tornare a vedere le strade di Bugnara piene di gente”. Ma Romantica non è solo fiori. Un ricco programma musicale ha accompagnato ogni fascia d’età fino a notte fonda. A scaldare i motori ci ha pensato la tribute band de I Nomadi – Terzotempo che ha poi ceduto il testimone al gruppo Stili Musicali. A mezzanotte l’aria si è surriscaldata con l’arrivo dei talenti di Amici, Aisha e Calma, richiestissimi dai più giovani per un selfie e un autografo. Dopo l’una il centro storico si è trasformato in una discoteca a cielo aperto grazie al dj set di Valeesse. E in chiusura di serata la ciliegina sulla torta, annunciata sul palco da Rosa Gargiulo e Roberto Ruggiero: Bugnara ha vinto la Giostra dei Borghi più belli d’Italia. “Speriamo sia il primo di una lunga serie”, ha detto emozionato il Sindaco Lo Stracco al rientro da Sulmona. “Un ringraziamento al Presidente e a tutto il popolo della Giostra, al sindaco Di Piero, al Borgo della Tomba e a Lorenzo, il nostro cavaliere. Inoltre, ringrazio il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio e tutti gli sponsor degli eventi. È solo grazie al loro supporto che tutto questo è stato possibile”. fioristi con il Sindaco e l’Assessore

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I presentatori con Calma

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COVER STORY

cHi è roBerTa ModigLiani

roberta è nata a Massa Marittima (gr) il 12 febbraio del 1975, sotto il segno dell'acquario. caratterialmente si definisce solare e altruista. simpatizza per la roma, ama la pizza con la cipolle e ha l'hobby della pittura e degli animali. adora tutto ciò che ruota intorno alla natura. L'anno fortunato della sua vita è stato il 1990, momento in cui è partita la sua avventura. possiede cani, cavalli e un gatto. e' sposata e ha due figli, uno di diciannove anni e uno di undici. Ha esordito con “Bulli e pupe” e successivamente è approdata in alcune stagioni di “non è la rai”. Ha esperienza nel canto. Ha proseguito partecipando in programmi come“domenica in”, “gatto e la Volpe” e “Beato tra le donne”. e' stata protagonista di alcuni fotoromanzi e ha preso parte in alcune fiction. Ha ottenuto dei piccoli ruoli al cinema. ricordiamo “Merry christmas” con Massimo Boldi e christian de sica. Ha condotto “eventi pop” su rai due ed è stata anche protagonista della fiction “pompei, ieri, oggi e domani”. di recente ha rilasciato un singolo dal titolo “Una principessa sopra un'altalena”.

più semplice. I miei figli invece ne hanno sofferto moltissimo a livello umano. Non hanno sviluppato rapporti nella loro fase delicata dell'adolescenza. Ho visto la loro sofferenza per quello che gli è stato sottratto. Ho sempre paura che questi ragazzi riassaporino la vita normale per poi ripiombare nell'oblio”. Un ricordo di Gianni Boncompagni. “Oltre a ringraziarlo per avermi inserito nel programma, mi ha autata in un periodo in cui non stavo bene, ero caduta in depressione e non mangiavo. Mi sentivo sola. Così ha chiamato i miei genitori che sono venuti a Roma per starmi vicino ed io sul momento non capivo perché si fossero trasferiti. Adesso apprezzo molto quel gesto umano. Lui era un simpaticone e una persona particolare. Penso che a livello umano non sia stato conosciuto a fondo per quello che era veramente”. Se fossi nata e quindi arrivata più tardi, avresti partecipato ad un talent come “Amici”? “Perché no? Come ho partecipato ai concorsi dei miei tempi, non avrei escluso 'Amici'. Poi chissà se mi avrebbero presa, però ci avrei almeno provato”.

SALUTE & BENESSERE

Arriveremo un giorno ad un sistema di cura "ad personam"? “I limiti umani richiedono in ogni caso una generalizzazione per le materie più complesse, altrimenti non riusciremmo a gestirle. L’aiuto che viene dalle antiche medicine tradizionali (medicina tradizionale cinese, ayurvedica, fitoterapia, omeopatia per citare le principali) permette al medico moderno di avere maggiormente le capacità di approcciare al singolo in maniera “sartoriale”. Da sempre le medicine tradizionali hanno considerato l’Uomo nell’insieme di Corpo-Mente-Spirito. Le nostre tecnologie moderne cercano la “personalizzazione” della diagnosi e cura con metodiche sempre più raffinate che ricercano quel particolare di biologia molecolare unico di quell’individuo. Tutto ciò è molto interessante, ma fa parte di un approccio comunque “riduzionista” e non “olistico” come quello poc’anzi descritto. L’unione delle due strategie è, a mio avviso, la strategia vincente. La potremmo chiamare 'medicina integrata'”. Via Archimede, 138 - Roma www.biofisimed.eu - Tel 06.64790556 (anche whatsapp) nista-nefrologo-omeopata/romahttps://www.miodottore.it/antonio-gorini/inter-antonio.gorini@biofisimed.eu

Questo modo di (non) ragionare porta ad un impoverimento enorme dell’atto medico. Il medico che si discosta dal protocollo lo fa a suo rischio e pericolo… quanti lo fanno? Quanti si prendono la briga di studiare e andare oltre il protocollo? E’ più facile fare come il gregge che esegue l’ordine del pastore e pensa di vivere nella ragione e senza problemi”. Possiamo dire che un medico è completo quando cura e garantisce uno stato di benessere prolungato alla persona?

Perché c'è la tendenza generale a non discostarsi da un "protocollo ufficiale" in presenza di altre opportunità di cure? “Qui torniamo alla medicina difensiva. La mentalità dominante porta a considerare più efficace ciò che è scritto nelle linee guida/protocolli, alla faccia di quanto detto prima, e, quindi, per evitare contenziosi si cerca di attenersi il più possibile ai “protocolli”.

“Considerando la Persona come un’entità fatta di Corpo-Mente e Spirito, unica e irripetibile, possiamo certamente dire che qualsiasi patologia può avere uno sviluppo diverso ed ogni individuo dovrebbe avere una cura personalizzata”.

20 vostro paziente numero 1… Con queste emozioni, paure, dubbi si ha la spinta a tornare a casa dopo 12 ore di lavoro ed aprire il libro per approfondire, verificare, ripassare… che fatica, ma che meraviglia”. In un suo passaggio, il giuramento di Ippocrate parla di arte medica. Nella cura del paziente, dove finiscono i dogmi e dove inizia l'arte medica? “Come dicevo prima i dogmi non esistono. La medicina è l’Arte del prendersi cura e nasce dall’osservazione degli eventi naturali e dell’uomo. Il dizionario definisce “arte”: Qualsiasi forma di attività dell'uomo come riprova o esaltazione del suo talento inventivo e della sua capacità espressiva; Qualsiasi complesso di tecniche e metodi concernenti una realizzazione autonoma o un'applicazione pratica nel campo dell'operare e part. di una professione o di un mestiere: a. poetica; a. militare; l'a. medica; essere dell'a, esperto o competente nell'ambito di un mestiere o di una professione; 'prov. impara l'arte e mettila da parte'. Nella vita ogni esperienza o conoscenza può sempre tornare utile. Da questa semplice definizione capiamo che la medicina è da sempre l’arte di osservare i sintomi del malato e realizzare con l’esperienza una cura efficace. Solo col business farmaceutico nel secolo scorso si è iniziato ad esasperare il concetto di studio scientifico, nel senso che è vero solo ciò che è pubblicato su una rivista scientifica e da qui arrivare alla creazione di protocolli/linee guida di diagnosi e cura è stato un passaggio relativamente veloce, ma non funzionale per la medicina che riconosce l’essere umano come qualcosa di unico e irripetibile. Per il medico che è consapevole di ciò le linee guida possono guidare, ma non possono rivestire l’unica e ultima verità nella diagnosi e cura di un individuo”.

“Assolutamente. Ancora meglio sarebbe dire che il medico è colui che non fa ammalare le persone! Poi, se si ammalano, le cura e fa sì che questo stato di salute sia il più duraturo possibile”. Partendo dal presupposto che ogni individuo è un essere a sé stante, è vero che qualsiasi patologia può avere uno sviluppo diverso e quindi un approccio terapeutico differenziato?

“La notte è puntellata dai cartelli luminosi direzionali, viaggiano come sempre per farsi compagnia, poi discendono in una frazione scura, poche case, un benzinaio e un baretto”. E’ questa l’atmosfera in cui Marietto e i suoi amici srotolano le lunghe notti in una Roma di pasoliniana memoria; il giovane protagonista addenta la vita inseguendo un senso, per trovare la strada maestra e sconfiggere la paura di non Romanzofarcela.diformazione in cui seguiamo l’evoluzione di un ragazzo che cerca di cambiare lo sguardo della periferia dell’animo e della città.

“Teresita mio amor”, l’ultima fatica di Marco Dalissimo, da AltroMondo Editore

Ho alle spalle altri lavori, il romanzo 'Nessun dio sulla terra', a tutt'oggi il più autobiografico che mette insieme un registro psicologico e immagini di puro riferimento cinematografico. A seguire, la silloge 'Un anno senza giorni'. È un momento importante, uno dei miei innumerevoli lavori digitali diventa una cover, sono infatti anche autore della copertina del libro. Forse per questa propensione pittorica e fotografica cambio il mio nome in Dalissimo e firmo in questo modo la raccolta che segue 'Il presente diventa sempre', appunti di un diario che svelano l’inconfessato amore per la poesia. Poi, nel dicembre 2020, in piena emergenza sanitaria, il secondo romanzo, 'Il posto del freddo', limpida metafora sull’isolamento che talvolta la verità dei sentimenti impone. Arriviamo così a maggio di quest'anno con 'Teresita Mio Amor'”.

“Nasco a Roma, città dove vivo e fonte delle mie ispirazioni. La solitudine, i sentimenti estremi, le descrizioni psichiche dei miei racconti sono le cifre più evidenti delle narrazioni, dove onirico e reale si fondono fino a svelare un quotidiano visionario che trae la sua credibilità da episodi di vita comune che diventa 'scenografica'.

Chi è Marco Dalissimo, nato Pelliccione?

Iacopino

Abbiamo incontrato l’autore per rivolgergli qualche domanda.

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“TeresiTaMioaMor” byLIBRIMarisa

“In realtà l’idea per scrivere Eden è nata molti anni fa, ma ha richiesto tempo per poter maturare. Tutto è iniziato dopo aver letto il romanzo “Dio di illusioni” di Donna Tartt, un’autrice che ammiro moltissimo. Da lei ho imparato come la bellezza, dell’arte così come della letteratura, non debba essere consolatoria, bensì uno schiaffo necessario a farci cambiare la nostra prospettiva sul mondo. E cambiare prospettive è sempre un po’ doloroso e terrificante. Questo concetto mi ha affascinato a lungo, finché non ho deciso di inserirlo nel mio romanzo”. Così “Eden” ci trascina nel gorgo dell’ossessione e della passione erotica e artistica, in cui lo sguardo del lettore si trasforma in quello della protagonista, che scruta la bellezza e il dolore cercando di andare a fondo e trovare la verità: una verità che forse rappresenta anche una ricerca personale dell’autrice.

Vedendola camminare fiera e concentrata per le strade della sua Napoli, potreste scambiarla facilmente per una top model o un’artista della tv. Invece, forte di importanti studi linguistici e filologici, Sara Bilotti è prima di tutto una scrittrice, maestra del genere in cui si riconosce: quello del thriller psicologico. Dopo il fortunato esordio della raccolta di racconti “Nella carne”, a consacrarla definitivamente è la trilogia pubblicata da Einaudi nella collana Stile Libero: “L’oltraggio – La Colpa – Il Perdono”, ma è con il suo ultimo romanzo “Eden”, pubblicato da Harper Collins, che finalmente si è sentita libera di indagare la parte più oscura dell’animo umano. “Se non scrivo di un mistero da svelare non mi diverto, ma non scrivo di commissari: certo, nei miei libri c’è un mistero da svelare, ma chi indaga è una persona comune, senza una divisa, che scoprendo il mistero scopre anche molte cose di se stessa. Racconto del lato oscuro, quella parte della nostra anima che è insondabile o insondata, ma che ritengo sia necessario conoscere”.

“Umberto Saba diceva che ogni opera d’arte è una confessione. Senza arrivare a questo, qualcosa di noi c’è sempre in ciò che scriviamo. C’è infatti una questione che mi assilla da tempo, cioè da quando ho iniziato a seguire giovani vittime di abuso familiare: “l’amore che resiste” nei confronti di chi abusa. Da un lato lo considero un bene, perché riuscire ad amare ancora dà la possibilità di salvarsi, dall’altro un male, poiché l’imprinting dell’amore è legato alla rabbia, il che può rendere più facilmente vittime di violenza da adulti. Questa “resistenza dell’amore” è presente un po’ in tutti i miei libri, nei quali mi chiedo: il trauma impedirà a questa persona di vivere una vita felice?”.

Così accade alla sua protagonista Giulia, a cui, dopo la morte della sorella in circostanze poco chiare, è rimasta soltanto una lunga lettera spiegazzata. Una lettera che la costringe a tornare a un passato doloroso che aveva cercato di cancellare e la convince a partire per Bologna, città in cui la sorella aveva iniziato importanti lavori di restauro presso l’Eden, la meravigliosa villa di Gabriele Giordani, professore di Estetica all’università, e Andrea Lorenzi, pittore e mercante d’arte. “L’Eden non cambia mai. Cambiamo città, ma le case restano uguali a se stesse: bianche, vuote. Sopra ogni parete bianca, disturbato solo a tratti dalle ombre dei vivi, scorre per me, in ogni istante, il passato”. Due uomini bellissimi e tormentati, due tele forse realizzate da Caravaggio e detenute illegalmente e un mistero celato dietro una meravigliosa e inquietante villa che non sembra appartenere al mondo reale. Chi è veramente Gabriele, l’uomo affascinante e luciferino che possiede quel luogo surreale?

Per scoprirlo, non ci resta che attraversare il cancello del “paradiso” creato dalla penna di Sara Bilotti e avventurarci tra le sue pagine.

#CoseBelle 39

Fabio, partiamo proprio dalla tua produzione editoriale, che trovo ampia e variegata. È così?

“Ciao a tutti. Certamente, ho pubblicato in totale sei libri. Il primo si intitola “I Fumetti anarchici” ed è una raccolta di fumetti demenziali che ho disegnato dal 1993 al 2011. Il mio secondo lavoro è “Dio vede…e si copre gli occhi” un libro sullo stile di “Parola di Giobbe” di Giobbe Covatta anche se differisce per molti versi sia nella stesura che nella tipologia di umorismo. Il mio terzo lavoro è “Cyberpunk: Gotor” un romanzo Cyberpunk post apocalittico ambientato in un futuro ormai non più lontano dove il mondo è diventato un’unica nazione e vive sotto il controllo di un unico governo mondiale. I poveri vengono confinati al di fuori delle mura delle comunità dei ricchi e devono sopravvivere a tempeste solari, fame e molto altro ma il protagonista Gotor decide di dichiarare guerra a questo sistema. Il libro è una saga che raccoglie in totale dieci libri diversi. Il mio quarto libro è “La Crypta del Mago”, un romanzo fantasy che narra di un guerriero che intraprende un viaggio alla ricerca di un paradiso in Terra ma dovrà fare i conti con Wizard che è la sua coscienza la quale appare ogni volta che il protagonista si ferma a riflettere sulla sua vita o sul significato del suo viaggio. “Dialoghi con l’Aldilà” è il mio quinto lavoro che raccoglie tutte le mie esperienze medianiche e metaforiche raccolte in anni di ricerche, studi, sperimentazioni e conoscenze con chi vive il mondo del paranormale. Nel libro ci sono anche diverse foto di entità scattate da me nei periodi di indagini, infatti è una raccolta di tre scritti diversi che compongono le tre parti del libro. L’ultimo mio lavoro è “Syd Barrett. Tutte le Canzoni Inedite”, questo è una raccolta completa di ventidue anni di ricerche sul leader fondatore dei Pink Floyd, spiegando che egli non era pazzo come è sempre stato additato ma semplicemente un genio eccentrico che voleva essere libero di fare la sua musica senza scendere a compromessi, difatti ho trovato nel corso degli anni ben 8gb di materiale inedito o dal vivo mai pubblicato, anche se c’è da dire che questo libro ha raggiunto il suo scopo quando i Pink Floyd , dopo che io ho pubblicato questo scritto, hanno pubblicato parte del materiale inedito di Barrett. Nel libro però si parla anche del famoso terzo disco mai realizzato che In arte Anarchybrain, annovera nei suoi 30 anni di carriera musicale e artistica 118 album, il disegno, la pittura, la recitazione, il doppiaggio, importanti esperienze sia sul palco con grossi gruppi sia televisive e la dipubblicazionediversilibri

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LoscriTTore-MUsicisTaaLserViZiodeLsociaLe

byLIBRIFrancesca Ghezzani FaBio Varrone

“Un’esperienza straordinaria, ancor più emozionante perché mi ha vista presentare un evento nella mia città, Prato, davanti ad un pubblico tornato numerosissimo come nel periodo pre-pandemia” racconta Roberta, artista poliedrica, già presentatrice di numerosi eventi in Versilia, già ospite del PFF che quest’anno ha vissuto da una prospettiva decisamente inedita e suggestiva. Presentare due serate di un evento di rilievo internazionale, che ricordo lascia?

“Proprio così! Nel 2016 ho condotto “Fuochi e Fornelli” con Antonino Cannavacciuolo, l’anno seguente ho presentato le serate di “Toscana arcobaleno d’estate” con il concerto di Raf e la serata di moda di “Sposi e cerimonie”. Nel 2018 sono stata nuovamente il volto di “Toscana arcobaleno d’estate” con il concerto di Loredana Bertè ed ho presentato “Sposi e cerimonie” e “un tè a villa Sperling” con Alessandro Cecchi Paone. Molte soddisfazioni culminate quest’anno con questa nuova esperienza. Conoscendomi, ripartirò da qui per poter vivere da protagonista nuovi progetti”. https://www.facebook.com/presentatricetoscanahttps://www.robertacatarzi.comContatti

A proposito di stagione: a Prato si sta chiudendo quella estiva… “E io ho avuto un ruolo anche nel Settembre Pratese, un insieme di eventi nell’ambito della rassegna “Prato è spettacolo”, dove rievocazioni storiche e feste patronali si fondono in una straordinaria sintesi di tradizioni, costumi e occasioni di incontro. Il legame con la mia città resta forte, ma sono convinta che ogni luogo d’Italia abbia una storia originale da raccontare, capace di essere di richiamo per il pubblico. Ecco, io potrei essere quella voce di richiamo”.

“Multisfaccettata, appassionata, determinata”, così ti definisci in tre aggettivi. “Sì, perché in questa sintesi c’è tutta me stessa. Il mondo dello spettacolo è la mia passione. Ho iniziato col frequentare una scuola di recitazione, quindi mi sono cimentata nei laboratori della scuola di recitazione di Prato. Ho preso parte a casting di pubblicità, teatro e TV, sono stata protagonista di vari spot e videoclip, inviata speciale, opinionista e conduttrice televisiva per emittenti”. Tante esperienze che ti hanno arricchita umanamente e professionalmente.

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“Lascia un ricordo indelebile, innanzitutto perché ritrovare il pubblico è un autentico toccasana per la mente e per il corpo. I sorrisi, gli applausi, le strette di mano e gli abbracci sono elementi a cui ci eravamo disabituati: ritrovarli, restituisce serenità e gioia. E poi, il successo avuto dal Prato Film Festival in termini di presenze e di ospiti mi ha resa davvero orgogliosa del mio ruolo di presentatrice. Anche consegnare un riconoscimento all’attore inglese Colin Firth, che ha inviato un videomessaggio di ringraziamento, dimostra la valenza internazionale raggiunta da questo evento a cui mi auguro di aver reso onore con la mia presenza e la mia energia”. E chissà che non possa essere un trampolino di lancio per la tua carriera da presentatrice… “Chissà, chi può dirlo! Di certo, questa esperienza è stata una scuola di perfezionamento fondamentale per chi, come me, si pone sempre nuovi traguardi. La mia aspirazione è migliorarmi e avere sempre nuove occasioni per mettermi in gioco. Se dovessi sbilanciarmi, senza voler essere presuntuosa ma con quel pizzico di ambizione che deve caratterizzarci sempre, dico che mi piacerebbe ritrovarmi su un palco di Roma o di Milano per presentare eventi in una di queste due città. È una sfida che mi pongo per la prossima stagione”.

© Foto di Roberto Cifarelli

Poiché per le tribù africane tutto ciò che è in movimento è guidato dal ritmo, la poesia di Tagore descrive in toto la mia personalità. Sono un musicista, vivo muovendomi, a ritmo, andandolo a ricercare e questo è uno dei motivi che mi dà la possibilità di visitare luoghi magici e incontrare persone speciali. La musica non è solo mero intrattenimento, come ci vuole far credere una certa comunicazione becera radio televisiva, ma è l’arte dell’incontro. La musica ha il potere di educare a valori alti, non ha confini, non ha barriere di alcun tipo. È un linguaggio universale ed è un messaggio liquido che arriva ovunque. Un musicista, dopo aver studiato e appreso il linguaggio musicale, deve imparare anche la complicata arte del vivere di musica. Arte che si apprende facendola e frequentando le persone che hanno più esperienza di te. A 60 anni continuo a vivere di musica con l’obiettivo principale e iLsUocaLeidoscopicoMondo

Gegè Telesforo è un Artista poliedrico e multiforme, innamorato e profondo conoscitore della Musica, che scorre come linfa vitale nelle sue vene, a ritmo sincopato. La curiosità lo spinge verso orizzonti sempre nuovi, stimolato da bellezze dai mille profumi, sapori e spezie esotiche, ascoltando “storie antiche di figli lontani”. “Ti rispondo con un pensiero del poeta Rabindranath Tagore, che ha in qualche modo definito il mio modo di essere e di vivere: ‘La religione dell’Universo è il Movimento. Il peso dell’immobilità rende grevi e soffoca chi non procede oltre’. C’è una pena per il camminatore che è costretto a separarsi da tutto e non possedere nulla.

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gegè TeLesForo

byMUSICADonatella Lavizzari Un artista dai mille colori e dalle mille sfumature. Un talento innato per la musica di cui conosce tutti i inimitabilenelsiadell’haQuestacromosomi.conoscenzamessaadisposizionepubblicoitalianoinradiocheintvcorsodiunacarriera

So che sei molto legato alla cultura africana e questo si riscontra anche nei suoni e nei colori della tua musica. “Sono una persona curiosa e la musica mi ha dato la possibilità di poter fare molta ricerca. Sono un musicista ma, al tempo stesso, sono anche un musicologo. Continuo a divulgare la musica sia alla radio che in televisione e per farlo devi continuamente stare sul pezzo.

53 di sentirmi libero di esprimermi e di fare quello che mi piace”. La tua carriera è ricca di momenti indimenticabili e incontri con persone straordinarie. So che da ragazzino sei salito sul palco e hai suonato la batteria insieme al grande Franco Cerri. “Sì, è accaduto a Foggia dove sono nato e cresciuto in una casa piena di vinili jazz e strumenti. Mio papà, architetto, ha sempre avuto il pallino della musica, in particolare del jazz, e quindi capitava spesso di accompagnarlo a concerti organizzati in città o a La Taverna del Gufo, l’unico Jazz Club accreditato, gestito da suoi amici. Una volta andammo a vedere la performance di Franco Cerri, con Julius Farmer al basso, e Cerri mi invitò alla batteria. Mi precipitai sul palco e mi ritrovai a suonare”. Mi piace molto la definizione di viaggio data da Chatwin: “Diversivo, distrazione, fantasia, cambiamenti di moda, di cibo, amore e paesaggio.’ Ne abbiamo bisogno come dell’aria che respiriamo? “Puoi ben immaginare la mia grande emozione! Ed è la stessa che provo ogni volta che salgo su un palco”. Alla fine, è proprio questa emozione che fa da volano e coinvolge il pubblico. Tu hai affermato che la musica è “una piacevole patologia e una migliore terapia”. “Esatto! Ho realizzato 10 podcast per il nuovo canale digitale Rai play Sound. Con 'Riflessioni disordinate di un malato di musica’ mi sono divertito a ricreare un improbabile ambiente di seduta psicoanalitica per ‘musicisti anonimi’ e a raccontare, insieme ad altri due malati di musica, la nostra visione del mondo attraverso le nostre attività. Ad ottobre tornerò in TV, su Rai 5, insieme a Renzo Arbore con il programma ‘Appresso alla musica’. Da casa di Renzo presenteremo alcuni dei momenti più importanti prodotti nelle due stagioni indimenticabili di ‘Doc’, inserendo momenti di musica inediti, estratti dai nostri archivi”.

Con la pubblicazione de ‘Il Mondo in Testa’, l’ultimo album realizzato in studio e pubblicato durante il periodo della pandemia, riflettendo sulle spezie ritmiche che volevo utilizzare all’interno della produzione per creare un mondo ritmico personale, fatto di tutti quegli ingredienti della Musica che più mi piacciono, sono andato a prendere ritmiche africane, sonorità indiane e caraibiche. Quando mi hanno chiesto che tipo di album fosse, ho risposto di getto: ‘è un album afro-meridionale’. Gli sta bene come vestito, no?”. Assolutamente sì! È un termine che dipinge perfettamente la natura del progetto. Tu sei assolutamente meticciato da culture e mondi diversi. “È bello questo termine che hai usato per descrivermi. Lo prendo come un grandissimo complimento! Durante le master-class che ho fatto in questi giorni, parlando con i ragazzi di improvvisazione vocale, ho spiegato loro che non è soltanto un’arte legata al jazz o fare lo ‘scat’ con le sillabe intonate, ma che esiste in tutto il mondo, in ogni tipo di cultura e società. I primi sono stati i griot africani, i custodi della parola, che svolgevano il ruolo di conservare la tradizione orale e tramandarla con canti e melodie estemporanee”.

Mi vengono in mente i suoni onomatopeici... “Brava, l’arte dei fonemi. Infatti, quando mi calo nell’arte della musica, automaticamente cerco di proporre vocalmente fonemi che abbiano assonanze o che comunque ripropongano suoni delle varie lingue di appartenenza delle spezie ritmiche”. Fondamentalmente, credo tu abbia un’Anima ‘bambina’. “Tutti i musicisti ce l’hanno! Quando parliamo tra di noi, diciamo proprio questo: si invecchia fisicamente ma lo spirito rimane sempre giovane, vuole sempre giocare e il nostro gioco è la musica. Come diceva Count Basie, la nostra attività non è legata solo alle due ore di

Foto

© di Roberto Cifarelli

Vince la 49° edizione di Miss Teenager Original Alessandra Balestrieri di Aprilia (Latina). La diciassettenne, accompagnata da mamma e papà, è stata incoronata dalla modella brasiliana Dayane Mello. I primi a complimentarsi con la neo reginetta il Patron, il regista Stefano Stefanelli, e la fashion stylist Roberta Nenni. Seconda classificata Fiona Pecchi, 18 anni di Vicovaro. Terza Rebecca Iorio, 17 anni di Roma. La Balestrieri, che a settembre compirà diciotto anni, studia al liceo linguistico, fa culturismo e sogna la moda: “È stato bellissimo partecipare a questo concorso soprattutto per il clima che si è creato tra noi ragazze dietro le quinte. Non pensavo di vincere. Ma bisogna sempre buttarsi o nella vita non si arriva da nessuna parte”, le sue prime parole appena spente le luci negli studi di Gold Tv. Il suo nome si aggiunge così nell'albo d'oro della storica manifestazione a quello di Simona Ventura, Barbara De Rossi, Isabella Ferrari, Claudia Gerini, Serena Autieri, Laura Chiatti, Bianca Guaccero. “Ragazze, non perdete mai la voglia di fare e l’umiltà”, ha consigliato la Mello a tutte le concorrenti prima della proclamazione. “La bellezza è un grande dono, ma non è la vostra carta vincente. A fare la differenza sarà quello che avete dentro. Puntate sulle vostre qualità, sulla personalità e non perdete mai i vostri valori”.

59 Antonio Errico e “Questo non è un poster: 13 autoritratti fuori di testa”, le opere dei pazienti psichiatrici della Casa per la Vita Artemide di Racale. La mostra è rimasta aperta per tre giorni ed è stata molto apprezzata dai visitatori per la varietà dei temi Itinerartetoccati. si è poi trasferito al Gallipoli Resort che è stato la cornice ideale per due serate ricche di momenti di intrattenimento: direttamente da Amici la cantante Aisha, i Mundial, Mago Marco, Alessio Errico, Niccolò Torielli, il comico Gianfranco Phino e Chiara Conte. Diego Dalla Palma ha contribuito con interventi e riflessioni sulla bellezza. Madrina della manifestazione l’ex Miss Italia Manila Nazzaro, accompagnata in Puglia dal fidanzato Lorenzo Amoruso. Dj Molino ha fatto poi ballare tutti i presenti con il suo dj set. Il Festival ItinerArte, ideato e organizzato da Giuseppe Branca, ha premiato alcune eccellenze del territorio: Don Antonio Coluccia, Giuseppe Maria Ricchiuto, Giorgio Martinucci, Emilio Picciolo, Camillo Placì, Roberta Scialpi, Marco Grilli, il dott. Fracella, l’Assessore di Gallipoli Rossana Nicoletti, il Sindaco di Specchia Annalaura Remigi, lo chef Simone Cappilli, Saveria Candido, l’Assessore del Comune di Lecce Silvia Miglietta, Parco Gondar. Premiati anche gli artisti che hanno esposto e hanno donato una loro opera per la lotteria solidale: Walter Spennato, coordinatore di Casa per la Vita Artemide, Lorena D’Ercole, Giuseppe Afrune, Carmen Vetere per il papà Giovanni. Il patto d’amore tra i Comuni Rosa Gargiulo, Giorgio Martinucci, Manila Nazzaro

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Aisha, direttamente da “Amici”

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I FACTORY & COVER by Rosa Gargiulo

Un nuovo grande appuntamento per Effezeta System: dal 22 al 24 settembre sarà presente a Roma come azienda espositrice a Edilsocialexpo, fiera internazionale di edilizia, architettura e design. Un evento dedicato a professionisti e operatori del settore che si alterna a cadenza annuale tra Italia ed Emirati Arabi. Per l’occasione Effezeta System presenterà l’innovazione dei propri prodotti ad un pubblico internazionale che sarà composto da oltre ventimila visitatori. Un 2022 ricco di successi - quindi - quello dell’azienda di Sant’Angelo D’Alife, guidata dalla famiglia Giardullo Un’azienda nata nel 1999 e oggi realtà industriale competitiva sul mercato nazionale e internazionale nella produzione di zanzariere, avvolgibili e altri sistemi filtranti e oscuranti, con sedi anche a Roma e Milano. A giugno, infatti, nella splendida cornice del Chiostro di San Tommaso d’Aquino a Piedimonte Matese, è stato presentato “Milena”, il cortometraggio con protagonista Maria Grazia Cucinotta, diretto da Stefano Amatucci, prodotto proprio da Effezeta System. Il corto pone l’attenzione sulle diversità e accende i riflettori sulle difficoltà delle persone con disabilità, soprattutto nel mondo del lavoro, di fronte a pregiudizi e prevaricazioni. Oltre a valorizzare il talento e le capacità femminili in ambito imprenditoriale, stimolando la partecipazione delle donne in contesti dove le possibilità di emergere ed esprimersi restano ancora sporadiche. “Milena” è stato girato ad aprile proprio nella sede di Effezeta System, una realtà importante del territorio attenta da sempre alla valorizzazione del lavoro femDal 22 al 24 settembre grande appuntamento a Roma per l’azienda campana

eFFeZeTa sysTeM da “MiLena” aLL’ediLsociaLexpo

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